YR Mag@zine – Online Settembre-Ottobre e Novembre-Dicembre 2016 n.5-6 – Bimensile del Gran Capitolo dell’Arco Reale Italiano. Tutti i lavori inviati anche se non pubblicati restano a disposizione della redazione che potrà utilizzarli . Redazione: arcorealerdy@gmail.com
Sommario: Editoriale pag.2 Lettera del Gran Segretario pag. 3 Equinozio d’Autunno pag. 4 Simbolismo Alchemico di Maria pag. 6 11 anni fa moriva Ivan Mosca pag. 10 Umberto Eco e la Massoneria. Cascio torna in libreria pag. 11 Oriente Eterno pag.12 Attività Capitolare Pag.13 Torino, Firenze, Roma – le Capitali dell’Italia verso l’Europa, 150 anni di storia e massoneria per quale futuro? pag.15 Preziosi appunti del comp. Giordano Bruno Galli su di una immaginetta del sacro Cuore di Gesù pag.17 Simbologia esoterica della Luna, del Delta e del Sole. Corrispondenze cabalistiche. pag.18 R:.L:. MINERVA N° 1354 OR:. DI MARONE (Oriente di Marone). TAVOLA DELLA TORNATA in 3° grado del 26 Settembre 2016 del Fr:. Tiziano Busca pag.19 Recensioni librarie Pag.28
Hanno collaborato a questo numero: Tiziano Busca – Almerindo Duranti – De Lorenzi C.M.- Goti F. – Fragata D. – Agostini M. – Rocchi M. – Il Blog dell’Arco Reale.
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EDITORIALE
Il Sommo sacerdote Comp. Tiziano Busca
L’Uomo dell’Universo non scrive, esalta con la parola la sua luce ed il sogno del suo viaggio nella Pietra.
Tutti pensiamo che la luce sia qualcosa di esterno perché siamo “Uomini della Terra” e la cerchiamo laddove vediamo la sorgente che appare ai nostri occhi, al nostro sguardo. Se fossimo “Uomini dell’Universo” avremmo la consapevolezza che la luce ci viene donata dentro di noi come la vita. E come la vita ci appartiene. Spetta solo a noi stessi liberarla nel nostro viaggio terreno erenderla, come una fonte, disponibile a tutti coloro che con noi condividono un tratto di strada, una emozione, un incontro.
dell’abbraccio, il fuoco della parola! L’Uomo dell’Universo non scrive, esalta con la parola la sua luce ed il sogno del suo viaggio nella Pietra. E solo la, dove l’Unicorno racchiude la purezza dello spirito sacro, nella Avalon della nostra ricerca ritroveremo l’essenza del profumo degli iniziato. La dove i Saggi ed i Maestri che ci hanno preceduto ci attendono. I Maestri, per non farci dimenticare la Via, lasciano testimonianze materiali che ogni giorno debbono farci riflettere. Questa statua che raffigura l’Unicorno è stato il regalo che ho ricevuto da Giordano Bruno Galli nel suo ultimo Natale terreno. Un monito, un incoraggiamento, un augurio. Per non perdersi, comeUomini della Terra, nella
L'Unicorno regalato dal comp. Giordano Bruno Galli al Sommo Sacerdote nel suo ultimo Natale di vita terrena.
Che cosa resta all’Uomo dell’Uomo? Solo la luce dello sguardo, il calore della emozione, l’energia
materia. Buon Natale GBG. Buon Natale compagni e cavalieri del Rito di York. T.B.
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■ Lettera del Gran Segretario a tutti i Compagni.
Carissimi Compagni, l’anno Capitolare Aministrativo volge al termine e con il 31 gennaio 2017 tutti i Capitoli presenti e attivi sul territorio Italiano dovranno aver proceduto alla compilazione e all’invio del Rapporto Annuale riferito al 31 dicembre 2016. Su quei dati entro il 31 marzo 2017 dovranno essere inviate le Capitazioni Annuali dovute alla Gran Tesoreria. Si tratta di un adempimento dal quale dipende per buona parte il buon funzionamento e tutto quello che da esso ne deriva del Gran Capitolo. L’anno Capitolare si avvia al suo termine in un crescendo di iniziative che hanno visto il nostro infaticabile Sommo Sacerdote stimolare e presiedere iniziative al nord, al centro, al sud e nelle isole. Nuovi Capitoli Sotto Dispensa si apprestano ad accendere i loro fornelli e a lavorare sotto l’Arco Reale. Come avevo comunicato alla Assemblea di maggio, il nostro piedi lista, si è confermato nelle previsioni oltre le
colonne delle 1.000 unità a piedi lista. Si accresce il processo che vede all’interno di Capitoli che ne erano privi, la costituzione di Concili e Commende Templari. Questo numero della nostra rivista on-line vuole essere un omaggio al Blog dell’Arco Reale così meritoriamente curato dal comp. Cascio. Infatti abbiamo preso per la realizzazione di questo numero proprio dal Blog la maggior parte delle notizie. Se è piacevole leggere questo numero, allora vi renderete conto di come possa essere piacevole e utile ogni giorno aprire il Blog e leggerne le notizie. Per me che ne sono stato l’ideatore e curatore nei primi anni e una soddisfazione immensa sapere che oltre mezzo milione (509.445) di utenti internet, fratelli, e compagni hanno visitato le pagine del Blog. E plaudo al comp. Cascio che ha varcato questo risultato. A tutti Voi, alle vostre famiglie, alle persone che vi sono più vicine e care, i miei più calorosi auguri di Salute, Fratellanza e Prosperità. Comp. Almerindo Duranti
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L’Equinozio d’Autunno di Cesare Marco De Lorenzi Ai Grandi Misteri Eleusini tutti erano invitati, al di là dell’appartenenza sociale, purché parlassero la lingua greca e non fossero assassini. Vi si recava ggi, 22 settembre 2016, alle ore 16,21 moltissima gente, anche grazie ad un periodo di (ora legale italiana) in Italia, accade tregua di 55 giorni, stabilito proprio per facilitare la l’equinozio d’autunno. Ovvero per un partecipazione. Si trattava di una osservatore italiano, che si immagini sulla linea drammatizzazione del mito della discesa agli Inferi immaginaria dell’equatore, il sole si trova allo di Persefone, quindi una Zenit, ovvero del tutto esperienza di buio e di sopra la sua testa. tenebre, cui seguiva una l’Equinozio, come il esperienza di luce, una solstizio, è un momento, trasformazione dello stato un attimo di allineamento. interiore nella direzione La parola “equinozio” dell’unificazione con la deriva dal latino e vuol divinità. Pare, infatti, che dire “notte uguale”, alla fine del rito si riferendosi alla contemplasse una spiga di ripartizione della giornata grano. In seguito, la in 12 ore diurne e 12 rinascita della vegetazione notturne che accade ogni era l’aspetto mitico Equinozio d'Autunno a Stonehenge anno solo due volte, in rivissuto nei Piccoli Misteri occasione appunto degli equinozi di primavera e primaverili, segnati da purificazioni, digiuni e d'autunno. Questa divisione del giorno in due è sacrifici; ma era un aspetto considerato “piccolo”, correlata al fenomeno delle stagioni sulla Terra. Il minore, rispetto alla fase dei Grandi Misteri in cui pianeta ruota su un asse con un angolo di 23,5 si poneva il seme spirituale della nuova nascita, il gradi rispetto al piano orbitale; ciò significa che seme che deve morire per dare nuovamente mentre la Terra compie la sua orbita di 365 giorni, origine alla vita. Secondo il celebre “Ratto di i due emisferi sono via via più o meno inclinati Proserpina”, Persefone venne rapita da Ade, dio rispetto alla direttrice dei caldi raggi del Sole. Sin degli Inferi e del sottosuolo, invaghitosi di lei e dall’alba della vita l’equinozio d’autunno, carico di deciso a farne la sua sposa e regina. Demetra, fascino, suggestione e mistero, ha rappresentato madre di Persefone e dea della terra e della un evento importante per i popoli. Nella tradizione fertilità, disperata per la sparizione dell’amata druidica l’equinozio d’autunno è chiamato Alban figlia, smise di generare le forme di vita terrestri Elfed (Luce d’autunno) o Elued (Luce dell’acqua). che davano sostentamento ai viventi, gettando Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, l’intera creazione nel panico, compresi gli stessi segnando la fine della mietitura, così come dei. Quando sembrò che Demetra fosse riuscita a Lughnasad ne aveva segnato l’inizio… una riottenere la figlia grazie alla intercessione di altre festività dedicata a varie cerimonie religiose in cui divinità tra cui Ecate; Ade fece mangiare a si ringraziava la terra per i suoi doni ma di questi Persefone un seme di melograno, cibo infero, rituali non è rimasta nessuna documentazione. In legandola così per sempre al sottosuolo e a dover Grecia tutte le cerimonie più significative si periodicamente tornare da lui. Fu così che i nostri verificavano durante il mese dell’equinozio. In antichi predecessori spiegarono lo scorrere delle questo periodo, chiamato dai Beoti, Demetrio o stagioni, poiché autunno e inverno sono lo Cererino, Atene celebrava le grandi Tesmophorie, specchio della disperazione di Demetra nei sei in onore di Demetra, dea del grano. A queste mesi in cui Persefone, divisa tra l’amore della seguivano le Eleusine, che si tenevano ad Eleusi. madre e quello del suo sposo oscuro, è costretta a tornare negli inferi; mesi in cui la terra è triste e L’autore ripercorre il lungo cammino che la festività ha rappresentato nelle tradizioni e nelle mitologie dei popoli e delle culture del passato dai Druidi ai Cristiani
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piena di nostalgia, rifiutando di generare. Nella mitologia celtica, l’Equinozio d’autunno è indicato col nome di Mabon, il giovane dio della vegetazione e dei raccolti, il cui simbolo chiave è la cornucopia, la cesta senza fondo dalla quale sgorga, come una cascata, tutto il cibo che si desidera. Indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato da Culhwch, cugino di Re Artù mentre altre leggende raccontano che venne salvato da un gufo, un’aquila ed un salmone. A causa del soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre. Il suo rapimento è l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra immagazzinati in luoghi sicuri per poi essere sacrificati per dare la vita agli uomini. Non a caso Mabon è il tempo del seme, ossia è il tempo di raccogliere dagli ultimi frutti ben maturi i semi che serviranno l’anno successivo a darci da mangiare, essiccandoli all’aria e all’ombra, conservandoli al buio e all’asciutto in sacchetti di carta con scritto il nome, aspettando la primavera per piantarli. Mabon è il tempo delle radici officinali da raccogliere per le tisane invernali (es. tarassaco, Angelica, Mandragora); è il tempo dei tagli, delle potature, del compost. Mabon fu identificato dai Romani con Apollo Maponus, simile all’alter ego celtico in tutto e per tutto: è l’aspetto giovanile e luminoso del Dio, anch’egli cacciatore come la sorella Diana e dallo spirito silvano. L’equinozio d’ autunno era importante anche per i Romani. In questo giorno nacque l’imperatore Augusto nel 63 a. C. Egli fece costruire la più grande meridiana di Roma. Grazie a questo immenso orologio solare l’altare della pace, l’Ara Pacis, era in linea proprio con l’equinozio di autunno. Così, nel giorno del compleanno dell’imperatore, l’ombra dell’obelisco si allungava verso l’altare, creando simbolicamente un’unione tra l’imperatore, il sole e l’emblema della pace romana. Anche per l’imperatore Costantino questa data era particolarmente importante. Egli decise di celebrare il 24 settembre la vittoria contro
Massenzio. Durante la battaglia di ponte Milvio, nel 312 d. C., l’imperatore mise fine al regno del figlio di Massimiano, consacrandosi come promotore della cristianizzazione dell’Europa. In realtà Massenzio fu sconfitto il 28 ottobre, ma Costantino fissò la celebrazione della vittoria nel giorno dell’equinozio di autunno per marcare l’importanza dell’evento. Intorno al III secolo d. C. gli equinozi iniziarono anche a prendere le sembianze di statue. Erano raffigurati dai portatori di fiaccole, spesso posti accanto al dio Mitra. Cautes portava la fiaccola verso l’alto, Cautopates verso il basso. Il primo rappresentava l’equinozio di primavera, quando il sole si alza sopra l’equatore e la forza della vita aumenta; il secondo rappresentava l’equinozio di autunno, quando il sole scende sotto l’equatore e la forza della vita diminuisce. A entrambi erano anche associate due costellazioni. A Cautes quella del Toro, a Cautopate quella dello Scorpione. Entrambi gli animali erano solitamente posti di fianco le due figure. Per la tradizione cristiana la figura legata a quest’importante momento di passaggio è quella di San Michele, la cui festa si celebra il 29 settembre. Il suo nome deriva dall’espressione ebraica “Mi-ka-El” (chi è come Dio). L’arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede contro le orde di Lucifero, il quale, ribellandosi al Creatore, si separa dagli angeli e precipita negli Inferi. Dal mondo bizantino, il culto dell’Arcangelo Michele dilagò rapidamente ovunque, diffuso soprattutto dalla popolarità che godeva fra i soldati: a San Michele Arcangelo è infatti attribuito uno dei compiti più importanti, quello della lotta contro le Forze del Male. In Europa, lungo l’ideale asse della via francigena, numerose sono le dediche presenti nella toponomastica e nella sacralizzazione di luoghi posti su monti e altipiani, dove vennero eretti importanti edifici di culto, in Italia in particolare si trovano la Sacra di S. Michele in Piemonte e Montesantangelo in Puglia. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada, elemento di con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. La spada, metaforicamente, squarcia il buio, portando luce
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■ Il Simbolismo dei colori
SIMBOLISMO ALCHEMICO DI MARIA di Filippo Goti
indubbio come molti dipinti che ritraggono la narrazione sacra cristiana, e non a caso uso qui il termine cristiana in quanto mi riferisco a quella pluralità di espressioni religiose che sono nate dal cristianesimo (il quale è espressione spirituale e non formale), hanno valore e significato alchemico. Dove ovviamente, e correttamente, intendiamo l'alchimia come l'arte di mondare, separare, e trasmutare le varie componenti di quel mosaico cacofonico che è l'essere umano. L'arte sacra, con le sue codifiche avvenute dal VII secolo in poi, favorevolmente si è prestata a traghettare nel corso dei secoli messaggi iniziatici; e l'attento estimatore della stessa, a prescindere dal luogo e dal tempo, ha la
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possibilità di interpretare questi messaggi sapienziali tramite le forme, gli spazi, i colori intelligentemente miscelati dall’artista. Il quale artista è a sua volta 'iniziato' all'arte in 'botteghe', per tramite della continua frequentazione del maestro e del fertile connubio che in tali ambiti esisteva fra arte, scienza, cultura, e religione. Scuole di arti e di mestiere, di cui fin troppo si sente la mancanza in un mondo di molteplici maestri senza chiavi, e che aiutavano il genio a esprimersi. 1. Il Rosso, il Blu e il Bianco nell'Arte Sacra I capolavori del passato ci tramandano un'immagine della Madre di Gesù avvolta in un bianco splendente o in un blu che rimanda all'infinità del cielo, quando questi colori non sono entrambi utilizzati congiuntamente, assieme ad altri quali l'oro o il rosso. È però indubbio che è nel blu e nel bianco che i maestri dell'arte sacra hanno immortalato la Maria di cui stiamo trattando, intravedendo in essi lo strumento con cui veicolare il loro messaggio. Ovviamente nell’arte sacra i colori rivestono una particolare importanza, e sono a loro volta il frutto di sapienti miscelazioni di metalli ed estratti, in una sorta di alchimia meccanica, che è preludio di un’alchimia d’intelletto e di spirito. È quindi opportuno nel riferirmi alla preponderanza del bianco o del blu, legata ai sacri vestimenti, adottare i termini Maria Bianca o Maria Blu. Nel linguaggio iconografico il bianco rappresenta la purezza, l'inizio di una nuova vita non macchiata dal peccato, oppure una vita che è stata preservata o mondata dalla corruzione terrena.
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Nei vangeli troviamo il bianco nella vesta battesimale, così come il Cristo è avvolto di bianco durante la resurrezione. Numerosi sono poi gli angeli che scendono sulla terra in bianche vesti, rappresentando essi il pensiero divino che in quanto tale non può che essere puro in sé stesso. È quindi ovvio che la Maria Bianca rappresenti l'elemento della purezza così anche in rispetto ai dettami dogmatici quali l'Immacolata Concezione (Maria è stata concepita priva di ogni peccato e monda dalla corruzione della carne) Nascita verginale (Maria ha concepito Gesù senza conoscere uomo) Verginità perpetua (Maria non ha conosciuto uomini e non ha procreato dopo la nascita di Gesù). Il Blu è l'altro colore con cui troviamo rappresentata Maria. Nel linguaggio sacro il blu, nelle sue varie gradazioni ed intensità, rappresenta il mondo spirituale come il rosso, ma con una profonda differenza. Mentre il Rosso è il colore dello Spirito, del divino in sé divino, il Blu rappresenta la creatura che liberandosi dalle passioni terrene, dalla corruzione di questo mondo, attraversa la soglia del divino. Troviamo questo colore quindi non solo nella rappresentazione di Maria, ma anche in quella degli Apostoli. Indubbiamente il blu rimanda anche all’idea stessa di vita, accogliendo in sé il colore delle acque e quello del cielo, ponendo l’accento quindi sulla natura umana e terrena della
Maria. Mentre il bianco rimanda ad un’idea di staticità, il blu è un colore fortemente connesso al dinamismo, al mutare, alla trasformazione e alla vita impetuosa; per questo anche a mio avviso la sua affinità con il mercurio non può che essere piena. Il Rosso è un colore che non di rado, seppur in misura inferiore al bianco ed al blu, accompagna le sacre rappresentazioni di Maria. Il Rosso è associato al fuoco spirituale, alla divinità amorevole che dall'alto dei cieli discende sulla terra, al sacrificio, all'azione di trasmutazione del fuoco. Il rosso è associato agli esseri spirituali, alle manifestazioni del divino tramite lo Spirito Santo, ed in genere è riservato allo stesso Gesù, in quanto la sua natura è anche divina. Qualora investa anche gli Apostoli o la stessa Maria, sottolinea come lo Spirito Santo sia disceso su di loro concedendo i suoi doni spirituali e ultrasensibili. Il Rosso è il colore dei cherubini, i quali sono una schiera angelica posta oltre il trono divino, questo ad indicare la loro estrema vicinanza al potere e al pensiero divino. Genesi 3,24: «E esiliò (il Signore Dio) l'uomo e pose a oriente del Giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante per custodire la via dell'albero della vita». È un rosso, quello iconografico, che rappresenta un amore divino intenso a cui niente che è impuro si può opporre, un amore che è forza dirompente che tutto arde senza consumare ciò che è puro. 2. Il Sale e Mercurio Prima di procedere è bene ricordare come gli alchimisti solevano attribuire ai vari elementi, fasi dell'opera, colori ed oggetti, dei significati ed attributi spesso intercambiabili, in guisa della scuola di appartenenza o delle necessità comunicative. In quanto se variabile poteva essere il processo con i suoi elementi, il risultato dell'Opera non doveva mutare: la trasmutazione in oro del grossolano, la separazione di ciò che è puro da ciò che è impuro. Del resto l’arte alchemica è per l’appunto un’arte, e come tale non può e non deve essere imbrigliata in schemi fin troppo meccanici e ripetitivi, volendo essa stessa rompere le catene ove l’umana natura ci ha costretto. Via umida e via secca sono termini didattici, è male coglie a colui che pensa di imporre una manichea separazione fra le stesse. Nel processo alchemico spesso ci rendiamo conto che brucia maggiormente l’acqua, resa corrosiva, rispetto al fuoco a fiamma lenta. Il quale processo alchemico è costellato di rischi difficilmente calcolabili, poiché investe una serie quasi infinita di elementi, quasi mai inerti, di combinazioni e permutazioni. Terminate le considerazioni precedenti, non rimane che chiederci a quali elementi dell'opera alchemica è associata Maria Madre? Seguendo la logica dell'arte sacra, che vuole una Maria con addosso bianche vesti, o una Maria con la tunica o il velo blu, possiamo quindi introdurre il concetto della Maria Bianca e della
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Maria Blu. La prima riconducibile al Sale e la seconda al Mercurio, che come ricordava Gerhard Dorn (XVI secolo) il blu, nelle sue varie sfumature, è il colore del mercurio. Il sale è elemento alchemico associato al corpo e alla materia per la sua qualità di cristallizzarsi, di raccogliere in forma i suoi elementi essenziali. Il sale nasce dall'evaporazione delle acque per mezzo del fuoco. Questa sua duplicità (acqua e fuoco) la ritroviamo nelle sue caratteristiche ambivalenti di elemento che induce conservazione, ma anche di distruzione tramite corrosione. Il Sale va quindi dosato secondo i bisogni e le necessità, e così come il sale volgare in virtù della cristallizzazione si organizza in forma, così il sale filosofico è quell'agente che sul piano sottile dispiega la forma adeguata attorno allo spirito. Questa la Maria Bianca, vergine e pura, che a seguito dell'annunciazione, concepisce Gesù: dando quindi forma all’essenza. Matteo 1:18 La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Luca 1:34 Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?»
Luca 1:38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l'angelo la lasciò. Come in precedenza suggerito la Maria Blu è associata al mercurio. Questo elemento per gli alchimisti è la semenza del metallo, attraverso cui è possibile, con l'aggiunta delle adeguate misure e qualità ignee dello zolfo, conseguire ogni altro metallo, fra cui ovviamente l'oro alchemico. Il mercurio è associato al femminile, alla passività, all'umidità, e alla fertile indifferenziazione. Il mercurio corrisponde quindi ai fluidi, all'acqua, ma anche al seme (per la tradizione occidentale il seme femminile, mente lo zolfo corrisponde al seme maschile). Il Mercurio non da forma a ciò che non è forma, niente esso attiva e raccoglie in se. In quanto il mercurio per sua primaria natura è polimorfo, ed assume esso ogni forma insita nel suo essere semenza metallica.
« Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c'era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". Gesù le disse: "Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta". Sua madre disse ai servitori: "Fate tutto quel che vi dirà". C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: "Riempite d'acqua i recipienti". Ed essi li riempirono fino all'orlo. Poi disse loro: "Adesso attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Ognuno serve prima il vino buono; e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora". Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui. » (Vangelo secondo Giovanni 2,1-11)
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L'angelo dell'Annunciazione e il Gesù delle nozze di Cana altro non rappresentano che lo zolfo, (il terzo elemento alchemico alla basa di ogni sostanza ed elemento, principio attivo e maschile), che combinandosi in modo ed intensità diverse determina nel primo caso il concepimento del Lapis-Cristo, e nel secondo caso la trasmutazione della materia (nel primo caso lo zolfo impone al sale di cristallizzarsi, nel secondo caso è il mercurio che ha azione di reagente o di acceleratore alla sua azione). Ovviamente i tre elementi sono comunque e sempre presenti, seppur in dose diverse in ogni processo, ed anche la loro apparente assenza va letta come non azione esplicita, ma potenziale. Così come nel simbolismo dell'arte sacra la successione dal bianco al blu, o dal blu al bianco per la madonna altro non è che la volontà di far risaltare la purezza come elemento necessario alla divinazione, oppure la sua condizione di privilegiata fra le creature e da cui la purezza. Nell'immaginario alchemico si procede dall'interno verso l'esterno (questa la successione, in quanto le prime fase sono interiori al crogiuolo), indica le fasi dell’Opera, e le dosi necessarie agli elementi dell'Opera. Così se è il bianco a costituire il vestito e successivamente abbiamo un velo azzurro, è suggerito come sia necessario prima
immettere il sale nel crogiolo e successivamente il mercurio, oppure come nel caso dell’annunciazione abbiamo un Angelo, significa che la Lapis Bianca, rappresentata da Maria, deve essere ancora sottoposto alla forza dello Zolfo, al fine di concepire il Lapis Cristico. Ai tanti che sostengono come la Maria Maddalena è sempre raffigurata di rosso, mentre Maria Madre di Gesù di bianco o blu, è bene ricordare che questo confronto ha ben poco senso, in quanto si pretendere una valutazione qualitativa, laddove questa non vi è rappresentando le due Marie momenti e vie diverse dell’Opera stessa. Del resto l'arte sacra ci tramanda innumerevoli opere dove Maria Madre ha vestimenti di color rosso, questo ad indicare come l'elemento spirituale inevitabilmente arda in lei, anche se l'iconografia classica si predilige porre maggiormente l'accento sul bianco ed il blu. E' pur bene riflettere, quando siamo davanti ad una sacra rappresentazione dei secoli passati, quale indumento assume il colore bianco, blu o rosso, e quale processione questi colori rappresentano: la veste è legata alla corporeità, il velo all'intelletto, il manto al diaframma fra ciò che è dentro e ciò che sta fuori. L'opera alchemica, così come gli elementi alchemici, non è un ferreo alternarsi di operazioni fra loro slegate, ma è un costante e circolare calcinare, separare, riorganizzare, sublimare e trasmutare. Dove i vari elementi raccolgono attribuiti e qualità, seppur in intensità diversa, gli uni dagli altri. Il sale e i suoi cubici cristalli sono tratti dall'acqua grazie all'azione del fuoco, ma è esso stesso fuoco che brucia sulla carne viva, che corrode gli elementi, che assorbe l'umido. Così come il mercurio assorbendo il sale, si purifica a sua volta, risultando capace di mondare da ogni incrostazione opprimente e velante l'oro. Vale qui in ultima analisi il detto che solamente chi ha l'oro può fabbricare l'oro. Nel secolo XV apparve ad opera di un francescano errante di nome Ulmannus un testo alchemico dal nome Libro della Santa Trinità (1415-1419), che associa alle varie fasi ed elementi alchemici temi proprio della mistica e dell'iconografia cristiana. In questo testo alchemico, ancora oggi largamente indecifrato, si narra come l'Uomo sia nato dall'azione congiunta di un duplice Sole: Il Sole Spirituale ed il Sole Nero. Seppur non è questa la sede di narrare delle similitudini fra questo testo e la sapienza gnostica, rimanendo nel solco del presente lavoro è interessante notare come il Sole Spirituale sia un Rebis formato da Gesù "la pietra maschile della purezza", e da Maria Maria Maddalena. affresco di Pier della Francesca. Cattedrale di Arezzo
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"la pietra femminile della Grazia", la loro unione avviene nella plenitudine del Dio Padre "la pietra oleosa". Nel libro della Santa Trinità si sottolinea come anche Maria è consunstanziale al Padre, e non solo Figlio, in quanto anche lei sarebbe nata nello Spirito Santo. Dando quindi vita ad una matrice il cui dissolversi e coagularsi è il punto di origine di ogni essere ed ogni creazione. È interessante notare come la Maria tratta nell’immagine a corredo sia avvolta in vesti di un blu intenso, sottolineando quindi il suo carattere squisitamente mercuriale. Essa viene incoronata, sacralizzata, dal Cristo verde (sale), e dal Padre rosso (zolfo), durante un’azione congiunta. Nel rinascimento i circoli neoplatonici, i mistici cristiani, si espressero attraverso ardite, quasi surrealiste, visioni del rapporto esistente fra Creatura e Mondo Divino, per cui non possiamo stupirci che in tale fervore culturale e sapienziale le vie proposte all’Opera Alchemica ricordano più un percorso individuale, che una strada maestra per molti. 3. Conclusione Abbiamo visto, in questo lavoro introduttivo, come arte sacra, misticismo ed alchimia sono depositi dello scibile iniziatico fortemente connessi, e malgrado questo lavoro non intenda fornire espliciti suggerimenti operativi ma promuovere solamente delle riflessioni, è indubbio come
un'Opera Reale non possa essere privata di questi apporti, così come del genio individuale. Il tendere della Maria dal bianco al blu, dal sale al mercurio, da ciò che è cristallino a ciò che è metallica semenza, dal mondo organico a quello metallico, non è altro che il mutare di ogni elemento su questo piano. Elemento che in virtù della presenza della scintilla divina, zolfo, del fuoco trasmutatore, modifica il proprio stato e composizione in guisa di un'opera in perenne corso e senza soluzione di continuità. Così se è il sale che si rende forma e raccoglie lo Spirito disceso dal mondo superiore, in quanto su questo piano tutto deve avere una forma, ciò avviene perchè sussiste il mercurio passivo e femminile che incontra il mercurio maschile ed ativo, in modo tale che alla semenza divina pura in quanto pura essenza, si unisce la semenza femminile di una pietra pura poiché preservata dalla corruzione. Così è la Maria Blu, in cui l'elemento mercuriale ha maggior rilevanza e presenza, che agisce nelle nozze di Cana, spingendo il figlio a manifestarsi e compiere il Miracolo. Del resto non è compito del mercurio, adeguatamente attivato dal sale, mondare e rendere espresso il Lapis, qui rappresentato dal LapisCristo ? Come la stessa Alchimia tramanda ed insegna gli elementi sono finiti a fronte di infinite combinazioni e permutazioni. Così il singolo elemento sottoposto all’azione ripetuta degli altri elementi, più e più volte modifica la propria composizione e qualità. Così la Maria Bianca e la Maria Blu possono essere intese come l’espressione di un unico elemento che ha attraversato varie fasi di lavorazione. È quindi la prospettiva e la scienza alchemica che si riveste di elementi cristiani, oppure è il nucleo essenziale del mistero cristiano ad essere uno scrigno alchemico?
Undici anni fa moriva Ivan Mosca Il 25 novembre scompariva dall'universo dei fenomeni Ivan Mosca, uno dei più grandi Maestri del Novecento. Già Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia, è stato membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato. Amico e stretto collaboratore di Robert Ambelain, è stato uno studioso e punto di riferimento per gli studi e la pratica di Martinez de Pasqually. Lo si ricorda per essere stato l'autore dei Quaderni di simbologia muratoria, uno Ritratto di Ivan Mosca. Disegno strumento di formazione, per generazioni di massoni, con seminari di istruzione in tutta Europa e per essere stato il fondatore della Loggia Montesion che ancora oggi dedica i suoi lavori allo studio e all'approfondimento della Qabalah. Sulle sue orme si è mosso il suo discepolo, Federico Pignatelli, che da tempo ha intrapreso un'attività saggistica di alto livello, con la prima edizione italiana dei Fuoco purificatore, pubblicata diversi anni fa e con la recente pubblicazione del Segreto del nozze di David e Betsabea di Joseph Gikatilla.
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Umberto Eco e la Massoneria. Mauro Cascio torna in libreria di Almerindo Duranti
essere solo archeologia del pensiero e della memoria: è il luogo deputato della ricerca del ‘segreto’ dell’uomo, quella cosa razionale che sfugge dai dogmi, dagli assolutismi, dalle certezze del pensiero dei più, per ricamarsi un angolino privato, lì dove risuona una grande tradizione che la storia porta con sé da sempre. È anzi, diciamola tutta, la Tradizione, con la T maiuscola. Quella cosa che le religioni odiano perché è libertà, quella cosa che gli assolutismi hanno in orrore perché divora e rosicchia ogni certezza con il suo dubbio e la sua umanità. La Massoneria è qualcosa che somiglia all’errore, dice Cascio, che è contemporaneamente un mettersi in cammino, un errare.
P
rendiamo un po’ di ironia, tanto amarcord, e soprattutto tanta cultura dentro. Ed ecco confezionato «Umberto Eco e la Massoneria». L’ironia, cifra dei suoi lavori tutti, è quella di Mauro Cascio, filosofo e animatore instancabile degli studi massonici degli ultimi vent’anni almeno. E questo suo nuovo libro esce in un momento storico difficile, in cui la Massoneria ancora una volta fa i conti con il clima da caccia alle streghe dei soliti ambienti. La Massoneria che ha tanto da dare, e da dire e che viene accusata da tutti di cose che, ovviamente, non si possono provare, perché se lo si potessero la Massoneria come capro espiatorio non servirebbe più. Cascio usa le parole di Eco, che massone non fu, per raccontare una Massoneria che non deve
L’iniziato è un viandante, povero, che si avventura per le strade meno esplorate e ogni sistema gli è casa, in ogni cultura si mette a dormire, tutte le ama, ma sa che ogni tappa del viaggio è, appunto, una tappa, e ogni tappa scompare nell’orizzonte del viaggiare. «Umberto Eco e la Massoneria» è un testo intelligente e variegato, leggero e spiritoso, pubblicato, va detto, da Tipheret nella collana curata dal De Lantaarn, il Capitolo di Ricerca del Rito di York. Una piccola scommessa cominciata a Pesaro, qualche anno fa. Che tanto deve regalarci ancora.
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■ Oriente Eterno
22 LUGLIO 2016. Il Compagno Mario Pieraccioli del Capitolo "Maremma" ci da notizia del passaggio all'Oriente Eterno del compagno livornese Piero Iacopini. Un fratello che è stato importante per la Massoneria Livornese ma in particolare per il Rito di York nelle sue componenti ponenti Arco Reale, Concilio, Commenda. E' per tutti noi una grande perdita. Avrà sempre nel cuore dei Fr.lli e Compagni dell'Arco Reale che lo hanno conosciuto un posto tutto particolare. 28 AGOSTO 2016 Comp. D’Alessandro Tommaso Tommaso. Esempio prezioso di qualità ità profonde e di profondi Valori, sia nel mondo profano che iniziatico. Egli ha lasciato il Valore degli Iniziati non soltanto a chi ha avuto il privilegio di conoscerlo più profondamente, come M.V. della R.L. "Emulation", Gran Sacerdote del Capitolo "Aggeo" eo" n. 9 ed Em.te Commendatore della Commenda "il Vespro" n.9 dell'Oriente di Palermo, ma anche in quelli che hanno saputo apprezzare le Sue qualità nel mondo profano. Grande studioso del Rito di York, del quale diceva di "essere innamorato", ha saputo cogliere cog e tramandare a molti Maestri, Compagni e Cavalieri il senso dell'appartenenza alle componenti del Rito. Esempio di rettitudine morale, di apertura mentale e coerenza con i principi della Libera Muratoria, "vero uomo", "vero Fratello" e "vero Cavalier Cavaliere". 30 SETTEMBRE 2016. È passato all'Oriente Eterno il caro Fr.: Vincenzo Olivieri, della R:.L:. "Martiri di Belfiore" n. 61 all'Oriente di Mantova e Compagno del Capitolo "Acacia" n° 1 all'Oriente di Milano dal 15 settembre 2012 al 3 ottobre 2013, momento in cui si è trasferito a vivere a Mantova.La cremazione del Fr.: Compagno Vincenzo è avvenuta il 3 ottobre 2016 alle ore 12.00 presso il Cimitero ro Monumentale in località Castelnuovo lnuovo Angeli (Mantova). 31 OTTOBRE 2016 Bianconi Roberto Roberto. È passato all'Oriente Eterno il Fratello e Compagno del Capitolo Keystone di Ancona Roberto Bianconi. La fratellanza massonica marchigiana e il Rito di York si stringono spiritualmente attorno alla sua famiglia e rimpiangono un Fratello e un Compagno dalle grandi doti umane e iniziatiche.
John Hertschel Glenn 18 luglio 1921 - Dicembre 8 dicembre 2016 Dopo una degenza di una settimana, John Glenn scomparso 8 dicembre a Columbus, all'età di 95 anni lascia la moglie e due figli adulti. Glenn fu il primo americano ad orbitare intorno alla Terra il 20 febbraio 1962, sulla missione Mercury-Atlas Mercury 6. Ha fatto il giro del mondo tre volte durante un volo della durata di 4 ore, 55 minuti e 23 secondi. Fu senatore degli Stati Uniti per lo stato dell’Ohio dal 1974 al al 1999. Il 29 ottobre 1998, all'età di 77 anni, affrontò il suo secondo volo sullo shuttle Discovery nella missione Sts-95, 95, percorrendo 134 orbite e si aggiudicò il primato di astronauta più anziano ad andare nello spazio. Glenn appartenne alla Concord Lodge # 688 New w Concord, Ohio, e a fatto parte del DeMolay internazionale. La sua ultima loggia di appartenenza prima dio morire è stata la Malta Lodge No. 118 (Freemason Information A web magazine about Freemasonry)
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Attività Capitolare
Dicembre 2016. Si è tenuta il 9 dicembre una nuova tornata del capitolo Arco d’Albania. L’Arco questa volta è stato eretto a Durazzo, seconda città per importanza della dirimpettaia Albania. La delegazione italiana è stata guidata dall’instancabile Gran Sacerdote Ciaccia Paolo che a presieduto i lavori del conferimento dei gradi dell’Arco Reale a 5 fratelli Albanesi. Fra le colonne era seduto anche il comp. Piro Dode attuale Gran Maestro della giovane Massoneria Albanese. L’obiettivo della costituzione di tre capitoli dell’Arco Reale in terra Albanese è alle porte. Il compito che il Gran Capitolo Internazionale ci aveva affidato un anno fa sta per essere pienamente realizzato. And the adventure is just beginning! Dhe aventurë është vetëm fillimi!
Dicembre 2016. Si è svolta a Parigi la Grande Assemblea dell’Arco Reale del Rito di York della Francia. All’incontro ha partecipato Sommo Sacerdote Internazionale Louis Bertrand, il past Ted Harrison, l’ex Gran Maestro della Gran Loggia di New York, in qualità di Gran Sacerdote dell’Arco Reale del Capitolo di New York e numerose delegazioni dal Togo, dal Gabon, dalla Romania, dal Portogallo e dalla Grecia. Era presente una delegazione italiana con il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell’Arco Reale Tiziano Busca, il Gran Maestro dei Massoni Criptici Mario Pieraccoli con il GM Delegato Davide Bertola, il Gran Sacerdote per le relazioni estere Nicola Zanetti, La Delegazione Italiana l’ambasciatore del Sommo Sacerdote Internazionale Carlo De che ha partecipato ai lavori. Rysky e il Comp. Alessandro Giuliani. È stato un momento importante, si sono infittiti i rapporti tra Francia, Italia e Austria, si è ipotizzato lo sviluppo del Rito di York in Europa, si sono intessuti progetti importantissimi che vedranno la luce le prossime settimane, progetti che vedono già impegnati Tiziano Busca e Nicola Zanetti. Gerard Rajola è stato confermato Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell’Arco Reale francese..
Il Sommo Sacerdote Tiziano Busca e Giancarlo Elia Valori al tavolo della Presidenza
Novembre 2016. Si è svolto a Roma il convegno «Economia e solidarietà» organizzato dalla Fondazione MAPI del presidente Michele Polini. Un tentativo per chiedersi: è possibile, oggi che le 'grandi narrazioni' sono tramontate e l'econ omia, il culto del denaro, ha invaso le nostre vite, proteggere spazi, salvare valori, salvaguardare gli ultimi? «L'idea di solidarietà si sviluppa e si precisa tra il XVIII e il XIX secolo, quando, nell'ambito dell'ottimismo e del razionalismo illuminista, tutto incentrato sull'uomo e sulle sue potenzialità, si precisa un'etica della 'compassione' e dell'eguaglianza intesa come solidarietà naturale tra simili che hanno eguali
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diritti, basati sulla loro stessa natura», ha detto Giancarlo Elia Valori, Honorable de l'Académie des Sciences de l'Institut de France e attuale presidente della Huawei. «In Rousseau la solidarietà appartiene alla dimensione spontanea, naturale e sentimentale dell'uomo, quella primaria, che riconosce immediatamente il sé nell'altro, e nell'aiuto reciproco si migliora e perfeziona. Una tematica che va dal Romanticismo al primo socialismo. Ma la solidarietà diviene concetto pienamente politico con il testo, appunto, Solidarietà, dell'avvocato radicale ed ex primo ministro francese Lèon Bourgeois». Tiziana Della Rocca, giornalista de Il Foglio e de Il Fatto Quotidiano, ha approfondito una figura che è rimasta vittima del capitale, quella dell'ebreo errante e soprattutto 'usuraio', ripercorrendo le fonti medioevali, le bolle di scomunica, e i testi letterari, a partire dal più noto di tutti: «Il mercante di Venezia» di Shakespeare. Polini, ancora sul lato della solidarietà, ha illustrato il ruolo e la funzione della fondazione da lui presieduta, con un'idea concreta di intervento: quella della monetizzazione degli attivi patrimoniali impliciti e, più in generale, l'utilizzo di flussi finanziari esistenti per la riduzione del debito pubblico. L'incontro, introdotto e coordinato dal filosofo Mauro Cascio, è stato concluso da Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Rito di York. «Abbiamo questi beni che hanno generato un interesse nuovo e il bisogno, è nata questa cosa che conosciamo come 'Mercato'. Elemento di scambio e di scontro, perché l'uomo per questi beni fa perdere la libertà a un altro, crea le condizioni per una guerra, non rispetta le qualità della nostra natura. I sentimenti subordinano alle logiche di potere. La solidarietà non può essere un valore senza che abbia al centro la dignità della persona». Novembre 2016. Riattivati in una giornata storica i Corpi Appendant del Rito di York. Si tratta dell'Ordine della Croce Rossa di Costantino, che ha provveduto a nuove iniziazioni e alla riorganizzazione del lavoro rituale in tutto il territorio nazionale, e degli Ordini riservati agli ex Gran Sacerdoti, ex Illustri Maestri ed ex Eminenti Commendatori e cioè l'Ordine dell'Alto Sacerdozio, quello della Silver Towel del Tabernacolo e della Accademia dei Rosa+Croce. «Giornate di viaggio oltre le pietre», ha detto il Sommo Una foto ricordo di alcuni partecipanti ai lavori.
Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale Tiziano Busca, «tra emozioni e allegria fraterna si colgono le naturali sensazioni rituali che un grande rito sa dare sulla via sacra del sacerdozio civile e della fratellanza». Ottobre 2016. Si è svolta a Lecce l'iniziativa del Capitolo Terra d'Otranto e del Gran Capitolo dell'Arco Reale in Italia - Rito di York. Il Gran Sacerdote Ciro Tadicini ha introdotto l'ospite della serata, Mauro Cascio, che ha relazionato sul tema: «Massoneria e Tradizione: il Rito di York». Nell'occasione è stato presentato anche il libro «Umberto Eco e la Massoneria», pubblicato di recente dalla Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno nella collana di studi curata dal Capitolo De Lantaarn. Sono stati portati ai presenti i saluti del Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell'Arco
Il Capitolonella foto-ricordo con il relatore comp. Mauro Cascio.
Reale Tiziano Busca.
Ottobre 2016. Il Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dell'Arco Reale Tiziano Busca è stato a Grosseto. Ha presentato il suo ultimo libro, «Rito di York: storia e metastoria», pubblicato da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno nella collana di studio curata dal Capitolo De Lantaarn. Nella stessa occasione ha insignito il Compagno Franco Bianciardi, 86 anni, del titolo di Sommo Sacerdote onorario. La foto ricordo di alcuni compagni al termine della presentazione del libro.
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«Torino, Firenze, Roma – le Capitali dell’Italia verso l’Europa, 150 anni di storia e massoneria per quale futuro?». Concluso il convegno pubblico promosso dai Capitoli Liguri del rito di York unitamente al Gran Capitolo dei Massoni dell’Arco Reale sul tema: «Torino, Firenze, Roma – le Capitali dell’Italia verso l’Europa, 150 anni di storia e massoneria per quale futuro?». La manifestazione ha fatto seguito ad una iniziativa promossa, sempre a Genova, dal GOI e dal Gran Maestro Stefano Bisi per le celebrazioni sulla ricorrenza del 70mo anniversario del Repubblica.
U
n appuntamento prestigioso, con un parterre d'eccezione. L'idea è stata quella di esplorare, con una serie di convegni, la storia e il suo significato. La storia della Massoneria, con la sua anima iniziatica e con gli indirizzi che spesso ha dato a fatti ed eventi. Indirizzi pre-ideologici e pre-culturali perché la Massoneria non è ideologia e non è cultura, ma è laboratorio, è officina, è il luogo dove le idee si costruiscono insieme. I muratori sono costruttori di sogni possibili. Il sogno è il confine dell'utopia, ma se tutti cominciassero a sognare di professione, l'utopia sarebbe realtà e il cielo diventerebbe terra. Un ciclo di conferenze, per parlare di 300 anni di libero pensiero. Nella cultura e nei cuori dell'uomo. L'incontro ha visto interventi di protagonisti assoluti del mondo dello studio quale il Prof. Aldo Mola, storico, Vinicio Serino, antropologo, Renzo Brunetti,
Il senatore Mario Mauro con Tiziano Busca
avvocato, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia. C'è questa realtà che si chiama Europa, "sognata" da Altiero Spinelli a Ventotene, fallita a metà, fallita perché
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il sen. Mario Mauro, già Ministro della Difesa. L'incontro, moderato dal direttore di Primocanale Beppe Sciortino e presieduto da Tarciso Tallu. Il Cinvegno è stato chiuso da Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Rito di York che nel presentare nei giorni precedenti l’iniziativa aveva detto: «Partiamo con una spinta importante nata dalle tante manifestazioni che il Gran Maestro e il GOI stanno facendo in ogni angolo di Italia. È questo sforzo del GOI un contributo culturale che va sottolineato e che non ha lo spirito della testimonianza o della celebrazione, è invece il desiderio di ribadire, con forza, che questo Paese ha bisogno di ritrovare tutti gli elementi di unità perchè il sogno e la ricchezza di una società non possono disperdersi tra i tanti egoismi e le tante particolarità. Penso che come mai, in un luogo come Genova - dove il mare ed il porto hanno sempre assunto la immagine di luogo senza confine e di libertà, le parole di Antoine de Saint-Exupéry siano evocative di un impegno etico della libera muratoria: “Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente per raccogliere legna e preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro.
La locandina dell'evento
non si è stati capaci di interpretare i bisogni veri della gente e la cosa è stata imposta dall'alto, dal mondo della finanza, facendo perdere quote di sovranità e di democrazia in nome della burocrazia fredda di Bruxelles.
Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata, in loro, questa sete, si metteranno subito al lavoro per costruire la nave”. Una lettura della tradizione per un progetto di rinnovamento».
È Bruxelles anzi la capitale mancata, come ha sottolineato
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A un’anno dal passaggio all’Oriente Eterno del Comp. Giordano Bruno Galli. Preziosi appunti del comp. Giordano Bruno Galli su di una immaginetta del sacro Cuore di Gesù di Massimo Agostini
“
Il cuore è il compimento dell’opera, è lo Zolfo Aurato. C’è lo Zolfo, il maschile, la materia, l’energia, la forza, contrapposto alla leggerezza, alla volatilità del Mercurio. Lo Zolfo deve inglobare il Mercurio, il maschile deve inglobare il femminile e viceversa. È proprio nella riunificazione di quello che era a livello di progetto, quando Adamo viveva in Eden, che il cuore dovrà ricomporsi, con l’aiuto dell’energia universale che è formata dal Sale, ovvero dalla
rappresentare questa trasmutazione dello Zolfo in Oro, ma cercando, con umiltà, con desiderio di sapere e di conoscere, ho trovato la rappresentazione dello Zolfo Aurato. Simbolo dello Zolfo è un triangolo con la punta rivolta in alto e una croce greca rivolta in basso.
Il cuore diventa Oro quando si sublima, quando trasmuta e va in cielo, perché è materia, ma è anche spirito.La materia e lo spirito trovano il loro simbolo in Maria (Myriam) che è stata assunta in cielo e prima di lei Gesù, suo figlio, assunto anch’egli in cielo, diventando oro. Solo Maria e solo Gesù vengono raffigurati dalla Chiesa Cristiana con il cuore esterno, davanti al petto, in mostra, e quel cuore con una croce sopra ha la forma di un triangolo. Il Sacro Cuore di Maria e il Sacro Cuore di Gesù sono un triangolo con la punta in basso e una croce in alto, il simbolo dello Zolfo rovesciato. Non ci esprimiamo solo con le parole, ma ci esprimiamo anche con simboli, con Il comp. Giordano Bruno Galli con il comp. Massimo immagini che sono Massimo espressioni altrettanto importanti, altrettanto forti, altrettanto confacenti, come l’espressione delle parole. Certo le parole vanno per tutti, i simboli vanno per pochi.” possibilità di agire e di essere, poiché da solo lo Zolfo sarebbe impotente. Nell’unione, quand’è sacra, se non c’è il Vescovo, il maschio e la femmina non possono unirsi. Non ho mai trovato tra i tanti simboli alchemici quello che potesse
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Simbologia esoterica della Luna, del Delta e del Sole. Corrispondenze cabalistiche di Domenico Fragata
O
gni tempio massonico è adornato dai simboli della Luna, del Delta e del Sole. Queste simbologie, che potrebbero apparire di facile decifrazione, assumono una profondità del tutto diversa se messe in relazione ad altri simboli presenti nel ritualità e nel tempio. In questo breve approfondimento cercherò di indagare le corrispondenze vigenti fra la Parola Sacra di Apprendista e le simbologie sopra elencate. La Luna presente nel tempio è un crescente di 5 giorni, per questo motivo è aperta sulla sinistra בcorrisponde alla seconda lettera dell’alfabeto ebraico Bet ב. Bet è una lettera di grande importanza nell’orizzonte simbolico cabalistico in quanto mediante la sua energia inizia la Torà. Bet significa al contempo Casa, Santuario, Sinagoga e casa dello studio. Secondo il Sepher Ha Temunah la sua forma indica i due sentieri della sapienza: quello superiore e quello inferiore. Beit come immagine simbolica rappresenta la bocca dell’uomo, la sua casa e la Luna. Questa lettera è aperta graficamente sulla sinistra, esattamente come il simbolo della Luna, per dare al male la possibilità di esistere; dunque con la Bet nasce la possibilità del libero arbitrio. La Luna, così come la lettera Bet, si associano al numero Due nel quale si manifesta la scelta, il dubbio ma anche la libertà. Bet è l’iniziale di Boaz, nome della colonna e parola sacra degli apprendisti. Boaz significa Forza; virtù incarnata simbolicamente dal Primo Sorvegliante che siede a sinistra della colonna B e di fronte alla Luna. Di particolare interesse lo studio comparato fra il secondo arcano dei tarocchi, “La Papessa”, e quanto detto sinteticamente sopra. Il Delta Luminoso è composto da un triangolo equilatero con la punta rivolta verso l’alto e da un עocchio. Il triangolo simboleggia l’elemento Fuoco mentre che l’occhio rappresenta la visione onniveggente del G.A.D.U. La sedicesima lettera dell’alfabeto ebraico è Ayn ע, che significa occhio, alla quale vi sono connesse diverse interpretazioni. Tendenzialmente si identificano i due punti della lettera come due occhi che svolgono un’attività equilibrante: l’occhio destro (Il Sole) guarda il cielo, ovvero alla trascendenza, mentre il sinistro (La Luna) guarda alla terra e alla parola di Dio. La Ayn definisce una reciprocità fra dio e la sua creatura, tra la saggezza (fuoco) e l’umiltà (acqua). L’occhio contenuto nel delta è in realtà il terzo occhio, simboleggiato dalla lettera ebraica Yud che contraddistingue la colonna Jakin ed è la prima lettera del TETRAGRAMMATON. È interessante notare come il nome francese del sedicesimo arcano dei Tarocchi, che corrisponde alla lettera Ayn, si chiama “La Maison Dieu” ovvero la Casa Di Dio. Il Delta luminoso è posto sopra lo scanno del Maestro Venerabile che, a livello simbolico, rappresenta la saggezza del Divino che fornisce ordine, ritmo ed armonia alla Loggia. Il Sole illumina la colonna del secondo sorvegliante, il suo apogeo, il mezzogiorno, segna l’inizio dei lavori in grado di apprendista. Il sole corrisponde alla lettera settima lettera dell’alfabeto ebraico chiamata Zain che può rappresentare un pugnale, una spada o uno scettro. Secondo la Cabala dalla Zain deriva la costellazione dei Gemelli e la forza della sfera del Sole, i suoi percorsi e le sue vie. Il Sole, così come la Zain, indica la capacità di valutare e di scegliere mediante l’intelletto. Zain è la spada mediante la quale separiamo il bene dal male, è lo strumento del discernimento intellettuale. Il settimo arcano dei Tarocchi, il Carro, ricorda il carro solare di Apollo. Nell’arcano “Il Sole” sono presenti una coppia di fanciulli che rappresentano sia l’unità degli opposti che lacostellazione dei Gemelli nella quale il Sole vive il suo massimo splendore. A livello Cabalistico il Sole si associa anche alla Sephirot Tipheret cuore e centro dell’albero della Vita. Tipheret significa Bellezza; virtù incarnata dal secondo sorvegliante che di fronte a sé ha il simbolo del Sole. Dal mio punto di vista l’investigazione cabalistica dei simboli presenti nel tempio può fornire numerosi spunti di riflessione utili per ampliare la nostra coscienza e visione della Massoneria.
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R:.L:. MINERVA N° 1354 OR:. DI MARONE (Oriente di Marone). TAVOLA DELLA TORNATA in 3° grado del 26 Settembre 2016 del Fr:. Tiziano Busca
Grazie al MV e a voi fratelli per avermi dato questa opportunità, ed un grazie particolare, perché io penso che questo sia un anno Massonico, come auguro a tutti voi, eccezionale. Oggi è il 26, che è due volte tredici, e in ebraico uno è amore, uno è il divino. Siamo in una loggia che è distinta dal nome di Minerva, che è la sapienza, che ho respirato davvero, e di questo ringrazio tutti voi.
dimensione nuova per l'epoca che su una spinta (nel 1700 abbiamo tutti ben presente cos'è successo nella nostra Europa) hanno immaginato di ripercorrere come in una via moderna la via del sacro, la via della conoscenza, così come oggi noi viviamo, come oggi noi ci tramandiamo. Però ci rendiamo anche conto che c'era la necessità di superare questa idea che era stata immaginata dei tre gradi, come nella Massoneria perfetta che Anderson aveva individuato nell'Ordine, e col tempo si è mantenuta quella che era la tradizione dei corpi rituali.
Questo Eggregore che diceva prima il MV, non è facile trovarlo , è un segno di buon lavoro, di sapienza, di saggezza, di armonia. E soprattutto di E di corpi rituali ve ne erano due, che nel una guida in cui le regole semplici della mondo di allora andavano affermando la nostra Comunione sono segnate nel loro dimensione: da un lato le vecchie nostro cuore e tutti noi le viviamo con Logge di York, Scozzesi, e il Rito una dimensione partecipata, e chi Scozzese Antico ed Accettato, che viene da fuori, in questo caso il Andrew Michael Ramsay nasceva attraverso un uomo iniziato nelle sottoscritto, le sente e le raccoglie, e le Logge di York, e che conosceva le lascia dentro di se come un ricordo grande. caratteristiche della Massoneria dei 7 gradi, che Io questa sera devo parlarvi di un corpo rituale, quello del Rito di York. Ho lasciato sul tavolo del primo e secondo Sorvegliante, nonché del MV una pubblicazione che io ho fatto e che raccoglie quelli che sono gli elementi caratteristici e naturali di questo Rito. E' il Rito degli Ancient, che è il rito della massoneria tradizionale prima che nascesse la Massoneria moderna, come noi chiamiamo oggi, nel 1717 attraverso James Anderson. Voi vi chiederete, ma quale è la differenza; e soprattutto per quale ragione si è arrivati a creare questa cesura, e poi una riunificazione successiva all'interno di una via iniziatica, di una via sacra. Sono due modi che segnano due stili dettati dal tempo e dettati da contingenze, come spesso accade, di natura politica, di natura culturale, l'affermarsi di nuove idee, di nuovi valori, una
aveva portato in Francia questa sua esperienza iniziatica, Ramsey. Con una volontà ed una capacità di rendere più ampio il percorso di appartenenza alla Comunione. Che cosa rappresenta il Rito di York: rappresenta ciò che nella sostanza delle cose può essere chiamato ed identificato il terreno dell'origine; e badate bene, io non parlo da Sommo Sacerdote del Rito di York, ma da fratello che come tutti voi ama questa nostra istituzione e cerca di cogliere in un percorso di conoscenza quelli che sono gli elementi sostanziali della nostra via iniziatica. Perché a me non sono mai piaciute le tifoserie, e soprattutto credo che ciascuno di noi abbia bisogno di costruire nel proprio Tempio la dimensione vera di un equilibrio che lo porti a quel percorso di trasformazione presente nella natura dell'uomo, ma che in un uomo iniziato è il fine per cui vive la sua condizione di iniziato.
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E quindi quando io dico l'essenza su cui si fonda questa Comunione è perché ha all'interno della sua struttura tre realtà rituali: quella dell'Arco reale, quella dei Massoni Criptici e quella della Massoneria Templare, che ci portano indietro, come in un film visto dalla fine, e ci spiegano che cosa siamo, come fratelli iniziati, e perché questi Templi sono così addobbati, sono così formati e strutturati. In che modo: in un modo che parte da quella che è la storia dell'uomo, dall'Antico Testamento.
dimensione di forza, di saggezza e di conoscenza e di farla trasparire poi nel mondo profano non in una dimensione attiva nei confronti di realtà politico-istituzionali, ma come messaggio di qualità e di capacità di essere coloro che possono guidare in un concorso e in un suggerimento continuo la via migliore perché l'uomo abbia il suo diritto comune alla felicità alla libertà al rispetto reciproco e al rispetto continuo di quelle che sono le differenze che diventano una ricchezza ed un patrimonio da condividere.
I soggetti che noi ritroviamo all'interno del nostro Corpo Rituale sono Ci troviamo in una realtà variegata, rappresentati da coloro che hanno sappiamo che c'è un uomo che ad un segnato la storia dell'Antico certo punto crea le condizioni perché si Testamento, Re Salomone, la venga a creare una identità di un popolo, costruzione del Tempio, anzi dei due quello di Israele, e che esce da una Templi, perché il primo Tempio è stato grande realtà, quella Egizia, ed distrutto, gli Ebrei sono stati deportati a ZOROBABELE attraversa questo grande mare . Babilonia, sono stati liberati da Zorobabele e rientrano nella loro terra e E ad un certo punto raccoglie un messaggio di un ricostituiscono il loro secondo Tempio, nel 70 patto tra il superiore e l'uomo, all'interno di una dopo Cristo. Questi tre passaggi sono importanti, identità, l'Arca dell'Alleanza. io ve li cito per coloro che poi desidereranno leggere, guardare, approfondire, perché sono i tre Questo è il simbolo del nostro Corpo Rituale. momenti su cui noi contestualizziamo la modernità della nostra istituzione. Dopodiché l'uomo evidentemente non è fine a se stesso, ha dentro di se la fiammella della Perché sono i tre tempi che ci vengono riportati curiosità, del dubbio. nel momento in cui l'identità della Massoneria si costituisce come patrimonio comune del mondo Ha il desiderio di cogliere e di capire ciò che lo Europeo. circonda, quindi pensare di poter dare una data di formazione della Massoneria credo che sia Quando incominciamo a notare queste forme sostanzialmente impossibile. Però, come aggreganti all'interno delle comunità da parte di dicevano i primi filosofi l'uomo si rende conto di uomini, da parte di di soggetti che condividono un doversi interrogare per capire il perché della comune percorso: quando nascono le Gilde. bellezza e delle cose che lo circondano. Ecco, Quando nascono le comunioni, quando ci sono le l'interrogarsi dell'uomo fa crescere una via di associazioni di mestiere. conoscenza, una via sacra, una via che veniva codificata, nel tempo e nelle condizioni di allora, in Che nella nostra identità europea viaggiano con il quella che era una stirpe, quella regale, quella costituirsi del mondo Templare, nel mondo sacerdotale; quella che raccoglieva nel suo scozzese sorgono ben prima e sorgono in una interno i sacerdoti e i principi con il compito di cittadina che si chiama Eboracum, vicino al Vallo guidare l'uomo, di guidare il popolo. di Adriano, dove si era venuta a costituire una forte comunità Mitraica, e nella tipicità di questo E quale è tutto sommato il messaggio che la stile si erano acconsentite e permesse dal Re nostra istituzione da a noi iniziati: è quello di Altesam la formazione delle comunioni di costruire qua, all'interno del nostro Tempio, in un mestiere, con la possibilità ogni anno di riunirsi, di Eggregore comune con altri Fratelli una nostra fare il passaggio dei gradi, erano le Gilde.
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Questo re Baldovino 1° esce dalla sede regale, che era in ciò che rimaneva del Tempio e la lascia in mano a questi cavalieri, i quali scavano, ma nel contempo in Francia si viene a costituire una sorta di quello che noi oggi definiremmo un campus, un centro di ricerca. Perché vennero raggruppati intorno alla figura di Bernardo più grandi astronomi, i più grandi fisici, matematici, i lettori più importanti della scuola della Kabbala ebraica, tutto ciò che era sapienza di quel tempo.
Bernardo di Chiaravalle
E allora se noi leggiamo questi pezzi diversi tra di loro, ma come se fosse un vestito d'Arlecchino, dobbiamo raccoglierne un filo. E il filo è che a un certo punto nel 1180 uomini che si riuniscono intorno ad un personaggio, Bernardo di Chiaravalle, decidono di partire come già erano andati per le crociate, ma era altra cosa. E di andare in Terrasanta per scoprire sotto il Tempio, a cercare qualcosa. Intanto capire chi erano questi, perché si sono costituiti. Questi erano cavalieri monaci iniziati da Bernardo di Chiaravalle, che avevano una caratteristica:erano tutti appartenenti a famiglie ebree che vivevano in una comunità vicina a Babilonia, e ciascuno di questi, appartenenti alla stirpe sacrale dei sacerdoti conosceva una parte del segreto. Possiamo dire che presumibilmente erano i Rex deus, coloro che di famiglia in famiglia trasmettevano, ma non al primogenito, ma a coloro che venivano prescelti per mantenere questo segreto. Gli veniva data la possibilità di essere rappresentativi di un pezzo di questo percorso sacro. Quando arriva Hugue de Payne a Gerusalemme, con una forzatura, perché questo era tra l'altro sposato, ed un figlio 15 anni dopo diventerà vescovo, non poteva appartenere all'Ordine che Bernardo aveva istituito; già di per se è una cosa anomala, ma quello che in realtà accadde lo è ancor di più: c'era già un Re, perché Gerusalemme era stata conquistata dai Crociati.
Questi cavalieri tornano, non si sa cosa abbiano scoperto o trovato; di certo è che quelle che erano capanne di paglia e mattoni fatti con la terra dopo pochi anni diventano cattedrali, perfettamente orientate, strutturalmente perfette, al punto tale che viene definito uno stile architettonico , anche quello improprio, perché il gotico non è sicuramente uno stile architettonico alla luce degli iniziati , ma era il Gothaus, la capacità di interpretare e di leggere quello che era il simbolismo che veniva usato dai templari nel loro peregrinare per andare a raccogliere quelle che erano le loro necessità leggendo i tarocchi. In buona sostanza era un linguaggio kabalistico segreto che nella dimensione sacrale assumeva una identità nuova rispetto a quella che l'occhio profano poteva leggere ed interpretare. Perché i Templari portano questa identità e questa grande novità all'interno di questo panorama straordinario attorno a quello che si stava costruendo a quel tempo in Europa, perché immaginiamo che era il periodo delle grandi evoluzioni, storiche, degli stati, la strutturazione delle nuove dinastie, quelle che avrebbero per anni poi segnato la storia del nostro continente si intersecava con una fenomenologia che stava prendendo piede, quella dell'Egitto. E qui capiamo perché ancora oggi noi ci definiamo “azzurri”: perché la Massoneria azzurra? La Massoneria è azzurra perché è il colore dell'Egitto: è il colore su cui veniva impresso il segno distintivo, il titolo di quella che era l'arte e ilo mestiere di quelle persone.
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Questo fenomeno era costruito e diffuso in Francia attraverso una identità che ha segnato poi la storia del nostro Corpo rituale, il compagnonaggio, i compagnons. Difatti nel Rito di York ci chiamiamo compagni. Perché questo tessuto intriso di legami che appartenevano ad una forma di ritualità sacra e a regole fondanti per arrivare a costruire questo percorso aveva all'interno delle Gilde proprio una definizione perfetta, l'apprendista, il compagno ed il maestro di mestiere. Il maestro era colui che girava, andava di città in città a costruire per la sua tipicità e per la sua arte ed il suo mestiere la Gilda che gli apparteneva. Sicuramente vi sarà successo di viaggiare e di vedere in Scozia in particolare, ma anche nella città di Londra questi stemmi con il colore azzurro dove sono raffigurate forbici e metro per la Gilda dei Taylors, oppure la squadra e il compasso per quella dei muratori, ecc, la gilda cuochi, quella cappellai.
dei dei
non è sempre detto che sia la realtà vera, che riflette le condizioni date di quel tempo. Tra i tanti profeti tutti muoiono, chi a 100, chi a 200 chi a 300 anni, solo uno viene chiamato a se da Elohim: Enoch. Nessuno di noi credo abbia mai affrontato in una maniera compiuta la lettura del Libro di Enoch. Se fosse stato a noi disponibile come probabilmente è stato per loro all'epoca noi avremmo saputo tutto ciò che secoli di storia successivi ci avrebbero rivelato, sia la forma della terra, sia il nome degli astri, sia tutto ciò che era la composizione di un grande sogno che è stato fatto. E perché quel libro si trovava in una terra, quella dei copti ed è il Libro Sacro della religione copta, e non apparteneva invece a questa entità che probabilmente è stata trovata e scoperta sotto le rovine del Tempio? Perché si narra all'epoca che quando Salomone costruì il Tempio ad un certo punto incontrò una donna magica, bellissima, una straordinaria immagine, come viene riportata nei testi, che era la regina di Saba., che veniva proprio da quelle terre. E arrivò per vedere le bellezze di questa costruzione, che aveva tante caratteristiche, ma alcune così semplici e banali che stranamente riportiamo ancora oggi noi all'interno dei nostri Templi.
Il Tempio di re Salomone
Ma cosa accadeva all'interno di quel percorso delle Gilde: c'era un progetto di mutualità. C'era un riconoscersi, un sostenersi, una modalità con cui l'elemento della conoscenza veniva sostenuto da un percorso di fratellanza; perché l'elemento della conoscenza? Perché era evidente che per costruire bisogna conoscere le regole, e le regole stanno all'interno di un percorso di sapienza, e vengono raccolte attraverso ciò che ci viene tramandato e ciò che ci viene rivelato. Se voi ricordate nell'Antico Testamento quando Mosè salì sul monte si narra che gli vennero date le tavole dei comandamenti ma anche le tavole della legge. Sono due cose diverse. E queste due cose diverse nella nostra luce occidentale le abbiamo fatte cadere in una sorta di oblio, perché la storia la scrive ovviamente sempre chi vince, e
Perché? Chi sono? A cosa servono? Che cosa rappresentano? E perché sono nell'ingresso, e non dietro il MV per esempio, o dietro il 2° Sorvegliante? Perché all'interno del nostro Tempio noi usiamo la squadra e il compasso, perché li usiamo in modalità diverse a seconda dei gradi di apprendimento in cui stiamo lavorando? Che cosa significa il compasso sotto la squadra durante il percorso di una via che è quella sacra che noi percorriamo? In realtà questo metodo che attraverso il simbolismo cela un percorso sacro rappresenta ciò che deve avvenire all'interno del Tempio di ciascuno di noi: il Principe
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e il Sacerdote si uniscono in un contesto unico che è l'uomo, che rappresenta la creazione. Perché noi siamo ciò che è stata la prima rappresentazione di un progetto di comunione, di amore, di fraternità: noi siamo Adam, il principio d'uomo. Diventiamo dopo un qualcosa di diverso, se raccogliamo la sfida della ricerca, dello studio, del ripercorrere la via della conoscenza per poter essere quell'uomo rifiorito, quel profumo che noi ritroviamo nelle condizioni dei simboli che vediamo rappresentati con estrema facilità, ma che a volte ci sfuggono nel nostro vagare anche all'interno delle nostre città, il percorso di questa entità comune in cui raccogliamo dentro questo processo di energia ciò che è il nostro segno di vita. E perché noi ritroviamo questi percorsi identitari in elementi simbolici così semplici che possono sembrarci così ovvi che non meriterebbero nessuna considerazione: perché all'interno del Tempio Salomone aveva nascosto il segreto, che era il segreto iniziatico, il segreto dei sacerdoti, il segreto di Hiram di Tiro, di Hiram Abif e di Salomone stesso. E il segreto era la parola.
questa entità territoriale, al punto tale che erano coloro che fornivano il legno di cedro per la costruzione del Tempio di Gerusalemme. E qui si innesca il simbolismo della chiave di volta, che è l'altro emblema, insieme alla tripla Tau , del Rito di York. La chiave di volta è l'equilibrio, dove si completa il percorso sacro, si unisce il cielo alla terra, si chiude il percorso dell'Albero Sephirotico. Ritroviamo questo all'interno di un processo che è ricostruito nel mondo dell'alchimia al pari di quello ricostruito nel mondo della lettura della Kabbala ebraica. Ora, questa entità della seconda camera rituale del Rito di York è la camera criptica. E' La camera che nasconde il segreto della lettura e ha mantenuto il segreto della parola. Noi tutti lavoriamo alla ricerca della parola perduta: se rivediamo come è nata la Massoneria moderna capiamo perché. La Massoneria moderna nasce il 24 Giugno 1717, anzi veramente nasce il 24 Febbraio perché si riuniscono in una locanda , prendendosi l'impegno di rivedersi a Giugno per eleggere il primo Gran Maestro di Londra. Era un gruppo di apprendisti e di compagni fuoriusciti dalle Logge di York. E come apprendisti e compagni ovviamente strutturano la Loggia su due gradi.
Perché questi personaggi, Salomone, Hiram di Tiro, che era un re, re di Sidone, di origine fenicia. E i fenici non avevano un feeling particolare con il mondo degli ebrei. Però ce lo ritroviamo crea il grado di maestro tre anni lì insieme ad Hiram Abif, che era dopo la strutturazione della l'architetto che costruì il Tempio. E qui Loggia di Londra. torniamo a quella storia iniziale che vi dicevo: la storia di questo passaggio dal Non erano maestri: non hanno mondo egizio al mondo delle tribù la parola. E' la ragione per cui d'Israele. Dove una tribù, quella di nello scontro di divisione che è Caan, aveva una entità particolare, la intervenuto tra le Logge dello particolarità degli esseni questa forma York, cioè gli Ancient, ed i ribelle che mal accettava e viveva le Modern, questa forma di condizioni del popolo e stranamente era divaricazione anche sacrale è la tribù ultima che copriva le spalle durata per oltre un secolo, fino durante la fuga dall'Egitto, quindi era la al 1813, quando in una Loggia James Anderson tribù più vicina a chi guidava il popolo di Riconciliazione, così verso questa nuova terra. E all'interno di chiamata, viene consentito lo strutturarsi di un questa entità di gruppo esseno vi era una rituale, che era quello di York, delle Logge di comunità fenicia, che aveva una deviazione York, ma che ovviamente dentro il contesto “religiosa” rispetto al sacro che veniva da questi politico inglese non poteva essere accettato sic et rappresentato. Però erano fortemente legati a
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simpliciter come veniva chiamato, e viene definito “Emulation”, Cosa hanno in questo rituale in più i fratelli della Loggia di Riconciliazione: la possibilità di avere riconosciuto il grado del marchio, il Mark. Cos'è il marchio: è il simbolo del maestro. Noi dobbiamo pensare che il nostro lavoro è iniziato il una cava, perché la pietra, perché noi siamo costruttori di templi, questo è il simbolo che rappresentiamo. E in questa cava ciascuno leviga la pietra che viene portata dall'ispettore per l'esame. E cosa fa il maestro quando ha compiuto il lavoro: quando ha misurato i cubiti, quando ha levigato la pietra; imprime il suo marchio.
Ma la verità è un uomo solo, perché nella verità noi siamo soli. Perché la via iniziatica se colta nella sua essenza e se colta l'essenza del significato della Tau per un iniziato ti spiega la ragione del perché noi siamo qua. Perché compiamo questo viaggio. Perché capiamo da iniziati che il nostro percorso di un uomo è un percorso spirituale, non materiale. Noi abbandoniamo la materia, lasciamo fuori i metalli, dobbiamo uscire da una dimensione che non è sacra, perché dobbiamo attraversare i veli. Cosa significa attraversare il velo: quale è il gesto che compie l'uomo alla nascita, quale è il gesto che compie l'uomo nel momento in cui passa attraverso il velo? Inspiriamo aria, espiriamo l'aria, nasciamo nudi, moriamo nudi. Tutto ciò che noi possiamo avere realizzato nella materia resta nel luogo della materia, perché noi siamo spirito. E lo spirito ti porta a cogliere il significato della morte seconda; ricordate San Francesco: “beato colui che viene colto da morte seconda” che vuol dire?
E questo marchio è presente ancora nelle Logge di York nel libro dei Marchi, è il segno che ti porti. Ma questo è l'elemento materiale; l'elemento iniziatico è che il marchio è la identificazione del completamento del percorso iniziatico verso una nuova dimensione, perché la Massoneria non finisce lì, nel grado di Maestro, perché c'è una parte completamente nuova che viene Perché San Francesco si firmava con la Tau? rappresentata e credo che la cosa più bella l'abbia Perché ad un certo punto nella storia di questa fatta il fratello Ivan Mosca, in un tempo come realtà meravigliosa che è la Massoneria questo dove i grafici compaiono come all'improvviso rappresentano tutto, e personaggi come Giordano quindi non hanno più Bruno, Dante Alighieri, uomini bisogno di essere che all'apparenza non avevano commentati o dibattuti, o di legami; uomini che non potevano parole che dagli nella testa di tanti immaginare di istogrammi e tutte le altre avere avuto contatti tra di loro, i simboli dei tre corpi rituali l sistema del Rito di York immagini ci consentono di eppure trovi scavando i Fedeli vedere ciò che accade, il fratello Ivan Mosca ha d'Amore. fatto un grafico, dove ad un certo punto c'è la Eppure trovi scavando che tutte quelle correnti di scala del maestro, e il limite dell'Eggregore, che pensiero in cui l'esoterismo e l'alchimia insieme vengono date dalla comunione di una Loggia in alla scienza e alla sapienza cercano di avere una grado di maestro. dimensione che si racchiuda all'interno della Questo è il limite della Massoneria che noi spiritualità, hanno connessione, hanno rapporti, conosciamo, poi c'è oltre; perché c'è la hanno legami. meditazione, c'è la trascendenza, c'è il Baratro, E' il segreto che noi manteniamo, è il segreto di che è figlio di una cultura indescrivibile ma che chi la parola l'ha conosciuta, ed è questa l'altra non è la cultura della percezione, la cultura della caratteristica del rito di York; un Maestro massone conoscenza, che ti porta oltre quella dimensione, dell'Arco Reale è uguale a tutti gli altri fratelli, però e quando uno arriva al baratro alcuni fuggono, ha una carta d'identità, nome e cognome, ha la altri lo superano, altri hanno paura e se ne vanno, parola, come ha la parola il fratello che lavora in perché oltre il baratro c'è quello che noi una Loggia Emulation, un maestro delle Logge cerchiamo, la verità.
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Emulation quando viene installato, riceve la parola, la parola perduta.
Cristo risponde “Noli me tangere”, non toccarmi o donna, sono nella fase più alta della mia trasformazione, devo raggiungere la purezza della luce. La purezza della luce la raggiunge nella congiunzione più alta che è la Maestria del Massone dell'Arco Reale.
Perché è da li che si perpetua ancora la tradizione; ed è per questo, vi sarà successo magari di partecipare ad una Loggia che lavora in rituale Emulation, quando c'è l'installazione del MV viene chiesto a tutti quanti non siano stati MV Ma anche il nome stesso Arco Reale, cerchiamo di uscire. Che cos'è il significato della parola: è il di cogliere il significato di questa espressione: è compimento della verità, ed è per questo che l'unione dei due pilastri, il sacerdote e il principe, l'uomo è solo, in quella condizione, perché sa che si congiungono in alto nella sfera più alta il tutto, ha raggiunto la dimensione della della regalità, che è il Santa Santorum. sapienza e ha raggiunto la chiave della Che rappresenta la struttura naturale del lettura della sua natura umana ma soprattutto Tempio di re Salomone. Il tempio era stato del suo spirito. Perché in questa condizione costruito non come un grattacielo, ma nuova l'uomo ritrova un'identità , una nuova seguendo delle precise indicazioni, ma aveva pelle. Ora, nel raccontarvi questo corpo tre corti, la prima che era come un atrio dove rituale io voglio tralasciare alcune parti, tutti entravano, dove tutti potevano pregare, quella ad esempio del mondo templare, non tutti potevano fare sacrifici per il loro dio o per perché non siano entusiasmanti, ma perché la loro divinità; il secondo che era quello del credo sia sufficiente dire che il templarismo portico, dove entravano solo coloro che che si è trasferito in Scozia è sopravvissuto erano stati chiamati per essere preparati ad grazie ad una famiglia, i Sinclair. E l'ultimo entrare nel Tempio e a seguire la via Gran Maestro scozzese è stato William sacerdotale della maestria e a raccogliere ciò Sinclair, che tra l'altro nella Loggia di Kirkwall ha mantenuto la caratteristica di quello che che veniva celato nel Santa Santorum. Rotolo di Kirkwall era il tappeto di Loggia, il Quadro di Loggia. Queste espressioni, riprodotte oggi all'interno di Io l'ho visto perché sono andato a vederlo. C'è al una via iniziatica, quale noi siamo, che si esprime riguardo un bellissimo saggio di Veronesi, un anche attraverso allegorie, per cui dei simboli, che compagno fiorentino. Questo quadro di Loggia valore hanno. nessuno riesce a parlarne, perché nessuno riesce a capire che cos'è, perché parte dalla Genesi ed arriva ad un altare della Massoneria. Non riesce a parlarne chi non conosce il rituale di York, delle Logge di York, perché se uno avesse la possibilità di aprire il rituale, e cominciare a leggere e guardare capirebbe quali sono i gradi di elevazione della Massoneria dei 7 gradi. E si comprende il perché era la Massoneria anche delle sacerdotesse; perché era la Massoneria in cui il ruolo sacrale femminile era straordinariamente riconosciuto. Perché il sacro apparteneva alla dea Madre. E questo sacro nel nostro rituale ha una espressione: nel punto più alto della ritualità e dell'avanzamento dei gradi viene espresso con una parola: Rabbonì, che è quello che ha detto la Maddalena al Cristo che usciva dal sepolcro dopo i tre giorni ed era avvolto dalla luce: mio Maestro!
Hanno il valore di aver segnato sulla via del sacro la costruzione della via gnostica, della Gnosi, quando si raggiunge la Gnosi all'interno di una via iniziatica. Ma poi, perché io devo diventare Massone? perché io sto qua dentro? ma che cosa cerco? Quanti fratelli si perdono dentro queste colonne? Perché non trovano ciò che immaginavano di poter trovare. In quelle officine dove ancora vive l'esoterismo, vive la regola semplice, vive la logica dell'antico dovere, dove ancora si distingue qual'è la via sacra dell'iniziato dalla via del Club Service. Ma che differenza c'è in un contesto sacrale come quello che noi viviamo tra ciò che noi facciamo nei confronti degli altri in una dimensione di
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volontariato o ciò che noi facciamo nei confronti degli altri come valore iniziatico che è la filantropia. Pensateci. Un iniziato non fa volontariato, fa filantropia. Ma che differenza c'è: già nella stessa radice, la filìa, che è l'amore, che è il rapporto più alto con cui tu ritrovi l'Agape, che è quell'entità di Eggregore che si manifesta all'interno di un rapporto tra iniziati, e che completa il ciclo di una tornata come questa. L'Agape non è una cena, è molto di più di quello che noi faremo dopo, è qualcosa di molto più alto, è il completamento del percorso. Ora questo viaggio che noi stiamo compiendo credo che non abbia bisogno di trovare degli applausi sugli spalti; tutti i corpi rituali sono importanti, fratelli, tutti; non ce n'è uno che sia meglio o peggio dell'altro. Sono tutte vie da scoprire. C'è un errore di fondo che è quello che questi corpi dovrebbero essere per noi maestri come un Master per un giovane laureato. Un Master gratuito, tu vai raccogli, perché qual'è il messaggio che noi dobbiamo dare: l'elevazione, e tu la raccogli laddove questo percorso può essere portato all'attenzione di coloro che hanno bisogno di cercarlo. E invece no, non è così. Però la base su cui noi dobbiamo riflettere nella avvicendarsi di quello che è una via verso i corpi rituali è conoscere le caratteristiche; questa specificità che noi ci siamo riservati, cioè i maestri massoni dell'Arco Reale conoscono la parola, ne hanno anche un'altra: è l'unica Loggia universale che è rimasta. Anderson nella sua natura organizzativa ha creato le comunità nazionali, Grande oriente d'Italia, Gran Loggia Nazionale di Francia, Gran Loggia Unita d'Inghilterra, ecc, in ogni comunità nazionale c'è un Grande Oriente , c'è una Gran Loggia, che sono all'interno di una stessa comunione perché formalmente si riconoscono, il Grande Oriente d'Italia riconosce la Gran Loggia di Turchia, ecc. L'Inghilterra non ci riconosce più e noi non possiamo andare là e loro da noi non vengono. Nel Rito di York è esattamente l'opposto: è un rito universale, tu appartieni a quel corpo rituale che è
la Massoneria antica, e quindi liberamente vai negli Stati Uniti, vai in Francia, vai in Scozia, vai in Inghilterra, Grecia, e reciprocamente loro vengono, perché è un unico Grande Oriente, per cui ipoteticamente io potrei decidere di fare una pazzia e candidarmi per fare il Sommo Sacerdote Internazionale. E questo principio di universalità è anche il principio su cui in qualche modo anche nella storia interna della nostra comunione si è riusciti a salvare in tempi molto preoccupanti, e mi riferisco agli anni passati, in cui le porte venivano chiuse, ed abbiamo trovato una larga sponda attraverso il nostro Corpo Rituale nel mondo americano. Abbiamo continuato a vivere, a crescere, a prosperare, e sicuramente cresceremo ancora. Però queste figure che nel loro insieme possono sembrare desuete, fuori dal tempo e dallo spazio, perché quando mi chiedono “tu cosa sei?”, “Sommo Sacerdote” mi guardano strano, oppure ti cosa sei “Illustre Gran Maestro della Massoneria Criptica” . Se lo leggi su un giornale pensi sarà una chiesa, sommo sacerdote; la verità è il riflettersi di questa conoscenza e sapienza della tradizione. Perché io sono il Sommo Sacerdote: e perché tutti entrano nell'Arco Reale per poi transitare nelle altre camere rituali; perché io sono l'ultimo dei generati all'interno della stirpe sacrale, sono Giosuè; che era il Sommo Sacerdote del Tempio di Gerusalemme ricostruito nel 70dC. Ma la Massoneria non nasce da Giosuè, Giosuè la respira, la raccoglie, la porta dentro di se. La Massoneria nasce nel mondo criptico, e nel mondo criptico chi guida la camera dei Criptici è il Gran Maestro. Come cambia l'espressione perché questa modalità deve farci cogliere che c'è qualcuno che ci ha portato qua, ed è l'Eminente Commendatore, il Priore Templare. Questo mondo, che era un mondo conosciuto ai più, ma che raccoglieva tutte le scuole di pensiero iniziatico che erano manifeste all'epoca, apparteneva anche ad una logica su cui secondo me va riscritta anche l'immagine che tante officine
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hanno di questa scala dove c'è il Rito di York ed il RSAA. Io credo che siano un'iconografia di due mondi contigui ma non ci azzeccano nulla l'uno con l'altro. Una è la Massoneria degli Ancient, lo York, davanti trovi la Massoneria del RSAA che che è la Massoneria dei Modern, quella di Anderson. Sono due elementi di contiguità perché ovviamente le origini appartengono, ma poi c'è un espletamento diverso da quello che è questo percorso. Ma soprattutto anche dal punto di vista politico, perché se c'è una cosa che credo renda onore oltre al percorso rituale a Ramsey, che struttura il RSAA, accettato perché ha fatto entrare nelle Gilde coloro che non appartenevano alle Gilde, ma era una operazione politica in Francia: era soprattutto perché Andrew Ramsay, che era scozzese, nato ad Ayr nel 1686, conosceva bene la struttura del rito di York perché lui l'aveva vissuta in prima persona; intimamente il suo desiderio era di allargare la base della consapevolezza e di aggregare soggetti e forze all'interno dell'istituzione massonica per riportare gli Stuart in Scozia. Perché questo era il disegno strategico da un punto di vista politico. Da un punto di vista rituale ovviamente ha raccolto tutti gli spiriti positivi che in quell'epoca si manifestavano, dal percorso dei Rosacroce ai cavalieri dei Kadoch, tutto quello che appartiene a questa tipicità rituale. Perché ho voluto focalizzare questo discorso? Riprendo l'argomento che non è un suggerimento e tanto meno un consiglio, di quando uno sceglie un corpo rituale: è come quando uno acquista una casa, deve sapere le proprie esigenze, solo conoscendole trovi le tue dimensioni ed i tuoi spazi; e le diversità strutturali che esistono all'interno dei diversi corpi rituali si manifestano poi sotto forme le più diverse e più disparate da un punto di vista organizzativo, dal punto di vista dei gradi, ecc.
Nel Rito di York non ci sono gradi, non esistono past; il principio è quello dell'uguaglianza, il principio è quello che si legge alla fine del rituale, che il lavoro va premiato, e quindi la parabola di coloro che coltivavano la vigna e venivano chiamati dal padrone venendo trattati tutti allo stesso modo e compensati con lo stesso denaro. Perché siamo uguali. E' un corpo rituale giovane nel nostro paese, perché ha 50 anni, è stato recuperato dal mondo americano, dove invece ha avuto una grandissima diffusione proprio per le ragioni di questa cesura che era caduta in Inghilterra e in Scozia. Un rito le cui capitazioni sono molto basse, siamo sotto i 100 euro, però credo che il più bel messaggio che dai corpi rituali può arrivare a tutti voi è che ripropongono e riavviano il percorso della ricerca, il sogno, capire perché viviamo questa dimensione, capire cos'è l'uomo massone, capire l'iniziato, perché siamo qua, che cosa dobbiamo fare e che cosa è il nostro agire, all'esterno di questa dimensione. Una volta, quando passava un massone, tutti lo guardavano, e dicevano è un uomo per bene. Perché trasmetteva nel suo contesto di vita quella saggezza che raccoglieva tra le colonne con i fratelli, quel piacere di condividere serate come questa. Quella dimensione in cui tu sai che respiri un progetto comune per un valore molto alto. Ecco è questa sensazione che io respiro e ho respirato questa sera qui in mezzo a voi e vi ringrazio tanto per avermi dato questa opportunità, ma credo davvero di aver ricevuto molto di più di quel poco che io potevo donarvi con queste parole. Grazie Ho detto Tiziano Busca
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■ Le Recensioni librarie collana curata dal Capitolo De Lantaarn.
«Rito di York: Storia e metastoria»
di Tiziano Busca Sommo
Sacerdote del Gran Capitolo dell’Arco Reale in Italia rito di York. È uno dei titoli più venduti dell'anno. Per la precisione è al 24.mo posto dei Best Seller Ibs. E’ una presentazione ragionata, la prima in italiano, della struttura del Rito e della natura iniziatica del suo ricchissimo simbolismo che si articola come è noto in tre camere, di cui spesso non si conosce o si sottovaluta il contenuto teoretico. Un percorso di conoscenza che ha come centro, per non dire come culmine, quella grande pagina esperienziale che è l'Arco Reale. Il libro è pubblicato dalla casa editrice Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, nella collana curata dal Capitolo De Lantaarn.
Nel nome della dea».
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Autore il comp. Massimo Agostini. Uno dei testi più
venduti della nota casa editrice catanese, grandi profondità di contenuti, originalità di impostazione e tanta voglia di dire e di raccontare, in giro nelle tante occasioni degli ultimi mesi. «Il sacro sopravvive nel mito e nel mito possiamo trovare significati che abbiamo creduto perduti. Gli archetipi, come struttura del mito, li troviamo persino nella natura, che è brutale manifestazione ma anche bellezza. Il mito un tempo guidava l’umano divenire verso una spiritualità: era cioè l’elemento che consentiva di condurre percorsi verso la magia della natura». Il viaggio di Agostini parte così da Ermete, dal mito di Iside e la risurrezione di Osiride, Horus, e ancora: Platone, Atlantide… Pubblicato da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, nella collana curata dal Capitolo De Lantaarn.
■ Le Recensioni librarie
“Francesco Martini. Socialista, Massone, Partigiano” di Francesco Guida. Angelo Pontecorboli Editore, 2016 (210 pp., €.18,50) Come puntualmente sottolineato dal professor Fulvio Conti nella sua prefazione, c’è bisogno di libri che, nel rispetto della precisione storiografica – e quindi tenendosi alla larga tanto dalla apologia massonica quanto dalla becera antimassoneria – trattino la massoneria col rigore della ricostruzione storica. La nostra storia offre tanti di quei personaggi e di quegli avvenimenti, che non c’è che l’imbarazzo della scelta. Francesco Guida, che per una vita ha frequentato da avvocato i tribunali e che oggi si occupa di ricerca storica, ci offre una biografia al contempo interessante e scomoda: quella di Placido Martini, uno dei fondatori – con Domizio Torrigiani – nell’isola di Ponza dove si trovava al confino, della Loggia Pisacane, che sarebbe diventata la Loggia Madre del rinascente Grande Oriente. Ma Placido Martini, si diceva, fu personaggio scomodo: allacciò rapporti anche con il discusso e discutibile Raoul Palermi (ultimo Gran Maestro della Gran loggia d’Italia) e si trovò – in un modo che a prima vista può apparire contraddittorio –a qualificarsi come Gran Maestro pro tempore sia della Massoneria di Palazzo Giustiniani, sia di quella di Piazza Del Gesù (avendone ricevuto una sostanziale “investitura” rispettivamente da Domizio Torrigiani e da Raoul Palermi). Ma la biografia di Martini, così ben tracciata da Guida, parla chiaro e fuga ogni dubbio di trasformismo: Martini non era uomo per tutte le stagioni. Egli era Massone, Massone vero, di quelli disposti a lavorare affinché le divisioni venissero superate, affinché la Massoneria diventasse
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YR Mag@zine – Online Settembre-Ottobre e Novembre-Dicembre 2016 n.5-6 – Bimensile del Gran Capitolo dell’Arco Reale Italiano. Tutti i lavori inviati anche se non pubblicati restano a disposizione della redazione che potrà utilizzarli . Redazione: arcorealerdy@gmail.com
“Universale” non soltanto a parole. E forse ci sarebbe riuscito, se – a causa di un tradimento – non fosse stato catturato dalle SS e non fosse stato scelto tra le vittime della rappresaglia per l’attentato di via Rasella. La sua vicenda umana terminò il 23 marzo del 1944 alle Fosse Ardeatine, insieme a diversi altri Fratelli. Il suo pensiero, la sua battaglia, la sua memoria – per quello stigma della doppia appartenenza – sono stati troppo spesso obliati. Ci pensa ora Francesco Guida, con quest’opera dal pregio – raro – di essere insieme appassionata e rigorosa. Gli dobbiamo, per questo, un ringraziamento. (M.R.)
CRISTINA DI SVEZIA E IL SUO CENACOLO ALCHEMICO. Sullo sfondo di una Roma barocca e ambigua, la vicenda della regina Cristina di Svezia e del suo sodalizio di alchimisti, tra fatti noti e nuove scoperte. Edizioni Mediterranee, Roma Anno: 2010.Pagine:
260. Prezzo: €.15,50 La professoressa Anna Maria Partini, vicepresidente dell’Accademia Tiberina, appassionata studiosa dell’alchimia seicentesca, ci regala un’altra opera, un’altra pietra importante nella ricostruzione di un percorso ermetico alla quale ha dedicato un’intera esistenza. In quest’opera la Partini affronta la figura di Cristina di Svezia e degli alchimisti che la sua figura autorevole e carismatica aveva saputo catalizzare in un cenacolo che si riuniva tanto nel Palazzo Riario – sua residenza romana – quanto a Palazzo Palombara sotto l’egida del padrone di casa Massimiliano Savelli, alla presenza di illustri sodali tra i quali spicca quel Marchese Francesco Maria Santinelli di cui abbiamo recentemente parlato sulle pagine di Secreta (L’alchimista della luce, Maggio 2010, pp.40-48). E proprio intorno a queste tre figure – Cristina, Palombara, Santinelli – ruotano le tre sezioni in cui si articola questa ricostruzione. Ma sono tanti i personaggi che fanno capolino tra le pagine del libro – gli alchimisti Athanasius Kircher e Federico Gualdi, l’astronomo Domenico Cassini, le potenti famiglie Aldobrandini, Colonna e Orsini – e ci immergono nella Roma seicentesca e nel suo modo criptico di intendere la cultura ermetica, sapientemente celata sotto un velame di versi immaginifici e barocchi, in modo da non essere facilmente compresa, sebbene in mostra sotto gli occhi di tutti. In questa Roma barocca la professoressa Partini è di casa; forse proprio per questo riesce a riunire in un solo volume quelli che potrebbero senza fatica essere tre saggi autonomi, senza che per questo l’opera complessiva risulti frammentata. Nella prima parte, centrata sulla singolare figura di Cristina di Svezia, vengono analizzate le storie e le passioni del personaggio, i suoi rapporti col cardinale Azzolino e quelli con l’alchimista Kircher (rinviando i rapporti col Palombara e col Santinelli alle sezioni seguenti). Nella seconda parte, dedicata al Marchese di Palombara, accanto ad un dettagliato inquadramento culturale, grande attenzione è dedicata alla Porta Magica che ornava il suo palazzo e che, dalla demolizione dell’edificio, è situata nei giardini di Piazza Vittorio a Roma. Per la prima volta, ad opera della studiosa romana, le scritte e i glifi della Porta Magica sono commentate e analizzate in rapporto alle rime e alle prose del Palombara, mostrando come queste nascondessero inaspettati aspetti esoterici sotto il velo di componimenti dal tono apparentemente giocoso. Del Palombara, infine, la Partini rende note numerose rime fin qui inedite – scovate alla Biblioteca Apostolica Vaticana – e in particolare il lungo componimento poetico intitolato Si discorre sopra la pietra filosofale, interamente riportato in Appendice. Ma è nella terza parte del volume, dulcis in fundo, che la Partini affronta il personaggio che ha rappresentato “l’amore” di tutta la sua vita di studiosa, quel Francesco Maria Santinelli di cui si è già tante volte occupata. Tuttavia non per questo il capitolo è privo di novità, e la professoressa ci regala anzitutto il resoconto degli atti inediti di un processo (scovati presso l’Archivio Azzolino di Stoccolma) che vide il Nostro coinvolto in qualità di imputato, nonché una documentata analisi sull’appartenenza del Santinelli alla Confraternita dei Rosacroce. E potremmo concludere qui. Ma ogni libro è anche un’opportunità; e questo volume ci offre l’occasione appetitosa di sfogliare con rinnovato piacere le opere precedenti che la Partini ha curato: i Sonetti alchemici e altri scritti ermetici (Mediterranee, 1985) e l’Androgenes Hermeticus (Meidterranee, 2000), entrambi di Santinelli, lo Specchio della Verità di Giovanni Battista Comastri, probabile pseudonimo di Santinelli, (Mediterranee, 1989), e La Bugia, rime ermetiche e altri scritti del Palombara (Mediterranee,
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1983); e di quelle che ha scritto in prima persona: Athanasius Kircher e l’alchimia (Mediterranee, 2004), per citare solo quelle che hanno un preciso riferimento all’argomento della sua ultima fatica. È davvero una vita spesa per lo studio della alchimia. (M.R.)
Carlo A. Martigli. La Scelta di Sigmund. Mondadori 2016, 298 pp., €. 19,00 Carlo Martigli, scrittore nativo di Pisa ma livornese di adozione, è già ben noto al grande pubblico per diversi romanzi a sfondo esoterico quali 999 l'ultimo custode (incentrato sulla figura di Pico della Mirandola), L'eretico e La congiura dei potenti. Ricordiamo con piacere il fatto che Martigli fosse stato disponibile a presentare i primi suoi due romanzi presso la casa massonica di Pesaro, dove aveva allietato i molti fratelli presenti con una dialettica e un'esposizione assai vivaci, ricchissima di aneddoti e divagazioni (peraltro non va dimenticato che lo stesso Martigli fu attore premiato tanti anni fa a Pesaro in una rassegna teatrale). L'autore toscano offre oggi al pubblico il suo nuovo romanzo La scelta di Sigmund. Come d'abitudine nei romanzi di Martigli, la storia si impernia attorno a una vicenda realmente accaduta, vale a dire il conclave del 1903, durante il quale per l'ultima volta nella storia, l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe poté esercitare il suo diritto di veto sulla elezione di un Papa. In particolare, la vicenda è storicamente nota, si stava verificando l'elezione del Segretario di Stato cardinale Mariano Rampolla del Tindaro. Il motivo dello ius exsclusivae di cui si avvalse l'imperatore è stato sempre rintracciato nella presunta appartenenza massonica del cardinale, anche se gli storici sono più propensi a credere che la causa fosse la posizione filofrancesi del cardinale. Sia come sia, attorno a questa vicenda Martigli costruisce un giallo dalle tinte rese ancora più fosche dall'ambiente Vaticano. L'autore immagina che l'ormai vecchio Leone XIII, davanti a un probabile delitto perpetrato in Vaticano, chiami il massone Sigmund Freud (della loggia ebraica B’nai B’rith) ad indagare, allo scopo soprattutto di evitare una potenzialmente pericolosa successione sul soglio di Pietro. Non raccontiamo oltre di questo bel romanzo, costruito con la consueta abilità da Carlo Martigli, per non togliere il piacere della lettura. Basterà qui dire che l'autore si muove con grande perizia tra vicende storiche, fantasia romanzesca, senza trascurare lo sviluppo psicologico dei personaggi. Non mancano numerosi riferimenti, ad alcuni dei quali si è già accennato, alla istituzione massonica. Per questo lo consigliamo qui, certi che regalerà qualche ora di piacevole svago a chi ne affronterà la lettura. Come accade spesso quando si termina il romanzo di un autore di bestseller, iniziamo sin d’ora a domandarci in quale meandro della storia andrà a rovistare Carlo Martigli per il suo prossimo romanzo. (M.R.)
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