Il bosco

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DIRITTO IL CORPO FORESTALE DELLO STATO

ECOLOGIA IL DISBOSCAMENTO

GEOGRAFIA LA MACCHIA MEDITERRANEA

PENSIERO IL CULTO DEL BOSCO

ZOOLOGIA GLI ANIMALI DEL BOSCO


Un bosco del Parco nazionale d’Abruzzo.


La magia del bosco in autunno.


00 IL BOSCO Il bosco è un’ampia superficie di terreno ricoperto di alberi che, per definizione, deve avere un’estensione minima di 5.000 m2, un’altezza media degli alberi di almeno 5 m, una percentuale di copertura del suolo di almeno il 20% e una larghezza minima di almeno 20 m. Il bosco può essere definito anche come una foresta addomesticata dall’uomo per ricavarne legname e altre risorse (mediante il taglio controllato degli alberi, che non va confuso con il disboscamento selvaggio); i boschi sfruttati dall’uomo sono soprattutto di due tipi: - ceduo, è un bosco tagliato periodicamente (ogni 10/30 anni) che fornisce soprattutto legna da ardere; - fustaia, è un bosco tagliato a intervalli temporali più ampi (ogni 40/100 anni) che fornisce legna adatta a scopi diversi. In Italia circa un terzo dei boschi della macchia mediterranea sono fustaie e i due terzi sono cedui.Le specie arboree componenti i boschi italiani si possono dividere in conifere e latifoglie: le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano estese foreste anche nei pressi del mare; le latifoglie predominano in tutte le altre località. I boschi possono essere naturali, colturali e artificiali. I boschi naturali sono frutto di vegetazione spontanea senza l’intervento dell’uomo; quelli colturali sono curati dall’uomo con rimboschimenti e tagli programmati al fine di migliorarne l’utilizzo; quelli artificiali sono creati interamente dall’uomo trapiantando, su terreni privi di alberi, piante coltivare in vivaio.


01 DIRITTO

Un elicottero del Corpo forestale dello stato.


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IL CORPO FORESTALE DELLO STATO Il Corpo forestale dello stato (spesso abbreviato in Forestale) è una forza di polizia dello stato italiano. La Forestale fu istituita nel 1822 dal re di Sardegna Carlo Felice di Savoia, con il nome di Amministrazione forestale per la custodia e la tutela dei boschi. Durante il fascismo (più precisamente nel 1926) il corpo fu soppresso e sostituito dalla Milizia nazionale forestale. Il Corpo forestale dello stato come lo conosciamo oggi nacque solo nel 1948, quando gli vennero affidati anche gli attuali compiti di salvaguardia e di sviluppo delle aree boschive.

Nello specifico, la Forestale si occupa di: - sorvegliare i parchi nazionali e le aree naturali protette statali; - controllare le attività di caccia e pesca e reprimere i reati inerenti (come il bracconaggio, l’uccellagione e la pesca di frodo); - indagare e reprimere i reati che riguardano l’ambiente (come incendi, inquinmento, distruzione delle bellezze naturali ecc.); - pubblica sicurezza, protezione civile e pubblico soccorso, compiti svolti insieme ad altre forze di polizia ma con particolare attenzione alle aree rurali, montane e boschive.


02 ECOLOGIA

Un bosco abbattuto per sfruttarne la legna.


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IL DISBOSCAMENTO Il disboscamento è l’eliminazione degli alberi in un aria boschiva. Le ragioni per cui si disbosca sono molte e possono essere sia positive che negative dal punto di vista ambientale: ad esempio, un diboscamento può essere inteso positivamente quando comporta il taglio di piante vecchie o malate per ristabilire l’equilibrio del bosco stesso; ma quando il diboscamento è esteso e duraturo, effettuato per motivi commerciali o per sfruttare il terreno per la coltivazione, si parla di deforestazione in senso negativo. Gli scopi del disboscamento sono da sempre gli stessi: procurarsi legna da ardere per il riscaldamento o da usare come materiale da costruzione, e ottenere nuovi terreni da destinare all’agricoltura e all’espansione urbana. Questo

secondo fenomeno interessa soprattutto le aree tropicali, in cui la deforestazione viene eseguita con il metodo del «taglia e brucia»: prima si abbattono gli alberi e poi si incendia il sottobosco rimanente; in questo modo si deposita sul terreno della cenere che lo fertilizza. Le conseguenza negative di questa pratica sono tante, dal momento che la cenere fertilizza il terreno solo per poco tempo e dopo pochi anni lo si deve già abbandonare, mentre la distruzione della foresta è per sempre e, oltre alla perdita degli habitat in sé, accelera anche i fenomeni di erosione del terreno. Inoltre l’utilizzo del fuoco è molto pericoloso perché danneggia anche la fauna e spesso sfugge al controllo dell’uomo causando danni ancora più gravi.


03 GEOGRAFIA

La ginestra, arbusto tipico della macchia mediterranea.


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LA MACCHIA MEDITERRANEA La macchia è uno dei principali ecosistemi (insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l’ambiente circostante) del Mediterraneo. Per macchia si intende una formazione vegetale di arbusti di altezza variabile dai 50 cm ai 4 m, che spesso si trova ai margini della foresta mediterranea e che può essere divisa in alta e bassa. Nella macchia alta la vegetazione dello strato superiore è prevalentemente composta da specie con chiome che raggiungono i 4 m d’altezza (come ad esempio i lecci); mentre nella macchia bassa la vegetazione dello strato superiore è prevalentemente composta da specie arbustive con chiome che raggiungono al massimo i 2-3 metri di altezza (come ad esempio la ginestra). La macchia mediterranea si trova soprattutto nelle zone caldo-aride (caratterizzate da inverni miti e umidi ed estati calde e secche, con scarse piogge), di conseguenza è diffuso il fenomeno dell’estivazione totale o parziale: le piante concentrano, cioè, la fase di maggiore vegetazione in inverno o in primavera, mentre sono in parziale o totale stasi in estate. La maggior parte delle zone di macchia mediterranea si sviluppa su declivi con suolo poco profondo dove l’acqua tende a scorrere via velocemente; su questo tipo di terreno la macchia svolge quindi un’ulteriore e importantissima funzione di difesa del suolo dall’erosione degli agenti atmosferici.


04 PENSIERO

Un mito del bosco, quello della ninfa Daphne che si trasforma in albero.


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IL CULTO DEL BOSCO I boschi e gli alberi sono da sempre sacri agli dei e protagonisti di leggende e credenze popolari. Il cosiddetto «culto degli alberi» nasce infatti in tempi antichissimi come un insieme di riti usati per assicurarsi la benevolenza e i frutti degli alberi e per tenere lontani il pericolo e le paure che le ombre e i rumori del bosco suscitano. È però nelle civiltà antiche (greca e romana soprattutto) che questo culto assume una grandissima importanza, dal momento che gli alberi iniziano a essere considerati il mezzo di comunicazione usato dai tre livelli del cosmo: le radici che affondano nella terra collegano al regno dei morti, il tronco comunica con i vivi e i rami che si slanciano verso il cielo comunicano con le sfere celesti e gli dei. Motivo per cui gli alberi iniziano anche a essere consacrati agli dei: ad esempio, il greco Zeus (padre di tutti gli dei) è identificato con la quercia, a cui vengono quindi dedicati culti e cerimonie particolari e per il cui danneggiamento sono previste pene gravissime; mentre il suo corrispettivo romano, Giove, viene identificato con il leccio. Nella cultura dei celti, invece, l’albero è collegato alla conoscenza, alla forza e alla vitalità.


05 ZOOLOGIA

Un tenero abitante del bosco: un cerbiatto.


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GLI ANIMALI DEL BOSCO Il bosco, oltre a una grande quantità di alberi e piante, ospita anche una grande quantità di animali diversi. La sopravvivenza di piante e animali è infatti strettamente legata, dal momento che le piante forniscono agli animali il nutrimento e i nascondigli di cui questi hanno bisogno, mentre gli animali sono a loro volta indispensabile per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema. Quando pensiamo agli animali che popolano il bosco i primi che vengono in mente sono probabilmente quelli più conosciuti, come la volpe, il cervo, la lepre e il capriolo. In realtà, però, esiste un’infinità di altre creature meno note

ma comunque molto importanti. La vegetazione del sottobosco offre infatti riparo ad animali come ghiri e topolini selvatici; mentre rami e tronchi ospitano i nidi di diversi uccelli come il picchio o l’allocco, oppure le tane di roditori come gli scoiattoli. È infatti sugli alberi che gli scoiattoli passano la maggior parte del loro tempo, per nutrirsi – di nocciole, ghiande, noci, cortecce, gemme, pinoli, germogli e quando capita anche uova di uccelli, di cui sono ghiotti – oltre che per rifugiarsi nelle tane (che costruiscono, appunto, sulle biforcazioni dei rami o nelle cavità degli alberi), in cui passano le notti.


Un animale tipico dei boschi italiani: il lupo.




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