Supplemento mensile di Appunti Alessandrini
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ANNO 3 N.5 AGOSTO 2011 ● EDITORIALE
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Medjugorje: un pareggio alessandrino
Cattolici in politica L I E VI T O P E R L A SO C IE T À Agostino Pietrasanta ● Le ultime vicende, in particolare gli esiti ambigui della questione morale, hanno richiamato l’attenzione di molti sulla presenza dei cattolici in politica. Qualcuno ne ha addirittura tentato di individuare la più logica collocazione di parte nella destra democratica, dal momento, si dice, che tale è stata la collocazione dei cattolici nelle vicende della storia europea: in contrapposizione alle istanze della sinistra social/democratica. Il ragionamento, sicuramente interessante, mi pare non tenga conto dello specifico della situazione italiana. Di fatto, tutte le esperienze politiche rispondono sicuramente ad una ispirazione ideale, ma trovano la loro collocazione anche in una storia specifica che, da tale ispirazione, si è realizzata. Data la premessa, mi pare si continui ad insistere, con visione del tutto parziale, sul ruolo giocato dal partito di cattolici in Italia, la Democrazia cristiana (D.C.) come collante dell’anticomunismo, mentre la D.C. ha anche rappresentato la necessità di contenere le spinte autoritarie di un elettorato conservatore, in funzione di salvaguardia della democrazia. Anzi e di più: ha svolto un ruolo importante di legittimazione delle parti politiche contro le pretese più reazionarie dell’anticomunismo viscerale. (continua a pag.2)
Sul difficile esercizio del discernimento Dario Fornaro ● Compie trent’anni il “fenomeno Medjugorje” ed anche per questo ricevono un nuovo impulso mediatico le apparizioni, i messaggi celesti e i crescenti, a quanto pare, contorni di popolo che presidiano l’evento devozionale. Non è tuttavia di questo che voglio parlare – salvo esprimere l’opinione che, nel caso, la “fides” sovrasti totalmente quella “ratio” che augusti teologi tentarono e tentano di tenere in qualche equilibrio – bensì di alcuni riflessi locali. Mosso da evidenti preoccupazioni per alcuni “sbandamenti” a livello diocesano, ma in altrettanto palese sintonia con la posizione prudente e attendista mantenuta, in merito, dalla Gerarchia Vaticana, il Vescovo alessandrino pubblica, sul settimanale cattolico (“Voce” del 17.6 us.) una argomentata messa a punto sul confine che la Chiesa pone tutt’ora, e tiene fermo, tra ciò che consente (o tollera) in tema di devozioni mariane, in terra di Bosnia e dintorni, e il “di più” che disapprova relativamente al movimento organizzato che ruota attorno alle “presunte veggenti”, alle ripetute “apparizioni” e ai celesti messaggi ripresi e divulgati al Popolo di Medjugorje.
Il popolare giornalista Paolo BROSIO molto devoto alla Madonna di Medjugorje sulla quale ha scritto dei libri di successo
Difficile non afferrare il “calma ragazzi!” che promana dalle soppesate parole del Vescovo riportate sul “Suo” giornale. Difficile, ma non impossibile se è vero che alcuni giorni appresso (“Voce” del 1°.7) un noto editorialista laico dello stesso giornale, ed esponente di CL, rettifica di fatto, in senso mistico-aperturistico, il pensiero del Vescovo. Dice il Nostro: “La Chiesa (ufficiale) fa bene ad essere prudente, ma noi poveri uomini, confusi e in cerca di segni facciamo bene ad ascoltare quello che ci pare essere a tutti gli effetti l’invito di una Madre”. (continua a pag.2)
LIEVITO PER LA SOCIETÀ (Editoriale - continua da pagina 1)
(Continua da pagina 1) Alle corte: se altri partiti di cattolici in Europa scontano, nel bene e nel male, una tradizione di centro/destra, la D.C. proviene da una storia più complessa, in cui elementi centristi si completano con un’ispirazione di promozione sociale indispensabili alla democrazia compiuta, fondata dalla Carta costituzionale. La complessità di questa storia, crollata la D.C. per motivi ancora in parte da valutare compiutamente, ha finito per esprimersi in un’inevitabile diaspora dei cattolici che avevano convissuto nel partito. Ne consegue, a mio parere, che le ragioni di una ricompattazione unitaria di cattolici in una formazione di centro/destra, magari con l’avvallo o anche solo l’incoraggiamento di qualche esponente della gerarchia ecclesiastica, risultino almeno discutibili; fatte salve troppe indebite nostalgie. Proprio per questo la presenza cattolica o la ragione dell’ispirazione cristiana riesce a collocarsi solo nella varietà dei soggetti politici possibili ed augurabili. Insisto e preciso: possibili ed augurabili, dal momento che la credibilità di quelli attuali sconta un minimo storico da dimenticare al più presto. In ogni caso, tra le molte precondizioni di tale presenza, mi provo a richiamarne solo alcune. Per intanto una parte politica di qualunque ispirazione non può esimersi da un progetto che rappresenti gli interessi concreti del contesto in cui opera; non solo, ma ne sappia svolgere i percorsi di realizzazione, al massimo possibile, con riferimento al bene comune.
Può succedere che il bene comune, in certi passaggi di particolare difficoltà, esiga sacrifici anche pesanti. Una classe politica e dirigente che non sia in grado di ripartire con giustizia questi sacrifici non può considerarsi capace di rappresentanza diffusa; non solo: non può richiamarsi a principi di solidarietà secondo il principio evangelico. Ed ovviamente: in qualunque formazione politica intenda collocarsi. Ancora. Non riuscirei a concepire un ruolo della politica se non nella logica del servizio; lo stesso potere non potrebbe e non dovrebbe essere, per un cristiano, che uno strumento di servizio. Se si prescinde da tale presupposto, si comincia ad affermare che il potere logora chi non lo può esercitare, si continua con praticarlo come fine e non come mezzo, ci si convince che il politico migliore è quello che strappa più presidenze e prebende ai compagni di viaggio, si finisce poi con le tangenti in un crescendo di corruzione, depravazione e scandali. Ed infine, questa benedetta autonomia della presenza dei laici cristiani in politica. Certi passaggi necessitano di grandi responsabilità e la responsabilità non si esercita se non in autonomia. Anche per questo i continui tentativi di intromissione di alcuni esponenti della gerarchia ecclesiastica nelle scelte operative di cattolici in politica ci preoccupano. Sotto tutela non si raggiunge autonomia, né si vive un ruolo di responsabilità. Fatto salvo il doveroso richiamo ai principi, per il resto, le telefonate e le riunioni possono essere utilissime per uno scambio, sempre doveroso, di auguri.
Ap ● Supplemento ANNO 3 N.5 Agosto 2011 Coordinatore: Agostino Pietrasanta
www.youtube.com/watch?v=lDRelVQRPtI
Il santuario mariano
Lui c’è stato, da ultimo, a Medjugorje e ha assistito, tra i pellegrini, alla puntuale apparizione-colloquio della “veggente” (“segnalato da uno scampanellio discreto”) e ne ha riprodotto l’alto messaggio in calce d’articolo. Se qualcuno si attendeva una terza, risolutiva puntata – risolutiva, o autoritativa, come lo si può essere in queste delicate, intricate questioni - è rimasto finora deluso e la partita locale (se così si può dire senza onta alcuna) si è conclusa in parità. Chiesa Ufficiale e Movimento di Popolo: uno a uno. Nessuno contesta, a scanso di equivoci, il diritto di qualsivoglia “medjugoriano” di esprimersi, di dire la sua, anche su un foglio ufficiale della Chiesa ufficiale. Se, tuttavia, per i tempi e modi di accostamento degli interventi (Vescovo-Laico) è la stessa “Voce Alessandrina” a suggerire la pari dignità dei diversi messaggi sottostanti, allora c’è da chiedersi se di pura svista editoriale si tratti o se, al dunque, la linea del giornale diocesano non lasci per avventura trapelare, sotto l’esibita uniformità, insospettati e irrisolti conflitti di posizione politico-culturale.
Staff: Marco Ciani ● Walter Fiocchi Dario Fornaro ● Roberto Massaro Carlo Piccini Per ricevere questa Newsletter manda una mail all’indirizzo
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