UniversitĂ degli studi di Genova FacoltĂ di Architettura Corso di Laboratorio di Progettazione V A.A 2012-2013 Prof. Arch. Marco Casamonti Arch. Mattia Cadenazzi_ Arch. Federica Poggio
HANS KOLLHOFF
Serena Benvenuto Matricola: 3199549
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RIFERIMENTO IMMAGINI| AUTORI
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA
1_Ritratto 2_Ritratto 3_Ritratto 4_Ritratto
Jasper Cepl-Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti-2003 by Mondadori Electa spa, Milano
Hans Kollhoff nasce nel 1946 a Lobesnstein, in Turingia. Nel 1953 la sua famiglia si rifugia all’ovest e si stabilisce nella Baviera del nord, dove Kollhoff trascorre la sua adolescenza. Dopo la maturità decide di studiare architettura a Karlsruhe, dove insegna Egon Eirmann, senza dubbio il più noto docente di architettura della Germania della sua generazione, dal quale acquisisce alcune lezioni fondamentali, quali l’amore per il dettaglio. Dopo tre semestri, Kollhoff entra nello studio dell’architetto Gerhard Assem, di Karlsruhe, un ex collaboratore di Eirmann; dopo quattro anni si trasferisce nello studio di Assem a Vienna e, per un anno, lavora nell’atelier di Hans Hollein dove lavora per un allestimento della gioielleria Schullin a Vienna. Nel 1975 ritorna a Karlsruhe per terminare i suoi studi. In occasione della tesi elabora un progetto per il risanamento per la zona sud di Karlsruhe, mostrando già uno spiccato interesse per la qualità delle metropoli e la prassi costruttiva all’interno della città. In questi anni Kollhoff rimane molto colpito dal modo in cui Oswald Mathias Ungers affronta il progetto, sviluppando l’architettura dalla logica del terreno. Si reca così da Ungers a Colonia dove gli viene attribuita una borsa di studio dal DAAD (Deutscher Akademischer Austausch-Dienst) per studiare da Ungers alla Cornell, una delle più interessanti scuole di architettura dell’epoca che attrae architetti esordienti da tutto il monfo, ad esempio Rem Koolhass. Collabora con Ungers fino al 1978, anno in cui apre il suo studio a Berlino, prima con Arthur Ovaska e poi, dal 1984, con Helga Timmermann, studentessa a Darmstadt, poi collaboratrice negli studi berlinesi di Ungers e Sawade. Lo studio si afferma con il progetto nell’ambito dell’IBA per il complesso residenziale di Victoria, presso il Berlin Museum, a Kreuzberg (198086). Segue un periodo di progetti vigorosi e di manifesti disegnati, di esperimenti con forme scolpite, ma anche di un rinnovato interesse per la possibilità di creare nuovamente spazi urbani. Ne è un esempio il progetto per il concorso per Fasanenstrasse a Berlino del 1983. L’idea che l’ “eclatante mancanza di spazio dell’architettura moderna” sia soprattutto un effetto della pianificazione urbana del moderno porta Kollhoff a mettere sostanzialmente in dubbio la gittata e le possibilità di questa. Per la periferia di Nantes, nel 1988, non progetta un ampliamento urbano, ma un gigantesco oggetto nel paesaggio aperto, una macchina urbana. Kollhoff la chiama “Atlanpole”, una sorta di città implosa che rappresenta un’intensificazione della città tradizionale. Durante questi anni di oppone apertamente all’IBA, affermando che tutto ciò che possiede rilevanza a Berlino non è frutto di un progetto urbanistico, ma di risultati architettonici che si sono imposti con sforzi contro gli schemi urbanistici consueti. Spera inoltre in una trasfigurazione della periferia, vista come un luogo malinconico e allo stesso tempo euforico e con un potenziale di riutilizzo notevole.
Cambia però il suo pensiero a seguito dell’unificazione della Germania. Dopo quarant’anni la città non deve essere reinventata, ma bensì ritrovata nel suo complesso, ricercata nella sua idea tradizionale, accresciuta attorno al suo centro. Come Adolf Loos, egli vede il compito dell’architetto nell’affinamento della forma tramandata per convenzione e sperimentata, è interessato a una costruzione che realizzi con gli strumenti del presente qualcosa di confrontabile con il passato, con una particolare attenzione per il dettaglio. L’attenzione di Kollhoff si rivolge anche all’aspetto tettonico dell’architettura; cerca perciò di trasporre gli elementi scultorei dell’edificio isolato nel rilievo della facciata. Ne è un esempio la sovrapposizione delle lastre in pietra naturale, realizzata per la prima volta nell’isolato 208 della Friedrichstrasse a Berlino. Kollhoff analizza ex novo le possibilità espressive del rilievo tettonico in ogni progetto, a seconda del tipo, del luogo e del materiale da costruzione. Ad esempio, nel grattacielo su Postdamer Platz del 1993, realizza un nuovo rilievo e un nuovo gioco d’ombre, caratterizzati da una fine tessitura che conferiscono all’edificio un aspetto filigranato e un effetto dinamico di tensione verso l’alto. Nel contributo di Koolhoff all’architettura della metropoli spicca lo spazio urbano della nuova Walter-Benjamin-Platz a Berlin-Charlottenburg, dove risalta la forza di sostegno dei colonnati senza capitelli a cui è dato corpo. Il merito di Kollhoff consiste nell’aver indotto la propria categoria a riflettere in maniera autocritica sul mestiere, non nell’aver insistito in una ricerca affannosa di idee architettoniche sempre nuove e neanche nell’aver annunciato progetti molto promettenti. Invece di profilarsi come avanguardista nella professione, Kollhoff cerca di prestare ascolto ai suoi committenti e di contribuire alla loro felicità privata, a un’atmosfera in cui si possa vivere liberi della costrizione di manifestazioni progressive pomiticamente corrette. Con la Villa Gerl a Berlino (1997-200), Kollhoff dimostra quanta intensità e complessità siano possibili ancora oggi negli interni, e si libera definitivamente delle censure che vengono ancora imposte alla corporazione degli architetti, affermando che non tutto per essere moderno deve sembrare sempre più astratto e bianco, ma che bisogna imparare la lezione della storia per non risultare anacronistici. Conclude dicendo che “ cosa sia artistico in architettura sono comunque le future generazioni a deciderlo”. Abbandona quindi la via del modernismo per tornare alla tradizione intesa come vincolo e come traduzione. “Siamo arrivati a un punto in cui l’atrazione, la politura hanno un termine, un punto in cui dobbiamo di nuovo costruire un’intensità architettonica a partire dalla struttura.” Il lavoro di Kollhoff è esemplare perchè segue questo tortuoso sentiero.
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a_Berlino, Germania b_Amburgo, Germania c_Lipsia, Germania d_Francoforte sul Meno, Germania e_Amsterdam, Olanda f_ Nantes, Francia g_ Bolzano, Italia
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01_Complesso residenziale Victoria_a
06_Allestimento per una sfilata_a
11_Edificio per abitazioni_a
16_Edificio per abitazioni, negozi e uffici_a
02_Edificio per abitazioni_a
07_Concorso per Atlanpole_f
12_ Landeszentralbank_c
17_Villa Gerl_a
03_Centro giovanile_a
08_Edificio per abitazioni KNSM-Eiland_e 13_Isolato 208_a
18_Edificio a torre Daimler Chrysler_a
04_Concorso per il museo etnografico_d 09_Asilo infantile diurno_d
14_Edificio per abitazioni e uffici_b
19_Ristrutturazione Cassa di risparmio_g
05_Municipio di Spandau_a
15_Leibniz-Kolonnaden_a
20_Edificio a torre Mainplaza_d
10_Complesso residenziale_a
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project: Residenze Victoria typology: housing architect ** realization: 1980-86 address: Lindenstrasse,Berlin
project: Edificio per abitazioni typology: housing architect:** realization: 1983-87 address: Luisenplatz, Berlin
project: Centro giovanile typology: educational architect:** realization: 1986-88 address:Demminerstrasse,Berli
project: Museo etnografico typology: museum architect:** realization: 1987 address: Francoforte sul Meno
project: Municipio di Spandau typology: public architect:** realization: 1987-88 address: Berlin-Spandau
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project: Allestimento sfilata typology: performance architect:** realization: 1988 address: Hamburger Bahnhof
project: Concorso per Atlanpole typology: mixed used/utopic architect:** realization: 1988 address: Nantes, Francia
project: KNSM-Eiland typology: housing architect:** realization: 1991-94 address: Amsterdam, Olanda
project: Asilo infantile diurno typology: kindergarten architect:** realization: 1992-94 address: Francoforte sul Meno
project: Complesso residenziale typology: housing architect:** realization: 1992-94 address: Malchower Weg, Berlin
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project: Edificio per abitazioni typology: housing architect:** realization: 1992-94 address: Seesener Strasse,Berlin
project: Landeszentralbank typology: offices/administrative architect:** realization: 1993-96 address: Lipsia
project: Isolato 208 typology: public/offices architect:** realization: 1994-96 address: Friedrichstrasse, Berlin
project: Abitazioni e uffici typology: housing/offices architect:** realization: 1995 address: Kehrwiedrfleet,Hamburg
project: Leibiniz-Kolonnaden typology: housing/public/offices architect:** realization: 1995-2001 address: Walter-Benjamin-Platz
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project: Abitazioni negozi uffici typology:housing/public/offices architect:** realization: 1997-99 address: Pariser Platz, Berlin
project: Villa Gerl typology: housing architect:** realization: 1997-2000 address: Berlin-Dahlem
project: Daimier Chrysler typology: offices architect:** realization: 1997-2000 address: Potsdamer Platz, Belrin
project: Cassa di Risparmio typology: bank architect:** realization: 1997-02 address: Waltherplatz, Bolzano
project: Mainplaza typology: housing architect:** realization: 2000-02 address: Francoforte sul Meno
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Complesso residenziale Victoria typology: housing realization: 1980-86 address: Lindenstrasse, Berlin-Kreuzberg
1_Studi di pianta e di facciata 2_Prospetto principale e pianta del piano tipo 3_Vedute parziali dei prospetti
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L’edificio nei pressi del Berlin Museum può essere letto contemporaneamente come critica e condivisione della tradizione architettonica e urbanistica del XIX secolo e del moderno. All’interno della tradizione del moderno, l’edificio è sviluppato a partire da principi seriali ed è leggibile come una dorma a grande scala. In questo caso si vuole affermare un impianto residenziale contrapposto alla parcellizzazione degli isolati costruiti soltanto sui fronti. Anche se si tratta di un lotto progettato, costruito e amministrato da un unico committente, la sequeenza si sviluppa in fabbricati distinti. Abbiamo infatti degli edifici di testa sulla Lindenstrasse e su Alte Jakobstrasse,, un edificio a torre che libera l’accesso all’interno dell’isolato, due costruzioni davanti al muro spartifuoco, poco profonde a causa delle cattive condizioni di aerazione e illuminazione, in cui il giardino d’inverno si presenta in torri collocate davanti ai fabbricati, una costruzione con appartamenti di piccolo taglio per anziani e disabili, tre costruzioni a pianta molto profonda. La trasformazione morfologica avviene in facciata e anceh in pianta fino ai dettagli. Per la pianta e la facciata gli elementi determinanti si sviluppano come sistemi indipendenti tra di loro, scorrono uno accanto all’altro. Nella loro sovrapposizione emerge necessariamente l’immagine volumetrica e spaziale. Ne risulta una stratificazione della facciata in profondità, che è un carattere saliente della tradizione edilizia abitativa berlinese. In facciata però troviamo un distacco consapevole dalla costruzione delle Siedlungen moderne: la facciata non viene articolata e monumentalizzata in senso funzionalista dal corpo scale, ma da elementi dell’edilizia residenziale urbana tradizionale: sporti, giardini d’inverno, balconi. La costruzione nel logico orientamento a sud, costituisce un isolato urbano e, con il suo corrispettivo dall’altra parte, una strada di città. In contrapposizione a un “credo” del moderno, l’edificio ha un fronte e un retro chiaramente riconoscibili.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
L’orientamento principale è forzatamente quello pubblico, verso la strada. La parte a nord è invece il retro, la zona più privata, consegnata a elementi casuali e al bisogno di espressione individuale. Per quanto consentono la normativa edilizia e le disposizioni relative alle esigenze dell’edilizia residenziale, la tipologia è sviluppata a partire dai principi della pianta libera. Il confronto critico con il moderno e lo storicismo diventa palese sulla Lindenstrasse; qui si tratta di inserire l’edificio in una sequenza di architetture monumentali di rilevanza storica. Alla pesante e lunga facciata dell’edificio Victoria (risalente alla fine del secolo) porgiamo un fronte molto stretto, risolto in un parallelepipedo intonacato e in clinker. Il passaggio netto tra rivestimento in clinker e intonacatura fa da mediazione tra la strada privata e il Berlin Museum. L’effetto volumetrico ben definito della nostra facciata verso la Lindenstrasse provvede ad un avvicinamento in scala all’edificio Victoria; la discrepanza che risulta dalle differenze altezze dei piani viene superata dal verticalismo delle portefinestre. Non interessa giungere a un’mogeneità, ma assumere, nei confronti della sostanza storica, un atteggiamento rispettoso e contemporaneamente consapevole, basato sui bisogni dettati dal tempo. Il processo progettuale morfologico non è mirato a un’ultima sintesi; al contrario, scorge addirittura un particolare fascino nel fatto che lo stadio finale sia solotanto una sezione temporale all’interno di un processo progettuale potenzialmente infinito.
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Edificio per abitazioni typology: housing realization: 1983-87 address: Luisenplatz, Berlin-Charlottenburg
1_Prospetti verso ovest 2_Piante dei piani ocupati da alloggi 3_Veduta generale sul lato concavo su Luisenplatz
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Due costruzioni longilinee e sfalsate l’una rispetto all’altra, divise dall’Eosanderstrasse, ricostruiscono il margine spaziale dei due isolati situati tra Sprea e OttoSuhrAllee, orientato verso la Luisenplatz. Si crea così per le abitazioni un favorevole orientamento est-ovest con vista su Luisenplatz, castello e giardino, accentuato da una vasta vetrata a serra che domina l’intero progetto, mediatrice tra il carattere privato della casa per appartamenti e quello pubblico della Luisenplatz e del castello. La casa di Luisenplatz vuole essere un tentativo di intendere l’edilizia residenziale non più come costruzione di quartieri ma come urbanistica. Essa appare come un solido cubo di mattoni la cui linea di base marca un preciso margine verso lo spazio pubblico. Ai lati corti sono sistemati dei negozi, gli appartamenti al piano terreno sono organizzati come piccole case a due piani con ingresso separato e proprio numero civico. La scala è quella urbana; l’effetto miniatura, evidente ne l contrasto tra gli edifici residenziali odierni con il loro elevato numero di piani e il contesto degli anni della rivoluzione industriale viene attutito dalla grande finestra della serra alta quattro piani che abbraccia insieme all’ampia gestualità della copertura Luisenplatz. Il carattere esemplare del complesso residenziale si basa anceh sulla morfologia delle piante che risulta dal riferimento dello stretto fiardino d’inverno a tutta la largezza dell’appartamento. Il giardino d’inverno come cuscino termico permette di “stare all’aperto” davanti all’appartamento nei mesi di transizione. Esso viene sfruttato in vario modo come superficie aggiuntiva e inteso dagli abitanti sempre più come possibilità di autorappresentazione. La costruzione è costituita da profili d’acciaio prefabbricati alti un piano che vengono fissati con mensole ai lati delle lastre dei solai. Una giuntura continua garantisce l’aerazione per ovviare all’acqua di condensa e per ogni
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
due elementi è stata realizzata un’ala di aerazione in modo da poter aprire ampie parti della facciata durante l’estate per evitare il surriscaldamento. Per una protezione contro il sole sono purtroppo mancati i mezzi. Oggi a Berlino si tende troppo facilmente ad accettare il processo di suburbanizzazione per assecondare, a scapito della città, l’allettante immagine di abitare nel verde. Luisenplatz vuole essere un’alternativa.
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project: Centro giovanile typology: educational realization: 1986-88 address: Demminer Strasse, Berlin-Wedding
1_Piante dei tre livelli 2_sezione/ dettaglio...../prospetto fronte sud-est.... 3_Prospetti dell’edificio
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Il progetto consiste in una sostanziale rielaborazione di un progetto già concluso, nel fedele mantenimento del volume, della pianta e dei costi. Attraverso la demolizione dell’edificio della scuola esistente, il centro giovanile acquista autonomia. Crea uno spazio per sè nel quale sviluppare un carattere proprio. Un’idea già esistente per l’utilizzo dell’esterno (una rampa sul lato occidentale della costruzione) viene ripresa e formulata come tema dell’edificio: “l’edificio come scala”. La scala si avvolege in modi differenti intorno alla costruzione, fino al tetto. I gradini possono cambiare ogni volta il loro carattere, a volte è una scala con una funzione precisa, a volte un luogo dove sedersi. Da tutti i piani è possibile passare, attraverso porte-finestre, sulle terrazze. In questo modo si risolve allo stesso tempo il problema delle vie di fuga in caso di emergenza (la seconda scala richiesta dalla normativa viene introdotta come elemento ludico). Il concetto di un “edificio da percorrere” stimola i giovani ad appropiarsene. Viene mantenuto il volume, solo leggermente spostato, riorganizzandolo all’interno in piccole parti; l’ingresso principale è collocato a metà dell’edificio, sulla Demmier Strasse; a questo si collega il foyer e poi, slittato di mezzo livello, il percorso principale che conduce alla sala. Le toilette, che prima chiudevano il percorso verso la sala, sono disposte nella parte orientale, i locali di deposito nella parte buia dell’edificio. La cucina rimane collegata alla sala; attraverso una porta-finestra stabilisce un rapporto con l’esterno. Il tetto a capanna in contraddizione con il concetto di un “edificio da percorrere” viene sostituito da una copertura piana. Il ritmo di base della facciata viene segnato dall’edificio della scuola (una griglia di circo 1,50 m); tuttavia, dove la pianta lo permette, attraverso le irregolarità degli spazi retrostanti, inizia un gioco alterno di simmetria e asimmetria, tra grandi e piccoli formati.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
Lungo tutte le facciate, anche quelle “orizzontali” (terrazze, giardini sospesi), viene utilizzato il mattone. Nella parte superiore della facciata si alternano in un ritmo di tre filari (18,7 cm= altezza di un’alzata) pietre rosse e blu smaltate. L aparte basamentale è caratterizzata da superfici monocromatiche. In questo modo essa acquista un’orizzontalità sulla quale risalta la distribuzione delle aperture delel finestre.
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project: Progetto di concorso per il museo etnografico typology: museum realization: 1987 address: Francoforte sul Meno
1_Piante dei quattro livelli 2_Sezione longitudinale 3_Scomposizione dei volumi
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Il progetto viene inteso come una ricostruzione ex novo del museo etnografico e non come un ampliamento delle ville utilizzate a tale scopo. Il problema dell’organizzazione interna del blocco, insieme alla necessità di mantenere una superficie per parcheggio il più grande possibile, viene risolta con un corpo che ha bisogno di una minima superficie edificata in pianta, appena più grande di quella delle ville. Su questa base, che appare nell’impianto come una villa proiettata verso l’interno, si sviluppa il volume architettonico, un aggetto in direzione nord-sud nel quale viene creata una punta che si spinge, tracciando un segno, tra le ville già esistenti. Il corpo si present acosì, attraverso il Meno, come un edificio pubblico con un’ immagine architettonica fortemente incisiva. Non vengono toccate le ville che sorgono intorno, apprezzandole quindi nel loro significato storico. Anche nei confronti dell’edificio del Museo di arte applicata, il progetto cerca un rapporto di tensioni antitetiche, guidato dalla convinzione che nel contrasto ci sia il rispetto per ciò che esiste: alla stratificazione frammentata del progetto di Richard Meier si contrappone un’unità figurativa, alla complessità visiva un carattere associativo immagnifico, al movimento la calma. Sulla scorta delle strutture per “ponti a campata libera”, l’edificio diventa una costruzione in cemento cavo staticamente efficace nel suo complesso. All’interno il cemento rimane a vista e dà l’impressione di uno spazio scavato. All’esterno possiede una pelle di vetro. Ne risulta una leggibilità ambigua, tra la pesantezza volumetrica e la sospensione, provocata dai riflessi. La copertura praticabile che lascia penetrare la luce dall’alto viene costruita come un soffitto cassettonato in vetro-cemento.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
Gli impianti vengono collocati liberi al di sotto del soffitto oppure davanti alla parete. L’organizzazione interna è chiare e leggibile, al centro si colelgano zone ben definite. Il fusto verticale del volume con i suoi aggetti conferiscono all’edifico una direzione univoca, un fronte e un retro.
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project: Restauro e sistemazione dell’ingresso del municipio Spandau typology: public realization: 1987-88 address: Berlin-Spandau
1_Pianta dell’area dell’ingresso prima e dopo l’intervento e prospetto dello schermo in acciaio 2_Sezione longitudinale dell’atrio 3_Veduta dell’atrio
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Con il restuaro del salone principale del municipio Spandau, anche all’atrio di ingresso spetta una forma moderna e ordinata. Il muro d’ingresso viene eliminato e sostituito con uno zoccolo altro 2,97 m che, a partire dal livello del basamento del salone principale, definisce lo spaio interno dell’atrio d’ingresso. Lo zoccolo segue l’allineamento dei due avancorpi esterni dei pilastri della torre ed è realizzato in travertino persiano giallastro tagliato in lastre di circa 1,00/1,25 m , montate su una sottostante struttura in acciaio. Nella zona di passaggio sono previste due porte scorrevoli a due ante in vetro che si aprono comandate da uns ensore radar pe ril controllo degli spostamenti. Le porte scorrevoli sono dotate di un meccanismo automatico che le apre in caso di emergenza. La sporgenza sullo zoccolo che si crea per l’arretramento di 40 cm della parete superiore offre lo spazio per l’illuminazione sui lati. i vecchi gradini della scala sono stati sostituiti con blocchi di pietra naturale di granito belga grigio. I gradini sono studiati in modo tale da coincidere con le fughe orizzontali e verticali dello zoccolo della parete. Il pavimento viene rivestito dello stesso materiale, seguendo una griglia di circa 45 x 45 cm. Le pareti del passaggi veros il vano ascensore e la zona della portineria, sono realizzate in trevertino. Dalal aprete d’ingresso vengono rimosse le saracinesce esistenti, sostituendole con una chiusura metallica a tutta altzza che serve d aprotezioen contro gli scassi. Quando il municipio è aperto, viene raccolta davanti ai pilastri addossati alal parete se è chiuso, viene chiusa anch’essa attraverso un meccanismo automatico, proteggendo così porte e finestre.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
La porta esterna centrale esistente viene dotata di un comando a impulsi che controlla l’apertura del passaggio di destra per disabili. Entrambe le porte si aprono nelal direzione di fuga, mentre l’ala di sinistra è fissata da una sicura mobile.
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project: Allestimento per una sfilata typology: performance realization: 1988 address: Hamburger Bahnhof, Berlino
1_Pianta e sezioni trasversale e longitudinale 2_Passerella per le sfilate appesa alla struttura della stazione con tiranti d’acciaio 3_Vista degl interni 4_Vista degli interni 5_Vista degli interni
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
Il progetto di allestimento è stato predisposto per la sfilata dei modelli della stilista Claudia Skida in occasione del “1. Dressater faschion show”. La Hamburger Bahnhof, nella sua funzione originaria, e l’installazione per il Dresser sono accomunati dalla massa (viaggiatori, spettatori) in attesa. Gli elementi del progetto sono: la piastra in acciaio della passerella, sulla quale l’illuminazione cade dall’alto, fluttua come un ponte sospeso sugli spettatoti, senza dividere lo spazio; il volume di cemento, cavità e scala libera. 1
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project: Progetto di concorso per Atlanpole typology: mixed use/utopic realization: 1988 address: Nantes, Francia
1_Piante delle aree per l’università, per le attività sportive, roof garden e torri d’abitazione 2_Piante dei livelli da 15 a 24 dell’hotel, da 10 a 14 degli spazi espositivi, da 1 a 9 degli spazi d’esposizione e del piano terra 3_Prospetto laterale e sezione prospettica
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Il potenziale della città del futuro si misurerà sugli spazi di cita contemporaneamente disponibili. Chi lavora in un laboratorio di ricerca o nei capannoni industriali raggiunge il proprio campo da tennis e la propria abitazione in pochi minuti. Seduro sulla propria terrazza, chi qui dimora sa che in cinque minuti può essere in un auditorium di una grande città, in una discoteca o in un ristorante. Ha un’offerta infinita di possibilità e può decidere in un attimo. Le nuove tecnologie rendono possibile l’abitare il lavorare insieme. La suddivisione degli ambiti di vita perde il suo significato. Si confondono i confini tra le professioni e le attività consuete. Alla tendenza a una specializzazione professionale si contrappone un accresciuto bisogno di contatti personali informali anche in un ambito privato. Ne risulta l’immagine di una città compatta, che non si riesce più ad afferrare riflettendo sulle “mappe”, nonostante le nuove tecnologie liberino un potenziale utopico che suggerisce una relazione con le fantasie rinascimentali di una città ideale. Prende forma una sorta di città implosa, che rappresenta quasi un concentrato e un’intensificazione della città tradizionale. Immaginiamo perciò il centro delle comunicazioni di Atlanpole come una grande casa che port ain sè l’energia di tutta una città, situata come edificio isolato nel paesaggio libero. Una macchina sul fiume Erdre, un satellite della città di Nantes. In questa proposta vediamo anche l’ultima possibilità di non perdere il fascino del paesaggio che per l’Atlanpole è il tesoro più prezioso. Un’edificazione intensiva, per una destinazione universitaria, industriale e anceh residenziale, è perciò fuori discussione. Il palese processo di suburbanizzazione può essere ancora fermato, perchè lascia intravedere un concetto generale, già presente in germe: un concetto di forme a grande scala in analogia all’arte romantica dei giardini.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Fritz Neumeyer- Hans Kollhoff- Editorial Gustavo Gili, S.A. , Barcelona, 1991
Abbiamo davanti agli occhi una simbiosi di natura e macchina quasi surreale, ma divenuta alla nostra portata grazie alle possibilità tecniche, una simbiosi che tende non soltanto al fascino degli oggetti creati dalla mano dell’uomo nel paesaggio, ma che soprattutto vuole rendere utilizzabile anche il fascino che c’è nel guardare fuori dall’auto, verso il paesaggio. Sotto un’immagine apparentemente distratta il progetto ospita, seguendo il semplice principio del sandwich, mondi completamente differenti, con una vita propria caratterizzata, in comunicazione tra di loro. Qui la combinazione dell’università e di un grande albergo rappresenta l’idea portante, ceh assicura la possibilità di una vita cittadina, per tutto l’anno, ad ogni ora, e che produce un clima del tutto particolare nel contesto paesaggistico e nel legam edi ricerca e industria.
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Edificio per abitazioni nel quartiere residenziale KNSM-Eiland typology: housing realization: 1991-94 address: Amsterdam, Olanda
1_Pianta quarto piano 2_Pianta pian terreno 3_Vista attraverso la corte d’ingresso sul passaggio nell’ala nord
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel Lotus, n° 94, 1997, pagine 74-78
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La volumetria dell’isolato definita dal piano regolatore, una semplice cubatura edificata sulla base di un rettangolo di dimensione 170x56 m con una corte centrale circolare al suo interno, è stata sottoposta durante l’elaborazione del progetto a una graduale trasformazione morfologica. Senza intaccare l’unità del corpo edilizio, la volumetria dell’isolato è stata modificata in maniera plastica fino a raggiungere la forte espressione caratteristica dell’edificio. Le caratteristiche del luogo e il tema dell’incarico si sono sviluppati con una certa autonomia per fasi sucessive diventando una forza carica di forma. Innanzitutto si è reso necessario l’inserimento di un passaggio sull’asse trasversale dell’isolato, per collegare la strada centrale alla banchina sull’acqua. Una casa d’abitazione prospicente l’acqua, conservata e integrata nel complesso modificando in maniera simmetrica la forma originale della piazza, viene a costituire una sorta d’ingresso all’isolato. L’esigenza di luce naturale e di visuale anche per la facciata laterale di questa vecchi costruzioneha determinato la ripiegatura del fronte sull’acqua verso l’interno e la rottura con la forma data della figura circolare centrale., apparsa come un gesto adeguato a uno spazio più pubblico. Lo spazio così ottenuto d’ingresso o di passaggio si ampia e si apre, grazie all’ala ripiegata del cortile, nella parte a sud verso l’acqua. I desideri dei futuri coinquilini e del comune hanno procurato deformazioni e fenditure anche sui fronti laterali corti: per conservare i resti dell’ex parco sul porto il fronte ovest è stato aperto con un portico alto quattro piani che lascia penetrare il parco nelal corte; la necessità di avere un passaggio carrabile tra il nuovo isolato e un edificio confinante ha determinato una ripiegatura anche dell’ala est. La deformazione più consistente riguarda però l’inclinazione del tetto, che dall’ala nord di nove piani scende senza soluzione di continuità lungo le ali laterali e il fronte sud, fino alle ali della corte: lascia
penetrare il sole all’interno dell’isolato garantendo alla maggior parte degli alloggi sulla corte la vista sull’acqua. La conclusione superiore dell’isolato è come un taglio netto attraverso il volume che, insieme al klinker e alle finestre complanari con la facciata, riesce a esprimere la pesantezza materica desiderata. Allo stesso tempo i materiali naturali conferiscono all’edificio qualcosa di familiare, di comprensibile con i sensi. Nell’edificio si trovano 309 alloggi e, nel fronte sull’acqua e in quello orientale, anche negozi. La distribuzione interna nei nove piani fuori terra è stata ottimizzata economicamente al meglio secondo le normative olandesi. La differenziazione delle facciate dell’edificio produce una continua tensione tra regolarità e rottura, simmetria e assimetria, accento sulla superficie o sul volume. Verso est troviamo logge ritagliate come fessure orizzontali; a ovest balconi molto sporgenti con i parapetti in muratura di klinker; a sud il tema dominante è la forma mossa dell’isolato. Le finestre di acciaio dei wintergarten caratterizzano in maniera decisa l’immagine dell’edificio. La sua forza presenza volumetrica e la sua espressività, l’impegno del klinker, la cura nei dettgli e nell’esecuzione, oltre alla pretesa di rispondere all’esigenze sociale di costruire alloggi di alto livello in una casa di qualità collocano decisamente questo edificio all’interno della scuola di Amsterdam, radicandolo alla tradizione della città.
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project: Asilo infantile diurno typology: kindergarten realization: 1992-94 address: Ostend am Tiergarten, Francoforte sul Meno
1_Piante del primo, secondo, terzo piano e pianta delle coperture 2_Sezione trasversale sul corpo scale e sezione longitudinale sull’ingresso e sul corridoio centrale. 3_Vista sul corridoio centrale
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La particolare situazione del lotto del terreno ( l’esigua dimensione e la posizione di affaccio su un incrocio trafficato) ha dato l’impulso per la ricerca di una soluzione urbana compatta. Su una pianta trapezioidale che va allargandosi verso la strada di innalza a partire dall’interno dell’isolato un corpo edilizio elementare gradonato, che raggiunge sul ciglio della strada l’altezza di quattro piani fuori terra. La facciata spezzata, che forma un leggero angolo ottuso, prosegue la linea di fuga degli edifici lungo la strada e possiede la capacità espressiva di rappresentanza propria di un edificio pubblico. Il giardino, ben esposto al sole, è protetto e separato dalla strada grazie all presenza dell’asilo stesso. La geometria massiccia della costruzione si risolve in una cascata di corpi digradanti, con leggerezza quasi ludica, verso il giardino, sottolineata dal contrasto delle ampie superfici di vetro ocn i mattoni pieni e anche dalle tende esterne a righe bianche e blu, che affiancano alla gravitas del corpo la leggerezza di una copertura tessile. Giardino e costruzione entrano in diretto contatto grazie alle terrazze ottenute con l’arretramento di ogni singolo piano rispetto a quello inferiore. Dietro le terrazze sono disposte le aule per i gruppi o le aule multifunzionali, che si aprono e si estendono all’aperto mediante porte-finestra. Tutte le terrazze inoltre sono collegate tra di loro e con il giardino da una scala, in modo da creare un continuum fluido tra interno ed esterno. La scala che tende verso il cielo estendendosi per tutta la lunghezza dell’edificio trasforma il vincolo tecnico di una seconda via di fuga in un grande tema formale nell’architettura dell’edificio. La gradonatura viene tematizzata in tre differenti varianti e scale: volume, facciata, scala. Nell’insieme si ha l’impressione di una grande scala in mattoni a quattro gradini che, oltre la strada, permette di guardare verso lo zoo e contemporaneamente serve come tribuna per far proseguire lo sguardo verso i grattacieli di Francoforte.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
La facciata d’ingresso rinuncia a qualsiasi grande gesto verso la città. Con due finestre quadrate, un nastro di finestre in alto, lo spigolo sull’asse dell’edificio e l’ingresso sospinto fuori dalla simmetria, gli architetti disegnano un volto deformato. La facciata in klinker, anche negli altri tre lati, è portata a terra senza basamento visibile. Il klinker senza sfumature esalta il carattere monolitico della struttura. L’interno dell’edificio è suddiviso in asilo e dopo scuola. Al piano terra troviamo le tre aule per i gruppi dell’asilo che escono direttamente sul giardino, al secondo piano vi sono invece gli ambienti del dopo scuola che affacciano sulla terrazza. Il piano di emzzo rappresenta il collegamento tra questi due livelli e dospita le funzioni comuni. Al terzo e ultimo piano troviamo una stanza di lettura e un laboratorio per i bambini del dopo scuola. Le piante sono tutte costruite secondo una simmetria assiale, lungo il quale si snod ail corridoio. L’edificio è costituito da pochi materiali, per la maggior parte lasciati al naturale: il klinker rosso della pelle sterna, murato di testa, la pietra grigioverde dei davanzali, Dolomit, lasciata grezza sugli spigoli, il legno chiaro di porte e finestre, con velatura trasparente.
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project: Complesso residenziale typology: housing realization: 1992-94 address: Malchower Weg, Berlin-Hohenschonhausen
1_Piante: piano terra e piano attico 2_Prospetti: facciata principale e facciata laterale 3_Vista dell’ingresso di un edificio sulla strada privata centrale
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel Casabella, n° 632, 1996, pagine 16-21 Lotus, n°94, 1997, pagine 64-67
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Il gruppo di case per abitazione a Malchower Weg fu uno dei primi quartieri residenziali nuovi nella parte est della città dopo la riunificazione. Il complesso er un’aperta dichiarazione a favore dell’aumento di densità di aree già abitate, per frenare un’ulteriore espansione della città. Al tempo stesso si trattava del tentativo di introdurre affinamento urbano in una zona urbanicamente lacerata. Sul lotto di forma quasi quadrata, all’incrocio tra Malchower Weg e Drossener Strasse sono stati costruiti 128 alloggi nel quadro di un programma di edilizia sovvenzionata. Gli alloggi sono distribuiti in sedici case a quattro piani essenzialmente identiche, che, otto a otto, formano due blocchi intorno a giardini allungati di uso comune e definiscono verso la strada chiari margini urbani. La dislocazione aperta delgi edifici si orienta alla tipologia di costruzioni isolate della zona, ma segnala chiaramente con la sua geometria compatta e con la densità degli edifici la sua intenzionalità urbanistica. Sul terreno chiaramente delimitato la combinazione di un unico tipo edilizio ha prodotto una stupefacente varietà di aspetti urbani: densità e ampiezza, vicoli e strade, scorci in fuga verso l’esterno e propsettive spazialmente definite che sembrano catturare lo sguardo all’interno delle corti giardino. Le singole case sono distribuite lungo un asse e contengono due alloggi per piano. La pianta è costruita simmetricamente in modo da rendere possibile un ribaltamento degli alloggi, con affaccio sui tre lati, a seconda dell’orientamento. Il soggiorno e il wintergarten si affacciano a sud, sud-est o sud-ovest, le camere da letto e la cucina si trovano di conseguenza sul lato opposto. L’ampio ingresso conferisce agli alloggi un’organizzazione chiara e generosa. Le case producono un effetto elementare e, nonostante le ampie vetrate, anceh massiccio. Presentano un’articolazione classica con partizione orizzontale formata dal basamento in pietra l piano terra. dal nastro di finestre vetrate dell’attico concluso appena
sopra con l’ampio sporto del tetto e i tre piani principali costruiti con regolarità e simmetria. Le facciate sono costituite da muratura a vista convenzionale, segnata verticalmente da lesene in muratura e orizzontalmente da marcapiani in cemento che rendono leggibile la scansione della struttura a setti. I tetti leggermente inclinati in lamiera zincata sporgono notevolmente dalla facciata e conferiscono agli edifici un’aura di protezione. I materiali della facciata si distinguono per la minima manutenzione necessaria: klinker di Wittmund, cotto scuro a torba di color rosso-blu, finestre in legno non trattato, pietra arenarie verde-grigia della Vestfalia. Le mensole orizzontali decorative sono di cemento pigmentato che si avvicina cromaticamente ai davanzali. Valore particolare è stato dato all’attenta progettazione dell’ambiente d’ingresso e delle zone di distribuzione comuni. Il pavimento composto da lastre di pietra artificiale con marmorizzazione verde conferisce un accento più scuro rispetto al legno chiaro e alle pareti intonacate e tinte di bianco del vano scale e dell’ingresso. I vani scala, nonostante il parapetto in muratura, risultano chiari e illuminati. Quest’impressione prosegue negli alloggi grazie alle generose vetrate angolari dei wintergarten, alle porte finestra a tutta altezza di ogni locale o alle finestre a nastro del piano attico.
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project: Edificio per abitazioni typology: housing realization: 1992-94 address: Sessener Strasse, Berlin-Wilmersdorf
1_Pianta del piano terra e pianta del piano tipo 2_Prospetto della facciata sullo Stadtring da sud-ovest 3_Vista dell’ingresso Seesener Strasse 70e
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel Lotus, n°94, 1997, pagine 70-71
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Questo edificio residenziale nasce dal diaologo con le caratteristiche del luogo.La difficoltà di questo lotto consisteva non solo nella presenza sul lato sud-ovest di un intenso canale di traffico costituito dalla S-Bahn e dall’autostrada urbana, ma anche nel complicato accesso privato da un portone sul preesistente fronte edificato della Seesener Strasse n° 79 attraverso il giardino nell’interno dell’isolato. Il fronte sul cortile, orientato nord-ovest, diventa la parte di accesso dell’edificio, mentre a sudovest sullo Stradting è situata la vera facciata principale e anche il principale affaccio degli alloggi. La forma lineare del corpo di fabbriaca dettata dalle dimensioni dellotto viene piegata al centro e separata dalle costruzioni limitrofe sul perimetro dell’isolato. In questo modo di conservano gi alberi esistenti davanti all’edificio, ma soprattutto si conferisce alla costruzione, senza che per questo rinunci a essere parte del perimetro dell’isolato, un carattere solitario ceh si attesta nell’ampiezza del paesaggio urbano con consapevolezza e ampio respiro. Una struttura di acciaio e vetro disposta come una membrana davanti alla facciata chiude i wintergarten affiancando agli alloggi una zona tampone che protegge dai rumori e accoglie invece la luce del sole nei locali di soggiorno. Questa membrana vetrata a fisarmonica lungo tutta la facciata determina, insieme alla piegatura in senso contrario dell’edificio, la forma di questa architettura, conferendole valore e individualità. Nel quadro di un programma di edilizia sovvenzioanta sono stati qui costruiti 60 alloggi. Il piano terra e il primo piano sono occupati da duplex, il cui sviluppo su due piani è segnalat all’esterno dai wintergarten a doppia altezza, che vanno così a formare una sorta di basament o per l’edificio. Nei piani dal secondo al quarto sono invece ospitati i singoli alloggi. All’ultimo piano infine si trovano (sotto il tetto a una falda digradante verso il cortile) gli alloggi ad atrio. La particolare qualità di questi alloggi
deriva dalal forma del tetto visibile all’interno e dagli atri con la copertura vetrata ritagliati nel tetto, che sostituiscono i wintergarten e grazie ai quali le abitazioni assumono un carattere di introversione. La successione delle semplici finestre, basse e larghe, forma negli alloggi ad atrio una modanatura dell’attico che costituisce la conclusione superiore della facciata sud-ovest. La facciata nord-est sul cortile si distacca nettamente dal carattere del fronte principale enfatizzato dal vetro. Qui domina il klinker di Wittamund, murato di testa, che in questa facciata raggiunge la sua completa valorizzazione.La partitura del basamento e dell’attico determinano gli accenti e le conclusioni nella composizione di questo fronte. Gli abbini rivestiti in lamiera zincata distribuiti con regolarità lungo l’ultimo piano affaciano su un ballatoio che può essere raggiunto attravero le porte finestra degli alloggi nel sottotetto e che con il suo ampio sporto crea una chiara conclusione superiore della facciata di klinker. Il piano terra è caratterizzato dagli ingressi e dalle grande vetrate in forma di vetrina poste davanti a ogni scala. Questo basamento è rivestito di pietra verde, un granio triestino lucidato. Il carattere nobile del materiale viene esaltato nella zona d’ingresso da dettagli in ottone. Anche l’interno dell’edificio si distingue per l’attenzione nelal scelta dei materiali e nella cura del dettaglio, che conferiscono eleganza soprattutto nella zona comune di distribuzione.
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project: Sede centrale della Landeszentralbank in den Freistaaten Sachsen und Thuringen typology: offices/administrative realization: 1993-96 address: Lipsia
1_Pianta del piano interrato con cafeteria, cortile delle sculture e localis eocndari 2_Sezione trasversale dell’edificio lungo l’asse distributivo 3_Scorcio del fronte principale
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Una delle particolarità del luogo e dell’incarico consiste nel fatto che l’edificio massicico e corposo si inserisce su una struttura rustica di cinque piani nata come edificio dell afiera, ed è la prima costruzione di un futuro quartiere urbano progettato nell’area dell’ex fiera di Lipsia; questa è la prima solida pietra e il punto di riferimento per una nuova parte di città. Elementare, monolitico, senza tempo: queste sono le associazioni di pensiero che il corpo edilizio, costruito sulla forma di ua pianta geometrica di un quadrato schiacciato, sembra provocare. La struttura in colonne rotonde in cemento armato già esistente ha costituito la base dell’edificio al rustico, dopo la demolizione di alcuni elementi come i corpi scala, un edificio a un piano aggettante, numerosi sporti della facciata e le solette del quinto piano, inutilizzabili per l apresenza di travi ribassate. Anche la distribuzione è stata completamente modificata, sostituita da un sitema assiale che trova corrispondenza nella costruzione simmetrica della pianta e dell’edificio. Inoltre l’atrio dei piani alti è stato prolungato fino al piano terra, demolendo una parte di soletta del primo piano. Questo spazio con copertura vetrata diventa così non solo il punto centale dell’edificio, ma anche il culmine di una successione di ambienti che si dispongono luno l’asse di penetrazione conferendo all’edificio forte singolarità e individualità sia nelal tipologia che nella composizione. L’atmosfera chiara e ariosa dell’atrio è esaltata dal marmo Perlino dia riflessi bianchi. Tutta la facciata dei piani superiori dell’atrio è rivestita con questo fragile materiale ed è immersa nella luce che penetra dalla copertura vetrata. La struttura vera e prorpia del tetto, dove è integrata cneh la luce artificiale, è nascosta dietro uan maglia di cornici di alluminio che direziona la penetrazione della luce naturale. Al piano terra tra le colonne sono inseriti pannelli di marmo verde alti un piano, in modo che lo spazio, globalmente,diventi più leggero verso l’alto.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
Oltre l’atrio, lì dove è collocata la scala principale che porta al piano della direzione, l’asse di accesso si conclude in uno spazio completamete rivestito di mogano scuro. La scala conduce anche ad un secondo ambiente che assume un carattere particolare all’interno dell’edificio amministrativo sia nell’uso sia nella composizione: scendendo vero il basso la scala porta alla Cafeteria, dislocata nel piano inferiore e affiancata al cortile delle sculture scavato nel terreno a sud-ovest dell’edificio. La formazione di questo spazio chuso su tutti i lati ma aperto verso il cielo ha reso possibile la creazione di uno spazio esterno introverso e contemplativo che sembra ritirarsi dal vuoto incompleto di un quartiere non ancora cresciuto. I piani superiori dell’edificio sono utilizzati esclusivamente come piani amministrativi della banca centrale. Il primo piano, ovvero quello della direzione, si distingue per uan galleria che corre per tutto il piano e sulla quale si aprono gli uffici cn porte finestra.
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project: Edificio per negozi e uffici Hofgarten am Gendarmenmarkt-Isolato 208 typology: public/offices realization: 1994-96 address: Friedrichstrasse, isolato 208, Berlin
1_Pianta del piano terra, pianta del terzo piano e pianta del settimo piano 2_Prospetto su Friedrichstrasse da ovest 3_Sezione trasversale e dettaglio della facciata
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Un compito che piuò apparire aprima vista semplice: erigere nel centro cittadino un edificio per uffici nella forma di un corpo d’angolo sulle fondamenta di un isolato parcellizzat. La chiarezza tipologica del pimo abbozzo progettuale, che traduceva il programma in termini di una costruzione di grandi dimensioni, è stata presto oggetto di profonda revisione: si è infatti chiesto di conservare la casa al numero 79a della Friedrichstrasse, pur non soggetta a vincoli di tutela artistica. La struttura di questa casa era però così fatiscente che se ne è conservata solo la facciata con il primo tratto, integrandola nel corpo volumetrico complessivo. Il progetto viene così a onfigurarsi come successione di unagrande casa d’angolo, di una vecchia abitazione e di un corpo alto e stretto destinato a colmare il vuoto edilizio. Le tre parti sono collegate fra loro all’interno e hanno una facciata comune sul cortile. La casa d’angolo p l’edificio sorto sullo spazio libero, accessibili separatamente, si presentano come due unità abitative distinte, ma all’esterno rivelano di essere fate per così dire della stessa sostanza in quanto il corpo d’angolo adotta un modulo di facciata ampio, mentre quello serrato entro il vuoto edilizio ha un modulo stretto. Le case si orientano a un’altezza di gronda prefissata, ma nei piani più alti sono arretrate a gradoni a formare un angolo di 60°. La facciata di granito verde-grigio fiammato cerca di superare il conseuto schema della facciata a fori di carattere “piastrellato” per riallacciarsi alla tradizione degli edifici berlinesi per uffici e negozi d’anteguerra: la facciata si presenta tettonicamente articolata da un rilievo poco pronunciato. Le pietra naturali del rivestimento non si congiungono ad angolo ottuso con ampi intersizi lasciati di norma aperti, ma si distribuiscono in modo da sovrapporsi senza commessure visibili.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
Il pianterreno e il primo piano hanno una configurazione monolotica e fungono da zoccolo.Al di sopra si ergono i campi parietali, le lesene e i cornicioni degli altri piani.Le finestre verticali a due battenti in legno di quercia con rivestimento esterno in metallo color bronzo conferiscono alle case una nota di discreta eleganza. All’interno la funzionalità delle stanze d’ufficio standarizzate contrasta con l’impiego opulento del marmo negli atrii del pianterreno. Gli edifici aspirano a essere convenzionali nel senso migliore del termine: insieme a costruzioni analoghe intendono dar forma a uan strada, a una città. Soltanto a uno sguardo più approfondito attireranno l’attenzione su di sè.
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project: progetto di concorso di un edificio per abitazioni e uffici typology: housing/offices realization: 1995 address: Kehrwiederfleet, Amburgo
1_Piant di un piano tipo 2_Prospetto su Sandtorkai 3_Particolare facciata con sezione giardini d’inverno e facciata su Kehrwiederspitze
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Obiettivo del progetto era quello di portare ad Amburgo con questa torre per abitazioni la tipologia dell’appartamento di lusso (come esiste a Milano e in America) e al contempo di affrontare le caratteristiceh architettoniche e urbanistiche della Speicherstadt. Il grattacielo si presenta come una torre compatta, orientata su ogni lato che, elevandosi dallo zoccolo dei magazzini, contrassegna l’estremità ovest dell’Hanseatic Trade Center.La torre riceve la sua specifica configurazione dalal forma della pianta, in particolare dai bow-window dei giardini d’inverno che consentono allo sguardo di spaziare liberamente sulla città e sul porto che, facendo apparire più slanciata la massa edilizia a causa dell’articolazione in dodici avancorpi, conferiscono un forte accento verticale alla Speicherstadt (città dei magazzini). La forma del tetto coloro rame sottolinea con i suoi alti dentelli la leggerezza dell’articolazione, ma tende al tempo stesso a dare unità figuratica all’edificio per inserirlo non senza eleganza nel profilo di Amburgo. L’espressione architettonica intende esplicitamente uniformarsi al carattere visivo della Speicherstadt, in bilico tra un doveroso rispetto del contesto storico con la realizzazione senza compromessi di un nuovo compito edilizio in un luogo molto importante della città.La cesura tra la torre destinata ad appartamenti e l’edificio per ufficic he prosegue il complesso della Speicherstadt assume la forma di una piazza che instaura un vincolo funzionale tra due elementi disuguali.La terrazza, il giardino ristorante, il centro benessere con piscian producono un rapporto spaziale insolito, seppur non privo di un’intima giustificazione: si riflette qui una tendenza che, rivolta a un pubblico elitario, aspira nel mezzo degli impianti portuali ad una dimensione inconsueta e straordinaria, senza abbandonarsi alle mode.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
Dal punto di vista costruttivo l’edificio è concepito coemuno scheletro in cemento armato con nuclei puntellati. Il rivestiemento in kinkler di colore rosso scandisce i diversi piani ed è realizzato con moduli prefabbricati. L’isolamento termico dei giardini d’inverno è ottenuto grazie ad un guscio esterno; la realizzazione di piante compatte , disposte l’una sull’altra, può contare così su una convenienza economica che assicura, specie nelle zone d’ingresso, l’auspicato livello esecutivo superiore alla media.
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project: Leibniz-Kolonnaden, edifici per abitazioni, negozi, uffici typology: housing/public/offices realization: 1995-2001 address: Walter Benjamin Platz, Berlin-Charlottenburg
1_Pianta del piano terra 2_Prospetti delle testate su Leibnizstrasse e sezione trasversale 3_Scorcio di Walter Benjamin Platz
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BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel Casabella, n° 694, 2001, pagine 20-27
La Leibniz-Kolonnaden offre a Berlino un elemento di strordinaio valore urbanistico. Con l’impianto di una piazza urbana bordata da edifici a colonnati questo lotto abbandona il ruolo di provvisorietà avuto per decenni e si apre a un’immagine di spiccata identità urbana adeguata alla sua posizione nella city. Su una lunghezza di 108m, una larghezza di 32 m e 25 m di altezza delle costruzioni sui margini, la piazza si estende su tutta la profondità del lotto dicentando uno spazio urbano che collega la Leibnizstrasse cpn la parallela Wielandstrasse. I colonnati alti due piani fiancheggiano la pizza, la ampliano spazialmente e offrono protezione dalla pioggia per tutta la lunghezza dell’edificio. Si viene così a creare uan delimitazione tra la zona dei negozi e la superficie aperta, ma anche un’area di passaggio coeprta per i bar e i ristoranti che in estate possono ampliarsi verso la piazza. La piazza rimane libera dal passaggio in autobus in modo che la vita urbana abbia la possibilità di spiegarsi liberamente. La pavimentazione della piazza è in lastre di granito di grandi dimensioni che, trasformandosi in mosaico, si spingono oltre le colonne.Una fontana è ideata per costituire la conlusione spaziale della Leibnizstrasse. Le costruzioni che delimitano la piazza da entrambi i lati sono due edifici con la pianta a U rivolti uno di fronte all’altro specularmente. Insieme con le funzioni varia anche la tecnica costruttiva degli edifici: quelli residenziali sono costruiti co una struttura a setti in cemento armato, le cui pareti portanti prescrivono il ritmo della distribuzione in pianta, mentre gli uffici, gli ambulatori dei medici e l’albero sono concepiti con una struttur a atrave e pilastro di cemento armato. In tutti gli edifici ai due piani inferiori comunicanti sono ospitati localo adibiti a negozi e alla ristorazione. Al sesto e al settimo piano per quasi tutta la lunghezza dell’ala sud si estende, attraverso tutti e tre gli edifici, un asilo per circa centrotrenta bambini.
Gli edifici, nonostante la loro individualità sfumata, presentano un’immagine unitaria nei suoi tratti, che esprime la loro reciproca appartenenza e conferisce una certa compattezza alla piazza. Tutte le facciate verso la strada sono rivestite con pannelli di pietra arenaria grigia di grande formato. I cornicioni di modanatura segnano la posizione delle solette sulla facciata. Grazie a questi anstri dall’andamento orizzontale e alle lesene verticali i prospetti ottengono una profondità plastica sviluppata dalla maglia strutturale. Le facciate sulle corti sono più discrete sia nelle partizioni sia nella scelta dei materiali. Qui la pietra arenaria viene affiancata all’intonaco minerale di colore chiaro solo in pochi elementi, come il basamento e i rivestimenti dei parapetti sotto el finestre. I diversi edifici o unità funzionali del complesso sono distribuiti da accessi indipendenti e da altri individuali: l’albergo e l’ambulatorio dei medici dalla Leibnizstrasse, gli uffici, le abitazioni e l’asilo, invece, dalla piazza. Gli androni e i passaggi verso l’interno degli edifici dietro il colonnato permettono allo sguardo di passare dalla piazza di pietra, con la sua vita urbana, fino ai giardini più tranquilli e più privati delle corti.
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project: Edifici per abitazioni, negozi e uffici typology: housing/public/offices realization: 1997-99 address: Praiser Platz/ Unter den Linden, Berlin-Mitte
1_Pianta piano terra e pianta primo piano 2_Sezione trasversale attraverso l’ala e l’ala verso Under den Linden 3_Prospetti Under den Linden e Wilhelmstrasse
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Oggetto del concorseo è un normale edificio per appartamenti e negozi, non una banca o addirittura la sede della Dresdner Bank di berlino centro. Quel che è straordinario è l’indirizzo dell’edificio: Unter den Linden/angolo Wilhelmstrasse. L’intento è perciò quello di erigere una normale casa urbana, di un’eleganza propria un tempo dei “Linden”. Caratterizza la casa un principio morfologico di articolazione: la facciata a fori del palazzo per appartamenti sulla Wilhelmestrasse diventa lo scheletro accentuato in senso verticale dell’edificio per uffici che, nella sua scansione ritmica e nella sua struttura a rilievo, intende comunicare un aerea leggerezza. ma deve comunque restare inalterata l’unità e l’impressione di corporea fisicità consona a una grande metropoli. Specie sui “Linden” si cerca di ovviare al problema dell’effetto miniaturizzato che producono oggi le altezze di piano correnti con l’ausilio di una forte spinta verticale. L’impressione di fragilità prodotta dalle grandi vetrine del pian terreno è evitata grazie a una configurazione a facciata perforata dello strato posteriore del rilievo. Nasce così nel primo piano una sensazione di ariosità, un motivo un tempo usuale per gli edifici commerciali berlinesi di anteguerra. Dato che occorre ripristinare il rapporto ocn l’intonaco, materiale tipico dei Linden, si è optato per un rivestimento della pietra arenaria di Mucharz. Il materiale straordinariamente resistente è disposto in lastre sovrapposte di grande formato, spesse 4 cm, che creano un rilievo tettonico senza visibili commessure di dilatazione e movimento. Si ottiene in tal modo un carattere solido e pregevole, sottolineato dalle cornici delle finestre in metallo color bronzo e del tetto in rame antichizzato. Ma al peculiare fascino dell’edificio contribuiscono soprattutto gli eleganti varchi di accesso al cortile, ispirati a una tipologia tipica di Berlino,e l’accurata configurazione
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
degli atri d’ingresso. La pianta a forma di U della casa crea un cortile interno in comune con il futuro palazzo che sorgerà a Unter den Linden 80. La configurazione del pian terreno permette un’utilizzazione del cortile per imprese gastronomiche, presenti del resto anche sulla strada, specie sui Linden. Le abitazioni sono orientate verso la Wilhelmestrasse e il cortile, concepito come vasto fronte a giardino d’inverno. La scala che serve gli appartamenti funge ache da uscita di sicurezza per gli uffici. Questi sono organizzati a coppia e dotati di aerazione naturale. L’ultimo piano sta sotto il limite del grattacielo. Gli impianti tecnoci sono sistemati sotto il tetto. Ci troviamo davanti ad un edificio neutro, eretti per scipi attuali e con tecnica contemporanea, il cui pacato aspetto urbano intende metter ein risalto con mezzi architettonici il fascino dei Linden.
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Villa Gerl typology: housing realization: 1997-2000 address: Berlin-Dahlem
1_Pianta del pianterreno e pianta del primo piano 2_Sezione trasversale 3_Veduta della piscina
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Ci troviamo di fronte a un cubo, articolato in modo discreto e preciso, una qualità monolitica che solo l’intonaco può realizzare. L’edifico si rivolege verso la strad aocn un avancorpo leggermente prominente, mentre il contestuale rincasso verso il giardino determina una rientranza concava che favorisce l’irruzione dell’esterno nella casa. Significativi sono soprattutto i fastigi a torre del tetto, accessibili dal piano superiore e dotati ognuno di una propria scala. Questa peculiarità, insieme all’atrio d’ingresso centrale, con scala, definisce la struttura tipologica di Villa Gerl. Rispetto all’opulento atrio “pubblico” a due piani, provvisto di un camino e di un lucernaio a vetri, le stanze sono per tagli e decorazione ispirate a una voluta intimità e adeguate ai bisogni e ai desideri della famiglia. Ne deriva una molteplicità di caratterizzazioni spaziali, sottolineate dall’impiego di materiali assai diversi e di colori contrastanti. Così, l’atrio è caratterizzato da un pavimento in terrazzo a grana grossa a vivaci colori, unito a una pannellatura delle pareti e a una scala in legno di quercia, la sala sul giardino da un disegno di lastre di marmo grigio-azzurre e bianche con pareti rivestite in azzurro tortora e guarnizioni dorate, mentre la camera da pranzo è contraddistinta da pesanti stoffe rosse a disegni floreali per il tendaggio e per il mobilio a cui si abbinano vetrine in mogano. Specie nella biblioteca i lavori di falegnameria soddisfano le più alte esigenze. la scaffala tura di elegante articolazione e dal delicato profilo, provvista di vetri molati, regge senza problemi il confronto con le librerie degli anni venti. Il fascino della casa e degli ambienti interni è comunque inscindibile da una sapienza artigianale in grado di soddisfare le più ardue richieste. Ciò vale per le tradizionali tre mani d’intonaco date al
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano
guscio isolante esterno, per le finestre a traverse filigranate del pian terreno, per i lavori in pietra naturali commessa con assoluta precisione, per le strutture in ottone di ammirevole esattezza, e soprattutto epr gli eccellenti lavori di falegnameria che includono quasi l’interno mobilio.
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Edificio a torre Daimler Chrysler typology:offices realization: 1997-2000 address: Potsdamer Platz, Berlino
1_Piante 2_Sezione trasversale attraverso la torre e sezione trasversale attraverso l’atrio con il prospetto della torre 3_Particolare del lucernario dell’atrio centrale
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Il progetto appartiene a una serie di proposte progettuali che, affrontando il tema del grattacielo, cercano di aumentare adeguatamente la densità nel centro della città, collegandolo con le qualità urbane dell’isolato. L’obiettivo è quello di fondere l’isolato e la torre in un’unica forma chiusa, che esprima l’unitarietà dell’edificio e affermi uan nuova tipologia. Il grattacielo per uffici si trova sulla punta più a nord del nuovo quartiere per affari edificato da Daimler Benz. Il corpo edilizio della torre di ventiquattro piani si va abbassando sul retro per raggiungere le altezze degli edifici limitrofi, affinchè le strade risultino avere un’immagine conclusa. Le ali dell’edificio sono disposte su una pianta triangolare con un colonnato a doppia altezza che supporta lo slancio dell’edificio nei piani superiorie che trova corrispondenza nella composizione della torre Sony di Helmuth Jahn dall’altra parte della strada. Le tre ali dell’edificio perimetrano un grande atrio al primo piano con copertura vetrata posta al quinto. L’atrio raggiungibile con una scala, disposta nella punta, che dal vestibolo d’ingresso sale aprendosi ed è adibita a funzioni con intensa affluenza di pubblico. Nella parte ovest del piano terra si trovano superfici da suddividere liberamente per negozi e ristorazione, mentre nell’area a est, a doppia altezza, è ospitato al piano terra un ampio atrio per gli uffici. Tutti i piani superiori dell’edificio sono occupati da uffici collegati da atri centrali a ogni piano. Fondamentale per l’organizzazione del grattacielo è anche la distribuzione verticale, garantita da 14 ascensori divisi per funzioni e per piani. Questo metodo di raggruppamento e di scambio degli ascensori garantisce un ottimo comfort nella dstribuzione verticale. La facciata, con la sua disposizione regolare di finestre legate due a due, è definita dal materiale caratteristico e dal profilo in rilievo che diventano più filigrani andando verso l’alto.
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano Annegret Burg-Kollhoff:examples:arcchitekten Kollhoff und Timmermann-1998, Birkhaser, Basel
Si ottiene una facciata variabile a seconda di quali elementi di profilo si trovano sul piano più esterno: nella parte inferiore domina l’andamento orizzontale accentuato dai nastri di cornici che nella parte centrale dell’edificio si incrociano con la struttura verticlae della maglia degli assi; questa a sua volta determina la parte superiore della torre con la sua tensione verso l’alto, per dissolversi infine in una maglia aperta a formare il coronamento filigrano che sembra collegare la torre con il cielo. Il klinker cotto a torba che riveste la facciata viene contrastato, nei due piani di negozi che formano il basamento, da un granito verde-grigio che fa risaltare anche i davanzali e el coperture dei cornicioni dei piani superiori e che all’interno dell’edificio prosegue, con la superficie lucidata, per rivestire le pareti degli atri. I profili di porte e finestre sono in bronzo nei piani inferiori , mentre nei piani superiori le finestre a doppio serramento hanno il telaio esterno in alluminio anodizzato e il serramento interno in legno. Di notte l’edifici viene illuminato in maniera spettacolare accentuando il suo carattere, per ricollegarsi alal tradizione della Potsdamer Platz, la cui magica atmosfera negli anni Venti era prodotta tra l’altro anche dalla particolare scenografia di luci.
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RIFERIMENTO IMMAGINI|
project: Progetto di concorso per la ristrutturazione della sede della Cassa di risparmio typology: bank realization: 1997-2002 address: Waltherplatz, Bolzano, Italia
1_Pianta del pianterreno 2_Sezione trasversale 3_Veduta degli spazi di distribuzione affacciati sull’atrio 4_Veduta della sala con gli sportelli per il pubblico 5_Veduta degli spazi di distribuzione
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano
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L’edificio della Cassa di risparmio sudtirolese in Waltherplatz appartiene senza dubbio alle più eminenti opere urbanistiche e architettoniche sorte a Bolzano nel periodo postbellico. Con i mezzi modesti del tempo si è costruito un edificio funzionale perfettamente rispondente alla sua natura di palazzo di rappresentanza, al tempo stesso banca e fronte pubblico della piazza. Per la sensibilità odierna il valore dell’edificio consiste soprattutto nell’aderire ad una tradizione edilizia locale che anche a Bolzano ha lasciato ormai il posto a una globalizzazione architettonica che, lungi dall’arricchire il substrato urbano, finisce per minarlo. La semplicità, il tono discreto, in un certo senso la normalità dell’edificio costituiscono dunque per noi una particolare qualità, il cui valore non è oggi molto apprezzato, ma che alla lunga durerà certo più di ogni ecclatante manifestazione legata alle mode del momento. Ma un’architettura che si serve di mezzi parsimoniosi corre sempre il rischio di apparire povera e misera se mancano le necessarie accortezze e attenzioni. Su questa base si innestano le proposte di ristrutturazione. A danneggiare l’edificio è soprattutto l’indifferenziato colore verde sporco dell’intonaco della facciata. Perciò, è stata proposta una tonalità gialla che insieme alla pietra ripulita del pian terreno possa conferirgli un carattere più cordiale e consono alla sua funzione. Nel dettaglio, una serie di rifacimenti, dalla marquise al poster, dovranno riportare all’assetto di un tempo. Rientrano qui soprattutto la sistemzione di vetrine entro l’arcata, tra cui il bancomat della Cassa di risparmio. La sala sportelli necessitava infine di una riconfigurazione che poteva ricreare l’originaria impressione spaziale e ripristinare la chiarezza strutturale degli elementi che delimitano lo spazio.
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project: Edificio a torre Mainplaza typology: housing realization: 2000-02 address: Deutschherrenufer, Francoforte sul Meno
1_Piante tipo a vari livelli della torre 2_Sezione 3_Veduta dell’edificio dal fiume 4_Veduta del Mainplaza 5_Vedute del Mainplaza
BIBLIOGRAFIA| SITOGRAFIA Jasper Cepl- Hans Kollhoff, kollhoff &timmermann architetti- 2003 by Mondadori Electa spa, Milano
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La geometria ottagonale della pianta della torre, organizzata su 24 piani alta 90 metri, permette un’ampia varietà morfologica nel taglio in pianta degli appartamenti rivolti verso lo skyline della città. La struttura si compone di basamento, fusto e coronamento: dalla zoccolatura alta 5 piani si sviluppa il corpo dell’edificio, la cui forma intagliata nasce dalle variazioni della geometria dell’ottagono. In corrispondenza del vano scala la geometria viene interrotta dal formarsi di una “spina dorsale”. Il piano terreno è caratterizzato da ampie vetrate aperte verso lo spazio pubblico, mentre le proporzioni delle finestre sovrastanti cosnentono una maggiore privacy e individualità degli spazi. Lesene e pilastri della facciata in klinker accentuano la verticalità dell’edificio. Elementi aggiunti come sostegni, parapetti e cornici, appaiono sulla membrana esterna della torre e producono un rilievo di facciata che, aiutato dal gioco di luci e ombre, struttura la mole dell’edificio. L’involucro è stato concepito come una facciata in klinker sospeso. I davanzali delle finestre e le finiture dei parapetti sono in arenaria grigio-verde.