Diapason - Stima dell'impatto delle polveri sahariane sulla qualità dell'aria

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Desert-dust Impact on Air quality through model-Predictions and Advanced Sensors ObservatioNs

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DIAPASON VERSO UNA MIGLIORE STIMA DELL’IMPATTO DELLE POLVERI SAHARIANE NELLE MISURAZIONI DELLA QUALITÀ DELL’ARIA Rapporto a cura di: ARPA Lazio, Servizio Tecnico G.P. Gobbi (1), R. Sozzi (2), A. Bolignano (2), A.D. Di Giosa (2), F. Barnaba (1), F. Costabile (1), L. Di Liberto (1), D. Dionisi (1) M. Morelli (2). (1) ISAC-CNR,Via Fosso del Cavaliere 100, Roma, 00133, Italia (2) ARPA Lazio, via Garibaldi,114 Rieti, 02100 Italia. ABSTRACT ten contributes exceeding the air quality PM10 limit values (daily average and number of maximum yearly exceedances) set by the EU 2008/50/EC Air Quality Directive. The DIAPASON project has been funded under the EC-LIFE+ program (LIFE10 ENV/IT/391) to contribute improving the methodology currently suggested by the European Commission to assess the desert dust contribution to the European PM levels. At the core of the DIAPASON methodology is the development (prototypes) of affordable remote sensing devices called ‘Polarization Lidar-Ceilometers’ (PLCs). This contribution will provide an overview of the observations performed in Rome in the last years. Keywords: Particulate Matter, Saharan dust, air quality RIASSUNTO Nelle regioni dell’Euro-Mediterraneo il contributo delle sabbie Sahariane sui valori di particolato (PM) può essere rilevante e concorrere al superamento dei valori limite di PM10 nell’aria (media giornaliera e numero massimo di eccedenze in un anno) stabiliti dalla direttiva UE sulla Qualità dell’Aria 2008/50/CE. Il progetto IT/391) con lo scopo di apportare migliorie alle metodologie attualmente suggerite dalla Commissione Europea per stimare la percentuale di sabbia del deserto presente nei livelli di PM in Europa. Al centro della metodologia DIAPASON c’è lo sviluppo di prototipi di strumenti di telerilevamento, denominati Polarization Lidar-Ceilometers (PLCs). Questo report vuole fornire una panoramica generale sul progetto DIAPASON e presentare i primi risultati forniti dalle osservazioni sulla sabbia proveniente dal Sahara eseguite a Roma negli scorsi anni. Parole chiave: particolato atmosferico, sabbie Sahariane, qualità dell’aria Contatti autori: roberto.sozzi@arpalazio.it ARPA Lazio – 2014

Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia Coordinamento editoriale: ARPA Lazio – Divisione polo didattico Foto di copertina dell’ARPA Lazio


INDICE

INTRODUZIONE................................................................................................................ Pag.

5

1 METODOLOGIA....................................................................................................... "

7

2

9

RISULTATI E DISCUSSIONE........................................................................................ "

3 CONCLUSIONI......................................................................................................... " 15 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI............................................................................................ " 17 INDICE DELLE FIGURE...................................................................................................... " 19 INDICE DELLE TABELLE.................................................................................................... " 19



INTRODUZIONE

Con la direttiva europea 2008/50/CE viene richiesto che in tutti gli Stati Membri la concentrazione media giornaliera di PM10 non debba superare, per più di 35 volte durante un anno civile, il valore limite di 50 µg/m3. La Commissione Europea, tuttavia, consente di scorporare gli sforamenti dovuti a contributi naturali, qualora tale presenza naturale venga dimostrata con sufficiente certezza. In particolare, le specifiche linee guida emanate dalla Commissione Europea nel 2011 stabiliscono gli elementi fondamentali per l’identificazione e la valutazione dell’impatto delle sabbie desertiche sui livelli di PM10 misurati nelle stazioni di monitoraggio di qualità dell’aria. L’approccio seguito dalle linee guida prevede l’analisi combinata di condizioni meteorologiche, di specifiche previsioni modellistiche, di osservazioni da satellite e di misure di PM10, e suggerisce una metodologia operativa per la valutazione degli eventi di trasporto di sabbie da regioni aride (qui denominata anche ‘Baseline Methodology’ e basata su studi spagnoli - es. Escudero et al., 2007; Querol et al., 2009)). Dal punto di vista delle osservazioni sperimentali, la proposta delle linee guida focalizza l’attenzione sugli aspetti legati all’incremento delle concentrazioni al suolo di particolato dovuto all’intrusione di sabbie sahariane, senza richiedere elementi conoscitivi della reale natura del particolato o sulla distribuzione verticale degli aerosol durante tali eventi. Il progetto DIAPASON (Desert dust Impact on Air quality through model-Predictions and Advanced Sensors ObservatioNs), finanziato dal programma EC LIFE+ 2010, mira al miglioramento della Baseline Methodology della CE. In particolar modo, al centro del progetto DIAPASON ci sono lo sviluppo e l’uso di strumenti di rilevazione remota (Polarization Lidar-Ceilometers, PLCs) specificatamente progettati e sviluppati all’interno del progetto stesso e in grado di essere di supporto in una rete di monitoraggio della qualità dell’aria.

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1. Metodologia

L’approccio metodologico seguito dal progetto DIAPASON prevede diverse fasi di lavoro parallele centrate, da un lato, sull’applicazione, nell’area pilota di Roma, della Baseline Methodology come suggerito dalle linee guida europee, d’altro lato nella progettazione, sviluppo e operatività del lidar a polarizzazione (PLCs). Tali strumenti, riuscendo a discriminare il particolato sferico da quello non sferico, come appunto la sabbia Sahariana, e sondando la colonna atmosferica con una risoluzione dell’ordine della decina di metri, consentono di "osservare" la reale presenza in atmosfera delle sabbie trasportate. L’impiego di tale tipo di strumento permette quindi di valutare come e in che misura la presenza di sabbie a vari livelli in atmosfera si ripercuota sui bassi strati atmosferici e sui dati prodotti dagli strumenti al suolo, tipicamente utilizzati nella valutazione della qualità dell’aria. Le osservazioni da satellite sono molto efficaci nel registrare la propagazione orizzontale delle avvezioni sahariane (es. Barnaba e Gobbi, 2004; Hatzianastassiou et al., 2009), ma non sono in grado di individuare l’altezza delle nubi di sabbia e, quindi, se tale nube ha realmente effetto sul PM registrato al suolo. Queste informazioni sono invece fornite dai lidar a polarizzazione, radar laser capaci di una discriminazione risolta con l’altezza di particelle di aerosol sferiche e non sferiche (es., Gobbi et al., 2000). I lidar a polarizzazione odierni sono principalmente non operativi, costosi, rivolti esclusivamente alla ricerca. La possibilità di produrre lidar a polarizzazione economici e operativi e di disseminarli in buon numero sul territorio porterebbe ad un notevole miglioramento nella capacità di osservare il campo del particolato atmosferico e capire i processi che ne determinano l’accumulo. Un’emblematica dimostrazione di questa potenzialità si è avuta durante l’eccezionale eruzione del vulcano islandese Eyjafjalla e dalla capacità unica del Servizio Meteo tedesco di individuare e seguire l’evoluzione delle ceneri sulla Germania tramite un network di simili Ceilometers (CHM15k, ma senza polarizzazione) (Flentje et al., 2010). Per raggiungere il suo obiettivo, il consorzio DIAPASON è stato formato per trarre vantaggio dall’esperienza di: 1) un’agenzia per il monitoraggio della qualità dell’aria (ARPA Lazio), 2) un partner industriale con conoscenze specifiche su questo tipo di sistemi (la tedesca Jenoptik in una fase iniziale e successivamente la francese Leosphere) e 3) un partner di ricerca (a) (b)

Fig. 1: (a) – stazioni di riferimento nell’area di Roma. (b) stazioni di misura e sistema PLC.

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scientifica con documentata esperienza sia nel campo del monitoraggio delle avvezioni sahariane sia nell’uso della strumentazione ottica per l’aerosol (lidar a polarizzazione e dispositivi in situ) che da satellite (CNR-ISAC). Come progetto pilota, DIAPASON è condotto nell’area metropolitana della città di Roma Capitale, che conta quasi 2.5 milioni di abitanti, e utilizza una rete di tre stazioni (Fig. 1a) attrezzate sia con strumentazione classica sia con sistemi PLC (Fig. 1b). La posizione geografica di Roma offre infatti il duplice vantaggio di essere: 1) situata nel Mediterraneo centrale (in direzione delle regolari ondate di sabbia dal Sahara) e 2) in gran parte influenzata dalle emissioni antropiche provenienti dalla città stessa. Uno schema che sintetizza il progetto DIAPASON è rappresentato in figura 2.

PROBLEM How to securely implement EU Air quality Policy and Legislation allowing to assess and subtract contributions to PM levels due to natural particles

MAJOR OBJECTIVE Starting from EC 2010 Guidelines* to build an upgraded desert dust detection Methodology to assess and quantify PM levels due to Saharan dust

MEANS Detection and description of Saharan dust clouds through advanced atmospheric observations (prototypes of Polarization LidarCeilometers), particle counters, supported by satellite maps, and model forecasts

EXPECTED RESULTS Guidelines & Recommendations for a secure and affordable detection and assessment of the contribution of Saharan dust to PM under the EU Air Quality Directive 2008/50/EC

8 Fig. 2: Schema del progetto DIAPASON: problemi, obiettivi, metodi e risultati previsti.


2. RISULTATI E DISCUSSIONE

L’implementazione della Baseline Methodology richiede la valutazione integrata di una serie di strumenti di diversa natura con l’obiettivo di identificare eventuali eventi sahariani. In particolare è richiesta l’analisi prodotta da 1) modelli meteorologici (come i campi di vento, per i quali nel caso specifico viene utilizzato ‘RAMS’ e da altri sistemi modellistici quali ‘DREAM’ (operativo presso il Barcelona Supercomputing Center), ‘SKIRON’ (operativo presso l’Università di Atene), ‘HYSPLIT’ (modello americano per il calcolo delle retrotraiettorie), ‘NAAPS’ (operativo presso U.S. Navy), 2) osservazioni da satellite prodotte dal sensore ‘MODIS’ (con cui sono equipaggiati i satelliti Terra e Aqua) e 3) osservazioni di PM10 fornite dalla rete di misura.

9 Fig. 3: Software sviluppato dall’ARPA Lazio nell’ambito del progetto DIAPASON per la visualizzazione e l’impiego delle informazioni richieste dalla Baseline Methodology per l’identificazione degli eventi sahariani

Per quantificare l’impatto degli eventi sahariani sulle concentrazioni di PM10 stimate dalla rete di misura, la Baseline Methodology propone il calcolo del carico di polvere sahariana, PMDL, come : observed 50th PM 10DL  PM 10  PM 10

con PM1050th pari al 50° percentile calcolato su una finestra temporale di 15 giorni su una stazione di fondo regionale. L’analisi condotta per diversi anni (2009, scelto come anno test e triennio 2012-2014) ha mostrato come questa metodologia porti a diversi "casi dubbi" (tabella 1) sia riguardo all’identificazione dei singoli eventi sahariani sia al calcolo dell’impatto sui livelli di PM10, specie considerando che l’applicazione della metodologia dovrebbe avere finalità operative. In ragione di ciò, l’integrazione delle linee guida europee con strumenti non convenzionali, come il lidar a polarizzazione PLC, che potenzialmente possono essere predisposti come strumenti operativi, è un passo importante verso una migliore valutazione degli eventi di trasporto di polvere da aree desertiche. Un esempio di sinergia tra modelli (e/o similmente immagini da satellite) e osservazioni con i PLC in presenza di trasporto di sabbie sahariane è rappresentato in figura 4. L’immagine mostra:


Mese

Numero di eventi di polvere

Numero di eventi dubbi

2009

2012

2013

2014

2009

2012

2013

2014

Gennaio

1

0

1

5

2

0

0

4

Febbraio

4

0

0

7

2

0

0

1

Marzo

5

1

3

0

1

7

4

6

Aprile

7

4

6

7

4

2

Maggio

14

0

10

2

4

0

Giugno

6

3

2

3

6

4

Luglio

6

8

1

4

8

4

Agosto

5

5

4

4

5

3

Settembre

1

7

3

10

0

1

Ottobre

2

5

6

2

6

5

Novembre

9

0

1

1

4

1

Dicembre

2

0

0

4

1

1

Totale

62

33

37

42

45

25

12

11

Tab. 1: Analisi annuale degli eventi di polveri sahariane secondo la Baseline Methodology

10

a) il campo stimato di polveri desertiche (concentrazione in superficie) sul Mediterraneo come ottenuto dal modello "Dream" (http://www.bsc.es/projects/earthscience/ DREAM), b) le misurazioni di PM10 compiute dall’ARPA Lazio a Roma (solo nelle stazioni esterne alla città) prima, durante e dopo le manifestazioni di sabbie sahariane, c) il profilo di polveri desertiche modellate su Roma (Italia), d) la reale distribuzione verticale dell’aerosol osservata dal lidar su Roma. Il modello è in grado di prevedere gli eventi e quantificarli in circa 100 μg/m3 nei livelli più bassi (dove i dati PM vengono raccolti). Tuttavia, questa è una previsione, non una misurazione. Dall’altro lato, le misurazioni di PM10 evidenziano chiaramente un aumento marcato in corrispondenza dell’evento (comunque non più alto di 70 μg/m3), ma non sono in grado di provare che questo sia dovuto alla sabbia. Le misurazioni compiute con il lidar mostrano la presenza di sabbia fino a 4.5km di altitudine (con una struttura a due livelli: 0-2km e da 2.5 a 4.5km di altitudine). Poiché l’aumento del carico di particolato (curva nera) corrisponde a un aumento di depolarizzazione (curva blu) la misura lidar rivela che l’aumento di aerosol osservato nei livelli più bassi per il tramite di strumentazione in situ è effettivamente dovuto a polveri desertiche. La quantità di PM10 dovuta alla sabbia misurata con il lidar nei livelli più bassi è di circa 60 μg/m3. Questa sequenza evidenzia chiaramente l’idea alla base del progetto DIAPASON. In generale, un notevole numero di dati raccolti a Roma dimostrano che le informazioni fornite dal lidar a polarizzazione sul profilo di aerosol facilitano di molto la misurazione del contributo di sabbia del deserto sui livelli di PM osservati a livello del terreno (Gobbi et al., 2007). Nell’anno 2001 il contributo medio di sabbia sahariana sui livelli di PM10 è stato quantificato in 19 μg/m3, sia in un background urbano che in una stazione da traffico. Il numero di eccedenze della soglia media giornaliera di PM10 dovuta a queste condizioni è più alto del 60% nel sito con background urbano e ovviamente più basso (circa 40%) nel sito da traffico, dove i superamenti sono generalmente relativi causati dall’inquinamento locale. Nel periodo 2001-2004 le misurazioni con il lidar hanno rilevato che la sabbia sahariana ha transitato su Roma nel 28% dei giorni, con eventi in numero minore durante i mesi invernali. È stato osservato inoltre che la sabbia ha raggiunto il suolo nel 60% di questi eventi di avvezione.


11 Fig. 4: (a) Concentrazione in superficie della sabbia del deserto (μg/m3) come previsto dal DREAM Model per il 15 marzo 2011 (b) Valori di PM10 misurati nelle stazioni esterne alla città di Roma (Italia) nel periodo 8-20 marzo 2011(Julian day 67-79, 2011). (c) Profilo verticale della concentrazione di sabbia del deserto (μg/m3) come previsto dal DREAM Model su Roma (Italia) il 15 marzo 2011. (d) Profilo del lidar VELIS (0-6 km) dell’aerosol backscatter ratio (R, curva nera), Depolarizzazione (linea blu) e massa di polveri stimata (μg/m3, magenta) come osservato a Roma il 15 marzo 2011. Il reperimento della quantità di sabbia dalle tracce del lidar segue la stima del volume di sabbia fornita da Barnaba e Gobbi (2001) e presuppone una densità delle particelle di 2 g/cm3.

Le osservazioni con il lidar sono state impiegate anche per derivare la distribuzione verticale tipica di questi strati di polveri come riportato in figura 5. Questi pennacchi, che tipicamente variano in un range di altezze di 0-6 km, mostrano un valore del coefficiente di estinzione dell’ordine di 0.03 km-1. In accordo con Barnaba e Gobbi (2004), un coefficiente di estinzione di 0.03 km-1 corrisponde a una massa di particolato sospeso dell’ordine di 20 μg/m3. Questa stima rappresenta il limite massimo dell’aumento della quantità prevista che ha effetti sulle misurazioni di PM10 effettuate a livello del terreno. Un’analisi dei dati riguardanti il PM10 di Roma nel periodo 2001-2004 basati sulla differenza tra la media dei cinque giorni precedenti agli eventi e la stima del PM10 nel corso di questi eventi (tempo determinato sulla base delle previsioni e delle misurazioni compiute dal lidar) mostra che le avvezioni di sabbie sahariane esercitano un impatto significativo sui record di PM10, con aumenti medi di 15 μg/m3. Questa analisi ha portato a concludere che, su Roma, il 24-45% di eccedenze di PM10 nel corso dei quattro anni (2001-2004) ha un’origine naturale (avvezioni di sabbia sahariana). In particolare, se nei pressi di una stazione di pesante traffico il 26% degli sforamenti è dovuto a sabbia del deserto, la percentuale sale al 32% nei pressi di una stazione di background urbano e al 43% dei casi nei pressi di una stazione di background regionale.


Fig. 5: Statistiche del coefficiente di estinzione dell’aerosol medio (km-1 a 532 nm) in funzione dell’altezza derivate dalle osservazioni del lidar VELIS durante le avvezioni sahariane a Roma nel periodo 2001-2004.

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Nel febbraio 2014 una nube di sabbia ha percorso l’Italia e ha scavalcato le Alpi per arrivare fino almeno a Monaco di Baviera. Il trasporto è stato così intenso che ancora a marzo le nevi delle Dolomiti del Brenta presentavano un colore rosso mattone e, una volta sciolte, rilasciavano i piccoli granelli rossi (foto sotto).

Fig. 6: Immagini dell’evento di trasporto di polveri sulle Dolomiti e granulometria delle particelle


A Roma i valori più alti di PM in concomitanza dell’evento di polveri desertiche è stato osservato il 19 febbraio. Tuttavia, le informazioni necessarie per l’identificazione degli eventi di polvere sahariana richieste dalla Baseline Methodology, sia modellistiche sia le osservazioni da satellite, hanno evidenziato la criticità dell’evento.

13 Fig. 7: Esempio di mappe richieste dalla Baseline Methodology per l’identificazione degli eventi di polvere sahariana datato al 19/02/2014.

I livelli medi giornalieri di PM10 rilevati durante l’evento hanno mostrato, nelle 3 stazioni di fondo all’interno dell’area metropolitana di Roma (Figura 8), un incremento di concentrazione tra il 50% e il 56% rispetto al giorno precedente. PM10 - 01/01/2014 - 28/02/2014 80

evento del 19/02/2014 70

concentrazione PM10 (ug/m3)

60

50 eventi Villa Ada Castel di Guido Boncompagni

40

30

20

10

0 0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

giorno giuliano

Fig. 8: Concentrazione di PM10 rilevata nelle stazioni di fondo di Roma dal 01/01/2014 al 28/02/2014. Le barre verticali identificano i giorni influenzati da possibili intrusioni sahariane.


Seguendo la Baseline Methodology, utilizzando Fontechiari come stazione di fondo regionale, il carico di polvere attribuito all’evento è stato di circa 36 µg/m3 a fronte di 45 µg/m3 di PM10 osservati a Villa Ada, 56 µg/m3 a Boncompagni e 35 µg/m3 a Castel di Guido dato che costituisce una criticità, poiché inferiore al carico di polvere stimato. I radar laser hanno fornito la possibilità di osservare la discesa sulla città delle polveri sahariane a metà della giornata (Figura 9) mentre le letture di PM10 delle centraline si impennavano (Figura 10). L’immagine lidar mostra in funzione della quota (tra 0 e 6km di altitudine sopra Roma) e del tempo (tra le 0 e le 24 del 19/2/2014), con scala di colore crescente, la concentrazione di particolato in atmosfera. Gli strati rappresentati da colori rossi rivelano la presenza di nubi.

14

Fig. 9: Immagine lidar di Tor Vergata (CNR-ISAC) del 19/02/2014 PM10: concentrazione oraria del 19/02/2014 140

Preneste

concnetrazione (ug/m3)

120

Tiburtina Boncompagni

100

80

60

40

20

0 1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

ora

Fig. 10: Concentrazione oraria di PM10 osservata il 19/02/2014 nelle stazioni Preneste, Tiburtina e Boncompagni


3. CONCLUSIONI

Il progetto DIAPASON mira a tradurre i risultati combinati di misurazioni e modelli in una metodologia operativa, economica e orientata al monitoraggio. Questa, testata nell’area di Roma, sarà facilmente trasferibile sul territorio nazionale e in paesi europei che affrontano gli stessi problemi ambientali. Come valore aggiunto, l’innovativo approccio basato sul PLC sviluppato all’interno del progetto DIAPASON sarà in grado di rilevare e monitorare avvezioni di altri PM come le ceneri vulcaniche o gli incendi, anch’essi presi in considerazione all’interno delle linee guida EC 2011.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

European Commission (EC), Establishing guidelines for demonstration and subtraction of exceedances attributable to natural sources under the Directive 2008/50/EC on ambient air quality and cleaner air for Europe. 38 pp., February, 2011. Escudero M. et al., A methodology for the quantification of the net African dust load in air quality monitoring networks in ‘Atmospheric Environment’, 41 (2007), pp. 5516–5524. Querol, X. et al., African dust contributions to mean ambient PM10 mass-levels across the Mediterranean Basin in ‘Atmospheric Environment’, 43, 28 (2009), pp. 4266-4277. Barnaba, F. – Gobbi, G. P., Aerosol seasonal variability over the Mediterranean region and relative impact of maritime, continental and Saharan dust particles over the basin from MODIS data in the year 2001 in ‘Atmospheric Chemistry and Physics’, 4 (2004), pp. 2367-2391. Hatzianastassiou, N. et al., Natural versus anthropogenic aerosols in the eastern Mediterranean basin derived from multiyear TOMS and MODIS satellite data in ‘Journal of Geophysical Research’, 114 (2009), D24202. Gobbi G.P. et al., Altitude-resolved properties of a Saharan-Dust event over the Mediterranean in ‘Atmospheric Environment’, 34 (2000), pp. 5119-5127. Flentje, H. et al., The Eyjafjallajökull eruption in April 2010 – detection of volcanic plume using in-situ measurements, ozone sondes and a new generation ceilometer network in ‘Atmospheric Chemistry and Physics’ Discuss., 10 (2010), pp. 14947-14968. Gobbi, G. P. et al., Estimating the impact of Saharan Dust on the PM10 record in Rome (Italy) in 2001 in ‘Atmospheric Environment’, 41 (2007), pp. 261-275. Barnaba, F. – Gobbi, G. P., Lidar estimation of tropospheric aerosol extinction, surface area and volume: Maritime and desert-dust cases in ‘Journal of Geophysical Research’, 106-D3 (2001), pp. 3005-3018.

17



Indice delle figure

Fig. 1: Fig. 2: Fig. 3: Fig. 4:

(a) Stazioni di riferimento nell’area di Roma. (b) Stazioni di misura e sistema PLC............................................................................ Pag. Schema del progetto DIAPASON: problemi, obiettivi, metodi e risultati previsti............................................................................................... " Software sviluppato dall’ARPA Lazio nell’ambito del progetto DIAPASON per la visualizzazione e l’impiego delle informazioni richieste dalla Baseline Methodology per l’identificazione degli eventi sahariani....................................... " (a) Concentrazione in superficie della sabbia del deserto (μg/m3) comeprevisto dal DREAM Model per il 15 marzo 2011. (b) Valori di PM10 misurati nelle stazioni esterne alla città di Roma (Italia) nel periodo 8-20 marzo 2011(Julian day 67-79, 2011). (c) Profilo verticale della concentrazione di sabbia del deserto (μg/m3) come previsto dal DREAM Model su Roma (Italia) il 15 marzo 2011. (d) Profilo del lidar VELIS (0-6 km) dell’aerosol backscatter ratio (R, curva nera), Depolarizzazione (linea blu) e massa di polveri stimata (μg/m3, magenta) come osservato a Roma il 15 marzo 2011. Il reperimento della quantità di sabbia dalle tracce del lidar segue la stima del volume di sabbia fornita da Barnaba e Gob bi (2001) e presuppone una densità delle particelle di 2 g/cm3........................... " Fig. 5: Statistiche del coefficiente di estinzione dell’aerosol medio (km-1 a 532 nm) in funzione dell’altezza derivate dalle osservazioni del lidar VELIS durante le avve zioni sahariane a Roma nel periodo 2001-2004......................................................... " Fig. 6: Immagini dell’evento di trasporto di polveri sulle Dolomiti e granulometria delle particelle........................................................................................................................ " Fig. 7: Esempio di mappe richieste dalla Baseline Methodology per l’identificazione degli eventi di polvere sahariana datato al 19/02/2014.......................................... " Fig. 8: Concentrazione di PM10 rilevate nelle stazioni di fondo di Roma dal 01/01/2014 al 28/02/2014. Le barre verticali identificano i giorni influenzati da possibili intrusioni sahariane.................................................................................... " Fig. 9: Immagine lidar di Tor Vergata (CNR-ISAC) del 19/02/2014..................................... " Fig. 10: Concentrazione oraria di PM10 osservata il 19/02/2014 nelle stazioni Preneste, Tiburtina e Boncompagni............................................................................................. "

7 8 9

11 12 12 13 13 14 14

Indice delle tabelle Tab. 1: analisi annuale degli eventi di polvere secondo la baseline methodology......... Pag.

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METADATI

Titolo

DIAPASON : verso una migliore stima dell’impatto delle polveri sahariane nelle misurazioni della qualità dell’aria

Autore

ARPA Lazio

Soggetto

Aria – Qualità – Rapporti tecnici

Descrizione

Questo report vuole fornire una panoramica generale sul progetto DIAPASON e presentare i primi risultati forniti dalle osservazioni sulla sabbia proveniente dal Sahara eseguite a Roma negli scorsi anni.

Editore

ARPA Lazio

Data

Dicembre 2014

Tipo

Report

Formato

Cartaceo, elettronico

Identificatore

Report_2014_DT0.DAI_03

Lingua

IT

Copertura

Italia

Gestione dei diritti

ARPA Lazio – Rieti 2014

21



I m pa g i n a z i o n e e s ta m pa

tiburtini.it Dicembre 2014



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