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IL FLASHFORWARD

1 Sottolinea nel testo il flashforward.

Il gioco del se…

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È notte. Marco, il protagonista, e il padre, cacciatore, sono nel bosco.

Sono accucciati vicino ad un masso in attesa dei cinghiali. Il ragazzo è stufo, vorrebbe essere a casa, non gli interessa la caccia.

Per tenersi occupato, aprì il coltellino e incominciò a scavare una buca. Più scavava e più la terra liberava un soffio gelato. Ricoprì la buca. Provò a giocare al «gioco del se…».

Era il gioco che la maestra gli faceva fare a scuola.

«Se fossi un’aquila?» «Volerei sempre più in alto».

«Se fossi un topo?» «Mi terrei alla larga dai gatti».

«Se fossi un gatto?» «Vorrei vivere in pescheria».

Marco pensò a quale desiderio applicare il gioco:

«Se fossi il cinghiale?» «Girerei alla larga».

Sorrise. «Se fossi questo bosco?» «Me ne andrei».

Ecco, quella sarebbe stata una buona soluzione: veder partire i castagni e i lecci, a uno a uno, camminando sulle loro radici, flattete - flattete, fra rumori di foglie e di rami, come una lunga processione.

E man mano che gli alberi se ne andavano appariva il cielo con le sue stelle. Un bel cielo blu con tante stelle gialle, rosse e bianche. Così se ne sarebbero andati anche i cinghiali e loro due sarebbero rimasti lì, visibili. Sì, qualcuno li avrebbe visti loro due, uno sopra e l’altro sotto il masso.

Avrebbe fatto segno con la mano, gridato «Ehi! Siamo qui», come da sopra una zattera. E qualcuno sarebbe venuto a prenderli.

N. Orengo, L’allodola e il cinghiale, Einaudi

1 Completa il racconto utilizzando la tecnica del flashforward.

La partenza

Sta piovendo a dirotto da molte ore, papà è appena uscito a comprare qualcosa per la cena. La mamma è nervosa, di tanto in tanto guarda il cielo e brontola, anch’io sono preoccupato. Ho aperto la finestra per vedere meglio la baia sotto la pioggia, dalla strada arriva l’odore della terra bagnata.

Resto a guardare e, intanto, penso all’imminente partenza.

Domani mattina caricheremo i bagagli e

La pioggia ha continuato a cadere, il papà è rientrato inzuppato d’acqua e, borbottando, si è diretto in cucina; la mamma, invece, ha ripreso a scrutare il cielo carico di nuvole nere, sbuffando per la noia.

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