04 28 feb 2015 copia € 1,00 • abb. € 18,00
T
ra poveri che aumentano, immigrati che annegano, lavoro che manca e venti di guerra che spirano anche vicino alla nostra Italia c’è solo da coprirsi il capo di cenere, rimboccarsi le maniche, invocare il dono delle lacrime e aguzzare la vista del cuore perché vediamo lontano e in profondità, ma sappiamo riconoscere anche in chi è vicino a noi, prossimo, fratelli da amare e volto di Cristo da contemplare e servire. Soluzioni facili non se ne intravedono, né grandi speranze vengono dalla politica ancora impantanata in giochi di potere e in schermaglie ideologiche. La traccia del Convegno di Firenze invita a vedere nei luoghi del quotidiano frontiere e periferie, «ossia spazi dell’umano dentro i quali impariamo ad annunciare il Vangelo, secondo la strategia della contaminazione e del meticciato. Come vivere il Vangelo in questi cambiamenti? Le frontiere si possono difendere, cercando di costruire muri. Ma possono essere anche soglie, luoghi d’incontro e dialogo, senza i quali rischiano di trasformarsi in periferie da cui si fugge: abbandonate e dimenticate. Il movimento non è quello della chiusura difensiva, ma dell’uscita. Senza paura di perdere la propria identità, anzi facendone dono ad altri». Questa non è ancora la soluzione ma è il metodo che ci interpella e ci coinvolge nell’uscire dall’indifferenza per essere come credenti e come comunità “isole di misericordia” e per annunciare a tutti la bellezza del Vangelo. Filippo Lombardi
La bellezza del Vangelo