VIII Traversata delle colline nelle Seimiglia

Page 1





PROGRAMMA 2-3MAGGIO 2015 Sabato 02 MAGGIO Ore 9.00 Raduno nella piazza davanti la chiesa di Montemagno conferma pre-iscrizioni max 130 pers. Ore 09.45 saluto da parte delle autorità Ore 10.10 taglio del nastro partenza Ore 12.00 -12.30 arrivo Cek-point Ore 13.30 partenza per sentiero panoramico Ore 16.30 fine tappa loc.MontemagnoI Preparazione e sistemazione per la notte in campo base Ore 18.00 con mini gara di dog trekking ristorazione campo base e spettacolo indiani in caso di pioggia cena Ristorante Franco Montemagno Avvisare per allergie alimentari RIFFA con premi Domenica 03 MAGGIO Ore 9.30 muscher-meeting Loc Panicale Ore 9.45 partenza Ore 12.00 arrivo cek-point Ore 14.30 arrivo Panicale fine tappa L’iscrizione comprende gagdet Assistenza lungo il percorso (ristorazione nei cek-point ) ristori alle partenze, punti sosta con ristori lungo il percorso Verrà inoltre allertato punto veterinario e assistenza medica La quota della manifestazione è fissata in 25€ adulti 10 € bambini sotto i dodici anni Termine iscrizione 28 aprile dopo tale data saranno maggiorate di 3€ Si consiglia di munirsi di abbigliamento adeguato (k-wej scarponcini da trekking) e di rifornirsi di adeguato ancoraggio tra il musher(conduttore ) ed il proprio cane (cintola per vita tug-line,cordino posteriore all’imbracatura ,e harness,) per info.3471875431 0584951526 3396899953 Email:marcomorotti60@libero.it Moduli d’iscrizione Www.wamdiistateam.it


VIVERE

DUE

GIORNI

AL

CONTATTO

CON

LA

NATURA

Nata diversi anni fà fortemente voluta dal club come indotto per far conoscere e apprezzare la terra Italiana e in particolare la terra Versiliese, aiutando tutti i neofiti nella simbiosi con i nostri amici a quattro zampe e l’uomo, non tralasciando il valore che in ogni attimo dobbiamo avere per la nostra cara madre terra e a tale scopo che ogni anno nel mese di maggio persone provenienti da tutta Italia e nazioni limitrofe si ritrovano per la TRAVERSATA DELLE COLLINE NELLE SEIMIGLIA, essa racchiude il puro spirito di unione e amicizia per il Dog Trekking, la natura e gli animali. Il Dog Trekking consiste nel formare un team,ossia nel legare fisicamente cane e padrone, tramite un`imbragatura, una cintura e una corda. Usato in modo efficace per allenare il cane al traino di un peso, utile per chi, d`inverno pratica lo Sleddog (il traino della slitta con i cani). Le colline della Versilia sono un luogo ideale per gli amanti della natura, queste custodiscono paesaggi altrove persi, di quelli dove l`ambiente urbano, la flora e la fauna convivono ancora senza troppi drammi,quando, inoltre, c’é con te l`amico giusto,e (il compagno a quattro zampe) l`esperienza può dirsi davvero indimenticabile; inoltre non và dimenticato lo spirito che unisce persone provenienti da tutta Italia e nazioni confinanti,nel percorrere le colline delle Sei Miglia in modo molto originale. Gli abitanti dei borghi e dei paesi interessati dal nostro passaggio rimangono incuriositi nel vedere il folto gruppo di persone che ogni anno cresce,senza che siano spinti da competizione ma gioiosi di condividere amicizia, paesaggi, sano divertimento e cultura della terra Versiliese. Forte rimane la determinazione che il W.I.T. impiega nel rendere possibile l’inserimento di ogni nuova persona, in un gruppo che condivide per due giorni emozioni e fatiche, immersi nel verde delle colline,cercando di amalgamare tutti nell’amore verso la propria terra e chi la vive più da vicino,cercando di dare utili consigli per continuarla ad ammirare nella sua integrità .Tutti uniti e insieme raggiungiamo i cek-point stabiliti e per il nostro passaggio non utilizzando nessun tipo di segnaletica ma persone che vigilano sia in testa che alla fine della carovana senza utilizzare cartelli che il più delle volte rimangono segno indelebile di un passaggio. Sei anni sono ormai passati dalla prima edizione e sono rimasto molto colpito delle affermazioni del sig Dazzi che mi chiedeva dove si trovasse il sentiero da noi percorso che da Pontemazzori portava a Montemagno (questo significa che il nostro scopo di salvaguardare i sentieri senza l’utilizzo di segnaletica o altri strumenti direzionali viene posta come priorità sul territorio). La nostra associazione cerca inoltre nel massimo delle nostre possibilità di permettere a chi dopo di noi ripercorrerà i sentieri interessati di trovare solo la facilità nel camminare avendo tolto la siepe che attraversava il sentiero impedendone il passaggio e niente di più.


Pontemazzori Luminoso paese contornato da dolci colline, in un angolo verde della conca di Camaiore ai piedi del Montemagno. Lo incontriamo oltrepassato il ponte di Nocchi lungo la provinciale per Lucca, deviando sulla destra in località “Secchi”. I primi insediamenti si possono far risalire a epoca romana, anche se non è da escludere nella zona una preesistente presenza etrusca dal VI secolo a.C.Il nome Pontemazzori, tuttavia, è documentato per la prima volta soltanto nel 1214 e poi nel 1234, sotto la forma Pontismassori o PonteMathori (dove ss è forma fonica del th che poi diverrà zz). La sua comparsa è più tardiva rispetto ai nomi dei villaggi vicini, per esempio Nocchi, Montemagno, Torcigliano, documentati già nell’VIII e IX secolo in età longobarda e franca. Quanto al nome Pontemazzori, l’antico Pontemathori, può voler significare Ponte sul rio Moteroni, che nell’alto medio evo era il nome del fiume Lucese. Il ponte in questione era d’origine antica, forse romana, scavalcava il Lucese “dietro le gore” a confine della comunità di Nocchi, dove nel medio evo vi transitava la via Francigena. Il piccolo paese ha la particolarità di avere due chiese che sono state entrambe parrocchie: Sant’Andrea e San Lorenzo. Sant’Andrea, posta nella parte bassa del paese. La chiesa di San Lorenzo, in piacevole armonia col paesaggio di Pontemazzori si staglia solitaria sull’omonimo colle, in antico chiamato Cuofino. In paese ci sono altre opere da segnalare: la settecentesca villa Trenta, ora Clerici Giannini, con annesso oratorio del Volto Santo; la cappellina del Rosario sul colle di San Lorenzo, un piccolo gioiello architettonico in stile neoclassico restaurato nel 2010; la fontana e il lavatoio pubblico lungo la via comunale anch’essi restaurati dall’Associazione Pie’ di Monte. Tra le tradizioni del paese va ricordata la festa dell’Ascensione che ancora oggi si celebra solennemente: un tempo era un vero spettacolo di folla, accorreva da ogni dove per venerare la Madonna del Soccorso nella chiesa di Sant’Andrea e per trascorrere una serena giornata di svago sulle piane e nei prati. L’ambiente di Pontemazzori offre ampie possibilità di piacevoli escursioni. Numerose vecchie vie e vecchi sentieri, attraverso i piani, lungo il fiume, o su per i pendii fino in cima ai colli ci invitano a effettuare un percorso tonificante dell’anima, a staccarci dallo stress della vita quotidiana per riallacciare un intimo contatto con la natura, la storia e le tradizioni del nostro passato.


DOG TREKKING Grazie a questa disciplina sportiva, potrete godere della compagnia del vostro amico a quattro zampe nel bel mezzo delle colline Versiliesi potendo ammirare panorami che spaziano dalle bellissime cime delle Alpi Apuane alla bellissima Costa Marittima e il bellissimo lago di Massaciuccoli dove Giacomo Puccini componeva le sue memorabili opere. Le escursioni di Dog Trekking sono effettuate con il nostro cane legato al conduttore mediante una imbragatura. E' uno sport alla portata di tutti, da grandi a piccini, lo scopo di tutto questo è passare delle belle giornate facendo passeggiate in collina, assaporando i bellissimi paesaggi che la nostra bella terra offre, inoltre il nostro amico peloso potrà socializzare con altri suoi simili, tutto a vantaggio di una buona educazione. P.er godersi una buona passeggiata con il nostro cane è importante equipaggiarsi nella maniera corretta, l’attrezzatura base dovrebbe prevedere un buon paio di scarpe da trekking, calzoni sportivi, o pantaloncini, magliette e maglioni a seconda della stagione, e un giubbotto comodo da poter all'occorrenza mettersi, per il nostro amico è buona norma portarsi dell'acqua, non dimentichiamo materiale che possa rendere sicuro il collegamento tra il cane e l’uomo


GUALDO Il territorio di Gualdo era tema di confine tra i due grandi potenti che intorno all'anno 1000 si contendevano le aree pedecollinari alle spalle del lago di Massaciuccoli: i Montemagni, signori di Montemagno e alleati con Pisa, e i potenti canonici di San Martino di Lucca, proprietari di un lungo possedimento che andava da Massarosa al torrente la Freddana e, ovviamente alleati di Lucca. Quest'area collinare e boschiva era, probablmente, abitata attraverso fattorie sparse fin dal 1000 circa, ma il primo documento ufficiale che ne attesta la presenza, probabilmente perché viene costituito in paese con una propria chiesa risale alla conclusione della disputa tra Canonici e Montemagni della fine del X secolo, disputa risolta dall'intervento diretto della Contessa Matilde che addirittura venne sul posto e, dopo aver ottenuto l'appoggio del papa, riuscì a imporre un confine che ancora oggi divide il comune di Massarosa da quello di Camaiore. L'importanza di questa frazione di confine, ai fini politici la si può leggere nel fatto che essa, già nel 1266 ebbe dai Canonici, veri e propri fondatori dell'area, un tipo di amministrazione quasi paritario tra Canonici stessi e rappresentati della comunitá di Gualdo. Il Constitutum" del 1266 pervenutoci intatto e conservato nell'archivio arcivescovile di Lucca, è un documento avanzatissimo per l'epoca: basta pensare che fu la prima volta che non si parla di pena di morte ma ogni errore è tradotto in danaro, proprio perché la vita in quest'area doveva essere fondamentale e del resto il denaro non doveva certo essere un bene comune. Il paese venne legato, dal punto di vista ecclesiastico, alla Pieve a Elici e questo stretto contatto è rimasto per secoli, fino a quando Napoleone impose la cancellazione di questi vincoli. Solo, quindi, con il XIX secolo il paese esce dal dominio dei canonici per divenire nel 1871 uno dei paesi del comune di Massarosa che in quell'anno nasceva. Il paese ha mantenuto la sua impostazione urbanistica di stampo medievale con le sue stradine strette e ripide nelle quali si affiancano, non antichi palazzi, ma antiche abitazioni rurali oggi in gran parte ristrutturate e rese più vicine alle attuali esigenze ma sempre mantenendo le caratteristiche strutture in pietra a vista e legno, il tutto sempre abbellito da fiori che sembrano una delle cose piú gradite dagli abitanti del paese. Il paese si trasforma nel mese di agosto nel paese delle fiabe


LA STORIA DI BALTO Il 19 Gennaio 1925, scoppiò in Alaska, in una città di nome Nome una forte epidemia di difterite, e le scorte di antitossina mancavano Fu ordinato un milione di fiale di antitossina, ma la scorta più vicina che consisteva in trecentomila unità (9 kg in tutto) si trovava ad Anchorage, la capitale, che distava da Nome più di millesettecento chilometri. Anchorage non era collegata direttamente a Nome, la ferrovia portava solo fino a Nenana a circa mille chilometri e le pessime condizioni climatiche impedivano agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg impedivano alle navi di attraccare. Per arginare a tale problema allora si scelse di usare un metodo utilizzato da sempre con la posta,per proseguire il percorso da Nenana aNome cioè i cani da slitta. L'antitossina che si trovava a Nenana distava seicento miglia da Nome, per l'impresa venne organizzata dunque una staffetta di venti mute di cani. Giunsero a Nome il 2 Febbraio 1925 dopo aver percorso 674 miglia in 127 ore ad una temperatura di circa -40°. Balto per il fatto di essere arrivato a Nome come leader della muta che percorse l’ultima tappa con l'antitossina venne onorato con un cortometraggio girato in quello stesso anno e con una statua nel Central Park di New York .ma le storie ci fanno capire che la vita a volte riserva anche lati bui cosi che , Balto e gli altri cani della muta finirono nelle grinfie di una persona che poteva esser tutto fuorché un amante dei cani. Tenuti alla catena in pessime condizioni igienico sanitarie, maltrattati e costretti ad esibirsi in un locale. Fortunatamente vennero notati da George Kimble che decise di acquistarli, per farlo avrebbe dovuto procurarsi 2000$ in due settimane. Kimble quindi organizzò una raccolta di beneficenza attraverso la radio e una raccolta di beneficenza nelle scuole. Così, come Balto aveva salvato dei bambini ora erano dei bambini a salvare lui. Dopo essere stati liberati Balto e gli altri cani vennero portati nello zoo di Brookside a Cleveland dove furono curati. Balto arrivò cieco, sordo e artritico all'età di 11 anni, fino al Marzo del 1933. Il corpo di Balto fu poi imbalsamato ed oggi è possibile ammirarlo al Museo di Storia Naturale a Cleveland.




VALPROMARO


Migliano (356 m) è un piccolo e grazioso paese situato su un colle, le sue case, nascoste nella campagna coltivata ad ulivi e viti, mostrano i segni del tempo trascorso.Dalla sua invidiabile posizione si domina la val Freddana e la sottostante valle, di fronte il più grosso borgo di Gombitelli e, in lontananza, le creste del monte Prana.Il suo nome ha origini latine e deriva da “Fundus Aemilianus”, prendendo il nome da un certo Aemilius che fu proprietario di queste terre. Un tempo il borgo era chiamato “Millano”.Che le sue origini siano molto antiche non ce lo dicono soltanto le case e le strade, ma anche documenti dell’Archivio arcivescovile di Lucca, in cui si parla di cessioni o permute di terreni e beni, molti di questi portano date anteriori all’anno1000.Distaccata dal paese, in un sagrato erboso, all’ombra di una secolare quercia, troviamo la chiesa di San Martino con campanile, dipendente da quella di San Lorenzo di Orbicciano dalla quale si distaccò nel 1600. Costruita su una precedente in stile medioevale risalente al XII secolo, fu ampliata e ristrutturata nel 1792. Sulla facciata dell’edificio possiamo osservare una bella scultura in bronzo, raffigurante San Martino, del lucchese Gaetano Scapecchi, inserita in una alcova marmorea. Il pezzo più pregiato è forse costituito dal campanile, antecedente la costruzione della chiesa, infatti la parte bassa risale al X secolo, venne rialzato nel corso del XVII secolo, era probabilmente una torre di avvistamento, si potrebbe presumere che in epoche remote facesse parte di una rocca, data la posizione dominante del borgo.L’edificio venne ampliato nel 1785 usando i muri di un antico oratorio.Nella parrocchia si trova un calice di provenienza bizantina del secolo XIII e una croce da processione in legno ricoperta da una lamina d’argento, del secolo XV.A pochi metri dalla chiesa si trova una marginetta con un piccolo altare e una formella in marmo, con scolpita la Madonna del Soccorso del 1792. Molte case del paese portano incise sulla pietra date antiche, che vanno dal l600 al 1800.Nei pressi del paese, il giorno 29 Giugno 1944, gli occupanti tedeschi per rappresaglia, arrestarono molti uomini, di questi 12 furono fucilati il giorno dopo. Dell’episodio fu testimone il parroco Dino Chelini, che fu insignito della medaglia d’oro dal comune di Camaiore, per essersi offerto al posto dei prigionieri. A ricordo dell’episodio fu costruita una edicola in mattoni in cui vediamo inserito, sotto una croce, un pregevole altorilievo marmoreo raffigurante la Madonna che soccorre Gesù. Ai piedi dell’edicola la lapide con i nomi degli “innocenti barbaramente uccisi dai tedeschi”.Migliano ha subito la storia degli altri paesi delle Seimiglia, oggi è borgo con pochi abitanti, circa una settantina, ed è molto conosciuto per la produzione di un ottimo olio.

MIGLIANO


FIBBIALLA Fibbialla dei Canonici si affaccia sulla valle della Contesora e costituisce l'ultimo avamposto del territorio comunale nella zona sud ovest verso Lucca. È una frazione che forse è legata al Comune di Camaiore solo per motivazioni di carattere geo-politico, ma che per cadenza dialettale e per praticità di comunicazione sarebbe più giusto ritenere lucchese. Ma di questo gli abitanti della graziosa ed antica frazione non si curano: grande è l'attaccamento alla storia, ai propri usi, costumi e tradizioni. Dimostrazione di questo è stato il grande lavoro svolto in preparazione di un evento che ha caratterizzato l'estate del 2003: tutto il paese, con il coordinamento del gruppo promotore, ha dato il via ad una serie di iniziative che hanno spaziato dalla musica alla storia, dalla tradizione al folklore. Fibbialla vanta, tra l'altro, origini antichissime che affondano nell'alto medioevo anzi il toponimo ci riporta in qualche modo alla romanizzazione del territorio lucchese. Le vicende successive mostrano l'importanza strategica del castello di Fibbialla che dominava l'omonimo paese e la Via Francigena. Si pose come arteria principale dei collegamenti con Roma . Sulla cima del colle che sovrasta il paese fra castagni e stipe ancora oggi si possono vedere i ruderi di una costruzione in pietra chiamata La Cisternaccia". Sopra questi ruderi si possono notare le tracce di quella che poteva essere una torre di avvistamento e segnalazione. . Sono probabilmente ciò che resta delle antiche rovine del castello di Fibbialla raso al suolo nel 1313 da Uguccione della Faggiola, signore di Pisa, nell'ambito delle aspre guerre territoriali contro Lucca. Questa posizione era infatti collegata visivamente con il castello di Chiatri e quello di Pedona e dominava un' ampio percorso della Via Francigena, che si snodava fra Valpromaro ed il passo delle Gavine fino all' ospedale di San Michele in Contesora nella vallata della Contesora (oggi località Ospedaletto).


BARGECCHIA Proseguendo la strada che da Piano di Conca sale verso la collina si raggiunge Bargecchia. Dalle sue pendici verdeggianti si possono ammirare il Mar Tirreno e il lago di Massaciuccoli e Nelle giornate di bel tempo è possibile intravedere anche l'isola di Capraia, Elba e della Gorgona. Il suo nome sembra di origine celtica “ Berg ” che significa altura sopra una palude. Al centro del paese sorge la chiesa di San Martino, di origine romanica, all'interno della quale si possono osservare polittici del XIV e XV secolo, grandi quadri, marmi e argenti del 1500,interessanti opere lignee e pregevolissimi lampioni processionali del 1700. Ma la vera particolarità si trova all'interno della torre campanaria. Le quattro campane, di svariate dimensioni, furono consegnate al paese nel 1885. Si narra che il maestro Giacomo Puccini venisse spesso a Bargecchia per ascoltare la meravigliosa melodia delle campane, che fu riproposta fedelmente alla fine del primo atto della Tosca. Da secoli le campane sono state il mezzo più veloce di comunicazione per le generazioni passate. Sicuramente legate alla fede, ma sempre al servizio della gente. Le campane annunciavano i grandi eventi, l'inizio di una guerra, la sua fine, i pericoli, le invasioni, scandivano le ore e mettevano in allarme per la tempesta. Oggi giorno , il suono delle campane è stato registrato e divulgato da altoparlanti che non riproducono quello originale. Il paese di Bargecchia è conosciuto anche per il suo campanile monumentale, maestoso, imponente, che vigila sul litorale della versilia. Un tempo era utile anche ai marinai per fissare la posizione delle imbarcazioni. Il popolo di questa frazione è devoto al patrono San Ginese, mimo e attore romano, martire della fede, caduto sotto l'imperatore Diocleziano nel 303 d.C. Autorevoli storici raccontano che il culto di San Ginese ha sempre richiamato numerose folle di pellegrini, attratti dal “potere taumaturgico del santo”.


Montigiano Abitanti:, totale 241 Salendo verso il monte Pitoro, dopo aver lasciato Pieve a Elici, arriviamo a Montigiano. Il nome di questa frazione deriva dal latino “Monticianum” che significa podere di Monticio, il colono romano padrone del colle. Nella sua storia Montigiano vede l'agricoltura fiorire per merito delle cure dei monaci benedettini e la sua popolazione aumentare in seguito alle migliorate condizioni di vita. Dal sagrato della chiesa si gode un bellissimo panorama: un mare di ulivi piantati in epoca lontana dai monaci della Jura. Montigiano è molto conosciuta dagli stranieri per le bellezze dei suoi luoghi, dalla pace di cui si è circondati e dal clima mite che generalmente non conosce inverni molto freddi. La chiesa, dedicata a Santa Lucia, posta sulla sommità di un lato colle, è ricordata per la prima volta nel 984, come tributaria delle decime alla vicina pieve di Elici. Nel 1260 è di nuovo ricordata nell'elenco di chiese lucchesi.Nel 1687 venne eretta a parrocchia e ricostruita. Una nuova, radicale ristrutturazione ebbe luogo nel XIX secolo. Nei primi anni del XX secolo venne decorata da affreschi in stile Liberty. Dalla terrazza della chiesa salendo un bel viale in cipressi,si può ammirare una eccezionale veduta che spazia dal Lago di Massaciuccoli alla Costa Versiliese e sulle frazioni vicine in mezzo al verde di Gualdo e Luciano. Percorrendo, il sentiero del Castagno al Ghirlandona , permette di raggiungere il vicino borgo di Gualdo con un percorso ad anello di valore storico, artistico e paesaggistico camminando lungo le pendici intorno al monte Ghirlandona il più alto del Comune di Massarosa.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.