0844685_BA5F4_scrivere_con_giovanni_verga_novelle_laboratorio_di_scrittura

Page 1

E D I T O R E B U L G A R I N I F I R E N Z E

scrivere con...

Giovanni Verga Novelle LABORATORIO DI SCRITTURA A cura di Simona Ciuchini e Francesca Macchioni


EDITORE BULGARINI FIRENZE Copyright © 2006 Prima edizione maggio 2006

2011

Ristampe 1 2 3 4 5 6 2010 2009 2008 2007

2006

Finito di stampare per i tipi della tipolitografia Stiav s.r.l. in Firenze

Laboratorio di scrittura a cura di Simona Ciuchini Francesca Macchioni Editing Francesca Muzzi Redazione Lucia Bernardini Progetto grafico Paolo Lecci Videoimpaginazione Andrea Moschitta Disegni Graziano Dei Copertina Doriano Angelini Andrea Moschitta Testo conforme alle norme e avvertenze tecniche previste dal D.M. 7-12-’99 n. 547

Casa Editrice Bulgarini, Via Petrolini, 8/10 – 50137 Firenze Tel. (055) 61611 Fax. (055) 6161230 www.bulgarini.it info@bulgarini.it

SISTEMA QUALITÀ CERTIFICATO UNI EN ISO 9001: 2000

Il Sistema Qualità della Casa Editrice Bulgarini S.p.A. è certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001: 2000


3 Premessa

“Questo filo di inchiostro, come l’ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s’intoppa e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre corre e si dipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito.” Con queste parole lo scrittore italiano Italo Calvino comunica la complessità, ma anche la creatività e la libertà della scrittura. Ma in che modo se ne apprendono i segreti? Cosa significa imparare a scrivere? Si tratta di una tecnica? E cos’è che guida la scrittura? La ragione o la fantasia? Potremmo continuare a porci altre mille domande e certo non troveremmo una risposta univoca. Si è soliti dire che leggere molto aiuti a scrivere, dunque si suppone che la lettura, passando attraverso il filtro della mente, si trasformi quasi miracolosamente in abilità di scrittura. E altre volte si dice: quel ragazzo sa scrivere, l’altro non è portato. Allora il segreto della scrittura starebbe anche in una sorta di predisposizione genetica? Sul “mondo” dello scrivere esistono quindi tante opinioni differenti. La lettura e il confronto con testi di grande valore letterario, come quelli di Verga, sono quindi esperienze fruttuose per chi desidera imparare a scrivere e per questo, all’interno del laboratorio, sono stati riportati brani descrittivi, narrativi o dialogati, sui quali operare con diverse tipologie di esercizio. Scrivere è un’operazione concreta, che deve essere affrontata con grande attenzione: si è infatti sollecitati costantemente a lavorare con le categorie della sintassi, della grammatica, del lessico. Scrivere però è anche un’operazione creativa, libera, che si lega profondamente all’autore e al suo stile, che ne riflette il mondo interiore. Chiunque si avvicini alla scrittura deve sapere che tutti i testi, la scelta e la combinazione di vocaboli in un discorso, sono espressione della personalità dello scrittore stesso. Esistono comunque tecniche che possono facilitare la stesura di brani e di queste viene dato esempio. Si tratta di tecniche universali, che nascono però dall’esame di un testo: in altre parole, l’opera di uno scrittore può diventare un modello da seguire, una volta che si siano individuate al suo interno alcune “regole” poste alla base della scrittura. Per tornare alle parole di Calvino, questo laboratorio, sia pure in modo semplice, intende rendere conto di quel “correre” attraverso le pagine cui accenna lo scrittore, di quegli “sgorbi”, di quelle “idee” e “sogni”, di tutto ciò insomma che si trasforma in una pagina scritta.


Laboratorio di scrittura • Cavalleria Rusticana

4

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Ricerca sul dizionario le seguenti parole: riporta nella tabella il termine che hai dovuto cercare e la definizione. PAROLE

TERMINE NEL DIZIONARIO

DEFINIZIONE

a. si pavoneggiava

pavoneggiarsi

vantarsi, compiacersi di se stesso

b. s’imbatté

....................................

..................................................................

c. lusingarlo

....................................

..................................................................

d. occhieggiando

....................................

..................................................................

e. rissoso

....................................

..................................................................

f. uggia

....................................

..................................................................

g. bazzicava

....................................

..................................................................

h. gorgogliava

....................................

..................................................................

i. annaspò

....................................

..................................................................

l. profferire

....................................

..................................................................

2 Scrivi una frase per ciascun termine esaminato nell’esercizio precedente. a. ............................................................................................................................................ b. ............................................................................................................................................ c. ............................................................................................................................................ d. ............................................................................................................................................ e. ............................................................................................................................................ f. ............................................................................................................................................ g. ............................................................................................................................................ h. ............................................................................................................................................ i. ............................................................................................................................................ l. ............................................................................................................................................ LAVORIAMO SUL LESSICO

LE PAROLE ALTERATE

1 Individua nelle seguenti frasi i nomi alterati e specifica se si tratta di accrescitivi, diminutivi, vezzeggiativi o dispregiativi. ACC.

DIM. VEZZ. DISP.

a. Mia madre invece, poveretta, la dovette vendere la nostra mula baia…

b. Turiddu seguitava a passare e ripassare per la stradicciuola…

c. – Voglio fargliela proprio sotto gli occhi a quella cagnaccia!

d. – La gnà Lola è una signorona!

e. Compare Alfio tornò colle sue mule, carico di soldoni e portò in regalo alla moglie una bella veste nuova per le feste.

f. … e quant’è vero Iddio vi ammazzerò come un cane per non far piangere la mia vecchierella.


Verga • Novelle LAVORIAMO SUL LESSICO

5

AGGETTIVI, SINONIMI E MODI DI DIRE

1 Leggi le seguenti frasi in cui l’autore ha utilizzato il termine “parole” accompagnato da diversi aggettivi e sostituisci le espressioni in neretto con sinonimi. a. (Lola) non aveva cuore di lusingarlo con belle parole… ............................................................................................................................................. b. Turiddu cominciò a bazzicare per la casa e a dire le paroline dolci alla ragazza. ............................................................................................................................................. 2 Nello schema abbiamo indicato alcuni aggettivi qualificativi che possono essere riferiti a “parole”. Scrivi una frase con ciascuno di essi. astiose sante

dure

incomprensibili

PAROLE

appassionate

arcane buone

inutili 3 Spiega i seguenti modi di dire contenenti il termine “parole”. a. È un uomo di poche parole. = È un uomo poco loquace. b. Parlando, buttò là mezza parola sulla sua storia d’amore con la famosa attrice. = ............................................................................................................................................. c. Ti devo dire due parole. = .................................................................................................... d. Non rimangiarti la parola. = ................................................................................................ e. Ti do la mia parola d’onore. = .............................................................................................. f. Non ne fece parola con nessuno. = .................................................................................... GIOCHIAMO CON IL DIALETTO

1 Nella novella il Verga ha evidenziato in corsivo parole del dialetto siciliano e parole italiane utilizzate nel significato dialettale. Nella colonna di sinistra ne abbiamo riportate alcune: completa la tabella scrivendo nella colonna centrale il corrispondente termine italiano e in quella di destra il termine che utilizzeresti nel tuo dialetto. DIALETTO SICILIANO

ITALIANO

ALTRI DIALETTI

a. gnà

signora

sora (dial. romanesco)

b. chioppi

..........................................

..........................................

c. scampau

..........................................

..........................................

d. racinedda

..........................................

..........................................

e. facemu cuntu

..........................................

..........................................


6

Laboratorio di scrittura • Cavalleria Rusticana LAVORIAMO SUL LESSICO

I PRONOMI

1 La ripresa di molte espressioni che imitano la lingua parlata prevede anche la presenza di sgrammaticature, soprattutto nell’uso dei pronomi. Scegli tra le due opzioni riportate per ciascuna frase quella corretta e cancella quella scorretta. a. – Beato chi vi vede! le / gli disse. – Oh, compare Turiddu, mi / me l’avevano detto che siete tornato al primo del mese. – A me mi / A me hanno detto delle altre cose ancora! b. Il poveraccio tentava di fare ancora il bravo, ma la voce gli / le si era fatta roca; ed egli andava dietro alla ragazza dondolandosi colla nappa del berretto che gli / le ballava di qua e di là sulle spalle. c. Ella, per non farsi rossa, gli / le tirò un ceppo che aveva sottomano, e non lo colse per miracolo. d. Il babbo cominciava a torcere il muso, ma la ragazza fingeva di non accorgersi, poiché la nappa del berretto del bersagliere gli / le aveva fatto il solletico dentro il cuore, e le / gli ballava sempre dinanzi gli occhi. e. Turiddu tornò a salutarla così spesso che Santa se ne avvide, e gli / le batté la finestra sul muso. f. – Avete ragione di portarle / -gli dei regali, gli / le disse la vicina Santa, perché mentre voi siete via vostra moglie vi / gli adorna la casa!

UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Nelle seguenti frasi le parole evidenziate sono usate con un significato connotativo ovvero diverso da quello letterale: spiega il significato figurato che hanno così assunto. a. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi … ............................................................................................................................................. b. Finalmente s’imbatté in Lola che … al vederlo, non si fece né bianca né rossa quasi non fosse stato fatto suo. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. A lei, in coscienza, rincresceva di vederlo così col viso lungo … ............................................................................................................................................. d. – … Uh! che vi mangerei cogli occhi ! ............................................................................................................................................. e. Il babbo cominciava a torcere il muso , ma la ragazza fingeva di non accorgersi, poiché la nappa del berretto del bersagliere gli aveva fatto il solletico dentro il cuore, e le ballava sempre dinanzi gli occhi. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

COERENZA E CONNESSIONI LOGICHE

1 Come riportato nelle note che accompagnano la novella, Verga utilizza il connettivo logico “come” non solo per introdurre paragoni, ma anche con il valore temporale di “non appena”. Individua nelle seguenti frasi quelle in cui “come” assume un valore temporale e riscrivile sostituendolo con un altro connettivo temporale. a. Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza… Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, non appena tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza… b. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. Dapprima Turiddu come lo seppe, santo diavolone! voleva trargli fuori le budella dalla pancia, voleva trargli, a quel di Licodia! ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. d. – Che non ha nulla da fare Turiddu della gnà Nunzia, dicevano i vicini, che passa le notti a cantare come una passera solitaria? ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. e. Come il babbo mise Turiddu fuori dell’uscio, la figliuola gli aprì la finestra… ............................................................................................................................................. f. Come entrò compare Alfio, soltanto dal modo in cui gli piantò gli occhi addosso, Turiddu comprese che era venuto per quell’affare… ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. g. Datemi un bel bacio come allora, perché domattina andrò lontano. ............................................................................................................................................. h. Come è vero Iddio so che ho torto e mi lascierei ammazzare. ............................................................................................................................................. i. Turiddu toccò la prima botta, e fu a tempo a prenderla nel braccio; come la rese, la rese buona, e tirò all’anguinaia. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. l. Come egli stava in guardia tutto raccolto per tenersi la sinistra sulla ferita, che gli doleva, … acchiappò rapidamente una manata di polvere e la gettò negli occhi dell’avversario. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

7


8

Laboratorio di scrittura • Cavalleria Rusticana IMPARIAMO A DESCRIVERE

UN PERSONAGGIO

1 Un dettaglio dell’abbigliamento può essere importante nella descrizione di un personaggio perché da esso possono trapelare indirettamente informazioni sul carattere, sullo stato d’animo, sulla professione o sulla sua condizione sociale del personaggio stesso. Osserva le vignette, leggi il passo corrispondente della novella riportato a lato e indica per ciascuna di esse quale messaggio, secondo te, voleva trasmettere l’autore evidenziando i vari dettagli relativi al copricapo indossato dai personaggi. (rr. 1-4) Turiddu Macca … ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll’uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quello della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. significato: .................................................... ...................................................................... ......................................................................

(rr. 26-27) – Se c’è la volontà di Dio! rispose Lola tirandosi sul mento le due cocche del fazzoletto. significato: .................................................... ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................

(rr. 31-33) Il poveraccio tentava di fare ancora il bravo, ma la voce gli si era fatta roca; ed egli andava dietro alla ragazza dondolandosi colla nappa del berretto che gli ballava di qua e di là sulle spalle. significato: .................................................... ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................

(rr. 125-127) Compare Alfio era di quei carrettieri che portano il berretto sull’orecchio, e a sentir parlare in tal modo di sua moglie cambiò di colore come se l’avessero accoltellato. significato: .................................................... ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................


Verga • Novelle 2 Nel seguente disegno Turiddu è rappresentato in un atteggiamento particolare: cerca di descriverlo menzionando anche i vari capi dell’abbigliamento.

............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ......................................................................................... ..................................................................................... ................................................................................... .................................................................................. .................................................................................. ........................................................................ ...................................................................... ..................................................................... ................................................................ ............................................................. ............................................................ ........................................................... ........................................................... ........................................................... ............................................................ ............................................................. ..................................................................... ..................................................................... ..................................................................... ..................................................................... ..................................................................... ..................................................................... ...................................................................... ....................................................................... ...................................................................... ...................................................................... ...................................................................... ....................................................................... ........................................................................ ......................................................................... .......................................................................... .......................................................................... ...................................................................... .......................................................... .......................................................... .......................................................... ..........................................................

9


Laboratorio di scrittura • Rosso Malpelo

10

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Cerca sul vocabolario le seguenti parole tratte dalla novella e indicane la categoria morfologica (nome, verbo, avverbio, ecc.). Costruisci infine una frase con ciascuna di esse. Attenzione: in alcuni casi la parola può appartenere a più categorie morfologiche! gli

pronome

= Gli ho detto di no!

articolo

= Gli indiani si ritirarono nelle loro tende.

.......................... = ........................................................................................ cava .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ tanti .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ beffe .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ rena .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ da .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ inutilmente .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ povero .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ sotterraneo .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ comparire .......................... = ........................................................................................ .......................... = ........................................................................................ sua .......................... = ........................................................................................


Verga • Novelle

11

LAVORIAMO SUL LESSICO

LE PAROLE ALTERATE

1 Nell’elenco di termini che seguono troverai alcune parole alterate e altre che non lo sono. Inserisci ciascuna nel rispettivo schema, precisando per le prime il tipo di alterazione e ricavando dalle seconde il maggior numero possibile di termini alterati. occhiacci • bestia • diavolaccio • porta • bocca • ragazzetto femminuccia • mano • camicia • saccone • cervellaccio • febbre PAROLE ALTERATE

TIPO DI ALTERAZIONE

occhiacci

peggiorativo

PAROLE NON ALTERATE POSSIBILI ALTERAZIONE

bestia

bestiolina, bestiaccia

LAVORIAMO SUL LESSICO

I CONTRARI

1 Leggi le frasi che seguono e di ciascuna parola evidenziata in neretto indica il contrario che ritieni più corretto in base al contesto. a. Malpelo aveva i capelli rossi perché era un ragazzo cattivo. favorevole

buono

saporito

robusto

ricco

b. Era stato un magro affare. obeso

c. Poi quando vollero toglierlo di là fu un affar serio. facile

irresponsabile

spensierato

d. Ogni volta che a Ranocchio toccava un lavoro troppo pesante piagnucolava. digeribile

leggero

sereno

e. Malpelo vedeva il viso trafelato e l’occhio spento di Ranocchio. sopravvissuto

vivace

acceso


12

Laboratorio di scrittura • Rosso Malpelo UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Nelle frasi che seguono le espressioni sottolineate sono utilizzate con un significato connotativo. Spiega il significato di ciascuna di esse. a. Ei c’ingrassava fra i calci … ............................................................................................................................................. b. Ei, povero diavolaccio, lasciava dire e si contentava di buscarsi il pane colle sue braccia … ............................................................................................................................................. c. Invece nemmen suo padre ci morì nel suo letto, tuttoché fosse una buona bestia . ............................................................................................................................................. d. Fuori della cava il cielo formicolava di stelle… ............................................................................................................................................. e. L’ingegnere se ne tornò a veder seppellire Ofelia; e gli altri minatori si strinsero nelle spalle , e se ne tornarono a casa ad uno ad uno. ............................................................................................................................................. f. Così, come ti cuocerà il dolore delle busse , imparerai a darne anche tu! ............................................................................................................................................. g. Il sabato sera, appena arrivava a casa con quel suo visaccio imbrattato di lentiggini e di rena rossa… ............................................................................................................................................. h. Ma Malpelo non aveva nemmeno chi si prendesse tutto l’oro del mondo per la sua pelle ............................................................................................................................................. 2 In questa novella sono presenti numerose similitudini. In ciascuna di quelle elencate cambia il secondo termine di paragone, lasciando invariato il significato dell’espressione. a. … tutti [lo ] schivavano come un can rognoso… … tutti [lo ] schivavano come la peste… b. … egli andava a rincantucciarsi col suo corbello fra le gambe, per rosicchiarsi quel suo pane di otto giorni, come fanno le bestie sue pari… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. … non potendo più graffiare, [Malpelo] mordeva come un cane arrabbiato… ............................................................................................................................................ d. Ranocchio piagnuccolava a guisa di una femminuccia… ............................................................................................................................................ e. Tu eri avvezzo a lavorar sui tetti come i gatti – gli diceva – e allora era tutt’altra cosa. ............................................................................................................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

13 I SEGNI DI INTERPUNZIONE

1 Ricopiando il seguente brano tratto dalla novella, abbiamo volutamente commesso alcuni errori di punteggiatura: individuali e trascrivi correttamente il passo.

Ogni volta che a Ranocchio toccava un lavoro troppo, pesante, e Ranocchio piagnuccolava a guisa di una femminuccia, Malpelo lo picchiava, sul dorso e lo sgridava: – Taci pulcino –! e se Ranocchio non la finiva più; ei gli dava una mano, dicendo con un certo orgoglio: – Lasciami fare. io sono più forte di te? – Oppure gli dava la sua mezza cipolla,, e si contentava di mangiarsi il pane, asciutto, e si stringeva nelle spalle, aggiungendo; – Io ci sono avvezzo. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

IMPARIAMO A SCRIVERE

I VERBI

1 Nel seguente brano abbiamo riportato tra parentesi i verbi al modo infinito: inserisci negli spazi appositi i verbi coniugandoli al modo e tempo opportuni.

lasciò Invece le ossa le (lasciare) ................................ nella cava, Malpelo, come suo padre, ma in modo diverso. Una volta si (dovere) ................................ (esplorare) ................................ un passaggio che si (ritenere) ................................. (comunicare) ................................ col pozzo grande a sinistra, verso la valle, e se la cosa (essere) ................................ vera, si (risparmiare) ................................. una buona metà di mano d’opera nel cavar fuori la rena. Ma se non (essere) ............................... vero, (esserci) ................................ il pericolo di (smarrirsi) ................................ e di non (tornare) ................................ mai più. Sicché nessun padre di famiglia (volere) ................................ avventurarvisi, né (permettere) ................................ che ci (arrischiarsi) ................................ il sangue suo per tutto l’oro del mondo.


14

Laboratorio di scrittura • Rosso Malpelo IMPARIAMO A DESCRIVERE

UN PERSONAGGIO

1 Di seguito abbiamo riportato tutte le indicazioni che l’autore fornisce sul protagonista Malpelo. Rileggile con attenzione.

Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone.

Egli era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico.

Ei c’ingrassava fra i calci e si lasciava caricare meglio dell’asino grigio, senza osar di lagnarsi.


Verga • Novelle Alle volte, mentre zappava, si fermava bruscamente, colla zappa in aria, il viso torvo e gli occhi stralunati, e sembrava che stesse ad ascoltare qualche cosa che il suo diavolo gli susurrava negli orecchi, dall’altra parte della montagna di rena caduta.

Dopo la morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo, e lavorava al pari di quei bufali feroci che si tengono coll’anello di ferro al naso. Sapendo che era malpelo, ei si acconciava ad esserlo il peggio che fosse possibile…

Era avvezzo a tutto lui, agli scapaccioni, alle pedate, ai colpi di manico di badile, o di cinghia da basto, a vedersi ingiuriato e beffato da tutti, a dormire sui sassi, colle braccia e la schiena rotta da quattordici ore di lavoro; anche a digiunare era avvezzo, allorché il padrone lo puniva levandogli il pane o la minestra. Ei diceva che la razione di busse non gliela aveva levata mai il padrone; ma le busse non costavano nulla. Non si lamentava però, e si vendicava di soppiatto, a tradimento, con qualche tiro di quelli che sembrava ci avesse messo la coda il diavolo…

Almeno sottoterra, nella cava della rena, brutto e cencioso e sbracato com’era, non lo beffavano più, e sembrava fatto apposta per quel mestiere persin nel colore dei capelli, e in quegli occhiacci di gatto che ammiccavano se vedevano il sole.

Malpelo se li lisciava sulle gambe quei calzoni di fustagno quasi nuovo, gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo che solevano accarezzargli i capelli, così ruvidi e rossi com’erano.

Allora il Rosso si diede ad almanaccare che la madre di Ranocchio strillasse a quel modo perché il suo figliuolo era sempre stato debole e malaticcio, e l’aveva tenuto come quei marmocchi che non si slattano mai. Egli invece era stato sano e robusto, ed era malpelo, e sua madre non aveva mai pianto per lui perché non aveva mai avuto timore di perderlo.

15


16

Laboratorio di scrittura • Rosso Malpelo 2 Come avrai notato rileggendo le citazioni tratte dalla novella, oltre ai tratti fisici di Malpelo, il narratore tende sempre a mettere in evidenza il suo carattere, i suoi stati d’animo. L’aggressività e l’apparente violenza del ragazzo tradiscono, infatti, una profonda sofferenza che trova le proprie radici nella mancanza di affetti familiari. I tratti fisici e i modi rudi di Malpelo sono dunque strettamente correlati alla sua tormentata interiorità. Prova a descrivere il personaggio rappresentato nella fotografia. Per farlo, completa lo schema in cui ti abbiamo fornito alcuni spunti di osservazione: cerca di descrivere dettagliatamente i vari elementi dell’aspetto fisico e, partendo da questo, di immaginare il carattere del pescatore. Unisci infine, secondo l’ordine che ritieni più adatto, tutte le indicazioni precedentemente fornite in modo da stendere una descrizione logica e coerente.


Verga • Novelle

17

OCCHI

FRONTE

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

SOPRACCIGLIA

LABBRA

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

NASO

CAPELLI

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

CORPORATURA

ESPRESSIONI DEL VISO

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

MODO DI MUOVERSI

GESTI STRANI

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

ASPETTI CARATTERIALI IMPORTANTI

PENSIERI PIÙ INTIMI

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

PREGI NASCOSTI

DIFETTI EVIDENTI

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................

.............................................................. .............................................................. .............................................................. ..............................................................


Laboratorio di scrittura • Jeli il pastore

18

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Controlla sul dizionario il significato e la categoria morfologica dei seguenti termini tratti dalla novella e scrivi una frase con ciascuno di essi. diffidenza

= s.f. (sostantivo femminile) “disposizione d’animo di chi è incline a non fidarsi, mancanza di fiducia”.

Guardai con diffidenza quel cane che abbaiava insistemente.

impassibile

= ................................................................................................................ .................................................................................................................

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ indifferenza

= ................................................................................................................ .................................................................................................................

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ = ................................................................................................................ trincerarsi

.................................................................................................................

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ vituperio

= ................................................................................................................ .................................................................................................................

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

LAVORIAMO SUL LESSICO

SINONIMI E CONTRARI

1 Riscrivi i seguenti brani sostituendo con sinonimi tutti i termini evidenziati.

Le idee non gli venivano nette e filate l’una dietro l’altra, ché di rado aveva avuto con chi parlare e perciò non aveva fretta di scovarle e distrigarle in fondo alla testa, dove era abituato a lasciare che sbucciassero e spuntassero fuori a poco a poco, come fanno le gemme dei ramoscelli sotto il sole. – Anche gli uccelli, soggiunse , devono buscarsi il cibo, e quando la neve copre la terra se ne muoiono. Le idee non gli venivano chiare e ............................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


Verga • Novelle Il poveraccio non sapeva dirle altro, e non capiva nei panni nuovi dalla contentezza di vedersi Mara per la casa, che rassettava e toccava ogni cosa, e faceva la padrona. Egli non trovava il verso di spiccicarsi dall’ uscio per tornarsene alla Salonia; quando fu venuto il lunedì, indugiava nell’ assettare sul basto dell’asinello le bisacce e il tabarro e il paracqua incerato. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ 2 Collega con una freccia ciascun termine di sinistra al suo contrario nel riquadro a destra, poi scrivi negli appositi spazi altri eventuali termini contrari.

superbo

avventato, ........................................................

irrequieto

incapace, ..........................................................

capace

calmo, ..............................................................

furbo

ingenuo, ...........................................................

selvaggio

disabituato, ......................................................

serio

civile, ................................................................

guardingo

modesto, umile, ...............................................

avvezzo

buffo, ...............................................................

UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Nella novella spesso gli atteggiamenti e gli stati d’animo di Jeli sono resi attraverso similitudini. Ne abbiamo riportate alcune: modificale cambiando il secondo termine di paragone, ma facendo attenzione a non alterarne il significato. a. … lo vedevano sempre qua e là come un cane senza padrone. … lo vedevano sempre qua e là come un cavallo senza briglie. b. Jeli … guardava il libro e lui in aria sospettosa, stando ad ascoltare, con quel lieve ammiccar di palpebre che indica l’intensità dell’attenzione nelle bestie che più si accostano all’uomo. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. Ogni idea nuova che gli picchiasse nella testa per entrare, lo metteva in sospetto, e pareva la fiutasse colla diffidenza selvaggia della sua vajata. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

19


20

Laboratorio di scrittura • Jeli il pastore d. Da prima se ne stava in disparte ronzandole attorno, guardandola da lontano in aria sospettosa, e a poco a poco andava accostandosi coll’andatura guardinga del cane avvezzo alle sassate. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. e. Alle volte, verso sera, si vedeva il fumo dei fuocherelli di sommacchi che Jeli andava facendo … per non rimanere intirizzito al pari di quelle cinciallegre che la mattina trovava dietro un sasso, o al riparo di una zolla. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. f. Jeli si ficcava negli spineti come un segugio per andare a scovare delle nidiate di merli… ............................................................................................................................................. IMPARIAMO A SCRIVERE

I SEGNI DI INTERPUNZIONE

1 Nel brano riportato è stata tolta l’interpunzione: inserisci negli spazi evidenziati il corretto segno di punteggiatura.

– Buona notte Buona notte andavano dicendo le compagne a misura che si lasciavano per la strada Mara dava la buona notte che pareva che cantasse tanta contentezza ci aveva nella voce e il figlio di massaro Neri poi sembrava proprio che non volesse lasciarla andare più mentre massaro Agrippino e la gnà Lia litigavano nell’aprire l’uscio di casa Nessuno badava a Jeli soltanto massaro Agrippino si rammentò di lui e gli chiese Ed ora dove andrai Non lo so disse Jeli Domani vieni a trovarmi e t’aiuterò a cercar d’allogarti Per stanotte torna in piazza dove siamo stati a sentir suonare la banda un posto su qualche panchetta lo troverai e a dormire allo scoperto tu devi esserci avvezzo IMPARIAMO A SCRIVERE

I VERBI

1 In questo brano sono stati riportati tra parentesi al modo infinito tutti i verbi: inserisci le corrette forme verbali, facendo attenzione alle concordanze. Controlla poi il tuo elaborato con l’originale.

perdette il pane, perché In tal modo Jeli, il guardiano dei cavalli, (perdere) ................ giusto in quel punto (sopravvenire) ................................. all’improvviso una carrozza che non si (udire) ................................. prima, mentre (salire) ............................. l’erta passo passo, e (mettersi) ................................. al trotto com[e] (giungere) .................................... al piano, con gran strepito di frusta e di sonagli, quasi la (portare) ............................................ il diavolo. I puledri, spaventati, si (sbandare) .................................. in un lampo, che (parere) .................................. un terremoto, e ce ne (volere) .................................. delle chiamate, e delle grida e degli ohi! ohi! ohi! di Jeli e del ragazzo prima di raccoglierli attorno alla bianca, la quale anch’essa


Verga • Novelle

21

(trotterellare) ....................................... svogliatamente, col campanaccio al collo. Appena Jeli (contare) ................................................. le sue bestie, (accorgersi) ................................. che (mancare) ................................. lo stellato, e (cacciarsi) ................................. le mani nei capelli, perché in quel posto la strada (correre) ................................. lungo il burrone, e (essere) ................................. nel burrone che lo stellato (fracassarsi) ................................. le reni, un puledro che (valere) ................................. dodici onze come dodici angeli del paradiso! 2 Abbiamo riscritto alcune frasi tratte dalla novella modificando i verbi ed inserendo alcuni errori: controlla le concordanze verbali e, dove necessario, scrivi la forma corretta. sentisse a. Il figlio di massaro Neri pareva che sentiva quei discorsi, e accendesse i razzi per la Mara, facendo la ruota dinanzi a lei. b. – Suo padre sta benone laggiù a Marineo; ché quando andavo a trovarli mi misero dinanzi pane, vino, formaggio, e ogni ben di Dio, perché egli è quasi il fattore, ed ha le chiavi di ogni cosa, e avrei potuto mangiarmi tutta la fattoria se avevo voluto. c. – Costoro li spendono senza pensarci, s’andava dicendo Jeli, e vuol dire che hanno la tasca piena, e non erano in angustia come me, per difetto di un padrone, se sudano e s’affannano a saltare per loro piacere come se li pagherebbero a giornata! 3 Completa come ti pare più opportuno i seguenti periodi ipotetici, facendo attenzione a utilizzare modi e tempi verbali corretti. a. Se fossi un guardiano di cavalli, .......................................................................................... ............................................................................................................................................ b. Avrei scelto anch’io di sposare Mara, se .............................................................................. ............................................................................................................................................ c. Jeli amava stare fra le sue pecore, come se .......................................................................... ............................................................................................................................................

IMPARIAMO A DESCRIVERE

IL PAESAGGIO

1 Riscrivi sul quaderno questa breve descrizione tratta dalla novella, inserendo al posto delle frasi evidenziate riferimenti ad animali diversi da quelli indicati che però vivono anch’essi in campagna.

Ah! … i bei giorni d’aprile, quando il vento accavallava ad onde l’erba verde, e le cavalle nitrivano nei pascoli ; i bei meriggi d’estate, in cui la campagna, bianchiccia, taceva, sotto il cielo fosco, e i grilli scoppiettavano fra le zolle , come se le stoppie si incendiassero! il bel cielo d’inverno attraverso i rami nudi del mandorlo, che rabbrividivano al rovajo, e il viottolo che suonava gelato sotto lo zoccolo dei cavalli , e le allodole che trillavano in alto, al caldo, nell’azzurro!


Laboratorio di scrittura • Jeli il pastore

22

IMPARIAMO A SCRIVERE

IL RIASSUNTO

1 Una sequenza è un blocco di testo coerente (unità narrativa), in cui si inizia e si conclude una narrazione riguardante un argomento definito. Le sequenze possono corrispondere a:

v v v v v

la narrazione di un evento, di un’azione che forma la storia (s. narrativa) una descrizione di luoghi, personaggi, ecc. (s. descrittiva) un dialogo (s. dialogata) la rappresentazione di un’emozione, uno stato d’animo, un’atmosfera, ecc. (s. espressiva) una riflessione, un giudizio dello scrittore sui fatti e i personaggi della storia (s. riflessiva)

Ogni sequenza può essere a sua volta scomposta in unità più piccole (microsequenze) o intersecarsi con altre sequenze per formare un’unità più complessa (macrosequenza). Per facilitare la lettura, e seguire più agevolmente lo svolgersi dell’intreccio, abbiamo diviso la novella in 7 macrosequenze, ciascuna dedicata a una fase della vita di Jeli e a particolari eventi che ne hanno segnato la crescita interiore. Partendo dal rettangolo centrale che contiene il titolo della prima macrosequenza, riscrivi nel corretto ordine di successione le macrosequenze riportate nello schema. il matrimonio e le disgrazie coniugali Jeli pecoraio

epilogo LA FANCIULEZZA

la fiera di San Giovanni e il licenziamento

la festa paesana la morte del padre e la partenza di Mara

1 2 3 4 5 6 7

............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

2 È possibile individuare le varie sequenze da cui è formata ciascuna macrosequenza, tenendo conto dei cambiamenti dovuti a: v v v v

entrata e uscita di scena di uno o più personaggi cambiamento di luoghi cambiamento di tempo cambiamento di tipo di narrazione (descrizione, dialogo, riflessione, ecc.)

Nella pagina accanto abbiamo riportato le sequenze individuate nella prima macrosequenza indicando anche i righi corrispondenti, e abbiamo attribuito un titolo che riassuma l’argomento trattato.


Verga • Novelle

la fanciullezza

Scrivi in corrispondenza di ciascun blocco un brevissimo riassunto che sviluppi il titolo suggerito.

L’AMICIZIA CON DON ALFONSO (rr. 1-43)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

L’AUTOSUFFICIENZA DI JELI (rr. 44-60)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

LA MORTE DELLA MADRE (rr. 61-77)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

IL LAVORO DI JELI COME GUARDIANO DI CAVALLI (rr. 78-125)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

LE RIFLESSIONI DI JELI SUL PULEDRO RIMASTO “ORFANO” (rr. 78-125)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

IL “SOSPETTO” DI JELI VERSO LA SCRITTURA (rr. 125-176)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

JELI CHIEDE A DON ALFONSO DI SCRIVERE IL NOME DI MARA (rr. 177-201)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

JELI SI INNAMORA DI MARA (rr. 202-262)

........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... ...........................................................................................

3 Procedi con lo stesso metodo al riassunto delle restanti 6 macrosequenze, poi unisci tra loro i riassunti di tutte le sequenze individuate, apportando le modifiche necessarie per avere un brano di senso compiuto.

23


24

Laboratorio di scrittura • Cos’è il Re IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 In ciascuna delle frasi che seguono mancano alcuni vocaboli le cui definizioni sono state riportate sotto. Inseriscili e controlla sul testo le risposte che hai dato. 1 Compare Cosimo avrebbe dovuto esserne (a) ………………, perché il suo (b) ……………… era di fare il (c) ………………, e proprio allora stava aspettando che venisse qualcuno a (d) ……………… la sua lettiga. a. soddisfatto dei propri desideri b. professione c. conducente della lettiga, destinata al trasporto delle persone d. prendere a noleggio 2 All’(a) ……………… lo fece saltar su da quel (b) ……………… la tromba dei soldati che suonava come un (c) ……………… che sappia le ore, e metteva in rivoluzione tutto lo (d) ……………… . a. prima luce del giorno in cielo, tra la fine della notte e l’aurora b. stato tra il sonno e la veglia c. uccello domestico dotato di cresta rossa e carnosa, bargigli rossi e piumaggio spesso vivacemente colorato d. riparo temporaneo per le bestie 3 Il Re invece era un bel pezzo d’uomo, grande e grosso, coi (a) ……………… rossi e la (b) ……………… appesa alla pancia; e si tirava dietro il (c) ………………, il (d) ………………, il sottotenente e un altro (e) ……………… di galantuomini. a. indumento che veste la persona dalla vita alle caviglie coprendo ogni gamba separatamente b. arma da offesa con una lunga lama d’acciaio piatta e tagliente c. prelato della Chiesa cattolica che riceve l’investitura dal papa e ha il compito di guidare spiritualmente i fedeli che compongono il popolo della sua diocesi d. capo dell’amministrazione comunale e. in senso figurato, moltitudine di persone, animali o cose, in movimento 2 Consulta con attenzione il dizionario e scrivi accanto a ciascun verbo l’ausiliare con cui deve essere usato. capire: ........................................................ viaggiare: .................................................... pignorare: ................................................... restare: ....................................................... andare: ....................................................... governare: .................................................. restare: ....................................................... stare: .......................................................... cadere: ....................................................... rassettare: ................................................... LAVORIAMO SUL LESSICO

LE PAROLE POLISEMICHE

1 Ricerca sul vocabolario tutti i significati dell’aggettivo “grande” e con ciascuno di essi costruisci una frase. Es. 1° significato: alto, grosso, robusto Il Re invece era un bel pezzo d’uomo, grande e grosso


Verga • Novelle

25

2 Le parole che seguono hanno piĂš significati e sono, dunque, polisemiche: costruisci una frase con ciascun significato di esse e infine confronta lo svolgimento del tuo esercizio con quello dei tuoi compagni. governare: Il lettighiere aveva governato le sue mule. Il Re aveva governato con grande responsabilitĂ il suo Stato. Il capitano aveva governato la nave durante il nubifragio. porta:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................

occhio:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................

bocca:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................

ferri:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................

braccio:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .............................................................................................................................. ..............................................................................................................................

gamba:

.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. .................................................................................................................................... ..............................................................................................................................

LAVORIAMO SUL LESSICO

I CONTRARI

1 Forma i contrari dei seguenti termini utilizzando i prefissi adatti. riconoscente = irriconoscente teso = ..................................................................................................................................... contento = .............................................................................................................................. montare = ............................................................................................................................... attento = ................................................................................................................................. tipico = ................................................................................................................................... frequente =..............................................................................................................................


Laboratorio di scrittura • Cos’è il Re

26

LAVORIAMO SUL LESSICO

I SINONIMI

1 Nelle seguenti frasi sono stati evidenziati termini uguali ma che assumono significato differente a seconda del contesto in cui sono stati utilizzati. Sostituisci ciascuno di essi con il sinonimo più adatto, modificando eventualmente la frase. a. A Cosimo faceva specie (impressione) dover trasportare il Re. Cosimo, al pensiero di dover trasportare il Re, fu preso da una specie (......................) di terrore. b. La folla era fitta (......................). Cosimo fu preso da una fitta (......................) al cuore. c. Il Re, prima di montare (......................) a cavallo, parlava con questo e con quello. L’ansia di Cosimo montava (......................) a dismisura. d. Le mule, che non avevano giudizio (......................), provavano una grande tentazione di mettersi a ballare. Il giudizio (......................) di compare Cosimo nei confronti del Re che aveva richiamato suo figlio in artiglieria fu molto severo e. Il Re era un uomo grosso (......................). Compare Cosimo poteva fare un grosso (......................) affare trasportando il suo Re.

UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Utilizza ciascuno dei nomi che seguono per scrivere una frase di senso figurato e una di senso letterale. occhio (senso figurato) Quei rumori non gli fecero chiudere occhio tutta la notte. (senso letterale) La mula aveva un occhio più grande dell’altro. chiodo (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................ campana (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................ piantare (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................


Verga • Novelle piede (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................ pagare (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................ allungare (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................ sollevare (senso figurato)........................................................................................................................ (senso letterale)........................................................................................................................

2 Definisci ciascuno dei personaggi e degli elementi del racconto citati per mezzo di una metafora o di una similitudine. la folla:

(metafora) La folla era un fiume in piena. (similitudine) Era come uno sciame impazzito.

compare Cosimo: (metafora)

.............................................................................................. .............................................................................................. (similitudine) .............................................................................................. ..............................................................................................

il Re:

la Regina:

il sole:

il dispiacere di Cosimo:

(metafora)

.............................................................................................. .............................................................................................. (similitudine) .............................................................................................. .............................................................................................. (metafora) .............................................................................................. .............................................................................................. (similitudine) .............................................................................................. .............................................................................................. (metafora) .............................................................................................. .............................................................................................. (similitudine) .............................................................................................. .............................................................................................. (metafora)

.............................................................................................. .............................................................................................. (similitudine) .............................................................................................. ..............................................................................................

27


Laboratorio di scrittura • Cos’è il Re

28

IMPARIAMO A SCRIVERE

LA COERENZA

1 Il periodo è costituito da più frasi, il cui ordine di successione all’interno del periodo stesso può cambiare, così come può variare l’ordine delle parole all’interno di ogni frase: bisogna però stare attenti che non mutino il significato e la coerenza del messaggio. Prova ad esercitarti su due periodi di questa novella, le cui parti sono state racchiuse in cerchi. Dopo averle lette con grande attenzione, riposizionale in modo diverso facendo attenzione a non alterare il significato del periodo.

compare Cosimo

il lettighiere

aveva

governato le sue mule

allungate un po’ le cavezze

per la notte

steso

un po’ di strame

sotto i piedi della baia

la quale

era sdrucciolata

due volte

sui ciottoli umidi

delle viottole

di Grammichele

il lettighiere

compare Cosimo

aveva

allungate un po’ le cavezze

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................


Verga • Novelle

29

il Re

invece

era

un bel pezzo d’uomo

grande

e

grosso

coi calzoni rossi

e

la sciabola

appesa

alla pancia

e

si tirava

dietro

il vescovo

il sindaco

il sottointendente

e un altro sciame

di galantuomini

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................

.................... ....................


30

Laboratorio di scrittura • Cos’è il Re 2 Dopo aver eseguito l’esercizio precedente con l’aiuto della visualizzazione grafica, prova a riscrivere il periodo che segue secondo gli stessi criteri, ma in due modi diversi.

La Regina, lei, badava a chiacchierare con un’altra signora che le avevano messo in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore del lino e appoggiava allo sportello una mano così piccina che pareva fatta apposta per non aver nulla da fare; che non valeva la pena di riempire d’orzo le mule per portare quella miseria, regina tal quale era! 1ª opzione: Lei, la Regina, badava .............................................................................................................. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ 2ª opzione: ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

IMPARIAMO A SCRIVERE

LA LETTERA

1 Ora ci eserciteremo sulla tipologia testuale della lettera. Di seguito te ne riassumiamo le caratteristiche principali; leggile attentamente. IL CONTENUTO La lettera non pone limiti al suo contenuto: in essa possono trovar posto racconti, complesse introspezioni psicologiche con descrizioni minuziose di emozioni e sentimenti, come pure descrizioni molto tecniche. IL LINGUAGGIO Analogamente al contenuto, anche il linguaggio può essere molto vario; ciò dipende sia dagli argomenti affrontati sia dalla persona alla quale il testo è indirizzato. GLI ASPETTI FORMALI Nella lettera ci sono alcuni aspetti formali ricorrenti e consolidati dall’uso che riguardano soprattutto l’apertura e la chiusura. L’apertura prevede sempre la data in cui è stata scritta e il luogo da cui la lettera viene mandata. Segue un’espressione che stabilisce un contatto con il destinatario e che rivela il tipo di relazione che il mittente ritiene di avere con lui/lei. Dopo la conclusione del messaggio vero e proprio, si passa alla chiusura della lettera con una formula di saluto, ed eventualmente anche di ringraziamento. Come per l’apertura, l’espressione cambia a seconda della relazione esistente con l’interlocutore.


Verga • Novelle

31

Segue infine la firma; se c’è molta familiarità può bastare il nome proprio, altrimenti va scritto anche il cognome, ponendolo sempre dopo il nome. Dopo la firma, quando il rapporto di conoscenza non è stretto, è bene far seguire l’indirizzo completo del mittente, soprattutto se si attende una risposta. Di seguito abbiamo schematizzato la successione tipica dei vari elementi di una lettera.

A P E R T U R A

(CITTÀ, DATA) Caro... (nome)

CONTENUTO introduzione, sviluppo, conclusione

C H I U S U R A

(formula di saluto)

firma

Prova a rileggere la novella e immagina che il protagonista, compare Cosimo, scriva una lettera a suo fratello, raccontandogli sia di quando trasportò il Re e la Regina da Caltagirone e Catania, sia tutte le conseguenze di tale esperienza. Ricorda che compare Cosimo è un personaggio di basso livello culturale e che quindi il suo modo di scrivere dovrà rispecchiare la semplicità che lo contraddistingue. Caro ........................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ Cosimo


32

Laboratorio di scrittura • Malaria IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Controlla sul dizionario se i seguenti verbi sono transitivi, intransitivi o di entrambe le categorie. Poi, aiutandoti anche con gli esempi riportati nel vocabolario, rispondi alle domande che ti vengono rivolte. a. inchiodare = TR, INTR … la malaria acchiappa gli abitanti per le vie spopolate, e li inchioda dinanzi agli usci delle case… In questa frase, il Verga ha utilizzato il verbo “inchiodare” nel suo significato letterale (denotativo) o figurato (connotativo)? ................................................................................................................................................

b. cadere = ............................. Qual è il congiuntivo presente del verbo “cadere”? Coniugalo in tutte le persone. ................................................................................................................................................ c. disfare = ............................. La sera, appena cade il sole, si affacciano sull’uscio … donne seminude, colle spalle nere, allattando dei bambini già pallidi e disfatti… Nella frase tratta dalla novella, in quale modo e tempo verbale è utilizzato il verbo “disfare”? ................................................................................................................................................ d. stare = ............................. Il verbo “stare” può assumere significati particolari. Collega con una freccia ciascuna espressione riportata nella colonna a sinistra con il significato corrispondente nella colonna a destra. stare alle regole affidarsi stare alla decisione dei giudici importare stare alle parole di qualcuno attenersi stare allo scherzo rimettersi stare a cuore accettare e. ingrassare = ............................. Adesso se ne impipa! ché s’è ingrassato e fatto ricco a spese del padrone, e i suoi figli non hanno bisogno di nessuno! In questa frase il Verga ha utilizzato il verbo “ingrassare” in una forma particolare. Quale? □ attiva □ passiva □ impersonale f. sfilare = ............................. In quale delle seguenti frasi il verbo “sfilare” è usato in senso figurato? □ I prigionieri sfilano lentamente. □ I pensieri continuavano a sfilare nella sua mente in modo sempre più chiaro.


Verga • Novelle LAVORIAMO SUL LESSICO

33

FAMIGLIE SEMANTICHE E PAROLE POLISEMICHE

1 All’interno di ciascun insieme sono state inserite parole tratte dalla novella appartenenti allo stesso campo semantico e alla medesima famiglia semantica, ovvero derivate dalla stessa radice (riportata nel tondo centrale più scuro) con l’aggiunta di prefissi e suffissi. Sottolinea i prefissi e/o i suffissi, scrivi la radice ed elimina l’“intruso” come nel primo insieme.

re de n e t con

do len te

za cez dol sdolcinato

...........

dolciario

co str izi on e

co nt en ta re

scontento

re trui cos costruzione ...........

ile uib str co

a ezz ent t n contentino co acc on ten tar content............. e

costruttore

passeggino ad do lcir e

te can i f i lc do

are ggi e s pas

pa sso

...........

passeggio

ta gia g e ss pa

2 Una parola polisemica è un termine che ha più significati, a seconda del contesto in cui si trova. In ciascuna delle seguenti frasi è stata evidenziata una parola polisemica: scrivi una frase in cui la stessa parola assume il significato suggerito tra parentesi. classe (ripartizione di mezzi di trasporto) («Ammazzamogli») vedeva passare due volte al giorno la lunga fila dei carrozzoni stipati di gente; le allegre brigate dei cacciatori … alle volte un contadinello che suonava l’organetto a capo chino, rincantucciato su di una panchetta di terza classe … (ottima, eccellente qualità) ................................................................................................................................................ (raggruppamento di alunni in una stessa scuola) ................................................................................................................................................ (ceto sociale) ................................................................................................................................................


34

Laboratorio di scrittura • Malaria capo (testa) … le belle signore che affacciavano allo sportello il capo avvolto nel velo… (persona investita di funzioni di comando) ................................................................................................................................................ (singolo oggetto di una serie) ................................................................................................................................................ (estremità di una penisola, promontorio, sporgenza di una costa in mare) ................................................................................................................................................ colpo (urto, percossa netta e rapida) … lungo la ferrovia che taglia in due la pianura come un colpo d’accetta… (sparo d’arma da fuoco) ................................................................................................................................................ (malore acuto e repentino) ................................................................................................................................................ calcio (colpo dato con un piede) L’oste gli prendeva i centesimi e lo teneva a dormire sotto la tettoia, sullo strame dei cavalli, che quando si tiravano dei calci , Cirino correva a svegliare il padrone… (gioco sportivo disputato fra due squadre di undici persone ciascuna) ................................................................................................................................................ (elemento chimico) ................................................................................................................................................

UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Riscrivi i seguenti periodi cambiando le similitudini presenti con altre di significato analogo. a. Invano Lentini, e Francofonte, e Patenò, cercano di arrampicarsi come pecore sbrancate sulle prime colline… ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. b. … il vento urlava di fuori come un lupo che abbia fame e freddo. ............................................................................................................................................. c. … la madre divenne curva come un gancio dai crepacuori… ............................................................................................................................................. d. … nell’ora in cui cala la sera come un velo grigio, fischiava lo zufolo del guardiano… ............................................................................................................................................. e. E si mangia il prossimo suo come un coccodrillo! .............................................................................................................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

COORDINAZIONE E SUBORDINAZIONE

1 Di seguito riportiamo una serie di frasi indipendenti (principali): costruisci con esse un unico periodo utilizzando la coordinazione, la subordinazione e i nessi logici opportuni. a. I vetturali e i viandanti erano diventati più rari sulla strada. Lo scimunito non sapeva che pensare. Lo scimunito guardava in aria delle ore le rondini. Le rondini volavano. I vetturali e i viandanti erano diventati più rari sulla strada e lo scimunito non sapeva ............ ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. b. L’oste ogni volta da lontano vedeva passare il treno sbuffante. L’oste non diceva nulla. L’oste gli sputava contro il fatto suo. L’oste scrollava il capo, davanti alla tettoia deserta e ai boccali vuoti. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. L’oste aveva preso quattro mogli, l’una dopo l’altra. L’oste veniva chiamato «Ammazzamogli». La gente diceva che ci aveva fatto il callo. L’oste tirava a pigliarsi la quinta moglie. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. d. Il treno passava da lontano. Il treno fischiava. Compare Monnu stava accanto al casotto. Compare Monnu teneva la banderuola in mano. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

35


36

Laboratorio di scrittura • Malaria IMPARIAMO A DESCRIVERE

IL PAESAGGIO

1 Abbiamo riprodotto liberamente ciò che avrebbe potuto vedere Verga in una stazione siciliana di fine Ottocento e di seguito abbiamo riportato la descrizione tratta dalla novella. Esamina attentamente il disegno, rileggi la descrizione e colora infine tutti i particolari citati dal narratore.


Verga • Novelle … vedeva passare due volte al giorno la lunga fila dei carrozzoni stipati di gente; le allegre brigate di cacciatori che si sparpagliavano per la pianura; alle volte un contadinello che suonava l’organetto a capo chino, rincantucciato su di una panchetta di terza classe; le belle signore che affacciavano allo sportello il capo avvolto nel velo; l’argento e l’acciaio brunito dei sacchi e delle borse da viaggio che luccicavano sotto i lampioni smerigliati; le alte spalliere imbottite e coperte di trina. 2 Prova a descrivere l’immagine che ti abbiamo presentato, scegliendo altri particolari di cui il narratore non ha tenuto conto ad esempio: il bambino che saluta, i viaggiatori che leggono, ecc.

37


38

Laboratorio di scrittura • Malaria 3 Rileggiamo la descrizione che apre la novella, in cui Verga presenta con un lungo e articolato periodo la terra infestata dalla malaria. In essa abbiamo evidenziato gli elementi della natura che l’autore ha scelto di porre in rilievo per “fotografare” con le parole questo desolato paesaggio.

E’ vi par di toccarla colle mani – come dalla terra grassa che fumi, là, dappertutto, torno torno alle montagne che la chiudono, da Agnone al Mongibello incappucciato di neve – stagnante nella pianura, a guisa dell’afa pesante di luglio. Vi nasce e vi muore il sole di brace, e la luna smorta, e la Puddara , che sembra navigare in un mare che svapori, e gli uccelli e le margherite bianche della primavera, e l’estate arsa; e vi passano in lunghe file nere le anitre nel nuvolo dell’autunno, e il fiume che luccica quasi fosse di metallo, fra le rive larghe e abbandonate, bianche, slabbrate, sparse di ciottoli; e in fondo il lago di Lentini , come uno stagno, colle sponde piatte, senza una barca, senza un albero sulla riva, liscio ed immobile. Sul greto pascolano svogliatamente i buoi , rari, infangati sino al petto, col pelo irsuto. Quando risuona il campanaccio della mandra, nel gran silenzio, volan via le cutrettole , silenziose, e il pastore istesso, giallo di febbre, e bianco di polvere anche lui, schiude un istante le palpebre gonfie, levando il capo all’ombra dei giunchi secchi.

4 Accanto a tutti gli elementi del paesaggio elencati riscrivi con parole tue le espressioni o gli aggettivi che Verga ha utilizzato per descriverli o, laddove non ci sono, inventane di nuovi. a. terra = come dalla terra fertile che trasudi b. Mongibello = .................................................................................................................... c. il sole = ............................................................................................................................ d. la luna = .......................................................................................................................... e. la Puddara = .................................................................................................................... f. gli uccelli = ...................................................................................................................... g. le margherite = ................................................................................................................ h. l’estate = .......................................................................................................................... i. le anitre = ........................................................................................................................ l. il fiume = .......................................................................................................................... m. le rive = ............................................................................................................................ n. il lago di Lentini = ............................................................................................................ o. i buoi = ............................................................................................................................ p. le cutrettole = ..................................................................................................................


Verga • Novelle

39

5 Riscrivi sul quaderno la descrizione utilizzando le espressioni da te modificate. 6 Utilizzando di nuovo gli stessi sostantivi, ma accostando ad essi aggettivi o espressioni più positive e solari (ne troverai alcune già citate), stendi una descrizione paesaggistica capace di suscitare nel lettore una sensazione di serenità, pace e grande allegria.

SOSTANTIVI

ESPRESSIONI O AGGETTIVI

la terra Mongibello il sole la luna la Puddara gli uccelli le margherite l’estate le anitre il fiume le rive il lago di Lentini i buoi le cutrettole

fertile e prospe

rosa

ridente di luce bianca come il

latte

liberi e gioios

i

colorate e e al

svettante

legre

brillante e cald

ose

striate e chiass

o

svelte e curios

e gonfio d’acqua scrosciante

lucente come

uno specchio e

nt affollate di ge

oscillanti e lit

igiosi

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


Laboratorio di scrittura • La roba

40

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Per ciascuna delle parole che seguono indica quale termine deve essere ricercato sul vocabolario e riportane il significato. viandante =

viandante:

stoppie =

........................

passando =

........................

mèsse =

........................

accoccolate = ........................ armenti =

........................

mezzadri =

........................

acchiappava = ........................ logorata =

........................

barcollando = ........................ suoi =

........................

.............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. ..............................................................................................

2 Alcuni verbi richiedono una costruzione particolare: indica quella che ti sembra corretta ponendo attenzione alle preposizioni e ai complementi. Se non sei sicuro della risposta, consulta il vocabolario. a. M … il guardiano sdraiato bocconi sullo schioppo, accanto al vallone, levava il capo sonnacchioso, e apriva un occhio per vedere chi fosse… M … il guardiano sdraiato bocconi sullo schioppo, accanto al vallone, levava il capo sonnacchioso, e apriva un occhio a vedere chi fosse… b. M … e badava di ripetere: – Curviamoci, ragazzi! – M … e badava a ripetere: – Curviamoci, ragazzi! – c. M – Costui vuol essere rubato per forza! – diceva Mazzarò, e schiattava dalle risa quando il barone gli dava dei calci nel di dietro… M – Costui vuol essere rubato per forza! – diceva Mazzarò, e schiattava alle risa quando il barone gli dava dei calci nel di dietro… d. M Invece egli (Mazzarò), dopo che ebbe fatta la sua roba, non mandava certo a dire se veniva a sorvegliare la messe… M Invece egli (Mazzarò), dopo che ebbe fatta la sua roba, non mandava certo di dire se veniva a sorvegliare la messe… e. M … perché voleva arrivare di avere della terra quanta ne ha il re… M … perché voleva arrivare ad avere della terra quanta ne ha il re…


Verga • Novelle

41

LAVORIAMO SUL LESSICO

I SINONIMI

1 Nelle frasi che seguono le parole evidenziate non sono molto comuni: sostituiscile con il sinonimo che ritieni più corretto tra le tre opzioni suggerite. a. Il guardiano … levava il capo sonnacchioso, e apriva un occhio per vedere chi fosse… □ alzava □ toglieva □ privava b. … si incontravano le lunghe file degli aratri di Mazzarò che tornavano adagio adagio dal maggese, e i buoi che passavano il guado lentamente… □ fluivano □ trascorrevano □ attraversavano c. … egli solo non si logorava , pensando alla sua roba, ch’era tutto quello ch’ei avesse al mondo… □ consumava □ affaticava □ deteriorava d. … ognuno sapeva l’ora e il momento in cui doveva arrivare (il padrone), e non si faceva sorprendere colle mani nel sacco. □ fermare □ scoprire □ meravigliare 2 Per ciascuna delle seguenti coppie di parole individua il termine più comune e quello più ricercato e inseriscili nei rispettivi insiemi. Utilizza infine tutte le “parole ricercate” e con ciascuna di esse componi una frase. PAROLE COMUNI a. riarso – secco b. nebbioso – fosco c. allorché – quando d. ricordare – rammentare e. riempire – colmare f. rispondere – replicare g. stanco – spossato h. pancia – ventre

a b c d e f g h

secco ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. .............................

PAROLE RICERCATE

a b c d e f g h

riarso ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. .............................

a. ............................................................................................................................................ b. ............................................................................................................................................ c. ............................................................................................................................................ d. ............................................................................................................................................ e. ............................................................................................................................................ f. ............................................................................................................................................ g. ............................................................................................................................................ h. ............................................................................................................................................


42

Laboratorio di scrittura • La roba UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Nelle seguenti coppie di frasi la stessa parola, che troverai evidenziata, è utilizzata in senso proprio (denotativo) e in senso figurato (connotativo): distingui i due casi. DENOT.

CONNOT.

Mazzarò puliva i cavalli servendosi di uno straccio .

c. Mazzarò contava più di cinquemila bocche da sfamare.

a. I muli lasciano ciondolare il capo . I viandanti lungo il cammino facevano discorsi senza capo né coda. b. Mazzarò era senza uno straccio di cappotto.

Il viandante aveva la bocca secca per la sete. d. Il padrone aveva raccolto Mazzarò nudo e crudo . Il cibo era rimasto crudo . e. Mazzarò teneva lo schioppo tra le gambe . Scappava a gambe levate.

2 La similitudine è un paragone esplicito, in cui compare sia il primo che il secondo termine di paragone (Giovanni è furbo come una lince), mentre la metafora è un paragone abbreviato, o sottinteso, in cui è presente unicamente il secondo termine di paragone (Giovanni è una lince). Per ciascuna delle frasi che seguono individua se l’espressione sottolineata è una similitudine o una metafora. Attenzione! Alcune espressioni sottolineate sono usate in senso figurato. a. Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un pezzo di mare morto…

M

S

ALTRO

b. E verso sera, allorché il sole tramontava rosso come il fuoco…

c. … egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a vederlo … ma aveva la testa ch’era un brillante, quell’uomo.

d. … si contentava di due soldi di pane e un pezzo di formaggio, ingozzato in fretta e in furia, all’impiedi, in un cantuccio del magazzino grande come una chiesa…

e. Di donne non aveva mai avuto sulle spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto.

f. … ognuno sapeva l’ora e il momento in cui doveva arrivare, e non si faceva sorprendere colle mani nel sacco.

g. I campi … ondeggiavano di spighe…


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

43 IN PRIMA PERSONA

1 La novella “La roba” è narrata dalla voce di un narratore esterno che racconta in terza persona le vicende di Mazzarò. Rileggi i seguenti brani immaginando che sia lo stesso protagonista a raccontare la sua storia. Sottolinea tutte quelle parti che subirebbero una trasformazione nel passaggio dalla terza persona alla prima persona e infine riscrivi liberamente i testi fingendo di essere Mazzarò che narra la sua vicenda. a. Egli non beveva vino, non fumava, non usava tabacco, e sì che del tabacco ne producevano i suoi orti lungo il fiume, colle foglie larghe ed alte come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, né quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto sulle spalle che sua madre, la quale gli era costata anche 12 tarì, quando aveva dovuto farla portare al camposanto. Io non bevevo vino, non fumavo e non usavo tabacco ............................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

b. Tutta quella roba se l’era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll’affaticarsi dall’alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule – egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch’era tutto quello ch’ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba. Quando uno è fatto così, vuol dire che è fatto per la roba. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


44

Laboratorio di scrittura • La roba IMPARIAMO A DESCRIVERE

IL PAESAGGIO

1 La novella “La roba” si apre con una lunga descrizione soggettiva, ovvero una descrizione in cui sono presenti non solo riferimenti a dati reali e dunque oggettivi (laghi, stoppie, fattorie, ecc.), ma anche dati soggettivi (impressioni, giudizi ed emozioni) che il paesaggio trasmette al viandante che lo sta osservando. Rileggiamo insieme alcune righe.

Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un pezzo di mare morto, e le stoppie riarse della Piana di Catania, e gli aranci sempre verdi di Francofonte, e i sugheri grigi di Resecone, e i pascoli deserti di Passaneto e di Passanitello, se domandava, per ingannare la noia della lunga strada polverosa, sotto il cielo fosco dal caldo, nell’ora in cui i campanelli della lettiga suonano tristamente nell’immensa campagna, e i muli lasciano ciondolare il capo e la coda, e il lettighiere canta la sua canzone malinconica per non lasciarsi vincere dal sonno della malaria: – Qui di chi è? – sentiva rispondersi: – Di Mazzarò –. E passando vicino a una fattoria grande quanto un paese, coi magazzini che sembrano chiese, e le galline a stormi accoccolate all’ombra del pozzo, e le donne che si mettevano la mano sugli occhi per vedere chi passava: – E qui? – Di Mazzarò –. E cammina e cammina, mentre la malaria vi pesava sugli occhi, e vi scuoteva all’improvviso l’abbaiare di un cane, passando per una vigna che non finiva più, e si allargava sul colle e sul piano, immobile, come gli pesasse addosso la polvere, e il guardiano sdraiato bocconi sullo schioppo, accanto al vallone, levava il capo sonnacchioso, e apriva un occhio per vedere chi fosse: – Di Mazzarò –. Poi veniva un uliveto folto come un bosco, dove l’erba non spuntava mai, e la raccolta durava fino a marzo. Erano gli ulivi di Mazzarò. E verso sera, allorché il sole tramontava rosso come il fuoco, e la campagna si velava di tristezza, si incontravano le lunghe file degli aratri di Mazzarò che tornavano adagio adagio dal maggese, e i buoi che passavano il guado lentamente, col muso nell’acqua scura; e si vedevano nei pascoli lontani della Canziria, sulla pendice brulla, le immense macchie biancastre delle mandre di Mazzarò; e si udiva il fischio del pastore echeggiare nelle gole, e il campanaccio che risuonava ora sì ed ora no, e il canto solitario perduto nella valle. – Tutta roba di Mazzarò. Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava, e le cicale che ronzavano, e gli uccelli che andavano a rannicchiarsi col volo breve dietro le zolle, e il sibilo dell’assiolo nel bosco. Pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la terra, e che gli si camminasse sulla pancia.

2 La soggettività della descrizione è data anche dall’uso di similitudini con cui il narratore descrive il paesaggio reale, ma anche le sensazioni e le emozioni che esso suscita. A questo stesso fine contribuiscono in ampia misura sostantivi, aggettivi e avverbi che trasmettono quel senso di profonda tristezza, fatica, miseria e solitudine che sembra spesso affliggere il viandante. Riporta nella tabella tutti i dati soggettivi che riesci a trovare.


Verga • Novelle SIMILITUDINI

45

SOSTANTIVI, AGGETTIVI E AVVERBI

il Biviere di Lentini steso là come un pezzo di

i pascoli deserti di Passanitello

mare morto

per ingannare la noia della lunga strada pol-

....................................................................

verosa

....................................................................

i campanelli della lettiga suonano tristamente

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

....................................................................

3 La minuziosa descrizione delle terre di Mazzarò è ricca sia di elementi visivi che di elementi uditivi, di cui il narratore si serve per restituire le sensazioni del viandante. Rintraccia nel testo tali elementi e riportali nelle rispettive tabelle. COSA VEDE IL VIANDANTE

COSA ASCOLTA IL VIANDANTE

il Biviere di Lentini

.................................. i campanelli della lettiga

le stoppie

.................................. il lettighiere che canta la sua canzone

gli aranci di Francofonte .................................. l’abbaiare di un cane i sugheri di Resecone

.................................. ....................................................................

.................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. .................................................................... .................................. .................................. ....................................................................


46

Laboratorio di scrittura • La roba 4 Prova a descrivere un immenso territorio pianeggiante, come quello riprodotto nell’immagine, cercando di trasmettere al lettore un senso di gioia, solarità , allegria, assolutamente assenti nel brano appena letto. Per svolgere il tuo componimento individua dapprima una serie di elementi visivi e uditivi che suscitino anche nel lettore sensazioni positive; quindi riutilizza tali dati per una descrizione completa. Ricorda che aggettivi, avverbi, similitudini e metafore sono strumenti indispensabili per trasmettere emozioni e sensazioni.


Verga • Novelle

47


48

Laboratorio di scrittura • Il canarino del n. 15 IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Ricerca sul dizionario il significato dei seguenti vocaboli tratti dalla novella, trascrivilo sul quaderno e inventa una frase con ciascun termine. badare strombazzare

acciottolato gaio

stelo scarno

raspare tipografo

sequestro sloggiare

2 Nelle seguenti frasi tratte dalla novella, e liberamente parafrasate, sono stati inseriti volutamente alcuni errori di ortografia: rintracciali e riscrivi le frasi correttamente, aiutandoti, se necessario, col dizionario. a. Poiché il biggigattolo dei portinai non vedeva mai il sole, Màlia stava sempre seduta nel vano della finestra e ce rimaneva tutto il giorno, cosiché i vicini la chiamavano il «canarino del n. 15». ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ b. La stradicciuola umida e scura le sembra gaia, con quello stelo di pianticiella magra che si dondolava dal terrazino del primo piano, e quei finestroni scuri della tipografia dirimpeto, da dove si udiva un gran lavorìo di pulegge, e uno scorrere di strisce di cuoio, lunghe, lunghe, che non finivano mai, e si tiravano dietro il suo cervello, tutto il giorno. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. Il babbo il giorno dopo pianze come un vitello e la sua moglie sospirava: – Povero angelo! A finito di penare! Ma eravamo abituati a vederla la, a quella finestra, come un canarino. Ora ci parerà di esser soli peggio dei cani. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................

LAVORIAMO SUL LESSICO

L’INCLUSIONE

1 In ciascuna delle seguenti serie di parole indica il vocabolo dal significato più generale e ampio, che include, dunque, il significato di tutti gli altri. a. braccialetto – collana – gioiello – anello – orecchino b. liquorista – tabaccaio – giornalaio – mestiere – facchino c. ametista – minerale – quarzo – rubino – topazio d. marito – figlia – genero – cognata – parente e. cassettone – seggiola – mobilio – cassapanca – canapè


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

49 SOSTANTIVI E AGGETTIVI

1 Per ogni sostantivo scritto nell’ovale abbiamo riportato in corsivo gli aggettivi utilizzati da Verga: scrivi altri aggettivi che potrebbero essere associati a tali termini. pallida ovale rossa

umida

abbronzata magra

faccia seria

scura

stradicciuola

gaia

ossuta tonda magra

scuri

pianticella

finestroni

spalancati

rauca

occhi

voce

2 Qui di seguito trovi il brano da cui sono stati tratti i sostantivi dell’esercizio precedente: completalo scrivendo negli spazi appositi uno degli aggettivi da te associati ai vari sostantivi.

… e quel po’ di sangue che le restava le tingeva come una rosa la faccia ............, ogni volta che udiva il passo di lui sull’acciottolato. La stradicciuola ............ e ............ le sembrava ............, con quello stelo di pianticella ............ che si dondolava dal terrazzino del primo piano, e quei finestroni ............ della tipografia dirimpetto, dov’era un gran lavorìo di puleggie, e uno scorrere di strisce di cuoio, lunghe, lunghe, che non finivano mai, e si tiravano dietro il suo cervello, tutto il giorno. Sul muro c’erano dei gran fogli stampati, che ella leggeva e tornava a leggere, sebbene li sapesse a memoria; e la notte li vedeva ancora, nel buio, cogli occhi ............, bianchi, rossi, azzurri, mentre si udiva il babbo che tornava a casa cantando con voce ............: «O Beatrice, il cor mi dice».


50

Laboratorio di scrittura • Il canarino del n. 15 IMPARIAMO A SCRIVERE

IL DIALOGO

1 Per riportare la conversazione tra due o più personaggi si possono scegliere forme diverse di dialogo, a seconda dell’effetto che si vuole ottenere. Ad esempio, per riferire con precisione le parole dette e creare un effetto quanto mai realistico, il narratore spesso si avvale del discorso diretto, con il quale lascia la parola ai personaggi. Con il discorso indiretto, invece, è il narratore che riferisce le parole dei personaggi e, rimanendo più o meno fedele al dialogo avvenuto, può intervenire riassumendolo o utilizzando un registro diverso. Le due forme di dialogo rispettano regole diverse: • il discorso diretto viene introdotto da un verbo dichiarativo che indica l’azione del parlare (dire, affermare, rispondere, sussurrare, ecc.) e da due punti (:) premessi alle battute. Queste ultime sono racchiuse entro virgolette (« » oppure “ “) o precedute da un trattino (–), e utilizzano quasi sempre verbi al tempo presente; • il discorso indiretto è introdotto da un verbo dichiarativo + che e trasforma le battute in proposizioni dipendenti dal verbo. Qui di seguito abbiamo riportato brani tratti dalla novella contenenti sia discorsi diretti che discorsi indiretti. Trasformali liberamente dall’una all’altra forma, apportando a tutte le modifiche necessarie, ovvero adeguando soggetti, verbi, indicazioni spazio–temporali, ecc. DISCORSO DIRETTO

Una domenica (il Carlini) arrivò tutto contento colla nuova che aveva trovata la casa che ci voleva … era così contento che diceva alla Màlia: – Peccato che non possiate venire a vederla anche voi! La ragazza si fece rossa. Ma rispose: – La Gilda sarà contenta lei.

Una domenica (il Carlini) arrivò tutto contento con la notizia che aveva trovato proprio la casa che stavano cercando … ed era così contento che disse alla Màlia che era un vero peccato che lei non fosse potuta andare a .......................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

DISCORSO INDIRETTO

Allora si fermava in casa anche il babbo della ragazza, il sor Battista, a chiacchierare col Carlini come un padre, dicendogli che voleva cucirgli lui il primo vestito nuovo, se mai.

Allora si fermava in casa anche il babbo della ragazza, il sor Battista, a chiacchierare col Carlini come un padre, e una volta gli disse: « .............................................................................................................................................. ................................................................................................................................................ ..............................................................................................................................................»


Verga • Novelle DISCORSO INDIRETTO

Mentre il giovane aspettava l’innamorata, si metteva a discorrere colla Màlia; le parlava della sorella, le diceva quanto le volesse bene, e che incominciava a mettere dei soldi alla Cassa di Risparmio.

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ DISCORSO DIRETTO

(Il Carlini) Arrivava perfino a prenderle la mano, dimenticando che era mezzo morta su quella seggiola. – Guardate, – le diceva. – Vorrei che la Gilda foste voi, col cuore che avete!

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

DISCORSO INDIRETTO

Ella voleva che le piantassero quei fiorellini in un po’ di terra, perché non morissero, in qualche coccio di stoviglia, che ce ne dovevano essere tante in cucina. Un capriccio da moribonda, si sa. Gli altri rispondevano ridendo che era come far camminare un morto.

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

DISCORSO DIRETTO

Il babbo il giorno dopo pianse come un vitello e la sua moglie sospirava: – Povero angelo! Ha finito di penare! Ma eravamo abituati a vederla là, a quella finestra, come un canarino. Ora ci parrà di esser soli peggio dei cani.

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

51


52

Laboratorio di scrittura • Il canarino del n. 15 IMPARIAMO A SCRIVERE

IL RIASSUNTO

1 Per riassumere un testo ti abbiamo precedentemente suggerito la tecnica della divisione in sequenze e della titolazione (vedi Laboratorio di scrittura · Jeli il pastore): dall’elaborazione del titolo di una sequenza che sintetizza l’argomento principale si può infatti ottenere il riassunto di una parte del testo, e collegando poi i vari riassunti tra loro si avrà quello dell’intero brano. Un brano può essere però riassunto anche con un altro metodo. Talvolta, infatti, sarà sufficiente sottolineare in un testo le informazioni principali e unirle in un unico testo. Di seguito abbiamo riportato alcuni brani della novella che contengono le informazioni necessarie per stendere un riassunto: sottolineale e poi riscrivile cercando di collegarle tra loro.

Come il bugigattolo dei portinai non vedeva mai il sole, e avevano una figliuola rachitica, la mettevano a sedere nel vano della finestra, e ve la lasciavano tutto il santo giorno, sicché i vicini la chiamavano «il canarino del n. 15». Màlia… I genitori di Màlia, una ragazza rachitica, lasciavano la figliola tutto il giorno seduta nello stanzino dei portinai e per questo i vicini avevano soprannominato Màlia «il canarino del n. 15».

… e un giovanetto della stamperia lì dicontro, al veder sempre dietro i vetri quel visetto, che era delicato, e con delle pèsche azzurre sotto gli occhi, se n’era come si dice innamorato. Ma poi seppe la storia del canarino, e di mezza la persona che era morta sino alla cintola, e non alzò più gli occhi, quando andava e veniva dalla stamperia. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

La poveretta non si stancava mai di aspettare che quel giovane tornasse ad alzare il capo verso la finestra. Aspettava, aspettava, cogli occhi alla viuzza, e le dita scarne che facevano andare la spoletta. Ma poi lo vide che accompagnava la Gilda, passo passo, tenendo le mani nelle tasche, e si fermarono ancora a chiacchierare sulla porta. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

Alfine un sabato sera il giovanotto entrò anche lui insieme alla Gilda, e si misero a chiacchierare colla sora Giuseppina, che metteva delle castagne nella cenere calda. Si chiamava Carlini; era scapolo, compositore-tipografo, e guadagnava 36 lire la settimana. Prima d’andarsene diede la buona sera anche alla Màlia, che stava al buio nel vano della finestra. D’allora in poi cominciò a venire sovente, poi quasi ogni sera.


Verga • Novelle

53

................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

Una domenica arrivò tutto contento colla nuova che aveva trovata la casa che ci voleva: due stanzette a Porta Garibaldi, ed era anche in trattative per comprare i mobili dell’inquilino che sloggiava, un povero diavolo col sequestro sulle spalle, per via della pigione. Il Carlini era così contento che diceva alla Màlia: – Peccato che non possiate venire a vederla anche voi! La ragazza si fece rossa. Ma rispose: – La Gilda sarà contenta lei. Ma la Gilda non sembrava molto contenta. Spesso il Carlini l’aspettava inutilmente, e si lagnava colla Màlia di sua sorella, che non gli voleva bene come lui gliene voleva, e gli lesinava le buone parole e tutto il resto. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

La Gilda era vanarella e ambiziosa; gli aveva proibito di accompagnarla colla sua camiciuola turchina da operaio, quando andava impettita per via. Una sera Màlia la vide tornare a casa in compagnia di un signorino, di cui la tuba lucida passava rasente al davanzale, e si fermarono sulla porta come faceva prima col Carlini. Ma a costui non disse nulla. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

2 Utilizzando la tecnica che ti abbiamo indicato, individua le informazioni principali della parte restante della novella. Poi uniscile e ricavane così il riassunto completo.

IMPARIAMO A SCRIVERE

LA CONCLUSIONE DI UNA NOVELLA

1 Inventa un altro finale per la novella immaginando che il bacio di Carlini non avesse fatto peggiorare la malattia di Màlia, ma che anzi, miracolosamente, la ragazza avesse pian piano ritrovato vigore. Scrivi un lieto fine alla storia, dopo aver riflettuto sui seguenti suggerimenti. • Quale reazione potrebbe aver avuto Carlini notando l’improvviso miglioramento di Màlia? • Màlia, una volta guarita, accetta ancora di restare in attesa del Carlini? • Quali cambiamenti avvengono nella famiglia di Màlia dopo la sua guarigione? Come si comporteranno i genitori? E la sorella Gilda? • Quale ruolo potrebbero avere, infine, i vicini?


Laboratorio di scrittura • Conforti

54

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Collega i seguenti termini, tratti dalla novella, con le rispettive definizioni. a. disertare

discorso allusivo che spesso non fa presagire nulla di buono

b. ammiccare

menzogna, frode

c. avventore

letto, specialmente di un malato

d. capezzale

abbandonare

e. impostura

chi frequenta abitualmente lo stesso locale pubblico o negozio

f. stralunato

fare cenni d’intesa di nascosto stravolto, fuori di sé

g. antifona

LAVORIAMO SUL LESSICO

I TANTI ASPETTI DI UNA PAROLA

1 Esamina il termine conforto in alcuni suoi aspetti. a. Il termine conforto vuol dire: b. Il termine conforto è un:

.................................................................................. .................................................................................. □ aggettivo □ participio passato □ sostantivo

c. Quali delle seguenti coppie di espressioni in cui è utilizzato il termine conforto presenta la giusta costruzione? □ recare conforto a qualcuno □ recare conforto per qualcuno □ essere di conforto per qualcuno □ essere di conforto con qualcuno □ trovare conforto con qualcosa □ trovare conforto in qualcosa d. Un sinonimo di conforto è:

..................................................................

e. Un termine della stessa famiglia semantica è:

..................................................................

f. Il contrario di conforto è:

..................................................................


Verga • Novelle UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Riscrivi queste frasi tratte dalla novella, sostituendo le espressioni figurate evidenziate con altre inventate da te. a. Bisogna provare cosa sia avere il cuore nero d’amarezza , mentre s’aspetta la sentenza, e quella vecchia vi legge il vostro destino tutto in un bianco d’uovo! ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. b. Ella almeno aveva in cuore le parole della donna dell’uovo, come un lume acceso , sino al momento in cui lo zio prete s’assise ai piedi del letto colla stola. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. Poi, quando si portarono via la sua speranza nella bara del figliuolo, le parve che si facesse un gran buio dentro il suo petto . ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. d. Infine, adagio adagio, si fece una gran calma nel suo cuore . ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. e. Ora che i guai l’erano caduti tutti sulle spalle sarebbe venuta la contentezza. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. f. Il marito istesso, colla cera lunga , un giorno l’aveva presa a quattr’occhi nella botteguccia nera, per ripeterle: – Bada a tua figlia, intendi? Che almeno il sangue nostro sia onorato! – ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. g. Il giovane, un galantuomo, aveva mandato dallo zio prete a tastare il terreno per sapere che pesci pigliare . ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. h. Alle volte ella avrebbe voluto essere come i suoi fratelli sotto l’erba del camposanto. Almeno quelli non tribolavano più, ed anche i genitori ci avevano fatto il callo , poveretti. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. i. Il genero, ragazzo d’oro , si mangiò la dote della moglie… ............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................

55


56

Laboratorio di scrittura • Conforti IMPARIAMO A SCRIVERE

IL RIASSUNTO

1 Prova a ridurre ulteriormente un riassunto già scritto, eliminando tutte le parole e le proposizioni che si riferiscono alle informazioni secondarie e ai dettagli: in tal modo otterrai una sintesi estrema che terrà conto solo delle linee principali della vicenda. Di seguito riportiamo un riassunto dettagliato della novella: attraverso la “tecnica della cancellazione” elimina tutte le proposizioni che si riferiscono a informazioni secondarie e gli aggettivi e gli avverbi che non sono indispensabili. Arlìa, di professione pettinatora, aveva sposato il Manica, barbiere anche lui, nonostante l’opposizione dello zio parroco, don Calogero, che sapeva come nella famiglia della Manica tutti fossero colpiti dalla tisi. I sogni di Arlìa di una vita felice e prosperosa si infrangono ben presto, perché i numerosi figli nati da questo matrimonio si ammalano uno dopo l’altro di tisi e muoiono dopo aver consumato tutti i risparmi dei genitori. Dopo aver pregato molto, Arlìa decide di rivolgersi a un’indovina che, leggendo la chiara di un uovo, le predice un futuro felice a seguito di molti guai. Nonostante questa predizione, che aveva riacceso la speranza di Arlìa, anche l’ultimo figlio maschio, Angiolino, muore e ad Arlìa non resta che sperare in un matrimonio felice della figlia Fortunata, l’ultima rimasta. Purtroppo, però, la figlia rimane incinta di un giovane commesso, il quale vista la povertà della ragazza si rifiuta di sposarla. Arlìa, spinta dalla disperazione, comincia allora a giocare al lotto, mentre il Manica si consola consumando i pochi risparmi nelle osterie e annegando nell’acquavite il dolore. Grazie all’intervento dello zio parroco, che decide di regalare la dote alla nipote, Arlìa pensa che finalmente le parole della maga stiano per avverarsi: Fortunata infatti si sposa, ma i guai non sono ancora finiti. Il genero si dimostra un disgraziato in breve tempo consuma la dote della moglie. Nonostante vengano alla luce figli sani, Fortunata è costretta a tornare a casa dai suoi genitori e a chiedere di nuovo il loro aiuto. Ma Arlìa non sa più neanche sperare e, dopo essersi affidata alla magia e al lotto, finisce per seguire la triste sorte del marito, cercando conforto anche lei nel vino. 2 Riscrivi il riassunto così ottenuto, modificando dove è necessario i collegamenti fra le varie frasi ed eliminando le eventuali ripetizioni. Arlìa aveva sposato il Manica, ma i suoi sogni di una vita felice si infrangono ben presto, perché i numerosi figli si ammalano uno dopo l’altro di tisi. Arlìa decide così di rivolgersi a un’indovina, che le predice un futuro felice a seguito di molti guai. .............................................. ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

57 LA CONCLUSIONE DI UNA NOVELLA

1 Scrivi un altro finale della novella, immaginando che la predizione della “donna dell’uovo” si fosse avverata e che, dopo tante sofferenze, finalmente Arlìa avesse potuto godere la pace della sua famiglia e la tanto desiderata agiatezza. Rifletti sui seguenti spunti, o inventane altri, e poi completa la novella. • Il genero Silvio Liotti si rivela davvero un ragazzo d’oro e… • Il genero Silvio Liotti era commesso di un negozio e, grazie alle sue capacità imprenditoriali, riesce ad aiutare anche nella bottega del Manica… • La figlia Fortunata trova impiego presso… • Arlìa aveva fatto bene a perseverare nel gioco del lotto, perché…

Ma era destino che le parole della donna dell’uovo prima o poi si avverassero ...................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


58

Laboratorio di scrittura • Conforti IMPARIAMO A DESCRIVERE

UN PERSONAGGIO

1 Quando si descrive un personaggio è molto importante riuscire a definire le espressioni del volto, che rispecchiano il carattere, lo stato d’animo e i sentimenti del personaggio stesso. Abbiamo estrapolato dalla novella le parole utilizzate da Verga per descrivere alcune espressioni degli “occhi”: per ciascuna di esse scrivi quali informazioni il narratore è riuscito a comunicare evidenziando questo particolare del volto. a. Fortunata, l’ultima che le restasse di tanti figli, si alzava la mattina pallida e colle pèsche color di madreperla agli occhi… Le occhiaie che segnano gli occhi della ragazza esprimono la stanchezza e il malessere fisico della ragazza, che combatte quotidianamente contro la malattia. b. Fortunata non diceva nulla, cogli occhi accerchiati di nero come i suoi fratelli, fissi in un punto che vedeva lei. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. c. Per tutta risposta la ragazza alzò la fronte e le fissò in faccia gli occhi azzurri. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. d. Il maggio fioriva, ma la fanciulla s’era mutata in viso, ed era divenuta inquieta sotto gli occhi ansiosi della madre. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. e. La poveretta non osava interrogare la figliuola al vederla tanto stralunata. Le fissava soltanto addosso certi occhi che passavano il cuore. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. f. Ma il peggio erano gli occhi con i quali la ragazza rispondeva: – Vedete questa finestra, mamma?… la vedete com’è alta?… – ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. 2 Nella pagina accanto troverai quattro disegni che riproducono altrettante espressioni degli occhi. Descrivi con una frase ciascuna di esse, utilizzando, se necessario, gli aggettivi che ti abbiamo suggerito in ordine sparso.


Verga • Novelle

A

B

59

D

C

a. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ b. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................

feroci

sbarrati

ridenti

gioiosi

torvi

corrucciati

spalancati tristi

stralunati sereni

3 Oltre agli occhi, anche tutti gli altri elementi del volto possono essere utilizzati dal narratore per descrivere esattamente la fisionomia di un personaggio, ma anche per trasmettere l’emozione che questi sta vivendo. Osserva ad esempio come ci siamo immaginati il Manica partendo da questa frase utilizzata dal Verga: Ma il Manica, piÚ giudizioso, si metteva a ridere colla bocca storta, grattandosi la barba. Osserva il volto del ragazzo qui rappresentato e prova poi a descrivere quale sentimento o emozione trasmettono i suoi lineamenti e le sue espressioni. ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ...................................................................................... ......................................................................................


60

Laboratorio di scrittura • La vocazione di suor Agnese IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Trova sul dizionario il significato dei seguenti termini e con ciascuno di essi costruisci una nuova frase. a. vocazione: .......................................................................................................................... b. educandato: ........................................................................................................................ c. appollaiarsi: ........................................................................................................................ d. badare: ................................................................................................................................ e. indiscrezione: ...................................................................................................................... f. barcollare: .......................................................................................................................... g. bile: .................................................................................................................................... h. solennità: ............................................................................................................................ LAVORIAMO SUL LESSICO

I SINONIMI

1 Molti termini utilizzati da Verga potranno forse apparire un po’ difficili. Prova a sostituire le parole e le espressioni evidenziate con termini di uguale significato, ma a te più familiari. a. Poi, successa la catastrofe, come le fecero intendere che bisognava rinunziare a don Giacomino e darsi a Dio , chinò il capo di nuovo e disse: – Sì. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ b. Per gli altri invece aveva fatto preparare dolci e sorbetti che Dio sa quel che gli erano costati. Dio e lui solo! E nessun altro. – Né la ragazza … né il giovane che le avevano fatto sedere allato . ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. Se don Giacomino avesse sospettato in quel momento quanti pasticci c’erano in quella casa … avrebbe preso il cappello e sarebbe andato via, senza curarsi di far più l’innamorato. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. E la mamma sembrava che le leggesse il pensiero dolce negli occhi fissi ed assorti, che ne giubilasse anche lei, povera vecchia… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ e. Però don Giacomino non era sciocco neppur lui. Oltreché, nei piccoli paesi tosto o tardi si vengono a scoprire gli imbrogli di ciascuno. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ f. Nell’anticamera udivasi la voce di don Basilio che pregava e scongiurava. ............................................................................................................................................


Verga • Novelle LAVORIAMO SUL LESSICO

61 LE PAROLE POLISEMICHE

1 Spiega con parole tue quali significati assumono gli stessi vocaboli in contesti diversi. a. Era venuta dopo, alla povera Agnese, la vocazione di prendere il velo… ............................................................................................................................................ La famiglia di Agnese era molto più povera di quanto la stessa ragazza credesse. ............................................................................................................................................ b. Don Basilio arrabattavasi appunto a mettere insieme la dote confacente alla nascita della sua Agnese… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ La più grande dote di Agnese era la sua gentilezza… ............................................................................................................................................ c. Teneva nascoste ai suoi le lettere dell’avvocato che gli parlavano della causa. ............................................................................................................................................ Don Basilio Arlotta aveva detto a chiare lettere di poter garantire alla figlia la dote necessaria per sposarsi. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. La mamma sembrava che le penetrasse nell’anima … in tutto quel che diceva, fin nei consigli che le dava … pel ricamo di un guanciale su cui dovevasi posare il capo della sua figliuola… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ Il capo famiglia, don Basilio, non sapeva più come accumulare denaro… ............................................................................................................................................ e. Ma parlava così perché nel crocchio che stava a sentir la musica in piazza era pure la sua figliuola, seduta accanto allo sposo, colla veste di mérinos e il cappellino comprato a credenza. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ La madre di Agnese si appoggiava alla credenza, mostrando molta preoccupazione. ............................................................................................................................................ f. Il babbo … andava di qua e di là senza sapere quel che facesse, chiudendo le imposte e le finestre. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ Quell’anno don Basilio fu costretto a pagare numerose imposte. ............................................................................................................................................


62

Laboratorio di scrittura • La vocazione di suor Agnese LAVORIAMO SUL LESSICO

IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE

1 Sostituisci la forma negativa dei verbi con altri che abbiano significato contrario, apportando le modifiche eventualmente necessarie nella parte restante delle frasi. a. Il signor Zurlo non nascondeva i suoi interessi economici. Il signor Zurlo mostrava i suoi interessi economici. b. Il signor Zurlo non permise al figlio di sposare Agnese, per la sua triste condizione economica. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. Agnese non mascherava la sua gioia di fronte all’imminente matrimonio. ............................................................................................................................................ d. Don Basilio non confessò al futuro consuocero le sue gravi difficoltà economiche. ............................................................................................................................................ e. La madre non ostacolò in nessun modo l’incontro tra la figlia Agnese e don Giacomino. ............................................................................................................................................ UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Spiega il significato delle locuzioni che sono state utilizzate in senso figurato. Costruisci poi una frase con ciascuna di esse. a. Babbo Zurlo mirava al soldo. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ b. Il babbo però aveva un certo modo di esser contento che toccava il cuore. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. … e rinfrancava la voce così dicendo, per dare a intendere ai gonzi che dormiva su due guanciali. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. Don Giacomino si fermò a guardarlo … sul punto di spiattellargli in faccia: – A che giuoco giochiamo? ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ e. Soltanto non ci furono Cristi per trattenerlo. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ f. E poi cosa resta di tante angustie, di tanti pasticci? Un pugno di polvere! ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A SCRIVERE

63 IL DIARIO

1 Il diario è una raccolta di testi realizzati a scadenze fisse o quando se ne ha voglia, sempre aperto a nuovi interventi.

Scrivere un diario può aiutare a riflettere e rendere più familiare l’uso della comunicazione scritta, stimolando la rielaborazione di emozioni o di momenti vissuti. Gli scritti personali più che per comunicare qualche cosa a qualcuno, spesso sono rivolti solo a stessi, per poter riesaminare, a distanza di tempo, le esperienze vissute. Forniamo qui di seguito alcune indicazioni di carattere generale per la compilazione di un diario. • Ogni volta che si scrive è preferibile annotare la data, I’ora ed eventualmente qualche altro riferimento temporale più concreto (Es. Dopo una interminabile giornata di scuola…; prima di partire per…; quando ho avuto l’influenza…; ecc.) • Dare un titolo (o più titoli) alla pagina può aiutare ad individuare un ricordo particolare quando si rilegge il diario; inoltre, il titolo aiuta a circoscrivere il tema che si vuole affrontare. • Il diario è molto utile quando si sta vivendo una forte emozione (sconforto, rabbia, amore). Scrivendo di sé a se stessi si ha infatti l’opportunità di inquadrare meglio una situazione e di vederla un po’ “dal di fuori”, recuperando lo spirito critico che in questi casi di solito si attenua. • Nel diario si può scrivere di tutto, non ci sono limiti; per aiutarti, diamo qui di seguito alcuni suggerimenti: – descrizioni di oggetti, persone, luoghi che hanno meritato la nostra attenzione; – racconti di fatti vissuti in prima persona o ai quali abbiamo assistito, con relative emozioni provate e considerazioni;


64

Laboratorio di scrittura • La vocazione di suor Agnese – espressioni di sentimenti e della loro evoluzione, di stati d’animo e di problematiche personali; – riflessioni su problemi esterni a noi (scuola, società, politica) sui quali si intende riordinare le idee per avere un’opinione più definita, anche per poterla comunicare al momento opportuno.

2 Rileggi con attenzione la novella e, immaginando di essere la povera Agnese, prova a scrivere il diario delle vicende e delle emozioni più segrete della protagonista.

30 ottobre 1894 ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................

..........................................................


Verga • Novelle IMPARIAMO A DESCRIVERE

65 LE EMOZIONI

1 I ricordi di Agnese di quel giorno di Pasqua in cui conobbe il suo promesso sposo sono resi attraverso una descrizione delle immagini e dei suoni che ritornano nella sua mente anche dopo che è divenuta suora. Sottolinea nel passo riportato tutti gli elementi visivi ed evidenzia in colore tutti quelli uditivi.

Ancora, dopo tanti anni, quando udiva lo scampanìo allegro che correva su tutto il paese , le sembrava di rivedere il giardinetto tutto in fiore, le compagne appollaiate alle finestre, un cinguettìo di passeri, un chiacchierìo giulivo di voci note e care, un ronzìo nelle orecchie, uno sbalordimento, e lui, quel giovine, col sorriso già bell’e preparato, e la destra nel panciotto, e l’occhiata tenera che sembrava sfuggirgli suo malgrado, in mezzo ai suoi parenti, al di là della soglia del portone spalancato… 2 Ora prova a descrivere altri possibili ricordi di Agnese ispirandoti a queste immagini che evocano sensazioni olfattive, tattili, gustative, uditive e visive.

......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................


Laboratorio di scrittura • La caccia al lupo

66

IMPARIAMO A UTILIZZARE IL DIZIONARIO

1 Scrivi accanto a ciascuna definizione il vocabolo corrispondente, scegliendo tra quelli indicati. a. Insieme di rumori rauchi e scomposti emessi da galline e volatili: ........................................ b. Ampio mantello con cappuccio con il quale i contadini siciliani si difendevano dalla pioggia e dal vento: ............................................................................................................................ c. Mettersi zitto e calmo: ........................................................................................................ d. Chiacchierare insistentemente: ............................................................................................ e. Allontanarsi e scomparire: .................................................................................................. f. Fuoriuscire con impeto, con violenza: ..................................................................................

scapolare

prorompere

schiamazzo

ciarlare

dileguarsi

chetarsi

2 Ciascuna serie di parole contiene alcuni termini non rintracciabili sul dizionario: sottolineali e inseriscili nel riquadro, indicando accanto la forma da cercare. a. uomo, chiacchiere, grondante, masticò, tra b. sera, vento, lupi, come, infine

chiacchiere = chiacchiera masticò = masticare

c. scapolare, agnella, occhietti, dinanzi, turbamento d. istintivamente, volto, sua, mariolo, tizzoni e. proruppe, lesto, gingillo, eh, lei

LAVORIAMO SUL LESSICO

I RAPPORTI DI SIGNIFICATO

1 Leggi le definizioni riportate qui sotto e poi indica per ogni serie di parole il tipo di rapporto di significato da cui sono legate. INCLUSIONE

SINONIMIA

rapporto tra parole di significato più ampio che ne comprendono altre di significato più particolare

vocaboli differenti che hanno lo stesso significato

OPPOSIZIONE

parole di significato contrario

FAMIGLIE DI PAROLE

insieme di parole che si formano dalla radice medesima


Verga • Novelle

67

a. casa, stanza, uscio, cucina, tetto □ inclusione

□ sinonimia

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ sinonimia

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ sinonimia

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ sinonimia

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ sinonimia

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ opposizione

□ famiglia di parole

□ opposizione

□ famiglia di parole

b. porta, uscio, soglia, entrata □ inclusione c. spenti, accesi □ inclusione

d. turbine, turbinare, turbinìo, turbinoso □ inclusione e. fisso, mobile □ inclusione

f. rapido, veloce, lesto, celere, sollecito □ inclusione

□ sinonimia

g. temporale, lampo, tuono, vento, pioggia □ inclusione

□ sinonimia

h. balbettare, balbuziente, balbuzie, balbettio □ inclusione □ sinonimia

UTILIZZIAMO LE ESPRESSIONI FIGURATE

1 Trasforma le similitudini sottolineate in metafore, apportando nella frase tutti i cambiamenti necessari. a. … sua moglie, poveretta, cominciò a tremare come una foglia… … sua moglie, poveretta, era una foglia tremante… b. Fosse il vinetto che gli scioglieva la lingua … non la finiva più, grattandosi il mento rugoso, appisolandosi quasi sulla pipa, ciarlando come una vecchia gazza. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. L’agnella, come se capisse il discorso, ricominciò a belare, con una voce tremola che sembrava il pianto di un bambino, e toccava il cuore. Sobbalzava di nuovo a scosse, rizzando il capo, e tornava a batterlo sulla tavola come un martello. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. Bisogna vederlo, appena spunta il giorno, con quella faccia rivolta in su, che aspetta i cani e i cacciatori, con gli occhi che ardono come due tizzoni… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................


68

Laboratorio di scrittura • La caccia al lupo e. Essa lo guardava fisso fisso, per indovinare quel che covasse sotto quel ghigno: gli si strusciava addosso, proprio come una gatta, col seno palpitante, e il sorriso pallido in bocca. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ f. S’aprì invece l’uscio della cucina e comparve Michelangelo, pallido come un morto, che non si reggeva in piedi. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ 2 Spiega con parole tue il significato dei modi di dire evidenziati nelle seguenti frasi. a. Uomo di poche chiacchiere , specie quando aveva le lune a rovescio . ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ b. Quando parlava così, con quella faccia squallida, e gli occhi falsi che vi fuggivano, quell’omettino magro e rattrappito faceva proprio paura – in quella solitudine – con quel tempaccio che non si sarebbe udito «Cristo aiutami!» . ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ c. Fosse il vinetto che gli scioglieva la lingua , o provasse gusto a rimasticare pian piano la bile che doveva averci dentro, non la finiva più… ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ d. Ah, ah!… Ridi adesso?… T’è tornato il rossetto in viso?… Voi altre donne avete sette spiriti, come i gatti … ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................

IMPARIAMO A SCRIVERE

I REGISTRI LINGUISTICI

1 La comunicazione tra emittente e ricevente può avvenire in un rapporto di parità, di inferiorità, di estraneità, di confidenza, ecc. A seconda del tipo di rapporto mutano ovviamente i registri linguistici, che possono indicativamente essere i seguenti: solenne: con persone molto importanti colto: con persone poco conosciute, verso le quali è bene mantenere un tono formale medio: in situazioni comuni con persone poco conosciute colloquiale: con amici e familiari confidenziale: con persone con cui c’è grande confidenza


Verga • Novelle Leggi le battute che seguono, nelle quali il registro linguistico è chiaramente confidenziale, e con tutte le aggiunte e modifiche necessarie esprimi gli stessi concetti attraverso i registri linguistici indicati.

– A che pensi? Dove hai la testa? – brontolò Lollo. – Una cosa alla volta, bestia! Registro medio: ....................................................................................................................... ................................................................................................................................................ Registro solenne: .................................................................................................................... ................................................................................................................................................

– Doveva cogliermi un accidente, quando mi siete venuto fra i piedi! – seguitò a sbraitare la donna. – Doveva cogliermi una febbre maligna! Registro colto: ......................................................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................ Registro colloquiale: ................................................................................................................ ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

2 Scrivi i messaggi richiesti usando il registro linguistico più adatto alle situazioni indicate. a. Racconta ai tuoi genitori della nota presa in classe. ............................................................................................................................................. b. Racconta a tuo fratello della nota presa in classe. ............................................................................................................................................. c. Chiedi a un vigile dove si trova lo stadio. ............................................................................................................................................. d. Chiedi a un amico dove si trova lo stadio. ............................................................................................................................................. e. Chiedi al sindaco di poterlo intervistare per il giornalino scolastico. ............................................................................................................................................. f. Chiedi a tua nonna di poterla intervistare per il giornalino scolastico. .............................................................................................................................................

69


70

Laboratorio di scrittura • La caccia al lupo IMPARIAMO A SCRIVERE

UNA SCENEGGIATURA

1 Nel 1901 il racconto “La caccia al lupo” divenne un bozzetto drammatico per il teatro e venne portato in scena. Ma in che modo Verga trasformò in sceneggiatura la sua novella? Il passaggio dal testo narrativo alla versione teatrale presuppone una riscrittura più o meno fedele del testo originario, in cui però vengono eliminati o utilizzati in modo diverso gli interventi della voce narrante e le descrizioni, queste ultime affidate alla scenografia, che riproduce i luoghi dove si svolge la vicenda. Il testo teatrale contiene sia i dialoghi che le “note di regia”, generalmente scritte in corsivo, indicanti i suggerimenti per l’allestimento delle scene, per i movimenti dei personaggi o per il tono in cui devono essere pronunciate le battute. Di seguito riportiamo la parte iniziale della novella e nella pagina accanto, la sceneggiatura della stessa parte scritta da Verga. Sottolinea tutte le espressioni che l’autore ha tratto dalla novella e ha riutilizzato, con piccole modifiche, nel testo teatrale.

Una sera di vento e pioggia, vero tempo da lupi, Lollo capitò all’improvviso a casa sua, come la mala nuova. Picchiò prima pian piano, sporse dall’uscio la faccetta inquieta, e infine si decise ad entrare, giallo al par dello zafferano, e tutto grondante d’acqua. Fuori l’ira di Dio, lui con quella faccia, e a quell’ora insolita: sua moglie, poveretta, cominciò a tremare come una foglia, ed ebbe appena il fiato di biascicare: – Che fu?… Che avvenne? … – Ma Lollo non rispose nemmeno – Crepa –. Uomo di poche chiacchiere, specie quando aveva le lune a rovescio. Masticò sa lui che parole tra i denti, e seguitò a guardare intorno cogli occhietti torbidi. Il lume era sulla tavola, il letto bell’e rifatto, tanto di stanga all’uscio di cucina, dove polli e galline, spaventati anch’essi pel temporale, certo, facevano un gran schiamazzo, tanto che la donna diveniva sempre più smorta, e non osava guardare in faccia il marito. – Va bene, – disse lui. – In un momento mi sbrigo –. Appese a un chiodo lo scapolare, posò sulla tavola l’agnella che ci aveva sotto, così legata per le quattro zampe, e sedé a gambe larghe, curvo, colle mani ciondoloni fra le cosce, senza dir altro. La moglie intanto gli metteva dinanzi pane, vino, e la pipa carica anche, che non sapeva più quel che si facesse, in quel turbamento.


Verga • Novelle PERSONAGGI Lollo – Mariangela – Bellamà Casolare di pastori. Notte di vento e di pioggia – vero tempo da lupi. Si ode bussare ripetutamente all’uscio d’ingresso, a sinistra. MARIANGELA, tutta sossopra, ancora mezzo discinta, chiudendo in fretta l’uscio della cucina in fondo.

Vengo!… Vengo!… Sono in letto… mi vesto… Va infine ad aprire la porta, si trova faccia a faccia Lollo, grondante acqua, col fucile in mano e col viso torvo. Egli resta un momento fermo sulla soglia, guardando intorno cogli occhi inquieti e sospettosi – Fuori l’ira di Dio – La moglie, al vedersi dinanzi il marito a quell’ora insolita, con quel tempo, e con quella faccia, comincia a tremare come una foglia, ed ha appena il fiato di balbettare:

Che fu?… Che avvenne?… Ma egli non risponde nemmeno “crepa” – Uomo di poche chiacchiere, specie quando ha le lune a rovescio. Mastica sa lui che parole fra i denti e seguita a cercare in ogni angolo cogli occhi torbidi. Il lume è sulla tavola; il letto bell’e rifatto; tanto di stanga all’uscio della cucina, in fondo, dove galli e galline, spaventati anch’essi pel temporale, di certo, fanno un gran schiamazzo – tanto che la povera donna si confonde sempre più e non osa neppure guardare in faccia il marito.

Gesù! Che paura mi avete fatta!… LOLLO chiude bene l’uscio, prima di tutto, appende lo scapolare al chiodo e asciuga col fazzoletto l’acciarino del fucile, borbottando.

Oh bella! ti fo anche paura?… tuo marito ti fa paura adesso? MARIANGELA

Con questo tempo! È accaduta qualche disgrazia nell’ovile? Perché andate intorno con questo tempo? LOLLO, girandolando di qua e di là, come un fantasma, adagio adagio, strascicando le ciocie fradice, frugacchiando in ogni angolo col fucile in mano. La moglie dietro, ansiosa.

Vo per le mie faccende. Fammi lume, laggiù, dietro il letto… Ma che diavolo hai che tremi tutta? Non ti basta l’animo neppure di reggere il lume stasera? MARIANGELA, inquieta

Ditemi che cercate? LOLLO

Fammi lume, ti dico. MARIANGELA

Vedete, qui non c’è niente.

71


Laboratorio di scrittura • La caccia al lupo

72

2 Prova a trasformare in sceneggiatura il pezzo successivo della novella, seguendo questi suggerimenti. •

Per prima cosa sottolinea nel brano tutte le indicazioni e i particolari relativi allo spazio e al comportamento dei personaggi che compariranno in scena: poi rielabora le indicazioni presenti nelle parti descrittive della novella e inseriscile nelle “note di regia”;

Sottolinea tutti i dialoghi presenti nella novella, che trasformerai in battute.

– A che pensi? Dove hai la testa? – brontolò Lollo. – Una cosa alla volta, bestia! – Masticava adagio, facendo i bocconi grossi, colle spalle al muro e il naso sulla grazia di Dio. Di tanto in tanto volgeva il capo, e dava un’occhiata all’agnella, che cercava di liberarsi, belando, e picchiava della testa sulla tavola. – Chetati, chetati! – brontolò Lollo infine. – Chetati, che ancora c’è tempo. – Ma che volete fare? Parlate almeno! – Egli la guardò quasi non avesse udito, con quegli occhietti spenti che non dicevano nulla, accendendo la pipa tranquillamente, tanto che la povera donna smarrivasi sempre più, e a un tratto si buttò ginocchioni per slacciargli le ciocie fradice. – No, – disse lui, respingendola col piede. – No, torno ad uscire. – Con questo tempo? – sospirò lei, tirando un gran respiro. – Non importa il tempo… Anzi!… Anzi!… – Quando parlava così, con quella faccia squallida, e gli occhi falsi che vi fuggivano, quell’omettino magro e rattrappito faceva proprio paura – in quella solitudine – con quel tempaccio che non si sarebbe udito «Cristo aiutami!». La moglie sparecchiava, in silenzio. Lui fumava e sputacchiava di qua e di là. A un tratto la gallina nera si mise a chiocciare, malaugurosa. – S’è visto oggi Michelangelo? – domandò Lollo. – No… no… – balbettò la moglie, che fu ad un pelo di lasciarsi cader di mano la grazia di Dio. – Gli ho detto di scavare la fossa… Una bella fossa grande… L’avrà già fatto. – Oh, Gesummaria! Perché?… perché?… – C’è un lupo… qui vicino… Voglio pigliarlo –. Ella istintivamente volse una rapida occhiata all’uscio della cucina, e fissò gli occhi smarriti in volto al marito, che non la guardava neppure, chino sulla sua pipa, assaporandola, quasi assaporasse già il piacere di cogliere la mala bestia. Ella, facendosi sempre più pallida, colle labbra tremanti, mormorava: – Gesù!… Gesù!… – Non aver paura. Voglio pigliarlo in trappola… senza rischiarci la pelle… Ah, no! Sarebbe bella!… con chi viene a rubarvi il fatto vostro… rischiarci la pelle anche! Ho già avvisato Zango e Buonocore. Ci hanno il loro interesse pure.


Verga • Novelle PERSONAGGI .......................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................

73



INDICE GENERALE


76

Indice generale

Premessa

3

Laboratorio Cavalleria Rusticana

4

impariamo a utilizzare il dizionario

4

lavoriamo sul lessico

le parole alterate

4

lavoriamo sul lessico

aggettivi, sinonimi e modi di dire

5

giochiamo con il dialetto lavoriamo sul lessico

5 i pronomi

utilizziamo le espressioni figurate

6 6

impariamo a scrivere

coerenza e connessioni logiche

7

impariamo a descrivere

un personaggio

8

Laboratorio Rosso Malpelo

10

impariamo a utilizzare il dizionario

10

lavoriamo sul lessico

le parole alterate

11

lavoriamo sul lessico

i contrari

11

utilizziamo le espressioni figurate

12

impariamo a scrivere

i segni di interpunzione

13

impariamo a scrivere

i verbi

13

impariamo a descrivere

un personaggio

14

Laboratorio Jeli il pastore

18

impariamo a utilizzare il dizionario

18

lavoriamo sul lessico utilizziamo le espressioni figurate

sinonimi e contrari

18 19


77

impariamo a scrivere

i segni di interpunzione

20

impariamo a scrivere

i verbi

20

impariamo a descrivere

il paesaggio

21

impariamo a scrivere

il riassunto

22

Laboratorio Cos’è il Re

24

impariamo a utilizzare il dizionario

24

lavoriamo sul lessico

le parole polisemiche

24

lavoriamo sul lessico

i contrari

25

lavoriamo sul lessico

i sinonimi

26

utilizziamo le espressioni figurate

26

impariamo a scrivere

la coerenza

28

impariamo a scrivere

la lettera

30

Laboratorio Malaria

32

impariamo a utilizzare il dizionario

32

lavoriamo sul lessico

famiglie semantiche e parole polisemiche

utilizziamo le espressioni figurate

33 34

impariamo a scrivere

coordinazione e subordinazione

35

impariamo a descrivere

il paesaggio

36

Laboratorio La roba

40

impariamo a utilizzare il dizionario

40


78

Indice generale

lavoriamo sul lessico

i sinonimi

utilizziamo le espressioni figurate

41 42

impariamo a scrivere

in prima persona

43

impariamo a descrivere

il paesaggio

44

Laboratorio Il canarino del n. 15

48

impariamo a utilizzare il dizionario

48

lavoriamo sul lessico

l’inclusione

48

impariamo a scrivere

sostantivi e aggettivi

49

impariamo a scrivere

il dialogo

50

impariamo a scrivere

il riassunto

52

impariamo a scrivere

la conclusione di una novella

53

Laboratorio Conforti

54

impariamo a utilizzare il dizionario

54

lavoriamo sul lessico

i tanti aspetti di una parola

utilizziamo le espressioni figurate

54 55

impariamo a scrivere

il riassunto

56

impariamo a scrivere

la conclusione di una novella

57

impariamo a descrivere

un personaggio

58

Laboratorio La vocazione di suor Agnese

60

impariamo a utilizzare il dizionario

60

lavoriamo sul lessico

i sinonimi

60


79

lavoriamo sul lessico

le parole polisemiche

61

lavoriamo sul lessico

il significato delle parole

62

utilizziamo le espressioni figurate

62

impariamo a scrivere

il diario

63

impariamo a descrivere

le emozioni

65

Laboratorio La caccia al lupo

66

impariamo a utilizzare il dizionario

66

lavoriamo sul lessico

i rapporti di significato

utilizziamo le espressioni figurate

66 67

impariamo a scrivere

i registri linguistici

68

impariamo a scrivere

una sceneggiatura

70


NOTE ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.