Protreptico greci clemente aless

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CLEMENTE ALESSANDRINO PROTREPTICO AI GRECI Traduzione a cura di Quintino Cataudella INTRODUZIONE Clemente non nacque cristiano. Egli È un Convertito; ci si può domandare che cosa lo abbia Spinto alla conversione - se, come per Giustino, la superiorità della morale evangelica, o, come per Taziano, la semplicità delle Sacre Scritture. Ogni ipotesi È destinata a rimaner tale, giacché Né egli Né altri ci ha lasciato alcun accenno che possa gettar luce su quel momento decisivo della sua vita. Ma c’è un'opera di Clemente che potrebbe avere un'importanza singolare al riguardo, se considerata nella tormentata umanità ch’è nascosta sotto la costruzione polemica e la trascinante foga della vittoriosa affermazione, più che negli elementi, e nei materiali, di cui la polemica È intessuta e su cui sorge l'edificio nuovo della fede. Quest'opera, infatti, noi vogliamo parlare, com’è chiaro, del Protreptico - È un invito alla conversione: e ci si può legittimamente domandare se essa non sia, nella sua più intima essenza, il dramma di un'anima, e perciò, per noi, il documento di un'anima, che cerca Dio, e lo trova, attraverso esperienze interiori e crisi e dubbi e superamenti, nella conquistata fede di Cristo. Il fatto che egli invita a non discutere nei riguardi del problema se si debba coltivare Dio o no, alla stessa guisa che si discute quando si tratta dei piccoli problemi della vita, non vuol dire che egli sia arrivato alla fede senz'averci pensato sopra e averne discusso a lungo con se stesso: tutt'altro. Il consiglio che dà agli uomini sembra essere l'epilogo della sua esperienza di convertito. La fede innata, che egli, facendosi consigliere agli uomini, invita a interrogare, come testimone attendibile, tratto dall'intimo essere di ciascuno, È la scoperta che egli ha fatto in se stesso, dopo il fallimento di ogni anteriore esperienza di pensiero e di dubbio. Ragioni intellettuali, oltre che morali, si debbono cercare al fondo della sua conversione. Quella religione politeistica, contro la quale Clemente appunta le armi dell'ironia e dello scherno, È stata anche la sua religione; quelle pratiche dei misteri, nelle quali egli si indugia con particolare insistenza, per metterne in luce i ripugnanti particolari, sono state - tuttavia - i mezzi coi quali egli stesso ha cercato, inutilmente, la sua unione con la divinità. Quella filosofia pagana, la naturalistica, e l'altra, più vera, di Socrate e di Platone, di cui rivela, per la prima, l'errore fondamentale, per l'altra, l'insufficienza, sono state le tappe attraverso le quali egli stesso È passato nel suo graduale perfezionamento, fino al raggiungimento della suprema verità. Quelle obiezioni che egli si muove e quelle resistenze - come quella della consuetudine, contro la quale combatte lungamente - che egli polemicamente si pone innanzi, sono quelle stesse che egli ha trovato nel suo spirito, lungo il cammino verso la verità, e che ha, alla fine, superato e vinto egli stesso. Intesa così, quest'opera acquista un nuovo, particolare significato. Noi non conosciamo la data della conversione, Né se il Protreptico sia stato scritto a poca distanza di tempo da essa; certo È che l'opera sembra portar viva l'eco di esperienze passate e recenti, ed essere piena ancora dell'ardore di lotte da poco sostenute. La fiamma di un nuovo


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Protreptico greci clemente aless by Apologetica Cattolica - Issuu