N.10 31 mag 2016 copia € 1,20 • abb. € 20,00
l’editoriale
di + don Pino Caiazzo
“Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1,42)
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Carissimi, le parole di S. Elisabetta, nell’accogliere la cugina Maria in casa sua, indicano la forza straordinaria dello Spirito Santo che fa trasalire di gioia e danzare Giovanni Battista che porta nel suo seno. Le fa dire parole profetiche che indicano Maria come la “Benedetta fra tutte le donne” e “Madre di Dio”. Ciò che colpisce è il silenzio di Maria davanti al dire di Dio attraverso la voce umana. Ascolta, medita, per poi pregare magnificando il Signore. Le parole di Elisabetta potrebbero sembrare un augurio (nei saluti di solito è così). In realtà sono una rivelazione di Dio: spiegano quanto sta succedendo a Maria. E’ alla luce di questa rivelazione che tutti siamo chiamati a salutare Maria come colei che porta nelle nostre famiglie, nelle nostre case, nei luoghi del vivere quotidiano, quel Gesù che si è incarnato nel suo seno. Dio che si è fatto come noi per farci come lui. Questa verità unica diventa mano tesa di Dio all’umano segnato da tante sofferenze: ai carcerati; ai giovani prigionieri della droga; agli anziani che vivono con dignità l’ultima parte della loro vita terrena in case di accoglienza; agli ammalati che affollano le corsie degli ospedali o che, nelle mura domestiche, stanno sulla croce di un letto; agli immigrati che nella nostra terra hanno trovato rifugio e accoglienza ma vivono la nostalgia dei loro affetti, della loro terra. Questa verità, che Maria porta dentro di sé, la consegna a quanti nella vita pubblica, civile e militare, imprenditoriale e sindacale, sono chiamati a servire ogni uomo, cercando il bene comune, promuovendo e pensando ad una progettualità seria
Famiglia Assemblea Diocesana