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ANNO 1 - N°1 Maggio 2007

PROVINCIA DI MILANO LE NUOVE REGOLE PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO.

LA TELEVISIONE DIGITALE ITALIANA: CAMBIAMENTO E PROBLEMI PRATICI PER I SINGOLI E LE COLLETTIVITÀ

E ANCORA: • LA SICUREZZA NEL LAVORO IN QUOTA

Poste Italiane Spa - Sped. abb. postale DL. 353/2003 (conv. In 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB Milano

• CONDOMINIO MINIMO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE • IL PARERE LEGALE

BARCELONA PROGRÈS: UN ESPERIMENTO RIUSCITO DI COMUNICAZIONE URBANISTICA

DISABILI:

ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEI CONDOMINI

Rivista ufficiale APAC - Associazione Professionale Amministratori di Condominio


Giuseppe Bono

Una nuova energia a tasso per la tua casa

Mutuo Prestiti a tasso O per il risparmio energetico

MUTUO A-PROFITTO PRESTITI A TASSO Ø PER IL RISPARMIO ENERGETICO L'Assessora all'Ambiente della Provincia di Milano - Bruna Brembilla - ha sottoscritto l'accordo con le Banche di Credito Cooperativo di Carugate e di Cernusco Sul Naviglio con il quale si impegnano reciprocamente ad erogare prestiti a tasso zero per i proprietari di case e per i condomini residenti nei Comuni della Provincia di Milano che hanno adottato i Regolamenti Edilizi per l'efficienza energetica. Si tratta di un sistema innovativo di credito co-finanziato (pubblico/privato) che consente lo sconto totale degli interessi sui prestiti concessi ai cittadini per fare interventi di risparmio energetico sulle abitazioni. Maggiori informazioni sui beneficiari, sulle tipologie di interventi ammessi e sulla documentazione di accesso al prestito si possono trovare sul sito www.provincia.milano.it, presso gli Uffici del Settore Energia della Provincia, le filiali delle BCC di Carugate (www.bcccarugate.com) e Cernusco S/N (www.credicoop.it) o gli Spazi Infoenergia (www.infoenergia.eu) di Melzo, Carugate, Garbagnate, Melegnano e Corbetta. Nel prossimo numero di Professione Immobiliare troverete maggiori dettagli dell’iniziativa “Mutuo a-profitto”.


SOMMARIO Editoriale Benvenuti

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Risparmio energetico La campagna sull’energia della Provincia di Milano

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Progettazione Eliminazione Barriere Architettoniche in Condominio

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Sicurezza La sicurezza nel lavoro in quota

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Tecnologia La televisione digitale italiana

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La parola all’avvocato Distacco unilaterale dal riscaldamento centralizzato

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La parola all’avvocato Condominio Minimo

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Urbanistica Barcelona Progrès: un esperimento riuscito di comunicazione urbanistica

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Energia La contabilizzazione del calore e il “contratto servizio energia”

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In vetrina Build UP Expo

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Cultura È già stato detto tutto (Montaigne...)

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Tempo libero Fano in salsa

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PROFESSIONEIMMOBILIARE Pubblicazione trimestrale Direttore responsabile: Ing. Stefano Milanesi Editore APAC Associazione Professionale Amministratori di Condominio Via Arena 35 - 20123 Milano sito web: www.webcondominio.eu Grafica e Stampa presso Tipografia Laser Copy Center s.r.l Via Livraghi 1 – 20126 Milano MI Al numero 1 di Professione Immobiliare 15 maggio 2007 - hanno collaborato:

Copertina: Barcellona, edificio della zona Forum/ Avinguda Diagonal Fermata Metro El Maresme Forum (foto Milanesi)

Joseph Acebillo, Antonella Balasso, Sara Boerci, Giuseppe Bono, Manola De Martini, Alessandro Di Ciuccio, Giovanni Gallace, Rosanna Gerini, Paolo Lecchi, Adele Maestri, Lorenzo Milanesi, Stefano Milanesi, Sergio Zabot

Manoscritti, dati, documenti.

Registrazione Tribunale di Milano n. 187 del 20 marzo 2007

Gli articoli e qualsiasi materiale pubblicato in Professione Immobiliare rappresentano le esperienze e le opinioni degli autori ed in nessun caso impegnano Professione Immobiliare nè la Redazione della rivista. Gli articoli e/o i documenti inviati alla rivista Professione Immobiliare (anche a mezzo posta elettronica o consegnati direttamente presso la nostra sede), anche se non pubblicati, non saranno restituiti. La Redazione non è in alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli e/o i documenti ricevuti. La collaborazione si intende a titolo gratuito. E' possibile per le case editrici o singoli autori inviare i testi o le immagini senza copyright di cui si richiede la pubblicizzazione al seguente indirizzo: APAC Professione Immobiliare Via Arena 35 20123 Milano MI o via email a: professioneimmobiliare@yahoo.it

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Gli articoli di Professione Immobiliare sono pubblicati anche sul sito www.webcondominio.eu INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per potere effettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Professione Immobiliare - APAC via Arena 35, 20123 Milano - MI (professioneimmobiliare@yahoo.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Professione Immobiliare APAC a cui è possibile rivolgersi per l'eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs.196/2003. Per ricevere Professione Immobiliare, richiedere il modulo di autorizzazione all’utilizzo dei dati personali a: professioneimmobiliare@yahoo.it

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EDITORIALE

BENVENUTI Era tanto tempo che speravo di potere “gridare” da questa nuova rivista questa esclamazione. E il momento è venuto. Dopo un lungo periodo di gestazione, finalmente nasce Professione Immobiliare. APAC ha scelto di presentarsi ai propri Soci e a tutti coloro che, per lavoro o per passione, hanno interesse per questo argomento, attraverso il metodo tradizionale per eccellenza: la rivista. La rivista si pone quale elemento di comunicazione e di informazione destinato a fornire agli Amministratori di Condominio, ai condòmini e agli operatori del settore immobiliare in generale, un luogo di riferimento ove trovare spunti e notizie utili, aggiornamenti ed approfondimenti sugli argomenti più interessanti e stimoli basati su materie di interesse generale per il settore im-

mobiliare. E’ in questa ottica che troverete spunti di Urbanistica e di Architettura, oltre a richiami di Ecologia Urbana e di Edilizia Sostenibile generalmente correlati alle problematiche condominiali. Il servizio che noi tutti diamo in questo momento non può più prescindere da una realtà ormai in profondo mutamento che ci fa vivere ogni giorno la necessità di affrontare sempre più da vicino il problema dell’impatto ambientale delle nostre azioni. Tutto cio’ che quotidianamente facciamo ha un impatto più o meno grande sull’ ambiente e, in particolare quando si tratta di realizzazione e gestione degli edifici quanto affermato si amplifica a dismisura. E’ chiaro che partendo dalla collocazione sul territorio di un edificio ed arrivando alla sua gestione quotidiana (con la

Laser Copy Center con più di 20 anni di esperienza nel settore della prestampa, stampa digitale e stampa litografica, offre creatività e qualità, accompagnate da una costante ricerca e da un continuo sviluppo tecnologico. Tutto ciò contribuisce in maniera determinante all’applicazione di quelle regole di immagine e professionalità che le Aziende vogliono far trasparire dalle loro pubblicazioni, con una gestione dei costi e dei tempi davvero contenuti.

semplice amministrazione del medesimo), qualsiasi nostra azione, a prescindere dalle leggi vigenti o meno, comporta un carico ambientale indiscutibile e spesso non più cancellabile. In questa ottica ci muoveremo per dare voce al piccolo coro che si impegna quotidianamente per portare avanti un discorso di qualità oltre che di quantità. Senza dubbio troveremo grossi ostacoli e molti nemici perché è indubbio che chi affronta con impegno questi argomenti viene ancora visto come un ostacolo ai facili guadagni. Risponderemo sempre che il guadagno sempre più si farà con prodotti e servizi di qualità estrema e nel rispetto totale dell’ ambiente che ci ospita. Auguri e buon lavoro a tutti. Ing. Stefano Milanesi Presidente APAC

Il nostro personale specializzato è in grado di risolvere differenti problematiche in diversi contesti, mantenendo con l’utilizzatore finale uno standard editoriale unico che consente di offrire un’immagine costante nella forma e chiara nei contenuti.

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RISPARMIO ENERGETICO LA CAMPAGNA SULL’ENERGIA DELLA PROVINCIA DI MILANO

Le nuove regole per la manutenzione degli impianti di riscaldamento. Per consumare meglio e inquinare meno È in questo periodo, nel cuore dell’inverno, che tutti noi apprezziamo maggiormente i vantaggi di un impianto di riscaldamento funzionale ed efficiente. E non si tratta di un semplice problema di temperatura: un impianto ben mantenuto e regolato, infatti, garantisce risparmio, rispetto per l’ambiente e sicurezza in ambito domestico. In altre parole, consente di consumare meglio e inquinare meno. Ecco perché la legge prevede l’obbligo di far effettuare periodicamente un intervento di controllo e manutenzione da parte di un addetto abilitato. Di recente, il Governo e la Regione hanno introdotto importanti novità nelle procedure che regolano l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici. Novità che devono essere portate a conoscenza di tutti i cittadini, in maniera semplice e immediata. La Provincia di Milano, Ente responsabile delle verifiche sul corretto esercizio e manutenzione degli impianti nei 180 comuni con meno di 40.000 abitanti, ha lanciato sul territorio CalorEfficienza: una campagna di comunicazione sulle nuove regole di manutenzione delle caldaie. Ma che cosa prevede, in sintesi, la nuova normativa? Nel caso di caldaie con potenza inferiore a 35 kW (quelle, per intenderci, degli impianti autonomi di riscaldamento casalingo), la manutenzione deve essere effettuata , in mancanza di indicazioni da parte del costruttore o fabbricante dell'impianto, almeno ogni due anni. Al termine del controllo, il manutentore compila il rap-

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Bruna Brembilla Assessora all’Ambiente della Provincia di Milano

porto tecnico (Allegato G) su cui applica l’Etichetta della Provincia di Milano. Questa etichetta costa 5 euro che vengono versati al manutentore. Il suo pagamento è a carico del responsabile dell’impianto, cioè l’occupante dell’appartamento. Tocca invece al manutentore inviare la Dichiarazione di avvenuta manutenzione (ovvero il suo rapporto corredato dall’etichetta) alla Provincia di Milano. Diversa la situazione per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento centralizzato, con potenza superiore o uguale a 35 kw. Qui l’intervento deve essere annuale, salvo diverse indicazioni da parte del costruttore o fabbricante dell'impianto, e spetta poi all’amministratore trasmettere alla Provincia la Dichiarazione di avvenuta manutenzione con l’attestazione dell’avvenuto pagamento di una cifra differenziata in base alla differente potenza dell’impianto. Da non dimenticare che le procedure appena descritte sono valide solamente per gli impianti “a regime”, in altre parole per quelli già in regola a oggi con gli adempimenti nei confronti della Provincia di Milano. E per gli altri? Le possibilità per “mettersi in pari” sono diverse, a seconda della data in cui è stata effettuata l’ultima manutenzione. Per saperne di più, è possibile rivolgersi al Servizio Efficienza Energetica della Provincia (02.7740.3981-3944-3912, energia@provincia.milano.it) o visitare il sito http://www.provincia.milano.it/ambiente/energia/certificazione.shtml, dove è anche consultabile l’elenco dei manutentori convenzionati.

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RISPARMIO ENERGETICO

CalorEfficienza La manutenzione degli impianti di riscaldamento per consumare meglio e inquinare meno “Campagna obbligatoria di Dichiarazione avvenuta manutenzione, Accertamento e Ispezione degli impianti termici - Stagioni termiche 2006/07 e 2007/08” ai sensi del D.Lgs n. 192/2005 e D.G.R. n. 3393/2006 Comuni con popolazione inferiore ai 40.000 abitanti MANUTENZIONE: UN OBBLIGO CHE CONVIENE A TUTTI UNA BUONA E REGOLARE MANUTENZIONE = + RISPARMIO + SICUREZZA + RISPETTO PER L’AMBIENTE Oggi ci sono importanti novità nelle procedure che regolano l’esercizio, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici da parte di soggetti abilitati. Se il tuo Comune ha meno di 40.000 abitanti, l’Ente responsabile delle verifiche sul corretto esercizio e manutenzione degli impianti è la Provincia di Milano. Questo stampato è uno strumento che la Provincia ti mette a disposizione per orientarti tra gli adempimenti previsti dalla nuova normativa. Perché un impianto ben mantenuto ti evita successive sanzioni pecuniarie, inquina meno e fa dormire sonni tranquilli. A te e ai tuoi cari CHI CI DEVE PENSARE… Secondo la legge, è il responsabile dell’impianto (cioè, il proprietario, l’occupante dell’appartamento o l’amministratore nel caso di un condominio) che deve preoccuparsi di fare effettuare la manutenzione periodica. Se il responsabile conduce un impianto senza la corretta manutenzione, è soggetto a una multa che può andare dai 500 ai 3.000 euro. …E CHI PUO’ ESEGUIRLA La manutenzione periodica deve essere affidata a un manutentore o a un’impresa in possesso dei requisiti stabiliti dalla Legge n. 46/90. Per gli impianti superiori a 350 kW sono previsti ulteriori requisiti. L’elenco dei manutentori convenzionati con la Provincia di Milano lo trovi sul sito: www.provincia.milano.it/ambiente/energia/certificazione.shtml E SE L’IMPIANTO È NUOVO… Per le due stagioni termiche successive, non è soggetto a verifica da parte della Provincia di Milano se sono stati inviati, entro 30 giorni dalla data d’installazione, la “scheda identificativa” dell'impianto e il primo rapporto di controllo tecnico rilasciato dall’installatore.

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RISPARMIO ENERGETICO

MANUTENZIONE E DICHIARAZIONE DEGLI IMPIANTI CON POTENZA SUPERIORE O UGUALE A 35 KW: COSA DICE LA LEGGE ? QUANDO La manutenzione deve essere effettuata: ➢ secondo le indicazioni riportate sul libretto di uso e manutenzione dell'impianto; ➢ rispettando le norme Uni e Cei relative al tipo di installazione. Senza queste indicazioni si deve intervenire almeno una volta all’anno. Per le centrali termiche alimentate da combustibili liquidi o solidi o dotate di generatore di calore o di generatori di calore con potenza termica nominale complessiva superiore o uguale a 350 kW, è prevista anche una seconda determinazione del rendimento di combustione, da effettuarsi alla metà del periodo di riscaldamento.

RISCALDAMENTO CENTRALIZZATO Impianti con potenza termica superiore o uguale a 35 kW Manutenzione eseguita tra il 01/08/2006 e il 31/07/2007

COME 1. Il manutentore, completate le operazioni di controllo e pulizia dell’impianto, compila e firma un rapporto di controllo tecnico (alleg. F). 2. Il responsabile dell’impianto firma il rapporto, per presa visione. 3. Il responsabile dell’impianto (l’amministratore o un terzo responsabile da lui delegato) trasmette alla Provincia di Milano la Dichiarazione di avvenuta manutenzione (cioè il rapporto di controllo tecnico relativo all'ultima manutenzione effettuata, corredato dell’attestazione dell’avvenuto pagamento del contributo economico), con cadenza biennale e nel periodo che va dal 1° agosto al 31 luglio dell’anno successivo. La Dichiarazione di avvenuta manutenzione deve essere trasmessa in un plico chiuso con riportata la dicitura “Dichiarazione Impianti termici ≥ a 35 kW”.

L’amministratore trasmette alla Provincia di Milano l’ultimo rapporto di controllo tecnico (All. F) e l’attestazione di pagamento del contributo entro il 31/07/2007

QUANTO La nuova Legge prevede un’equa ripartizione dei costi di accertamento e ispezione tra tutti gli utenti finali. Il contributo economico ha cadenza biennale e l’importo dipende dalla potenza dell’impianto.

Validità della Dichiarazione di avvenuta manutenzione: dal 01/08/2007 al 31/07/2009

La mancata trasmissione della Dichiarazione di avvenuta manutenzione comporta il pagamento di una sanzione. Coordinate Postali per il versamento ➢ Conto Corrente Postale n. 42142208 ➢ Intestato a: Provincia di Milano Controllo Impianti Termici - Serv. Tes. Via Vivaio, 1 - 20122 Milano ➢ Causale: Dichiarazione Obbligat. Impianti Termici (D.lgs 192/05) PER ULTERIORI INFORMAZIONI Provincia di Milano Servizio Efficienza Energetica Corso di Porta Vittoria, 27 - 20122 Milano www.provincia.milano.it/ambiente/energia/certificazione.shtml energia@provincia.milano.it Tel. 02.7740.3981 / 3944 / 3912 Fax 02.7740.3777

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Spazi Infoenergia di Milano Unità Centrale di Coordinamento www.infoenergia.eu caldaie@infoenergia.eu Tel. 02.7740.6931 Fax 02.9365.0857 Spazio di Carugate Spazio di Corbetta Tel. 02.3206.24463 Tel. 0297486835 Spazio di Garbagnate Spazio di Melzo Tel. 02.9953042 Tel. 02.9571.1259

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RISPARMIO ENERGETICO

MANUTENZIONE E DICHIARAZIONE DEGLI IMPIANTI CON POTENZA INFERIORE A 35 KW: COSA DICE LA LEGGE ?

QUANDO La manutenzione deve essere effettuata: ➢ secondo le indicazioni riportate sul libretto di uso e manutenzione dell'impianto; ➢ rispettando le norme Uni e Cei relative al tipo di installazione. Senza queste indicazioni si deve intervenire almeno una volta ogni due anni.

COME 1.Il manutentore, completate le operazioni di controllo e pulizia dell’impianto, compila e firma un rapporto di controllo tecnico (allegato G). 2. Il responsabile dell’impianto firma il rapporto, per presa visione. 3. Il manutentore rilascia sul rapporto l’Etichetta della Provincia di Milano, che ne attesta il pagamento e l’identificazione. Il rapporto diventa così a tutti gli effetti una Dichiarazione di avvenuta manutenzione. 4. Il manutentore invia con ogni due anni la Dichiarazione di avvenuta manutenzione alla Provincia di Milano, sollevando così il cittadino da qualsiasi ulteriore adempimento.

QUANTO L’Etichetta della Provincia di Milano ha un costo di 5 euro, da pagarsi ogni due anni. Il mancato acquisto comporta per il responsabile il pagamento di una sanzione.

E SE VUOI METTERTI IN REGOLA… Per mettersi in regola con la Provincia di Milano, il responsabile di un impianto di riscaldamento ha la possibilità di effettuare un versamento di 5 (cinque) euro secondo la tempistica riportata nella “tabella per la regolarizzazione”. Coordinate Postali per il versamento ➢ Conto Corrente Postale n. 42142208 ➢ Intestato a: Provincia di Milano Controllo Impianti Termici - Serv. Tes. Via Vivaio, 1 - 20122 Milano ➢ Causale: Dichiarazione Obbligat. Impianti Termici (D.lgs 192/05)

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RISPARMIO ENERGETICO

“Tabella per la regolarizzazione” di impianti con potenza termica inferiore a 35 kW

RISCALDAMENTO AUTONOMO Impianti con potenza termica inferiore a 35 kW

A

B

C

Manutenzione mai eseguita o eseguita prima del 01/08/2005

Manutenzione eseguita tra il 01/08/2005 e il 31/07/2006

Manutenzione eseguita tra il 01/08/2006 e il 31/07/2007

Eseguire le manutenzioni e acquistare l’etichetta (2007/2009) dal manutentore entro il 31/07/2007

Effettuare il versamento di 5 euro, se non ancora pagato. Conservare la ricevuta* e il rapporto di controllo tecnico nel libretto d’impianto, in sostituzione dell’etichetta (2006/2008)

Eseguire la manutenzione e acquistare l’etichetta (2007/2009) dal manutentore. Per le manutenzioni già effettuate, effettuare il versamento di 5 euro. Conservare la ricevuta* e il rapporto di controllo tecnico nel libretto d’impianto, in sostituzione dell’etichetta (2007/2009)

PER ULTERIORI INFORMAZIONI Provincia di Milano Servizio Efficienza Energetica Corso di Porta Vittoria, 27 - 20122 Milano www.provincia.milano.it/ambiente/energia/certificazione.shtml energia@provincia.milano.it Tel. 02.7740.3981 / 3944 / 3912 Fax 02.7740.3777

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Spazi Infoenergia di Milano Unità Centrale di Coordinamento www.infoenergia.eu caldaie@infoenergia.eu Tel. 02.7740.6931 Fax 02.9365.0857 Spazio di Carugate Spazio di Corbetta Tel. 02.3206.24463 Tel. 0297486835 Spazio di Garbagnate Spazio di Melzo Tel. 02.9953042 Tel. 02.9571.1259

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PROGETTAZIONE

L’eliminazione della barriere architettoniche in condominio PROFILO PROFESSIONALE Arch. Rosanna Gerini, direttrice dell’interior Design Institute www.idiac.it Laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano, dopo l’Esame di Stato si iscrive all’Ordine professionale degli Architetti della provincia di Milano. Dalla metà degli anni settanta lavora presso enti sanitari come l’Ospedale San Paolo di Milano e nel 1990 viene “comandata” presso il settore Sanità e Igiene – ufficio investimenti del servizio Ospedali della Regione Lombardia in qualità di architetto. Successivamente si trasferisce come dipendente presso il settore Bilancio servizio Demanio e Patrimonio della Giunta Regionale con PREMESSA Tutti i provvedimenti che oggi fanno parte dell’intero quadro di normative che regolamentano i comportamenti edificatori nel territorio originano dai primi articoli della nostra Costituzione, dove si legge a chiare lettere che tutti i cittadini hanno pari dignità e pari diritti, devono concorrere al progresso della società, la Repubblica nel riconoscere a tutti questi diritti, promuove le condizioni che li rendano effettivi. NORMATIVA DI RIFERIMENTO Introduzione La Legislazione di settore fino all’anno 1986 Nell’affrontare l’ordinamento giuridico riguardante l’abolizione delle barriere architettoniche, ci sembra opportuno suddividerlo in tre periodi: 1. la legislazione prima dell’anno 1986 2. i “piani locali di abolizione delle barriere architettoniche” dell’anno 1986 3. la legislazione successiva

l’incarico di occuparsi del patrimonio della Regione nel bacino che va dal Lago d’Iseo a tutto il sud della regione. Chiamata in seguito a dirigere l’Unità Operativa Tecnico-Patrimoniale dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, nei due anni di permanenza presso questo ospedale progetta e dirige 11 ristrutturazioni totali tra nuovi reparti e distretti sanitari, progetta anche diversi Centri Unici di Prenotazione distribuiti nel territorio di S. S. Giovanni che però non verranno mai realizzati. Dopo due anni si licenzia

per dedicarsi alla costruzione dell’Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda a Milano. Dal 1995 quindi continua la sua attività come libera professionista. Alla fine degli anni ’80 inizia una intensa collaborazione con il Coordinamento Regionale per l’Abolizione delle Barriere Architettoniche, che si occupa tra l’altro della Forma-zione di Esperti in materia di E.B.A. da nominarsi all’interno delle Commissioni Edilizie dei Comuni della Regione Lombardia ai sensi della Legge Regionale

6/89. Dagli anni ’90 si occupa degli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nella sede della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano e successivamente si occupa della gestione di un ufficio tecnico e delle manutenzioni di tutte le sedi della stessa Camera del Lavoro. È peraltro iscritta negli elenchi speciali per le comunicazioni scientifiche, dell’Ordine dei Giornalisti.

all’anno 1986. E’ facilmente intuibile il motivo della ripartizione in tre periodi. Il primo periodo è caratterizzato dagli interventi normativi che riguardano esclusivamente le strutture pubbliche e quelle di proprietà privata aperte al pubblico. Il secondo periodo, non ne amplia il campo di applicazione, è però importante per l’individuazione di strumenti normativi “piani locali” che vengono prescritti ad uso degli Enti Locali e delle Amministrazioni Pubbliche in generale. Nel terzo periodo, estremamente interessante, il legislatore esten-de il campo di applicazione delle precedenti normative e vi comprende tutte le strutture private sia residenziali sia non residenziali. Nei primi due periodi si puntualizzano gli obblighi della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini, quindi tutte le normative di quegli anni, regolamentano gli interventi che riguardano principalmente il tessuto sociale e di interesse collettivo.

Tra questi erano inclusi, gli interventi che riguardavano la residenza pubblica, sovvenzionata o agevolata e tutti gli spazi di uso collettivo, anche se di proprietà privata. Nell’ultimo periodo, quindi dal 1989 ad oggi, il quadro normativo riferito all’eliminazione delle barriere architettoniche nel territorio, è stato completato con l’emanazione di leggi nazionali e leggi regionali riguardanti la fruibilità e l’accessibilità del patrimonio edilizio privato. In Lombardia, pertanto, le leggi di riferimento più importanti, oltre a provvedimenti di minor rilevanza emanati negli anni successivi, sono la Legge n.13 del 9 gennaio 1989 e relativo Decreto Ministeriale n.236 del 14 giugno 1989 e la Legge della Regione Lombardia n.6 del 20 febbraio 1989. Si potrebbe pensare che vista la data di emanazione della legge regionale rispetto a quella nazionale, la stessa altro non sia che un mero recepimento della legge dello stato, ma non è così, le due normative sono in realtà profondamente differenti soprat-

tutto nelle prescrizioni riguardanti i parametri tecnici; tutto ciò ha però una spiegazione logica, la legge regionale è stata promulgata dopo una lunga gestazione di alcuni anni ed infine trattenuta allo scopo di consentire la pubblicazione di una legge dello stato che però detta solo valori di principio, rinviando il contenuto tecnico ad un successivo atto, il Decreto Ministeriale 236. Corre l’obbligo precisare che “La legge n.13/89 ha valore di principio, mentre il D.M. n.236/89 ha valore di prescrizione tecnica. La legge regionale n.6/89 applica le norme di principio disciplinando nella sua potestà normativa le prescrizioni tecniche che prevalgono quindi su quelle statali, ove vi sia intervento sugli stessi aspetti e completano la normativa statale sui punti mancanti, mentre possono esservi aspetti non disciplinati dalla normativa regionale che restano in tal caso disciplinati dalla normativa statale.” La legge regionale stabilisce dei minimi, nulla esclude

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PROGETTAZIONE l’applicabilità di soluzioni più favorevoli : in particolare di quelle eventualmente reperibili nel decreto ministeriale ove nel caso concreto garantiscano un miglior perseguimento dell’interesse curato. Nelle parti più favorevoli le prescrizioni del decreto ministeriale, ove inferiori ai minimi prescritti dalla legge regionale, non sono di applicazione doverosa perché ciò determinerebbe una sostanziale disapplicazione della legge, che appare inammissibile poiché : a) quelli regionali sono dei minimi al di sotto dei quali non si può andare ; b) comunque tutte le previsioni del decreto ministeriale sono integralmente disponibili. E’ opportuno precisare che nei casi in cui le norme e le prescrizioni attribuiscono rilevanza alla destinazione funzionale di cui alla legge regionale n.6/89 ciascuna porzione (unità ambientale) di immobile soggiace alla disciplina prevista per la propria destinazione. Tutto ciò premesso, per chiarire che nonostante l’obbligo di confrontare i diversi contenuti di più leggi, il nostro punto fermo sarà la normativa regionale. Le finalità Le leggi sull’eliminazione delle barriere architettoniche dettano norme e dispongono interventi graduali diretti ad assicurare la massima autonomia, nell’ambiente costruito, da parte di tutti i cittadini, pertanto si applicano a tutti gli edifici di nuova costruzione e negli interventi di ristrutturazione agli edifici esistenti, come definiti dall’art. 31 della legge 457/78, di proprietà privata. Campo di applicazione Le norme delle suddette leggi si applicano a tutti gli edifici, gli ambienti e le strutture, anche di carattere temporaneo, di proprietà pubblica e privata, che prevedano il pas-

saggio o la permanenza di persone. In particolare le disposizioni riguardano : a) gli edifici di uso residenziale abitativo anche pubblica sovvenzionata o agevolata; b) gli edifici e i locali destinati ad attività produttive di carattere industriale, agricolo, artigianale, nonché ad attività commerciali e del settore terziario ; c) le aree ed i percorsi pedonali urbani, nonché i parcheggi ; d) le strutture e gli impianti di servizio di uso pubblico (nel caso della residenza privata ha significato per la comunità dei condomini e degli inquilini), esterni o interni alle costruzioni ; e) i segnali ottici, acustici e tattili da utilizzare negli ambienti di cui alle lettere precedenti. Innovazioni Con le normative sopracitate sono state introdotte alcune definizioni innovative : accessibilità, visitabilità, adattabilità. Per accessibilità si intende la possibilità per chiunque di poter fruire completamente di tutti gli spazi che compongono un territorio, in condizioni di assoluta sicurezza ed autonomia ; quindi l’accessibilità dovrà essere garantita in tutto il territorio, negli spazi esterni ai fabbricati e nelle parti comuni (siano esse intese come spazi ad uso della collettività, siano intese in senso stretto quali parti di proprietà comune indivisa ad uso dei diversi proprietari o inquilini). Per visitabilità si intende la condizione che permette a persone con ridotta capacità motoria, di accedere ad alcuni spazi o unità ambientali, garantendone requisiti minimi. Per adattabilità si intende la condizione di poter modificare successivamente, a costi limitati, l’ambiente in modo da renderlo completamente accessibile. Si sono anche introdotti due

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concetti fondamentali : il significato di barriera architettonica, qualsiasi ostacolo che limita o nega l’uso ai cittadini, di spazi, edifici e strutture e, in particolare, impedisce la mobilità dei soggetti con difficoltà motoria, sensoriale e/o psichica, di natura permanente o temporanea, dipendente da qualsiasi causa ; e di barriera localizzativa che rappresenta ogni ostacolo o impedimento della percezione connessi alla posizione, alla forma o al colore di elementi architettonici e dei mezzi di trasporto, tali da ostacolare o limitare o mettere in pericolo la vita di relazione di tutti i cittadini. Sono stati anche meglio descritte le differenti parti delle strutture edilizie a miglior semplificazione delle seguenti descrizioni riguardanti le prescrizioni tecniche per le diverse destinazioni d’uso : a) spazi esterni b) edificio c) parti comuni

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d) e)

unità ambientale unità immobiliare

SPAZI ESTERNI Si intende l’insieme degli spazi aperti, anche se coperti, di pertinenza dell’edificio o di più edifici ed in particolare quelli interposti tra l’edificio o gli edifici e la viabilità pubblica o di uso pubblico. EDIFICIO Si intende una unità immobiliare dotata di autonomia funzionale, ovvero un’insieme di unità immobiliari funzionalmente e/o fisicamente connesse tra loro. PARTI COMUNI Si intendono quelle unità ambientali che servono o che connettono funzionalmente più unità immobiliari. UNITA’ AMBIENTALE Si intende uno spazio elementare e definito, idoneo a con-

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PROGETTAZIONE PARTI COMUNI Si intendono quelle unità ambientali che servono o che connettono funzionalmente più unità immobiliari. UNITA’ AMBIENTALE Si intende uno spazio elementare e definito, idoneo a consentire lo svolgimento di attività compatibili tra loro. UNITA’ IMMOBILIARE Si intende una unità ambientale suscettibile di autonomo godimento ovvero un insieme di unità ambientali funzionalmente connesse, suscettibile di autonomo godimento. A questo punto possiamo esaminare le diverse tipologie di intervento da realizzare per le differenti destinazioni d’uso delle singole unità ambientali o immobiliari. La normativa regionale non diversifica gli interventi di nuova costruzione da quelli operati sul patrimonio esi-

stente, mentre la normativa dello stato consente di procedere con interventi minimali, comunque inderogabili, laddove esistano impedimenti di ordine strutturale. Concessioni ed autorizzazioni a edificare, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti Ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative, le concessioni e autorizzazioni di edificazione relative agli interventi di cui all’art.31 legge 457/78, possono essere eccezionalmente e motivatamente rilasciate in deroga agli standard, limiti o vincoli previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. La deroga è concessa solo per gli interventi per i quali non sia possibile intervenire secondo le prescrizioni della normativa sull’eliminazione delle barriere architettoniche. Concessioni ed autorizzazioni a edificare, in deroga alle prescrizioni tecniche di

attuazione delle leggi sull’eliminazione delle barriere architettoniche Le concessioni e autorizzazioni di cui sopra, possono essere motivatamente rilasciate in deroga a quanto previsto dall’allegato legge 6/89 nel caso di : presenza di vincoli a tutela dei beni artistici, archeologici, storici e culturali, che non consentano interventi coerenti con le finalità delle leggi per l’abbattimento delle barriere architettoniche e localizzative e per l’impossibilità tecnica connessa agli elementi statici ed impiantistici degli edifici oggetto dell’intervento. Il rilascio di detti provvedimenti di concessione o autorizzazione è comunque subordinato all’adozione di soluzioni tecniche alternative alle prescrizioni delle diverse normative, tali da garantire l’uso dell’immobile secondo le finalità delle normative stesse.

Sanzioni L’inosservanza delle norme dettate dalla legge 6/89, da parte del titolare della concessione o autorizzazione edilizia, del committente, del Direttore dei lavori, costituisce variazione essenziale di cui all’art.8, primo comma, lettera c), della legge 47/85, cui consegue l’applicazione delle disposizioni e delle sanzioni previste dalla legislazione vigente. Visti gli obiettivi della normativa sull’eliminazione delle barriere architettoniche, che prevede interventi graduali per l’adeguamento dell’ambiente costruito, in presenza di qualsiasi intervento edilizio di cui all’art.31 della legge 457/78, ancorché oggetto della procedura ex art.26 della legge 47/85, in ottemperanza alle prescrizioni di legge si dovranno prevedere per le differenti destinazioni e tipologie, le caratteristiche riportate nella tabella seguente :

NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI EDIFICI RESIDENZIALI UNIFAMILIARI EDIFICI PLURIFAMILIARI con parti comuni CON MENO DI TRE LIVELLI FUORI TERRA (compresi interrati e/o porticati) nelle UNITA’ IMMOBILIARI nelle PARTI COMUNI

ACCESSIBILI*

EDIFICI PLURIFAMILIARI con parti comuni CON PIU’ DI TRE LIVELLI FUORI TERRA (compresi interrati e/o porticati) nelle UNITA’ IMMOBILIARI nelle PARTI COMUNI

ACCESSIBILI

VISITABILI

ADATTABILI

VISITABILI

ADATTABILI

VISITABILI

ADATTABILI

NELLE UNITA’ IMMOBILIARI NON RESIDENZIALI UNITA’ IMMOBILIARI DESTINATE AD ATTIVITÀ PRODUTTIVE DI CARATTERE : INDUSTRIALE, AGRICOLO, ARTIGIANALE, ATTIVITA’ COMMERIALI e del SETTORE TERZIARIO

ACCESSIBILI

Quindi dovranno essere ACCESSIBILI : 1. SPAZI ESTERNI almeno un percorso che colleghi la viabilità pubblica all’ingresso dell’edificio 2. PARTI COMUNI in tutti gli edifici con più di tre livelli compresi interrati e/o porticati, dovrà essere installato l’ascensore con caratteristiche tecniche prescritte dalla L.R. 6/89 negli edifici con meno di tre livelli compresi interrati e/o porticati, si potrà in via alternativa all’ascensore, installare piattaforme elevatrici o montascale 3. UNITA’ IMMOBILIARI destinate ad attività di carattere : INDUSTRIALE, AGRICOLO, ARTIGIANALE, ATTIVITA’ COMMERIALI e del SETTORE TERZIARIO

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PROGETTAZIONE VISITABILI e ADATTABILI : 1. UNITA’ IMMOBILIARI RESIDENZIALI Come si può notare, il requisito di adattabilità (Fig. A) è soddisfatto se a fronte di pochi interventi di costo contenuto si trasforma l’alloggio in accessibile (Fig. B) ; quindi è sicuramente adattabile l’unità immobiliare che prevede varchi e porte di dimensione netta minima di cm 80, corridoi e passaggi di almeno cm 120, la possibilità di rimozione di un apparecchio sanitario in modo da consentire l’avvicinamento laterale alla tazza WC, ecc. Questi ed altri interventi di eliminazione delle barriere architettoniche possono essere realizzati anche con un contributo da parte dello stato. Una innovazione introdotta con la legge dello stato

n.13/89 è la possibilità da parte del cittadino, avente diritto, vale a dire, il cittadino a cui sia stata riconosciuta una invalidità permanente, motoria o sensoriale, di realizzare a proprie spese con un contributo in conto capitale dallo stato, tutte le opere di eliminazione delle barriere architettoniche che siano necessarie per il raggiungimento ed il godimento della propria residenza. Tali opere possono essere realizzate sia nelle “parti comuni”, sia all’interno dell’unità immobiliare dove il disabile dimora stabilmente, possono essere opere funzionalmente connesse, pertanto concorrere in toto alla concessione del contributo. Il contributo può essere concesso al disabile, ovvero all’eventuale tutore o al condominio dove lo stesso dimora.

fig. A

fig. B

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IL CONTRIBUTO VIENE EROGATO COME SEGUE :

Le richieste di contributo per le opere di ediliminazione delle barriere architettoniche sostenute da soggetti privati devono pervenire ENTRO IL 1° MARZO DI OGNI ANNO al comune di residenza. Potranno essere inoltrate solamente da: disabile o da eventuali tutori del disabile. I contributi vengono concessi solo per opere non ancora realizzate.

FACCIAMO L’ESEMPIO DI .......... di Rosanna Gerini Un intervento in uno stabile condominiale con caratteristiche di edilizia economica popolare, nella città di Milano. Lo stabile presenta le barriere architettoniche caratteristiche, dell’epoca della sua costruzione, inseribile nel primo quarto del secolo diciannovesimo ; periodo storico dove l’architettura che riguardava l’edilizia popolare, era soggetta anche a pressioni politiche e necessità di creare alloggi per l’allora nascente industria lombarda, con speciale riguardo ad attenti studi sul dimensionamento minimo degli standards abitativi e conseguenti spazi comuni. L’immobile oggetto dell’intervento è composto da nuclei di abitazione serviti da scale indipendenti aventi l’accesso unicamente da cortili comuni. Il medesimo è costituito da un piano cantinato e da quattro piani fuori terra, oltre al piano solaio sottotetto. L’ingresso della porzione condominiale interessata, avviene da uno dei cortili ed è posto al piano del medesimo con accesso diretto al vano scala comune. Si osserva che il primo piano abitato è rialzato e raggiungibile attraverso una rampa di scala di 6 alzate che superano un dislivello di cm 100. Questa prima rampa di scale, larga cm 136, porta ad un pianerottolo che presenta caratteristiche dimensionali uguali per

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tutti i piani serviti dalla stessa scala, le dimensioni di tali pianerottoli sono di cm 200 di profondità per una larghezza di cm 235; su questi pianerottoli, ad ogni piano si affacciano tre entrate ai relativi appartamenti. Il vano scala è composto dai pianerottoli sopradescritti e da due rampe, per il raggiungimento di ogni piano, di undici alzate larghe cm 96/98 ciascuna, distanti tra loro nella parte centrale di cm 39/40, corredate di balaustra in ferro, centrale, con corrimano in legno. Ogni rampa è interrotta da un pianerottolo intermedio finestrato che misura cm 95 di profondità per cm 235 di larghezza, il tutto fino al raggiungimento del quarto piano abitato, nonché del sottotetto. Le dimensioni, quindi, complessive del vano scala sono di cm 590 per cm 235. Esiste inoltre una scala che dall’ingresso del piano terreno porta al piano cantinato, ed è larga cm 85. Lo scopo è certamente quello di eliminare le barriere architettoniche presenti, negli spazi comuni, al fine di consentire, alla popolazione residente oltretutto in prevalenza costituita da persone anziane in parte con difficoltà motorie, l’agevole raggiungimento delle proprie abitazioni. Definizione della tipologia edilizia ai fini dell’applicazione della legge Essendo il fabbricato di uso residenziale abitativo di proprietà privata, la normativa di riferimento è la Legge Regionale n.6/89 integrata e completata

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PROGETTAZIONE con le prescrizioni contenute nel Decreto Ministeriale n.236/89. Secondo le tabelle tipologiche contenute nelle leggi, si può definire l’edificio “plurifamiliare con parti comuni, con più di tre livelli fuori terra”; pertanto sia la legge regionale che il decreto ministeriale, prevedono l’installazione di un impianto di sollevamento. Scelta dell’intervento La soluzione progettuale più naturale sarebbe l’individuare, come luogo più consono all’inserimento di un impianto elevatore, il vano scala già esistente. Secondo la legge regionale, i requisiti minimi dimensionali di un ascensore da installare in edifici residenziali sono di cm 130 per cm 90 di vano utile interno della cabina, di cm da 85

a 90 di luce netta della porta della cabina. Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo a scorrimento automatico. “D.M. 236/89 - all’art.4.1.12 (Ascensore) L’ascensore deve avere una cabina di dimensioni minime tali da permetterne l’uso da parte di una persona su sedia a ruote. Le porte di cabina e di piano devono essere del tipo automatico e di dimensioni tali da permettere l’accesso alla sedia a ruote.” Il decreto ministeriale, ove non sia possibile l’installazione di cabine di dimensioni superiori, prevede per gli ascensori da installare in edifici preesitenti, dimensioni ridotte a un minimo di cm 120 per cm 80 di vano utile interno della cabina, di cm 75 di luce netta della porta a

Figura 1 Come si evince dal disegno sopra riportato (figura 1), è impossibile dal punto di vista tecnico inserire nel vano scala in questione, qualsivoglia ascensore che rispetti le prescrizioni minime di legge in materia di eliminazione delle barriere architettoniche e conseguentemente essere approvato dalle autorità locali competenti.

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scorrimento automatico della cabina. Mentre le porte di piano possono essere anche del tipo ad anta incernierata. Ipotizzando l’inserimento di un impianto ascensore, nel vano scala a disposizione (Fig. 1), con dimensioni minime inderogabili di cabina, di cm 80x120, avendo a disposizione una larghezza massima del vano stesso di cm 235, tenendo doverosamente in considerazione gli ingombri tecnici di qualsiasi tipologia di vano corsa, necessari per l’alloggiamento del medesimo, ne risulterebbero rampe di scale ridotte ad una larghezza tale da non consentire l’agevole passaggio di una persona, tantomeno, come prevedono i regolamenti edilizi comunali, il trasporto di

Figura 2 (sezione dell’edificio nell’area del vano scala comune e vista del profilo del nuovo vano ascensore esterno)

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mobili nonché barelle ed una sicura evacuazione in caso di incendio. L’impossibilità di poter intervenire nel vano scala esistente, sollecita la ricerca di un’area disponibile, adeguata, nella parte esterna all’edificio. Fortunatamente la porzione di cortile antistante l’ingresso all’edificio, permette l’inserimento di un ascensore con caratteristiche dimensionali ideali, con annessa relativa scala di servizio (Fig. 2). Per la realizzazione di tale soluzione occorre demolire l’esistente scala interna, mantenendo i pianerottoli originali di accesso agli appartamenti, prolungando gli stessi su tutta la superficie del vano scala, collegandoli verso esterno alla nuova struttura ascensore/scala di servizio. I varchi di collegamento si ricaveranno utilizzando in parte le aperture esistenti collocate sulla facciata dell’edificio. Per il superamento dei primi gradini che conducono al piano rialzato, all’occorrenza sarà possibile installare una piattaforma montascale perché la larghezza degli stessi ne consente la collocazione. E’ senza dubbio la soluzione che garantisce il pieno rispetto delle prescrizioni di legge, prevede come evidenziato nella sezione, il prolungamento di tutte le solette degli spazi comuni con un conseguente consolidamento delle strutture esistenti, la realizzazione della scala all’esterno più ampia e comoda consente il suo utilizzo anche come scala antincendio (Fig. 3), la costruzione di un ascensore a norma con il rispetto delle distanze previste; ascensore e scala potranno essere realizzati con materiali che garantiscano il minimo impatto ambientale. Il costo di un intervento di questo tipo sarà giustificato da un incremento di valore di tutto il fabbricato e certamente un miglioramento nella fruizione di tutti gli spazi comuni. Per quanto riguarda la concessione o autorizzazione alla realizzazione di tale intervento, la stessa sarà motivatamente rilasciata in deroga a tutti gli strumenti urbanistici vigenti come previsto nell’art.19 della L.R. 6/89.

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SICUREZZA

La sicurezza nel lavoro in quota Negli ultimi anni la responsabilità sociale del datore di lavoro sulla salute e sicurezza sul lavoro ha assunto un ruolo significativo per la diffusione di una importante cultura di prevenzione. Questo cambiamento, se da una parte ha sviluppato una maggiore informazione necessaria per affrontare il tema, dall’altra parte ha provocato una enorme mole di dati che spesso rischia di confondere l’utente che non sa più a che norma riferirsi. In materia di sicurezza sul lavoro riveste particolare importanza il lavoro in quota presentando il rischio di caduta dall’alto, purtroppo una tra le più frequenti cause di infortunio sul lavoro. Coloro che intendono acquistare attrezzature per i lavori in quota devono rifarsi al Dlgs 626/’94, giuridicamente definito norma d’uso e non norma di costruzione, in quanto disciplina l’obbligo di impiegare sui luoghi di lavoro attrezzature sicure ma non indica la maniera di costruire scale e trabattelli. Gli obblighi del datore di lavoro e dei lavoratori, riguardanti l’uso delle attrezzature di lavoro, sono determinati all’art. 35, del titolo III del D.lgs. 626/94, che riporta quanto segue: 1. il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature adeguate al lavoro da svolgere ovvero adattate a tali scopi ed idonee ai fini della sicurezza e della salute. 2. Il datore di lavoro attua le misure tecniche ed organizzative adeguate per ridurre al minimo i rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte.

3. all’atto della scelta delle attrezzature di lavoro il datore di lavoro deve prendere in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere. b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse 4. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché le attrezzature di lavoro siano: a) installate in conformità alle istruzioni del fabbricante; b) utilizzate correttamente c) oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la rispondenza ai requisiti di cui all’art. 36 e siano corredate, ove necessario, da apposite istruzioni d’uso; c-bis) disposte in maniera tale da ridurre i rischi per gli utilizzatori e per le altre persone, assicurando in particolare sufficiente spazio disponibile tra gli elementi mobili e gli elementi fissi o mobili circostanti e che tutte le energie e sostanze utilizzate o prodotte possano essere addotte o estratte in modo sicuro. In particolare, nell’uso di attrezzature di lavoro in quota, il D.lgs. 8 Luglio del 2003, n. 235 integra il D.lgs. 626/94 e dispone all’art. 36 Bis che “il datore di lavoro, nei casi in cui i lavori temporanei in quota non possono essere eseguiti in condizioni di sicurezza e in condizioni ergonomiche adeguate a partire da un luogo adatto allo scopo, sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri: a) priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; b) dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla

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natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi. Le leggi italiane attualmente vigenti invece per la produzione di scale e ponteggi sono il DPR 547/’55 e il DPR 164/’56. E’ compito del fabbricante dimostrare di aver ottemperato ai disposti legislativi. A livello di europeo è stata emanata la norma EN 131 che disciplina tuttavia solamente le scale portatili escludendo tutte le scale speciali, dei vigili del fuoco, le scale movibili su ruote (ecc…) per le quali la legge di riferimento rimane ancora il DPR 547/55. I prodotti a marchi CE sono definibili sicuri e utilizzabili nel rispetto del decreto 626/94 tuttavia la direttiva macchine alla quale il CE in questo ambito si riferisce non

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disciplina i prodotti scale e trabattelli. Non esistono quindi scale e trabattelli a norme CE anche se spesso sono impropriamente richiesti da acquirenti disinformati con lo scopo di acquistare prodotti a norma. E’ buona norma quindi richiedere ai produttori le norme di riferimento delle attrezzature che si intendono acquistare nonché farsi rilasciare le relative certificazioni ma soprattutto come citato nel decreto 626/94 scegliere il tipo più adatto di sistema di accesso al posto di lavoro temporaneo in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, dislivello e durata del lavoro stesso facendosi consigliare dai produttori che sono tutti i giorni a contatto con il problema. Alessandro Di Ciuccio Responsbile Ufficio Tecnico Scale DC

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TECNOLOGIA

La televisione digitale italiana

Cambiamento e problemi pratici per i singoli e le collettività PROFILO PROFESSIONALE Ing. Paolo Emilio Lecchi L’ing. Paolo E. Lecchi ha esperienza aziendale compiuta sino al 1990. Ha operato a livello di imprese industriali grandi e mediopiccole, nel campo dei sistemi di informazione, del-l'organizzazione e della direzione centrale o di stabilimento. Dagli anni ottanta si occupa di personal computing, di Internet e dei relativi problemi di convergenza tecnologica per le comunicazioni. web: http://www.anticopc.it email: paolo.lecchi@fastwebnet.it L'autore ringrazia tuttte le fonti dei siti Internet, anche non esplcitamente citate o riferite. Ove possibile, note o bibliografie offrono documentazione o approfondimenti.

Prima parte: l’attuale televisione nazionale

Che cosa succede, di che cosa stiamo parlando Giancarlo Radice sul Corriere della Sera del 13 giugno 2006 scriveva che solo 50mila utenti medi usavano i programmi generalisti (“Digitale terrestre, club ancora per pochi”). Adesso il passaggio alla nuova tecnologia è differito rispetto alle date della legge Gasparri. Infatti le scadenze prescritte dal DDL Gentiloni sulla televisione italiana prevedono il totale passaggio al digitale terrestre soltanto con il 30 novembre 2012. In particolare le due Regioni pilota, Sardegna e Valle d'Aosta, lo dovrebbero attuare una con il 1° marzo 2008, l’altra con il 1° ottobre 2008; le altre Regioni di seguito.

Mercato della televisione italiana In attesa della televisione in alta definizione, digitale, già disponibile ma costosa, a tutt’oggi la modalità di tra smissione prevalente è analogica. E' ben presente anche quella digitale satelli-

al televisore sono singole, in famiglia, in raggruppamenti più o meno occasionali, o permanenti. Di ogni età e condizione: economica, sociale, politica. Se con cittadinanza o residenza italiana sono soggette alle leggi italiane ed europee e per usu-

Decoder Fastweb (foto Lecchi)

tare, mentre quella via cavo ottico e la digitale terrestre stanno sviluppandosi. Gli operatori più importanti hanno attività per quasi tutto il territorio nazionale, mentre quelli minori emettono spesso su base locale e di solito hanno scarse risorse per la conversione in digitale. L'apparecchio tv prevalente per ricevere i programmi dei vari canali televisivi è tuttora analogico. Chi vuole vedere anche canali digitali via satellite installa una antenna parabolica sul tetto o sul balcone, la collega all'abitazione e quindi al decodificatore digitale-analogico per l'ingresso al televisore. Per il digitale terrestre occorre un decodificatore diverso, da collegare all'antenna analogica pre-esistente opportunamente adattata (quindi senza l'uso di una parabola satellitare), oppure un'antenna apposita personale, fissa o mobile. Per l'interattività si usa in ogni caso un canale di ritorno su linea telefonica. Un discorso tutto diverso vale per la televisione via cavo a fibra ottica, il quale cavo porta anche telefonia, accesso a Internet e interattività con altro proprio decodificatore.

Chi usa la televisione, i costi Le persone presenti davanti

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fruire del digitale terrestre: sono obbligate di fatto, oltre che a pagare il canone annuo alla RAI-TV, anche all'acquisto del decodificatore digitale terrestre, nonché a provvedere all'antenna ricevente. Il vantaggio sta nel fatto che i programmi tv della digitale terrestre sono prevalentemente ‘gratuiti’, cioè esenti da ulteriori pagamenti per poterli ricevere. La parabola con satellitare serve d'altra parte a diversi utenti italiani e non, per programmi sia ‘gratuiti’, sia speciali in abbonamento; nonché a molti immigrati extraeuropei, distanti dalle rispettive emittenti. Per accedere a Internet occorre anche un abbonamento a un ISP, cioè un fornitore di servizi Internet. Occorre un decodificatore per ciascun apparecchio TV. Con l'acquisto del televisore il residente in Italia paga il canone annuale alla RAI-TV, e riceve fino a 56 canali analogici. Dopo l'acquisto e l'installazione del decodificatore digitale terrestre, riceve a regime oltre 200 canali. Con il decodificatore interattivo, può interagire sul programma attivato via antenna, mediante il canale di ritorno dell'operatore telefonico usuale. A fine anno 2005 Telecom in Italia, nonché Tiscali in Sardegna hanno lanciato la

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nuova offerta di Internet TV a pagamento, sulla rispettiva banda larga telefonica, via modem ADSL con decoder proprietari. Venne così a cessare il monopolio di Fastweb in tale forma di trasmissione tv digitale: la cosiddetta IPTV, ovvero Internet Protocol TV.

Chi produce che cosa in Italia Nel 2001 la catena del valore, cioè "banda frequenze + contenuto + interazioni + usufrutto + gestione servizi + supporto clienti", ha portato a definire tre nuove figure: l'operatore di rete, il fornitore dei contenuti e il fornitore dei servizi. Gli operatori emissivi sono SKY via satellite, Fastweb via cavo a fibra ottica, Telecom e Dfree via digitale terrestre; RAI e Mediaset trasmettono sia in analogico, sia in digitale satellitare che terrestre. RAI, Mediaset e Dfree attualmente coprono ruoli della catena di valore, in varia misura, anche a scheda prepagata. Sono attivi molti altri operatori a vario titolo e anche solo locali. Solo a diffusione nazionale, si contano 19 canali RAI, 6 canali Mediaset, 9 canali Telecom. Nella prima parte del 2005 l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, ha completato la sua “Indagine conoscitiva sulla fornitura di servizi televisivi in mobilità”, deliberandone l'integrazione nelle regole del gioco per il mercato della televisione digitale terrestre - DTT – fissate nel 2001. A giugno 2006 ha altresì determinato il valore del SIC, il Sistema Integrato delle Comunicazioni, il paniere delle risorse del mondo mediatico: 21,567 miliardi nel 2004, 22,144 miliardi nel 2005. La parte del settore radiotelevisivo ammontava al 35%.

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TECNOLOGIA Le tecnologie in Europa e nel mondo In Europa gli standard sono diversi da quelli degli Stati Uniti. Diversa è anche la penetrazione, a macchie di leopardo: per esempio in Nord Europa prevale la televisione via cavo, nell'Europa meridionale quella satellitare o terrestre. L'analogica o è assente o in declino, o tuttora prevalente come in Francia e in Italia. Sono in stadio di avanzato sviluppo le estensioni alla comunicazione mobile. Lo scenario dello sviluppo mondiale ha orizzonte diverso da Paese a Paese. La sostituzione completa della TV analogica con la digitale è fissata al 1 gennaio 2009 in USA, prima della fine del 2010 in Corea, in Giappone entro il 2011. In Germania non prima del 2016, in Inghilterra del 2015. L'Italia potrebbe ritardare anche fino a 10 anni, il DDL Gentiloni fissa il 30 novembre 2012. Dati: 50 milioni di famiglie europee vedono tv digitale: via satellite 50%, digitale terrestre 24%, cavo 22% e Internet TV 4%. La consistenza quantitativa in Italia Per la TV: ben oltre 4 milioni di parabole, 2,5 milioni di ricevitori installati per non analogica. Penetrazione delle varie piattaforme TV nelle case, nel 2004: 84% analogica, 13% satellitare di Sky, 2% digitale terrestre, 1% Internet TV di Fastweb. Lanciata a fine anno 2005 la nuova offerta di Internet TV a pagamento da Telecom in Italia, nonché da Tiscali in Sardegna, sulla rispettiva banda larga telefonica via modem ADSL con decoder proprietari. In movimento la telefonia mobile per la terza generazione di servizi, inclusivi di internet e tv. Indagine dell'Istituto Piepoli a maggio 2006. In testa TV analogica e telefono cellulare; segue Internet a casa e al lavoro con il 38%; TV satellitare 19%, e

terrestre 10% ; di questa solo 30% interattiva. Radice sul Corriere della Sera del 13 giugno 2006 cita dati sulle famiglie italiane: in tutto 22 milioni,, 13,5 milioni su SKY pay tv satellitare; solo 12%, circa 2,7 milioni con decoder collegato al tv. Non più di 50mila spettatori della tv digitale terrestre generalista ‘gratuita’.

I decodificatori Sono oggetti fisici dotati di capacità di memoria, elaborazione, visualizzazione e comunicazione dei segnali digitali ricevuti; con pro-

L'Italia, che cosa fa Gli operatori italiani e gli internazionali attivi in Italia stanno lavorando da vari anni. Di conseguenza sono in corso i cambiamenti e le trasformazioni in vista delle scadenze del 2008. Qualche data è già slittata, ma il movimento non si potrà arrestare, e l'Italia dovrà confrontare i propri progressi nel quadro europeo, mirando specialmente a una TV digitale popolare, tendenzialmente ‘gratuita’ o a basso costo, sostitutiva dell'analogica attuale. L'orizzonte potrebbe essere decennale.

Decoder Sat e Terrestre (foto Lecchi)

grammi memorizzati anche molto complessi, aggiornabili automaticamente. Si trovano sul mercato gli zapper non interattivi, in grado soltanto di ricevere i programmi TV; gli interattivi ad accesso condizionato, capaci solo di usare le schede prepagate e quindi soltanto di ricevere i programmi a pagamento; ed infine gli interattivi veri e propri, più evoluti e costosi, in grado di ricevere i programmi TV ed anche usare i nuovi servizi della TV digitale, ‘gratuiti’ e a pagamento. La gamma dei prezzi può andare dai 60 € ai 900 €, per giungere a veri e propri sistemi a computer da oltre 2000 €.

Le antenne, l'impianto L'antenna può essere condominiale o privata. Per quest'ultima esistono anche versioni da interno. Una normativa tecnica del novembre 2005 riguarda specificamente le antenne condominiali. Per tutto l'impianto, non solo per l'antenna, bisogna ricorrere all'installatore certificato.

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Sono stati finora comperati oltre tre milioni di decoder, le antenne analogiche sono in corso di adattamento.

Un commento: Digitale terrestre, pro e contro E' un sistema che migliora le modalità di trasmissione, perché la qualità dell’immagine è superiore rispetto a quella a cui siamo abituati, data l’impossibilità di interferenze o di disturbi alle immagini. Il rapporto tra lo spettatore e lo schermo tv da passivo diventa interattivo: attraverso una connessione telefonica, quindi attraverso internet, lo spettatore può interagire con il programma che sta seguendo e inserirsi nello svolgimento del flusso, determinando eventuali varianti di percorso. Ogni teleutente può usufruire anche di servizi personali come quelli assistenziali, bancari, e di accesso all’Amministrazione pubblica. Aumenta il numero di canali dagli attuali a fino 220, quindi aumenta l'offerta, con molte possibilità di scelta su tante proposte. Il televideo è sostituito dal sistema di guida informativa, cioè da interfacce attraverso cui non solo possono essere

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letti i testi come con il televideo, ma pure scaricate immagini a colori, suoni, filmati e altro. Quindi multimedialità, prima solo abbinabile ai software per computer. In particolare la tv digitale terrestre per chi la usa, si articola in quattro tipi di servizio: due gratuiti di base, cioè una guida ai programmi detta EPG – Electronic Program Guide; e la tv vera e propria “in diretta”. Altri due con costi addizionali, cioè la tv “on demand”, su richiesta, a pagamento con scheda esterna; e il registratore su memoria aggiuntiva, il PVR – Personal Video Recorder. La forza, il vero cambiamento è portato grazie alla tecnologia Multimedia Home Platform – MHP, standard operativo internazionale. Il sistema però ha molti aspetti non proprio assai favorevoli ai telespettatori. Per la ricezione digitale occorre un decoder, il cui costo varia da qualche decina fino a diverse centinaia di euro per ciascun televisore. In partenza il sistema obbliga a pagare di persona, oltre il canone RAI-TV. Poi, se il sistema di trasmissione ha problemi dalla parte delle apparecchiature e della rete, ciò comporta spese ulteriori. Specialmente per disturbi dovuti alla coesistenza di disparate apparecchiature elettriche nelle abitazioni. Seconda parte: I problemi degli utenti delle tv in Italia

Il Condominio: La ricezione dei canali di trasmissione televisiva tramite antenna TV centralizzata Generalità Per il principio costituzionale della libertà d'informazione, chiunque può installare un'antenna sul tetto o sul balcone, purché l'intervento non pregiudichi il decoro architettonico dell'edificio o lìmiti l'uso delle parti comuni ad altri condòmini.

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TECNOLOGIA Quando si tratta però di un intervento per antenna centralizzata del Condominio, occorre una delibera di Assemblea con la maggioranza adatta.

Installazione di antenna centralizzata, sostitutiva della selva di antenne singole. Si considera innovazione diretta al miglioramento della cosa comune. In seconda convocazione occorre voto favorevole di metà più uno dei condòmini in rappresentanza di almeno due terzi dei millesimi della proprietà . Modifica di antenna centralizzata, per ricevere nuovi canali o nuove forme di emissione tv. Non si considera innovazione. Anche l’installazione di antenna parabolica centralizzata per ricezione satellitare, si considera favorita per lo sviluppo delle nuove tecnologie di radiodiffusione da satellite . In entrambi i casi, in seconda convocazione ci vuole voto favorevole di un terzo dei condòmini in rappresentanza di almeno un terzo della proprietà . Ripartizione delle spese Di regola sarebbe secondo i millesimi. In questo caso, di norma in seconda convocazione, a maggioranza e cioè con metà dei condòmini più uno e in rappresentanza di almeno metà della proprietà, l'Assemblea le fraziona in parti uguali, trattandosi di apparecchiatura destinata a servire i condòmini in uguale misura. La minoranza resta obbligata. Se la spesa risultasse 'gravosa' come conseguenza di una scelta speciale in rapporto alle condizioni e all'importanza dell'edificio, i condòmini che non intendono avvalersene sono esonerati dal contribuire alla spesa .

Esecuzione dell'installazione . Dev'essere affidata a un'impresa abilitata (nota 6a) , pena sanzione amministrativa . Obbligo di antenna centralizzata per immòbili di nuova costruzione o ristrutturati . Condizione per il permesso all'installazione: l’abbonamento annuo a RAI-TV . Il Condòmino: La ricezione dei canali di trasmissione televisiva tramite Internet TV od antenna TV Situazione presente: molto varia e dinamica. Fra tutti i condòmini esistono diverse soluzioni personali sul televisore analogico: p.es. - Connessione ad antenna individuale. Internet tv eventuale? Sul personal computer. - Connessione all'antenna centralizzata del condominio. Internet tv eventuale? Sul pc. - Decoder digitale satellitare. Connessione ad antenna parabolica autònoma, sul tetto condominiale o sul balcone. Internet tv da ISP - Internet Service Provider satellitare, in abbonamento a parte., od alternativa sul pc. Canale di ritorno telefonico. - Decoder digitale terrestre. Connessione all'antenna centralizzata del condominio, adattata. Internet tv ev. sul computer. Canale di ritorno su connessione telefonica. - Decoder interattivo Fastweb, senza antenna, con connessione a centralino multifunzionale della rete Fastweb a fibra ottica. Concorrenza al pc riguardo a Internet tv. Canale di ritorno integrato. Eventuali accessori: p.es. telecomando, registratore, apparecchiature musicali, teatro-in-casa, centro multimediale.

Situazione futura tendenziale: Interattività, o sostitutiva o concorrenziale al computer.

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- televisore digitale ad alta definizione con decoder incorporato. Senza antenna, via Internet TV. Comando a distanza simile a quello del computer. - televisore digitale ad alta definizione con decoder incorporato. Antenna centralizzata del condominio per ricezione digitale: o terrestre, o satellitare Telecomandi: TV, DTT, Registratore, FAST o duplice. Comando WEB (foto Lecchi) a distanza simile a telefonia per l'anno od il pequello del computer. riodo in corso. Verificare la - televisione digitale mobile propria disponibilità di ancon cellulare telefonico per- tenna TV e/o di parabola disonale abilitato ad hoc. gitali, condominiali o private. Oppure di larga Che cosa fare? banda telefonica con Il Condominio: che cosa fare modem ADSL adatto, o di se non si fosse già provve- connessione Fastweb con Induto. ternet TV. Convocare l'Assemblea po- d. Verificare i propri appanendo all'ordine del giorno recchi TV installati, e quanti almeno la proposta: sono in uso. 1. di vigilare sulla evolu- e. Preventivare la spesa o zione e su eventuali cambia- l’investimento in: menti da considerare. un decodificatore digitale 2. di installare un'antenna per ciascun televisore; per TV digitale terrestre e/o (ev.) meno un solo incentivo satellitare, se non esiste l'im- vigente se disponibile; pianto di antenna TV condo- (ev.) più se necessario, la miniale; e di dotare il propria antenna e/o paraCondominio dell'adeguato bola digitale privata; impianto di distribuzione del (ev.) più gli allacciamenti alsegnale alle unità immobiliari l'eventuale videoregistratore aderenti; oppure di almeno un televisore; 3. di modificare l'esistente (ev.) più almeno un allacciaantenna TV condominiale mento telefonico di ritorno; e per la ricezione TV, da ana- (ev.) più l'abbonamento ed i logica ad almeno digitale tariffari del fornitore di servizi terrestre; e verificare o/ revi- telefonici interattivi; sionare l'adeguatezza (ev.) più l’abbonamento a dell'impianto distributivo esi- ISP, se applicabile; stente. più l'intervento dell'installatore certificato. (Maggior dettaglio è il com- f. Provvedere alle installapito del singolo caso per zioni nella propria abital'Amministratore). zione. g. Sperimentare e verificare i funzionamenti previsti, con Il privato Cittadino e il Con- (ev.) interventi. domino: che cosa fare se h. Tenendosi in contatto con non si fosse già provveduto. chi ha problemi analoghi e a. Verificare il proprio abbo- con i responsabili compenamento alla RAI-TV per tenti. l'anno in corso. (Verificare tutte le alternative di tv digitale disponibili in loco). b. (ev.) Verificare il proprio abbonamento o contratto di

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TECNOLOGIA NOTE - Manuale della televisione digitale. MPEG-1, MPEG-2, princìpi del sistema DVB, Benoit Hervé, Hoepli

Quadro normativo della Autorità per le Garanzie e del Ministero per le Comunicazioni

- Next Tv. La via italiana al digitale terrestre, Pugliese Luigi, Fres-Edizioni Olivares

1. Libro bianco sulla televi- Riforma del sistema radiotesione digitale terrestre, settemlevisivo italiano e diritto eurobre 2000 peo, 2. Conversione in legge del La ricezione di canale avviene dall’antenna SAT oppure attra- Mastroianni Roberto, G. decreto-legge 23 gennaio verso l’antenna del condominio (foto Lecchi) Giappichelli Editore 2001, n. 5, recante disposizioni urgenti per il differimento di termini in materia di tra- - Ricezione della televisione digitale - terrestre - DTT e sasmissioni radiotelevisive analogiche e digitali, nonché per tellitare, il risanamento di impianti radiotelevisivi, Legge 20 marzo Deotto A. e L., Editrice CO.EL. 2001 n.66 3. Approvazione del regolamento relativo alla radiodiffu- Riferimenti sione terrestre in tecnica digitale, Delibera - dt DIGITALE TERRESTRE, N.2 DICEMBRE GENNAIO n.435/01/CONS, novembre 2001 2006, Editoriale Today Srl, Roma 4. Norme di principio in materia di assetto del sistema ra- - Come si amministra un Condominio, di Francesco Tamdiotelevisivo e della RAI-Radiotelevisione Italiana S.p.a., borrino, Il Sole 24 Ore, 2004 nonché delega al Governo per l'emanazione del testo - Vivere in condominio, di R.Gentilini e G.Palmieri, ETAS, unico della radiotelevisione, Legge 3 maggio 2004 n. 2002 112 - Regole tecniche relative agli impianti condominiali centra5. DDL Gentiloni – Testo del Disegno di Legge lizzati d'antenna riceventi del servizio di radiodiffusione, 6. Entro marzo (2007) un DDL secondo linee guida per la D.M., G.U. 21.11.2005, n 271. riforma della RAI - Norma CEI 64-8 per impianti elettrici utilizzatori, Comitato Elettrotecnico Italiano ristampa 2004 con varianti V1 Documenti: e V2, 2005 1. DTT & T-Gove.rnment: applicazioni for the MHP platform, RAI Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica, set- - Visita consigliata al sito Internet: http://www.bombatembre 2002 sat.it/approfondimenti_dtt.html 2. Piani nazionali di assegnazione delle frequenze, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni 2003 Produttori principali di terminali riceventi la tv digitale: 3. La TV digitale terrestre: quadro introduttivo, stato dell'arte in Italia, Ing. G. Santella, Osservatorio AnFOV, 25 Accessmedia, ADB, Amstrad, febbraio 2004, Fondazione Bordoni Cobra, Digiquest, Dipro, Ditivù, 4. The Digital Age of Telecom Italia Media, G. Parrello Echostar, Emme Esse, Goldtop, DDT Project Manager, UBM Digital terrestrial TV, Milan - Homecast, Humax, Jepssen, Kaon, April 2, 2004 Metronic, Motorola, Nokia, Philips, 5. DTT in Italy: Aiming for 80% of TV audience, Presenta- Sagem, Samsung, Strong, tion MEDIASET, Berlin 26th of August 2004 Technisat, Telesystem, Thomson, 6. Rapporto sull'informatica le telecomunicazioni e i con- Topfield, Worldsat, Zodiac. tenuti multimediali, Assinform 2005 Vedi: dt Digitale Terrestre no. 2, gennaio 2006 7. La Televisione Digitale accessibile, L. Spallino, I Quaderni, 10 gen 2006, Webimpossibile.net Portali e siti web, alcuni dei visitati, fonti di dati, e occa8. Rapporto 086-2006 su LA TV DIGITALE TERRESTRE, sioni di riflessione: mag 2006, Ist.. Piepoli, ed. CNIPA – Centro Nazionale per l’Informatica della P.A. 1. www.bombasat.it 2. www.telek.it LIBRI 3. en.wikipedia.org - Digital T.V. La Tv del futuro, 4. www.assinform.it Palombini G. Piero, Editrice Cinetecnica 5. www.agcom.it 6. www.digitale-terrestre.asp - La Tv diventa digitale. Scenari per una difficile transi- 7. www.tvdigitaleterrestre.it zione, 8. www.decoder.comunicazioni.it AA.VV., Franco Angeli

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LA PAROLA ALL’AVVOCATO

Distacco unilaterale dal riscaldamento centralizzato In questa breve rubrica destinata alle questioni condominiali, desidererei affrontare le problematiche più frequenti che insorgono tra i condomini, in particolare, in questo numero, tratterò l’argomento relativo al distacco unilaterale dal riscaldamento centralizzato. Come frequentemente accade, essendo il vigente codice civile piuttosto datato e, soprattutto, concepito in un’epoca in cui il condominio non poneva rilevanti problematiche per il semplice fatto che il medesimo non costituiva un’importante e diffusa realtà come ai giorni nostri, non esiste una norma ad hoc relativa al problema al quale si vuole, nel caso de quo, dare soluzione, pertanto, grande importanza assume l’orientamento giurisprudenziale. In una prima fase la Corte di Cassazione era orientata ad escludere la facoltà del singolo condomino di separarsi dall’impianto centralizzato (Cass. Civ. 12.03.77 n. 1101). Successivamente, invece, è prevalso un orientamento in senso opposto, il quale stabiliva la legittimità del distacco individuale dall’impianto centralizzato di riscaldamento ove l’interessato dimostrasse che non ne derivasse uno squilibrio termico pregiudizievole per la regolare erogazione del servizio o un aggravio di spese per coloro che continuassero a fruirne (Cass. 30.11.84 n.6269; 23.05.90 n. 4653; 14.02.95 n. 1597; 20.02.98 n. 1775). La summenzionata posizione è condivisa dalla giurisprudenza più recente,

secondo la quale la rinuncia unilaterale al riscaldamento condominiale operata dal singolo condomino, mediante distacco del proprio impianto dalle diramazioni dell’impianto centralizzato, è legittima quando l’interessato dimostri che dal suo operato non derivino né aggravio di spese per coloro che continuino a fruire dell’impianto, né squilibri termici pregiudizievoli della regolare erogazione del servizio. Le condizioni esposte presuppongono altresì che il regolamento condominiale di natura contrattuale non vieti il distacco unilaterale dall’impianto di riscaldamento centralizzato, infatti, in presenza di un esplicito divieto contenuto nel regolamento contrattuale, la separazione individuale dal riscaldamento centralizzato non deve ritenersi consentita. In ogni caso, la scelta del singolo di non avvalersi dell’impianto centralizzato di riscaldamento non può consentire la rinuncia al diritto di comproprietà dell’impianto centralizzato e, conseguentemente, esonerare dall’obbligo del contributo nelle spese di conservazione e manutenzione dell’impianto centralizzato. Quanto sopra è espressamente previsto dall’art. 1118 c.c. che così dispone: “ Il condomino non può, rinunziando al diritto sulle parti comuni, sottrarsi al contributo nelle spese per la loro manutenzione”. Nell’ipotesi di avvenuto lecito distacco di una singola unità del condominio dall’impianto, il proprietario di tale unità, non usufruendo

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del servizio, è esonerato dalla contribuzione alle spese di esercizio, ma, quale comproprietario dell’impianto, rimane obbligato a partecipare alle spese di manutenzione e di conservazione dello stesso. Qualora sussistano i presupposti suesposti (assenza di divieto da parte del regolamento condominiale contrattuale, assenza di squilibrio termico e assenza di aggravio di spese), il condomino sarà legittimato a porre in essere la separazione dall’impianto di riscaldamento centralizzato senza alcuna delibera in merito da parte dell’assemblea condominiale (Trib. Milano 7.10.91; Trib. Roma 9.7.88; Trib. Roma 21.10.97).

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E’ evidente che il condomino dovrà necessariamente incaricare un tecnico al fine di redigere una perizia termotecnica volta a valutare l’incidenza dell’eventuale distaccamento della singola unità abitativa dall’impianto centrale di riscaldamento al fine di provare l’assenza di ogni pregiudizio a carico degli altri condomini i quali, al contrario, qualora proveranno mediante una controperizia di avere subito un danneggiamento, sia di tipo economico che nel funzionamento stesso dell’impianto, potranno legittimamente pretendere la riduzione in pristino dell’impianto termico (Trib. Roma 9.7.88). Da quanto sopra emerge chiaramente l’importanza dell’esito della perizia termotecnica la quale potrà provare la legittimità o meno del distacco unilaterale.

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LA PAROLA ALL’AVVOCATO

Condominio Minimo

COMUNIONE E CONDOMINIO – CONDOMINIO COMPOSTO DA DUE SOLI PARTECIPANTI – SPESE - RIMBORSO Nel caso di edificio in condominio composto da due soli partecipanti (c.d. condominio minimo), il rimborso delle spese per la conservazione delle parti comuni anticipate da un condomino viene regolato dalla norma stabilita dall’art. 1134 cod.civ. , che riconosce il diritto al rimborso solo per le spese urgenti, quelle, cioè, che, essendo impellenti, devono essere eseguite senza ritardo e la cui erogazione non può essere differita senza danno. La peculiarità della situazione di fatto e di diritto configurata dalla presenza di

due soli proprietari, e la conseguente inapplicabilità del principio di maggioranza, non giustificano, secondo le Sezioni unite, l’applicabilità del diverso regime dettato dall’art. 1110 cod. civ. per la comunione in generale, secondo cui il rimborso è subordinato alla mera trascuranza degli altri condomini. L’applicabilità delle norme in materia di condominio non dipende dal numero delle persone che vi partecipano. Né, d’altra parte, alcuna norma prevede che le disposizioni dettate per il condominio negli edifici non si applichino al condominio mi-

nimo: ed infatti, le due sole norme concernenti il numero dei partecipanti riguardano la nomina dell’amministratore (art. 1129) e il regolamento di condominio (art. 1138). Pertanto, se nell’edificio almeno due piani o porzioni di piano appartengono in proprietà solitaria a persone

diverse, il condominio sussiste sulla base della relazione di accessorietà tra cose proprie e comuni, e, per conseguenza, trovano applicazione le norme specificamente previste per il condominio negli edifici.

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URBANISTICA

Barcelona Progrès: un esperimento riuscito di comunicazione urbanistica Ai giorni nostri molte città patiscono gli effetti della deindustrializzazione. La rivoluzione industriale a partire dal secolo XIX è stata il motore socioeconomico dello sviluppo urbano e quando le attività manifatturiere si delocalizzano si impone un cambiamento strutturale negli impianti urbani. L'impianto infrastrutturale e il tessuto urbano, edificati in base alle esigenze dell'industrialesimo, non si adattano spontaneamente alle necessità della nuova economia e la città entra in crisi, sicché la trasformazione urbana diventa imprescindibile. L'intensità e le caratteristiche di questa trasformazione non si possono affrontare con soluzioni preconcette. È’ necessario elaborare una nuova cultura metropolitana capace di sostanziare in termini territoriali l'evoluzione socioeconomica del nostro presente. Un processo di grande complessità dato che nell'attuale sistema globale la politica urbana non è autonoma dalla politica generale. La dialettica globale-locale chiede perciò di rifondare l'impianto urbano ridefinendone la ragione d'essere: l'essenza più profonda della 'nuova geografia' urbana. Per gestire questo cambiamento epocale è necessario un risoluto salto di scala nell'intervento territoriale, all'altezza della complessità contemporanea. Per descrivere questo processo propongo di utilizzare il termine remapping (tracciare di nuovo, ridisegnare), concetto che non consiste in una mera revisione del piano della città, ma che deve riflettere una profonda trasformazione programmatica e morfologica: dall'economia all'architettura. Perché, com'è

noto, alla stagione della crescita industriale, che poteva essere guidata con i piani di espansione, è subentrata una nuova fase di riconversione e riutilizzo dell'esistente, che non può essere affrontata se non in termini progettuali.

materiali di piano e la neces- strare lo stato attuale dei prosità di renderli più vicini e getti con le tavole di lavoro. comprensibili al largo pubblico. Questo ha richiesto un Il ridisegno d'assieme della impegnativo lavoro per la città predisposizione di plastici tridimensionali, piante semplifi- Fin dagli anni '80 lo sforzo cate, rendering e video in per ridisegnare la città aveva modo da mostrare più di nella qualità dello spazio 100 progetti lungo un per- pubblico il suo riferimento Progetti urbani per la trasfor- corso di circa 100 metri li- principale. Già nei primi inmazione neari. terventi sui giardini, le piazze Ma alla e le strade era presente Attualfine l'espo- quella volontà, che è stata mente il sizione al permanente durante questi progetto pubblico di 25 anni e ha costituito un deurbano di tutti i tipi di cisivo fattore di differenza di Barcelprogetti ur- Barcellona rispetto ad altre lona si bani ha ri- città del mondo, fino a esfonda da svegliato la sere internazionalmente ricoun lato su c u r i o s i t à nosciuta come un autentico operacollettiva e laboratorio di disegno urzioni punha portato bano. tuali di m o l t a Questo modo di procedere riqualifigente all'in- informa anche le nuove stracazione terno del- tegie di trasformazione della dello spal ' e d i f i c i o città, che tuttavia trascenzio ur- L’edificio del Centro Congressi di Herzog del Forum. dono la scala più domestica bano dei e de Meuron, nel quale è allestita la mo- I visitatori, e minuta dei primi anni. Così quartieri, stra Barcelona Progrès (Foto Milanesi) sia cittadini i nuovi parchi del litorale, la o distretti, di Barcel- Ciutadella, la Diagonal Mar, nel solco lona sia il Forum 2004, le coste alte di un'esperienza accumulata stranieri, cercano nella lettura del colle del Montjuic e la rida 25 anni e più, dall'altro dei piani come si cerca in un strutturazione dei Tres Turons su una nuova strategia urba- ritratto di gruppo, finanche e di Collserola formano una nistica di riorganizzazione l'ultimo dettaglio che con- struttura di verde strategico dell'assetto della città. senta di farsi un'idea Si tratta di trasformazioni di di come cambierà il grande portata, necessarie a proprio ambiente quocreare lo scenario spaziale tidiano. Alcuni procapace di garantire la com- getti sono ancora allo petitività della città nel futuro, stato embrionale e in altre parole la sua prospe- quello che appare rità economica e la sua vivi- non è che un abbilità sociale. bozzo dei primi tratti e L'intento di mettere in mostra delle prime intenzioni questo progetto che investe che subirà ancora un l'intera città è stato il punto di lungo processo di mapartenza dell'esposizione turazione; altri si troBarcelona progrès, presen- vano nella fase di tata nel contesto del Forum cantiere e altri ancora, 2004 e che resterà come appena conclusi, con- La struttura dei pannelli fotovoltaici luogo permanente di comu- sentono di fare un ul- (Foto Milanesi) nicazione. timo esercizio di verifica del nesso tra inten- che migliorerà notevolmente Una difficoltà iniziale del- zione del progetto e perce- la qualità dello spazio publ'esposizione era il carattere zione della realtà costruita. È blico barcellonese. Una quaeccessivamente tecnico dei come una finestra per mo- lità perseguita con

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URBANISTICA determinazione anche nelle grandi trasformazioni degli ultimi anni, che si concentrano ai due estremi della città, negli ambiti vicini ai due fiumi. Ricordiamo che il fronte marittimo di Barcellona, tra il fiume Llobregat e il Besos, è lungo circa 14 km ed è diviso dalla nuova imboccatura del porto in due parti, pressoché uguali come dimensioni ma molto diverse negli usi. Sul litorale sudovest, tra il Porto vecchio e il Llobregat, si localizzeranno

via/plaza Cerdà, Passeig della zona franca/Amadeo Torner si articolano molti nuovi progetti urbani (l'ampliamento del recinto fieristico Montjuic 2, la città giudiziaria, la piazza Europa, la trasformazione del recinto di Can Batlò) che trasformeranno quest'area in un nuovo polo residenziale e di attività economiche integrato ai territori limitrofi di Barcellona e dell'Hospitalet. Durante la seconda metà del XX secolo Barcellona è cresciuta sostanzialmente in direzione ovest, mentre le aree urbane di levante restavano marginali e sempre più obsolete. Ora Barcellona ha girato il suo sviluppo verso levante, con una L’area circostante la struttura di pannelli fotovol- chiara volontà di taici (Foto Milanesi) avviare la trasformazione e il riuso le grandi industrie (zona delle vecchie aree industriali franca), i vasti spazi per la lo- e completare il processo di gistica (Zal, Mercabarna) e recupero dei sette chilometri le grandi infrastrutture di tra- di litorale tra la nuova imbocsporto di persone e merci catura del porto e il fiume (porto industriale e aero- Besos. porto). Alle due piste e al ter- Questo orientamento della minal dell'aeroporto si trasformazione barcellonese aggiungerà una terza pista e verso levante, i distretti di S. un nuovo terminal. Questo Marti e S. Andreu, è focalizampliamento, unitamente zata su tre punti chiave: Gloalla connessione diretta con ries, Sagrera e Forum 2004, l'alta velocità ferroviaria, per- che segnano i vertici di un metterà che l'aeroporto di triangolo, futuro riferimento Barcellona disponga di ca- metropolitano della nuova ratteristiche e massa critica economia. sufficienti per trasformarsi in Tra la piazza della Glories e un hub intercontinentale che l'ambito del Forum 2004 amplierà sostanzialmente le una nuova Diagonal attraconnessioni con tutto il versa l'antica zona del Poblemondo. Inoltre l'interconnes- nou, coltivata fino a sione con il metro e la rete cinquant'anni fa e quindi traferroviaria locale farà si che sformata dallo sviluppo dell'aeroporto diventi volano e l'industria. Ora gli centro propulsore dello spa- stabilimenti industriali si zio economico metropoli- stanno riconvertendo in spazi tano. per la nuova economia e Nella zona più interna di danno forma a un'immagine questa parte del litorale, a urbana coerente con la partire dalla riconfigurazione nuova realtà socioeconourbanistica della Gran mica. Questo nuovo distretto

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tecnologico (Barcelona 22@) di oltre 3.000.000 mq accoglierà così sia attività economiche sia un'importante quota di abitativo. Il riassetto di piazza della Glorias dovrà garantire la continuità tra l'area del 22@, l'Ensanche e la città vecchia e si articolerà in un insieme di spazi che integrano tempo libero e cultura, attività economica e amministrativa e infrastrutture viarie e di trasporto per dare vita a un grande parco di 16 ettari. Un altro grande parco lineare costruito sopra il tracciato ferroviario e con un'estensione doppia rispetto a quello della Cittadella costituirà l'asse verde portante della nuova Sagrera. Intorno a questo parco saranno edificate 8.000 abitazioni, uffici e servizi e una nuova stazione. Interamente sotterranea e disposta su quattro livelli essa diventerà un nuovo attrattore metropolitano di attività e di mobilità. Il suo carattere intermodale permetterà di connettere i servizi dell'alta velocità, dei treni regionali e dei treni locali con due linee di metro, una stazione di autobus e i parcheggi di corrispondenza. Sui due chilometri e mezzo di fronte marittimo che arriva fino al fiume Besos si è sviluppato il progetto urbano più importante della città, che ha avuto nella Villa Olimpica la prima tappa, per poi dilatarsi verso l'area del Forum. Prima considerata il luogo malfamato della città, dove venivano dislocati gli impianti intrusivi al servizio dell'intera città, oggi si è trasformata assumendo gli stessi caratteri del centro senza rinunciare ad accogliere alcune infrastrutture di grande capacità strategica. Questo rimarchevole complesso dispone di un nuovo depuratore con tre cicli di trattamento e una nuova configurazione, l'Ecopark, che

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permetterà di trattare una maggior quantità di rifiuti con minor incenerimento e un rinnovato sistema di produzione elettrica meno inquinante e di maggior rendimento. Da questo si diparte un sistema di linee elettriche interrate che passano sotto il letto del fiume e arrivano fino al Nus de la Trinitat. La produzione centralizzata di freddo e caldo, la raccolta pneumatica dei rifiuti urbani e l'insieme di apparecchiature fotovoltaiche sono alcuni degli altri componenti di questo nodo infrastrutturale che è parte della

La mostra Barcelona Progrès presenta plastiic, rendering e video di oltre 100 progetti distribuiti lungo un percorso di circa 100 metri

stessa strategia di trasformazione che vede nella creazione di nuovi spazi pubblici il suo complemento civico. Finalmente la Diagonale si offre al mare sboccando su una grande piazza che è allo stesso tempo copertura del depuratore e ampio spazio di accesso al Forum e a un nuovo fronte mare configurato dalla sequenza di spiagge, parchi e spazi pubblici. Questo sforzo di costruzione di vasta portata godeva di notevoli spazi pubblici ma mancava soprattutto di attività di servizio alla residenza e al terziario. Per tale ragione si è costruito il

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URBANISTICA riferimento di prim'ordine anche a scala internazionale. Il grande plastico di Barcellona da fiume a fiume Una dozzina di anni fa era stata creata a Barcellona un'apposita Agenzia per le infrastrutture e lo sviluppo urbanistico allo scopo di lavorare ai principali progetti di trasformazione della città postolimpica. L'agenzia, non a caso chiamata Barcelona Regional, ha prodotto un primo documento con la volontà di definire questa nuova scala di intervento territoriale. Conosciuto generalmente come il piano 'Barcelona Riu a Riu' è in definitiva una visione ter-

ritoriale molto più ampia di quella abbracciata dagli stretti limiti amministrativi della città, che nel contempo stabilisce il territorio minimo imprescindibile per capire i progetti della grande trasformazione che la città va a intraprendere nel futuro prossimo. Per esempio, senza definire questa nuova scala di intervento non sarebbe stato possibile parlare della vocazione logistica della foce del Llobregat, dove si situano l'aeroporto e il porto necessari a supportare le ambizioni di crescita dell'intera regione catalana. E neppure si sarebbe potuto ripensare l'intera nuova zona del Forum senza assumere la continuità del litorale come

Vista prospettica del grande plastico in mostra, in scala 1:1.000, che occupa 190 metri quadrati. L’area del Forum 2004 crea un nuovo centro urbano lungo il litorale oltre il centro olimpico realizzato nel 1992

nuovo Centro congressi internazionale di Barcellona, che insieme all'edificio del Forum è il motore economico che sta spingendo nuove iniziative pubbliche e private a localizzarsi nella zona. La riforma urbana, attenta al contesto, stabilisce una relazione tra il nuovo spazio pubblico del fronte marittimo e le zone residenziali di La Mina. Il nuovo campus universitario tra la Ronda e il Carrer de Taulat accompagna il nuovo tessuto residenziale e configura una sequenza di spazi, strutturati dalla nuova Ramala de La Mina, che contribuiranno alla rigenerazione del quartiere. Tutto questo sforzo rivolto a levante della città, che comprende anche la rigenera-

zione del fiume Besos, sta a cavaliere di diverse municipalità ed è stato perciò concepito assumendo come imprescindibile un progetto e una gestione congiunta dei servizi e delle infrastrutture del continuo urbano, così come un coordinamento delle politiche urbanistiche e infrastrutturali dei comuni che lo formano. In conclusione, una prospettiva consapevole del ruolo che l'area metropolitana di Barcellona (Regione 1) dovrà avere rispetto alla riorganizzazione territoriale dell'intera Catalogna. Senza introiettare autisticamente tutte le attrezzature di qualità, la capitale deve costituirsi come riferimento politico e urbano capace di offrire spazi, strutture e servizi a tutti i catalani e su queste basi risultare

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Il modello “Barcellona da fiume a fiume”: il complesso sistema multimediale offre una semplice e spettacolare presentazione del futuro urbano; proiezioni luminose a colori evidenziano sul plastico le aree di intervento e i progetti commentati nell’ audio accompagnando la proiezione di un video su uno schermo che illustra le trasformazioni programmate

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URBANISTICA matrice di un progetto che non intende il fiume Besos come barriera insormontabile ma come occasione per integrare il nuovo intervento a entrambe le parti di città consolidata che si affacciano sulle sue sponde. Il primo passo per definire l'ambito territoriale minimo sia per spiegare sia per validare i progetti in gestazione è stato appunto questo primo piano. Ma in questo sforzo di spiegare la trasformazione metropolitana barcellonese, che costituiva anche l'oggetto centrale dell'esposizione, si incappava in una limitazione che era di vitale importanza superare: rappresentare e comunicare in forma comprensibile l'impatto territoriale dei progetti in programma. L'esposizione Barcelona in progress permette di fare un salto di qualità in questa direzio -ne, trasformando il piano da fiume a fiume, ovviamente bidimensionale, in un grande plastico della città, cioè in un suggestivo oggetto tridimensionale. Questo cambiamento, apparentemente di poco conto, apre un ventaglio di possibilità che in gran parte devono essere ancora esplorate, diventando un potente strumento di indagine e progettazione urbana. Nel campo dell'architettura e dell'urbanistica i plastici sono attrezzi di lavoro tanto familiari da diventare imprescindibili per la verifica di lungo periodo dello stesso processo progettuale. L'aver trasferito questa esperienza al largo pubblico consente di rendere la cittadinanza partecipe del processo di validazione delle trasformazioni progettate. Qui non è certo rilevante il dettaglio di ciascuno dei progetti, bensì la possibilità di cogliere a una scala leggibile la dimensione e la localizzazione degli interventi, a partire da qualche riferimento noto all'osservatore, e

quindi relazionare le trasformazioni previste con il resto della città consolidata. Il valore del plastico sta proprio nella sua fisicità e nella sua grandezza, che tuttavia a un primo sguardo non viene percepita nella sua reale estensione di circa 200 metri quadrati. La sua osservazione non è un'esperienza ordinaria e non lascia indifferenti: l'oggetto ha un grande magnetismo e attrae a lungo lo sguardo dei visitatori. Si potrebbe pensare di fatto che la costruzione di un plastico con queste caratteristiche abbia persino qualcosa di arcaico e di superato, dato l'uso generalizzato di modelli alternativi come la realtà virtuale. Questa è già talmente usuale e quotidiana che quando ciò che era virtuale diviene reale non siamo capaci di riconoscere la sua novità. Al contrario, l'intenzione di costruire proprio un plastico tridimensionale di grandi dimensioni parte da un fatto molto semplice: la percezione del plastico è un'azione diretta, senza filtri né artifici simbolici. Posizionato nel bel mezzo di uno dei tre angoli dell'edificio del Forum, il plastico si offre alla vista da almeno tre differenti punti di osservazione, sia per il suo alzato sia per la sua disposizione. Così si può guardare la città come venendo dal mare, una vista raramente coglibile se non da un finestrino d'aereo in atterraggio sull'aeroporto del Prat oppure dalle navi da crociera che ormeggiano nel porto. Una passerella sopralzata permette di avere una vista a volo d'uccello da Collserola verso il mare, molto più vicina alla realtà di quella che si gode di fatto dal Tibidabo o dalla torre delle telecomunicazioni. La visione del plastico ci permette una lettura immediata della struttura della città: la compattezza della città origi-

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naria e la preminenza del tracciato delle mura, la regolarità cartesiana dell' Ensanche, che racchiude il centro storico e si sfilaccia nei tessuti molto più dispersi e disordinati del resto della città. Si percepisce così una città che ha assunto un carattere denso e compatto, dove le emergenze si distaccano nell'amalgama del paesaggio urbano anonimo e servono da punto di riferimento sia nella realtà sia in questa versione ridotta della realtà. Una seconda lettura più complessa del plastico è attivata da un commento registrato delle strategie in corso, che vengono proiettate con luci colorate sul plastico, così da evidenziare assi, nodi, ambiti e reti di intervento, ed è accompagnato in simultanea da un video che presenta immagini reali e virtuali dei progetti di trasformazione. Il

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E A S Y ng yi Cop

plastico ritrova così l'intenzionalità del piano originale e in un modo molto dinamico e pedagogico finisce per essere la lezione magistrale dell'esposizione. Un percorso breve e schematico che va dal passato, al presente, al futuro per attraversare il tempo urbano e contenere tutti i progetti della Barcellona in divenire.

Joseph A. Acebillo Accademia Architettura di Mendrisio Agenzia Metropolitana Barcelona Regional email: jacebillo@arch.unisi.ch Articolo tratto dalla rivista Urbanistica n° 126 serie storica, 21 maggio 2005, pagg. 113-120.

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ENERGIA

La contabilizzazione del calore e il “contratto servizio energia” Sappiamo tutti quanto la voce “riscaldamento “ nel bilancio di un condominio con impianto centralizzato sia quella che incide di più nelle spese condominiali. Nelle assemble condominiali quando poi si parla dei conti del riscaldamento la baruffa è assicurata, i condomini dei piani inferiori di solito si lamentano per il troppo caldo, mentre quelli dei piani superiori si lamentano per il freddo o viceversa. Nasce quindi l’esigenza da parte delle famiglie di poter gestire liberamente ed autonomamente l’impianto di riscaldamento senza dover scegliere per l’installazione di un impianto autonomo alimentato a gas metano, facendo cosi dimenticare il miglior rendimento energetico e la maggior sicurezza offerta dagli impianti di riscaldamento centralizzati che oggi possono essere facilmente dotati di un sistema di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore con rilevante risparmi. È importante sapere cosa s’intende per contabilizzazione del calore in particolare per quanto riguarda l’applicazione sugli impianti tradizionali a colonne montanti (verticali) e le differenze rispetto agli impianti a distribuzione del calore a zona (orizzontali) quest’ultimi più presenti nelle nuove costruzioni.. Gli impianti a colonne montanti sono costituiti da un anello, formato da una tubazione d’andata ed una di ritorno, che percorre la base dell’edificio. Dall‘anello si dipartono le colonne montanti che alimentano i radiatori posti sulla stessa verticale ai vari piani dell’edificio. L’installazione della contabilizzazione in un impianto a colonne montanti, si realizza applicando su ogni corpo scaldante una valvola termostatica, che permette all’utente di scegliere la temperatura ambiente desiderata, ed un apparecchio elettronico denominato ripartitore di calore, che ha il compito di registrare la quantità di calore emessa nel tempo dal radiatore su cui è applicato. Gli impianti a zone, (orizzontali), sono realizzati in modo che ad ogni zona dell’edificio, ad ogni piano o ad ogni singolo alloggio è dedicata una parte della rete di distribuzione del riscaldamento.

L’installazione della contabilizzazione del calore in un impianto a zone si esegue collocando nella cassetta del collettore a servizio d’ogni singola utenza, un contatore di calore, che misura l’energia termica consumata dall’unità immobiliare, come si può vedere il tutto si realizza senza opere murarie. Nella contabilizzazione ogni utente paga per quello che consuma, proprio come nella gestione di un riscaldamento autonomo; è comunque previsto che una quota della spesa di riscaldamento sia ripartita secondo criteri millesimali a compensazione del calore ceduto alle parti comuni dell’impianto, alla manutenzione dell’impianto e a tutte quelle spese che si sarebbero sostenute anche in assenza di consumi individuali. La percentuale è stabilita dall’assemblea condominiale e varia in relazione alle caratteristiche dell’edificio e può oscillare tra il 20 e il 40% della spesa complessiva.La parte restante è suddivisa in proporzione al calore consumato da ciascun condomino, sulla base dei consumi letti dalle apposite apparecchiature di contabilizzazione. ORARIO D'ACCENSIONE: come previsto dal D.P.R. 412/1993, la termoregolazione individuale consente l'accensione dell'impianto di riscaldamento centralizzato a completa discrezione dell'assemblea di condominio, senza dover più sottostare alle disposizioni orarie normalmente previste per gli impianti centralizzati. Chi decide l'installazione La legge 10/91 prevede che la decisione di installare le apparecchiature per la termoregolazione e la contabilizzazione del calore può essere presa dall’Assemblea condominiale a maggioranza semplice in deroga agli articoli 1120 e 1136 del codice civile. Gli inquilini in affitto, pur non avendo diritto al voto, possono svolgere un’azione di sensibilizzazione verso i proprietari degli appartamenti. Il contratto di servizio energia Fra gli obiettivi della legge 10/91 vi è quello del risparmio

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energetico, attraverso l’uso razionale dell’energia ed il miglioramento dell’efficienza degli impianti termici. L’ammodernamento delle centrali termiche che forniscono il calore per il riscaldamento degli edifici civili e l’uso più razionale dell’energia termica, rappresentano due momenti decisivi per il risparmio energetico. In questa prospettiva, la legge 10/91 ha previsto il contratto di servizio energia, che è definito dal DPR 412/93 all’art. 1, comma 1, lettera p. Il DPR 412/93 afferma che per “Contratto Servizio Energia si intende l’atto contrattuale che disciplina l’erogazione dei beni e servizi necessari a mantenere le condizioni di comfort negli edifici, nel rispetto delle vigenti leggi in materia d’uso razionale dell’energia, di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente, provvedendo nel contempo al miglioramento del processo di trasformazione e d’utilizzo dell’energia”. Per facilitare il miglioramento dell’efficienza degli impianti termici e quindi il risparmio d’energia a parità di comfort, il legislatore ha previsto che per l'acquisto dei beni, servizi e prestazioni che assicurano tali risultati, sia applicata aliquota IVA del 10% (ridotta). FINANZIARIA: i contratti di "servizio energia" restano con l'IVA agevolata ? In molti si sono posti il dubbio che l'IVA al 10% che ormai da tempo era assodata per i servizi energia dove vengono effettuati interventi significativi per il risparmio energetico fosse stata riportata all'aliquota ordinaria. Infatti l'ultima parte della frase che così recita "alle forniture di energia da altre fonti, sotto qualsiasi forma, si applica l’aliquota ordinaria" sembrava inequivocabile, lasciando alle sole forniture di energia da fonti rinnovabili e a quelle da cogenerazioni ad alto rendimento l'agevolazione. A mio avviso l'art. 27 ha sotituito semplicemente una dizione molto generica (quella precedente si riferiva a “fornitura e distribuzione di calore-energia per uso domestico”) che lasciava adito ad applicazioni di IVA agevolata anche per semplici forniture di energia SENZA risparmio energetico, con-

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sentendo così uno sgravio fiscale non giustificato. Lo stesso articolo ha solo voluto aggiornare la vecchia dizione con quella più corretta che era stata riportata nelle diverse circolari e disposizioni successive, aggiungendo anche l'agevolazione alle forniture di energia da fonti rinnovabili e alla cogenerazione ( e in questo caso anche senza contratto di "servizio energia"). Inoltre l’inserimento nello stesso articolo 27 “o nell’ambito del contratto servizio energia” non dovrebbe lasciare dubbi. Si riporta di seguito una precisazione tratta da un documento dal titolo “La politica del Governo Prodi” a firma Vincenzo Visco reperibile al seguente indirizzo web http://vincenzovisco.finanze.it/e xport/download/VincenzoVisco/La_politica_economica_del_ governo_Prodi.pdf: Nel commentare i vari passaggi nella sezione “Consumare meno energia per abbattere la bolletta energetica e inquinare di meno” a pag.14 viene ripreso l’argomento Iva agevolata per fornitura di energia “ecologica” e che di seguito riportiamo integralmente: “Iva agevolata per forniture di energia ‘ecologica’ La fornitura di energia termica per uso domestico attraverso reti pubbliche di teleriscaldamento o nell’ambito del contratto servizio energia prevede l’Iva agevolata solo se essa è prodotta da fonti rinnovabili o da impianti di cogenerazione ad alto rendimento; alle forniture di energia da altre fonti, sotto qualsiasi forma, si applica l’aliquota ordinaria. Si agevola in sostanza l’impiego delle fonti rinnovabili e della cogenerazione nell’ambito dei contratti servizio energia (quando cioè fornisco il servizio calore e non vendo semplicemente il combustibile)” E proprio quest’ultima parte tra parentesi che definisce il contratto servizio energia, infatti non basta la sola vendita di combustibile ma devo anche fornire il servizio calore, in particolare la circolare n. 273 del 23 novembre 1998 del Ministero delle Finanze specifica in 10 punti di seguito elencati quali sono gli elementi qualificativi del Contratto servizio calore.

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ENERGIA 1. esplicito e vincolante riferimento all'articolo 1, comma 1, lettera p), dei D.P.R. n. 412, dei 1993; 2. assunzione della responsabilita' di cui all'articolo 1, comma 1, lettera o), dei D.P.R. n. 412, del 1993, da parte dell'impresa, per lo svolgimento delle attivita' di cui alla legge ri.10,del19911; 3. acquisto e gestione a cura dell'impresa dei combustibili che alimentano il processo per la produzione dei fluido termovettore, necessario all'erogazíone dei calore-energia termica agli edifici. Al detto acquisto, si rammenta, l'imposta sul valore aggiunto si applica con l'aliquota propria dei singoli beni; 4. misurazione e contabilizzazione, a cura dell’Impresa, dell'energia termica utilizzata dall'utenza, con idonei apparati conformi alla normativa vigente sia nazionale che europea provvisti di certificato dì taratura. L'impresa deve garantire anche l'affidabilita' degli apparecchi stessi; 5. misurazione e contabilizzazione dei calore-energia termica in unita' di misura del sistema internazionale: Joule o Wattora (o loro multipli); 6. valore economico della tariffa commisurato a parametri oggettivi quali quelli relativi al combustibile impiegato ed alle risultanze della diagnosi energetica effettuata sul sistema edificio-impianto; 7. previsione obbligatoria della diagnosi energetica dei sistema edificio-ímpianto, a seguito della presa in carico, a cura dell'impresa; 8. rilievo da parte dell'impresa delle caratteristiche tipologiche e tecnologiche dell'edificio per l'attribuzione dei coefficiente di consumo specifico espresso in kJ/mcubi/GG o kWh/rricubi/GG, dedotto anche a seguito della diagnosi energetica, dove per GG si intendono i gradi giorno della localita' in cui e' ubi-

cato l'edificio; 9. indicazione nel contratto degli interventi da effettuare sul sistema edificio-impianto previsti dall'articolo 1 dei decreto 15 febbraio 1992 dei Ministro dell'Industria, dei Commercio e dell'Artigianato, ovvero di quelli che attraverso l'introduzione di tecnologie conformi alle disposizioni della legge n. 10, dei 1991, e dei D.P.R. n. 412, dei 1993, permettono l'uso delle fonti di energia rinnovabili o assimilate; 10. obbligo di annotazione degli interventi effettuati sul libretto di centrale, nonche' di tutte quelle previste nell'allegato F al D.P.R. n. 412, dei 1993, a cura dell'impresa. Adeguata documentazione degli interventi effettuati deve essere messa a disposizione degli organi di controllo, in quanto il libretto di centrale diventa una prova documentale dell'avvenuta e corretta esecuzione degli interventi finalizzati al miglioramento dei processo e strumento di valutazione, nel tempo, dei raggiungimento degli obiettivi contrattuali. Da quanto premesso appare evidente che non sono riconducibili alla fattispecie negoziale di cui trattasi le prestazioni relative alla fornitura di calore eseguite mediante la semplice gestione di impianti di riscaldamento, di cui al terzo comma, dell'articolo 3 dei decretolegge 1 ottobre 1982, n. 697, convertito dalla legge 29 novembre 1982, n. 887. Come si vede si tratta quindi di particolari contratti dove il "gestore", durante la validità dello stesso contratto o preventivamente alla stipula, ha l'obbligo di effettuare interventi che consentano significativi risparmi di energia, risparmi che devono essere misurati tramite i "contabilizzatori di energia” e non a metri cubi o litri di combustibile. Ulteriori precisazioni che rego-

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lano il contratto servizio energia si trovano nella risoluzione del Ministero delle finanze n. 103 del 20 agosto 1998 ed infine nella Circolare 82E del Ministero delle Finanze del 07/04/99 e riguarda il riscaldamento per uso domestico, oppure per uso domestico assimilato. Qualora, nei casi d’uso domestico assimilato, si manifesti un uso promiscuo per cui non sia possibile distinguere il consumo d’energia termica per l’uso domestico, che è agevolato con IVA al 10%, da altri usi non agevolati, si applica l’IVA ordinaria del 20% sull’insieme dei consumi. Se invece è possibile distinguere il consumo tra le varie utenze per mezzo di contatori, l’IVA agevolata si applica all’utenza domestica e quella ordinaria agli altri consumi. Nei condomini in cui siano presenti utenze promiscue, come abitazioni residenziali, insieme a studi professionali e/o negozi, l’aliquota IVA del 10% si può applicare alle abitazioni residenziali, mentre alle altre utenze sarà applicata l’IVA del 20%. Quindi è necessario che sia stato installato un sistema di ripartizione del calore, che permetta di distinguere il calore consumato da ogni singolo utente. E’ inoltre possibile migliorare il processo di produzione e d’utilizzo del calore, mediante diversi interventi. I più rilevanti riguardano: 1. la riqualificazione della centrale termica per migliorarne l’efficienza; 2. l’installazione di sistemi tecnologici innovativi sia dal lato produzione (quali per esempio le caldaie a condensazione) che dal lato utilizzo del calore; 3. l’introduzione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore,

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per responsabilizzare tutti i soggetti occupanti, le unità immobiliari all’uso razionale del riscaldamento; 4. l’utilizzo di fonti d’energia rinnovabile, specialmente il solare, per integrare le fonti energetiche convenzionali. Spesso tutto ciò comporta investimenti cospicui, che il condominio non sempre è in grado di sostenere, sia perché non tutti i condomini dispongono delle risorse economiche occorrenti, sia perché non sempre è facile trovare in assemblea la maggioranza necessaria. Con il contratto servizio energia, invece, tutti gli interventi finalizzati al risparmio energetico e all’uso razionale dell’energia diventano possibili senza gravare sul bilancio del condominio. Poiché il condominio paga solo l’energia termica che effettivamente consuma, avrà tutto l’interesse a comprare meno energia possibile a parità di comfort percepito. Si doterà pertanto di tutti quei sistemi che gli permetteranno di ridurre le dispersioni d’energia e di ottimizzare l’uso dell’energia acquistata (termoregolazione e contabilizzazione individuale del calore, isolamento dell’edificio, miglioramento dei sistemi di distribuzione del calore, ecc.). Appare evidente quindi che i maggiori interessati al contratto di servizio energia sono i condomini degli immobili con impianto di riscaldamento centralizzato ed in particolare quelli con centrali termiche obsolete o fuori norma.

Giovanni Gallace Responsabile Commerciale Lombardia Cristoforetti Servizio Energia

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IN VETRINA - MOSTRE, RASSEGNE E CONVEGNI

BUILD UP EXPO numeri non dicono tutto. A sottolineare la buona riuscita dell'evento promosso da Rassegne e Fiera Milano c'è anche il gradimento manifestato da visitatori ed espositori. Entrambe le categorie di operatori hanno colto appieno le caratteristiche innovative della mostra, che ha saputo andare oltre la mera presentazione di prodotti per proporre una manifestazione di sistema al cui centro è stato posto il progetto. I visitatori, in particolare, hanno apprezzato la capacità delle aziende presenti di sfruttare al meglio la qualità degli spazi espositivi che il nuovo quartiere fieristico milanese mette a di-

sposizione. Gli espositori, dal canto loro, oltre ad aver potuto presentare al meglio non solo i propri manufatti, ma anche le proprie filosofie produttive, hanno valutato positivamente la presenza di un pubblico molto competente e fortemente interessato. "Abbiamo realizzato spiega l'amministratore delegato di Rassegne, Marco Pessina - una mostra innovativa nella formula e di grande qualità nella proposta espositiva e culturale. Il mercato ha capito e apprezzato il nostro sforzo e ci ha premiato. Ringrazio tutte le aziende e i tantissimi visita-

tori che hanno creduto in Build UP Expo. L'anno prossimo Fiera Milano ospiterà un'iniziativa ancora più ricca e completa, che avrà tutti i numeri per divenire, a livello nazionale ed europeo, il punto di riferimento della progettazione e dell'innovazione nel mondo delle costruzioni". Lo conferma l'accordo raggiunto con Federlegno-Arredo che, a partire dal prossimo anno, si occuperà dell'organizzazione di un'unica manifestazione in cui confluiranno le merceologie dell'ex SaieDue e Build UP Expo, sotto un nuovo marchio che verrà presentato nel prossimo mese di marzo.

AEM organizzerà, nei prossimi mesi, il primo Corso Base CASA CLIMA per progettisti. Il corso sarà autorizzato e riconosciuto dalla Provincia Autonoma di Bolzano Agenzia Casa Clima, che rilascerà direttamente l’attestato di partecipazione a coloro che lo abbiano frequentato in modo completo. Con la partecipazione a questo corso, il progettista acquisirà gli elementi di base per la progettazione e la realizzazione di edifici civili ad elevata efficienza energetica in previsione dell’attuazione del D.Lgs. 192/2005 e la sua recente modifica con i D.Lgs. 311 di recepimento della Direttiva 2002/91/CE per la certificazione energetica degli edifici.

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10 Luglio ore 9,30 - 18,00 MATERIALI E COSTRUZIONI: MATERIALI EDILI, FONDAMENTI, MATERIALI E COSTRUZIONI. PARETE ESTERNA, PONTI TERMICI NELLA COSTRUZIONE, COSTRUZIONE DEL TETTO, FINESTRE, SOLAI. PROGETTISTI IMPIANTISTICA, PRINCIPI E DEFINIZIONI: FABBISOGNO TERMICO FT (HWB), FABBISOGNO ENERGETICO PER IL RISCALDAMENTO FE (HEB), CARICO TERMICO, GRADI GIORNO GG, POTERE CALORIFICO SUPERIORE ED INFERIORE, RENDIMENTO, GRADO DI UTILIZZO (RENDIMENTO MEDIO), BENESSERE TERMICO.

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Partecipazione a pagamento

Progettazione di edifici a basso consumo: corso base CASA CLIMA per progettisti.

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D. Lgs. 192/2005 La certificazione energetica negli edifici

Milano, 15 febbraio 2007 - Un risultato che, al debutto, forse nessuna manifestazione aveva mai registrato. Sono soprattutto le cifre a confermare il successo della prima edizione di Build UP Expo: circa 750 espositori, 80 mila metri quadrati di superficie espositiva occupata, 118 mila visitatori (insieme a EnerMotive e LivinLuce), il 12 per cento dei quali provenienti dall'estero, con 42 mila persone che si sono registrate direttamente alle reception di Build UP Expo, quasi 5.000 partecipanti alle sessioni convegnistiche organizzate nell'ambito della manifestazione dedicata all'architettura e alle costruzioni. Ma i

FONTI ENERGETICHE E SISTEMI DI APPROVVIGIONAMENTO TERMICO: DISTRIBUZIONE DI CALORE, PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA, COMPONENTI E MATERIALI.

Rilascio di attestato di partecipazione da parte dell’Agenzia Casa Clima. Le iscrizioni sono aperte dal 10 aprile al 30 giugno, fino ad un massimo di 50 iscritti. Per gli interessati e per maggiori chiarimenti: casaenergia@aem.it - tel. 02 7720.3442 - 3838 Data l’importanza e l’utilità professionale del corso, si sollecita una tempestiva adesione da parte degli interessati.

Sala Convegni Casa dell’Energia - piazza Po, 3 - Milano PROFESSIONEIMMOBILIARE

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CULTURA

È già stato detto tutto PROFILO PROFESSIONALE LORENZO MILANESI (1925)

Ha pubblicato presso la Casa Editrice Rubbettino i seguenti libri: • CARMELA CUDA - Viaggio d'amore - nel 1997 • TIRAMISU' - ossia l'incontenibile desiderio, nel 2002 • MONTAIGNE - Della Saggezza - , di cui ha curato la scelta dei testi e la traduzione dal francese, nel 2006. Chi desiderasse ottenere i tre volumi può farlo tramite Internet sfogliando il catalogo sul sito della Casa Editrice Rubbettino www.rubbettino.it Spigolando nel gran libro di Montaigne (1533-1592) 'SAGGI' si possono trovare delle interessantissime curiosità. Una, ad esempio, riguarda la necessità, avvertita fin da quell'epoca, di disporre di quella che oggi chiamiamo piccola pubblicità. Egli scrive: “Il mio defunto padre (.........) avrebbe desiderato istituire nelle città un luogo determinato dove coloro che avessero bisogno di qualcosa potessero recarsi e far annotare la loro necessità da un ufficiale addetto a questo scopo, come: voglio vendere delle perle, cerco

delle perle da comprare. Uno vuole compagnia per andare a Parigi; uno cerca un servitore di una certa specie; uno un padrone; uno domanda un operaio; chi questo, chi quello, ognuno secondo il proprio bisogno. E sembra che questo mezzo di avvertirci a vicenda porterebbe non lieve utilità al pubblico commercio; infatti in ogni momento si hanno condizioni che si cercano a vicenda e, non incontrandosi, lasciano gli uomini in estremo bisogno”. Un'altra, l'opportunità di tenere aggiornato una sorta di

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diario di famiglia: “... oltre al registro degli affari di casa, in cui trovano posto i conti minuti, i pagamenti, i negozi che non richiedono l'opera del notaio, registro che è affidato a un ricevitore, egli [suo padre] ordinava a quello dei suoi famigli che gli serviva da scrivano di tenere un giornale dove annotare tutti gli avvenimenti di qualche rilievo e, giorno per giorno, le memorie della storia della sua casa, e che sarà cosa gradita consultare quando il tempo comincerà a cancellarne il ricordo, e molto indicata per toglierci spesso

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dall'imbarazzo: quando fu cominciata la tal faccenda? quando fu terminata? quali equipaggi sono passati di qui? quanto si sono fermati? I nostri viaggi, le nostre assenze, i matrimoni, le morti, l'arrivo di belle e brutte notizie; il cambiamento dei principali servitori; e cose simili. Uso antico, che trovo bene rimettere in vigore, ognuno a casa sua. E trovo che sono stato uno sciocco a non farlo”. (entrambi i brani sono tratti dal L.I, cap.XXXV 'un difetto dei nostri governi')

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TEMPO LIBERO

FANO IN SALSA

dal 7 al 10 giugno sulle spiagge di Fano "Fano in Salsa", primo evento latino americano che si svolgerà tutto sul mare, sulle spiagge di Fano nei giorni 7-8-9 e 10 giugno 2007 (www.fanoinsalsa.it). Si tratta di una vera e propria festa di inizio estate: quattro giorni di stage di salsa, bachata, hip hop, tango argentino e molto altro in riva al mare, su location spettacolari. La sera la festa continua con grandi spettacoli con i migliori artisti internazionali, concerti di musica dal vivo e serate danzanti con famosi DJ, in una struttura direttamente sul mare appositamente allestita dall'organizzazione. Tutto ciò con artisti di chiara fama internazionale e insegnanti professionisti. Sul sito è possibile visionare le quote di partecipazione,

che variano a seconda del periodo in cui ci si iscrive e del tipo di "pacchetto servizi" che si decide di utilizzare: si precisa che i pacchetti definiti "Full" sono comprensivi di sistemazione alberghiera e pensione completa, oltre che dell'ingresso libero a tutti gli stage e serate. L'organizzazione Fano In Salsa vuole offrire a tutti i soci APAC la possibilità di usufruire di uno sconto del 5% sul pacchetto "Full". Info e prenotazioni per soci Apac: Sara 3931988479 - Emilio 3314072343. La partecipazione a Fano in Salsa ad un prezzo scontato è un' occasione da non perdere! Quale miglior modo, rilassante e divertente, di cominciare la bella stagione! Vi aspettiamo!

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