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Lo scoiattolo

Vidi, sull’orlo del viale, affacciarsi un musino: fulvo e con gli occhietti assorti, che non sembravano neppure spiare.

L’animaletto si mosse e la gran coda ritta, a ventaglio, attraversò il viale e venne verso di me.

Non mi mossi. Una nocciola, sfuggita al becco vorace dei passeri e dei fringuelli, giaceva intatta, in mezzo a un mucchio di bucce: una di quelle nocciole che lassù offrono i rivenditori alle entrate dei parchi o dei boschi suburbani.

L’unica nocciola intatta giaceva vicinissima ai miei piedi; e io sentii a un tratto, meravigliato, il ventaglio della coda accostarsi alla scarpa, sfiorarmi le gambe. Rabbrividii, ma non mi mossi.

Ed ecco il piccolo corpo fulvo drizzarsi sottile ed elegante, poco più alto della coda, rimasta anch’essa ritta, luminosa contro la luce; ecco le zampine anteriori portar la nocciola alla bocca. Anche il triturare fine dei denti aveva qualche cosa di infantile e di birichino.

Le manine hanno lavorato non so per quanti minuti in quell’opera delicata; poi d’un tratto han lasciato cadere due pezzi di buccia. Allora il musino è rimasto per un momento assorto e contento, con le due zampette alzate e inoperose. Poi le quattro zampe si son ritrovate a terra, han ricominciato a passare, quasi senza toccarlo, sul mare rasposo delle bucce.

In un attimo è scomparso com’era venuto: più lieve che se avesse avuto le ali, più silenzioso del corpo piumato degli uccelli, più misterioso degli abitanti dell’aria.

1 Completa.

• È una descrizione: oggettiva soggettiva

• Il linguaggio è: scientifico espressivo

2 Sottolinea in azzurro la descrizione fisica dello scoiattolo e in verde il suo comportamento.

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