Primal Energy 2012 - Catalogo

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RADICI CONTEMPORANEE Materiali, tecniche e simboli del passato nelle espressioni artistiche del contemporaneo


Primal Energy, strumento creativo per intuire e progettare il futuro Radici Contemporanee è un nome che porta con sé una grande forza comunicativa: le radici trattengono, nutrono, viaggiano sotto la superficie del terreno, si legano tra loro. Generano nuova vita. Sono, al tempo stesso, simbolo di stabilità e trasformazione, intreccio tra passato e futuro. Il nucleo di opere selezionate per la finale di Primal Energy, in questo originale percorso di ricerca, dimostra come si possano trovare, all’interno della grande tradizione artistica umana, gli strumenti che permettono ancora oggi di progettare il futuro attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi scaturiti dalla profonda conoscenza e dalla sapiente contaminazione delle tecniche antiche. Lungo questo cammino di ricerca è naturale incontrare la Maremma: una terra antica, depositaria di una grande storia che, al contempo, dimostra di essere sempre aperta ai venti che giungono da lontano. Anche per questo la provincia di Grosseto ha una forte vocazione per l’arte contemporanea ed è un humus fertile per generare nuovi linguaggi da sperimentare. Cinzia Tacconi Assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto

La storica Polveriera Guzman accoglie i nuovi fermenti dell’arte contemporanea Il territorio di Orbetello è un luogo magico e affascinante: la città, la laguna ed i suoi colori spesso sanno regalare brividi senza eguali anche allo spettatore più distratto. Una bellezza discreta ma potente, quella della nostra terra, che oggi più che mai deve raccogliere la sfida di valorizzare sé stessa anche con nuovi strumenti: ospitare qui l’evento espositivo conclusivo di Primal Energy ci permette di raccontare Orbetello e la Maremma attraverso la forza espressiva e comunicatrice dell’arte. Le opere finaliste del Concorso saranno custodite all’interno di quella suggestiva architettura storica che è la Polveriera Guzman: aprire le porte di uno dei luoghi simbolo della città all’arte contemporanea significa mettere in comunicazione valori comuni ereditati dal passato con il nuovo, con il contemporaneo, per recuperare e riaffermare identità, appartenenze e diversità culturali. La nostra volontà, per il futuro, è quella di far diventare Primal Energy l’evento culturale di punta per unire l’incanto di questo territorio alle suggestioni dell’arte contemporanea. Monica Paffetti Sindaco del Comune di Orbetello

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RADICI CONTEMPORANEE: un viaggio a ritroso nel tempo attraverso cultura, materiali, tecniche e simboli del passato Inserito per la sua particolarità e specifica connotazione nel circuito provinciale MIC-Maremma in Contemporanea fin dall’edizione di start-up, Primal Energy è riuscito a decollare e a ritagliarsi un suo spazio, sia sul versante artistico, che su quello della promozione territoriale, trasformandosi in un qualificato strumento di comunicazione di un territorio speciale come il nostro, di cui vanno ancora scoperte tutte le potenzialità, soprattutto dal punto di vista della dinamicità artistica e culturale. Il successo della manifestazione nel suo insieme ed in particolare della partecipazione al Premio di artisti professionisti provenienti da tutte le regioni d’Italia e dall’estero, ha dimostrato che l’oggetto della ricerca curatoriale ed artistica intrapresa è sentita e condivisa in molti ambiti della creatività e dell’arte, quella ricerca che si alimenta e sviluppa spesso lontano dagli ambienti metropolitani e privilegia territori apparentemente più defilati come il nostro.

Con l’individuazione del tema “Radici Contemporanee” siamo andati ancora più a fondo, spingendoci verso ciò che rappresenta il nucleo dell’intera ricerca curatoriale: abbiamo chiesto agli artisti di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, nelle connessioni della storia, attraverso cultura, materiali, tecniche e simboli del passato, materia fondante ed essenza significante delle espressioni del contemporaneo, con l’intento di compiere assieme un percorso orientato all’intuizione di tutti quei linguaggi originali ed innovativi, sospesi tra passato e futuro. L’Arte intuisce e percepisce con grande anticipo la metamorfosi che la nostra società sta subendo; ne capta il cambiamento, la mutazione, ci mette di fronte ad una nuova percezione della realtà, lasciando affiorare nuovi linguaggi espressivi frutto dell’intersecazione delle “radici” culturali che ciascuno di noi porta dentro e delle nuove connessioni con il presente. Intercettare questi stimoli e dare loro spazio di espressione sul nostro territorio, non farà altro che consolidare l’immagine della Maremma come terra aperta all’arte contemporanea, al nuovo, alla sperimentazione, capace di attrarre competenze e dinamicità, in cui vivere, fare cultura e, grazie a questo, sollecitare ad una partecipazione attiva il tessuto economico ed imprenditoriale. Alessandra Barberini Art Director & Curator

Gli artisti e le opere selezionate per la mostra del Premio 2012 vogliono restituire al visitatore, netto, lo spirito e l’essenza di questa ricerca: non una selezione dagli esiti prevedibili, quanto un luogo ed un momento in cui poter osservare la molteplicità di visioni e di aspetti del rapporto uomo/natura/ ambiente/società che ogni singolo artista ci darà modo di osservare e sui quali riflettere.

CON IL CONTRIBUTO DI

MEDIA PARTNER

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Un ringraziamento speciale a Cinzia Tacconi, Monica Paffetti, Raffaela Di Martino, Massimo Cipriani, Monica Moretti, Giuseppe OrďŹ no, Solidea Romagnoli progetto editoriale Greimas Media Agency e Massimo Cipriani

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progetto graďŹ co Michele Guidarini


85 x 83 x 6 cm, tecnica mista su supporto in ferro, 2012

Creata con materiali recuperati in vecchie aree archeologiche industriali, un tempo vissute dall’uomo che imponeva la sua presenza, l’opera rappresenta - attraverso ferro, saldature, tagli, combustioni - un paesaggio astratto. Si intuiscono le ciminiere di una fabbrica che si innalzano verso un cielo increspato, un profilo umano e un organo sessuale femminile, cavità di calore, dimora di radici, che creano vita e il mondo futuro. Al centro di tutto c’è l’operaio, metafora dell’uomo che crea, distrugge, ricicla e lavora in una società passata e contemporanea, dove spesso è costretto a versare il proprio sangue.

Emiliano BALDI

Il sangue dell’operaio

Nato a Grosseto nel 1978, Emiliano Baldi vive e lavora tra Gavorrano e Firenze. Nel 1996 consegue la maturità artistica al Liceo Pietro Aldi di Grosseto e nello stesso anno si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si laurea nel 2001.

Mariposa

L’opera rappresenta il seme del soffione, depositato sugli organi interni del corpo umano, le cui vene e arterie - in rilievo catturano in primis lo sguardo del fruitore, che solo avvicinandosi scopre il miracolo di questa pianta. Si tratta di una ricerca che passa attraverso la tecnica che ci è stata consegnata dalle donne: l’ago, il filo, il lavoro paziente che unisce attraversando il tempo, leggero come il soffione che vola nell’aria. C’è la saggezza antica di chi tesse e cuce, “ancella” quasi invisibile. Eppure è lei che nutre e veste, è lei che cura e consola. Un ago d’osso e un filo d’agave. Nata nel 1983 a Monselice (Pd), Alessandra Biondi si diploma all’Istituto Statale d’Arte Corradini di Este per poi laurearsi all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2010 frequenta il corso di Collaboratore Restauratore dei Beni all’Istituto veneto per i Beni Culturali di Venezia. Nel 2012 consegue il diploma di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Decorazione.

Alessandra BIONDI

35 x 158 cm, tecnica mista, grafite, ricamo, colla, semi, di tarassaco su carta velina, 2012

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Massimiliano CAMMARATA

Pittura N°25 - Dove la ragione ha smarrito ogni suo perché 40 x 40 x 3 cm, acrilico su tela, 2012

Il dipinto innesca suggestioni che parlano di rinascita vorticosa, come un’onda che dal centro del quadro accoglie dentro ogni traccia di colore per unirlo al mare. Il grigio di una piovosa nuvola invernale accompagna da lontano i colori raggianti, senza aggredirne la natura allegra, come l’arrivo della calda pioggia autunnale che tarda ad apparire al sud. Allo spettatore non rimane che abbandonarsi alle suggestioni dell’opera, dimenticando ogni perché limitante della razionalità, e lasciarsi travolgere dall’onda verde di vita e di speranza. Massimiliano Cammarata è nato a Carini (Pa) nel 1975, consegue il diploma di maturità artistica nel 1993 a Catania e nel 2002 la laurea in Architettura. Dal 2009 torna a dedicarsi in maniera continuativa alla pittura: dai soggetti figurativi degli inizi ora la sua sperimentazione si concentra sull’astrazione e la soggettività.

Il senso dell’acqua

Natalia CELLINI

100 x 60 cm, tecnica mista ed encausto, 2012

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I protagonisti del lavoro sono gli oggetti, presenti fisicamente sulla tela. Ciò che è fondamentale è il risultato dell’alterazione dovuta alla mano e all’uso. Ogni brandello di ferro o di legno si fa interprete del mondo dell’autore e di tutta una serie di rimandi psicologici collegati con le sue radici e la sua storia esistenziale; perfino la tecnica usata tende a ricalcare l’eco della quotidiana fatica di ogni mestiere antico. Grossetana, classe 1971, Natalia Cellini si avvicina all’arte da autodidatta per poi specializzarsi in trompe l’oeil, finti marmi, grisaille e patine decorative. Nel 1999 apre uno studio dove si dedica alla pittura e all’insegnamento delle tecniche artistiche ad adulti e bambini. Il filo conduttore della sua ricerca è il tempo.


100 x 100 cm, tecnica mista, olio, cartone, legno, malta su tela, 2012

Riutilizzando materiali poveri e per lo più trovati in abbandono – ognuno dei quali con una sua storia, un suo uso e una sua vita precedente - l’artista crea e ripercorre una nuova storia, una nuova vita. Cenerini, col suo sguardo visionario, propone un assemblaggio materico e coloristico che, partendo idealmente e simbolicamente dalle prime incisioni rupestri, arriva a toccare e rivisitare i più amati e ammirati artisti contemporanei quali Burri e Tàpies.

Claudio CENERINI

Labili percezioni

Autodidatta, Claudio Cenerini nasce nel 1954 a Follonica dove tuttora vive e lavora. La sua opera muove dalla riflessione sulla poetica dell’arte astratta e informale, indagandone nuove e personali soluzioni espressive, riducendo e semplificando agli estremi la visione.

Paesaggio con raccordo blu

Una cassetta di plastica, un rubinetto arrugginito, un cancello, una tubatura nel vigneto. Il dipinto racconta l’ossessione che accompagna ogni giorno l’autore: registrare la realtà rimossa, per eleggerla a soggetto degno di essere rappresentato. Il paradosso è che questa realtà destinata all’oblio è descritta con oggetti che lasciano tracce indelebili: il raccordo blu è di plastica, il tubo è di polietilene, l’innesto è di ottone. Plastica, metallo, ferro sono elementi eterni, icone del nostro mondo, che a pieno titolo sono entrati a far parte di quella sfera rappresentata dal contemporaneo nella ricerca artistica della seconda metà del Novecento. L’opera, da una parte sembra evocare antiche tecniche pittoriche, dall’altro rivendica lo sforzo di indagare la realtà con la forza concettuale, reinterpretando la grande tradizione del paesaggio in chiave contemporanea. Nato Verona 1961, Ciresola ha scritto e diretto commedie per il teatro, pubblicato poesie, fiabe e romanzi. Con la sua pittura, risponde all’urgenza di rappresentare il quotidiano in tutte le sue forme attraverso le nevrosi e le ossessioni che accompagnano ognuno di noi ogni giorno.

Andrea CIRESOLA

80 x 120 x 5 cm, acrilico su tavola di pioppo, 2011

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Graziella COI

My primal energy Trittico, 90 x 30 x 4 cm, tecnica mista su tela, 2012

Nell’opera, l’energia degli elementi naturali confluisce in una rappresentazione astratta che è punto d’arrivo e soluzione degli umani turbamenti. Il sughero e la raffia sono materiali che sinteticamente racchiudono immagini del passato, evocando atmosfere antiche e contemporaneamente attuali. Sono simbolo di due mondi: quello maschile, che estrae il sughero con fatica da maestosi alberi contorti e plasmati dal vento, e quello femminile che con certosina pazienza tesse una raffia multicolore e plasmabile. Dalle trame e dai colori di questi materiali, affiorano i paesaggi toscani e quelli sardi, in una contaminazione di ricordi, di luoghi, d’immagini. Graziella Coi nasce nel 1975 ad Orani (Nu) e inizia a dipingere giovanissima. Dopo la maturità classica, si trasferisce a Firenze, dove tuttora vive e lavora. Laureata in Architettura, ha condotto studi di grafica, storia dell’architettura, restauro, progettazione ed economia. Ha partecipato all’organizzazione di una mostra sull’importante complesso architettonico di San Miniato al Monte a Firenze.

Ciclo Simmetrie contemporanee Senza titolo n° 1

Corrado DELFINI

175 x 150 x 3 cm, tecnica mista su tela, 2012

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Dipingere è un processo istintivo, sul filo emotivo dell’astrazione informale. Il caos è da intendere non come assenza di equilibrio ma come stato in cui la materia assume un ordine creativo differente e aperto ad ogni possibile direzione, superando i limiti della figurazione e ascendendo ad una vigorosa trascrizione emotiva della realtà. Lo spazio della tela è trasformato in un luogo in cui le emozioni sono trasferite e sublimate dal colore. Nato nel 1971, Delfini vive e lavora a Roma. Allievo di Rocchi e Massimi, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e poi la Scuola Libera di Nudo sotto la guida di Notargiacomo. Predilige l’olio, l’acrilico e le vernici a cui unisce l’utilizzo di collanti, sia su tela che su tavola anche di grandi dimensioni.


55 x 72 cm, arcaica su cartongesso, 2012 L’opera affronta i temi dei simboli e degli archetipi con forme geometriche e veicola contenuti religiosi in chiave universale, elevando l’appartenenza all’attenzione dei principi universali semplici, comprensibili, forti, veri, senza tempo. L’origine degli uomini è unica ed anche le radici delle religioni hanno un’origine comune. Nata a Livorno nel 1971, Della Rosa è diplomata all’Istituto d’Arte di Porta Romana e laureata in Architettura. Il suo stile contemporaneo, concettuale e simbolista, è basato sullo studio del contenuto della composizione, intesa come armonia geometrica delle parti e della tecnica.

Marzia DELLA ROSA

Gnothi Sauton nosce te ipsum - conosci te stesso - know yourself

50 x 58 x 20 cm, scultura in legno, 2011

In un mondo sempre più globale, le nostre radici tendono a diramarsi e solo pochi nuclei riescono a rimanere ancorati alla propria terra che con il passare del tempo, invece d’essere più unita, è sempre più divisa. Nato nel 1947, Fruggeri vive e lavora a Formigine (Mo). I suoi viaggi in Europa - da Londra ad Amsterdam, Parigi e Bruxelles, dove risiede e dove segue corsi di design - hanno arricchito il suo bagaglio artistico. Solo da qualche anno decide di dedicarsi totalmente all’arte prediligendo la scultura del legno.

Roberto FRUGGERI

Proiezione

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Cinzia GHELARDINI

Isola 90 x 90 cm, acquerello e collage su legno, 1997

Legno, carta velina, acquerello: materie semplici e vive, che si possono toccare, che si usurano, sbiadiscono, si crepano, invecchiano. Sono imperfette, sono vive. Il fascino della tecnologia, la meraviglia di ciò che l’uomo può fare, immaginare e creare è enorme, ma tanto più grande è il legame con la natura: le sfumature delicate o violente dell’alba e del tramonto, l’odore del vento di scirocco, il mare. Il lavoro della Ghelardini è l’espressione di queste emozioni. Nata nel 1958 a Livorno, Cinzia Ghelardini è diplomata in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Dal 1979 espone in mostre personali e collettive. È titolare dello Studio di Pittura e Grafica dove svolge attività di grafica pubblicitaria e collabora con Asiu Spa per i laboratori di educazione ambientale nelle scuole primarie.

Senza titolo

Sandra GNONI

100 x 70 cm, tecnica mista, acrilico, lana su tela, 2012

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L’astrattismo geometrico è qui rivisitato con grande libertà, utilizzando fili di lana, intrecciati tra loro e applicati su tela. Ordito e trama passano tra i chiodi in un procedimento lento e meticoloso, dove l’opera prende forma attraverso la tecnica e i materiali utilizzati. Il risultato espressivo è frutto di una ricerca artistica rivolta soprattutto verso i materiali più tradizionali. Sandra Gnoni è nata a Parabita, nel 1987. Dopo aver conseguito il diploma di maturità per disegnatore di moda, si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Lecce.


151 x 185 cm, tecnica mista su carta, china, grafite, acrilico, 2012 Implosione e esplosione dell’energia vitale, dal big-bang all’Apocalisse e oltre. È la sintesi tra micro e macro cosmo. Armonia ed equilibrio degli elementi contrari e complementari. Fuoco, acqua, terra, aria che, uniti dal quinto elemento - l’Amore - hanno creato la vita nell’universo. Mistero della fede e trionfo sulla morte: la fine è l’inizio.

Alfred KEDHI

Epoc-Eclisse

Nato a Durazzo, in Albania, nel 1962, ALFRED KEDHI si diploma al liceo artistico di Tirana in scultura. Per fare ricerca si trasferisce in Italia dove si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera. Attualmente vive e lavora a Vezza d’Oglio.

Machine of the body

Composto da posture del corpo, questo pezzo di grandi dimensioni descrive un viaggio sia attraverso un universo personale che attraverso il cosmo. “Macchina del corpo” è una traduzione in italiano della parola tibetana “trulkhor” che descrive il corpo energetico sottile. L’opera è il frutto dell’accumulo paziente di indicazioni ed antiche scritture. Vi sono presenti due dimensioni e narrazioni sovrapposte. L’immagine finale è progettata per consentire all’osservatore di entrarvi dentro e quindi uscirne per cogliere il tutto. Un nuovo paradigma per descrivere il rapporto tra l’umano e l’universo: una donna orientale vitruviana. Cino-americana, Jessica Kung Dreyfus è nata a New York City nel 1981. Ha studiato Architettura e Arte a Yale. Attraverso il suo lavoro unisce la rigorosa formazione in arte occidentale e in architettura alla filosofia e alla metodologia orientale, creando un nuovo paradigma.

Jessica Kung DREYFUS

81 x 94 cm, digital manipulation su canvas, 2012

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Diana TONUTTO VINCITRICE DEL PREMIO PRIMAL ENERGY 2011 Nata il 9 marzo 1959 a Winterthur, in Svizzera, vive a Povoletto in provincia di Udine. Diplomata maestra d’arte del tessuto, da molti anni realizza pannelli con tecniche miste di tessitura, attraverso le quali esprime la sua più profonda interiorità.

Straordinario risultato dell’autentica fusione di tecnica, cuore e anima L’approccio che si ha - immediato e spontaneo - con le opere di Diana Tonutto è d’inspiegabile immedesimazione, mentale e fisica. Soltanto successivamente, dopo qualche istante di totale coinvolgimento, ci si comincia a chiedere il perché di questa straordinaria magia ed il ssolo desiderio è di prolungarsi nell’osservazione. O Oltre alla sorprendente padronanza tecnica e reallizzativa di questa antica arte - legata da sempre aad un passato secolare, al lavoro femminile ed aalla tradizione - netto si percepisce il percorso ttracciato da Diana nella direzione della sperim mentazione materica audace e nell’uso della perrizia tecnica tradizionale come libero strumento ccreativo ed espressivo, come pittura o scultura; aarti con le quali condivide la stessa spiccata senssibilità cromatica e materica, che corrisponde, al ttempo stesso, alla complessità e profondità del m messaggio, espressione forte e potente di conttemporaneità. IIn ogni pannello tessile ci troviamo di fronte aall’espressione di un particolare aspetto dell’anim ma stessa dell’artista che, attraverso l’opera, ci rrivela sé stessa, rendendoci tattile, tangibile, eesperibile il suo mondo, il suo universo creativo, cche emerge - quasi con uno slancio fisico - verso llo spettatore, dalla trama. L Lì, in quel pannello, sono tessuti i sentimenti, vvivi. Così, Diana ci rivela e rende partecipi del lloro intreccio, del vissuto, attraverso filati e matteriali diversi, gli infiniti colori, che raccontano d di una sincera, viscerale fusione con il creato e ccon gli elementi della Natura, energie cosmiche d da approfondire, sperimentare, indagare.

L’oro aspetta i tuoi occhi Pannello tessile 110x150x10 cm, 2009

U Un percorso, quello tracciato in ciascun’opera, iin cui lasciarsi condurre dall’artista, che accomp pagna lo spettatore in un universo complesso, aarticolato, intrecciato ed allo stesso tempo di faccile lettura, grazie ad un racconto visivo e tattile cche fa apparire di fronte ai nostri occhi quanto m moderna e duttile sia un’arte antica come la tesssitura. Padroneggiata magistralmente, quest’artte si trasforma in uno straordinario strumento eespressivo per una creatività libera, contemporranea, realizzata senza disegni preparatori - di ggetto - che cerca instancabilmente di trasferircci l’essenza del contatto profondo con tutto ciò cche ci circonda. S Straordinario risultato dell’autentica fusione di ttecnica, cuore e anima. Alessandra Barberini

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1 - La ďŹ enagione 2 - Altro mondo 3 - Campo d’orzo e papaveri 4 - Questa notte i campi hanno cantato 5 - Danza nel deserto 6 - Volo negato 7 - Omaggio alla Maremma chi mi ospita 8 - Trama del sogno 9 - I prati d’erba alta 10 - Il gelsomino nella notte astrale

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Elettra LA MARCA

Metal Glass_Design a1 80 x 60 cm, grafica digitale/visual FX, 2012

La particolarità del metallo è la sua modellazione: dalla forgiatura alla battitura, dalla ricottura alla macinazione, dalla lucidatura alla colatura. L’opera parte da queste basi. L’idea che l’attraversa è la fusione con il vetro. Nuove forme, nuovi stadi, nuove lavorazioni, nuovi passaggi, nuovi modelli attraverso la fusione dei materiali e del colore. Nata a Potenza nel 1987, Elettra La Marca vive a Roma dove si è laureata in Arte e Scienze dello Spettacolo e, nel 2012, in Saperi e Tecniche dello Spettacolo Digitale. Ha conseguito anche un master in animazione 3D.

Secolare Energia

Anna Rita LONGARONI

95 x 75 x 3.5 cm, olio su tela su supporto in legno, 2011

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L’ulivo rappresenta l’energia, origine di tutte le cose, che sale dalle radici, lungo il tronco, e si fortifica con il trascorrere del tempo fino a generare frutti che sono a loro volta fonte di nuova energia. Metaforicamente, dalle radici del passato, attraverso crescita e trasformazione, hanno origine le espressioni del presente. Il fondo nero concentra l’attenzione sull’elemento principale dell’opera sottolineando forme e colori, trionfo del pensiero positivo su quello negativo. Nata a Orvieto nel 1967, Anna Rita Longaroni fin da piccola dimostra una grande passione per tutte le forme di arte: dalla musica, al disegno, alla poesia. Da autodidatta esprime su tela la propria interpretazione della realtà e dei sentimenti.


40 x 50 x 2 cm, affresco su multistrato, 2012 Sperimentazione contemporanea dell’antica tecnica dell’affresco su intonaco di calce a cui è stato scelto di abbinare un supporto di legno compensato. Per scongiurare il distaccamento dell’intonaco dal legno, è stata utilizzata una retina reggintonaco. Le foglie frastagliate dal vento sanno che dovranno morire e cadere a terra, ma sono felici di lasciare il posto alle gemme dormienti che in primavera si svilupperanno per dar vita a nuovi germogli. Nato nel 1954, Marchesi vive e lavora a Castelnovo ne’ Monti (Re). Da anni unisce alla sua doppia professione d’ingegnere e insegnante la passione per le arti: dalla pittura, alla fotografia, alla musica.

Gianpaolo MARCHESI

Frammenti autunnali

La partenza

Partenza è uscire da un corpo per entrare in un altro, liberandosi da quel liquido amniotico che ci avvolge e ci protegge. L’opera trae ispirazione dal mito di Dionisio e di Zeus ed è il racconto di un viandante che passa; uno dei tanti viaggi della vita. È il viaggio della conoscenza nel quale non si arriva mai alla meta perché la meta sempre è l’inizio di un nuovo viaggio. Nato a Vicchio (Fi) nel 1965, Margheri si laurea in scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. È stata allieva dei maestri Massimo Innocenti per la pittura, Francesco Tramonti per la scultura e Luca Macchi per l’incisione.

Paola MARGHERI

100 x 100 x 100 Scultura in multimateriale, 2012

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Giovanni Paolo MICELI

Daniele 80 x 60 x 35 cm, scultura in rame, 2012

Legame indissolubile tra il vuoto e il pieno. Daniele viene dalla terra ed è materia carnale. Prima di essere quasi trasparente nelle mancanze, è stata opaco e solido. I tasselli di rame, ancora tiepidi di lavorazione, sono il classico, il visibile, il tradizionale. I tasselli mancanti - ma indispensabili alla sua fisionomia espressiva - rappresentano il moderno, l’intuizione, la percezione. I vuoti permettono di vedere dentro la scultura e captarne l’essenza, la forza, il contenuto. Daniele è quel che si vede ma è anche quel che non c’è. Si percepisce ancora l’eco del martello che batte il rame ed il sibilo del gas che brucia, gli odori acri di una reazione chimica che tutto cambia e trasfigura. Nato in Brasile nel 1971, Miceli vive e lavora a Roma. Apprende i rudimenti del disegno allo studio d’arte Lolli. Frequenta corsi di oreficeria e ceramica Raku. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti e premi nazionali.

Libera materia

Silvia MINEO

50 x 60, tecnica mista su tela, 2012

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La bellezza, la purezza e la naturalezza del corpo nudo sono oggi accerchiate e assediate dalle sovrastrutture della contemporaneità. L’energia primaria e profonda che muove ogni singola anima su questo pianeta rischia di essere corrotta e contaminata in ogni momento della vita. Nata a Grosseto nel 1982, Silvia Mineo coltiva fin da piccola la passione per le arti visive e la danza, attraverso le quali approfondisce la conoscenza del corpo. Frequenta una scuola d’arte privata per le tecniche miste e lo studio di pittura di Manuela Vannini.


44 x 82 x 17 cm, tecnica mista: legno, gesso, foglia di rame ossidata su supporto in pietra, 2012 Sul legno di questa vecchia tavola per lavare si sono sfiorate le mani della lavandaia e quelle dello scultore. La forza e la ragion d’essere dell’opera scaturiscono dalla somma di questi strumenti poderosi di lavoro e creazione. Un passaggio di testimone che lega indissolubilmente sensibilità, epoche e contesti diversi. Due realtà che si incontrano per diventare portatrici di reciproca memoria. Quelli che una volta erano rivoli d’acqua, sapone e cenere, sono adesso colate di materia ossidata.

Luca MOMMARELLI

Emozioni # 1

Nato a Firenze nel 1964, Mommarelli frequenta le botteghe artistiche di Santo Spirito dove apprende le antiche tecniche di decorazione di cornici a guazzo, cesello e sbalzo, vetrate liberty e modellato. Scultore itinerante, ricava la materia prima delle sue opere dai boschi del Mugello.

Ruah

Radice della vita, essenza della ricerca umana, dimensione interiore ed esteriore senza spazio e senza tempo, l’eterno contemporaneo. Padre e madre, alchimia tra maschile e femminile, potenza generatrice primitiva. Fonte di liberazione e di resurrezione. Nata a Milano nel 1972, Cristina Mora vive e lavora fra Bussero e Vezza d’Oglio. Con una laurea in Scienze Sociali e una in Pittura conseguita all’Accademia delle Belle Arti di Brera, si dedica da allora alla ricerca pura nell’arte.

Cristina MORA

150 x 150 cm, grafite su carta, 2012

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Angelo PETRUCCI

Totem 74 x 200 x 30 cm, olio su tela, supporto di legno, 2012

È il corpo femminile nudo, ricreato, materico, da un lato angosciato e contratto con il viso nascosto, dall’altro disteso, con una maschera che cela i lineamenti. Girando attorno si colgono i particolari, la sovrapposizione cromatica. Il dipinto a olio è realizzato su tela di iuta rigorosamente preparata a mano secondo le antiche tecniche. È la tradizione, reinterpretata, voluta, cercata e proiettata verso l’innovazione. Nato a Genova nel 1954, Petrucci ha frequentato la scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Brera a Milano. Vive e lavora tra Genova, Rimbocchi, Chiusi della Verna ed Arezzo.

Cole Matrem Terram

Rossella RISPOLI

199 x 200 x 35 cm, olio su tela ettagonale, scultura in gesso e legno, 2012

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La tela, progettata e costruita dall’artista, è ettagonale per richiamare la forma di una pietra preziosa. L’opera raffigura una donna nuda e incinta, una Dea rivolta verso Dio. Il ventre è il pianeta Terra, con il corpo fatto di acqua, perché nell’acqua è nata la vita primordiale e nell’acqua vive il feto per nove mesi. Incinta perché la Natura è perennemente feconda, in continua creazione di sé, in un eterno ciclo rappresentato dall’antico simbolo dell’uroboro, il serpente che si morde la coda. Ai suoi piedi c’è un altare in legno, gesso, stoffa e cera, su cui sono poggiate ciotole contenenti i doni che la Natura offre all’uomo. Nata a Orbetello, Rispoli coltiva la sua passione per l’arte al liceo artistico di Grosseto prima e poi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove consegue la laurea in pittura. Nel biennio specialistico elabora una tesi sull’affresco.


140 x 100 x 3 cm, fotografia, 2012 L’opera rappresenta la città di Orbetello e unisce l’antica tecnica del mosaico alla moderna arte fotografica. Un mosaico che raccoglie scatti fotografici del passato e del presente, indicando così la strada verso il futuro. 300 foto recuperate da parenti e amici o ritrovate in vecchi quaderni di scuola, sono state catalogate per colore, in modo da creare le sfumature, ottenendo i 1886 tasselli che compongono l’opera. L’immagine guida è una foto scattata dal Monte Argentario che ritrae la città dalla vista ovest.

Manuele SABATINI

Musiva illusione

Nato nel 1988 a Orbetello, Sabatini sta completando gli studi in Medicina veterinaria a Pisa con l’obiettivo di specializzarsi nella cura di animali esotici. Coltiva fin da piccolo una grande passione per la musica, la danza e il disegno.

Falsi tesori perduti di sirene in Laguna

Abito scultura composto da un tubino in taffetà blu notte cucito quasi interamente a mano e impreziosito da applicazioni in vetro e materiali di riuso. La coda è formata da reti da pesca in nylon e in cotone. I colori sono quelli del mare e della Laguna, i materiali rimandano ad un immaginario lontano di leggende di sirene. Presente un richiamo all’artista Niki De Saint Phalle. Nata a Orbetello nel 1988, Violante Santoro, dopo la maturità classica, frequenta l’università della moda a Firenze. Ad un evento di Pitti immagine espone una pochette realizzata con materiali di riuso, ispirandosi all’artista Niki De Saint Phalle. A Parigi frequenta uno stage sul tessuto.

Violante SANTORO

150 x 50 x 135 cm, tecnica mista, 2012

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Simona SIGNORINI

Passi importanti 75 x 125 x 50, tecnica mista, olio su tela, legno, cartone, fotografia, 2012

Installazione polimaterica a terra con materiali di recupero della prima metà del Novecento. Il modesto involucro di cartone è trasformato da una luce in uno scrigno prezioso. Fra tenui bagliori prendono posto 12 forme di legno che appartenevano al nonno calzolaio. Vecchie e consumate, conservano la forza portentosa che aleggiava nella bottega. In precario equilibrio, poi, la tela che raffigura una strada che parte da lontano e arriva all’oggi. Un paesaggio luminoso e coloratissimo fa da sfondo a due piedi penzolanti, la terra diviene scenario surreale di pensieri e sogni infantili. Nata a Grosseto nel 1973, Simona Signorini, dopo il liceo artistico, si laurea in decorazione all’Accademia delle Belle Arti di Roma.

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14 x 42 x 10 cm, scultura in travertino, gesso, alabastrino, rami di timo, 2012 L’opera dialoga attraverso un gioco di specchi e di rimandi sul significato del rapporto tra corpo e mente attraverso elementi basici. La testa rappresenta la meditazione, la riflessione, l’ascesi data dai fumi dell’incenso; identifica ogni forma di attività psichica che penetra l’uomo. Corpo e mente sintetizzano un binomio inscindibile. È una lettura binaria della precarietà risolta artisticamente con l’instabilità della colonna che sottolinea il movimento laterale, nella compostezza della testa.

Gennj TRENTINI

Radici di timo, radici di mito, ci dirà di moti

Nata a Perugia nel 1978, Gennj Trentini, dopo la maturità all’Istituto statale d’arte Betto, si laurea in Conservazione dei beni culturali con una tesi sulla storia delle arti applicate all’oreficeria. Si è poi formata alla scuola edile di Siena nella lavorazione artistica di materiale lapideo e dei metalli. Vive e lavora a Tuoro sul Trasimeno, in aziende che realizzano manufatti artistici, come stemmi araldici, bassorilievi, targhe e pannelli decorativi.

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Gennj TRENTINI 22

Reiterazioni 22 x 118 x 22 cm, scultura in travertino, ferro, specchio, 2012

L’opera accoglie la figura della ripetizione come scansione del tempo nell’universo. La metafora dell’albero rovesciato - citato in Platone, nella tradizione ebraica e in quella islamica, così come in quella italiana di Dante o del Frezzi - è rappresentativo del rinnovamento in forme diverse. Vegetazione che incarna e rivela il sacro. Da qui la scelta reale e metaforica dello specchio: riflessione identica ma non sempre necessariamente uguale a se stessa, pur conservando la propria identità.


80 x 150 x 4, mista olio su tela e lino ricamato, 2012 La donna, primordiale creatrice di vita, è legata indissolubilmente agli elementi della natura che è a sua volta madre di ogni forma. I segmenti di filo colorati che si intrecciano per dare vita a nuove forme rappresentano questo costante legame tra l’essenza femminile e la natura. Nata a Firenze nel 1969, Sara Vaggelli, dopo il liceo artistico, si specializza in restauro di dipinti. Ha lavorato in uno studio di animazione di cartoni animati. Oggi è disegnatrice per Intrecci, nota azienda fiorentina. Dipinge per passione da sempre.

Sara VAGGELLI

Elettra

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