L. Dalla Rosa - L. Roggia
Orizzonti della scuola primaria
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GUIDA didattica di ITALIANO
Coordinamento: L. Taffarel
Autori: L. Dalla Rosa - L. Roggia Coordinamento: L. Taffarel
Orizzonti della scuola primaria
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GUIDA didattica di ITALIANO
Progetto: Lorenzo Taffarel
Ristampe Settembre 2007 2008
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ARDEA EDITRICE Via Capri, 67 - 80026 Casoria, Napoli Tel. 081-6171455 fax 081-2428805 e-mail ardeaeditrice@tin.it
4 TREDIECI EDITRICE Via Leonardo da Vinci, 5 31050 Ponzano Veneto (TV) Tel. 0422-440031 fax 0422-963835 e-mail editrice.info@tredieci.com www.tredieci.com
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INDICE Programmazione annuale
pag. 3
Ascoltare, parlare
pag. 10
Leggere testi - Testo narrativo realistico - Testo fantascientifico - Racconto di paura - Racconto umoristico - Testo teatrale - Poema epico - Racconto giallo - Testo espositivo - Testo informativo - Testo argomentativo - Testo sui sentimenti
pag. 26 pag. 29 pag. 39 pag. 48 pag. 52 pag. 62 pag. 65 pag. 67 pag. 74 pag. 81 pag. 100 pag. 108
- Testo narrativo realistico - Testo di paura - Racconto giallo - Testo descrittivo - Testo descrittivo e narrativo
pag. 122 pag. 126 pag. 130 pag. 133 pag. 138 pag. 154
Scrivere testi
Riassunto e metodo di studio
pag. 162
Testo poetico
pag. 181
Educazione all’affettività
pag. 195
Riflessione linguistica
pag. 207
Sintesi grammaticale
pag. 246
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PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PER ASCOLTARE OBIETTIVO FORMATIVO: prestare attenzione in varie situazioni comunicative orali, applicando strategie di ascolto attivo. CONOSCENZE
ABILITÀ
- Conoscere strategie - Prestare attenzione in essenziali dell’ascolto fi- situazioni comunicative nalizzato e dell’ascolto orali diverse, tra cui le siattivo. tuazioni formali, in contesti - Conoscere modalità per sia abituali sia inusuali. prendere appunti mentre - Prestare attenzione alsi ascolta. l’interlocutore nelle con- Conoscere processi di versazioni e nei dibattiti, controllo da mettere in comprendere le idee e atto durante l’ascolto. la sensibilità altrui e par- Conoscere interazione tecipare alle interazioni fra testo e contesto. comunicative. - Comprendere semplici testi derivanti dai principali media, cogliendone i contenuti principali.
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COMPETENZE - Applicare le regole dell’ascolto in tutti i contesti. - Comprendere i messaggi comunicativi di vario tipo. - Distinguere tipologie testuali diverse definendo fi il tipo di tipologia. - Prendere appunti pragmatici.
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PER PARLARE OBIETTIVO FORMATIVO: riferire oralmente su di una esperienza vissuta. CONOSCENZE
ABILITÀ
- Conoscere le forme più - Esprimere attraverso comuni di discorso parla- il parlato spontaneo o to monologico: il racconto, parzialmente pianificato il resoconto, la lezione, la pensieri, stati d’animo, spiegazione, l’esposizio- affetti rispettando l’ordine ne orale. causale e temporale. - Pianificare ed organiz- - Riferire oralmente su zare contenuti narrativi, un argomento di studio, descrittivi, informativi, un’esperienza o un’attività espositivi, regolativi. scolastica/extrascolasti- Conoscere alcune for- ca. me comuni di discorso - Dare e ricevere oralmenparlato dialogico: l’inter- te/per iscritto istruzioni. rogazione, il dialogo, la - Organizzare un breve conversazione, il dibattito, discorso orale utilizzando la discussione. scalette mentali o scritte. - Conoscere registri lin- - Usare registri linguistiguistici negli scambi co- ci diversi in relazione al municativi. contesto. - Partecipare a discussioni di gruppo individuando il problema affrontato e le principali opinioni espresse.
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COMPETENZE - Esprimersi correttamente ed in modo logico. - Esprimere un argomento usando il lessico adatto. - Esprimere le proprie idee e i propri sentimenti. - Usare registri linguistici diversi in relazione al contesto. - Partecipare alla discussione di gruppo rispettandone le regole.
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PER LEGGERE OBIETTIVO FORMATIVO: leggere testi di uso quotidiano riconoscendone le caratteristiche strutturali e le informazioni contenute. CONOSCENZE
ABILITÀ
- Conoscere le varietà di - Utilizzare tecniche di letforme testuali relative ai tura silenziosa con scopi differenti generi letterari mirati. e non. - Leggere ad alta voce - Conoscere le caratte- e in maniera espressiva ristiche strutturali, le se- testi di vario tipo, indiviquenze, le informazioni duandone le principali principali e secondarie, caratteristiche strutturali i personaggi, il tempo, e di genere. il luogo in testi narrativi, - Comprendere ed utiespositivi, descrittivi, in- lizzare la componente formativi, regolativi. sonora dei testi e le fifigure - Conoscere alcune figure di suono nei testi espresdi significato: onomato- sivo/poetici. pea, similitudine, meta- - Consultare, estrapolare fora. dati e parti specifiche - Conoscere alcuni testi da testi legati a temi di multimediali. interesse scolastico e/o - Conoscere l’azione di a progetti di studio e di significato tra parole in ricerca. rapporto alla varietà lin- - Ricercare le informazioni guistica: lingua nazionale generali in funzione di una di reti, scritturale, informa- sintesi. le formale. - Tradurre testi discorsivi in grafici, fi tabelle, schemi e viceversa. - Memorizzare per utilizzare test, dati, informazioni, per recitare. - Rilevare corrispondenze lessicali tra dialetto e lingua.
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COMPETENZE - Leggere utilizzando varie tecniche. - Riconoscere le varie tipologie testuali. - Consultare, comprendere ricavare dati dai testi letti. - Usare il dizionario. - Tradurre testi letti in grafici, tabelle, schemi e viceversa. - Memorizzare.
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PER SCRIVERE OBIETTIVO FORMATIVO: produrre significative fi narrazioni utilizzando strategie di scritture adeguate. CONOSCENZE
ABILITÀ
- Conoscere le differen- - Scrivere testi coesi e ze essenziali tra orale e coerenti nel rispetto delle scritto. varie tipologie testuali. - Conoscere le funzioni - Elaborare in modo creache distinguono una parte tivo testi di vario tipo. del discorso. - Progettare a gruppi o in- Conoscere le strategie di dividualmente uno schescrittura adeguate al testo ma, una scaletta mirati da produrre. alla produzione di un testo - Pianificazione fi elementa- scelto o assegnato. re di un testo scritto. - Dato un testo orale e - Operazione propedeu- scritto, produrre una sintica a riassumere e alla tesi orale scritta efficace fi sintesi. e significativa.
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COMPETENZE - Produrre testi di vario genere rispettandone la struttura. - Manipolare testi di vario genere. - Rielaborare testi. - Sintetizzare testi di vario genere. - Realizzare schemi di vario genere.
PROGRAMMAZIONE ANNUALE
PER RIFLETTERE SULLA LINGUA OBIETTIVO FORMATIVO: riflettere sulla lingua, riconoscendo le potenzialità del “sistema lingua” e le regole della norma comunemente usata. . CONOSCENZE ABILITÀ COMPETENZE A LIVELLO MORFOSINTATTICO - Conoscere le parti del - Riconoscere e raccoglie- - Fare l’analisi logica. discorso e le categorie re per categorie le parole - Fare l’analisi grammagrammaticali. ricorrenti. ticale. - Conoscere la funzione - Operare modifiche fi sulle - Espandere o ridurre una del soggetto, del predica- parole. frase. to e o delle espansioni. - Usare e distinguere i - Utilizzare in modo apmodi e i tempi verbali. propriato i modi e i tempi - Espandere la frase sem- dei verbi. plice mediante l’aggiunta - Usare i fondamentali di elementi di comple- connettivi. mento. - Riconoscere in un testo alcuni fondamentali connettivi. A LIVELLO SEMANTICO - Ampliare il patrimonio - Ampliamento del patrilessicale. monio lessicale. fi - Conoscere il significato - Relazioni di significato delle parole. tra le parole.
- Comprendere dal contesto il significato fi di termini sconosciuti. - Usare un lessico appropriato. - Usare il vocabolario.
A LIVELLO FONOLOGICO - Riconoscere la punteggiatura come segni convenzionali che servono a scandire il flusso delle parole e della frase in modo da riprodurre l’intenzione comunicativa. - Usare pause, intonazione, gestualità come risorse del parlato.
- Utilizzare la punteggiatu- - Utilizzare correttamente ra in funzione demarcativa la punteggiatura sia oralmente che per iscritto. ed espressiva. - Utilizzare consapevolmente i tratti prosodici.
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PROGRAMMAZIONE ANNUALE
Strategie metodologiche I metodi saranno adeguati alle capacità degli alunni, ai contenuti, all’età e ai tempi a disposizione. Ci si servirà di: - metodi attivi: far provare concretamente le cose, agire con strumenti, esplorare, muoversi, compiere uscite nel territorio, costruire, procedere per scoperta; - metodi iconici: utilizzare forme di rappresentazione grafi fica (anche mentale tramite esemplificazioni), cartelloni illustrativi, schemi, foto, diapositive, video, lavagna;
- metodi simbolici: fare lezione tradizionale attraverso l’uso della parola, spiegare, narrare, dialogare, far riflettere, fl ripetere verbalmente, interrogare, usare simboli, promuovere conversazioni; - metodi analogici: simulare, giocare, far drammatizzazione; - metodi collaborativi: con le varie tecniche dell’apprendimento cooperativo.
Principi generali di metodo • DIREZIONE: gli alunni devono conoscere l’obiettivo da raggiungere. • RICORSIVITÀ: i contenuti vanno ripresi più volte. • SIGNIFICATIVITÀ: legare le conoscenze con i nuovi apprendimenti. • TRASFERIBILITÀ LINGUISTICA: portare l’alunno ad esprimere la stessa conoscenza con linguaggi diversi. • APPLICABILITÀ: utilizzare una conoscenza in contesti diversi. • MOTIVAZIONE: suscitare interesse e motivazione per quanto proposto. • CONTINUITÀ: collegare le conoscenze tra di loro. • INTEGRAZIONE: collegare le varie aree di studio. • STABILIZZAZIONE: ripassare, richiamare, collegare tra loro concetti ed idee.
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PROGRAMMAZIONE ANNUALE
Criteri e modalità di verifica La valutazione formativa e sommativa della progettazione didattica sarà realizzata tramite: - prove di verifica strutturate a “stimolo chiuso-risposta chiusa” (prove oggettive quali quesiti vero/falso, risposta a scelta multipla, prove di completamento); - prove a “stimolo aperto-risposte aperte” (interrogazioni, componimenti scritti). - Questionari (a risposta multipla e a domande aperte). - Osservazioni sistematiche.
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ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: ASCOLTARE IN MODO EFFICACE
Obiettivi formativi - Utilizzare il codice verbale per poter esprimere il proprio pensiero e mettere in atto l’ascolto attivo.
Conoscenze - Strategie essenziali dell’ascolto fifinalizzato e dell’ascolto attivo. - Modalità per prendere appunti mentre si ascolta. - Processi di controllo da metter in atto durante l’ascolto. - Interazione tra testo e contesto.
Attività - Prestare attenzione in situazioni comunicatrive orali diverse, tra cui le situazioni formali, in contesti sia abituali sia inusuali. - Prestare attenzione all’interlocutore nelle conversazioni e nei dibattiti, comprendere le idee e la sensibilità altrui e partecipare alle interazioni comunicative. - Comprendere semplici testi derivanti dai principali media, cogliendone i contenuti essenziali.
Contenuti - Ascolto di letture fatte dall’insegnate con domande e risposte aperte o a risposta multipla. - Ascolto del compagno di gruppo per integrare il discorso. - Ascolto della relazione del compagno su un argomento preparato a casa in modo da poter porre domande ed essere in grado di interagire. - Ascolto di istruzioni e consegne date dall’insegnante. - Ascolto dell’esperto esterno.
Competenze - Utilizzare in modo effificace le tecniche di ascolto nel Cooperative Learning e negli incontri con gli esperti oltre che nelle varie situazioni scolastiche.
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ASCOLTARE E PARLARE
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: PARLARE IN MODO EFFICACE
Obiettivi formativi - Utilizzare il codice verbale per poter esprimere il proprio pensiero e mettere in atto l’ascolto attivo.
Conoscenze - Forme più comuni dl discorso parlato monologico: il racconto, il resoconto, la lezione, la spiegazione, l’esposizione orale. - Pianificazione fi e organizzazione di contenuti narrativi, descrittivi, informativi, espositivi, regolativi. - Alcune forme comuni di discorso parlato dialogico: l’interrogazione, il dialogo, la conversazione, il dibattito, la discussione. - Registri linguistici negli scambi comunicativi.
Attività - Esprimere attraverso il parlato spontaneo o parzialmente pianificato fi pensieri, stati d’animo, affetti, rispettando l’ordine causale e temporale. - Riferire oralmente su un argomento di studio, un’esperienza o un’attività scolastica/extrascolastica. - Dare e ricevere istruzioni oralmente. - Usare registri linguistici diversi in relazione al contesto. - Partecipare a discussioni di gruppo, individuando il problema affrontato e le principali opinioni espresse.
Contenuti - Preparare un discorso per convincere i compagni del fatto che il libro letto era interessante e coinvolgente. - Parlare con i compagni di gruppo per poter spiegare in modo efficace fi quello che si è studiato. - Utilizzare gli appunti per avvalorare la propria opinione o per spiegare un concetto. - Parlare con i vari adulti utilizzando registri diversi. - Parlare per esprimere le proprie emozioni ed i propri stati d’animo.
Competenze - Utilizzare in modo effificace le tecniche di ascolto nel Cooperative Learning e negli incontri con gli esperti oltre che nelle varie situazioni scolastiche.
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E
L’ASCOLTO ATTIVO
Scrivi la differenza che esiste tra sentire ed ascoltare. Sentire __________________________________________________________________ Ascoltare _______________________________________________________________
P A R L A R E
Sentire non è la stessa cosa di ascoltare. Quando ascolti, pensi a quello che stai sentendo e cerchi di capire quello che ti stanno dicendo. Cerchi poi di ricordare quello che è importante.
Leggi queste situazioni scritte qui sotto. Metti una crocetta accanto alla risposta che dice se la persona stava ascoltando o stava solo sentendo. La sorella di Nicola ha acceso la radio. Poi ha domandato a Nicola il nome dell’ultima canzone trasmessa, perché non l’ha capito. Nicola non riusciva a ricordare quale fosse. L’insegnante di italiano ha letto in classe una lista di parole. Ha detto che le parole erano otto. Marta ne ha scritte solo sei.
Nicola stava: sentendo ascoltando
Marta stava: sentendo ascoltando
Il papà a tavola stava parlando del viaggio delle prossime vacanze. Ha domandato poi a Mario se gli sarebbe piaciuto, ma Mario non sapeva dove avevano deciso di andare.
Mario stava: sentendo ascoltando
La mamma racconta alla nonna quello che hai fatto a scuola, ma la nonna sta guardando al tv e ti richiede: - Cosa hai fatto a scuola?
La nonna stava: sentendo ascoltando
Se hai segnato la parola “sentendo” per ciascuna situazione hai risposto in modo corretto.
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ASCOLTARE E PARLARE
Ricorda: solo l’ascolto ti permette di modificare fi gli schemi delle tue conoscenze. Alcuni consigli per ascoltare e memorizzare meglio: 1. Stai fermo con mani e piedi, se hai qualcosa in mano, lascialo. 2. Chiudi la bocca. 3. Attiva il contatto oculare ( guarda bene negli occhi chi ti sta parlando). 4. Immagina la scena, ascolta e fai finta di vivere un fifilm, il film del racconto. 5. Mantieni la concentrazione. 6. Chiedi se c’è qualcosa che non hai capito. 7. Ascolta bene la risposta ed eventualmente aggiungi o richiedi spiegazioni.
Completa questa tabella e discuti con i tuoi compagni e l’insegnante per analizzare i comportamenti più idonei all’ascolto. Quando l’insegnante spiega Guardo continuamente l’orologio
Sì
No
A volte
Prendo appunti
Sì
No
A volte
Penso ad altre cose
Sì
No
A volte
Sbadiglio
Sì
No
A volte
Gioco con gomme e righelli
Sì
No
A volte
Sono interessato e attento
Sì
No
A volte
Guardo fuori dalla finestra
Sì
No
A volte
Mi annoio
Sì
No
A volte
Batto i piedi per terra
Sì
No
A volte
Alzo la mano per chiedere spiegazioni
Sì
No
A volte
Mi alzo e vado in giro
Sì
No
A volte
Mi diverto ad imparare
Sì
No
A volte
Chiacchiero con i compagni
Sì
No
A volte
Questo questionario può essere riproposto periodicamente per monitorare nel tempo i tuoi cambiamenti e migliorarli.
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
E SE QUALCUNO NON CE LA FA AD ASCOLTARE? Alcuni bambini possono presentare un disturbo di attenzione (D.D.A.), accompagnato talora da iper-attività (D.D.A.I), cioè hanno difficoltà fi a mantenere la concentrazione su un compito per un tempo prolungato. Questo problema interessa circa il 5-7% della popolazione in età scolare ed è più diffuso tra i maschi che tra le femmine (4:1). La natura del disturbo ha una componente biologica innata, con forti caratteristiche ereditarie. Questi bambini non riescono a seguire le istruzioni che vengono fornite loro, sono disorganizzati e sbadati nello svolgimento delle attività, si annoiano, perdono interesse per i compiti che stanno svolgendo e vanno alla ricerca di cose più interessanti. Hanno bisogno di mantenere elevati il divertimento, la novità e le stimolazioni associate ai compiti da svolgere. Questi sono alcuni accorgimenti per mantenere l’attenzione e l’attività del bambino disattento e/o iperattivo entro limiti accettabili: • favorire la discussione, l’apprendimento cooperativo, l’insegnamento reciproco; • creare aspettative ed entusiasmo per la lezione da spiegare; • usare la mimica, muoversi per la classe per essere sempre visibili a tutti; • utilizzare il contatto oculare; • ridurre il tempo della propria spiegazione orale; • inserire il maggior numero possibile di esemplificazioni fi e dimostrazioni pratiche durante le spiegazioni; • utilizzare supporti visivi (mappe, schemi, colori); • insegnare a prendere brevi note sulla spiegazione orale; • sollecitare a fare ipotesi (porre delle domande per ipotizzare il contenuto di un brano da leggere); • dare rinforzi positivi, gratificare regolarmente i comportamenti adeguati; • affidare incarichi (per favorire il movimento controllato nella classe) come riconoscimento individuale di un successo; • lasciare scarabocchiare o giocare con la gomma mentre ascolta; • suggerire strategie di organizzazione (uso di raccoglitori, appunti in ordine, elenco di oggetti da portare, gestione dello spazio-banco); • accettare compiti scritti al computer; • evitare di etichettare “sempre il solito”, “di te non ci si può fidare”...; fi
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ASCOLTARE E PARLARE
• intervallare le lezioni con momenti da dedicare a esercizi di ginnastica isometrica (esercizi di contrazione e rilassamento); Per ulteriori approfondimenti sui disturbi di attenzione e iperattività possiamo consultare il sito dell’Associazione Italiana per i Disturbi dell’Attenzione e Iperattività (A.I.D.A.I): www.aidai.org. g
È POSSIBILE AIUTARE I NOSTRI ALUNNI A CONCENTRARSI? L’apprendimento e l’attivazione delle funzioni cerebrali può avvenire anche attraverso il movimento. Ecco alcuni esercizi che possono aiutare la concentrazione.
LA GINNASTICA DELLA CONCENTRAZIONE Durante la ricreazione e anche durante le ore di lezione, possiamo aiutare i bambini a rafforzare l’attenzione e la concentrazione proponendo loro di eseguire alcuni semplici movimenti (ognuno almeno due volte): • con una mano stringere forte l’altro polso e viceversa; • una gamba spinge con forza in giù l’altra che a sua volta spinge verso l’alto e viceversa; • stringere con le mani le ginocchia che tentano di allargarsi e viceversa; • contrarre per 5 secondi i muscoli addominali e i glutei; • chiudere e aprire con forza le mani (4-5 volte durante la lezione); • nell’intervallo, stando seduti, flflettere e distendere i piedi per uno-due minuti, con tre respiri profondi. Tutto ciò deve diventare un’abitudine! Alla fine fi della mattinata i bambini diranno di non essere stanchi, di sentire la testa libera, grazie a questa ginnastica che è utilizzata da manager che devono stare molte ore al giorno alla scrivania. (Da G. Bollea, Le madri non sbagliano mai, Feltrinelli)
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
1. Ascolta bene ciò che l’insegnante legge e poi cerca di scrivere quello che hai sentito. testa spago vento mulino bagno cavallo fifinestra estate mano valanga erbaccia inverno ragazzo aria ananas pugno regina risata acciughe mugnaio lavagna funghi albero bicicletta metropolitana asfalto .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................
2. Ascolta le istruzioni per questo gioco e poi scrivi sotto le regole che ricordi. Un gioco in palestra Si segna un quadrato di 5 m x 5 m in mezzo alla palestra. Si fanno due squadre e si gioca con un pallone. Una squadra sta dentro il quadrato e l’altra sta fuori. La squadra fuori deve cercare di colpire i giocatori dentro. Chi è colpito si siede. Si deve contare il tempo che la squadra fuori impiega per colpire tutti quelli dentro meno uno. Poi si fa cambio tra le squadre. Vince la squadra che ha impiegato meno tempo a colpire gli avversari. (IRRSAE Piemonte, Educazione all’immagine, al suono e alla musica, motoria, dossier, SEI)
Materiale................................................................................................................ Spazi .................................................................................................................... ............................................................................................................................. Regole .................................................................................................................. 1.
....................................................................................................................
2.
....................................................................................................................
3.
....................................................................................................................
4.
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ASCOLTARE E PARLARE
Ascolta il breve racconto e completa il testo sui puntini. Alina e Alice sono due sorelle, non sono gemelle, ma a loro piace stare sempre insieme. Un sabato mattina vanno con la mamma nella città delle cose belle. C’è tanta gente, una musica lontana e mille colori. Salgono sul carrello, danno una frustatina ai cavalli e via per le strade dell’ipermercato: c’è la strada dei detersivi, dove si sentono buoni profumi: lavanda, muschio, pino silvestre....; c’è la strada degli elettrodomestici: la mamma cerca un frullatore. - Comprami, comprami - si fa notare un piccolo frullatore bianco e azzurro - occupo poco spazio e so fare anche i frappé! La mamma lo compra e lo mette nel carrello con Alina e Alice. - Un altro passeggero in carrozzaaaaaaa! - gridano felici le sorelle riprendendo la corsa per le strade dell’ipermercato. Nella strada dei giocattoli il carrello rallenta per lasciarle guardare. Ci sono giochi colorati da ogni parte: bambole e orsacchiotti. - Comprami, comprami - grida una bambolina vestita di giallo - la mia vicina mi ha attaccato il morbillo! Voglio andar via di qui! - No, no, niente bambole con il morbillo! - risponde decisa Alina. Alice ha preso le redini del carrello e, forse per distrazione, va a sbattere contro lo scaffale degli animali di pezza. Una montagna di orsi, conigli, foche e morbidissime marmotte cadono tra le arance, il pane, gli yogurt e il frullatore della mamma. Alina e Alice sono due sorelle, non sono ………., ma a loro piace stare sempre insieme. Un ………. mattina vanno con la mamma nella città delle cose belle. C’è tanta gente, una musica lontana e mille colori. Salgono sul ……………, danno una frustatina ai cavalli e via per le strade dell’ipermercato: c’è la strada dei detersivi, dove si sentono buoni ……………..: lavanda, muschio, pino silvestre....; c’è la strada degli elettrodomestici: la mamma cerca un frullatore. - Comprami, comprami - si fa notare un piccolo …………….bianco e azzurro - occupo poco spazio e so fare anche i frappé! La mamma lo compra e lo mette nel carrello con Alina e Alice. - Un altro passeggero in carrozzaaaaaaa! - gridano felici le sorelle riprendendo la corsa per le strade dell’ipermercato. Nella strada dei …………….il carrello rallenta per lasciarle guardare. Ci sono giochi colorati da ogni parte: bambole e orsacchiotti. - Comprami, comprami - grida una bambolina ……………..di giallo - la mia vicina mi ha attaccato il morbillo! Voglio andar via di qui! - No, no, niente bambole con il morbillo! - risponde decisa Alina. Alice ha preso le redini del carrello e, forse per distrazione, va a sbattere contro lo scaffale degli ………………di pezza. Una montagna di orsi, conigli, foche e morbidissime……………… cadono tra le arance, il pane, gli yogurt e il frullatore della mamma.
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
Ascolta due volte questo racconto e poi esegui l’esercizio proposto sotto. UNO STRANO TELEVISORE Avevamo in casa un vecchio televisore che funzionava benissimo. Al mattino appena sveglio mi vedevo i cartoni animati. Quando ero a scuola, la mamma seguiva il giardinaggio. Nel primo pomeriggio il nonno si faceva un pisolino sul divano davanti allo schermo. Poi lasciava il posto a me, che tra un compito e l’altro mi vedevo il tiggì dei ragazzi. Ma all’ora di cena il telecomando passava al babbo. Gli occhi della famiglia restavano incollati allo schermo pieni di stupore per le guerre vere, i gialli fifinti e i litigi delle coppie. Finché un giorno al televisore spuntarono quattro piedini. Se ne accorse la mamma spolverando e disse: - Boh! Nessuno ci fece molto caso, fifinché non divennero delle lunghe gambe di trenta centimetri e una domenica la tv si fece trovare al tavolo da pranzo. - Ho fame - disse. La mamma, sbalordita, le servì la zuppa e le patatine. La tv non era più lei: mangiò sbattendo la bocca, facendoci vedere una gola grande come lo schermo, denti come tasti di piano e una lingua rossa come la mia bici. Quando ebbe finito si alzò, posò il suo schermo sul divano e si mise a dormire. I miei sussurravano piano fra loro mentre il nonno scuoteva la testa, perché la tv gli aveva rubato il posto!
Elimina con una crocetta le parole non nominate nel testo.
schermo
nonno
sedia
bocca
nonna
tavolo
fame
automobili
film
famiglia
denti
mattino
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ASCOLTARE E PARLARE
Ascolta e rispondi. LEONARDO DA VINCI “0 d r a... o d r a n o e l... Ma che cosa vuol dire?” chiese alla fine sconcertata. Zante, divertito dal suo imbarazzo, le mise in mano lo specchio lucente che veniva dalla Cina: “Leggi nello specchio ciò che vedi!” Isabella guardò la lucida superficie e lesse chiaramente: LEONARDO. Sorpresa si volse all’amico per farsi spiegare quello strano caso... “Questo nome è stato scritto alla rovescia, cioè in modo speculare, il sistema di scrittura usato da questo grande personaggio impareggiabile per vastità e livello d’ingegno, Leonardo da Vinci”, disse Zante. “È un pittore anche lui?” chiese Isabella. “Un delicato e straordinario pittore, un raffi finato disegnatore, un architetto ardito, un inventore incredibile, uno scienziato, un musico eccellente, uno scultore, un...”. “Come?... come?...” lo interruppe la ragazza “Tutto in un uomo solo? Non mi starete prendendo in giro come quando mi raccontavate dei vostri viaggi nel passato?” Zante rise divertito: “Hai ragione di essere incredula, piccola, ma di Leonardo non ti ho detto ancora tutto. Questo uomo prodigioso è anche medico, sperimentatore, appassionato della natura e dei suoi misteri, abile costruttore di armi e di difese tanto che la sua compagnia è ambita dai potenti e le sue scoperte utilizzate per mille scopi. lo sono un suo fervente ammiratore”. “E dov’è ora, messer Leonardo?” chiese Isabella. “Già da un anno”, rispose Zante con tristezza mista ad orgoglio “Leonardo ha lasciato l’Italia ed è ospite onorato e consigliere apprezzato del grande re di Francia. Vive in un castello, trattato con ogni riguardo dal quel gran monarca che lo consulta in ogni occasione”. “Ora che ci penso... anche Laura mi ha parlato con entusiasmo di un uomo quale mai si era visto al mondo; si diceva che fosse il migliore in ogni campo del sapere... sì ora che ci penso parlava di Leonardo... e diceva che era in competizione con un altro genio come lui, si chiamava, si chiamava...” “Sicuramente MICHELANGELO!” esclamò Zante! “Siamo fortunati a vivere in questo secolo: Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano... quanti grandi uomini, ci saranno invidiati per sempre nei secoli futuri. È per questo che l’hanno chiamato RINASCIMENTO! L’uomo è rinato all’arte!” A. M. Breccia Cipolat La magia delle parole e Tredieci
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
1. Chi sono i protagonisti di questo racconto? Tre amici
Leonardo da Vinci e Michelangelo
Una ragazza e un ragazzo
Laura e Isabella
2. Com’è Isabella? Infastidita
Serena
Stupita e curiosa
Incredula
3. Perché la ragazza non riesce a leggere il nome di Leonardo? Perché il nome……………………………………………………………………………… ………………………................................................................................................. 4. Chi era Leonardo da Vinci? ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… 5. Dov’era andato a vivere? In Spagna
In Italia
In Inghilterra
In Francia
6. Colora solo i nomi degli artisti nominati nel racconto Raffaello
Picasso
Tiziano
Mirò
De Chirico
Michelangelo
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ASCOLTARE E PARLARE
Ascolta e rispondi alle domande. È DAVVERO FINITA? Cara Puccetta, ho pensato di scriverti perché ho un problema e ho l’impressione che i miei genitori non mi capiscano bene. Come sai, frequento la quinta e l’anno prossimo andrò in prima della scuola secondaria di primo grado. Mi hanno messo addosso una paura tremenda. Il papà continua a ripetermi che «È fifinita la pacchia!» Ma perché me lo dice? Per me non è una pacchia neanche adesso. Mi dice che non potrò più perdere un giorno di scuola. E se ho il mal di testa e la febbre? C’è un sacco di novità che mi spaventano e te le riporto come me le hanno raccontate. Pare che le insegnanti siano tutte severissime. Pare che al pomeriggio ti diano tanti compiti che non ci sia neppure un momento per guardare la tivù. Pare che tanti bambini bravissimi alle elementari abbiano preso solo insufficienze alle medie. Ma non basta: le ore di scuola sono di più, l’intervallo dura di meno. La mamma rincara la dose e parla sempre di nuove «responsabilità». Ma insomma, le medie sono proprio brutte e diffificili come le dipingono? Dimmelo tu, Puccetta, perché di te mi sono sempre fidata! fi Un mondo di baci. La tua Gaia P. S. Dimenticavo, ho anche sentito dire che non c’è più neanche il tempo per le feste di compleanno che sono tutte sospese... Dal Corriere dei Piccoli
1. A chi scrive Gaia? ................................................................................................................................ 2. Quale classe frequenta ora Gaia? ................................................................................................................................ 3. Di che cosa ha paura Gaia? ................................................................................................................................ 4. Di che cosa parla la madre? ................................................................................................................................ 5. Che cosa non potranno più fare? ................................................................................................................................ 6. Perché Gaia scrive a Puccetta? ................................................................................................................................
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
LA NOSTRA AULA DIVENTA UNA SALA CONFERENZE Per prima cosa sistemiamo l’aula per l’attività. Disponiamo i banchi a ferro di cavallo, lasciandone uno frontale rispetto agli altri: sarà il banco dell’oratore, riservato al bambino che deve parlare. Questa disposizione favorisce la concentrazione e l’attenzione, collocando l’emittente al centro dello spazio visivo dei riceventi.
A - Completa per raccontare un gioco che hai fatto con gli amici. Titolo ( ciò che voglio raccontare) .......................................................................... Chi? ........................................................................................................................ Dove? ..................................................................................................................... Quando? ................................................................................................................ Che cosa? .............................................................................................................. ................................................................................................................................. Perché? .................................................................................................................. Le cinque domande classiche ti aiuteranno a predisporre una sorta di scaletta da seguire nell’esposizione orale: naturalmente, quando si tratterà di raccontare, potrai aggiungere particolari, episodi, personaggi. Ora i tuoi compagni ascolteranno l’esposizione che durerà 2 minuti. Quando hai completato il tuo racconto, l’insegnante estrae a sorte uno degli ascoltatori, al quale spetterà il compito di riempire un’altra tabella in suo possesso con le informazioni fornite dal compagno, sempre in due minuti.
B - Sei un critico letterario e stai presentando un libro; completa questa mappa che ti aiuterà nell’esposizione orale. Mi ha colpito perché….....................
Non mi è piaciuto… ...............................
Le illustrazioni sono ….............
Usa una forma … ............................
Il titolo del libro è ..............................
Lo consiglierei a ..............................
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Racconta una storia di ........................…
Il libro è avvincente perché…..............
ASCOLTARE E PARLARE
Ascolta questo testo e poi scegli le risposte esatte. LA DIETA DIMAGRANTE Una donna voleva essere snella a tutti i costi. A colazione prendeva soltanto un cucchiaio di yogurt magro e una tazza di tisana dimagrante. Andava in ufficio e lì, all’ora di pranzo, leggeva una ricetta del libro di cucina. Se aveva molta fame, ne leggeva magari due e questo le bastava. Per cena, la donna si preparava un’insalata composta di tre pasticche dimagranti condite con sale e succo di limone. La domenica faceva uno strappo alla regola e aggiungeva all’insalata un po’ di senape. La donna dimagrì parecchio in poco tempo, ma voleva diventare ancora più snella. E accadde che un giorno, mentre all’ora del pranzo stava leggendo in ufficio una ricetta, si sentì stanca e si addormentò sopra la scrivania. Quando i colleghi tornarono dalla mensa videro il libro di ricette e scoprirono che la donna vi riposava dentro come se fosse stata un segnalibro. Allora la svegliarono e le fecero bere due grandi bicchieri di latte zuccherato per tirarla un po’ su. (Ursula Wolfel, Storie un po’ matte, Nuove edizioni romane)
Che cosa voleva la donna? Ingrassare Essere bella
Mangiare in modo equilibrato Dimagrire
Che cosa mangiava a colazione? Latte e yogurt Niente
Yogurt e tisana dimagrante Latte e caffè
E a pranzo? .......................................................................... E alla sera? ..........................................................................
Racconta quello che è successo alla fine. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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A S C O L T A R E P A R L A R E
ASCOLTARE E PARLARE A S C O L T A R E P A R L A R E
L’ULTIMO SECONDO Ultimo rigore. È la fifinale del torneo. La palla segna una parabola. Troppo perfetta per essere vera. Tutto l’anno in quella palla. No, deve entrare, dobbiamo segnare. Cosa abbiamo sudato a fare tutto l’anno! Silenzio... silenzio. È traversa. Silenzio... le ginocchia si fanno molli, le lacrime spingono sugli occhi ancora sbarrati a fissare quella porta. È ridicolo piangere, eppure è così. Si piange per la rabbia. Sembrava la volta buona e invece... - Dai, in fondo hai perso solo un torneo, non sarà nè la prima nè l’ultima. - Vero, ma intanto è successo ed è questo che conta. - Su ragazzi, avete giocato una bella partita, anzi bellissima. - Ah! Si? E allora perchè abbiamo perso? Silenzio... Ecco cos’è la sconfitta: silenzio, solo e soltanto silenzio.
Discuti con i tuoi compagni su questo problema: Una sconfitta è uno stimolo a fare meglio o la conferma che non si vale niente? Usa il brainstorming per mettere insieme più idee possibili.
Dividi gli argomenti in questa tabella: 1° tesi o argomento
2° tesi o argomento
3° tesi o argomento
è uno stimolo ................................ ................................ ................................ ................................ ................................
è una sconfitta ............................. ............................. ............................. ............................. .............................
un po’ l’uno e un po’ l’altra .............................................. .............................................. .............................................. .............................................. ..............................................
Prepara una relazione toccando i punti che hai trovato con i tuoi compagni. Completa questa mappa solo con le parole chiave. ............................. ............................. ............................ ............................. ............................. ............................
rò pe
Perdere, un bene o un male
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............................. ............................. ............................ ma
............................. ............................. ............................
ASCOLTARE E PARLARE
PREPARATI AD UN’INTERROGAZIONE Capita a volte a scuola, dopo aver svolto una ricerca, di dover esporre i dati raccolti, oppure di dover riferire un argomento studiato. Spesso abbiamo in mente tutte le informazioni, ma non sappiamo organizzarle e riferirle adeguatamente. 1 Prima di tutto, leggi più volte il testo da esporre e sottolinea le informazioni più importanti per ricordarle meglio. 2. Allenati a esporre oralmente ripetendo ad alta voce, l’argomento di studio. 3 Durante l’esposizione in classe, mostra tranquillità, rispondi con precisione alle domande ma non in modo telegrafico, con poche parole. 4 Al contrario, organizza in modo logico le varie informazioni che rispondono alle domande che ti sono state rivolte. 5 Parla a voce alta, pronunciando in modo chiaro le parole. 6 Cura il linguaggio, usando parole appropriate all’argomento. 7 Evita l’uso fastidioso e inutile dei vari «allora... cioè... dunque...». Ricorda! Imparare a esporre ti aiuterà anche in futuro, per altre situazioni: quando, per esempio, dovrai spiegare i motivi di un’azione, di un comportamento, quando dovrai convincere qualcuno della giustezza delle tue opinioni. Scopri i «trucchi» per avere successo durante un’interrogazione. Tu e i tuoi compagni avete deciso di presentare i vostri insegnanti ai bambini che I’anno prossimo frequenteranno la prima elementare. Descrivi in modo significativo fi almeno uno dei tuoi insegnanti: spiega com’è il suo carattere e come si comporta di solito con i bambini. Puoi aggiungere consigli e suggerimenti.
Completa lo schema.
........................... ........................... ..........................
Insegna ............................................................................... ............................................................................... Il suo carattere è ................................................... ............................................................................... Ha l’abitudine di .................................................... ............................................................................... Consigli ................................................................ ..............................................................................
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A S C O L T A R E P A R L A R E
LEGGERE TESTI
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: LEGGERE TESTI
L E G G E R E
Obiettivi formativi - Utilizzare la metacognizione per una lettura selettiva, espressiva ed efficace per la comprensione e lo studio.
Conoscenze - Varietà di forme testuali relative ai differenti generi letterari e non. - Caratteristiche strutturali, sequenze, informazioni principali e secondarie, personaggi, tempo, luogo, in testi narrativi, espositivi, descrittivi, informativi, regolativi. - Alcune figure di signifificato: onomatopea, similitudine, metafora. - Testi multimediali (dove è possibile). - Relazioni di significato tra parole in rapporto alla varietà linguistica: lingua nazionale e dialetti, scritto e orale, informale e formale.
Attività - Utilizzare tecniche di lettura silenziosa con scopi mirati. - Leggere ad alta voce e in maniera espressiva testi di vario tipo, individuandone le principali caratteristiche strutturali e di genere. - Comprendere ed utilizzare la componente sonora dei testi e le figure di suono nei testi espressivo/poetici. - Consultare, estrapolare dati e parti specifiche da testi legati a temi di interesse scolastico e/o a progetti di studio e di ricerca. - Ricercare le informazioni generali in funzione di una sintesi. - Tradurre testi discorsivi in grafici, fi tabelle, schemi e viceversa. - Memorizzare per utilizzare testi, dati, informazioni, poesie o prose da recitare. - Rilevare corrispondenze lessicali tra dialetto e lingua.
Contenuti - Leggere tipologie testuali diverse: narrative, connotative, descrittive. - Lettura metacognitiva. - Lettura per il piacere di leggere. - Lettura per informarsi. - Lettura per studiare. Competenze - Utilizzare la lettura per conoscere il mondo ed interagire nelle situazioni di vita quotidiana.
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LEGGERE TESTI
GLI STILI LINGUISTICI Nei testi che noi leggiamo, ritroviamo diversi stili linguistici. Lo stile è il modo di esprimere il proprio pensiero. L È caratterizzato dalla preoccupazione di informare esattamente usando termini specifici. fi
stile conciso, sintetico
E
Stile
stile
stile
stile
G
pragmatico
giornalistico
scientifico
pubblicitario
G
Ieri faceva molto freddo, il cielo era nuvoloso, ma sono ugualmente andata a fare una passeggiata.
E R
È quello tipico degli scrittori di grandi romanzi che cercano di creare nel lettore il coinvolgimento emotivo.
stile elaborato, discorsivo
Stile
stile
stile
drammatico
epico
letterario
Ieri il freddo era pungente e il cielo non lasciava prevedere nulla di buono. Grandi nubi scure solcavano il cielo come navi fantasma che si muovono nell’oceano. C’era però in me un intenso desiderio di andare a fare una passeggiata, sembrava quasi che qualcosa di misterioso mi invitasse ad uscire. Così indossai un caldo cappotto, mi misi i soffi fici guanti di pelliccia ecologica, una sciarpa intorno al collo e mi gettai nel semibuio del tramonto reso più scuro dalle nubi grigie. Stile in cui prevale l’oggettività.
Utilizza solo le parole che servono per spiegare il concetto e nulla di più.
Ieri era molto freddo, il cielo era nuvoloso. Sono uscita ugualmente.
Stile in cui prevale la soggettività.
Arricchisce il racconto con emozioni.
Ieri faceva molto freddo, il cielo era scuro e nuvoloso. Provavo malinconia. Pur rabbrividendo decisi però di uscire per una passeggiata.
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E
LEGGERE TESTI
Tipologia testuale
Matrice cognitiva
Esempio
Descrittivo
Percezione dello spazio. Uso dei dati sensoriali.
Il mio cane si chiama Alice: è una dalmata con un occhio azzurro e uno marrone. Ha 13 anni ed è bellissima.
Descrizione di persone, ambienti, oggetti in articoli, saggi, didascalie, enciclopedie, testi.
Narrativo
Percezione del tempo. Uso dei nessi temporali.
Spesso, quando lavoro al computer nello studio, la mia cagnetta si strofina con il muso sulle mie gambe. Quasi sempre si accuccia e dorme vicino a me.
Biografia, fiaba, favola, racconto, novella, diario, romanzo, barzelletta, parabola, articolo di cronaca, racconto di fatti storici...
Espositivo
Compressione dei concetti (analisi) e di rapporti fra concetti (generalizzazione).
Il cane è un mammifero domestico dell’ordine dei carnivori. Il progenitore del cane è il lupo. Esistono un gran numero di razze.
Definizioni, schede bibliografiche, saggi scientifici, conferenze, lezioni, interpretazioni di norme giuridiche, spiegazioni di esperimenti...
Argomentativo Ipotesi, confronti, valutazione, soluzione di un problema.
Ritengo che il cane sia un animale che si affeziona alle persone con cui vive. Ne acquisisce le abitudini e sa cosa fare quando il proprio padrone è triste.
Commento, esposizione motivata di opinioni, recensioni, poesia sociale, racconti e romanzi, intervista, dibattito...
Pianificazione del proprio comportamento e di quello degli altri.
Per pettinare un cane, munirsi delle apposite spazzole e passarle lungo la pelliccia evitando di andare contro pelo.
Istruzioni, ordini, consegne, raccomandazioni, avvisi, regolamenti statuti, leggi, codici di comportamento, regole di giochi, ricette...
L E
Forme testuali
G G E R E
Regolativo
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LEGGERE TESTI
TESTO NARRATIVO REALISTICO Il testo realistico è un racconto narrativo che racconta fatti reali. Possono essere racconti autobiografici, racconti d’avventura.
L
Struttura del testo: Sequenze narrative
Le parti in cui il testo può essere diviso.
E G
Tempo
Può essere al passato, al presente, al futuro, oppure un tempo non ben definito
G
Spazio
Gli spazi sono quelli della realtà.
E
Personaggi
Io narrante o in terza persona.
R
Avventure straordinarie
I personaggi devono vivere situazioni particolari, o raccontare vita comune e situazioni straordinarie.
E
Si divide in: PRESENTAZIONE O PARTE INIZIALE • Presenta il protagonista e i personaggi della narrazione. • Inserisci i personaggi in un luogo che descriverai brevemente. • Se occorre, puntualizza quando avviene il fatto. Narra l’antefatto, solo se necessario: dovrà essere breve e contenere gli elementichiave per lo svolgimento dei fatti. PARTE CENTRALE • Lo svolgimento dei fatti deve: - essere incisivo e chiaro (a questo scopo si può usare il discorso diretto); - contenere la causa e l’effetto dei fatti; - essere narrato sempre allo stesso tempo (più avanti imparerai a cambiare il tempo di narrazione per effetti voluti). • Le conseguenze vanno accennate, a meno che non serva lasciarle in sospeso per giungere a sorpresa alla... PARTE FINALE O CONCLUSIONE È una breve carrellata sul luogo - se importante - sul tempo - se determinante - e soprattutto sul protagonista e sui personaggi che spesso esprimono sentimenti e sensazioni... conclusive.
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LEGGERE TESTI
GIAN BURRASCA CADE NEL FIUME
L E G G E R E
Con la lenza sotto il braccio mi sono avviato verso il fiume per mangiare in pace. Dopo mi son messo a pescare, e non pensavo che ad acchiappare i pesciolini, quando ad un tratto ho sentito dare uno strappone alla canna che reggevo in mano; forse mi sarò proteso un po’ troppo in avanti, perché... giù, pùnfete! Sono cascato nell’acqua! Pare incredibile ma in quel momento non ho potuto fare a meno di pensare fra me e me: - Ecco, i miei genitori e le mie sorelle saranno contenti ora di non avermi più tra i piedi! Ora non diranno più che son la rovina della casa! Non mi chiameranno più Gian Burrasca di soprannome, che mi fa tanta rabbia! Affondavo giù giù nell’acqua, e non capivo più nulla, quando mi son sentito tirar su da due braccia d’acciaio. Ho respirato a pieni polmoni l’aria fresca di settembre e subito, sentendomi meglio, ho domandato al barcaiuolo che mi teneva il collo, se aveva pensato di mettere in salvo anche la mia povera lenza! Non so perché la mia mamma abbia pianto tanto, quando Gigi mi ha riportato a casa fradicio. Io stavo benissimo e glielo dicevo, ma le mie parole erano dette al vento, perché le lacrime della mamma pareva che non finissero fi mai. Come ero contento di essere cascato nel fiume, e di aver corso rischio di affogare! Se no, non avrei avuto tanti complimenti, né tutte quelle moine. Luisa mi ha messo subito a letto; Ada mi ha portato una tazza di brodo caldo bollente; e tutti, anche le persone di servizio, sono stati intorno a me, fino fi all’ora di andare a desinare. Poi lasciandomi così infagottato nelle coperte, da farmi davvero morire di soffocazione, sono andati giù, raccomandandomi di star buono e di non muovermi. Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Rizzoli
L’avventura di Gian Burrasca si svolge in due luoghi e in due tempi differenti. Quali? Per rispondere, completa in modo corretto il riassunto seguente. Gian Burrasca era andato lungo.......................per.................... e per...................... Un brusco movimento l’ha fatto cadere......................... da dove lo ha prontamente «ripescato» un ..................................... Riportato ...................................è stato subito coccolato dalle sorelle e dalla ........... ..........................., che all’ora di........................... gli hanno dato una buona tazza di brodo e poi lo hanno messo......................................, raccomandandogli di restare fermo e buono.
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LEGGERE TESTI
VACANZE IN CALABRIA “Avevo vent’anni. Mi trovavo a Scilla, in Calabria. Un paese stupendo, con un promontorio simile ad un naso, elevato sull’acqua, che si protendeva nel mare. E il mare era limpidissimo, piatto, profondo anche presso le rive... Io nuotavo tutto il giorno, beato. Poi, mi crogiolavo al sole come un ramarro. Mangiavo pesce, unicamente pesce, in una vecchia e famosa trattoria del paese, frequentata quasi soltanto da marinai: vecchi e neri, con la faccia screpolata dalle rughe, che raccontavano, bevendo, strane storie di pesci giganti, di piovre dai mille tentacoli, che quando ne tagliavi uno ne rispuntavano dieci, di inspiegabili chiarori e fiamme nelle notti senza luna. Io ascoltavo e pensavo tra me che i pescatori erano, in fondo, come i cacciatori: raccontavano, nel fervore del racconto, cose mai viste o sognate ad occhi aperti: esagerate, comunque. Ma un giorno... nuotavo in acque profonde, nere: e di tanto in tanto mi fermavo, lasciandomi portare felice, dalle onde. D’un tratto vidi, sotto di me, un insolito spettacolo: due pesci enormi, con un naso lunghissimo, si rincorrevano, si avvicinavano rapidi, si staccavano, elegantissimi nei movimenti, come in una danza frenetica: e non si curavano di me, che pur dovevano vedere, in superficie, fi sopra di loro. Forse mi credevano un pesce. Poi scomparvero nel profondo: ma poco dopo li rividi, più al largo, che si inseguivano, sempre in festa...”. da: E. FRANCESCHINI, La valle più bella del mondo, Vita e Pensiero
Sottolinea la parte iniziale del testo. Che cosa è successo un giorno? .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... Spiega questa affermazione: “Io ascoltavo e pensavo tra me che i pescatori erano, in fondo, come i cacciatori: raccontavano, nel fervore del racconto, cose mai viste o sognate ad occhi aperti: esagerate, comunque”. .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................... ....................................................................................................................................
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L E G G E R E
LEGGERE TESTI
SULLA VETTA DEL K2
L
Ecco la cronaca della conquista, da parte di una spedizione italiana, della vetta del K2, una delle montagne himalajane che superano gli ottomila metri. A quelle altitudini l’aria è così rarefatta che, per respirare, sono necessarie le maschere ad ossigeno. Quelli che qui parlano sono Compagnoni e Lacedelli.
E G G E R E
Un colpo di vento gelido spazza via la nebbia intorno a noi. Guardando in su, vediamo la grande schiena bianca che si incurva a poco a poco. Si direbbe che la vetta debba trovarsi subito dietro quella gobba. Sarà vero? All’improvviso, a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro, proviamo entrambi una sensazione orribile. Il respiro ci manca, un opprimente calore ci investe testa e piedi, le gambe vengono meno, non si riesce più a stare in piedi. L’ossigeno era finito. Presto, allora: togliersi le maschere, respirare a fondo, richiamare le superstiti energie. Difatti, a poco a poco, quel terribile malessere scompare. - Come ti senti? - Eh, potrebbe andare peggio. Con meraviglia ci accorgemmo che, pur senza respiratori, le forze non ci avevano lasciato. La certezza che la vetta fosse ormai vicina, il tempo che si rischiarava, moltiplicarono la nostra volontà. La mancanza d’ossigeno non ci procurava quel calo di energia che si temeva. Certo, in salita il cuore sembrava che scoppiasse in petto, ogni due o tre passi dovevamo fare alt finché l’affanno era passato. Il basto con le due bombole vuote ci opprimeva come una cappa di piombo. Ma perché, finita la scorta di ossigeno, non ci liberammo di quel bestiale peso? I motivi sono quattro: Primo: per toglierci il basto, avremmo dovuto buttarci distesi nella neve, che in quel tratto era profonda, ripidissima e instabile. L’operazione sarebbe riuscita, perciò, difficile e rischiosa. Secondo: eravamo convinti che per raggiungere la cima ci volesse molto poco. Terzo: il sole già scendeva e i minuti erano preziosi. Quarto: non ci dispiaceva l’idea di lasciare in vetta qualcosa di solido che restasse lassù a testimoniare. Purtroppo la vetta non era così vicina. La gobba dietro la quale credevamo che il pendio si spianasse ci preparava un’amara delusione. Come la raggiungemmo, ecco, di là, presentarsi ancora un lunghissimo pendio. Tre, quattro passi, e poi una fermata, appoggiandoci con tutto il peso sulla piccozza. Per fortuna la testa continua a fare giudizio. Unica cosa insolita, un intenso ronzio nelle orecchie; e in questo ronzio si sentiva
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LEGGERE TESTI
come una sottile voce, quasi ci stesse di fianco un personaggio invisibile che non smetteva un istante di parlarci e che bisbigliava: - Coraggio! Dai che ci arrivi! Ancora un poco e poi è finita! Intanto una grande schiarita liberava la montagna dalle nebbie. E sui ghiacci risplendeva il sole. A spazzare le nubi era il vento del nord, spaventosamente gelido. Era diffi ficile, in quelle condizioni di quota e di stanchezza, valutare la temperatura. Ma non dobbiamo essere molto lontani dalla verità parlando di 40 sotto zero. L’ultimo tratto era una larga cresta di neve che andava da sinistra verso destra. A un tratto ci accorgemmo che il pendio si attenuava, la neve diventava consistente, grazie a Dio non si affondava più. Il pendio si attenua ancora, è quasi piano, è piano! Guardiamo intorno, quasi stentando a credere. Dopo mesi e mesi di fatica, non ci resta più niente da salire. Sopra di noi soltanto il cielo. Ardito Desio
Leggi attentamente e rispondi.
L E G G E R E
Chi sono i protagonisti del racconto? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Quali sensazioni fisiche provano durante l’impresa? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Quali “ qualità” ritieni abbiano avuto i due alpinisti per poter raggiungere questo traguardo? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Quali “emozioni” pensi abbiano provato: - inizialmente............................................................................................................. .................................................................................................................................. - durante la salita....................................................................................................... .................................................................................................................................. - alla fine.................................................................................................................... ..................................................................................................................................
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LEGGERE TESTI
CUCCIOLI IN METROPOLITANA
L E G G E R E
Poco dopo il nostro arrivo a Londra la mamma decise di andare a fare compere. Telefonò alla zia e sua figlia, mia cugina, trovò il programma eccellente poiché, strada facendo, avrebbe consegnato i cuccioli al nuovo padrone. Alle nove in punto ci trovammo sul marciapiede davanti ai grandi magazzini. La zia se ne stava lì in piedi, avviticchiata dai guinzagli di otto cuccioli che litigavano attorno a lei. - Sarà meglio prendere un taxi - propose la mamma. - Oh! No, - disse mia cugina, - ci costerebbe un occhio della testa! Possiamo andare in metropolitana. La nostra avanzata dentro la stazione della metropolitana fu molto lenta perché i cuccioli volevano circumnavigare ogni ostacolo sul loro cammino e noi eravamo costretti a fermarci di continuo per slegare la zia ora da un lampione, ora da una cassetta delle lettere. Quando finalmente arrivammo alla biglietteria mia cugina ebbe una lunga discussione sul costo dei biglietti per i cuccioli, ma alla fine, riuscimmo a comperare i biglietti e ad avviarci verso la scala mobile. Uggiolando e ringhiando i cuccioli scattarono avanti velocemente trascinandosi dietro la zia. Ma, giunti davanti alla scala mobile, non vollero saperne di salirvi. Ben presto ci trovammo aggrovigliati l’uno all’altro, annodati in cima alla scala mobile a lottare con i cuccioli schiamazzanti. Dietro di noi si formò una coda di gente. Un signore elegante disse: - Dovrebbe essere vietato portare i cani in metropolitana. Mia cugina, col fifiato grosso, rispose: - Ho pagato regolarmente il biglietto. I cuccioli hanno il diritto di viaggiare tanto quanto lei. La zia disse serafica: - Sono così vivaci a questa età... - Forse, se ognuno di noi prendesse in braccio un cucciolo... - propose la mamma. Ma in quel momento la zia indietreggiò sul primo scalino della scala mobile, scivolò e cadde trascinandosi dietro i cuccioli urlanti. - Mammina, mammina, come stai? - disse mia cugina preoccupata. - Sono sicura che sta benissimo cara - disse mia madre con tono tranquillizzante. - Ora che i cani sono andati, signora, - disse l’uomo elegante - lascerebbe usare anche a noi la scala mobile di questa stazione? Mia cugina si girò pronta a dare battaglia. Io e la mamma però l’afferrammo e la sospingemmo giù per la scala mobile verso sua madre. Dopo aver aiutato la zia a rialzarsi, sbrogliammo i guinzagli dei cuccioli e ci avviammo lungo la banchina.
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LEGGERE TESTI
Intanto i cuccioli si erano messi a tremare e non la smettevano di levare lamenti e guaiti. - Poveri piccoli! - esclamò una signora grassa. - È una vergogna come certi individui trattano gli animali. Mia cugina stava per reagire. In quel momento arrivò il treno. Sui cuccioli l’effetto fu immediato. L’attimo prima stavano lì, tremanti come agnellini, l’attimo dopo schizzavano via sulla banchina come cani attaccati ad una slitta. Ci gettammo all’inseguimento della zia. Quando finalmente riuscimmo ad acchiapparla e a frenare i cuccioli, le porte della metropolitana si erano chiuse e il treno partì. Così fummo costretti ad aspettare il convoglio successivo. Gerald Durrell, L’isola degli animali, Guanda
L E G G E
Individua la parte iniziale e riquadrala con il colore giallo.
R
Individua la parte centrale e riquadrala con il colore verde.
E
Individua la parte finale e riquadrala con il colore blu. Elenca le unità narrative (sequenze) che compongono il racconto nell’ordine con cui compaiono. 1. ............................................................................................................................. 2.............................................................................................................................. 3.............................................................................................................................. 4.............................................................................................................................. 5.............................................................................................................................. 6.............................................................................................................................. 7.............................................................................................................................. 8.............................................................................................................................. 9.............................................................................................................................. 10.............................................................................................................................
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LEGGERE TESTI
PRIMO GIORNO DI SCUOLA: UN AVVENIMENTO ECCEZIONALE
L E G G E R E
La scuola doveva essere un avvenimento eccezionale perché le mie sorelle al mattino vi si preparavano con ansia e premura. Confortato da un simile esempio e già da qualche anno abituato a restare, durante il giorno, lontano da mia madre, camminai e saltai, tenuto per mano dalle mie sorelle. Alla Croce, Matilde ci lasciò per recarsi alle magistrali e restammo io e Clelia che mi trascinava parlando con un’amica che le si era avvicinata per la strada. Entrammo dal biscottaio per comprare le «briosce» con l’uva passa e lo zucchero sopra. Cose del primo giorno e premio di mia madre. Alla fine svoltammo sulla grande strada della scuola. Quanti bambini! Dovevano essere più di cinquecento. E il frastuono. Tra i gruppi di bambini c’erano gli accompagnatori, che mi fecero l’impressione d’altrettanti giganti. Mia sorella mi teneva stretto per mano, ma io, ricambiando la sua stretta, guardavo gli altri ragazzi. Non riconoscevo nessuno. Poi fui attirato da un bambino che piangeva, gridava e tentava di gettarsi a terra. Il padre lo rialzava e così in bilico lo spingeva innanzi. Molti ragazzi piangevano con forza. E ciò mi impressionò. I giganti parlavano tra loro, ma i ragazzini e le ragazzine stavano quasi tutti con tanto di muso. Altri invece già correvano e giocavano. Mia sorella mi spinse verso il cancello al quale si addossava un grande numero di ragazzi che tentavano di forzarlo. Non si capiva niente e io cercavo ansioso i miei compagni di strada, quando la campana cominciò a suonare e il cancello si spalancò. Mia sorella mi accompagnò alla mia aula, dove già una ventina di ragazzi avevano occupato i primi posti delle due file centrali, dirimpetto alla cattedra. Non ebbi il tempo di provare il più fuggevole smarrimento perché subito riconobbi i ragazzi del quartiere: Belgiorno, Rozza, Morrone e altri; e Belgiorno, memore del prestito di cinque bottoni, mi fece sedere nel suo banco. Ero circondato di amici, come nella strada. Parlavamo a voce alta ed aspettavamo. Frattanto arrivavano altri ragazzi e sedevano nei banchi rimasti vuoti. I migliori e i più in vista li avevamo conquistati noi. L’aula era quadrata, dal tetto basso, illuminato da due grandi fifinestroni, i cui davanzali superavano di mezzo metro le nostre teste. Dirimpetto si vedeva una casa inondata di sole e del sole c’era appena questa immagine lontana. Domenico Rea, Racconti, Mondadori
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LEGGERE TESTI
Rispondi alle domande: • I fatti narrati sono reali o fantastici? • L’autore è protagonista dei fatti che racconta? • Nel brano compaiono commenti e osservazioni? • Predominano le informazoni sui fatti (dati oggettivi) o i commenti e le osservazioni (dati soggettivi)? • Qual è lo scopo comunicativo del testo? affrontare un problema esporre una ricerca far sorridere raccontare un’esperienza personale dare istruzioni.
Contenuto
L E G G E R
• Qual è il fatto centrale del racconto? • Quali delle seguenti unità narrative compaiono nel brano? descrizione persone descrizione animali descrizione di fatti commenti e osservazioni descrizione ambienti descrizione fantastica. • Elenca tutti i piccoli avvenimenti di cui il ragazzo è protagonista dal momento in cui esce di casa fino all’ingresso in classe.
Struttura • Elenca le unità narrative che compongono il racconto nell’ordine in cui compaiono.
Lessico • Elenca le azioni dei ragazzi che si trovavano davanti alla scuola. • Elenca le azioni degli adulti che avevano accompagnato i ragazzi a scuola.
Produzione • Ricordi il tuo primo giorno di scuola? Raccontalo sviluppando le seguenti unità: 1. Il risveglio e i genitori; 2. Il percorso casa-scuola; 3. Davanti alla scuola: ragazzi e adulti; 4. In classe: i compagni e l’aula.
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E
LEGGERE TESTI
DAL DIARIO DI ZLATA
L E G G E R E
Cara Mimmy, oggi si è scatenato l’inferno. Non saprei dirti quante granate siano cadute nei dintorni. Quando papà e Samra sono andati a ritirare il pacco di aiuti era tutto tranquillo, ma a un certo punto sono iniziati i bombardamenti. Un’esplosione violenta. Emina era a casa nostra. C’è stato uno scoppio terribile, i vetri sono andati in frantumi, hanno iniziato a cadere dei mattoni e si sono sollevate nuvole di polvere. Non sapevamo dove rifugiarci; eravamo convinte che la granata fosse caduta sul nostro tetto. Mentre ci stavamo avviando verso la cantina abbiamo sentito Nedo che ci chiamava a squarciagola, correndo verso di noi attraverso la polvere, i mattoni e i vetri rotti. Così siamo andate nella cantina dei Bobar. Erano tutti lì. Noi tremavamo come delle foglie, soprattutto mamma. Tra i singhiozzi ha chiesto notizie di papà, voleva sapere se era tornato. Quando ci siamo calmate un po’, ci hanno detto che era caduta una granata sul tetto della casa di Emina, proprio sopra il suo appartamento. Siamo state davvero fortunate, perché il nostro tetto è a soli dieci metri dal suo. Ad ogni modo, è andato tutto per il meglio. Papà e Samra sono arrivati poco dopo di corsa. Anche loro erano preoccupati per noi. Quando siamo tornati nel nostro appartamento, l’abbiamo trovato pieno di polvere e calcinacci, e in bagno c’era perfino fi un frammento di granata. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a pulire. Io avevo una paura matta che ricominciassero i bombardamenti, ma per fortuna non è stato così. Un altro giorno terribile. La tua Zlata
Quali caratteristiche del diario sono rispettate nel testo? Individuale e completa le seguenti frasi, scegliendo opportunamente le parole tra quelle sotto elencate alla rinfusa. Il diario è scritto in .......................... persona. Il diario racconta, giorno per giorno, fatti ............................................................... Oltre agli avvenimenti del giorno, il diario comunica anche ................................... del protagonista. Il diario è scritto in uno stile ................................, infatti le parole e le espressioni usate appartengono al ........................................................ Il diario talvolta è rivolto a un .................................................... immaginario. La pagina del diario riporta sempre ............................................ e si conclude con .................................................. di chi l’ha scritta. amico, realmente accaduti, semplice, prima, la data, linguaggio quotidiano, la firma, sentimenti e impressioni.
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
RACCONTO DI FANTASCIENZA Il testo di fantascienza è un racconto narrativo che mescola elementi fantastici con elementi reali.
L E
TEMPO
LUOGHI
Soprattutto il tempo futuro, o un tempo non ben definito. Gli spazi non sono quelli solitamente vissuti da noi.
G G E
PERSONAGGI PARTICOLARI
AVVENTURE STRAORDINARIE
Extraterrestri, robot, androidi, scienziati che fanno esperimenti strani. I personaggi devono vivere difficoltà particolari e situazioni straordinarie. Spesso si servono di oggetti strani con poteri eccezionali.
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R E
IL TESTO FANTASCIENTIFICO
MARTE, FEBBRAIO 1999
L E G G E R E
Avevano una casa a colonne di cristallo sul pianeta Marte ai margini di un mare vuoto, e ogni mattina si poteva vedere la signora K mangiare i frutti d’oro che crescevano sulle pareti di cristallo o ripulire la casa con manate di polvere magnetica, che, assorbita ogni sporcizia, si dissolveva sulle calde ali del vento. Nel pomeriggio, quando il mare fossile era caldo e immobile, e le viti stavano irrigidite nell’orto e la lontana cittadina marziana, bianca e ossuta come un teschio, se ne stava tutta chiusa in sé, e nessuno usciva di casa, si poteva vedere lo stesso signor K nella sua camera, intento a leggere un libro metallico dai geroglifici in rilievo, su cui egli passava la mano leggera, come chi suoni un’arpa. E dal libro, ad ogni tocco delle dita, si levava una voce, voce dolce e antica, a cantar di quando il mare era come una nube rossa di vapore e gli antichi Marziani portavano nugoli d’insetti metallici e di ragni elettrici in battaglia. I coniugi K vivevano da vent’anni presso il mare estinto e i loro avi avevano vissuto nella stessa casa, che girava su se stessa seguendo il sole, come certi fiori, da dieci secoli. I coniugi K non erano vecchi. Avevano la pelle ambrata dei veri marziani, gli occhi come gialle monete, le voci molli e armoniose. Un tempo avevano amato dipingere quadri a fuoco chimico, fare il bagno nei canali nella stagione in cui le viti li colmano di verdi liquidi linfatici e chiacchierare all’alba, da solo a sola, presso gli azzurri ritratti fosforescenti nel salotto. Non erano più felici ora. Quella mattina la signora K stava fra le colonne, porgendo l’orecchio alla calura del deserto sabbioso la quale, disciolta come cera giallastra, sembrava dissolversi sull’orizzonte lontano. Qualcosa stava per accadere. Attese. Non accadeva nulla. Si abbandonò in una poltrona che, scorrendo da sola, era scivolata ad accogliere la sua persona mentr’ella camminava ancora. E chiuse gli occhi lentamente, in attesa. Ed ecco, il sogno. Le sue dita ambrate fremettero, si alzarono, annaspando l’aria. Un istante dopo, saettava a sedere, sconvolta, ansimante. Si guardò rapida intorno, come si aspettasse di vedere qualcuno in quei pressi. Parve delusa; lo spazio tra le colonne era vuoto. Apparve il marito sulla soglia d’una porta triangolare. - Avevi chiamato? - domandò con tono irritato. - No! - ella gridò. - M’era parso di udirti gridare. - Sì? M’ero assopita e ho fatto un sogno. - Di pieno giorno? Non è cosa che ti capita di frequente.
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
Ella era rimasta seduta là, come colpita in pieno viso dal sogno. - Che strano! Strano davvero! - mormorò. - Il sogno! - Sì? - Evidentemente voleva tornarsene al suo libro. - Ho sognato un uomo. - Un uomo? - Alto, alto, per lo meno un metro e ottanta. - Che assurdità! Un gigante e malfatto per giunta. - Eppure, in un certo senso - cercava faticosamente le parole - aveva l’aria perfettamente normale. Nonostante la sua grande altezza. E aveva..., lo so che a te la cosa sembrerà molto sciocca... aveva gli occhi azzurri. - Gli occhi azzurri! Per gli dèi! - esclamò il signor K. - Che cosa mai sognerai la prossima volta? E aveva, immagino, i capelli neri? - Come hai fatto ad indovinare? - domandò lei, stranamente agitata. - Ho pensato al colore meno probabile - disse lui, freddamente. - Bene, erano proprio neri! - esclamò. - E quell’uomo aveva la pelle molto bianca; oh, era straordinariamente insolito. Indossava una strana uniforme ed era disceso dal cielo e mi parlava con molta dolcezza. - Sorrise. - Sì, in un oggetto metallico, che scintillava al sole - ella ricordò; e chiuse gli occhi per ritrovare quelle immagini. - Ho sognato il cielo e qualcosa vi scintillava lontanissimo, come una moneta lanciata in aria, e bruscamente è divenuto grande e visibile, calandosi dolcemente a terra: un lungo scafo d’argento, dai fifianchi rotondi, straniero e remoto. E una porta si è aperta nel fianco dell’oggetto d’argento e n’è disceso l’uomo alto. - Se tu lavorassi con maggiore impegno, non avresti poi questi sogni insensati. - È stato un bel sogno, in fondo - ella rispose, riadagiandosi nella poltrona. - Non ho mai sospettato di avere tanta immaginazione. Capelli neri, occhi azzurri, pelle bianchissima! L’uomo mi ha guardato e ha detto, in una lingua del tutto diversa dalla nostra, una lingua che però capivo bene con la mente (telepatia, suppongo): «Sono venuto sulla mia nave dal terzo pianeta, e mi chiamo Nataniel York... ». - Un nome stupido; qualcosa anzi che non è affatto un nome. - Certo che è un nome stupido; dato che si tratta di un sogno - obiettò lei con dolcezza - e quell’uomo ha aggiunto: « Questo è il primo viaggio qui, sul vostro pianeta. Siamo in due a bordo della nostra nave, io e Bert il mio compagno, e veniamo da una città sulla Terra, che è il nome del nostro pianeta. Il signor K, spazientito, fece l’atto di voltarsi per andarsene. Lei lo fermò: - Yll - chiamò sommessamente. - Ti sei mai domandato se qualcuno non viva sul terzo pianeta? - Il terzo pianeta non è in grado di alimentare nessuna forma di vita sulla sua superficie - spiegò pazientemente il marito. - I nostri scienziati dicono che c’è troppo
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L E G G E R E
IL TESTO FANTASCIENTIFICO
ossigeno nell’atmosfera di quel pianeta. - Ma non sarebbe meraviglioso se ci vivesse della gente? - Ti prego, Ylla, tu sai quanto io detesti questi capricci sentimentali. Basta! L
Rispondi ora alle seguenti domande. E G G E R E
In quale pianeta si svolge la vicenda? .................................................................................................................................. Com’era la casa? ................................................................................................................................... Che cosa mangiava la signora K? .................................................................................................................................. Cosa faceva al pomeriggio il signor K? .................................................................................................................................. Come viene definita la cittadina marziana? .................................................................................................................................. Come vengono descritti i coniugi K? .................................................................................................................................. Cosa sogna la signora K? .................................................................................................................................. Come descrive la persona che ha sognato? .................................................................................................................................. Il sogno era piaciuto alla signora? .................................................................................................................................. Come viene anche chiamata la Terra? .................................................................................................................................. Perché secondo gli scienziati marziani non è possibile che ci sia vita sulla Terra? .................................................................................................................................. Tu pensi che esistano altri pianeti abitati? Motiva la tua risposta. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
CATERINO, ROBOT DOMESTICO Nell’anno 2222 l’uso dei robot domestici si diffuse su tutta la superficie fi del pianeta. Caterino era uno di questi. Caterino era un magnifico fi robot elettronico addetto alla persona, alla famiglia e all’appartamento del professor Isidoro Corti, insegnante di storia in un liceo di Roma. Caterino, come tutti gli altri robot domestici, sapeva fare un’infinità fi di cose: cucinare, lavare, spolverare, stirare, eccetera. Usciva per la spesa, teneva i conti, accendeva e spegneva il televisore, aiutava i bambini nei compiti, batteva a macchina la corrispondenza del professore, gli tagliava le pagine dei libri nuovi, guidava l’automobile, riportava i pettegolezzi del vicinato. Era una macchina perfetta. Essendo una macchina, non aveva alcun bisogno di dormire. Di notte, mentre la famiglia riposava, Caterino, per non annoiarsi, rifaceva la piega ai pantaloni del professor Isidoro, mandava avanti il lavoro a maglia della signora Luisa, fabbricava giocattoli per i bambini, dipingeva e ridipingeva le pareti della cucina, riverniciava le seggiole. Quando proprio non c’era nessun lavoretto, si rifugiava in salotto su una poltrona e risolveva le parole incrociate. C’era una rivista apposta per i robot, con parole incrociate diffificilissime, scelte tra le più complicate del vocabolario. E i robot impiegavano molto tempo a risolverle. G. RODARI
Completa la tabella. Luogo
................................................................... ...................................................................
Tempo
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Protagonista
................................................................... ...................................................................
Azioni del protagonista
.................................................................. ...................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO FANTASCIENTIFICO
I TRE COSMONAUTI
L E G G E R E
Un giorno tre cosmonauti, dopo un lungo viaggio con le loro astronavi, atterrarono su Marte. Incominciarono ad esplorarlo e, ad un tratto, incontrarono un marziano: era tutto verde, con due antenne al posto delle orecchie, una proboscide e sei braccia. Era davvero brutto! I cosmonauti pensarono subito che fosse cattivo, perché per i terrestri chi è brutto è anche cattivo. Decisero perciò di ucciderlo con i loro disintegratori atomici. Ma improvvisamente un uccellino marziano, scappato dal nido, cadde al suolo pigolando così disperataniente che i tre astronauti provarono una grande pena. A quel punto il marziano si avvicinò all’uccellino, lo guardò e dalla sua proboscide uscirono due fili di fumo. I terrestri capirono che il marziano stava piangendo a modo suo, poi videro che raccoglieva l’uccellino tra le sei braccia, per riscaldarlo. Allora i cosmonauti compresero che il marziano amava gli animali e sapeva piangere, perciò pensarono che doveva avere un cuore e un cervello proprio come loro. Si avvicinarono e gli tesero la mano. Egli strinse in una sola volta la mano a tutti e tre così che diventarono amici. Uà, I tre cosmonauti, Bompiani
Rispondi ora alle seguenti domande. Come viene descritto il marziano? ................................................................................................................................ ... ................................................................................................................................. Come immagineresti un marziano? ................................................................................................................................ ... ................................................................................................................................. Perché i terrestri pensano di ucciderlo? ................................................................................................................................ ... ................................................................................................................................. Cosa pensano di usare per ucciderlo? ................................................................................................................................ Tu cosa avresti fatto? ................................................................................................................................ ... ................................................................................................................................. Come piange il marziano? ................................................................................................................................ Definisci il carattere del marziano. .................................................................................................................................
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
LA STAZIONE SPAZIALE Nella stazione spaziale c’è un traffico infernale. Astronavi che vengono, astronavi che vanno, astronavi di prima classe per quelli che non pagano le tasse. L’altoparlante non tace un istante: “È in partenza dal primo binario il rapido interplanetario”.
Che storia è questa? Mai un po’ di puntualità. Devo essere a Plutone prima di desinare! Io perdo un grosso affare: Mi sentiranno quelli dell’Amministrazione… G. Rodari
L E G G E
Prima fermata Saturno. “L’astroletto da Giove viaggia con un ritardo di minuti trentanove”. La gente protesta:
R E
Leggi il testo poetico e rispondi. Cosa c’è nella stazione spaziale? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... Quali pianeti vengono nominati? ................................................................................................................................... Trasforma ora questo testo poetico in un racconto di fantascienza. Puoi fare delle aggiunte personali, ma conserva il contenuto della poesia. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
L E G G E R E
1) Il testo reale
2) Il testo fantastico
HOUSTON: - Molto bene, Aquila, state per allunare. AQUILA: - Okay, Houston. Siamo pronti per l’allunaggio. Mancano tremila piedi (915 metri). HOUSTON: - Abbiamo preso nota. Aquila, siete veramente straordinari. Andate pure così. AQUILA: - Ora siamo a 1.500 piedi d’altezza. Scendiamo dolcemente a una velocità di 23 piedi al secondo. HOUSTON: - Avete ancora sessanta secondi per allunare, Aquila. AQUILA: - Luci accese. Scendiamo a due piedi e mezzo al secondo. Avanti, avanti, bene. Cominciamo a vedere la nostra ombra. Stiamo sollevando della polvere dalla crosta lunare. HOUSTON: - Ancora trenta secondi. AQUILA: - Stiamo deviando un po’ verso destra. Ecco: abbiamo preso contatto. Il motore è fermo. I comandi sono inerti. Houston, qui Mare della Tranquillità: Aquila è allunata.
Appena quaranta secondi mancavano all’ora della partenza, ma ogni secondo durava un secolo. Un frèmito serpeggiò tra la folla degli spettatori. Gli audaci astronauti, chiusi nel razzo, contavano nello stesso tempo quei terribili secondi. - Trentasette... trentotto... trentanove... quaranta!... Fuoco! In quell’istante una scintilla elettrica fu lanciata nel fondo del Columbia. Si udì una detonazione spaventevole... Una immensa vampa di fuoco sorse dalle viscere del suolo come da un cratere; a malapena alcune persone poterono intravedere, per un solo istante, il razzo che fendeva vittoriosamente l’aria in mezzo a fifiammeggianti vapori. I tre ardimentosi, chiusi nella nave spaziale, sono ormai in viaggio verso la Luna. Accadde che in quel giorno, verso le undici del mattino, Nicholl, essendosi lasciato sfuggire un bicchiere, questo, anziché cadere, rimase sospeso in aria. In un attimo diversi oggetti si tennero in aria come per miracolo. I tre avventurosi compagni sentirono che i loro corpi non pesavano più. Le braccia protese innanzi non cercavano di abbassarsi; i piedi non cercavano più il pavimento. D’improvviso Michel, dando un balzo, lasciò il fondo della nave spaziale e rimase sospeso in aria. I suoi amici lo raggiunsero in un istante. - Ah, cari amici - esclamò Michel con entusiasmo - quale progresso se ci si potesse sbarazzare, anche sulla Terra, del peso del nostro corpo! Non più fatiche né di braccia né di gambe! Un semplice slancio, ed ecco volare nello spazio... Ma se nulla pesasse più, nulla farebbe più presa, né il cappello sulla testa, né le pietre delle case, né l’acqua negli oceani. Tutto si perderebbe nello spazio...
Il brano è tratto dal un reale viaggio sulla Luna effettuato il 20 luglio del 1969.
Tratto da “Dalla Terra alla Luna” di J. Verne, stampato nel 1865
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IL TESTO FANTASCIENTIFICO
Con il vocabolario trova significato delle seguenti parole e scrivilo. Allunare ..................................................................................................................... Piedi (unità di misura)............................................................................................... A quanti piedi corrisponde il nostro il metro………………………………………...... Fremito……………………………………………………………………………………... Ardimentoso………………………………………………………………………………..
L E G G E
Rispondi. Come si chiama la navicella spaziale del testo reale?.............................................
R E
E quella del testo fantastico?................................................................................... Quale grande scoperta viene fatta nel testo fantastico? ......................................... .................................................................................................................................. Quale conclusione viene tratta nel testo fantastico?................................................. ...................................................................................................................................
Trasforma il testo n° 1 utilizzando il discorso indiretto. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
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IL RACCONTO DI PAURA
RACCONTO DI PAURA
Elementi L E G G E R E
Personaggi
Suoni
Luoghi
- Fantasmi - Scheletri - Mostri - Vampiri - Animali feroci - Uomini malvagi
- Cigolio di porte - Spari - Tuoni - Sbattere di imposte - Passi pesanti - Urla - Sospiri
- Vecchi castelli - Boschi cupi - Case abbandonate - Cimiteri - Sentiero buio - Mare in tempesta
FUGA DAL LAGHER Aveva già percorso una ventina di passi nella boscaglia, che impediva che fosse visto il campo, quando si rese conto che nessuno gli aveva sparato. Si arrestò di colpo. Che cosa mai poteva essere accaduto? Si voltò, trovò un posto, dove la boscaglia era abbastanza rada da poter vedere attraverso i rami, e riguardò le basse case, che si profilavano come masse scure contro il buio del cielo. Sentiva attutito il passo della guardia, ma questo non si avvicinava, non suonava diverso dal solito, era solo più lontano. Niente era diverso. Nessun segno che fosse successo qualche cosa. David aggrottò la fronte e ristette un momento perplesso. Ma come poteva essere? S’inoltrò svelto per il bosco fino al grosso albero. Camminò sempre più in fretta; finché non gli fu vicino. Quando lo raggiunse, cercò impaziente attorno; spazzò con le mani il terreno vicino al tronco. Trovò un fagotto. Si appoggiò all’albero e rabbrividì, nonostante non facesse freddo. Era un pezzo di tessuto avvolto attorno a qualche cosa e annodato. Tastò il nodo, ma sembrava che le dita si rifiutassero fi di ubbidirgli. Ad un tratto ebbe la sensazione di non dover aprire il fagotto. Ci poteva esser dentro qualche cosa di terribile! Cercò di raccogliere le idee e d’indovinare che cosa potesse esserci, ma la sua fantasia non gli suggerì altro che una bomba. Con violenza ficcò le dita nel nodo e l’aprì con uno strappo. Non c’erano bombe nel fagotto. Era un fazzoletto quadrato, legato in croce, che conteneva una borraccia con dell’acqua, e sopra c’era una bussola, come gli aveva detto «l’uomo». Tornò a toccare prudentemente l’oggetto quadrato: una bussola! Una borraccia! Ma
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IL RACCONTO DI PAURA
c’era anche dell’altro. Gli occhi di David si erano da lungo tempo abituati al buio. Nel fagotto c’era una scatola di fiammiferi, un pezzetto di sapone, un grosso pezzo di pane ed un coltello da tasca. Allora era deciso ch’egli dovesse fuggire! L’«uomo» lo avrebbe fatto cercare l’indomani, ma non prima. La notte era sua. Toccava a lui farne buon uso. Erano trascorsi soltanto pochi minuti, ma a David sembrava che fossero passate delle ore. Lentamente pose il pezzo di sapone sul fazzoletto, vi collocò sopra la bottiglia, il pane ed il coltello, li legò; afferrò il nodo con una mano, e guardò la bussola, che teneva nell’altra. Poi si mise a correre. Anne Holm
L E G G
Completa. E Il racconto è: R Fantastico
Reale
Verosimile
All’inizio il protagonista si arresta... Cosa prova? Incredulità
Terrore
Curiosità
Perché nell’aprire il fagotto, le dita dell’uomo sono come paralizzate? .................................................................................................................................. Chi potrebbe essere “ l’uomo” di cui pensa il protagonista? .................................................................................................................................. Cosa trova dentro fagotto? .................................................................................................................................. Che sensazione si percepisce alla fine? fi Nostalgia
Speranza
Paura.
Che cosa crea tensione nel racconto? L’autore si serve di vari elementi, quali? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
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IL RACCONTO DI PAURA
L’ERUZIONE DEL VESUVIO
L E G G E R E
Lo spettacolo stava per avere inizio e i nemici di Arbace, il sacerdote egizio, erano stati condannati a combattere. L’egiziano si rizzò in tutta la solennità della persona e indicando il cielo per avviare lo spettacolo, urlò con voce tonante che superava gli urli della folla impazzita: - Guardate il Vesuvio: gli dèi hanno preso dimora nel vulcano ed ora vengono in mio aiuto, contro le vostre vendette ignobili. Le fiamme fi del Vesuvio si riverseranno contro i falsi testimoni che mi accusano di un delitto che non ho commesso. Gli occhi della folla seguirono l’indicazione dell’egiziano e videro, con terribile spavento, un’enorme colonna di fumo, in forma di pino gigantesco dal tronco nero e dai rami infuocati, spostarsi qua e là nell’aria, ora luminosissima ora baluginante. Vi fu un silenzio generale e profondo, interrotto soltanto dal ruggito del leone che reclamava il suo pasto. La belva era inquieta e fiutava l’aria, sferzandosi la pelliccia con la coda, quasi presagisse una tragedia. Poi le donne cominciarono ad urlare, gli uomini a riempirsi di paura, a ondeggiare, a scatenarsi, a travolgersi l’un l’altro nel proposito folle di aprirsi un varco verso la salvezza. Nello stesso momento tutti sentirono la terra scuotersi sotto i piedi: i muri del circo tremarono come fuscelli. Distante si udiva il rombo di mille case che crollavano scosse dalla violenta impennata del Vesuvio. Una nuvola cupa e densa di fumo scese dal monte e calò sulla città, avvolgendola in una cortina di morte. Cenere e lapilli infuocati cominciarono a cadere come pioggia fitta fi sulla città e sulla campagna. Non una sola vigna, non una sola strada, non una sola casa veniva risparmiata dal grave cataclisma. Persino il mare ribolliva come sbattuto da possenti ali e si levava alto il respiro affannoso delle onde che si frangevano in mille spruzzi sulla costa arroventata. Arbace fu lasciato solo. Tutti si preoccuparono di mettersi in salvo; fuggivano verso Pompei sperando di avere tempo e di non essere travolti sulla via del ritorno. Ma ormai non v’era più scampo, né per la città né per i suoi sventurati abitanti. La notte terribile di Pompei stava per avere inizio. Lytton Bulwer
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IL RACCONTO DI PAURA
Leggi attentamente questo racconto e poi rispondi alle domande. Quali immagini creano fin fi dall’inizio tensione e paura nel lettore? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
L E
Nel racconto ci sono dei termini poco conosciuti. Scrivi il significato ricavandolo dal contesto o usando il vocabolario.
G
Arringò.....................................................................................................................
E
G
Si rizzò..................................................................................................................... Baluginante ............................................................................................................ Fuscelli ................................................................................................................... Impennata ............................................................................................................... Il racconto è: reale
fantastico
verosimile
Dov’è ambientato? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Cosa crea molta paura nella folla? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
Quali dati uditivi rilevi? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL RACCONTO UMORISTICO
RACCONTO UMORISTICO
E
Il racconto umoristico è un racconto narrativo che ha lo scopo di divertire, far ridere. Ricorda che non è facile fare dell’umorismo ed anche questa tipologia di racconto ha delle caratteristiche particolari.
G
Devi usare:
G
La caricatura
E
Azioni inaspettate
L
R E
Scherzi, equivoci, malintesi
Esagerare in modo ridicolo e divertente caratteristiche fisiche o del carattere del personaggio. Far compiere ai personaggi cose inconsuete, non prevedibili. Inventare situazioni dove siano presenti scherzi, equivoci, malintesi.
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IL RACCONTO UMORISTICO
RUGGERI E TRENTAQUATTRO
Leggi la prima parte di questo racconto e scegli tu la continuazione, ricorda che devi far divertire: usa situazioni molto strane. Scegli la continuazione che preferisci, poi completa il racconto a modo tuo. Entrai nel negozio del barbiere e dissi: - Barba! - e mi accomodai sulla poltrona. Il barbiere mi legò un asciugamano sotto il mento, m’insaponò rapidamente e incominciò a radermi in silenzio. A metà operazione circa incominciò a parlare. - Somigliate in maniera impressionante - mi disse, pronunciando le parole fra i denti - a un certo Giorgio Ruggeri. Siete Giorgio Ruggeri, forse? - Non sono Giorgio Ruggeri - risposi in tono un po’ brusco. - Mi chiamo Antonio Trentaquattro. - Eppure, - mormorò il barbiere - avrei giurato di avere a che fare proprio con lui... Serrò le mascelle, i suoi occhi scintillarono cupamente e fermandosi un istante, sibilò: - Il maledetto! Ora mi stava passando il rasoio sotto la gola, con lentezza esasperante. I peli della barba, recisi dal fifilo della lama tagliente, scricchiolavano sinistramente. Sobbalzai. .
- Non vi muovete - esclamò il barbiere, in tono tragico.
Desideravo vedere la vostra reazione, faccio sempre così con i clienti.
- Ho bisogno di essere rasato, non sgozzato - esclamai irritato. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL RACCONTO UMORISTICO
LITE IN FAMIGLIA
L E G G E R E
Tonio e Matilde erano marito e moglie. Possedevano una casetta, qualche campicello e avevano in banca un bel gruzzoletto che permetteva loro di vivere tranquilli. Invece ogni giorno scoppiava tra loro qualche litigio, soprattutto a causa di Matilde che era caparbia e linguacciuta. Una sera si erano appena coricati, quando Tonio si ricordò che non aveva chiuso la porta d’ingresso e allora disse alla moglie: - Matilde, va’ a chiudere la porta. - Io? - chiese meravigliata la moglie - Tocca a te che sei entrato per ultimo. Come al solito cominciarono a litigare e per tagliar corto o Tonio decise: - Bene, facciamo un patto. Chi di noi due dirà la prima parola, andrà a chiuderla. E i due si misero a dormire. Ad un tratto si sentì gridare dalla strada: - Tonio! Matilde! Perché non rispondete? Era un loro compaesano che, passando di lì, aveva visto la porta socchiusa. Ma marito e moglie se ne stettero zitti, immobili nel letto. Il compaesano, pensando a una disgrazia, corse dal parroco, e gli raccontò che aveva chiamato i suoi amici, ma non aveva avuto alcuna risposta. In un batter d’occhio il curato si vestì e corse alla casa dei due, seguito dal compaesano. Quando fu al loro capezzale chiamò: - Tonio! Matilde! - ma non ebbe alcuna risposta. Allora continuò: - State per rendere l’anima a Dio. Sia fatta la sua volontà. Poiché non potete portare lassù i beni di questa terra, tu, Tonio, lascia la casa e i campi alla chiesa, e i denari ai poveri. Dio perdonerà i tuoi peccati. Ma Tonio rimaneva zitto e non batteva ciglio. Il parroco continuò: - E tu, Matilde, lascia i tuoi vestiti ai poveri, le pentole alla parrocchia, le lenzuola e i materassi alla casa di ricovero. Matilde a questo punto si mise a sedere sul letto ed esclamò: - No, i materassi no, perché li ho comperati da poco. Il parroco e il compaesano, impauriti, fecero un salto all’indietro, mentre Tonio allungando un braccio disse alla moglie: - Brava! Tocca a te andare a chiudere la porta. A.
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Guadagnoli
IL RACCONTO UMORISTICO
Rispondi. Per far ridere è stato usata “la caricatura” di personaggi? ...................................... Quale equivoco viene usato? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Cosa chiede il parroco a Tonio? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Cosa chiede il parroco a Matilde? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Chi vince tra marito e moglie? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Quale immagine hai trovato divertente? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Riscrivi al presente tutti i verbi del primo capoverso. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
Spiega il significato delle frasi in corsivo e poi delle successive. Tagliar corto............................................................................................................... .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Rendere l’anima a Dio.............................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Toccare il cielo con un dito ..................................................................................... .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Tagliare la corda ...................................................................................................... .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Rendere pan per focaccia ..................................................................................... .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL RACCONTO UMORISTICO
I TRE CAPPELLI DEL SIGNOR TAL DEI TALI
L E G G E R E
Il signor Tal dei Tali aveva tre cappelli e li portava tutti e tre, uno sopra l’altro. Le persone che vivevano sulla Piazza del Mercato, il dottore, l’erbivendolo, il carbonaio, insomma proprio tutti pensavano: «Quanto è educato il signor Tal dei Tali! Quando ci incontra si toglie sempre tutti e tre i cappelli, uno alla volta». Spesso, durante le passeggiate, il signor Tal dei Tali si metteva a cantare: «Il mio nome è Tal dei Tali. Ho tre cappelli e non uso occhiali. C’è chi dice che son matto e chi pensa che son distratto, io non bado mai alla gente faccio quel che mi salta in mente. Così col sole apro l’ombrello e non mi basta un solo cappello.» A volte, però, il signor Tal dei Tali si sentiva triste, perché aveva sì tre cappelli, ma di mani ne aveva solo due. Per questo motivo poteva togliersi due cappelli insieme, ma ne doveva stringere uno sotto il braccio se si voleva togliere anche il terzo. «Come mi piacerebbe togliermeli tutti e tre nello stesso tempo!», pensava. Un giorno, proprio mentre stava pensando così, il signor Tal dei Tali incontrò il gattino Momò. - Dove vai Momò? - chiese il signor Tal dei Tali. - Vado dal pescivendolo a prendere qualche pesce - rispose Momò. - Ti dispiacerebbe saltarmi sulla spalla e togliermi un cappello se incontriamo il dottore, o l’erbivendolo, o il carbonaio, o la moglie del dottore, o la moglie dell’erbivendolo, o chiunque altro? - D’accordo! - disse Momò saltando sulla spalla del signor Tal dei Tali. E chi videro arrivare proprio in quel momento? Nientemeno che la moglie del dottore, la signora Brillo. - Buon giorno signora Brillo! - disse il signor Tal dei Tali, togliendosi il primo cappello con la mano destra e il secondo con la mano sinistra, mentre Momò gli toglieva il terzo. - Buon giorno signor Tal dei Tali! - rispose la signora Brillo che pensò: «Che signore gentile!». Allora il signor Tal dei Tali disse: - Grazie, Momò, grazie amico mio! - e prese a cantare: Con il gatto migliore del mondo voglio fare un girotondo! D. BISSET da Storie per domanii - Armando
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IL RACCONTO UMORISTICO
Leggi attentamente il racconto poi rispondi. Disegna il personaggio. Che tipo di caricatura è stata fatta al personaggio protagonista? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Quale problema ha il signor Tal dei Tali? .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
L E G G
Oltre all’aspetto fisico, da cosa capisci che il protagonista è molto strano? .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
E R
Cosa pensavano le persone del signor Tal dei Tali? E Che era matto.
Che era educato.
Che era triste.
Cosa rende felice il protagonista? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Che cosa ha reso divertente questo racconto? .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL RACCONTO UMORISTICO
GLI OCCHIALI CHE FANNO LEGGERE
L E G G E R E
Un contadino, che non sapeva leggere, ricevette un giorno una lettera del padrone. Che cosa gli ordinava? Dopo aver girato e rigirato il foglio tra le mani senza capirci niente, corse dal parroco pregandolo di dirgli ciò che era scritto nel foglio. Il parroco inforcò gli occhiali, poi lesse ad alta voce; e il contadino, dopo averlo ringraziato, se ne andò due volte soddisfatto: primo per aver saputo che cosa voleva il padrone e poi per aver capito che mettendosi gli occhiali si potevano leggere le lettere. Così, appena capitò in città, si recò da un occhialaio. - Vorrei un paio di occhiali. - Subito! - disse premuroso il negoziante. Aprì e riaprì cassetti e cassettini, provò e riprovò, ma sempre il contadino rispondeva: - No, non riesco a leggere. Alla fine, l’occhialaio, spazientito domandò: - Ma, ditemi una cosa: sapete voi, sì o no, leggere? E allora il contadino risentito esclamò: - E che crede lei? Che, se sapessi leggere verrei a comprare da lei gli occhiali? Il povero occhialaio non poté trattenere una risata. Aveva finalmente capito quali miracolosi occhiali cercava il contadino! E allora gli disse: - Occhiali di questa specie si trovano dal maestro di scuola. Andate da lui! da: Senza frontiere, Cetem
Completa. Come definiresti il contadino? Furbo
Ingenuo
Analfabeta
Quale equivoco rende divertente il racconto? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Cosa avrebbe potuto fare il padrone, sapendo che il contadino non sapeva leggere anziché inviare una lettera? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Oltre a farti ridere, cosa vuole anche farti capire questa storia? ..................................................................................................................................
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IL RACCONTO UMORISTICO
Quale consiglio diede l’occhialaio al contadino? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Definisci in poche parole:
L
Antefatto (introduzione). .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
E
Parte centrale. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Conclusione. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. LO SCHERZO DI LEONARDO Un giorno Leonardo volle fare uno scherzo ad un suo allievo e scrisse alla lavagna OLOVAT. Poi gli chiese: - Sai cosa significa questa parola? Per quanto ci pensasse l’allievo non riusciva a indovinare. - È TAVOLO scritto per rovescio! - esclamò il maestro ridendo. L’allievo volle fare lo scherzo ad un suo amico e scrisse anche lui una parola per rovescio: scrisse OSSO. Poi chiese all’amico. - Sai il significato di questa parola? - Certo - disse l’amico - è scritto OSSO, una parte del corpo dura come la tua testa, per chi mi hai preso? Il ragazzo rimase esterrefatto. - Chissà perché lui ha indovinato subito e io no? - si domandò. L. Taffarel
Sapresti rispondere al suo dubbio? ......................................................................... ..................................................................................................................................
Scrivi alcune parole che si leggono allo stesso modo da sinistra a destra e viceversa. ama, ....................................................................................................................
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G G E R E
IL RACCONTO UMORISTICO
IL MACININO MATTO
L E G G E R E
Un uomo si presentò al dottor Bommer: - Sta succedendo uno strano pasticcio, - spiegò l’uomo. Il dottor Bommer si fece attento e l’uomo raccontò: - Da oltre dodici anni, io posseggo un macinino da caffè che ha sempre funzionato egregiamente: io mettevo caffè in grani e mi dava caffè in polvere. Sempre così fino a una settimana fa: una settimana fa le cose hanno preso una piega singolare. Lunedì scorso ho messo, come al solito, grani di caffè tostato nel serbatoio, ho girato la manovella come al solito ma, aperto il cassettino, ho trovato non polvere di caffè, ma polvere bianca. - Polvere bianca? - chiese il dottor Bommer. - Polvere bianca: o meglio farina di castagne - spiegò l’uomo. - Ho pensato che fosse guasto il meccanismo e l’ho fatto ripassare da uno specialista: era perfetto. Ho messo ancora caffè tostato nel serbatoio e ho ripreso a girare la manovella: poi ho aperto il cassettino e l’ho trovato pieno di succo di limone. Il giorno seguente, messo altro caffè tostato nel macinino e girata la manovella non ho trovato niente nel cassettino. - Niente? - domandò il dottor Bommer. - Niente di niente - confermò l’uomo. - In seguito, sempre introducendo ottimo caffè tostato nel serbatoio, ho trovato nel cassettino polpa di tamarindo, marmellata, chiodi di garofano, pepe, bottoni, spille di sicurezza e fiori fi freschi. - Fiori freschi macinati, volete dire? - Fiori freschi interi: una rosa gialla, una margherita e un’orchidea. Ma tutto questo non è ancora niente. Il dottor Bommer si fece ancora più attento. - Da ieri il macinino fa una cosa ancora più singolare: metto caffè tostato come al solito, giro la manovella e vien fuori musica. - Musica? - Musica, sì: suona come un carillon. Pezzi classici, quasi tutta roba del settecento. - E il caffè? - Sparisce: il cassettino resta vuoto e vuoto resta il serbatoio. L’uomo sciolse un pacchetto e trasse un macinino. - Del resto eccolo qui, - spiegò. - Guardate: io metto nel serbatoio caffè tostato, giro la manovella e si sente la musica. L’uomo mise caffè tostato e girò la manovella. Il dottor Bommer lo osservò con interesse.
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IL RACCONTO UMORISTICO
- Sentite la musica? - domandò l’uomo. Il dottor Bommer non sentiva che lo scricchiolio dei grani che si frantumavano. Però approvò col capo: - Sento sì, - rispose. L’uomo smise di macinare, depose il macinino sul tavolo e allargò le braccia. - Il meccanismo è buono: secondo me il macinino è diventato matto. Dovreste ricoverarlo nella vostra clinica. - Naturalmente - disse il dottor Bommer - naturalmente. E, chiamati due inservienti, fece portare l’uomo in una cella bene imbottita. Rimasto solo il dottor Bommer si mise a ridere e guardò il macinino: c’era rimasto nel serbatoio mezzo caffè da macinare. Il dottore, scuotendo il capo, prese fra le ginocchia il macinino e girò la manovella. E udì, chiare e distinte, le dolci note di una musica di Scarlatti. - Liberate l’uomo di poco fa e mettete al suo posto questo macinino! - ordinò il dottore ai due inservienti accorsi alla sua chiamata. - Sissignore - risposero i due inservienti. E, afferrato il dottor Bommer per le spalle, lo chiusero in una cella bene imbottita. G. Guareschi
Leggi bene, racconta poi rispondi. Il racconto può essere definito: Vero Possibile
Assurdo.
Si può affermare che l’aspetto divertente è dato dalla stranezza del contenuto? Sì No Chi è davvero matto? Il macinino
Il proprietario.
Il dottore.
Tutti e tre.
In quali cose viene trasformato il caffè? ................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Nelle prime tre righe del racconto ci sono: 5 nomi
8 nomi
4 nomi.
Il racconto è narrato in prima persona
in terza persona.
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L E G G E R E
IL TESTO TEATRALE
DAL TESTO UMORISTICO AL TESTO TEATRALE.
Drammatizza questo testo teatrale. L E G G E R E
Personaggi: Maestra, Bidello, Lupo di Cappuccetto Rosso, Orco di Pollicino, Strega di Biancaneve, Vecchia Fata della Bella Addormentata, Matrigna e Sorellastre di Cenerentola. (Entrano in scena i Cattivi, uno dopo l’altro. La Regina ha uno specchio in mano. Con le andature e i gesti tipici di ciascun personaggio rivolti al pubblico, fanno una breve passerella sul proscenio: quando il primo è al centro della scena, entra il secondo, e così via... Uno dopo l’altro vanno dietro al lungo banco e si inginocchiano in modo da sembrare seduti. Quando tutti sono al posto, si alzano in piedi insieme). CATTIVI (Con mani uncinate, ad ogni ruggito, fingono fi di aggredire. Ritmato a rap). Siamo i cattivi più brutti del mondo, roarrr e non ci importa degli altri, roarrr e siamo brutti (boccacce), roarrr e siam cattivi (boccacce), roarrr e adesso a scuola, roarrr noi tutti andiam, roarrr (si inginocchiano). (Confusione. Arriva la maestra con la bacchetta in mano. Tutti fanno silenzio. La maestra si dirige verso la cattedra). CATTIVI (si alzano) - Buona giornata, signora maestra! MAESTRA - Buona?! Buona?!? (avvicinandosi agli scolari) Chi ha osato dire questa parola? Ma dove credete di essere? Alla scuola elementare? Eh?!? Questa è la famosa Scuola dei Cattivi! Ma che razza di Cattivi siete?! CATTIVI (si alzano) - Siamo i Cattivi delle fiabe! fi MAESTRA - Tutto qui? Dovete urlare! Forte, fortissimo! CATTIVI (a squarciagola) - Siamo i Cattivi delle fiabe! MAESTRA - Allora, facciamo l’appello! Per la fifiaba di Biancaneve, la perfi fida Matrigna Nina Vele: Velenina! REGINA Velenina - (sempre rimirandosi allo specchio) -Velenina, bellissima Regina! MAESTRA - Per la fifiaba della Bella Addormentata, la Vecchia Fata dimenticata, Fata Schi: Schi Fata! FATA - SCHIFATA - (sempre nauseata) - Schi Fata! Che schifo, non sono stata invitata! Che schifo! MAESTRA - Per la fiaba di Cappuccetto Rosso, il terrore dei bambini: il Lupo Nan-
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IL TESTO TEATRALE
do Sbra! Lupo Sbranando! LUPO SBRANANDO (sempre aggressivo) - Sbraaa-Nando! Ahaaarrrghh... vi mangio tutti! Maestra (lo blocca) - Sì, ma aspetta un attimo! Per la fifiaba di Cenerentola, la Matrigna e le Sorellastre. Matrigna Dina Perfi... MATRIGNA E SORELLASTRE: - Perfidina! (fregandosi le mani) - Malagrazia! (linguacce) - Disgrazia! (spettinandosi) MAESTRA - Braaave! (al pubblico) Veramente maleducate! Per la fifiaba di Hansel e Gretel, la vorace Strega della casetta di marzapane! REGINA VELENINA - Assente! È ancora nel forno! MAESTRA - Eh già! Ma perché i miei Cattivi sbagliano sempre il fifinale delle fiabe?! Perché? (sempre più rabbiosa) Perché!?! [Gli scolari spariscono velocemente sotto i banchi e riemergono piano piano] MAESTRA - Finiamo l’appello. Per la fiaba di Pollicino, il crudele Orco: Landò Sbrodo! Orco Sbrodolando! ORCO SBRODOLANDO (sempre sputacchiando) - Ppprrr... presente! Orco Sbrodolando ppprrr... presente! MAESTRA - Dove hai messo gli Stivali delle Sette Leghe? ORCO SBRODOLANDO (evasivo) - Sono là... MAESTRA - Là, dove? DOVE??? ORCO SBRODOLANDO - Dove me li sono tolti... MAESTRA - Te li sei tolti tu? ORCO SBRODOLANDO - No, mi hanno aiutato! MAESTRA - AIUTATO??? CHI?!? ORCO SBRODOLANDO (si rialza singhiozzando) - Pp-prrr... Pollicino, ppprrr... Pollicino... è stato... lui! Me li ha rubati, ppprrr... Pollicino! Brutto! Cattivo, bbbrrr... brutto! MAESTRA (furibonda) - Ma il brutto cattivo sei TU!!! DEVI essere tu!! Così anche la tua fifiaba è finita male! (rivolta ai Cattivi che, intanto, si stanno molestando tra di loro) Ma dico io, cosa ci venite a fare a scuola??? Povera me! Basta! (i Cattivi si mettono a braccia conserte sul banco) Cominciamo la lezione: ripasso generale per tutti! Avanti, cominciamo con... ma-le-ma-ti-ca! CATTIVI (crollando sul banco) - Oh, nooo! MAESTRA - Sì! CATTIVI (risalendo) -Siii... Da “A teatro con la scuola dei cattivi” Città Nuova
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L E G G E R E
IL TESTO TEATRALE
Ora trasformalo in racconto usando parole tue. (Osserva come la lingua usata nel testo teatrale non sia quella usata da te).
L E G G E R E
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Scrivi i giochi di parole che sono stati usati per caratterizzare i personaggi . es. Nando Sbra = Sbranando .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Riassumi il testo in poche righe. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL POEMA EPICO
IL P OE M A E P ICO Un poema epico è un componimento letterario, in versi, che narra le gesta storiche, leggendarie di un eroe o di un popolo, che in passato hanno impersonificato fi lo spirito di una nazione. È una delle forme più antiche di narrazione, racconta le imprese eroiche di personaggi umani, storici o leggendari, a cui spesso si uniscono esseri soprannaturali. La poesia epica è alla base di molte culture, in quanto si propone di conservare e tramandare la memoria di fatti eccezionali che hanno coinvolto tutto un popolo. Dato che non esprimono sentimenti o punti di vista individuali ma di tutta una comunità, i poemi epici sono spesso anonimi, cioè non possono essere attribuiti a un autore la cui esistenza sia certa e provata.
L E G G E R
Leggi questa descrizione dell’ENEIDE. L’Eneide (in latino Aeneis) è un poema epico diviso in dodici libri, per un totale di 9.896 versi esametri scritto da Publio Virgilio Marone, tra il 29 e il 19 a.C, il quale racconta una storia della durata di circa sette anni. In questo poema sono narrate le peregrinazioni di Enea dalla caduta di Troia fino fi all’arrivo alle coste del Lazio, il racconto fatto in prima persona dall’eroe di una parte delle sue avventure, la discesa agli Inferi. L’Eneide è come una continuazione ed insieme come una ripresa rovesciata dei poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea: ne è una continuazione perché le imprese di Enea da una parte fanno seguito all’Iliade in quanto raccontano la distruzione di Troia, dall’altra si riallacciano all’Odissea perché l’eroe troiano ripercorre luoghi e affronta pericoli che l’eroe greco ha già attraversato. Le vicende di Enea non servono a distruggere una città ma a costruirne una nuova, Roma. La narrazione inizia nel momento in cui la flflotta che trasporta Enea e i profughi troiani è dispersa da una tempesta suscitata da Giunone e approda faticosamente alle rive africane, presso Cartagine, dove gli esuli sono accolti dalla regina Didone. Su richiesta di questa, Enea racconta le vicende che lo hanno condotto fino a lei, cominciando con l’inganno del cavallo di legno con cui i Greci sono riusciti a impadronirsi di Troia e con la narrazione della notte in cui la città fu incendiata. La fuga portò poi i superstiti alla ricerca della «antica madre», cioè la terra che il Fato aveva stabilito come loro dimora definitiva, Roma.
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E
IL POEMA EPICO
L’ ISOLA DEI CICLOPI
L E G G E R E
Per alcuni giorni Ulisse e i suoi compagni navigarono su un mare liscio come l’olio. Ulisse, non appena vide i contorni di un’isola ordinò ai suoi uomini di gettare l’ancora e di sbarcare. Decisero di esplorarla. Arrivarono davanti a un’enorme caverna. - Entriamo! - ordinò Ulisse, e avanzò per primo. Tutto, lì dentro, era di misura superiore al normale. Ad un certo punto l’ingresso fu oscurato dalla più spaventosa fifigura d’uomo che avessero mai potuto immaginare; era un gigante, alto come il cocuzzolo d’una montagna, con capelli neri e intricati che gli scendevano sulle spalle e... cosa più orribile di tutte! ...un occhio solo in mezzo alla fronte. Un brivido d’orrore percorse i Greci, che si strinsero attorno a Ulisse. Il gigante fece entrare le pecore e le capre, poi afferrato con le braccia un enorme macigno, chiuse l’entrata dietro di sé. Accese il fuoco e vide gli uomini. - Chi siete voi? Che cosa fate nella mia caverna? - urlò, mentre l’unico occhio mandava lampi di rabbia. Atterriti, gli uomini guardarono Ulisse. Con tono fermo e tranquillo egli rispose: - Siamo Greci, reduci dalla gloriosa guerra di Troia. Ci eravamo imbarcati per raggiungere Itaca, la nostra patria, ma i venti ci hanno trascinati su questa riva. Ti chiediamo ospitalità, nel nome degli dèi. - Che vuoi che importi a me degli dèi? - rispose il gigante con una risata cattiva - lo sono Polifemo, del popolo dei Ciclopi, e non ho paura di nessuno. A. Timperanza. Il meraviglioso viaggio di Ulisse, Milano. Fabbri
Dalla lettura del brano puoi individuare le caratteristiche principali di Ulisse: quali sono? Segnale. Generosità
Paura
Coraggio
Sicurezza
Astuzia
Arroganza
Curiosità
Terrore
Quale episodio viene narrato in questo brano? ...................................................... .................................................................................................................................. Chi è Polifemo? ........................................................................................................ ..................................................................................................................................
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IL ROMANZO GIALLO
IL ROMANZO GIALLO La struttura del perfetto romanzo giallo prevede quattro fasi ben distinte: 1) Preludio o situazione iniziale. 2) Enigma o mistero da svelare. 3) Inchiesta dove entra in gioco il detective. 4) La soluzione alla quale il detective arriva attraverso il ragionamento e la raccolta di prove ed indizi.
L E
Nel preludi si descrive la situazione di partenza con o senza detective. Esempi per cominciare con il detective: 1. Una persona insignifi ficante, come la nonnina ficcanaso Miss Marple sta lavorando a ferri e un vicino la chiama insistentemente. 2. Un detective famoso viene invitato a soggiornare presso un amico. 3. L’investigatore è a casa propria in pantofole e si annoia. 4. L’investigatore viene svegliato, nel cuore della notte da una telefonata.
G
L’enigm da risolvere può riguardare: Un delitto in una camera chiusa. 1. Un omicidio camuffato da suicidio. 2. 3. Un furto in casa senza che nessuno abbia sentito nulla. 4. Indizi contraddittori sulla meccanica di un assassinio (es.: l’uomo ucciso è in vestaglia, però sotto è vestito di tutto punto).
E
L’inchiesta dovrà portare alla luce la verità per gradi, senza saltare alle conclusioni in maniera affrettata. Può essere condotta, allora, in diversi modi: Indagando sul movente. 1 Indagando sulle cause della morte. 2 3 Indagando sugli alibi. 4 Studiando indizi e contraddizioni. Valutando tempi e oggetti che magari hanno cambiato di posto. 5 La soluzion potrà anche rovesciare gli apparenti risultati dell’inchiesta, rivelando elementi finora sconosciuti. Ad esempio le rivelazioni finali potrebbero riguardare: 1 Rapporti di parentela o di conoscenza prima ignoti tra persone coinvolte. 2 Un misfatto avvenuto molto tempo prima e che è il vero movente del delitto. 3 Notizie su conti correnti bancari o su bilanci di società. Rid. Da manuale del giovane giallista di Stefania Fabri
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G E R
IL ROMANZO GIALLO
I DETECTIVE FAMOSI
L E
Poirot è un piccolo uomo con un grande cervello attivamente alimentato da cellule grigie molto efficienti. fi È un personaggio creato dalla mente di Agatha Christie. Non è un detective che ama muoversi, rincorrere, essere attivo, ma è una persona che usa tanto la logica e con la logica e le sue “celluline grigie” risolve tutti i casi, ficili. L’autrice scrisse tanti gialli risolti da Poirot che alla fine quasi anche i più diffi odiava il suo personaggio.
G G E R E
In Miss Marple, dietro l’aspetto di un’innocua e tranquilla anziana signora, si nasconde un’acuta osservatrice della realtà. Sembra debole, fragile, svampita e tutta presa dai suoi ricordi, ma l’implacabile vecchietta utilizza la sua esperienza e la sua conoscenza delle debolezze umane per scrutare nell’anima del colpevole. È un altro personaggio di Agatha Christie. Il più celebre degli investigatori è Sherlock Holmes, creato dallo scrittore scozzese Arthur Conan Doyle. Flemmatico e attivissimo allo stesso tempo, Holmes è un personaggio straordinario. Divenne così celebre che il suo autore pensò a un certo punto di sbarazzarsene facendolo precipitare in una cascata mentre lottava con l’odiato nemico, Moriarty. La reazione del pubblico fu clamorosa. Una valanga di lettere di protesta seppellì Conan Doyle, mentre gli uomini della City londinese, gli affaristi con la bombetta, giravano con il lutto sul cappello. Insomma lo scrittore fu costretto a risuscitare Sherlock, come già successe al nostro Collodi con Pinocchio, impiccato dal Gatto e dalla Volpe. Grasso e appassionato di orchidee è Nero Wolf. Non ama muoversi, anzi pretende di risolvere tutti i suoi casi stando seduto a casa sua e mangiando qualche squisitezza cucinata dal cuoco Fritz. Per fortuna a compensare questa inamovibilità c’è l’attivismo di Archie Goodwin, il suo braccio destro, che invece è per l’azione immediata e la ricerca sul campo. Oggi ci sono altri investigatori famosi come la signora in giallo, don Matteo, Colombo e altri personaggi della televisione. Un investigatore particolare è il commissario Rex. Invece di parlare abbaia, infatti è un cane.
Per scrivere il tuo giallo scegli l’investigatore che fa al caso tuo.
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IL ROMANZO GIALLO
IL MISTERO DELLA RUE MORGUE Antefatto (che cosa è successo prima) Siamo a Parigi. Al quarto piano di una casa in Rue Morgue, due donne, la signora L’Espanaye e sua figlia, sono state trovate morte. Intorno a loro regna un indescrivibile disordine, ma nulla è stato rubato. La polizia accusa del delitto un certo Adolphe Le Bon, impiegato di banca. Ma Auguste Dupin, giovane investigatore dotato di eccezionali capacità di analisi, non crede alla sua colpevolezza e decide di occuparsi del caso. Chi narra è l’amico di Dupin, che divide con lui l’appartamento a Parigi. “Appena ottenuto il permesso ci recammo immediatamente in Rue Morgue. Prima di entrare Dupin volle esaminare il retro della casa e prese nota di ogni dettaglio con la massima precisione. Poi salimmo nella stanza della signora L’Espanaye. Non era stato toccato nulla e la camera era nello stesso disordine in cui era stata trovata. Dupin osservò ogni cosa con la massima attenzione e al calar della notte ce ne andammo. - Vedi, la strada per risolvere il mistero sta proprio nella sua mostruosità... - mi disse il giorno seguente. - Ma la prima cosa che dobbiamo scoprire è come gli assassini sono riusciti a fuggire. Entrambe le porte delle stanze che danno sulle scale erano chiuse a chiave dall’interno. Ci sono due finestre fi nella stanza della fifiglia ed entrambe sono state trovate chiuse. È logico che, se qualcuno uscisse da quelle finestre, non potrebbe in alcun modo richiuderle. Ho continuato a cercare e ho trovato finalmente una piccola molla, vicino a una delle due finestre, l’ho fatta scattare, e subito la finestra si è aperta. Ho provato poi a riaccostarla e la molla, scattando, l’ha nuovamente sprangata automaticamente. Ho esaminato anche l’altra fifinestra e ho notato che non aveva un meccanismo simile. Quindi, gli assassini devono essere fuggiti dalla prima fifinestra, quella sopra il letto. È chiaro che, disponendo di una forza non comune e di un notevole coraggio, si può anche raggiungere la fifinestra per mezzo della corda, aggrappandosi poi alla persiana aperta. Chiesi al mio amico che cosa può spingere un delinquente comune a gettare all’aria la stanza, frugando ovunque e devastandola, per poi abbandonare l’oro sul pavimento. Dupin mi rispose: - Dobbiamo abbandonare del tutto l’idea che non ci sia un movente. Se rifl fletti sugli elementi raccolti: il disordine della stanza, l’incredibile agilità dell’assassino, la sua forza sovrumana... che cosa ne deduci? Sentii un brivido lungo la schiena e risposi: - Deve essere un pazzo... - Da un certo punto di vista la tua idea non è del tutto sbagliata - riprese Dupin - Guarda questo ciuffo di capelli che ho trovato.
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IL ROMANZO GIALLO
L E G G E R E
Ero sconcertato ed esclamai: - Dupin, questi non sono capelli umani... - Ho forse detto che lo sono? - rispose il mio amico divertito. - Ma, avvicinati, voglio farti vedere un’altra cosa... Così dicendo, tirò fuori un disegno abbozzato su un foglio di carta, riproduceva quella che poteva sembrare un’impronta. Mi disse: - Prova a sovrapporre la tua mano a questa impronta. Provai, ma non ci riuscii. - Quest’impronta non è di una mano umana! - constatai con stupore. - Bene - rispose Dupin e mi porse un libro che parlava delle caratteristiche e delle abitudini dell’orango fulvo, che vive nelle isole dell’India orientale: stavo leggendo la descrizione dell’assassino della Rue Morgue. - Coincide perfettamente - dissi - la descrizione delle mani concorda con il disegno delle impronte e anche il ciuffo di peli fulvi. Dupin ebbe un’idea e fece pubblicare sul giornale «Le Monde» un articolo che diceva: «Catturato al Bois de Boulogne, nelle prime ore del mattino del giorno... (la mattina del delitto), un enorme orango fulvo proveniente dal Borneo. Il proprietario, che è un marinaio dell’equipaggio di una nave maltese, potrà riavere l’animale a condizione di fornire sufficienti elementi di identifi ficazione e dopo aver rimborsato le spese per la cattura e il mantenimento. Rivolgersi al n... di Rue..., Faubourg Saint Germain, terzo piano». - Come fai a sapere che si tratta di un marinaio di una nave maltese? - Non lo so con certezza, ma questo pezzetto di corda che ho raccolto sotto la finestra della casa è annodato in un modo speciale, tipico dei marinai maltesi. Se ho visto giusto il proprietario verrà a reclamare il suo orang-utàn. Infatti possiamo immaginare il suo ragionamento: «Io sono innocente e il mio scimmione è stato ritrovato al Bois de Boulogne, molto lontano dal luogo del delitto. Inoltre la polizia non nutre il minimo sospetto. Tutti sanno che sono io il proprietario e, se non lo reclamassi, potrebbero nascere dei sospetti. Andrò a riprendermelo e lo terrò nascosto, finché non si smetterà di parlare del delitto». Il mio amico, come al solito, aveva visto giusto. Infatti il marinaio rispose all’appello di Dupin e raccontò che, effettivamente, aveva catturato l’orang-utàn nel Borneo e lo aveva portato a Parigi, chiudendolo in un appartamento, in attesa di riuscire a venderlo. Una sera, tornando a casa, aveva visto l’animale balzare in strada dalla finestra; così lo aveva inseguito fino fi alla casa della Rue Morgue. Arrivato sul retro della casa della signora L’Espanaye, l’orang-utàn si era arrampicato lungo la corda del parafulmine, fino al quarto piano. Da lì, con incredibile agilità, aveva afferrato la persiana ed era saltato nella stanza. Le grida delle due donne lo spaventarono ancora di più, tanto che le uccise. Qui terminava il racconto del marinaio.
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IL ROMANZO GIALLO
Dupin dedusse che la scimmia doveva essere scappata poco prima che venisse sfondata la porta e, passando attraverso la fifinestra, doveva essersela richiusa alle spalle inavvertitamente. Alcuni giorni dopo, il terribile animale fu catturato dallo stesso proprietario, il prefetto di polizia non riuscì a nascondere del tutto il suo fastidio per l’acume con cui il mio amico era giunto alla soluzione del caso. Edgar Allan Poe, I delitti della Rue Morgue, Mondadori
LAVORO SUL TESTO
Nella parte iniziale l’investigatore osserva il luogo del crimine. Sottolinea in verde gli elementi importanti. Nella parte centrale è descritta l’azione dell’ investigazione. Sottolinea in azzurro le parole che indicano la ricerca del colpevole attraverso il ragionamento basato sull’analisi degli indizi. Nella conclusione l’investigatore presenta la soluzione del caso. Sottolinea in rosso le parole che te lo fanno capire. Completa la tabella.
Elementi importanti
Conclusioni tratte dall’investigatore
Disordine… Agilità… Forza… Ciuffo di … Impronte… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… …………………………
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IL ROMANZO GIALLO
UN PASSO FALSO
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L’ispettore Roller interroga la signora Manzi: - Dunque, signora, lei è andata a fare la spesa e, quando è tornata, si è accorta che la fifinestra della stanza da letto era aperta e che dalla stanza è stata rubata una cassetta con gioielli e denaro. È così? La signora annuisce, mentre tenta di trattenere le lacrime. L’ispettore Roller si inginocchia e comincia a tastare il pavimento della stanza, ricoperto di tappeti. Quando si alza, tiene qualcosa in mano. - Signora Manzi, avete avuto qualche artigiano in casa in questi giorni? La signora scuote la testa senza capire. L’ispettore incomincia a spiegare: - Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato un pezzettino di legno con un po’ di stucco attaccato. I ladri devono avere qualcosa a che fare con stucco e legno... - La vetreria Moser! - esclama la donna. - La vetreria si può vedere dalla fifinestra della stanza da letto. - Grazie signora - dice l’ispettore - sarò di ritorno tra mezz’ora. Il vetraio Moser resta a bocca aperta, quando vede arrivare l’ispettore. - Ritengo, signor Moser, che qui si nasconda un ladro. Da una casa qui vicina è stata rubata una cassetta con dei gioielli. Il vetraio Moser è indignato. - Si tratta sicuramente di un errore, signor ispettore! - ribatte vivacemente. Poco dopo viene trovata la cassetta sotto il sedile del furgone della vetreria. Il signor Moser, infuriato, si precipita nel laboratorio, dove due apprendisti stanno lavorando. Spiega loro il perché della presenza dell’ispettore e li invita a dire la verità. Allora si fa avanti l’ispettore: - Tra le dieci e le dieci e venti è avvenuto il furto della cassetta. Signor Visani, che cosa faceva lei a quell’ora? L’apprendista Carlo Visani risponde. - La cosa può sembrare comica, ma ero dal medico. Sono tornato poco prima delle dieci e mezzo, il padrone può confermarlo. L’ispettore si rivolge allora al secondo apprendista: - E lei, signor Costa? Walter Costa abbassa gli occhi sul pavimento grattandosi pensierosamente la testa: - Io non so... ero qui nel laboratorio. Non sono un ladro io! Il vetraio Moser cerca di calmarlo e poi chiede all’ispettore: - Ha già stabilito se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? Forse potrebbe rilevare le impronte digitali. L’ispettore risponde sorridendo: - Grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. Possiamo risparmiarci la fatica di rilevare le impronte. So già chi è il ladro.
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IL ROMANZO GIALLO
Completa lo schema Preludio .................................................. .................................................. .................................................. ..................................................
Enigma .................................................. .................................................. .................................................. ..................................................
Il ladro commette un passo falso che permette all’ispettore di dire che è lui il colpevole. Sai dire che cosa sbaglia il ladro?
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Inchiesta .................................................. .................................................. ..................................................
Soluzione .................................................. .................................................. .................................................. ..................................................
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IL TESTO ESPOSITIVO
IL TESTO ESPOSITIVO
L E
L’esposizione è un testo che fornisce informazioni e conoscenze su un determinato argomento. Le esposizioni possono essere più o meno ampie e particolareggiate e essere espresse con un linguaggio più o meno specifico fi nei libri scolastici, nei libri divulgativi e nelle enciclopedie.
G Contenuto G E
Relazioni
Esperienze ricerche esperimenti
R Cronache
E
Esposizioni
Ordine dell’esposizione
- Logico - Cronologico - A punti e per elenco
Struttura del testo
- Paragrafi - Paragrafi numerati
- Termini tecnici e scientifici
Mezzi linguistici
- Grafici - Disegni - Foto - Schemi
Mezzi comunicativi
- Fare resoconti - Far conoscere notizie - Dare informazioni
Scopo
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IL TESTO ESPOSITIVO
CI SI PUÒ LAVARE SOLO CON L’ACQUA Anche se può sembrare strano, l’acqua da sola non lava bene. Il grasso e lo sporco aderiscono tenacemente alla pelle, alle magliette o ai tovaglioli e non si lasciano portare via. Se metti un pezzetto di burro o dell’olio in un bicchiere di acqua, vedrai che non si mischiano con l’acqua. Il sapone, invece, si scioglie sia in acqua sia nel grasso. Le sue molecole assomigliano a spilli. Il loro lungo stelo respinge l’acqua e attira la sporcizia e i grassi. Si dice che è “lipofifilo” (questa parola viene dal greco antico “lipos”, che signififica “grasso” e “philos”, che significa “amico”, vale a dire: che ama il grasso). La capocchia di questo “spillo” è attirata dall’acqua essendo idrofi fila (e... che cosa significherà “hydros” in greco antico? Acqua, naturalmente!). Le molecole di sapone si infilano tra la sporcizia e il suo supporto. Gli “steli” delle molecole si fifissano nel grasso mentre le loro “capocchie” vanno verso l’acqua. 1 - Un buon risciacquo e l’acqua trascina il sapone che, a sua volta, trascina la sporcizia! Quando si mette un tessuto a bagno, le sue maglie si distendono. 2 - E così la sporcizia incrostata tra i fifili del tessuto è più facilmente liberata dal sapone. Quando si strofina, la schiuma che si forma solleva la sporcizia e la elimina meglio. Il sapone non si trova in natura. Si produce grazie a una reazione chimica detta saponificazione. Occorre mischiare grassi animali o vegetali con soda caustica. La soda caustica è una base, vale a dire l’opposto chimico di un acido. E il grasso è un acido. Attenzione, utilizzati puri, questi prodotti sono molto pericolosi! Per questo non ti diamo la ricetta del sapone. Riscaldando e mescolando, si ottiene una pasta molle. Questa viene filtrata, profumata, colorata e messa a seccare in forme. I pani di sapone sono pronti. Di ricette ce ne sono tantissime! Per lavare, ma anche per ammorbidire, per profumare, per idratare la pelle secca, per evitare gli eczemi... Prodotti a base di olio di oliva, il sapone di Marsiglia è pieno zeppo di vitamine, minerali e proteine. Invece, con grasso di bue il sapone fa bollicine piccole e dura tantissimo. dal Giornalino
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IL TESTO ESPOSITIVO
Rispondi a queste domande. Basta l’acqua per pulire bene? ................. L E G G
Che cosa sono le molecole? Se non conosci il significato fi di questo termine cercalo sul vocabolario e scrivi sotto il significato. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………….......................................................................
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Scrivi in ordine temporale che cosa fa la molecola di sapone a contatto con la sporcizia. 1.…………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………...... 2.…………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………...... Come se ne va la sporcizia? ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………..................................................... Scrivi le fasi di lavorazione del sapone. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………….......................................................................
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IL TESTO ESPOSITIVO
LA SCRITTURA Verso il 3200 a.C. circa, in Mesopotamia, nacque la scrittura. I Sumeri iniziarono a scrivere per registrare i prodotti conservati nei magazzini e il movimento delle merci nelle loro città. Pittogrammi e ideogrammi In origine la scrittura fu pittografica: fi per indicare ad esempio tre pecore, quattro asini, cinque buoi si disegnava una pecora, un asino, un bue, seguito da tanti puntini quanti erano gli animali che si volevano indicare. Ma come fare per rappresentare con il disegno un’idea astratta? Si pensò di dare ad uno stesso pittogramma più significati: per esempio il disegno di un piede non rappresentava solamente la parola “piede’. ma poteva anche voler dire “andare, venire, portare”. Il pittogramma “bocca” non rappresentava solo la bocca, ma anche l’idea di parlare e la parola. In questo modo dai pittogrammi si giunse agli ideogrammi.
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La scrittura fonetica L’ultimo passo portò alla scrittura fonetica: non interessò più il disegno o l’idea del disegno, ma il suono. Per capire meglio, immaginiamo di voler scrivere la parola “remare” con un procedimento simile a quello degli antichi Mesopotamici: possiamo servirci di due segni, una corona che rappresenta un “re” e un’onda che rappresenta il “mare”: se li uniamo, otteniamo una nuova parola che non signifi ficherà affatto né re, né mare, ma avrà lo stesso suono delle due parole “re + mare”. In questo modo è l’insieme dei suoni che corrispondono a caratteri diversi, scritti e combinati insieme, che ci dà le parole. I popoli della Mesopotamia scrissero su tavolette di creta fresca poi cotta al sole, che incidevano con una cannuccia appuntita. Nel corso del tempo la scrittura mesopotamica perse gradualmente il suo carattere pittografico: fi i segni si semplifi ficarono molto e alla fine non somigliavano affatto agli oggetti che rappresentavano; le linee curve furono sostituite da linee dritte vagamente triangolari o a cuneo, e proprio per questa ragione gli studiosi hanno chiamato “cuneiforme’’ questo tipo di scrittura.
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IL TESTO ESPOSITIVO
Completa questo schema. Data di nascita della scrittura ..........................................................
All’inizio ............................................... ..........................................................
Si arrivò .............................................. ..........................................................
Infine la scrittura diventò................... ............................................................
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Racconta l’evoluzione della scrittura in senso cronologico: dapprima... poi... poi...
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IL TESTO ESPOSITIVO
DALLA PARTE DEI BAMBINI A partire dai primi anni del Novecento le organizzazioni internazionali nate al termine delle guerre mondiali si sono impegnate nell’elaborare norme a tutela dell’infanzia. La prima Dichiarazione dei diritti del fanciullo fu emanata nel 1924 dalla Società delle Nazioni, un organismo internazionale nato per mantenere la pace nel mondo. Nel 1989 l’O.N.U. che sostituì la Società delle Nazioni, promulgò la Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia. Questi documenti stabiliscono i diritti fondamentali dei bambini, le cose da fare e i comportamenti da tenere per rispettarli. Numerose sono le iniziative e le Associazioni sorte per proteggere i bambini dagli abusi e dalle violenze. A livello internazionale l’Unicef, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, si occupa dei problemi dei bambini di tutto il mondo. Ancora oggi, soprattutto nei Paesi sotto-sviluppati, vi sono milioni di bambini che vengono sfruttati o vivono in condizioni di grave povertà. Molti minori muoiono nei primi anni di vita a causa delle cattive condizioni igieniche o per mancanza di cibo. Molti bambini lavorano. La piaga del lavoro minorile affligge molte popolazioni; spesso è proprio la famiglia che, per pagare debiti, vende i propri fifigli che vengono poi avviati nel mondo del lavoro. In alcuni Paesi sono costretti a combattere guerre di cui non capiscono le ragioni e diventano vittime di questi confl flitti. L’ O.N.U. ha calcolato che oggi nel mondo sono circa 8 milioni i bambini soldato. Ma anche nei Paesi ricchi come l’Italia sono numerosi i bambini che vivono nella povertà, nell’ignoranza o subiscono violenze, all’interno della famiglia. Esistono anche giovani che vengono impiegati in modo illecito nell’agricoltura e nell’edilizia; la maggior parte di essi svolge un lavoro mal retribuito e senza tutela assicurativa. La legge proibisce il lavoro dei minori, ma, malgrado ciò, sono numerosi i ragazzi che, abbandonata la scuola, entrano nel mondo del lavoro prima del tempo.
Completa la mappa sull’argomento. Nel 1924 fu emanata ................................................... ..................................................................................... Nel 1989 l’ONU promulgò .......................................... .................................................................................... L’UNICEF si occupa ................................................... ..................................................................................... I bambini ancor oggi però
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Nei paesi sottosviluppati ........................... .................................. ..................................
Ma anche ei paesi ricchi. ........................... .................................. ..................................
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IL TESTO ESPOSITIVO
L’ANTISEMITISMO, L’ODIO CONTRO GLI EBREI
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Accusati a torto di essere responsabili della morte di Gesù, avvenuta secoli e secoli prima, e di praticare omicidi rituali in occasione della Pasqua, gli Ebrei subirono persecuzioni per tutto il corso della storia europea, dal Medio Evo in poi. Emarginati via via dalla società, fu negato loro il diritto di possedere terra, e di essere artigiani. Potevano svolgere solo attività di commercio e finanziarie (prestito e cambiavalute), che ai cristiani era proibito esercitare. Da queste tragiche premesse, dettate dall’ignoranza e dal risentimento, è nato l’antisemitismo.
G
LE PERSECUZIONI RAZZIALI IN ITALIA
E
Il regime fascista perseguitò gli Ebrei con i “Provvedimenti per la difesa della razza italiana” ( 17 novembre 1938). Agli Ebrei, per esempio, erano proibiti i matrimoni con i cristiani, l’assunzione in uffifici pubblici (scuole, università, ospedali), la frequenza delle scuole e delle università pubbliche e la possibilità di essere proprietari di case, terreni, aziende e, perfino, fi di avere... la radio. Molti Ebrei italiani emigrarono all’estero. Quando nel 1943 le truppe naziste occuparono gran parte del Paese, numerosi Ebrei presenti in Italia furono deportati nei campi di sterminio.
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SEI MILIONI DI EBREI ASSASSINATI Nel 1939, i nazisti occupano gran parte dell’Europa e iniziano le deportazioni e lo sterminio. È l’inizio di un genocidio che farà più di sei milioni di morti. Alla fifine della guerra l’Europa in macerie si trovò impoverita di una delle sue componenti più signifi ficative: le comunità ebraiche, pacifi fiche e cosmopolite, che avevano contribuito allo sviluppo delle scienze, dell’economia, delle arti e della cultura europea.
Rispondi. Da che cosa è nato l’antisemitismo? .................................................................... ............................................................................................................................... Che cosa era proibito fare agli Ebrei durante il fascismo? ................................... ............................................................................................................................... Che cosa significa genocidio o? ............................................................................. ............................................................................................................................... Che cosa significa cosmopolita a? (vedi nel dizionario) ......................................... ...............................................................................................................................
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IL TESTO INFORMATIVO
I TESTI INFORMATIVI
Contenuto
L E Relazioni
Cronache
Esposizioni
Esperienze, ricerche ed esperimenti
G G
• Logico • Cronologico • A punti o per elenco
Ordine dell’esposizione
E R E
• Paragrafi o paragrafi numerati
Struttura del testo
Mezzi linguistici • Termini tecnici e scientifici
• Grafici • Disegni • Foto • Schemi
Mezzi comunicativi
• Fare resoconti • Far conoscere notizie • Dare informazioni
Scopo
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IL TESTO INFORMATIVO
FARE UNA RICERCA: ELABORAZIONE DI UN TESTO INFORMATIVO
L E G G E R E
Come già sai il lavoro di ricerca fornisce un testo informativo-espositivo, ovvero un tipo di testo che comunica informazioni, che espone un argomento evidenziando tutti gli aspetti più importanti e significativi. fi Molto importante è l’utilizzo del sottocodice appropriato. Con l’aiuto dell’insegnante e dello schema-guida proposto esegui un lavoro di ricerca utilizzando il sottocodice storico. Argomento da approfondire. La Shoah. Indicatore visivo dell’argomento: ricerca di un’immagine simbolo. Mappa concettuale dell’argomento: indicazione dei punti nodali. Scaletta dei sotto-argomenti: • storici: come nasce l’antisemitismo? Dove nasce? Chi perseguitò gli ebrei nel secolo scorso? • Come sterminò tanta gente? • Inerenti al presente : come si vive ora in Israele? • Esemplificazione: riporta un esempio significativo di uno dei sotto-argomenti (es. un personaggio famoso Anna Frank, una poesia, un racconto toccante…)
IL DIARIO DI ANNA FRANK “Il diario di Anna Frank ha inizio nel giugno 1942: nel giugno ‘42, la sua vita presenta ancora qualche rassomiglianza con la vita d’una ragazzina dell’età sua. Ma siamo ad Amsterdam, l’Olanda è in mano ai Tedeschi e le SS vanno per le case cercando gli Ebrei. A tredici anni appena compiuti, Anna conosce e parla con estrema naturalezza il linguaggio dei perseguitati: sa che lei e i suoi debbono portare la stella giudaica, che non possono frequentare locali pubblici, che non possono prendere il tram. [...] Per due anni, la famiglia Frank, la famiglia Van Daan e il dentista Dussel vi hanno abitato senza uscirne mai, senza mai affacciarsi alle finestre, fi visitati soltanto dai fedeli amici che conoscono il segreto dello scaffale girevole, che portano dall’esterno cibo, libri, notizie; vi hanno abitato raschiando e cucinando patate, litigando, ascoltando la radio inglese, fra alternative di paura e speranza; ossessionati dalle privazioni alimentari, dalla noia, dai mille problemi di una forzata clausura: [...] Il libro di Anna Frank noi lo leggiamo sempre tenendo presente la sua tragica conclusione; senza poterci fermare a quei precisi momenti che vi son raccontati, ma sempre guardando oltre, sempre cercando di figurarci fi quel campo di Bergen Belsen, dove Anna è morta, e quegli otto mesi che ha trascorso là, prima della morte, certo penosamente ricordando l’alloggio segreto”.
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IL TESTO INFORMATIVO
IL DECALOGO DELLO SKATEBOARDISTA 1. Acquista un attrezzo di qualità, per non correre il rischio di spaccarlo durante la marcia e riportare danni cadendo. 2. Se hai un’ età inferiore agli otto-dieci anni non adoperare lo skateboard da solo. 3. Controlla le condizioni dell’attrezzo prima di usarlo e in particolare lo stato delle ruote e del piano d’appoggio, il serraggio delle viti e il gioco dei cuscinetti. 4. Indossa sempre scarpe senza tacco, con suole di gomma per una maggiore aderenza, nonché casco di protezione, guanti, gomitiere e ginocchiere. 5. Non usare mai l’attrezzo da solo se stai ancora imparando. 6. Per imparare, sceglie brevi percorsi pianeggianti o lievi discese, evitando le forti pendenze. 7. Non usare lo skateboard su strade pubbliche, nel traffico fi oppure sui marciapiedi. 8. Assicurati che nella pavimentazione non ci siano crepe, asperità oppure ghiaia. 9. Se perdi l’ equilibrio o il controllo dell’attrezzo, salta a terra prima che sia troppo tardi magari, se ti riesce, davanti allo skateboard. 10. Ricorda sempre che tutti gli sport presentano alcuni rischi. Un comportamento responsabile quando si usa lo skateboard può prevenire molti pericoli, te stesso e per gli altri.
Dopo aver letto questo decalogo immagina di dovere scrivere un testo per spiegare a un tuo amico come deve utilizzare lo skateboard. Ricorda di fare tutte le raccomandazioni a questo tuo amico. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
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L E G G E R E
IL TESTO INFORMATIVO
LA GIUNGLA DI CORALLO
L E G G E R E
Indossata l’attrezzatura per le immersioni, scendiamo in acqua e ci accostiamo nuotando alla corona del banco di madrepore. Dall’azzurro impenetrabile della profondità marina si erge di taglio una parte che, salendo via via verso la superficie, fi sfuma dal blu cupo a mille altri colori. Ciascuno di noi è sceso sott’acqua ed ha cominciato a far suo quel mondo, nuotando tra decine di pesci di forme, dimensioni e colori diversi; tra altissime braccia di corallo ora rosso, ora viola, ora giallo; tra formazioni madreporiche anch’esse dei più variati colori. Giorgio ed io, brandendo due macchine fotografiche, vaghiamo lungo questa parete a strapiombo e ci spostiamo in su e in giù, additandoci i “pesci-balestra”, i “pesci-pappagallo”, i “pesci-chiodo” e gli altri abitanti della giungla subacquea, che ci guizzano intorno scrutandoci, sempre intenti a rosicchiare madrepora e coralli. Continuiamo per quasi due ore a muoverci lentamente, sospesi lungo la parete di questa montagna; ogni tanto appaiono branchi interminabili di pesci fusiformi celesti, lunghi quanto una mano; intorno vagano, lente e pronte a scomparire al minimo sospetto, cernie di color rosso-cupo, punteggiate di viola, con due grossi occhi a palla che ci scrutano curiosissimi. L’unico rumore che rompe periodicamente l’assoluto silenzio della giungla di corallo è quello della massa di bolle d’aria che scarichiamo dal respiratore e che salgono rapide e gorgoglianti verso la superficie. Abbiamo così fatto la conoscenza della giungla di corallo, legati alla superficie fi da un’argentea catena di bollicine d’aria, sospesi tra una parete favolosa per i suoi colori e abissi marini profondissimi. F. QUILICI
Usa il vocabolario e cerca il significato di: Madreperla................................................................................................................ Ergere ...................................................................................................................... Fusiforme ................................................................................................................. Gorgogliante............................................................................................................ Quale dato visivo dà il senso della profondità marina? ..................................... .................................................................................................................................. Quali dati uditivi sono espressi? .................................................................................................................................. Elenca i vari tipi di pesci che vengono nominati. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL TESTO INFORMATIVO
GIULIO CESARE Caio Giulio Cesare veniva da una famiglia aristocratica povera che faceva risalire le sue origine a Anco Marzio e a Venere, ma che, dopo questi opinabili antenati, non aveva più dato alla storia di Roma personaggi di diritto. C’erano stati dei Giulii pretori, questori e anche consoli, ma di ordinaria amministrazione.
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Aspetto fisico e abbigliamento. Si dice che fosse alto di statura, di carnagione bianca, ben fatto di membra, diviso forse un po’ troppo pieno, gli occhi neri e vivaci, di fibra fi robusta benché negli ultimi tempi andasse soggetto ad improvvisi svenimenti e fosse ossessionato da incubi che lo svegliavano nel sonno. Fu anche colto, in pieno lavoro, da due attacchi di epilessia. Un po’ ricercato nella cura del corpo, non si limitava a farsi tagliare i capelli e radersi con meticolosità, ma si faceva anche depilare tanto che alcuni lo rimproveravano per questo. Non sopportava l’idea di essere calvo: per questo aveva preso l’abitudine di riportare in avanti i pochi capelli che aveva e accettò volentieri il diritto di portare sempre sul capo la corona di alloro. Dicono anche che fosse elegante nel vestire: indossava una veste bianca bordata da una lunga striscia di porpora, guarnita di frange che arrivavano fifino alle mani e su di essa portava una sua cintura, peraltro allentata. Svetonio, Vita di Giulio Cesare
Le qualità. Come condottiero fu abilissimo nell’uso delle armi e nell’equitazione e sopportava le fatiche in maniera incredibile. In marcia precedeva i suoi uomini qualche volta a cavallo, ma più spesso a piedi. Con straordinaria rapidità copriva lunghissime tappe... Se i fiumi gli sbarravano la strada li attraversava a nuoto o su otri gonfifiati... Non condusse mai il suo esercito per strade insidiose, se prima non aveva ispezionato la natura del terreno... Non di rado dopo una grande battaglia, conclusasi con la vittoria, concedeva a tutti soldati la possibilità di divertirsi. Durante i discorsi si rivolgeva loro non con il termine di “soldati” ma con quello più simpatico di “compagni d’armi”. Per tutte queste ragioni li rese fedelissimi alla sua persona, ma anche molto coraggiosi. Trattò sempre gli amici con generosità e indulgenza e non conservò mai rancori troppo profondi... Svetonio, Vita di Giulio Cesare
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IL TESTO INFORMATIVO
I difetti.
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Non solo accettò onori eccessivi, come il consolato a vita, il titolo di imperatore, il soprannome di padre della patria, ma permise anche che gli venissero attribuite prerogative più grandi della sua condizione umana... Teneva discorsi imprudenti come: - La Repubblica non è che un nome vano.... Al grande disprezzo per il senato si aggiunse il sospetto infamante di avere aspirato alla carica di re... Svetonio, Vita di Giulio Cesare
Dopo aver letto queste descrizioni prepara il profilo di Giulio Cesare come se lo dovessi presentare ai tuoi compagni completando.
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Discendenza ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… Aspetto fisico .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Qualità ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… Difetti ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
Ora metti insieme le conoscenze che hai acquisito e presenta Giulio Cesare. .………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………. .………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………. .………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………. ..................................................................................................................................
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IL TESTO INFORMATIVO
INTERNET È... ... Una grande e inesauribile enciclopedia. Ogni movimento del mouse apre una nuova pagina che può mostrarti posti lontani e interessanti, fornirti tutte le informazioni che desideri, farti conoscere nuovi amici e compagni di viaggio. Insomma con un solo click puoi davvero visitare tutto il mondo! Con Internet hai non solo la possibilità di comunicare senza limiti di spazio e di tempo, oltre ogni confine geografico e culturale, ma disponi anche di una gamma vastissima di servizi che vanno dalla posta elettronica alle operazioni fifinanziarie, dalle attività commerciali fino fi alle conferenze telematiche. I benefici e i vantaggi che l’utilizzo di Internet può portare nella vita di tutti i giorni sono immensi, ma è impensabile, se volessimo ricorrere a un’immagine diffusa, che di una medaglia esista solo una facciata. Anche Internet, come accade nella realtà, può riservare delle brutte sorprese. Per questo appare indispensabile favorire un uso consapevole della rete, un utilizzo delle moderne tecnologie che sia dettato da buon senso e ragionevolezza, ma soprattutto dalla conoscenza delle immense potenzialità della rete. Con Internet possiamo raggiungere informazioni di ogni tipo, compiere ricerche sugli argomenti più disparati, scaricare file musicali. Attraverso Internet possiamo entrare in tutti i siti e questo, a volte, è un pericolo perchè non tutto il materiale è adatto ai bambini. I rischi scaturiscono dal fatto che spesso, i file scambiati sono copie illegali di materiale con copyright o contengono materiale non adatto o pericoloso per i bambini o i ragazzini. Spesso i genitori non sono al corrente dell’utilizzo di questi programmi da parte dei propri figli, e poiché i filtri fi non sono in grado di bloccare le applicazioni pericolose, l’unica soluzione tutt’ora praticabile per contenere rischi del genere, è l’installazione di un fifirewall, cioè un programma in grado di bloccare o controllare l’accesso alla rete.
Rispondi. Qual è l’argomento di questo brano? ……………………………………………………………………………………………… Riassumi il testo seguendo questa traccia: I pregi di Internet sono ............................................................................................ ................................................................................................................................. I difetti sono ............................................................................................................. ................................................................................................................................. Per rimediarvi possiamo ..........................................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO INFORMATIVO
DAL GIORNALISTA AL GIORNALE
L E G G E R E
Sai come vengono preparati i quotidiani che troviamo ogni giorno in edicola? Proviamo a seguire il lungo “viaggio” delle notizie. Nella sala riunioni, i giornalisti siedono attorno al direttore. Da ore, hanno selezionato le informazioni che arrivano da tutto il mondo alla sede del quotidiano. Le notizie di attualità e di cronaca arrivano dai giornalisti inviati all’estero, oppure dalle agenzie giornalistiche. Le informazioni possono arrivare in tanti modi diversi: per telefono, via fax, oppure con la posta elettronica via internet. Il direttore responsabile del giornale le classifica fi secondo l’importanza, poi sceglie i titoli e gli articoli da inserire in prima pagina, la pagina più importante del giornale. I testi degli articoli vengono prima scritti dai giornalisti al computer, poi impaginati: è il compito del grafico fi che, sempre al computer, prepara le pagine secondo le indicazioni date dal caporedattore. Vengono inseriti anche i titoli e l’occhiello, eventuali foto e disegni. Certe volte all’ultimo momento la prima pagina viene rifatta, per inserire notizie importanti appena arrivate. In tipografia, fi i tecnici mettono in moto le rotative, grandi macchine per stampare i giornali. Preparano le lastre (dei grandi timbri, ognuno dei quali corrisponde a una pagina del giornale) e caricano giganteschi rulli di carta. In poche ore migliaia di copie sono stampate, tagliate, piegate, unite. Un tecnico prende una copia a caso per controllare che ogni pagina sia stampata come si deve. II giornale è fifinalmente pronto. Nella grande sala spedizioni, i fattorini ritirano i pacchi di giornali contati, impacchettati ed etichettati. Di primo mattino saranno nelle edicole.
Completa il percorso di un giornale (segui le frecce). Nella sala riunioni i giornalisti .................................................... ....................................................
Le informazioni arrivano ................................................... ...................................................
Il direttore ................................ ................................................. .................................................
I testi vengono ............................ ..................................................... .....................................................
In tipografia i tecnici .................................................. .................................................. ..................................................
Migliaia di copie vengono .................................................... ..................................................... .....................................................
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IL TESTO INFORMATIVO
STORIA DEL QUOTIDIANO Una delle prime raccolte di notizie che conosciamo, una specie di antenato del giornale come lo intendiamo noi, risale al periodo romano: gli Ada Diurna Populi Romanii erano appunto delle cronache giornaliere di avvenimenti pubblici e privati, che Giulio Cesare rese ufficiali fi nel 59 a.C. In realtà, il primo foglio stampato e riproducibile in più copie comparve in Cina nel VI secolo d.C. Soltanto molto più tardi, nel XVII secolo, apparvero le prime pubblicazioni di piccolo formato e composte di poche pagine (normalmente non più di 16). Si trattava di brevi e succinti resoconti di fatti di cronaca. I veri e propri quotidiani apparvero nel XVIII secolo: accanto ad essi si diffusero riviste settoriali, che trattavano, cioè, esclusivamente di argomenti specifici, soprattutto scientifici e letterari. Fu, però, nel secolo successivo che, grazie all’ammodernamento delle tecniche di stampa, nacquero un gran numero di nuovi quotidiani. A questa fifioritura contribuì l’invenzione del telegrafo elettrico, che rendeva più veloce la trasmissione delle notizie da un punto all’altro. In Italia, intorno alla metà dell’800, nascono alcuni giornali che ancora oggi hanno una grandissima diffusione sul territorio nazionale: nel 1895 il quotidiano “La Stampa” a Torino; nel 1859 “La Nazione” a Firenze; nel 1876 “Il Corriere della Sera” a Milano; nel 1878 “Il Messaggero” a Roma. Il XX secolo registra un enorme progresso delle tecnologie, con il conseguente aumento del numero dei quotidiani pubblicati e delle informazioni in essi contenute. Attualmente i quotidiani a maggior tiratura pubblicati sono: il “New York Times” “Washington Post” negli USA; “The Times” e “Daily Mirror” in Gran Bretagna; “Le Monde” e “Le Figaro” in Francia; “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera” e “La Stampa” in Italia. (ad. da Enciclopedia Zanichelli a cura di Edigeo)
Scrivi la storia del quotidiano seguendo questa traccia. - Il primo giornale che conosciamo è ...................................................................... - In realtà il primo foglio stampato ........................................................................... - I veri e propri quotidiani si svilupparono ............................................................... - La fioritura di quotidiani risale al secolo........... e fu favorita da ............................ .................................................................................................................................. - Alcuni giornali italiani sono .................................................................................... .................................................................................................................................. - In altri Stati del mondo troviamo ............................................................................ ..................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO INFORMATIVO
Discutiamo insieme.
L E G G E
Sai perché il giornale di cui si parla si chiama quotidiano? A che cosa serve un quotidiano? Ritieni importante conoscere ciò che accade intorno a noi? Secondo te, è importante che esistano quotidiani diversi e perché? Quali quotidiani conosci? Hai mai letto o sfogliato un quotidiano? Che cosa ti colpisce di più in una pagina di giornale?
Dopo aver risposto a queste domande completa lo schema e prepara un’esposizione orale che risponda a questa domanda: che cos’è e a che cosa serve un quotidiano?
R
IL QUOTIDIANO
E
arriva a casa
serve per
..................... .................... ...................
..................... .................... ................... sfogliando mi ha colpito
è importante perché
..................... .................... ...................
.......................... ......................... .........................
L’invenzione della stampa viene attribuita al tedesco Gutenberg (1455).
90
nasce
..................... .................... ....................
IL TESTO INFORMATIVO
SCHEMA DELLA PRIMA PAGINA DEL QUOTIDIANO
L E G G E R E
Osservando lo schema sopra collega, dove corrispondono, i titoli con le spiegazioni. (Lo schema di un giornale varia leggermente da caso a caso). Testata.
Parte alta della prima pagina con il nome del giornale e la data.
Titolo di apertura.
Articolo che tratta del fatto più importante della giornata.
Taglio (medio e basso)
Articoli collocati in posizioni diverse, dall’alto in basso, in base all’importanza delle notizie che riportano.
Articolo di fondo
Commento del direttore del giornale o di un collaboratore esterno su un fatto importante.
Articolo di spalla
Contiene le notizie che, in ordine di importanza, vengono subito dopo quella di apertura.
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IL TESTO INFORMATIVO
IL TITOLO E L’OCCHIELLO
L
Tetraplegico muove gli oggetti con la forza del pensiero di Elena Dusi
E G G E R E
Nuova conquista per la scienza: grazie a un chip nel cervello collegato al computer un ragazzo paralizzato sposta il cursore, scrive mail, governa un braccio robotico.
Il titolo dell’articolo ci fornisce una serie di informazioni importanti sul suo contenuto. L’occhiello, che può essere sopra il titolo, spiega in modo più specifico il contenuto dell’articolo.
L’articolo racconta in Matthew è un ragazzo tetraplegico di 25 anni, paralizzato dal modo dettagliato quanto collo in giù. Eppure è proprio lui che sposta il cursore sullo è accaduto. schermo, scrive una mail al ritmo di quindici parole al minuto, regola il volume della Tv e fa compiere semplici movimenti a un braccio robotico poco distante. Tutto grazie alla forza del pensiero. E a un chip che è impiantato nel suo cervello e che il pensiero riesce a leggere, traducendolo in comandi per il cursore del computer e per il braccio robotico. Il successo di dieci anni di sperimentazioni, sulle scimmie prima di passare all’uomo, è raccontato con tutta evidenza oggi dalla rivista scientifi fica Nature. L’apparecchio BrainGate, creato dalla ditta statunitense Cybernetics, è frutto del matrimonio fra tecnologia dei microcircuiti e scienze di frontiera. Una piastrina di metallo con il lato di quattro millimetri è stata impiantata sotto al cranio di Matthew nel 2004, in corrispondenza della corteccia motoria. Alla piastrina sono fissati 96 elettrodi più sottili di un capello, che penetrano fra i neuroni alla profondità di un millimetro. Il loro compito è fondamentale: raccogliere gli impulsi elettrici del cervello di Matthew nel momento esatto in cui il ragazzo esprime la volontà di spostare il cursore sullo schermo. La “forza del pensiero” viaggia attraverso cavi d’oro fino fi alla parte esterna della testa e viene trasmessa a un computer, che svolge la parte più complicata del lavoro: tradurre i segnali elettrici dei neuroni in comandi per il cursore dello schermo.
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IL TESTO INFORMATIVO
LE PAGINE INTERNE Dopo la «vetrina» offerta dalla prima pagina, nelle pagine interne dei maggiori quotidiani puoi trovare inserti (sono venduti anche separatamente), che sviluppano tematiche di grande attualità, e sezioni che raggruppano servizi e commenti riguardanti settori dell’informazione e della cultura.
L E
Leggi e osserva alcuni esempi di pagine interne. G PAGINE DI ECONOMIA E LAVORO Riportano notizie sindacali, commentano l’andamento della vita economica italiana ed estera. Presentano anche offerte e richieste di lavoro.
PAGINE DI SPORT Riportano fatti ed eventi sportivi di vario genere.
PAGINE DI CULTURA Riportano interviste a personaggi famosi in campo letterario, artistico, scientifico, fi commenti su libri appena usciti, reportage di viaggi, esplorazioni.
PAGINE DI SPETTACOLI Riportano l’elenco dei programmi cinematografici, teatrali, televisivi, spesso accompagnati da commenti. Vi si trovano anche informazioni su iniziative per il tempo libero.
PAGINE DI CRONACA CITTADINA Riportano gli avvenimenti della città in cui il quotidiano esce e informano su iniziative locali di diverso tipo.
Ritaglia da un giornale alcuni esempi. 93
G E R E
IL TESTO INFORMATIVO
TIPI DI CRONACA
L E G G
Sui quotidiani, molte sono le pagine occupate dalla cronaca. Sono pagine di cronaca tutte quelle che riportano notizie e resoconti di fatti accaduti; secondo le caratteristiche dei fatti presentati.
Ecco alcuni tipi di cronaca. Ricerca in qualche quotidiano, un titolo per ogni tipo di cronaca. nera la cronaca che presenta avvenimenti negativi (furti, incidenti, delitti...).
E R
rosa la cronaca che riporta vicende sentimentali di personaggi famosi.
E politica se riporta fatti ed eventi dell’attività politica.
sportiva se informa sugli avvenimenti sportivi più importanti.
cittadina se riporta fatti ed eventi locali, accaduti nella città stessa in cui il quotidiano esce.
di spettacolo se commenta film, spettacoli di vario tipo, programmi televisivi.
culturale se si riferisce a libri, mostre, manifestazioni culturali.
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IL TESTO INFORMATIVO
LA CRONACA GIORNALISTICA Una delle componenti di un giornale è la cronaca. Secondo i giornalisti anglo¬sassoni, una buona cronaca deve corrispondere alla regola delle 5W: WHAT? (che cosa è accaduto?), WHO? (di chi si parla?), WHEN? (quando è avvenuto il fatto?), WHERE? (dove è avvenuto?), WHY? (perché è avvenuto?).
L E G G
Osserva questo articolo di cronaca e completa. E Vicenza, entra nel cortile del Comune dov’è ospitata la rassegna di opere d’arte
Alla mostra con un furgone
R
Danneggiata la statua simbolo dell’esposizione. Danno da 60mila euro.
E
WHAT? Entra a Palazzo Trissino con un furgo- ………………………………………………… ……………………………............................. ne e danneggia la statua simbolo delVICENZA 12 luglio ’06 ore 8.30
l’esposizione ospitata nel cortile del Co-
WHO?
mune. E dire che all’autista incaricato di ………………………………………………… recapitare i plichi con la carta per fax e …………………………………….................. stampati, era stato detto che non poteva varcare la soglia dell’amministrazione WHEN? con il furgone, senza considerare anche l’ordinanza che vieta l’accesso. Ma quel
……………………………………………...… …………………………………....................
carico era troppo pesante e così l’autista WHERE? ha deciso di rischiare, la manovra però ………………………………………………… non è riuscita. Il furgone ha abbattuto la ……………………………………................. «ballerina che .. salta», l’opera posta al
WHY? ………………………………………………… avrebbe voluto in futuro ospitare anche …………………………………….................. nel nuovo teatro di viale Mazzini. centro “dell’esposizione e che il sindaco
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IL TESTO INFORMATIVO
CRONACA GIORNALISTICA: LE 5 W
L E G G E R
Leggi l’articolo di cronaca del 1760 e riscrivilo sul quaderno con il linguaggio giornalistico di oggi, dopo aver dato le risposte alle 5 domande con la W. Martedì alle ore 22, in calle delle Rosse, andò un legnaiuolo nel suo magazzino dietro alla bottega per prendere alquante tavole da lavorare; non sì tosto vi entrò, che un gatto gli si avventò incontro. Egli volle intimorire il gatto e farlo fuggire; la bestia venne in tanta stizza, che gli si avventò ad una gamba e l’addentò. Il povero uomo si diede a gridare aiuto. Accorsero genti : fu invano, il gatto non si staccò mai. Molte genti cercarono di staccar via il gatto, ma il capo rimase tuttavia appiccato alla gamba. A grandissimo stento furono con ferri aperte le mascelle e liberato l’uomo dai denti, ma non dal pericolo, trovandosi egli vicino a morire. (Gaspare Gozzi)
E Chi? ……………………………………………………………………………….......... Cosa?..................................................................................................................... Dove?..................................................................................................................... Quando?.................................................................................................................. Perché?...................................................................................................................
Scrivi tu una cronaca usando le cinque domande. .............………………………………………………………………………………......... ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… …………………………………………………............................................................. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… …………………………………………………............................................................. ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
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IL TESTO INFORMATIVO
CIAK, BOCCIATI I BULLI
Collega le domande alle risposte. L Milano marzo 2006 Prossima fermata: Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. Scendo dal treno. Davanti alla stazione c’è un giardinetto, l’unica zona un po’ verde, e un parcheggio. Il resto è abbastanza grigio, a parte i graffiti fi sui muri e il tendone dove gli studenti del quartiere fanno teatro. L’unico spazio che hanno... Sto per allontanarmi quando mi ritrovo in mezzo a dei tipi -jeans da rapper e felpe - che circondano un ragazzino: hanno i pugni chiusi e gli sguardi torvi... Ora scoppia la rissa! Sarà mica una gang? Magari i Neta o Latin Kings, le più agguerrite gang della città... «Ehi, sì, dico a lei, si può spostare? Stiamo lavorando!». Una biondina, gentile ma decisa, mi fa dei segni. In mano ha una lavagnetta con su scritti dei numeri in gessetto e le parole “Ciak Junior”... “Ext (che sta per esterno) Pestaggio”...”Una canzone per Laura”. Vicino a lei, un signore con cappellaccio e pizzetto alla Buffalo Bill dietro la telecamera urla: «Stop!». Ma... allora... sono arrivato! E ho rovinato una scena! Pensavo di trovarli a scuola e invece erano già sul set, gli attori della terza A della scuola media Arturo Graf di Quarto Oggiaro. Mitica: il suo soggetto è stato scelto insieme ad altri due soltanto, su centinaia spediti da tutt’Italia, per partecipare al concorso di Ciak Junior. Il “Buffalo Bill” è Sergio Manfio, fi regista e suo ideatore, con il fratello Francesco: lui, il cameraman, il fonico e i due attrezzisti sono la troupe che da Treviso ogni anno visita le scuole selezionate per aiutarle a realizzare i film. fi Li girano insieme, ma le storie le scrivono i ragazzi. Qui l’argomento è di quelli scottanti, il bullismo. Protagonista Giampietro, un ragazzino muto ignorato dai compagni e pestato da un gruppetto di bulli. Il resto - a lieto fine fi - meglio non raccontarlo, visto che Una canzone per Laura (10 minuti di cortometraggio più altri 15 di back stage, con le interviste fatte dagli stessi ragazzi) andrà in onda il 14 maggio, niente meno che su Canale 5.
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E G WHERE? G E R WHO?
WHEN?
WHAT?
WHY?
E
IL TESTO INFORMATIVO
TU GIORNALISTA
L E G G E R E
Adesso scegli un episodio avvenuto nella scuola: una disputa fra compagni, una mostra dei vostri lavori o qualunque altro avvenimento che ti sembri degno di essere raccontato. Scrivine la cronaca rispettando la regola delle 5W. Ti suggeriamo di mettere il titolo da ultimo, dopo aver riletto il tuo scritto. Ricorda di: • parlare di un fatto realmente accaduto; • scegliere un fatto che possa interessare i lettori (che, in questo caso, sono i compagni e l’insegnante); • non tralasciare nessuna domanda; • ideare un titolo completo (occhiello, titolo, sommario), che fornisca già le risposte a “chi “, “dove “, “che cosa”, “quando”. …………………………………………………………………………………………….. .......………………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………………….. .......……………………………………………………………………………………….
Trascrivi la fiaba di Cenerentola come se fosse un articolo di cronaca. Utilizza questo schema: Chi? Il principe azzurro. Cosa? È alla ricerca di una ragazza bellissima sconosciuta che ha incontrato al ballo di ieri sera. L’unico indizio è una scarpetta di cristallo persa dalla ragazza mentre fuggiva a mezzanotte in punto. Dove? In giro per il regno. Quando? All’ alba del giorno dopo il ballo. Perché? Si è innamorato perdutamente. Ore 6.30 i banditori del principe ………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... ......................................................................................................………………… ……………………………………………………………………………..........................
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IL TESTO INFORMATIVO
PREPARA IL TUO GIORNALE DI CLASSE Decidi il titolo, la testata del tuo giornale L E
Titolo della notizia più importante
G Nell’articolo di fondo, scrivi il pensiero della tua classe sul fatto più importante
Stendi l’articolo di cronaca di apertura, il pù importante, su due colonne. ...................................... ...................................... ..................................... ..................................... ...................................... ..................................... ...................................... ...................................... ...................................... ......................................
...................................... ...................................... ..................................... ..................................... ...................................... ..................................... ...................................... ...................................... ...................................... ......................................
Pubblicità
Foto
Notizie in breve, civette, che rimandano alle altre pagine del giornale.
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G E R E
IL TESTO ARGOMENTATIVO
IL TESTO ARGOMENTATIVO Argomentare significa fi sostenere con RAGIONI ed ESEMPI un’ affermazione, cioè una nostra OPINIONE su un argomento (detta anche TESI). L E G G
TESTO ARGOMENTATIVO
PROBLEMA
E R
Tesi, idea che l’autore ha del problema
E Argomenti che sostengono la tesi
Argomenti che l’autore tenta di confutare
Conclusione
I CD ROM POTRANNO MAI SOSTITUIRE IL LIBRO? I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fifissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un’ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere.
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare, modifi ficando qualche particolare, l’essenza del coltello rimane sempre quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi sofi fisticatissimo, ma la bicicletta rimane quel che è, due ruote, una sella e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un’altra faccenda. L’umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia. Ce ne possono essere di grandissimi, ma per lo più hanno funzione di documento o di decorazione. Dipende dalle dimensioni della nostra mano, e quelle - almeno per ora - non sono cambiate, con buona pace di Bill Gates. È vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi secondi, nei caratteri che desideriamo - a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre preferenze estetiche - mentre la stessa fotocopiatrice ci fascicola i fogli e ce li rilega, in modo che ciascuno possa comporsi delle opere personalizzate. E allora? Saranno scomparsi i compositori, le tipografie, fi le rilegatorie tradizionali, ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro. Tratto da Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Bompiani Overlook 2000
Dopo aver letto il brano, completa. Problema ................................................................................................................. ................................................................................................................................. Qual è la tesi dell’autore? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Ci sono argomentazioni che avvalorano la tesi? Scrivile. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO ARGOMENTATIVO
DEGRADO AMBIENTALE
L E G G E R E
Ci siamo abituati così bene a una vita ricca di comodità, che non ci accorgiamo quasi più del lento, ma progressivo degrado ambientale della nostra meravigliosa Terra. Per avere ogni giorno sulla tavola mele rosse e lucenti, fifiniscono nel terreno, nelle acque dei fiumi e dei mari quintali di insetticidi mortali. Per il desiderio di possedere cose nuove, spingiamo le fabbriche a produrre sempre di più contribuendo al consumo smoderato della già scarsa energia a disposizione sulla Terra. Quando a causa della nostra pigrizia preferiamo usare l’auto piuttosto che fare un po’ di strada a piedi o in bicicletta, rilasciamo nell’aria gas di scarico che alzano il tasso di inquinamento atmosferico. Se ci rendessimo conto che il nemico della natura è ciascuno di noi, forse ci ricorderemmo di spegnere la luce quando usciamo da una stanza, impareremmo a non buttare via quello che può essere usato ancora, a spostarci con la bicicletta o a piedi quando il percorso è breve. Qual è il problema affrontato nel testo? …………………………………………………………………....................................... Qual è la tesi? ………………………………………………………………….......................................
aspetti negativi …………………...........……. ………………………............ ………………………............ ………………………............ ………………………............
aspetti positivi …………………...........……. ………………………............ ………………………............ ………………………............ ………………………............
Conclusione .....................…………………...........…….………………………............ ……………….....................………............………………………............ ………………………..................................………………………............
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
DUE OPINIONI SUL WRESTLING Contro. Il wrestling è uno spettacolo antieducativo? Siamo due ragazze di classe quinta e volevamo dire alcune nostre opinioni sul wrestling. Noi pensiamo che non bisogna imitare questi atleti, perché, anche se si intuisce che è uno spettacolo, che è tutto programmato, danno ugualmente un esempio di violenza esasperata. Questo sport non è brutto in sè, dipende da chi lo guarda. Certo che se qualcuno lo imita è proprio povero di materia grigia. Ci sono comunque dei bambini che lo imitano, ma non conoscendone le regole e non essendo in grado di fermarsi in tempo, rischiano di farsi male veramente. Comunque, per concludere, pensiamo che sia meglio per i bambini e anche per gli adulti guardare qualche bel documentario sugli animali o sull’ambiente; se proprio ci piace il movimento e l’azione, ci sono tanti bei telefilm fi che hanno come protagonisti animali. Fabiana e Giulia
A favore. A tutti i ragazzi anti-wrestling smettetela! Come fate a giudicarlo, se non lo conoscete neppure? Scommetto che non avete provato nemmeno a vederlo, io lo guardo ormai da due anni. E anche per me agli inizi era tutta una sciocchezza, ma poi ho cominciato a capire: il wrestling è una strana disciplina, dove regnano tre importantissimi argomenti: ossia sport, intrattenimento e creatività. È uno sport movimentato, perché i contendenti sono acrobati. E per essere acrobati ci vuole molto allenamento e quindi serietà, per non far male e per non farsi male. L’intrattenimento è il bello del wrestling, perché crea intrighi e momenti liberatori che nessun altro sport ha. La creatività, infine, fi è fondamentale per far avvicinare la gente, che si appassiona guardando incontri unici e divertenti. Questo è il wrestling. Non sono pagliacci. Non è spazzatura. Chiaro? Laura ‘92
Argomento ................................................................. Opinione di Laura ............................................................. ...........................................................
Opinione di Fabiana e Giulia ............................................................. ...........................................................
Conclusione .....................…………………...........…….……………………….................. ……………….....................………............……………………….................. ………………………..................................……………………….................
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L E G G E R E
IL TESTO ARGOMENTATIVO
Leggi la seguente affermazione e scegli, tra quelle proposte, l’argomentazione migliore per sostenerla.
L E G G
L’AMICIZIA TRA COMPAGNI DI CLASSE È MOLTO IMPORTANTE 1) L’amicizia tra compagni di classe è molto importante. Io a scuola ho molti compagni, ma non tutti sono miei amici. I due miei migliori amici si chiamano Giorgio e Francesco. Giorgio è piccolo, biondino e molto simpatico. Lui mi aiuta spesso nei compiti ed è sempre pronto a sostenermi nei momenti brutti. Francesco lo conosco dalla scuola materna: è robusto e pacioccone e tutti lo chiamano Yoghi. Spero di averli come compagni anche alla scuola media.
E R E
2) L’amicizia tra compagni di classe è molto importante. Infatti, con loro passiamo buona parte della nostra giornata, condividiamo i momenti belli e quelli meno belli. Sono loro che possono aiutarci nelle piccole difficoltà fi scolastiche oppure a chiederci aiuto quando ne hanno bisogno. Ai nostri compagni possiamo confidare i nostri piccoli segreti, le nostre gioie e i nostri problemi. Con loro giochiamo durante le pause, facciamo le partite di palla rilanciata in palestra, andiamo alle gite. Inoltre è in classe che impariamo a comportarci con gli altri, a rispettare le regole e le persone, e quindi solo se siamo capaci di farci degli amici a scuola sapremo poi farci degli amici nella vita. 3) L’amicizia tra compagni di classe è molto importante. Lo dicono sempre anche le nostre insegnanti che sono stufe di vederci litigare continuamente per stupidi motivi. “Questa non sembra una comunità” dicono “da grandi, se continuate così nessuno vorrà essere vostro amico.” Per me l’affermazione più efficace fi è la numero ………………. Perché …………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………….....................................................................................
Scrivi la tua argomentazione su questo tema. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………..................................................................................... ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………….....................................................................................
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
IL CONDIZIONAMENTO L’uomo, vivendo insieme con gli altri, non è completamente libero, ma deve rispettare le leggi della comunità. Non solo. Ciascuno ha bisogno dell’aiuto degli altri, ma anche della loro approvazione. Tu, ad esempio, hai bisogno di sentire che le persone con le quali vivi ti vogliono bene, sono contente di te, ti approvano. Per questo motivo cerchi di comportarti come vogliono i tuoi genitori ed i tuoi maestri, e se fai qualcosa che a loro non piace cerchi di tenerla nascosta per non essere disapprovato; cerchi anche di piacere ai tuoi compagni parlando, vestendoti e giocando come loro. Il tuo comportamento, però, non dipende soltanto dalle persone che ti sono più vicine, ma anche dalle cose che vedi, che senti, che leggi. I ragazzi, ad esempio, hanno la tendenza a imitare, nei gesti e nel linguaggio, gli eroi dei fumetti che leggono, o dei fifilm che vedono; a chiedere giocattoli molto pubblicizzati; a indossare capi di abbigliamento imposti dalla moda; a mangiare le merende e i gelati che la pubblicità suggerisce. Tutto questo significa fi che, poiché viviamo insieme agli altri, le cose che facciamo e che pensiamo non dipendono soltanto dalla nostra volontà ma anche dalla volontà e dal modo di pensare degli altri, che influiscono fl sulle nostre scelte, cioè che ci “condizionano”. Bianca Maria Ribetto, Educazione civica, SEI
Analizza questo brano completando lo schema. Qual è il problema affrontato nel testo? …………………………………………………………………....................................... Qual è la tesi? ......................................................................................................... …………………………………………………………………...................................... aspetti negativi …………………...........……. ………………………............ ………………………............ ………………………............ ………………………............
aspetti positivi …………………...........……. ………………………............ ………………………............ ………………………............ ………………………............
Conclusione .....................…………………...........…….………………………............ ……………….....................………............………………………............ ………………………..................................………………………............
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L E G G E R E
IL TESTO ARGOMENTATIVO
INDIFESA E OFFESA
Leggi con attenzione il seguente testo. L E G G E R E
Nanni si avvicinò ad un albero e rimase ferma. L’impermeabile, essendo di colore scuro, bruno, contribuiva a nasconderla. I ragazzi si stavano divertendo come matti, quindi Nanni pensò che non l’avrebbero vista. Ma uno di loro guardò casualmente dalla parte dove stava lei e cominciò a gridare: - La Nanni! La Nanni! E le lanciò un ramoscello di pino. Quel pezzo di legno la colpì sul collo. Le fece male. Gli altri si unirono al primo e cominciarono a tirarle ramoscelli gridando: - La Nanni! Nanni gridò, nascondendosi il viso tra le mani. - Lasciatela in pace; non vedete come frigna? - disse Josefa. Solo allora la Nanni si accorse che stava piangendo. Si asciugò le lacrime e si vergognò. I bambini cominciarono a prenderla in giro. - Piange sempre per niente - disse uno dei ragazzi con disprezzo. IMPROVVISAMENTE Nanni si rianimò. Cominciò a correre. Josefa le corse dietro, schizzando acqua da tutte le parti. - Perché scappi? - le chiese - Dovresti difenderti, sarebbe molto meglio, io, i rametti, glieli avrei tirati sulla testa! Nanni cercò il fazzoletto e si asciugò la faccia. Non riusciva a dire una parola e si limitò a sospirare... da Leggo in... Hannelore Valencak
Il testo che hai appena letto è narrativo perché racconta un episodio accaduto a dei ragazzi. Esso però ci offre lo spunto per discutere intorno ad un argomento sul quale ognuno di noi può esprimere le sue opinioni, sostenendole con argomentazioni e ragioni.
Esegui. ARGOMENTO O TEMA: come comportarsi in situazioni di conflitto. Io farei così ........................................................................................................... .................................................................................................................................. ............................................................................................................................. TRACCIA DEL TEMA: Spesso i ragazzi si trovano in situazioni di conflitto, fl nelle quali qualcuno può essere vittima di derisioni, scherzi, accuse, aggressioni verbali o fifisiche. Ti sei mai trovato in situazioni simili? Tu come ti comporti? Esprimi la tua opinione e quella altrui su questo argomento.
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IL TESTO ARGOMENTATIVO
VIDEOGIOCO: SÌ O NO? Immagina questa situazione: sei a casa e stai pranzando con la tua famiglia, hai in mente di chiedere il permesso di acquistare un nuovo videogioco con i tuoi risparmi. Sai, però, che tua mamma è contraria perché ha paura che tu non studierai abbastanza e tuo papà ritiene che i video giochi siano delle stupidaggini che fanno male agli occhi e al cervello. Come prepareresti la tua richiesta? Tesi della mamma
Tesi del papà
• Poi giochi solamente. • I compiti, quest’anno, sono di più e più impegnativi. • Hai altri giochi, non te ne serve uno nuovo. • Ti conosco, prima giocheresti e poi studieresti.
• I video giochi rovinano la vista perché le luci e le azioni sono violente. • Esistono tanti altri modi per giocare. • Potresti leggere.
Le tue controtesi • Tutti hanno i videogiochi. • I videogiochi aiutano il cervello a svilupparsi. • Se posso acquistare il videogioco prometto che mi impegnerò nello studio. • In fondo userò i miei risparmi.
Scrivi il tuo discorso. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
RACCONTARE I SENTIMENTI
Sentimenti - stati d’animo - sensazioni L
gioia
paura
serietà
divertimento
E
tenerezza
dolore
attenzione
felicità
G
amore
dispiacere
simpatia
tristezza
ira
egoismo
noia
entusiasmo
antipatia
meraviglia
contentezza
soddisfazione
rabbia
sollievo
solitudine
vivacità
malinconia
preoccupazione
cattiveria
amore
G E R E
spensieratezza
Questi sono sentimenti che tu puoi incontrare. Dividi quelli che secondo te fanno star bene da quelli che non fanno star bene.
fanno star bene
non fanno star bene
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
LE PAROLE DEI SENTIMENTI SENTIMENTI: gioia, contentezza, allegria, serenità/felicità... dolore, afflizione, fl tristezza, dispiacere, malinconia, angoscia... amore, affetto, tenerezza, benevolenza, simpatia, amicizia, rispetto, stima, riconoscenza, gratitudine... antipatia, avversione, malevolenza, disamore, risentimento, freddezza, indifferenza, ingratitudine, gelosia... vergogna, timidezza, confusione, inquietudine, trepidazione... paura, timore, spavento, panico, terrore, sgomento... UN SENTIMENTO PUÒ ESSERE: alto, forte, grande, intenso, profondo, vivo... buono, delicato, dolce, tranquillo, elevato, generoso, gentile, nobile, onesto, ottimo, retto, squisito... genuino, schietto, sincero, verace, vero... debole, fiacco, fi languido... falso, fifinto, insincero, superfificiale... brutto, cattivo, gretto, ignobile, meschino, rozzo, volgare.. durevole, costante, occasionale, improvviso, momentaneo, passeggero, fuggevole... UN SENTIMENTO PUÒ: afferrare, assalire, cogliere, invadere, prendere, dominare, sconcertare, sconvolgere, sgomentare... UN SENTIMENTO SI PUÒ: avere, nutrire, provare, sentire, percepire, avvertire, dominare, vincere, superare, controllare... manifestare, mostrare, esprimere, nascondere... I SEGNI CHE CI FANNO CAPIRE CHE SI STA PROVANDO UN SENTIMENTO. - L’espressione degli occhi. - I movimenti della bocca e delle guance. - L’impallidire o l’arrossire del volto. - L’imperlarsi di sudore o il corrugarsi della fronte. - I gesti delle mani e delle braccia. - I movimenti del corpo, l’andatura. - Lo strascicare dei piedi. - L’incurvare delle spalle. - Il piegare il capo. - L’intonazione della voce e le parole. Osserva una persona della tua famiglia in una situazione in cui il suo comportamento è particolarmente significativo, per esempio durante una telefonata noiosa o l’arrivo improvviso di una persona alla porta.
Che cosa noti di particolare nel suo comportamento? Secondo te quale sentimento rivela nei segni esteriori? Descrivi.
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L E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
IL PAPÀ NON ARRIVA (Il papà di Joakim è malato e depresso. A volte esce e non si sa dove va. Anche questa volta è uscito e non torna. Joakim e la mamma attendono in casa). L E G G E R E
Ora non restava che aspettare. Ciascuno in una poltrona, e aspettare. La mamma e Joakim erano stanchi. Le faccende di casa erano faticose, soprattutto per la mamma, già distrutta quando tornava dal lavoro. Fuori era calata l’oscurità. Fioche luci facevano capolino tra i rami del parco. A cena la mamma e Joakim avevano mangiato uove fritte. La mamma non se l’era sentita di preparare altro. Nella stanza c’era un silenzio assoluto. I rumori del traffico si udivano così forti, come se le automobili entrassero in casa, pensò Joakim. Nell’appartamento al piano di sopra qualcuno camminava avanti e indietro. Raramente dall’alto provenivano rumori. Un rubinetto sgocciolava in cucina. Joakim non se ne occupò. Era atroce aspettare. Qualche volta è bello e divertente aspettare. Per esempio a Natale, oppure quando sai con certezza che tra un’ora la mamma, oppure il papà, arriverà con una sorpresa. Ma è brutto starsene ciascuno nella propria poltrona senza dire nulla. Starsene seduti senza far niente. E pensare a papà che è uscito in zoccoli e giacca a vento, e può essere andato ovunque. Di quando in quando Joakim guardava la mamma: fifissava nel vuoto. Poi le palpebre si chiusero lentamente come se si stesse addormentando. Trasalì e riaprì gli occhi. Joakim aveva male dentro. Prima gli capitava di mettersi a piangere, ma adesso no. Incrociò le gambe nella poltrona. L’ansia gli gelava il sangue fifin nelle dita dei piedi. Il tempo si arresta; quando si aspetta non passa mai. A Joakim sembrava di essere seduto lì da ore, ma l’orologio sulla libreria indicava che erano passati solo venti minuti. Strano. Era sicuro che fossero trascorse molte ore. Gli sembrava di avere dei compiti da fare, ma non ne aveva voglia. E come, se suo padre poteva essere ovunque? Non gli rimaneva che aspettare. Tormod Haugen
Il testo esprime il senso disperato dell’ansia e dell’attesa, soprattutto con il silenzio della mamma e di Joakim.
Sottolinea nel testo le parti in cui si esprime l’attesa e riscrivile nel tuo quaderno perché ti possono servire per i tuoi testi.
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
UN’AMICIZIA FRA COETANEI La semplicità della vita campestre mi aprì l’anima all’amicizia. L’abitudine di vivere insieme in una condizione di particolare tranquillità mi unì molto teneramente a mio cugino Bernardo. Dopo poco tempo nutrii per lui sentimenti più affettuosi di quelli che avevo provato per mio fratello e che non si sono mai cancellati. Le nostre occupazioni, i nostri divertimenti, le nostre tendenze erano uguali: eravamo soli e coetanei, ognuno di noi aveva bisogno di un compagno. A tutti sembrava che fosse Bernardo ad avere un ascendente su di me, ma quando eravamo soli ne avevo io su lui: e questo ristabiliva l’equilibrio. Nei nostri studi, gli suggerivo la lezione quando esitava. Finito il mio compito, lo aiutavo quasi sempre a fare il suo, e nella scelta dei giochi il mio gusto, più vivo, gli serviva sempre da guida. Insomma i nostri caratteri andavano così bene d’accordo e l’amicizia che ci univa era così vera che in più di cinque anni, durante i quali fummo quasi inseparabili, ci picchiammo sovente (lo confesso) ma non fu mai necessario che ci venissero a separare. Mai un nostro litigio durò più di un quarto d’ora e mai una sola volta l’uno dette la colpa all’altro. JJ. Rousseau Le confessionii Sansoni
Come l’autore descrive la sua amicizia con Bernardo? Con che parole? ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………….. Che cosa significa fi questa frase: “A tutti sembrava che fosse Bernardo ad avere un ascendente su di me, ma quando eravamo soli ne avevo io su lui: e questo ristabiliva l’equilibrio”. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………............ Secondo te che cosa fa di questa amicizia un’amicizia speciale? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………........
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L E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
UN’AMICIZIA CHIUSA O APERTA?
L E G G E R E
Quando frequentavo la scuola elementare ero molto amico di Nino, il mio compagno di banco. Con la scusa di fare i compiti assieme, avevo preso l’abitudine di andare ogni pomeriggio a casa sua. Nino abitava poco lontano da me, in un casamento popolare di via Rosolino Pilo dove i ragazzi vivevano praticamente sulle scale, tra un pianerottolo e l’altro. L’appartamento era piccolissimo e appena noi terminavamo di fare il compito la sua mamma ci mandava fuori perché non sporcassimo la stanza. Sulle scale, dunque, si cementò la nostra amicizia, mentre giocavamo con le figurine. Un giorno, arrivato da Nino, lo trovai seduto sui gradini in compagnia di un ragazzo più grande, che non avevo mai visto. - Stiamo giocando a carte - disse Nino senza quasi degnarmi di un sorriso. - Ginetto mi sta spiegando il sette e mezzo... Di colpo, io che ci venivo tutti i giorni, mi sentii un intruso. Come si permetteva questo Ginetto tanta familiarità con il mio amico? E perché Nino gliela concedeva? Rimasi per un pezzo alle loro spalle, aspettando che fifinissero, mentre rimuginavo tra me questi interrogativi. Capivo che per Nino era lusinghiero avere un amico più grande, capace di insegnargli dei giochi, ma ciò non mi impediva in ogni modo di soffrirne. Finalmente Ginetto se ne andò, lasciandoci soli. Allora Nino mi disse con naturalezza: - Adesso ti insegno come si fa... Ma io non avevo alcuna voglia di starlo a sentire, ero troppo agitato. - Un’altra volta, adesso dobbiamo fare i compiti - risposi sostenuto. - Come vuoi. Ma se Ginetto torna domani potremmo giocare tutti e tre. Anziché placarmi, l’offerta mi ferì. Al punto che per alcuni giorni non mi feci vedere in via Rosolino Pilo. Ero deluso da questa intrusione. Credevo di avere con Nino un’amicizia esclusiva, invece mi rendevo conto che un qualunque ragazzo poteva prendere il mio posto. Nelle ore di scuola evitavamo di parlarne, ma l’ombra di Ginetto era tra noi. Non ci facevamo più le confi fidenze, né ci scambiavamo le merendine: ciascuno gustava la sua senza farla assaggiare all’altro. Dopo l’equivoco... l’intesa. Una mattina, mentre Nino era interrogato sulla lezione di geografia fi che ci era stata assegnata, mi venne istintivo venirgli in soccorso. Il maestro Broggi gli aveva chiesto i nomi dei capoluoghi dell’Emilia.
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
- Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Pa... Pa... - ripetè Nino, guardandomi. «Parma» suggerii con le labbra. E lui rincuorato, disse deciso: - Palermo! Ci fu una risata in tutta la classe. Quando Nino tornò al posto mi lanciò un’occhiata piena di risentimento. - Mi hai fatto sbagliare apposta, vero? - bisbigliò al mio orecchio. - No, io ti avevo suggerito giusto. Sei tu che hai capito male... Vidi che aveva le lacrime agli occhi dalla rabbia. Questa volta era toccato a lui sentirsi tradito... Facemmo però quasi subito la pace, e da allora non fui più geloso della sua amicizia con Ginetto.
L E G G
C. Castellaneta, Un’infanzia italiana, Mursia
E
Rispondi sul quaderno.
R
1. Di chi era amico lo scrittore (Carlo) quando frequentava la scuola elementare? 2. Dove e come si cementò questa amicizia? 3. Quale fatto turbò la bella intesa che c’era fra i due amici? 4. Di che cosa Carlo si rese conto? 5. Che cosa provò? 6. Come reagì? 7. Il rapporto tra Carlo e Nino subì dei cambiamenti? 8. Se sì, quali? Perché? 9. Che cosa avvenne una mattina a scuola? 10. Che cosa provò Nino? 11. Come reagì? Perché? 12. Quando i due amici fecero pace? 13. Che cosa da allora cambiò nell’animo di Carlo?
Ti è mai capitato di vivere una situazione simile a quella dei due ragazzi? Racconta. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………….............. ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………….............. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………..............
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E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
PER RACCONTARE UN’AMICIZIA
L E G G E R
Nomi dell’ amicizia: fratellanza, fraternità, affetto, amore, tenerezza, rispetto, generosità, premura, sincerità, conforto, aiuto, gentilezza, cortesia, perdono, fedeltà, speranza, gioia, comprensione, stima, alleanza, lealtà, vincolo.... Aggettivi dell’amicizia: fresca, dolce, delicata, fragile, viva, bella, calda, fedele, generosa, cara, sentita, sincera, schietta, cordiale, riservata, profonda, lunga, breve, falsa, incerta, affettuosa, fraterna, consolante, fidata, leale, intelligente, comprensiva, gentile, buona, cattiva... Verbi dell’amicizia : affratellare, compatire, aiutare, perdonare, rispettare, stimare, comprendere, confortare, consigliare, fraternizzare, fare amicizia, coltivare, conservare, mantenere, difendere, rompere, raffreddarsi, legare, donare, gioire, consolare, suggerire, incoraggiare...
E Modi di dire e proverbi : amico del cuore; amico d’infanzia; amico per la pelle; chi trova un amico trova un tesoro ; « Uomo senza amicizia - castello senza mura » (I. DA TODI) ; « L’amico è come l’ombra : ti segue finché c’è il sole » ; « Un amico è colui che indovina sempre quando si ha bisogno di lui » (I. RENARD)... Savaresi, Avviamento alla composizione secondo il metodo sensoriale, Giunti
Che caratteristiche deve avere, per te, un amico?
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Il mio amico
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
PAURA - PANICO RITORNO A CASA CON UNA BRUTTA NOTA L’altro giorno andai a scuola contenta perché credevo di sapere bene la lezione. Appena entrai in classe, il maestro fece togliere il libro della lezione e mi interrogò. Appena mi alzai mi prese una forte emozione che mi fece dimenticare tutta la lezione. Allora il maestro mi chiamò con il quaderno alla cattedra e, arrabbiato, mi scrisse una brutta nota per il papà. La mattina, a scuola, fu lunga per me e rimasi mogia mogia nel banco. Arrivò l’ora di uscire. Era una bella e serena giornata piena di sole, ma non ci pensavo: pensavo allo zaino che conteneva la brutta nota e a casa dove di sicuro le avrei prese. Lentamente mi avvicinavo a casa e il mio dolore e la mia paura aumentavano; rasentavo i muri e non parlavo con nessuno. Entrai in casa pian piano. La mamma mi venne incontro e mi vide bianca; allora mi domandò: « Cosa c’è?». Subito risposi: « Ho meritato una brutta nota » e scoppiai in pianto. La mamma mi calmò, ma quando ritornò il papà glielo disse. Egli si arrabbiò e mi rimproverò forte. Ma adesso tutto è passato e speriamo che non succeda più. Però, prima di dirlo alla mamma, provavo un forte dolore dentro di me, e quanti pensieri tristi mi passarono per la testa! Savaresi
Rispondi alle domande. 1. Che cosa succede alla protagonista? ................................................................................................................................. 2. Perché non ha saputo rispondere? ................................................................................................................................. 3. Che cosa ha fatto il maestro? ................................................................................................................................. 4. Sottolinea le parole che indicano il sentimento provato dalla bambina. 5. Perché, secondo te, la bambina ha così paura di portare a casa una nota? ................................................................................................................................. 6. Ti sei mai trovato nella stessa situazione? Se sì, racconta. ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
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L E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
ALICE È PRESA DAL PANICO
L E G G E R E
Era uno dei primi giorni di scuola media: ancora non ero in confidenza fi con i compagni e non conoscevo bene la professoressa, mi sentivo poco sicura di me e un po’ imbarazzata. Questa era la mia situazione quella mattina mentre la signora Colaierà, l’insegnante di matematica, stava interrogando. Improvvisamente, nel momento in cui meno me lo aspettavo, sentii la sua forte voce che esclamava tranquilla: «Alice Sturiale». Ed ecco mi si irrigidirono i muscoli, la classe scomparve all’improvviso dalla mia mente, la penna mi cadde di mano! «Che reazione esagerata!» pensai «Devo stare tranquilla! In fondo non mi ha detto ancora niente di così spaventoso!!» La professoressa non aspettò che io mi tranquillizzassi e mi chiese che cosa era il «quoziente». Lì per lì pensai: «Questo lo so!» e feci per rispondere. Ma, quando provai ad aprire bocca, tutto quello che sapevo si dileguò, sentii dentro il vuoto più totale, come se nella mia mente si fosse formato un buco profondissimo e la risposta che dovevo dare fosse caduta là dentro. I compagni avevano improvvisamente interrotto il chiasso e si erano immobilizzati con lo sguardo puntato su di me. Tutti stavano aspettando che io parlassi. Non sapevo più cosa fare perché proprio non riuscivo ad aprire bocca. Così la professoressa fece rispondere a un ragazzo che aveva la mano alzata come tanti altri. Solo in quel momento mi si sciolsero le labbra e risposi, ma ormai era troppo tardi! «Che rabbia!» pensai «Non bisognerebbe mai farsi prendere dal panico!!!». Alice Sturiale, Il libro di Alice, BUR
Rispondi sul quaderno. 1. Hai avuto qualche volta paura? 2. Che cosa ha suscitato in te questo sentimento? 3. L’hai manifestato con il tuo comportamento? Se sì, ricordi come?
Le sensazioni del panico: quali vengono anche a te? Mi sento un buco nello stomaco. Si irrigidiscono i muscoli. Mi sento poco sicuro di me. Non riesco più a vedere nitidamente quello che sta intorno a me. Proprio non riesco ad aprire bocca. La gola mi si secca. Nella mia mente si forma come un buco nero profondissimo. Il cuore batte all’impazzata.
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
Le parole per descrivere la paura. «La paura è un turbamento del nostro animo, spesso improvviso e forte, che si prova al pensiero o alla presenza di un pericolo vero o apparente ». L Sinonimi: spavento, terrore, fifa, spaghetto, sospetto, inquietudine, tremarella, ansia, tremore, panico, timore, sgomento, trepidazione, batticuore, tremacuore, smarrimento, allarme, apprensione, costernazione, orrore, ribrezzo, sbigottimento, tremore, timidezza, indecisione, smarrimento, scoraggiamento, vigliaccheria... Contrari: coraggio, ardimento, intrepidezza, audacia, animo, sicurezza, forza d’animo, sangue freddo, eroismo, baldanza, valore, prodezza, ardire, spavalderia, avventatezza, spirito, prontezza, decisione, prodezza, slancio... M o d i d i d i r : aver paura della propria ombra; avere una paura del diavolo; morire o crepare di paura; avere il coraggio della paura; mal non fare e paura non avere; la paura fa novanta... A g g e t t i v (la paura può essere): tremenda, terrificante, fi improvvisa, piccola, breve, grande, duratura, invincibile, spaventosa, inaspettata, violenta, misteriosa, immaginaria, sciocca, implacabile, terribile, noiosa, cieca, pazza, allucinante... Verb che esprimono una gradazione della paura che si prova o si incute: impaurire, impallidire, tremare, arrossire, svenire, far spaventare, sobbalzare, balbettare, palpitare, intimorire, sospettare, tormentare, oscillare, soffrire, sussultare, sudare, ansimare, scappare, nascondere, ammalare, sospirare, inquietare, innervosire, impazzire, rabbrividire, trasalire, allibire, spaurire, allarmare, costernare, sbigottire, atterrire... E s p re s s i o n e d e g l i o c c h i : spalancati, sgranati, spaventati, terrorizzati, fissi, fi sbarrati, sospettosi, pensierosi... E s p re s s i o n e d e l v i s : pallido, rosso, avvampato, impaurito, sudato, sbigottito... Rid. da Savaresi
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E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
UNA PAURA CHE SCONVOLGE
L E G G E R E
Quando stavo per rincasare, provavo sempre un vago timore di non ritrovare la casa, i genitori, le cose consuete. Dimenticavo quel timore appena imbucato il portico. Sbucavo dai portici ritornando da scuola, di corsa; ma sul punto di imbucare la piazza, rallentavo, incerta, dubbiosa; paralizzata dalla vista di due cagnolini, che stavano per lo più accucciati nel mezzo della strada. Erano madre e figlio. Alzavo gli occhi alle fifinestre di casa. La mamma e Ciota affacciate insieme mi facevano segno di avvicinarmi, di non temere; ma intanto ridevano, e ciò mi faceva disperare di qualsiasi aiuto. Decidevo di tentare I’altra sorte. Facevo dietro-front, oltrepassavo la panetteria d’angolo. II percorso, lungo, mi consentiva una tregua... Arrivata davanti alla caserma, svoltavo. Fino alla porta di casa, che era a metà strada, non c’era altro che muri. Ma in fondo c’era un altro cane: Blesilla. Dovevo arrivare alla porta senza farmi notare da Blesilla. Pareva dormisse; ma quando già mi consideravo salva, scattava, strepitava e, peggio, mi veniva incontro. Meglio i cagnolini, che almeno saltavano sul posto. Tornavo indietro. I cani erano ancora Iì. La mamma non era più alla finestra. Disperata facevo, ormai stancamente, un altro tentativo di là. Non mi riesce di ricordare il momento in cui dovevo pur finire coll’infilare fi I’uno o I’altro ingresso, con il cuore in gola. L. Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi
Nel brano autobiografico la scrittrice descrive una situazione in cui, da bambina, era completamente dominata dalla paura. Rispondi. • Quali espressioni del testo rivelano in modo efficace fi il suo forte turbamento d’animo? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. • Quali pericoli suscitavano nella bambina un sentimento così sconvolgente? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. • Erano pericoli reali o immaginari o accresciuti dalla sua immaginazione? .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. • Da quali espressioni del testo puoi capirlo? .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
I GRADI DELLA PAURA Nel brano la scrittrice parla per due volte di “timore” e mai di “paura”. In realtà, però, presenta una serie di atteggiamenti da cui emerge un turbamento d’animo assai più intenso di quello espresso dalla parola “timore”. Per capire meglio il signifificato delta parola “paura” confrontiamolo con quello dei suoi sinonimi: - paura: è un forte turbamento d’animo per un pericolo presente o prossimo, reale o immaginario o accresciuto dall’immaginazione; - timore: è una paura meno forte, meno intensa; - terrore: è una paura più intensa, più irragionevole, meno dominabile; - spavento: è una paura intensa, ma soprattutto improvvisa, momentanea; - panico: è una paura che invade improvvisamente di fronte a un pericolo reale o immaginario, togliendo la capacità di riflessione fl e spingendo alla fuga o ad atti inconsulti; - preoccupazione: è una paura molto ragionata, per qualche cosa che prevediamo possa succedere.
Rispondi alle domande. Hai avuto qualche volta timore o paura o terrore? .................................................. Ti sei a volte preoccupato o spaventato? ............................................................... Se sì, quando? ........................................................................................................ Perchè? ................................................................................................................... Che cosa hai provato? ............................................................................................ Come ti sei comportato? Racconta.......................................................................... ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
Collega le espressioni con le parole della paura. - Brr... c’è un cane!
PAURA
- Aiuto! C’è un topo in cantina!
PANICO - La macchina sbandò e lui perse il controllo.. poi tutto diventò buio.
PREOCCUPAZIONE - Ho studiato, come mai non ricordo niente? - Come mai la mamma ancora non arriva?
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TERRORE
L E G G E R E
IL TESTO SUI SENTIMENTI
LA MAESTRA GRANDI
L E G G E R E
La quinta era diversa. Era l’anno di preparazione per la scuola media. Quinta voleva dire esami da passare. Voleva dire meno giochi. Voleva dire veri giudizi sulle schede di valutazione. Ma soprattutto, voleva dire la maestra Grandi. C’erano sette insegnanti di quinta: due di matematica, due di scienze, due di studi sociali, solo uno di lingua. Nella lingua, la maestra Grandi aveva il monopolio. E anche una certa fama. Aveva una vecchia macchina azzurra che usava per venire a scuola tutte le mattine, con la pioggia e con il bel tempo, con la neve e la tormenta, con la grandine e il tornado. Vantava un irraggiungibile record di presenze che durava da più tempo di quanto si riuscisse a ricordare. Era piccolina, per essere un’insegnante. In quinta c’erano dei ragazzi più alti di lei. Ma la signora Grandi sembrava un gigante. Erano i suoi occhi a fare quell’effetto. Erano grigio scuro, e quando li accendeva al massimo riuscivano a farti sentire un granello di polvere. Sapevano anche scintillare e ridere, e i bambini dicevano che era brava a scherzare, a volte. Ma non erano le sue battute a renderla celebre. Tutti erano sicuri che avesse la vista a raggi X. Non era nemmeno il caso di pensare a masticare la cicca in un raggio di dieci metri da lei. E a lei non importava se eri o non eri in quinta, perché tanto prima o poi ci saresti passato, e saresti stato suo scolaro. Andreiw Clements, Dritta, Bompiani
Sottolinea le frasi più significative e riscrivile. Puoi tenerle come esempio per quando descrivi una persona. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
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IL TESTO SUI SENTIMENTI
Usa la descrizione di una maestra molto rigida e severa per raccontare una storia ricca di emozioni. In un freddo giorno di dicembre la maestra Zanzi stava spiegando nella sua classe. Un bambino, Bruno, era riuscito ad andare in bagno, ma dato che era molto preoccupato e spaventato dalla maestra non voleva più uscire.
Racconta lo stato d’animo di Bruno e i suoi pensieri. ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………........ La maestra si accorse che Bruno non tornava e così andò a prenderlo.
Descrivi la maestra che preoccupa così tanto Bruno. ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………........ ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………….............................. La maestra trovò Bruno spaventato.
Alla maestra dispiace tanto che Bruno sia così preoccupato. Che cosa potrebbe dire per tranquillizzarlo? Cosa potrebbe fare? Racconta. ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... Inventa ora il fifinale………………………………………………………………............... ………………………………………………………………………………………............ .................................................................................................................................. …………………………………………………………………………….......................... ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………….......................... ……………………………………………………………………………..........................
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L E G G E R E
SCRIVERE TESTI
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: SCRIVERE TESTI
S C R I V
Obiettivi formativi - Utilizzare il codice verbale per poter esprimere il proprio pensiero, le proprie emozioni, la propria fantasia con lo scritto.
Conoscenze - Differenze essenziali tra orale e scritto. - Funzioni che distinguono le parti del discorso. - Strategie di scrittura adeguate al testo da produrre. - Pianificazione fi elementare di un testo scritto. - Operazioni propedeutiche al riassumere e alla sintesi.
Attività - Scrivere testi coerenti e coesi nel rispetto delle varie tipologie testuali. - Elaborare in modo creativo testi di vario tipo. - Progettare a gruppi o individualmente uno schema o una scaletta mirati alla produzione di un testo scelto o assegnato. - Dato un testo orale-scritto, produrre una sintesi orale-scritta efficace e significativa.
E R E
Contenuti - Trovare tanti modi di iniziarte i testi e di concluderli. - Scoprire tipologie nuove: descrizioni soggettive o connotative, narrazioni con le tecniche linguistiche particolari (flash fl forward, monologo interiore, montaggio parallelo, flash back), narrazioni che raccontano emozioni, gialli, testi umoristici, cronaca giornalistica, interviste, verbali... Competenze - Utilizzare in modo effificace le tecniche dello scritto per comunicare con gli altri.
122
SCRIVERE TESTI
Per scrivere un testo a volte hai bisogno di un buon inizio. Inizi particolari li puoi ricercare nelle prime pagine dei libri della tua biblioteca, di quella della tua classe o quella comunale. Fai questo esercizio di ricerca: individua da quale aspetto iniziano i tuoi libri.
A.
Tempo
B.
Luogo
C.
Dialogo
D.
Notizie sul personaggio
E.
Riflessione fl personale
S C R I V
Titolo del libro ...................................................................................................... Inizio .................................................................................................................... Titolo del libro ....................................................................................................... Inizio .................................................................................................................... Titolo del libro ...................................................................................................... Inizio .................................................................................................................... Titolo del libro ....................................................................................................... Inizio .................................................................................................................... Quale ti piace di più? ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................
123
E R E
SCRIVERE TESTI
Individua a quale “aspetto”, tra quelli nel riquadro, si riferiscono questi inizi. A volte puoi usare anche due lettere.
S
A.
Tempo
B.
Luogo
C.
Dialogo
D.
Notizie sul personaggio
E.
Riflessione personale
Un sorrisino compiaciuto aleggiava sulle labbra del bambino. C R
Oliver nacque in un ospizio.
I
C’era a Anghiari un bravo pentolaio che un giorno fece tre pentole di un bel rame sbalzato.
V E R E
Durante l’estate, nelle mattinate piene di sole o nelle calme ore della sera, le rondini intessevano il loro voli sopra i tetti delle case. Quante lingue esistono al mondo? Si domandava quella sera Martina. Il punto in cui si trova il Polo Sud è collocato all’interno di un vasto continente, l’Antartide, grande come l’Europa e l’Australia unite. Le 8.30 in punto. Luisa decise, sia pur di malavoglia di alzarsi. L’attendeva una giornata impegnativa. Ho fatto la guerra, ragazzi miei. Nell’insieme non credo di essermi comportato peggio di tanti altri soldati. Un tempo lontano, quando avevo sei anni, vidi un magnifico disegno. Certe volte, la foto a colori del nonno, appeso in sala da pranzo, sembra viva. - Sta molto attento - gli disse la madre - questo mondo è pericoloso per un topino. Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al numero 4 di Privet Drive.
124
SCRIVERE TESTI
PROPOSTE VARIE PER SCRIVERE
Scegli il gruppo di parole che preferisci e scrivi poi un racconto. Evidenzia le parole all’interno del testo sottolineandole. Cerca nel vocabolario il significato delle parole che non conosci. Parole romantiche RACCONTO SENTIMENTALE. Amore, tenerezza, pulsazioni, avvampare, tremori, luccichio, equivocare, allibito, inesorabile, lenire. S Parole di paura RACCONTO DI PAURA. Refurtiva, sangue, angoscia, delitto, indagare, redimere, segregare, annichilito, diatriba, fuga, giustizia. Parole di avventura RACCONTO D’AVVENTURA. Complicità, segnalare, fuoco, segreto, tempesta, diario, peregrinare, programmare, rilevare, fuga, segreto, mappa. Parole di fantasia RACCONTO FANTASTICO. Scienziato, navicella spaziale, extraterrestre, base, urlare, intaccare, inoculare, sinergia, svitare..
Scrivi un testo scegliendo tra le tipologie che trovi qui sotto. Ricorda che deve contenere le parole date. Testo di paura: Buio , stridio, circolare, follia, omicidio, sangue, denuncia, poliziotto. Testo di fantasia: Attacco, folletto, indulgente, indovino, puledro, schizzo, serpente, superbo, magia, alchimista. Testo d’avventura: Diramazione, eroico, euforico, ferocia, fortezza, giaciglio, raggiungibile, segreto, pietra preziosa, viaggio. Puoi scrivere il tuo testo individualmente o lavorando con i tuoi compagni a piccoli gruppi.
125
C R I V E R E
SCRIVERE TESTI
Scrivi un testo narrativo realistico, RACCONTANDO una giornata particolarmente noiosa, utilizzando questo schema:
S C
Un giorno ............................... ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ...............................................
così
quando
R
............................................... .............................................. .............................................. .............................................. ............................................... ...............................................
I V E R E
............................................... .............................................. .............................................. .............................................. ............................................... ...............................................
allora
............................................... .............................................. .............................................. .............................................. ............................................... ...............................................
infine
............................................... .............................................. .............................................. .............................................. ............................................... ...............................................
considerazioni personali.
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............................................... .............................................. .............................................. .............................................. ............................................... ...............................................
SCRIVERE TESTI
Racconta una mattina in cucina utilizzando questo schema: Mi alzo Scendo Faccio colazione
Voce della mamma Luce dalla finestra Rumori dalla strada Descrizione della mamma di prima mattina S
serenità
C Decido di preparare un dolce, mi preparo
Descrizione della cucina Lettura delle istruzioni Azioni in sequenza Confusione Eventuali incidenti
R I V E
impegno
R Le fatiche
sudore male al braccio continuo sbattere le uova l’impasto diventa duro è difficile mescolare
stanchezza
Il risultato
in forno il profumo descrizione della forma e delle dimensioni assaggio
soddisfazione
127
E
SCRIVERE TESTI
È ARRIVATA L’ASTRONAVE
S C R I V E R E
Era arrivato il giorno dello sbarco della grande astronave che trasportava lo zoo interplanetario del professor Hugo. Le fiancate si alzarono verso l’alto facendo intravvedere le gabbie. Dietro le sbarre c’erano strani esseri: piccoli animali simili a cavalli che si muovevano con gesti rapidi e scattanti e cinguettavano con suoni acuti. Gli abitanti della Terra si avvicinarono, mentre l’equipaggio raccoglieva il denaro dei biglietti. Dopo apparve il professor Hugo in persona, con il mantello multicolore e il cilindro. - Popoli della Terra - gridò nel microfono - quest’anno assisterete ad un vero spettacolo al prezzo di un solo dollaro: il popolo dei ragni-cavalli, portato fin qui attraverso milioni di chilometri nello spazio e con grandi spese. Avvicinatevi, ascoltateli, studiateli, parlate di loro ai vostri amici. Ma fate in fretta perché la mia astronave può restare qui solo sei ore! La folla era affascinata e inorridita da quelle strane creature che sembravano cavalli, ma si arrampicavano come ragni. Per tutta la mattina la scena si ripeté, fi davanti alle gabbie incastrate nel fianco ed oltre diecimila persone sfilarono dell’astronave. Appena scoccato il termine delle sei ore, il professor Hugo prese ancora il microfono: - Amici, ora dobbiamo andare, ma ritorneremo l’anno prossimo nello stesso giorno e alla stessa ora. Se quest’anno vi è piaciuto il nostro zoo telefonate ai vostri amici delle altre città. Circa due mesi dopo, l’astronave del professor Hugo scese tra le rocce del pianeta dei ragno-cavalli, e le strane creature uscirono frettolosamente dalle gabbie. Il professor Hugo le aspettava fuori per un breve discorso di saluto, dopo di che i ragno-cavalli andarono verso le loro case tra le rocce. In una di quelle case, una femmina fu contenta di rivedere suo marito e suo figlio. Balbettò un saluto in una strana lingua e corse ad abbracciarli. - Quanto tempo siete stati via! Vi siete divertiti? - Il piccolo è rimasto incantato. Abbiamo visitato otto mondi e visto le cose più strane. Il piccolo ragno-cavallo disse: - Il posto chiamato Terra era il più straordinario. Gli abitanti indossavano coperture sulla pelle e camminavano su due gambe. - Ma non era pericoloso? - chiese la madre.
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SCRIVERE TESTI
- Ma no - spiegò il padre - c’erano robuste sbarre per proteggerci e siamo sempre rimasti sulla navicella. La prossima volta devi venire anche tu. E il piccolo aggiunse: - È stato il miglior zoo che abbia mai visto. Edward D. Hoch, 44 microstorie di fantascienza, Urania n.815
Prova a immaginare quali altre cose strane i protagonisti hanno potuto vedere sulla nostra Terra. Fai finta di essere quel piccolo extraterrestre e racconta. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................
S C R I V E R E
Scegli alcune situazioni fra quelle che trovi qui sotto e scrivi un racconto.
Invenzioni scientifiche straordinarie
Viaggi nel tempo
Catastrofifi planetarie
Altri universi abitati
Robot intelligenti al servizio dell’umanità
Astronavi impazzite
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SCRIVERE TESTI DI PAURA
Il racconto di paura è un racconto narrativo che ha lo scopo di dare forti emozioni e quindi mira a provocare paura, tensione. Ricorda che devi servirti molto dei dati sensoriali. Devi usare: Personaggi terrificanti
S
Mostri, individui dall’aspetto brutto con malformazioni e cicatrici; anche il carattere deve avere qualità negative malvagie.
C
Personaggi paurosi o astuti
R I V
Per contrasto usa anche personaggi che sono insicuri, paurosi oppure molto astuti ed intelligenti. Ambienti particolari
E R
Castelli o case diroccate, boschi, luoghi bui e pericolosi pieni di trappole e suoni terrificanti.
E Tempo particolare o di solito di notte. Atmosferico o è preferibile un brutto tempo, con Cronologico tuoni e lampi, pioggia scrosciante, raffiche di vento. Suoni rumori strani Grida e lamenti, sibili, battiti, stridii. Situazioni paurose terrificanti Crea situazioni che devono far paura; crea attesa, ansia, tensione quindi fai fare ai personaggi azioni pericolose, incantesimi, delitti, azioni sconsiderate.
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SCRIVERE TESTI DI PAURA
Vuoi scrivere un racconto di paura; usa tutti i possibili elementi: • Personaggi terrificanti. • Ambienti particolari. • Suoni rumori. • Fatti, situazioni. • Sensazione dei protagonisti.
Amplia il tuo racconto con ricchezza di particolari con lo scopo di fare paura. Scrivi in prima persona. Durante un’escursione entrai in una caverna.
Descrizione della caverna
S C R I V E
La torcia mi si spense mentre fuori scoppiava un temporale.
Sensazioni, suoni, rumori.
Sentii strisciare vicino a me.
I miei pensieri. Le mie emozioni.
Cominciai a scappare.
I rumori di rami spezzati, lo scrosciare della pioggia, la sensazione di bagnato…
Arrivai, finalmente dove i miei genitori, spaventatissimi, mi stavano aspettando.
I miei pensieri, i rimproveri, i visi preoccupati, i visi sollevati.
R E
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SCRIVERE TESTI DI PAURA
IL FANTASMA DI CANTERVILLE
S C R I V E R E
Qualche tempo dopo il Signor Otis fu svegliato da un furioso rumore in corridoio, fuori dalla sua stanza. Suonava come un tintinnar di metallo, e sembrava si avvicinasse sempre più. Si alzò immediatamente, sfregò un fiammifero e guardò l’ora. Era l’una esatta. Si sentiva calmissimo e si toccò il polso, che non dava segno di febbre. Lo strano rumore continuava e, assieme ad esso, udì distintamente un suono di passi. S’infilò le pantofole, prese una piccola boccetta oblunga dal suo nécessaire e aprì la porta. Proprio di fronte a sé scorse, nella pallida luce della luna, un vecchio dal tremendo aspetto. Aveva gli occhi rossi come carboni ardenti; sulle spalle gli ricadevano ciocche arruffate di capelli grigi; gli abiti, di taglio antiquato, erano macchiati e sbrindellati; dai polsi e dalle caviglie gli pendevano pesanti manette e ceppi rugginosi. “Caro signore”, disse il Signor Otis, “devo insistere, veramente, sulla necessità che Lei olii queste catene, e a questo scopo Le ho portato una bottiglietta del Lubrififi cante Tammany ‘Sole Nascente’. Mi si dice che abbia efficacia fi completa con una sola applicazione, e lo confermano, sulla fascetta, diverse attestazioni di alcuni fra i più eminenti ecclesiastici d’America. Glielo lascio qui, vicino ai candelieri, e sarò felice di dargliene dell’altro se ne richiederà.” Con queste parole il ministro degli Stati Uniti lasciò la bottiglietta su un tavolino di marmo e, chiusa la porta, si rimise a letto. Per un momento il fantasma di Canterville rimase immobile, colmo di naturale indignazione; poi, scagliando violentemente la bottiglietta sul pavimento lucido, fuggì per il corridoio tra cupi lamenti, emanando un’orrenda luce verde... Oscar Wilde e Oski
Dopo aver letto il brano inserisci la descrizione del fantasma in un tuo racconto di paura. Dati visivi: immagina il castello. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... Aggettivi che caratterizzano il personaggio. .................................................................................................................................. Cambia l’atteggiamento del signor Otis da coraggioso in pauroso. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Inventa il finale. Chi sarà a scappare? .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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SCRIVERE UN RACCONTO GIALLO IL CASO DELL’EREDITÀ MISTERIOSA Due giovani, un ragazzo e una ragazza, si rivolgono a te perché hanno ricevuto un’eredità dal loro zio che però sembra consistere in nulla, tranne l’antica casa di famiglia. Ai due giovani dispiace venderla, ma hanno bisogno di denaro. I ragazzi in realtà sono quasi sicuri che lo zio abbia lasciato un tesoro nascosto. Ti raccontano che lo zio era solito ripetere che la maggior parte del proprio denaro, conviene tenerla in una cassetta sotto il materasso oppure seppellirla in giardino. Prima di morire l’anziano parente aveva rassicurato i ragazzi dicendo che per loro non ci sarebbe stato nessun problema e si era dato un colpetto sull’occhio destro. I due nipoti ti chiedono dove devono scavare visto che hanno già setacciato la casa e il giardino. 1° quesito Ritieni importante scavare anche sotto la cantina? Sì No Perché ? ...................................................................................................................
S C R I V
Dopo aver esaminato tutte le carte appartenenti al defunto, cominci a ricordare tuo zio Enrico e gli scherzi che combinava ai parenti, specialmente ai bambini. Infatti gli zii di solito si divertono a fare i burloni. Racconti in cui lo zio Enrico parlava in continuazione della sua cassaforte ma non vi teneva dentro nulla e quando i ladri andarono a rubare rimasero a becco asciutto. I due ragazzi si spazientiscono ad ascoltare i tuoi ricordi personali e si offrono di riaccompagnarti a casa. Sono quasi convinti ormai che i famosi lingotti d’oro dello zio non li troveranno certo con il tuo aiuto. 2° quesito L’eredità consiste in lingotti d’oro secondo te? Sì No Perché? ................................................................................................................... Con un colpo di scena trovi un nascondiglio segreto. Però c’è dentro soltanto un pacco di lettere e una ricetta. Si tratta di lettere d’amore, un amore segreto tra lo zio e una donna lontana; inoltre c’è una ricetta di prosciutto al forno con spinaci. Che cosa fai prima di tutto? 3° quesito Ti interessi alla ricetta del prosciutto? Sì No Perché? ................................................................................................................... Finalmente il caso è risolto grazie alla tua capacità di non cadere negli imbrogli degli zii: le lettere sono solo una fifinzione per nascondere preziosi, antichi francobolli.
Concludi nel tuo quaderno. Da manuale del giovane giallista, di Stefania Fabri, Mondadori
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E R E
SCRIVERE UN RACCONTO GIALLO CHI HA INCENDIATO LA BIBLIOTECA?
S C R I V E R E
Dallo scaffale più alto precipitano i soliti libri. - Ancora! - sospira la bibliotecaria. - Vorrei proprio capire... - Io invece credo proprio di avere capito. Mi porti quei libri, signora Giovanna... Noi cerchiamo il nome di chi ha incendiato la biblioteca. Giusto?- chiede il signor Guglielmo. - E cerchiamo anche un testimone. Eccoli qua i nostri testimoni. - I libri? Ma questi mica parlano. E se invece parlassero? - Vuol dire che dai titoli di questi libri noi potremmo... - Sì, signora Giovanna. Dalla prima lettera di questi libri.. - Proviamoci subito. I libri sono quattro: Incompreso, Cenerentola, Favole al telefono, Alice nel paese delle meraviglie. Matite alla mano, si tentano le varie combinazioni: ICFA, AFCI, IACF, ICAF, FACI... La signora Giovanna sussulta. - Il signor Ernesto Faci! - E chi sarebbe costui? - Il proprietario di una sala giochi, proprio qui all’angolo. Non mi può sopportare! Quello lì, dice che gli porto via i clienti. Adesso andiamo alla polizia e... - E cosa raccontiamo alla polizia? Che i libri hanno parlato? Che abbiamo la prova dal gioco di parole? - Già, non ci avevo pensato. - Siamo al punto di prima signora Giovanna. Sappiamo chi è ma ci serve una prova. Una prova seria per incastrarlo! Un tonfo. È caduto un altro libro. La signora Giovanna corre a raccoglierlo emozionata. - Faccia vedere, che cos’è? - Manuale del piccolo fotografo. Giuro che non capisco. - Forse dobbiamo rifare il gioco di parole... - Aspetti, signor Guglielmo! La signora Giovanna si mette a sfogliare il libro. - Eccola! Che cosa? Elementare ragazzi. Una foto magistralmente scattata, sviluppata e stampata dal Manuale del piccolo fotografo. La foto del signor Ernesto Faci, proprietario della sala giochi, mentre accende un cerino, dopo essersi introdotto in biblioteca con il favore delle tenebre. - Adesso possiamo andare alla polizia, vero signor Guglielmo? Vi risparmio i particolari dell’arresto del signor Faci. Dapprima il colpevole nega tutto, poi tentenna, infine confessa. Anna Ida Lavatelli, Chi ha incendiato la biblioteca?, Editrice Bibliografica
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SCRIVERE UN RACCONTO GIALLO
Completa lo schema di comprensione. Come fanno la signora Giovanna ed il signor Guglielmo a scoprire il nome del colpevole? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... Chi è colpevole? ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
S C
Perché ha incendiato la biblioteca? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... Quale prova portano alla polizia? ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................
R I V E R
Cerca:
E
- il preludio e sottolinealo di giallo. - l’enigma e sottolinealo di rosso. - la soluzione e sottolineala di verde. Quale famoso investigatore è rappresentato nella foto? ................................................................ Ne conosci altri? Scrivi i nomi: ................................................................ ................................................................ ................................................................
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SCRIVERE UN RACCONTO GIALLO
S C R I V E R E
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SCRIVERE UN RACCONTO GIALLO
Individua in questo giallo: Il tipo di delitto ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. La vittima ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. L’investigatore ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Il metodo di indagine ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. La soluzione del caso ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
Confronta la soluzione che hai trovato con quella capovolta alla fine di questa pagina. Trasforma questo fumetto in un testo giallo. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ ................................................................................................................................. ................................................................................................................................ .................................................................................................................................
Ora fai il detective linguistico: nella terza vignetta c’è un errore di ortografia. Trovalo e correggilo.
cadute senza che lei se ne accorgesse. Ed infatti le ciglia fifinte si vedono sul pavimento. non ha più le ciglia finte. L’spettore pensa che, nella fretta di aprire la cassaforte e rubare i gioielli le siano La ragazza, nelle prime due vignette, porta due ciglia finte molto appariscenti. Nelle vignette successive
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
LA DESCRIZIONE Il testo descrittivo pone le sue fondamenta nella capacità di OSSERVAZIONE, cioè il vedere la realtà che ci circonda mettendo a fuoco i nostri cinque sensi e sfruttando le loro possibilità. Una buona descrizione presuppone, quindi, un’approfondita analisi sensoriale. L’insieme delle nostre sensazioni visive, uditive, olfattive, gustative e tattili dovrà essere tale da garantire un’efficace fi descrizione che possa trasmettere ad altri sia un autentico ritratto della realtà, sia le nostre impressioni e valutazioni. S C
Può avere un significato fi SOGGETTIVO
OGGETTIVO
R I V E
caratterizzato dagli elementi che sono presentati così come appaiono, senza considerazioni personali o riferimenti a stati d’animo.
caratterizzato dalla presenza di sentimenti, di riflessioni di chi scrive, dall’inserimento di paragoni o similitudini, di elementi umanizzati.
R E
Descrizioni e punti di vista Il punto di vista è il pensiero, l’opinione, l’idea di chi descrive qualcosa. Il punto di vista può essere: Neutro: oggettivo, è il più possibile obiettivo. Non parteggia per nessuno. A favore: soggettivo, vede soprattutto gli aspetti positivi. Contrario: soggettivo, vede soprattutto gli aspetti negativi. Scrivi vicino alle frasi se il punto di vista è neutro N, a favore F , contrario C. Adoro andare al mare, nessuna vacanza è più rilassante. La montagna dà malinconia, piove spessissimo e fa fresco anche d’estate. Ho visto due cani che mangiavano tranquilli. Le mani di mia madre sono morbide, affusolate, ben proporzionate: sono mani molto piacevoli da guardare. Quando vivevo in Africa, possedevo una fattoria con una grande casa. Presso gli Eschimesi i bambini sono trattati come principi perché gli anni dell’infanzia devono restare nella memoria come tempo di gioia. Non sopporto l’autunno che mi rattrista ricordandomi che l’estate se n’è andata.
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IL TESTO DESCRITTIVO
L’ISOLA DEGLI AIRONI La chiamano “Isola degli aironi”, Heron Island. È un’isoletta di soli 17 ettari, con una circonferenza di un chilometro e settecento metri che ti fai a piedi nudi sulla sabbia bianchissima. Tutt’intorno, la laguna corallina si estende per 9,5 chilometri e 3,5 in larghezza: il 70% delle specie di madrepore della barriera è presente intorno all’isola, assieme a 859 diverse specie di pesci. Nel mese di gennaio gli aironi sono nel pieno della stagione riproduttiva. Sono loro che hanno dato nome all’isola: fu proprio in questo mese, nel 1843, che i primi Europei vi sbarcarono e videro tanti di questi uccelli da battezzarla Heron Island.
S C
A febbraio e marzo le tartarughe neonate escono dalle uova deposte nella sabbia e si avviano verso il mare. Ad aprile oltre 600 specie di pesci coloratissimi popolano la barriera corallina, mentre la temperatura dell’acqua varia dai 32 ai 27 gradi centigradi. Tra maggio e giugno gli ultimi uccelli migratori lasciano l’isola, mentre a luglio nelle acque compaiono spesso le gigantesche megattere. I migratori tornano a partire dal mese di settembre, mentre a novembre le tartarughe marine vengono a deporre le uova sulle spiagge di Heron Island. Questo è anche il mese in cui di solito avviene lo “spawning”, la riproduzione sincronizzata dei coralli. A dicembre le uova degli uccelli si sono ormai schiuse ed è quindi possibile osservare molti piccoli. (da “Airone”)
Rispondi a queste domande. La descrizione è soggettiva o oggettiva? ............................................................... Perchè? ................................................................................................................................. Definisci l’argomento trattato da ognuno dei cinque capoversi. 1. .................................................................................................................... 2. .................................................................................................................... 3. .................................................................................................................... 4. .................................................................................................................... 5. ....................................................................................................................
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R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
UN POETA A MOSCA
S C R I V E R
Non conosco una città il cui clima sia più pazzo che a Mosca. Nel giro di poche ore può far freddo e caldo, può mettersi a piovere come di novembre, d’un tratto, risplendere un sole che abbaglia, ma non riscalda; il fulgidissimo e bianco sole russo. Un giorno non è mai eguale all’altro. La giornata è bellissima. Ne approfitto per fare una gita nei dintorni. Vado alla Montagna dei passeri: la famosa collina da cui Napoleone contemplò l’incendio di Mosca! Sul colle la campagna è alberata, fronzuta. Terra nera, molle, cedevole, terra fangosa e dolce da disgeli. Vecchie case di legno, civettuole, ornatissime, capolavori d’arte del traforo. Chiesette bianche, nuvole bianche. Tra la Montagna dei passeri e Mosca, c’è di mezzo la vallata della Moscova. Si vede, a distanza, la città orientale stesa in collina, lunga lunga e bianca, frantumata in migliaia di cupole, torri, campanili. Agilissimi ponti verdi traversano come arcobaleni i due rami del fiume che fa larghi giri in pianura. Una fuga di colli boscosi copre da un lato la città di cui non si scorge la fifine. Emerge, da qualche parte, soltanto la stazione della radio. Poche tracce d’abitato in tutta questa campagna collinosa e verde. Appena due o tre edifici bianchi, chiese, ville, spiccano in mezzo al piano o fanno capolino tra gli alberi sul pendio dei poggi. La città è sola e lontana, non se ne ode nessun rumore. V. Cardarelli
E
Rispondi a queste domande. La descrizione è soggettiva o oggettiva? ............................................................. Perchè? .................................................................................................................................
Metti gli aggettivi usati dall’autore per definire: Clima di Mosca ………………………………………………………………………… Giornata………………………………………………………………………………… Collina…………………………………………………………………………………… Campagna……………………………………………………………………………… Case di legno…………………………………………………………………………… Chiesette………………………………………………………………………………… Nuvole…………………………………………………………………………………… Città orientale…………………………………………………………………………… Ponti……………………………………………………………………………………… Cosa avrebbe dovuto fare l’autore del brano per rendere soggettivo il testo? ....................................................................................................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO
OGNUNO VEDE GLI ELEFANTI A MODO SUO Wilson, Pilcer e Snack si fermarono davanti all’elefante del giardino zoologico. Wilson disse: - Come si chiama? Viene dall’Asia o dall’Africa? Chi gli dà da mangiare? È maschio o femmina? Quanti anni ha? Quanto costa dargli da mangiare? Quanto pesa? Se muore, quanto costerà un altro? Se muore, cosa faranno delle ossa, del grasso, della pelle? E a che serve starlo a guardare? Pilcer non fece domande; mormorava: «Sembra una casa completa, mura e fifinestre, le orecchie venute da alti campi di grano, perdio; l’architetto di quelle gambe era un artiere, perdio; si leva come un ponte gettato su acque profonde; ha la faccia triste e gli occhi miti; so che gli elefanti sono buoni con i bambini». Snack alzò gli occhi e li riabbassò e infine disse a se stesso: «Di fuori è un bel pezzo d’accidente, e scommetto che ha un cuore vigoroso, scommetto che dentro è forte come una caldaia con i bulloni di rame ribaditi». Non si misero a discutere. Non si gettarono niente in faccia. Tre uomini videro l’elefante in tre modi diversi. E lasciarono la cosa a quel punto. Non sciuparono un pomeriggio domenicale pieno di sole. «La domenica viene soltanto una volta la settimana», si dissero. Carl Sandburg
Rispondi. Cosa interessa sapere sull’elefante a Wilson? ................................................................................................................................. Come lo definisce fi Pilcer? Descrivi con parole tue cercando nel vocabolario i termini che non ti sono chiari. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Come invece lo definisce Snack? Lavora come nell’esercizio due. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Cosa vuole farci capire il racconto? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Come definiresti tu un elefante? .................................................................................................................................
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
LO SKATEBOARD
S C R I V E R E
Uno skateboard è composto di vari pezzi: la tavola (deck), gli snodi o attacchi (trucks) e le ruote (wheels). La tavola ricorda la forma di una tavola da surf o da snowboard, a seconda delle specialità, è leggermente concava costruita in multistrato di acero canadese. Talvolta si usano metalli come l’alluminio o materiali compositi come la vetroresina per diminuirne il peso e incrementarne la resistenza o la rigidità. La tavola è larga 19-20 cm e lunga 70-82 cm. Gli snodi sono due, posti sotto alla tavola, generalmente in alluminio, composti da varie parti. La base è avvitata con viti passanti alla tavola e l’asse delle ruote è collegata alla base da un perno e da due anelli di materiale elastico (gommini) che permettono all’asse di ruotare. Utilizzando il peso del corpo lo skateboard gira verso la direzione voluta. Agli snodi sono fifissati gli assi delle ruote, a loro volta montate su cuscinetti a sfere; tutto l’insieme prende il nome di carrello, che può essere tradizionale o con sterzata diagonale. Alle estremità degli assi degli snodi-carrello ci sono le ruote. Normalmente sono fatte di uretano montate su cuscinetti a sfere e sono reperibili in varie misure e durezze per adattarsi alle diverse specialità e alle varie superfici, fi come strada/slalom o rampa. Queste sono bloccate da dadi autobloccanti in acciaio e nylon. Necessari per il sicuro utilizzo dello skateboard sono le protezioni: guanti, polsiere, gomitiere, casco, ginocchiere per tutti e corpetto o tute pelle per le velocità. rid, e adatt. da Wikipedia Internet
Collega i nomi delle varie parti all’immagine poi descrivi con parole tue lo skateboard. Fai una descrizione sia oggettiva che soggettiva.
RUOTE
ASSI DELLE RUOTE
SNODI
TAVOLA
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IL TESTO DESCRITTIVO
PER UN PELO NON LA LASCIAI SCAPPARE Era tarda mattinata, non proprio l’ora in cui noi criceti siamo più arzilli, e mi ero ritirato in un angolino. Mi risvegliarono acuti strilli, confusi rumori di saltelli e lo sferragliare della ruota fatta girare a velocità pazzesca. Mi sollevai e mi bastò un’occhiata per rendermi conto che era arrivata l’occasione buona. O forse era già troppo tardi? Il grassone del negozio stava guardando dall’alto dentro la gabbia. Accanto a lui c’era un uomo giovane, con i baffi. Sentii un buon profumo di noce moscata. I miei compagni si stavano comportando come avevo previsto. Trassi un sospiro di sollievo: non era ancora stata presa una decisione. Stavo per mettermi all’opera, quando sentii il grassone domandare: - Quanti anni ha sua figlia? Trattenni il respiro. - Quasi sei rispose l’uomo con i baffi. Troppo piccola! - Proprio l’età giusta! - fece il grassone. - Vorrei che imparasse ad assumersi delle responsabilità - disse l’uomo con i baffi. fi - Ah! Deve essere disordinata come un porcellino d’India e pigra come gatto. - Sa, la ragazzina rimane spesso a casa da sola. Tanto meglio. Così si prenderà cura di me. - Fantastico - esclamò il grassone. - avrà un compagno con cui giocare. - Male invece! Non farà che trascinarmi di qua di là. - Si chiama Sofie - aggiunse il baffone. - O Dio speriamo che non se ne faccia niente. - E sa una cosa? - continuò il baffone - Ha appena imparato a leggere e mi ha già chiesto in regalo un libro sui criceti. Fu quel particolare a farmi decidere. D. Reiche, Freddy, Piemme
Sottolinea in rosso le parti riferite al criceto, in giallo quelle del signor grassone, in azzurro le parole riferite all’uomo con i baffi. Rispondi. Quali sentimenti prova via via il criceto? ................................................................................................................................. In quale tempo avviene la vicenda narrata? ................................................................................................................................. Quali dati uditivi sono presenti? ................................................................................................................................. Quali dati olfattivi sono presenti? ................................................................................................................................. Il brano da chi è narrato? ........................................................................................ È scritto in prima o in terza persona? ......................................................................
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
Cerca nel dizionario il significato di queste parole. Onomatopea è ....... ............................... ............................... ............................... ...............................
Metafora è ....... ............................... ............................... ............................... ...............................
Similitudine è ....... ............................... ............................... ............................... ...............................
S
RISVEGLIO IN UNA CITTÀ
C R I V E R E
Nel silenzio dell’alba ogni rumore, ogni suono ingigantisce! Il passaggio di un tram fa l’effetto di un tuono d’estate; una saracinesca che si alza sembra lo scroscio di una cascata; il fischio di un treno che passa laggiù, ai margini della città, ti entra nell’orecchio come uno squillo improvviso di voce di un allegro monello che voglia farti paura. Poi incominci a udire qualche voce, qualche passo vicino, giù nella strada. Sono operai che hanno l’officina fi piuttosto lontana, o che debbono iniziare, prima dell’ora consueta, il loro turno di lavoro. Se la mattinata è bella, se c’è sole, ti vien voglia di alzarti, di uscire a respirare una boccata d’aria, di goderti lo spettacolo della città che si sveglia.
Sottolinea in giallo i numerosi dati uditivi presenti, in blu i visivi, in rosso gli olfattivi. Definendo il rumore della saracinesca “lo scroscio di una cascata” faccio: una onomatopea
una similitudine
una metafora
Relativamente alla saracinesca la descrizione del rumore è oggettiva
soggettiva
Trova altre descrizioni soggettive presenti nel brano. ................................................................................................................................. Trova delle descrizioni oggettive presenti nel brano. ................................................................................................................................. Trova e scrivi qui sotto delle similitudini presenti nel brano. .................................................................................................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO
GLI ELEMENTI DEL COMPUTER La CPU, l’unità centrale di elaborazione, è la mente, la memoria del computer, quella che elabora tutte le informazioni e le trattiene. Si trova dentro una scatola a forma di torre o simile ad un videoregistratore e non la puoi vedere (a meno che non smonti la torre). Sul frontale di questa scatola si aprono il lettore di floppy e quello di CD Rom. Il monitor è una specie di televisore sul quale si possono visualizzare, cioè vedere, i comandi che inviamo alla mente del computer. Il mouse, che in inglese vuole dire topo, serve per spostare il cursore (una barretta verticale lampeggiante) ed è dotato di due tasti: quello di sinistra serve a dare comandi o ad aprire programmi e fifinestre, quello di destra serve per aprire dei menù cioè delle tendine che, discendendo, mostrano una serie di altri comandi. La tastiera serve per mandare i comandi al computer. È formata da tanti tasti: ci sono quelli delle lettere dell’alfabeto, che servono per scrivere le parole, e quelli con i numeri, che servono per scriverli o per fare calcoli. La stampante permette di “toccare con mano” il risultato del lavoro, perché stampa su carta, in bianco e nero o a colori. Il modem serve a collegare il computer, attraverso la rete telefonica, ad Internet. Così si può comunicare con il mondo intero, ricevendo o inviando messaggi di posta elettronica. Giovanna Di Pietroantonio, Mondo computer, Modem School
Che tipo di descrizione è?
Oggettiva
Soggettiva
Raccogli le informazioni relative ai vari elementi e trascrivile in questa tabella. CPU
Monitor
Mouse
Tastiera
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Stampante
Modem
S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
LO STUDIO DELL’AVVOCATO
S C R I V
Lo studio dell’avvocato ospitava due scrivanie fra le quali una persona sarebbe passata solo di fianco, due librerie, una poltrona, due sedie, un apparecchio radio, una macchina da scrivere, e poi un mucchio, molto disordinato, di oggetti come borse di cuoio, calamai asciutti, bastoni, scatole, diplomi di laurea, calendari, giornali. Le quattro pareti, non larghe, accoglievano due porte, un balcone interno che dava sul cortile ed uno esterno che dava su una piazza. Sul balcone interno vibrava ogni tanto un campanello più fragoroso di una sonagliera. Seguiva uno sbattere di imposte al secondo o terzo piano, e le parole carne, lattuga, pane, vino, salivano veloci ora dal basso in alto ora dall’alto in basso. Il balcone esterno lasciava vedere, oltre a una miriade di balconi, fifinestre e terrazzini, pieni di persone e mobili, ma dai quali non giungeva alcun rumore, per essere la piazza abbastanza larga ed essi, dunque lontani, uno spettacolo all’altezza del balcone stesso. Da tale scena, sostenuta in alto dai tetti in cemento di un mercato deserto, precipitavano nella stanza moltissime parole dette o gridate. Vitaliano Brancati, in: Racconti italiani del ‘900, Mondatori
E R E
Completa. Individua gli elementi di arredamento che occupano lo spazio interno. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Individua gli elementi che occupano lo spazio esterno. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Scrivi quali suoni provengono dal balcone interno. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. E quali dal balcone esterno ..................................................................................... .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Descrivi l’ambiente dove studi di solito. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIZIONE DELLA PERSONA Di solito la descrizione di una persona è di tipo soggettivo. Quella oggettiva può essere l’identikit della polizia, una descrizione molto precisa e sintetica dell’aspetto fisico di una persona che si vuole rintracciare.
Lo scopo può • presentare • evidenziare rendono “spe
S C R I
Gli elementi c vengono des • l’aspetto fis • le azioni ch • i tratti del su
V E R E
L’aspetto fisico mente mette significativi. Può essere d fermandosi s È importante la persona p dire che ha d
Il carattere p attraverso ag Può essere r al personagg
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IL TESTO DESCRITTIVO
AGGETTIVI PER DESCRIVERE L’ASPETTO FISICO DI UNA PERSONA Aspetto generale imponente, maestoso, austero, severo, serio, grave, disgustoso, spiacevole, spaventoso, sospettoso, fresco, seducente, piacevole, attraente, gioioso, triste, felice, allegro, rattrappito, raffinato, elegante, signorile, squisito, delicato, aggraziato, rozzo... viso S
pallido, colorito, allegro, largo, paffuto, allungato, rotondo, ovale, squadrato, secco,
C
magro, grasso, patito, vizzo, rugoso, a luna piena, malinconico, espressivo, mali-
R I
zioso, impertinente, insolente, sinistro, truce, maligno, accigliato, torvo, animato, vivace, gioviale, imbronciato, orrendo, nobile, sorridente, ridente, bieco, minaccioso, grazioso...
V sguardo E
sereno, raggiante, dolce, allegro, penetrante, torvo, bieco, cattivo, cupo, ombroso,
R
energico, scuro, fresco, giovanile, annebbiato, turbato, affascinante, spento, acceso,
E
ardente, fisso, attonito, minaccioso, fiero, inflflessibile, duro, intelligente, meravigliato, imbambolato, languido... occhi grandi, piccoli, stretti, a mandorla, neri, verdi, azzurri ecc., chiari, scuri, tondi, acuti, guerci, belli, furbi, bovini, sgranati, spalancati, stralunati, luminosi, porcini, spiritati, cisposi, incappati, infossati, rossi, sanguigni, occhi di lince, occhi d’aquila, occhi assassini, occhi ladri, occhi fuori dalle orbite, occhi di gatto... Naso grosso, piccolo, sottile, deforme, camuso, aquilino, a becco, a civetta, affilato, dritto, strano, gonfio, fi rosso, arricciato, all’insù, dantesco, paonazzo, rubicondo, rincalcato, a trombone... Bocca grande, piccola, stretta, larga, bocca di forno, che arriva agli orecchi, sdentata...
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IL TESTO DESCRITTIVO
Sorriso affettuoso, amabile, benevolo, dolce, gentile, modesto, spontaneo, amaro, beffardo, forzato, ironico, malizioso, sciocco, stentato, di scherno, scherzoso, maligno... Corpo alto, basso, grasso, tozzo, magro, secco, snello, smilzo, ossuto, esile, minuto, aitante, pingue, delicato, ben fatto, ben piantato, forte, grosso, robusto, ossuto, nano, pigmeo, tarchiato, curvo, da gigante, dinoccolato, deforme, sgangherato, legnoso...
S C
Voce
R
La voce umana può fare: baccano, chiasso, fracasso, tumulto, frastuono, strepito, clamore, fragore, vocio, urlo, strillo, bailamme, cagnara, baraonda, gazzarra, schiamazzo, finimondo, putiferio, subbuglio, scompiglio. La voce umana può essere un: bisbiglio, brusio, mormorio, sussurro, borbottamento, brontolio, borbottio, rotolamento, chiacchiericcio, cicaleccio, sospiro, canto, fischio, fi
I V E R
lamento, pianto, riso, vagito, gemito.
E Carattere Allegro, malinconico, buono, cattivo, affabile, sgarbato, benevolo, crudele, bizzarro, serio, forte, debole, gentile, docile, mite, condiscendente, arrendevole, sottomesso, disciplinato, ubbidiente, disubbidiente, ribelle, rozzo, indulgente, severo, sincero, leale, ipocrita, indomabile, irremovibile, intransigente, ostinato, volgare, raffinato, turbolento, pigro, tranquillo, sereno, inquieto, bisbetico, scorbutico, litigioso, puntiglioso, villano, brontolone, stizzoso, lunatico, stravagante, pacifico, placido, bonario.
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IL TESTO DESCRITTIVO
COME DESCRIVERE IL CARATTERE D’UNA PERSONA. Alcuni suggerimenti. Introduzione. Descrivi la persona con le sue caratteristiche fisiche ed il suo atteggiamento prevalente. Accenna subito a qualche dato della personalità per destare curiosità in chi legge. S
Il suo carattere : come si presenta esteriormente.
C R I V
Usa una serie di aggettivi come: allegro, triste, sereno, ansioso, preoccupato, aggressivo, irritabile, stravagante, pigro, attivo, confuso... Esemplifica la tua descrizione con vivaci e brevi narrazioni.
E
Il suo carattere : che cosa prova interiormente.
R
Riferisci le sue confi fidenze, i sentimenti che prova: paura, ansia, terrore, gioia, allegria, tristezza, soddisfazione, delusione, orgoglio... Esemplifica quanto è riferito con brevi flash narrativi.
E
Come agisce/reagisce. Riporta gli atteggiamenti della persona con una sequenza causa-effetto che metta in risalto la sua personalità ( quando... reagisce...)
Alcuni consigli prima di cominciare. Decidi se le tua descrizione sarà oggettiva (come appare il carattere della persona a chi la osserva) oppure soggettiva (mettendo in risalto il punto di vista dei sentimenti di chi scrive verso la persona) Cogli una caratteristica spiccata del carattere e accentuala con umorismo e vivacità.
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IL TESTO DESCRITTIVO
L’ALLIEVO MODELLO Il figlioletto del postino Andreas Wanzl aveva il viso più singolare che un bambino possa avere a questo mondo. La sua faccia, pallida e smunta, dai lineamenti marcati, che un serio naso aquilino accentuava ancora di più, era coronata da un ciuffo di capelli d’un giallo quasi bianco. Un’alta fronte troneggiava incutendo rispetto sopra le due sopracciglia bianche, che sì e no si vedevano, e sotto a queste due occhiolini celesti, che scrutavano il mondo seri. Le labbra erano sottili, strette e pallide, mentre un bel mento regolare concludeva il viso con autorità. La testa era piantata su un collo esile, tutta la sua corporatura era gracile e delicata. Solo le mani, rosse, forti, che ciondolavano come non fossero ben fifissate ai sottili e fragili polsi, contrastavano stranamente con la sua figura. Anton Wanzl era sempre vestito in modo pulito, giocava di rado, non si azzuffava mai coi ragazzi e non rubava mele rosse dall’orto del vicino. Anton studiava e basta. Studiava dalla mattina a tarda notte, i suoi libri e quaderni erano ricoperti con ogni riguardo di carta bianca e sulla prima pagina, a caratteri stranamente aggraziati e minuti per un bambino, c’era scritto il suo nome. A scuola sedeva zitto a braccia “conserte” e fifissava la bocca del maestro. S’intende che era il primo della classe. Era portato sempre ad esempio a tutta la classe, i suoi quaderni non presentavano segni rossi. La cosa più spiacevole per lui erano gli intervalli. Allora tutti dovevano uscire: Anton stava fuori nel cortile, si stringeva timido al muro e non osava fare un passo per paura di esser urtato e buttato per terra da uno dei ragazzi che correvano schiamazzando. Quando suonava la campana, Anton tirava un respiro di sollievo.
Completa lo schema. Nome del protagonista…………………………………………………………....... Caratteristica significativa……………………………………………………......... Corporatura…………………………………………………………………….......... Faccia…………………………………………………………………………………. Lineamenti…………………………………………………………………………… Naso………………………………………………………………………………… Capelli……………………………………………………………………………… Sopracciglia………………………………………………………………………… Labbra……………………………………………………………………………… Mento………………………………………………………………………………
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO
Mani………………………………………………………………………………… Modi di vestire …………………………………………………………………………..... ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………….................................
S C R I V E R E
Comportamento a casa ..………………….……………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………............... Comportamento a scuola …………………….………………………………………… .………………….…………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………........... Cosa non amava………………………………………………………………………… .………………….…………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………........... Come si chiamava il suo papà? ……………………………….................................... Che lavoro faceva il suo papà? …………………………………................................. Come viene definito dall’autore del brano il protagonista? .………………….…………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
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IL TESTO DESCRITTIVO
DESCRIVERE LE PERSONE E SCOPRIRE SENTIMENTI
Leggi attentamente il breve testo. Caterina era sempre serena, sorridente, piena di vita e portava gioia a tutti quelli che la conoscevano. Ma le cose cambiarono quando la mamma tornò dalla clinica con il fratellino. Quel fagottino che frignava e a cui la mamma dedicava tante attenzioni, per Caterina era un intruso che aveva turbato la loro serenità. Non appena il nonno, la zia, un amico o un conoscente si rivolgeva in modo affettuoso al nuovo venuto, Caterina si rabbuiava, si chiudeva in se stessa e si allontanava: sembrava che una nube scura fosse calata sui suoi occhi ridenti. E quella nube aveva un nome: gelosia. Caterina, secondo te, ha ragione a rattristarsi per l’arrivo del fratellino? .………………….………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………….... La gelosia è un sentimento come tanti altri; cosa prova, secondo te, una persona quando è gelosa di un’altra? .………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………… Tu di chi sei o sei stato geloso? Racconta. .………………….………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………….... Prova, in modo soggettivo ad immaginare la descrizione fisica di Caterina. Età……………………………………………………………………………………...... Corporatura…………………………………………………………………………...... Volto…………………………………………………………………………………....... Caratteristica fisica che spicca in lei ……………………………………………….. Prova ora a descrivere il fratellino. .………………….……………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
DESCRIZIONE E NARRAZIONE
Inserisci la descrizione di Caterina in un testo narrativo, seguendo la traccia. Attento devi cambiare qualche tempo nei verbi. CHE GUAIO CATERINA
S C R
Ieri pomeriggio, sono arrivate le zie di Caterina per conoscere il nuovo bambino.
I V E R E
Caterina, stufa di tutte le “smalcerie” e delle moine nei confronti del fratello, se ne va. Si nasconde nel deposito degli attrezzi.
La mamma si accorge della scomparsa di Caterina, la ritrova e le parla.
Descrizione delle zie, descrizione del bambino. ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... Descrizione soggettiva di Caterina e dei suoi sentimenti. Descrizione del deposito. ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... Descrizione soggettiva della mamma delle sue preoccupazioni e attenzioni. Descrizione del pentimento di Caterina. ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ............................................................... ...............................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
Leggi attentamente la breve descrizione. L’ UOMO NELL’ASTUCCIO Un certo Belikov, mio collega, professore di greco, si faceva notare perché non usciva nemmeno col bel tempo se non col parapioggia, con le soprascarpe, e con un soprabito foderato. Il suo parapioggia aveva la fodera, il suo orologio aveva un astuccio di pelle grigia, il suo temperino, quando lo tirava fuori per temperare la matita, aveva anch’esso un astuccio; pareva che stesse in una fodera perfino fi il suo viso, perché egli lo nascondeva sempre nel bavero rialzato. Portava occhiali affumicati, un panciotto di lana; metteva cotone nelle orecchie e, prendendo una vettura, faceva tirar su il soffietto. fi In breve, si osservava in costui il desiderio irresistibile e costante di rannicchiarsi il più possibile in un guscio: di costruirsi, per dire così un astuccio che lo isolasse e lo riparasse dagli influssi fl esterni. La realtà lo sgomentava, lo urtava, lo teneva in una perpetua emozione. Le lingue antiche, che insegnava, erano per lui come le soprascarpe e il suo parapioggia, e di esse si faceva schermo contro la realtà della vita. - Ah, - diceva con voce dolce, - come sonora e bella è la lingua greca! E in appoggio a quanto diceva, chiudendo un occhio e alzando un dito, pronunciava: - Antropos!
S C R I V E R E
Cosa rende “caratteristico” questo personaggio? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Il protagonista si chiude in una specie di guscio come... (Fa una similitudine con un animale.) ...............................………………………………………………………. Che aggettivi useresti per definire il suo carattere? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Conosci una persona che ti sembra simile per carattere a Belikov? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. “Antropos” in greco significa fi “uomo”; secondo te, perché gli piaceva così tanto questa parola? .......................................................................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
S
1. UN RAGAZZO Era magrissimo e pallidissimo. Sopra la fronte, incredibilmente alta, si drizzava una massa di capelli neri, ribelli alla spazzola e al pettine. Tra le guance scavate risaltava il naso aquilino mentre la bocca sottile e piccola, rivelava una dentatura perfetta. Bellissimi erano gli occhi: avevano il colore delle viole.
1. Riscrivi come se descrivessi un ragazzo molto grasso. Era grossissimo e con carnagione rossiccia....................................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... …………………….......................
2. UN RAGAZZO TERRIBILE ... Piccolissimo, testa rapata, due denti di meno, occhietti piccoli e feroci.
2. Defi finisci il carattere di questo ragazzo terribile. ……………………....................... ……………………....................... …………………….......................
C R I V E R E
G. Mosca
3. UN VECCHIO Bello nella persona, altissimo e dritto, agile ancora, con la barbona bianca, gli occhi azzurri e puri, pareva scappato dall’illustrazione dell’Antico Testamento, attraverso le romantiche avventure del proprio secolo. A. Palazzeschi
4.UNA BIMBA ALLEGRA Ero una bimba grossa grossa, con i capelli castani, ruvidi e folti che mi invadevano metà della fronte, una bocca rotonda, sempre aperta alle risate, alle canzoni, agli strilli di gioia. M. Searo
5. UN TIPO CARATTERISTICO Aveva le orecchie a sventola, sporgenti, e i capelli corti che facevano rassomigliare la sua testa tonda a un pollo giovane che non abbia ancora messo le penne. A. Moravia
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3. Riscrivi pensando la descrizione all’opposto, ne risulterà un vecchietto molto diverso. ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... 4. Riscrivi in modo che risulti una bambina triste. Cambia anche le caratteristiche fisiche. ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... 5. Completa la descrizione. ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... ……………………....................... …………………….......................
IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
GUNNAR, IL MUGNAIO Gunnar era quasi un metro e novanta. Aveva capelli castani e ispidi, mento grande, naso lungo, occhi scuri, fronte alta e dritta. Gli zigomi erano sporgenti e il volto era affilato. Di corporatura snella e dritta, camminava a lunghi passi. Gunnar alternava periodi di cattivo umore a periodi di allegria e allora era davvero impareggiabile: scherzava, saltellava sulle gambe da... trampoliere in modo buffissimo, raccontava storie incredibili. Era inoltre bravissimo nell’imitare i vari animali della foresta: con la sua incredibile mimica era capace di trasformarsi ora in una lepre, ora in un lemming, ora in una civetta o in un lupo. Sapeva anche imitare uomini e donne del villaggio così bene, che era facile indovinare di chi si trattasse. In quei momenti felici, i giovani del villaggio accorrevano al mulino per assistere alle esibizioni straordinarie di Gunnar. Ed erano serate indimenticabili! Poi, all’improvviso, Gunnar ripiombava nella sua silenziosa tristezza e nessuno osava andare al mulino senza un serio motivo. A. Paasilina, Il mugnaio urlante, Iperborea
Leggi il brano e ricava le seguenti informazioni: Altezza .................................................................................................................... Volto ........................................................................................................................ ................................................................................................................................. Corporatura ............................................................................................................ Carattere .................................................................................................................. ................................................................................................................................. Qualità particolare .................................................................................................. Lavoro svolto ......................................................................................................... Cosa veniva apprezzato in lui? ................................................................................. .................................................................................................................................
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S C R I V E R E
IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
IL VENDITORE DI LUPINI
S C R I
Procedeva a passi fitti fi e precipitosi, pareva dovesse cadere da un momento all’altro, trascinato avanti dal peso del catino che sorreggeva col braccio sinistro, poggiato sul fianco: aveva, nella destra, una sediolina da campagna. Il catino era verde nell’interno, color mattone di fuori; dentro i lupini erano sotto il sole, umidi e come pescati dal fifiume. Il venditore aveva i capelli bianchi, il naso paonazzo; indossava pantaloni e gilè e, sopra, un grembiule di bucato. Aveva in testa un cappello di paglia. Andava avanti precipitosamente, col peso del catino che lo piegava in due, fermandosi soltanto se richiesto. Allora deponeva il catino sulla seggiolina, cavava dalla tasca del grembiule cartoccetti e pizzichi di sale che cospargeva sui lupini. Il suo gesto era franco, parco come per un rito. Affannava sempre. Sembrava un’anima in pena che percorresse a passi fifitti e precipitosi la città dispensando l’oro dei suoi lupini come benedizione. V. Pratolini
V E R E
Dopo aver letto il brano rispondi: Cosa sono i lupini? ( usa il vocabolario) .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
Cerca nel vocabolario il significato delle seguenti parole. paonazzo
………………………………………................................
parco
................................………………………………………
franco
................................………………………………………
Individua nel testo e scrivi qui sotto le caratteristiche fisiche. L’andatura………………………………………………………………………………..... L’abbigliamento…………………………………………………………………………... Gli oggetti che ha con sé il protagonista………………………………………….........
Definisci, dal contesto, il carattere che può avere il protagonista. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
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IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
UNA FANCIULLA TIMIDA E DELICATA Le sue guance erano piene e rotonde. E le sue labbra, un poco screpolate dal freddo, somigliavano a dei fruttini rossi rosicchiati dagli scoiattoli. La sua pelle era chiara, pura e liscia, quasi che perfi fino la tela, con cui s’asciugava il viso, fosse stata attenta a non sciuparla. Le sue tempie erano d’una bianchezza quasi trasparente: e nell’incavo delle sue orbite, sotto l’occhio, la sua pelle bianca, intatta e liscia somigliava a certi petali delicati, che aperti non durano nemmeno un giorno. Una grande capigliatura nera, tutta di riccioli e boccoli naturali, le scendeva scompigliata intorno al viso, fifino alle spalle. Parevano cresciuti a capriccio, secondo la fantasia. Per me, che non li avevo mai veduti prima, era un divertimento osservare tutti quei riccetti e boccoli; ma per lei, avvezza a portarli fino da piccola, essi non dovevano avere niente di straordinario. Se ne avvolgeva uno attorno a un dito, per nascondere il suo imbarazzo; e poco dopo, vergognandosi d’esser tanto scapigliata, se li scansava, con la mano, d’intorno alla faccia. Allora, apparivano scoperti i suoi orecchi, minuti, ben fatti, che si distinguevano, con la loro tinta rosa, dalla bianchezza del viso e del collo. Aveva i lobi forati e vi portava infilati due cerchietti d’oro. riduz. e adatt. da Elsa Morante, L’isola di Arturo, A. Mondadori
S C R I V E R E
Osserva con quanta attenzione per i particolari l’autrice descrive il volto della bambina. Quale procedimento ha seguito? Prima ha descritto il volto in generale e poi si è soffermata sui particolari. Prima ha descritto alcuni particolari e poi il viso nel suo complesso. Ha scelto i particolari più significativi e li ha descritti con attenzione. Ha scelto alcuni particolari e li ha mescolati alla descrizione del viso. Nella sua descrizione l’autrice attribuisce una particolare importanza ai colori e alle loro sfumature. Scrivi quali particolari del viso corrispondono ai colori indicati. Rosso:...................................................................................................................... Bianco: .................................................................................................................... Nero: ........................................................................................................................ Rosa: ....................................................................................................................... Per rappresentare la delicatezza dei lineamenti della bambina, l’autrice la paragona a ................................................................................................................................ Ti sembra che il paragone sia azzeccato? .............................................................. Trova nel tuo libro una bella immagine e descrivila con accuratezza.
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IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
DESCRIZIONE SOGGETTIVA E OGGETTIVA Completa liberamente con il tipo di descrizione richiesta.
S C R I V E R E
Soggettiva Oggettiva
Luigi è furbo come una volpe. Luigi è un bambino di dieci anni.
Soggettiva Oggettiva
Il mio gattino è un amore. Il mio gattino ha il pelo ............................................
Soggettiva Oggettiva
Elisa è alta come ...................................................... Elisa ..........................................................................
Soggettiva Oggettiva
L’inverno .................................................................... L’inverno ....................................................................
Soggettiva Oggettiva
Il treno ...................................................................... Il treno ......................................................................
Soggettiva Oggettiva
I capelli della nonna ................................................ I capelli della nonna ................................................
Ora scrivi accanto se si tratta di una descrizione oggettiva o soggettiva. La signora aveva 50 anni…………………………………………………………........ La signora dimostrava circa cinquant’anni…………………………………............. La strada era assolata e io mi sentivo molto accaldato…………………………… Il bimbo ha degli stivaletti neri………………………………………………….......... La barba era lunga e bianca………………………………………………………….. Quel volto pallido dava l’idea che la persona fosse malaticcia…………………… Luigi sembrava nervoso e inquieto………………………………………………....... Il mare Adriatico bagna l’Italia……………………………………………………....... Quella ragazza sembrava molto nervosa ............................................................. La mia vettura costa 13 mila euro ........................................................................ Il colore della mia casa è il più bello che ci sia ....................................................
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IL TESTO DESCRITTIVO E NARRATIVO
SINTESI SULLA DESCRIZIONE Cos’è?........................................... Dove si trova? A cosa serve.
DESCRIVERE UN OGGETTO
Come appare visivamente (forma, colori, materiale...) Che suoni emette? Ha degli odori? Provenienza regalo, acquisto...
S
Valore reale, affettivo.
C
Eventuali ricordi e confronti.
R I
Posizione (mare - montagna- pianura...)
V
Confini Estensione
DESCRIVERE UNA CITTÀ
Popolazione
E R E
Strada Edifici pubblici Abitazioni Attività economiche Notizie storiche, feste, tradizioni…
Presentazione ( nome, età, dove abita, professione) aspetto fisico ( statura, corporatura, volto....)
DESCRIVERE
Portamento, andatura.
UNA PERSONA
Abbigliamento Carattere: pregi, difetti. Hobbies Ricordi Un fatto accaduto.
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RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
Fare un riassunto di un testo significa fi riscrivere quel testo utilizzando solo le informazioni più importanti. Per facilitare questo lavoro: 1. 2. 3.
S
4. 5. 6. 7. 8.
Leggi attentamente il testo interamente. Dividi il testo in tre parti: inizio, parte centrale, conclusione. Dividi ogni parte in sequenze (piccoli argomenti). Spesso si tratta di un capoverso quindi sono facilmente identificabili. Individua in ogni sequenza la parola/ le parole chiave e cerchiale. Sottolinea i punti importanti riferiti alla parola chiave. Puoi preparare una scaletta o uno schema. Riscrivi i punti 3 e 4 riferiti alla parola chiave. Rileggi bene tutto.
T
IMPORTANTE
U D I A
NON USARE IL
NON SCRIVERE IN
R
DISCORSO DIRETTO
PRIMA PERSONA
E
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RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
LA RICCHEZZA NEL CASSONETTO
Leggi attentamente il brano della prima colonna e, nella seconda, riassumi brevemente ogni sequenza già definita. Siamo sommersi da enormi quantità di immondizie e di rifi fiuti, tra cui montagne di pneumatici e di contenitori che danno ai nostri panorami l’aspetto di un paesaggio lunare. Eppure tutto ciò potrebbe essere trasformato in una fonte di benessere.
Enormi quantità di rifiuti fi rovinano il paesaggio. Essi potrebbero essere trasformati in fonte di benessere.
Infatti bisogna ricordare che la tecnologia del nuovo millennio permette di riciclare quasi tutto ciò che finisce nei cassonetti, trasformandolo in nuovi prodotti o fornendo combustibile per produrre energia.
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Questo fatto, che un tempo poteva sembrare straordinario, è oggi realtà negli Stati Uniti. I ragazzi che vivono nelle grandi periferie urbane hanno afferrato l’idea alla svelta: portare lattine vuote negli appositi luoghi di raccolta perché vengano utilizzate e intascare dollari.
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Anche gli “homeless”, i barboni fifilosofi che vivono a New York, hanno capito che bidoni e discariche contengono oro. Separano i rifiuti fi secondo i materiali di cui sono composti, creando così il primo anello di collegamento tra la discarica e la produzione di nuova merce.
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Per raggiungere questo risultato, però, dovremo imparare a considerare i rifiuti fi come materiali ricchi, anziché poveri. Da separare, da raccogliere, da trasformare. Separare le bucce dalla plastica, il legno dalla carta e fare come molte famiglie americane che raggiungono i cassonetti in strada, portando non un solo sacchetto, ma tanti sacchetti destinati ciascuno a uno specifico cassonetto.
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P. Guzzanti, Specchio - La Stampa
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S T U D I A R E
RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
AARON NELLA TORMENTA
Leggi il brano e riassumi le sequenze, già definite alla fine del brano. Il sole splendeva quando Aaron aveva lasciato il villaggio. D’improvviso il tempo cambiò. Un nuvolone nero, azzurrognolo al centro, apparve a levante e rapidamente coprì il cielo. Un vento freddo cominciò a soffiare. fi I corvi volavano bassi, gracchiando. Dapprima sembrò che stesse per piovere, ma cominciò invece a grandinare come d’estate. Era ancora presto. Ma venne buio come al crepuscolo. Dopo un po’, la grandine si trasformò in neve.
S
Aaron, a dodici anni, aveva visto ogni sorta di tempo ma mai una nevicata come quella. Era così fitta che non lasciava passare la luce del giorno. Ben presto la strada fu coperta completamente. Il vento divenne freddo come il ghiaccio. La strada che portava alla città era stretta e tortuosa. Aaron non sapeva dove fosse, non riusciva a vedere nulla attraverso la neve, e il freddo cominciò a penetrare la sua giacca imbottita.
T U D I A R E
La neve si fece più pesante, cadendo al suolo in grandi fifiocchi, turbinosa, e sotto di essa gli stivali di Aaron incontrarono improvvisamente la soffi fice superficie di un campo arato. S’accorse allora di non trovarsi più sulla strada e d’essersi smarrito. Non capiva più dove fosse l’est e l’ovest, dove si trovasse il villaggio, e dove la città. Il vento fischiava, ululava, faceva girare la neve in mulinelli. Sembrava che dei folletti bianchi giocassero a rincorrersi nei campi, una polvere bianca si levò sulla terra. Zlateh, la capra di Aaron, si fermò. Non poteva più andare avanti. Puntò testardamente i suoi zoccoli forcuti in terra e belò come se pregasse di essere portata a casa. Dalla sua barba bianca, pendevano ghiaccioli e le corna erano incrostate di ghiaccio. Aaron non voleva ammettere il pericolo, ma sapeva bene che se non avessero trovato riparo sarebbero morti congelati. Quella non era una tempesta qualsiasi, era una terribile tormenta, la neve gli arrivava alle ginocchia. Le sue mani erano intorpidite, e non si sentiva più le dita dei piedi. Quando respirava, gli sembrava di soffocare. Gli pareva di avere un pezzetto di legno al posto del naso e se lo strofinò con la neve. Improvvisamente scorse qualcosa che sembrava una collina. Si domandò cosa potesse essere. Chi aveva ammucchiato la neve in un cumulo così colossale? Quando si avvicinò, si accorse che era un grande covone di fifieno che la neve aveva ammantato.
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RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
Aaron capì subito che erano salvi. Con grande sforzo, si scavò un passaggio nella neve. Era un ragazzo di campagna e sapeva che cosa fare. Quando raggiunse il fieno, scavò una nicchia per sé e per la capra. Per quanto potesse essere freddo fuori, nel fieno fa sempre caldo. E il fieno era cibo per Zlateh. Appena essa ne sentì l’odore, fu contenta e si mise a mangiare. Fuori la neve continuava a cadere e rapidamente coprì il passaggio scavato da Aaron. I. B. Singer
Riassunto. 1 - Il sole splendeva quando Aaron era partito, poi d’improvviso iniziò a piovere, grandinare e infine nevicare. Ben presto scese il buio. 2 - ............................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................
S T
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U D I A R E
RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
LA DIGA
Leggi il testo informativo. - Dividi in sequenze il brano. - Sottolinea e scrivi a lato le parole chiave.
S T U D I A R E
Molti e molti anni fa, le tempestose acque del Mare del Nord, spezzando le dune di sabbia che proteggevano il territorio olandese, più basso del livello del mare, invasero una vasta parte dell’Olanda, portando ovunque distruzione e morte, e formando un vasto golfo, lo Zuidersee. Così rimasero le cose per circa 600 anni, sino a quando gli Olandesi, poco dopo la fine della prima guerra mondiale, iniziarono la riconquista di almeno una parte del territorio perduto. Il primo passo doveva essere la costruzione di una diga, lunga ben 32 chilometri, che doveva congiungere le due sponde del golfo e formare così un vasto lago interno. Due terzi di questo lago sarebbero poi stati trasformati in terreno coltivabile; il resto sarebbe stato svuotato dall’acqua salata ed avrebbe accolto l’acqua del fifiume Ljssel, costituendo così un gran serbatoio di acqua dolce, utilizzabile per le irrigazioni. Come fu costruita una diga così gigantesca, in un mare spesso agitato dalle onde in tempesta? Gli Olandesi utilizzarono la tecnica seguente. Enormi zattere, lunghe più di cento metri e larghe venticinque, formate di giunchi intrecciati, venivano caricate con grossi blocchi di pietra, proprio fifino al limite di galleggiamento. Poi venivano rimorchiate fifino al punto giusto, dove bastava l’aggiunta di poche altre pietre per farle affondare. Furono così affondate centinaia di zattere, fifino a formare sul fondo una linea continua di massi, da una sponda all’altra. Su questi massi vennero poi scaricate migliaia di tonnellate di terra e di pietre, finché la diga affiorò fi e divenne tanto alta da sbarrare il passo alle onde dell’oceano, e tanto larga da lasciare il posto per una grande strada e per una ferrovia. Si trattava ora di togliere l’acqua salata che formava il tranquillo lago delimitato dalla diga. Questo lavoro poteva essere
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RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
fatto più comodamente dividendo il lago in tante parti. I tecnici cominciarono così a isolare dal grande lago un laghetto quindici volte più piccolo, costruendo un’altra diga formata, questa volta, quasi soltanto di terra. Da questo lago più piccolo gigantesche macchine idrovore pomparono per sei mesi l’acqua salata, scaricandola in mare. Quando apparve il fondo fangoso, le draghe scavarono dei profondi fossati per rendere più completo il prosciugamento. Dopo le draghe entrarono in azione gli aratri meccanici, che rivoltarono lo strato di sabbia e di melma che si era formato durante sei secoli, riportando alla luce la terra fertile che giaceva sotto di esso. L’effetto del sale rimasto nel terreno fu eliminato con centinaia di tonnellate di concimi chimici adatti. Poi furono seminate erbe e gramigna, per solidificare fi il suolo friabile; quindi fu seminata la segale, e finalmente il grano.
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G. Petter
S T U D
Prepara uno schema a punti e fai il riassunto. • Molti anni fa ………………………………………………………………………......... ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… • Il primo passo………………………………………………………………................. …………………………………………………………………………………………....... • Tecnica ………………………………………………………………………................ ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… • Alla fine ………………………………………………………………………............... ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………
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I A R E
RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
SFRUTTARE GLI ABISSI
Leggi il seguente testo informativo.
S T U D I
La pesca, insieme con la caccia, e ancora prima dell’agricoltura, è la più antica risorsa dell’uomo. Oggi il mare ci fornisce ogni anno settanta milioni di tonnellate di cibo, a cui va aggiunto tutto quello che viene pescato per consumo proprio e che, non essendo immesso in commercio, sfugge ad ogni statistica: ma senz’altro deve trattarsi di una cifra altrettanto rispettabile. Al pesce, va aggiunto un altro cibo fornito dal mare: le alghe, che per gli orientali sono un piatto prelibato e che, per certi popoli, costituiscono il principale nutrimento. Poi, il sale. Se molte saline, come quella di Augusta, ricca e famosa fifin dall’epoca dei Greci, oggi vengono abbandonate, in quanto la chimica ha reso più conveniente una produzione di tipo industriale, non si può dimenticare che per secoli il sale è stato talmente prezioso all’uomo da essere addirittura la merce di scambio per antonomasia, il progenitore delle moderne monete. Ed oggi, se in tutto il mondo l’interesse della scienza per il mare - il nostro provvidenziale e generoso «vicino di casa» - si è di colpo risvegliato e ovunque si stanno approntando giganteschi programmi di studio e di ricerca, se l’oceanografia fi non ha più il suo ingrato ruolo di Cenerentola ed è anzi considerata la scienza del futuro, più ancora dell’astronautica, è unicamente perché oggi il mondo sovraffollato ha bisogno di altro cibo, di acqua, dei minerali che si vanno esaurendo rapidamente nel sottosuolo, e soltanto il mare potrà darci quanto ci occorre. Abbiamo sfruttato la terra ed oggi bisogna prepararsi a sfruttare gli oceani.
A R E
Gianni Padoan
Fa’ il riassunto seguendo la traccia fornita da queste domande. Oltre alla pesca quali sono le riserve per l’uomo? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Quali prodotti ci fornisce il mare? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. Come mai oggi l’uomo ha tanto interesse per il mare? ................................................................................................................................. .................................................................................................................................
Trova il significato dei seguenti termini usando il vocabolario. Statistica - Antonomasia - Progenitore - Approntare
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RIASSUNTO E METODO DI STUDIO
L’ORSO POLARE
Rispondendo alle domande fa’ il riassunto del brano. L’orso polare è il più grande carnivoro terrestre: 260280 centimetri di lunghezza, quasi una tonnellata di peso. Rispetto all’orso bruno, ha corpo più agile e allungato, collo lungo, testa relativamente piccola e stretta, fronte piatta, orecchie corte e arrotondate. Ha unghioni aguzzi come quelli di un gatto e una poderosa dentatura che gli consente di spezzare il collo a una foca con un solo morso. Instancabile e solitario vagabondo, trotterella perfettamente a suo agio attraverso le grandi, solitarie, silenziose distese di ghiaccio e la sua preda più ambita è la foca. In estate, non disdegna i piccoli roditori, i frutti di bosco, le radici, le foglie. Dopo essersi nutrita abbondantemente e aver accumulato così uno spesso strato di grasso di riserva, alla fine di ottobre o ai primi di novembre la femmina gravida lascia la banchisa e, sui declivi di una collina o sulla riva di un fiume, dove la neve è più soffi fice, scava un tunnel lungo 15-20 metri, terminante in una vasta camera nella quale «mamma orsa» si rifugia, per restarvi tutto l’inverno. La neve accumulata dai forti venti ben presto chiude l’ingresso della tana. I piccoli (due, raramente tre) nascono alla fifine di gennaio. Ciechi, privi di pelo, pesano meno di mezzo chilo, ma crescono assai rapidamente e, alla fifine di marzo o all’inizio di aprile, sono pronti per essere introdotti nel mondo esterno. È questo un momento assai delicato, che la madre affronta con gran cautela. Smagrita ed esausta, si affaccia più volte all’apertura della tana per individuare la presenza di possibili nemici e, solo quando è sicura di non esporre i cuccioli ad alcun pericolo, abbandona finalmente la lunga prigionia, seguita dai fifiglioletti ormai robusti, agili e provvisti di un folto pelo. Thor Larsen
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Chi è? ............................................... .............................................. .............................................. Com’è fisicamente? ............................................... .............................................. .............................................. Cosa fa? ............................................... .............................................. .............................................. Di che cosa si nutre? D’inverno ............................................... ............................................... D’estate ............................................... ..............................................
S T U D I A
Quando nascono i piccoli? ............................................... .............................................. Come si presentano? ............................................... .............................................. Come si presenta “mamma orsa“ dopo l’allattamento? ............................................... ............................................... .............................................. ..............................................
R E
METODO DI STUDIO
METODO DI STUDIO PRIMA DI COMINCIARE A STUDIARE Ci sono alcune strategie che mi possono aiutare ad impostare il mio metodo di studio. Per prima cosa mi devo chiedere: 1. Che cosa devo sapere?
S T U
È importante sapere che cosa devo memorizzare o su che cosa devo ragionare. Posso farlo leggendo velocemente il brano per avere un’idea e ponendomi domande del tipo: - Chi è/che cos’è? - Quando? - Come, in quale modo...? - A cosa serve? - Dove?
D I
POI DEVO DECIDERE
A R E
2. In quanti modi posso studiare? - Ricordare la spiegazione dell’insegnante. - Guardare le illustrazioni. - Rivedere gli appunti. - Prendere appunti per ricordare meglio. - Leggere (tutto, in modo veloce, un paragrafo alla volta). - Leggere le didascalie. - Leggere i grafici. - Sottolineare.
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METODO DI STUDIO
DOPO AVER SCELTO IL MODO MI CHIEDO
3 - Sono sufficientemente concentrato sul mio piano d’azione? È la parte di studio vera e propria. Adotto queste strategie per verificare se sto procedendo bene. - Leggo tutto il materiale (capitolo, paragrafo, articolo). - Rileggo brevi periodi e sottolineo. - Ripeto con parole mie per verificare di aver capito bene. - Scrivo brevi note che mi aiutino a ricordare la sequenza dei fatti . - Ripeto di seguito tutto il contenuto come se dovessi raccontarlo all’insegnante. S
ALLA FINE
T U
4 - Verifico se ho studiato in modo efficace.
D I
Perché i miei sforzi siano efficaci devo verificare se so ripetere la lezione. Posso farlo con l’aiuto di queste strategie.
A R
- Rispondere alle domande che mi ero posto nella fase 1. - Immaginare di rispondere alla domanda «Parlami di...». - Spiegare a qualcuno quanto ho appena imparato. - Registrare l’esposizione e riascoltarla per avere un’idea di cosa può capire chi ascolta. Tratto e modificato da Imparare a studiare e di Cornoldi
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E
METODO DI STUDIO
METODO DI STUDIO Capacità
- individuare l’idea centrale.
Descrizione
- individuare l’argomento, le informazioni principali e quelle accessorie. - cogliere i rapporti temporali e causali.
Prerequisiti
- capacità di suddividere un testo in sequenze. - capacità di individuare e selezionare le informazioni.
Tecniche
- sottolineatura (idea centrale) cancellatura(idee accessorie). - note a margine. - uso di segnali grafici.
Materiali
- testi, documenti di vario tipo, vocabolario.
Fasi
- prelettura veloce per individuare l’argomento. - lettura approfondita per capire. - divisione in sequenze. - individuazione delle informazioni rilevanti. - organizzazione delle informazioni selezionate e confronto. - collegamento delle informazioni secondo rapporti temporali e causali.
Correzione e verifica
- confronto e discussione.
S T U D I A R E
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METODO DI STUDIO
USO DELLA MEMORIA VISIVA PER STUDIARE Per aiutarti a ricordare ciò che d’importante hai letto in un capitolo, o visto in un audiovisivo, oppure hai ascoltato durante una lezione, devi far ricorso a delle tecniche per esercitare la memoria visiva .
MEMORIA VISIVA
Permette di
Si esercita attraverso Appunti chiari
Schemi
Sottolineature
Ricordare le cose come se le avessimo davanti agli occhi.
S T Per avere la capacità di utilizzare queste tecniche è necessario attenersi a regole ben precise. Prima di incominciare rileggi la mappa e rifletti: fl la distribuzione dei concetti in uno schema grafico fi come quello proposto sopra, può essere un aiuto per la comprensione, oltre che per la memoria. Ora proviamo a mettere in pratica alcuni consigli pratici per imparare a sottolineare, prendere appunti e costruire schemi.
U D I A R E
PRENDERE APPUNTI Significa
richiede di
Annotare in modo sintetico frasi nell’ordine di ascolto.
Capire le informazioni principali.
si utilizza In contesti diversi: - ascolto - lettura - visione filmati.
si esercita anche Quotidianamente: - compiti nel diario - messaggio di una telefonata - indicazioni per un luogo di incontro.
Per prendere appunti è necessario imparare a scrivere in fretta e in forma abbreviata. È consigliabile: - evitare gli articoli - abbreviare le parole - utilizzare simboli grafici convenzionali = uguale x per = diverso > maggiore < minore + più - meno
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METODO DI STUDIO
SOTTOLINEARE
Serve per
Evidenziare - parole chiave - idee chiave.
S T U D I
permette una
si effettua con
Rilettura più veloce dei punti importanti da ricordare.
Segni e strumenti diversi: linee intere, tratteggiate, frecce, in matita, con colori diversi…
La sottolineatura ha la stessa funzione delle parole in grassetto che trovi nei testi. Possiamo utilizzare la sottolineatura con qualsiasi tipo di testo: naturalmente con scopi diversi, a seconda del testo. In un testo narrativo, si possono sottolineare, con colori diversi, i personaggi, i luoghi, il tempo.
A R
In un testo regolativo si possono distinguere gli ingredienti dalle procedure.
E
In un testo descrittivo si possono evidenziare gli elementi della descrizione (aspetto fisico, comportamento, ecc.) o i dati di senso. In un testo informativo dovranno emergere le parole chiave o le idee chiave. Ricorda, però, che non devi esagerare con la sottolineatura, altrimenti perde il suo scopo, che è quello di mettere in evidenza ciò che è veramente importante in una pagina.
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METODO DI STUDIO
DIECI PASSI PER STUDIARE EFFICACEMENTE 1° Leggi con attenzione ciò che devi imparare. 2° Sottolinea le parole nuove o difficili che devi capire (altrimenti...ripeterai solo come un “pappagallo” che parla e non sa cosa dice!), cerca il loro significato fi sul vocabolario e memorizzalo. 3° Sottolinea con la matita o con un pennarello le idee - chiave, cioè le parti fondamentali, le informazioni e i concetti più importanti. fi (cioè parte per parte) ad alta 4° Rileggi il testo e ripetilo la prima volta a paragrafi voce. 5° Prepara una mappa con le idee - chiave e con i collegamenti ( con, attraverso, perciò, perché…) necessari per avere sott’occhio tutto ciò che devi ricordare e spiegare. 6° Rileggi nuovamente tutto e ripeti ad alta voce il testo intero con il libro in mano (così ti accorgerai se commetti errori o se ti blocchi in qualche punto). 7° Registrati con un registratore a cassette, per poterti riascoltare e correggere. 8° Arricchisci la tua esposizione con particolari, con osservazioni e con collegamenti utili, aggiungendo anche il tuo parere, o una tua idea, quando serve. 9° Fai ascoltare a qualcuno la tua esposizione (per farti consigliare e per vedere se sei chiaro anche per gli altri). 10° Il giorno dopo ripassa tutto, rileggendo e ripetendo ancora la parte studiata.
S T U D I
ALCUNE NOTE IMPORTANTI
A
Fai di seguito: punti dal n.1 al n.5, possibilmente senza interromperti: per due pagine del tuo libro ti occorrerà circa mezz’ora per fare tutto (...45 minuti se sei un tipo lento!). In un secondo momento (o il giorno dopo, se sei stanco o non hai il tempo per fare tutto in una volta) i punti dal n.6 al n.9, ci vorrà un’altra mezz’ora. Ricorda, però, che se hai diffi ficoltà nell’esposizione dovrai provare a ripetere più volte. Comunque vedrai che, dopo le prime prove, diventerai sempre più veloce nello studio (perché la tua volontà, il tuo cervello e la tua memoria saranno sempre più allenati!). Il punto n.7 ti può sembrare inutile, ma ti sbagli; è invece quello più importante per la memorizzazione, per l’autocorrezione e anche per il ripasso nei giorni successivi. Per costruire le mappe devi conoscere bene l’argomento che dovevi studiare. Infatti come potresti disegnare la mappa di un parco... se non lo conosci e se non hai provato a percorrerlo e ad attraversarlo?
R
Rielaborazione sito www.nonsoloscuola.org
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E
METODO DI STUDIO
ANCHE LA LINGUA ITALIANA HA UNA STORIA
Leggi questa scheda e ricerca l’dea principale, evidenzia le frasi più importanti che ti possono servire per ripetere la lezione. “Con la caduta dell’Impero Romano le leggi, le istituzioni, la civiltà subirono una decadenza. Anche la lingua latina, parlata in tutta l’Italia (sia pure con le diverse inflessioni regionali) e compresa in tutto l’Impero, decadde. Con la fifine dell’Impero e le invasioni barbariche le scuole non funzionavano più e le comunicazioni erano diventate molto difficili. fi Perciò il latino andò rapidamente trasformandosi e si modificò a seconda dei luoghi.
S T
Si tornava così a quelle forme linguistiche usate nelle varie località prima che il latino fosse portato dai Romani insieme alla loro cultura e al loro potere. Se il latino non scomparve del tutto fu dovuto all’organizzazione della Chiesa cristiana nelle cui scuole si continuava a parlare e studiare il latino.
R
Ma coloro che potevano studiare a quel tempo erano pochi privilegiati, perciò il latino divenne uno strumento di comunicazione usato esclusivamente tra le persone colte. Tutti gli altri, la gran massa dei contadini, artigiani e mercanti che vivevano nei villaggi, nelle terre di un’abbazia o di un feudo, parlavano lingue diverse. Esse si discostavano sempre più dal latino in quanto tornavano a forme linguistiche precedenti e subivano le infl fluenze linguistiche di altre popolazioni. Nacquero così le lingue volgarii così dette perché parlate dal volgo, cioè dal popolo”.
E
Sottolinea nel testo le parti che evidenziano questi aspetti:
U D I A
1 - La decadenza della lingua latina. 2 - La sopravvivenza del latino nelle scuole cristiane. 3 - La nascita di altre lingue.
Completa questo schema logico. Causa ……………………………… ……………………………… ………………………………
Conseguenza 1 Il latino non è più parlato nelle terre conquistate dai Romani.
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Conseguenza 2 ………………………… ………………………… …………………………
METODO DI STUDIO
LA DOMUS ROMANA
Leggi il brano e poniti le domande: - Chi è/che cos’è? - Quando? - Come, in quale modo...? - A cosa serve? - Dove?
Nell’antica Roma, si affermano principalmente due tipi di case, la domus e l’ insula. La domus era la tipica casa signorile di città. Essa era strutturata generalmente su un piano e si estendeva in largo occupando talvolta un intero quartiere. L’entrata si trovava generalmente su uno dei due lati più corti. Dall’ entrata si passava all’atrium, che era di forma quadrata al centro del quale c’era l’impluvium, una vasca per la raccolta dell’acqua piovana proveniente dall’apertura apposita nel tetto (cumpluvium). Attorno all’atrio c’erano alcune stanze adibite a vario uso, come la cucina (culina) ove su un apposito bancone di laterizio si preparavano le pietanze, cucinando in appositi piccoli forni o sopra a dei bracieri. Accanto all’atrio era sempre presente il lararium dove si tenevano le statue dei larii protettori della casa, della famiglia e di altre divinità. In fondo all’atrio solitamente si trovava il tablinum, ossia una stanza nella quale si ricevevano gli ospiti, la quale era affacciata con un lato sul peristilium cioè un giardino circondato da un colonnato sotto il qual c’erano le porte che davano alle camere da letto (cubicula), ed al triclinium ossia la sala da pranzo. In quest’ultima erano presenti dei letti sui quali si mangiava distesi attingendo il cibo che era posato nei piatti su un tavolo centrale. Talvolta alcune domus avevano anche piccole fontane o statue al centro del giardino, e possedevano un altro peristilium adibito a piccolo orto/giardino attorno al quale si sviluppavano stanze private. Da notare è che tutte le fifinestre erano rivolte verso l’interno della casa. La domus possedeva inoltre una seconda uscita di servizio, detta posticum, sul retro per permettere il passaggio della servitù e dei rifornimenti senza ingombrare l’ingresso principale.
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S T U D I A R E
METODO DI STUDIO
Ora rispondi.
S T
Hai risposto alle domande poste all’inizio della scheda? Sì NO Che strategie hai scelto per studiare? 1 ......................................………………………………………………………………... 2 .....................................…………………………………………………………………. 3 ......................................………………………………………………………………... 4 ......................................………………………………………………………………... Come ti sei concentrato? 1 .......................................………………………………………………………………... 2 .....................................…………………………………………………………………. 3 .......................................……………………………………………………………….. Hai verificato fi che …………………………………………………………………………… .................................................................................................................................... ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………...................................................................................................
U D I A R E
Allora (come oggi) anche i ricchi non erano tutti ricchi allo stesso modo. E naturalmente non tutte le case signorili erano uguali. Alcune avevano più stanze e locali, altre erano un po’ più piccole e modeste. La pianta di questa domus, per esempio, contiene anche alcuni locali che non sono stati presentati nella precedente descrizione. Sai individuarli?
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METODO DI STUDIO
L’INTERROGAZIONE
Studia la scheda di questa regione e preparati per un’interrogazione. Province - Regione formata da 7 province: Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza. Capoluogo - Venezia Superficie - kmq 18365 Le origini del nome: Al tempo dei Romani la Regione si chiamò Venetia dal nome dell’antico popolo che l’abitava. Questa regione si chiamò anche Venezia Euganea, derivante sempre da antichi abitanti (Euganei) che vennero poi assorbiti dai Veneti. Con la Venezia Tridentina e la Venezia Giulia, la Venezia Euganea forma le cosiddette ‘Tre Venezie’.
S T U D I A R E
Rilievi - Valichi - Coste - Isole. La parte settentrionale della regione è costituita per un tratto dalle Alpi Carniche con la Marmolada, dalle Cime di Lavaredo, dalle Pale di San Martino e dalle Tofane, mentre al versante orientale delle Dolomiti appartengono l’Altopiano del Grappa, l’Altopiano di Asiago, i Monti Lesini e il Pasubio. Ci sono numerosi valichi tra i quali dobbiamo ricordare il Pordoi e il Passo del Falzarego, che mettono in comunicazione il Veneto con il Trentino - Alto Adige mentre il Passo di Mauria collega il Veneto con il Friuli - Venezia Giulia e infi fine il Passo di Monte Croce di Comelico che mette in comunicazione il Veneto con l’Austria. La Pianura Padana veneta si divide in: alta pianura e bassa pianura. L’alta pianura è caratterizzata da un terreno molto ghiaioso e quindi più arido, mentre la bassa pianura si distingue per la ricchezza di corsi d’acqua dovuti dalla costante irrigazione delle risorgive che hanno un’importanza notevole per l’agricoltura.
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METODO DI STUDIO
Paesaggio. Il territorio veneto presenta molteplici aspetti: la parte montuosa ha valli e verdi boschi mentre i laghi sorgono in mezzo ai pascoli. Le colline sono ricoperte soprattutto di vigneti, da olmi e roveri. Il Lago di Garda, con il suo clima mite, fa prosperare ulivi e oleandri, mentre la pianura è coltivata a vigneti e frutteti. Le strade hanno un intenso traffi fico e non mancano neanche i grigi stabilimenti industriali. Alcuni altopiani si alternano da un panorama brullo e roccioso a distese di boschi e prati dove sorgono piccoli paesi e località di soggiorno con alberghi moderni. Prima operazione: selezionare le notizie più importanti. Sottolinea nel testo alcune notizie che ti sembrano importanti. Per ogni paragrafo due o tre righe. Per memorizzare i nomi aiutati con la cartina. Seconda operazione: fa’ lo schema (per i dati generali non serve). S
Origine del nome .................................................................................................... Rilievi ........................................................................................................................
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Valichi .......................................................................................................................
U
Coste ........................................................................................................................
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Pianure .....................................................................................................................
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Paesaggio: Montagne ............................................................................................. Colline .................................................................................................
A
Laghi ..................................................................................................
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Strade ................................................................................................
E
Centri abitati ....................................................................................... Terza operazione: impara bene l’argomento: leggilo più volte, esponi più volte con l’aiuto del libro e della scaletta (o degli schemi). Chiudi il libro, metti da parte schemi e scalette ed esponi come se ti trovassi in classe. Quarta operazione: controlla di volta in volta i progressi fatti, per esempio chiedendo a un compagno o un adulto di ascoltare e di valutare chiarezza e correttezza della tua esposizione. Se puoi registra la tua esposizione e riascoltala.
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IL TESTO POETICO
TESTO POETICO
Il testo poetico usa personificazioni
similitudini
metafore
Si presentano elementi della natura come fossero persone. Es. Quel cagnolino è un bambino!
Si fa un paragone introdotto dalla parola come. Es. Un bambino bello come un fiore.
Si usano una o più parole con un significato fi diverso da quello che hanno di solito, anche se mantengono una certa somiglianza. es. Tocco il cielo con un dito; siamo quattro gatti...
Per capire una poesia occorre: - Cercare notizie sull’autore. - Capire le parole della poesia. - Individuare personificazioni, similitudini, metafore.
- Individuare da che cosa è dato un ritmo: rima, lunghezza del verso... - Andare al di là delle parole e capire i sentimenti che vuole comunicare il poeta.
Individua le personificazioni presenti in questi versi. Ed ecco che è arrivato marzo bello! Le viole in mezzo al prato escono fuori con l’ombrello. Piove ancora e ride il sole...
P O E
Beltranelli
S
Inventa tutte le similitudini. Il mare al tramonto è come…………………………………………………………… I suoi capelli biondi sono come……………………………………………………….. Le ombre, di notte sono come…………………………………………………………. Il cielo cupo è come…………………………………………………………………….
Spiega con le tue parole queste metafore. Tocco il cielo con un dito……………………………………………………………….. Hai le mani bucate……………………………………………………………………….. Mi sento una trottola……………………………………………………………………... Ho tagliato la corda ..........................................……………………………………… Ho sudato sette camicie…………………………………………………………………. Eravamo in quattro gatti………………………………………………………………....
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I A
IL TESTO POETICO
BREVI BIOGRAFIE DI POETI ITALIANI Giosuè Carducci nato nel 1835 e morto nel 1907. È stato uno dei più grandi poeti italiani. Temperamento schietto ed irrtuento, ostinato e coraggioso, Carducci nutrì tenaci e profondi affetti che trovano espressione, oltre che nella sua poesia, nei numerosi scritti. Nel 1906 vinse il premio Nobel.
Giacomo Leopardi nato nel 1798 è morto nel 1837. È stato un grandissimo poeta. Di salute molto delicata è costretto ad una vita ritirata nel palazzo di famiglia. Cresce senza amici e ha una visione sconsolata della vita che traspare dai versi pessimistici delle sue poesie.
P
Ugo Foscolo nato nel 1778 morto nel 1827. Narratore
O
e poeta. Fu un fervente patriota e partecipò ad alcune campagne napoleoniche; subì persecuzioni politiche che lo condussero in esilio a Londra, dove morì.
E S I A
Giovanni Pascoli nato nel 1855 e morto nel 1912. Insegnante di università e grande poeta. Nell’infanzia subì il grande dolore della perdita del padre ucciso in un’imboscata. Dopo questa morte la famiglia piombò nella povertà. Fu allievo del Carducci. La sua poesia è soprattutto rivolta alla natura e ai ricordi.
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IL TESTO POETICO
Salvatore Quasimodo nato nel 1901 è morto nel 1968. Appartiene alla corrente dell’ermetismo: in pochi versi esprime molte idee ed emozioni. Nel 1959 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
Umberto Saba nato nel 1883 è morto nel 1957. È un poeta originale di fama internazionale. Le caratteristiche della sua poesia sono la musicalità, la nostalgia, la tristezza umana.
P Gabriele d’Annunzio nato nel 1863 e morto nel 1938. Poeta, pensatore, patriota e soldato, è uno dei massimi poeti dell’Italia moderna. Volontario di guerra fu eroe e liberatore di Fiume. Ha scritto romanzi, drammi, poesie. Nelle sue opere cerca la musicalità del verso e la raffinatezza dei termini.
O E S I A
Giuseppe Ungaretti nato nel 1888 è morto nel 1970 è un poeta personalissimo, caposcuola della corrente letteraria dell’ermetismo dal verso scarno e preciso che riesce a toccare il cuore di chi lo legge. È stato professore all’università di Roma.
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IL TESTO POETICO
LA PARAFRASI
fi esporre il contenuto PARAFRASI è una parola di origine greca che significa: di un testo con altre parole. Per fare una parafrasi è importante seguire alcune tappe. - Leggere attentamente la poesia per capirne l’idea globale. - Individuare vocaboli non conosciuti, sottolinearli, scriverne accanto il significato. - Osservare il ritmo musicale, le rime, il lessico. - Capire il messaggio che il poeta vuole darci. - Individuare similitudini, personificazioni, fi simboli che aiutano a capire meglio. - Riscrivere con parole proprie ciò che il poeta esprime in versi.
Leggi attentamente la poesia, rispondi poi alle domande.
P O E S I A
LA QUERCIA CADUTA Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande morta, né più coi turbini tenzona. La gente dice: or vedo: era pur grande! Pendono qua e là dalla corona i nidietti della primavera. Dice la gente: or vedo era pur buona! Ognuno loda, ognuno taglia. A sera ognuno col suo grave fascio va. Nell’aria, un pianto d’una capinera che cerca il nido che non troverà. GIOVANNI PASCOLI
Chi è l’autore? .......................................................................................................... Che cosa sai di lui? .................................................................................................. .................................................................................................................................. Quali parole non ti sono chiare? ............................................................................... .................................................................................................................................. Cerca il significato fi sul vocabolario e scrivilo accanto. Quale messaggio vuole comunicare l’autore? ......................................................... Che sentimenti hai provato?...................................................................................... Fa’ ora la parafrasi nel tuo quaderno.
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IL TESTO POETICO
I PASTORI
Leggi la poesia. Anche se in alcune parti è di difficile comprensione, goditi il suono delle parole e la musica dei versi. Poi completa lo schema sul tuo quaderno. Settembre, andiamo! È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare; scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d’acqua natia rimanga ne’ cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d’avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina!
P O
Ora lunghesso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci romori.
E S I
Ah, perchè non son io co’ miei pastori? Gabriele D’Annunzio
A Notizie sulla vita dell’autore Sentimenti dell’autore
autore
Tuo giudizio personale
Argomento trattato
Parole che non conosci da cercare nel dizionario
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IL TESTO POETICO
AUTORITRATTO
Leggi attentamente la poesia, rispondi poi alle domande e completa. Solcata ho fronte, occhi incavati, intenti, crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto, labbro tumido, acceso, e tersi denti; capo chino, bel collo, e largo petto; giuste membra; vestir semplice, eletto; ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti; sobrio, umano, leal, prodigo, schietto: avverso al mondo, avversi a me gli eventi. Talor di lingua, e spesso di man prode; mesto i più giorni e solo; ognor pensoso; pronto, iracondo, inquieto, tenace. Di vizi ricco e di virtù, dò lode alla ragion, ma corro ove al cor piace: morte sol mi darà fama e riposo. Ugo Foscolo
Di che parla la poesia? Sottolinea e trova il significato fi delle parole sconosciute. P O E S I A
Definisci con parole tue le seguenti parti della descrizione. Volto........................................................................................................................... Vestire........................................................................................................................ Modi di camminare.................................................................................................... Carattere.................................................................................................................... Con quale aggettivo defi finisce la sua virtù?............................................................... E i suoi vizi?............................................................................................................... Se tu dovessi defifinire il carattere di questo poeta lo diresti: (metti le crocette che ritieni opportune). Tranquillo
nervoso
ansioso
molto attivo
pacifico
sensibile
con molti interessi
sereno
malinconico
inquieto
riflessivo
aggressivo
Dove pensa il poeta di trovare la tranquillità? ................................................................................................................................... Osserva l’immagine; secondo te corrisponde alla descrizione?
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IL TESTO POETICO
ED È SUBITO SERA Leggi attentamente la seguente poesia di Quasimodo. Ed è subito sera. Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera. S. Quasimodo
A quale corrente letteraria appartiene Quasimodo? ................................................................................................................................... Che caratteristiche noti nella poesia? ................................................................................................................................... Che cosa significa che ognuno è “solo sul cuore della terra”? ................................................................................................................................... Cosa rappresenta il “raggio di sole”? ................................................................................................................................... Cosa vuole affermare il poeta dicendo “ed è subito sera”? ................................................................................................................................... Rapppresenta i sentimenti di questa poesia con un disegno e con i colori.
P O E S I A
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IL TESTO POETICO
LA MADRE DI CECILIA Anche un testo letterario può trasmettere sentimenti intensi come un testo poetico. Leggi il seguente brano di Alessandro Manzoni tratto dal famoso romanzo “I Promessi Sposi.” La madre di Cecilia Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languore mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne’ cuori. Da I Promessi Sposi, di A: Manzoni, cap. XXIV.
Sottolinea in rosso le frasi che ti hanno emozionato di più. P
Sottolinea in giallo le descrizioni. Cosa dà forza alla madre di Cecilia?
O E S
................................................................................................................................... Quali sentimenti vuole trasmettere l’autore? ................................................................................................................................... Quali sentimenti provi tu?..............................................
I A
...................................................................................... Come giudichi questo brano? ..................................... ......................................................................................
Ritratto di A. Manzoni
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IL TESTO POETICO
UNA BAMBINA POETESSA Alice Sturiale, una bambina che, dalle sue quattro ruote, dice “Sono felice”. Alice se n’è andata nel febbraio 1996, all’età di dodici anni, e ci ha lasciato testi bellissimi per grandi e per piccoli. Un libro che insegna e regala la vita.
Leggi queste poesie e scrivi, per ognuna un pensiero, una riflessione, una considerazione. Campagna
Io e te
Dolce è sentire la brezza fresca che accarezza il viso come la mano affettuosa dei genitori. Dolce è udire per la campagna il fruscio del vento che incupisce il pauroso e splendido silenzio della solitudine.
Io e te siamo stati creati diversamente. Io ho i miei difetti tu i tuoi difetti io le mie idee tu le tue idee. Non è colpa tua se hai un carattere che a me non piace! Non puoi cambiarlo ed io non posso cambiare il mio. Impariamo allora ad accettarci a vicenda senza discutere su ogni cosa su cui non siamo d’accordo perché non c’è niente da fare: o tu accetti il mio essere ed io il tuo oppure l’odio continuerà a sfasciare ferocemente la nostra umanità.
(7 ottobre 1994)
P O
Handicap E Forse senza le quattro ruote è più facile. È più facile divertirsi. È più facile muoversi, è anche più facile conquistare i ragazzi. Ma io credo che le quattro ruote servano a conoscere tutta quanta la vita e saperla affrontare e vincere.
(Maggio 1994, V elementare)
(luglio 1994)
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S I A
IL TESTO POETICO
POESIE PER PENSARE Alice Sturiale è morta improvvisamente la mattina del 20 febbraio 1996, a scuola, mentre rideva per la battuta di un compagno. “Misteriosamente fuggita in Paradiso, dal suo posto di lavoro, come un eroe in battaglia’’, come scrisse una suora di clausura. Una malattia congenita le impediva di camminare ma non di vivere con intensità e gioia. Ci ha insegnato che esiste la speranza. Questo testo non è scritto in versi, eppure senti quanta poesia contiene!
LA PRIMAVERA La primavera era dentro di me, godevo del primo tepore della stagione; la mia anima e la mia mente erano libere, avvolte nella felicità, ero serena, non pensavo a niente però sentivo il cuore pieno, grande, padrone dell’universo intero. Mi sentivo calda, sorridevo e cantavo guardando il cielo terso e io ero un uccello che volava nell’immensità, guardavo l’acqua che sgorgava dalla fontana e mi sentivo limpida, pura e fresca come lei, guardavo i fifiori del prato e io sbocciavo con loro. All’improvviso chiusi gli occhi e mi sentii grande. La mamma mi chiamò: ed era tutto tristemente finito. 30 marzo 1993, IV elementare
P O E S I A
DAI IL MEGLIO DI TE... L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico NON IMPORTA, AMALO. Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici NON IMPORTA, FA’ IL BENE. Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici NON IMPORTA, REALIZZALI. Il bene che fai verrà domani dimenticato NON IMPORTA, FA’ IL BENE. L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO. Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo NON IMPORTA, COSTRUISCI. Se aiuti la gente, se ne risentirà NON IMPORTA, AIUTALA. Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE. Madre Teresa di Calcutta
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IL TESTO POETICO
PER TE
UN SEGRETO
Troppo occupato nel pensare al tuo lavoro per dirmi qualcosa al mattino mentre consumi un caffè tra uno sbadiglio e una camicia slacciata. Troppo occupato durante il giorno per un affare da concludere per affacciarti al telefono e dirmi “ciao”. Ti ho aspettato tutto il giorno... lo so sono un po’ egoista... ma... chissà se hai pensato anche a me? Al tuo rientro non mi hai rivolto la parola ho rispettato il tuo desiderio di silenzio poi sfinito ti sei addormentato. Non ti sei accorto ... Ed allora io... ho accompagnato il tuo sonno con una preghiera il mio amore per te, sperando che domani tu possa dedicarmi un poco del tuo tempo. La sola parola a quest’ora attardata per un bimbo che oso sussurrarti in punta di piedi è...: “ti amo tanto papà”. J. Korczack
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Sotto l’ombrello mi ha detto un segreto: giurin giurello io non lo ripeto. Sulla panchina mi hai detto una cosa: una parolina dirò a Mariarosa. Sulla panchina mi hai raccontato un’altra cosina dirò a Renato. Sotto l’mbrello nessuno ci sente: Giurin giurello noi siamo contente.
P
R. Piumini
O E S I A
IL TESTO POETICO
POESIE A CONFRONTO BUSSÒ IL VENTO
IL VENTO Il vento continua a divorare la notte è là, reale e mutevole dentro di lui la musica dei rami. Il vento arriva esplodono sonorità sfogliano il suo corpo fa ondeggiare i rami...
P O E S
Si versano sinuose cascate di vento dentro il bosco. Io danzo, e tu? Risuona, balla, fischia e canta è fra gli alberi nasce come un frutto nasce come un bambino le sue risate hanno il ritmo dell’acqua sulla pietra prima dolce quasi monotona dopo forte e piena di risonanze. Qualcosa di vago fumo e sapori somiglianti. Màrcia Theòphilo, 1999
Bussò il vento - come un uomo stanco Ed io garbata ‘Entra’ gli risposi Con ferma voce - e allora egli rapido Entrò nella mia camera Ospite senza piedi Invitarlo a sedere era impossibile Tanto sarebbe valso presentare All’aria una poltrona Ed ossa non aveva, per tenerlo Il suo parlare era come il fiato Di molti colibrì ronzanti insieme Da un celeste cespuglio Un’onda, la sua faccia - e mentre andava Dalle dita una musica gli usciva Di suoni tremuli Soffiati nel cristallo Indugiò, sempre qua e là muovendo Poi timidamente Bussò di nuovo - fu come una raffica Ed io rimasi sola. di Emily Dickinson
I A
Le due poesie parlano del vento con qualche differenza. Nella poesia “Il vento” si descrive ………………………………………………....……. In “Bussò il vento”, il vento è considerato come……………………………………...... Quale ti piace di più? …………………………………………………………………....... Perché? …………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………...... Quale impareresti a memoria? …………………………………………………………… ………………..............................................................................................................
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IL TESTO POETICO
LA PARAFRASI Una poesia colpisce soprattutto le nostre emozioni e i nostri sentimenti; per questo spiegare una poesia non è facile. Una buona parafrasi, però, non solo mette in luce i contenuti nascosti della poesia, ma produce un testo “nuovo” nato dall’incontro tra poeta e lettore. Per questo qualche volta è utile farla. LA LETTERA DELLA NEVE Sst... sst... sst... La neve sfoglia La sua lettera Lunghissimamente Di là della finestra Nella notte fonda Sulla terra degli orti Sugli alberi delle colline E le stelle A quando a quando Nasconde.
E avvolge Tutt’attorno la casa. A chi saranno mai indirizzate Le notizie Della lettera Della neve Così lunga ... Saijo Yaso
Per comprendere il contenuto della poesia, analizza in modo particolareggiato parole e versi. Individua il significato delle parole poco conosciute e scrivilo qui sotto. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. Ora rispondi a queste domande: • Cosa descrive l’autore nella poesia? .................................................................... .................................................................................................................................... .................................................................................................................................. • Cosa fa la neve? ................................................................................................... • Cosa sembra che faccia?...................................................................................... .................................................................................................................................. • Perché secondo te inizia con sst... sst... sst...?...................................................... .................................................................................................................................. • Come si sente l’autore guardando la neve scendere? ..................................................................................................................................... • Da quante strofe è formata la poesia? .................................................................. • Quale atmosfera prevale nella poesia? (festosa, riposante, malinconica...). .................................................................................................................................. • Prova a raccontare la poesia come se fosse un testo.
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P O E S I A
IL TESTO POETICO
IO POETA È bello e divertente scrivere poesie... per farlo, però, occorre trovare, al momento giusto, rime, versi, parole, suoni, immagini. Purtroppo, a volte l’ispirazione fatica ad arrivare, quella parola che servirebbe per creare una bella rima proprio non ci viene in mente! Niente paura... viene in aiuto il vostro magazzino delle idee. Raccogliete nella scatola delle poesie espressioni e fifigure inventate da voi o trovate nelle letture; con cartoncini colorati create degli scomparti che utilizzerete in base ai criteri di classifificazione scelti... trasformazioni, allitterazioni, metafore, similitudini, sinestesie... Ciò che caratterizza un testo poetico non è il contenuto, ma il modo in cui questo è espresso, la suggestione che riesce a esprimere, l’originalità e la creatività anche nell’utilizzo del linguaggio. Un vocabolario riporta la seguente definizione fi di poesia: “È l’arte e la tecnica di esprimere, in forme ritmiche, idee, sentimenti e realtà secondo la propria visione del mondo o”. Se arte è comunicare a chi legge le proprie sensazioni ed emozioni, tecnica è saper usare il linguaggio in un determinato modo e secondo certe regole: il ritmo, la rima, i versi, le strofe. Per scrivere una poesia impara a guardare ogni cosa con gli occhi pieni di stupore come si fa la prima volta: scoprirai dentro di te un mondo di emozioni. P O E S I A
NON AVEVO GLI OCCHI PER VEDERE
NUOVO MATTINO
Viaggiai per giorni e notti per paesi lontani. Molto spesi per vedere alti monti grandi mari. E non avevo gli occhi per vedere a due passi da casa la goccia di rugiada sulla spiga del grano.
Senti quel gallo canta, un coniglio corre attraverso la strada sotto il ponte dove l’acqua scorre e passa, così contento solo nel vederti sorridere sotto questo cielo blu. In questo mattino blu in questo nuovo mattino. Questo deve essere il giorno quando tutti i miei sogni si avverano, così contento soltanto di vivere sotto il cielo blu in questo nuovo mattino.
Rabindranath Tagore, Poesie, Guanda
Scrivi una poesia seguendo il modello di una di quelle appena lette.
Bob Dylan, Blues, ballate e canzoni, Newton
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀ
Tecniche per l’educazione affettiva. IL BRAINSTORMING Il brainstorming è una tecnica che si può efficacemente fi utilizzare sia nel gruppo di lavoro con gli adulti, sia anche nella esperienza scolastica con i ragazzi. Si tratta di una modalità espressiva improntata all’immediatezza, alla spontaneità e all’intuizione di idee liberamente espresse da parte dei presenti invitati a pronunciarsi su un tema, un problema o anche solo una parola. Questa “tempesta dei cervelli” ha il vantaggio di consentire a tutti i partecipanti di esprimere l’idea che in quel momento passa per la loro mente sfruttando l’intuito, l’associazione rapida, il riferimento ad altri concetti. Non esistono dunque risposte giuste o sbagliate: tutte concorrono ad “accerchiare” la questione in esame dando origine anche a possibili situazioni umoristiche, divertenti. Il conduttore annota ogni intervento e al termine, con la collaborazione dell’assemblea, commenta e valorizza il materiale raccolto. Si tratta di una tecnica che aiuta a “costruire” e a “scoprire” elementi originali e interessanti. L’esperienza risulta così effificace sia sul piano della partecipazione, sia sul piano della motivazione all’apprendimento. In alcuni casi può avere anche il significato fi di aiutare i presenti più restii, e abitualmente passivi, a prendere la parola senza sentirsi criticati. I partecipanti, attraverso questa esperienza, possono scoprire reali risorse creative in loro stessi e vivere anche con maggiore intimità la vita di gruppo. da Indire
I problemi sorti in classe si possono discutere in circle time e per affrontarli con il
PROBLEM SOLVING
A F F E
Le tappe sono sei: 1. Esposizione chiara dei problemi ai minimi termini. 2. Proposta delle varie soluzioni. 3. Considerazione degli aspetti positivi e negativi delle proposte. 4. Scelta delle soluzioni idonee. 5. Predisposizione dei mezzi di attuazione della soluzione. 6. Verifica fi dei risultati ottenuti.
T T I V I T
È importante che questa tecnica venga messa in atto parlando e confrontandosi in un clima di libertà e fiducia. Con il problem solving si possono anche elaborare delle “leggi’’, cioè un regolamento di classe che verrà proposto dagli alunni stessi e che perciò sarà più facilmente rispettato.
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À
EDUCAZIONE AFFETTIVA
FASI DEI CIRCOLI DI QUALITÀ
A F F E T T I V I
Sessione 1 - FASE PRELIMINARE I gruppi - formati dall’insegnante in modo eterogeneo - iniziano la loro attività scegliendo un nome ed un luogo specifico che presenteranno al resto della classe. Sessione 2 - IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA Ogni gruppo viene fornito di un lungo rotolo di carta sul quale lavorerà. Si introducono le tecniche di brainstorming per cominciare a riflettere sui problemi che tormentano i bambini con il quesito: “Che cosa ci rende tristi a scuola”? Raccolte le varie problematiche ogni gruppo prosegue con l’identificazione fi del problema ritenuto più importante. Alla fifine della sessione ogni circolo organizza una breve drammatizzazione che consenta al resto della classe di prendere coscienza del problema scelto dal gruppo. Le scenette verranno videoriprese. Sessione 3 - ANALISI DEL PROBLEMA Si inizia ad approfondire il problema scelto da ogni gruppo. Considerata l’età dei bambini, non si prendono in esame le varie cause, ma si fa in modo che i circoli motivino la scelta fatta attraverso la domanda: perché questo problema ci rende particolarmente tristi? Sessione 4 - ELABORAZIONE DI UNA SOLUZIONE Mediante il brainstorming i bambini di ogni gruppo propongono le possibili soluzioni e si comincia a mettere a punto un piano di azione. Sessioni 5, 6 - PRESENTAZIONE DI UNA SOLUZIONE Ogni gruppo mette in scena il proprio problema e la soluzione proposta, viene videoripreso e al termine della recitazione si discute assieme sui contenuti rappresentati. Dopo aver sperimentato, nel corso della settimana, la soluzione concordata, i gruppi si riuniscono e valutano l’efficacia o meno del piano attivato. Sessione 7 - RIESAME DELLA SOLUZIONE In seguito alla valutazione del gruppo sull’efficacia del piano o si modifica la soluzione e si comunica il tutto all’intera classe, oppure si passa ad un secondo problema e si ripete il percorso. A lavoro concluso i bambini riguardano il video che raccoglie non solo le brevi rappresentazioni teatrali, ma anche le varie sessioni dei circoli per cui si valutano assieme i vari aspetti sviluppati. Sia in itinere che al termine dell’intero lavoro, si informano i genitori sul percorso svolto dai figli.
T
(Tratto e modificato da: Pignatti, Menesini e Melari, 2003
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pratiche didattiche per prevenire il bullismo a scuola - Irre Veneto)
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
PICCOLI, CATTIVI E VIOLENTI A MILANO RECORD DI BULLI MILANO. Dilaga il bullismo nelle scuole milanesi. Più nelle elementari che nelle medie, tra i maschi come tra le femmine. Bullismo fifisico, verso chi è più debole. Ma anche prepotenze verbali, subdole, indirette, verso chi è psicologicamente più fragile. I dati, allarmanti, emergono da una corposa indagine condotta dall’Azienda Sanitaria e dalla Regione Lombardia, su 10.513 alunni di 59 scuole elementari e medie della città. E Milano guadagna il primato di questo triste fenomeno, insieme a Napoli, se paragoniamo i dati appena raccolti con quelli di un’indagine analoga condotta a livello nazionale dalla psicologa Ada Fonzi. Il 64% degli alunni delle scuole elementari di Milano e il 50% di quelli delle medie, ha avuto a che fare come vittima o come aggressore, con il fenomeno del bullismo. Il 51,9% dei bambini e il 48,3% delle bambine, nelle elementari, ha dichiarato di avere subito angherie e prepotenze dai coetanei. Percentuali un po’ meno elevate alle medie, dove le vittime sono il 32% dei maschi e il 29,8% delle femmine. «Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo, con caratteristiche peculiari e distintive (intenzionalità, sistematicità e asimmetria del potere) sulle quali c’è un vasto consenso a livello internazionale spiega Nicola lannaccone, coordinatore della ricerca. -Tra le parti coinvolte, il bullo e la vittima, c’è sempre una differenza di potere, dovuta alla forza fifisica, all’età o al numero, quando le aggressioni sono di gruppo. La vittima ha diffi ficoltà a difendersi e sperimenta un forte senso di impotenza. Nulla a che vedere, insomma, con le comuni liti tra coetanei». Lo studio cataloga diverse forme di aggressione tra bambini. Il “bullismo diretto” quando la vittima viene picchiata, spinta, fatta cadere o vengono rotte le sue cose. Il “bullismo verbale” quando si usano insulti, offese, scortesie. E il “bullismo indiretto” più diffuso tra le femmine, quando si attuano comportamenti che portano all’esclusione e all’isolamento della vittima. E diversi ruoli. Oltre al “bullo attivo” c’è “l’aiutante” che agisce come seguace del bullo; il “sostenitore” che incita il bullo; il “difensore” che aiuta la vittima; l’“esterno” che non fa niente per evitare il coinvolgimento. I ricercatori hanno messo a fuoco un preciso identikit della “vittima” che maggiormente subisce le angherie: generalmente si tratta di un ragazzo timido, riservato, tranquillo e sensibile, con difficoltà fi a socializzare e quindi con pochi amici. Spesso è uno studente intelligente e bravo a scuola. Un ragazzo ricco di qualità, che viene per questo lodato dagli adulti, suscitando invidia e gelosia tra i coetanei. (Carlo Brambilla, Piccoli, cattivi e violenti a Milano record di bulli, in La Repubblica, 18 marzo 2004) da io non vinco tu non perdii Unicef
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A F F E T T I V I T À
EDUCAZIONE AFFETTIVA
Rispondi a queste domande. 1. Sai qual è il signifi ficato della parola bullismo? Guarda nel vocabolario e scrivilo . ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. 2. Hai capito chi è il bullo? ................................................................................................................................. 3. E una vittima? ................................................................................................................................. 4. Che cosa sono secondo te le “angherie”? ................................................................................................................................. ................................................................................................................................. 5. Se c’è un bullo c’è una vittima. Secondo te, che caratteristiche ha la vittima? ................................................................................................................................. 6. Hai mai sentito parlare per TV di fenomeni di bullismo? ................................................................................................................................. 7. Discuti con i compagni se nella tua scuola ci sono episodi di bullismo. 8. Se ti capitasse di assistere a un episodio di bullismo dove un ragazzino è preso in giro in modo pesante da un altro o da altri, che cosa faresti? Andrei a dirlo alla maestra. Starei a guardare. Andrei via. A
Se ti capitasse di essere vittima di un bullo che cosa faresti?
F
Mi difenderei.
F
Starei fermo e zitto.
E
Andrei a dirlo a un adulto.
T T I
Il dizionario del bullismo. Scrivi quando si verifica: Il bullismo diretto ..................................................................................................... .................................................................................................................................
V
Il bullismo verbale...................................................................................................
I
.................................................................................................................................
T
Il bullismo indiretto ..................................................................................................
À
.................................................................................................................................
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
IL PREPOTENTE Come si spiega che Barry Tamerlane riuscisse tanto bene a fare il prepotente? Peter aveva dedicato a questa domanda un bel po’ di pensieri. Ed era giunto alla conclusione che il successo di Barry avesse due spiegazioni. La prima era che Barry sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il volere una cosa e l’ottenerla. Supponiamo ad esempio che gli andasse a genio il giocattolo che aveva un bambino in cortile: lui non faceva altro che strapparglielo di mano. Oppure se in classe gli serviva una matita, si voltava e «prendeva in prestito» quella di un compagno. Se c’era da fare una coda, lui si metteva per primo. Se ce l’aveva con qualcuno, glielo diceva in faccia e poi lo picchiava senza pietà. La seconda ragione del successo di Tamerlane era che di lui avevano tutti paura. Non si sapeva bene perché. Bastava sentirlo nominare per provare una specie di pugno gelato alla bocca dello stomaco. Uno aveva paura, perché ce l’avevano gli altri. Barry metteva paura, perché aveva la reputazione di uno che mette paura. Vedendolo arrivare, la gente se ne stava alla larga, e se chiedeva caramelle o un giocattolo, se li vedeva subito consegnare. Facevano tutti così, perciò sembrava logico non fare in modo diverso. Barry Tamerlane era potente in tutta la scuola. Nessuno poteva impedirgli di prendersi quel che voleva. Neanche lui stesso. Era una forza cieca. A volte Peter pensava che fosse come un robot programmato per fare tutto quel che doveva. Che strano che non gli importasse di essere senza amici, o di essere odiato ed evitato da tutti. Naturalmente, Peter si teneva lontano da quel prepotente, ma provava per lui un interesse speciale. Barry Tamerlane era un mistero. Quando compì undici anni, Barry invitò a casa una dozzina di compagni. Peter cercò di salvarsi, ma i suoi genitori furono irremovibili. Dal canto loro trovavano simpatici la mamma e il papà di Barry e perciò, in base a una logica adulta, Peter doveva trovare simpatico il fifiglio. I. McEwan L’inventore dei sogni. Einaudi
Secondo Peter perché Barry è un prepotente? Elenca le motivazioni: ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………...................................................................... ...................................................................................................................................
A F F E T T I V I T À
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
RACCONTO DI UNA PREPOTENZA
A F F E T T I V I T À
Stava quasi per concedersi la ricompensa di un morso di mela quando sollevò lo sguardo e si ritrovò gli occhi puntati sulla faccia rosa e tondetta di Barry Tamerlane, il prepotente della scuola. Sorrideva, ma non aveva l’aria contenta. Sorrideva, perché voleva qualcosa. Aveva attraversato il cortile in diagonale, senza badare agli altri che giocavano a pallone, a campana e a saltare la corda. Tese molto semplicemente la mano e disse: - Voglio quella mela. Poi tornò a sorridere. Un raggio di sole illuminò l’argento del suo apparecchio. Dovete sapere che Peter non era un codardo. Una volta era sceso zoppicando da una montagna del Galles con una caviglia slogata, senza un solo lamento. E un’altra volta, si era gettato nel mare in burrasca tutto vestito, per andare a salvare il cane di una signora dalle onde. Ma non aveva coraggio per le risse. Era più forte di lui. Era un ragazzino abbastanza robusto per la sua età, ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a vincere facendo la lotta, perché non ce l’avrebbe fatta a colpire un altro sul serio. Quando in cortile scoppiava una rissa, e tutti i bambini si facevano intorno a vedere, a Peter veniva la nausea e gli tremavano le ginocchia. - Avanti - disse Barry Tamerlane in tono ragionevole. - Passami quella mela, se non vuoi che ti disfi la faccia. Peter sentì il gelo salirgli dai piedi e diffondersi in tutto il corpo. La mela era gialla striata di rosso. La buccia era un po’ vizza, perché se l’era portata a scuola una settimana prima ed era rimasta nel banco tutto quel tempo, emanando un profumo dolce di legno. Valeva la pena di farsi disfare la faccia per così poco? Certamente no. E d’altra parte era giusto cederla, solo perché un prepotente la voleva? Rivolse lo sguardo su Barry Tamerlane. Si era fatto un po’ più vicino. La sua faccia rotonda, da rosa era diventata rossa. Le lenti gli ingrandivano gli occhi. Una bollicina di saliva brillava sospesa tra il ferretto e uno dei denti davanti. Non era più grosso, e di sicuro, nemmeno più forte di Peter. - Dai Peter! Fagli vedere! - disse qualcuno inutilmente. Barry Tamerlane si voltò lanciando un’occhiata cattiva, e il ragazzino si rintanò in fondo alla folla. - Dai Barry! Tocca a te! - dicevano altre voci. A Barry Tamerlane non piaceva essere contrastato. Si stava preparando a menare le mani. Voltandosi di profilo, fi stava già tirando all’indietro un pugno. Teneva le ginocchia leggermente piegate e ondeggiava di qua e di là. Sembrava sapere il fatto suo. Altri bambini si radunavano in cerchio. Peter sentì l’annuncio diffondersi in tutto il cortile: - Si picchiano! Si picchiano! - Arrivava gente da tutte le direzioni. Peter si sentiva il cuore battere forte dentro le orecchie. Cercando di prendere tempo, si passò la mela da una mano all’altra e disse: - La vuoi davvero questa mela? - Hai sentito benissimo, - replicò Tamerlane con voce monotona. - Quella mela è mia.
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EDUCAZIONE AFFETTIVA Peter osservò il bambino che si stava preparando a colpirlo e gli venne in mente la festa di compleanno di tre settimane prima, quando Barry era stato così affettuoso e cordiale. E adesso, eccolo lì a fare tutte le smorfie fi possibili per sembrare cattivo. Che cosa gli faceva credere che quando era a scuola aveva il diritto di fare e di prendersi tutto ciò che voleva? Peter osò distogliere un attimo lo sguardo dall’avversario e vide il cerchio di facce spaventate che gli si accalcavano intorno. Gli occhi spalancati, le bocche appese. Tamerlane il terribile stava per mettere a terra un bambino e nessuno poteva farci granché. Che cosa rendeva tanto potente il roseo, il paffuto Barry? E all’improvviso, dal nulla, Peter trovò la risposta. «Ma è ovvio, - pensò. - Siamo noi. Siamo noi che lo abbiamo sognato come il prepotente della scuola. Non è più forte di nessuno di noi. Tutta la sua forza e il potere, ce li siamo sognati noi. Noi abbiamo fatto di lui quel che è. Quando va a casa e nessuno gli crede se fa il prepotente, allora torna se stesso». Barry tornò a parlare. - È la tua ultima occasione. Dammi quella mela o preparati a fare un volo che ti porterà diretto dentro la settimana che viene. Per tutta risposta, Peter si portò la mela alla bocca e ne staccò un gran morso. - Vuoi sapere una cosa? - gli disse lentamente, senza smettere di masticare. - Io non ti credo. Anzi, se proprio vuoi saperlo, non credo nemmeno che tu esista. La folla trattenne il fifiato, qualcuno azzardò una risatina. Peter sembrava talmente sicuro di sé. Magari era vero. Persino Barry aggrottò le ciglia e smise di ondeggiare. - Che cosa hai detto? La paura di Peter era scomparsa del tutto. Se ne stava in piedi di fronte a Barry e gli rivolgeva un sorriso, come se avesse pietà del suo non esistere. Dopo settimane di elucubrazioni intorno alla natura di sogno della vita, Peter aveva deciso che nel caso del prepotente Barry le cose stavano sicuramente così, e che perciò, se anche l’avesse colpito in faccia con tutta la forza che aveva, non gli avrebbe fatto più male di quanto poteva fargliene un’ombra. Barry si era ripreso e si preparava a combattere. Peter staccò un altro morso di mela. Mise la faccia vicina a quella di Barry e lo squadrò come se avesse di fronte una vignetta buffa disegnata sul muro. - Tu non sei altro che un grasso budino rosa... coi denti di ferro. Ci fu uno scroscio di risa tra la folla che si diffuse, differenziandosi in risolini, sghignazzi e grida. I bambini si davano di gomito, battendosi sulle ginocchia. Fingevano, naturalmente. Ciascuno voleva dimostrare agli altri che gli era passata la paura. Frammenti di quell’insulto rimbalzarono di bocca in bocca: - Budino rosa... denti di ferro... un budino coi denti! - Peter sapeva di aver detto una crudeltà. Ma che importanza poteva avere? Tanto Barry non era vero. Adesso appariva di un bel rosa acceso, più di qualunque budino mai visto. I. McEwan L’inventore dei sogni. Einaudi
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A F F E T T I V I T À
EDUCAZIONE AFFETTIVA
Riassumi la storia di Peter e Barry seguendo questa traccia.
A F F E T T I V I T À
1. Peter stava per dare un morso alla mela quando .............................................. ................................................................................................................................ 2. Peter non era un codardo ma ............................................................................ ................................................................................................................................ 3. Peter stava pensando di dare la mela a Barry ma ............................................ ................................................................................................................................ 4. Alcuni compagni intervennero incitando ........................................................... ................................................................................................................................ 5. Altri bambini si radunarono in cerchio ............................................................... ................................................................................................................................ 6. Peter pensò alla sua festa di compleanno quando ........................................... ................................................................................................................................ 7. Poi pensò a cosa poteva rendere così prepotente Barry .................................. ................................................................................................................................ 8. Peter allora diede un morso alla mela e disse ................................................. ................................................................................................................................ 9. Infine Peter disse a Barry che lui era un ............................................................ ................................................................................................................................ 10. (finale... inventalo tu) ....................................................................................... ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................ ................................................................................................................................
Che ruolo ti piacerebbe interpretare se dovessi fare il gioco del role play? (quello di Peter o quello di Barry)? - Discuti con i tuoi compagni. - Usa la tecnica del Brainstorming. - Seleziona le idee da analizzare. - Individua il problema più grosso da discutere. - Affronta il problema con la tecnica del problem solving. - Drammatizza la scena con i compagni. Nel racconto emergono i ruoli di altri ragazzi. Chi sono? - I sostenitori .......................................................................................................... - I difensori ............................................................................................................. - Gli esterni ............................................................................................................
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
PERCHÉ A ANNA NON PIACE ANDARE A SCUOLA? Anna non va a scuola volentieri e la sua mamma è un po’ preoccupata. Anna tutte le mattine piange perché dice di aver un gran mal di pancia e le viene quasi da vomitare. I genitori l’hanno portata dal pediatra ed è capitato che una mattina l’abbiano portata anche al pronto soccorso. Tutti i medici che hanno visitato Anna sono concordi nel dire che Anna non ha niente, la sua pancia sta bene, forse sono solo capricci dicono alla mamma. Il problema è che Anna sta male e nessuno capisce perché si trova molto a disagio con i suoi compagni. Ogni volta che arriva scuola c’è una ragazzina attorniata da altre che la prende in giro, a volte la fa anche piangere, le chiede la merenda, non la fa giocare in cortile. Anna non ha il coraggio di dirlo alla maestra e meno che meno alla sua mamma; ha paura che gli adulti pensino che sia colpa sua e allora ha deciso di mantenere il segreto. Un giorno, mentre era in bagno, questa ragazzina chiuse la porta del bagno e lasciò che Anna urlasse e si sentisse molto triste. Lei e le altre trovavano lo scherzo davvero divertente. Alla fine fi della ricreazione andarono ad aprire ad Anna e le dissero di nuovo che non avrebbe dovuto dirlo a nessuno altrimenti l’ avrebbero picchiata. Anna si sentiva dentro un peso enorme e questo peso faceva sì che la sua pancia le facesse male ma non poteva dirlo a nessuno e questo segreto le pesava tanto. Bambini di classe quinta di Pianezze
1. Anna ha un segreto, secondo te è un segreto che Anna deve tacere? ……………………………………………………………………………………………… 2. Che cosa succede ad Anna ogni volta che va a scuola?.................................... ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… 3. Che cosa avresti fatto tu al posto di Anna? ..……………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………........... 4. Secondo te esistono segreti che devono essere taciuti? .................................... Se sì, quali? ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………………......................................................................................
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A F F E T T I V I T À
EDUCAZIONE AFFETTIVA
CI SONO SEGRETI E SEGRETI Se ti succede qualcosa che non va pensa: - Lo racconto o no? Leggi la risposta che una maestra ha dato a una bambina e poi rispondi alle domande. « Non c’è niente di male a raccontarlo. Qualche volta ti dicono di non raccontare una cosa perchè è un segreto. Ti dicono che i segreti bisogna tenerseli per sé. Ma non è vero. Gli unici segreti da tenere per sé sono quelli divertenti. Le sorprese. Come quella che fai a qualcuno quando gli organizzi la festa di compleanno, per esempio. Ma i segreti brutti non bisogna tenerli per sé. Se qualcuno ti dice di tenere un segreto, e quello è un segreto brutto, tu non devi tenerlo per te.» « E qualche volta ti dicono di non raccontare una cosa perché se no ti faranno qualcosa di brutto. Ti picchieranno. O picchieranno una persona a cui vuoi bene. O ti porteranno via qualcosa. Ma non sono cose vere. Te lo dicono soltanto per spaventarti. Hanno fatto qualcosa di male e hanno paura che qualcuno lo scopra e li punisca, così cercano di spaventarti perché tu tenga il segreto. Ma è sbagliato. Non devi farlo. Se qualcuno ti dice queste cose, devi sempre riferirlo a un grande di cui ti fidi, uno che possa aiutarti.» Harly T. Una bambina bellissima a Corbaccio
A
Scrivi in questi due riquadri i segreti che secondo te devono essere mantenuti e i segreti che non devono essere taciuti.
F F
Segreti belli da mantenere
Segreti che non devono essere
E
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taciuti.
T
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T
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I
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V
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EDUCAZIONE AFFETTIVA
ANCORA SEGRETI Marco era un ragazzino tranquillo. Alcuni suoi compagni maschi, quasi tutte le ricreazioni, lo prendevano in giro e continuavano a dire cose cattive sul suo conto. Capitava spesso che, per la rabbia, Marco tirasse qualche pugno e qualche calcio. Aveva, però, deciso di non dire niente anche quando veniva punito perché faceva a botte. Aveva paura. Quando cominciarono a dire che era un idiota, Marco si arrabbiò moltissimo. Voleva solo essere trattato con rispetto. Allora decise di parlare con l’insegnante. Pensi che Marco abbia fatto bene a non tenere il segreto, anche rischiando di essere chiamato spia? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………................................................................................................................. Che cosa pensi farà o dirà l’insegnante? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………................................................................................................................. Lucia è una ragazzina di quinta che tutti i giorni viene esclusa dai giochi in cortile. Le sue compagne le dicono che non la vogliono perché è sempre vestita in modo strano. Un giorno decise di dire a quelle ragazze che i suoi vestiti erano confezionati dalla sua nonna, erano un dono della nonna. Quando smise di offendersi e di arrabbiarsi, le ragazze la presero in simpatia. Oggi sono sue buone amiche.
A
Che strategia ha adottato Lucia? ….……………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………......................................... Tu, cosa avresti fatto al suo posto? ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………….....................................
T
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F F E
T I V I T À
EDUCAZIONE AFFETTIVA
STIMA DI SÈ Per avere stima di sé (cioè autostima) è importante conoscersi bene. Ingredienti per una buona autostima Mi conosco
So stare con gli altri
Sono autonomo
Comunico in modo positivo con gli altri
Ho fiducia nelle mie capacità
Mi accetto
Mi pongo degli obiettivi
Per ognuno di questi ingredienti racconta ....
A F F E T T I V I T À
I miei pregi sono: …………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… I miei difetti sono: .................................................................................................... ……………………………………………………………………………………………... Posso migliorare ..................................................................................................... ……………………………………………………………………………………………... Ricevo complimenti per .......................................................................................... ……………………………………………………………………………………………… I miei amici mi apprezzano perché ......................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Mi rimproverano quando ......................................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Mi accetto: il mio punto di forza è ........................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Se faccio un errore posso ....................................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Sono autonomo: riesco a fare da solo .................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Accetto queste sfide ............................................................................................... ……………………………………………………………………………………………… Comunico con gli altri: riesco ad ascoltare gli altri quando..................................... …………………………………………………………………………………………....... Parlo per comunicare quando ................................................................................ …………………………………………………………………………………………....... Ho fifiducia nelle mie capacità: mi sento sicuro quando …………………………………… ……………………………………………………………………………………………………
I miei obiettivi sono ................................................................................................. ………………………………………………………………………………………….......
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
UNITÀ DI APPRENDIMENTO: RIFLETTERE SULLA LINGUA
Obiettivi formativi - Utilizzare il codice ortografico, grammaticale e sintattico. - Conoscere l’evoluzione della lingua italiana. - Ampliare il lessico. - Usare in modo a p p ro p r i a t o l a punteggiatura.
Conoscenze - Riconoscere le parti del discorso e le categorie grammaticali. - Riconoscere la funzione del soggetto, del predicato e delle espansioni.
Attività - Riconoscere e suddividere per categorie le parole ricorrenti. - Operare modifiche sulle parole. - Usare e distinguere i modi e i tempi verbali. - Espandere la frase semplice mediante l’aggiunta di elementi di completamento. - Riconoscere in un testo alcuni fondamentali connettivi.
Contenuti - Esercizi specifici. fi - Studio in classe delle origini della lingua italiana. - Esercizi con il vocabolario, il dizionario dei sinonimi, il dizionario grammaticale.
R I F L E S
Competenze - Utilizzare in modo effi ficace la lingua italiana comprendendone le regole d’uso.
S I O N
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E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
IL VOCABOLARIO
• Completa l’alfabeto dove ci sono i buchi: Abc…ef… hijkl… nopq…s…u…wxy…
• È scritto giusto? Scrivi Vero o Falso vicino a queste parole aiutandoti con il vocabolario. Ingeniere
Sopprattutto
Conoscenza
Circuito
Cuore
Cavaliere
Acquistare
Socquadro
Anbizioso
Pasquale
Qual è
Quoziente
Qual’ è
Proficuo
• Metti in ordine alfabetico i seguenti nomi: Carota capra angelo gelataio miele gemere conto malore osso zuppa .................................................................................................................................... ..................................................................................................................................
R I
• Se vuoi trovare
Devi cercare
Buonissimo Simpaticamente Guardai Elefanti Farò Uccellaccio Certissimo
Buono …………………. …………………. …………………. …………………. …………………. ………………….
F L E S S I O
• Trova i sinonimi delle seguenti parole che sono usate troppo spesso: Dire…………………………………………………………………………………………. Fare………………………………………………………………………………………… Andare……………………………………………………………………………….......... Poi………………………………………………………………………………………….. Bello………………………………………………………………………………………... Buono……………………………………………………………………………………….
N E
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
USARE BENE I SINONIMI
Definisci con il sinonimo adatto, usando una sola parola, le seguenti espressioni: Dare un regalo Dare una punizione Dare uno schiaffo Dare fuoco Dare una multa Dare in affitto fi Dare in prestito Dare una notizia Dare un calcio Dare un bacio
regalare ....................................... ...................................... ...................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... .......................................
Fare una passeggiata Fare un compito Fare un disegno Fare una festa Fare una consegna Fare una nuotata Fare una telefonata Fare un poesia Fare un furto Fare una scoperta
....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... .......................................
Dire una poesia Dire una notizia Dire di no Dire un ordine Dire una spiegazione Dire una storia Dire di sì Dire la messa Dire male di una persona Dire grazie
....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... ....................................... .......................................
R I F L E S S I O N
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E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I MONOSILLABI Sono parole formate da una sola sillaba. Alcuni possono avere significati fi diversi pur scrivendosi allo stesso modo; allora si accentano per distinguerli. Altri invece vengono apostrofati.
• Verbo o altro? Ne Né
pronome negazione
La Là
articolo determinativo avverbio di tempo
Li Lì
pronome personale avverbio di luogo
avverbio di tempo verbo fare modo indicativo imperativo del verbo fare
Se Sé
congiunzione pronome
Sta Sta’
verbo stare modo indicativo verbo stare modo imperativo
Si Sì Sì
pronome affermazione abbreviazione di “così”
Va Va’
verbo andare modo indicativo verbo andare modo imperativo
Te Tè
pronome bevanda
E È
congiunzione verbo essere modo indicativo
Da Dà Da’
preposizione semplice verbo dare modo indicativo verbo dare modo imperativo
Di Dì Di’
preposizione semplice sinonimo di giorno imperativo del verbo dire
Fa Fa Fa’
RICORDA: su FA STA VA l’accento non va
• Inserisci i monosillabi adatti: R I F L E S S I O N E
…………il libro a Carlo! Giovedì è stato un …………… divertente. …………giorno è sereno, spesso ……… notte pioviggina. ………..quella stanza giungono strani rumori. Luigi………volentieri un regalo agli amici. ………..zitto! Impegnarsi …….. sempre bene. La banana ….. un frutto ricco di vitamine. Verrò ….. te, domani: Chi fa da …., …… per tre. Vidi Sandro e Marco e ….. chiamai. Lui …..... guardò allo specchio e …..... piacque.
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
PAROLE TRONCHE O TRONCAMENTI RICORDA: Sono alcune parole che vengono troncate per essere pronunciate meglio e ricevono l’apostrofo o perdono la fifinale: po’ = poco da’ = dai
di’ = dici sta’ = stai
fa’ = fai
Importante: i troncamenti tale e quale non prendono l’apostrofo ma diventano tal e qual.
• Riscrivi le frasi usando i troncamenti dove è possibile: Esempio: oggi fa un gran (grande) caldo. Quale è l’errore che hai fatto?
...................................................................
Berrei un poco di caffè.
...................................................................
Fai i compiti!
...................................................................
Stai seduto tranquillo!
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Quale era lo scopo del viaggio?
...................................................................
Non ho commesso una tale azione! ................................................................... Dai il tuo libro a Carla!
...................................................................
Ieri sera ho avuto una grande paura! ................................................................... E stai zitto una buona volta!
...................................................................
Vai a farti friggere!
...................................................................
Mi passi un poco di zucchero?
...................................................................
Dici a Marco che lo aspetto.
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Fai attenzione quando attraversi!
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R I F L E S S I O N
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
PER RIPASSARE ALCUNE REGOLE
• Dividi in sillabe le seguenti parole: Paesello, acquitrino, ascoltare, orchestra, onomastico, fifilastrocca, Italiani, autunno, stazione, piedino, elefante, erba, aria, quercia, improvvisamente. RICORDA: - I dittonghi e i trittonghi formano una sola sillaba (es. fie-no). - Le vocali a e o incontrandosi non formano mai dittonghi (es: po-e-ta). - Una consonante posta fra due vocali fa sillaba con la seconda (es: i-so-la).
• Metti l’accento: - Una volpe salto in un pozzo e si dispero perche non poteva più salire. - E buono questo pane? E fresco? Se si me ne puo dare un chilogrammo? - Che cosa c’e di piu bello e di piu grande dell’amore?
• Metti le maiuscole dove servono: - L’italia è una terra splendida ed il popolo italiano è composto da persone generose. - I francesi abitano in francia e la loro terra confina con l’italia. - Alcuni secoli prima di cristo i greci fondarono in Sicilia varie colonie greche. - Lo zio carlo è andato a fare un viaggio in australia e ha trovato il popolo australiano molto cortese. - L’italia è una penisola bagnata dal mar mediterraneo. Questo mare prende nomi diversi a seconda della zona geografi fica: mar ligure di fronte alla liguria; mar tirreno tra toscana, lazio, campania, calabria, sicilia e sardegna; mar ionio sotto calabria, basilicata, puglia, mar adriatico ad est dell’italia. R I F L E S S
• Metti l’apostrofo: - È caldo ed esco allo aperto per prendere una boccata di aria. - Un asino è un animale non abbastanza stimato anche se è di aiuto allo uomo. - Quella strada non aveva un angolo di ombra. - Nello zoo ci erano un orso, una orsa, una aquila, un elefante ed un ippopotamo. - Quello uomo mi faceva paura. Stava nascosto dietro allo albero e sembrava aspettarmi.
I O N E
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
USO DELL’H
• Scegli ed inserisci esattamente cancellando con una lineetta i quadratini che via via usi: O
HO
OH!
A
HA
ANNO
AI
HANNO
AHIMÈ!
HAI M’HAI
AHI
T’HO
L’HO
- Io …....... gli occhi azzurri e mia sorella li …...... neri. - …........ che bel tramonto. - …........ mi fai male! - Dove …...... passato le vacanze quest’…................. - …...... mezzogiorno rientrerò a casa. - Vieni …..... resti? - Gli attori…............ recitato molto bene. - ….......... ,hai combinato un brutto guaio! - Vedendo lo zio ....…..... salutato. - …........ detto solo la verità e tu non …......... creduto. - Ho spedito una cartolina ...........miei amici. PARTICOLARITÀ DELL’ACCENTO E DELL’APOSTROFO
• Scegli ed inserisci come sopra: M’È
T’È
SÈ
LÀ
N’È
VA’
DA’
DÀ
C’È
NÉ
- Guarda…......, la neve in montagna! - Quanto…........ piaciuto il libro che ho letto! - Che cosa …........ successo? - Chi fa da …........ fa per tre. - Luigi …...... arrampicato sull’albero. - ….......... Luca ….......... Matteo potranno venire al tuo compleanno. - …......... subito quella penna a tuo fratello! - …......... quello che ti chiede la mamma, devi essere gentile. - Non …........ cosa migliore della generosità. - …........... immediatamente a chiamare tua sorella. - Di penne così non ce …........... in nessun negozio.
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S’È
R I F L E S S I O N E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
DISCORSO DIRETTO ED INDIRETTO DIRETTO: riferisce le parole precise dette dal personaggio. es. La mamma chiede alla figlia: - Preparami un dolce con le mele. INDIRETTO: si dice ciò che viene detto ma senza pronunziare le esatte parole. es. La mamma chiede alla figlia di prepararle un dolce con le mele. Il discorso diretto inizia dopo i due punti; si può indicare ponendo le parole pronunciate tra virgolette, oppure mettendo un trattino all’inizio del discorso. es. La mamma chiede alla figlia: «Preparami un dolce con le mele». oppure La mamma chiede alla fifiglia: - Preparami un dolce con le mele.
• Trasforma da diretto ad indiretto e viceversa:
R I
discorso diretto
discorso indiretto
La mamma mi disse:«Sono proprio contenta di te».
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Il calciatore promise che avrebbe segnato un goal fantastico.
Un antico proverbio dice:«Chi la fa l’aspetti».
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Il comico iniziò dicendo che avrebbe raccontato una barzelletta.
Il dottore disse al paziente:« Lei è sano come un pesce!»
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La nonna disse alla nipotina di sedersi che le avrebbe raccontato una fiaba.
Il pilota comunicò all’equipaggio:«Pronti per la partenza, allacciate le cinture di sicurezza».
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RIFLETTERE SULLA LINGUA
LA PUNTEGGIATURA
• Ricopia inserendo la punteggiatura esatta. L’asino e le cicale Un asino sentì cantare le cicale e pensò oh se potessi cantare anche io così allora domandò loro che cosa mangiate per avere una voce tanto gentile ed armoniosa rugiada risposero le cicale da quel giorno l’asino si nutrì solo di rugiada e natural(da Esopo) mente morì di fame ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................
• Ricopia le frasi mettendo, dov’è necessario, il punto interrogativo o esclamativo. - Evviva oggi sono proprio felice - Hai paura - Stai zitto, per cortesia - Vergognati ti stai comportando male - Dove sei stato - Questo inverno non passa mai - Chi pensi di invitare al tuo compleanno - Che tramonto stupendo - Per chi mi hai preso
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• Ricopia nel quaderno mettendo, dov’è necessario, i due punti e la virgola. Attento, ci sono anche dei discorsi diretti. Ieri la maestra ci ha detto per casa fate un esercizio di italiano ripassate la lezione di storia rinforzatevi nell’uso dei verbi leggete qualche pagina del libro di narrativa. Appena tornato a casa la mamma mi ha ordinato metti a posto la cameretta passa l’aspirapolvere vai dalla zia a portarle lo zucchero fai i compiti. Poi il papà mi ha chiesto vai in cartoleria e compera una penna del nastro adesivo un quaderno a righe e uno a quadri per tua sorella delle puntine da disegno. Io mi sono detto ci vorrebbe una giornata di 48 ore!
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R I F L E S S I O N E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I NOMI COMPOSTI
• Forma dei nomi composti usando le parole già date. ………….stazione, …………bagno, ………mondo,………….spino,………..spilli, ………….squadra, …………luogo, ………neve, …………...boschi,………autore, ………….vite, …………….foglio, …………cenere,……………agrumi,…….scale, ………….tappeto, ………..turismo.
• Fa’ ora il plurale dei seguenti nomi composti: Il francobollo ……………………..
L’attaccapanni…………………….......
Il capoclasse……………………..
La terracotta………………………......
Un capolavoro……………………
Il passaporto…………………….........
Il capocuoco……………………..
La cassapanca .................................
ALTERATI E FALSI ALTERATI I nomi alterati mantengono lo stesso significato del nome, ma assumono una sfumatura diversa. Es. CASA. Diminutivo Vezzeggiativo Accrescitivo Dispregiativo Più piccolo più grazioso più grande più brutto casina casetta casona casaccia R I F L E
Sottolinea in rosso i nomi alterati ed in verde i falsi alterati. Bambino, furgone, pallino, barcaccia, bastione, piccione, lampadina, lampione, paesello, poveraccio, tempaccio, boccone, aquilone, amicone, parolaccia, montone, bastone, visetto.
• Ricava il nome primitivo dagli alterati dati.
S S I O N E
Alterati: Libretto - stanzina - villetta - scarpaccia - soldino - fiorellino - cagnolino - uccellaccio - barcona - acquaccia - alberello - cappellino - stanzetta. Primitivi: ................................................................................................................ ...............................................................................................................................
216
RIFLETTERE SULLA LINGUA
PRIMITIVI E DERIVATI
• Trova dei derivati per i seguenti nomi primitivi: Vetro…………………………..
Viaggio……………………….........
Posta………………………….
Legno………………………….......
Fiore…………………………..
Carta………………………….........
Studio…………………………
Pane…………………………..........
Libro…………………………..
Scuola ..........................................
CONCRETO E ASTRATTO
• Sottolinea in rosso i nomi concreti, in blu gli astratti: Non curare nell’animo: vanità, invidia, gelosia, rancori. Cura invece le idee belle e gli affetti. Aiuta le persone che ne hanno bisogno, la tua voce può sembrare musica. Abbi il coraggio di dire le tue paure senza il timore di sembrare un debole. Sii leale con gli amici ed apprezza l’onestà, la disponibilità, il rispetto. NOMI COLLETTIVI
• Definisci questi nomi collettivi: es: gregge
insieme di pecore
Flotta:……..……………………………………………….......................................... Branco: ………………………………………………….......................................... Squadriglia: ……………………………………………….......................................
R
Pineta: …………………………………………………............................................
I
Scolaresca : …..………………………………………….........................................
F
Folla: ………………………………………………………........................................
L
Fogliame: ..……………………………………………….........................................
E
Costellazione: ..…………………………………………….....................................
S
Biblioteca: …………………………………………………......................................
S
Orchestra: …………………………………………………......................................
I
Frutteto: ……………………………………………………......................................
O N
217
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I NOMI PLURALI PARTICOLARI • Spiega i due significati diversi dei plurali nei seguenti nomi facendo degli esempi. Eventualmente usa il vocabolario. bracci: della bilancia, di un fiume,… Es: Braccio: braccia: del corpo umano,… ossi ............................................................................. Osso ossa ............................................................................. fili
.............................................................................
fila
.............................................................................
Filo
gesti ............................................................................. Gesto gesta ............................................................................. cigli ............................................................................. Ciglio ciglia ............................................................................. muri ............................................................................. Muro R
mura .............................................................................
I F
Volgi ora al plurale i seguenti nomi composti:
L
Caposquadra………………………………………..................................................... Cassaforte ………………………………………….................................................... Capostazione ………………………………………................................................... Arcobaleno …………………………………………................................................... Sordomuto ………………………………………….................................................... Manoscritto ………………………………………...................................................... Cavaturaccioli ……………………………………...................................................... Capotavola ……………………………………….......................................................
E S S I O N E
218
RIFLETTERE SULLA LINGUA
LE PARTICOLARITÀ DEI NOMI
Falso alterato
Dispregiativo
Accrescitivo
Vezzeggiativo
Diminutivo
Alterato
Derivato
Primitivo
Composto
Collettivo
Astratto
Concreto
Comune
NOME
Proprio
Metti la crocetta nelle caselle giuste:
Strada Ombrellino Vocione Mattone Boscaglia Tonino Pigrizia Asciugamano Legname Giornalaio Orchestrina Lavastoviglie Acquitrino R
Fioreria
I
Campanella
F
Onestà
L
Ciclista
E
Cassapanca
S S
Romani
I
Bacchette
O N
219
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
IL NOME Schema riassuntivo
SPECIE
Comune: Indica in modo generico persone, animali o cose. Es: scolaro, cane, fifiume. Proprio: Indica persona, animale o cosa in particolare. Es: Giorgio, Fido, Tevere. Concreto: Indica ciò che realmente esiste. Es: donna, cavallo, albero. Astratto: Indica concetti della nostra mente. Es: bontà, coraggio. Collettivo: Indica un insieme di più persone, animali o cose. Es: flotta, popolo, gregge. Primitivo: Non deriva da altra parola. Es: scuola Derivato: Deriva da altra parola. Es: scolaro Composto: Formato da due parole. Es: capoluogo
alterato
Accrescitivo: denota ingrandimento. Es: ragazzone. Diminutivo: denota piccolezza. Es: ragazzino. Vezzeggiativo: all’idea di piccolezza unisce quello di gentilezza, di grazia. Es: ragazzetto. Dispregiativo: denota spregio. Es: ragazzaccio.
Maschile: indica persona, animale maschio o cosa considerata maschile. Es: uomo, lupo, pero. R
GENERE Femminile: indica persona o animale femmina o cosa considerata femminile Es: donna, lupa, pera.
I F L
Singolare: indica una sola persona, una sola cosa, un solo animale. Es: scolaro, matita, pecora.
E S S I
NUMERO Plurale: indica più persone o animali o cose della stessa specie. Es: scolari, matite, pecore.
O N E
220
RIFLETTERE SULLA LINGUA
L’USO DEI TEMPI VERBALI
• Sostituisci il tempo passato remoto scrivendolo sopra il tratteggio al modo infinito che è tra parentesi, poi rileggi le frasi. 1. L’auto all’improvviso (fare)………..un balzo in avanti. 2. ll torrente (rompere)…………… gli argini ed (allagare)…………. i campi. 3. Il gatto (scorgere)……………. una mosca sul muro e la (prendere)……………. 4. Quando tu (arrivare)……………… a scuola, (trovare)…………… i cancelli chiusi. 5. Appena io (chiamare) ……………Luisa, lei si (affacciare)………………. 6. Carlo (venire)……………….. da me ma non mi (trovare)………………….
• Coniuga i tempi futuri della frase usando tutte le persone (domani io........., tu……., egli…….., noi……….., voi……….., essi………). Domani io mi alzerò presto, mi laverò, preparerò la colazione e poi uscirò. Domani tu……………………………………………………………………………………. Domani egli………………………………………………………………………………….. Domani noi…………………………………………………………………………………… Domani voi…………………………………………………………………………………… Domani essi…………………………………………………………………………………. Fa’ lo stesso con il passato remoto. Ieri io mi ................ presto, mi .............., ................. la colazione, .............. e poi ............. Ieri tu……………………………………………………………………………………......... Ieri egli………………………………………………………………………………….......... Ieri noi……………………………………………………………………………………....... Ieri voi……………………………………………………………………………………....... Ieri essi………………………………………………………………………………….........
• Sostituisci all’infinito (tra parentesi) la voce verbale esatta e scrivila sul tratteggio. La pietra essendo battuta dall’ acciarino (lamentarsi)…….....……………..e (dire) ………….....................: “Che idea ti (venire)..................…………….. di battermi? Tu (sbagliare) …………….....…certamente!”. Ma l’acciarino (rispondere) …………................…: “Se sarai paziente, (vedere)………….............che cosa meravigliosa (uscire)…................………. da te”. La pietra (darsi) ………..............pace e (vedere)………............ nascere il meraviglioso fuoco. (Leonardo Da Vinci)
221
R I F L E S S I O N E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I MODI DEI VERBI
MODO CONDIZIONALE. Sostituisci l’infinito tra parentesi con il condizionale presente o passato. 1. Permettendolo la mamma, io (andare)……………………… dal mio compagno e (passare)…………………….. con lui il pomeriggio. 2. Se tu fossi in difficoltà, fi io (scrivere) ………………….agli amici e assieme (cercare) …………….il modo per aiutarti. 3. Senza il tuo aiuto io non (potere)…………………….. superare quella difficoltà. fi 4. Se non fosse così caldo (prendere)………….. la penna e (scrivere)…………….
MODO CONGIUNTIVO. Ora usa il congiuntivo presente e imperfetto. 1. È bene che tu (ascoltare)………………… i consigli dell’insegnante. 2. Sarebbe opportuno che tu (studiare)………………….con costanza. 3. La zia desidera che tu (andare)…………………… a trovare il cugino ammalato. 4. Il nonno sognava che tu (giocare)……………………a calcio. 5. È necessario che lui non (sciupare)………………… il suo tempo.
MODO IMPERATIVO. Sostituisci l’infinito con il modo imperativo. 1. (Spicciarsi)………………….il treno sta per partire. 2. (Essere)…………………forte di fronte alle difficoltà fi della vita. 3. (Leggere) ………………dei libri validi se vorrai apprendere utili insegnamenti. 4. (Stare)……………….zitto quando parla un’altra persona. 5 (Ritornare) ………………….a casa presto se no mi preoccupo.
MODO GERUNDIO: Sostituisci con il gerundio le espressioni tra parentesi. R I F
1. (Mentre rientravo)…………………........incontrai lo zio. 2. (Se prestassi)……………………..........più attenzione saresti più bravo a scuola. 3. (Se potessi) …………………................verrei a trovarti. 4. (Quando si gioca)………………………il tempo passa velocemente. 5. (Se ti abituerai) …………………….......allo sforzo diventerai più forte.
L E S S I O N E
MODO PARTICIPIO. Sostituisci ora con il participio presente o passato. 1. (Giungere )…………….. .....................a casa la mamma mi sgridò. 2. Luigi (sedere) …………………............al suo banco legge. 3. (Morire)………………..........................Augusto, fu proclamato imperatore Tiberio. 4. Dopo (leggere)………………..............la lettera egli si illuminò di gioia. 5. Dopo (mangiare)…………………........farò un sonnellino.
222
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I VERBI
Transitivi
Intransitivi
Quando possono avere il complemento oggetto. Es. Mangio (che cosa?) un panino.
Quando non possono avere il complemento oggetto. Es. Io rido ... non risponde alla domanda (che cosa?)
possono avere tre forme
Forma attiva
Forma passiva
Forma riflessiva
Il soggetto fa l’azione. Es. Il gatto insegue il topo.
Il soggetto subisce l’azione. Es. Il topo è inseguito dal gatto.
L’azione si riflette sul soggetto (usa il sii). Es. Il gatto si specchia nell’acqua.
• Completa dove è possibile con il complemento oggetto e scrivi se il verbo è transitivo o intransitivo: Verbo
Complemento oggetto?
Transitivo o intransitivo?
Portare
..............................
..............................
Risplendere
..............................
..............................
Mangiare
..............................
..............................
Ridere
..............................
..............................
Tornare
..............................
..............................
R
Cantare
................................
................................
I
Pagare
............................
............................
F
Dipingere
..............................
..............................
L
Dormire
................................
................................
E
Dare
............................
............................
S
Correre
..............................
..............................
S
Prendere
..............................
..............................
I O N
223
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I VERBI
• Sottolinea in rosso i verbi di forma attiva, in blu di forma passiva, in giallo di forma riflessiva. 1.
I contadini raccolgono l’uva.
2.
La bambola è pettinata da Marina.
3.
Il cane insegue il gatto.
4.
Lavati bene!
5.
I vestiti sono stirati dalla mamma.
6.
Maria apparecchia la tavola.
7.
Luigi è modesto, non si loda mai!
8.
Il tenore canta una bella romanza.
9.
La carrozza è tirata dai cavalli.
10.
Luisa si lava, si veste, si pettina.
•Trasforma le seguenti proposizioni da attive in passive. Attive Franca nutre il suo gattino. Anna mi aiuterà. La mamma accompagna Carlo. Scriverò una lettera subito. Il pubblico applaude l’attrice. Le fiamme raggiungono l’edificio. Achille uccide Ettore in duello.
R I F L E S S I O
Passive .................................................................... .................................................................... .................................................................... .................................................................... .................................................................... ............................................................. ....................................................................
• Ora trasforma le passive in attive. Attive
Passive
......................................................... .......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... ......................................................... .........................................................
Le Alpi sono attraversate da varie ferrovie. Questa casa è stata acquistata dal nonno. La bicicletta mi è stata regalata da papà. La biancheria è stata stesa da Vittoria. L’Italia viene visitata da molti turisti. La coppa campioni è stata vinta dal Milan. Quel bel goal è stato segnato da Cruz. L’Oscar è stato vinto da Benigni.
N E
224
RIFLETTERE SULLA LINGUA
IL VERBO Schema riassuntivo
Transitivo
forma
Specie
attiva passiva riflessiva
Intransitivo Propria (essere e avere) Coniugazione
1° are (am-are) 2° ere (tem-ere) 3° ire (sent-ire)
finiti
può essere
regolare irregolare difettivo impersonale
indicativo congiuntivo condizionale imperativo
Modi indefiniti
infinito participio gerundio presente
passato Tempi
Principali
imperfetto passato prossimo passato remoto trapassato prossimo trapassato remoto
R I F L
semplice futuro anteriore Persone:
prima, seconda, terza
E S S I
Numero:
O
singolare, plurale
N
225
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI AGGETTIVI QUALIFICATIVI
• Completa con questi aggettivi: Es: bello
bel libro,……….libri; ……………prato, …………prati; ..……… specchio, …………….specchi;…………quadro, ………quadri; ……… ..scialle,…………….scialli;…………….zaino,…………...zaini.
Grande
gran stadio,……………stadi;……………spavento,…………………uomo ………………………artista,…………………mozzo,…………………santo ……………………… stridio,………………...scrittore.
Santo San Santo-a Sant’ …………….Giorgio,………………Antonio,……………….Lucia,……………….Ilario, …………….Isabella,…………….. Onorio, ……………….Teresa, ……………..Spirito, …………….Nicola. ALTERATI: anche gli aggettivi qualificativi, come i nomi, possono essere alterati:
• Definisce con l’alterazione più adatta: Un po’ debole Molto bugiardo Giallo delicato Piuttosto magro Molto avaro
………………….. ………………….. ………………….. ………………….. …………………..
Un po’ sciocco Brutto goloso Un po’ grasso Piuttosto bello Grande furbo
………………….. ………………….. ………………….. ………………….. …………………..
SOSTANTIVATI: sono aggettivi usati come nome, come il nome sono preceduti da un articolo (es: l’audace)
• Trasforma in aggettivi sostantivati. R
Es: Le cose belle piacciono
I
Gli alunni diligenti saranno premiati.
F
La diligenza ………………………...............................................................
L
Le persone buone sono da amare.
E
………………………………………………...............................................................
S S I O N E
il bello piace.
Le persone maleducate sono da evitare. ………………………………………………............................................................... Le persone deboli sono da aiutare. ………………………………………………...............................................................
226
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I GRADI DELL’AGGETTIVO
Positivo
Comparativo
Superlativo
Esprime semplicemente la qualità del nome
Esprime un confronto di maggioranza, minoranza, uguaglianza
Esprime la qualità nel suo grado massimo (assoluto o relativo)
• Forma il comparativo di minoranza, maggioranza ed uguaglianza dei seguenti aggettivi di grado positivo. più .................
più buono buono
Lento
meno buono
bello
buono come
...............come
più .................
più ........................
meno .............
simpatico
...............come
meno .................... .....................come più ........................
più ........................ leggero
meno .............
furbo
meno ....................
meno .................... .....................come
.....................come
Prendendo spunto da personaggi dei films, dei fumetti, o della TV costruisci delle frasi usando i comparativi. es. Il leone è più veloce del ghiro, meno veloce del ghepardo, veloce come la tigre.
• Trasforma i comparativi di minoranza in maggioranza e viceversa (senza alterare il significato).
R I F
1. L’automobile è meno veloce dell’aereo. L’aereo è …………………………………..................................................................... 2. Il gatto è più agile del cane. ……………………………………………….................................................................. 3. Lucia è più brava di te nel disegno. ……………………………………………….................................................................. 4. L’aria in montagna è più pura che nelle città. ………………………………………………..................................................................
227
L E S S I O N E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
• Ora componi tu delle frasi stabilendo dei rapporti di minoranza, maggioranza o uguaglianza usando le seguenti coppie di nomi. Sole/luna Rosa/tulipano
Zucchero/miele Milano/Parigi
Po/Tevere
Bianco/Rosa
- Superlativo assoluto: esprime la qualità al massimo grado senza paragoni. - di solito termina in -issimo per es: dolcissimo. - si serve di prefissi come “arci”, “stra” o “super” per es: Straricco - si aggiunge “molto”; per es: molto bello - usa forme particolari; per es: “ottimo”
• Fa’ il superlativo assoluto degli aggettivi dati usando tutte le forme possibili: Es: buono, buonissimo, molto buono, ottimo, arcibuono,… Dolce……………………………………………………………………………………….. Grazioso…………………………………………………………………………………… Pallido……………………………………………………………………………………….. Salubre…………………………………………………………………………………….. Celebre…………………………………………………………………………………….. Stanco……………………………………………………………………………............... Alto………………………………………………………………………………………..... - Superlativo relativo: esprime la qualità al massimo grado con un paragone. Es. Luca è il più tranquillo della classe.
• Scrivi delle frasi con il superlativo relativo servendoti dei gruppi di parole date: R I F L E S S I O N E
Carlo, diligente, classe:…………………………………………………………………. Sicilia, grande, isola dell’Italia:…………………………………………………………. Giraffa, collo, animali:……………………………………………………………………. Rosa, profumata, fifiori:…………………………………………………………………….. Fico, dolce, frutti:…………………………………………………………………………… Del Piero, calciatore, Iuventus .................................................................................. Etna, vulcano, Italia ................................................................................................. Piramidi, tombe, mondo............................................................................................ Rosa, profumato, giardino ........................................................................................
228
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI AGGETTIVI DETERMINATIVI DIMOSTRATIVI: dimostrano, indicano la vicinanza o l’identità (questo, codesto, quel, quello). Es: questa penna, questa scuola.
• Completa con questo - questa; fa’ il plurale. Questo
zoccolo
Questi zoccoli
................. studentessa
.........................................................
................. asino
.........................................................
................. scrivania
.........................................................
................. cesto
.........................................................
• Completa con quel - quello - quella; fa’ il plurale. ................... scrittore
.........................................................
................... stadio
.........................................................
................... angolo
.........................................................
................... cane
.........................................................
................... impiegato
.........................................................
POSSESSIVI: indicano il possesso (mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui).
• Completa con l’aggettivo possessivo adatto. 1. Ciascuno ama la ………........ famiglia. 2. Luca è diligente ed esegue sempre i …………...... compiti. 3. Se compiremo il ……………...... dovere faremo contenti i genitori. 4. Le chiocce amano molto i …………......... pulcini. 5. Tutti vedono facilmente i difetti………………..ma difficilmente fi i ……………….
R I
NUMERALI: indicano un numero; possono essere numerali cardinali (come contare 1,2,3…); numerali ordinali (come fare ordine: primo, secondo…).
F
• Metti l’aggettivo numerale, poi cerchia in rosso i cardinali ed in blu gli ordinali.
E
1. Tu hai……………............. anni e frequenti la classe ............…………….. 2. Un hl vale ……….................……..litri. 3. Mia mamma è nata nel …….......………..quindi ha ….........………….. anni. 4. In aula ci sono …………................................ alunni. 5. Io sono seduto al ………………posto della fila di banchi.
S
229
L
S I O N E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI AGGETTIVI DETERMINATIVI
• Trasforma i seguenti cardinali in ordinali. 15…………………………..
13…………………………….
100…………………………
900……………………………
45………………………….
1000………………………….
62………………………….
57…………………………….
INDEFINITI: esprimono un’idea di qualità o quantità in modo non precisato. Es: alcuni, certi, poco, parecchio…
• Completa con l’aggettivo indefinito adatto. Carla avresti …………………..libro da prestarmi? ………………….. persona è senza difetti. Ho scritto…………………. libri per ottenere questo risultato. Al mare è bello fare …………..nuotata. ……………….alunno che desideri la promozione deve impegnarsi.
• Ora volgi le frasi sopra al plurale. ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………… ………………………….............................................................................................. R I F L E S S I O N E
INTERROGATIVI ESCLAMATIVI: servono per esprimere esclamazioni o domande. Es: Che libro leggi?
• Completa. 1. .…………….. libri desidera acquistare? 2. .…………….. cielo stupento! 3. A…………… ora arriveranno gli zii? 4. ……………. classe frequenti? 5. ……………. aria fresca!
230
RIFLETTERE SULLA LINGUA
L’AGGETTIVO Schema riassuntivo L’aggettivo è quella parola che si aggiunge al nome per qualificarlo o per determinarlo. Esso concorda col nome a cui si riferisce nel genere e nel numero. Es: fanciullo buono; fanciulla buona; fanciulli buoni; fanciulle buone). Positivo (indica semplicemente la qualità) Es: bello, buono. di maggioranza (uno dei termini di paragone è maggiore dell’altro. Es: Luisa è più buona di Carla) Comparativo
di minoranza (uno dei termini di paragone è minore
Qualifi ficativo
(indica la qualità
dell’altro. Es: Luisa è meno buona di Carla).
(esprime una quali-
con un paragone)
tà del nome)
di uguaglianza ( i due termini di paragone sono uguali. Es: Luisa è buona quanto Carla). assoluto (esprime la qualità al massimo grado
Superlativo
senza paragoni. Es: Lucia è buonissima).
(esprime la qualità in grado massimo)
relativo (esprime la qualità di grado massimo con paragone. Es: Lucia è la più buona della classe).
Dimostrativo o indicativo ( indica la relazione di vicinanza o identità. Es: questa scuola). Possessivo ( indica possesso. Es: mio padre). Determinativo (indica la quantità,
Numerale
cardinale (Es: tre cavalli, quattro buoi, ecc).
il numero, il pos-
( indica numero)
ordinale (Es: primo, secondo, terzo, ecc).
R
sessore o altra relazione)
Genere
Indefi finito ( esprime un’idea di qualità o di quantità indeterminata. Es: ogni fanciullo…)
I F
Interrogativo ed esclamativo ( usati nelle interrogazioni e nelle esclama-
L
zioni. Es: Che libro leggi? – Quale pena mi hai dato!)
E
Maschile (Es: babbo buono) Femminile (Es: mamma buona)
S S I
Numero
Singolare (Es: mela matura)
O
Plurale (Es: mele mature)
N
231
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
I PRONOMI PERSONALI: stanno al posto del nome. Ricorda: le forme “mi, ti, ci, si, vi, li, le, lo, la , gli, ne” sono dette anche particelle pronominali.
• Sostituisci con il pronome più adatto la parola sottolineata. 1. Scrivi alla nonna e conforterai la nonna ……………………………………............ 2. Mia zia ama i fiori ma la zia non raccoglie i fiori………………………………....... 3. Prese il bambino e diede un bacio al bambino……………………………........... 4. Due monelli avevano calpestato i fiori ed il guardiano sgridò i monelli ……………………………………………………………………………..................... 5. Ho chiamato le mie amiche e ho detto alle mie amiche di aspettarmi ……………………………………………………………………...............................
• Sottolinea in blu gli articoli ed in rosso i pronomi e le particelle pronominali. 1. Il passerotto era ferito, lo raccolsi e lo curai. 2. La nonna baciava la nipotina e la stringeva al cuore. 3. Vidi la zia e le diedi un fifiore. 4. Incontrai Andrea e gli diedi il mio pallone. 5. Hai un libro di fifiabe? Leggile ti insegneranno a scrivere meglio. 6. Chiara prese la sua bambola, la pettinò e le tolse il vestitino.
• Scopri gli errori, sottolineali e riscrivi correttamente la frase.
R I F L E S S I
1. A me mi piacciono i gelati……………………………………………………............. 2. Io mi piace andare al cinema…………………………………………………........... 3. Chiama Giulia e digli di scendere………………………………………………....... 4. Le zie mi chiesero di mia sorella e io le dissi che lui stava bene. …………………………………………………………………………………………....... 5. Vado ai giardini, vieni anche te?.......................................................................... 6. È da tanto che non si vediamo!........................................................................... 7. Te non sei furbo quanto lui……………………………………………………........... 8. Salutai gli amici e li dissi che gli avrei raggiunti più tardi……………………....... .................................................................................................................................
O N E
232
RIFLETTERE SULLA LINGUA
POSSESSIVI: indicano possesso ( mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui). Ricorda: per distinguere i pronomi dagli aggettivi basta osservare che il pronome è sempre da solo mentre l’aggettivo accompagna sempre un nome.
• Sottolinea gli aggettivi possessivi e cerchia i pronomi possessivi. 1. I miei disegni sono belli quanto i tuoi. 2. Tutti abbiamo dei pregi: tu i tuoi, Luca i suoi, io i miei. 3. Il vostro libro è interessante quanto il nostro. 4. Rispettiamo le cose altrui come fossero proprie. 5. La sua statura è superiore alla mia. 7. Il mio libretto è a colori, il tuo è in bianco e nero. 8. La sua casa si trova in Via della Libertà, la mia in Via Manzoni. DIMOSTRATIVI: indicano la vicinanza o l’identità (questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale, quale). Vengono inoltre usati solo per le persone i seguenti pronomi dimostrativi: questi, quegli, costui, costei, costoro, colui, colei, coloro.
• Colora in rosso gli aggettivi dimostrativi ed in blu i pronomi dimostrativi. 1. Questo libro è più interessante di quello. 2. Costei è una persona intelligente. 3. Dammi quelle penne e quella gomma. 4. Lascia qui quel quaderno e prendi questo. 5. Guai a coloro che fanno del male. 6. Quella penna scrive bene, invece questa perde inchiostro. INDEFINITI: esprimono un’idea di qualità o quantità in modo non ben precisato (alcuno, taluno, qualcuno, ciascuno, nessuno, molto, poco, parecchio, tutto, tanto, ognuno, certuni, altri…).
R I
• Sottolinea gli aggettivi indefiniti e cerchia i pronomi indefiniti.
F
1. Stamattina parecchi alunni sono arrivati tardi a scuola, molti però erano puntuali. 2. Alcuni bimbi fanno troppi capricci, altri invece sono più tranquilli. 3. Qualcuno si avvicina! 4. Tutti abbiamo bisogno degli amici. 5. Nessuno è senza difetti, certe persone però si impegnano per migliorare. 6. Ognuno va a scuola con la propria bicicletta. 7. Molti animali hanno quattro zampe, ma pochi ne hanno più di cento.
L E S S I O N
233
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
RELATIVO O CONGIUNTIVO: è un pronome che sostituisce un nome per non fare ripetizioni e congiunge due frasi o proposizioni. Variabile: il quale, la quale, i quali, le quali Può essere: Invariabile: che, chi, cui (quasi sempre preceduto da una preposizione semplice). Trucco per non sbagliare: se puoi sostituire il “che” con il quale, la quale, i quali, le quali, vuol dire che è un pronome relativo; se questo non è possibile è congiunzione o pronome o aggettivo interrogativo.
• Scopri il diverso uso del “che”. Cerchia in rosso il “che” pronome relativo. In blu il “che” congiunzione. In giallo il “che” pronome aggettivo interrogativo. 1. Ho visto Lucia che studiava la lezione. 2. Che fate? 3. Che dolce preferisci? 4. Che classe fai? 5. Loro sono gli alunni che si sono comportati meglio. 6. La nonna spera che tu vada a trovarla. 7. Il libro che preferisco è questo. 8. Le rose che mi sono state regalate sono rosse. 9. Questo frutto è più bello che buono. 10. Vidi un uccellino che zoppicava.
R I F L E S S I O N E
• Trasforma il pronome “che” in “il quale, la quale, i quali, le quali” e scrivilo sui puntini. 1. Vidi la zia che …………………..leggeva. 2. Notai Carlo e Luca che …………………..studiavano la lezione. 3. La zia ammira i fiori che……………………….ha ricevuto. 4. Mario ha comperato un cagnolino che…………………..è molto bello. 5. Queste sono le violette che……………………mi sono state donate da Lucia. 6. La cravatta che ......................... mi hai regalato si intona con la camicia. 7. Ho visto un’aquila maestosa che ..................... volava sopra i dirupi. 8. Ieri ho incontrato un bambino che .................... indossava un berretto ridicolo. 9. Nel fosso c’erano otto anatroccole che ................. nuotavano allegramente. 10. Dentro l’aereo c’erano alcune persone che ............... avevano paura.
234
RIFLETTERE SULLA LINGUA
IL PRONOME Parte variabile del discorso che fa le veci del nome
Personale: fa le veci di un nome di persona
Prima persona
Singolare: io, me, mi
seconda persona
Singolare: tu, te, ti
Plurale: noi, ce, ci
Plurale: voi, ve, vi Sing. maschile: egli, esso, lui, gli, lo sé, si, ne.
terza persona
Sing. Femminile: ella, essa, lei, le, la, sé, si, ne. Plurale maschile: essi, loro, li, sé, si, ne. Plurale femminile: esse, loro, le, sé, si, ne.
Possessivo: indica appartenenza e possesso: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, altrui, proprio. Dimostrativo: indica la persona o la cosa di cui fa le veci: questo, codesto, quello, costui, costei, costoro, colui, colei, coloro, stesso medesimo, tale, ciò,ecc. Indefi finito: fa le veci di un nome di persona o di cosa indeterminata: altro, chiunque, niente, taluno, alcuni, ecc. Congiuntivo o relativo: oltre a far le veci di un nome congiunge o mette in relazione due proposizioni: che, il quale, la quale, i quali, le quali, che, cui, ecc.
R I
Interrogativo: si usa nelle interrogazioni. Chi? Che? Quale?
F L E
Maschile ( egli, lui, lo, costui, ecc.) Genere
S
Femminile (ella lei, costei, ecc.)
S
Singolare (io, tu, egli, ella,ecc.)
I
Numero Plurale (noi, voi, esse, essi, ecc.)
O N
235
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI ARTICOLI E L’ARTICOLO PARTITIVO
• Fai la crocetta al posto giusto. Scrivi accanto un nome. Articolo
Deter.
il
X
Indet.
Masc.
Femm. Sing.
X
X
Plur.
art. + nome il pilota
lo
....................
la
....................
i
....................
gli
....................
le
....................
un
....................
uno
....................
una
....................
Ricorda: gli articoli indeterminativi non hanno il plurale, per farlo devi servirti delle preposizioni articolate dette anche “articoli partitivi” (es: un cane, dei cani).
• Metti l’articolo determinativo ed indeterminativo e fa’ il plurale.
R I F L E S S
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
Nome
Art. Deter.
Art. Indet.
Plurali
Oste Spettacolo Acquazzone Siepe Zero Gnomo Asino Amica Psicologo
…………. …………. …………. …………. …………. …………. …………. …………. ……...….
…………. …………. …………. …………. …………. …………. …………. …………. ………….
…………............ …………............ …………............ …………............ …………............ …………............ …………............ …………............ …………............
I O N E
236
RIFLETTERE SULLA LINGUA
LE CONGIUNZIONI La congiunzione è quella parte invariabile del discorso che serve a congiungere le parti di una stessa proposizione o due proposizioni. Le principali congiunzioni sono: e, o, ma, mentre, perché, anche, se, oppure, perché, però, così, allora, sebbene, tuttavia...
•
Sottolinea le congiunzioni.
1.
Verrò se potrò.
2.
O promosso o bocciato.
3.
Non permettere che ti facciano del male.
4.
C’erano tutti tranne Luigi.
5.
Al matrimonio c’erano anche i nonni.
6.
Carlo aveva paura perciò scappò.
7.
Rido perché sono felice.
8.
Mentre leggo la mamma stira.
9.
Luca è guarito ma non può ancora uscire.
10.
Il cane e il gatto sono animali domestici.
• Riscrivi le frasi formandone una sola unita dalle congiunzioni. - Non ho fatto i compiti. La maestra mi ha sgridato. - Non ho fatto i compiti perciò la maestra mi ha sgridato. - Mi sono fatto una bella mangiata di pasticcini. Mi è venuto mal di pancia. ................................................................................................................................... - Io adoro il mare. Il mare è pieno di sole. Al mare c’è tanta allegria. ................................................................................................................................... - Il cane abbaia. Il papà lo sgrida. Il cane continua ad abbaiare. ...................................................................................................................................
R I F L E
- La barca scivola sulle onde. La barca lascia dietro di sè una scia luminosa. ...................................................................................................................................
S
- Ho mangiato un gelato. Il calore lo ha sciolto. Mi sono macchiato la maglietta. ...................................................................................................................................
I
S O N
237
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI AVVERBI L’avverbio è una parte invariabile del discorso che serve a precisare il significato fi di un verbo, quindi è sempre riferita ad un verbo. Gli avverbi possono essere: - di modo: (come? In che modo?): bene, male, meglio, benissimo, peggio, adagio, come, così, volentieri, ecc. La maggior parte degli avverbi di modo termina in –mente e derivano da aggettivi: leggero- leggermente, severo-severamente, dolce- dolcemente,ecc. - di luogo: (dove? In che luogo?): qui, qua, quaggiù, quassù (indicano vicinanza a chi parla); costì, costà, costassù, costaggiù (indicano vicinanza a chi ascolta); ci e vi (in questo o in quel luogo); ne (da quel luogo);dove, donde, onde, davanti, dietro, vicino, lontano, dentro, fuori, su, giù, sopra, sotto, dovunque, dappertutto, ecc. - di tempo: (quando? In che tempo?): ora, dopo, prima, poi, oggi, domani, ieri, oggi, sempre, spesso, ancora, subito, presto, tardi, ecc. - di quantità: (quanto?): molto, poco, più, meno, troppo,abbastanza,assai,ecc. - di affermazione: sì, appunto, sicuro, certamente, ecc. - di negazione: no, non, ecc. - di dubbio: forse, probabilmente, ecc. N.B: Quando un avverbio non è formato da una sola parola per es: “ad un tratto”, si chiama locuzione avverbiale.
•
R I F L E S S I O N E
Sottolinea gli avverbi e cerchia le locuzioni avverbiali.
1. Leggete bene e adagio. 2. I ragazzi cantano a perdifiato. 3. Oggi andrò dalla mamma ma tornerò presto. 4. Chi più urla meno ottiene. 5. Ti dirò tutto a quattrocchi. 6. A poco a poco uscì il sereno. 7. Piovve a catinelle. 8. Avete giocato abbastanza. 9. Lassù nel cielo brillano le stelle. 10. Stavo giocando con gusto quando ho sentito un botto. 11. Mio cugino corre velocemente nel prato. 12. La penna si trova dentro la cartella. 13. La gazzella correva a perdifiato fi per sfuggire al leone.
238
RIFLETTERE SULLA LINGUA
GLI AVVERBI
In ogni frase sottolinea l’avverbio e scrivi sui puntini di quale tipo di avverbio si tratta. - Il maestro ha interrogato l’alunno che ha risposto chiaramente. (Avv. di modo). - Domani la mamma mi accompagnerà al cinema. ............................... - Basta, per oggi ho mangiato troppo ............................... - Quello studente ha superato brillantemente la prova d’esame ............................ - Ho chiesto alla nonna di farmi un dolce ma mi ha detto di no. ............................ - Forse domani spunterà il sole. ............................... - Quella ragazza veste molto elegantemente. ............................... - Dietro alla casa si trovano gli attrezzi del nonno. ............................... - Di sicuro riuscirai a nuotare prima di una settimana. ............................... - Ehi, tu, vieni quassù, vedrai che bellissimo panorama! ............................... - Il budino al cioccolato mi piace più di quello alla crema. ...............................
Trasforma questi nomi prima in aggettivi, poi in avverbi. nome peso simpatia viltà forza coraggio intelligenza giovinezza grandezza agilità
aggettivo
avverbio
pesante ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... ......................... .........................
pesantemente .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. .............................. ..............................
R I F
Fa’ il contrario dei seguenti avverbi. Veloce lento lentamente ........................... frequentemente ........................... lontano ........................... dietro ...........................
L prima tanto sotto dentro sempre
........................... ........................... ........................... ........................... ...........................
E S S I O N
239
E
RIFLETTERE SULLA LINGUA
SINTESI ANALISI GRAMMATICALE
• Fa l’analisi grammaticale delle seguenti frasi ponendo sotto ad ogni parola i simboli proposti nella tabella. Articoli determinativi
Articoli indeterminativi
Nomi
Aggettivi qualificativi
Altri aggettivi
Pronomi
Verbi
Avverbi
Congiunzioni
Preposizioni
Esclamazioni
1.
Luisa
cammina
2.
Domani
3.
Luca e Matteo giocano assieme.
4.
La scorsa estate siamo stati al mare.
5.
Mamma mi dai quel libro?
6.
La zia di Anna ha preparato una torta squisita.
7.
Questo orologio batte tutte le ore.
8.
È venuta alla nostra festa anche la zia Lucia.
9.
Un tempo lontano l’uomo e l’asino non si conoscevano.
10.
Mio nonno ama molto il suo cagnolino.
arriverà
lentamente
in
lo
Carlo.
zio
di
giardino.
R I F L E S S I O N E
240
ANALISI LOGICA
TIPI DI PROPOSIZIONI La proposizione è un pensiero espresso con le parole. Es: Carla gioca. Gli elementi principali di una proposizione sono il soggetto ed il predicato. Il SOGGETTO (espresso o sottinteso) può essere un nome, un pronome o un sostantivo. Il PREDICATO (verbale o nominale) è nominale se c’è una voce del verbo essere seguita da un nome o da un aggettivo. SCHEMA DELLE PROPOSIZIONI Varie specie di proposizioni Semplice: quella che ha i soli elementi essenziali cioè soggetto e predicato. Es: - Noi cantiamo Complessa: quella che oltre il soggetto e il predicato ha uno o più complementi Es: - La mamma mi ha fatto un bel regalo. Composta: quella che ha due o più soggetti, due o più predicati nominali, due o più complementi della stessa specie. Es: - Milano, Roma, Napoli sono città. - Chiara è buona e studiosa. - Onoriamo i martiri e gli eroi. Ellittica: quando manca del soggetto o del predicato che si possono facilmente sottintendere. Es: - Dove vai? (si sottintende il soggetto tu). - A scuola! (si sottintende: io vado).
• Fa’ l’analisi logica delle seguenti proposizioni e indica se la proposizione è semplice, complessa, composta, ellittica. 1.
Carlo mangia (………………………)
2.
Luisa mi ha fatto un regalo (……………………)
3.
Firenze, Roma, Parigi sono città (………………………)
R
4.
Cosa vuoi? (………………………..)
I
5.
La pecora belava (……………………)
F
6.
Un bimbo dormiva beatamente nella sua culla (……………………..)
7.
Verrò da te domani (………………………..)
8.
Carlo e Lucia mangiavano e ridevano )…………………………)
9.
Il maestro spiegava la lezione (…………………………….)
10.
Studiate! (………………………..)
S
11.
La mamma e la nonna stanno preparando un dolce (………………………..)
I
12.
Non so se potrò venire in gita a Firenze (………………………..)
O
L E S
N
241
E
ANALISI LOGICA
PROPOSIZIONI ATTIVE E PASSIVE Attiva: Il soggetto compie l’azione. Es: il nonno legge il giornale. Passiva: Il soggetto non compie l’azione ma la subisce. Es: il giornale è letto dal nonno.
• Trasforma le seguenti proposizioni da attive in passive e viceversa. 1. Il cacciatore uccide l’uccellino. …………………………………………………………………………………………………… 2. La nonna apparecchia la tavola. …………………………………………………………………………………………………… 3. Tu sei stato sgridato dalla mamma. …………………………………………………………………………………………………… 4. L’agnello fu divorato dal lupo. …………………………………………………………………………………………………… 5. La volpe era inseguita dai cani. …………………………………………………………………………………………………… 6. L’attrice fu applaudita dal pubblico. …………………………………………………………………………………………………… 7. Tu chiami tuo fratello. …………………………………………………………………………………………………… 8. Il maestro interroga Paolo. …………………………………………………………………………………………………… 9. Giulio è accompagnato a scuola dal papà. …………………………………………………………………………………………………… 10. La zia ha portato un regalo a Giulia. ……………………………………………………………………………………………………
R
Come avrai notato la preposizione attiva e passiva dicono la stessa cosa, ma pongono l’attenzione su personaggi diversi. 1 - Il cane insegue il gatto (l’attenzione principale è sul cane). 2 - Il gatto è inseguito dal cane (l’attenzione principale è sul gatto).
I F
Illustra con due disegni le due situazioni indicate nel riquadro.
L E
cane
g gatto
S S I
gatto
cane
O N E
Gatto in primo piano che scappa, cane lontano.
Cane in primo piano che insegue, gatto lontano.
242
ANALISI LOGICA
I PREDICATI VERBALI E NOMINALI Predicato Verbale: Il verbo indica una azione che viene fatta. Es: Carla lavora. Predicato Nominale: Il verbo indica com’è. Es: Carla è bravissima. Ricorda: Il predicato nominale c’è: - Con il verbo essere + aggettivo qualificativo, es: è bello - Con il verbo essere + nome, es: è un ragazzo - Con verbo essere + pronome, es: la cartella è tua
• Sottolinea in rosso il predicato verbale ed in blu il predicato nominale. 1. 3. 5. 7. 9. 11. 13. 15.
Questo libro è nuovo. Quelle ragazze ridono. L’Italia è una penisola. Le api sono insetti. La sala era affollata. Il papà ha lavorato molto. La zia è simpaticissima. Il sapere è vastissimo.
2. 4. 6. 8. 10. 12. 14. 16.
Lucia ieri era triste. Cadeva la pioggia. Io sono uno scolaro. I quaderni sono vostri Voi siete tranquilli. La mamma è andata in viaggio. Il cielo era nuvoloso. Il pilota guida l’aereo.
Completa le frasi e poi scrivi se hai usato predicati verbali o nominali. - La nonna ................................................... predicato ..................................... - Il cagnolino ................................................ predicato ..................................... - Le scarpe .................................................. predicato ..................................... - La regina ................................................... predicato ..................................... - L’attore ....................................................... predicato ..................................... - Gianni Morandi .......................................... predicato ..................................... - L’Italia ........................................................ predicato ..................................... - Le rose ...................................................... predicato ..................................... - Mia cugina Elena ....................................... predicato ..................................... - Il cane, il gatto, il topo ............................... predicato ..................................... - Mia sorella Giulia ...................................... predicato ..................................... - Il Presidente .............................................. predicato ..................................... - L’aereo ...................................................... predicato ..................................... - Il calciatore ............................................... predicato ..................................... - Cenerentola .............................................. predicato .....................................
R I F L E S S I O N
243
E
ANALISI LOGICA
SCHEMA GENERALE DEI COMPLEMENTI
Complemento
Che domanda ti fai
Oggetto (è l’unica espansione diretta le altre sono tutte indirette)
Chi? Che cosa?
Specificazione
Di chi? Di che cosa?
Termine
A chi? A che cosa?
D’agente
Da chi? Da che cosa?
Luogo
R I F
Stato in luogo
Dove?
Moto a luogo
Verso dove?
Moto per luogo
Per dove?
Moto da luogo
Da dove?
Tempo
Quando? In che tempo?
Modo- maniera
Come? In che modo?
Materia
Di che? Di che cosa?
Mezzo
Con che mezzo o strumento?
Causa
Perché? Per quale motivo?
Fine
A che fine? Per quale scopo?
Paragone
Se c’è un confronto…
Denominazione
Specifica il nome di una regione o città
Unione
Con che cosa?
L E S S I O N E
244
ANALISI LOGICA
COMPLEMENTI
Unisci il complemento evidenziato col suo nome. Lucia va a spasso col cagnolino.
Complemento di tempo
Nel futuro la terra diventerà un deserto.
Complemento di compagnia
Luca si esprime con prepotenza.
Complemento oggetto
Per il caldo mi sono sentito male.
Complemento di luogo
La vettura della zia è gialla.
Complemento di modo
Matteo ha mangiato la verdura.
Complemento di causa
Io e Fabio ci troviamo nel giardino.
Complemento di specificazione
Andrò al mercato con il pullman.
Complemento di mezzo
Questo anello è d’oro.
Complemento di termine
Mio papà è andato dai carabinieri.
Complemento di unione
Ho detto a Franco di stare buono.
Complemento di materia
Io disegno sempre con mio fratello.
Complemento d’agente
Questo libro parla di animali.
Complemento d’ argomento
Scrivi delle frasi che seguano questi schemi come nell’esempio. Soggetto Il cane ................. ................. ................. ................. .................
compl. di specif. di Marco .......................... .......................... .......................... .......................... ..........................
Soggetto espans. sogg. L’aereo lucente ................. ....................... ................. ....................... ................. ....................... ................. ....................... ................. .......................
verbo compl. oggetto seppellisce l’osso ...................... .......................... ...................... .......................... ...................... .......................... ...................... .......................... ...................... .......................... verbo compl. ogg. attraversa il cielo ..................... ....................... ..................... ....................... ..................... ....................... ..................... ....................... ..................... .......................
245
compl. luogo nel giardino ...................... ...................... ...................... ...................... ......................
espans. c. ogg. azzurro ........................... ........................... ........................... ........................... ...........................
R I F L E S S I O N E
SINTESI
GRUPPO DEL NOME modificante
chi è?
modificante
ARTICOLO
NOME
AGGETTIVO
PRONOME
(con il nome).
(senza il nome, al posto del nome, prima del verbo). Può essere: - maschile, femminile - singolare, plurale
(prima del nome, aggettivo, pronome). Può essere: - maschile, femminile - singolare, plurale DETERMINATIVO singolari: il, lo, la l’, l’ plurali: i, gli, le INDETERMINATIVO singolari: un, una, un’ (davanti a, e, i, o, u) uno (davanti z, gn, sp, st) PARTITIVO PLURALE dei, degli, delle (nel senso di alcuni)
Può essere: - maschile, femminile - singolare, plurale
CONCRETO es. zio ASTRATTO es. vita PROPRIO es: Manuela COMUNE es. donna COLLETTIVO es. gregge, gente, folla PRIMITIVO es. libro DERIVATO es. libraio, libreria ALTERATO accrescitivo es. librone diminiutivo es. libricino dispregiativo es. libraccio vezzeggiativo es. libretto
Può essere: - maschile, femminile - singolare, plurale POSSESSIVO mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui.
POSSESSIVO mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, proprio, altrui.
INDICATIVO O DIMOSTRATIVO questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale, quale...
INDICATIVO O DIMOSTRATIVO questo, codesto, quello, stesso, medesimo, tale, quale...
INDEFINITO O QUANTITATIVO tanti, pochi, molti, tutti, parecchi, alcuni, nessun, molto, poco. NUMERALE cardinale uno, due, tre, ... cento, mille ... ordinale primo, secondo, terzo, centesimo, millesimo... QUALIFICATIVO di grado: - positivo es. bravo - comparativo di maggioranza es. più bravo di - di minoranza es. meno bravo di - di uguaglianza es. bravo come - superlativo assoluto es. bravissimo, molto bravo relativo es. il più bravo.
COMPOSTO es. capofila
246
INDEFINITO O QUANTITATIVO tanti, pochi, molti, tutti, parecchi, alcuni, nessun, molto, poco. PERSONALE soggetto io, tu, egli, ella, noi, voi, essi, esse. COMPLEMENTO mi, ti, ci, vi, me, te, se, ce, ve, lo, la, le, gli, l’ ne (di lui, di lei, da esso) RELATIVO (funzionale, sempre dopo il nome) che ( al quale, il quale, cui) chi (colui che) INTERROGATIVO chi?
GRAMMATICALE
AVVERBIO
VERBO
(modificante anche di altro avverbio o di aggettivo per formare i gradi)
Ha: - modi - tempi - persone
DI QUANTITÀ tanto, tutto, poco, molto
AUSILIARI essere - avere
DI TEMPO (quando?) sempre, spesso, ora, adesso, ieri, oggi, domani, allora, poi, dopo, prima, fuori, dentro. DI MODO ( come?) bene, male, facilmente, veramente, ..., adagio, piano ... DI LUOGO ( dove?) qui, qua, lì, là, ovunque, dove, ci, vi, ce, ve, ne, di là DI NEGAZIONE no, non, mai DI AFFERMAZIONE sì, così DI DUBBIO forse, chissà LOCUZIONI AVVERBIALI a stento, mai più, di qua, di là ...
TRANSITIVO es. amare (chi? Che cosa?) es. Luca ama Francesca. - Attivo: azione del soggetto, vuole il verbo avere. Luca ha amato Francesca. - Passivo: azione dal complemento d’agente; vuole ausiliare essere o venire. es. Francesca è amata da Luca. es. Il pallone viene calciato dal centravanti. - Riflessivo: azione del soggetto che ricade nel soggetto stesso. Ausiliare essere. es. Io mi sono lavato. INTRANSITIVO Solo attivo. Ha ausiliare essere. non ha il complemento oggetto (chi? Che cosa?) es. Io sono partito per Roma. IMPERSONALE - non ha soggetto, - usa solo la terza persona singolare es. piove, nevica, sembra, bisogna, è necessario, si dice ... - essere, diventare, sembrare + nome o aggettivo formano il predicato nominale. es. Io sono bravo, tu diventi grande. - Se essere significa fi stare, trovare, esistere, allora è un predicato verbale. - Tutti gli altri verbi sono predicati verbali.
247
Congiungono, uniscono due parole o due frasi, stanno spesso al posto della punteggiatura. Se si tolgono la frase non cambia senso. Le più comuSEMPLICI ni sono: di, a, in, con, quando, ma, su, per, tra, e, o, mentre, fra, sotto, sopra, dentro, perché, poifuori, prima ... ché, dunque, quindi, anARTICOLATE che, ossia, (preposizione oppure, però, anzi, perciò, semplice + se, dopo, articolo). Possono esse- come, affinché, sebbere maschile, ne, tuttavia, femminile, benché, né, singolare, che (dopo il plurale). del, dello, del- verbo) la, degli, delle, appena ... nel, nello, nella, nei, nelle, al, allo, alla, agli, alle ... Alcune sono in disuso: pel è sostituito da per il; coll da con ill e così via. Introducono un’espansione, se si tolgono cambia il senso della frase. Sono prima del nome, dell’avverbio, di un’altra preposizione.
ESCLAMAZIONI
cosa fa?
(parole che legano le espansioni)
CONGIUNZIONI
modificante
FUNZIONALI PREPOSIZIONI
GRUPPO DEL VERBO
Ah! Oh! Uh! Eh! Ih! Ohi! Ahi! Ahimé! Evviva! Urrah! Boh! ...
REGOLE VARIE Schema riassuntivo delle regole - Mp - mb (davanti a p e b va sempre la m, es: imparo, imbuto). - Le parole che contengono zio-zia- zione non hanno mai la doppia, es: colazione. - Su qui e qua l’accento non va, su lì e là l’accento ci va (avverbi di luogo). - Gli (a lui) le (a lei) loro (per dire a loro). Es: parlo a loro; li guardo=guardo loro Gli dico=dico a lui; le dico=dico a lei. - Plurali di parole con cia e gia: se davanti a cia e gia c’è una vocale il plurale vuole due vocali cioè cie e gie, se invece c’è una consonante finisce per ce o ge. Es: camicia= camicie Lancia= lance - Po’ vuol dire poco, è una parola tronca quindi va sempre con l’apostrofo e mai con l’accento. - Su fa-sa-va (verbi) l’accento non va. - Uso degli articoli: gli articoli lo e gli vanno davanti a parole inizianti per z e gn s impura cioè seguita da più consonanti (stra, sca…) e vocale. Es: lo gnocco, gli gnocchi. - L’apostrofo e l’accento nei verbi. Attenzione è facile sbagliare: da’, sta’, fa’, va, di’, sono parole tronche e vanno usate con l’apostrofo quando indicano comando. Es: Da’ la penna a Mario. Dà verbo dare, va con l’accento se non indica comando. Es: Luca non mi dà il suo quaderno. Da senza accento è preposizione semplice.
R I F L E S S I O N E
- I raddoppiamenti di parole: Sopra più altra parola, raddoppia sempre (femminile). Es: soprattutto, sopracciglio, sopraffare, soprannome. Sotto più altra parola non raddoppia mai (maschile). Es: sottomettere, sottostante, sottomarino, sottovoce. - Attento alle ripetizioni, usa i sinonimi, parole simili nel significato. - Sono simpatiche le similitudini usate in un testo, lo rendono più personale e brioso, ma non esagerare. - Attento all’uso di: Ve lo / ve l’ho Ce lo / ce l’ho Me la / me l’ha Te lo / te l’ho ecc
248
L. Bordin - E. Guzzo - L. Luise
P. Furlan - C. Moras - D. Orazio - P. Soldati - L. Taffarel
Introduzione di E. Zanchetta
Introduzione di E. Zanchetta
Orizzonti della scuola primaria
1
Orizzonti della scuola primaria
2
GUIDA didattica di ITALIANO
GUIDA didattica di ITALIANO
Coordinamento: L. Taffarel
Coordinamento: L. Taffarel
L. Dalla Rosa - L. Roggia
Orizzonti della scuola primaria
L. Dalla Rosa - L. Roggia
3
Orizzonti della scuola primaria
4
GUIDA didattica di ITALIANO
GUIDA didattica di ITALIANO
Coordinamento: L. Taffarel
Coordinamento: L. Taffarel
l re a ffa id Ta Gu d . i- 5 or nt ua Co izzo ing r O L
Questo volume, sprovvisto di talloncino a fronte, è da considerarsi saggio campione gratuito, fuori commercio, fuori campo applicazione I.V.A. ed esente da bolla di accompagnamento (art. 2 lett. i D.P.R. 633/1972 e art. 4 n. 6 D.P.R. 627/1978).
€ 22,00