Acqua
capitolo 6
Acque superficiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p.
141
Acque sotterranee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
221
Acque marino costiere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
261
Acque di transizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
337
Q
L’implementazione della nuova Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE)
Nel 2010 in Emilia-Romagna ha preso avvio il primo ciclo di monitoraggio sulle nuove reti definite in applicazione della Direttiva quadro. Con la Direttiva 2000/60/CE, l’Unione europea ha voluto promuovere e attuare una politica sostenibile a lungo termine di uso e protezione delle acque superficiali, sotterranee e degli ecosistemi loro correlati, con l’obiettivo di contribuire al perseguimento della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale, oltre che all’uso accorto e razionale delle risorse naturali. La Direttiva ha individuato nei distretti idrografici (costituiti da uno o più bacini idrografici) gli specifici ambiti territoriali di riferimento per la pianificazione e gestione degli interventi finalizzati alla salvaguardia e tutela della risorsa idrica; la suddivisione del territorio nazionale in distretti idrografici è contenuta nel DLgs 152/2006. Per ciascun distretto idrografico è prevista la predisposizione di un Piano di gestione, cioè di uno strumento conoscitivo, strategico e operativo attraverso cui pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramento dello stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, favorendo il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla Direttiva. Per tutti i corpi idrici, entro il 2015, ogni Stato membro dovrà garantire il raggiungimento del “buono” stato e, ove già esistente, provvedere al mantenimento dello stato “elevato”. I riferimenti normativi La Direttiva quadro 2000/60/CE è stata recepita in Italia con l’emanazione del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”. Al DLgs 152/2006 sono seguiti i relativi decreti attuativi per le acque superficiali e sotterranee:
– Decreto Monitoraggio DM 56/2009 - Regolamento recante “i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”; – Decreto Classificazione DM 260/2010 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo”.
ACQUA
– Decreto Tipizzazione DM 131/2008 - Regolamento recante “i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione corpi idrici, analisi delle pressioni)”;
Per le acque sotterranee è stata emanata la Direttiva 2006/118/CE inerente la “Protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”. La Direttiva è stata recepita in Italia dal DLgs 30/2009, che integra e modifica parti del DLgs 152/2006 e contiene: – criteri per l’identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei; – standard di qualità per alcuni parametri e valori soglia per altri parametri necessari alla valutazione del buono stato chimico delle acque sotterranee; – criteri per individuare e per invertire le tendenze significative e durature all’aumento dell’inquinamento, oltre che per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza; – criteri per la classificazione dello stato quantitativo; – modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo. I Decreti 56/2009 e 260/2010 contengono alcuni allegati relativi alle acque sotterranee che confermano e non modificano quanto contenuto nel DLgs 30/2009. Il quadro di riferimento La normativa suddivide le acque in superficiali e sotterranee: con acque sotterranee si intendono tutte le acque che si trovano al di sotto della superficie del suolo nella zona di saturazione e a contatto diretto con il suolo e sottosuolo; con acque superficiali si intendono le acque interne (a eccezione delle sotterranee), le acque di transizione e le marino-costiere. Nelle acque dolci comprendiamo sia le fluviali sia le lacustri.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
137
ACQUA
L’unità base di valutazione dello stato della risorsa idrica, secondo quanto previsto dalla Direttiva, è il “corpo idrico”, cioè un elemento di acqua superficiale (tratto fluviale, porzione di lago, zona di transizione, porzione di mare) appartenente a una sola determinata tipologia o volume d’acqua in seno a un acquifero per quelle sotterranee, con caratteristiche omogenee al suo interno sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. Ogni corpo idrico deve pertanto essere caratterizzato attraverso un’analisi dettagliata delle pressioni che su di esso insistono e del suo stato di qualità (derivato dai dati di monitoraggio pregressi laddove esistenti), al fine di valutare il rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla normativa. Per potere classificare lo stato dei corpi idrici nei tempi richiesti dalla normativa, è quindi stato necessario rivedere le reti di monitoraggio al fine di garantire, all’interno del periodo di vita del Piano di gestione, il monitoraggio su tutti i corpi idrici individuati; è stato definito un quadro di riferimento tecnico preciso che per le diverse tipologie di acque (superficiali e sotterranee) ha previsto: – tipizzazione per le acque superficiali, ovverosia la definizione dei diversi tipi per ciascuna categoria di acque basata su caratteristiche naturali, geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisiche; – analisi delle pressioni, che è stata condotta individuando e analizzano tipologia ed entità delle pressioni che gravano su ciascuna categoria di acque; – individuazione dei corpi idrici superficiali intesi come porzioni omogenee di ambiti idrici in termini di pressioni, caratteristiche idro-morfologiche, geologiche, vincoli, qualità/stato e necessità di misure di intervento; – identificazione e caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei effettuata partendo dai complessi idrogeologici definiti a scala nazionale, identificando poi gli acquiferi, tenendo conto di criteri di quantità significative o flusso significativo di acqua e delimitando infine i corpi idrici sulla base di confini idrogeologici o differenze nello stato di qualità e delle pressioni; – attribuzione a ogni corpo idrico della classe di rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti a livello europeo. A partire da tale quadro di riferimento sono stati effettuati gli accorpamenti di corpi idrici e scelti i siti rappresentativi a definire la qualità del corpo idrico. Sulla base dei risultati dell’analisi di rischio e delle indicazioni previste dalla Direttiva europea, è stato possibile quindi ridisegnare le reti di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e revisionare i rispettivi programmi di monitoraggio. Il sistema di monitoraggio Al fine di fornire un corretto quadro conoscitivo a livello ecosistemico si è provveduto a pianificare il nuovo sistema di monitoraggio (Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350/2010), con l’inserimento di indagini innovative diversificate in funzione delle diverse finalità; ai sensi della Direttiva quadro sono previste tre tipologie di monitoraggio: – monitoraggio di sorveglianza per i corpi idrici superficiali e sotterranei “probabilmente a rischio” o “non a rischio” di raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa al 2015; – monitoraggio operativo per i corpi idrici superficiali e sotterranei “a rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali”; – monitoraggio di indagine per i corpi idrici superficiali per i quali sono necessari specifici studi di approfondimento per contaminazioni accidentali o per cause sconosciute di superamenti e rischi di non raggiungimento dello stato buono. I piani di monitoraggio sono parte integrante dei piani di gestione e prevedono cicli di controllo pluriennali (triennale o sessennale a seconda del tipo di monitoraggio) in linea con il ciclo di vita dei Piani di gestione; da sottolineare che all’interno del ciclo previsto per le acque superficiali, il monitoraggio biologico è prevalentemente articolato nell’arco di un anno, mentre il monitoraggio chimico in operativo è condotto tutti gli anni. Pertanto solo al termine del ciclo di monitoraggio (tri-sessennale) viene effettuata la classificazione complessiva dello stato di qualità, che può portare anche a una rimodulazione nel tempo dei piani di monitoraggio, in funzione dei risultati progressivamente acquisiti. Per quanto riguarda i controlli le principali novità introdotte, quindi, riguardano la centralità della valutazione dello stato delle comunità biologiche, unitamente al monitoraggio degli elementi chi-
138
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
mico/fisici a supporto del biologico, senza ovviamente tralasciare il controllo degli inquinanti da sostanze chimiche prioritarie, il cui elenco è in aggiornamento sia come sostanze aggiuntive sia come livelli di Standard di qualità; grande importanza assume inoltre la valutazione dello stato idromorfologico dei corsi d’acqua, sia ai fini classificatori a supporto degli elementi di qualità biologica, ma anche per consentire agli enti di stabilire e mettere in campo tutte le misure necessarie per il contenimento degli impatti. La revisione dei programmi di monitoraggio ha comportato variazioni sostanziali in termini di numero e localizzazione delle stazioni, frequenze di campionamento e parametri indagati. In particolare, date le rilevanti innovazioni apportate con la Direttiva, il monitoraggio delle componenti biologiche ha acquisito una crescente valenza e complessità nell’ambito dei programmi. Ai fini della classificazione dei corpi idrici superficiali, i valori da attribuire a ogni elemento di qualità biologica indagato dipendono dal confronto con determinate condizioni di riferimento di siti a bassa contaminazione (siti di riferimento), variabili in funzione delle diverse tipologie di corpo idrico. Dal grado di deviazione dalle condizioni di riferimento, che si verificano in assenza di impatti significativi di attività antropica, dipende l’attribuzione al corpo idrico della relativa categoria di stato ecologico. La classificazione Altro importante elemento di novità derivante dall’implementazione della Direttiva riguarda il sistema di classificazione dei corpi idrici. Per i corpi idrici superficiali è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dello stato del corpo idrico, derivi dalla valutazione attribuita allo “stato ecologico” e allo “stato chimico” del corpo idrico. Lo “stato ecologico” è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali; alla sua definizione concorrono: – elementi biologici (macrobenthos, fitoplancton, macrofite e fauna ittica); – elementi idrologici (a supporto), espressi come indice di alterazione idrologica; – elementi fisico-chimici e chimici, a supporto degli elementi biologici. Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno comprendono i parametri fisico-chimici di base e sostanze inquinanti, la cui lista e i relativi Standard di Qualità Ambientale (SQA) sono definiti a livello di singolo Stato membro sulla base della rilevanza per il proprio territorio . Nella definizione dello stato ecologico, quindi, la valutazione degli elementi biologici diventa dominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono considerati a sostegno per la migliore comprensione e l’inquadramento dello stato delle comunità biologiche all’interno dell’ecosistema in esame . Per la definizione dello “stato chimico” è stata predisposta a livello comunitario una lista di 33+8 sostanze inquinanti, peraltro in aggiornamento, indicate come prioritarie con i relativi Standard di qualità ambientale. Nel contesto nazionale, gli elementi chimici da monitorare nei corsi d’acqua ai sensi della Direttiva quadro, distinti in sostanze a supporto dello stato ecologico e sostanze prioritarie che concorrono alla definizione dello stato chimico, sono specificati nel DM 260/10 (DM 56/09) rispettivamente nelle tabelle 1/B e 1/A. Per le acque marino costiere e di transizione, oltre alle sostanze di cui alle tabelle 1/B e 1/A dei decreti citati da ricercare nella matrice acqua, sono previsti anche elementi chimici da ricercare nel sedimento che concorrono, come elementi a sostegno degli elementi biologici, alla definizione dello stato ecologico e alla definizione dello stato chimico, rispettivamente riportati nelle tabelle 3/B e 2/A del DM 260/10 (DM 56/09). Possono concorre alla definizione dello stato chimico anche gli elementi chimici ricercati nel biota (Mytilus galloprovincialis) (tabella 3/A). Solo al termine dell’intero ciclo di monitoraggio sarà possibile definire la classificazione dello stato ambientale di un corpo idrico; la classificazione dello stato “buono” potrà essere confermata solo se sia lo “stato ecologico”sia lo “stato chimico”raggiungono lo stato “buono”. Per i corpi idrici sotterranei è previsto che lo “stato ambientale”, espressione complessiva dello stato del corpo idrico, derivi dai valori attribuiti allo “stato quantitativo” e allo “stato chimico” del corpo idrico. Lo stato chimico viene attribuito come classe “buono” o “scarso”: quest’ultima in funzione del superamento di uno o più parametri chimici rispetto agli standard di qualità o valori soglia definiti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUA
– elementi morfologici (a supporto), espressi come indice di qualità morfologica;
139
dall’Allegato 3 al DLgs 30/2009, superamento occorso in un volume di acqua sotterranea superiore al 20% del volume complessivo del corpo idrico. Lo stato quantitativo viene attribuito come classe “buono” o “scarso”; il buono stato quantitativo si verifica quando “il livello/portata di acque sotterranee nel corpo sotterraneo è tale che la media annua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili”, come definito nell’Allegato 3 al DLgs 30/2009. Lo “stato ambientale” di un corpo idrico sarà classificato al termine del ciclo di monitoraggio come “buono” se sia lo “stato quantitativo” sia lo “stato chimico” sono stati classificati come “buono”.
ACQUA
La reportistica ambientale I risultati derivanti dalle attività del nuovo sistema di monitoraggio e la conseguente classificazione dei corpi idrici presentano tempistiche diverse rispetto a quanto veniva effettuato in applicazione del DLgs 152/99. Ecco, quindi, che devono essere revisionati anche i contenuti e la frequenza di aggiornamento dei prodotti di reporting ambientale che da essi derivano. La nuova normativa prevede infatti la classificazione dello stato ambientale dei corpi idrici superficiali su base almeno triennale, tempistica diversa rispetto alla annuale, come richiesto dal DLgs 152/99 ormai abrogato. Cambia quindi anche la modalità di reporting ambientale che, ai fini di una valutazione dei trend qualitativi, sarà basata su un set di indicatori/parametri che concorrono alla classificazione dei corpi idrici, popolati e aggiornati annualmente, cui saranno affiancati, a cadenza triennale, gli indici integrati per la classificazione dello stato dei corpi idrici (stato ecologico, stato chimico e ambientale).
140
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque superficiali
capitolo 6 3A
INDICE Introduzione Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p.
144
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
144
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
145
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
148
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
161
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
176
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
210
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
220
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
220
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
220
Indicatori
ACQUE SUPERFICIALI
Riferimenti
142
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Distribuzione territoriale della popolazione
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
Scarichi in corpo idrico superficiale
Pag.
Trend
Copertura temporale
Copertura spaziale
Altre aree tematiche interessate
Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 793) Provincia
2005-2009
148
Bacino idrografico
2007-2009
154
Provincia
1986-2010
157
Terreni irrigati
Uso del suolo
Vedi capitolo Suolo (pag. 702)
Consumo di suolo
Vedi capitolo Suolo (pag. 706)
Suolo
Consumi alle utenze e prelievi di acque superficiali e di falda per il settore acquedottistico civile
Provincia
Stime al 1998-2011
161
Bacino idrografico
Stime al 2005-2009
164
Stime al 2005-2009
169
Inquinanti sversati per bacino
Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane (N e P)
Impianto di trattamento
Uso di fertilizzanti
Vedi capitolo Suolo (pag. 711)
Uso di fitofarmaci
Vedi capitolo Suolo (pag. 715)
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto nitrico
Regione
2011
176
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto ammoniacale
Regione
2011
180
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, fosforo totale
Regione
2011
184
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
Regione
2011
188
Concentrazione dei nutrienti negli invasi, fosforo totale
Regione
2011
197
Ossigeno disciolto negli invasi
Regione
2011
200
Trasparenza negli invasi
Regione
2011
203
Stato morfologico
Regione
2012
206
AE serviti e depurati negli agglomerati ≥ 200
Provincia
2005-2009
210
Impianti di depurazione acque reflue urbane
Regione
2009
213
Conformità impianti di trattamento (Tab. 1 DLgs 152/06)
Regione
2005-2009
217
Tema ambientale:
Qualità dei corpi idrici Risorse idriche e usi sostenibili
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI
PRESSIONI STATO
Nome indicatore / Indice
DPSIR
DETERMINANTI
RISPOSTE
SINOTTICO DEGLI INDICATORI
Tema ambientale
QUADRO
143
Introduzione
Q
Messaggio chiave Sui corsi d’acqua regionali si verificano diverse situazioni di criticità legate alla presenza di azoto nitrico in concentrazioni significative, o comunque superiori al valore soglia associato allo stato “buono” dell’Indice LIMeco (1,2 mg/l); in particolare, i valori più elevati (da 4 a 8 mg/l) si riscontrano nei bacini idrografici: Boriacco, Tidone, Chiavenna, Arda, Destra Reno, Bevano, Rubicone e Ventena. Per effetto dei crescenti apporti inquinanti, di origine prevalentemente diffusa, la presenza di azoto nitrico nelle acque aumenta spostandosi da monte verso valle. Infatti, nelle chiusure di bacino pedemontano si rispetta quasi ovunque il valore soglia di buono, mentre le criticità aumentano nelle stazioni di pianura, dove risultano conformi soltanto i bacini: Trebbia, Nure, Sissa-Abate, Secchia, Fiumi Uniti e Conca. Nel complesso, dunque, solo il 19% dei bacini idrografici raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, evidenziando la presenza di criticità diffuse sul territorio. Tra i bacini regionali si osservano diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di fosforo in concentrazioni superiori al doppio della soglia obiettivo di “buono” dell’Indice LIMeco (0,1 mg/l). Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo totale che superano la soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano in particolare nei bacini idrografici di Boriacco, Sissa-Abate Crostolo, Bevano e Uso. Spostandosi da monte verso valle, le concentrazioni di fosforo nelle acque tendono ad aumentare in modo significativo, soprattutto in presenza di fonti di pressione puntuale rilevanti. Si osserva quindi che, mentre nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia del “buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini: Bardonezza, Lora-Carogna, Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Secchia, Canal Bianco, Reno, Lamone, Fiumi Uniti, Savio, Marano e Conca. Nel complesso, il 44% dei bacini idrografici regionali raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di fosforo totale. Continua il controllo dei fitofarmaci nei corsi d’acqua regionali; sulla base degli esiti del monitoraggio del 2011, effettuato nelle 39 stazioni di chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei principali corpi idrici regionali, i valori di concentrazione dei fitofarmaci, espressa come sommatoria, risultano nel 95% dei casi inferiori allo Standard di Qualità Ambientale previsto, pari a 1 µg/l.
ACQUE SUPERFICIALI
In ambito regionale gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane censiti sono 2.162 e presentano diverse tipologie di trattamento, da quelle più semplificate a quelle più complesse, tipiche dei grandi sistemi consortili. Tali impianti risultano avere, complessivamente, una potenzialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE e risultano trattare oltre 6 milioni di AE. Il 95% degli impianti di trattamento, soggetti al controllo della qualità degli scarichi, è risultato conforme a quanto previsto dal DLgs 152/06. La percentuale degli AE serviti da rete fognaria in Emilia-Romagna si attesta su valori molto alti (circa il 99%), mentre la percentuale di AE depurati da impianti di trattamento delle acque reflue urbane è pari al 98%.
144
Q
Sintesi
L’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ha comportato, per le acque superficiali, una profonda revisione sia dei sistemi di monitoraggio, con modifiche sostanziali in termini di numero, localizzazione delle stazioni, frequenze e tipologia di campionamento/analisi, sia della modalità di classificazione. Ai fini di una valutazione dei trend qualitativi è presentata una valutazione basata su un set di indicatori che concorrono alla classificazione dei corpi idrici, aggiornati annualmente, cui saranno affiancati, a cadenza triennale, gli altri indici utili.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
In sintesi, come riportato nelle descrizioni dei singoli indicatori, in considerazione del significato di trofia dell’indice LIMeco, della variazione delle frequenze di campionamento che statisticamente perdono di significato per i raffronti, si manifesta una generale riduzione delle soglie di qualità peggiore e si determina una minore capacità di differenziazione in classi delle acque di qualità da inferiore a buona. Per quanto riguarda una valutazione dello stato dei corpi idrici, in generale si verifica un progressivo peggioramento della qualità delle acque procedendo dalle
aree montane del bacino verso valle. In funzione delle pressioni che gravano sulle aree territoriali, la qualità è influenzata sia da fonti puntuali, quali scarichi civili e produttivi, sia da apporti diffusi legati all’agro-zootecnia, in ragione dell’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari oltre che degli spandimenti che apportano notevoli carichi di nutrienti. Gli insediamenti civili, di norma, danno origine a sostanze organiche biodegradabili, mentre dal comparto industriale generalmente deriva un carico inquinante caratterizzato prevalentemente dalla presenza di sostanze organiche alogenate e metalli pesanti. La valutazione dello stato deve essere correlata alle pressioni. Analizzando le stesse nel dettaglio, come si evince dall’analisi dei carichi, prosegue il trend che vede una progressiva diminuzione dei carichi da fitofarmaci nel complesso, pur con la evidenza del riscontro in modiche quantità di alcune sostanze attive non precedentemente monitorate e/o di nuova introduzione. Il carico dei fitofarmaci si concentra nelle aree del Po di Volano, Burana Navigabile, Reno e Destra Reno, aree che rappresentano circa il 73% del carico regionale complessivo derivante dai fitofarmaci e metaboliti; rispetto al carico di inquinanti complessivo invece, l’apporto dagli effluenti emiliani al Po rappresenta circa il 2,5% del carico totale; analogamente per le altre sostanze organiche ci si attesta intorno al 3%. Per il carico organico, in generale, gli apporti di BOD5 (fonti puntuali e diffuse di inquinamento) si concentrano maggiormente, con una forte prevalenza delle fonti puntuali, nel canale Burana Navigabile e Reno, mentre
Quadro generale
Il monitoraggio delle acque superficiali in Emilia-Romagna, attivo fino al 2009 ai sensi del DLgs 152/99, è stato adeguato solamente nel 2010 alla Direttiva 2000/ 60/CE; il ritardo, causa di procedura di infrazione per l’Italia, è legato ai tempi con cui è stata recepita la Direttiva dal DLgs 152/2006 e solo successivamente reso operativo dai decreti attuativi: DM 131/08 “...criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni)”, DM 56/09 “criteri tecnici per il monitoraggio e identificazione delle condizioni di riferimento” e DM 260/10 “...criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 etc”. Il lavoro preliminare finalizzato all’individuazione, caratterizzazione e tipizzazione dei corpi idrici, che ha delineato il quadro tecnico che ha permesso di istituire la rete di prima individuazione, è stato estremamente complesso ed è terminato alla fine del 2009 e solo nel 2010, con la DGR 350, la Regione Emilia-Romagna ha ufficializzato le nuove reti e i programmi di monitoraggio predisposti per il triennio 2010-2012,
contestualmente all’avvio del nuovo sistema di monitoraggio. Obiettivo fondamentale della Direttiva Quadro è avere in Europa un quadro conoscitivo approfondito di tutti gli elementi che influiscono sullo stato ecologico delle acque, per potere mettere in campo tutte le azioni finalizzate alla protezione e alla riduzione di inquinamento e ulteriore deterioramento delle acque, mediante l’uso accorto delle risorse naturali; sulla base di principi di precauzione, la DQ mira alla graduale riduzione di immissioni di inquinanti nelle acque, perseguendo l’obiettivo dell’eliminazione delle sostanze pericolose, prioritarie al fine del raggiungimento di valori prossimi al fondo naturale per le sostanze presenti in natura. La Direttiva Quadro pone come obiettivo ambientale lo stato “buono” al 2015. In quest’ottica il sistema di monitoraggio per le acque superficiali subisce profonde trasformazioni: la Direttiva Quadro infatti apporta una profonda innovazione, ponendo la bio-indicazione (macroinvertebrati bentonici, macrofite, fauna ittica e fitoplancton per i laghi) quale strumento centrale per valutare, conservare e
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI
Q
in alcuni bacini romagnoli (Fiumi Uniti, Savio, Rubicone e Uso) è forte la pressione esercitata dalle fonti diffuse a causa della vocazione agro-zootecnica delle aree interessate. Per quanto riguarda i nutrienti, per il carico di Azoto la componente diffusa di inquinamento esercita un ruolo significativo per quasi tutti i bacini idrografici, a eccezione di Sissa Abate, Parma, Panaro, Reno e altri minori. Riguardo ai carichi di Fosforo, per molti bacini si nota un significativo contributo delle fonti puntuali di inquinamento (comparto civile e industriale); fanno eccezione alcuni bacini, in particolare il Marecchia e il Savio, dove la componente agro-zootecnica prevale, mentre per gli altri i contributi provenienti dalle due fonti sostanzialmente si equivalgono. In diminuzione i carichi provenienti da fonti di tipo puntuale, sversati nei corpi idrici superficiali, rispettivamente del 10%, del 3% e del 16% per i parametri BOD5, azoto e fosforo. Per quanto riguarda le azioni messe in campo, si ritiene che in Emilia-Romagna lo stato della depurazione consenta di avere un’ottima risposta in termini di copertura finalizzata alla riduzione, attraverso adeguamenti e implementazione dei sistemi di trattamento più avanzati dei carichi inquinanti; anche la percentuale di conformità si attesta verso valori molto elevati, mediamente nell’intorno del 95%. Risulta evidente l’importanza del miglioramento dei sistemi di trattamento, oltre al controllo dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, al fine della tutela dei corpi idrici per il raggiungimento dello stato richiesto.
145
ACQUE SUPERFICIALI 146
preservare gli ambienti fluviali, lacustri, oltre che marino costieri e di transizione. Gli esiti dei monitoraggi biologici non sono valutati come valori assoluti, ma sono espressi come rapporto di qualità rispetto allo stato di comunità biologiche presenti in siti a bassa pressione antropica (carichi di inquinanti e idromorfologia) presi come “riferimento”. I siti di riferimento, dopo essere proposti dalle regioni, devono essere validati e confermati a livello nazionale per ogni tipologia fluviale o lacustre. Punto focale quindi è rappresentato dalla centralità che riveste, rispetto alle normative precedenti, il monitoraggio appunto delle comunità biologiche degli ecosistemi acquatici a vari livelli della catena trofica, che amplia il campo degli elementi considerati (flora acquatica, macrobenthos, fauna ittica) e pone direttamente in relazione le pressioni che insistono sul corpo idrico con gli elementi idromorfologici e chimico fisici che turbano lo stato ecologico dell’ecosistema idrico. Data la grande incertezza normativa e i tempi recentissimi di emanazione dei decreti attuativi, i problemi sia operativi sia di elaborazione dati per la classificazione non sono tuttora risolti. In particolare per gli indici biologici di nuova introduzione, le metodologie di campionamento e analisi sono di recentissima ufficializzazione; da segnalare inoltre che ogni Paese europeo ha dovuto scegliere e valutare quali fossero le metriche idonee per elaborare le liste floristiche e faunistiche ritrovate, cui avrebbe dovuto seguire una validazione nazionale che permettesse di valutare se effettivamente le metodiche di campionamento-analisi ed elaborazione (metriche adottate) rispondessero oggettivamente in termini di correttezza di risposta alle pressioni misurate. A oggi non è ancora completata la validazione dei siti di riferimento a livello nazionale e delle metodiche per il biologico; ancora da valutare quindi l’effettiva rispondenza delle metriche di elaborazione degli indici biologici alle pressioni antropiche e quindi l’esatta assegnazione del livello di stato ecologico riscontrato. I dati completi del monitoraggio biologico, in ragione della stratificazione dei campionamenti, saranno disponibili al completamento del primo ciclo triennale di monitoraggio. La classificazione dello stato del corpo idrico è data dall’integrazione dello stato ecologico (monitoraggio biologico e chimico a supporto), con lo stato chimico; pertanto contestualmente prosegue con cicli annuali (almeno in operativo), la valutazione, rispetto a Standard di Qualità medio annua indicata dal DM 260/2010, del livello di presenza di sostanze inquinanti sia a supporto dello stato ecologico, sia afferenti all’elenco di priorità. Il programma di monitoraggio per il triennio 2010-2012 sulla nuova rete delle acque superficiali è stato redatto differenziando, come richiesto, le frequenze di controllo sulla base del rischio o meno di non raggiungimento dello stato di buono al 2015 (per le stazioni definite a rischio il monitoraggio è definito operativo, se non a rischio di sorveglianza). Oltre alla opportunità di riduzione delle frequenze
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
minime di campionamento (da mensile a trimestrale, a nessuna) in relazione ai diversi livelli di criticità evidenziate, la normativa consente una declinazione puntuale del profilo analitico per ogni corpo idrico in base allo studio delle pressioni e della dimostrata presenza/assenza di specifici gruppi di sostanze. Il DM 56/09, poi ripreso dal DM 260/2010, prevede un ampio ventaglio di inquinanti, fitofarmaci e altri microinquinanti organici e inorganici da monitorare con standard di qualità estremamente bassi, il che comporta una attività analitica estremamente complessa e onerosa per garantire il rispetto delle prestazioni minime richieste. Per ottimizzare la programmazione del monitoraggio chimico sia in termini di differenziazione dei profili analitici che di riduzione delle frequenze di campionamento, dove ritenuto opportuno, come peraltro richiesto dalla normativa, è stato condotto lo studio per la valutazione degli inquinanti chimici da ricercare sul territorio regionale, a partire dalle informazioni disponibili in termini di dati di qualità pregressi (2002-2008) e di analisi delle pressioni incidenti sul corpo idrico sotteso dalla stazione. Analisi condotte a livello di bacino idrografico permettono di effettuare alcune considerazioni, ad esempio, se in chiusura di bacino montano non è stata riscontrata presenza di sostanze chimiche prioritarie; è ragionevole estendere il concetto ai corpi idrici afferenti al bacino sotteso dalla stazione, soprattutto se situati in contesti montani e/o poco antropizzati. Pertanto per il primo ciclo di monitoraggio e per una prima verifica delle pressioni presenti sul territorio regionale, si è mantenuto un controllo capillare per gli inquinanti che possono dare luogo a inquinamento diffuso (fitofarmaci, metalli pesanti, composti organo alogenati, IPA), per altri microinquinanti organici sono state condotte valutazioni costi/benefici prendendo in esame pressioni possibili, casistica di impiego e impegno analitico che hanno portato alla scelta di specifiche stazioni di monitoraggio; in particolare ad esempio cloroalcani, difeniletere bromato (PBDE), nonil/ottilfenolo, cloroaniline, clorobenzeni, cloro nitro tolueni e clorofenoli (sorgenti puntuali) verranno monitorati nel primo anno strategicamente in chiusura di bacino e dei principali sottobacini, i composti organici dello stagno (trifenil/tributil) solo in corsi navigabili (antifouling, cantieristica navale etc). Dopo il primo ciclo di monitoraggio, sulla base degli esiti, sarà possibile valutare se e come estendere i controlli. Anche per quanto riguarda i fitofarmaci, la scelta dei principi attivi da ricercare si basa sul potenziale rischio di contaminazione delle acque; la valutazione dei dati del monitoraggio, condotto in un arco di tempo significativo, può dare indicazioni riguardo alla maggiore o minore ricorrenza delle sostanze attive nelle acque e, unitamente all’analisi di altri indici, quali ad esempio l’indice di priorità e le caratteristiche fisicochimiche della sostanza attiva, orientare la scelta del protocollo analitico da applicare.
Tabella A: Elenco delle stazioni di misura in chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei principali corpi idrici regionali
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45
PO PO BARDONEZZA LORA-CAROGNA BORIACCO TIDONE TREBBIA TREBBIA NURE CHIAVENNA ARDA TARO TARO SISSA ABATE PARMA PARMA ENZA ENZA CROSTOLO CROSTOLO SECCHIA SECCHIA PANARO PANARO CANAL BIANCO PO DI VOLANO BURANA NAVIGABILE RENO RENO DX RENO LAMONE LAMONE C.LE CANDIANO F. UNITI BEVANO SAVIO SAVIO C.LE FOSSATONE RUBICONE USO MARECCHIA MARECCHIA MARANO CONCA VENTENA
Corpo idrico F. Po F. Po R. Bardonezza R. Lora T. Boriacco T. Tidone F. Trebbia F. Trebbia T. Nure T. Chiavenna T. Arda F. Taro F. Taro C.le Milanino T.Parma T.Parma T. Enza T. Enza T. Crostolo T. Crostolo F. Secchia F. Secchia F. Panaro F. Panaro Canal Bianco Po di Volano C.le Navigabile F. Reno F. Reno C.le Dx Reno F. Lamone F. Lamone C.le Candiano F. Uniti T. Bevano F. Savio F. Savio C.le Fossatone F.Rubicone T. Uso F. Marecchia F. Marecchia T. Marano T. Conca R. Ventena
Codice stazione Rete regionale di monitoraggio C.S. Giovanni SP ex SS412 1000100 Pontelagoscuro - Ferrara 1000700 SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco 1010100 Attr. Via Malvicino, CSG 1020100 A valle di Castel San Giovanni 1030100 Pontetidone 1050400 Pieve Dugliara 1090600 Foce in Po 1090700 Ponte Bagarotto 1110300 P.te str.Caorso-Chiavenna Landi 1120200 A Villanova 1140400 Ponte sul Taro Citerna-Oriano 1150200* San Quirico - Trecasali 1150700 Loc. Fossette di Sissa 1160100 Pannocchia 1170300* Colorno 1171500 Traversa Cerezzola 1180500* Brescello 1180800 Vezzano 1190200* Ponte Baccanello 1190700 Traversa di Castellarano 1201100* Ponte Bondanello 1201500 Briglia Marano-Marano 1220900* Ponte Bondeno 1221600 Ponte S.S. Romea 2000300 Codigoro ponte Varano 4000200 A monte chiusa valle Lepri 5001400 Casalecchio 6002100 Volta Scirocco - Ravenna 6005500 P.te Zanzi 7000300 P.te Mulino Rosso 8000200 P.te Cento Metri 8000900 C.le Candiano 9000100 Ponte Nuovo - Ravenna 11001800 Casemurate 12000100 San Carlo 13000700 P.te S.S. Adriatica 13000900 Cesenatico 15000100 Capanni - Rubicone 16000200 S.P. 89 17000300 Ponte Verucchio 19000200 A monte cascata via Tonale 19000600 P.te S.S. 16 S. Lorenzo 20000200 200 m a monte invaso 22000300 P.te via Emilia-Romagna 23000200 Nome stazione di misura
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: * stazione di misura in cui non vengono effettuate analisi per la ricerca di fitofarmaci
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI
Stazione Bacino idrograďŹ co
147
DETERMINANTI
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Descrizione Indica il numero di agglomerati urbani presenti nelle singole province per ciascuna classe di consistenza. L’agglomerato urbano, come viene specificato nelle definizioni riportate nel DLgs 152/06, individua l’area in cui la popolazione, ovvero le attività produttive, è concentrata in misura tale da rendere ammissibile, sia tecnicamente che economicamente, in rapporto anche ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale. La consistenza viene calcolata come somma dei residenti, dei turisti presenti nella settimana di maggior afflusso, degli AE produttivi che recapitano nelle fognature comprese nella delimitazione spaziale degli agglomerati. Gli agglomerati serviti da fognature possono, in funzione del sistema di raccolta e smaltimento dei reflui urbani, essere di tre tipologie: – tipologia A – l’agglomerato ha un unico sistema di raccolta e un unico scarico o un unico impianto di trattamento; – tipologia B – l’agglomerato dispone di due o più sistemi di raccolta e ciascuno di questi termina o in uno scarico o in un impianto di trattamento; ciascuno scarico o impianto deve essere a norma e l’agglomerato va valutato nel suo complesso;
148
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
– tipologia C – l’agglomerato ha una consistenza pari a due o più località e più sistemi di raccolta che recapitano in un unico impianto di trattamento. Nel territorio regionale sono stati individuati, nella maggior parte dei casi, agglomerati semplici del tipo A e tipologie più complesse riconducibili al tipo C. Pochi agglomerati possiedono due o più sistemi di raccolta che convogliano i reflui in due o più impianti di trattamento. Un esempio per ciascuna tipologia di agglomerato è riportato in figura.
Scopo Il Decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo III sulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi, i requisiti di copertura fognaria, il livello di trattamento depurativo e il rispetto dei limiti di emissione per gli scarichi provenienti dagli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 2.000 AE. Per questo motivo risulta importante definire tutti gli elementi che concorrono alla formazione dei singoli agglomerati (località, reti fognarie, impianti di trattamento e reti non depurate), che per loro definizione possono variare nel tempo, sia come consistenza, sia come estensione spaziale. Gli scarichi degli agglomerati/insediamenti isolati – nuclei isolati < 2.000 AE – sono disciplinati dalla DGR 1053/2003.
B
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
A
C
Esempi di tipologie di agglomerati in Emilia-Romagna (Tipologie A, B, C)
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Agglomerati urbani ≥ 200 AE
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
N. agglomerati urbani, n. Abitanti Equivalenti
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2005-2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
149
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.1: Individuazione degli agglomerati di consistenza â&#x2030;Ľ 2.000 AE (2009)
150
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 69 17 4 1 78 24 7 1 48 13 6 1 68 31 9 2 105 29 11 1 82 19 2 2 36 7 7 3 58 5 3 2 11 1 1 3 555 146 50 16
Totale complessivo 91 110 68 110 146 105 53 68 16 767
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.2: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2007) Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 56 17 4 1 60 24 7 1 46 13 6 1 70 30 9 2 94 29 11 1 65 19 2 2 31 7 7 3 51 4 3 2 10 1 1 3 483 144 50 16
Totale complessivo 78 92 66 111 135 88 48 60 15 693
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Tabella 3A.1: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2005)
Tabella 3A.3: Numero di agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2009) Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1.999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 54 17 4 1 56 24 7 1 45 13 6 1 71 28 11 2 85 28 11 1 62 18 2 2 23 7 7 3 47 4 3 2 17 2 1 3 460 141 52 16
Totale complessivo 76 88 65 112 125 84 40 56 23 669
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
151
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Tabella 3A.4: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2005) Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 40.489 74.181 59.352 137.177 43.535 127.485 181.722 250.706 33.124 69.723 217.736 166.344 41.036 151.618 253.101 382.036 65.157 149.803 238.205 652.612 67.273 96.595 32.982 331.107 23.696 31.859 347.051 509.700 41.339 21.216 192.095 289.191 5.463 6.147 82.878 745.706 361.112 728.627 1.605.122 3.464.579
Totale complessivo 311.199 603.448 486.927 827.791 1.105.777 527.957 912.306 543.841 840.194 6.159.440
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.5: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2007) Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 31.724 74.594 59.352 137.326 33.467 129.692 181.807 250.706 29.332 70.568 220.195 166.499 43.824 149.105 253.101 382.036 61.958 152.429 240.092 653.809 55.154 96.938 34.973 331.107 19.806 31.853 347.821 512.634 32.842 18.907 198.700 290.095 4.351 6.147 82.878 747.357 312.458 730.233 1.618.919 3.471.569
Totale complessivo 302.996 595.672 486.594 828.066 1.108.288 518.172 912.114 540.544 840.733 6.133.179
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.6: Consistenza in AE degli agglomerati presenti in Emilia-Romagna suddivisi per classe di consistenza (2009) Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Emilia-Romagna
200-1999 2.000-10.000 10001-100.000 >100.000 33.967 79.716 52.604 147.060 32.340 127.233 182.790 251.363 28.918 67.785 208.683 163.618 43.407 130.356 283.042 343.044 56.914 152.835 242.954 653.809 54.434 92.570 34.973 335.554 13.166 32.901 347.181 518.087 31.694 18.907 199.257 282.867 9.375 11.896 82.878 745.684 304.215 714.199 1.634.362 3.441.086
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
152
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Totale complessivo 313.347 593.726 469.004 799.849 1.106.512 517.531 911.335 532.725 849.833 6.093.862
900
140
800
120
700 600
100
500
80
400
60
300
40
200
20
100
N. agglomerati (regione)
0
0 Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
2005
Ferrara 2007
Ravenna Forlì-Cesena Rimini
EmiliaRomagna
2009
1.200.000
7.000.000
1.000.000
6.000.000 5.000.000
800.000
4.000.000 600.000 3.000.000 400.000
2.000.000
200.000
1.000.000
0
N. abitanti equivalenti (regione)
N. abitanti equivalenti (province)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.2: Numero di agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE, per provincia, regione e anno
0 Piacenza Parma
Reggio Modena Bologna Ferrara Ravenna ForlìCesena Emilia
Rimini
EmiliaRomagna
2005 2007 2009 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.3: AE nominali presenti negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE, per provincia, regione e anno
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
N. agglomerati (provincie)
160
Commento I dati di questo indicatore si riferiscono agli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE. Complessivamente nel 2009 sono risultati presenti 669 agglomerati, per una consistenza di circa 6.100.000 AE. Circa l’83% del carico complessivo è ubicato negli agglomerati di classe > 10.000 AE. La provincia di Rimini possiede un sistema fognario molto esteso, che le permette di trattare l’elevato carico turistico in pochi impianti concentrati lungo la costa; in questa provincia, infatti, il numero di agglomerati è molto ridotto, mentre la
consistenza raggiunge, nel periodo di punta, uno dei valori più elevati della regione. La provincia di Bologna contribuisce in maniera più rilevante al numero degli AE presenti nel territorio regionale (circa il 18% del totale). In tutte le province si è registrata una diminuzione del numero degli agglomerati nel periodo 2005-2009, ad esclusione della provincia di Rimini, in quanto nel 2009 si sono aggiunti gli agglomerati dei sette comuni ex Marche che si sono uniti alla regione EmiliaRomagna.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
153
DETERMINANTI
Scarichi in corpo idrico superficiale
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Descrizione
154
Indica il numero di scarichi in corpo idrico superficiale, ripartiti per tipologia e consistenza, suddivisi per bacino idrografico. Per gli scarichi delle acque reflue urbane depurate viene riportato il numero di tutti gli impianti di depurazione presenti nel territorio regionale (indipendentemente dal livello depurativo effettuato), suddiviso in base alla potenzialità di progetto degli stessi. L’informazione inerente le località che presentano almeno una rete non depurata risale a un aggiornamento condotto nel 2007. Ogni località è stata ricondotta a un agglomerato di riferimento (vedi scheda indicatore “Agglomerati urbani ≥ 200 AE”). Per gli agglomerati di consistenza ≥ 2.000 AE sono state censite le reti fognarie che effettivamente non subiscono un trattamento di depurazione prima della loro immissione nel corpo idrico recettore.
Per quanto riguarda gli agglomerati di consistenza inferiore a 2000 AE, si è fatta invece l’assunzione che ogni singola località sia dotata di una sola rete fognaria. Dunque, ogni località che non è servita da impianto di trattamento depurativo viene considerata come una “unità” non depurata. Relativamente alle autorizzazioni industriali sono stati presi in considerazione solo gli scarichi provenienti da attività industriali di tipo idroinquinante-idroesigente, che recapitano in corpo idrico superficiale.
Scopo Individuazione della consistenza e della tipologia di scarichi che determinano una differente pressione sullo stato ambientale delle acque; indicatore dell’inquinamento potenziale che grava su un bacino idrografico.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Scarichi in corpo idrico superficiale
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
N. scarichi
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Bacino idrografico DATI
COPERTURA 2007-2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Numero di scarichi per tipologia e per bacino idrografico di recapito
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle Tabella 3A.7: Numero di scarichi ripartiti per bacino, per tipologia e consistenza (2007, 2009)
(n.) AE
(n.)
(n.)
(n.)
(n.)
AE AE 2.000AE > Aggl 10.000- 15.000<2.000 10.000 50.000 <2000 15.000 50.000
(n.)
Aggl >2000
(n.)
(n.) AE
(n.) AE
(n.)
AE AE 2.000AE > 10.000- 15.000<2.000 10.000 50.000 15.000 50.000
(n.)
(n.)
(n.)
Aggl <2000
Aggl >2000
R. BARDONEZZA R. LORA - CAROGNA R. CARONA - BORIACCO
2 12 6
0 0 0
0 0 1
0 0 1
0 0 0
3 17 8
0 0 0
0 5 4
2 12 7
0 0 0
0 0 1
0 0 1
0 0 0
3 17 8
0 0 0
0 5 4
R. CORNAIOLA T. TIDONE
5 57
1 1
0 0
0 0
0 0
0 38
0 0
2 4
5 58
1 1
0 0
0 0
0 0
0 38
0 0
2 4
4 4 6
0 0 0
0 0 0
0 0 0
0 0 0
3 0 0
0 0 0
3 2 0
4 4 6
0 0 0
0 0 0
0 0 0
0 0 0
3 0 0
0 0 0
3 2 0
F. TREBBIA COLATORE RIFIUTO
129 0
7 0
0 0
1 0
0 0
50 0
0 0
11 0
134 0
7 0
0 0
1 0
0 0
49 0
0 0
11 0
T. NURE T. CHIAVENNA CAVO FONTANA T. ARDA F. TARO
71 74 11 55 227
3 6 2 3 12
1 0 0 0 1
0 0 0 1 4
0 0 0 0 0
55 8 10 23 231
0 0 0 0 0
7 17 6 20 85
71 75 11 56 237
3 6 2 3 12
1 0 0 0 1
0 0 0 1 4
0 0 0 0 0
57 5 10 23 219
0 0 0 0 0
7 17 6 20 85
CAVO SISSA-ABATE T. PARMA T. ENZA T. CROSTOLO F. SECCHIA
2 73 141 20 227
1 6 5 3 20
0 1 2 0 1
0 2 1 1 3
0 2 0 2 2
1 98 104 8 210
0 0 0 0 0
3 53 40 21 72
3 75 152 21 252
2 6 5 3 20
0 1 2 0 0
0 2 1 1 4
0 2 0 2 3
1 90 99 8 208
0 0 0 0 0
3 53 40 21 72
COLL. PRINCIP. (MANT. R.) F. PANARO CANAL BIANCO COLL. GIRALDA PO DI VOLANO CAN. BURANA-NAVIGABILE F. RENO CAN. DESTRA RENO F. LAMONE CAN. CANDIANO CAN. DEL MOLINO
2 174 10 1 17 68 189 13 13 2 0
1 21 0 1 8 20 34 4 2 0 0
2 4 0 0 0 2 5 1 0 0 0
0 3 0 0 3 4 7 2 1 2 0
1 1 0 0 0 2 2 3 1 1 0
7 77 32 2 98 178 170 21 2 5 2
0 2 0 0 0 9 4 4 0 1 0
13 100 2 1 7 25 73 13 3 10 0
2 172 10 1 17 64 186 12 16 2 0
1 21 0 1 8 19 33 4 2 0 0
2 4 0 0 0 2 5 1 0 0 0
0 3 0 0 3 4 7 2 1 2 0
0 1 0 0 0 2 2 3 1 1 0
7 80 34 2 99 186 158 18 2 4 2
0 5 0 0 0 5 4 5 0 0 0
13 100 2 1 7 25 73 13 3 10 0
FIUMI UNITI
41
7
0
0
1
21
0
17
39
7
0
0
1
18
0
17
T. BEVANO F. SAVIO SC. VIA CUPA NUOVO SC. MADONNA DEL PINO
3 35 0 0
1 2 0 0
0 0 0 0
1 0 0 0
0 0 1 0
27 31 0 0
0 1 0 0
5 3 0 0
3 43 0 0
1 2 0 0
0 1 0 0
1 0 0 0
0 0 1 0
20 28 0 0
0 1 0 0
5 3 0 0
P.TO CAN. DI CESENATICO
1
1
0
0
2
4
0
1
2
1
0
0
2
4
0
1
SCOLMATORE TAGLIATA F. RUBICONE F. USO SC. BRANCONA
0 18 21 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 1 1 0
0 14 8 2
0 0 0 0
0 7 1 1
0 22 22 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 0 0 0
0 1 1 0
0 13 7 2
0 0 0 0
0 7 1 1
5
0
0
0
2
19
0
4
41
2
0
0
2
21
0
4
5 6 12 8
0 0 0 0
0 1 0 0
0 0 1 0
1 0 0 1
1 3 4 5
0 0 0 0
1 0 0 0
5 7 17 10
0 0 0 0
0 1 0 0
0 0 1 0
1 0 0 1
1 2 4 5
0 0 0 0
1 0 0 0
T. LOGGIA R. DEL VESCOVO R. RAGANELLA
F. MARECCHIA R. MARANO R. MELO F. CONCA T. VENTENA T. TAVOLLO ASTA PO ALTRI BACINI Totale Emilia-Romagna
2
0
0
0
0
1
0
0
2
0
0
0
0
1
0
0
6 11 1.789
1 1 174
0 0 22
0 1 39
1 0 28
0 8 1.609
0 0 21
2 8 652
8 9 1.888
1 1 174
0 0 22
1 0 40
1 0 28
3 5 1.559
0 0 20
2 8 652
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
(n.) AE
Scarichi industriali
(n.)
progetto
Reti non depurate
(n.)
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
Località con reti non depurate
progetto
Scarichi industriali
Scarichi di reflui urbani depurati/potenzialità di
Reti non depurate
Bacino
anno 2009
Località con reti non depurate
anno 2007
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
155
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Commento
156
Il numero di località che presentano almeno una rete fognaria non depurata è risultato pari a 1.559 (1,5% del totale degli AE serviti da fognatura) negli agglomerati di consistenza inferiore a 2.000 AE, mentre sono 20 le reti fognarie non depurate presenti negli agglomerati ≥ 2.000 AE. Tale dato deriva da recenti interventi di risanamento che hanno fortemente ridotto il numero delle reti non trattate, da 179 a 20. Sono stati individuati gli scarichi di tutti i depuratori presenti nel territorio regionale, suddivisi per potenzialità di progetto e bacino idrografico recettore. Nel canale Destra Reno e nel Secchia recapitano il maggior numero di impianti con potenzia-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
lità superiore a 50.000 AE, mentre il Reno, il Burana-Navigabile e il Panaro sono i bacini che presentano il numero più elevato di scarichi depurati di potenzialità superiore a 10.000 AE. Il numero degli scarichi significativi di acque reflue industriali di attività idroinquinanti e idroesigenti, che sversano direttamente in corsi d’acqua superficiali, è complessivamente pari a 652. I bacini Panaro, Taro, Reno e Secchia risultano essere quelli dove vi è il maggior numero di scarichi industriali con recapito diretto in corpo idrico superficiale. Sui bacini suddetti gravita, inoltre, un consistente numero di scarichi civili puntuali a bassa potenzialità di inquinamento.
DETERMINANTI
Descrizione
Scopo
Misura l’estensione dei terreni irrigati a scopo agricolo.
L’estensione, nonché l’evoluzione delle colture irrigate, è indice della qualità dei prodotti (la possibilità di fornire acqua quando serve ne migliora le caratteristiche), ma anche della consistenza del prelievo di risorsa idrica dai fiumi appenninici e dal Po, nonché dalle falde.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Terreni irrigati
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
Ettari, metri cubi
FONTE
Istat, Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 1986-2010 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Decennale
Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Terreni irrigati
Il dato sulla superficie irrigata per comune, sulle diverse colture, è fornito in maniera attendibile dall’Istat ogni 10 anni, in corrispondenza del Censimento dell’agricoltura. L’ultimo è avvenuto nel 2011 e ha fotografato la situazione dell’annata 2010
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
157
Grafici e tabelle 60.000 2000
2010
50.000
Ettari
40.000 30.000
10.000
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat Figura 3A.4: Evoluzione delle superfici agricole irrigue sul territorio regionale (2000-2010)
13.000 12.000 Dotazione irrigua media al campo 11.000 10.000 9.000 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat Figura 3A.5: Dotazioni irrigue medie al campo1 per il territorio regionale (stime al 2010) Nota: 1 valori al netto delle perdite per adduzione
158
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Girasole, frumento
Soia, vite
Barbabietola, patata, foraggere, altre coltivazioni
Ortive, fruttiferi, granoturco, mais verde
Prati stabili
Riso
0
Altre coltivazioni
Prati permanenti e pascoli
Vite
Fruttiferi
Cereali (esclusi mais e riso)
Patata
Ortive
Granoturco da granella
Girasole
Mais verde
Foraggere avvicendate
Barbabietola da zucchero
Riso
0
Metri cubi/ettaro/anno
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
20.000
500 450
Superfici irrigate
400
SAU (Ettari x 1.000)
1.200
350
1.000
300 800
250
600
200 150
400
100 200
50
0
0
1986 1990 2000 2010 Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-Romagna Figura 3A.6: Evoluzione delle colture irrigate 1986-2010 sul territorio regionale1 Nota: 1 per i dati 1990, 2000 e 2010 la fonte è Istat 2 SAU = Superficie Agricola Utile
Colture irrigate 2000 Variazione 2000-2010 (*)
12.099
800 1.890 2.529 307 5 5 9.049
2.854 2.048 1.737 404 33 52 36.947
7.865
17.610
4%
-49%
567 4 675 172 1.069 52 560 57 47 22 33 929 10.993 1.279
36.163 (*)1.430 2%
487
669% 162%
6.132
Altre coltivazioni
Totale irrigato Istat 2010
Colture irrigue 2000
221 69
44 844 82 1.438
893 445
41.922 27.146
41.771 26.603
543
4.264 6.907
609
12
761
34.542
29.381
4.052 1.376 40 2.361 3.177 2.743 14.100 10.837 660 1.112 4.768 805 41 2.733 177 12 5 0 43.816 44.001 4.471
1.641 1.117 4.034 904 93 0 10.307
8.094 3.459 28 5.950 2.510 62 12.824 317 7 15.764 7.072 11 4.909 585 0 320 45 320 48.693 18.377 9.619
449 23.895 1.324 24.180 5.384 60.788 2.220 34.061 478 9.228 107 1.859 11.910 257.621
23.131 24.140 67.740 27.666 10.070 1.877 252.378
47.508 36.368 3.841
13.509
52.007
11.814
252.378
-24%
-6%
-1%
2%
-8%
1.098
757 1.000
Prati permanenti e pascoli
16
819
16 17
Vite
1.275
6 531 152 7.237 78 104 31 8.158
11.590 14.905 4.416 5.102
Fruttiferi
25 1
Cereali (esclusi mais e riso)
5.449 1.318
Patata
5.599 12.122
Ortive
1.567 1.126
Granoturco da granella
Mais verde
9 9
Girasole
Foraggere avvicendate
Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale 2010
Riso
Provincia
Barbabietola da zucchero
Tabella 3A.8: Ripartizione provinciale e per coltura delle superfici irrigate (anno 2010)
21% 16%
14.91 9.486 29%
1%
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
2
SAU (Istat)
Superfici irrigate (Ettari x 1.000)
1.400
Stima basata sul coltivato al 2000 - il mais verde non era presente disaggregato nei precedenti censimenti, la forte crescita nella coltivazione è legata alla produzione di biomasse a uso energetico e si può valutare in rilevante ulteriore crescita negli anni successivi 2011 e 2012
Fonte: Elaborazione Arpa-Emilia-Romagna su dati Istat
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
159
ACQUE SUPERFICIALI - Determinanti
Commento
160
Le maggiori superfici irrigue sono presenti nell’areale emiliano del bacino del Po, con percentuali rispetto alla SAU del 25-30% e tendenza alla stabilità (al calo di Ferrara si contrappone una crescita a Reggio Emilia); per l’areale bolognese-romagnolo il rapporto è dell’ordine del 15-20%, anche qui con tendenza alla stazionarietà, salvo che per Ravenna, per la quale l’aumento è notevole (+23%), in parte legato all’incremento degli areali irrigui consorziali connessi al CER. In termini di superfici irrigue, le 4 colture principali sono rappresentate dai fruttiferi, le ortive, il granoturco e le foraggere avvicendate, con quasi il 70% delle relative estensioni regionali interessate. La maggiore estensione irrigata è a Ferrara, ma ciò non stupisce, essendo l’unica provincia interamente pianeggiante e pressoché totalmente servibile da acque di Po. In termini di variazioni a livello regionale, dal 2000 al 2010 si osservano principalmente: una leggera crescita complessiva nella SAU irrigata delle colture intensive considerate, pari a circa 5.000 ha (+2%); un -50% per la barbabietola da zucchero; un -24% per i cereali, esclusi mais e riso; una riduzione tra il 6 e l’8% rispettivamente per fruttiferi e granoturco da granella; un incremento del 16-21% rispettivamente per patata e ortive e quasi del 30% per la vite; anche il girasole cresce percentualmente molto, ma le superfici irrigue interessate sono modeste.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Le percentuali maggiori di decremento delle superfici irrigate si valutano a Ferrara e Forlì-Cesena (qui l’estensione, esclusa Rimini, è però 1/3-1/4 di quella delle altre province); le percentuali maggiori di incremento si osservano, invece, a Reggio Emilia e Ravenna. Risultano abbastanza stabili le superfici irrigue di riso (di gran lunga la coltura più idroesigente), foraggere avvicendate e prati permanenti e pascoli. Un discorso a parte viene fatto, nel seguito, per il mais verde. Considerando il periodo 1986-2010, si rileva che a un progressivo calo delle colture irrigate, riscontratosi fino agli ultimi anni, si contrappone ora una loro crescita. Tale fenomeno, oltre che essere legato agli incrementi di ortive (+8.000 ha) e vite (+4.000 ha), dipende dalla rilevante espansione (+9.500 ha) del mais verde, utilizzato principalmente come biomassa per produzione energetica e con l’incremento di gran lunga più rilevante riscontrabile a Piacenza. Inoltre, considerando l’elevato numero di impianti a biogas in costruzione/conversione sul territorio regionale (oltre a quelli già esistenti), a breve ci si può quindi attendere un’ulteriore decisa crescita delle superfici coltivate a mais verde, anche in virtù dei prezzi ritenuti remunerativi fissati per tale coltivazione.
PRESSIONI
Descrizione
Scopo
Indica il quantitativo di risorsa idrica consumata dalle utenze e prelevata dai corpi idrici sotterranei e superficiali a livello di provincia per il settore acquedottistico civile.
Stima la necessità di risorsa idrica alle utenze e la pressione di prelievo esercitata sui corpi idrici superficiali e sotterranei per il settore acquedottistico civile.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Consumi alle utenze e pre- DPSIR lievi di acque superficiali e di falda per il settore acquedottistico civile
UNITÀ DI MISURA
Metri cubi, percentuale
FONTE
D/P
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA Stime 1998-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI
Elaborazione dati forniti dalle Agenzie territoriali per i servizi idrici e rifiuti (Aato/Atersir)/Aziende Acquedottistiche
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Consumi alle utenze e prelievi per il settore acquedottistico
161
Grafici e tabelle 600 Prelevati da acque superficiali
Metri cubi (milioni)/anno
Prelevati da acque sotterranee
400
Erogati contabilizzati 300
200
100
0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.7: Evoluzione dei consumi alle utenze e dei volumi prelevati per lâ&#x20AC;&#x2122;approvvigionamento delle reti acquedottistiche civili (stime 1998-2011)
120
100 Metri cubi (milioni)/anno
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
500
80
60
Usi tecnici di potabilizzazione Perdite, usi tecnici di gestione, sottocontazioni e usi non contabilizzati Erogati contabilizzati
40
20
0 PC PR RE MO BO FE RA FC RN Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.8: Valori medi provinciali annuali di erogati contabilizzati, perdite/usi tecnici di gestione/sottocontazioni/usi non contabilizzati e usi tecnici di potabilizzazione (stime su dati 2009-2011)
162
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
120% Erogati contabilizzati per residente servito
115% 110%
Prelevati dall'ambiente per residente servito
105%
Residenti 100%
Residenti serviti
95%
85% 80% 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.9: Andamento degli indicatori relativi al settore acquedottistico civile: popolazione residente e servita, volumi prelevati dall’ambiente ed erogati contabilizzati procapite (stime 1998-2011) Nota: 1998=100
Commento Dei diversi settori d’uso, quello idropotabile civile è quello per il quale le informazioni relative a consumi alle utenze e prelievi dall’ambiente sono note con migliore affidabilità. Dall’analisi dei dati riferiti all’ultimo medio periodo (1998-2011) emerge che i consumi alle utenze sono risultati in leggero incremento per il primo settennio e successivamente, nel secondo settennio, in leggero decremento: sostanzialmente i volumi erogati contabilizzati attuali sono allineati a quelli di inizio periodo di monitoraggio. Un analogo andamento è evidenziabile per i prelievi dall’ambiente, anche se in questo caso la diminuzione è stata minore e i prelievi attuali sono apprezzabilmente superiori a quelli di inizio periodo di monitoraggio. Gli approvvigionamenti avvengono con acque superficiali e sotterranee in proporzioni non dissimili fra loro, circa 45% per le prime e circa 55% per le seconde. Di evidente interesse risulta l’andamento degli indicatori relativi alla popolazione residente e servita e ai consumi e prelievi procapite. Si osserva, in particolare, come la popolazione servita da acquedotto sia valutata con un incremento superiore a circa due punti percentuali rispetto a quello della popolazione residente, per effetto della progressiva estensione delle reti acquedottistiche a coprire areali non serviti e a inglobare acquedotti rurali;
nel futuro non è prevedibile uno scostamento altrettanto significativo, in relazione alla circostanza che la quota di popolazione servita attualmente ha raggiunto valori non distanti dall’unità. Il confronto degli indicatori relativi a consumi e prelievi complessivi e procapite mostra come la più che significativa diminuzione dei consumi procapite, con un evidente disaccoppiamento con l’evoluzione della popolazione, abbia permesso di limitare l’incremento dei prelievi dall’ambiente, compensando l’aumento della popolazione servita, e, anzi, di conseguire una apprezzabile diminuzione nell’ultimo settennio. A scala provinciale la situazione è fortemente differenziata sia con riferimento all’andamento di consumi e prelievi nel decennio, sia alle modalità di approvvigionamento; si rilevano in particolare province decisamente “virtuose” nel contenimento dei consumi e prelievi e altre dove invece i consumi e prelievi procapite non mostrano una significativa diminuzione. Oltre ai valori connessi alle aziende acquedottistiche, sono attualmente stimabili complessivamente circa 5~8 Mm3/anno connessi ai consumi di utenze non servite dalle reti, che si riforniscono autonomamente o con acquedotti rurali privati; l’entità dei prelievi connessi a tali utilizzatori è risultata, nell’ultimo medio periodo, in progressiva riduzione.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
90%
163
PRESSIONI
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Inquinanti sversati per bacino
164
Descrizione
Scopo
Determinazione dei carichi inquinanti di BOD5, azoto e fosforo per la valutazione della pressione esercitata sulla qualità della risorsa idrica. Come principali fattori di generazione dei carichi inquinanti sono state prese in considerazione le seguenti fonti puntuali e diffuse: comparto civile e produttivo, settore agro-zootecnico e apporti al suolo di origine naturale.
Stima dei carichi di sostanze organiche e di nutrienti effettivamente sversati nei diversi bacini idrografici, dopo le eventuali fasi depurative, al fine di individuare i fattori di maggior pressione sulle acque superficiali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Inquinanti sversati per bacino
DPSIR
P
UNITÀ DI MISURA
Tonnellate/anno
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Bacino idrografico DATI
COPERTURA Stime TEMPORALE DATI al 2005-2009
AGGIORNAMENTO DATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Stima dei carichi sversati da fonti di inquinamento puntuali e diffuse mediante utilizzo di dati provenienti da catasti degli scarichi, controlli agli scarichi, censimenti dell’agricoltura, censimenti Istat; calcolo degli apporti al suolo e stima del carico effettivamente sversato nei corpi idrici mediante procedure di regionalizzazione e utilizzo di modellistica (CRITERIA)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle 4.500 Fonti diffuse 4.000
Fonti puntuali 2005 Fonti puntuali 2007
3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500
PO DI VOLANO
CANAL BIANCO
PANARO
SECCHIA
CROSTOLO
ENZA
PARMA
CAVO SISSAABATE
TARO
ARDA
CHIAVENNA
NURE
TREBBIA
TIDONE
ASTA PO
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.10: Carichi annui di BOD5 - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009) 25.000
4.500
Fonti diffuse 4.000
Fonti puntuali 2005
Fonti puntuali 2009 Tonnellate/anno
3.000 15.000 2.500 2.000 10.000 1.500 1.000
Regione (tonnellate/anno)
20.000
Fonti puntuali 2007
3.500
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Tonnellate/anno
Fonti puntuali 2009
5.000
500 0 EmiliaRomagna
VENTENA
CONCA
MARECCHIA
USO
RUBICONE
SAVIO
BEVANO
FIUMI UNITI
LAMONE
CANALE DX RENO
RENO
CAN. BURANANAVIGABILE
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.11: Carichi annui di BOD5 - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
165
2.500 Fonti diffuse Fonti puntuali 2005 2.000
Fonti puntuali 2007
1.500
1.000
PO DI VOLANO
CANAL BIANCO
PANARO
SECCHIA
CROSTOLO
ENZA
PARMA
CAVO SISSAABATE
TARO
ARDA
CHIAVENNA
NURE
TREBBIA
0
TIDONE
500
ASTA PO
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.12: Carichi annui di azoto - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
2.500
20.000 Fonti diffuse
18.000
Fonti puntuali 2005 2.000
16.000
Fonti puntuali 2007
Tonnellate/anno
Fonti puntuali 2009
14.000
1.500
12.000 10.000
1.000
8.000 6.000
500
4.000 2.000
0 EMILIAROMAGNA
VENTENA
CONCA
MARECCHIA
USO
RUBICONE
SAVIO
BEVANO
FIUMI UNITI
LAMONE
CANALE DX RENO
RENO
CAN. BURANANAVIGABILE
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.13: Carichi annui di azoto - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
166
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Regione (tonnellate/anno)
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Tonnellate/anno
Fonti puntuali 2009
500 Fonti diffuse 450
Fonti puntuali 2005
400
Fonti puntuali 2007 Fonti puntuali 2009
Tonnellate/anno
350 300 250 200
100 50
PO DI VOLANO
CANAL BIANCO
PANARO
SECCHIA
CROSTOLO
ENZA
PARMA
CAVO SISSAABATE
TARO
ARDA
CHIAVENNA
NURE
TREBBIA
TIDONE
ASTA PO
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.14: Carichi annui di fosforo - Area ovest (stime al 2005, 2007 e 2009)
500
2.500 Fonti diffuse
450 400
Fonti puntuali 2007
350
Fonti puntuali 2009
2.000
300
1.500
250 200
1.000
150 100
Regione (tonnellate/anno)
Tonnellate/anno
Fonti puntuali 2005
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
150
500
50 0 EMILIAROMAGNA
VENTENA
CONCA
MARECCHIA
USO
RUBICONE
SAVIO
BEVANO
FIUMI UNITI
LAMONE
CANALE DX RENO
RENO
CAN. BURANANAVIGABILE
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.15: Carichi annui di fosforo - Area est e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
167
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Commento
168
Nell’ambito del Piano di Tutela, la Regione EmiliaRomagna ha completato il quadro conoscitivo sui carichi inquinanti puntuali e diffusi rilasciati nei bacini idrografici. Recentemente è stato aggiornato il quadro relativo alle fonti puntuali provenienti dal settore civile (anni 2005, 2007 e 2009). Per quanto riguarda l’inquinamento diffuso, si rappresenta qui solo il carico stimato durante la predisposizione della fase conoscitiva del Piano di Tutela, in quanto si assume che tali valori siano validi nell’arco temporale qui considerato. Come fattori di generazione dei carichi puntuali sono stati presi in considerazione: i reflui dei depuratori (che comprendono scarichi civili e industriali), gli scarichi eventualmente bypassati dai depuratori, i reflui degli scaricatori di piena delle reti fognarie, gli scarichi del comparto civile provenienti da fognature non depurate e i reflui industriali autorizzati allo scarico diretto in acque superficiali. Tra le fonti di inquinamento diffuso sono stati considerati: apporti al suolo di origine antropica, da fonte agricola (reflui zootecnici, uso di fertilizzanti chimici, utilizzo di fanghi di depurazione) e da fonte civile (case sparse non collegate alla rete fognaria) e apporti al suolo di origine naturale (azoto atmosferico, mineralizzato e da suoli incolti). La parte di carico civile su suolo viene considerata
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
carico diffuso, in quanto i recettori di tali scarichi sono quasi sempre piccoli corsi d’acqua a portata ridotta o nulla. Gli apporti di BOD5 derivano da fonti puntuali e diffuse di inquinamento, con una forte prevalenza delle fonti puntuali nel canale Burana Navigabile e Reno, mentre in alcuni bacini romagnoli (Fiumi Uniti, Savio, Rubicone e Uso) è forte la pressione esercitata dalle fonti diffuse a causa della vocazione agro-zootecnica delle aree interessate. Per quanto riguarda i carichi di azoto, la componente diffusa di inquinamento esercita un ruolo significativo per quasi tutti i bacini idrografici, a eccezione di Sissa Abate, Parma, Panaro, Reno e altri minori. Riguardo ai carichi di Fosforo, per molti bacini si nota un significativo contributo delle fonti puntuali di inquinamento (comparto civile e industriale). Fanno eccezione alcuni bacini, in particolare il Marecchia e il Savio, dove la componente agro-zootecnica prevale, mentre per gli altri i contributi provenienti dalle due fonti sostanzialmente si equivalgono. Nel periodo 2005-2009 si è registrata una diminuzione dei carichi provenienti da fonti di tipo puntuale, sversati nei corpi idrici superficiali, rispettivamente del 10%, del 3% e del 16% per i parametri BOD5, azoto e fosforo.
PRESSIONI
Descrizione
Scopo
Sono descritti i carichi di nutrienti (azoto e fosforo) emessi dai principali depuratori di acque reflue urbane con potenzialità superiore a 50.000 AE. I quantitativi di nutrienti emessi dagli impianti di trattamento sono stimati utilizzando le concentrazioni medie rilevate allo scarico e le portate annue effettive di liquame trattato.
Stima dei carichi di nutrienti effettivamente sversati dai depuratori direttamente nei corpi idrici superficiali. L’indicatore fornisce indicazioni precise sul livello di incidenza, in termini di sostanze nutrienti, di ciascun impianto di trattamento di elevata potenzialità sulle acque superficiali e marino costiere.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane (N e P)
DPSIR
P
UNITÀ DI MISURA
Tonnellate/anno
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Impianto di trattamento DATI
COPERTURA Stime TEMPORALE DATI al 2005-2009
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Stima dei carichi sversati dagli impianti di trattamento mediante utilizzo delle informazioni provenienti dai controlli degli scarichi delle acque reflue urbane effettuati da Arpa
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane
169
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.16: Localizzazione degli impianti di potenzialitĂ superiore a 50.000 AE (2009)
170
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
1.000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0
NU OV GI OL O
RE
RE
-R EG
PR
PR
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.17: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005, 2007 e 2009)
7.000 anno 2005 anno 2007 anno 2009
6.000
Tonnellate/anno
5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 - R ARD AV A EN FC NA -C FC ES EN -C A ES EN AT FC ICO -F FC OR -S LI' AV IG NA RN - B NO E LL RN - C ARI A AT TO RN LIC -R A RN IC CI -M ON AR E RN ECC - S HIE . G SE Em IUS ilia TIN -R A om ag na
RA
-M
AS
RA
LO SA
RA
RA
MB
-L
UG
O
A NZ
-F
AE
ER
VIA
NE SI
-C
RA
LF
ON
RA -A
FE
FE
RA
-F
ER
AC
CH
RA
IO
0
OM -C
Regione (tonnellate/anno)
1.000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.18: Emissione di azoto da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
AR M A -P
AR M A -P
O -R ON CO CE SI RE -M AN M O CA -C SA AR LE PI -C OR RE GG IO M O -N AV IG LIO M O -S AS SU OL BO O -C OR TI BO CE -I LL M A OL A -S AN TE RN O
T
ES OV
FO -B OR GO PC
ES
T
RT E
Tonnellate/anno
anno 2005 anno 2007 anno 2009
140 anno 2005 anno 2007 anno 2009
Tonnellate/anno
120 100 80 60 40 20
NO
LA -S
OR
AN
TIC
TE R
EL
LO
A OL -I
M
-S O
-C
AV -N O
M
BO
IG
AS SU O
LIO
IO RE M
BO
M
O
-C
AR
RE
PI
-M
-C
OR
AN C
GG
AS AL E
SI CO ON
-R RE
EG GI -R RE
CE
OV NU OL O
AR M -P PR
AR M -P PR
O
T A
OV A
OF O OR G -B PC
ES
ES
RT E
T
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.19: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area occidentale (stime al 2005, 2007 e 2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
171
Tonnellate/anno
120 100
anno 2005 anno 2007 anno 2009
80 60 40 20
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
FE
-C OM A FE CCH -F IO ER RA RA -A RA LF ON RA SIN -C E ER RA V - F IA AE RA NZ -M A RA AS SA - LU GO LO M BA RA RD -R A AV E NN FC A -C FC ES -C EN ES A EN AT FC ICO -F FC - S ORL AV I' IG NA RN - B NO EL RN LA -C RI A AT T RN OL IC -R RN A I - M CCI ON AR E E RN CC H IE -S . G SE IU EM ST ILI IN AA RO M AG NA
0
Regione (tonnellate/anno)
900 800 700 600 500 400 300 200 100 0
140
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.20: Emissione di fosforo da depuratori - Carichi annui area orientale e regione (stime al 2005, 2007 e 2009)
Tabella 3A.9: Depuratori con potenzialità di progetto > 50.000 AE e bacino recettore dei reflui (2009) Depuratore PIACENZA - BORGOFORTE PARMA OVEST PARMA EST REGGIOLO NUOVO REGGIO EMILIA - MANCASALE REGGIO EMILIA - RONCOCESI CARPI - CORREGGIO MODENA - NAVIGLIO SASSUOLO BOLOGNA - CORTICELLA IMOLA - SANTERNO COMACCHIO - VALLE MOLINO FERRARA ALFONSINE CERVIA FAENZA LUGO MASSA LOMBARDA RAVENNA CESENA CESENATICO FORLI' SAVIGNANO SUL RUBICONE - BASTIA BELLARIA - IGEA MARINA CATTOLICA RICCIONE RIMINI - S. GIUSTINA RIMINI - VIA MARECCHIESE
Potenzialità AE 163.000 168.000 130.000 58.000 280.000 150.000 150.000 500.000 120.000 900.000 75.000 180.000 240.000 100.000 200.000 100.000 270.000 80.000 240.000 197.500 120.000 250.000 130.000 80.000 120.000 180.000 220.000 270.000
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: in blu l’elenco di depuratori dell’area occidentale
172
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Bacino recettore ASTA PO T. PARMA T. PARMA COLL. PRINCIP. (MANTOVANE REGGIANE) T. CROSTOLO T. CROSTOLO F. SECCHIA F. PANARO F. SECCHIA F. RENO F. RENO CAN. BURANA-NAVIGABILE CAN. BURANA-NAVIGABILE CAN. DESTRA RENO SC. VIA CUPA NUOVO F. LAMONE CAN. DESTRA RENO CAN. DESTRA RENO CAN. CANDIANO P.TO CAN. DI CESENATICO P.TO CAN. DI CESENATICO FIUMI UNITI F. RUBICONE F. USO T. VENTENA R. MARANO F. MARECCHIA F. MARECCHIA
Commento del 2005 è imputabile all’impianto di Bologna Corticella, in quanto erano in corso di realizzazione alcuni interventi (comparto di denitrificazione) finalizzati al miglioramento della capacità di rimozione dell’azoto medesimo e, quindi, l’impianto non è stato in grado di funzionare al meglio della sua potenzialità. Altrettanto importanti sono stati i lavori di miglioramento realizzati sempre nell’impianto del capoluogo regionale per l’abbattimento del fosforo (-60% nell’impianto emiliano nel periodo 2005-2009 ); nello stesso periodo si è verificata una riduzione complessiva del carico di fosforo sversato negli impianti considerati di circa il 56%.
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
I maggiori carichi di nutrienti, sia in termini di azoto che di fosforo, provengono dagli impianti di Bologna Corticella e Modena Naviglio, i due depuratori di potenzialità maggiore. Quasi tutti i principali impianti di trattamento sono ubicati a nord della via Emilia (unica eccezione è l’impianto di Sassuolo). I carichi in uscita dalle infrastrutture depurative provengono principalmente dall’area emiliana, con incidenze per l’azoto del 57% nel 2005 e del 61% nel 2007 e 2009, mentre per il fosforo la percentuale del 74% registrata nel 2005 e 2007 si è ridotta al 60% nell’ultimo anno misurato (2009). L’incremento dell’azoto del 2007 rispetto a quello
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
173
BOX 1 - Dal LIM (DLgs 152/99) al LIMeco (DM 260/2010) Ai fini della classificazione dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua il DLgs152/99 prevedeva la valutazione degli elementi chimico-fisici di base attraverso il Livello di Inquinamento dei Macrodescrittori (LIM), indice utilizzato per la classificazione dei corsi d’acqua regionali fino al 2009.
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
Tabella 1: Schema di classificazione per l’indice LIM Parametro
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5
100-OD (% sat.)
≤ 10
≤ 20
≤ 30
≤
>
50
50
BOD5 (O2 mg/l)
<2,5
≤4
COD (O2 mg/l)
<5
≤10
≤15
≤25
>25
NH4 (N mg/l)
<0,03
≤0,10
≤0,50
≤1,50
>1,50
NO3 (N mg/l)
<0,3
≤1,5
≤5
≤10
>10
Fosforo tot. (P mg/l)
<0,07
≤0,15
≤0,30
≤0,60
>0,60
E. coli (UFC/100ml)
<100
≤1.000
≤5.000
≤20.000
>20.000
80
40
20
10
5
480-560
240-475
120-235
60-115
<60
Punteggio L.I.M
≤8
≤15
>15
Il DM 260/2010, attuativo del DLgs 152/06, introduce, con l’indice LIMeco, un nuovo sistema di valutazione della qualità chimico-fisica dei corsi d’acqua utile alla classificazione dello Stato Ecologico ai sensi della Dir 2000/60. Tabella 2: Schema di classificazione per l’indice LIMeco Parametro
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5
Punteggio
1
0,5
0,25
0,125
0
≤ 20
≤ 40
100-OD (% sat.)
≤ 10
≤
80
>
80
NH4 (N mg/l)
< 0,03
≤0,06
≤0,12
≤0,24
> 0,24
NO3 (N mg/l)
< 0,6
≤1,2
≤2,4
≤4,8
> 4,8
Fosforo tot. (P mg/l)
< 0,05
≤0,10
≤0,20
≤0,40
> 0,40
Tabella 3: Conversione del valore medio di LIMeco in Classe di qualità del sito Elevato ≥ 0,66
Buono ≥ 0,50
Sufficiente ≥ 0,33
Scarso ≥ 0,17
Cattivo < 0,17
Questo sistema si differenzia dal precedente per molteplici aspetti: – il LIMeco è incentrato sulla considerazione dell’ossigeno disciolto e dei soli nutrienti, configurandosi come indice di stato trofico, mentre sono esclusi dalla valutazione gli aspetti legati al carico organico e all’inquinamento microbiologico; – l’algoritmo di calcolo è basato sull’attribuzione di un punteggio standardizzato tra 0 e 1, risultato della media dei punteggi “istantanei” dei singoli campionamenti, a loro volta ottenuti come media dei punteggi dei singoli parametri, mentre il LIM si basava sulla considerazione del 75° percentile (valore generalmente più elevato della media, ma al tempo stesso non influenzato da eventuali picchi anomali di concentrazione) e sulla somma dei singoli punteggi conseguiti dai 7 macrodescrittori;
(segue)
174
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ª
(continua)
– ai fini della classificazione, il punteggio complessivo della stazione, espresso come EQR (Ecological Quality Ratio), è confrontato con valori soglia di riferimento, indifferenziati per tipologia fluviale, stabiliti dal CNR IRSA, ma passibili di eventuale revisione all’aumentare dei dati disponibili; – nel LIMeco gli intervalli definiti dai valori soglia tabellari per l’attribuzione dei punteggi ai singoli parametri risultano più ravvicinati, con una generale riduzione delle soglie di qualità peggiore, determinando una minore capacità di differenziazione in classi delle acque di qualità da inferiore a buona (vedi figura 1 e tabella 3). Azoto nitrico (N-NO3 mg/l)
Azoto ammoniacale (N-NH4 mg/l)
Fosforo totale (P mg/l) 0,7
11
1,6
10
0,6
1,4 9
0,5
8
Livello 5 Livello 4 Livello 3 Livello 2 Livello 1
1 0,8 0,6
Livello 5 Livello 4 Livello 3 Livello 2 Livello 1
7 6 5 4
0,3
0,2
3
0,4
Livello 5 Livello 4 Livello 3 Livello 2 Livello 1
0,4
2
0,1
0,2 1
0
0
0
LIM
LIMeco
LIM
LIMeco
LIM
LIMeco
Figura 1: LIM e LIMeco, schemi di classificazione dei nutrienti a confronto
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Pressioni
1,2
175
STATO
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto nitrico
176
Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di trofia dei corsi d’acqua espresso attraverso la concentrazione media annuale dell’azoto nitrico, valutata attraverso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco. La rete di riferimento è composta dalle stazioni situate in chiusura dei bacini idrografici regionali e dei principali bacini pedemontani, nell’ambito della rete regionale di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall’indice LIMeco consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di azoto nitrico, utile per valutare l’entità dell’inquinamento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distribuzione territoriale a livello regionale, la ripartizione percentuale delle stazioni in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecologico buono entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LIMeco.
Legenda Parametro
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5
NO3 (mg/l)
< 0,6
≤ 1,2
≤ 2,4
≤ 4,8
> 4,8
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrienti DPSIR nei corsi d’acqua, azoto nitrico
S
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/litro
Metadati
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle Milligrammi/litro 0,0
4,0
6,0
8,0
2,7 2,2 2,7 3,0 5,5 6,5 0,4 1,1 1,1 5,5 4,6 0,3
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*) TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*) TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) PARMA - (Pannocchia) - 15 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*) ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Casalecchio) - 28 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*) SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
2,0
1,9 1,2 0,4 3,1 0,5 1,5 1,6 3,7 0,6 0,9 0,5 2,2 1,3 1,9 2,0 0,4 1,2 4,4 1,0 1,6 3,7 0,7 4,2 1,0 1,3 3,9 8,3 2,0 0,5 3,7 2,0 0,8 7,7
Valore soglia Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.21: Concentrazione media annuale di azoto nitrico nei principali bacini regionali a confronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011) Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
177
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.22: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di azoto nitrico (2011) Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
178
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
16%
31% 34% Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.23: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrografico per classi di concentrazione (LIMeco) di azoto nitrico (2011)
Commento Per quanto riguarda il contenuto di azoto nitrico nelle acque (figura 3A.21), nei bacini regionali si osserva in modo diffuso la presenza di N-NO3 in concentrazioni superiori alla soglia dell’obiettivo di “buono” ricavato dall’indice LIMeco (1,2 mg/l). Le situazioni più critiche (con valori medi da 4 a 8 mg/l N-NO3) si riscontrano, in particolare, nei bacini idrografici di Boriacco, Tidone, Chiavenna, Arda, Destra Reno, Bevano, Rubicone e Ventena. Dal punto di vista della distribuzione territoriale (figura 3A.22), le concentrazioni di nitrati nelle acque tendono ad aumentare spostandosi da monte verso valle per effetto della crescente antropizzazione e utilizzo agricolo del territorio, per cui, mentre
nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia di “buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini: Trebbia, Nure, Sissa-Abate, Secchia, Fiumi Uniti e Conca. La classificazione delle acque in chiusura di bacino, rispetto al singolo macrodescrittore (figura 3A.23), mostra che nessuna stazione rientra nel Livello 1, il 19% ricade nel Livello 2, il 34% nel Livello 3, il 31% nel Livello 4 e il 16% nel Livello 5. Nel complesso, dunque, solo il 19% dei bacini idrografici raggiunge l’obiettivo di qualità “buono” rispetto alla concentrazione di azoto nitrico, evidenziando la presenza di criticità diffuse sul territorio.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
19%
179
STATO
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, azoto ammoniacale
180
Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di trofia dei corsi d’acqua, espresso attraverso la concentrazione media annuale dell’azoto ammoniacale, valutata attraverso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco. La rete di riferimento è composta dalle stazioni situate in chiusura dei bacini idrografici regionali e dei principali bacini pedemontani, nell’ambito della rete regionale di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall’indice LIMeco consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di azoto ammoniacale, utile per valutare l’entità dell’inquinamento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distribuzione territoriale a livello regionale, la ripartizione percentuale delle stazioni in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecologico “buono” entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LIMeco.
Legenda Parametro
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5
NH4 (mg/l)
< 0,03
≤ 0,06
≤ 0,12
≤ 0,24
> 0,24
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrienti DPSIR nei corsi d’acqua, azoto ammoniacale
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/litro
FONTE
S
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle Milligrammi/litro 0,0
1,0
1,5
2,0
0,19 0,04 0,13 0,10 2,76 0,04 0,01 0,02 0,01 0,92 0,26 0,01 0,02 0,93 0,03 0,08 0,02 0,12 0,05 1,15 0,09 0,08 0,01 0,29 0,11 0,90 1,13 0,05 0,27 1,91
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*) TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*) TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) PARMA - (Pannocchia) - 15 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*) ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Casalecchio) - 28 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*) SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
0,5
0,01 0,12 0,47 0,01 0,47 0,01 0,04 1,27 2,27 19,68 0,01 0,17 0,51 0,01 1,81
Valore soglia Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.24: Concentrazione media annuale di azoto ammoniacale nei principali bacini regionali a confronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011) Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
181
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.25: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di azoto ammoniacale (2011) Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
182
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
16% 50%
19% 6% Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.26: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrografico per classi di concentrazione (LIMeco) di azoto ammoniacale (2011)
Commento Per quanto riguarda il contenuto di azoto ammoniacale nelle acque (figura 3A.24), la situazione dei bacini regionali si presenta fortemente eterogenea: le concentrazioni medie riscontrate variano da molto basse (in diversi casi si rispetta la soglia del primo livello LIMeco di 0,03 mg/l, rappresentativo di condizioni inalterate) fino a picchi estremamente elevati, che superano anche in modo logaritmico la soglia del quinto livello previsto dalla classificazione (0,24 mg/l), segnalando la presenza di situazioni fortemente impattate. Tra le principali criticità si può identificare un primo gruppo di bacini che presenta valori medi annuali prossimi o superiori a 1 mg/l N-NH4 (Chiavenna, Sissa-Abate, Crostolo, Po di Volano, Burana Navigabile, Fossatone) e un secondo gruppo che sfiora o supera i 2 mg/l N-NH4 (Boriacco, Destra Reno, Rubicone, Uso e Ventena). Dal punto di vista della distribuzione territoriale (figura 3A.25), le concentrazioni di ammoniaca nelle acque tendono ad aumentare spostandosi da monte verso valle per effetto della crescente antro-
pizzazione del territorio e dei relativi apporti inquinanti, per cui, mentre nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia del “buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini del Po, Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Fiumi Uniti, Savio e Conca. La classificazione delle acque in chiusura di bacino rispetto al singolo macrodescrittore (figura 3A.26) mostra che il 16% rientra nel Livello 1, il 9% nel Livello 2, il 19% nel Livello 3, il 6% nel Livello 4 e il 50% nel Livello 5. Questo risultato riflette in parte la limitata capacità dell’indice LIMeco di discriminare le acque di media-scarsa qualità a causa dei range estremamente ristretti delle classi, ma indica anche l’elevato tenore di azoto ammoniacale effettivamente presente in molti corsi d’acqua. Nel complesso dei bacini idrografici regionali, rispetto alla concentrazione di azoto ammoniacale, il 25% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”, mentre la metà di essi risultano in condizioni di forte criticità.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
9%
183
STATO
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Concentrazione dei nutrienti nei corsi d’acqua, fosforo totale
184
Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di trofia dei corsi d’acqua espresso attraverso la concentrazione media annuale del fosforo totale, valutata attraverso lo schema classificatorio dell’indice LIMeco. La rete di riferimento è composta dalle stazioni situate in chiusura dei bacini idrografici regionali e dei principali bacini pedemontani, nell’ambito della rete regionale di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60.
La concentrazione media di fosforo totale è confrontata con i valori soglia LIMeco (tabella 4.1.2/a del DM 260/2010), indice utilizzato per la classificazione chimica di base dei corsi d’acqua ai sensi del DLgs 152/06. Attraverso questo riferimento normativo si valuta la qualità ambientale delle acque rispetto al contenuto in fosforo, esprimendola in 5 livelli che variano dall’elevato al cattivo. L’obiettivo fissato dai Piani di gestione è rappresentato dal raggiungimento dello Stato ecologico “buono”, che per la componente chimica in oggetto corrisponde alla soglia di 0,10 mg/l.
Legenda Parametro
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Livello 5
P tot (mg/l)
< 0,05
≤ 0,10
≤ 0,20
≤ 0,40
> 0,40
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrienti DPSIR nei corsi d’acqua, fosforo totale
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/litro
FONTE
S
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle Milligrammi/litro 0,0
0,4
0,6
0,8
1,0
0,11 0,13 0,06 0,05 0,58 0,07 0,01 0,03 0,01 0,34 0,31 0,05 0,02 0,71 0,04 0,18 0,04 0,14 0,04 1,06 0,25 0,06 0,04 0,33 0,09 0,22 0,19 0,04 0,07 0,15
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
PO - (C.S. Giovanni SP ex SS412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (SP p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. Via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Pieve Dugliara) - 7 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) CHIAVENNA - (P.te str.Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*) TARO - (Ponte sul Taro Citerna-Oriano) - 12 (*) TARO - (San Quirico - Trecasali) - 13 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) PARMA - (Pannocchia) - 15 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*) ENZA - (Traversa Cerezzola) - 17 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Vezzano) - 19 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Traversa di Castellarano) - 21 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Briglia Marano-Marano) - 23 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte S.S. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Casalecchio) - 28 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Mulino Rosso) - 31 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*) SAVIO - (P.te S.S. Adriatica) - 37 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te S.S. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
0,2
0,07 0,05 0,12 0,01 0,44 0,04 0,01 0,16 0,16 2,31 0,01 0,26 0,10 0,01 0,36 Valore soglia
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.27: Concentrazione media annuale di fosforo totale nei principali bacini regionali a confronto con il valore soglia, obiettivo di Stato “buono” (2011) Nota: (*) codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
185
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.28: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di fosforo totale (2011) Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
186
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
16%
19%
16%
25% Classe 1
Classe 2
Classe 3
Classe 4
Classe 5
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.29: Ripartizione percentuale dei punti di monitoraggio in chiusura di bacino idrografico per classi di concentrazione (LIMeco) di fosforo totale (2011)
Commento Per quanto riguarda il contenuto di fosforo totale nelle acque (figura 3A.27), tra i bacini regionali si osservano diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di forforo in concentrazioni superiori al doppio della soglia obiettivo di “buono” ricavato dall’indice LIMeco (0,1 mg/l). Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo totale che superano la soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano in particolare nei bacini idrografici di Boriacco, SissaAbate, Crostolo, Bevano e Uso. Dal punto di vista della distribuzione territoriale (figura 3A.28), le concentrazioni di fosforo nelle acque tendono ad aumentare spostandosi da monte verso valle per effetto dei crescenti apporti inquinanti. In particolare, nei bacini in cui incido-
no fonti di pressione puntuale rilevanti, si osserva che, mentre nelle stazioni di bacino pedemontano la soglia del “buono” è rispettata quasi ovunque, nelle stazioni di pianura risultano conformi soltanto i bacini: Bardonezza, Lora-Carogna, Tidone, Trebbia, Nure, Taro, Secchia, Canal Bianco, Reno, Lamone, Fiumi Uniti, Savio, Marano e Conca. La classificazione delle acque in chiusura di bacino, rispetto al singolo macrodescrittore (figura 3A.29), mostra che il 19% rientra nel Livello 1, il 24% nel Livello 2, il 25% nel Livello 3, il 16% nel Livello 4 e il 16% nel Livello 5. Nel complesso dei bacini idrografici regionali, rispetto alla concentrazione di fosforo totale, il 44% raggiunge l’obiettivo di qualità “buono”.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
24%
187
STATO
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Descrizione
188
I prodotti fitosanitari (sostanze attive e loro formulati), utilizzati in agricoltura per consentire elevati standard di qualità nelle produzioni agricole, rappresentano un fattore di pressione rilevante per la risorsa idrica. La presenza di residui nelle acque avviene attraverso processi di scorrimento superficiale, drenaggio laterale o percolazione dalle superfici agricole trattate. La maggior parte di queste sostanze è costituita da molecole di sintesi generalmente pericolose per tutti gli organismi viventi. In funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, queste sostanze possono essere ritrovate nei diversi comparti dell’ambiente (aria, suolo, acqua, sedimenti) e nei prodotti agricoli, e possono costituire un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi, con un impatto immediato e nel lungo termine. Per le elaborazioni sono state considerate solo le stazioni di chiusura di bacino e di sotto-bacino montano dei principali bacini regionali nell’ambito della nuova rete di monitoraggio regionale delle acque superficiali, così come definita nella DGR 350/2010, monitorate con frequenza mensile o trimestrale. Nell’attività di monitoraggio 2011 le sostanze attive analizzate sono state in tutto 69 (con limiti di quantificazione – LOQ – pari a 0,01μg/l, 0,02 μg/l e 0,05 μg/l in funzione della sostanza esaminata), riportate in tabella con la categoria fitoiatrica di appartenenza. L’indicatore è espresso in termini di concentrazione media annua sia per singola sostanza attiva, sia come sommatoria totale. La presenza media annua dei fitofarmaci, definita nel DM 260/10, non deve superare i valori di riferimento (Standard di QualitàSQA-MA ) riportati nella tabella 1/A e nella tabella 1/B del decreto per singola sostanza attiva e il valo-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
re di 1 μg/l come sommatoria totale. L’elaborazione della media è stata determinata come indicato in normativa; se un risultato analitico risulta inferiore al limite di quantificazione viene utilizzato il 50% del valore del limite di quantificazione; nel caso in cui il 90% dei risultati analitici sia sotto il limite di quantificazione non è effettuata la media dei valori. Per la determinazione della sommatoria, come indicato nella normativa, sono stati considerati i soli valori di concentrazione superiori al limite di quantificazione della metodica analitica utilizzata.
Scopo Evidenziare l’entità della pressione agricola in termini di riscontro di residui di fitofarmaci nei corpi idrici superficiali. I fitofarmaci appartengono sia all’elenco delle sostanze chimiche prioritarie, quali sostanze pericolose, e pertanto contribuiscono alla definizione dello stato chimico, sia all’elenco delle sostanze chimiche non prioritarie, contribuendo quindi a supportare l’attribuzione della classe di Stato ecologico. La presenza di residui e i livelli di concentrazione riscontrati nelle acque superficiali rappresentano un aspetto importante che evidenzia la capacità proprie di alcune sostanze di contaminare le acque in funzione delle proprie caratteristiche chemiodinamiche. Sulla base degli esiti del monitoraggio, dell’aggiornamento del reale rischio sugli ecosistemi acquatici, della dismissione di alcune sostanze o dell’immissione sul mercato dell’uso di nuove molecole, ci si orienta a ottimizzare e periodicamente aggiornare la scelta delle sostanze attive da controllare.
Elenco delle sostanze attive monitorate nel 2011 e limiti di quantificazione (LOQ* in µg/l) SOSTANZA ATTIVA
Erbicida Erbicida Erbicida
3,4 DICLOROANILINA ACETAMIPRID ATRAZINA DESETIL (met)
LOQ Categoria (μg/l)
SOSTANZA ATTIVA ALACLOR ACETOCLOR ATRAZINA DESISOPROPIL (met) BENFLURALIN
SOSTANZA ATTIVA 0,01 Erbicida ATRAZINA 0,01 Erbicida ACLONIFEN 0,02 Insetticida AZINFOS METILE
LOQ (μg/l)
0,01
Erbicida
0,01
Insetticida Erbicida Insetticida
LOQ (μg/l) Categoria
0,01 0,01 0,01
Erbicida Erbicida Erbicida
Fungicida AZOXYSTROBIN
0,02
Erbicida
Insetticida BUPROFEZIN Insetticida CLORANTRANILIPROLE Erbicida CLORIDAZON (PIRAZONE) Insetticida CLORPIRIFOS METILE Insetticida DICLORVOS Erbicida DIURON
0,01 Insetticida CARBOFURAN 0,01 Fugicida CYPRODINIL 0,01 Erbicida CLOROTOLURON
0,01 0,01 0,01
0,01 Insetticida DIAZINONE 0,01 Erbicida DIMETENAMIDE-P 0,01 Insetticida ENDOSULFAN ALFA 0,01 Insetticida FENITROTION 0,01 Erbicida ISOPROTURON 0,01 Erbicida LINURON
0,01 Fungicida 0,01 Insetticida 0,01 Insetticida
Erbicida ETOFUMESATE Insetticida IMIDACLOPRID Insetticida LINDANO (GAMMA HCH) Fungicida METALAXIL Insetticida METIDATION Erbicida METRIBUZIN Insetticida PARATION Erbicida PETHOXAMID Fungicida PIRIMETANIL Erbicida PROPANIL Erbicida PROPIZAMIDE Erbicida TERBUTILAZINA DESETIL (met) Erbicida BENTAZONE
0,01 0,01 0,01
0,01 Insetticida 0,01 Erbicida 0,01 Insetticida
BENSULFURON METILE CLORFENVINFOS FLUFENACET CLORPIRIFOS ETILE DICLORAN DIMETOATO ENDOSULFAN BETA FOSALONE LENACIL MALATION
0,01 0,01 0,01
0,01 Erbicida METAMITRON 0,01 Erbicida METOBROMURON 0,01 Erbicida MOLINATE 0,01 Fungicida PENCONAZOLO 0,01 Insetticida PIRIMICARB 0,01 Erbicida PROCIMIDONE 0,01 Erbicida PROPAZINA 0,01 Erbicida SIMAZINA 0,01 Erbicida TIOBENCARB
0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,01
Erbicida Erbicida Erbicida Erbicida Erbicida Fungicida Erbicida Erbicida Erbicida
METAZACLOR METOLACLOR OXADIAZON PENDIMETALIN PROPACLOR PROPICONAZOLO TERBUTILAZINA TRIFLURALIN 2,4 D
0,01 0,01 0,01 0,01 0,01 0,02 0,01 0,01 0,05
0,05
0,05
Erbicida
MECOPROP
0,05
Erbicida
MCPA
0,01 0,01 0,01 0,02 0,01 0,01
Nota: * LOQ = limite di quantificazione
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Fitofarmaci nei corsi d’acqua
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valore medio del periodo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Categoria
189
Grafici e tabelle a)
Microgrammi/litro 0
0,1
0,2
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*)
0,3
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
ARDA - (A Villanova) - 11 (*) SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (s.p. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*) Acetoclor Clorantraniliprolo (DPX E-2Y45) Etofumesate Metamitron Metribuzin Pirazone (cloridazon-iso) SQA-MA
190
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Bensulfuronmetile Dimetenamid-P Flufenacet Metolaclor Oxadiazon Propizamide
b)
Microgrammi/litro 0
0,1
0,2
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
0,4
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*)
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
SAVIO - (San Carlo) - 36 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (s.p. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*) Azoxistrobin
Ciprodinil
Imidacloprid
Metalaxil
Penconazolo
Petoxamide
Pirazone (cloridazon-iso)
Pirimetanil
Pirimicarb
SQA-MA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.30: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni di monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,1 Âľg/l (2011) Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
191
Microgrammi/litro 0
0,1
0,2
0,3
0,4
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (S.P. 89) - 40 (*)
1,6
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
192
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
Diuron
SQA-MA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.31: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni di monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,2 Âľg/l (2011) Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Microgrammi/litro 0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*) PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*) BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni - Bosnasco) - 3 (*) LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*) BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*) TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*) TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*) 1,4
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*) ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*) PARMA - (Colorno) - 16 (*) ENZA - (Brescello) - 18 (*) CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*) SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*) PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*) CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*) PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*) BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*) RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*) DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*) LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*) C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*) F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*) BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*) RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*) USO - (s.p. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*) MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*) 3,4 dicloroanilina Bentazone Desetil terbutilazina Dimetoato Terbutilazina Linuron MCPA (Acido 2,4 MetilCloroFenossiAcetico) Mecoprop SQA
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.32: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni di monitoraggio dei corpi idrici superficiali con SQA di riferimento uguale a 0,5 Âľg/l (2011) Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
193
10
0
20
Numero S.A. 30
40
50
PO - (C.S. Giovanni s.p. ex s.s. 412) - 1 (*)
49
PO - (Pontelagoscuro - Ferrara) - 2 (*)
41
BARDONEZZA - (S.P. p.te C.S.Giovanni-Bosnasco) - 3 (*)
14
LORA - CAROGNA - (Attr. via Malvicino, CSG) - 4 (*)
37
BORIACCO - (A valle di Castel San Giovanni) - 5 (*)
23
TIDONE - (Pontetidone) - 6 (*)
10
TREBBIA - (Foce in Po) - 8 (*) NURE - (Ponte Bagarotto) - 9 (*)
6 2
CHIAVENNA - (P.te str. Caorso-Chiavenna Landi) - 10 (*)
10
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
ARDA - (A Villanova) - 11 (*)
18
SISSA ABATE - (Loc. Fossette di Sissa) - 14 (*)
5
PARMA - (Colorno) - 16 (*)
4
ENZA - (Brescello) - 18 (*)
7
CROSTOLO - (Ponte Baccanello) - 20 (*)
4
SECCHIA - (Ponte Bondanello) - 22 (*)
5
PANARO - (Ponte Bondeno) - 24 (*)
6
CANAL BIANCO - (Ponte s.s. Romea) - 25 (*)
12
PO DI VOLANO - (Codigoro ponte Varano) - 26 (*)
22
BURANA NAV. - (A monte chiusa valle Lepri) - 27 (*)
20
RENO - (Volta Scirocco - Ravenna) - 29 (*)
38
DX RENO - (P.te Zanzi) - 30 (*)
30
LAMONE - (P.te Cento Metri) - 32 (*)
23
C.LE CANDIANO - (Canale Candiano) - 33 (*)
17
F. UNITI - (Ponte Nuovo - Ravenna) - 34 (*)
25
BEVANO - (Casemurate) - 35 (*) SAVIO - (San Carlo) - 36 (*)
17 1
SAVIO - (P.te s.s. Adriatica) - 37 (*)
4
C.LE FOSSATONE - (Cesenatico) - 38 (*)
36
RUBICONE - (Capanni - Rubicone) - 39 (*)
34
USO - (S.P. 89) - 40 (*) MARECCHIA - (Ponte Verucchio) - 41 (*)
6 1
MARECCHIA - (A monte cascata via Tonale) - 42 (*)
8
MARANO - (P.te s.s. 16 S. Lorenzo) - 43 (*) CONCA - (200 m a monte invaso) - 44 (*) VENTENA - (P.te via Emilia-Romagna) - 45 (*)
60
13 3 28
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.33: Numero di Sostanze Attive (S.A.) riscontrate per punto di monitoraggio delle acque superficiali (2011) Nota: * codice stazione di misura (vedi tabella A, pag. 147) ** il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) riportata in figura 3A.34
194
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SUPERFICIALI - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.34: Concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) nei corpi idrici superficiali (2011) Nota: sopra il simbolo della stazione sono riportati i codici stazione (vedi tabella A, pag. 147)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
195
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Commento
196
Sulla base degli esiti del monitoraggio del 2011, relativi alle 39 stazioni di chiusura di bacino e sotto-bacino montano dei principali bacini regionali, la sommatoria dei fitofarmaci in 37 stazioni risulta inferiore allo standard di qualità ambientale previsto, pari a 1 μg/l; solamente nella stazione A Villanova, sul T. Arda (11 - T. Arda), in provincia di Piacenza e S.P.89, sul F. Uso (40 - F. Uso), in provincia di Rimini, si riscontra il superamento del valore soglia (figura 3A.34). Nel 10% delle stazioni, pari a 4, non è stata riscontrata la presenza di nessuna delle sostanze attive ricercate. In ogni caso, nel 74% delle stazioni (29) sono state rilevate concentrazioni di sommatorie di sostanze attive non significative (da 0,01 a 0,2 μg/l); le singole sostanze attive non superano mai il proprio limite di legge (SQA-MA) (0,1 μg/l, 0,2 μg/l e 0,5 μg/l). Queste stazioni sono distribuite su quasi tutto il territorio regionale (figura 3A.34). Le stazioni in cui la concentrazione media annua riscontrata mostra una soglia di attenzione (classe di concentrazione compresa tra 0,2-1 μg/l) sono pari a un 10% (4), presenti nel territorio piacentino, ferrarese e ravennate. Di queste, solo nelle stazioni di Foce in Po, sul F. Trebbia (8 - F. Trebbia) (PC), e Codigoro, Ponte Varano (26 - Po di Volano) (FE), si registrano superamenti del valore soglia (concentrazione media > SQA-MA) delle sostanze attive: Oxadiazon (0,3 μg/l e 0,17 μg/l) e Azoxistrobin (0,4 μg/l) (figura 3A.30a e b).
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Il superamento della sommatoria dei fitofarmaci (>1 μg/l) nella stazione di A Villanova (11 - T. Arda) è ascrivibile soprattutto alla sostanza attiva Bentazone (1,4 μg/l) (concentrazione media > SQAMA) (figura 3A.32), nonostante il superamento del proprio limite di legge anche del Metolachlor (concentrazione media >SQA-MA) (figura 3A.30); mentre, nella stazione s.p. 89 (40 - T. Uso), al superamento della sommatoria contribuisce quasi esclusivamente il Diuron (1,6 μg/l) (concentrazione media > SQA-MA) (figura 3A.31). Le sostanze attive di cui si riscontra presenza più diffusa in tutte le stazioni sono: la Terbutilazina e il suo metabolita (Desetil Terbutilazina), il Metolachlor, l’Oxadiazon, l’Imidacloprid (dovuto probabilmente all’abbassamento del LOQ nel 2011), il Pirazone, l’Azoxystrobin, il Diuron, il Metalaxil, l’Acetochlor, il 3,4 Dicloroanilina (figure 3A.30 e 3A.31). Si evidenzia che i principi attivi riscontrati appartengono soprattutto alla categoria degli erbicidi, tranne l’Azoxystrobin e il Metalaxil (fungicidi) e l’Imidacloprid (insetticida). In figura 3A.34 è rappresentato il numero totale delle sostanze attive riscontrate in ciascuna stazione; gli istogrammi corrispondenti sono indicati con la scala cromatica appartenente alla classe di concentrazione media annua di fitofarmaci (sommatoria) segnalata in figura 3A.34.
STATO
Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corpi idrici lacustri, espresso attraverso la concentrazione media annuale (ottenuta come media ponderata rispetto all’altezza degli strati) nel periodo di piena circolazione alla fine della stagione invernale, misurata negli invasi regionali, nell’ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/09). La concentrazione media annuale è confrontata con i valori soglia della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 per il calcolo del LTLeco, l’indice trofico individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei laghi ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva.
Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall’indice LTLeco (tabella riportata di seguito) consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di fosforo totale, utile per valutare l’entità dell’inquinamento da nutrienti negli invasi e la ripartizione percentuale in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecologico “buono” entro il 2015 che, rispetto all’elemento di qualità parziale considerato, equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LTLeco (macrotipo L2 ≤15 e macrotipo L3 ≤20). Per gli invasi del territorio bolognese (Lago Brasimone e Lago di Suviana) il monitoraggio avviene in anni alterni; a partire dal luglio 2011 è stato avviato nel Lago Brasimone, mentre nel 2012 si è proceduto per il Lago di Suviana.
Individuazione dei livelli per il fosforo totale (μg/l) Valori di fosforo per macrotipi Punteggio L2 (Mignano, Suviana, Ridracoli) L3 (Molato, Brasimone)
Livello1
Livello 2
Livello 3
5
4
3
8
15
>15
12
20
>20
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Concentrazione dei nutrienti negli invasi, fosforo totale
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione dei nutrienti DPSIR negli invasi, fosforo totale
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
S Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 131/08 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazione di fosforo totale nel periodo di piena circolazione alla fine della stagione invernale
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
197
Grafici e tabelle 50 45
Valore soglia Livello 2 per macrotipi L2 ( 15) Valore soglia Livello 2 per macrotipi L3 ( 20)
Microgrammi/litro
40 35 30 25 20 15 10 5 0
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Diga del Molato (PC)
198
Diga di Mignano (PC)
Lago Brasimone (BO)
Invaso di Ridracoli (FC)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.35: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, di fosforo totale nel periodo di massima circolazione negli invasi alla fine della stagione invernale (a confronto con valore soglia Livello 2 - obiettivo di Stato â&#x20AC;&#x153;buonoâ&#x20AC;?) (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SUPERFICIALI - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.36: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione del fosforo totale (2011)
Commento La figura 3A.35 mostra che solo sugli invasi piacentini si sono verificate situazioni di criticità legate alla presenza di fosforo totale; spesso questo nutriente si presenta con concentrazioni molto basse, prossime al limite di quantificazione della metodica analitica
in uso. Come riportato nella mappa di figura 3A.36, la presenza di fosforo totale nelle acque degli invasi rispetta l’obiettivo di qualità buono (Lago Brasimone) e elevato (Invaso di Ridracoli); mentre è sufficiente per Molato e Mignano.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
199
STATO
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Ossigeno disciolto negli invasi Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corpi idrici lacustri, la cui concentrazione dipende dalla temperatura e dalla pressione; si esprime attraverso la concentrazione media annuale (ottenuta come media ponderata rispetto all’altezza degli strati considerati) nel periodo di fine stratificazione (periodo estivo), misurata nei cinque invasi artificiali regionali, nell’ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/09). La concentrazione media annuale è confrontata con i valori soglia della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 per il calcolo del LTLeco, l’indice trofico individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei laghi ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva.
Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall’indice LTLeco (tabella riportata di seguito) consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente all’ossigeno disciolto (% saturazione), utile per valutare eventuali condizioni di ipossia nei cinque invasi regionali e la ripartizione percentuale in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecologico “buono” entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LTLeco (ossigeno >40% e <80%). Per gli invasi del territorio bolognese (Lago Brasimone e Lago di Suviana) il monitoraggio avviene in anni alterni; a partire dal luglio 2011 è stato avviato nel Lago Brasimone, mentre nel 2012 si è proceduto per il Lago di Suviana.
Individuazione dei livelli per l’ossigeno disciolto (% saturazione) Valori di Ossigeno disciolto Punteggio Tutti gli invasi
Livello1
Livello 2
Livello 3
5 >80
4 >40 <80
3 <40
Metadati
200
NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno disciolto negli invasi
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Percentuale saturazione
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 131/08 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazione dell’ossigeno disciolto alla fine del periodo di stratificazione (stagione estiva)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle 90 80 70
Valore soglia Livello 2 per tutti i macrotipi (>40 e <80)
Percentuale
60 50 40 30
10 0 Diga del Molato (PC)
Diga di Mignano (PC)
Lago Brasimone (BO) Invaso Di Ridracoli (FC)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.37: Concentrazione media annuale, ottenuta come media ponderata, dell’ossigeno ipolimnico (% saturazione) alla fine del periodo di stratificazione negli invasi (a confronto con valore soglia Livello 2 - obiettivo di Stato “buono”) (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
20
201
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.38: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di concentrazione dell’ossigeno ipolimnico (2011)
Commento La figura 3A.37 mostra che solo per la Diga di Mignano si sono verificate situazioni di criticità legate a carenza di ossigeno (inferiore al limite di soglia del Livello 2), che portano a una qualità sufficiente.
202
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Come riportato nella mappa di figura 3A.38, la buona ossigenazione nelle acque degli invasi rispetta l’obiettivo di qualità “buono” (Molato e Ridracoli) o elevato (Brasimone).
STATO
Descrizione
Scopo
Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corpi idrici lacustri, che individua lo spessore della zona eufotica, quella dove si svolgono i processi di fotosintesi; si esprime attraverso il valore medio annuale, misurato nei cinque invasi artificiali regionali, nell’ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60 (DGR 350/09). Il valore medio annuale è confrontato con i valori soglia, diversificati per macrotipi lacustri, della tabella 4.2.2/d del DM 260/2010 per il calcolo del LTLeco, l’indice trofico individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei laghi ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva.
Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall’indice LTLeco (tabella riportata di seguito) consente di ottenere una classificazione parziale delle acque unicamente rispetto alla trasparenza, utile per valutare la presenza di microalghe (fitoplancton) nei cinque invasi regionali e la ripartizione percentuale in classi di concentrazione. L’obiettivo normativo fissato è il raggiungimento dello Stato ecologico “buono” entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LTLeco (macrotipo L2 ≥5,5 e macrotipo L3 ≥3). Per gli invasi del territorio bolognese (Lago Brasimone e Lago di Suviana) il monitoraggio avviene in anni alterni; a partire dal luglio 2011 è stato avviato nel Lago Brasimone, mentre nel 2012 si è proceduto per il Lago di Suviana.
Individuazione dei livelli per la trasparenza (m) Valori di trasparenza per macrotipi Punteggio L2 (Mignano, Suviana, Ridracoli) L3 (Molato, Brasimone)
Livello1
Livello 2
Livello 3
5
4
3
10
5,5
<5,5
6
3
<3
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Trasparenza negli invasi
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Trasparenza negli invasi
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Metri
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 131/08 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Media annuale
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
203
Grafici e tabelle 6
Valore soglia Livello 2 per macrotipi L2 ( 5,5)
5
Valore soglia Livello 2 per macrotipi L3 ( 3)
Metri
4
3
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
2
204
1
0 Diga del Molato (PC)
Diga di Mignano (PC)
Lago Brasimone (BO)
Invaso di Ridracoli (FC)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.39: Valore medio annuale della trasparenza negli invasi (a confronto con valore soglia Livello 2 - obiettivo di Stato â&#x20AC;&#x153;buonoâ&#x20AC;?) (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SUPERFICIALI - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.40: Distribuzione territoriale degli invasi e relativa classe di valore della trasparenza (2011)
Commento La figura 3A.39 mostra che in quasi tutti gli invasi regionali, tranne per il Lago Brasimone, si sono verificate situazioni di criticità legate alla trasparenza, con valori nettamente inferiori alla soglia di riferimento del Livello 2 dell’indice LTLeco; questa condizione è probabilmente legata alle operazioni di gestione degli invasi, quali svaso/manutenzione, che porta-
no a frequenti movimentazioni dei volumi d’acqua con risospensione dei materiali sedimentati, e alla cospicua vegetazione spondale. Come riportato nella mappa di figura 3A.40, la trasparenza nelle acque degli invasi rispetta l’obiettivo di qualità buono solo per il Lago Brasimone, mentre per gli altri invasi (Mignano, Molato e Ridracoli) si registra una qualità scarsa.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
205
STATO
Stato morfologico Descrizione
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Misura il grado di alterazione morfologica delle aste principali del reticolo idrografico naturale. Il Decreto 8 novembre 2010, n. 260 prevede le 2 classi di stato morfologico:
206
IQ M 0,85 ≤ IQM ≥ 1,00 IQM < 0,85
STATO ELEVATO NON ELEVATO
Le modalità di valutazione dell’Indice di Qualità Morfologica (IQM) sono riportate nel documento di Ispra “Manuale tecnico-operativo per la valutazione ed il monitoraggio dello stato morfologico dei corsi d’acqua”, Versione 1-Marzo 2011 (nel seguito “Manuale”). Dei 28 indicatori considerati nell’IQM: 13 sono “di funzionalità”, cioè valutano le forme fluviali e la funzionalità dei processi connessi al flusso del materiale d’alveo; 12 sono di “artificialità” e sono legati all’esistenza di opere trasversali e longitudinali e di interventi; gli ultimi 3, inerenti le “variazioni morfologiche” intervenute dagli anni 60 in poi, considerano modificazioni quali la semplificazione delle forme, i restringimenti e gli approfondimenti. Ogni indicatore è solitamente valutato considerando 3 possibili condizioni ad alterazione crescente: bassa o nulla, media e forte. Le condizioni morfologiche di un’asta sono legate al flusso e alla presenza del materiale solido (massi, ciottoli, ghiaia e sabbia). Quando essi sono entrambi abbondanti, in quanto non limitati da manufatti trasversali e/o longitudinali o da eccessive estrazioni, gli alvei presentano condizioni morfologiche solitamente buone, cioè naturali, e quindi i proces-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
si biologici e di autodepurazione, la flora spondale e la fauna ne beneficiano notevolmente. Sulla base dei valori dell’IQM si definiscono, più in generale, le classi di qualità morfologica. I valori previsti dal “Manuale” sono forniti nella tabella sottostante. Relazione tra IQM e classe di qualità morfologica IQ M 0,0 ≤ IQM < 0,3 0,3 ≤ IQM < 0,5 0,5 ≤ IQM < 0,7 0,7 ≤ IQM < 0,85 0,85 ≤ IQM < 1,0
CLASSE DI Q UALITÀ PESSIMO O CATTIVO SCADENTE O SCARSO MODERATO O SUFFICIENTE BUONO ELEVATO
Come si osserva Stato morfologico “elevato” e Classe di qualità morfologica “elevato” corrispondono allo stesso intervallo di valori IQM.
Scopo Lo Stato morfologico da Decreto 8 novembre 2010, n. 260 serve per la classificazione delle acque in Stato ecologico elevato, nel senso che un corpo idrico è tale solo se anche lo Stato morfologico è elevato. L’IQM e gli indicatori raccolti per la sua valutazione servono per l’individuazione dei corpi idrici fortemente modificati (HMWB), sulla base della metodologia Ispra esistente. L’IQM e gli indicatori raccolti di funzionalità, artificialità e variazioni morfologiche sono essenziali nella fase di valutazione delle azioni da intraprendere per il miglioramento della componente morfologica delle aste naturali.
NOME DELL’INDICATORE
Stato morfologico
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Classe di qualità morfologica
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2012 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Esennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CE DM 260/2010
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Lo stato morfologico (elevato, non elevato) ha alla base la classe di qualità morfologica (elevato, buono, moderato, scadente, pessimo), che è funzione del valore dell’Indice di Qualità Morfologica (IQM). L’Indice di Qualità Morfologica viene valutato sui tratti morfologicamente omogenei precedentemente individuati della rete idrografica naturale tipizzata della regione. Per il suo calcolo vengono considerati 28 indicatori, che valutano lo stato di alterazione del tratto rispetto alla funzionalità, alla artificializzazione e alle variazioni morfologiche intercorse negli ultimi 60 anni. Parte degli indicatori sono valutati ”a tavolino”, altri richiedono una verifica di campo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Metadati
207
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.41: Classe di qualitĂ morfologica dei tratti morfologicamente omogenei del reticolo naturale tipizzato della regione (2012) Nota: qualitĂ elevata corrisponde a Stato morfologico elevato
208
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
450 384
350
343
300
267
250
258 226
200 150
145 86
100 45
50
7
7
0 Elevato
Buono Affluenti del Po
Moderato
Scadente
Pessimo
Affluenti diretti dell'Adriatico
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.42: Classe di qualità morfologica dei tratti morfologicamente omogenei della rete naturale tipizzata sui 2 ambiti principali della regione (2012)
Commento I tratti della rete naturale principale in qualità morfologica “elevata” e, quindi, in Stato morfologico “elevato” sono 488 su 1.769 (28%) e sono localizzati principalmente, come è logico attendersi, nella fascia montana della regione. I pochi tratti in stato “pessimo” (meno dell’1%) sono relativi quasi sempre ad ambiti, prevalentemente o completamente, tombinati o cementati al fondo e alle sponde, sono di ridotta lunghezza e all’interno di areali urbani, spesso su alvei di ridotta ampiezza. I tratti con qualità morfologica “scadente” sono frequenti nella pianura, soprattutto sulla porzione bolognese-romagnola. Tra i grossi bacini, quelli che presentano mediamen-
te un Indice di Qualità Morfologica più elevato sui loro tratti sono: Taro, Parma ed Enza. Tra i diversi indicatori che concorrono all’IQM, quelli più critici sono relativi alle “variazioni morfologiche”, intervenute sulla rete idrografica negli ultimi 60 anni, con la progressiva e frequente tendenza verso fenomeni di “canalizzazione” (restringimenti, semplificazione delle forme e approfondimenti). Tali effetti sono conseguenti alla grande quantità di manufatti trasversali realizzati (briglie, soglie e traverse), che ostacolano il flusso verso valle del materiale solido e soprattutto alle massicce estrazioni di inerti effettuate sui tratti fluviali delle fasce collinari e dell’alta pianura.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Stato
N. tratti morfologicamente omogenei
400
209
RISPOSTE
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
AE serviti e depurati negli agglomerati ≥200
210
Descrizione
Scopo
In base alla copertura fognaria presente per ciascuna località dell’Emilia-Romagna e del successivo trattamento depurativo, effettuato presso gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, è stato possibile ricostruire la percentuale di Abitanti Equivalenti nominali serviti da fognatura e depurazione negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE.
Valutare il grado di copertura fognaria presente negli agglomerati urbani e individuare la quota parte che subisce un trattamento depurativo prima dello scarico finale.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
AE serviti e depurati negli agglomerati ≥ 200
DPSIR
R
UNITÀ DI MISURA
AE
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2005-2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valutazione del livello di copertura fognaria e depurativa presente negli agglomerati di consistenza ≥ 200 AE
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle
Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna ForlĂŹ-Cesena Rimini Emilia-Romagna
AE nominali 311.199 603.448 486.927 827.791 1.105.777 527.957 912.306 543.841 840.194 6.159.440
AE serviti 310.979 580.329 468.060 827.259 1.100.812 523.992 901.436 528.481 839.698 6.081.046
% serviti 100 96 96 100 100 99 99 97 100 99
AE depurati 307.249 575.602 459.167 823.362 1.082.018 508.175 877.976 491.441 836.907 5.961.897
% depurati 99 95 94 99 98 96 96 90 100 97
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.11: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regione suddivisi per provincia (2007) Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna ForlĂŹ-Cesena Rimini Emilia-Romagna
AE nominali 302.996 595.672 486.594 828.066 1.108.288 518.172 912.114 540.544 840.733 6.133.179
AE serviti 302.996 572.787 467.033 825.291 1.102.591 513.631 900.965 525.517 840.292 6.051.104
% serviti 100 96 96 100 99 99 99 97 100 99
AE depurati 301.846 571.655 463.285 823.808 1.092.157 507.814 884.326 506.130 839.914 5.990.935
% depurati 100 96 95 99 99 98 97 94 100 98
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Tabella 3A.10: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regione suddivisi per provincia (2005)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3A.12: Copertura fognaria e depurativa espressa in AE degli agglomerati presenti in regione suddivisi per provincia (2009) Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna ForlĂŹ-Cesena Rimini Emilia-Romagna
AE nominali 313.347 593.726 469.004 799.849 1.106.512 517.531 911.335 532.725 849.833 6.093.862
AE serviti 313.347 571.306 449.443 799.114 1.101.751 514.036 900.176 522.671 849.619 6.021.464
% serviti 100 96 96 100 100 99 99 98 100 99
AE depurati 312.211 570.367 445.695 795.530 1.092.217 508.538 892.540 503.905 849.195 5.970.198
% depurati 100 96 95 99 99 98 98 95 100 98
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
211
1.200.000
7.000.000 AE nominali AE serviti AE depurati
1.000.000
6.000.000 5.000.000 4.000.000
600.000 3.000.000
AE (regione)
AE (provincia)
800.000
400.000 2.000.000 200.000
1.000.000
212
na -R
om
ag
ini Em
ilia
es rlìC Fo
Rim
en a
nn a ve Ra
rra ra Fe
na
en a
log Bo
io Re
gg
Mo d
ilia Em
rm a Pa
ce
nz a
0
Pia
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
0
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.43: AE nominali, serviti e depurati, negli agglomerati di consistenza superiore o uguale a 200 AE (2009)
Commento La percentuale degli AE serviti da rete fognaria in Emilia-Romagna si attesta su valori molto alti (circa il 99%) e analogamente il dato viene registrato per gli AE depurati da impianti di trattamento delle acque reflue urbane (98%). Visto l’elevato grado di
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
copertura fognaria, non è stato possibile, in questi ultimi anni, avere un miglioramento delle percentuali riscontrate nel 2005, mentre per quanto riguarda la depurazione si è passati dal 97% al 98% sempre nel periodo 2005-2009.
RISPOSTE
Descrizione
Scopo
Individuazione della potenzialità di progetto e della tipologia di trattamento effettuata negli impianti di depurazione delle acque reflue urbane
La conoscenza del numero degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane, della loro potenzialità di progetto e della tipologia di trattamento depurativo effettuato ci permette di conoscere il grado di risposta, messo in campo da parte del servizio idrico integrato, alle esigenze di riduzione dei carichi inquinanti, generati dalle pressioni antropiche, nei corpi idrici superficiali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Impianti di depurazione acque reflue urbane
DPSIR
R
UNITÀ DI MISURA
N. impianti, AE
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DGR 1053/03
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Numero di impianti di trattamento delle acque reflue urbane per tipologia di trattamento e rispettivi valori di potenzialità di progetto
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Impianti di depurazione acque reflue urbane
213
Grafici e tabelle Tabella 3A.13: Numero degli impianti di trattamento suddivisi per tipologia di trattamento e potenzialità di progetto (2009) Classe potenzialità (AE) 0-1.999 2.000-10.000 10.001-49.999 50.000-100.000 >100.000 Totale
I (n) 1.471 0 0 0 0 1.471
Numero impianti II III (n) (n) 414 93 6 1 0 514
12 82 54 7 22 177
tot (n) 1.897 175 60 8 22 2.162
I (AE) 208.630 0 0 0 0 208.630
Potenzialità di progetto II III tot (AE) (AE) (AE) 210.076 8.260 426.966 387.065 476.415 863.480 98.000 1.125.600 1.223.600 80.000 513.000 593.000 0 5.178.833 5.178.833 775.141 7.302.108 8.285.879
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Numero impianti 0,4% 1,0%
2,8%
AE 0 – 1.999
8,1%
2.000 - 10.000 10.001 - 49.999 50.000 – 100.000 >100.000
87,7%
AE progetto AE
5,2%
0 – 1.999 2.000 - 10.000
10,4%
10.001 - 49.999
14,8%
50.000 – 100.000 >100.000
7,2% 62,5% Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.44: Ripartizione percentuale degli impianti di trattamento per tipologia di trattamento e potenzialità di progetto (2009)
214
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.45: Ubicazione dei principali impianti di trattamento con potenzialitĂ di progetto superiore a 2.000 AE per bacino idrografico (2009)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
215
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Commento
216
In ambito regionale sono stati censiti 2.162 impianti di depurazione delle acque reflue urbane. Detti impianti comprendono diverse tipologie di trattamento da quelle più semplificate a quelle più complesse, tipiche dei grandi sistemi consortili. Essi risultano avere complessivamente una potenzialità di progetto di circa 8,25 milioni di AE e risultano trattare oltre 6 milioni di AE, considerando il carico trattato nel periodo di punta, assunto come significativo per tutte le elaborazioni condotte negli studi di settore. Gli impianti appartenenti alle classi di potenzialità superiore a 10.000 AE, pur essendo in numero ridotto rispetto al totale (circa 4%), possiedono una capacità depurativa pari all’85% del totale. Nella tabella 3A.16 viene indicato il numero, assieme alla rispettiva potenzialità di progetto, degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane presenti nel territorio regionale, suddivisi per tipo-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
logia di trattamento. Tra gli impianti di I livello vengono considerate le fosse Imhoff, le fosse settiche e gli altri trattamenti di tipo primario. Appartengono al II livello tutti i trattamenti biologici, quali i fanghi attivi, i biodischi e i letti percolatori, mentre gli impianti che, oltre a effettuare un trattamento secondario, possiedono processi di defosfatazione e/o denitrificazione sono inclusi nel III livello. Come si può osservare nella stessa tabella, in Emilia-Romagna vi sono 1.471 impianti che possiedono solo un trattamento primario (per una capacità pari al 3% del valore complessivo), 514 presentano un trattamento equivalente al secondario e gli altri 177 trattamenti più avanzati per la rimozione dei nutrienti. Tra questi ultimi, 73 presentano solo la rimozione dell’azoto (DeN), 10 hanno il solo trattamento per il fosforo (DeP), mentre 94 prevedono entrambe le fasi di trattamento di denitrificazione e defosfatazione (DeN + DeP).
RISPOSTE
Descrizione Viene valutato il numero di impianti di trattamento delle acque reflue urbane conformi ai requisiti richiesti nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06. In base alle analisi effettuate dalle Sezioni provinciali Arpa e dagli Enti gestori nell’anno 2009 è stata valutata la conformità, rispetto ai valori limite previsti dalla Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06, per ciascun impianto analizzato, sulla base di quanto disposto dal decreto. Riguardo alla valutazione della conformità ai valori limite della Tabella 1, occorre fare riferimento al numero massimo di campioni (vedi tabella di seguito riportata) per i quali è ammesso il superamento, fatto salvo il superamento per il singolo campione del 100% per il BOD5 e il COD e del 150% per i SST. Nell’attuazione pratica di tale criterio, ci si è attenuti a quanto previsto dall’Allegato I - D punto 4 della direttiva 91/271/CEE: “le acque reflue trattate si presumono conformi ai relativi parametri se, per ogni
relativo parametro singolarmente considerato, i campioni dell’acqua mostrano che essa soddisfa il rispettivo valore parametrico ……”. Esempio applicativo: • n. campioni effettuati: 24; • n. campioni per i quali è consentito il superamento: 3; • n. campioni superati: 1 per il COD, 2 per il BOD5, 1 per i SST. Impianto conforme; • n. campioni superati: 1 per il COD, 4 per il BOD5, 1 per i SST. Impianto non conforme per il BOD5.
Scopo Il decreto 152/06 prevede, nella parte III - titolo III sulla tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi, che tutti gli scarichi di acque reflue urbane siano disciplinati in funzione del rispetto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e debbano comunque rispettare i valori limite previsti nell’Allegato 5 alla parte III del decreto.
Numero di campioni prelevati per i quali è ammesso il superamento Numero di campioni prelevati durante l’anno
Numero massimo consentito di campioni non conformi
4-7
1
8-16
2
17-28
3
29-40 41-53
4 5
54-67
6
68-81
7
82-95
8
96-110 111-125
9 10
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Conformità impianti di trattamento
217
NOME DELL’INDICATORE
Conformità impianti di trattamento (Tab. 1 DLgs 152/06)
DPSIR
R
UNITÀ DI MISURA
Percentuale
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2005, 2007, 2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Biennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valutazione di confomità degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane a livello regionale
Grafici e tabelle 100% 99% 98% 97% Percentuale
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Metadati
96% 95% 94% 93% 92% 91% 2005
2007
2009
Conformi Non conformi Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.46: Percentuale di impianti di trattamento delle acque reflue urbane risultati conformi a quanto previsto nella Tabella 1 dell’Allegato 5 del DLgs 152/06 (2005, 2007 e 2009)
218
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
I dati fanno riferimento alle comunicazioni che la Regione Emilia-Romagna ha effettuato negli anni 2005, 2007 e 2009 al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla Commissione europea. La percentuale di impianti conformi si è attestata in questi ultimi anni (2005, 2007 e 2009), verso valori molto elevati, sempre superiori al 94% (vedi istogramma). Con riferimento al sistema dei controlli per l’anno 2009, relativamente alla Tabella 1 del DLgs 152/2006, si evidenzia quanto segue: – tutti i 221 impianti, che presentano un trattamento di livello secondario, a servizio degli agglomerati di consistenza superiore o uguale a
2.000 AE con recapito in area sensibile o in bacino drenante, sono stati oggetto delle procedure di controllo sopra richiamate in coerenza con il DLgs 152/06; – 11 impianti sono risultati non conformi: sono state determinate 8 analisi che superavano del 150% il limite previsto in Tabella 1 del DLgs 152/06 per il parametro SST, 3 analisi di COD > 100% del valore limite e 5 analisi superiori al 100% del BOD5; – nessun impianto ha superato il numero massimo consentito di campioni non conformi in rapporto al numero di misure effettuate, come da tabella specifica contenuta nell’Allegato 5 del DLgs 152/06.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SUPERFICIALI - Risposte
Commento
219
Riferimenti
Q
Autori
Donatella FERRI (1), Gisella FERRONI (1), Gabriele BARDASI (1), Emanuele DAL BIANCO (1), Daniele CRISTOFORI (1), Paolo SPEZZANI (1), Silvia FRANCESCHINI (2) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA, (2) ARPA RE
Q
Bibliografia
Q
Sitografia
1. Decreto n. 131 del 16 giugno 2008, Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici e analisi delle pressioni) 2. Decreto n. 56 del 14 Aprile 2009, Criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento 3. Decreto n. 260 del 8 novembre 2010, Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali e per la modifica delle norme tecniche del DLgs 152/06 etc. 4. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). “Directive of the European Parliament and of the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field of water policy”, OJ L327, 22 Dec 2000, pp 1-73 5. Direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque 6. Direttiva 2009/90/CE che stabilisce specifiche tecniche per l’analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque 7. European Commission. Guidance n. 19 on Surface water chemical monitoring for the water frame directory Technical Report 2009 - 025 8. Regione Emilia-Romagna (2010). Delibera di Giunta n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attività della Regione Emilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai fini della redazione e adozione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino settentrionale e Appennino centrale: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione
ACQUE SUPERFICIALI
1. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/Acqua/generale_678.asp 2. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/generale/generale_1177.asp
220
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque sotterranee
capitolo 6 3B
INDICE Introduzione Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p.
224
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
224
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
226
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
228
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
256
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
260
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
260
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
260
Indicatori
ACQUE SOTTERRANEE
Riferimenti
222
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Agglomerati urbani â&#x2030;Ľ 200 AE
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 148)
Scarichi in corpo idrico superficiale
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 154)
Pag.
Trend
Copertura temporale
Copertura spaziale
Distribuzione territoriale della popolazione
Vedi capitolo Rischio sismico (pag. 793)
Terreni irrigati
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 157)
Uso del suolo
Vedi capitolo Suolo (pag. 702)
Consumo di suolo
Vedi capitolo Suolo (pag. 706)
Consumi alle utenze e prelievi acque superficiali e di falda per il settore acquedottistico civile
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 161)
Inquinanti sversati per bacino
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 164)
Emissione di nutrienti da depuratori di acque reflue urbane (N e P)
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 169)
Uso di fertilizzanti
Vedi capitolo Suolo (pag. 711)
Uso di fitofarmaci
Vedi capitolo Suolo (pag. 715)
Nitrati in acque sotterranee
Regione
2011
228
Organoalogenati in acque sotterranee
Regione
2011
235
Fitofarmaci in acque sotterranee
Regione
2011
242
Livello delle acque sotterranee
Regione
2010
249
Regione
1992-2000 2002-2006
256
Subsidenza
Tema ambientale:
QualitĂ dei corpi idrici Risorse idriche e usi sostenibili Subsidenza
ACQUE SOTTERRANEE
PRESSIONI STATO
Altre aree tematiche interessate
Tema ambientale
DPSIR
DETERMINANTI
IMPATTO
SINOTTICO DEGLI INDICATORI Nome indicatore / Indice
QUADRO
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
223
Introduzione
Q
Messaggio chiave I nitrati sono inquinanti di origine antropica che mettono a rischio lo stato chimico delle acque sotterranee. La loro presenza è dovuta prevalentemente all’uso di fertilizzanti azotati e allo smaltimento di reflui zootecnici: in regione le concentrazioni sono particolarmente rilevanti nei corpi idrici sotterranei pedeappenninici (conoidi alluvionali), dove avviene anche la ricarica delle acque sotterranee profonde, e nell’acquifero freatico di pianura. Le maggiori concentrazioni, oltre i limiti normativi, si riscontrano in diverse conoidi emiliane (Panaro, Tiepido, Secchia, Parma, Nure, Tidone) e, con minore estensione areale, in alcune conoidi romagnole. Nelle sorgenti rappresentative dei corpi idrici montani, monitorate nel 2011 per la prima volta, le concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori ai limiti normativi. Una corretta definizione dei valori di fondo delle sostanze chimiche di origine naturale di ogni corpo idrico sotterraneo è fondamentale per una corretta individuazione degli impatti di origine antropica. Negli acquiferi profondi e confinati di pianura dell’Emilia-Romagna, infatti, si riscontrano concentrazioni anche molto elevate di sostanze di origine naturale come i metalli (ferro, manganese, arsenico), lo ione ammonio o i solfati. Il livello delle falde, o piezometria, è necessario per calcolare lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei. Tale parametro, risultante dalla sommatoria degli effetti di tipo antropico (prelievi) e naturale (ricarica delle falde), si distribuisce territorialmente, a scala regionale, con valori elevati nelle zone di margine appenninico (conoidi), che si attenuano passando alla pianura alluvionale, fino alla zona costiera. Questo andamento generale naturale è però interrotto da una depressione piezometrica presente nella conoide RenoLavino, conseguenza dei consistenti prelievi effettuati su di essa negli anni 50-60 del secolo scorso e ancora oggi piuttosto evidente. Il monitoraggio anche automatico dei livelli di falda è indispensabile a supportare le scelte per una gestione sostenibile della risorsa idrica sotterranea.
ACQUE SOTTERRANEE
I cambiamenti climatici, con calo delle precipitazioni, periodi siccitosi sempre più frequenti e prolungati e con conseguente incremento dei prelievi a uso irriguo, associati all’impermeabilizzazione del suolo nelle aree di ricarica, possono ridurre la ricarica degli acquiferi nel tempo e innescare o aumentare il fenomeno della subsidenza, o abbassamento del suolo. Tuttavia, in Emilia-Romagna, in base all’ultimo rilievo relativo al periodo 2002-2006, si registra una generale attenuazione del fenomeno. Il territorio bolognese presenta ancora i tassi di abbassamento più elevati, pur se in netta diminuzione rispetto al passato. Non sembrano esserci, invece, variazioni significative per le delicate aree litoranee.
224
Q
Sintesi
Il monitoraggio delle acque sotterranee, sia quantitativo che chimico, è stato adeguato nel 2010 alle direttive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE, definendo nuovi corpi idrici, che rispetto al passato coprono l’intero territorio regionale, e nuovi programmi di monitoraggio che vanno dal 2010 al 2015. Lo stato complessivo di ciascun corpo idrico sotterraneo è defi-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
nito dall’integrazione dello stato chimico con quello quantitativo. Lo stato chimico viene rappresentato dalla qualità delle acque sotterranee, che può essere influenzata sia dalla presenza di sostanze inquinanti, attribuibili principalmente ad attività antropiche, sia da meccanismi idrochimici naturali che ne modificano la qualità riducen-
termini quantitativi, ovvero prelievo di acque e ricarica naturale delle falde medesime. La distribuzione areale della piezometria evidenzia il caratteristico andamento del livello delle acque sotterranee, con valori elevati nelle zone di margine appenninico, che si attenuano poi passando dalle conoidi libere, che rappresentano la zona di ricarica diretta delle acque sotterranee profonde da parte dei corsi d’acqua, alle zone di pianura alluvionale, fino ad arrivare a quote negative nella zona costiera. Questo andamento generale, con gradienti piezometrici differenti, più elevati nelle zone delle conoidi emiliane rispetto a quelle romagnole, è interrotto dalla conoide Reno-Lavino, che presenta in prossimità del margine appenninico valori negativi a formare una depressione piezometrica che si amplia arealmente con la profondità, ovvero negli acquiferi liberi e confinati inferiori. Ciò costituisce l’impatto, ancora oggi molto evidente, prodotto dai consistenti prelievi effettuati negli anni 50-60 del secolo scorso nella conoide medesima. In questo caso, la soggiacenza raggiunge valori di circa 60-65 m dal piano campagna, evidenziando uno spessore di acquifero insaturo rilevante sottostante l’alveo del fiume Reno. La distribuzione della soggiacenza evidenzia situazioni molto meno accentuate rispetto a quella del Reno anche in altre conoidi, come ad esempio nel Trebbia, Taro, Secchia, Panaro, e in alcune conoidi romagnole, frutto dei prelievi per i diversi usi della risorsa. Queste situazioni di disequilibrio tra la ricarica naturale, regolata anche dal regime climatico oltre che dall’uso del suolo, e i prelievi determina il deficit idrico dei diversi corpi idrici sotterranei e rappresenta il motore potenziale all’innesco/aumento della subsidenza. Quest’ultima presenta, infatti, valori elevati nella zona del bolognese e lungo la fascia costiera, anche se il regime degli attuali prelievi sembra non comportare un effetto negativo su di essa, che registra nel periodo più recente un generale miglioramento, a parte alcune zone molto limitate del territorio regionale. I prelievi di acque sotterranee stanno in questi ultimi anni cambiando; riducendosi quelli a uso industriale per effetto dell’evoluzione del comparto e dell’efficientamento dei processi produttivi, mentre i prelievi a uso civile sono in leggero aumento in gran parte per aumento della popolazione, infine quelli a uso irriguo possono essere ulteriormente diminuiti con la progressiva infrastrutturazione del Canale emilianoromagnolo.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE
done significativamente gli usi pregiati della risorsa, come ad esempio ione ammonio, solfati, ferro, manganese, arsenico, boro. In generale, tra le sostanze contaminanti di sicura origine antropica, si evidenzia la presenza di nitrati in concentrazioni elevate nei corpi idrici sotterranei pedeappenninici – conoidi alluvionali – dove avviene la ricarica delle acque sotterranee profonde. Il fenomeno è correlabile all’uso di fertilizzanti azotati e allo smaltimento di reflui zootecnici, oltre che a potenziali perdite fognarie e a scarichi urbani e industriali puntuali. Ciò è evidente anche nei corpi idrici freatici di pianura, caratterizzati da elevata vulnerabilità, essendo acquiferi collocati nei primi 10-15 m di spessore della pianura ed essendo in relazione diretta con i corsi d’acqua e canali superficiali, oltre che con il mare nella zona costiera. Nelle sorgenti rappresentative dei corpi idrici montani, monitorate nel 2011 per la prima volta, le concentrazioni di nitrati sono abbondantemente inferiori ai limiti normativi. Altre sostanze contaminanti che possono determinare uno scadimento della qualità sono fitofarmaci e sostanze clorurate. I primi sono legati all’uso nei trattamenti fitosanitari in agricoltura, mentre le seconde sono di origine prevalentemente industriale. Nelle aree di conoide e di pianura alluvionale appenninica e padana i fitofarmaci sono assenti, oppure le concentrazioni non sono significative, essendo aree caratterizzate da minore vulnerabilità all’inquinamento di queste sostanze, come peraltro già evidenziato nei monitoraggi ambientali degli anni precedenti. Le stazioni, invece, con sommatoria di fitofarmaci e concentrazioni di singoli principi attivi oltre i limiti di legge sono ubicate negli acquiferi freatici di pianura. Le sostanze clorurate, anche come sommatoria di sostanze, sono presenti nelle conoidi alluvionali appenniniche, in particolare del modenese e bolognese, mentre sono assenti o presentano concentrazioni poco significative nelle aree di pianura alluvionale appenninica e padana, per via della minore vulnerabilità all’inquinamento. Alcune stazioni con superamenti per singole sostanze clorurate si riscontrano anche nei corpi freatici di pianura. Fitofarmaci e sostanze clorurate non sono state ritrovate nelle stazioni dei corpi idrici montani. Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei deriva dalle misure di livello delle falde, che rappresenta la sommatoria degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo in
225
ACQUE SOTTERRANEE
Q
226
Quadro generale
Il monitoraggio delle acque sotterranee in Emilia-Romagna, avviato nel 1976 per la componente quantitativa e nel 1987 per quella qualitativa, è stato adeguato dal 2010 alle direttive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE, che prevedono come obiettivo ambientale anche per i corpi idrici sotterranei il raggiungimento dello stato “buono” al 22 dicembre 2015. In Italia le direttive sono state recepite dal DLgs 30/2009, che ha contestualmente modificato il Testo Unico ambientale (DLgs 152/2006). L’applicazione dei nuovi criteri normativi ha modificato il sistema di monitoraggio delle acque sotterranee dell’Emilia-Romagna adottato fino al 2009, ai sensi del DLgs 152/1999, portando a una nuova individuazione dei corpi idrici sotterranei e alla modifica dei criteri per la definizione del buono stato chimico e del buono stato quantitativo, riferiti a ciascun corpo idrico o raggruppamento degli stessi. Criteri importanti nella definizione dei corpi idrici, oltre le caratteristiche geologiche (complessi idrogeologici-mezzi porosi o fessurati) e idrogeologiche (acquiferi liberi e confinati), sono le pressioni antropiche che insistono sulle acque sotterranee e i relativi impatti, la cui entità può o meno determinare il raggiungimento degli obiettivi di buono stato sia chimico che quantitativo dei corpi idrici medesimi. A questo proposito occorre ricordare che i corpi idrici sotterranei sono in generale caratterizzati da una elevata inerzia alle modifiche di stato o alla inversione delle tendenze significative e durature all’aumento delle concentrazioni di inquinanti, e ciò viene evidenziato al punto 28 delle premesse alla Direttiva 2000/60/CE: “… per garantire un buono stato delle acque sotterranee è necessario un intervento tempestivo e una programmazione stabile sul lungo periodo delle misure di protezione, visti i tempi necessari per la formazione e il ricambio naturali di tali acque. Nel calendario delle misure adottate per conseguire un buono stato delle acque sotterranee e invertire le tendenze significative e durature all’aumento della concentrazione delle sostanze inquinanti nelle acque sotterranee è opportuno tener conto di tali tempi.”. Con Delibera di Giunta Regionale 350/2010, la Regione Emilia-Romagna ha approvato i nuovi corpi idrici sotterranei, la rete e il programma di monitoraggio ambientale degli stessi dal 2010 al 2015. Rispetto al passato, dove i corpi idrici sotterranei erano limitati alla porzione di pianura profonda del territorio regionale, sono stati individuati i corpi idrici montani e quelli freatici di pianura, mentre per la pianura pro-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
fonda sono stati distinti corpi idrici sovrapposti sulla verticale (confinati superiori e confinati inferiori), al fine di tenere conto delle pressioni antropiche. La rete di monitoraggio è stata quindi estesa oltre che agli acquiferi profondi di pianura (conoidi e piane alluvionali) a quelli freatici di pianura (contenuti entro i 10-15 metri di profondità) e a quelli montani, attraverso il monitoraggio di sorgenti significative. Il nuovo monitoraggio, oltre a coprire l’intero territorio regionale, è in grado di distinguere lo stato ambientale delle acque sotterranee con la profondità, con la quale sono stati individuati acquiferi progressivamente meno vulnerabili alle pressioni antropiche, sia di tipo chimico che quantitativo. Il programma di monitoraggio prevede frequenze differenziate, semestrale – primavera e autunno – di ciascun anno, ridotta a cicli biennali per le acque sotterranee profonde di pianura, dove si ha una buona conoscenza pregressa dello stato chimico, e cicli triennali per le sorgenti montane dove le pressioni antropiche sono ridotte. Le frequenze sono funzione del rischio di non raggiungere lo stato “buono” al 2015 (monitoraggio di sorveglianza oppure operativo), della vulnerabilità alle pressioni antropiche e della tipologia di flusso delle acque sotterranee che determina i tempi di rinnovamento della risorsa. Nei corpi idrici montani e in quelli profondi delle pianure alluvionali (confinato inferiore) sono previsti monitoraggi con frequenze rispettivamente triennali e biennali, pertanto il 2011 è l’anno nel quale è previsto il monitoraggio di tutti i corpi idrici sotterranei. A questo proposito sono state aggiornate le stime dei carichi inquinanti originati da fonti sia puntuali che diffuse, permettendo in questo modo di valutare l’entità della pressione antropica che grava su ogni corpo idrico e poter condurre un monitoraggio mirato e finalizzato alla proposizione di adeguate misure di contenimento. Il peggioramento dello stato qualitativo delle acque sotterranee dipende dalla vulnerabilità degli acquiferi, che è maggiore nell’alta pianura – conoidi alluvionali appenniniche – in condizioni di acquifero libero, dove avviene la maggiore alimentazione e ricarica degli acquiferi profondi rispetto la medio-bassa pianura – pianure alluvionali appenninica e padana – in condizioni di acquifero confinato, dove avvengono invece processi evolutivi prevalentemente naturali delle acque di infiltrazione più antica. Diverse sono le sostanze indesiderate o inquinanti presenti nelle acque sotterranee che possono compromettere gli usi pregiati della risor-
trazioni medio-alte, derivanti dall’uso di fertilizzanti chimici in agricoltura o dall’utilizzo di reflui zootecnici, cloruri derivanti da intrusione salina. Lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei deriva dalle misure di livello delle falde, che rappresenta la sommatoria nel tempo degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo in termini quantitativi, ovvero prelievo di acque e ricarica naturale delle falde medesime. Il livello può essere riferito sia al piano campagna (soggiacenza) che al livello medio del mare (piezometria). Se i prelievi non vengono correttamente commisurati nel tempo alle portate di acqua che naturalmente, nei periodi piovosi, ricaricano la falda stessa, non sono sostenibili e portano al peggioramento dello stato quantitativo dei corpi idrici, abbassamento della piezometria nel tempo. Ciò può essere causa di pesanti criticità ambientali dovute al sovrasfruttamento, con conseguente abbassamento delle falde e innesco/aumento della subsidenza, ovvero dell’abbassamento della superficie topografica oltre le velocità naturali. Il monitoraggio quantitativo manuale, effettuato con frequenza semestrale, viene integrato da un monitoraggio ad alta frequenza – orario – tramite strumentazione automatica installata su 40 stazioni (rete automatica della piezometria), al fine di avere informazioni di dettaglio sulle oscillazioni di livello delle falde e ottenere informazioni in tempo reale anche nei periodi dell’anno critici per la siccità, quello estivo e tardo autunnale.
ACQUE SOTTERRANEE
sa idrica, come ad esempio quello potabile, ma non per questo tutte le sostanze indesiderate sono sempre di origine antropica. Esistono, infatti, molte sostanze ed elementi chimici che si trovano naturalmente negli acquiferi, la cui origine geologica non può essere considerata causa di impatti antropici sulla risorsa idrica sotterranea. Ad esempio, in acquiferi profondi e confinati di pianura si possono naturalmente riscontrare metalli come ferro, manganese, arsenico, oppure sostanze quali ione ammonio anche in concentrazioni molto elevate, per effetto della degradazione anaerobica della sostanza organica sepolta (torbe). In questi contesti, anche la presenza di cloruri (salinizzazione delle acque) può essere riconducibile alla presenza di acque “fossili” di origine marina. Anche metalli come cromo esavalente possono essere di origine naturale in contesti geologici di metamorfismo sia nella zona alpina che appenninica, come ad esempio nelle zone a ofioliti (pietre verdi). Pertanto una corretta definizione dei valori di fondo naturale di queste sostanze è fondamentale per una corretta individuazione degli impatti antropici e delle corrette azioni da intraprendere per ripristinare la qualità delle acque sotterranee fino alle situazioni naturalmente presenti negli acquiferi. Al contrario è indicativa di impatto antropico di tipo chimico sui corpi idrici sotterranei, quindi non riconducibile a contributi di origine naturale, la presenza di fitofarmaci usati in agricoltura, microinquinanti organici e sostanze clorurate utilizzate prevalentemente in attività industriali, nitrati con concen-
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
227
STATO
Nitrati in acque sotterranee
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Descrizione
228
152/2006, è pari a 50 mg/l, coincidente con il limite delle acque potabili (DLgs 31/01).
La concentrazione nelle acque sotterranee dell’azoto nitrico dipende dall’entità delle pressioni antropiche sia di tipo diffuso, come l’uso di fertilizzanti azotati in agricoltura o lo smaltimento di reflui zootecnici, sia di tipo puntuale, come le potenziali perdite da reti fognarie, ma anche gli scarichi puntuali di reflui urbani e industriali. La presenza di nitrati nelle acque sotterranee, ma soprattutto la loro eventuale tendenza all’aumento nel tempo costituiscono uno degli aspetti più preoccupanti dell’inquinamento delle acque sotterranee. I nitrati sono infatti ioni molto solubili, difficilmente immobilizzabili dal terreno, che percolano facilmente nel suolo raggiungendo, quindi, l’acquifero. Il limite nazionale sulla presenza di nitrati nelle acque sotterranee, ribadito nel recente DLgs 30/2009 di recepimento delle Direttive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE di modifica del DLgs
Scopo Individuare le acque sotterranee maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo, per cause antropiche. La concentrazione di nitrati è uno dei principali parametri per la definizione della classe di stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa. È un indicatore importante anche per individuare e indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica e consente, poi, di monitorare gli effetti di tali azioni, al fine di verificarne il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientale. È utile, inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Nitrati in acque sotterranee DPSIR
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/litro
FONTE
S Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valore medio del periodo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Grafici e tabelle 0%
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione) 20% 40% 60% 80%
100%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche Conoidi montane e sabbie gialle Conoidi alluvionali appenniniche Freatico di pianura Pianura alluvionale appenninica - confinato superiore Transizione pianura app.-padana - confinato superiore Pianura alluvionale padana - confinato superiore Pianura alluvionale costiera - confinato Pianura alluvionale - confinato inferiore Totale acquiferi Emilia-Romagna 10-25 mg/l
25-40 mg/l
40-50 mg/l
50-80 mg/l
>80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.1: Presenza di nitrati nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
<10 mg/l
229
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.2: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
230
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.3: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici montani, liberi e confinati superiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
231
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.4: Concentrazione media annua di nitrati nei corpi idrici di conoide liberi e confinati inferiori (2011)
232
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione) 0%
20%
40%
60%
80%
100%
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero Tidone-Luretta-Nure-superiore Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore Arda-libero (*) Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore Crostolo-Tresinaro-libero Crostolo-Tresinaro-superiore Secchia-Tiepido-Panaro-libero Secchia-Tiepido-Panaro-superiore Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore <10 mg/l
10-25 mg/l
25-40 mg/l
40-50 mg/l
50-80 mg/l
>80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.5: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali occidentali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione) 0%
20%
40%
60%
80%
100%
Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*) Samoggia-Reno-Lavino-libero Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore Savena-Zena-Idice-libero (*) Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superiore Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore Sillaro-Santerno-libero Sillaro-Sellustra-Santerno-superiore Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore Senio-Lamone-libero Senio-Lamone-superiore Senio-Lamone-inferiore (*) Montone-Rabbi-Ronco-libero (*) Ronco-Montone-superiore Ronco-Montone-inferiore (*) Savio-libero (*) Savio-superiore Savio-inferiore (*) Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore Marecchia-libero Marecchia-superiore Conca-libero Conca-superiore <10 mg/l
10-25 mg/l
25-40 mg/l
40-50 mg/l
50-80 mg/l
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Crostolo-Tresinaro-inferiore
>80 mg/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.6: Presenza di nitrati nelle conoidi alluvionali orientali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
233
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Commento
234
Il monitoraggio delle acque sotterranee effettuato nel 2011 ha riguardato tutti i corpi idrici sotterranei, compresi quelli confinati inferiori di pianura e quelli montani; per questi ultimi si tratta del primo monitoraggio, essendo la rete di monitoraggio dei corpi idrici montani di nuova istituzione. Nel 2011 i nitrati sono stati determinati su 530 stazioni di monitoraggio; di queste l’89,4% ha una concentrazione media al di sotto del limite dei 50 mg/l, mentre le restanti 6,4% e 4,2% sono rispettivamente comprese nella classe 50-80 mg/l e in quella maggiore di 80 mg/l. Le stazioni con elevate concentrazioni, oltre i limiti di legge, sono ubicate nelle conoidi alluvionali appenniniche (18,3%), nelle conoidi montane (15,4%) e negli acquiferi freatici di pianura (26,4%). Non sono presenti, invece, stazioni con concentrazioni significative di nitrati nei corpi idrici montani e in quelli di pianura alluvionale appenninica e padana confinato superiore. Questi corpi idrici sotterranei risultano meno vulnerabili all’inquinamento, caratterizzati da acque mediamente più antiche e da condizioni chimico-fisiche prevalentemente riducenti, dove i composti di azoto si ritrovano naturalmente nella forma di ione ammonio. Gli acquiferi freatici di pianura sono, al contrario, caratterizzati da elevata vulnerabilità, avendo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
spessore medio di circa 10-15 m ed essendo in relazione diretta con i corsi d’acqua e canali superficiali per tutta la pianura, oltre che con il mare nella zona costiera. Anche le aree di conoide alluvionale sono caratterizzate da elevata vulnerabilità, sono infatti la sede di ricarica diretta degli acquiferi più profondi e le condizioni chimico-fisiche sono prevalentemente ossidanti. Nelle conoidi, la presenza di nitrati è stata analizzata anche nelle sue 3 porzioni, dove presenti: libera, confinata superiore e confinata inferiore. Le situazioni di maggiore compromissione sono quelle di contestuale presenza di nitrati, oltre i limiti di legge, nelle diverse porzioni, o quando presente un incremento di concentrazione dalla porzione libera a quelle confinate, in particolare quella inferiore. Le conoidi maggiormente impattate dalla presenza di nitrati sono quelle emiliane, tra le quali: Arda (libero), Chiavenna-Arda-Stirone-Parola (confinato superiore), Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza (libero), Crostolo-Tresinato (confinato superiore e inferiore), Secchia-TiepidoPanaro (tutte le porzioni di conoide). Tra le conoidi romagnole si riscontrano superamenti di nitrati generalmente nelle porzioni libere, come nel caso di Senio-Lamone, Montone-Rabbi-Ronco, Savio e Marecchia.
STATO
Organoalogenati in acque sotterranee
I composti organoalogenati non sono presenti in natura e sono caratterizzati da tossicità acuta e cronica, e cancerogenicità variabile a seconda dei singoli composti. Il loro utilizzo è di tipo industriale e domestico; alcuni di essi si formano anche a seguito del processo di disinfezione delle acque con cloro. Il limite nazionale sulla presenza di tali composti nelle acque sotterranee, come sommatoria media annua, definito dal DLgs 30/09, è pari a 10 μg/l, del quale, seppure è rimasta invariata la concentrazione rispetto alla normativa previgente, sono state modificate le sostanze che concorrono alla sommatoria, rendendo quindi meno agevole effettuare confronti con le versioni precedenti dell’indicatore. Oltre il limite di sommatoria, il DLgs 30/09 ha introdotto anche un limite per ciascuna delle singole sostanze che concorrono alla sommatoria, che viene riportato di seguito tra parentesi: Tricloroetano (0,15 μg/l), Cloruro di vinile (0,5 μg/l), 1,2 Dicloroetano (3 μg/l), Tricloroetilene (1,5 μg/l), Tetracloroetilene (1,1 μg/l), Esaclorobutadiene (0,15 μg/l). Le sostanze 1,2
Dicloroetilene, Dibromoclorometano e Bromodiclorometano non sono, pertanto, conteggiate nella sommatoria degli organoalogenati.
Scopo Individua le acque sotterranee maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo, per cause antropiche di origine prevalentemente industriale da attività attuali e pregresse. La concentrazione di organoalogenati totali è uno dei principali parametri per la definizione della classe di stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa. È un indicatore importante anche per individuare e indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione e consente, poi, di monitorare gli effetti di tali azioni e verificarne il perseguimento degli obiettivi. È utile, inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Organoalogenati in acque sotterranee
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs152/06 DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valore medio del periodo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Descrizione
235
Grafici e tabelle 0%
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione) 20% 40% 60% 80%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche Conoidi montane e sabbie gialle Conoidi alluvionali appenniniche Freatico di pianura Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore Transizione pianura app.-padana-confinato superiore Pianura alluvionale padana-confinato superiore Pianura alluvionale costiera-confinato Pianura alluvionale-confinato inferiore Totale acquiferi Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
<0,15
236
g/l
0,15-2
g/l
2-7,5 g/l
7,5-10
g/l
>10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.7: Presenza di organoalogenati* nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011) Nota: * sommatoria organoalogenati
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
100%
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.8: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
237
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.9: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici montani, liberi e confinati superiori (2011)
238
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.10: Concentrazione media annua di organoalogenati nei corpi idrici di conoide liberi e confinati inferiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
239
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
0%
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione) 20% 40% 60% 80%
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero Tidone-Luretta-Nure-superiore Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore Arda-libero (*) Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore Crostolo-Tresinaro-libero (*) Crostolo-Tresinaro-superiore Crostolo-Tresinaro-inferiore Secchia-Tiepido-Panaro-libero Secchia-Tiepido-Panaro-superiore Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore <0,15 g/l
0,15-2
g/l
2-7,5 g/l
7,5-10
g/l
>10 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.11: Presenza di organoalogenati** nelle conoidi alluvionali occidentali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola ** sommatoria organoalogenati
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
0%
20%
40%
60%
80%
Conoidi montane e sabbie gialle orientali (*) Samoggia-Reno-Lavino-libero Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*) Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-superiore Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore Sillaro-Santerno-libero Sillaro-Sellustra-Santerno-superiore (*) Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore Senio-Lamone-libero Senio-Lamone-superiore Senio-Lamone-inferiore (*) Montone-Rabbi-Ronco-libero (*) Ronco-Montone-superiore Ronco-Montone-inferiore (*) Savio-libero (*) Savio-superiore Savio-inferiore (*) Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore Marecchia-libero Marecchia-superiore Conca-libero Conca-superiore <0,15 g/l
0,15-2
g/l
2-7,5 g/l
7,5-10
g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.12: Presenza di organoalogenati** nelle conoidi alluvionali orientali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola ** sommatoria organoalogenati
240
100%
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
>10 g/l
100%
Nel 2011 la sommatoria degli organoalogenati è stata determinata su 411 stazioni di monitoraggio; di queste il 98,1% ha una concentrazione media al di sotto del limite dei 10 μg/l, mentre le restanti 1,9% presentano concentrazioni oltre il limite di legge. In ogni caso, il 79,8% delle stazioni ha una concentrazione di organoalogenati inferiore a 0,15 μg/l. Le stazioni con sommatoria di organoalogenati oltre i limiti di legge sono tutte ubicate nelle conoidi alluvionali appenniniche: quelle maggiormente impattate sono: Secchia-Tiepido-Panaro e Reno-Lavino. Non sono presenti, infatti, stazioni con concentrazioni significative nelle aree montane e di pianura alluvionale, sia appenninica che padanaconfinato superiore. Questi corpi idrici sotterranei risultano meno vulnerabili all’inquinamento e caratterizzati da acque mediamente più anti-
che rispetto ai corpi idrici di conoide e a quelli freatici. Questi ultimi sono caratterizzati da elevata vulnerabilità e, pur non presentando situazioni di criticità come sommatoria di organoalogenati, presentano, in 2 stazioni su 53, il superamento del limite per il Triclorometano (Parma). Tutti gli altri superamenti di singoli organoalogenati sono ubicati nelle conoidi alluvionali, oltre a 2 stazioni che ricadono in pianura alluvionale padanaconfinato superiore, al limite con la conoide del Trebbia-Nure. La contaminazione da organoalogenati, sia come sommatoria che come singoli composti, riguarda prevalentemente le conoidi libere e confinate superiori, meno quelle confinate inferiori, a esclusione del modenese (Secchia), per Triclorometano e Tetracloroetilene, e del bolognese (Savena e Idice), per Tricloroetilene e Triclorometano.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Commento
241
STATO
Fitofarmaci in acque sotterranee
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Descrizione
242
I fitofarmaci non sono presenti in natura e fanno parte dell’elenco delle sostanze pericolose da monitorare con particolare attenzione. Si fa uso di queste sostanze in agricoltura, come ad esempio erbicidi e insetticidi, in diversi periodi dell’anno a seconda della coltura. Risultano quindi essere distribuiti sul terreno agrario, rappresentando una fonte diffusa. La presenza media annua dei fitofarmaci, definita nel DLgs 30/09 che recepisce la Direttiva 2006/118/CE, non deve superare 0,5 μg/l come sommatoria totale e 0,1 μg/l come singolo principio attivo. I fitofarmaci analizzati nel monitoraggio 2011 sono 73, riportati in tabella (con limiti di rilevabilità pari a 0,01 μg/l e 0,05 μg/l in funzione della sostanza analizzata) e individuati sulla base delle pressioni antropiche e delle caratteristiche chimiche e chemiodinamiche della sostanza. Per la determinazione della sommatoria, come indi-
cato dalla normativa, sono stati considerati i soli valori di concentrazione superiori al limite di quantificazione della metodica analitica.
Scopo Individuare le acque sotterranee maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo per cause antropiche legate al settore agricolo. La concentrazione di fitofarmaci è uno dei parametri per la definizione della classe di stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa. È un indicatore importante anche per individuare e indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione e consente, poi, di monitorare gli effetti di tali azioni e verificarne il perseguimento degli obiettivi. È utile, inoltre, per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.
Elenco dei fitofarmaci ricercati nei campioni di acque sotterranee (2011) 2,4 D 3,4 dicloroanilina Acetamiprid Acetoc Aclonifen Alachlor Atrazina Atrazina Desetil Atrazina Desisopropil (met) Azinfos-metile Azoxystrobin Benfluralin Bensulfuronmetile Bentazone Buprofezin Carbofuran Ciprodinil Clorantraniliprolo (DPX E-2Y45) Clorfenvinfos Cloridazon-iso Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile Clortoluron DDT(o,p) DDT(p,p) Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
DDD(o,p) DDD(p,p) Diazinone Dicloran Diclorvos Dimetenamide-P Dimetoato Diuron Endosulfan Alfa Endosulfan Beta Etofumesate Fenitrotion Flufenacet Fosalone Imidacloprid Isoproturon Lenacil Lindano (HCH Gamma) Linuron Malation MCPA Mecoprop Metalaxil Metamitron Metazaclor
Metidation Metobromuron Metolachlor Metribuzin Molinate Oxadiazon Paration-etile Penconazolo Pendimethalin Petoxamide Pyrimethanil Pirimicarb Procimidone Propachlor Propanil Propazina Propiconazolo Propizamide Simazina Terbutilazina Terbutilazina Desetil Tiobencarb Trifluralin
NOME DELL’INDICATORE
Fitofarmaci in acque sotterranee
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valore medio del periodo
Grafici e tabelle (% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Corpi idrici montani e depositi delle vallate appenniniche Conoidi montane e sabbie gialle Conoidi alluvionali appenniniche Freatico di pianura Pianura alluvionale appenninica-confinato superiore Transizione pianura app.-padana-confinato superiore Pianura alluvionale padana-confinato superiore Pianura alluvionale costiera-confinato Pianura alluvionale-confinato inferiore Totale acquiferi Emilia-Romagna <0,001 g/l
0,001-0,1 g/l
0,1-0,25 g/l
0,25-0,5 g/l
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Metadati
>0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.13: Presenza di fitofarmaci* nelle diverse tipologie di corpi idrici sotterranei (2011) Nota: (*) sommatoria fitofarmaci
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
243
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.14: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici freatici di pianura (2011)
244
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.15: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici montani, liberi e confinati superiori (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
245
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.16: Concentrazione media annua di fitofarmaci nei corpi idrici di conoide liberi e confinati inferiori (2011)
246
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Conoidi montane e sabbie gialle occidentali Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-libero Tidone-Luretta-Nure-superiore (*) Tidone-Luretta-Trebbia-Nure-inferiore Arda-libero (*) Chiavenna-Arda-Stirone-Parola-superiore (*) Stirone-Taro-Parma-Baganza-Enza-libero Taro-Parma-Baganza-Enza-superiore Stirone-Parola-Taro-Parma-Baganza-Enza-inferiore Crostolo-Tresinaro-superiore Crostolo-Tresinaro-inferiore (*)
Secchia-Tiepido-Panaro-inferiore <0,001 g/l
0,001-0,1 g/l
0,1-0,25 g/l
0,25-0,5 g/l
>0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.17: Presenza di fitofarmaci** nelle conoidi alluvionali occidentali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola ** sommatoria fitofarmaci
(% stazioni sul totale per classe di concentrazione)
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Samoggia-Reno-Lavino-libero Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-superiore (*) Samoggia-Ghironda-Reno-Lavino-inferiore Aposa-Savena-Zena_Idice-Quaderna-superiore Aposa-Savena-Zena-Idice-Quaderna-inferiore Sillaro-Santerno-libero (*)
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Secchia-Tiepido-Panaro-libero Secchia-Tiepido-Panaro-superiore
Sillaro-Sellustra-Santerno-inferiore (*) Senio-Lamone-libero Senio-Lamone-superiore Senio-Lamone-inferiore (*) Montone-Rabbi-Ronco-libero (*) Ronco-Montone-superiore (*) Ronco-Montone-inferiore (*) Savio-Superiore Savio-inferiore (*) Pisciatello-Rubicone-Uso-superiore (*) Marecchia-libero Marecchia-superiore Conca-libero (*) Conca-superiore <0,001 g/l
0,001-0,1 g/l
0,1-0,25 g/l
0,25-0,5 g/l
>0,5 g/l
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.18: Presenza di fitofarmaci** nelle conoidi alluvionali orientali (2011) Nota: (*) stazione di monitoraggio singola ** sommatoria fitofarmaci
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
247
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Commento
248
Nel 2011 la presenza di fitofarmaci è stata verificata attraverso determinazioni analitiche di 73 principi attivi su 305 stazioni di monitoraggio; di queste il 98% ha una concentrazione, come sommatoria totale, inferiore al limite di 0,5 μg/l, mentre le restanti 2% presentano concentrazioni oltre il limite di legge. In ogni caso, nell’88,9% delle stazioni non è stata riscontrata la presenza di nessuno dei principi attivi ricercati (ovvero sono inferiori al relativo limite di quantificazione). Le stazioni in cui i fitofarmaci non sono stati riscontrati, oppure le concentrazioni non sono significative, sono ubicate nelle aree montane, di conoide e di pianura alluvionale appenninica e padana, caratterizzate da minore pressione antropica le prime e minore vulnerabilità all’inquinamento da queste sostanze, le restanti, come peraltro già evidenziato nei precedenti monitoraggi ambientali. Le stazioni, invece, con concentrazioni di somma-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
toria di fitofarmaci oltre i limiti di legge, sono ubicate: una in Pianura alluvionale appenninica (provincia di FC) e tutte le restanti negli acquiferi freatici di pianura, che sono caratterizzati da elevata vulnerabilità e, nonostante solo il 9,6% delle stazioni di monitoraggio, sulle 52 totali, superino il limite di legge, il 28,9% evidenzia presenza di fitofarmaci a concentrazioni variabili, mentre è assente nel restante 61,5%. Le stazioni con concentrazioni elevate di sommatoria di fitofarmaci sono ubicate nelle province di Parma, Bologna, Ferrara e Ravenna. Ciò vale anche per i superamenti delle singole sostanze attive, pari a 9 stazioni, dove sono state ritrovate le seguenti sostanze, a concentrazioni superiori a 0,1 μg/l, nella provincia indicata tra parentesi: Acetochlor (BO, FC), Azoxystrobin (BO), Bentazone (FE), Ciprodinil (RA), Imidacloprid (RA), Metolachlor (PR), Terbutilazina (BO, PR), Terbutilazina Desetil (PR).
STATO
Livello delle acque sotterranee
Il livello delle acque sotterranee rappresenta la sommatoria degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo in termini quantitativi, ovvero prelievo di acque e ricarica delle falde medesime. Il livello delle falde misurato durante le attività di monitoraggio può essere poi restituito rispetto al livello medio del mare (quota assoluta tramite piano quotato) e viene definito piezometria, oppure può essere riferito alla quota del piano campagna locale (quota relativa), in tal caso si definisce soggiacenza, che ha valori positivi crescenti verso il basso, dal piano campagna fino al pelo libero dell’acqua. La piezometria viene utilizzata per calcolare le linee di deflusso delle acque sotterranee e i relativi gradienti idraulici, essendo a tutti gli effetti una superficie equipotenziale reale nel caso di acquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinati rappresenta una superficie ideale di uguale pressione dell’acqua. La soggiacenza viene spesso utilizzata per le applicazioni di campo, essendo riferita al piano locale, e, come per la piezometria, rappresenta un dato reale nel caso di acquiferi liberi, mentre per gli acquiferi confinati diventa reale solo quando viene perforato l’acquitardo al tetto dell’acquifero confinato. Dai valori di livello delle acque sotterra-
nee, si possono poi calcolare le tendenze nel tempo (trend) con le quali è possibile valutare le variazioni medie annue dei livelli delle falde, a supporto della definizione dello stato quantitativo delle acque sotterranee.
Scopo Evidenziare le zone del territorio sulle quali insiste una criticità ambientale di tipo quantitativo, ovvero le zone nelle quali la disponibilità delle risorse idriche sotterranee è minacciata dal regime dei prelievi e/o dall’alterazione della capacità di ricarica naturale degli acquiferi. È utile, quindi, a supportare la definizione dello stato quantitativo dei corpi idrici e contestualmente a indirizzare le azioni di risanamento, al fine di migliorare la compatibilità ambientale delle attività antropiche, da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione. È utilizzato, di conseguenza, per consentire il monitoraggio degli effetti delle azioni di risanamento e verificare periodicamente il perseguimento degli obiettivi ambientali previsti per i corpi idrici sotterranei. La variazione del livello delle falde nel tempo è utile, anche, per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei.
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Descrizione
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Livello delle acque sotterranee
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Metri
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2010 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DLgs 30/09
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valore medio del periodo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
249
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.19: Soggiacenza media annua nei corpi idrici freatici di pianura (2010)
250
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.20: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2010)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
251
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.21: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori (2010)
252
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Stato Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.22: Piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2010)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
253
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3B.23: Soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati inferiori (2010)
254
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
I dati utilizzati per le elaborazioni sono relativi alle misure di livello sia manuali, effettuate con frequenza semestrale, sia quelle della rete automatica della piezometria, che avvengono su un numero ridotto di stazioni dei corpi idrici profondi, con frequenza oraria. Di queste ultime è stato comunque calcolato il dato medio annuo per renderlo confrontabile con le misure manuali. Il livello delle acque sotterranee dei corpi idrici freatici dipende oltre che dalle precipitazioni, che su questo corpo idrico costituiscono una parte rilevante della ricarica diretta, anche dal rapporto con i corsi d’acqua superficiali, che possono in alcuni periodi dell’anno essere alimentanti in altri drenanti in funzione delle quote relative tra alveo e corpo idrico sotterraneo, e infine dal regime dei prelievi. La distribuzione media annua di soggiacenza evidenzia che il 96,3% delle 52 stazioni di monitoraggio ha un valore inferiore ai 4 metri e solo 4 stazioni hanno un valore di soggiacenza media da 4 a 8 metri, ubicate nelle province di Ravenna, Forli-Cesena e Piacenza. Le carte di piezometria e relativa soggiacenza dei corpi idrici più profondi della pianura sono state elaborate spazializzando i dati medi annuali puntuali relativi sia ai corpi idrici di conoide libera, confinata superiore e di pianure alluvionali confinate superiori, sia di quelli sottostanti e più profondi che, oltre le conoidi libere, contemplano le conoidi confinate inferiori e le pianure alluvionali confinate inferiori. Questa diversa elaborazione rispetto al passato, determinata dalla nuova individuazione dei corpi idrici anche con la profondità, non permette il confronto diretto con le elaborazioni precedenti; permette
però di cogliere meglio gli effetti dei prelievi e/o del regime di ricarica naturale alle diverse profondità della pianura. La distribuzione della piezometria evidenzia il caratteristico andamento del livello delle acque sotterranee, con valori elevati nelle zone di margine appenninico – nel parmense si riscontrano i valori più alti –, che si attenuano poi passando dalle conoidi libere, che rappresentano la zona di ricarica diretta delle acque sotterranee profonde da parte dei corsi d’acqua, alle zone di pianura alluvionale, fino ad arrivare a quote negative (entro i -5 m) nella zona costiera. Questo andamento generale, con gradienti piezometrici differenti, più elevati nelle zone delle conoidi emiliane rispetto a quelle romagnole, è interrotto dalla conoide Reno-Lavino, che presenta in prossimità del margine appenninico valori di piezometria negativi, anche nella porzione libera di conoide, raggiungendo valori fino a -10 m. Questa depressione piezometrica si amplia arealmente con la profondità, ovvero negli acquiferi liberi e confinati inferiori. Ciò costituisce l’impatto, ancora oggi molto evidente, prodotto dai consistenti prelievi effettuati negli anni 50-60 del secolo scorso nella conoide medesima. In questo caso, la soggiacenza raggiunge valori di circa 60-65 m dal piano campagna, evidenziando uno spessore di acquifero insaturo rilevante sottostante l’alveo del fiume Reno. La distribuzione della soggiacenza evidenzia situazioni molto meno accentuate rispetto a quella del Reno anche in altre conoidi, come ad esempio nel Trebbia, Taro, Secchia, Panaro, e in alcune conoidi romagnole, frutto di prelievi per i diversi usi della risorsa.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Stato
Commento
255
IMPATTO
Subsidenza
ACQUE SOTTERRANEE - Impatto
Descrizione La subsidenza è un fenomeno di abbassamento della superficie terrestre che può essere determinato sia da cause naturali (evoluzione della crosta terrestre, costipamento dei sedimenti), che antropiche. La pianura emiliano-romagnola è caratterizzata da un fenomeno di subsidenza naturale, al quale si sovrappone, in diverse aree, un abbassamento del suolo di origine antropica, legato principalmente a eccessivi emungimenti di acque sotterranee e, in misura minore e arealmente più
Scopo Evidenziare i movimenti verticali del suolo.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Subsidenza
DPSIR
I
UNITÀ DI MISURA
Millimetri/anno
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 1992-2000 TEMPORALE DATI 2002-2006
AGGIORNAMENTO DATI
Quinquennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/99
METODI DI ELABORAZIONE DATI
256
limitata, all’estrazione di gas da formazioni geologiche profonde. L’entità degli abbassamenti dovuti a cause naturali è dell’ordine di alcuni millimetri/anno, mentre la subsidenza antropica può presentare velocità di abbassamento del suolo molto più elevate, variando considerevolmente a seconda delle zone.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE SOTTERRANEE - Impatto
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.24: Carta delle velocitĂ di movimento verticale del suolo nel periodo 1992-2000
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
257
ACQUE SOTTERRANEE - Impatto
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3A.25: Carta delle velocitĂ di movimento verticale del suolo nel periodo 2002-2006
258
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
I risultati delle attività di monitoraggio avviate nel 2004 sono stati consegnati ai committenti (Regione Emilia-Romagna e Provincia di Bologna) nel 2007. Il lavoro ha avuto come principale obiettivo la realizzazione di un quadro conoscitivo, da un punto di vista geometrico, sull’andamento del fenomeno della subsidenza, relativamente all’intero territorio di pianura della regione, circa 11.000 km2. L’indagine costituisce l’aggiornamento del primo rilievo della Rete regionale di controllo della subsidenza. Come è noto tale rilievo (1999) permise di realizzare la prima carta regionale a cur ve isocinetiche, utilizzando circa un migliaio di capisaldi di livellazione storici su un totale di oltre 2.300 capisaldi che costituivano la rete di livellazione. L’aggiornamento al 2006 di quella prima carta è stato realizzato affiancando al metodo classico della livellazione geometrica di alta precisione il metodo satellitare dell’analisi interferometrica di dati radar con tecnica PSInSARTM. Il metodo satellitare risulta particolarmente efficace per la valutazione dei movimenti verticali del suolo, se si può disporre di un congruo dataset di punti a terra in funzione di riferimento e controllo del dato radar. A tal fine nel 2005 è stata realizzata la misura di una rete di livellazione – sottoinsieme della Rete regionale – di circa 1.000 km di sviluppo con oltre 1.000 capisaldi. Nel 2006-07 è stata realizzata l’analisi interferometrica e sono state compiute le operazioni necessarie per la validazione e la messa a punto dei dati radar, al fine di un loro concreto utilizzo per la redazione della nuova carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo 20022006. Con le stesse modalità è stata realizzata anche una carta delle velocità di movimento verticale del suolo relativa al periodo 1992-2000, in modo da riuscire a valutare i cambiamenti intervenuti nel periodo più recente con più precisione e coerenza rispetto ai risultati già evidenziati dalla carta prodotta nel 1999, che, come già allora si sottolineava, presentava forti disomogeneità spaziali e temporali.
Commento I risultati ottenuti, per la prima volta, forniscono un quadro sinottico di dettaglio del fenomeno della subsidenza a scala regionale. In particolare, sulla base della disponibilità dei dati satellitari, sono state realizzate, come si diceva, due diverse cartografie a curve isocinetiche. La prima, relativa al periodo 1992-2000, fa riferimento all’elaborazione dei dati provenienti da due satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ERS1 e ERS2, e si basa sulle velocità di movimento relative a circa 160.000 punti. La seconda, riguardante il periodo più recente 2002-2006, fa riferimento all’elaborazione dei dati provenienti dai satelliti ENVISAT (ESA) e RADARSAT (Agenzia Spaziale Canadese) e si basa sulle velocità di movimento relative a circa 140.000 punti. L’utilizzo del metodo satellitare ha, quindi, permesso di acquisire un’informazione molto più diffusa e capillare rispetto al rilievo terrestre: un numero di punti di ben due ordini di grandezza superiore al numero dei capisaldi di livellazione sui quali poteva contare la precedente cartografia. Dall’osservazione dei risultati ottenuti si evidenzia, nel periodo più recente (2002-2006), una sostanziale assenza del fenomeno nelle province di
Piacenza e Parma, una riduzione degli abbassamenti per le province di Reggio Emilia e Modena, soprattutto per quanto riguarda i capoluoghi ora in buona parte esenti da movimenti significativi, mentre alcune aree di media pianura di tali province, tra cui Correggio, Carpi e Ravarino, continuano a essere interessate da abbassamenti medi intorno a 10 mm/anno. Valori decisamente superiori caratterizzano una vasta area della provincia di Bologna, con abbassamenti medi intorno a 20 mm/anno, sebbene si registri, in generale, un notevole miglioramento rispetto agli anni 90. Altre criticità già note si evidenziano nell’area tra Faenza e Cotignola e a nord di Savignano sul Rubicone, con valori compresi tra 10 e 20 mm/anno. Il territorio ferrarese presenta, in generale, movimenti molto piccoli, con una progressiva accentuazione, approssimandosi all’area deltizia con valori tra 5 e 10 mm/ anno. Per il litorale, infine, non sembrano esserci variazioni significative rispetto al periodo precedente: a fronte di qualche leggero miglioramento locale si evidenzia anche qualche peggioramento, per cui, in sostanza, questo delicato paraggio continua a perdere mediamente poco meno di 1 cm di quota all’anno.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE SOTTERRANEE - Impatto
Box 1 - Aggiornamento dei dati della Rete regionale di monitoraggio della subsidenza
259
Riferimenti
Q
Autori
Donatella FERRI (1), Marco MARCACCIO (1), Flavio BONSIGNORE (1), Andrea CHAHOUD (1) (1) ARPA DIREZIONE TECNICA
Q
Bibliografia
Q
Sitografia
1. Decreto Legislativo n. 30 del 16 marzo 2009. Attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2009 2. Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 2135 del 2 novembre 2004, Rete di monitoraggio delle acque sotterranee della Regione Emilia-Romagna e integrazioni riguardanti le reti di controllo delle acque superficiali 3. Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350 del 8/02/2010, Approvazione delle attività della Regione Emilia-Romagna riguardanti l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai fini della redazione e adozione dei Piani di Gestione dei Distretti idrografici Padano, Appennino settentrionale e Appennino centrale. http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/piani%20di%20gestione 4. Direttiva 2000/60/CE - Water Framework Directive (WFD). Directive of the European Parliament and of the Council of 23 October 2000 establishing a framework for Community action in the field of water policy, OJ L327, 22 Dec 2000, pp 1-73 5. Direttiva 2006/118/CE, GroundWater Daughter Directive (GWDD). Directive of the European Parliament and of the Council of 12 December 2006 on the protection of groundwater against pollution and deterioration, OJ L372, 27 Dec 2006, pp 19-31 6. European Commission. Guidance on groundwater status and trend assessment, guidance document no 18. Technical Report 2009, ISBN 978-92-79-11374-1 European Communities, Luxembourg, 2009 7. Regione Emilia-Romagna, Arpa Emilia-Romagna, 2005. Le caratteristiche degli acquiferi dell’Emilia-Romagna - Report 2003. A cura di A. Fava, M. Farina, M. Marcaccio. Rapporto tecnico Arpa Emilia-Romagna, Scandiano (RE). 244 pp. http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=553&idlivello=234
ACQUE SOTTERRANEE
1. http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/Acqua/generale_679.asp 2. http://www.arpa.emr.it/subsidenza/index.asp?idlivello=1414
260
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque marino costiere
capitolo 6 3C
INDICE Introduzione Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p.
264
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
264
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
264
Determinanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
267
Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
285
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
293
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
315
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
333
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
336
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
336
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
336
Indicatori
ACQUE MARINO COSTIERE
Riferimenti
262
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Altre aree tematiche interessate
Nome indicatore / Indice
2008
267
Densità turistico ricettiva costiera
Aria, Suolo, Rifiuti
Provincia
2001-2011
270
Densità residenziale costiera
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Provincia
2004-2011
276
Densità turistica costiera
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Provincia
2004-2011
278
Densità abitativa costiera
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Provincia
2007-2011
281
Inquinanti sversati per bacino
Carichi di inquinanti pericolosi
Acque, Natura e biodiversità
Bacino idrografico
Stime al 2008-2011
285
Classificazione delle acque di balneazione
Acque, Suolo, Rifiuti
Regione
2008-2011
293
Indice trofico TRIX
Acque, Natura e biodiversità
Regione
1996-2011
298
Concentrazione di fosforo
Acque
Regione
1983-2011
302
Concentrazione di azoto
Acque
Regione
1982-2011
305
Concentrazione di sostanze pericolose nei sedimenti (cadmio, piombo, cromo, nichel, arsenico, mercurio, PCB’s, DD’s, IPA)
Acque, Natura e biodiversità
Regione
2007-2011
310
Indice di torbidità TRBIX
Acque, Natura e biodiversità
Regione
2011
315
Presenze microalgali
Acque, Natura e biodiversità
Regione
2007-2011
318
Macroinvertebrati bentonici
Acque, Natura e biodiversità
Regione
2011
322
Ossigeno sul fondo, aree di anossia
Acque, Natura e biodiversità
Regione
1998-2011
325
Concentrazione di clorofilla “a”
Acque, Natura e biodiversità
Regione
2007-2011
329
Zone permanentemente e/o temporaneamente balneabili
Acque, Suolo
Provincia
2011
333
Tema ambientale:
Vedi capitolo Acque superficiali (pag. 164)
Qualità dei corpi idrici
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE
Uso prevalente in essere del territorio delle province costiere
Pag.
Copertura temporale
Provincia
Trend
Copertura spaziale
Acque, Suolo
DPSIR
DETERMINANTI PRESSIONI STATO IMPATTO RISPOSTE
SINOTTICO DEGLI INDICATORI
Tema ambientale
QUADRO
263
Introduzione
Q
Messaggio chiave Trend tendenti alla diminuzione negli ultimi 20 anni delle concentrazioni delle componenti fosfatiche. Aumento invece delle componenti azotate. Trend in aumento delle concentrazioni di Clorofilla “a” in tutte le aree della costa. Trend delle condizioni qualitative ambientali degli ultimi anni senza marcate variazioni. La variabilità è strettamente legata alle fluttuazioni meteoclimatiche. La situazione qualitativa delle acque marino costiere presenta elementi di criticità legati allo sviluppo di fenomeni eutrofici che, seppure con intensità e persistenza ridotte rispetto agli anni 70 e 80, sviluppano stati distrofici. Il trend delle condizioni trofiche è in aumento. É necessario perseguire le azioni di risanamento (riduzione carichi N e P) a scala di bacino.
Q
Sintesi
Q
Quadro generale
ACQUE MARINO COSTIERE
L’introduzione delle recenti normative, che hanno sostituito gli Allegati tecnici del DLgs 152/06, hanno imposto una nuovo approccio conoscitivo sempre più ecosistemico. Non viene, quindi, valutato solo il TRIX, ma anche gli elementi, sia chimici sia biologici, che nel loro insieme determinano lo stato ambientale del corpo idrico. Nel 2011, per le acque marino costiere dell’Emilia-Romagna, si segnala il manifestarsi di fenomeni eutrofici causati dagli apporti di sostanze nutritive (forme di P e N), trasportate a mare a
264
L’attività trentennale di controllo e monitoraggio delle acque marino costiere dell’Emilia-Romagna ha permesso di conoscere non solo l’evoluzione dello stato qualitativo, ma anche l’efficacia delle azioni di risanamento mirate alla mitigazione del fenomeno eutrofizzazione. Detto fenomeno rappresenta, a tutt’oggi, il principale problema ambientale dell’Adriatico nord-occidentale. Le acque costiere sono il recettore finale di un complesso sistema idrografico. I settori produttivi, comprendenti l’agrozootecnia e il settore civile, rappresentano le principali fonti di generazione dei nutrienti. La lettura dei diversi indicatori selezionati deve essere comunque fatta in un contesto più ampio, in quanto deve essere necessariamente considerato l’insieme dei fattori morfologici, idrografici, biologici e meteoclimatici. Oltre alla quantità e qualità degli apporti di nutrienti (azoto e
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
seguito delle precipitazioni che hanno dilavato sia i bacini padani, che costieri, in associazione con peculiari condizioni meteo-marine. Anche nel 2011 si sono verificati casi di ipossia/anossia negli strati profondi. Si segnala un trend in aumento delle forme azotate trasportate a mare dai bacini costieri e un abbassamento dell’ortofosfato. Il raggiungimento e mantenimento dell’obiettivo “Buono” per l’indice trofico TRIX, nei tempi richiesti dalla normativa, necessita di un ulteriore sforzo indirizzato all’abbattimento dei carichi di nutrienti.
fosforo in particolare), sono da valutare la scarsa profondità dell’Adriatico settentrionale, la conformazione della linea di costa, la scarsa idrodinamicità (soprattutto nel periodo estivo) e le condizioni meteorologiche. Queste ultime, rappresentate soprattutto dal vento, dalle correnti, dal moto ondoso, possono favorire la risoluzione di stati distrofici in atto e, nel contempo, favorire la diluizione e dispersione dei carichi eutrofizzanti provenienti dagli apporti fluviali. Al contrario, diffuse e persistenti precipitazioni atmosferiche determinano un incremento dei carichi di nutrienti veicolati a mare e, conseguentemente, favoriscono lo sviluppo di blooms algali. Le manifestazioni spazio temporali degli eventi eutrofici sono molto diversificate; in estrema sintesi si può affermare che, nella zona compresa tra il delta del Po e Ravenna (dighe foranee del porto), i processi di fioritura
microalgale sono più frequenti e più intensi rispetto alla parte centrale e meridionale della costa. Anche la distribuzione degli elementi “fertilizzanti” e dell’indice di biomassa microalgale seguono un modello con andamento in diminuzione da nord a sud, da costa verso il largo e dalla superficie verso il fondo. La formazione di situazioni anossiche delle acque di fondo è la principale conseguenza dell’eutrofizzazione, in quanto determina effetti distrofici sugli equilibri degli ecosistemi bentonici, con impatto diretto sul comparto della pesca e un riflesso negativo sul turismo, per lo spiaggiamento di organismi morti e lo sviluppo di odori sgradevoli derivati dai processi di degradazione della sostanza organica. Fino al 2007 si è osservata una diminuzione delle concentrazioni dei nutrienti nelle acque marino costiere, con conseguente riduzione dei fenomeni eutrofici e dei casi di anossia/ipossia, anche in termi-
ni di intensità e durata; purtroppo tale tendenza a partire dal 2008 è cambiata. Dopo un periodo di scarsa piovosità con conseguente diminuzione delle portate fluviali (2003-2007), si è riscontrata nel biennio 2008-2009 una significativa ripresa nelle portate. Dalla classificazione trofica effettuata in ottemperanza alle disposizioni del DLgs 152/99, risulta che le acque marino costiere a partire dal 2007 si sono attestate nello stato di “Buono-Mediocre” con un valore medio annuale di TRIX pari a 4,96, riscontrando negli ultimi anni un trend in lieve miglioramento. Nel 2009 e 2010 il valore medio annuale di TRIX è salito rispettivamente a 5,78 e 5,98, attribuendo allo stato trofico delle acque marino costiere il giudizio “Sufficiente” in base a quanto previsto dal DLgs 152/06 e DM 260/10. Nel 2011 si è mantenuto il giudizio “Sufficiente” con il valore medio/anno del TRIX pari a 5,67.
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque marino costiere
– alta stabilità; – media stabilità; – bassa stabilità. Tutta la fascia costiera emiliano romagnola ricade nella tipologia “alta stabilità”. Tale tipologia è giustificata non solo dalla formazione di termoclini nel periodo primaverile/autunnale, ma anche dalla presenza di aloclini/picnoclini determinati dai cospicui apporti di acque dolci sversate in particolare dal fiume Po. Associando i criteri geomorfologici (costa sabbiosa e pianura alluvionale) con quelli idrologici (alta stabilità), risulta che l’intera fascia costiera dell’Emilia-Romagna appartiene al tipo “E1” (pianura alluvionale). La fase successiva è stata quella di individuare i corpi idrici. I “corpi idrici” sono le unità a cui fare riferimento per la verifica della conformità con gli obiettivi ambientali definiti nel DLgs 152/06. La corretta identificazione dei corpi idrici è di particolare importanza, in quanto gli obiettivi ambientali e le misure necessarie per raggiungerli si applicano in base alle caratteristiche e alle criticità dei singoli “corpi idrici”. L’identificazione deve permettere un’accurata descrizione dello stato degli ecosistemi acquatici, per consentire l’applicazione corretta degli obiettivi ambientali e il loro perseguimento e raggiungimento come previsto dal DLgs 152/06. (segue)
ª
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE
Con il DLgs 152/06 (che recepisce la Direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente il precedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque marino costiere sono previsti numerosi nuovi elementi per la definizione dello Stato ecologico e la ricerca di contaminanti inorganici e organici nelle matrici acqua, sedimento e biota per la definizione dello Stato chimico. Con il DM 56/09 vengono definiti i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici, individuando gli elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico e dello stato chimico. Con il successivo DM 260/10, sono definiti i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione dei corpi idrici da effettuare al termine del ciclo di monitoraggio. Un altro decreto attuativo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08 recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le metodologie per l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazione), la individuazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti. I criteri per la tipizzazione dei corpi idrici consentono la caratterizzazione delle acque costiere con valori medi annuali di stabilità verticale, secondo le tre tipologie:
265
(continua)
Per le acque marino costiere della regione Emilia-Romagna si individuano 2 corpi idrici (figura sottostante). Il corpo idrico CD1 si estende da Goro (delta Po) a Ravenna con una superficie di circa 96 km2 ed è influenzato dagli apporti sversati dal bacino padano e da quello del fiume Reno. Il corpo idrico CD2 si estende da Ravenna a Cattolica con una superficie pari a 202 km2 e riceve il contributo dei bacini idrografici dei Fiumi Uniti/Savio e del Conca/Marecchia. L. di Volano
WGS84
12.1637 12.1867 12.1924 12.1705
F E Comacchio
Casal Bor setti
")
")
Ravenna L. Adriano ")
WGS84
")
Latitudine 44.2917 44.2971 43.5969 43.5820
B
Longitudine 12.1711 12.1922 12.4585 12.4494
Corpo Idrico 2 (CD2)
BE V AN O
Profondità fondale m 2,8 8,8 10,5 3,7
O AN EV
Cesenatico
")
FC SAVIO
Distanza costa km 0,5 3,0 3,0 0,5
Corpo Idrico 1 (CD1)
LAMONE
M. di Ravenna
RA
Vertici CD2 Ravenna - Cattolica A2 B2 C2 D2
/
")
P. Gar ibaldi ")
R imini IA
44.4786 44.4789 44.2985 44.2984
Longitudine
CH
Latitudine
RENO
Profondità fondale m 2,5 4,5 8,7 3,5
EC
Distanza costa km 0,5 3,0 3,0 0,5
MA R
Vertici CD1 Goro - Ravenna A1 B1 C1 D1
")
")
RN Cattolica
")
Figura - Rappresentazione cartografica della suddivisione in corpi idrici delle acque marino costiere Al capitolo 12 (pag. 1010) si riporta la descrizione e la rappresentazione cartografica della rete di monitoraggio delle acque marino costiere istituita ai sensi del DLgs 152/06. Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento che costituiscono la nuova rete di monitoraggio delle acque marino costiere della regione Emilia-Romagna istituita ai sensi del DLgs 152/06.
ACQUE MARINO COSTIERE
Codice Stazione
266
2 302 4 SFBC4 304 Tecno 6 306 308 9 SFBC9 309 AngeCl 14 SFBC14 314 Copra 17 317 19 SFBC19 319 Ass_Cattol
Località Lido di Volano Lido di Volano Porto Garibaldi Porto Garibaldi Porto Garibaldi Porto Garibaldi Casalborsetti Casalborsetti Marina di Ravenna Lido Adriano Lido Adriano Lido Adriano Foce Bevano Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Rimini Rimini Cattolica Cattolica Cattolica Cattolica
Corpo idrico CD1 CD1 CD1 CD1 CD1 CD1 CD1 CD1 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2 CD2
Lat WGS84 44.457656 44.456876 44.396873 44.397070 44.396934 44.420335 44.332012 44.334052 44.288990 44.240749 44.242420 44.243089 44.234869 44.127226 44.128090 44.132626 44.130347 44.046585 44.058165 43.582924 43.580440 43.593664 43.594684
Lon WGS84 12.155128 12.174088 12.154228 12.155680 12.172888 12.177028 12.174568 12.193348 12.192627 12.195387 12.194870 12.213866 12.206426 12.241524 12.244960 12.258444 12.279503 12.350548 12.359907 12.444691 12.445400 12.455912 12.445172
Discosta (km) 0,5 3 0,5 1 3 4,3 0,5 3 3 0,5 1 3 1,95 0,5 1 3 4,9 0,5 3 0,5 2 3 2,7
Prof. (m) 3,9 6,7 3,7 5 9,1 10,5 5,2 10,2 8,1 5,4 6 9,4 7,5 3,1 5 8,3 9,5 4,3 9,9 4,1 10,5 11 10,5
I dati ottenuti dall’attività di monitoraggio svolta ai sensi del DLgs 152/06 sono integrati con i dati chimico-fisici e biologici rilevati nella attività di monitoraggio effettuate per la valutazione dello stato trofico delle acque marino costiere (LR 39/78, LR 3/99 e LR 44/95), relativamente a stazioni di campionamento ubicate alla distanza di 10 e 20 km dalla costa. Tale integrazione consente di analizzare lo stato delle acque marino costiere con una visione più ampia delle informazioni.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
DETERMINANTI
Descrizione
Scopo
L’antropizzazione del territorio e il suo sfruttamento finiscono per condizionare in maniera più o meno rilevante anche la qualità delle diverse matrici ambientali. A seguito del processo di antropizzazione, infatti, l’uso del suolo, secondo modalità più o meno sostenibili, può rappresentare un importante fattore di pressione sugli ecosistemi; la sua adeguata e precisa conoscenza risulta quindi fondamentale, anche ai fini di una migliore rappresentazione e valutazione della qualità delle risorse ambientali.
La valutazione dell’uso del territorio costiero contribuisce alla individuazione dei fattori che possono favorire il manifestarsi di eccessi di carico o pressioni sull’ambiente, facilitando eventuali interventi correttivi mediante la loro pianificazione.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Uso prevalente in essere del territorio delle province costiere
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
Percentuale
FONTE
Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2008 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
Acque, Suolo
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09 LR 20/00
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Suddivisione percentuale del territorio in relazione alla tipologia di utilizzo (superfici artificiali, superfici agricole utilizzate, terreni boscati e semi-naturali, zone umide e corpi idrici)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Uso prevalente in essere del territorio delle province costiere
267
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Figura 3C.1: Mappa dellâ&#x20AC;&#x2122;uso del suolo, province di Ferrara, Ravenna, ForlĂŹ-Cesena, Rimini (2008)
268
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Ferrara
1% 7%
6%
Ravenna
4%
11%
3% 3%
11%
corpi idrici superfici artificiali zone umide
superfici agricole utilizzate territori boscati e ambienti semi-naturali
Forlì-Cesena
corpi idrici superfici artificiali zone umide Rimini
1%
superfici agricole utilizzate territori boscati e ambienti semi-naturali 0%
0%
2%
26% 46% 46% 15% 57% 7% corpi idrici superfici agricole utilizzate corpi idrici superfici agricole utilizzate superfici artificiali territori boscati e ambienti superfici artificiali territori boscati e ambienti semi-naturali semi-naturali zone umide zone umide Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Figura 3C.2: Distribuzione percentuale dell’uso del suolo nelle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini (2008)
Commento La mappa dell’uso del territorio costiero è stata estratta dal database della Regione Emilia-Romagna “Uso del suolo 2008”, che è un aggiornamento di quanto già prodotto nel 2003; utilizza come fonte informativa ortofoto “Agea 2008” e come sistema di classificazione il CORINE Land Cover. Il raggruppamento delle categorie relative all’uso del suolo adottato quest’anno è speculare al sistema CORINE Land Cover e, pertanto, si limita al commento dell’anno in oggetto. Nonostante l’annessione di una vasta area1 (328 km2) scarsamente popolata (55 ab/km2) si osserva che la provincia, in cui si ha il maggior sfruttamento del suolo, è Rimini, ove la categoria “superfici artificiali” (comprensive di: zone urbanizzate di tipo residenziale, zone industriali, commerciali e infrastrutturali, zone estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati, zone verdi artificiali non agricole) copre il 14,8% dell’intero territorio, mentre nelle altre province si attesta su valori più contenuti (RA 10,7%, FE 7,4%, FC 7,1%). Per quanto riguarda le “superfici agricole utilizza-
te”, rilevante è la percentuale riscontrata nella provincia di Ferrara (81,8%), mentre con ordine decrescente seguono Ravenna (72,1%), Rimini (57,1%) e Forlì-Cesena (45,5%). Al valore più basso dell’uso del suolo per l’agricoltura della provincia di Forlì-Cesena si contrappone la percentuale più elevata dei “territori boscati e semi-naturali” (46,4%), superiore alle altre province (Rimini 25,8%, Ravenna 11,2% e Ferrara 1,1%). La presenza di “zone umide”nelle province di Ferrara (6%) e di Ravenna (3%) è attribuibile alle valli interne, alle acque di transizione e alle saline presenti nel rispettivo territorio; per quanto riguarda le province di Forlì-Cesena (0,003%) e di Rimini (0,048%) i dati evidenziano una estensione molto limitata.
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
72%
82%
Nota: 1 La Legge 117 del 3 agosto 2009 ha sancito il distacco della Comunità montana dell’Alta Valmarecchia dalla regione Marche e il suo accorpamento alla provincia di Rimini: dal 1° gennaio 2010 i sette nuovi comuni sono stati integrati nelle statistiche ufficiali dell’Emilia-Romagna e sono, quindi, considerati in questo capitolo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
269
DETERMINANTI
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Densità turistico ricettiva costiera
270
Descrizione La capacità turistica è valutata in termini di numero di strutture ricettive e posti letto per unità di superficie. Al fine di uniformare diverse fonti (Istat, Ufficio statistico regionale e provinciale), si classificano tre tipologie di strutture ricettive: strutture alberghiere (alberghi e residence), strutture complementari1 (campeggi, villaggi turistici, case per ferie, ostelli, rifugi, case e appartamenti per vacanze a gestione imprenditoriale, agriturismi, country house, bed & breakfast) e alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale (non iscritti al REC). Nella presente scheda si considerano solo le strutture alberghiere e quelle complementari, poiché gli alloggi privati non iscritti al REC non sono inclusi nelle statistiche regionali, in analogia a quanto fa
l’Istat a livello nazionale, in quanto la metodologia di rilevazione non è omogenea per tutte le province e i dati non sono, quindi, facilmente confrontabili.
Scopo La conoscenza delle capacità ricettive del territorio e della tipologia delle strutture turistico-ricettive è strumento importante per prevedere il carico antropico potenziale e per predisporre infrastrutture e servizi adeguati alla quantità e qualità della presenza turistica. Nota: 1 Si accorpano le strutture ricettive distinte nella LR 16/2004 in strutture ricettive all’aria aperta e strutture ricettive extralberghiere, nonché le altre tipologie ricettive, gestite in forma imprenditoriale
Metadati DPSIR
NOME DELL’INDICATORE
Densità turistico ricettiva costiera
UNITÀ DI MISURA
N. strutture ricettive, n. posti FONTE letto/chilometro quadrato
D Regione Emilia-Romagna, Province
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2001-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/09 LR 16/2004
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Suddivisione delle strutture ricettive turistiche per territorio provinciale e per tipologia, raffronto con superficie provinciale
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Aria, Suolo, Rifiuti
Grafici e tabelle Tabella 3C.1: Numero di strutture turistico-ricettive (2001-2011)
Ferrara
Ravenna
ForlĂŹCesena
Rimini
Anno
5 Stelle
4 Stelle
3 Stelle
2 Stelle
1 Stella
Residence
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 1 1 2 2 2 3 4 4 4 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3
14 13 14 15 15 15 17 17 16 16 14 39 42 47 49 52 53 53 62 64 69 71 24 30 30 32 32 36 37 37 36 36 37 94 104 107 112 129 133 134 143 149 148 148
38 40 39 41 42 42 43 44 46 46 47 332 336 338 338 337 341 341 337 337 346 344 298 303 317 322 322 345 353 364 367 368 342 1069 1148 1149 1140 1213 1200 1182 1223 1223 1228 1236
25 26 26 27 24 26 21 19 21 20 18 131 124 116 115 111 104 104 94 87 85 81 183 177 166 163 150 147 139 129 128 127 114 854 771 740 720 643 628 592 533 521 519 513
26 26 25 26 25 24 20 20 13 13 12 55 49 42 38 36 35 35 31 30 26 26 84 73 68 63 63 64 60 49 47 48 39 493 438 392 377 327 306 287 244 239 232 227
2 2 3 4 4 5 7 8 8 9 9 13 14 18 21 24 27 27 32 32 32 32 9 13 15 14 18 16 14 13 16 17 17 60 70 79 93 104 118 110 125 140 145 151
Strutture complementari 62 88 111 171 194 202 212 241 254 265 278 1208 1249 1256 1366 1042 1090 902 960 1068 520 545 161 191 349 372 380 418 451 393 495 527 550 161 182 191 238 285 312 258 274 293 379 405
Totale 168 196 219 285 305 315 321 350 359 370 379 1778 1814 1818 1928 1604 1652 1464 1519 1622 1082 1103 759 787 945 966 965 1026 1054 985 1089 1123 1099 2733 2715 2660 2682 2703 2699 2565 2544 2567 2654 2683
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Provincia
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
271
6,0
N. strutture/km2
4,0
3,0
2,0
1,0
Ferrara
Ravenna
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
0,0
Forlì-Cesena
Rimini
Strutture alberghiere Strutture complementari Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provinciali Figura 3C.3a: Densità delle strutture turistico-ricettive (2006-2011)
1,6
5 Stelle
1,4 4 Stelle
1,2 3 Stelle
N. strutture/km 2
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
5,0
1,0 2 Stelle
0,8 0,6
1 Stella
0,4 Residence
0,2 Strutture complementari
0,0 Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo provinciali Figura 3C.3b: Densità strutture turistico-ricettive distinte per tipologia (2011)
272
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Tabella 3C.2: Numero di posti letto nelle strutture turistico-ricettive (2001-2011)
Ferrara
Ravenna
ForlĂŹCesena
Rimini
Anno
5 Stelle
4 Stelle
3 Stelle
2 Stelle
1 Stella Residence
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
53 53 53 53 53 53 53 53 53 53 53 0 0 152 160 410 340 220 276 354 369 409 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 379 379 379 379 379 379 379 379 379 504 504
1441 1260 1415 1418 1421 1413 1605 1533 1348 1496 1313 4674 5236 5585 5788 6157 6405 6794 7361 7884 8393 8731 2925 3694 3718 3919 3984 5027 5396 4852 4799 5596 5615 10815 12197 12374 12934 14447 14765 14925 16015 16826 16844 16877
3016 3099 3120 3444 3493 3439 3215 3097 3495 3268 3644 24144 24155 24248 24502 24203 25514 25580 24321 25012 25536 25191 21571 22028 22991 23288 23842 29677 29972 25466 25590 32902 31672 75091 82209 82084 83260 88911 88261 88123 91054 91196 92273 92942
988 1015 1010 1038 942 1413 1185 1088 668 629 617 5676 5341 4883 4814 4702 4461 4144 3998 3783 3695 3560 8539 8087 7377 7161 6323 6663 6082 4996 4954 5529 4946 36305 33611 32468 32814 28320 27774 26994 23169 22653 22751 22561
591 585 471 466 464 458 364 360 229 233 223 1674 1457 1186 1070 1011 995 957 877 837 826 840 2598 2272 2115 1981 1958 2110 1832 1379 1274 1435 1298 13587 12327 11178 11156 9603 9001 8740 7301 7159 7047 6927
34 34 58 82 82 122 419 471 642 836 836 1105 1444 1756 1771 2212 2502 2637 3004 3194 3228 3000 464 641 675 666 926 1302 1121 1001 1174 1402 1361 2332 2743 3038 3458 3818 4240 4100 4610 5571 6026 6420
Strutture complementari 20000 22263 21699 29111 29077 27870 26621 26166 25574 26701 26815 36414 36615 36192 37115 36646 36515 35346 35434 36105 36741 37875 22451 22755 23503 24124 23274 24452 24584 21946 22002 25070 24376 20008 19996 19875 19712 21072 21144 19501 19424 20791 26068 26633
Totale 26123 28309 27826 35612 35532 34768 33462 32768 32009 33216 33501 73687 74248 74002 75220 75341 76732 75678 75271 77169 78788 79606 58548 59477 60379 61139 60307 69231 68987 59640 59793 71934 69268 158517 163462 161396 163713 166550 165564 162762 161952 164575 171513 172864
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Provincia
Fonte: Regione Emilia-Romagna, Province
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
273
350 300
N. posti letto/km2
200 150 100 50
Ferrara
Ravenna
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
2006 2007 2008 2009 2010 2011
0
Forli-Cesena
In strutture complementari
Rimini
In strutture alberghiere
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo regionale e provinciali Figura 3C.4a: DensitĂ di posti letto nelle strutture turistiche ricettive (2006-2011)
120 5 Stelle
100
4 Stelle
80 N. posti letto/km 2
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
250
3 Stelle
2 Stelle
60
1 Stella
40 Residence
20 Strutture complementari
0 Ferrara
Ravenna
ForlĂŹ-Cesena
Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Assessorati al turismo provinciali Figura 3C.4b: DensitĂ di posti letto nelle strutture turistiche ricettive distinte per tipologia (2011)
274
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Dall’analisi dei dati si rileva che la maggior concentrazione di strutture turistico-ricettive è presente nella provincia di Rimini. Si precisa che, ove non diversamente specificato, i dati 2010 e 2011 di Rimini, riportati in tabelle e grafici, sono riferiti ai confini definiti dalla L 117/2009 (annessione dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia). Nei 328 km2 del territorio dell’Alta Valmarecchia sono presenti solo 64 strutture turistiche. Confrontando i dati del 2006 con quelli del 2011, si evidenzia che il numero di strutture ricettive è aumentato a Ferrara (64 unità, pari a +20,3%) e a Forlì-Cesena (73 unità, pari a +7,1%), mentre si registra un lieve calo a Rimini (-16 unità, pari a -0,6%) (tabella 3C.1). Per Rimini, limitando il confronto all’ultimo biennio, si osserva un moderato trend positivo (+1,09%). Per la provincia di Ravenna si nota un lieve incremento di strutture ricettive (21 unità, pari all’1,9%) nel biennio 2010-2011. Non si considerano i dati registrati fino al 2009, in quanto non comparabili con quelli degli anni successivi per una diversa modalità di ricognizione delle strutture complementari. L’offerta turistica è differenziata lungo la costa: le strutture complementari sono in netta prevalenza a Ferrara (73% del totale); a Ravenna si equivalgono a quelle alberghiere (49% dopo la bonifica dei vecchi dati), così come a Forlì-Cesena (50%), mentre a Rimini raggiungono solo il 15%, nonostante l’apporto dell’Alta Valmarecchia, la cui offerta –
molto limitata in valori assoluti – è nettamente spostata a favore di alloggi complementari (83%). Focalizzando l’attenzione alle singole strutture ricettive, si nota una tendenza alla diminuzione delle strutture alberghiere, mentre le complementari aumentano: dal 2006 al 2011 il numero di esercizi alberghieri si è ridotto a Ferrara (-10,6%), a ForlìCesena (-9,7%) e a Rimini (-4,6%), rimanendo pressoché invariato a Ravenna (-0,7%); le strutture complementari (fatta salva la flessione di Ravenna per i motivi sopra esposti) sono aumentate ovunque: circa il 38% a FE, circa il 32% a FC, circa il 30% a RN. Nell’ambito delle strutture alberghiere e nell’intervallo di tempo tra il 2006 e il 2011, si registra nella maggior parte delle 4 province costiere una diminuzione di alberghi a una e due stelle, a fronte di un lieve aumento di quelli di categoria superiore e di un incremento dei residence. Come si può notare, l’annessione del territorio povero di strutture turistiche ha determinato, a partire dal 2010, una forte flessione della densità ricettiva di Rimini (figura 3C.3a). Per i comuni di nuova acquisizione non è stato possibile ricostruire serie storiche relative all’intera superficie attuale a causa della mancanza di dati disaggregati. Il numero di posti letto, considerati nel loro insieme e nell’arco temporale 2006÷2011, è aumentato nelle province di Rimini (+4,4%) e di Ravenna (+3,8%); rimane pressoché stabile in quella di Forlì-Cesena (+0,1%) e per Ferrara si registra una flessione (-3,6%) (tabella 3C.2).
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Commento
275
DETERMINANTI
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Densità residenziale costiera
276
Descrizione
Scopo
La densità residenziale è definita dal rapporto tra il numero degli abitanti e l’estensione del territorio, ed è un parametro confrontabile nello spazio e nel tempo. Dal valore ottenuto è possibile estrapolare indicazioni diverse sia di tipo socio-economico, che si possono collegare al livello di qualità della vita, sia di tipo ambientale, in quanto fornisce informazioni relativamente alla pressione antropica sul territorio.
Il calcolo della densità residenziale permette di valutare l’entità e la distribuzione dei carichi antropici ed è l’indicatore di base nei differenti tipi di analisi per lo sviluppo sostenibile di un’area geografica. È, inoltre, componente importante per altri indicatori che misurano impatti pro-capite.
Metadati DPSIR
NOME DELL’INDICATORE
Densità residenziale costiera
UNITÀ DI MISURA
N. residenti/chilometro qua- FONTE drato
D Regione Emilia-Romagna, Istat
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2004-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Numero di abitanti valutato annualmente in relazione alla superficie complessiva del territorio provinciale
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Grafici e tabelle Tabella 3C.3: Popolazione residente (2004-2011) 2004
2005
2006
Anno 2007 2008
2009
2010
2011
Ferrara
347.360 349.774 351.452 353.303 355.809 357.980 358.972 359.994
Ravenna
355.395 365.369 369.427 373.449 379.468 385.729 389.509 392.458
Forlì-Cesena
366.805 371.318 374.678 377.993 383.043 388.019 392.329 395.489
Rimini
281.344 286.796 289.932 294.074 298.294 303.256 325.219 329.302
Fonte: Istat (dati al 1° gennaio), Regione Emilia-Romagna
700 600
N. residenti/km 2
500 400 300 200 100 0 Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
2011 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Istat e Regione Emilia-Romagna Figura 3C.5: Densità residenziale costiera (2006-2011)
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Provincia
Commento Dall’analisi dei dati emerge che nel 2011 le tre province a nord (Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena) hanno un numero di abitanti per km2 relativamente simile (137, 211, 166) e, considerando l’intervallo di tempo che va dal 2006 al 2011, la densità residenziale è in leggera crescita per Ferrara (+2,6%), a fronte di un trend evolutivo in deciso aumento per Ravenna (+6,3%) e Forlì-Cesena (+5,6%) (figura 3C.5). Discorso a parte esige Rimini che, con l’entrata in vigore della L 117/2009, ha inglobato i sette comuni dell’Alta Valmarecchia e ha registrato dal 2010 una forte espansione del territorio in relazione al numero di residenti con conseguente
flessione della densità residenziale nella provincia attuale. Ne consegue che, per quanto riguarda la provincia di Rimini, si è ritenuto opportuno limitare il confronto all’intervallo di tempo che va dal 2010 al 2011, durante il quale si osserva un incremento della densità (+1,24%), che risulta il valore più alto fra quelli delle quattro province costiere (FE +0,40%, RA +0,81% e FC +0,85 %). Questo significa che, nonostante l’annessione di una vasta area (328 km2) scarsamente abitata (55 ab/km2), Rimini resta la provincia più densamente popolata della costa e in cui più forte è l’incremento demografico.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
277
DETERMINANTI
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Densità turistica costiera
278
Descrizione Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale del turismo la definizione di “presenza turistica” implica che vi sia un pernottamento ed è in questa accezione che il termine è usato in questa sede, pur avendo presente il ruolo, altrettanto importante ma al momento non rilevabile, che possono giocare i visitatori non pernottanti in termini d’impatto ambientale. Il numero di turisti per unità di superficie è un fattore legato alle pressioni sui beni ecologici, culturali e sulle infrastrutture, capace di influenzare diversi aspetti della sostenibilità a medio e lungo termine. Pur ritenendo statisticamente non corretto considerare dati raccolti a livello provinciale con metodologie non omogenee che ne inficiano il
confronto, per non trascurare un fenomeno che comunque contribuisce alla determinazione del carico antropico totale, si sono considerate, mantenendole distinte, anche le presenze turistiche stimate presso alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale (non iscritti al REC).
Scopo Permette una valutazione del carico antropico derivante dalle attività turistiche ed è, quindi, informazione di base necessaria per tutte le forme di pianificazione e gestione di un territorio, oltre a essere un dato chiave per comprendere e prevedere la pressione potenziale sullo stesso e una componente importante per altri indicatori che misurano impatti pro capite.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Densità turistica costiera
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
N. presenze turistiche/ chilometro quadrato
FONTE
Regione Emilia-Romagna, Province
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2004-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Calcolo del rapporto fra numero di presenze turistiche sul territorio e la sua estensione
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Grafici e tabelle Tabella 3C.4: Presenze turistiche presso strutture ricettive e presso alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale (2004-2011)
Ferrara
Ravenna
ForlĂŹ-Cesena
Rimini
Anno 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010* 2011*
** Presenze c/o alloggi privati e non iscritti al REC 2.848.381 3.036.264 2.976.400 2.832.348 3.026.890 3.051.939 2.941.295 2.707.762 503.792 510.638 475.474 482.440 471.301 511.399 529.305 488.367 405.749 413.071 358.730 369.352 335.398 326.351 323.582 304.543 1.909.023 1.930.706 1.986.695 1.993.484 2.071.388 2.082.152 2.095.893 2.120.304
Totale presenze 5.464.355 5.505.056 5.566.367 5.433.504 5.547.516 5.604.853 5.430.124 5.296.419 6.577.663 6.591.011 6.840.974 7.102.120 6.991.194 7.200.406 6.911.630 7.075.070 5.771.680 5.384.836 5.714.243 5.971.039 6.006.698 5.944.135 5.922.343 5.930.979 16.897.543 16.944.399 17.432.398 17.715.377 17.642.532 17.624.143 17.709.893 18.363.135
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Provincia
Presenze c/o strutture alberghiere e complementari 2.615.974 2.468.792 2.589.967 2.601.156 2.520.626 2.552.914 2.488.829 2.588.657 6.073.871 6.080.373 6.365.500 6.619.680 6.519.893 6.689.007 6.382.325 6.586.703 5.365.931 4.971.765 5.355.513 5.601.687 5.671.300 5.617.784 5.598.761 5.626.436 14.988.520 15.013.693 15.445.703 15.721.893 15.571.144 15.541.991 15.614.000 16.242.831
Fonte: Regione Emilia-Romagna e Province Note: * dati riferiti ai confini attuali conseguenti alla attuazione della L 117/2009 ** dati stimati
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
279
35.000 30.000
280
N. presenze/km 2
20.000 15.000 10.000
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
2011*
2010*
2009
2008
2007
2006
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2011
2010
2009
2008
2007
2006
2010
2009
2008
2007
0
2011
5.000
2006
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
25.000
Rimini
Densità presenze c/o strutture alberghiere e complementari Densità presenze c/o alloggi privati non iscritti al REC Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna e Province Figura 3C.6: Densità turistica (2006-2011) Nota: * dati riferiti ai confini attuali conseguenti all’attuazione della L 117/2009
Commento Dal confronto, nell’anno 2011, fra le quattro province di costa spicca l’elevata densità turistica complessiva di Rimini (21.303 presenze/km2 sull’attuale territorio amministrativo, 33.000 presenze/km2 entro i “vecchi” confini cui fa riferimento la serie storica 2006÷09), su cui insiste anche la maggiore densità residenziale (figura 3C.6). A livelli notevolmente più bassi si collocano Ravenna (3.806 presenze/km2), Forlì-Cesena (2.495 presenze/km2) e Ferrara (2.012 presenze/km2). E’ interessante notare la diversa distribuzione di presenze in strutture di tipo diverso: a Ferrara la quota di turisti ospitati presso alloggi privati non iscritti al REC supera quella delle strutture alberghiere e com-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
plementari (rispettivamente 2.707.762 e 2.588.657 presenze, le prime sono pari al 51,1% del totale), mentre nelle altre province la percentuale di presenze di questa tipologia sul totale è di gran lunga inferiore (5,1% a Forlì-Cesena, 6,9% a Ravenna, 11,5% a Rimini). Durante l’arco di tempo considerato (2006÷2011) si registra qualche variazione sulle presenze turistiche: in particolare sono diminuite a Ferrara (-4,8%) e aumentate a Ravenna (+3,4%), Forlì-Cesena (+3,8%) e Rimini (+5,3%). Quest’ultima valutazione, in realtà, risente della diversa situazione territoriale della provincia di Rimini nelle due annualità prese a confronto.
DETERMINANTI
Descrizione Nelle zone costiere ad alta densità di strutture ricettive e con volumi turistici elevati e concentrati in periodi di tempo limitati, si verificano annualmente rilevanti fluttuazioni nei carichi antropici. Per evidenziare il grado di stagionalità della domanda, che può essere indice di potenziali squilibri e pressioni sulla comunità e sull’ambiente, nasce la necessità di quantificare le presenze turistiche a livello mensile. Si definisce “densità abitativa” la somma della densità residenziale con quella turistica (in termini di residenti equivalenti mensili), che grava sul territorio nei vari mesi dell’anno. Si è poi cercato di mettere in evidenza il “peso” esercitato dai turisti sulla comunità locale mediante il calcolo dell’Indice di Pressione Turistica (IPT), definito come numero di turisti-residenti
equivalenti/100 residenti. Sono esclusi in questa scheda i turisti ospitati in alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale.
Scopo Valutare il carico antropico globale, misurandone la stagionalità, e consentire la stima dei carichi originati dal turismo rispetto a quelli prodotti dai residenti nei vari periodi dell’anno. Nell’ambito della pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio, la disaggregazione a livello mensile delle presenze turistiche può consentire l’individuazione di ulteriori margini di espansione o, viceversa, può indurre alla scelta, in relazione alla capacità di carico, di un ridimensionamento dei flussi o, ancora, indirizzare la gestione delle destinazioni turistiche verso programmi di diversificazione dell’offerta.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Densità abitativa costiera
DPSIR
D
UNITÀ DI MISURA
N. turisti + n. residenti/ chilometro quadrato, n. turisti/100 residenti
FONTE
Regione Emilia-Romagna, Province
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Mensile
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
L 117/2009
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Il calcolo della densità abitativa (residenti + turisti) mensile è effettuato come di seguito descritto, equiparando i turisti ai residenti (=residenti equivalenti): – Densità residenziale (DR) = residenti/km2 – Residenti equivalenti mensili (TREM) = giornate di presenza turistica mensile/gg del mese – Densità turistica mensile (DTM) = TREM/km2 – Densità abitativa mensile = DR + DTM – Indice di pressione turistica (IPT) = TREM/100 residenti
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Densità abitativa costiera
Acque, Aria, Suolo, Rifiuti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
281
Grafici e tabelle Tabella 3C.5: Presenze turistiche mensili (2007-2011)
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
mese-anno
Ferrara
Ravenna
Rimini
gen-07 feb-07 mar-07 apr-07 mag-07 giu-07 lug-07 ago-07 set-07 ott-07 nov-07 dic-07 Totale gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08
36348 42532 64004 142199 221988 404133 617814 688602 226531 66130 47128 43747 2601156 34959 41019 58251 116946 254329
77930 66797 116834 391205 426154 1202947 1597472 1832074 592065 140155 90919 85276 6619828 69359 77170 146063 270518 518119
80987 82060 142168 324005 394428 1002919 1299454 1394323 510792 143474 119896 107181 5601687 71615 89573 161327 249452 415293
206822 182120 258783 732270 807939 2998129 3865525 4335950 1588415 318041 227528 197463 15718985 205000 184209 344489 512779 961491
giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08 Totale gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09 lug-09 ago-09 set-09 ott-09 nov-09 dic-09 Totale gen-10 feb-10 mar-10 apr-10 mag-10 giu-10 lug-10 ago-10 set-10 ott-10 nov-10 dic-10 Totale gen-11 feb-11 mar-11 apr-11 mag-11 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 Totale
363381 603247 648931 229519 51948 34603 36471 2473604 33219 35907 49614 122939 230527 389955 617313 691350 248966 59229 35715 38180 2552914 28508 32820 47233 91941 227663 371769 614491 690683 248626 60545 39228 35322 2488829 33949 32849 48867 109181 169917 439836 621784 731178 257421 70475 37017 36183 2588657
1162261 1612408 1802155 558072 123679 91779 88310 6519893 80587 72371 108021 281320 532193 1171669 1665815 1883910 601956 123916 84308 82941 6689007 78559 65501 103504 246545 429529 1092198 1648389 1849173 589880 131161 77471 70415 6382325 74613 64730 102476 283880 379459 1201930 1712437 1886495 614633 125903 70752 69395 6586703
991253 1349494 1456333 513277 146166 119059 108458 5671300 66137 85558 108058 262435 403824 946622 1328061 1491251 570027 141505 109257 105049 5617784 66281 84897 110789 255923 383769 932992 1388998 1473574 516108 158052 119475 107903 5598761 77623 89209 114608 278642 343068 982561 1367700 1481202 521509 153665 112365 104284 5626436
2931367 3944650 4381092 1469682 304086 183334 148935 15571114 188767 154936 217854 563265 965400 2829308 3971354 4510267 1509388 313709 159208 158535 15541991 201432 161174 242321 580533 875995 2746746 4085379 4530282 1515254 322523 193540 158821 15614000 241346 176949 257646 663581 811974 2979346 4171385 4612585 1616209 355435 190424 165951 16242831
Fonte: Assessorati al turismo regionale e provinciali
282
ForlĂŹ-Cesena
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
0
Ferrara Densità residenziale
Ravenna Forlì-Cesena
Forlì-Cesena
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
Ravenna
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
Ferrara
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
N. abitanti/km2 200
100
Rimini
Densità turistica
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al turismo regionale e provinciali Figura 3C.7a: Densità abitativa residenziale e turistica mensile (2011)
50
45
40
35
30
25
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
0
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
N° turisti-residenti equivalenti/100 residenti
600
500
400
300
20
15
10
5
Rimini
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Assessorati al turismo regionale e provinciali Figura 3C.7b: Indice di pressione turistica (2011)
283
ACQUE MARINO COSTIERE - Determinanti
Commento
284
Il periodo di maggior impatto turistico (tabella 3C.5) è, per tutte le province, quello che va da giugno a settembre, in cui si concentra l’80% in media delle presenze annuali (79% a Ferrara, 77% a Forlì-Cesena, 82% a Ravenna e a Rimini). La spiccata stagionalità non accenna a “stemperarsi”: dal 2007 al 2011 la concentrazione di presenze turistiche nei quattro mesi estivi è mediamente stabile o in aumento in tutte le quattro province. Ove non diversamente specificato i dati del 2010 e del 2011 di Rimini, riportati in tabelle e grafici, sono riferiti ai confini attuali secondo la L 117/2009, che ha annesso alla provincia i sette comuni dell’Alta Valmarecchia. Il mese di maggior afflusso turistico è agosto: come evidenziato dalla figura 3C.7a, la densità abitativa di Rimini aumenta del 45% (1 turista ogni 2 residenti), a fronte di incrementi più contenuti nelle altre pro-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
vince (+16% RA, +12% FC, +6% FE). Il dato relativamente basso di Ferrara è influenzato, più degli altri, dal fatto che nella elaborazione sono stati esclusi gli ospiti di alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale, la cui stima annuale supera, in questa provincia, le presenze rilevate presso le altre strutture (vedi tabella 3C.4). Dalla figura 3C.7a si osserva anche che, in agosto, la densità abitativa di Rimini (555) risulta essere 2,3 volte quella di Ravenna (244), 3 volte quella di Forlì-Cesena (183), 3,8 volte quella di Ferrara (145), nonostante la notevole diminuzione della densità abitativa (anno 2009-anno 2010: -35%) dovuta all’ampliamento territoriale. L’indice di pressione turistica di settembre a Rimini supera quello relativo al mese di agosto delle altre tre province costiere (figura 3C.7b).
PRESSIONI
Descrizione L’indicatore descrive la consistenza dei carichi inquinanti in uscita verso mare ripartiti per singoli bacini di provenienza. Al fine di evidenziare gli areali dai quali provengono i maggiori sversamenti sia di tipo puntuale, connessi alle aree urbanizzate e alle produzioni manifatturiere e artigianali, sia di origine diffusa, legati agli apporti di nutrienti e all’uso dei fitofarmaci sulla maggior parte delle colture intensi-
ve della regione, vengono riportati i carichi inquinanti annuali suddivisi nelle seguenti categorie: nutrienti, metalli, fitofarmaci e altri microinquinanti.
Scopo Valutare l’entità dei principali apporti a mare di inquinanti e la loro distribuzione lungo la fascia costiera.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Carichi di inquinanti pericolosi
DPSIR
P
UNITÀ DI MISURA
Chilogrammi, tonnellate
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Bacino idrografico DATI
COPERTURA Stime al TEMPORALE DATI 2008-2011
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CE DLgs 152/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valutazione dei carichi in transito alle stazioni di valle delle diverse aste fluviali, sulla base dei valori di concentrazione rilevati e delle corrispondenti portate idriche medie stagionali
Acque, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Carichi di inquinanti pericolosi
285
Grafici e tabelle Tabella 3C.6: Apporti in Adriatico dalle aste fluviali principali relativi a nutrienti, metalli, fitofarmaci e altre sostanze pericolose (stime al 2008-2011)*
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Corso dâ&#x20AC;&#x2122;acqua
Altre sost. pericolose Altri di Fitofarmaci Azoto Fosforo Nichel Zinco metalli derivazione (kg/anno) totale totale (kg/anno) (kg/anno) (kg/anno) industriale[**] (t/anno) (t/anno) artigianale [*] (kg/anno) [***]
Asta Po (all'altezza di Ferrara) 157.387 8.041 138.618 172.816 110.551( ) 5.320 ( ) 1.641 ( ) [A] - di cui dagli affluenti emiliani 11.508 681 5.520 71.830 10.997 179 614 Apporto Po di Goro (~10% asta 15.739 804 13.862 17.282 11.055 532 164 Po) C.l Bianco e Po di Volano 1.746 47 3.223 1.701 554 187 0,4 C.le Burana - Navigabile 2.881 64 2.308 3.168 1.050 201 24 F. Reno 3.516 70 1.952 2.644 806 125 409 C.le Destra Reno 735 16 467 1.981 667 19 78 F. Lamone 421 4 296 694 322 1,9 64 F. Uniti 1.209 11 375 4.623 409 10 105 T. Bevano 168 2 55 238 84 8 14 F. Savio 158 0,9 72 54 12 0,1 11 F. Rubicone 288 3 105 319 205 1,3 14 F. Uso 159 7 109 129 76 1,7 67 F. Marecchia 334 18 427 332 78 1,2 92 R. Marano 40 0,9 17 202 9 0,4 6 T. Conca 39 0,2 27 22 17 0,1 5 R. Ventena - T. Tavollo 231 9 126 1.078 125 1,7 33 Totale da C.l Bianco - Po di 11.925 253 9.559 17.185 4.415 557 924 Volano a Tavollo [B] Incidenza rispetto al carico del F. 8% 3% 7% 10% 4% 10% Po [B/A] Totale carico regionale in uscita 23.433 934 15.079 89.016 15.412 736 1.538 [C] Incidenza apporti diretti in Adriatico rispetto al totale 51% 27% 63% 19% 29% 76% 60% regionale [B/C] Per alcuni metalli, fitofarmaci, ma soprattutto per le altre sostanze pericolose l'elevato grado di diluizione entro le acque del F. Po ne consente solo occasionalmente il rilevamento e, quindi, il carico sul Po risulta sottostimato (*) Sono compresi: Arsenico, Cromo totale, Mercurio, Piombo, Rame Sono compresi: Acetoclor, Azoxistrobin, Bentazone, Diuron, Etofumesate, Lenacil, Mecoprop, Metalaxil, (**) Metamitron, Metolaclor, Metribuzin, Oxadiazon, Pirazone (cloridazon-iso), Propaclor, Terbutilazina, Desetil terbutilazina Sono compresi: O-Xilene, M,P-Xileni, Triclorometano, 1,1,2,2 Tetracloroetilene (percloroetilene), Toluene, (***) Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), Naftalene, C10-C13 (Cloroalcani), Totale PBDE, Ottilfenolo, 4Nonilfenolo, 2,4-Diclorofenolo, 2,4,5-Triclorofenolo, 2,4,6-Triclorofenolo, Pentaclorofenolo
Fonte: Arpa Emilia-Romagna * valori mediati nel triennio 2008-11
286
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Zinco Rame Piombo
Mercurio Cromo totale Arsenico 0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
80.000
90.000 100.000
Carichi regionali in uscita (kg/anno)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.8: Carichi annui di metalli (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regione (stime al 2008-2011)
Desetil terbutilazina (metab.) Terbutilazina Propaclor Pirazone (cloridazon-iso) Oxadiazon Metribuzin Metolaclor Metamitron
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Nichel
Metalaxil Mecoprop Lenacil Etofumesate Diuron Bentazone Azoxistrobin Acetoclor 0
50
100 150 Carichi regionali in uscita (kg/anno)
200
250
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.9: Carichi annui di fitofarmaci (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regione (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
287
Pentaclorofenolo 2,4,6-Triclorofenolo 2,4,5-Triclorofenolo 2,4-Diclorofenolo 4-Nonilfenolo Ottilfenolo Totale PBDE C10-C13 (Cloroalcani) Naftalene
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP)
288
Toluene 1,1,2,2 Tetracloroetilene Triclorometano M,P-Xileni O-Xilene 0
100
200
300 400 500 600 700 Carichi regionali in uscita (kg/anno)
800
900
1.000
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.10: Carichi annui di sostanze pericolose di derivazione industriale-artigianale (kg/anno) in uscita dalle principali aste fluviali della regione (stime al 2008-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.11: Carichi annui di azoto apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
289
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.12: Carichi annui di fosforo apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
290
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.13: Carichi annui di metalli apportati in Adriatico (stime al 2008-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
291
ACQUE MARINO COSTIERE - Pressioni
Commento
292
Per i diversi tipi di sostanze considerate, gli apporti del fiume Po risultano spesso superiori di oltre un ordine di grandezza rispetto a quelli complessivamente derivanti dagli altri affluenti regionali, che sversano direttamente in Adriatico. Tra gli affluenti diretti, e per le diverse sostanze considerate, i tre corsi d’acqua che apportano i maggiori carichi sono sempre quelli situati più a nord, cioè il Po di Volano, il C.le Burana – Navigabile e il F. Reno. Rispetto al totale regionale, gli affluenti diretti dell’Adriatico, che drenano il 51% della superficie regionale, apportano quantitativi preponderanti in termini di Nichel (63%), Fitofarmaci (76%) e altre sostanze di derivazione industriale-artigianale (60%). Tra i metalli, l’Arsenico è rilevato sulla maggior parte delle aste fluviali. Le concentrazioni presenti sono però mediamente dell’ordine degli 0,7 μg/l (con un dato relativo al 90° percentile delle concentrazioni medie rilevate per stazione pari a 1,8 μg/l), 1/5÷1/10 cioè del limite individuato della CE per le acque potabili (10 μg/l). Tra i carichi dei diversi fitofarmaci quelli maggiormente consistenti sono: Terbutilazina (auto-
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
rizzata fino a dicembre 2012), Azoxystrobin, Metolachlor e Pirazone; di questi ultimi tre per Azoxystrobin e Pirazone si valuta un basso grado di bioaccumulo negli organismi acquatici, un livello basso-moderato per il Metolachlor. L’apporto di tali principi attivi dalle aree montano-collinari è molto limitato. Tra le sostanze pericolose di derivazione industriale-artigianale quella maggiormente presente è lo Ftalato di bis(2-etilesile), seguita da 4-Nonilfenolo e Triclorometano. Relativamente allo Ftalato di bis(2-etilesile) una consistente parte del quantitativo è presente anche alle chiusure di bacino montano-collinari. Tale sostanza è utilizzato come plastificante, come fluido dielettrico, ma soprattutto è ampiamente rintracciabile nelle formulazioni di repellenti per insetti, cosmetici, alcool, saponi liquidi, detersivi, inchiostri, vernici, oli industriali e lubrificanti, antischiuma, vettori di fitofarmaci. Riguardo alla sua persistenza ambientale, tale inquinante è comunque soggetto a una degradazione ambientale (abbattimento) naturale abbastanza veloce, con tempi di dimezzamento dell’ordine di giorni.
STATO
Classificazione delle acque di balneazione Descrizione La valutazione della qualità delle acque di balneazione viene effettuata al termine di ciascuna stagione balneare e sulla base delle serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione relativi alla stagione balneare in questione e alle tre stagioni balneari precedenti. Il giudizio di qualità di ogni acqua di balneazione si ottiene attraverso la valutazione del 95° percentile (o 90° percentile) dei parametri microbiologici Enterococchi intestinali ed Escherichia coli (vedi tabella riportata sotto). Con delibere delle giunte provinciali di Rimini e Ravenna sono state definite alcune nuove aree di balneazione, prima dell’inizio della stagione balneare 2010. La classificazione di queste nuove aree, così come recita la legge, si potrà verificare solo al termine del 2013, una volta ottenuti i dati
Scopo Il Decreto legislativo 116/2008 introduce un nuovo sistema di classificazione delle acque di balneazione basato sull’analisi dei dati microbiologici di ogni singolo campione; dati ricavati dagli ultimi 4 anni di analisi, opportunamente elaborati secondo la valutazione del 95° percentile o del 90° percentile per la definizione delle classi di qualità rispettivamente: eccellente, buona, sufficiente e scarsa. I parametri microbiologici rappresentano la migliore corrispondenza possibile tra inquinamento di origine fecale e ripercussioni per la salute nelle acque destinate a scopi ricreativi.
Classi di qualità delle acque di balneazione Parametri (UFC***/100 ml)
Classi di qualità A
B
C
D
Eccellente
Buona
Sufficiente
Scarsa
Enterococchi intestinali
100 (*)
200 (*)
185 (**)
>185 (**)
Escherichia coli
250 (*)
500 (*)
500 (**)
>500 (**)
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
relativi ai campionamenti eseguiti nel quadriennio 2010-2013.
Note: (*) sulla base del 95° percentile (**) sulla base del 90° percentile (***) Unità Formanti Colonia
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
293
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Metadati
294
NOME DELL’INDICATORE
Classificazione delle acque DPSIR di balneazione
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
S Arpa Emilia-Romagna, Ausl
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2008-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale-mensile
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n.116 Decreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Il giudizio di qualità di ogni acqua di balneazione si ottiene attraverso la valutazione del 95° percentile (o 90° percentile) dei parametri microbiologici Enterococchi intestinali ed Escherichia coli delle quattro stagioni balneari precedenti alla stagione in corso. Sulla base della valutazione del percentile della normale funzione di densità di probabilità (PDF) log10 dei dati microbiologici ricavati su una particolare acqua di balneazione, il percentile viene così ricavato: - si calcola il log10 di tutte le enumerazioni batteriche nella sequenza di dati da valutare (se si ottiene un valore zero, si calcola invece il log10 del limite minimo di rilevazione del metodo analitico usato); - si calcola la media aritmetica dei log10 (µ); - si calcola la deviazione standard dei log10 (omega). Il punto superiore del 90° percentile della funzione PDF si ricava dalla seguente equazione: superiore al 90° percentile = antilog (µ + 1,282 (omega)). Il punto superiore del 95° percentile della funzione PDF si ricava dalla seguente equazione: superiore al 95°percentile = antilog (µ + 1,65 (omega)). Le acque di balneazione possono essere classificate secondo 4 classi di qualità: eccellente, buona, sufficiente e scarsa
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Suolo, Rifiuti
Grafici e tabelle
Pr ov i nci a FE FE FE FE FE FE FE FE FE FE FE FE FE RA
Legenda Eccelente Buona Sufficiente Scarsa
Comune Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Comacchio Ravenna
RA
Ravenna
RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA RA
Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna Ravenna
RA
Ravenna
RA RA RA RA RA
Ravenna Cervia Cervia Cervia Cervia
RA
Cervia
FC FC FC FC FC FC FC FC FC FC FC RN RN RN RN RN RN RN
Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Cesenatico Gatteo Savignano sul Rubicone San Mauro Pascoli Bellaria-Igea Marina Bellaria-Igea Marina Bellaria-Igea Marina Bellaria-Igea Marina Rimini Rimini Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN RN RN
Rimini Rimini Rimini
RN
Rimini
RN RN RN
Rimini Rimini Rimini
RN
Rimini
RN RN RN
Rimini Rimini Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN
Rimini
RN RN RN RN RN RN RN RN RN RN
Riccione Riccione Riccione Riccione Riccione Riccione Riccione Riccione Misano Adriatico Misano Adriatico
RN
Misano Adriatico
RN RN RN
Misano Adriatico Cattolica Cattolica
RN
Cattolica
RN RN
Cattolica Cattolica
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE Classificazione Denomi nazi one punto 2006-2009 Lido Volano - punto 3 Lido Volano - punto 4 Lido Nazioni - punto 5 Lido Nazioni - punto 6 Lido Nazioni - punto 7 Lido Pomposa - punto 8 Lido Schacchi - punto 9 Portogaribaldi - punto 10 Portogaribaldi 50 m nord Portocanale - punto 11 Lido Estensi 100 m sud Portocanale - punto 78 Lido Estensi Canale Logonovo - punto 79 Lido Spina - punto 14 Lido Spina - punto 15 Bellocchio Area di nuova 200 m S confine Poligono di tiro Foce Reno individuazione Casalborsetti - 100 m N foce Canale Destra Reno Casalborsetti - 80 m S foce Canale Destra Reno Casalborsetti - Camping Marina Romea - 100 m N foce Lamone Marina Romea - 100 m S foce Lamone Marina Romea Marina di RA Lido Adriano Lido Adriano - 500 m N foce Fiumi Uniti Lido di Dante - 300 m S foce Fiumi Uniti 1,4 km S foce Fiumi Uniti Bassona - 100 m N Foce Bevano Bassona - 100 m S Foce Bevano Lido di Classe - 2,5 km S Foce Bevano Lido di Classe - 100 m N Foce fiume Savio - Circolo Nautico Savio Lido di Savio - 150 m S Foce fiume Savio Area di nuova Lido di Savio - Sud individuazione Lido di Savio - 100 m N Foce Scolo Cupa Milano Marittima - 100 m S Foce Scolo Cupa Milano Marittima - 100 m N Canale immissario saline Milano Marittima - 100 m N Porto Canale di Cervia 50 m S Porto Marina di Cervia Area di nuova Pinarella individuazione Canale Tagliata Nord Canale Tagliata Sud Porto Canale Cesenatico Nord Porto Canale Cesenatico Sud Cesenatico - Ex Colonia Agip Valverde Nord Valverde Sud Villa Marina Foce Fiume Rubicone Nord Foce Fiume Rubicone Sud San Mauro Mare Bellaria - Foce Vena 2 Bellaria - Foce Uso 100 m N Bellaria - Foce Uso 100 m S Bellaria - Rio Pircio Torre Pedrera - Pedrera Grande Torre Pedrera - Cavallaccio Torre Pedrera - Brancona Area di nuova Punto 1 - Difronte Via Duranti individuazione Viserbella - La Turchia Area di nuova Punto 2 - Difronte Via Canuti individuazione Viserbella - La Sortie Area di nuova Punto 3 - Difronte Via Polazzi individuazione Viserbella - Spina-Sacramora Area di nuova Punto 4 â&#x20AC;&#x201C; Di fronte Viale Gorizia individuazione Rivabella - Turchetta Area di nuova Punto 5 - Difronte Via Longarone individuazione Rimini - Foce Marecchia 50 m N Rimini - Foce Marecchia 50 m S Rimini - Porto Canale 100 m S Area di nuova Punto 6 - Difronte Grand Hotel individuazione Rimini - Ausa Rimini - Pradella Bellariva - Colonnella 1 Area di nuova Punto 7 - Difronte Via Buccari individuazione Bellariva - Colonnella 2 Rivazzurra - Istituto Marco Polo Rivazzurra - Rodella Area di nuova Punto 8 â&#x20AC;&#x201C; Di fronte Via Bevilacqua individuazione Miramare - Roncasso Area di nuova Punto 9 - A sud Rimini Terme individuazione Riccione - Rio Asse Riccione - Foce Marano 50 m N Riccione - Foce Marano 50 m S Riccione - Fogliano Marina Riccione - Porto Canale 100 m N Riccione - Porto Canale 100 m S Riccione - Colonia Burgo Riccione - Rio Costa Misano Adriatico - Rio Alberello Misano Adriatico - Rio Agina Area di nuova Punto 10 - Difronte Via Monti individuazione Porto Verde - Porto Canale 100 m N Cattolica - Torrente Ventena 50 m N Cattolica - Torrente Ventena 50 m S Area di nuova Punto 11 - Difronte Viale Venezia individuazione Cattolica - Viale Fiume Cattolica - Tra 1 e 2 scogliera
Classificazione 2007-2010
Classificazione 2008-2011
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
Area di nuova individuazione
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Tabella 3C.7: Classificazione delle acque di balneazione della regione Emilia-Romagna (2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
295
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.14 Mappa della classificazione delle acque di balneazione della regione Emilia-Romagna (2011)
296
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Per la provincia di Ferrara, il quadro analitico per la stagione balneare 2011 riconferma valori molto bassi per entrambi i parametri microbiologici, con un lieve aumento, rispetto al 2010, delle cariche rilevate nelle acque comprese fra Lido di Volano e Lido delle Nazioni. Si osservano, inoltre, valori sensibilmente più alti nei punti estremi alla fascia costiera monitorata e nella zona centrale. Questo andamento può trovare spiegazione nella distribuzione territoriale delle pressioni, in quanto correlato alla presenza dei carichi entranti a nord dal Po di Volano, a sud dal Fiume Reno e più centralmente dal Portocanale di Porto Garibaldi e marginalmente dal Logonovo, che funge da collegamento idraulico con le retrostanti Valli di Comacchio. Va tuttavia specificato che tali pressioni insistono principalmente sulla fascia pre-costiera, immettendo acque potenzialmente inquinate a distanze tali da permettere un sufficiente abbattimento e/o diluizione prima dell’immissione in mare, laddove non vengano a verificarsi eventi meteorici di rilevante intensità. Analogo andamento, peraltro, mostravano i dati del monitoraggio precedente effettuato secondo il Decreto 470/82 (Coliformi fecali e totali, Streptococchi fecali). Per la provincia di Ravenna, i dati complessivamente sono in linea con la qualità eccellente storicamente mantenuta negli anni. In occasione del monitoraggio dell’11 luglio, a sud della foce del fiume Savio si è osservato un moderato inquinamento per Escherichia coli (970 UFC/100 ml), che ha comportato l’interruzione temporanea della balneabilità lungo un tratto di costa di 350 m dal 13 al 15 luglio. Si ha ragione di ritenere che l’origine dell’inquinamento vada ricondotta a un evento accidentale. L’episodio è stato considerato come “inquinamento di breve durata”, non avendo influito sulla qualità dell’acqua per più di 72 ore,
ed è stata seguita la procedura definita nel comma 4 dell’Allegato IV del DLgs 116/2008. Per la provincia di Forlì-Cesena la stagione balneare 2011 ha mostrato una situazione complessivamente buona. Si è verificata una criticità nel monitoraggio dell’11 luglio nei punti “Canale Tagliata Nord” e “Canale Tagliata Sud” (Escherichia coli 640 UFC/100 ml in entrambi). Si è trattato di un episodio di inquinamento di lieve entità, probabilmente determinato dalla temporanea situazione di scarico in mare delle acque superficiali del Canale Tagliata, che ha influito sulla qualità delle acque di balneazione per meno di 72 ore. Nella provincia di Rimini i monitoraggi hanno evidenziato complessivamente una buona situazione. I valori dei parametri microbiologici sono stati ampiamente al di sotto dei limiti legislativi (Enterococchi intestinali ≤ 200 UFC/100 ml, Escherichia coli ≤ 500 UFC/100 ml) e non si sono mai verificati divieti temporanei della balneazione a seguito di campionamenti. Alcuni momenti di leggera sofferenza si sono registrati a giugno nel punto “Bellaria – Foce Uso 100 m S” (Escherichia coli 120 UFC/100 ml), a luglio nel punto “Rimini – Foce Marecchia 50 m S” (Escherichia coli 130 UFC/100 ml) e ad agosto nei punti “Riccione – Foce Marano 50 m N” (Escherichia coli 190 UFC/100 ml ed Enterococchi intestinali pari a 105 UFC/100 ml) e “Riccione – Foce Marano 50 m S” (Escherichia coli 150 UFC/100 ml ed Enterococchi intestinali 85 UFC/100 ml). La causa di questi valori superiori alla media può attribuirsi al fatto che la qualità igienico-sanitaria delle acque di balneazione risente dell’influenza determinata dall’immissione a mare dei volumi di acqua provenienti dai sistemi fluviali presenti, nonché da quanto veicolato dal reticolo idrografico secondario.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Commento
297
STATO
Indice trofico TRIX
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Descrizione L’indice trofico TRIX permette di ottenere un’integrazione dei parametri trofici fondamentali in un insieme di semplici valori numerici, che rende le informazioni comparabili su un largo range di condizioni trofiche e, nello stesso tempo, consente di evitare l’uso soggettivo di denominatori trofici; descrive, quindi, un fenomeno da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo. I parametri utilizzati sono coerenti sia con i fattori causali che determinano incrementi di biomassa algale (sali di azoto e fosforo), sia con gli effetti conseguenti all’incremento di biomassa (scostamento del valore dell’ossigeno dal valore fisico di saturazione, concentrazione della clorofilla “a”). I parametri fondamentali che concorrono alla definizione di un indice trofico per le acque marino costiere sono rappresentativi in termini sia di produzione di biomassa fitoplanctonica, sia di dinamica della produzione stessa, identificando lo stato trofico in maniera significativa e inequivocabile. Ai fini dell’applicazione dell’indice trofico TRIX nella classificazione dello stato ecologico delle acque marino costiere, il DM 260/10 definisce i limiti di classe per il TRIX. Per le acque marino costiere il limite di classe per il TRIX fra lo stato “buono” e “sufficiente” è 5.
Valori di TRIX ≤5 indicano uno stato trofico “buono”, che corrisponde ad acque moderatamente produttive, livello di trofia medio, buona trasparenza delle acque, occasionali intorbidimenti, occasionali anomale colorazioni, occasionali ipossie sul fondo. Valori di TRIX >5 indicano uno stato trofico “sufficiente”, che corrisponde ad acque molto produttive, livello di trofia elevato, scarsa trasparenza delle acque, anomale colorazioni, ipossie e occasionali anossie sul fondo, stati di sofferenza degli organismi sul fondo.
Scopo Ridurre la complessità del sistema marino costiero, eliminare valutazioni soggettive basate sui singoli parametri e su denominatori trofici non quantificabili, discriminare tra diverse situazioni spazio-temporali, rendere possibile un confronto quantitativo e fornire una valutazione dello stato trofico che contribuisce alla definizione dello stato qualitativo dell’ecosistema marino. Nella procedura di classificazione dello stato ecologico definita dal DM 260/10, il TRIX concorre, assieme agli elementi di qualità biologica (EQB), nell’esprimere il giudizio di stato ecologico.
Metadati
298
NOME DELL’INDICATORE
Indice trofico TRIX
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 1996-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie mensili, stagionali e annuali delle stazioni comprese tra 0,5 e 10 km dalla costa; mappe di distribuzione stagionali (1.300 km2)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Natura e biodiversità
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.15: Mappe di distribuzione dellâ&#x20AC;&#x2122;indice trofico (TRIX) lungo la costa emiliano-romagnola, da costa fino 10 km al largo, medie stagionali (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
299
7,5 0,5 km
3 km
Indice trofico TRIX
7,0 6,5 6,0 5,5 5,0
Sufficiente Buono
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
4,5 4,0
2 Lido di Volano
4 6 9 Lido Porto Casalborsetti Adriano Garibaldi
14 Cesenatico
17 Rimini
19 Cattolica
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.16: Valore medio/anno dellâ&#x20AC;&#x2122;indice trofico (TRIX) nelle stazioni a 0,5 e 3 km dalla costa (2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.17: Valore medio dellâ&#x20AC;&#x2122;indice trofico (TRIX) per corpo idrico (CD1 e CD2) (2011)
300
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Confronto medie TRIX 1996-2011 8,0 7,5
1996 1997 1998
7,0
1999
Indice TRIX
2000
6,5 6,0 5,5
2001 2002 2003 2004 2005
5,0
2006 2007
4,0 3,5
2008 2009 2010 2011
Porto Garibaldi Cesenatico Cattolica Cattolica 10 km 0,5 km 0,5 km 0,5 km Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.18: Confronto tra il valore medio/anno del TRIX di tre stazioni costiere (P. Garibaldi, Cesenatico e Cattolica) e di una stazione off-shore (l0 km al largo di Cattolica) (1996-2011)
Commento Osservando i valori medi/anno di TRIX riscontrati nel periodo 1996-2011 (figura 3C.18), si nota un gradiente in diminuzione dell’indice trofico da nord verso sud e una inversione di tendenza nel 2011, rispetto all’anno precedente, delle stazioni costiere (0,5 km), non rilevabile nella stazione di Cattolica. In figura 3C.16 sono riportate le medie annuali del TRIX nelle stazioni ubicate a 0,5 e 3 km dalla costa; tutte le stazioni hanno un valore di TRIX > di 5, che rappresenta il limite di classe TRIX tra “buono” e “sufficiente”. Il parametro rappresentato mostra un trend in diminuzione da nord verso sud e da costa verso il largo. In un quadro di sintesi spazio-temporale, in figura 3C.15 è rappresentata la distribuzione stagionale dell’indice trofico lungo la fascia costiera emilianoromagnola. In tutta l’area, l’indice trofico (TRIX) in inverno e
primavera si attesta nella condizione di “sufficiente” (valori >5). I valori migliorano poi in estate, sia nella zona costiera, che in quella al largo, raggiungendo una condizione “buona” (valori <5); fa eccezione la zona a ridosso del delta padano dove permane la condizione “sufficiente”. Gli apporti padani, giunti a mare nel mese di novembre, abbassano in autunno l’indice da “buono” a “sufficiente” in tutta la zona costiera e in quella al largo, limitatamente al tratto compreso tra Lido di Volano e Ravenna. Nel 2011 il valore medio/anno del TRIX per il corpo idrico CD1 e CD2 sono rispettivamente 5,96 e 5,37 (figura 3C.17). Tali valori identificano per entrambi i corpi idrici una condizione “sufficiente”, caratterizzata da acque molto produttive, con livello di eutrofia elevato e scarsa trasparenza, ipossie/anossie occasionali delle acque di fondo, che possono comportare stati di sofferenza nel comparto bentonico.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
4,5
301
STATO
Concentrazione di fosforo
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Descrizione Il fosforo, generato da attività antropiche e a seguito del dilavamento dei territori dei bacini, arriva a mare dai fiumi e portocanali. Le sorgenti principali sono individuate nei comparti civile e industriale (industrie conserviere, zuccherifici, mangimifici, altre industrie alimentari etc.). Il fosforo è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua, le cui componenti fosfatiche analizzate sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dal fosforo totale (P-tot). La prima componente è estremamente variabile, con tendenza a stabilizzarsi nelle stazioni più lontane dalla costa. Il fosforo, sotto questa forma, può essere immediatamente assimilato dal fitoplancton; la sua concentrazione in Adriatico è solitamente bassissima, a volte inferiore al limite di rilevabilità analitica. In presenza di intense fioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nella colonna d’acqua viene rapidamente consumato, è sicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi di riciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione e successivo riutilizzo da parte della biomassa algale). Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, strettamente collegate alla presenza di particellato organico in sospensione nella colonna d’acqua, sia di origine detritica, e quindi direttamente correlato agli apporti
fluviali, sia fitoplanctonica. Alla fine del suo ciclo può essere immobilizzato nei sedimenti attraverso la formazione di complessi insolubili (in particolare con il calcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni di anossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, il fosforo può essere rilasciato e tornare in soluzione come ortofosfato biodisponibile.
Scopo Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieri adriatici, soprattutto dal bacino del Po; conoscere, quindi, le concentrazioni di fosforo in mare permette di valutare e controllare il fenomeno eutrofico. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici e, quindi, di migliorare lo stato qualitativo delle acque costiere, è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzialmente le concentrazioni di nutrienti di fosforo (e di azoto) a mare. Nelle acque costiere emiliano-romagnole e, in generale, in tutto l’Adriatico settentrionale, il fosforo è il fattore limitante la crescita algale, pertanto rimane l’elemento su cui maggiormente devono essere concentrati gli sforzi per contrastare l’eutrofizzazione costiera.
Metadati
302
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 1983-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 2000/60/CE DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, medie geometriche mensili, stagionali e annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque
Grafici e tabelle 90
Microgrammi/litro
80 70 60 50 40 30 20
21-dic
7-dic
21-nov
9-nov
18-ott
4-ott
22-set
7-set
16-ago
1-ago
21-lug
P-PO4
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.19: Andamento temporale della concentrazione del fosforo ortofosfato e fosforo totale nella stazione costiera di Lido di Volano (0,5 km da costa) (2011)
11 10
Microgrammi/litro
9 8 7 6 5 4 3
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
P-tot
5-lug
20-giu
9-giu
24-mag
6-mag
20-apr
4-apr
24-mar
9-mar
14-feb
1-feb
24-gen
0
10-gen
10
2 0
1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
1
Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.20: Trend evolutivo della media geometrica della concentrazione annuale del fosforo ortofosfato in tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
303
60 55
Microgrammi/litro
50 45 40 35 30 25 20 15
304
5 0 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
10
Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazione 12-14 Cervia-Cesenatico Stazione 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.21: Trend evolutivo delle media geometrica della concentrazione annuale del fosforo totale in tre aree della costa emiliano-romagnola (1983-2011)
Commento Il fosforo ortofosfato è un parametro molto variabile soprattutto nelle stazioni costiere, che risentono, in maniera diretta, dei contributi degli insediamenti locali. La distribuzione di questo elemento lungo la costa presenta un andamento in diminuzione da costa verso largo, da nord a sud e da superficie verso il fondo; fanno eccezione i casi in cui si verificano condizioni di ipossia/anossia degli strati profondi, che portano come conseguenza una sua solubilizzazione e, quindi, un suo aumento. Anche il fosforo totale presenta concentrazioni molto variabili durante l’anno, più accentuate nella parte settentrionale della costa direttamente investita dagli apporti del Po. La figura 3C.19 mostra gli andamenti temporali del fosforo totale e dell’ortofosfato nel 2011 nella stazione costiera più a nord (Lido di Volano). La figura evidenzia la notevole differenza di concentrazione dei due parametri, con la prevalenza del fosforo totale soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, dove la componente ortofosfatica è la forma che viene assimilata immediatamente e di conseguenza non presenta concentrazioni apprezzabili nell’acqua. Nelle acque costiere emiliano romagnole il fosforo ortofosfato presenta concentrazioni basse e, soprattutto nel periodo estivo, inferiori al limite della rilevabilità strumentale. Nelle figure 3C.20 e 3C.21 sono stati elaborati i trend evolutivi delle due forme di fosforo in alcune stazioni costiere e i
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
valori riportati sono le medie geometriche annuali elaborate e raggruppate per area: l’area più settentrionale, compresa fra le stazioni di Goro e Comacchio, che risente degli apporti del Po e presenta elevati livelli trofici frequenti durante l’anno; l’area più meridionale antistante Cattolica, con più bassi livelli trofici; infine le stazioni costiere nell’area centrale della costa emilianoromagnola, compresa tra Cervia e Cesenatico, in cui si rileva una situazione trofica intermedia, caratterizzata anche dagli apporti dei bacini locali, soprattutto nel periodo estivo. In tutte e tre le aree esaminate si è verificata, nel lungo periodo, una diminuzione delle concentrazioni del fosforo totale e del fosforo ortofosfato, corrispondente a una diminuzione dei carichi. Nei diagrammi sono rappresentate le tendenze di tipo lineare (rette tratteggiate), che mostrano in termini assoluti l’evoluzione complessiva dei sistemi, e quelle di ordine superiore (linee continue), che consentono di evidenziare eventuali fenomeni di ciclicità interannuale. La tendenza di ordine superiore evidenzia due cicli di circa 10 anni, ciascuno con i massimi raggiunti rispettivamente nel 1985 e 1995 per entrambe le forme di fosforo, e un ulteriore picco nel 2005 per il fosforo totale. I valori di fosforo ortofosfato registrati nel 2011 (figura 3C.20) mantengono il trend in diminuzione rilevato negli anni precedenti, mentre le medie del fosforo totale mantengono un andamento stabile.
STATO
Concentrazione di azoto
Le sorgenti principali sono individuate nei comparti agricolo e zootecnico e, rispetto a quanto evidenziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti di azoto derivano da sorgenti diffuse provenienti dai suoli coltivati. Tali nutrienti azotati, provenienti da sorgenti puntiformi (città, aree urbane), a seguito del dilavamento dei terreni determinato dalle precipitazioni atmosferiche, arrivano a mare dai fiumi e porto canali. L’azoto è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua, le cui componenti azotate sono rappresentate da composti minerali solubili, quali azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (NNO2) e azoto ammoniacale (N-NH3), e dall’azoto totale (N-tot). Le componenti solubili possono essere rappresentate anche come DIN (Dissolved Inorganic Nitrogen), che corrisponde alla somma delle concentrazioni delle singole componenti (N-NO3 + N-NO2 + N-NH3). Le componenti azotate presentano una elevata variabilità stagionale, con le concentrazioni minori registrate nel periodo estivo in coincidenza con i minimi di portata dei fiumi afferenti la costa; di conseguenza l’andamento di questi parametri è, in genere, ben correlato con la salinità. L’azoto ammoniacale presenta anch’esso analogo andamento, ma risente, in alcuni casi in maniera evidente, anche di apporti provenienti dagli insediamenti costieri caratterizzati da elevata densità di popolazione. Un ulteriore incremento dell’azoto ammoniacale si registra negli strati profondi in prossimità dei fondali nei periodi estivo-autunnali, in concomitanza di fenomeni ipossici/anossici dovuti ai processi di degradazione della sostanza organica (in questo caso le concentrazioni maggiori sono ben correlate a bassi valori di ossigeno disciolto). Le concentrazioni di azoto totale sono, invece, strettamente collegate alla presenza di particellato organico in sospensione nella colonna d’acqua, di origine sia fitoplanctonica sia, soprattutto, detriti-
ca e, quindi, direttamente correlato agli apporti fluviali.
Scopo Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati a mare dai bacini costieri adriatici, soprattutto dal Po. Conoscere, quindi, le concentrazioni di azoto in mare permette di valutare e controllare il fenomeno eutrofico. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici, e quindi di migliorare lo stato qualitativo delle acque costiere, è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzialmente le concentrazioni di nutrienti a mare, oltre che di fosforo anche di azoto. La componente DIN viene utilizzata con il P-PO4 nel calcolo del rapporto N/P. Nelle acque costiere emiliano-romagnole il fosforo è sempre stato l’elemento chiave che ha limitato e controllato i fenomeni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolo non limitante. Il processo alla base di questa considerazione è legato al meccanismo secondo il quale il fitoplancton assume i nutrienti in soluzione, secondo lo stesso rapporto molare che questi elementi hanno all’interno della biomassa algale, cioè N/P elementare = 16, riferito al peso atomico N/P = 7,2. Se il rapporto nell’acqua di mare supera il valore N/P di 7,2 si afferma che il fosforo è il fattore limitante la crescita algale e l’azoto in eccesso presente nelle acque non può essere utilizzato dalle alghe. Questo significa che gli interventi di risanamento per migliorare lo stato qualitativo delle acque eutrofiche devono prevedere una riduzione degli apporti di fosforo. In genere la fosforo limitazione è il fattore che caratterizza acque costiere con livelli trofici mediamente elevati, l’azoto limitazione è, invece, riscontrabile nelle acque costiere in cui il rischio eutrofico è molto limitato, se non assente.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Descrizione
305
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione azoto
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro,
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 1982-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, medie geometriche mensili, stagionali e annuali
Acque
Grafici e tabelle 2.000 1.800 1.600 Microgrammi/litro
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Metadati
1.400 1.200 1.000 800 600 400
N-NO3
N-NO2
21-dic
7-dic
21-nov
9-nov
18-ott
4-ott
22-set
7-set
16-ago
1-ago
21-lug
5-lug
20-giu
9-giu
24-mag
6-mag
20-apr
4-apr
24-mar
9-mar
14-feb
1-feb
24-gen
0
10-gen
200
N-NH3
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.22: Istogrammi in pila relativi agli andamenti temporali di nitrati, nitriti e azoto ammoniacale (N-NO3, N-NO2, N-NH3) nella stazione di Lido di Volano (0,5 km da costa) nel 2011
306
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
7.000
5.000 4.000 3.000 2.000
Valore medio annuale= 1.358 m3/sec
1.000 0 g
f
m
a
m
g
l
a
s
o
n
d
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.23: Valori giornalieri della portata del Po rilevati a Pontelagoscuro (2011)
Metri cubi/secondo
2.500 2.000 1.500 1.000 500
1917-2010 2011
0 GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Metri cubi/secondo
6.000
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.24: Confronto delle medie mensili delle portate del Po del 2011 con le medie calcolate per il periodo storico 1917-2010
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
307
600
Microgrammi/litro
500 400 300 200
1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
0
Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.25: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del DIN* in tre aree della costa emiliano-romagnola (1982-2011) Nota: *DIN = somma delle concentrazioni delle tre forme azotate solubili: N-NO3, N-NO2, N-NH3
240 200
Microgrammi/litro
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
100
160 120 80 40
1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
0
Stazioni 2-3-4 Goro-Comacchio Stazioni 12-14 Cervia-Cesenatico Stazioni 19-319 Cattolica Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.26: Trend evolutivo delle medie geometriche annuali del rapporto N/P in tre aree della costa emiliano-romagnola (1982-2011)
308
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Nella figura 3C.23 sono rappresentate le portate annuali del Po rilevate nel 2011 a Pontelagoscuro (FE). I valori di portata registrati nel 2011 mostrano tre picchi importanti in marzo, giugno e novembre. Il picco massimo di portata si è avuto l’11 novembre, con 5.748 m3/sec, a seguire il 19 marzo, con 5.058 m3/sec, il 9 giugno, con 3.153 m3/sec, mentre il più basso, pari a 569 m3/sec, il 5 agosto. Il valore medio annuale registrato è di 1.358 m3/sec, valore inferiore rispetto alla media annuale del 2010 di 1.933 m3/sec. Confrontando i valori medi mensili di portata nel 2011 con quelli del periodo storico 1917-2010 (figura 3C.24), si evidenziano anomalie di tendenza soprattutto nei mesi di maggio e ottobre. Nel mese di gennaio e marzo i valori medi di portata risultano maggiori rispetto al periodo storico a confronto. La somma delle concentrazioni delle tre forme azotate solubili (N-NO3, N-NO2, N-NH3) è denominata DIN (azoto inorganico disciolto). L’analisi dell’andamento del DIN, elaborato in figura 3C. 25, prende in considerazione le medie geometriche annuali nel lungo periodo (1982-2011) in tre aree costiere, rappresentative della costa emiliano-romagnola. L’area più settentrionale, Goro-Comacchio, risente degli apporti del Po e presenta elevati livelli trofici per molti mesi dell’anno. L’area meridionale, Cattolica, risente in misura minore degli apporti padani e presenta bassi livelli trofici. L’area costiera centrale, Cervia-Cesenatico, rileva una situazione trofica intermedia, caratterizzata anche dagli apporti dei bacini locali, soprattutto nel periodo estivo. Anche se nell’anno 2011 il valore medio del DIN è diminuito significativamente nell’area settentrionale, questa resta comunque l’area più sensibile all’effetto dei processi di dilavamento dalle fonti diffuse. Nelle altre due aree i valori medi sono diminuiti sensibilmente rispetto all’anno precedente. La forma azotata che maggiormente incide sui valori di DIN è l’azoto nitrico (N-NO3), come evidenziato nella figura 3C.22, che riporta i valori delle tre forme azotate rilevate nella stazione a 0,5 km davanti a Lido di Volano. La componente DIN viene utilizzata con il P-PO4 nel calcolo del rapporto N/P. Nelle acque costiere
emiliano-romagnole il fosforo è sempre stato l’elemento chiave che ha limitato e controllato i fenomeni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolo non limitante. Anche per quanto riguarda il rapporto N/P (figura 3C.26) si è voluto rappresentare il trend evolutivo nel periodo 1982-2011, mettendo a confronto le medie geometriche annuali di tre aeree (GoroComacchio, Cervia-Cesenatico e Cattolica). Il grafico mostra un aumento dei valori medi in tutte e tre le aree, particolarmente evidente dal 2006 al 2011. Nei grafici delle figure 3C.25 e 3C.26 sono rappresentate, oltre alle tendenze di tipo lineare (rette tratteggiate), che mostrano in termini assoluti l’evoluzione complessiva dei sistemi, anche quelle di ordine superiore (linee continue), che consentono di evidenziare eventuali fenomeni di ciclicità interannuale. La tendenza di ordine superiore, ben correlata con le portate del Po, evidenzia quattro cicli periodici, con i massimi raggiunti negli anni 1985, 1994, 2005 e 2010 (vedi figura 3C.25). Le concentrazioni delle diverse forme azotate rispecchiano gli andamenti delle portate fluviali, in particolare del Po (figura 3C.22). Gli andamenti bimensili di nitrati, nitriti e azoto ammoniacale nel 2011 (figura 3C.22) presentano una distribuzione caratteristica con elevata corrispondenza dei valori più alti con i periodi di maggiore portata fluviale e di precipitazioni atmosferiche; in genere nei periodi invernali e primaverili. L’azoto ammoniacale, proveniente sia dagli apporti fluviali che dagli insediamenti urbani, può presentare elevate concentrazioni anche durante il periodo estivo nelle stazioni costiere e, nei casi di ipossia/anossia, negli strati profondi, a seguito della mineralizzazione della sostanza organica con conseguente solubilizzazione e rilascio di azoto ammoniacale. Lungo la costa emiliano-romagnola l’andamento delle concentrazioni delle forme azotate è caratterizzato da una diminuzione da nord verso sud e da costa verso il largo a eccezione dell’area settentrionale, che nei periodi di massima portata è direttamente investita dalle piene del Po fino a largo e in profondità.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Commento
309
STATO
Concentrazione di sostanze pericolose nei sedimenti
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Descrizione
310
Si prendono in considerazione le concentrazioni di cadmio (Cd), piombo (Pb), cromo totale (Cr) ed esavalente (Cr VI), nichel (Ni), arsenico (As), PCB’s (PoliCloroBifenili), IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e DD’s (isomeri e metaboliti del DicloroDifenilTricloroetano-DDT) nello strato superficiale del sedimento. Tali parametri contribuiscono alla definizione delle pressioni esercitate dai settori industriale e agricolo. Tali sostanze in genere sono legate al particolato sospeso che si deposita nei sedimenti. Il cadmio, prodotto dalla combustione del carbone e dall’incenerimento di rifiuti, è impiegato come stabilizzatore nelle materie plastiche (PVC) e come elettrodo nelle batterie ricaricabili. Il piombo, tra i metalli, è il più impiegato nel settore industriale e, quindi, abbondantemente disperso nell’ambiente (basti citare l’uso come additivo nelle benzine). Il cromo deriva dalla produzione di industrie minerarie e metallurgiche, lacche, vernici, lavorazione del legno, pellami e concerie, acciaierie, industrie galvaniche, industria tessile, fanghi di depurazione, inceneritori. L’arsenico e molti dei suoi composti sono cancerogeni. L’esposizione cronica all’arsenico ha effetti dannosi sulla salute. I suoi composti trovano impiego come fitofarmaci, erbicidi e insetticidi. Gli idrocarburi clorurati, quali i DD’s, rappresentano i prodotti organici di sintesi impiegati come antiparassitari, in particolare come insetticidi. Altra classe di composti compresi nella dizione di idrocarburi clorurati è quella dei policlorobifenili
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
(PCB’s), composti industriali persistenti e lipofili, usati come fluidi dielettrici nei trasformatori, come plastificanti, come ritardanti di fiamma. Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) costituiscono un numeroso gruppo di composti organici formati da uno o più anelli benzenici. Sono contenuti nel carbone e nei prodotti petroliferi (particolarmente nel gasolio e negli olii combustibili). Gli IPA sono bioaccumulabili. In generale l’emissione di IPA nell’ambiente risulta molto variabile a seconda del tipo di sorgente, del tipo di combustibile e della qualità della combustione.
Scopo Rilevare la concentrazione di alcuni metalli pesanti come cadmio (Cd), piombo (Pb), cromo totale (Cr) ed esavalente (Cr VI), nichel (Ni), arsenico (As) e sostanze microinquinanti quali IPA, DD’s e PCB’s. Fornire indicazioni sull’inquinamento da immissioni di insediamenti produttivi (industriali), dall’attività agricola e da sversamenti accidentali di idrocarburi. Gli idrocarburi clorurati (DD’s) mostrano una bassa tossicità acuta e una elevata stabilità chimica; questa ultima caratteristica determina la loro persistenza e, conseguentemente, il loro accumulo nei sedimenti. La loro presenza nel sedimento viene considerata un segnale di contaminazione di tipo “agricolo” dell’area d’indagine. La presenza, come residui nei sedimenti, dei PCB’s indica una contaminazione di tipo industriale.
NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di sostanze DPSIR pericolose nei sedimenti (cadmio, piombo, cromo, nichel, arsenico, mercurio, PCB’s, DD’s, IPA)
S
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/chilogrammo p.s., FONTE microgrammi/chilogrammo p.s.
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti dei valori di concentrazione; media annuale
Acque, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Metadati
311
Grafici e tabelle a)
b)
Cadmio
0,20 0,15 0,10 0,05
20 15 10 5
0,00
0
Porto Garibaldi
Lido Adriano 2007
2009
2010
Porto Garibaldi
Cattolica
d)
Cromo totale
Lido Adriano 2007
Cesenatico
2008
2009
Lido Adriano 2007
2011
mg/kg sostanza secca
mg/kg sostanza secca
2008
Cesenatico
180 165 150 135 120 105 90 75 60 45 30 15 0 Porto Garibaldi
2010
Cattolica
Cesenatico
2008
2009
Porto Garibaldi
Lido Adriano 2009
f)
Nichel 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Cattolica
2010
2011
Cromo VI
2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0
2011
mg/kg sostanza secca
mg/kg sostanza secca
Cesenatico 2010
Cattolica
2011
Arsenico 12 10 8 6 4 2 0
Porto Garibaldi
Lido Adriano 2007
Cesenatico
2008
2009
2010
Cattolica
Porto Garibaldi
2011
Lido Adriano 2007
g mg/kg sostanza secca
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
c)
e)
Piombo
25
mg/kg sostanza secca
mg/kg sostanza secca
0,25
2008
Cesenatico 2009
2010
Cattolica 2011
Mercurio 0,50 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 Porto Garibaldi
Lido Adriano 2007
2008
Cesenatico 2009
2010
Cattolica 2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.27: Valore medio annuale della concentrazione dei Metalli nel sedimento in 4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
312
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
1,8 Îźg/kg sostanza secca
1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 DDD
DDE
Porto Garibaldi
DDT
DDD
DDE
DDT
Lido Adriano
DDD
DDE
Cesenatico
DDT
DDD
DDE
Cattolica
2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.28: Valore medio annuale della concentrazione del DDT, DDD e DDE nel sedimento in 4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
g/kg sostanza secca
250 200 150 100 50 0 Porto Garibaldi
Lido Adriano 2007
2008
Cesenatico 2009
2010
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
DDT
Cattolica 2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.29: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni degli IPA nel sedimento in 4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
313
g/kg sostanza secca
8 7 6 5 4 3 2 1 0
ACQUE MARINO COSTIERE - Stato
Porto Garibaldi
314
Lido Adriano 2007
2008
Cesenatico 2009
2010
Cattolica
2011
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.30: Valore medio annuale della somma delle concentrazioni dei PCB’s nel sedimento in 4 stazioni collocate a 3 km dalla costa (2007-2011)
Commento Di seguito si analizza il trend registrato negli ultimi 5 anni di dati disponibili relativo al valore medio annuo delle concentrazioni delle sostanze inquinanti rilevate in 4 stazioni (delle 8 monitorate), considerate come le più rappresentative della costa emiliano-romagnola, ubicate a 3 km di distanza dalla linea di riva. La figura 3C.27 riporta i valori medi annui relativi ai metalli pesanti. La presenza di Cr e Ni lungo la costa emiliano-romagnola non ha solo origine da attività antropica. Questi metalli e i loro composti sono presenti come elementi “naturali” nella composizione chimica delle terre della pianura padana e compaiono nei sedimenti marini a elevate concentrazioni, spesso superando lo Standard di Qualità Ambientale (SQA) del DM 56/09. I valori medi annui per il Cromo esavalente (Cr VI), relativi a un periodo di 3 anni, mostrano un andamento decrescente da nord a sud e sono sempre inferiori allo SQA, di cui al DM 56/09. Il Piombo nel 2011 mostra una lieve diminuzione del valore medio annuo rispetto all’anno precedente nelle località analizzate, fatta eccezione per la stazione di Cattolica. Tutti i valori sono inferiori allo SQA definito dal DM 56/09. L’Arsenico nel 2011 mostra un lieve aumento del valore medio annuo rispetto all’anno precedente nelle stazioni di Cesenatico e Cattolica. Tutti i valori sono inferiori allo SQA definito dal DM 56/09. Per il Cadmio l’andamento è più variabile; nel 2007 si osservano valori medi/anno inferiori al Limite di Rilevabilità strumentale (L.R.), che per questo non compaiono nei grafici. Negli ultimi 4 anni considerati i valori medi annui sono sempre al di sotto dello SQA definito dal DM 56/09. Il Mercurio, nel periodo considerato, presenta un andamento variabile. Nelle stazioni di Lido Adriano e Cattolica si sono verificati dei superamenti dello SQA,
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
di cui al DM 56/09; si tratta comunque di valori medi di concentrazione molto contenuti. Nel 2011, invece, si osserva che tutti i valori medi sono inferiori all’SQA. Per quanto riguarda i DD’s (figura 3C.28), i valori medi annui di DDD, DDE e DDT sono relativi alla somma degli isomeri 2,4 e 4,4. Nel grafico si riportano le concentrazioni rilevate per le forme di DDT, DDD e DDE che sono spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Nelle stazioni di Porto Garibaldi e Cattolica si è verificato, nel 2010, un lieve superamento del SQA definito dal DM 56/09. Nel 2011 tutti i valori medi di concentrazione sono inferiori all’SQA. Gli IPA (figura 3C.29) presentano valori medi annui variabili nella zona settentrionale (Porto Garibaldi, Lido Adriano) e meridionale (Cattolica), ma con livelli decisamente inferiori allo SQA definito dal DM 56/09. I valori medi annui degli IPA derivano dalla somma delle 16 tipologie più significative. I valori medi annui dei PCB’s sono relativi alla somma dei 13 congeneri più significativi (figura 3C.30). Tali valori sono inferiori allo SQA definito dal DM 56/09 in tutte le località e in tutti gli anni considerati. Si osserva una diminuzione dei valori medi nel 2010 e 2011. Nella valutazione complessiva dei dati è necessario considerare che la fascia costiera emiliano-romagnola è investita prevalentemente dagli apporti di origine padana, i cui effetti si fanno sentire anche nella parte più meridionale della costa. Inoltre, alcune sostanze, in particolare i PCB’s, hanno tempi di sedimentazione maggiori per cui, in alcuni casi e in coincidenza con particolari condizioni idrodinamiche, l’accumulo è maggiore nella parte più meridionale della costa. In generale si può affermare che le concentrazioni rilevate, sia dei metalli pesanti, sia delle restanti sostanze, non evidenziano valori tali da inficiare il giudizio qualitativo dell’ecosistema marino costiero.
IMPATTO
Descrizione
Scopo
Indice numerico che esprime la quota di torbidità delle acque dovuta alla componente fitoplanctonica rispetto a quella particellata minerale di origine detritica.
Valutare lo stato qualitativo del sistema costiero mediante un indice complesso, rapportando i valori di TRIX con quelli di TRBIX, discriminando numericamente, nella valutazione della trasparenza, il contributo della componente microalgale rispetto alla risospensione del sedimento o all’apporto di materiale inorganico dai fiumi.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Indice di torbidità TRBIX
DPSIR
I
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 LR 3/99
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali nelle stazioni costiere (0,5 e 3 km). Integrazione con il TRIX
Acque, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Indice di torbidità TRBIX
315
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.31: Diagrammi di “Scatter plot” tra l’indice di torbidità (TRBIX) e l’indice trofico (TRIX) (2011)
316
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Combinando l’indice di torbidità (TRBIX) con l’indice trofico (TRIX) si rappresentano gli scatter plot del TRIX verso il TRBIX, calcolati utilizzando i risultati rilevati nel 2011 nelle stazioni a 0,5 e 3 km dalla costa. Osservando la figura 3C.31, il grafico viene diviso in quattro quadranti, rispettivamente definiti dal valore medio di TRIX e TRBIX. La localizzazione della combinazione dei valori all’interno di ciascun quadrante viene interpretata in base alla tabella allegata alla figura 3C.31. Il confronto tra i due corpi idrici della costa mostra che per il CD1, area compresa tra Lido di Volano e Casalborsetti, la maggior parte dei valori si distribuisce sul quadrante B, che identifica, in termini di TRBIX, acque colorate da fitoplancton con bassi
valori di trasparenza; da sottolineare anche i valori che si posizionano nel quadrante A, che sottende acque poco o scarsamente colorate con presenza di torbidità dovuta anche alla componente minerale. Questa peculiare distribuzione generale dei dati, nell’area centro-settentrionale, evidenzia la forte variabilità riscontrata, con periodi di elevata concentrazione di biomassa microalgale e situazioni di medio/alta trasparenza. Nell’area compresa tra Lido Adriano e Cattolica (CD2), i dati si distribuiscono soprattutto nel quadrante A e B e in minima parte nel C, a indicare un incremento della componente minerale/detritica che influisce sulla trasparenza in questa zona.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Commento
317
IMPATTO
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Presenze microalgali
318
Descrizione
Scopo
Le Diatomee sono una delle classi dominanti nel fitoplancton marino. La loro distribuzione stagionale e l’abbondanza relativa forniscono importanti indicazioni circa lo stato degli ecosistemi marini, con particolare riferimento ai fenomeni di eutrofizzazione. Le Dinoflagellate, più frequentemente, possono provocare fenomeni di “acque colorate”. L’abbondanza del numero di microalghe per litro d’acqua determina una alterazione della normale colorazione e trasparenza delle acque. La proliferazione abnorme delle microalghe è causata dalla presenza in acqua di elevate concentrazioni di nutrienti (in particolare di P e N); tali elementi nutritivi sono in generale veicolati a mare da affluenti costieri.
Le analisi quantitative dei popolamenti di Diatomee, Dinoflagellate nelle acque marine consentono una stima della produttività primaria del sistema e in generale costituiscono un elemento basilare nella valutazione dello stato qualitativo, in quanto influiscono sulla trasparenza e sulla colorazione delle acque costiere. Ne consegue che entrambi i gruppi al termine del loro ciclo sono in stretta correlazione con le condizioni di ipossia e anossia delle acque di fondo, che si sviluppano nel periodo estivo/autunnale. Le analisi quali-quantitative di Diatomee e Dinoflagellate forniscono un ulteriore contributo alla conoscenza dello stato dell’ecosistema marino costiero.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali
DPSIR
I
UNITÀ DI MISURA
N. cellule/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali nelle stazioni a 0,5 e 3 km. Rapporto tra i gruppi
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Natura e biodiversità
Grafici e tabelle a)
Diatomee 1,E+08
4
19
N.cellule/litro
1,E+07 1,E+06 1,E+05 1,E+04
1,E+02 G
F
M
A
N.cellule/litro
b)
M
G
L
A
S
O
N
D
Dinoflagellate 1,E+08 1,E+07 1,E+06 1,E+05 1,E+04 1,E+03 1,E+02 1,E+01 1,E+00
4
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
19
D
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.32a,b: Andamento temporale dellâ&#x20AC;&#x2122;abbondanza di Diatomee e Dinoflagellate in due stazioni collocate a 0,5 km dalla costa, P. Garibaldi (4) e Cattolica (19), posizionate a nord e a sud della costa emiliano-romagnola (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
1,E+03
319
Dinoflagellate 9,0E+04 8,0E+04 7,0E+04 6,0E+04 5,0E+04 4,0E+04 3,0E+04 2,0E+04 1,0E+04 0,0E+00 2007
2008
2009
Abbondanza media CD1 b)
2010
2011
Abbondanza media CD2
Diatomee 7,0E+06 6,0E+06
N. cellule/litro
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
N. cellule/litro
a)
5,0E+06 4,0E+06 3,0E+06 2,0E+06 1,0E+06 0,0E+00 2007
2008
2009
Abbondanza media CD1 c)
2010
2011
Abbondanza media CD2
Altro fitoplancton 1,2E+07
N. cellule/litro
1,0E+07 8,0E+06 6,0E+06 4,0E+06 2,0E+06 0,0E+00 2007
2008
2009
Abbondanza media CD1
2010
2011
Abbondanza media CD2
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.33a,b,c: Abbondanze medie annuali di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton nei corpi idrici CD1 e CD2 (2007-2011)
320
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Gli andamenti temporali delle concentrazioni di Diatomee (figura 3C.32a,b), sia a nord che a sud, risultano simili da gennaio a fine settembre. Nella restante parte dell’anno, tra ottobre e dicembre, si riscontra invece una discordanza tra nord e sud. Anche considerando il dato quantitativo, la zona nord è caratterizzata da concentrazioni maggiori rispetto alla zona sud, soprattutto tra aprile e settembre. Nel periodo autunnale la tendenza si inverte. Come negli anni precedenti, i valori massimi di Diatomee si registrano tra gennaio e aprile, mentre i valori minimi in estate, tra giugno e settembre. I taxa più rappresentativi per frequenza e abbondanza, durante tutto il 2011, sono in ordine Skeletonema spp. e Chaetoceros spp. Il primo domina durante l’inverno fino a inizio primavera ed è presente con abbondanze rilevanti anche in novembre, mentre i bloom di Chaetoceros spp. si verificano in primavera inoltrata (aprile e maggio), in estate (agosto) e in autunno (ottobre e novembre). Per quanto riguarda il gruppo delle Dinoflagellate, se
si considerano le medie annuali si registra una sensibile diminuzione rispetto all’anno passato. Anche se nel 2011 non si registrano fioriture importanti a carico di questo gruppo, alcuni taxa appartenenti alla famiglia delle Prorocentraceae, quali Prorocentrum triestinum e Prorocentrum micans, sono i responsabili delle abbondanze maggiori, soprattutto nella zona nord. Come per le Diatomee, gli andamenti temporali a nord e a sud sono simili, a eccezione del periodo autunnale (novembre) quando si registrano alcune discordanze. Se si considerano i valori medi annuali, nella zona nord (CD1) si registrano concentrazioni maggiori rispetto alla zona sud (CD2). In figura 3C.33a,b,c viene rappresentato l’andamento delle medie annuali delle abbondanze di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton nel medio periodo (5 anni) nei corpi idrici CD1 e CD2. L’andamento temporale delle Dinoflagellate nel periodo è considerato decrescente in entrambi i corpi idrici, mentre quello relativo alle Diatomee è crescente nel CD2 e piuttosto altalenante nel CD1.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Commento
321
IMPATTO
Macroinvertebrati bentonici
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Descrizione
322
Lo studio delle comunità macrobentoniche dei fondi marini viene soprattutto applicato nelle indagini degli ambienti perturbati, soggetti a diversi tipi di inquinamento o dei sistemi naturalmente ipossici. I lavori che ne emergono riguardano sia descrizioni delle variazioni della struttura delle comunità bentoniche in relazione ai gradi di alterazione ambientale, sia metodi in grado di stabilire, con maggior o minor efficacia, il grado di alterazione sulla base delle caratteristiche strutturali della comunità. Infatti gli organismi bentonici, non potendo compiere grandi spostamenti, sono sottoposti per tutto il proprio ciclo vitale alle condizioni ambientali più o meno perturbate presenti nella zona, mostrando di conseguenza gli effetti dell’esposizione prolungata a diversi fattori am-
bientali e di inquinamento. Tali effetti si manifestano alterando la fisionomia del popolamento sia in termini di composizione in specie, sia in termini di numero di specie e rapporti di abbondanza tra specie.
Scopo L’effetto di perturbazioni ambientali risulta individuabile attraverso l’interpretazione delle reazioni che la comunità macrobentonica presenta nel tempo. Tali risposte possono manifestarsi sia come variazioni qualitative sia quantitative, ovvero sia in termini di composizione in specie, sia in termini di numero e di rapporti di abbondanza tra specie. In altre parole, il grado di alterazione della comunità è desumibile sulla base delle sue caratteristiche strutturali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici DPSIR
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
I Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Valori stagionali dell’indice AMBI
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque, Natura e biodiversità
Grafici e tabelle Tabella 3C.8: Numero di specie rinvenute per le biocenosi SFBC e VTC (2011) SFBC VTC Lido Lido Porto Porto Garibaldi Adriano Cesenatico Cattolica Garibaldi Adriano Cesenatico Cattolica (4) (9) (14) (19) (4) (14) (19) (9) Anellida 21 23 24 25 12 21 20 30 Arthropoda 9 10 11 13 3 6 7 6 Cnidaria 0 0 2 1 1 0 1 2 Echinoderma 0 3 2 2 0 1 3 6 Idroidomeduse 0 0 0 0 0 0 0 1 Mollusca 16 16 24 24 14 19 20 23 Phoronyda 1 0 1 1 1 1 1 1 Sipuncula 0 1 1 1 1 1 0 0 Totale 47 53 65 68 32 49 52 70
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Phylum/ Stazioni
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.34: Valori stagionali dellâ&#x20AC;&#x2122;indice AMBI per le stazioni delle biocenosi SFBC (2011) LEGENDA: I= inverno, P= primavera, E= estate, A= autunno
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
323
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.35: Valori primaverili e autunnali dell’indice AMBI per le stazioni delle biocenosi VTC (2011)
Commento Vengono presentati i valori dell’indice biotico AMBI basato sulla presenza di specie appartenenti a gruppi ecologici a differente sensibilità nei confronti dell’inquinamento; questo indice varia in modo continuo da 0 (condizione di assenza di disturbo) a 6 (condizione di estremo disturbo). Le stazioni indagate sono quelle appartenenti alla biocenosi delle Sabbie Fini Ben Calibrate (SFBC), ubicate a circa 1 km dalla costa, e quelle dei Fanghi Terrigeni Costieri (VTC), distanti 3 km dalla costa. Nella tabella 3C.8 si osserva come il numero di specie rinvenute si aggiri intorno a un valore medio di 55. A Cattolica, sia nelle SFBC che nelle VTC, si sono registrate il maggior numero di specie, rispettivamente 68 e 70, mentre il minor numero si è avuto a Porto Garibaldi, nella VTC. I Phylum che maggiormente contribuiscono alla
324
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
costruzione delle comunità bentoniche sono quello degli Anellida e quello dei Mollusca. Dalla figura 3C.34 si può notare come le stazioni appartenenti alla biocenosi delle SFBC siano classificate come siti lievemente disturbati, a eccezione di Porto Garibaldi (4), che in primavera mostra assenza di disturbo. Le stazioni SFBC di Porto Garibaldi, Lido Adriano e Cattolica (4, 9 e 19) mostrano un gradiente stagionale nord-sud crescente, mentre quella di Cesenatico (14) decrescente. Dalla figura 3C.35 si può notare come le stazioni appartenenti alla biocenosi delle VTC siano classificate come siti lievemente disturbati, a eccezione di Cesenatico, che in autunno risulta moderatamente disturbata; non si evidenzia un particolare gradiente nord-sud.
IMPATTO
Descrizione Definisce il livello di saturazione dell’ossigeno nelle acque in relazione alla solubilità (in funzione della temperatura e salinità), ai processi di degradazione, respirazione e fotosintesi nelle acque. I meccanismi biochimici che consentono un’aumentata tolleranza all’anossia sono importanti fattori che possono influenzare la composizione del benthos, in relazione all’intensità, alla durata e ricorrenza dei fenomeni. Aree interessate da durature situazioni di anossia o da costanti condizioni di ipossia severa possono vedere completamente modificata la bionomia bentonica, con diminuzione di biomassa e biodiversità. La moria di organismi adulti produce di per sé un danno ambientale, ma un danno maggiore è dato dalla perdita di organismi in fase larvale (uova, stadi giovanili), la cui carenza indebolisce la con-
sistenza delle generazioni future. La ciclicità e l’estensione dei fenomeni anossici lungo la costa emiliano-romagnola, colpendo indiscriminatamente sia gli organismi adulti sia le forme giovanili, rischia di essere tale da comportare un serio e irreversibile impoverimento degli stock di alcune specie.
Scopo Rilevare i fattori predominanti che modificano il valore di saturazione dell’ossigeno nelle acque, con particolare riferimento ai processi di ossidazione microbiologica della sostanza organica e al consumo per respirazione degli organismi. L’ossigeno viene ripristinato attraverso la fotosintesi (i valori che eccedono la saturazione sono solo di origine fotosintetica) e tramite i processi fisici di scambio dei gas tra atmosfera e acqua superficiale.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Ossigeno sul fondo, aree di DPSIR anossia
UNITÀ DI MISURA
Milligrammi/litro
FONTE
I
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Ossigeno sul fondo, aree di anossia
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 1998-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10 LR 39/78
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie mensili, stagionali e annuali. Mappe di distribuzione dell’ossigeno nelle acque di fondo
Acque, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
325
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Grafici e tabelle
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.36: Mappe di distribuzione della massima estensione annuale delle condizioni anossiche (concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l) delle acque di fondo dal delta del Po a Cattolica e da costa fino a 10 km al largo (1998-2011)
326
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.37: Mappe di distribuzione della massima estensione delle condizioni anossiche*/ipossiche** delle acque di fondo, da costa fino a 10 km al largo (2011) Note: *anossia = concentrazione di ossigeno disciolto inferiore a 1 mg/l **ipossia = concentrazione di ossigeno disciolto tra 1 e 3 mg/l
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
327
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto 328
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.38: Isolinee di concentrazione dell’ossigeno disciolto, dalla superficie al fondo per ogni metro di profondità, delle stazioni a 10 km al largo di Porto Garibaldi, Cesenatico e Cattolica (2011)
Commento Una delle conseguenze dei processi di eutrofizzazione è la formazione di condizioni di carenza di ossigeno (ipossia) e/o di assenza di ossigeno (anossia) nelle acque di fondo. Gli areali interessati sono molto vasti e variabili, estendendosi da qualche decina a centinaia di km2. Generalmente la fascia costiera compresa tra Goro e Cesenatico risulta maggiormente interessata da condizioni di carenza di ossigeno, che riguardano principalmente lo strato di acque prossime al fondale (1-3 m). La figura 3C.36 evidenzia come questa problematica colpisca prevalentemente la parte settentrionale della costa. Tale area è la più sensibile per diversi motivi: è direttamente e maggiormente investita dagli apporti padani, ha condizioni idrodinamiche particolari, con vortici che aumentano i tempi di stazionamento delle acque, e presenta condizioni eutrofiche persistenti per periodi lunghi dell’anno. Lo stato di anossia sul fondo, una volta innescatosi, si mantiene e si estende nel tempo in funzione delle correnti e si risolve in occasione di mareggiate importati in grado di rimescolare l’intera colonna d’acqua. Le condizioni anossiche si manifestano prevalentemente nel periodo
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
estivo-autunnale, quando l’incremento della temperatura, la presenza di abbondante biomassa microalgale, la stasi idrodinamica e la stratificazione termica e/o salina agiscono come fattori sinergici nello sviluppo dello stato anossico. Deve essere, quindi, sempre considerata e valutata la molteplicità di fattori che concorrono al verificarsi di ipossie/anossie. I periodi più critici del 2011 si sono avuti a partire dal mese di giugno fino a ottobre, dove situazione ipossiche/anossiche si sono osservate in gran parte dell’area marina costiera controllata (figura 3C.37). In figura 3C.38 sono state riportate le isolinee di concentrazione dell’ossigeno disciolto lungo il profilo da superficie al fondo, rilevate settimanalmente nell’anno 2011 con la sonda multiparametrica in tre stazioni collocate a 10 km dalla costa di fronte a Porto Garibaldi, Cesenatico e Cattolica; si osserva che le aree anossiche/ipossiche si distribuiscono negli ultimi metri di profondità della colonna d’acqua, mentre negli strati più vicini alla superficie le concentrazioni di ossigeno disciolto presentano elevati valori correlati alle elevate concentrazioni di clorofilla “a”.
IMPATTO
Descrizione
Scopo
L’indicatore descrive la concentrazione di clorofilla “a” nelle acque superficiali e lungo la colonna d’acqua, consentendo una stima indiretta della biomassa fitoplanctonica, in quanto fornisce la misura del pigmento fotosintetico principale presente nelle microalghe. Essa rappresenta un efficace indicatore della produttività del sistema. Nello schema DPSIR è inserito tra gli indicatori di Impatto, perché segnala l’effetto della perturbazione della qualità ambientale delle acque marine sulle biomasse fitoplanctoniche.
La concentrazione della clorofilla “a” nelle acque mette in evidenza il livello di eutrofizzazione delle acque costiere. È, inoltre, di fondamentale importanza per l’applicazione di indici trofici e dell’indice di torbidità, per la valutazione delle caratteristiche trofiche di base del corpo idrico e dello stato degli ecosistemi; è, inoltre, un ottimo indicatore per la valutazione della produzione primaria e dei gradi di trofia dell’ecosistema.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla DPSIR “a”
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
I Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Settimanale/annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Medie mensili, stagionali e annuali. Mappe di distribuzione stagionali (complessivi 1.300 km2)
Acque, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
Concentrazione di clorofilla “a”
329
Grafici e tabelle 9,E+04 8,E+04 7,E+04 6,E+04 5,E+04 4,E+04 3,E+04
cellulel/litro
Clorofilla “a” (microgrammi/litro)
22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0
2,E+04 1,E+04 0,E+00 2007
2008
2009
Clorofilla "a" media CD1 Abbondanza media Dinoflagellate CD1
2010
2011
Clorofilla "a" media CD2 Abbondanza media Dinoflagellate CD2
b) 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0
7,E+06 6,E+06 5,E+06 4,E+06 3,E+06
cellule/litro
Clorofilla “a” (microgrammi/litro)
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
a)
2,E+06 1,E+06 0,E+00 2007
2008
2009
Clorofilla "a" media CD1 Abbondanza media Diatomee CD1
2010
2011
Clorofilla "a" media CD2 Abbondanza media Diatomee CD2
22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0
1,E+07 1,E+07 8,E+06 6,E+06 4,E+06 2,E+06 0,E+00 2007
2008
2009
Clorofilla "a" media CD1 Abbondanza media Altro fitoplancton CD1
2010
2011
Clorofilla "a" media CD2 Abbondanza media Altro fitoplancton CD2
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.39a,b,c: Medie annuali di clorofilla “a” con abbondanza media annuale di Diatomee, Dinoflagellate e Altro fitoplancton nei corpi idrici CD1 e CD2 (2007-2011)
330
cellule/litro
Clorofilla “a” (microgrammi/litro)
c)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3C.40: Media stagionale della concentrazione di clorofilla “a” da Goro a Cattolica e da costa fino a 10 km al largo (2011)
Commento La figura 3C39a,b,c mostra l’andamento temporale della concentrazione della clorofilla “a” in superficie, mediata per area (corpi idrici CD1 e CD2), dal 2007 al 2011. Dall’analisi dei dati si evidenzia un aumento della concentrazione di clorofilla negli ultimi anni lungo tutta la costa. Prendendo in considerazione il valore di concentrazione di 3,5 μg/l di clorofilla, quale limite per uno stato buono/sufficiente (DM 260/10), si osserva il suo superamento in entrambi i corpi
idrici. La zona settentrionale della costa (CD1) mostra i valori più elevati, a causa di una maggior influenza degli apporti di nutrienti generati nel bacino padano, che favoriscono e alimentano questa condizione di eutrofia. In figura 3C.39b si può notare, inoltre, come le concentrazioni medie di clorofilla “a” e Diatomee presentino lo stesso andamento, in particolare in CD2. Le stesse concentrazioni medie di clorofilla “a” non risentono, in partico-
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
331
ACQUE MARINO COSTIERE - Impatto
lar modo, del contributo dato dalle Dinoflagellate (figura 3C.39a). L’andamento medio stagionale nel 2011 (figura 3C.40) evidenzia come in primavera, lungo tutta la costa, i livelli di clorofilla “a” abbiano raggiunto i valori più alti, mantenendosi al di sopra dei 10 μg/l. Nei mesi invernali il CD2 risulta essere l’area con una condizione di eutrofia più marcata. Durante la stagione estiva, in concomitanza con la riduzione delle immissioni di elementi nutritivi in mare dai bacini costieri, si registrano abbassamen-
332
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
ti dei livelli di clorofilla in particolare tra Cesenatico e Cattolica; in questa zona si attesta uno stato ambientale oligotrofico, con acque caratterizzate anche da una buona trasparenza; solo in una zona circoscritta a ridosso del delta padano perdura una condizione di eutrofizzazione. In autunno, con il cambiamento della circolazione e l’incremento degli apporti di fattori nutritivi dai bacini costieri e dal bacino padano, aumentano in media i valori di clorofilla “a” e, quindi, l’incremento di biomassa microalgale.
RISPOSTE
Descrizione L’applicazione delle norme in tema di acque destinate alla balneazione porta alla definizione di zone vietate in modo permanente. La Regione Emilia-Romagna con l’Ordinanza balneare n. 1/2011 ha stabilito di vietare, in corrispondenza di foci di corpi idrici, un tratto di litorale per una lunghezza di 50 metri a nord e 50 metri a sud delle foci stesse per motivi precauzionali di natura igienico-sanitaria, in quanto le acque convogliate a mare sono potenzialmente ricche di carichi antropici. Per motivi di sicurezza la stessa Ordinanza vieta permanentemente i tratti di litorale interessati dal transito di natanti: i porti e la superficie di mare per un raggio di 150 metri dall’imboccatura degli
stessi, misurati a semicerchio dalla cima dei moli guardiani, se presenti. Tratti di litorale interdetti sono anche le zone interessate da servitù militare (5,2 km in provincia di Ravenna, poco a sud del confine con Ferrara) e le zone adibite alla molluschicoltura (Sacca di Goro a Ferrara). Oltre ai divieti di balneazione permanenti sono considerati anche i divieti temporanei, legati a episodi d’inquinamento transitori, la cui entità è espressa dall’Indice di balneabilità temporanea.
Scopo Mettere in evidenza le zone permanentemente e temporaneamente vietate alla balneazione in base all’applicazione della normativa nazionale in tema di acque destinate alla balneazione.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Zone permanentemente e/o DPSIR temporaneamente balneabili
UNITÀ DI MISURA
Percentuale
FONTE
R Province, Regione Emilia-Romagna, Ausl, Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Annuale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n.116 Decreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Suddivisione in zone: rapporto percentuale fra la costa balneabile (oppure non balneabile per inquinamento e/o sicurezza, o non balneabile per altri motivi) e la lunghezza complessiva dell'area di costa in esame. Indice di balneabilità: rapporto percentuale espresso come differenza fra la quota totale di litorale balneabile (metri per giorni di durata della stagione balneare) e la quota di litorale interdetta temporaneamente alla balneazione (metri interdetti per giorni di durata dell’interdizione temporanea) rispetto alla quota complessiva di litorale balneabile (metri per giorni di durata della stagione balneare)
ACQUE MARINO COSTIERE - Risposte
Zone permanentemente e/o temporaneamente balneabili
Acque, Suolo
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
333
Grafici e tabelle Provincia di Ravenna
Provincia di Ferrara
12% 5%
44%
ACQUE MARINO COSTIERE - Risposte
55%
83%
1% Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (area adibita alla molluschicoltura)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (servitĂš militare) Provincia di Rimini
Provincia di ForlĂŹ-Cesena 4%
5%
95%
96%
Lunghezza costa adibita alla balneazione
Lunghezza costa adibita alla balneazione Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali)
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, Regione Emilia-Romagna Figura 3C.41: Suddivisione percentuale dei tratti di costa delle province in: balneabili, non balneabili per inquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2011)
Tabella 3C.9: Zone balneabili e non balneabili delle province (2011) Provincia
Lunghezza totale costa (km)
Lunghezza costa adibita alla balneazione (km)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (porti, fiumi e canali) (km)
Lunghezza costa non adibita alla balneazione (area adibita alla molluschicoltura) (km)
Ferrara Ravenna ForlĂŹ-Cesena Rimini
48,13 47,37 9,14 34,88
21,04 39,23 8,78 33,09
0,39 2,60 0,35 1,78
26,71 5,54 0,00 0,00
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, Regione Emilia-Romagna
334
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
23%
4%
Costa balneabile Costa non balneabile per inquinamento e/o sicurezza Costa non balneabile per altri motivi
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Province, Arpa Emilia-Romagna, Ausl, Regione Emilia-Romagna Figura 3C.42: Suddivisione percentuale dei tratti di costa regionale in: balneabili, non balneabili per inquinamento e/o sicurezza e non balneabili per altri motivi (2011)
Tabella 3C.10: Indice di balneabilità temporanea (2011)
Provincia Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini
Indice di balneabilità temporanea 100% 99,9% 99,6% 99,0%
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati di Comuni, Arpa Emilia-Romagna
Commento I dati relativi alle aree effettivamente sottoposte a monitoraggio di norma non subiscono variazioni frequenti nel corso degli anni; sono però di notevole interesse, in quanto utili alla reale stima percentuale dei tratti di costa non adibiti alla balneazione. Anche per l’anno 2011 si è provveduto a determinare l’Indice di balneabilità temporanea (tabella 3C.10), che indica l’effettiva fruibilità delle acque
balneabili, al netto degli episodi di inquinamento temporaneo che hanno determinato la chiusura della balneazione per tempi limitati e in tratti circoscritti del litorale. Come rilevabile dai dati presenti in tabella 3C.10, la stagione balneare 2011 ha fatto registrare, nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, alcune chiusure temporanee della balneazione a seguito di episodi d’inquinamento.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE MARINO COSTIERE - Risposte
73%
335
Riferimenti
Q
Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Giuseppe MONTANARI (1), Attilio RINALDI (1), Cristina MAZZIOTTI (1), Margherita BENZI (1), Paola MARTINI (1), Stefano SERRA (1), Sandro TARLAZZI (1), Claudio SILVESTRI (1), Leonardo RONCHINI (2), Vanessa RINALDINI (2), Alberto CAPRA (2), Rita ROSSI (2), Paolo SPEZZANI (3) (1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA RN, (3) DIREZIONE TECNICA
Q
Bibliografia
Q
Sitografia
1. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Ambiente e Riqualificazione urbana, Arpa Struttura Daphne (1982-2010), Qualità ambientale delle acque marine in Emilia-Romagna - Rapporto annuale 2011. Regione Emilia-Romagna, Arpa Emilia-Romagna 2. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Arpa Ingegneria ambientale (2003), Supporto tecnico alla Regione Emilia-Romagna, alle Province e alle Autorità di Bacino per l’elaborazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque e Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (art. 44 del DLgs 152/99 e art. 115 LR 3/99) 3. Regione Emilia-Romagna, Bollettino Ufficiale, 15 febbraio 2005, Deliberazione del consiglio regionale 20 gennaio 2005, n. 645, Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zone costiere (GIZC)
ACQUE MARINO COSTIERE
1. www.arpa.emr.it/daphne 2. www.arpa.emr.it/balneazione 3. www.arpa.emr.it/pubblicazioni/acqua 4. www.arpa.emr.it/rimini/ecotono_turismo.htm 5. www.isprambiente.gov.it 6. www.marescienza.it
336
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque di transizione
capitolo 6 3D
INDICE Introduzione Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p.
340
Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
340
Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
341
Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
346
Impatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
393
Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
412
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
416
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
416
Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
416
Indicatori
ACQUE DI TRANSIZIONE
Riferimenti
338
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Pag.
Trend
Copertura temporale
Copertura spaziale
Altre aree tematiche interessate
Nome indicatore / Indice
Uso prevalente in essere del territorio delle province costiere
Temperatura
Acque superficiali, marino costiere
Regione
2007-2011
346
Salinità
Acque superficiali, sotterranee, marino costiere
Regione
2007-2011
350
Concentrazione di fosforo
Acque superficiali, marino costiere
Regione
2007-2011
355
Concentrazione di azoto
Acque superficiali, sotterranee, marino costiere
Regione
2007-2011
364
Ferro labile (LFe) e solfuri volatili (AVS)
Acque superficiali, marino costiere
Regione
2010-2011
377
Vedi capitolo Acque marino costiere (pag. 267)
Elenco degli habitat di interesse comunitario
Natura e biodiversità
Provincia (Ferrara, Ravenna)
2009
381
Elenco delle specie floristiche di interesse comunitario
Natura e biodiversità
Provincia (Ferrara, Ravenna)
2009
384
Elenco delle specie faunistiche di interesse comunitario
Natura e biodiversità
Provincia (Ferrara, Ravenna)
2009
387
Presenze microalgali
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Regione
2011
393
Macrofite (Indice R-MaQI modificato)
Acque superficiali, Natura e biodiversità
Regione
2010
398
Macroinvertebrati bentonici (indici M-AMBI e BITS)
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Regione
2010
401
Concentrazione di clorofilla “a”
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Regione
2007-2011
407
Natura e biodiversità
Provincia (Ferrara, Ravenna)
2012
412
Aree naturali protette
Tema ambientale:
Qualità dei corpi idrici Biodiversità: tendenze e cambiamenti
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE
DPSIR
DETERMINANTI STATO IMPATTO RISPOSTE
SINOTTICO DEGLI INDICATORI
Tema ambientale
QUADRO
339
Introduzione
Messaggio chiave L’analisi ambientale effettuata mostra una discreta disomogeneità negli ambienti di transizione considerati, sia da un punto di vista idraulico che geomorfologico. Ogni bacino analizzato possiede sue peculiarità sia nella conformazione che negli usi antropici. Lo stato ecologico, valutato in base agli elementi di qualità biologica (EQB) e agli elementi a sostegno degli EQB, ha evidenziato che le maggiori criticità sono presenti nella Sacca di Goro e nelle Valli di Comacchio. Le criticità riscontrate nelle Valli di Comacchio sono in gran parte dovute a carenze gestionali del sistema idraulico (interramento di canali sublagunari, riduzione degli scambi con il mare, immissioni di ingenti carichi di nutrienti). Questa condizione ha, in pochi decenni, portato a radicali cambiamenti nei popolamenti floristici di tale ambiente. Sono scomparse o fortemente ridotte le macrofite a seguito di fioriture microalgali innescate da rilevanti carichi di nutrienti (N e P) e dal ridotto idrodinamismo. Tali condizioni hanno portato a un progressivo intorbidimento delle acque con forte riduzione nella penetrazione della luce lungo la colonna d’acqua. Gli eventi anossici/ipossici, condizioni da definire “fisiologiche” per questi ambienti se si mantengono entro limiti tollerabili per la fauna e la flora residenti, si sono verificati prevalentemente nella Sacca di Goro, a Valle Nuova e nella Piallassa Baiona. Non rilevabili trend per le forme fosfatiche. Trend in lieve aumento per le forme azotate. Nella maggior parte dei corpi idrici si sviluppano intensi fenomeni eutrofici nel periodo estivo-autunnale con elevate concentrazioni di clorofilla “a”.
ACQUE DI TRANSIZIONE
340
Sintesi
Le acque di transizione rappresentano, oggi, aree marginali di un ecosistema un tempo diffuso in vasti territori costieri del nostro Paese e in tanti altri Stati rivieraschi che si affacciano sul Mediterraneo. Anche la nostra regione mostra condizioni analoghe, visto che dall’inizio dell’ottocento circa il 70% dei territori lagunari sono stati bonificati. Le principali problematiche delle acque di transizione dell’Emilia-Romagna si possono brevemente sintetizzare come segue: – eccessivi apporti di sostanze nutritive (carichi di azoto e fosforo); – forte subsidenza di origine antropica che determina principalmente la perdita di porzioni di territorio; – regressione costiera generata da fenomeni erosivi; – scarsa disponibilità delle risorse di acqua dolce a seguito dei prelievi irrigui e acquedottistici; – problemi idraulici di circolazione delle acque; – progressivo aumento dell’ingressione salina in falda e nella rete idrica superficiale. Molte delle specie presenti negli elenchi delle specie
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
minacciate vivono negli ambienti acquatici costieri. Gli stessi uccelli migratori trovano in questi habitat protezione e nutrimento. Un altro aspetto che va tenuto in considerazione è costituito dal potere di filtro che questi ecosistemi hanno nei confronti delle acque fluviali e drenanti del territorio. È ampiamente documentata la loro capacità di trattenere quote importanti di nutrienti (N e P) e di abbattere i carichi batterici che altrimenti si riverserebbero direttamente in mare. Ragioni dettate dalle vigenti direttive comunitarie e nazionali raccomandano e impongono la loro tutela. In questo assume una straordinaria importanza il ruolo della Regione e degli Enti locali territorialmente coinvolti e quello dell’Arpa Emilia-Romagna e dell’Ente Parco del Delta Po. È auspicabile che, in questo intreccio di interessi e ruoli, vi sia una visione concreta dei principi previsti nelle linee guida della Gestione integrata delle Zone costiere approvata dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera n. 643 del 20/01/05.
Quadro generale
Una vasta area di territorio della regione EmiliaRomagna è coperta da zone umide, caratterizzate da una elevata variabilità ambientale e biologica. Tale area è di origine sia naturale che artificiale (lagune vive, laghi salmastri, meandri e foci fluviali, casse di espansione, invasi di ritenuta, cave di inerti dismessi, canali, vasche di colmata, saline). Per valorizzare e tutelare quest’area la Regione Emilia-Romagna ha istituito il Parco regionale del Delta del Po, con un’estensione complessiva di circa 58.000 ettari. Le zone umide del Parco regionale rappresentano il settore meridionale del grande sistema di zone umide che caratterizza l’Adriatico settentrionale, dal Friuli fino a Cervia, e che costituisce un unico complesso sistema ecologico, come dimostrato dalla presenza di endemismi comuni, dalla esistenza di associazioni vegetali che caratterizzano l’intero sistema e dagli ampi spostamenti delle popolazioni di uccelli. Le zone umide comprese tra la Sacca di Goro e le Valli di Comacchio devono la loro origine all’ampio sistema deltizio del fiume Po. L’equilibrio idrogeologico dell’area è controllato dall’uomo (nota per esempio l’attività agricola e di pesca con le grandi bonifiche ferraresi); in pratica a oggi tutte le zone umide della regione sono soggette a regimi idrici artificiali, finalizzati a diversi scopi: l’agricoltura (oggi la principale attività produttiva praticata nelle aree circostanti le acque di transizione), l’acquacoltura, la pesca e, a seguire, le attività industriali e il turismo. L’agricoltura condiziona fortemente lo stato di conservazione delle zone umide, influenzando ne-
gativamente sia la qualità (eutrofizzazione da fertilizzanti e reflui zootecnici, inquinamento da fitofarmaci), sia la quantità delle acque (utilizzo a scopo irriguo). L’acquacoltura intensiva e semiintensiva hanno un elevato impatto sulla qualità delle acque per l’immissione di mangimi e medicinali (antibiotici) e, per quanto riguarda la biodiversità, esse risultano impattanti a causa dell’introduzione di specie alloctone allevate o contenute nei mangimi (microalghe); la molluschicoltura, oltre a necessitare di ambienti con opportuni ricambi idrici per evitare fenomeni di anossia dei fondali, deve essere condotta con pratiche adeguate al fine di non causare danni ai fondali. Le attività industriali sono prevalentemente presenti nell’area ravennate, sono numericamente limitate, ma di elevato impatto (porto industriale e polo chimico di Ravenna). Il turismo ha creato nel passato profonde modificazioni territoriali, con la distruzione pressoché totale dei principali sistemi dunosi costieri. Attualmente si stanno sviluppando attività turistiche di carattere naturalistico, didattico educativo. Nei paragrafi seguenti sono riportati i soli risultati delle indagini effettuate negli ultimi anni sulla matrice acquosa; i dati relativi ai sedimenti e al biota sono attualmente piuttosto frammentari a livello territoriale e non permettono, quindi, di costruire un quadro generale completo. Per interventi di risanamento eseguiti dall’Autorità portuale di Ravenna nella Piallassa Piomboni, nel 2010 in tale corpo idrico sono state sospese le attività di monitoraggio.
ACQUE DI TRANSIZIONE
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
341
BOX 1 - Implementazione della Direttiva 2000/60/CE alle acque di transizione Il DLgs 152/99 e s.m.i. prevedeva il monitoraggio delle acque di transizione con indagini da effettuare sulla matrice acquosa con frequenza mensile e quindicinale nel periodo giugnosettembre, sui sedimenti con frequenza annuale e sul biota con frequenza semestrale. La classificazione delle acque lagunari era effettuata sulla base della valutazione del numero di giorni di anossia/anno, misurata nelle acque di fondo, che interessava oltre il 30% della superficie del corpo idrico. Lo stato di anossia è caratterizzato da valori dell’ossigeno disciolto nelle acque di fondo compresi fra 0-1 mg/l. Per la classificazione delle acque di transizione contribuivano anche i risultati delle indagini sui sedimenti e sul biota. Con il DLgs 152/06 (che recepisce la direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente il precedente DLgs 152/99) sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque di transizione sono previsti numerosi nuovi elementi per la definizione dello Stato Ecologico e la ricerca di contaminanti inorganici e organici nella matrice acqua e sedimento per la definizione dello Stato Chimico. Il DLgs 152/06 rimane non applicato fino a quando, con il DM 56/09, vengono definiti i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici. Il DM 56/09 All. 1 definisce le modalità per il monitoraggio dei corpi idrici, individuando gli elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico e dello stato chimico, inoltre abroga e sostituisce quanto riportato nel DM 367/03 alla tab. 2 e all’All. 1 del DLgs 152/06. Di recente emanazione è il DM 260/2010, recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali. Tale decreto definisce le modalità per la classificazione dei corpi idrici da effettuare al termine del ciclo di monitoraggio. Un altro decreto attuattivo del DLgs 152/06, precedente al DM 56/09, è il DM 131/08, recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici. Tale decreto definisce le metodologie per l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazione), l’individuazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti. Il processo di caratterizzazione dei corpi idrici si è concluso con l’individuazione di 8 corpi idrici: 7 Lagune Costiere regionali suddivise in confinate e non confinate, di cui una artificiale (Lago delle Nazioni); 1 Delta interregionale.
Codice tipi
ACQUE DI TRANSIZIONE
AT 03
342
AT 07 AT 08 AT 09 AT 19 AT 18 AT 18 AT 21
Corpo idrico
Geomorfologia
L. Nazioni (corpo idrico artificiale) V. Cantone V. Nuova V. Comacchio Pialassa Baiona Pialassa Piomboni Sacca di Goro Po di Goro
Laguna costiera
Di seguito si riporta lo schema riepilogativo del processo di caratterizzazione dei corpi idrici di transizione.
Delta
Grado di confinamento
Macrotipo
Confinato
TW1
Non confinato
TW2 DELTA
Tali corpi idrici sono tutti ricadenti sul territorio delle province di Ferrara e Ravenna e sono distribuiti a “isole” dislocate lungo la fascia costiera. Non sono comunicanti fra loro, risultano “immobilizzati”, bloccati rispetto alla loro naturale evoluzione morfologica ed ecologica, circondati da aree dediteFigura all’agricoltura, da insediamenti urbanidella e dasuddivisione infrastrutture. possono definire come degli marine “habitat - Rappresentazione cartografica in Si corpi idrici delle acque costiere sotto assedio”. Il Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna (anno 2003) considerava “acque di transizione” anche il corpo idrico Ortazzo. Con il DLgs 152/06 e il successivo DM 131/08, sono attribuiti alla categoria acque di transizione “i corpi idrici di superficie maggiore di 0,5 Km2 conformi all’art. 2 della Direttiva 2000/60, delimitati verso monte (fiume) dalla zona ove arriva il cuneo salino (definito come la (segue)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
(continua)
sezione dell’asta fluviale nella quale tutti i punti monitorati sulla colonna d’acqua hanno il valore di salinità superiore a 0,5 psu) in bassa marea e condizioni di magra idrologica e verso valle (mare) da elementi fisici quali scanni, cordoni litoranei e/o barriere artificiali, o più in generale dalla linea di costa”. La zona umida Ortazzo non rientra nella definizione di acque di transizione per i seguenti motivi: – non è delimitata a monte da un fiume; – a valle non è in collegamento con il mare; – di conseguenza, non avendo nessun collegamento con il mare, non presenta alcuna escursione di marea; – presenta valori di salinità bassi, attribuibili ad ambienti di acqua dolce, con innalzamenti repentini solo in coincidenza di una ingressione salina da falda; – le lievi pressioni sulla qualità dell’acqua sono attribuibili esclusivamente agli apporti dal canale Acquara (regolati da paratoia), che raccoglie le acque di drenaggio dei terreni agricoli circostanti; – non è attribuibile geomorfologicamente l’identificazione di “Laguna” o “Delta”. In risposta a quanto prevede il DLgs 152/06 è stata istituita la nuova rete di monitoraggio per le acque di transizione della regione Emilia-Romagna (vedi cap. 12, pag. 1007). La fascia costiera della regione Emilia-Romagna è dichiarata area sensibile (art. 91, DLgs 152/06), in quanto soggetta a processi di eutrofizzazione. Per tale motivo i corpi idrici individuati e sopra riportati sono corpi idrici a rischio, ai quali viene applicato il monitoraggio operativo come previsto dal DM 56/09. Nello schema seguente si riporta un’anagrafica sintetica dei punti di campionamento, che costituiscono la nuova rete di monitoraggio delle acque di transizione della regione Emilia-Romagna istituita ai sensi del DLgs 152/06. Rispetto alla precedente, si passa da 19 a 16 stazioni di campionamento. Essendo il Delta del Po un corpo idrico interregionale, il monitoraggio di tale corpo idrico è stato attribuito alla regione Veneto, che ha già la competenza per gli altri rami del fiume Po. Per praticità, le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle faranno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione.
Acronimo
Corpo idrico
Localizzazione
Profondità (cm)
99050000
DPG1
DELTA DEL PO DI GORO
DELTA DEL PO DI GORO
99100100
SGOR1
SACCA DI GORO
FOCE VOLANO
150
99100201
SGOR2bis
SACCA DI GORO
GORINO
150
99100300
SGOR3
SACCA DI GORO
PORTO GORINO
150
99100401
SGOR4bis
SACCA DI GORO
BOCCA A MARE
150
99200100
VCAN1
VALLE CANTONE
VALLE CANTONE
80
99300100
VNUO1
VALLE NUOVA
VALLE NUOVA
80
99400100
LNAZ1
LAGO DELLE NAZIONI
LAGO DELLE NAZIONI
400
99500200
VCOM2
VALLI DI COMACCHIO
CASONI SERILLA-DONNA BONA
100
99500300
VCOM3
VALLI DI COMACCHIO
SIFONE EST
100
99500400
VCOM4
VALLI DI COMACCHIO
DOSSO PUGNALINO
100
99500500
VCOM5
VALLI DI COMACCHIO
VALLE CAMPO
100
99600100
PBAI1
PIALLASSA BAIONA
CHIARO DELLA RISEGA
100
99600300
PBAI3
PIALLASSA BAIONA
CHIARO MAGNI
100
99600500
PBAI5
PIALLASSA BAIONA
CHIARO VENA DEL LARGO
100
99700100
PPIO1
PIALLASSA PIOMBONI
VIA DEL MARCHESATO
100
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE
Codice
343
BOX 2 - I corpi idrici di transizione individuati nel Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna La Sacca di Goro è una laguna salmastra estesa circa 3.700 ettari. Confina a nord ovest con gli argini delle ex valli Goara e Pioppa e con il Bosco della Mesola, a nord con aree bonificate nel Novecento (valli Bonello, Vallazza e Seganda) e con l’argine del Po di Goro. A sud lo Scannone delimita il confine con il mare aperto; una bocca di circa 1.500 metri tra il Lido di Volano e la punta dello Scannone, e un taglio in quest’ultimo mettono in comunicazione la Sacca con il mare aperto. Le aree orientali sono le valli di Gorino. La Sacca di Goro riceve acqua salata dal mare (grazie alle maree), riceve acqua dolce dal Po di Goro (tramite la chiusa di Gorino), dal Po di Volano e dal Canal Bianco.
Valle Bertuzzi (Valle Nuova e Valle Cantone). Il complesso comunemente detto di Valle Bertuzzi è costituito da due bacini di acqua salmastra: Valle Nuova (circa 1.400 ettari) e Valle Cantone (circa 600 ettari). Si estende immediatamente a sud del Po di Volano, tra Vaccolino, Lido di Volano, il Lago delle Nazioni e le Valli bonificate di San Giuseppe. Il complesso di Valle Bertuzzi era, fino al 1998, di proprietà della Società per la bonifica dei terreni ferraresi ed è stato venduto a due aziende private, le quali hanno una gestione indipendente finalizzata alla pesca estensiva e, in piccola parte, alla caccia. Dopo la sistemazione dell’argine di Val Cantone (1998/99), il complesso è stato idraulicamente separato in due bacini: Valle Cantone e Valle Nuova. Fino al 1998 l’unico lavoriero in funzione era quello di Valle Nuova, per questo l’intero complesso era chiamato a volte Valle Bertuzzi, dal bacino di maggiori dimensioni, o Valle Nuova, dal bacino in cui era presente il lavoriero. La profondità media è di circa 50 cm, ma sono presenti anche zone di 1,5-2 metri in corrispondenza dei canali sub lagunari.
ACQUE DI TRANSIZIONE
Il Lago delle Nazioni è un bacino salmastro situato tra Valle Nuova, la pineta demaniale e le spiagge di Volano e di Lido delle Nazioni. Ha una superficie di circa 90 ettari, ai quali vanno aggiunti, al fine di delimitare l’esatto comparto naturalistico, i 70 ettari circa del contiguo allevamento brado di tori e cavalli Camargue-Delta. Il lago è un bacino artificiale, ricavato da scavi e lavori condotti nell’ex valle di Volano. La valle, originatasi per ripetuti episodi di ingressione di acque marine, ha cambiato più volte forma, seguendo l’accrescimento del litorale, ed è stata in diretto contatto con il mare fino ad alcuni decenni fa attraverso Bocca del Bianco. Attualmente il ricambio idrico è assicurato da un canale regolato per mezzo di un sifone e un’idrovora connessi con il tratto terminale della foce del Po di Volano.
344
Le Valli di Comacchio sono un ampio e articolato sistema lagunare, localizzato lungo la costa nord-ovest del Mar Adriatico. Esse costituiscono un sistema seminaturale, la cui evoluzione è stata corretta dall’intervento antropico di regolazione idraulica e di bonifica terminata negli anni 60. Le Valli di Comacchio sono delimitate a sud dall’argine del fiume Reno e separate dal mare dal cordone litoraneo di Spina, di circa 2,5 km di larghezza. Possono comunicare col mare attraverso il canale di Porto Garibaldi, il canale Logonovo e il Gobbino, questo oramai interrotto nella sua bocca a mare. Le Valli hanno una profondità media di circa 60 cm, con massimi di 1,5-2 m. Sono attualmente divise in quattro bacini principali: Valle Fossa di Porto (2.980 ettari), Valle Magnavacca (6.160 ettari), parzialmente separate dal cordone dunale di Boscoforte, Valle Campo (1.670 ettari), completamente arginata, e Valle Fattibello (730 ettari), separata dal resto del sistema dall’argine del canale Fosse-Foce, in diretta connessione con il mare e su cui si affaccia l’abitato di Comacchio. A questi se ne aggiungono alcuni di minor estensione quali le Valli Smarlacca, Scorticata, Lavadena (frutto della separazione di Valle Magnavacca mediante argini di nuova costruzione) e la Salina e, nelle immediate vicinanze, relitti di valli non in comunicazione con le precedenti: Valle Molino, Valle Zavelea (detta anche Oasi Fossa di Porto), Vene di Bellocchio e Sacca di Bellocchio. Le Valli di Comacchio si sono formate intorno al X secolo a causa della subsidenza (abbassamento del suolo tipico delle piane alluvionali, causato dal compattamento dei sedimenti e dall’impaludamento delle acque costiere). (segue)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
(continua)
Costituiscono un sistema sostanzialmente chiuso, con ridotti scambi idrici regolati dall’uomo, e caratterizzato da forti escursioni di temperatura e salinità. Il controllo della salinità veniva affidato agli attingimenti di acqua dolce dal Po di Volano e dal fiume Reno, rispettivamente sul lato nord e sul lato sud delle Valli. Con la bonifica è venuto a mancare il collegamento col Po di Volano, mentre l’utilizzo delle acque del Reno, negli scorsi decenni compromesso da derivazioni a scopi irrigui e industriali, è stato considerevolmente migliorato mediante la costituzione di 2 coppie di sifoni e il ripristino di alcuni degli storici manufatti di derivazione.
ACQUE DI TRANSIZIONE
La Piallassa Baiona, la Piallassa Piomboni e le circostanti zone umide (Valle Mandriole e Punte Alberete peraltro ad acqua dolce) comprendono circa 1.500 ettari (di cui circa 1.200 ascrivibili alla sola Baiona) collegati al mare con un unico sbocco rappresentato dal canale Candiano e dalla bocca di porto; il Candiano separa l’area in due distinti spazi lagunari, la Piallassa Baiona a nord e quella del Piomboni a sud. La Baiona, in particolare, è delimitata da due serie di cordoni sabbiosi che si sviluppano parallelamente a costa, mentre il limite settentrionale e meridionale sono definiti da opere artificiali, a sud dal cavo portuale e a nord dall’inalveamento del tratto terminale del fiume Lamone. Nel suo insieme il sistema delle piallasse ravennati è oggi caratterizzato da aree bacinali semisommerse e poco profonde, chiamate “chiari”, interrotte da dossi e barene. I chiari, delimitati da argini artificiali, sono alimentati e suddivisi da canali principali e secondari ad andamento rettilineo e organizzati secondo una prevalente geometria a ventaglio al fine di costituire un bacino di ripulsa a servizio dell’officiosità della bocca di porto del canale Candiano. I principali tra questi portano verso la Baiona le acque dolci di drenaggio dei diversi bacini scolanti, oltre a una parte delle acque del fiume Lamone, che hanno alimentato il bosco allagato di Punte Alberete. L’afflusso idraulico delle piallasse è strettamente controllato, oltre che dal flusso e deflusso mareale, anche attraverso diverse immissioni di acque dolci regimate grazie alla presenza di numerose paratoie, saracinesche, dispositivi di troppo pieno etc. Le correnti di marea giungono in Piallassa attraverso la sola imboccatura connessa al canale portuale e le sue acque ricevono, per due volte al giorno, acqua marina durante l’alta marea e altrettante volte la restituiscono in bassa marea.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
345
STATO
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Temperatura
346
Descrizione
Scopo
La temperatura delle acque di transizione presenta una variabilità spaziale e temporale in funzione dei decorsi meteoclimatici stagionali. La temperatura varia da valori minimi invernali di 3°C a valori di 27°-30°C in estate. Normalmente, nel periodo invernale non c’è stratificazione grazie ai continui movimenti della massa d’acqua e agli apporti provenienti dai fiumi e/o dal mare; nella restante parte dell’anno si creano stratificazioni sulla colonna d’acqua in seguito a fenomeni di stagnazione o, comunque, di ridottissimo idrodinamismo solo dove le acque sono sufficientemente profonde. Tale fenomeno non si manifesta con un semplice termoclino1, ma si traduce in una più complessa stratificazione, con strati che differiscono per densità, salinità e temperatura.
La temperatura dell’acqua è di per sé un parametro di stato significativo, in quanto influisce direttamente, in concomitanza anche con la variazione di altri parametri chimico-fisici, non solo sulla struttura della comunità bentonica, ma su tutta la fauna e la flora, provocando cambiamenti più o meno marcati. La temperatura, inoltre, influenza la densità dell’acqua, la solubilità dell’O2, la solubilità dei sali, la stratificazione dell’acqua e il processo di eutrofizzazione.
Nota: 1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale, in cui si manifesta un netto gradiente di temperatura dell’acqua
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Temperatura
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Gradi centigradi
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, deviazioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque superficiali, marino costiere
Grafici e tabelle b)
a)
Valli di Comacchio
30
30
27
27
24
24 Gradi centigradi
21 18 15 12 9
21 18 15 12 9
6
6
3
3
0
0 10-mar
15-giu
14-set
21-dic
mar
giu
Data campionamento SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
c)
06-dic
d) Piallassa Baiona
Corpi idrici minori
30
30
27
27
24
24
21
Gradi centigradi
Gradi centigradi
07-set
Data campionamento VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
18 15 12 9
21 18 15 12 9
6
6
3
3
0 24-mar
22-giu
15-set
0
21-dic
mar
giu 15-set Data campionamento VCAN1 VNUO1 LNAZ1
Data campionamento PBAI1 PBAI3 PBAI5
2-dic
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.1: Andamenti temporali della temperatura rilevati nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Valli di Comacchio 30,2 Gradi centigradi
30,0 29,8 29,6
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Gradi centigradi
Sacca di Goro
29,4 29,2 29,0
23.00
22.00
21.00
20.00
19.00
18.00
17.00
16.00
15.00
14.00
13.00
12.00
11.00
10.00
09.00
08.00
07.00
06.00
05.00
04.00
03.00
02.00
01.00
00.00
28,8
ora
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.2: Andamento giornaliero della temperatura nelle Valli di Comacchio, localitĂ Stazione di Pesca di Foce (01/08/2006)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
347
Tabella 3D.1: Temperatura - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Piallassa Baiona Piallassa Piomboni
Legenda: Valore del mese di novembre
Valli di Comacchio
Lago delle Nazioni
Valle Nuova
Valle Cantone
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Sacca di Goro
Stazione
Funzione statistica
Media Max SGOR1 Min D.S. n. valori Media Max SGOR2bis Min D.S. n. valori Media Max SGOR3 Min D.S. n. valori Media Max SGOR4bis Min D.S. n. valori Media Max VCAN1 Min D.S. n. valori Media Max VNUO1 Min D.S. n. valori Media Max LNAZ1 Min D.S. n. valori Media Max VCOM2 Min D.S. n. valori Media Max VCOM3 Min D.S. n. valori Media Max VCOM4 Min D.S. n. valori Media Max VCOM5 Min D.S. n. valori Media Max PBAI1 Min D.S. n. valori Media Max PBAI3 Min D.S. n. valori Media Max PBAI5 Min D.S. n. valori Media Max PPIO1 Min D.S. n. valori
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
348
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
2007 18.89 30.20 4.60 8.35 13
Temperatura (째C) ANNO 2008 2009 22.18 19.63 30.20 29.40 8.20 5.60 7.46 8.74 11 16
18.67 29.90 4.40 8.48 13
21.95 29.90 8.30 7.74 11
19.78 29.60 5.10 8.98 16
17.56 29.90 4.70 7.99 14 19.34 29.20 5.10 8.82 13 18.64 28.60 6.50 8.19 14 19.66 30.00 6.90 8.10 11 18.87 26.60 6.40 7.48 11 18.80 26.60 7.20 7.29 11 17.70 26.00 7.30 7.19 9 21.45 28.80 10.90 5.37 16 22.14 29.50 10.40 5.17 16 21.07 28.00 9.80 5.03 16 18.92 29.60 4.90 7.72 16
22.98 30.60 5.40 8.18 10 20.30 30.00 4.80 9.97 8 23.39 29.90 6.80 7.39 11 22.10 28.80 10.70 5.86 10 21.76 28.30 11.00 5.83 10 21.88 28.20 11.10 5.68 10 21.85 27.70 5.60 6.87 11 19.89 28.60 10.40 6.49 16 20.73 30.20 10.40 6.31 16 19.44 28.10 9.20 6.50 16 19.83 32.00 7.00 8.60 16
19.41 31.00 7.10 8.40 16 18.29 29.90 0.20 8.62 16 19.27 29.00 4.40 8.68 16 19.13 28.70 7.10 7.33 16 19.87 27.90 6.60 7.34 15 18.91 27.50 6.80 7.19 16 19.15 28.50 3.70 8.50 17 19.38 28.20 5.00 7.16 16 19.64 27.80 9.50 6.36 16 19.41 28.40 5.00 7.37 16 18.59 28.80 3.10 8.73 16
2010 16.38 25.90 8.40 8.44 4 16.50 27.30 7.20 9.41 4 16.70 25.90 9.70 8.09 4 17.20 26.20 9.90 8.02 4 15.48 27.20 4.80 9.69 4 15.68 26.70 5.20 9.21 4 16.10 27.00 7.40 9.38 4 17.83 25.60 13.90 6.73 3 17.50 26.30 12.30 7.66 3 17.30 25.80 12.70 7.37 3 13.78 25.10 5.00 8.48 4 15.10 24.10 3.00 9.97 4 21.08 29.70 11.90 8.40 4 14.70 23.70 3.20 9.95 4 14.78 23.80 2.50 10.00 4
2011 16.65 26.00 6.00 10.69 4 16.25 27.10 4.20 11.89 4 16.33 27.20 5.40 11.52 4 17.85 27.50 7.60 10.01 4 17.78 28.60 7.20 11.71 4 17.73 28.00 7.00 11.48 4 17.40 27.20 8.20 10.47 4 16.50 28.50 6.20 11.32 4 16.00 27.70 5.50 11.19 4 15.90 26.50 5.50 10.78 4 16.63 24.30 7.60 8.29 4 17.65 26.20 4.90 10.41 4 20.63 29.40 8.60 9.42 4 17.35 26.50 4.80 10.53 4
Le informazioni riportate nei grafici e nella tabella fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). I valori di temperatura rilevati nell’anno 2011, riportati nei grafici e nella tabella, si riferiscono a determinazioni effettuate su campioni di acqua prelevati nello strato superficiale. Osservando i grafici di figura 3D.1 si nota che l’andamento temporale della temperatura presenta una tipica distribuzione sinusoidale, anche con la frequenza trimestrale delle misure. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è campionata nei mesi di marzo e giugno in periodi differenti rispetto alle altre anche di 10-15 giorni; per questo motivo i valori di temperatura della stazione VCOM5, in alcuni casi, non sono similari a quelli delle altre stazioni, che sono invece campionate nello stesso giorno. Nelle acque di transizione la temperatura è fortemente influenzata dagli scambi con fiumi e mare che, a esclusione delle lagune non confinate, sono regolati dall’uomo in base a esigenze specifiche, quasi esclusivamente legate all’attività di acquacoltura. Nella figura 3D.2 si riporta, a titolo esemplificativo, l’escursione giornaliera della temperatura nella località Stazione di Pesca di Foce, presso le Valli di Comacchio, rilevata a intervalli di un’ora il 01/08/06; i rilevamenti sono stati effettuati mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica. Notare come la temperatura durante la notte diminuisca fino a raggiungere il valore minimo (28,9°C) alle ore 23:00, per poi aumentare e raggiungere il valore massimo (30,0°C) alle ore 17:00. La tabella 3D.1 riporta alcune elaborazioni statistiche del parametro temperatura per ciascun punto di campionamento della rete di monitoraggio. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati disponibili del periodo 2007-2011. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Commento
349
STATO
Salinità
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Descrizione
350
• eurialina (salinità 30-40 psu); • iperalina (salinità >40 psu).
La salinità può essere assunta quale indicatore di stato, che definisce il contenuto di sali disciolti nell’acqua. La salinità delle acque di transizione può oscillare tra valori molto bassi (<5 psu) e valori >40 psu; presenta spesso una stratificazione verticale o, addirittura, carattere di “cuneo salino” e anche un’accentuata variabilità spazio-temporale. Generalmente l’aloclino1 s’instaura nel periodo primaverile-estivo. Per Pratical Salinity Unit (PSU) si intende il peso in grammi dei sali disciolti in un kg di acqua. In base al valore di salinità l’acqua salmastra è classificata come: • oligoalina (salinità <5 psu); • mesoalina (salinità 5-19 psu); • polialina (salinità 20-29 psu);
Scopo La conoscenza del grado di salinità consente di identificare le diverse tipologie di acque di transizione. I valori di salinità dipendono dal regime idraulico di un bacino, dalle diverse situazioni di deflusso, dalla situazione mareale. Le variazioni di salinità sono legate a tre fondamentali processi: l’evaporazione, le precipitazioni e il mescolamento. La salinità influenza la solubilità dell’ossigeno nelle acque. Nota: 1 Strato di acqua al di sotto dello strato superficiale, in cui si manifesta un netto gradiente di salinità dell’acqua
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Salinità
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Pratical Salinity Unit
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, deviazioni standard annuali
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque superficiali, sotterranee, marino costiere
Grafici e tabelle b)
Sacca di Goro
50
50
45
45
40
40
35
35
30
30 PSU
25
25
20
20
15
15
10
10
5
5
0
0 10-mar
15-giu
14-set
mar
21-dic
giu
SGOR1
SGOR2bis
c)
SGOR3
7-set
6-dic
Data campionamento
Data campionamento
VCOM2
SGOR4bis
d)
Piallassa Baiona
50
50
45
45
40
40
35
35
30
30 PSU
PSU
53.6
Valli di Comacchio
25
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
PSU
a)
25
20
20
15
15
10
10
5
5 0
0 24-mar
22-giu
15-set
21-dic
mar
giu
PBAI1
PBAI3
15-set
2-dic
Data campionamento
Data campionamento PBAI5
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.3: Andamenti temporali della salinità nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Valli di Comacchio 36 34
PSU
32 30 28 26
23.00
22.00
21.00
20.00
19.00
18.00
17.00
16.00
15.00
14.00
13.00
12.00
11.00
10.00
09.00
08.00
07.00
06.00
05.00
04.00
03.00
02.00
01.00
00.00
24
ora Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.4: Andamento giornaliero della salinità nelle Valli di Comacchio, località Stazione di Pesca di Foce (01/08/2006)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
351
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato 352
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.5: Valore medio annuale della salinitĂ nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Stazione
SGOR1
Sacca di Goro
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
Valli di Comacchio
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Funzione statistica Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
SalinitĂ (psu) ANNO 2009 12.75 27.00 5.00 7.10 16
2007 21.38 32.90 11.50 6.31 13
2008 19.33 27.40 7.00 6.03 11
24.61 31.20 18.90 3.94 13
20.62 27.10 12.90 4.76 11
20.56 29.00 11.00 5.14 16
21.89 25.60 17.90 2.56 14 31.96 41.70 23.20 7.17 13 27.30 28.50 26.10 0.80 14 36.75 46.90 31.00 5.59 11 35.64 48.00 25.70 6.90 11 36.22 48.00 29.90 6.10 11 39.07 46.00 33.80 4.59 9 33.68 36.90 27.40 2.24 16 32.03 36.30 26.60 2.62 16 34.08 37.80 30.40 2.02 16 28.27 33.80 23.40 3.45 16
22.13 27.00 17.00 3.51 10 30.95 39.00 19.00 7.13 8 28.13 31.00 26.00 1.62 11 41.30 48.00 34.70 3.96 10 41.25 47.00 35.10 4.30 10 40.04 46.00 34.80 3.98 10 36.74 44.00 28.00 4.91 11 32.87 34.60 30.90 1.23 16 31.66 35.00 24.50 2.77 16 33.18 35.60 30.10 1.47 16 26.23 31.60 17.80 4.29 16
18.25 21.00 15.00 1.98 16 23.81 45.00 16.00 7.70 16 28.38 31.00 27.00 1.15 16 35.88 45.00 29.00 4.73 16 35.87 45.00 29.00 5.78 15 36.44 46.00 29.00 5.89 16 35.94 49.00 24.00 7.00 18 31.39 33.50 26.10 2.24 16 31.84 35.70 25.30 2.30 16 32.06 34.70 28.90 1.63 16 28.66 32.00 20.30 3.09 16
2010 16.82 24.60 8.31 6.69 4 19.50 23.90 16.37 3.40 4 19.45 23.13 15.16 3.29 4 21.69 28.48 15.61 5.88 4 14.69 17.34 11.61 2.39 4 17.55 22.76 12.26 4.88 4 26.11 28.01 24.40 1.48 4 30.67 32.34 28.99 1.68 3 31.16 35.41 28.21 3.77 3 31.90 36.16 28.97 3.78 3 33.96 39.89 30.10 4.24 4 30.45 31.70 27.80 1.79 4 28.63 31.60 20.20 5.62 4 30.43 32.80 27.50 2.31 4 29.39 32.34 24.80 3.47 4
2011 12.48 26.70 5.60 9.75 4 23.68 30.50 19.10 4.89 4 21.00 29.80 16.80 5.96 4 25.03 31.60 18.00 6.16 4 22.25 29.80 12.80 7.75 4 27.15 41.00 16.90 10.75 4 26.03 27.10 24.10 1.34 4 35.18 43.00 28.00 6.82 4 35.00 41.60 27.80 6.97 4 35.95 43.60 27.30 7.89 4 41.13 53.60 27.80 11.44 4 30.85 34.20 24.40 4.47 4 29.55 34.70 21.40 5.92 4 31.73 35.46 26.30 4.07 4
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Tabella 3D.2: SalinitĂ - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
353
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Commento
354
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). I valori di salinità, riportati nei grafici e nella tabella, si riferiscono a determinazioni effettuate su campioni di acqua prelevati nello strato superficiale. Nei grafici si riportano i valori di salinità rilevati a frequenza trimestrale nell’anno 2011 nei corpi idrici di transizione. La salinità delle acque di transizione è dipendente dagli apporti di acqua dai fiumi (spesso regolati dall’uomo mediante dispositivi idraulici) e dal mare, dalle precipitazioni atmosferiche e dal processo di evaporazione. Generalmente i valori di salinità più elevati si riscontrano nei periodi estivi, ove gli apporti fluviali sono contenuti e il fenomeno dell’evaporazione è più pressante a causa di temperature elevate. Nei periodi primaverili e autunnali, invece, i valori di salinità tendono a diminuire, grazie a un apporto fluviale maggiore e a precipitazioni atmosferiche più abbondanti rispetto agli altri periodi dell’anno. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è campionata nei mesi di marzo e giugno in periodi differenti rispetto alle altre, con uno sfasamento temporale anche di 10-15 giorni; per questo motivo i valori di salinità della stazione VCOM5, in alcuni casi, non sono similari a quelli delle altre stazioni, che sono invece campionate nello stesso giorno. Nei periodi di siccità, l’elevata salinità presente nelle Valli di Comacchio è dovuta al fatto che in estate non sono attivati i dispositivi idraulici che consentono apporti di acque dolci dal fiume Reno; per mitigare l’eccesso di salinità si ricorre all’acqua di mare. Nella figura 3D.4 si riporta, a titolo esemplificativo, l’andamento giornaliero rilevato l’01/08/2006 della salinità nella località Stazione di Pesca di Foce, presso le Valli di Comacchio; i rilevamenti sono stati effettuati ogni ora mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica. I valori di salinità oscillano fra un massimo di 33,6 psu e un minimo di 25 psu nell’arco delle 24 ore. La variabilità della salinità è dovuta principalmente al fatto che in quella località viene attinta acqua di mare. Nella figura 3D.5 si riporta il valore medio annuale della salinità nei corpi idrici di transizione negli ultimi 5 anni. Le valli di Comacchio presentano valori medi/anno più elevati, nel tempo considerato, rispetto agli altri corpi idrici di transizione. I valori più bassi, invece, si osservano nella Sacca di Goro e Valle Cantone. La tabella 3D.2 riporta alcune elaborazioni statistiche per ciascun punto di campionamento della rete di monitoraggio delle acque di transizione. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati disponibili che vanno dall’anno 2007 al 2011. I dati relativi al 2010 e 2011 (riportati sia in figura 3D.5, sia in tabella 3D.2), rilevati in applicazione della recente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
STATO
Concentrazione di fosforo
Il fosforo è veicolato alle acque di transizione principalmente dai fiumi. Le sorgenti principali sono individuate nei comparti civile e industriale. Anche il fosforo in eccesso, rispetto alle quote di fertilizzante assimilate dalle piante in determinate condizioni ambientali, può essere mobilizzato e defluire con le acque superficiali. Il fosforo è un microelemento nutritivo disciolto nell’acqua, le cui principali componenti sono rappresentate dal fosforo-ortofosfato (P-PO4) e dal fosforo totale (P-tot). Il fosforo-ortofosfato è la forma fosfatica più facilmente assimilabile da parte della componente floristica, in particolare dal fitoplancton. In presenza di intense fioriture algali, quando l’ortofosfato disponibile nella colonna d’acqua viene rapidamente consumato, è sicuramente ipotizzabile l’innesco di meccanismi di riciclo di questo nutriente (rapida mineralizzazione e successivo riutilizzo da parte della biomassa algale). Le concentrazioni di fosforo totale sono, invece, strettamente collegate alla presenza di particellato organico in sospensione nella colonna d’acqua, sia di origine detritica, e quindi direttamente correlato agli apporti fluviali, sia fitoplanctonica e batterica. Alla fine del suo ciclo può essere immobilizzato nei sedimenti attra-
verso la formazione di complessi insolubili (in particolare con il calcio e con il ferro ossidato). In caso di situazioni di anossia a livello dell’interfaccia acqua-sedimento, il fosforo può essere rilasciato e tornare in soluzione come ortofosfato biodisponibile.
Scopo Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati dai bacini adiacenti attraverso i fiumi; conoscerne, quindi, le concentrazioni permette di valutare e monitorare il fenomeno eutrofico. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici, e quindi di migliorare lo stato qualitativo delle acque di transizione, è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzialmente le concentrazioni di nutrienti (fosforo e azoto). In generale, nelle acque di transizione emiliano-romagnole il fosforo è il fattore limitante della crescita algale, pertanto rimane l’elemento su cui maggiormente devono essere concentrati gli sforzi per contrastare il processo di eutrofizzazione nelle acque di transizione. Nel caso di riserve ambientali di fosforo particolarmente importanti (ad esempio nei sedimenti), possono acquistare occasionalmente rilievo anche condizioni di azotolimitazione.
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Descrizione
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di fosforo
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, deviazioni standard annuali
Acque superficiali, marino costiere
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
355
Grafici e tabelle a)
b)
Sacca di Goro
50
45
45 40 Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
40 35 30 25 20 15
35 30 25 20 15
10
10
5
5 0
0 10-mar
15-giu SGOR1
14-set
21-dic
21-mar
22-giu
15-set
Data campionamento
Data campionamento
SGOR2bis
PBAI1
SGOR3
SGOR4bis
c)
PBAI3
21-dic
PBAI5
Corpi idrici minori 52
40
Microgrammi/litro
35 30 25 20 15 10 5 0 mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.6: Andamenti temporali del P-PO4 nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011) Nota: nelle Valli di Comacchio tutti i valori di P-PO4 sono inferiori al limite di rilevabilitĂ strumentale
a)
b)
Sacca di Goro
Valli di Comacchio
250
250
225
225
200
200
175
175
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Piallassa Baiona
63.9
50
150 125 100 75
150 125 100 75
50
50
25
25 0
0 10-mar
15-giu
14-set
21-dic
mar
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
VCOM2
SGOR4bis
d)
Piallassa Baiona
7-set
6-dic
250
225
225
200
200
175 150 125 100 75
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
250
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
c)
giu
Data campionamento
Data campionamento
175 150 125 100 75
50
50
25
25 0
0 21-mar
22-giu
15-set
Data campionamento PBAI1
PBAI3
PBAI5
21-dic
mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1 VNUO1 LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.7: Andamenti temporali del P-tot nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
356
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
b)
Sacca di Goro
80
80
70
70
60
60
Microgrammi/litro
50 40 30
50 40 30
20
20
10
10
0 10-mar
15-giu
14-set
Valli di Comacchio
0
21-dic
mar
Data campionamento SGOR1
SGOR2bis
c)
SGOR4bis
VCOM2
d)
VCOM3
VCOM4
70
70
60
60
Microgrammi/litro
80
50 40 30
Corpi idrici minori 96
50 40 30
20
20
10
10
0 22-giu
15-set
Data campionamento PBAI1
PBAI3
PBAI5
6-dic
VCOM5
96
80
24-mar
7-set
Data campionamento
Piallassa Baiona 119.6
Microgrammi/litro
SGOR3
giu
21-dic
0
mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.8: Andamenti temporali del P-tot disciolto nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Microgrammi/litro
a)
357
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato 358
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.9a: Valore medio annuale del P-PO4 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.9b: Valore medio annuale del P-tot nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
359
Tabella 3D.3a: P-PO4 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011) Stazione
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
VCOM2
Valli di Comacchio
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Sacca di Goro
SGOR1
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Funzione statistica Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
360
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
2007 27.58 65.60 <10 18.53 13
P-PO4(Îźg/l) ANNO 2008 2009 23.59 34.49 48.10 87.00 13.10 <10 10.62 21.81 11 16
14.04 29.20 <10 9.22 13
31.87 180.30 <10 50.36 11
14.27 62.00 <10 16.28 16
9.11 17.50 <10 5.08 14 5.40 10.20 <10 1.44 13 46.95 129.80 <10 46.08 14 7.20 29.20 <10 7.30 11 9.32 52.50 <10 14.32 11 6.14 17.50 <10 3.77 11 <10 <10 <10 0.00 9 25.63 50.00 10.00 10.94 16 38.13 70.00 10.00 16.42 16 26.25 60.00 10.00 10.88 16 76.25 260.00 10.00 64.79 16
12.96 19.00 <10 4.82 10 9.25 14.60 <10 4.77 8 37.97 99.10 <10 32.32 11 5.81 13.10 <10 2.56 10 10.12 35.00 <10 10.99 10 7.00 13.10 <10 3.29 10 7.27 24.80 <10 6.02 11 16.75 36.00 <10 9.59 16 13.25 26.00 <10 6.44 16 12.38 20.00 <10 5.25 16 50.63 180.00 <10 40.35 16
5.50 13.00 <10 2.00 16 12.19 67.00 <10 16.00 16 23.71 84.00 <10 28.43 16 14.00 73.00 <10 19.23 16 12.93 101.00 <10 25.07 15 17.56 90.00 <10 25.68 16 9.12 40.00 <10 11.26 17 17.00 56.00 <10 13.46 16 13.33 27.00 <10 5.92 15 15.63 37.00 <10 9.60 16 69.75 384.00 14.00 100.32 16
2010 15.75 31.00 <10 12.95 4 8.00 17.00 <10 6.00 4 10.75 28.00 <10 11.50 4 8.00 17.00 <10 6.00 4 10.75 22.00 <10 8.02 4 10.25 19.00 <10 6.70 4 11.00 19.00 <10 7.12 4 <10 <10 <10 0.00 3 <10 <10 <10 <10 3 <10 <10 <10 0.00 3 <10 <10 <10 0.00 4 16.20 24.00 <10 8.95 4 56.40 98.00 15.60 36.09 4 24.60 38.00 10.00 11.45 4 32.25 51.00 <10 21.56 4
2011 18.00 25.00 <10 8.91 4 10.25 26.00 <10 10.50 4 8.25 13.00 <10 3.95 4 9.50 15.00 <10 5.26 4 <10 <10 <10 0.00 4 10.50 13.00 <10 3.70 4 19.50 52.00 <10 22.28 4 <10 <10 <10 0.00 4 <10 <10 <10 0.00 4 <10 <10 <10 0.00 4 <10 <10 <10 0.00 4 27.28 47.00 <10 17.59 4 37.23 63.90 <10 24.92 4 22.40 38.00 <10 14.90 4
Piallassa Piomboni
Piallassa Baiona
Valli di Comacchio
Lago delle Nazioni
Valle Nuova
Valle Cantone
Sacca di Goro
Stazione Funzione statistica Media Max SGOR1 Min D.S. n. valori Media Max SGOR2bis Min D.S. n. valori Media Max SGOR3 Min D.S. n. valori Media Max SGOR4bis Min D.S. n. valori Media Max VCAN1 Min D.S. n. valori Media Max VNUO1 Min D.S. n. valori Media Max LNAZ1 Min D.S. n. valori Media Max VCOM2 Min D.S. n. valori Media Max VCOM3 Min D.S. n. valori Media Max VCOM4 Min D.S. n. valori Media Max VCOM5 Min D.S. n. valori Media Max PBAI1 Min D.S. n. valori Media Max PBAI3 Min D.S. n. valori Media Max PBAI5 Min D.S. n. valori Media Max PPIO1 Min D.S. n. valori
2007 62.44 148.70 <30 41.09 13
2008 93.06 163.80 48.80 35.63 11
P-tot (Îźg/l) ANNO 2009 89.69 223.00 32.00 51.65 16
32.33 109.20 <30 27.00 13
78.99 149.60 32.50 43.02 10
61.06 162.00 <30 37.42 16
<30 69.80 <30 20.43 14 <30 50.10 <30 13.06 13 76.76 176.00 <30 57.23 14 79.93 195.30 <30 48.45 11 88.02 211.00 41.00 44.96 11 92.44 255.10 42.50 56.81 11 48.84 103.20 <30 32.75 9 46.25 70.00 20.00 12.58 16 62.50 100.00 30.00 20.17 16 46.88 80.00 20.00 12.50 16 133.13 440.00 30.00
67.29 126.00 39.40 24.07 10 103.45 252.00 <30 76.03 8 181.25 346.50 85.00 72.55 11 185.99 218.90 155.90 21.40 10 203.22 263.00 141.70 31.55 10 197.49 256.70 159.10 25.16 10 145.46 196.90 94.50 27.85 11 43.88 105.00 10.00 28.06 16 34.94 63.00 20.00 12.97 16 32.44 55.00 <10 17.26 16 103.56 220.00 20.00 54.68 16
80.19 433.00 30.00 103.95 16 63.75 148.00 37.00 29.99 16 157.19 672.00 66.00 141.12 16 133.31 220.00 47.00 56.26 16 157.80 232.00 52.00 50.29 15 166.19 257.00 58.00 55.66 16 103.12 163.00 50.00 37.86 17 37.13 100.00 10.00 23.68 16 <30 54.00 12.00 10.99 15 33.25 67.00 13.00 16.69 16 134.69 673.00 27.00 176.27 16
16
2010 73.50 129.00 <30 41.73 4 58.75 117.00 30.00 39.47 4 41.75 50.00 <30 11.95 4 39.50 46.00 33.00 5.45 4 48.25 65.00 30.00 14.52 4 70.00 153.00 <30 56.43 4 113.75 151.00 55.00 41.21 4 158.33 216.00 102.00 57.01 3 195.00 302.00 102.00 100.73 3 202.33 339.00 101.00 122.87 3 123.50 191.00 65.00 54.22 4 30.60 37.40 22.00 6.49 4 84.08 140.00 49.30 40.52 4 37.43 58.00 25.00 14.40 4 56.60 108.00 21.40 37.76 4
2011 106.50 165.00 68.00 41.27 4 55.50 74.00 38.00 18.63 4 55.50 88.00 38.00 23.63 4 35.75 52.00 27.00 11.12 4 55.25 68.00 38.00 13.30 4 73.00 113.00 35.00 32.37 4 128.25 170.00 90.00 39.69 4 136.50 206.00 20.00 80.97 4 132.00 176.00 36.00 64.64 4 126.75 181.00 25.00 70.21 4 128.75 246.00 25.00 99.67 4 52.23 97.00 16.00 33.53 4 78.75 130.00 40.00 44.97 4 50.58 96.00 25.00 31.24 4
P-tot disc. (Îźg/l) ANNO 2010 2011 41.75 27.00 80.00 46.00 <10 <10 30.67 17.64 4 4 22.25 22.00 33.00 35.00 16.00 16.00 7.59 8.83 4 4 18.00 22.00 24.00 39.00 14.00 <10 4.32 15.34 4 4 18.50 15.25 28.00 28.00 <10 <10 9.75 9.50 4 4 34.75 24.50 46.00 41.00 22.00 13.00 10.81 13.48 4 4 31.00 21.00 60.00 35.00 16.00 11.00 19.97 11.20 4 4 58.00 42.00 96.00 58.00 35.00 35.00 26.52 10.80 4 4 35.50 27.00 55.00 38.00 <10 16.00 22.35 11.00 4 3 31.00 39.50 49.00 66.00 16.00 <10 16.70 26.26 3 4 27.33 42.75 39.00 68.00 16.00 <10 11.50 29.74 3 4 27.75 37.00 49.00 74.00 13.00 5.00 15.17 28.34 4 4 23.35 41.73 27.0 0 79.00 19.00 15.00 3.96 26.98 4 4 64.60 67.40 126.00 119.60 16.40 19.00 48.52 48.08 4 4 31.45 39.95 52.00 78 16.00 16.00 26.59 15.01 4 4 43.38 67.00 18.50 22.87 4
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Tabella 3D.3b: P-tot e P-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
361
Tabella 3D.3c: P-PO4 e Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011) P-PO4 (μg/l) e Salinità (psu) Stazione
ANNO
Funzione statistica 2007
SGOR1
2008
2009
2010
21.38
19.33
12.75
16.82
12.48
Media P-PO4
27.58
34.49
23.59
15.75
18.00
13
11
16
4
4
19.50
23.68
<10
10.25
n. valori
Sacca di Goro
Media Salinità SGOR2bis
Media P-PO4 n. valori
SGOR3
20.62
20.56
19.45
21.00
Media P-PO4
14.04
31.87
14.27
10.75
<10
13
11
16
4
4
21.69
25.03
<10
<10
4
4
Media P-PO4
Lago delle Nazioni
Valle Nuova
Valle Cantone
n. valori 21.89
22.13
18.25
14.69
<10 14
12.96 10
<10 16
10.75 4
31.96 <10 13
30.95 <10 8
23.81 12.19 16
17.55 10.25 4
27.15
VNUO1
Media Salinità Media P-PO4 n. valori
LNAZ1
Media Salinità Media P-PO4 n. valori
27.30 46.95 14
28.13 37.97 11
28.38 23.71 16
26.11 11.00 4
26.03 19.50 4
Media Salinità
36.75
41.30
35.88
30.67
35.18
<10
<10
14.00
<10
<10
11
10
16
3
4
35.64
41.25
35.87
31.16
35.00
<10
10.12
12.93
<10
<10
11
10
15
3
4
36.22
40.04
36.44
31.90
35.95
<10
<10
17.56
<10
<10
11
10
16
3
4
39.07
36.74
35.94
33.96
41.13
<10
<10
<10
<10
<10
9
11
17
4
4
33.68
32.87
31.39
30.45
30.85
<10
16.75
17.00
16.20
27.28
16
16
16
4
4
Media Salinità
32.03
31.66
31.84
28.63
29.55
Media P-PO4
38.13
13.25
13.33
56.40
37.23
16
16
15
4
4
Media Salinità
34.08
33.18
32.06
30.43
31.73
Media P-PO4 n. valori
26.25 16
12.38 16
15.63 16
24.60 4
22.40 4
Media Salinità
28.27
26.23
28.66
29.39
Media P-PO4
76.25
50.63
69.75
32.25
16
16
16
4
Media Salinità VCAN1
VCOM2
Media P-PO4 n. valori
Media P-PO4 n. valori
Valli di Comacchio
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Media Salinità VCOM3
Media P-PO4 n. valori
VCOM4
Media Salinità Media P-PO4 n. valori Media Salinità
VCOM5
Media P-PO4 n. valori Media Salinità
Piallassa Baiona
PBAI1
Media P-PO4 n. valori
PBAI3
n. valori PBAI5
Piallassa Piomboni
4
24.61
Media Salinità
PPIO1
n. valori
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
362
4
Media Salinità n. valori SGOR4bis
2011
Media Salinità
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
4
4
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). La concentrazione del fosforo in ambienti semi-chiusi come le acque di transizione è influenzata dagli apporti di acqua dai fiumi e dalle diverse correlazioni esistenti tra i diversi fattori biotici e abiotici del sistema. Vengono ricercate 3 forme di fosforo: P-PO4 (figura 3D.6), P totale (figura 3D.7), P totale disciolto (figura 3D.8). Il fosforo totale disciolto è analizzato sul campione di acqua filtrato e successivamente mineralizzato. Tale parametro, richiesto dalla recente normativa (DM 260/10), è stato monitorato a partire dal 2010 e una elaborazione statistica è riportata in tabella 3D.3b. Osservando i grafici di figura 3D.6, si notano concentrazioni di P-PO4 spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Per le Valli di Comacchio, ad esempio, per tutti e quattro i campionamenti del 2011 e per tutte le stazioni i valori del P-PO4 erano inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Il P-PO4 è uno degli elementi fisico-chimici a sostegno degli elementi di qualità biologica che concorre alla classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici di transizione. Per questo elemento, il DM 260/10 definisce il limite di classe per gli ambienti con salinità maggiore di 30 psu. Osservando i grafici di figura 3D.7, si notano concentrazioni di P-tot generalmente inferiori ai 125 μg/l. Si distinguono i valori di concentrazione nelle Valli di Comacchio che, nel mese di settembre, superano i 200 μg/l. La figura riporta i valori di concentrazione del P-tot disciolto rilevato a frequenza trimestrale nel 2011. Tali valori presentano, generalmente, concentrazioni maggiori della forma solubile e rappresentano una forma fosfatica facilmente assimilabile da parte degli organismi vegetali. Nella figura 3D.9a e nella figura 3D.9b si riporta il valore medio/anno del P-PO4 e del P-tot degli ultimi 5 anni nei corpi idrici di transizione. Le tabelle 3D.3a e 3D.3b riportano alcune informazioni statistiche per ciascun punto di campionamento. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati disponibili che vanno dall’anno 2007 al 2011. Nella tabella 3D.3c si riporta la valutazione del valore medio/anno del P-PO4 rispetto al valore medio/ anno di salinità per ciascun punto di campionamento appartenente alla rete di monitoraggio delle acque di transizione. Il trend analizzato è di 5 anni (dal 2007 al 2011). I valori medi di P-PO4 che superano il limite di classe sono evidenziati in giallo. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti, in quanto per il 2010 e 2011 vi sono generalmente 4 valori all’anno contro gli 11-16 valori degli altri anni.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Commento
363
STATO
Concentrazione di azoto
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Descrizione Le fonti principali sono individuate nei comparti agricolo e zootecnico e, rispetto a quanto evidenziato per il fosforo, gli apporti più rilevanti di azoto derivano appunto da sorgenti diffuse provenienti dai suoli coltivati. I nutrienti azotati, analogamente ai fosfati, a seguito del dilavamento dei terreni determinato dalle precipitazioni atmosferiche, arrivano dai fiumi e porti canali. Anche le zone industrializzate e centri abitati, sia prossimi al corpo idrico, sia afferenti alla rete idrica superficiale, possono rivestire notevole importanza come sorgenti di azoto da composti minerali solubili, quali: azoto nitrico (N-NO3), azoto nitroso (NNO2), azoto ammoniacale (N-NH3), azoto totale (N-tot) e azoto totale disciolto (N-tot disc.). Le componenti azotate presentano una elevata variabilità stagionale, con le concentrazioni minori registrate nel periodo estivo in coincidenza con i minimi di portata dei fiumi; di conseguenza, l’andamento di questi parametri è in genere ben correlato con la salinità. L’azoto ammoniacale presenta anch’esso analogo andamento, ma risente, in alcuni casi in maniera evidente, anche di apporti provenienti dagli insediamenti caratterizzati da elevata densità di popolazione. Un ulteriore incremento dell’azoto ammoniacale si registra negli strati profondi nei periodi estivo-autunnali, in concomitanza di fenomeni ipossici/anossici dovuti ai processi di degradazione della sostanza organica (in questo caso le concentrazioni maggiori sono ben correlate a bassi valori di ossigeno disciolto), di origine sia fitoplanctonica che batterica sia, soprattutto, detritica.
Scopo Lo sviluppo dei fenomeni eutrofici è dipendente dagli apporti di nutrienti veicolati dai bacini.
364
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Conoscere, quindi, le concentrazioni di azoto permette di valutare e controllare il fenomeno eutrofico. Tale concetto assume una significativa rilevanza per le acque di transizione, soprattutto se si considerano i casi di eutrofia indotti da invasiva proliferazione di macroalghe nitrofile quali le Ulvaceae. Al fine di ridurre i fenomeni eutrofici, e quindi di migliorare lo stato qualitativo delle acque di transizione, è necessario rimuovere e controllare i carichi di nutrienti generati e liberati dai bacini, in modo da abbassare sostanzialmente le concentrazioni di nutrienti nelle acque di transizione, oltre che di fosforo anche di azoto. In generale, nelle acque di transizione emiliano-romagnole il fosforo è l’elemento chiave che limita e controlla i fenomeni eutrofici, mentre l’azoto riveste un ruolo non limitante a eccezione di alcuni casi soprattutto nel periodo estivo. Il processo alla base di questa considerazione è legato al meccanismo secondo il quale il fitoplancton assume i nutrienti in soluzione secondo lo stesso rapporto molare che questi elementi hanno all’interno della biomassa algale, cioè N/P elementare = 16, riferito al peso atomico N/P = 7,2. Se il rapporto nell’acqua di transizione supera il valore N/P di 7,2, si afferma che il fosforo è il fattore limitante della crescita algale. Deve, comunque, essere tenuto presente che la rimessa in circolo del fosforo da parte della biomassa algale è molto più celere di quella dell’azoto. Tale condizione può essere particolarmente esaltata nelle acque di transizione a seguito delle loro peculiarità fisiche, biologiche e idrodinamiche. Questo significa che gli interventi di risanamento per migliorare lo stato qualitativo delle acque di transizione devono prevedere la contemporanea riduzione degli apporti di fosforo e di azoto.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di azoto
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro, milligrammi/litro
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, deviazioni standard annuali
Grafici e tabelle a) 983
600
550
550
500
500
450
450
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
b)
Sacca di Goro
600
400 350 300 250 200
400 350 300 250 200
150
150
100
100
50
Valli di Comacchio 651
610
50
0
0 10-mar
15-giu
14-set
mar
21-dic
SGOR1
SGOR3
VCOM2
SGOR4bis
d)
Piallassa Baiona
600
600
550
550
500
500
450
450
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
c)
SGOR2bis
giu
7-set
6-dic
Data campionamento
Data campionamento
400 350 300 250 200
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
749
400 350 300 250 200
150
150
100
100
50
VCOM3
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Acque superficiali, sotterranee, marino costiere
50
0
0 24-mar
22-giu
15-set
Data campionamento PBAI1
PBAI3
PBAI5
21-dic
mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.10: Andamenti temporali del N-NH3 nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
365
a)
b)
Sacca di Goro
90
90
80
80
Microgrammi/litro
100
Microgrammi/litro
100
70 60 50 40 30 20
Valli di Comacchio
70 60 50 40 30 20
10
10
0 10-mar
15-giu
14-set
0
21-dic
mar
giu
Data campionamento SGOR1
SGOR3
SGOR4bis
VCOM2
90
90
80
80 Microgrammi/litro
100
Microgrammi/litro
VCOM3
d)
Piallassa Baiona 138
100
70 60 50 40 30
6-dic
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
70 60 50 40 30
20
20
10
10 0
0 21-mar
22-giu
15-set
mar
21-dic
giu
PBAI1
PBAI3
15-set
2-dic
Data campionamento
Data campionamento
VCAN1
PBAI5
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.11: Andamenti temporali del N-NO2 nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
a)
b)
Sacca di Goro
4.670 1.815
Valli di Comacchio
1.400
1.400
1.200
1.200
1.000
1.000
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
c)
SGOR2bis
7-set
Data campionamento
800 600 400
800 600 400 200
200
0
0 10-mar
15-giu
14-set
21-dic
mar
giu
Data campionamento SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
VCOM2
VCOM3
d)
Piallassa Baiona
6-dic
1.400
1.200
1.200
1.000 800 600 400 200
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
1.400
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
c)
7-set
Data campionamento
1.000 800 600 400 200
0
0 24-mar
22-giu
15-set
Data campionamento PBAI1
PBAI3
PBAI5
21-dic
mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.12: Andamenti temporali del N-NO3 nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
366
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
b)
Sacca di Goro
12
10
10
9
9
8
8
7
Milligrammi/litro
6 5 4 3
Valli di Comacchio 10.2
7 6 5 4 3
2
2
1
1
0
10-mar
15-giu
14-set
0
21-dic
mar
giu
Data campionamento SGOR1
c)
SGOR2bis SGOR3
SGOR4bis
VCOM2
d)
Piallassa Baiona
10
9
9
8
8 Milligrammi/litro
10
Milligrammi/litro
7-set
6-dic
Data campionamento
7 6 5 4
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
7 6 5 4
3
3
2
2
1
1 0
0 24-mar
22-giu
15-set
11-mar
21-dic
PBAI1
PBAI3
23-giu
15-set
2-dic
Data campionamento
Data campionamento PBAI5
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.13: Andamenti temporali del N-totale nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
a)
b)
Sacca di Goro
6.8
Valli di Comacchio
6,0
6,0
5,5
5,5
5,0
5,0
4,5
4,5
4,0 3,5 3,0 2,5 2,0
4,0 3,5 3,0 2,5 2,0
1,5
1,5
1,0
1,0 0,5
0,5
0,0
0,0 10-mar
15-giu
14-set
mar
21-dic
SGOR1
c)
SGOR2bis
SGOR3
giu
7-set
6-dic
Data campionamento
Data campionamento SGOR4bis
VCOM2
d)
Piallassa Baiona
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Corpi idrici minori
6,5
6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0
6,0 5,5 5,0 Milligrammi/litro
Milligrammi/litro
6.6
6,5
Milligrammi/litro
Milligrammi/litro
6,5
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Milligrammi/litro
a)
4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0
24-mar
22-giu
15-set
Data campionamento PBAI1
PBAI3
PBAI5
21-dic
mar
giu
15-set
2-dic
Data campionamento VCAN1
VNUO1
LNAZ1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.14: Andamenti temporali del N-totale disciolto nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
367
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato 368
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.15a: Valore medio annuale del N-NH3 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.15b: Valore medio annuale del N-NO2 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
369
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato 370
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.15c: Valore medio annuale del N-NO3 nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Stazione
Sacca di Goro
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
Valli di Comacchio
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Funzione statistica Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
2007 281.69 804.00 33.00 220.18 13
2008 341.00 920.00 119.00 223.3 8 11
91.62 212.00 20.00 58.83 13
287.00 1355.00 88.00 358.83 11
186.21 377.00 14.00 101.87 14 130.00 742.00 24.00 188.80 13 52.86 133.00 <10 43.34 14 66.09 239.00 <10 76.44 11 136.27 554.00 <10 208.63 11 132.82 605.00 <10 201.68 11 74.44 292.00 <10 106.40 9 233.44 430.00 <10 113.15 16 603.75 2300.00 170.00 570.38 16 218.75 430.00 <10 118.97 16 478.44 1970.00 <10 472.98 16
176.70 422.00 84.00 98.37 10 1194.13 3964.00 180.00 1299.85 8 73.36 217.00 <10 62.11 11 31.50 164.00 <10 55.12 10 30.60 231.00 <10 70.46 10 10.80 37.00 <10 10.00 10 52.73 188.00 <10 64.39 11 74.31 270.00 18.00 65.54 16 148.50 910.00 42.00 226.43 16 61.69 120.00 <10 41.33 16 275.00 1730.00 33.00 425.77 16
N-NH3 (Îźg/l) ANNO 2009 2010 214.50 365.88 361.00 1104.00 46.00 150.00 131.60 250.88 4 16 68.00 95.00 42.00 28.93 4 141.31 119.50 328.00 270.00 20.00 <10 105.27 120.73 16 4 65.25 96.00 <10 40.87 4 153.50 123.50 248.00 321.00 37.00 14.00 105.29 87.76 4 16 293.25 450.50 777.00 1379.00 100.00 100.00 323.36 298.58 4 16 99.50 90.81 255.00 433.00 <10 <10 111.08 129.84 4 16 108.00 153.31 168.00 602.00 <10 <10 89.60 227.07 3 16 106.33 142.00 184.00 589.00 <10 <10 91.82 219.19 3 15 138.33 193.38 244.00 1043.00 <10 <10 121.88 301.20 3 16 337.00 167.00 993.00 1309.00 <10 <10 444.62 324.25 4 17 12.75 71.38 25.00 279.00 <10 10.00 9.67 64.16 4 16 178.65 107.87 461.00 516.00 <10 25.00 207.74 133.92 4 15 16.50 63.69 38.00 215.00 <10 <10 52.25 15.59 16 4 400.94 39.00 4330.00 105.00 22.00 <10 1057.39 47.16 16 4
2011 521.00 983.00 304.00 311.25 4 143.75 298.00 43.00 109.19 4 119.50 164.00 82.00 34.07 4 87.50 119.00 54.00 31.84 4 251.50 316.00 170.00 75.27 4 339.75 749.00 152.00 277.17 4 32.00 85.00 <10 36.09 4 177.00 610.00 <10 290.54 4 232.50 593.00 19.00 249.94 4 292.75 651.00 16.00 276.57 4 30.75 101.00 <10 46.95 4 23.50 44.00 <10 16.38 4 46.00 109.00 <10 44.38 4 12.00 16.00 <10 4.97 4
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Tabella 3D.4a: N-NH3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
371
Tabella 3D.4b: N-NO2 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Valle Cantone Valle Nuova Lago delle Nazioni Valli di Comacchio Piallassa Piomboni
Piallassa Baiona
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Sacca di Goro
Stazione
Funzione statistica
Media Max SGOR1 Min D.S. n. valori Media Max SGOR2bis Min D.S. n. valori Media Max SGOR3 Min D.S. n. valori Media Max SGOR4bis Min D.S. n. valori Media Max VCAN1 Min D.S. n. valori Media Max VNUO1 Min D.S. n. valori Media Max LNAZ1 Min D.S. n. valori Media Max VCOM2 Min D.S. n. valori Media Max VCOM3 Min D.S. n. valori Media Max VCOM4 Min D.S. n. valori Media Max VCOM5 Min D.S. n. valori Media Max PBAI1 Min D.S. n. valori Media Max PBAI3 Min D.S. n. valori Media Max PBAI5 Min D.S. n. valori Media Max PPIO1 Min D.S. n. valori
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
372
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
N-NO2 (Îźg/l) ANNO 2009 62.31 117.00 31.00 24.33 16
2007 40.62 92.00 12.00 26.44 13
2008 39.64 92.00 12.00 27.35 11
18.15 42.00 <10 11.70 13
20.45 75.00 <10 21.32 11
25.25 57.00 <10 19.37 16
31.57 233.00 <10 58.89 14 10.62 46.00 <10 12.25 13 5.00 5.00 <10 0.00 14 14.27 62.00 <10 20.80 11 16.00 71.00 <10 24.60 11 14.00 59.00 <10 20.12 11 13.22 44.00 <10 16.35 9 12.19 30.00 <10 9.01 16 33.25 90.00 <10 27.77 16 10.25 24.00 <10 6.56 16 29.38 170.00 <10 47.11 16
9.80 41.00 <10 11.24 10 63.13 299.00 <10 102.78 8 5.73 13.00 <10 2.41 11 8.70 42.00 <10 11.70 10 5.00 5.00 <10 0.00 10 10.40 59.00 <10 17.08 10 <10 <10 <10 0.00 11 16.00 65.00 <10 15.75 16 35.81 124.00 <10 31.95 16 12.50 34.00 <10 9.96 16 50.25 257.00 <10 72.48 16
32.25 258.00 <10 63.79 16 60.69 195.00 <10 53.59 16 5.75 17.00 <10 3.00 16 19.13 124.00 <10 38.66 16 21.33 129.00 <10 43.11 15 21.00 139.00 <10 43.78 16 14.24 63.00 <10 18.32 18 19.38 62.00 <10 19.23 16 24.73 93.00 <10 27.17 16 14.88 39.00 <10 11.45 16 33.06 116.00 <10 38.51 16
2010 50.00 82.00 33.00 21.98 4 25.50 54.00 <10 21.95 4 41.25 60.00 32.00 13.00 4 19.50 32.00 <10 11.96 4 49.25 150.00 <10 68.84 4 37.25 85.00 <10 35.61 4 9.75 24.00 <10 9.50 4 23.33 60.00 <10 31.75 3 21.67 55.00 <10 28.87 3 21.00 53.00 <10 27.71 3 47.50 126.00 <10 57.20 4 16.75 27.00 <10 9.46 4 69.43 128.00 23.00 47.54 4 17.00 26.00 <10 8.76 4 43.00 97.00 <10 45.78 4
2011 59.25 86.00 26.00 25.73 4 15.25 23.00 <10 8.34 4 29.00 39.00 18.00 8.68 4 18.25 33.00 <10 12.04 4 17.75 25.00 10.00 6.95 4 26.25 81.00 <10 36.75 4 <10 <10 <10 0.00 4 11.50 31.00 <10 13.00 4 <10 <10 <10 0.00 4 14.50 43.00 <10 19.00 4 12.00 33.00 <10 14.00 4 17.00 37.00 <10 15.32 4 46.75 138.00 <10 61.38 4 10.50 16.00 <10 6.35 4
Stazione
Sacca di Goro
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
Valli di Comacchio
VCOM2
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Funzione statistica Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
2007 591.00 2382.00 153.00 626.76 13
2008 470.55 1240.00 99.00 373.91 11
N-NO3 (Îźg/l) ANNO 2009 2252.44 12228.00 154.00 3352.04 16
293.54 1042.00 15.00 318.29 13
317.45 1315.00 11.00 401.58 11
1268.00 7639.00 17.00 2033.79 16
144.21 397.00 11.00 124.12 14 57.62 146.00 <10 42.73 13 48.14 170.00 10.00 43.33 14 55.09 248.00 <10 76.47 11 132.73 859.00 <10 252.99 11 53.55 200.00 <10 64.01 11 69.67 152.00 <10 61.19 9 408.44 1700.00 <10 481.74 16 507.50 1200.00 <10 428.11 16 526.25 2100.00 <10 549.49 16 413.75 1200.00 <10 403.41 16
89.70 260.00 38.00 70.05 10 474.25 3114.00 20.00 1069.89 8 52.64 139.00 12.00 34.67 11 80.80 313.00 16.00 99.71 10 89.20 383.00 <10 112.40 10 61.40 264.00 12.00 76.13 10 123.64 667.00 20.00 190.96 11 71.06 440.00 <10 112.24 16 279.31 2040.00 <10 583.23 16 47.00 193.00 <10 58.53 16 110.38 510.00 <10 160.93 16
108.63 371.00 20.00 94.67 16 569.25 3606.00 29.00 872.13 16 45.19 206.00 <10 52.19 16 106.56 433.00 <10 137.65 16 99.47 488.00 <10 129.23 15 101.63 495.00 <10 143.67 16 352.47 2215.00 <10 649.43 18 44.00 158.00 10.00 41.96 16 79.67 253.00 13.00 75.91 16 41.38 109.00 <10 32.85 16 64.50 259.00 <10 70.50 16
2010 1070.00 2250.00 448.00 833.47 4 689.75 1685.00 15.00 782.97 4 999.00 2003.00 256.00 868.17 4 804.75 1920.00 334.00 748.42 4 420.75 1566.00 18.00 763.91 4 100.50 176.00 21.00 70.33 4 98.50 357.00 <10 172.42 4 184.33 468.00 13.00 247.43 3 143.33 356.00 11.00 186.00 3 330.00 15.00 164.54 3 183.75 338.00 13.00 177.00 4 34.25 40.00 27.00 6.29 4 138.00 292.00 25.00 118.09 4 39.95 51.00 28.00 9.42 4 57.38 140.00 <10 57.83 4
2011 1517.00 4670.00 438.00 2102.16 4 238.75 673.00 32.00 302.28 4 646.00 1815.00 227.00 779.97 4 553.50 1345.00 212.00 531.03 4 114.75 300.00 27.00 125.63 4 84.75 208.00 28.00 83.20 4 28.25 32.00 25.00 3.30 4 32.75 49.00 14.00 14.36 4 32.00 76.00 17.00 29.34 4 36.75 72.00 17.00 25.26 4 118.25 355.00 29.00 158.02 4 46.25 91.00 18.00 31.46 4 99.25 153.00 41.00 61.62 4 26.00 42.00 <10 17.22 4
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Tabella 3D.4c: N-NO3 - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
373
Tabella 3D.4d: N-tot e N-tot disciolto - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011) Stazione Funzione statistica
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
VCOM2
Valli di Comacchio
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Sacca di Goro
SGOR1
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
2007 4.11 9.61 2.14 2.04 13
3.63 7.01 1.85 1.39 13
3.56 4.99 2.28 1.05 11
4.51 15.41 1.38 3.38 16
4.54 9.27 2.47 1.99 14 6.99 21.12 2.63 4.87 13 5.07 12.91 2.78 2.67 14 6.08 16.60 1.28 3.99 11 5.70 16.26 1.81 3.93 11 6.91 15.64 3.16 3.52 11 8.44 12.89 3.33 3.38 9 0.78 1.97 0.25 0.45 16 1.39 2.99 0.25 0.81 16 0.92 2.36 0.25 0.51 16 1.16 2.58 0.20 0.85 16
4.09 6.16 1.95 1.24 10 6.61 9.63 5.37 1.34 8 4.44 6.90 1.81 1.79 11 7.54 11.98 4.52 2.27 10 7.70 14.29 4.16 2.93 10 8.00 13.86 4.52 3.24 10 5.20 8.20 2.71 1.57 11 0.61 1.52 0.34 0.30 16 0.85 2.94 0.20 0.74 16 0.74 2.16 0.38 0.45 16 0.92 2.43 0.32 0.49 16
3.90 5.94 1.62 1.26 16 4.43 7.42 1.87 1.90 16 4.88 9.87 0.89 2.03 16 6.74 11.17 1.51 3.06 16 7.08 11.89 1.55 2.82 15 7.15 11.65 1.57 3.22 16 6.11 10.46 0.23 2.54 17 0.63 1.18 0.35 0.23 16 0.87 1.35 0.38 0.30 15 0.66 2.04 0.29 0.40 16 1.60 7.06 0.11 1.85 16
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
374
N-tot (mg/l) ANNO 2008 2009 5.35 3.59 13.31 5.85 1.48 2.02 3.83 1.38 16 11
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
2010 4.02 4.90 3.33 0.65 4 3.58 4.04 3.19 0.46 4 3.77 5.09 2.57 1.22 4 3.61 4.38 2.76 0.73 4 3.86 4.85 2.47 1.03 4 4.42 6.90 2.95 1.81 4 5.14 5.61 4.28 0.60 4 7.35 8.80 6.04 1.38 3 8.42 11.65 6.51 2.81 3 8.59 13.31 6.09 4.09 3 7.11 8.92 5.18 1.58 4 1.64 3.41 0.12 1.58 4 2.20 3.62 0.59 1.60 4 1.63 2.88 0.10 1.19 4 2.13 4.77 0.09 2.19 4
2011 5.38 12.04 2.45 4.52 4 3.47 5.75 1.84 1.90 4 3.55 6.77 1.81 2.26 4 3.66 6.23 1.99 1.96 4 4.62 6.17 3.99 1.04 4 4.33 5.57 3.08 1.03 4 4.37 6.39 3.27 1.46 4 7.46 9.12 6.49 1.15 4 7.05 7.90 6.21 0.76 4 7.44 9.21 6.47 1.27 4 7.94 10.15 6.39 1.58 4 3.28 4.53 1.94 1.07 4 3.49 5.20 1.90 1.38 4 2.61 3.84 1.48 0.97 4
N-tot disc. (mg/l) ANNO 2010 2011 3.43 3.49 6.80 4.37 1.54 2.66 2.33 0.75 4 4 2.25 3.01 3.91 3.71 0.87 2.00 1.26 0.83 4 4 3.07 3.21 6.32 4.57 1.39 2.19 2.23 1.13 4 4 2.56 3.21 3.87 3.90 0.90 2.66 1.34 0.60 4 4 3.72 2.69 5.57 4.04 2.90 1.24 1.24 1.30 4 4 3.53 2.66 4.70 4.28 2.71 1.38 0.92 1.28 4 4 3.54 3.71 5.75 4.85 1.92 1.47 1.64 1.54 4 4 4.99 4.03 6.09 5.14 3.76 2.71 1.04 1.23 4 3 5.05 4.68 6.58 6.51 3.23 2.95 1.41 1.79 4 3 4.42 4.79 6.21 6.66 2.95 3.23 1.47 1.73 4 3 4.90 4.47 6.39 5.18 3.95 2.85 1.05 1.10 4 4 2.43 1.33 3.51 2.49 1.33 0.11 0.96 1.19 4 4 2.43 1.77 3.84 3.30 1.68 0.38 0.96 1.34 4 4 2.23 0.78 3.60 1.55 1.27 0.10 1.04 0.69 4 4 1.26 2.37 0.06 1.17 4
Piallassa Piomboni
Piallassa Baiona
Valli di Comacchio
Lago delle Valle Nazioni Nuova
Valle Cantone
Sacca di Goro
Stazione
Funzione statistica
Media Salinità SGOR1 Media DIN n. valori Media Salinità SGOR2bis Media DIN n. valori Media Salinità SGOR3 Media DIN n. valori Media Salinità SGOR4bis Media DIN n. valori Media Salinità Media DIN VCAN1 n. valori Media Salinità VNUO1 Media DIN n. valori Media Salinità Media DIN LNAZ1 n. valori Media Salinità VCOM2 Media DIN n. valori Media Salinità VCOM3 Media DIN n. valori Media Salinità VCOM4 Media DIN n. valori Media Salinità VCOM5 Media DIN n. valori Media Salinità Media DIN PBAI1 n. valori Media Salinità Media DIN PBAI3 n. valori Media Salinità Media DIN PBAI5 n. valori Media Salinità Media DIN PPIO1 n. valori
2007 21.38 913.31 13
24.61 403.31 13
21.89 362.00 14 31.96 198.23 13 27.30 106.00 14 36.75 135.45 11 35.64 285.00 11 36.22 200.36 11 39.07 157.33 9 33.68 654.06 16 32.03 1144.50 16 34.08 755.25 16 28.27 921.56 16
DIN (μg/l) e Salinità (psu) ANNO 2008 2009 2010 19.33 12.75 16.82 851.18 2680.63 1334.50 11 16 4 19.50 783.25 4 19.45 20.62 20.56 624.91 1434.56 1159.75 11 16 4 21.69 889.50 4 14.69 22.13 18.25 623.50 276.20 264.38 4 10 16 17.55 30.95 23.81 1731.50 1080.44 431.00 8 16 4 28.13 28.38 26.11 131.73 141.75 207.75 11 16 4 41.30 35.88 30.67 121.00 279.00 315.67 10 16 3 41.25 35.87 31.16 124.80 262.80 271.33 10 15 3 40.04 36.44 31.90 82.60 316.00 304.33 10 16 3 36.74 35.94 33.96 181.36 533.71 568.25 11 17 4 32.87 31.39 30.45 161.38 134.75 63.75 16 16 4 31.66 31.84 28.63 463.63 386.08 212.27 16 4 15 33.18 30.43 32.06 1.19 73.45 119.94 16 4 16 26.23 29.39 28.66 435.63 498.50 139.38 16 16 4
2011 12.48 2097.25 4 23.68 397.75 4 21.00 794.50 4 25.03 659.25 4 22.25 384.00 4 27.15 450.75 4 26.03 65.25 4 35.18 221.25 4 35.00 269.50 4 35.95 344 4 41.13 161.00 4 30.85 86.75 4 29.55 192.00 4 31.73 48.50 4
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Tabella 3D.4e: DIN* e Salinità - Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: * DIN= azoto minerale disciolto (N-NO3, N-NO2, N-NH3)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
375
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Commento
376
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). Vengono analizzate le seguenti forme azotate: N-NH3, N-NO2 , N-NO3, N-totale, N-totale disciolto. Generalmente le concentrazioni di tutti le forme azotate sopra elencate mostrano una certa variabilità stagionale, ove le concentrazioni minori, spesso inferiori al limite di rilevabilità strumentale, si registrano nel periodo estivo, in coincidenza con i minimi di portata dei fiumi afferenti. La variabilità e le elevate concentrazioni di N-NH3 rilevate nel periodo estivo sono presumibilmente dovute sia ad apporti occasionali locali, sia a eventi meteorologici, con conseguente dilavamento del suolo, e anche a seguito di processi ipossici/anossici. Dalla figura 3D.10 alla figura 3D.14 si riporta la situazione relativa al 2011 di ciascun corpo idrico. Si osserva che con soli 4 campionamenti all’anno risulta difficoltoso apprezzare la variabilità stagionale dei valori di concentrazione delle varie forme dell’azoto. Nella Sacca di Goro, la stazione SGOR1 presenta generalmente valori più elevati rispetto alle altre; ciò è dovuto al fatto che tale stazione è ubicata in prossimità della foce del Po di Volano e risente degli apporti soprattutto nel periodo invernale in occasione di aumento della portata. Per gli altri corpi idrici, le concentrazioni di N-NH3, N-NO2 e N-NO3 sono generalmente più basse rispetto a quelle rilevate nella Sacca di Goro. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è campionata in periodi differenti rispetto alle altre anche di 10-15 giorni; per questo motivo i valori delle varie forme di azoto della stazione VCOM5, in alcuni casi, si differenziano da quelli delle altre stazioni, che sono invece campionate nello stesso giorno. Nelle figure 3D.15a,b,c si riporta il valore medio/anno relativo agli ultimi 5 anni del N-NH3, N-NO2 e NNO3 nei corpi idrici di transizione. Nelle tabelle 3D.4a,b,c,d, si riportano alcune elaborazioni statistiche delle varie forme di azoto per ciascun punto di campionamento della rete di monitoraggio delle acque di transizione. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati dall’anno 2007 al 2011. Nella tabella 3D.4e si riporta la valutazione del valore medio/anno del DIN rispetto al valore medio/anno di salinità per ciascun punto di campionamento. Il trend analizzato è di 5 anni (dal 2007 al 2011). I valori medi di DIN che superano i limiti di classe sono evidenziati in giallo. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
STATO
Ferro labile e solfuri volatili
Con il termine AVS (Acid Volatile Sulphides) si indicano i solfuri che sono estraibili dal sedimento in soluzione acida. Comprendono il monosolfuro di ferro (FeS), che in natura tende a precipitare, e i solfuri liberi, in equilibrio nelle tre specie chimiche: H2S, HS- e S2-. Il FeS, in quanto insolubile, diventa una trappola per i solfuri che, essendo legati, perdono la loro tossicità. Con il termine Ferro Labile (LFe) si intende quella frazione del ferro che è immediatamente disponibile per reagire con il solfuro e che lo rende insolubile (come FeS). Si considera quindi LFe nel sedimento la forma più reattiva del Fe(III), riducibile con idrossilammina a Fe(II), e il Fe(II), estraibile con HCl 0,5 M. La produzione di solfuro avviene in condizioni di anossia per riduzione batterica dissimilativa del solfato. La quantità di solfuro prodotta dipende, quindi, dalla carenza di ossigeno nell’ambiente acquatico e dalla sua durata. In presenza di ferro labile, il solfuro si lega con il ferro formando AVS. In tal modo, la quantità di AVS prodotta è una misura indiretta della durata e dell’intensità della carenza di ossigeno. Il rapporto AVS/LFe è un indicatore delle condizioni di carenza di ossigeno, in quanto gli AVS si accumulano in ambiente anossico e si legano progressivamente al ferro. Il LFe è, invece, un indice della capacità del sedimento di trattenere i solfuri. Una misura della carenza di ossigeno e del rischio ambientale a essa associato è data dal rapporto AVS/LFe, ovvero dalla concentrazione di AVS normalizzata rispetto alla concentrazione del ferro labile. L’AVS va analizzato congiuntamente a LFe, come si vede in seguito. Quando AVS/LFe ≥ 1 tutto il ferro labile è legato ai solfuri e questi restano liberi andando in soluzione (condizione di rischio elevata). Tale situazione si verifica dopo prolungati episodi di anossia. Per AVS tendente a zero, si assume una elevata disponibilità di ossigeno in grado di ossidare i solfuri o una scarsa produzione di AVS, che indica un basso metabolismo solfato riduttore in condizioni di anossia. La disponibilità di LFe è massima e la concentrazione di AVS è minima in acque e sedimento ben ossigenati e con scarsi apporti di detrito organico.
La scala dei valori e la loro interpretazione è riportata di seguito. Valutazione del rischio di anossia sulla base del rapporto AVS/LFe. Ferro labile (μmol⋅g-1) Ossigeno presente, ipossia episodica AVS/LFe
Ipossia frequente, anossia episodica Anossia da frequente a persistente
>100
< 100
<0,25
<0,25
0,25-0,50 0,25-0,75 >0,50
>0,75
Scopo Il motivo per il quale si propone di utilizzare l’AVS e il rapporto AVS/LFe è basato essenzialmente sulla difficoltà di interpretare le misure puntuali di ossigeno, che sono largamente influenzate da fattori sia fisici che biologici. Ad esempio, negli ambienti microtidali, frequenza e persistenza dell’ipossia e dell’anossia vanno lette in funzione del ciclo delle maree. Se nelle lagune microtidali si ha un elevato consumo di ossigeno (ad esempio dopo il collasso di una fioritura algale) e nel mare aperto ci sono buone condizioni di ossigenazione, con la marea crescente aumenterà il tenore di ossigeno che diminuisce invece con la marea calante. L’anossia persistente, in genere, capita in occasione dei cosiddetti morti d’acqua, soprattutto nel periodo estivo (durante le maree di quadratura), e può durare alcuni giorni, quando non vi siano eventi meteorici significativi. Quindi la disponibilità di ossigeno è influenzata dal ciclo di marea, con un’alternanza di fasi normossiche e di carenza di ossigeno la cui durata dipenderà da quella delle fasi di marea. Per avere un quadro sufficientemente attendibile delle condizioni di ossigenazione delle acque, occorrono dunque misure di ossigeno ripetute nel tempo e nello spazio, con difficoltà tecniche e costi in genere non sostenibili. Negli ambienti non tidali, la persistenza delle condizioni di ipossia o anossia non è influenzata dalle maree, ma dai processi di produzione e decomposizione della sostanza organica. In questo caso, durata e frequenza delle fasi di deficit dell’ossigeno dipendono dal ciclo vitale dei produttori primari e avranno una frequenza temporale prevalentemente nictemerale.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Descrizione
377
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Metadati
378
NOME DELL’INDICATORE
Ferro labile (LFe) e solfuri volatili (AVS)
DPSIR
S
UNITÀ DI MISURA
Micromoli/grammo
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2010-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
3 volte all’anno
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 210/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Rapporto AVS/LFe
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque superficiali, marino costiere
Grafici e tabelle Tabella 3D.5: Concentrazioni medie del ferro labile (LFe) e dei solfuri volatili disponibili (AVS) (µmol/g) (2010 e 2011)
Corpo idrico
Stazione
Sacca di Goro
SGOR1 SGOR2bis SGOR3
Valli di Comacchio
Valle Cantone Valle Nuova Lago delle Nazioni
SGOR4bis VCAN1 VNUO1 LNAZ1 VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1 PBAI3 PBAI5
Parametro
Estate
Autunno
2011
2010
2011
2010
2011
Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe
304.00 0.01 187.00 0.03 226.00 0.12 109.00 0.01
309.70 0.07 261.90 0.18 176.80 0.18 84.90 0.00
458.00 0.06 155.00 0.58 243.00 0.04 255.00 0.03
323.80 0.10 264.80 0.39 125.60 0.28 74.20 0.00
365.00 0.01 255.00 0.27 132.00 0.20 110.00 0.03
Fe
191.00
195.30
149.00
141.70
170.00
0.06
0.23
0.15
0.15
0.18
175.00
121.00
91.00
202.90
257.00
AVS/Fe
0.07
0.10
0.28
0.23
0.60
Fe AVS/Fe
53.00 0.01
155.90 0.24
89.00 0.14
78.20 0.33
44.00 0.08
Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe Fe AVS/Fe
121.00 0.04 122.00 0.16 149.00 0.21 133.00 0.13 198.00 0.16 207.00 0.09 192.00 0.01
166.90 0.22 129.20 0.13 226.10 0.25 250.20 0.07 196.90 0.13
79.00 0.17 116.00 0.16 125.00 0.17 157.00 0.05 120.00 0.42 138.00 0.36 171.00 0.45
153.30 0.16 186.20 0.16 183.30 0.26 243.80 0.22 207.40 0.36
171.00 0.05 197.00 0.12 233.00 0.06 107.00 0.02 175.00 0.29 160.00 0.24 156.00 0.35
AVS/Fe Fe
Fe AVS/Fe
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Primavera
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Commento Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). Le frequenze di campionamento dei suddetti parametri previste dal DM 260/10 sono le seguenti: − tra giugno e luglio e tra fine agosto e settembre (in concomitanza con le maree di quadratura), quando il rischio di anossia è elevato; − tra febbraio e marzo (in concomitanza con le maree di sigizia), quando è massima la riossigenazione del sistema sedimento. Per il monitoraggio del 2011 sono state effettuate tre determinazioni del LFe e AVS in primavera, estate e autunno. Le stazioni campionate sono 14, dislocate su 6 corpi idrici.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
379
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Osservando i dati riportati in tabella 3D.5 emerge quanto segue: – in primavera (marzo) non si evidenziano situazioni di sofferenza da ipossia e anossia; – in estate (giugno) si sono verificate sofferenze da “anossia da frequente a persistente” nella stazione SGOR2bis della Sacca di Goro, mentre a Valle Nuova e in tutte le stazioni della Piallassa Baiona, si sono verificate sofferenze da “ipossia frequente e/o annossia episodica delle acque di fondo”; – in autunno (settembre), nella stazione di Valle Nuova, si sono verificate sofferenze da “anossia da frequente a persistente”, mentre nella stazione SGOR2bis della Sacca di Goro e in due stazioni della Piallassa Baiona si sono verificate sofferenze da “ipossia frequente e/o anossia episodica delle acque di fondo.”
380
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
STATO
Descrizione La Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definita direttiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR 357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento più recente e più caratterizzante di un diverso approccio per individuare azioni coerenti che consentano l’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorse in una logica di sviluppo sostenibile, per il mantenimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azioni e per la costituzione di una rete europea: Natura 2000, costituita da siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario. Per habitat di interesse comunitario, elencati nell’Allegato I della Direttiva, si intendono: quegli habitat che rischiano di scomparire dalla loro area di ripartizione, quelli che hanno un’area di ripartizione ristretta a causa della loro regressione o che hanno l’area di ripartizione ridotta. Sono di interesse comunitario anche gli habitat che costituiscono esempi notevoli delle caratteristiche tipiche di una o più delle cinque zone biogeografiche interessate dalla Direttiva
92/43/CEE, tra le quali si citano, in quanto comprendenti il territorio nazionale, l’alpina, l’atlantica, la continentale e la mediterranea. All’interno di questo elenco sono individuati gli habitat prioritari, per la cui conservazione l’Unione europea ha una responsabilità particolare per la grande importanza che essi rivestono nell’area in cui sono presenti.
Scopo La conoscenza degli habitat di interesse comunitario è lo strumento principale per l’individuazione delle azioni atte al mantenimento vitale degli ecosistemi e per consentire un corretto uso e sfruttamento delle risorse del territorio, secondo una logica di sviluppo sostenibile. Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla protezione della biodiversità con la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche nel territorio, tenuto conto delle diverse esigenze economiche, sociali e culturali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Elenco degli habitat di inte- DPSIR resse comunitario
UNITÀ DI MISURA
N. habitat
FONTE
S
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Elenco degli habitat di interesse comunitario
Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA 2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Periodico
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE Dir 2009/147/CE DPR 357/97 DM 20/01/99 DM 03/09/02 DPR 120/03 DM 11/06/07 LR 7/04 LR 6/05
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Elenco degli habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
381
Grafici e tabelle
Valli di Comacchio
x
x
x
Estuari
x
x
Lagune *
x
x
Vegetazione annua delle linee di deposito marine
x
Vegetazione annua pioniera di Salicornia e altre delle zone fangose e sabbiose
x
Prati di Spartina maritima (Spartinion)
x
Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
x
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Perticaie alofile mediterranee e termo-atlantiche (Arthrocnemetalia fruticosae)
Steppe salate (Limonietalia) *
x
x
Piallassa Piomboni
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
Habitat di interesse comunitario
Piallassa Baiona
Sacca di Goro
Tabella 3D.6: Habitat di interesse comunitario presenti nei corpi idrici â&#x20AC;&#x153;acque di transizioneâ&#x20AC;?
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Dune con vegetazione di sclerofille (Cisto-Lavanduletalia)
Dune mobili embrionali
x
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)
x
x
x
Dune fisse a vegetazione erbacea (dune grigie) *
x
Dune con presenza di Hippophae rhamnoides
x
Prati dunali di Malcomietalia
x
Foreste dunali di Pinus pinea e/o Pinus pinaster *
x
x
x
Acque oligotrofe dell'Europa centrale e perialpina con vegetazione di Littorella o di Isoetes o vegetazione annua delle rive riemerse (Nanocyperetalia)
x
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition
x
x
(segue)
382
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia)(* stupenda fioritura di orchidee) x
x
x
x
Boschi misti di quercia, olmo e frassino di grandi fiumi
Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Foreste di Quercus ilex
Piallassa Piomboni
x
x
x
x
Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici, compresi il Pinus mugo e il Pinus leucodermis
x
x
x
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Nota: * prioritario
Commento Nella tabella 3D.6 sono riportati i tipi di habitat naturali di interesse comunitario individuati nei corpi idrici “acque di transizione” e riportati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE. Le tipologie di habitat con asterisco sono considerate prioritarie, per la cui conservazione l’Unione europea ha una responsabilità particolare per la grande importanza che esse rivestono nell’area in cui sono presenti. Osservando l’elenco in tabella si nota che nei diversi corpi idrici sono presenti 24 tipologie di habitat, di cui 5 di interesse prioritario. Le informazioni riportate nella tabella sono la sintesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”. Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, ma anche a zone immediatamente circostanti.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Praterie mediterranee con piante erbacee alte e giunchi (Molinion-Holoschoenion)
Piallassa Baiona
Valli di Comacchio
Sacca di Goro
Habitat di interesse comunitario
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
(continua)
383
STATO
Elenco delle specie floristiche di interesse comunitario
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Descrizione
384
La Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definita direttiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR 357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento più recente e più caratterizzante di un diverso approccio per individuare azioni coerenti che consentano l’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorse in una logica di sviluppo sostenibile, per il mantenimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azioni e per la costituzione di una rete europea: Natura 2000, costituita da siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario. Le specie di interesse comunitario, elencate nell’Allegato II della Direttiva, vengono suddivise in base alla loro consistenza numerica o livello di minaccia di estinzione e, quindi, la suddivisione risulta così articolata: in pericolo, vulnerabili, rare ed endemiche.
Le specie prioritarie, indicate sempre nell’Allegato II della Direttiva, sono le specie in pericolo per la cui conservazione l’Unione europea ha una particolare responsabilità.
Scopo La conoscenza delle specie di flora e fauna di interesse comunitario è lo strumento principale per l’individuazione delle azioni atte al mantenimento vitale degli ecosistemi e per consentire un corretto uso e sfruttamento delle risorse del territorio, secondo una logica di sviluppo sostenibile. Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla protezione della biodiversità con la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche nel territorio, tenuto conto delle diverse esigenze economiche, sociali e culturali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie floristi- DPSIR che di interesse comunitario
UNITÀ DI MISURA
N. specie
FONTE
S Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA 2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Periodico
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 92/43/CEE DPR 357/97 DM 20/01/99 DM 03/09/02 DPR 120/03 DM 11/06/07 LR 2/77 LR 7/04 LR 6/05
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Natura e biodiversità
Grafici e tabelle
x
x
x
x
Salicornia strobilacea Halocnemum strobilaceum
Granata irsuta Bassia hirsuta
x
Erianthus ravennae
x
Leucojum aestivum
x
Limonio del Caspio Limonium bellidifolium
x
Oenanthe lachenalii
x
Piantaggine di Cornut Plantago cornuti
x
Salvinia natans
x
Spartinia maritima
x
Trapa natans
x
Triglochin maritimum
x
Typha laxmannii
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Piallassa Piomboni
x
Piallassa Baiona
Salicornia veneta Salicornia veneta*
Valli di Comacchio
Sacca di Goro
Specie di flora di interesse comunitario
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
Tabella 3D.7: Specie di flora di interesse comunitario presenti nei corpi idrici â&#x20AC;&#x153;acque di transizioneâ&#x20AC;?
x
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Nota: * specie prioritaria
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
385
Commento
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Nella tabella 3D.7 sono elencate le specie di flora di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”, riportate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. L’unica specie di flora di interesse comunitario individuata è la Salicornia veneta, che tra l’altro risulta di interesse prioritario (asterisco); tutte le altre specie riportate sono considerate specie “importanti”. La tabella 3D.7 è la sintesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”. Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, ma anche a zone immediatamente circostanti.
386
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
STATO
Descrizione La Direttiva 92/43/CEE, sinteticamente definita Direttiva “Habitat”, recepita in Italia con il DPR 357/97 e s.m.i., rappresenta lo strumento più recente e più caratterizzante di un diverso approccio per individuare azioni coerenti che consentano l’uso del territorio e lo sfruttamento delle risorse in una logica di sviluppo sostenibile, per il mantenimento vitale degli ecosistemi. La Direttiva fornisce indirizzi concreti per le azioni e per la costituzione di una rete europea: Natura 2000, costituita da siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario. Le specie di interesse comunitario, elencate nell’Allegato II della Direttiva, vengono suddivise in base alla loro consistenza numerica o livello di minaccia di estinzione e, quindi, la suddivisione risulta così articolata: in pericolo, vulnerabili, rare ed endemiche. Le specie prioritarie, indicate nell’Allegato II, sono le specie in pericolo, per la cui conservazione l’Unione europea ha una particolare responsabilità. La Direttiva 92/43/CEE, in realtà, non è la prima direttiva comunitaria che si occupa di questa materia. È del 1979, infatti, un’altra importante direttiva,
che rimane in vigore e si integra all’interno delle previsioni della Direttiva “Habitat”, la cosiddetta Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE, recepita in Italia con la L 157/92, concernente la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici. La Direttiva “Uccelli” prevede una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli, indicate nell’Allegato I della Direttiva stessa, e l’individuazione da parte degli Stati membri dell’Unione di aree da destinarsi alla loro conservazione, le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Scopo La conoscenza delle specie di flora e fauna di interesse comunitario è lo strumento principale per l’individuazione delle azioni atte al mantenimento vitale degli ecosistemi e per consentire un’agevole uso e sfruttamento delle risorse del territorio, secondo una logica di sviluppo sostenibile. Lo scopo è, dunque, quello di contribuire alla protezione della biodiversità con la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e fauna selvatiche nel territorio, tenuto conto delle diverse esigenze economiche, sociali e culturali.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Elenco delle specie faunistiche di interesse comunitario
387
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Metadati
388
NOME DELL’INDICATORE
Elenco delle specie faunisti- DPSIR che di interesse comunitario
UNITÀ DI MISURA
N. specie
FONTE
S Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA 2009 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Periodico
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Dir 79/409/CEE Dir 92/43/CEE Dir 2009/147/CE L 157/92 DPR 357/97 DM 20/01/99 DM 03/09/02 DPR 120/03 LR 11/93 LR 8/94 LR 7/04 LR 6/05 LR 15/06
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Elenco delle specie di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Natura e biodiversità
Grafici e tabelle
S
T
S/R R/N
S
T
S/R R/N
S
T
S/R R/N
Piallassa Piomboni S
T
S/R R/N
S
T
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
S/R R/N
Piallassa Baiona
Sacca di Goro
Specie di fauna di interesse comunitario
Valli di Comacchio
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
Tabella 3D.8: Specie di fauna di interesse comunitario presenti nei corpi idrici â&#x20AC;&#x153;acque di transizioneâ&#x20AC;?
ANFIBI e RETTILI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Tritone crestato Triturus carnifex
x
Tartaruga palustre Emys orbicularis
x
Testugina marina Carretta carretta*
x
x
x
x
x
PESCI - All.2 Dir. 92/43/CEE
Storione cobice Acipenser naccarii *
x
Lampreda di mare Petromyzon marinus
x
Cheppia Alosa fallax
x
x
x
x
x
Pigo Retilus pigus
x
Barbo Barbus plebejus
x
Savetta Chondrostoma soetta
x
Cobita comune Cobitis taenia
x
x
Nono Aphanius fasciatus
x
x
x
x
x
Ghiozzetto cenerino Pomatoschistus canestrini
x
x
x
x
x
Ghiozzetto di laguna Knipowitschia panizzae
x
x
x
x
x
x
INVERTEBRATI - All.2 Dir. 92/43/CEE
x
Licena delle paludi Lycaena dispar
UCCELLI - All.1 Dir. 79/409/CEE
Strolaga minore Gavia stellata
x
x
Strolaga mezzana Gavia arctica
x
x
x
x
x
Svasso cornuto Podiceps auritus
x
Tarabuso Botaurus stellaris
Tarabusino Ixobrychus minutus
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
(segue)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
389
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
S/R R/N
S
T
S/R R/N
S
T
S/R R/N
S
T
Nitticora Nycticorax nycticorax
x
x
x
Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides
x
x
x
Garzetta Egretta garzetta
x
x
Airone bianco maggiore Egretta alba
Airone rosso Ardea purpurea
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Piallassa Piomboni
Piallassa Baiona
Sacca di Goro
Specie di fauna di interesse comunitario
Valli di Comacchio
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
(continua)
x
x
x
S/R R/N
S
S/R R/N
S
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Cicogna nera Ciconia nigra
Mignattaio Plegadis falcinellus
Spatola Platalea leucorodia
x
Fenicottero Phoenicopterus ruber
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Moretta tabaccata Aythya nyroca
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Falco pecchiaiolo Pernis apivorus
x
x
Nibbio bruno Milvus migrans
x
Albanella reale Circus cyaneus
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Albanella minore Circus pygargus
x
Aquila anatraia maggiore Aquila clanga
Falco pescatore Pandion haliaetus
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Lanario Falco biarmicus
Pellegrino Falco peregrinus
x
x
Falco cuculo Falco vespertinus
Smeriglio Falco columbarius
x
x
Albanella pallida Circus macrourus
x
x
(segue)
390
T
x
Cicogna bianca Ciconia ciconia
Falco di palude Circus aeruginosus
T
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
S
T
S/R R/N
S
T
S/R R/N
S
T
Voltolino Porzana porzana
x
x
Schiribilla Porzana parva
x
x
S/R R/N
Piallassa Piomboni S
x
Cavaliere d'Italia Himantopus himantopus
x
x
Avocetta Recurvirostra avosetta
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Pernice di mare Glareola pratincola
x
x
x
x
x
x
x
Piviere dorato Pluvialis apricaria
x
Combattente Philomachus pugnax
S
T
x
x
Pittima minore Limosa lapponica
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Piro piro boscereccio Tringa glareola
x
x
Croccolone Gallinago media
x
x
x
x
x
x
x
Falaropo beccosottile Phalaropus lobatus
x
Gabbiano corallino Larus melanocephalus
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Gabbianello Larus minutus
x
Gabbiano roseo Larus genei
x
x
x
Sterna zampenere Gelochelidon nilotica
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Sterna maggiore Sterna caspia
x
Beccapesci Sterna sandvicensis
Sterna comune Sterna hirundo
Fraticello Sterna albifrons
S/R R/N
x
Gru Grus grus
Fratino Charadrius alexandrinus
T
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
S/R R/N
Piallassa Baiona
Sacca di Goro
Specie di fauna di interesse comunitario
Valli di Comacchio
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
(continua)
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Mignattino piombato Chlidonias hybridus
x
x
x
Mignattino Chlidonias niger
x
x
x
x
x
(segue)
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
391
S/R R/N
S
T
S/R R/N
S
T
S/R R/N
Gufo di palude Asio flammeus
ACQUE DI TRANSIZIONE - Stato
Martin pescatore Alcedo atthis
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
S
T
x
x
x
x
x
Ghiandaia marina Coracias garrulus
x
Pettazzurro Luscinia svecica
x
x
x
x
x
x
x
x
Averla cenerina Lanius minor
x
x
x
S/R R/N
S
T
x
x
x
x
x
x
Marangone minore Phalacrocorax pygmeus
x
x
Casarca Tadorna ferruginea
x
x
Falco cherrug
x
T
x
Averla piccola Lanius collurio
Marangone dal ciuffo ss.mediterranea Phalacrocorax aristotelis desmarestii
x
S
x
Calandro Anthus campestris
Forapaglie castagnolo Acrocephalus melanopogon
S/R R/N
x
x
Tottavilla Lullula arborea
Piallassa Piomboni
Piallassa Baiona
Sacca di Goro
Specie di fauna di interesse comunitario
Valli di Comacchio
Complesso Valle Bertuzzi (Cantone, Nuova) e Lago delle Nazioni
(continua)
x
x
x
x
Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna LEGENDA: S/R= si trova nel sito tutto l’anno (Stanziale/Residente) R/N= utilizza il sito per nidificare e allevare i piccoli (Riproduzione/Nidificazione) S = utilizza il sito durante l’inverno (Svernamento) T = utilizza il sito in fase di migrazione o di muta, al di fuori dei luoghi di nidificazione (Tappa) Nota: * specie prioritaria
Commento Nella tabella 3D.8 sono elencate le specie di fauna di interesse comunitario presenti nei corpi idrici “acque di transizione”, riportate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE e nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE. Le informazioni riportate nella tabella sono la sintesi di un lavoro ben più ampio pubblicato dalla Regione e visibile sul sito “Regione Emilia-Romagna - Rete Natura 2000”. Spesso le informazioni che si riportano non si riferiscono unicamente al corpo idrico considerato, ma anche a zone immediatamente circostanti. Osservando le specie elencate in tabella, si nota che nei diversi corpi idrici non sono presenti mammiferi di interesse comunitario; alla voce “anfibi/rettili” sono riportate 3 specie, di cui 1 prioritaria; per quanto riguarda i pesci sono presenti 10 specie, di cui 1 prioritaria; è presente, inoltre, una sola specie di invertebrati e 64 di uccelli.
392
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
IMPATTO
Descrizione La determinazione quali-quantitativa del fitoplancton consiste, per ogni punto di indagine e data di campionamento, nelle seguenti valutazioni: – numero cellule/litro e specie (abbondanza e composizione); – biomassa totale del fitoplancton (mg/m3 di clorofilla “a”). Il fitoplancton è un elemento chiave, da un punto di vista ecologico, degli ambienti di transizione. Il nano/microfitoplancton è costituito da un gruppo di organismi autotrofi con dimensioni comprese tra 2 e 200 μm di diametro. Essi vivono lungo la colonna d’acqua (planctonici) o adesi al substrato (bentonici), includendo sia
forme solitarie che coloniali. Negli ambienti acquatici di transizione, il fitoplancton gioca un ruolo fondamentale nella formazione di nuova frazione organica e nel riciclo del carbonio, dei nutrienti e dell’ossigeno.
Scopo Il fitoplancton è un eccellente indicatore dei cambiamenti dello stato trofico delle acque, segnalando arricchimenti di nutrienti che portano a un incremento di biomassa, di produzione primaria, di bloom algali, come anche di cambiamenti nella composizione in specie. Inoltre, il fitoplancton risponde alle variazioni dei parametri chimico-fisici e idrodinamici.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Presenze microalgali
DPSIR
I
UNITÀ DI MISURA
N. cellule/litro N. taxa
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali. Applicazione indici di diversità
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Presenze microalgali
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
393
Grafici e tabelle
N. cellule/litro
1.10E+08
2.E+07
1.E+07
PBAI3
PBAI5
PBAI3
PBAI5
VCOM5
dic.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
VCOM5
VCOM4
VCOM3
VCOM2
LNAZ1
VNUO1
VCAN1
SGOR4bis
SGOR3
SGOR2bis
37 34 31 28 25 22 19 16 13 10 7 4 1
SGOR1
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.16: Abbondanze totali per campagna di monitoraggio (2011)
giu. set. dic. mar. Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.17: Numero di taxa per campagna di monitoraggio (2011)
394
PBAI1
set.
VCOM4
VCOM3
VCOM2
giu.
PBAI1
mar.
LNAZ1
VNUO1
VCAN1
SGOR4bis
SGOR3
SGOR2bis
SGOR1
0.E+00
N. taxa
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
3.87E+07
8.08E+07
3.E+07
3.15E+08 4.39E+08 3.73E+08 5.73E+08 7.54E+08 3.76E+08 6.07E+08 2.87E+08 1.16E+09 2.15E+08 1.25E+09 1.81E+09 1.59E+09 1.41E+09 4.09E+08 9.82E+08 7.80E+08
Tabella 3D.9: Composizione e numero di taxa rilevati per stazione e per campagna di monitoraggio (2011) Stazioni
Famiglia/Gruppo
giu.
set.
dic.
Totale
1 18 1 11 3 2 5 1 1 1 25 1 9 6 5 1
1
VNUO1 1 4
VCOM3 1 2
VCOM5 1 5
14 1 5
3 8 1
8 1
7
4
1
1
1
11 1 5
7 1 2
8 1 5
4 1 3
7 1
20 1 5
20 1 10
13 1 6
2 6
2
1 4
1 7
1 6 1
1 4
6
1 4
1
1 1
1 1
10 1
5 1
5
22 1 14
14 1 7
22
2 2
2
1
1
2 1
19 1 10
2
8 1
1 2 1 1
17 1 7
2 1 1
13 1
14 1 4
1 1 1
2
6 1 6
37
1 1 1
1 3 2 1
1 5 1 3
8 1 6 1
10 1 7 1
PBAI5 1 9
1 8 1 3
12 1 7 1
1 7
2 1
1 1 1 9 1
1 7 1 1
1
1 1
1 22
PBAI3 1 10 1
1
14 1 10
1 18
PBAI1 1 12 1
3
1
23 1 7 1 3 5
VCOM4 1 5
1
15 1 12 1
1 4
VCOM2 1 3
1
17 1 8
23 1 4
LNAZ1
1 12 1 3 3 3 3 1 1
14 5
3
6 1 4
13 1 3
2
14 1 5
1
1
1
5 2 1 1
10
7
11
19
4
3 1
10 1 9
13 4
17 1 13
13 1 3
1
1 1
1 1
1 1
1
7
18
5
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
mar.
Altro Fitoplancton Bacillariophyceae Chlorophyceae Chrysophyceae Cryptophyceae Cyanophyceae Dinophyceae Ebriophyceae Euglenophyceae Eustigmatophyceae Totale Altro Fitoplancton Bacillariophyceae Chlorophyceae Cyanophyceae Dinophyceae Euglenophyceae Eustigmatophyceae Prasinophyceae Trebouxiophyceae Totale Altro Fitoplancton Bacillariophyceae Chlorophyceae Cyanophyceae Dinophyceae Ebriophyceae Euglenophyceae Eustigmatophyceae Trebouxiophyceae Zygnematophyceae Totale Altro Fitoplancton Bacillariophyceae Chlorophyceae Cryptophyceae Cyanophyceae Dinophyceae Ebriophyceae Euglenophyceae Eustigmatophyceae Prasinophyceae
SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis VCAN1 1 1 1 1 10 10 5 8 9 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 2 3 1 3 2
1 14
8
16
8
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
395
396
set.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
PBAI1
Lagune aperte
dic.
Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.19: Indice di Shannon per campagna di monitoraggio (2011)
1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 SGOR1 VCAN1 PBAI5
SGOR4bis
1,38
SGOR3
SGOR3
SGOR2bis SGOR1
SGOR3 SGOR4bis
SGOR3
PBAI1
PBAI3
VCAN1
PBAI5
VNUO1
LNAZ1
VCOM3
SGOR4bis
1,4
SGOR1
PBAI3
1,2 2,3
SGOR1
VNUO1
SGOR2bis
VCOM5
LNAZ1
PBAI1
VCAN1
VCOM4
VCOM2 VCOM5
Indice di Margalef
1,2
LNAZ1
SGOR2bis
PBAI3
PBAI1
PBAI5 VCOM2
VCOM4
LNAZ1
PBAI1
PBAI3
1,1 1,1 1,2
PBAI1
PBAI5
VNUO1
SGOR4bis
VNUO1
LNAZ1
VCOM5
VCOM2
1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
PBAI3
VCOM2
VCOM3
VCAN1
giu.
SGOR2bis
1,15
VCOM3
Lagune aperte VCOM3
dic.
VCOM5
Indice di Margalef 1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
VCOM4
Indice di Shannon
SGOR4bis
SGOR1
SGOR2bis
SGOR1
PBAI5
SGOR4bis
SGOR3
VCAN1
VCOM4
VNUO1
VCOM2
VCOM5
VCOM3
giu.
VCOM4
PBAI1
PBAI5
SGOR4bis
PBAI3
SGOR3
LNAZ1
PBAI5
VCAN1
PBAI1
VNUO1
VCOM4
VCOM3
SGOR2bis
VCOM5
VCOM2
1,1
SGOR3
PBAI3
1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
SGOR2bis
PBAI3
SGOR3
VCAN1
SGOR1
VCOM3
VCOM4
VNUO1
VCOM2
VCOM5
Indice di Margalef
1,1
SGOR4bis
LNAZ1
PBAI5
SGOR1
VNUO1
VCAN1
VCOM4
Indice di Shannon
1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
SGOR2bis
mar.
VCOM3
set.
LNAZ1
Indice di Margalef 1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0
VCOM2
Indice di Shannon
mar.
VCOM5
Indice di Shannon
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 1,0 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 1,3 1,3 1,5 1,5
Lagune chiuse
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.18: Indice di Margalef per campagna di monitoraggio (2011)
Le informazioni riportate nei grafici e nella tabella fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). La composizione quali-quantitativa del fitoplancton è svolta annualmente con frequenza trimestrale in tutte le stazioni della rete di monitoraggio delle acque di transizione. Il numero e l’ubicazione delle stazioni di indagine permettono di effettuare una valutazione sufficiente dell’ampiezza e dell’impatto generato (bloom algali). In figura 3D.16 e 3D.17 si riporta una rappresentazione grafica delle abbondanze totali e del numero di taxa per ogni campagna di monitoraggio relativa al 2011. La nomenclatura utilizzata fa riferimento ad “AlgaeBase on line database” (Guiry, M.D. & Guiry, G.M. 2012 World-wide electronic publication, National University of Ireland, Galway. http://www.algaebase.org, searched on 3 October 2012) e i taxa identificati appartengono a 12 classi: Bacillariophyceae, Clorophyceae, Chrysophyceae, Cryptophyceae, Cyanophyceae, Dinophyceae, Ebriophyceae, Euglenophyceae, Eustigmatophyceae, Prasinophyceae, Trebouxiophyceae, Zygnematophyceae. Nel 2011 sono stati identificati 140 taxa appartenenti a 12 classi o gruppi rispettivamente con: 58 Bacillariophyceae, 49 Dinophyceae, 11 Clorophyceae, 9 Cyanophyceae, 3 Cryptophyceae, 3 Euglenophyceae, 2 Ebriophyceae, 1 Chrysophyceae, 1 Eustigmatophyceae, 1 Prasinophyceae, 1 Trebouxiophyceae, 1 Zygnematophyceae, 2 taxa raggruppati sotto la dicitura “Altro Fitoplancton indet.”. Questo numero però è da considerarsi inferiore a quello reale, poiché non sempre è stato possibile raggiungere un livello tassonomico inferiore alla classe. In alcuni casi, infatti, era riconoscibile il genere mentre in altri era evidente soltanto la classe d’appartenenza. Per altre entità, di piccole dimensioni (con dimensione < 10 μm), è risultata difficile anche la definizione della classe. Queste sono state raggruppate sotto la denominazione ancor più ampia di “Altro Fitoplancton indet.”. Considerando il numero di taxa presenti durante tutto l’anno, nelle Valli di Comacchio la stazione Sifone est (99500300 - VCOM3) è la stazione con il minor numero (18), mentre la stazione Bocca a mare (99100401 - SGOR4bis) della Sacca di Goro presenta il numero maggiore (59) (vedi tabella 3D.9). Tra le lagune chiuse (Valle Cantone, Valle Nuova, Lago delle Nazioni e Valli di Comacchio) le più compromesse, da un punto di vista qualitativo, sono le Valli di Comacchio. Tale corpo idrico presenta in tutte le campagne effettuate nel 2011 i maggiori valori di abbondanza a carico di una piccola Eustigmatoficea Nannochloropsis gaditana e del taxon artificiale “Altro Fitoplancton indet.”. Per valutare la biodiversità dell’elemento fitoplancton nelle stazioni si è scelto di utilizzare l’indice di Margalef e l’indice di Shannon. Il primo prende in considerazione il numero di taxa rispetto all’abbondanza totale della comunità, il secondo invece considera anche le abbondanze dei singoli taxa. In figura 3D.18 e in figura 3D.19 sono rappresentati gli elaborati suddivisi per ciascun periodo di campionamento (marzo, giugno, settembre, dicembre). La scala degli indici varia da 0 a ∞. Se si prende in considerazione l’indice di Margalef (figura 3D.18), la Sacca di Goro ha mostrato i più alti livelli di biodiversità, in particolare nella stazione SGOR4bis (99100401-Bocca a mare). Anche la Piallassa Baiona presenta, comunque, valori simili alla Sacca di Goro. Considerando invece l’indice di Shannon (figura 3D.19), la situazione si inverte: Piallassa Baiona e Sacca di Goro presentano sempre i valori più alti tra tutti gli altri corpi idrici, ma è la Piallassa Baiona che primeggia rispetto alla seconda. Questi corpi idrici, se si considera l’elemento biologico fitoplancton, risultano come i meno compromessi. In altre parole, le lagune aperte si confermano come quelle con i maggiori valori di biodiversità; tale condizione è sicuramente influenzata anche dalla presenza di specie marine favorita dall’ingresso in laguna di acqua di mare. È ben noto dalla letteratura come il ricambio delle acque, operato grazie alle maree, porti sia a un rinnovo di risorse trofiche che a un aumento della nicchia ecologica e, conseguentemente, a un aumento di possibilità di successo per le specie.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Commento
397
IMPATTO
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Macrofite
398
Descrizione
Scopo
Le macrofite sono i vegetali macroscopicamente visibili, presenti negli ambienti acquatici, e sono composte da fanerogame acquatiche e macroalghe. Durante le campagne di caratterizzazione dei siti, non essendo state trovate fanerogame, si fa riferimento esclusivamente alle macroalghe bentoniche formanti aggregati. La composizione e la struttura delle macroalghe dipende dal livello trofico delle acque e dalla sua alterazione dovuta a carichi organici, ciò determina la riduzione o la scomparsa dei taxa più esigenti a favore di quelli più tolleranti.
Monitorare i cambiamenti di composizione delle comunità macroalgali nel tempo permette di valutare le variazioni dello stato ecologico dei corpi idrici interessati e le possibili fonti di stress trofico dovuto a inquinanti organici. Le comunità a macroalghe sono anche sensibili alla presenza di altri inquinanti, come fitofarmaci e metalli pesanti. La determinazione delle comunità macroalgali permette, quindi, di poter valutare una particolare situazione per il sito monitorato e le sue modificazioni nel tempo.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Macrofite (Indice R-MaQI modificato)
DPSIR
I
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2010 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Triennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Elenchi tassonomici
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Acque superficiali, Natura e biodiversità
Grafici e tabelle Tabella 3D.10: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Sacca di Goro (2010) Sacca di Goro
SGOR1
SGOR2bis
SGOR3
SGOR4bis
Taxon 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 08/06/2010 23/09/2010 Chaetomorpha ligustica X X Cladophora laetevirens X X X Cladophora vadorum X Ulothrix flacca X Ulva compressa X X Ulva intestinalis X X Ulva prolifera X Ulva rigida X X X Ulva rotundata X Rhodophyta Agardhiella subulata X Gracilaria gracilis X X X X X Gracilaria vermiculophylla Neosiphonia harvei X nessun phylum nessun taxon X X
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.11: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delle Nazioni (2010) Valle Cantone, Valle Nuova e Lago Nazioni Phylum Chlorophyta
Rhodophyta
VCAN1
Taxon Chaetomorpha ligustica Cladophora aegagropila Cladophora glomerata Codium fragile Ulva prolifera Chondria tenuissima Dasya baillouviana Gracilariopsis longissima Polysiphonia sp.
11/06/2010 X
VNUO1
01/10/2010 X
11/06/2010 X
LNAZ1
01/10/2010 X
11/06/2010
01/10/2010
X X X
X X X X
X X X X
X
X
X
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Tabella 3D.12: Elenco tassonomico delle macroalghe nella Piallassa Baiona (2010) Piallassa Baiona Phylum Chlorophyta
Rhodophyta
Taxon Chaetomorpha ligustica Cladophora aegagropila Cladophora cfr. albida Cladophora glomerata Cladophora vadorum Enteromorpha multiramosa Ulothrix implexa Ulva cfr. compressa Ulva compressa Ulva curvata Ulva flexuosa Ulva intestinalis Ulva lataevirens Ulva prolifera Ulva rotundata Agardhiella subulata Erythrotrichia carnea Gracilaria bursa -pastoris Gracilaria gracilis Gracilaria vermiculophylla Gracilariopsis longissima Polysiphonia setularioides
PBAI1 04/06/2010
PBAI3
21/09/2010 X
04/06/2010
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Phylum Chlorophyta
PBAI5
21/09/2010
04/06/2010 X
21/09/2010 X
X X X X X X X X
X X
X
X X X X X X
X
X
X X
X
X X
X X X X
X X X
X X X X X
X X X
X X X
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
399
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Commento
400
Le stazioni della rete di monitoraggio per la determinazione qualitativa delle macroalghe e fanerogame sono 15, dislocate su 7 corpi idrici di transizione. Le informazioni riportate nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). Nel 2010, la determinazione qualitativa di questo Elemento di Qualità Biologica (EQB) Macroalghe è stata effettuata su 14 stazioni monitorate dislocate su 6 corpi idrici. Il DM 56/09 richiede una frequenza di indagine, per le macroalghe, di 2 volte (possibilmente nello stesso anno), da ripetere con cicli non superiori a 3 anni. Nelle tabelle 3D.10, 3D.11 e 3D.12 si riporta, per ciascun corpo idrico: la stazione di indagine, la data di campionamento, il riconoscimento tassonomico delle macroalghe. Nelle Valli di Comacchio non è stata rilevata la presenza di alcun taxon. Per l’EQB Macrofite, ai fini della classificazione, viene utilizzato l’indice E-MaQI. L’affidabilità dell’indice è legata al numero di specie presenti nelle stazioni di monitoraggio; l’applicabilità dell’indice richiede la presenza di almeno 20 specie. Nel caso in cui il numero di specie presenti sia inferiore a 20, si applica l’indice R-MaQI, modificato. Il Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) del MaQI di ciascuna stazione di indagine dei corpi idrici di transizione verrà calcolato in conformità alle indicazioni riportate nel DM 260/10 e alle “Linee guida per l’applicazione del Macrophyte Quality Index (MaQI)”, Ispra, aprile 2010.
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
IMPATTO
Descrizione
Scopo
Lo studio delle comunità macrobentoniche dei fondali degli ambienti di transizione viene soprattutto applicato nelle indagini degli ambienti perturbati, soggetti a diversi tipi di inquinamento, o dei sistemi naturalmente soggetti a eventi anossici. Questo indicatore si è dimostrato essere un valido strumento per la descrizione sintetica dell’ecosistema degli ambienti di transizione, infatti gli organismi che ne fanno parte sono caratterizzati sia da scarsa mobilità che da cicli vitali sufficientemente lunghi, risultando quindi strettamente legati alle variazioni dei principali parametri ambientali. Inoltre gli organismi del macrozoobentos, che vivono in stretta relazione con il substrato, giocano un ruolo fondamentale negli scambi tra sedimento e colonna d’acqua.
L’effetto di perturbazioni ambientali risulta individuabile attraverso l’interpretazione delle reazioni che la comunità macrobentonica presenta nel tempo. Tali risposte possono manifestarsi come variazioni sia qualitative sia quantitative, ovvero sia in termini di composizione in specie sia in termini di numero e di rapporti di abbondanza tra specie. In altre parole, il grado di alterazione della comunità è desumibile sulla base delle sue caratteristiche strutturali.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Macroinvertebrati bentonici DPSIR (indici M-AMBI e BITS)
UNITÀ DI MISURA
Adimensionale
FONTE
I Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2010 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Triennale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Composizione e abbondanza macroinvertebrati bentonici
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Macroinvertebrati bentonici
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
401
Grafici e tabelle Tabella 3D.13: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Sacca di Goro (2010) Sacca di Goro Classe Anthozoa Bivalvia
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Clitellata Gastropoda Insecta Malacostraca
Maxillopoda Nemertea Polychaeta
Turbellaria
Taxon
Actiniaria spp. Abra alba Abra segmentum Cerastoderma glaucum Modiolus adriaticus Musculista senhousia Mytilus galloprovincialis Ruditapes philippinarum Hirudinea spp. Oligochaeta spp. Cyclope neritea Hydrobia ventrosa Chironomus salinarius Ampelisca diadema Ampelisca sarsi Corophium insidiosum Corophium orientale Gammarus aequicauda Gammarus insensibilis Idotea balthica Lekanesphaera monodi Melita palmata Balanus improvisus Nemertea Capitella capitata Capitomastus minimus Ficopomatus enigmaticus Glycera convoluta Hediste diversicolor Heteromastus filiformis Mediomastus capensis Neanthes succinea Nephtys hombergii Polydora ciliata Spio decoratus Streblospio shrubsolii Syllides edentatus Polycladida spp.
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
402
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
SGOR1
SGOR2bis
08/06/2010
08/06/2010
X X X
X X X X
X
X X X X X
SGOR3 08/06/2010
SGOR4bis 08/06/2010
X X X X X X
X X
X X X X X X X X X X
X X
X
X X X X X
X X X X X
X X X X X X X X X X X X X X
X
X
X
X
X X X X
X X
X
X X X X
X X X X X X X X
X X
X X X X
Tabella 3D.14: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delle Nazioni (2010) Classe Anthozoa Bivalvia
Clitellata Gastropoda
Insecta Malacostraca
Maxillopoda Nemertea Polychaeta
Priapulida Sipunculidea
Taxon
Actiniaria spp. Abra segmentum Cerastoderma glaucum Loripes lacteus Mytilaster minimus Oligochaeta spp. Oligochaeta spp.1 Cyclope neritea Haminoea navicula Hydrobia ventrosa Nassarius nitidus Nassarius pygmaeus Retusa truncatula Chironomus salinarius Carcinus aestuarii Corophium orientale Gammarus aequicauda Gammarus insensibilis Idotea balthica Melita palmata Balanus improvisus Nemertea Capitella capitata Ficopomatus enigmaticus Heteromastus filiformis Mediomastus capensis Neanthes succinea Polydora ciliata Spio decoratus Streblospio shrubsolii Priapulus caudatus Sipunculus nudus
VCAN1
VNUO1
LNAZ1
11/06/2010
11/06/2010
11/06/2010
X X X
X X X X
X
X
X
X X X
X
X X
X X X X X X X X
X X X X X
X
X
X X
X X X X
X
X X X X
X X X X X X X X
X
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Valle Cantone, Valle Nuova e Lago delle Nazioni
403
Tabella 3D.15: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nelle Valli di Comacchio (2010) Valli di Comacchio Classe
Anthozoa Bivalvia
Clitellata
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Insecta Malacostraca
404
Polychaeta
Sipunculidea
Taxon
Actiniaria spp. Abra alba Abra segmentum Cerastoderma glaucum Loripes lacteus Oligochaeta spp. Oligochaeta spp. 1 Chironomus salinarius Ampelisca diadema Carcinus aestuarii Corophium insidiosum Melita palmata Amphitrite gracilis Capitella capitata Cirriformia tentaculata Heteromastus filiformis Neanthes succinea Ophiodromus flexuosus Paraonis lyra Polydora ciliata Streblospio shrubsolii Phyllodoce laminosa Sipunculus spp.
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
VCOM2 14/06/2010
VCOM3 14/06/2010
VCOM4 14/06/2010
VCOM5 14/06/2010
X X X X X
X X
X X
X
X X X X
X X
X X X
X X X
X
X
X
X X
X X
X
X X
X
X X
X X X X X X X X X
Piallassa Baiona Classe Anthozoa Bivalvia
Clitellata Gastropoda Insecta Malacostraca
Nemertea Ophiuroidea Polychaeta
Taxon
Actiniaria spp. Abra segmentum Anadara demiri Cerastoderma glaucum Gastrana fragilis Hiatella arctica Musculista senhousia Mytilus galloprovincialis Ruditapes philippinarum Oligochaeta spp. Haminoea navicula Hydrobia ventrosa Chironomus salinarius Corophium insidiosum Cyathura carinata Gammarus aequicauda Idotea balthica Lekanesphaera hookeri Microdeutopus gryllotalpa Nebalia spp. Tanais dulongii Nemertea Amphipholis spp. Capitella capitata Cirratulidae spp. Cirriformia tentaculata Eunicidae spp. Heteromastus filiformis Janua spp. Malacoceros fuliginosus Marphysa fallax Marphysa sanguinea Ophiodromus agilis Ophiodromus flexuosus Polydora ciliata Prionospio cirrifera Pygospio elegans Streblospio shrubsolii Trypanosyllis zebra
PBAI1
PBAI3
PBAI5
04/06/2010 X X X X
04/06/2010 X X
04/06/2010 X X
X X
X
X X X X X X X X
X X X X
X X X X X X X X X X
X X X
X X X X X X X X X X X X X X X X X X
X X
X X X X X X X X X X X X
X
X X
X
X X
X
X X X X X X
X X
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Tabella 3D.16: Elenco tassonomico dei macroinvertebrati bentonici nella Piallassa Baiona (2010)
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
405
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Commento
406
Nel 2010 le stazioni della rete di monitoraggio per la determinazione della composizione e abbondanza dei macroinvertebrati bentonici sono 14, dislocate su 6 corpi idrici di transizione. Le informazioni riportate nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). In base al DM 56/09 la frequenza di indagine per i macroinvertebrati bentonici è 1 volta all’anno, da ripetere con cicli non superiori a 3 anni. La determinazione quali-quantitativa dei macroinvertebrati bentonici consiste, per ogni punto di indagine e data di campionamento, nelle seguenti valutazioni: – identificazione dei taxa determinando il numero di specie e il numero di individui (composizione e abbondanza dei macroinvertebrati bentonici); – segnalazione dei taxa sensibili;
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
– elaborazione della matrice quantitativa dei dati su cui calcolare gli Indici specificati nella normativa (DM 260/10) quali: AMBI, M-AMBI e BITS. Nelle tabelle 3D.13, 3D.14, 3D.15 e 3D.16 si riporta la composizione del macrozoobenthos nelle stazioni dei diversi corpi idrici di transizione. Per l’Elemento di Qualità Biologica (EQB) Macroinvertebrati bentonici, ai fini della classificazione dello stato ecologico, verrà applicato l’indice M-AMBI e, facoltativamente, anche l’indice BITS. L’M-AMBI è un indice multivariato, che deriva da una evoluzione dell’AMBI integrato con l’indice di diversità di Shannon-Wiener e il numero di specie (S). La modalità di calcolo dell’M-AMBI prevede l’elaborazione delle suddette 3 componenti con tecniche di analisi statistica multivariata. Il valore dell’M-AMBI varia tra 0 e 1 e corrisponde al Rapporto di Qualità Ecologica (RQE).
IMPATTO
Descrizione
Scopo
L’indicatore descrive la concentrazione di clorofilla “a” nelle acque superficiali e lungo la colonna d’acqua, consentendo una stima indiretta della biomassa fitoplanctonica, in quanto fornisce la misura del pigmento fotosintetico principale presente nelle microalghe. Esso rappresenta un efficace indicatore della produttività del sistema. Nello schema DPSIR è inserito tra gli Impatti, perché segnala una perturbazione della qualità dell’ambiente alterando, a elevate concentrazioni, la naturale colorazione e trasparenza dell’acqua.
La concentrazione di clorofilla “a” è di fondamentale importanza per la valutazione delle caratteristiche trofiche di base del corpo idrico e dello stato degli ecosistemi; è, inoltre, un ottimo indicatore per la valutazione della produzione primaria e dei gradi di trofia dell’ecosistema. In base alla concentrazione della clorofilla “a” nelle acque, si mette in evidenza il livello di eutrofizzazione delle acque di transizione.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Concentrazione di clorofilla DPSIR “a”
UNITÀ DI MISURA
Microgrammi/litro
FONTE
I Arpa Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Regione DATI
COPERTURA 2007-2011 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Trimestrale
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
DLgs 152/06 DM 56/09 DM 260/10
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Andamenti temporali, medie, valori massimi, valori minimi, deviazioni standard annuali
Acque superficiali, marino costiere, Natura e biodiversità
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Concentrazione di clorofilla “a”
407
Grafici e tabelle b)
Sacca di Goro
120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
a)
120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
mar
15-giu 14-set 21-dic Data campionamento SGOR1 SGOR2bis SGOR3 SGOR4bis
408
d)
Piallassa Baiona
120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Microgrammi/litro
Microgrammi/litro
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
10-mar
c)
21-mar
22-giu 15-set Data campionamento PBAI1 PBAI3 PBAI5
130
21-dic
Valli di Comacchio 125 147
giu 7-set 6-dic Data campionamento VCOM2 VCOM3 VCOM4 VCOM5
Corpi idrici minori
120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 mar
giu 15-set Data campionamento VCAN1 VNUO1 LNAZ1
2-dic
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.20: Andamenti temporali della concentrazione di clorofilla â&#x20AC;&#x153;aâ&#x20AC;? nei punti di campionamento dei corpi idrici di transizione (2011)
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Fonte: Arpa Emilia-Romagna Figura 3D.21: Valore medio annuale della clorofilla “a” nei corpi idrici di transizione (2007-2011)
409
Tabella 3D.17: Parametri statistici elaborati per ciascun punto di campionamento (2007-2011) Stazione
SGOR2bis
SGOR3
Valle Cantone
VCAN1
Valle Nuova
VNUO1
Lago delle Nazioni
SGOR4bis
LNAZ1
VCOM2
Valli di Comacchio
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Sacca di Goro
SGOR1
VCOM3
VCOM4
VCOM5
Piallassa Baiona
PBAI1
PBAI3
Piallassa Piomboni
PBAI5
PPIO1
Funzione statistica Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori Media Max Min D.S. n. valori
Fonte: Arpa Emilia-Romagna
410
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
2007 4.35 10.80 0.70 3.31 11
7.09 20.20 0.50 6.11 9
7.16 28.20 1.30 7.63 14 1.82 4.90 0.90 1.12 11 10.54 26.10 3.30 5.88 14 17.23 33.50 6.70 11.19 7 25.15 75.00 5.70 23.39 8 40.05 109.70 8.10 34.10 8 12.60 23.90 1.80 8.70 8 2.42 12.50 <0.50 3.45 16 8.08 26.50 <0.50 9.33 16 1.02 3.90 <0.50 1.10 16 43.69 637.20 <0.50 158.42 16
CloroďŹ lla "a" (Îźg/l) ANNO 2008 2009 2010 4.41 15.44 4.48 11.20 35.58 12.70 0.80 2.42 0.80 3.99 3.59 14.15 11 15 4 10.29 18.62 1.11 9.18 4 17.04 20.83 5.74 86.80 34.14 14.20 0.70 2.12 <0.5 27.05 13.49 4.77 9 4 14 14.53 39.61 1.36 17.07 4 4.43 5.19 14.53 8.60 15.20 22.51 1.90 2.40 6.72 2.60 3.43 7.11 10 15 4 2.57 4.95 12.43 4.40 8.40 18.99 1.60 0.80 6.33 0.99 2.53 5.59 7 14 4 20.23 20.53 27.58 48.40 52.70 35.90 2.80 4.40 15.72 14.04 14.90 9.17 11 11 4 39.46 53.4 87.63 80.20 82.80 105.23 17.90 10.00 75.40 22.38 22.45 15.62 9 12 3 51.18 51.67 116.33 84.60 104.40 137.30 20.10 6.00 82.98 19.14 31.19 29.20 10 11 3 52.63 57.07 115.01 96.80 118.10 122.40 29.10 11.10 108.91 19.95 31.98 6.84 10 13 3 20.35 20.41 36.40 35.40 55.70 50.40 8.10 4.10 23.04 9.61 14.03 11.39 11 17 4 3.75 7.99 2.65 27.10 32.30 5.20 <0.50 <0.50 <0.50 7.29 10.14 2.48 16 16 3 11.37 3.87 4.58 62.20 13.60 12.00 <0.50 <0.50 <0.50 16.24 3.70 6.45 16 15 3 3.60 7.35 0.71 27.70 29.30 1.00 <0.50 <0.50 <0.50 7.24 9.92 0.41 16 16 3 2.88 48.43 8.83 15.20 293.70 13.80 <0.50 <0.50 1.50 3.96 97.86 6.48 16 16 3
2011 10.33 23.00 0.80 9.25 4 3.85 8.50 0.90 3.35 4 9.38 23.00 1.30 9.55 4 5.07 12.20 0.70 5.31 4 15.35 23.00 9.00 6.06 4 17.00 23.00 11.00 5.89 4 28.45 44.00 14.79 15.22 4 97.00 125.00 79.00 19.92 4 87.25 130.00 34.00 42.73 4 87.75 147.00 60.00 40.73 4 52.25 94.00 10.00 34.59 4 <0.5 <0.5 <0.5 0.00 4 1.81 6.50 0.25 3.13 4 0.46 1.10 <0.5 0.43 4
Le informazioni riportate nei grafici e nelle tabelle fanno riferimento all’acronimo di ciascuna stazione (vedi tabella pag. 343). Nella figura 3D.20, si riporta la concentrazione di clorofilla “a” relativa alle 4 determinazioni eseguite nel 2011, effettuate nel mese di marzo, giugno, settembre e dicembre. Il valore di 10 μg/l è considerato convenzionalmente il limite inferiore di una condizione eutrofica. Nel 2011 i valori più alti di clorofilla si sono rilevati nelle Valli di Comacchio, con valori fino a 147 μg/l, mentre quelli più bassi nella Piallassa Baiona, con valori inferiori al limite di rilevabilità strumentale. Nelle Valli di Comacchio, la stazione VCOM5 è stata campionata nei mesi di marzo e giugno, in periodi differenti rispetto alle altre anche di 10-15 gioni; per questo motivo i valori della clorofilla della stazione VCOM5, in alcuni casi, non sono corrispondenti con quelli delle altre stazioni che sono invece campionate nello stesso giorno.
Nella figura 3D.21 si riporta il trend degli ultimi 5 anni del valore medio/anno della clorofilla “a” nei corpi idrici di transizione. Nella Sacca di Goro e a Piallassa Baiona l’andamento nel periodo considerato mostra una notevole variabilità. Nel 2011 si registra un aumento del valore medio rispetto agli anni precedenti nelle Valli di Comacchio, Valle Cantona, Valle Nuova e Lago delle Nazioni. La tabella 3D.17 riporta alcune informazioni statistiche per ciascun punto di campionamento della rete di monitoraggio delle acque di transizione. Le elaborazioni sono state effettuate sulle serie di dati dall’anno 2007 al 2011. I dati statistici relativi al 2010 e 2011 (ombreggiati), rilevati in applicazione della recente normativa che richiede una frequenza di monitoraggio trimestrale, non possono essere confrontati con quelli degli anni precedenti (4 valori all’anno per il 2010 e il 2011 contro gli 11-16 valori degli altri anni).
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Impatto
Commento
411
RISPOSTE
Aree naturali protette
ACQUE DI TRANSIZIONE - Risposte
Descrizione
412
Attualmente il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue. • Parchi nazionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. • Parchi naturali regionali e interregionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell’ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali. • Riserve naturali: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentano uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere Statali o Regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati. • Zone umide di interesse internazionale: sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere, oppure zone naturali o artificali d’acqua, permanenti o transitorie, comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c’è bassa marea, non superi i sei metri, che per le loro caratteristiche possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar “Convenzione internazionale relativa alle Zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici”, sottoscritta nel 1971 a Ramsar (Iran). La convenzione di Ramsar è stata recepita in Italia con il DPR 488/76 e s.m.i. • Altre Aree naturali protette: sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani etc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti. • Zone di Protezione Speciale (ZPS): designate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, recepita in Italia dalla L 157/92, sono costituite da territori idonei per estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all’Allegato I della Direttiva citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. • Zone Speciali di Conservazione (ZSC): designate ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, recepita in Italia dalla DPR 357/97 e s.m.i., sono costituite da aree naturali, geograficamente definite e con superficie delimitata, che: – contengono zone terrestri o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, naturali o seminaturali (habitat naturali) e che contribuiscono in modo significativo a conservare, o ripristinare, un tipo di habitat naturale o una specie della flora e della fauna selvatiche di cui agli Allegati I e II della Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche in uno stato soddisfacente a tutelare la diversità biologica nella regione paleartica mediante la protezione degli ambienti alpino, appenninico e mediterraneo; – sono designate dallo Stato mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale, e in esse sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui l’area naturale è designata. Tali aree vengono indicate come Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
Scopo Attraverso la tutela e la valorizzazione delle aree naturali possono essere avviate concrete iniziative a salvaguardia della natura, in modo da razionalizzare la gestione del territorio e delle sue risorse. Il mantenimento delle identità dei diversi ecosistemi, la conservazione degli habitat e la protezione delle specie vegetali e animali concorrono a realizzare gli obiettivi che l’umanità si è posta per il futuro prossimo.
Metadati NOME DELL’INDICATORE
Aree naturali protette
DPSIR
R
UNITÀ DI MISURA
Ettari
FONTE
Regione Emilia-Romagna
COPERTURA SPAZIALE Provincia DATI (Ferrara, Ravenna)
COPERTURA 2012 TEMPORALE DATI
AGGIORNAMENTO DATI
Periodico
ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE
RIFERIMENTI NORMATIVI
Convenzione di Ramsar/1971; Dir 79/409/CEE; Dir 92/43/CEE; Dec 2004/4031/C; DPR 488/76; L 157/92; DPR 357/97; DLgs 152/99; DLgs 258/00; DM 17/10/07; DM 30/03/09; DM 10/06/09; LR 7/04; LR 6/05; DGR 167/06; DGR 1191/07; DGR 1224/08; DGR 667/09
METODI DI ELABORAZIONE DATI
Rappresentazione grafica delle aree protette, calcolo della superficie dei corpi idrici “acque di transizione” ricadenti nelle aree protette
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
ACQUE DI TRANSIZIONE - Risposte
Natura e biodiversità
413
ACQUE DI TRANSIZIONE - Risposte
Grafici e tabelle
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna Figura 3D.22: I corpi idrici â&#x20AC;&#x153;acque di transizioneâ&#x20AC;? e la distribuzione delle Aree protette nel tratto di costa compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni (2012)
414
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011
Tabella 3D.18: La superficie dei corpi idrici “acque di transizione” ricadente nelle Aree protette (2012) Superficie (ettari) Sacca di Goro Valle Cantone Valle Nuova Lago delle Nazioni Valli di Comacchio e Saline di Comacchio Piallassa Baiona Piallassa Piomboni
SIC 3.707 555 1.406 97 11.768 1.180 304
ZPS
3.707 555 1.406 97 11.768 1.180 189
Ramsar
3.707 555 1.406 97 11.768 1.180 189
1.681 555 1.406 97 11.768 1.180 0
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Tabella 3D.19: La superficie delle Aree protette nel tratto di costa compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni (2012) Superficie (ettari) SIC
Sito
ZPS
Ramsar
Sacca di Goro, Po di Goro, Valle Dindona, Foce del Po di Volano
4.872
4.872
1.681
Complesso Valle Bertuzzi, Valle Porticino-Canneviè, Lago Nazioni
2.691
2.691
3.146
16.781
16.781
14.004
1.596
1.596
1.621
465
465
Valli di Comacchio Piallasse Baiona, Risega e Pontazzo Piallasse dei Piomboni, Pineta di Punta Marina
Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna
Commento Nella figura 3D.22 si riportano le aree naturali protette presenti sul tratto costiero compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni. Osservando la figura si nota come spesso le diverse tipologie di Aree naturali protette si sovrappongono e ricomprendono interamente i corpi idrici “acque di transizione”. Nella tabella 3D.18 si riporta la superficie in ettari dei corpi idrici “acque di transizione” ricadente nelle Aree naturali protette. Notare che quasi tutti i corpi idrici considerati sono all’interno delle aree protette
ACQUE DI TRANSIZIONE - Risposte
Corpo idrico
definite SIC, ZPS e Ramsar, a eccezione della Sacca di Goro, ove circa 1.681 ettari su 3.707 sono considerati zone umide di importanza internazionale, come previsto dalla Convenzione Ramsar, e della Piallassa Piomboni, che non è all’interno delle zone Ramsar, ma dove circa 189 ettari su 304 sono denominati SIC-ZPS. Nella Tabella 3D.19, si riportano le superfici delle Aree naturali protette nel tratto di costa compreso tra la Sacca di Goro e Piallassa Piomboni.
Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna
415
Riferimenti
Autori
Patricia SANTINI (1), Carla Rita FERRARI (1), Erika MANFREDINI (2), Silvia BIGNAMI (2), Saverio GIAQUINTA (3) Hanno collaborato: Mirko PANTERA (3), Laura BILLI (3), Ivan SCARONI (3), Amleto FIORENTINI (4)
ACQUE DI TRANSIZIONE
(1) ARPA STRUTTURA OCEANOGRAFICA DAPHNE, (2) ARPA FE, (3) ARPA RA, (4) AUSL RA
416
Bibliografia
Sitografia
1. Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (2000), Elementi di identificazione delle acque di transizione 2. Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT), giugno 2005, Zone umide in Italia-Elementi di conoscenza 3. Azienda USL di Ravenna – Dipartimento dei Servizi di Prevenzione (1992), Studio e valutazione sull’assetto ambientale della Piallassa Piombone 4. Azienda USL di Ravenna – Dipartimento dei Servizi di Prevenzione (1994), Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati: La Piallassa Baiona 5. Comune di Ravenna – Agenda 21 Locale di Ravenna (2004), Rapporto sullo stato dell’ambiente 6. Consorzio del Parco regionale del Delta del Po Emilia-Romagna, Ente Parco regionale Veneto del Delta del Po, Provincia di Ferrara, Provincia di Ravenna (2004), Annuario del grande Delta 7. European Communities (2003), Common Implementation Stategy for the Water Framework Directive (2000/60/EC) – Transitional and Coastal Waters 8. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT) (2005), Metodologie per il rilevamento e la classificazione dello stato di qualità ecologico e chimico delle acque, con particolare riferimento all’applicazione del decreto legislativo 152/99 9. Provincia di Ferrara (1991, 1994), Sacca di Goro: studio integrato sull’ecologia 10. Provincia di Ferrara – Servizio Risorse Idriche e Tutela Ambientale (2003), Attività di monitoraggio ambientale della sacca di Goro 11. Regione Emilia-Romagna, Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile (2001), Progetto Wetlands-Gestione integrata di zone umide 12. Regione Emilia-Romagna, Bollettino Ufficiale, 15 febbraio 2005, Deliberazione del consiglio regionale 20 gennaio 2005, n.645 Approvazione delle linee guida per la gestione integrata delle zone costiere (GIZC) 13. Università di Bologna in Ravenna-Scienze Ambientali, Comune di Ravenna (2003), La Piallassa della Baiona
1. www.arpa.emr.it/pubblicazioni/acqua 2. www.isprambiente.gov.it/site/it-IT-/Temi/Acqua/Risorse-idriche/Acque-di-transizione/ 3. www.regione.emilia-romagna.it/natura2000 4. www.parcodeltadelpo.it
Foto di pag. 337 gentilmente concessa dall’“Archivio fotografico Parco Delta del Po Emilia-Romagna”
Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011