Bassi_bolles+wilson-architetti

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UniversitĂ degli studi di Genova FacoltĂ di Architettura Corso di Laboratorio di Progettazione V A.A 2012-2013 Prof. Arch. Marco Casamonti Arch. Mattia Cadenazzi_ Arch. Federica Poggio

BOLLES

Carlotta Bassi Matricola: 3273403

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WILSON


RIFERIMENTO IMMAGINI| AUTORI

BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

1_Julia Bolles-Wilson _ Ritratto _ Fred Plassmann 2_Peter Wilson _ Ritratto _ Fred Plassmann 3_Julia Bolles-Wilson e Peter Wilson _ Ritratto _ Fred Plassmann 4_Architetti all’interno dell’edificio per uffici al porto vecchio di Münster da loro progettato _ Fred Plassmannt

Se articoli di riviste: Nome Cognome autore-titolo rivista-casa editicevolume-numero- nemuero di pag. iniziale e finale Se tratto da libri: Nome Cognome autore-titolo del libro-numero edizioneluogo edizione-casa editrice-numero pagina inziale e finale Inserire link dei siti utilizzati

JULIA BOLLES-WILSON Julia B. Bolles-Wilson, nasce a Münster (Germania) nel 1948, si laurea in architettura nel 1976 al Politecnico di Karlsruhe; dal 1978 frequenta studi post laurea alla Architectural Association di Londra, dove svolge attività di ricerca sotto la guida di Rem Koolhaas. Tra il 1981 e il 1986 insegna alla Chelsea School of Art a Londra, dal 1996 insegna progettazione architettonica all’Università di scienze applicate di Münster. Nel 1980 Bolles & Wilson aprono il proprio studio professionale a Londra; lo trasferiscono a Münster nel 1987. 1

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PETER WILSON Peter L. Wilson, nato a Melbourne (Australia) nel 1950, studia architettura alla University of Melbourne e alla Architectural Association di Londra dove si laurea nel 1974 e dove svolge attività di ricerca sotto la guida di Rem Koolhaas. Tra il 1974 e il 1988 insegna alla Architectural Association. Dal 1994 al 1996 è visiting professor alla Kunsthochschule Berlin Weissensee. Nel 1980 Bolles & Wilson aprono il proprio studio professionale a Londra; lo trasferiscono a Münster nel 1987.


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01_WLV Office Building

06_ Banchina panoramica-casa bridgewatchers 11_Stazione di depurazione dell’acqua

02_Appartamenti in Bernhardstrasse

07_Banca LB Nord e Camera di Commercio

12_Casa Witt

03_ Biblioteca civica

08_Sede Volksbank

13_ Complesso Raaks

04_Centro Commerciale Brink

09_Edificio per uffici ZKV-WVK

14_Ampliamento Municipio di Willich

05_Niewue Luxor Theatre

10_ Sede mondiale Adidas

15_Complesso edilizio WOhn + Stadtbau

16_ Masterplan Nuova Monteluce


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project: WLV Office Building typology: office realization: 1991-1996 address: M端nster_Germania

project: Appartamenti in Bernhardstrasse typology: housing realization: 1994-1997 address: M端nster_Germania

project: Biblioteca civica typology: public realization: 1993 address: M端nster_Germania

project:Centro Commerciale Brink typology: public realization: 1996-1999 address: Hengelo_Olanda

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project: Niewue Luxor Theatre typology: public realization: 1996-2001 address: Rotterdam_Olanda

project: Banchina panoramica e casa dei bridgewatchers typology: public realization: 1997 address: Rotterdam_Olanda

project: Sede Banca LB Nord e Camera di Commercio typology: office realization: 1997-2002 address: Magdeburgo_Germania

project: Sede Volksbank typology: public realization: 1997-2000 address: Borken_Germania


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project: Edificio per uffici ZKVWVK typology: office realization: 1998-2000 address: Münster_Germania

project: Sede mondiale Adidas typology: public + office realization: 1999 (concorso) address: Herzogenaurach_Germania

project: Stazione di depurazione dell’acqua typology: public realization: 2000-2001 address: Münster_Germania

project: Casa Witt typology: housing realization: 2000 (concorso, primo premio) address: Amburgo_Germania

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project: Complesso Raaks typology: public realization: 2000-2011 address: Haarlem_Olanda

project: Ampliamento del Municipio di Willich typology: office realization: 2001-2003 address: Willich_Germania

project: Complesso edilizio WOhn + Stadtbau typology: housing e office realization: 2001-2004 address: Münster_Germania

project: Masterplan Nuova Monteluce typology: public realization: in fase di realizzazione address: Perugia_Italia


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project: WLV Office Building typology: office realization: 1991-1996 address: Münster_Germania

1_Prospetto sud 2_Sezione verticale facciata sud e dettaglio frangisole 3_Vista d’insieme 4_Interno 5_Particolare delle scale e esploso schematico dell’edificio 6_Schizzo

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 http://www.bolles-wilson.com/flash/

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L’edificio ospita gli uffici locali che si occupano di servizi psichiatrici della città di Münster. La superficie riflettente della facciata realizzata mattoni invetriati verde scuro, anima questa forma monolitica. Una superficie ambigua di alternanza tra luce e oscurità del cielo. L’edificio è un blocco unico nel tessuto urbano. Un isolato animato dal passaggio della ferrovia che provoca una curvatura della facciata del fronte principale. Per chi viaggia in treno l’edificio WLV è un evento di pochi secondi ed è possibile che il suo inarcamento e il suo tetto sospeso vengano percepiti come effetti della velocità. Gli uffici sono disposti su tre piani e occupano 7000mq, al piano terra si trovano negozi mentre all’ultimo piano vi è una mensa-ristorante per i dipendenti. Per schermare il sole, nel prospetto sud, la copertura avanza oltre il filo della facciata. Una serie di eventi significativi “disturbano” la regolarità della pianta, come falsi ingressi o la sala riunioni del terzo piano in cui si trova un grande tavolo per più di trenta persone. L’obiettivo centrale che si pongono i progettisti non è l’alta teconologia, ma l’essenziale: le cose semplici, ben fatte e di lunga durata.


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project: Edificio per appartamenti in Bernhardstrasse typology: housing realization: 1994-1997 address: Münster_Germania

1_Planimetria piano terra 2_Rappresentazione generale 3_Sezioni 4_Vista 5_Vista 6_Dettaglio delle terrazze e dei giardini

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 http://www.bolles-wilson.com/flash/

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L’edificio viene realizzato nel 1997 a Münster: ospita 26 appartamenti. Una maglia fitta di linee stradali e blocchi abitativi in un modesto quartiere in scala residenziale. Il tema è più della “comoditas” di Vitruvio o l’esplicita narrazione architettonica.I confini precisi tra sfera pubblica e privata sono ancorati a un mattone scuro,color petrolio,solido, tipico della Germania settentrionale. In contrasto con i piani superiori in intonaco bianco risaltà la massività dell’edificio più basso che caratterizza l’intera costruzione. I due strarti incorniciano terrazze private. I 26 appartamenti sono ordinati in senso verticale. Piccole unità adatte per gli anziani o monolocali con giardino di sotto, gli appartamenti più grandi al primo piano sono dotati di spaziosi balconi mentre i due piani superiori sono organizzati come maisonette. Una semplificazione della vita quotidiana si riflette anche nelle scelte per gli interni, realizzati con una tavolozza ridotta di materiali: legno, pietra, gesso.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Biblioteca civica typology: public realization: 1993 address: Münster_Germania

1_Planimetria generale 2_Stratificazione edificio 3_Dettaglio dell’interno 4_Facciata esterna 5_Vista dalla strada 6_Dettagli dell’interno

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 Münster City Library_Francisco Sanin_ London_Phaidon_1994 http://www.bolles-wilson.com/flash/

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Una zona d’ingresso trasparente che ospitacaffetteria e salone dei giornali conduce, attraverso un supermercato delle informazioni al banco informazioni principale sul ponte di collegamento. Questo a sua volta è adiacente a pile di libri. L’atmosfera è tranquilla, studiosa. I libri delineano la parete esterna curva, una scala drammatica conduce verso il basso attraverso un vuoto di 22 m, alla libreria multimediale seminterrata , che a sua volta si collega al cortile di fronte alla biblioteca per bambini e alla zona superiore di ingresso. Fino a 4.000 utenti entrano ogni giorno in questa biblioteca. La Biblioteca di Münster è stata la prima grande commissione pubblica importante per Bolles + Wilson. Dopo più di dieci anni rimane vicino alle prime biblioteche della Germania. Una verifica non solo della funzionalità, ma anche dell’attenzione al dettaglio, alla molteplicità spaziale e all’ambiente e all’atmosfera interna. La complessità della forma totale dell’edificio sono derivati ​​da organizzazione interna e da un’ attenta ri-costituzione del contesto frammentato. Una nuova strada pedonale lungo l’asse della vicina Chiesa Lamberti divide la massa non trascurabile della Biblioteca. Questa fessura nel volume biblioteca è chiusa con schermi piegati, al di fuori di rame, all’interno pannelli di legno fonoassorbenti. Con la facciata appena ridipinta e il nuovo controllo automatico la Biblioteca civica di Münster, al suo diciannovesimot anno, resta vicino alla vetta della classificia delle migliori biblioteche pubbliche della Germania.


04 project: Centro Commerciale Brink typology: public realization: 1996-1999 address: Hengelo_Olanda

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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

1_Planimetria generale 2_Vista assonometrica 3_Prospetti 4_Copertura trapezoidale 5_Lato nord della piazza

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 http://www.bolles-wilson.com/flash/

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ll Centro Commerciale Brink con i suoi 15.000 mq di shopping tenta di dare maggiore unità a tessuto urbano di Hengelo. Un modulo incalzante è rappresentato prima di tutto dalla griglia di colonna che costituisce il parcheggio sotteraneo. Una logica invisibile che determina la geometria dei singoli edifici sopra. A livello della strada, il complesso crea una coreografia urbana che lega strade e il modesto contorno, rafforzando il tessuto.na diversa scala di urbanità alla modesta dopoguerra circonda. L’impiego di mattoni di colori diversi crea un effetto “maculato”, che dona una texture ricca alla facciata. Lo spiovente trapezoidale del tetto richiama, attraverso il suo carattere semi-indistriale, la fabbrica attorno alla quale la città di Hengelo è cresciuta. Questo grande ombrello di alluminio è un involucro architettonico dello spazio neutrale dello shopping. I 44 metri del Campanile elettronico sono costituiti da pannelli prefabbricati in calcestruzzo bianchi. In cima la luce dell’orologio a LED e in basso l’emissione degli schermi video. Il calcestruzzo è anche qui mezzo di informazioni. Il nome Brink serializzato viene impresso su tutta la superficie e diventa una texture.


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project: Niewue Luxor Theatre typology: public realization: 1996-2001 address: Rotterdam_Olanda

1_Planimetria generale 2_Prospetto principale 3_Sezioni

BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 Teatri e luoghi per lo spettacolo_O.Lanzarini_A.Muffato_Milano_Electa Architettura_2008 http://www.bolles-wilson.com/flash/

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La costruzione del teatro s’inquadra in un programma di rinnovamento e riconversione funzionale che ha interessato le aree portuali della città sul finire del secolo. In realtà il rosso “blob” del teatro, già nel 1995 costituiva parte integrante del piano di risistemazione che lo studio tedesco Bolles + Wilson aveva redatto per il fronte fluviale a nord-est del ponte Erasmo. Al piano era seguita la costruzione di tre piccoli manufatti: una cabina di controllo per i ponti levatoi sulla Mosa, il progetto di un colonnato d’acciaio collegato a un ristorante sub lungofiume e una torre detta “dei numeri mobili”, che aggiornava il traffico marittimo sulle condizioni meteorologiche. Nel 1996 è stato indetto un concorso per la progettazione di un nuovo teatro, proprio nell’area dove Bolles e Wilson hanno collocato il loro “blob”. La nuova costruzione ha il compito di rinverdire la gloriosa tradizione del vecchio Luxor, unica sala di Rotterdam sopravvissuta ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il concorso è vinto da Bolles e Wilson, in evidente continuità con i tre interventi appena completati nella zona. Nella proposta degli architetti, la forma del “blob” è trascritta in un nastro avvolgente che contiene il sistema dei percorsi e dei servizi attorno alla sala, al primo piano e disposta sull’asse ovest-est del lotto. Questo nastro rosso, composto con fasce orizzontali di pannelli in fibrocemento dipinti, è bucato in più punti. Percorrendo i foyer si può così godere di una vista panoramica sul rinnovato skyline di Kop van Zuid. La forma aerea dell’involucro, che cinge nel proprio inviluppo il corpo funzionale del teatro, serve da supporto all’insegna “Luxor”, in un richiamo alla facciata luminosa del vecchio Luxor. Il tema conduttore del colore rosso, utilizzato per i rivestimenti esterni, per le pareti dei foyer e per la sala, rappresenta anche un tributo agli interni del teatro predecessore. I caratteri cubitali dell’insegna del nuovo Luxor, segnalano il nodo principale dei percorsi, sull’angolo nord-est del lotto. Questo corpo sottile, sostenuto da un pilastro in cemento armato a staffa, è saldato con la banda curva del prospetto nord e si piega in sommità per formare una sorta di portale monumentale, che inquadra il volume chiaro della sala. monumentale, che inquadra il volume chiaro della sala. Al di sotto di questo si trova l’ingresso per il pubblico, che dà accesso al foyer e al guardaroba, ricavati sotto la cavea. Essa è retta da tre sostegni a tripode (due montanti a sezione circolare in acciaio e un montante in cemento armato). Il riferimento al linguaggio nautico è giustificato dal contesto: la presenza del porto suggerisce naturalmente, nelle forme dell’architettura navale. navale. È evidente l’analogia con la Philharmonie di Hans Scharoun a Berlino, nella distribuzione dei percorsi pubblici, che si articola su tre lati dell’edificio, mentre la zona di retropalco a est è dedicata agli spazi di servizio. Si tratta di spazi ottenuti sottraendo il vuoto del teatro vero e proprio dal volume racchiuso dalle facciate. Gli spettatori del Luxor, dopo aver lasciato gli abiti nel guardaroba e aver salito la scala che conduce al primo piano, imboccano una lunga rampa gradonata che

costeggia a ovest la facciata curva, parallelamente alla parete di fondo della sala. Tramite questa rampa il pubblico raggiunge la quota del secondo piano, sul fronte opposto agli ingressi, e accede al sistema di scale che collega le due gallerie ai livelli superiori, dove si apre un foyer a tutta altezza affacciato sul Rijnhaven, lo Rijnfoyer, appunto, sul quale si protende il ballatoio del foyer del terzo piano, raggiungibile tramite più scale. In questo punto dell’edificio, una vetrata strutturale schermata da elementi frangisole e rivolta verso il bacino portuale, interrompe la fascia avvolgente esterna. L’inserimento della rampa monumentale consente a Bolles e Wilson di sfruttare spazialmente una necessità funzionale legata alle caratteristiche del teatro: il percorso interno ricalca infatti quello di una seconda rampa carrabile che al livello inferiore permette agli automezzi di raggiungere dalla strada la zona di retropalco, al primo piano. Il percorso è ricavato dentro una grande trave reticolare inclinata, in cemento armato dipinto d’arancione. Vicino all’ingresso della zona di scarico, si trovano gli spazi di retropalco ,“green room” per il riposo degli artisti, spogliatoi, camerini, uffici, depositi, che circondano la torre scenica a est dell’edificio. La sala del teatro assume un assetto tradizionale. Essa è contenuta in una struttura in cemento armato e coperta da travi reticolari in acciaio, disposte longitudinalmente. Al suo interno 1535 posti sono distribuiti su una porzione di circonferenza di circa 30°, puntata verso lo spazio parallelepipedo della torre scenica. Le poltrone della sala, progettate in collaborazione con il designer Ton Haas, richiamano nel colore rosso la sala del vecchio Luxor. Le luci sono incassate in tessere di domino giganti ap-pese al soffitto. Al contempo, le superfici per la riflessione del suono, progettate dall’artista Joop van Lieshout, diventano «nembi accartocciati». Tra di esse, composizioni tipografiche in bianco rigano l’intradosso dei ponti mobili, dove sono istallate le luci del palco. Al di sotto del grande portale, che su un montante presenta un’insegna luminosa e sull’altro un’insegna dipinta, si trova un «cast anamorfico»», disposto sullo spigolo della “scatola” del teatro. Le immagini di cinque attori tratte dall’archivio del teatro Luxor sono dimidiate e distorte sullo spigolo: chi proviene dall’asse viario del ponte Erasmo, per un attimo potrà vederle ricomporsi sulla facciata edificio. Più in generale, a dispetto dell’apparente formalismo di queste soluzioni, Bolles e Wilson intrecciano abilmente leitmotiv tipici delle avanguardie funzionaliste. Innanzitutto, nel nuovo Luxor è attuata una rilettura del cosiddetto “funzionalismo anni venti”. Alla luce dell’ idea di un rispecchiamento “onesto” tra interno ed esterno, si può comprendere come la forma continua del Luxor interpreti con efficacia il suo ruolo di nodo urbano, ponendo in collegamento visivo gli spazi pubblici dei foyer con un contesto soggetto a radicali trasformazioni. Perciò le bucature si aprono, libere da qualsiasi tracciato regolatore.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Banchina panoramica e casa dei bridgewatchers typology: public realization: 1997 address: Rotterdam_Olanda

1_Modello della nuova banchina 2_Vista d’insieme 3_Studio per la realizzazione della casa dei Bridgewatchers 4_Casa dei Bridgewatchers 5_Torre dei Numeri Mobili 6_Studio per la Torre

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Il dinamismo del porto, delle chiatte che navigano il Reno, delle gru galleggianti e, oggi, delle barche taxi, influenzano questo nuovo quartiere urbano. Il molo di Bolles+Wilson comprende un piccolo edificio per la società che gestisce l’area portuale, la realizzazione di un lungofiume d’uso pubblico e la futura integrazione di un edificio per ristorante. Il sedime è stato creato artificialmente, ricorrendo a una palificazione subacquea e auna piastra in cemento armato prefabbricato. La rimozione dei sostegni sotto il casello di controllo del ponte e il colonnato in acciaio è una conseguenza della limitata disponibilità di zone di appoggio stabili. Una rampa di basalto, simile a una passatoia, colma il dislivello di 1,5 metri tra la strada e il molo. Essa prosegue oltre il sito, scendendo verso il fiume per incontrare la marea in arrivo. Il casello di controllo del ponte si sviluppa su due piani, uno per le apparecchiature elettroniche e una per la polizia portuale e il personale che sovrintense all’apertura del ponte.La facciata bianca è omaggio al vicino ponte Erasmo. Viene realizzata inoltre una torre detta “dei numeri mobili”. Cinque “scatole” di LED che proiettano numeri utili e inutili: l’ora, uno “0” lampeggiante, la temperatura, un cubo casuale e la popolazione mondiale.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Sede Banca LB Nord e Camera di Commercio typology: office realization: 1997-2002 address: Piazza del Duomo_Magdeburgo_Germania

1_Planimetria generale 2_Dettaglio della facciata 3_Particolare d’angolo della piazza 4_Vista d’insieme 5_Particolare delle scale interne 6_Particolare di un interno

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L’ ampia piazza della più antica cattedrale gotica della Germania è incorniciata a est e a nord dal neo-barocco (post-guerra ricostruita) del Parlamento e della Cancelleria per lo stato della Sassonia-Anhalt. Il recinto della piazza si completa con questi due nuovi blocchi che ospitano una banca (LB Nord), la Camera di Commercio, uffici, negozi e ristoranti. Il più ampio contesto urbano è nobile, ma malconcio ed eterogenee al limite. Solo frammenti occasionali del medievale o del 19 ° secolo prussiano restano, abbandonati in mezzo alla distesa di alloggi costruiti dal governo socialista. Con la riunificazione tedesca e il conseguente boom edilizio Magdeburgo, come la maggior parte delle città della Germania est, è stata teatro di una ricostruzione. Nel conseguente clima di depressione economica, i due blocchi della Domplatz rappresentano le fondamenta per un qualitativo investimento a lungo termine nella cultura della città. I due blocchi sono divisi in tre (tre utenti), con l’introduzione del ‘Bankgasse’ che taglia in due e anima il blocco più grande, ed estende il viale alberato da Domplatz verso la vicina San Sebastiano. Una strategia compositiva di sequenze scenografiche (esterne ed interne), e dettagli significativi (angoli serpentina), geometrie rigorose e momenti poetici. Il rigore volumetrico della facciata alta venti metri, con finestre accoppiate, è migliorato dalla texture particolare che vede l’abbinamento di variazioni di colore del blu/grigio della pietra.Una ricchezza tattile non dissimile da quella irregolare delle cattedrali di pietra dell’800.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Sede Volksbank typology: public realization: 1997-2000 address: Borken_Germania

1_Planimetria piano terra 2_Dettaglio delle scale interne 3_Sezione longitudinale 4_Prospetto vetrato sulla strada 5_Veduta d’insieme 6_Interno

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La banca virtuale ha modificato non solo gli scambi di tutti i giorni, ma anche la configurazione della banca stessa. Esigenze contraddittorie di apertura e solidità sono state qui risolte in sezione come un ‘ombrello di discrezione’. Una drammatica sala vetrata costituisce la hall della banca e si apre sul fronte della strada, mentre internamente si abbassa da tre a un piano di elevato. Sopra vi è un volume di mattoni pieni che contiene le camere discrete della banca tradizionale. Stanze aperte e stanze discrete sono quindi legate a formare un edificio-scatola. Sopra la materialità ricca di un ruvido “tappeto” in mattoni, sotto l’astrattismo del vetro con linee verticali. La forma semplice agisce come un’ancora in un contesto non strutturato e caotico. All’interno appena il soffitto si abbassa, si apre una nuova prospettiva verticale: una scala centrale, un toplit con pannelli in legno cut-out che porta ai piani superiori, dove si trovano la caffetteria panoramica e le stanze scolastiche. Questa scala è illuminata da una colonna di vetro internamente illuminata, che è sia strutturale che effimera, così come il denaro. Una seconda colonna illuminata segna l’ingresso, un ruolo iconico, indelebile che localizza la banca nella città di Borken.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Edificio per uffici ZKV-WVK typology: office realization: 1998-2000 address: Münster_Germania

1_Planimetria generale 2_Dettaglio dei serramenti 3_Sezione trasversale 4_Vista della pista ciclabile che attraversa la facciata 5_Vista di un interno 6_Schizzo di progetto

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Un edificio che crea una nuova piazza nel piano della città, in una zona di transizione tra edifici monumentali di amministrazione del diciannovesimo secolo e la scala più piccola delle case a schiera. Attraversata da una pista ciclabile, la forma a U dell’edificio per uffici crea una sorta di piazza-rampa. Le biciclette passano sotto un grande portale, attraverso la facciata dell’edificio. La faccita in legno laminato e vetro dona alla costruzione leggerezza e trasparenza. l principio che anima questo sito e il programma che vi sta dietro è quello della ricerca attenta dei dettagli e di una coreografia che si crea con asequenza spaziale di ingresso, ambienti di passsaggio e sale riunioni. Il tutto si traduce in un inserto urbano chiaro e preciso, scultoreo nella sua forma, ma anche oggetto e contenitore.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Sede mondiale Adidas typology: public + office realization: 1999 (concorso) address: Herzogenaurach_Germania

1_Planimetria del contesto 2_Planimetria dell’area di progetto 3_Planimetria di una delle tre aree di progetto 4_Plastico di studio dell’area 5_Sezione 6_Planimetria degli uffici e dei campi sportivi

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Il marketing globale e senza luogo di Adidas chiede al mezzo tangibile dell’architettura di ancorare e concretizzare i suoi miti. La posizione di Adidas nella più profonda Baviera (Herzogenaurach), città natale di Addi Dassler, dà al nuovo campus per lo sport un’aura di tradizione. Allo stesso tempo, la ristrutturazione di una base militare e di un aeroporto crea una sorta di Mini Nazioni Unite dello Sport. Al centro del complesso si ha un triangolo naturale, la natura prosegue anche lungo tutto il percorso da jogging senza ostacolare i corridori, sisuccedono infatti pioppi, ciliegi e roveri.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Stazione di depurazione dell’acqua typology: public realization: 2000-2001 address: Münster_Germania

1_Planimetria 2_Prospetto laterale 3_Sezioni 4_Vista d’insieme 5_Vista notturna 6_Particolare delle pompe che si vedono in controluce

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 http://www.bolles-wilson.com/flash/

Una vetrina, una sottile cornice in cui si vedono le pompe e pluviali in silhouette controluce al tramonto. Due sono i componenti fondamentali: uno rettangolare e uno circolare, divisi graduamente da una linea di pioppi. Forme cartesiane che “galleggiano” in un parco inguarato dal Dalai Lama con la posa di unapietra commemorativa e rinominato Parco della Pace.

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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Casa Witt typology: housing realization: 2000 (concorso, primo premio) address: Amburgo_Germania

1_Planimetria generale 2_Planimetria dell’edificio 3_Sezione longitudinale 4_Prospetto sud 5_Modello di studio 6_Modello di studio

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Il sito della casa Witt si presenta già come un parco. Ci si è limitati a introdurre alcuni dossi ondulati, “tirando” poi il prato come un tappeto, coprendo la zona di ingresso e creando un giardino suburbano ma con dimensione paesaggistica che circonda e divide questa casa multigenerazionale. Un corrimano celato, posto sopra la copertura verde facilita l’incontro tra la collina e il cielo. Un orizzonte privato, un grado di apertura e vastità che solitamente si ritrova solo nelle case di campagna o affacciate su uno specchio d’acqua. L’alzato diviso, mostra alla strada due padiglioni: uno per i ragazzi e i bambini e uno con due appartamenti per i genitori. Un volume lineare situato nel lato est del giardino risolve i problemi di esposizione nord-sud. Il sole del mattino colpisce la cuscina e la camera padronale, il sole del pomeriggio raggiunge la facciata ovest con i living space. La protezione dal sole è integrata con dei frangi sole posti a 25 cm di distanza dal prospetto ovest. L’immagine moderna che viena trasmessa non è quella della tradizionale facciata in mattoni tedesca, ma quella della bianca spazialità della Maison La Roche o delle Ville di Berlino dei Fratelli Luckhardt. Le pietre bianche della facciata donano dignità e solidità alla trasparente e spaziosa architettura.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Complesso Raaks typology: public realization: 2000-2011 address: Haarlem_Olanda

1_Planimetria generale 2_Sezione 3_Dettaglio della facciata con arco del XIX secolo

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001

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Processi di trasformazione, in particolare quelli relative alle delicate città storiche a grana fine come Haarlem sono complessi e di lunga durata. Nel caso del progetto Raaks ci sono voluti più di dieci anni per evolvere dal Masterplan urbano considerato (Donald Lambert Kraaijvanger Urbis) attraverso una serie di workshop, per arrivare al risultato finale, che è stato aperto nel mese di ottobre 2011. All’inizio allo studio Bolles + Wilson è stata data la responsabilità per il blocco più esterno di questa zona altamente riqualificata, che si intreccia quasi senza soluzione di continuità con l’adiacente piccola scala del tessuto urbano, un quartiere. Il blocco esterno deve proteggere dal traffico e invitare i pedoni, deve essere visibile prendendo però rispettosamente il proprio posto nella sequenza delle facciate che definiscono il limite storico della città medievale. L’ avvio di laboratori in sito ha riunito i rappresentanti di quartiere, i rappresentanti della città, sviluppatori e architetti - Bolles + Wilson, Claus en Kaan, Jo Crepain. Il complesso mix funzionale è iniziato con un grande cinema al piano superiore e un casinò sottorrenaeo e ancora sotto un parcheggio per croupier e giocatori del casinò. Anche a questo livello le funzioni sono ben distinte, con un passaggio che porta dalla faciata rappresentativo alla rete interna dell’edificio. Era stato richiesto che vi fossero poche finestre, troppe avrebbero distratto dal gioco nel casinò. A un certo punto però il Casinò è diventato un municipio. Questa era l’occasione attesa per ricavare le finestre mancanti e di inventare un tipo di battente che potesse essere installato sia in posizione arretrata rispetto alla linea di facciata, sia a filo con la muratura o sporgente della superficie edifici. Il municipio è, naturalmente, un edificio significativo e rappresentativo che ha richiesto quidi ulteriori studi; il risultato è stato una pelle di mattoni mossa da strisce

http://www.bolles-wilson.com/flash/

che avanzano e rientrano a due a due. All’inizio della evoluzione del progetto la conservazione dell’edificio del XIX secolo sul sito Bioscoop è stato discusso. Era, come si può immaginare alquanto incompatibile con il nuovo uso. La strategia alternativa per Bolles + Wilson era selezionare vari componenti emblematici da mettere da parte e finemente lavorati e restaurati integrarli poi nel nuovo blocco. L’adozione della tecnica di Verona di Carlo Scarpa di sospendere frammenti significativi di fronte a muri di sostegno, qui offre allo spettatore attento una stratificazione storica, un sottotesto che anima e scandisce momenti localizzati. Due statue che possono, una volta aver suscitato moti di ‘virtù’ o ‘prudenza’ ora si trovano arroccate su una mensola angolare su misura ad osservare la piazza interna, oppure come angeli del traffico sul parcheggio di ingresso. Altri archi, sculture, pietre scolpite, relitti di navi, ancore sono accuratamente posizionati per animare gli spazi stradali, i muri ciechi e il passaggio che taglia in due il blocco, separando nettamente interno ed esterno.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Ampliamento del Municipio di Willich typology: office realization: 2001-2003 address: Willich_Germania

1_Planimetria 2_Dettaglio della facciata 3_Sezione longitudinale 4_Facciata d’ingresso 5_Dettaglio 6_Scale interne

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001 http://www.bolles-wilson.com/flash/

L’ingresso allo Schlosspark di Willich è incorniciato dal Municipio e dal nuovo edificio per i dipartimenti tecnici del Municipio. L’ingresso con la copertura a sbalzo e la facciata trasparente della nuova aggiunta presenta le sue funzioni, come una vetrina. La parete di fondo è realizzat in un discreto e modesto mattone.che racchiude in un discreto e modesto mattone industriale, in linea con il contesto che lo circonda e allo stesso tempo dialoga con le vicine Casa Lange e Casa Esters di Mies van der Rohe. 1

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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Complesso edilizio WOhn + Stadtbau typology: housing e office realization: 2001-2004 address: Münster_Germania

1_sezione/ dettaglio...../prospetto fronte sud-est.... 2_sezione/ dettaglio...../prospetto fronte sud-est.... 3_sezione/ dettaglio...../prospetto fronte sud-est....

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001

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Entrando in città da nord la strada dritta si inclina leggermente in salita, non una topografia drammatica ma abbastanza per risvegliare aspettative - ‘lì sarò in citta’. La silhouette scolpita dell’edificio Wohn + Stadtbau esalta questo dramma topografico. La sua posizione di cresta è critica. Le facciate in gesso dei due volumi edilizi in varianti tonali di bianco, grigio e giallo danno una seconda lettura dell’ articolazione della superficie. La facciata dell’edificio arretra dalla strada molto trafficata e diventa un foyer trasparente. La lobby al piano terra facilita il traffico intenso dei visitatori, gli spazi di attesa si estendono fino al cortile interno e alle sale riunioni del primo piano. Il Wohn + Stadtbau occupa il piano terra e il primo piano, i piani superiori contengono un ricco mix funzionale, uffici, studi medici, palestre e appartamenti.


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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA

project: Masterplan Nuova Monteluce typology: public realization: in fase di realizzazione address: Perugia_Italia

1_Modello di studio Nuova Monteluce 2_Sezione 3_Modello edifici residenziali

Architekturbüro Bolles+Wilson_El croquis editorial_Madrid 2001

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La realizzazione della nuova Monteluce, per posizione e dimensioni, rappresenta un’opportunità unica di riqualificazione di una vasta area della città di Perugia con caratteristiche di assoluta unicità. L’area dell’ex Policlinico occupa una posizione di assoluta importanza, sia per effetto della vicinanza con il centro storico della città, sia per effetto della presenza, all’interno del sito e nelle immediate vicinanze, di manufatti storici di grande interesse. I valori che il progetto esprime sono la risposta alla carattere dei luoghi e si riconoscono nel rapporto che il progetto instaura con la storia, la collettività ed il paesaggio Attraverso un concorso internazionale di idee, si sono confrontati sul tema cinque studi di architettura di fama internazionale: Bolles+Wilson (Germania), Italo Rota (Italia), MVRDV (Olanda), Lacaton&Vassal (Francia) e Abalos&Herreros (Spagna). L’intervento proposto da Bolles+Wilson, sulla base del quale è stato redatto, con alcuni adattamenti, il progetto attuativo, interpreta gli obiettivi del bando e si distingue in particolare per la definizione di un nuovo complesso urbano fortemente riconoscibile, autonomo ma integrato con la città storica, sostenibile e rispettoso delle preesistenze. Propone un assetto che, tra ovest ed est, distribuisce i nuovi spazi tra l’esistente piazza Monteluce, il cui convento funge da portale di accesso, due nuove e grandi aree interne divise dal padiglione E dell’ex ospedale ed uno spazio verde. Introduce, in risposta a una delle principali richieste del concorso, un organismo urbano in cui molteplici destinazioni d’uso s’integrano, andando a costituire una nuova parte di città. Planimetricamente, il primo nuovo spazio introdotto, una piazza posizionata alle spalle del convento, ospita diverse e simbiotiche funzioni prettamente pubbliche: a nord sono collocati, all’interno di un edificio polifunzionale, moderni uffici ai piani alti e spazi commerciali a livello della piazza; sul lato sud un centro congressuale e un albergo, che annette anche parte dell’attiguo convento, introducono alla porzione di parco sottostante e si aprono verso il panorama della città storica. Il secondo spazio è costituito da un’altra piazza situata oltre il padiglione dell’ex ospedale, attraverso il quale viene aperto un collegamento che rafforza la prospettiva dell’insieme; l’ambiente che ne deriva, coniugando vita sociale e urbana, ospita a nord le residenze per studenti e a sud spazi commerciali , un asilo e altri

http://www.bolles-wilson.com/flash/ http://www.nuovamonteluce.com/sezione.php?id=3

servizi, questi ultimi all’interno di un edificio chiuso superiormente da una terrazza panoramica ombreggiata da un’interessante struttura sospesa. Nella parte nord dell’area, la cappella dell’ospedale, altra preesistenza salvaguardata, viene valorizzata ed integrata all’interno di un nuovo blocco dedicato a servizi socio-sanitari, adiacente ad un ampio parco che in futuro accoglierà anche una scuola. Le residenze libere, panoramiche e sviluppate in piccoli edifici di massimo cinque piani, occupano il lato sud dell’area e sostituiscono, laddove possibile, i demoliti volumi dell’ex ospedale confondendosi nel verde. L’intervento si propone un rapporto tra innovazione e tradizione, nelle funzioni introdotte accanto alle preesistenze ma anche nelle scelte architettoniche e nel linguaggio degli edifici: a tal fine i progetti, curati da diversi architetti italiani, saranno tra loro armonizzati nel rispetto del master plan. Le aree verdi in progetto, che interrompono il sistema delle piazze, circondano le residenze libere e convenzionate e occupano la parte orientale del colle nonchè un’estesa fascia a sud. In tutto realizzano circa il 40% degli spazi per standard urbanistici richiesti e salvaguardano il patrimonio arborico esistente, composto da sempreverdi e conifere. I flussi circolatori interni alla nuova area privilegiano i percorsi pedonali e sono impostati lungo assi est-ovest che conducono da piazza Monteluce sino al rinnovato polo universitario a valle di via del Giochetto. La viabilità attuale viene prevalentemente mantenuta per accessi di emergenza e di servizio, con volumi di traffico ridotti. Grande attenzione alla sostenibilità ambientale dell’intervento è data anche nel posizionamento dei parcheggi, il 90% dei quali si trova al di sotto delle nuove piazze, su diversi livelli e con accessi tali da non appesantire la viabilità circostante. Infine, grazie al futuro prolungamento del mini metro - la cui stazione è prevista in prossimità della prima piazza - l’area sarà collegata al resto della città con un significativo miglioramento dell’accessibilità. La giuria, pur considerando il rischio dell’eterogeneità della proposta nelle sue parti, ha apprezzato la soluzione perché instaura un dialogo tra gli interventi ex novo e due delle preesistenze, alterna sapientemente gli spazi e propone, all’interno di uno stimolante mix funzionale, interessanti soluzioni architettoniche e spazi pubblici di grande qualità.


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