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Al citofono bussare casa Solidago...

Doppio colore per festeggiare la festa degli innamorati: il bianco e l'arancione di questa coppia di pupazzetti colti in posizione da fare invidia al miglior kamasutra, al chiar di lunotto...

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Sono andato a Pozzuoli a fotografare il celeste... ed ho fatto bene. Mi sbrigo presto con i vari appellativi del celeste applicati alla mia città natale: pura nei ricordi di infanzia ma piena oramai di pallidi ricordi velati nella polvere opaca del tempo...

Napul è mill culur...

Non sarebbe stato giusto non approfittare dell'aria del carnevale in questo mese di Febbraio per una citazione per Pino Daniele in questa foto meditazione dedicata ai colori, pertanto oggi non un singolo colore ma mille e c'è sta pur 'a carta sporca oltre la suola di qualcuno che sta diventando ...nisciuno che se ne importa...

Un tufo al cuore.

Seconda giornata a Pozzuoli in cerca del color tufo in questa foto fatta mille altre volte, di cui dovrei avere esemplari molto più antichi con le varie camere possedute. Ma oggi era una giornata speciale (anche per controllo cardio come da titolo!). Ma chi ha detto che il tufo è giallo?

Al cuore nessun danno al tufo della chiesa qualche tanno...l'ho intravisto.

Le correnti del PD hanno superato le tipologie di rosso o non ancora?

Classico arancione per questa domenica di fotomeditazione.

Classico oggetto arancione, il pallone Super Santos, in una ancora più classica foto meditativa: il pallone stesso abbandonato da solo in un giardino.

Ed il fotografo che in maniera apparentemente pigra lo ritrae, mentre medita sui suoi ricordi: la simpatia delle gradazioni dell’arancione, tra cui il marrone (che uno non ci va tanto a pensare se non lo sai…); la passata energia per partecipare alla mostra “I colori dell’inclusione” del 2019 proprio nella squadra dell’arancione con le tante belle foto che parteciparono.

Foto(auto)meditazione onirica. Amavo guidare da giovane, molto. Ho macinato vagonate di chilometri su varie auto soprattutto per le vacanze in giro per l’Italia, per l’Europa, compreso più tardi il viaggio di nozze ed ancora successivamente svariate visite singole alle varie zone. Dalla Calabria alla Danimarca. Botte singole da circa 5000 chilometri alla volta, magari nel giro di 15 o venti giorni o comunque mai più di un mese di continuo.

Forse perché alla guida mi piaceva meditare. E pur essendo in compagnia me ne andavo proprio con la mente in queste automeditazioni, pur restando vigile ed attento ai pericoli della guida, specie di notte e spesso molto poco su autostrade, magari per risparmiare qualche soldo per le vacanze o proprio per conservare il piace di Vedere.

Quando il concessionario mi chiese di che colore sarebbe stata la mia ultima auto nuova di solo qualche mese, se non avessi scelto io un colore preferito, non mi disse che il rosso della Lancia si chiamava Montebello. Scusate la fissazione, continua lo studio sul rosso con questa (retro)visione piuttosto onirica da forte foto(auto)meditazione, mentre sei alla guida nel rione materno e trovi una barca che ti segue!

21 febbraio Carnevale

Viola.

Prima incontri un manifesto pubblicitario che te lo ricorda in maniera repentina e decisa... poi lo cerchi che quasi ti sfugge... ma sei sicuro che l'hai beccato

Azzurro.

E' la canzone dell'essere bambini... come si deve essere un poco bambini per apprezzare le giustapposizioni nella fotografia di strada...

Leva fotografica.

Oggi si ritorna al grigio e alle sue sfumature con la foto di questo muro, spazio liminale per me.

C'è una porta disegnata per una leva calcistica, anche se ho tre anni di meno dei dodici di Nino che sbagliava i calci di rigore. Io i miei li ho tirati in questa porta, non quella disegnata ma quella indicata dalle cinque buche: 2 a terra, 2 in alto come traversa ed una in mezzo che era il posto del portiere.

La leva calcistica successiva probabilmente voleva fare le cose più in grande ed era più attrezzata tecnologicamente al punto di permettersi una vernice bianca, anch'essa erosa dai morsi del tempo, quasi peggio della bella roccia ignea di questo grigio vulcanico... comunque se vi state chiedendo da quali particolari si giudica un fotografo, non me li dite, non li voglio sapere!

Dacci oggi il nostro verde quotidiano...

Ero sceso col verde in testa: i residui di un albero potato nello spazio antistante il cortile di casa, un ficus di guardia ad una madonnina in uno dei tanti scorci napoletani che finiscono nel mio sensore, un giardino di vasi di terracotta con annesso pappagallino regnante lungo le scale di un Apparente Santa Maria, ed altri verdi più cittadini che non vi dico... ma scelgo questo nostro verde quotidiano dei poster di questi nostri poveri giovani che non invidio...

Continuiamo con il verde in questo sabato di mercato.

E come non si potrebbe visto che la verdura è un cosa che prende il nome da un colore come poche altre cose comuni?

Si, si potrebbe poetare della rossura di un volto di un bimbo che si vergogna (a trovarlo oggi) o di un tramonto negli occhi di due innamorati.

Ma è meglio concludere con la saggezza napoletana suggerita dal cartello del fruttivendolo: cara signora oggi le cime non si trovano manco più tra i friarielli!

Povera patria.

Pur non essendo particolarmente patriottico, per questo giorno di febbraio ho voluto usare una foto scattata ieri per una visita alla Chiesa di San Giuseppe dei Nudi.

Il cancello ancora chiuso imbrattato da ragazzini impertinenti si raggiunge dopo una lunga serie di belle scale larghe che portano all’esterno di un piccolo cortiletto. I colori imbrattanti sul cancello sono due casuali bianco e rosso che fanno la nostra bandiera solo col verde ecclesiastico del portone della chiesa, sullo sfondo.

Da un lato questa foto è il simbolo di una sciagurata nazione popolata da sciagurati individui (forse molto meno patriottici di me) e governata dai più sciagurati, i peggiori.

Il cancello poi si è aperto per farci fare una breve visita a quello che sarà un futuro museo e blà blà blà...di una antica e famosa confraternita. Da vecchio sulla via di un'inevitabile acidità, oramai non credo più a queste promesse (sarà per conservarmi un piccolo piacere in età più tarde nei rarissimi casi positivi che si realizzano, chissà...?)

Brutte bambine e bambini, che non avevano più di una decina di anni ognuno, vestiti con improbabili tenute da donne sexy adulte e da playboy consumati, hanno continuato a giocare nell’unico piccolo spazio, salvato alle auto solo dai piloni di granito, antistante il cancello della chiesa. Quei bambini sono più fortunati ad avere quello spazio che dell'avere quei propri indegni genitori che li vestono in quella maniera: siete sicuri che sono solo i social a non fare uscire più i bambini dalle loro case o sono le auto, che oramai non ci fanno più camminare a piedi, come invasori metallici della città? Il più grandicello di tutti ai piedi della lunga scalinata giocava proteggendo la sua “zona” con una pistola giocattolo molto veritiera, molto più grande delle sue mani, sparando contro la città e il MANN sottostanti…

PS. scusate lo sfogo

Con un verde veronese ce ne andiamo a fine mese

E vi do un po’ una mano scordatevi il persiano

Io rispondo un poco baldo che mi pare lo smeraldo

Sull’idea poi del marino io ci faccio un pensierino

Ma è per voi questo rovello: ma chi è dopo l’ombrello?

Festeggio quest'ultima meditazione con una foto dell'ultima passeggiata a Fuorigrotta con tutto il gruppo. XXX MeditColPorn.

Mi colpì come lo furono tutti la festa dei colori delle mattonelle dietro questo bel mosaicone lunghissimo di Fuorigrotta e l'allegria del bel trio.... Si, lo so il titolo del post.... scimmiotta il modernismo del primo bruttissimo ventennio di questo secolo. Capiamoci eh! Andate a controllare su Wikipedia, dalla biologia all'informatica alla musica e in tanti ben altri settori XXX non significa solo porno, anzi; ma lasciatemi nell'ignoranza qui dei pregi di quel PEPPE che si firma dopo l'acronimo...

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