Pablo Auladell

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PABLO AULADELL Antologica Macerata 6 / 21 Dicembre 2014



Vent’anni di Libriamoci, un’assoluta eccellenza di Macerata Città del libro. Con Libriamoci regaliamo a grandi e bambini un tempo speciale per i libri, le illustrazioni, la fantasia. L’Amministrazione comunale crede e investe nel Festival del libro illustrato con la piena fiducia nella direzione artistica di un prestigioso illustratore maceratese, Mauro Evangelista, una firma del panorama internazionale. Mauro sceglie per noi i più importanti illustratori per raccontare le meravigliose storie e crea laboratori dell’immaginazione. Con Libriamoci ricordiamo a noi stessi che siamo Nati per leggere: mettiamo in movimento i libri che sanno creare buone relazioni tra grandi e bambini, insieme ai lettori volontari della biblioteca comunale, le associazioni e le librerie indipendenti. Un grande progetto di Città di cui andiamo fieri. Stefania Monteverde Assessore alla Cultura


Organizzazione: Comune di Macerata Ars in Fabula Fabbrica delle Favole Macerata Musei Curatore: Mauro Evangelista Si ringraziano: Nati per Leggere MC Uollas Accademia di Belle Arti Les Friches La Bottega del Libro Libreria Del Monte

In copertina: Pablo Auladell Alas y olas ed. Barbara Fiore Spagna, 2011

Babazuf Edizioni Macerata 2014


PABLO AULADELL Antologica AlĂŹgeri, cavalcatori ed altre malinconie Galleria degli Antichi Forni

La leggenda del santo bevitore Palazzo Compagnoni Marefoschi

Macerata 6 / 21 Dicembre 2014


LA FERIA ABANDONADA El gran estreno mundial de lo que fue y ya no es (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm


Libriamoci: gli artisti in mostra di Michela Avi

Libriamoci mostra Internazionale d’illustrazione (oggi festival del libro illustrato) è tra le iniziative di promozione alla lettura più note in Italia e all’estero. Promossa dal Comune di Macerata si avvale della collaborazione di Macerata Musei, di Ars in Fabula Scuola di Illustrazione e dell’organizzazione della Fabbrica delle Favole, associazione che ha ricevuto l’Andersen 2011 per le attività di valorizzazione nel mondo dell’editoria. Negli anni sono tanti i soggetti coinvolti nelle attività in programma: dalle scuole di ogni ordine e grado alle librerie cittadine indipendenti, dall’Accademia di Belle Arti di Macerata a varie associazioni cittadine, dall’ateneo maceratese a “Nati per leggere”, dagli insegnanti ai bibliotecari, dagli appassionati d’illustrazione a migliaia di piccoli lettori, grandi protagonisti di Libriamoci. L’iniziativa prende il via nel 1994, con gli anni la mostra da collettiva diventa monografica, preziosa antologica dedicata ogni anno ad un artista di punta dell’illustrazione internazionale. La direzione artistica è affidata all’illustratore Mauro Evangelista, nei primi anni collaborano il compianto Massimo Mostacchi e Monica Monachesi. L’ultima mostra collettiva risale al 2003 ed ha come ospite d’eccezione Emanuele Luzzati. Tra le opere in mostra le tavole originali, firmate Serena Riglietti, dell’Harry Potter italiano. La proposta monografica parte dal 2004 con la personale di Josef Wilkon, maestro polac-

co dell’illustrazione; la Galleria degli Antichi Forni è la cornice ideale del suo “Bestiario fantastico” con uno spazio riservato alle mirabili sculture dell’artista. A presentare l’artista e la “nuova formula” che caratterizzerà d’ora in avanti la rassegna è uno dei principali esperti italiani di letteratura ed illustrazione per ragazzi: Walter Fochesato, oggi docente dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e della Scuola Ars in Fabula. Il 2005 è l’anno dell’ampia retrospettiva dei maestri slovacchi dell’illustrazione e dell’incisione Dusan Kallay e Kamila Stanclova; accanto all’arte per bambini ampio spazio è dedicato, in questa edizione, ad una raffinatissima sezione dedicata all’arte incisoria. Ospite dell’edizione 2006 è l’illustratore Carll Cneut, in Italia è tra gli autori di punta di Adelphi; la mostra maceratese resta ad oggi la più completa retrospettiva dell’artista mai esposta in Italia. A Libriamoci 2007 arriva il mondo bizzarro e divertente di Anna Laura Cantone: le sue illustrazioni tridimensionali (con originali collage di foto, stoffe, oggetti di plastica e bulloni) invadono gli Antichi Forni. Nel 2008 l’illustratore Mauro Evangelista riceve il Premio Andersen Miglior illustratore e il Premio Emanuele Luzzati-Gigante delle Langhe: Libriamoci mostra 2008 non può che essere dedicata a lui. Una vasta retrospettiva ripercorre le tappe artistiche e professionali di Mauro Evangelista dagli esordi nei primi anni Novanta alle ultime pubblicazioni di successo. L’artista ospite della Mostra 2009 è Nicoletta Ceccoli. Quella di Macerata è la sua prima personale ed è una singolare coincidenza che l’esordio dell’artista sia avvenuto proprio a Libriamoci, nella prima esposi-


sizione del ‘94. La retrospettiva è quindi un ritorno dell’illustratrice, consacrata da vari premi tra i quali l’Award Excellence da Communication Art in America. Un coinvolgente atelier d’artista caratterizza la rassegna 2010 dedicata all’illustratore spagnolo Javier Zabala. In galleria “crescono” le architetture di Gaudì, appaiono scorci di paesaggi spagnoli e la mostra prende vita con i personaggi tratti da Shakespeare, Cervantes, Melville, Garcia Lorca. L’eleganza dell’opera in mostra di Pia Valentinis affascina i visitatori dell’edizione 2011: la rassegna è un viaggio nell’immaginario fantastico di un’illustratrice dallo straordinario tratto poetico, dalle linee incisive e raffinate. Libriamoci 2011 riserva anche la sorpresa di una sezione riservata a talenti emergenti dal titolo “Le fiabe dei Grimm illustrate”, una collettiva dei diplomati Master Ars in Fabula. L’ospite d’onore dell’anno 2012 è Fabian Negrin geniale maestro dell’illustrazione internazionale, artista eclettico e scrittore. In questa edizione di Libriamoci è possibile visitare altre due sezioni: “Raccontare gli alberi” con gli originali del libro edito da Rizzoli insignito del Super premio Andersen “Miglior libro del 2012” (illustratori Pia Valentinis e Mauro Evangelista) e “Mondo Matto” con le illustrazioni di ATAK (libro edito da Orecchio Acerbo). Ritmo, poesia, colore, improvvisazione sono tra le caratteristiche dell’ospite d’onore Gek Tessaro che regala a Libriamoci 2013 un’arte di grande coinvolgimento. Tessaro ammalia, coinvolge, entusiasma il pubblico di Libriamoci con il suo spettacolo di

teatro disegnato che rappresenta l’ideale completamento della vasta mostra antologica. Nello stesso anno la rassegna propone una sezione dedicata a Gianni Rodari interpretato da una giovane illustratrice: la talentuosa Lisa Gelli (“Favole per bambini generosi”, Editori Internazionali Riuniti). E arriviamo ai 20 anni! Libriamoci festival del libro illustrato è cresciuto, sono aumentati gli appuntamenti, gli incontri con gli autori, le mostre, i laboratori, le visite nelle varie sedi ( Galleria degli Antichi Forni, Scuola Ars in fabula a Palazzo Compagnoni Marefoschi, Palazzo Buonaccorsi) ma soprattutto Macerata, nel frattempo, è diventata una capitale dell’illustrazione, crocevia di illustratori, autori, editori, appassionati d’illustrazione. Dalla semina di Libriamoci tanto è cresciuto, tanto continua a crescere. Quest’anno si celebra il ventennale con Pablo Auladell, grande artista, maestro spagnolo dell’illustrazione, del fumetto d’autore, della graphic novel, premiato nel 2006 come miglior nuovo autore di talento al “Salò del còmic” di Barcellona. Un’esposizione di grande magia è l’antologica dal titolo “Aligeri, Cavalcatori e altre Malinconie”, vario è il repertorio tematico: da Andersen ai contemporanei. Una sezione della personale di Auladell “La leggenda del santo bevitore”, dal titolo della nota opera di Joseph Roth, è ospitata nelle sale della scuola Ars in Fabula. In questa ventesima edizione la sezione dedicata ai talenti emergenti ha il titolo “Contus Antigus. Sardegna, i racconti”, suggestivo progetto che vede protagonisti illustratori isolani ai quali è affidata l’interpretazione figurata degli antichi racconti popolari di una Sardegna...da favola.


Artisti in mostra a Libriamoci dal 1994 al 2014 Roberta Angeletti

Giulia Frances

Laura Paoletti

ATAK

Barbara Frigerio

Alexandra Pulix

Maria Chiara Aresti

Ignazio Fulghesu

Luigi Raffaelli

Giorgia Atzeni

Lisa Gelli

Cinzia Ratto

Pablo Auladell

Francesco Giustozzi

Serena Riglietti

Vlasta Barankova

Michael Grejniee

Tiziana Romanin

Maria Battaglia

Estella Guerrera

Marie José Sacré

Nicoletta Bertelle

Sita Jucker

Francesca Salucci

Silvia Boschetti

Dusan Kallay

Glenda Sburelin

Massimo Bucchi

Joshua Held

Hanspeter Schmid

Aurora Cacciapuoti

Marco Lafirenza

Loretta Serofilli

Annalaura Cantone

Bimba Landmann

Giulia Sollai

Jindra Capek

Jan Lenica

Eugen Sopko

Roberto Catani

Agnese Leone

Kamila Stanclova

Arlina Cavo

Arcadio Lobato

Cecilia Tamburini

Nicoletta Ceccoli

Marco Lorenzetti

Stefano Tartarotti

Davide Ceccon

Emanuele Luzzati

Gek Tessaro

Aura Cesari

Giovanni Manna

Franca Trabacchi

Francesca Chessa

Gianluca Marras

Agostino Traini

Silvia Ciccu

Octavia Monaco

Emilio Urberuaga

Alfonsina Ciculi

Eva Montanari

Pia Valentinis

Alessandra Cimatoribus

Fiona Moodie

Marisa Ventura

Carll Cneut

Fabian Negrin

Daniella Vignoli

Federica De Marco

Evelise Obinu

Josef Wilkon

Alessandra D’Este

Sara Oddi

Linda Wolfsgruber

Pablo Echaurren

Maurizio Olivotto

Javier Zabala

Mauro Evangelista

Mario Onnis

Stepan Zavrel

Antongionata Ferrari

Giovanna Osellame

Giuliano Ferri

Claudia Palmarucci


Pablo Auladell di Walter Fochesato

Anni or sono uno studioso acuto e originale come Giovanni Anceschi pubblicò alcune dense riflessioni attorno all’arte dell’illustrare. Fra tutte mi parve particolarmente interessante quanto lui affermava attorno all’etimologia della parola illustrazione. Da un lato, scriveva, ve n’è una che “voleva dire in origine mettere i lustri, cioè lumi e dorature” (e tutto ciò ci riporta al mondo dei codici miniati, con “una propensione per il luccicchio e il loisir”). Dall’altra invece se ne trova un’altra (“forse non falsa, certo tendenziosa”) che “sembra alludere a un raggio luminoso che –per così dire“tasta” il raffigurabile e lo mette in luce, lo manifesta”. Continuava Anceschi nella sua analisi: “E ci pare anche sensato pensare questo raggio luminoso come identico allo sguardo dell’autore (che sarà poi lo sguardo del destinatario) e ci appoggiamo qui sopra un’altra concezione, questa volta pre-scientifica, quella che intende l’occhio vedente come un organo attivo che emette raggi che investono il mondo. Di fatto l’illustratore tasta il buio della fantasia inconsapevole propria e collettiva, magari innestando improvvise reazioni dal bagliore accecante, come anche gli capita di “rivelare” o “costruire” il visibile e di restituirlo”. Chiedo scusa per questa lunga citazione ma vedendo le immagini di Pablo Auladell per questa mostra, soffermandomi sui suoi libri, chiacchierando con lui ad un certo punto mi sono ricordato, irresistibilmente direi, del saggio di Anceschi. In realtà il

LA TOUR BLANCHE Particolare (ed. Actes Sud l’An2, 2010) Acquarello e china, 37 cm x 27,5 cm


modo di procedere di Pablo, il rapporto che stabilisce con il testo, il fatto che talvolta le stesse tavole precedano la parte scritta, siano nate prima, fa proprio pensare a questo tastare il buio. E ad un raggio luminoso che investe il mondo ho pensato vedendo una sua tavola felicemente ineffabile, soavemente enigmatica. Leggero e al tempo stesso, ossimoricamente, potente una sorta di angelo ribelle o un Icaro, languido e stupefatto, che sta precipitando verso un mare dalle onde mosse e gonfie dai riflessi madreperlacei. Le ali gialle, si sono staccate, e lui precipita con una torsione che, ne mette in rilievo le costole sottili. Indossa una sorta di tuta attillata e la piccola maschera di certo lo apparenta al mondo della commedia dell’arte. Un colore nitido ma ricco di mille nuances, una rappresentazione vaporosa e illusionisticamente sospesa, talché viene da pensare all’eleganza di un affresco di Giambattìsta Tiepolo per una qualche villa veneta. Né faccio a caso questo caso perché Auladell è un autore colto e curioso capace di guardarsi attorno e di cogliere elementi figurativi che provengono anche da stagioni lontane. E tutto viene poi plasmato e reso vivo da un segno del tutto originale e inconfondibile. Pablo sa molto bene che nessun illustratore è nato maestro di sé stesso ma che tutti hanno radici e modelli, confini magari indefiniti ma certo sicuri entro i quali muoversi e soprattutto crescere e diventare sé stessi. Quindi, Picasso, amatissimo, convive con Giraud-Moebius, Lorenzo Mattotti può

stare accanto ai luminosi silenzi di un De Chirico, Balthus dialoga inopinatamente con i maestri dei comics americani dei primi del ‘900, il sommo Goya può andare a braccetto con Gustave Doré. Ma, in verità, l’elenco, un mero elenco, sarebbe alla lunga sterile e fuorviante, e quel che conta è una sorta di personalissimo “museo” che Pablo si è andata via via costruendo nel corso degli anni. Citazioni, ricordi, frammenti, note, repertori, visioni che sovente transitano nei suoi carnet. Carnet des voyages ma anche des memoires e un tratto veloce e sicuro, costantemente “domato” da un rigoroso esercizio di stile, da un procedere lento, da un lievitare leggero delle forme, come un buon pane saporito e caldo. A tutto ciò si accompagna la predilezione, fattasi nelle opere più recenti vera e propria scelta narrativa, di una sorta di implicita monocromia, rotta appena da qualche tocco di arancio sporco, marrone tenero o vivissimo azzurro. Ne La leggenda del santo bevitore, il celebre racconto di Joseph Roth il ricordo corre immediato al mondo della Nuova Oggettività tedesca e, in particolare, a George Grosz . In effetti, considerando che la vicenda si svolge a Parigi, mi sembra di cogliere piuttosto gli echi di un Théophile Aristide Steinlen, talentuoso affichista e prolifico disegnatore satirico e, ancor più, poetico cantore, socialmente impegnato, della vita popolare dei sobborghi della capitale e dei suoi abitanti: operai, cocottes, mendicanti, musicisti e venditori


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ambulanti, ortolani. Mirabile, faccio soltanto un esempio, mi sembra la tavola in cui Andreas fissa il corpo nudo di Karoline, sua vecchia amante, rincontrata casualmente. E, guardandola, vede in lei, nel suo corpo florido e abbandonato ad un sonno pesante i segni incipienti del declino fisico. Vi è la stessa aura di composta e sottile malinconia che, pagina dopo pagina, domina un albo stupendo come La feria abandonada. Il tutto accanto ad un surrealismo gentile, costantemente tenuto sottotraccia; quasi al guinzaglio, verrebbe da dire. Quel che di Pablo mi colpisce, ancora una volta, è la straordinaria forza emozionale delle sue tavole. Una stesura paziente, sapiente e incalzante, un sovrapporsi di tonalità e di tocchi con l’uso dei prediletti carboncini, usati con insuperata maestria e capaci di creare ombre fascinose e luci discrete. Ecco allora minotauri in posa (e forse in pausa pranzo) davanti ad un vecchio cavalletto fotografico su cui sta assiso un uccellino in maschera, quasi beffardo. E, ancora: uomini sui trampoli, unicorni cavalcati da fanciulli nudi, musici e saltimbanchi, uccelli antropomorfizzati. Un campionario circense, una rassegna di mirabilia dove ogni cosa pare assumere connotazioni di verità, restando ben lontana da ogni tentazione freaks, volgendo piuttosto verso la dimensione classica della metamorfosi. C’è in effetti un territorio di confine dove minuscoli cavallucci e bambine (o bambole meccaniche?) sono di assai difficile catalogazione.

LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR Particolare (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 30 cm x 41 cm

E lo stesso accade per una sorta di Pinocchio dai lunghi piedi e dalla gran testa con il corpo chiuso in una specie di scatola cubica. In un mondo dominato dalla misura composta delle figure lo sguardo tende poi a spostarsi verso piccoli lembi di paesaggio di assoluta bellezza. Tutto è sempre sul punto di diventare altro. Un possente cavallo da giostra sembra sopportare a fatica la costrizione che lo imprigiona e lo obbliga a ripetere all’infinito il giro consueto. Per questo mi piace pensare che –assieme al suo cavaliere- voglia fuggir via. Per raggiungere magari altri corsieri e ritrovarsi assieme nel combattimento di San Romano. Quello di Paolo Uccello.



Le opere in mostra



LE RĂŠVE DE PABLO (ed. La Joie de Lire, 2006). Acrilico e digitale, 31,5 cm x 44 cm


LE RĂŠVE DE PABLO (ed. La Joie de Lire, 2006) Matita e acrilico, 29 cm x 32 cm


INÉS AZUL (ed. Thule, 2008) Acrilico, 41,5 cm x 29 cm Nella pagina seguente RASMUS Y EL VAGABUNDO Disegno preparatorio per la colorazione digitale (ed. Kalandraka, 2011) Matita e pastello, 43 cm x 30 cm





RASMUS Y EL VAGABUNDO Bozzetto (ed. Kalandraka, 2011) Matita, 21 cm x 29,7 cm

RASMUS Y EL VAGABUNDO Disegno per copertina (ed. Kalandraka, 2011) Matita, 21 cm x 29,7 cm


ALAS Y OLAS (ed. Barbara Fiore, 2011) Matita e acrilico, 42 cm x 57 cm


ALAS Y OLAS (ed. Barbara Fiore, 2011) Matita e acrilico, 42 cm x 57 cm



ALAS Y OLAS (ed. Barbara Fiore, 2011) Matita e acrilico, 42 cm x 57 cm



LA FERIA ABANDONADA: El incre铆ble mono acr贸bata del tiempo perdido (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm


LA FERIA ABANDONADA El autĂŠntico souvenir del primer amor (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm




LA FERIA ABANDONADA: El elefante de las habitaciones vacías (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm

LA FERIA ABANDONADA: La compañía ambulante de los despreciados (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm


LA FERIA ABANDONADA: la peque単a orquesta de los barrios demolidos (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 29,5 cm x 37,5 cm




LA FERIA ABANDONADA: Tel贸n (ed. Barbara Fiore, 2013) Matita e pastello, 60 cm x 36 cm


LA PUERTA DE LOS PĂ JAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 29,5 cm x 41,5 cm


LA PUERTA DE LOS PĂ JAROS (ed. Impedimenta, 2014). Matita e pastello, 29,5 cm x 41,5 cm



LA PUERTA DE LOS PÁJAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 29,5 cm x 41,5 cm

LA PUERTA DE LOS PÁJAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 29,5 cm x 41,5 cm


LA PUERTA DE LOS PĂ JAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 40 cm x 30 cm


LA PUERTA DE LOS PĂ JAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 40 cm x 30 cm


LA PUERTA DE LOS PĂ JAROS (ed. Impedimenta, 2014) Matita e pastello, 40 cm x 30 cm



MASCOTAS INSĂ“LITAS (Copertina magazine Blanco y negro, 2012) Matita e pastello, 29,7 cm x 40 cm +

PETIT (Inedito, 2012) Matita e pastello, 20 cm x 28,5 cm



LA TARDE EN EL PARQUE (Prova d’ambientazione e personaggi. Inedito, 2014) Matita e pastello, 84cm x 30cm



LA TOUR BLANCHE Prima e quarta di copertina (ed. Actes Sud l’An2, 2010) Acquarello e china, 37 cm x 27,5 cm



DOS MAĂ‘ANAS (Realizzata nel 2010 e pubblicata nella fanzine croata Stripolis 5 nel 2014) Matita e colore digitale, 21 cm x 29,7 cm



PANTOMIMA (Le Monde Diplomatique Berlino, 2012) Matita e colore digitale, 31 cm x 47 cm




EL PARAÍSO PERDIDO (In pubblicazione per ed. Sexto Piso, Spagna, e per ed. Actes Sud l’An2, Francia) Matita e colore digitale, 21 cm x 29,7 cm



LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Due tavole, matita e pastello, 30 cm x 41 cm


LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 30 cm x 41 cm




LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 30 cm x 41 cm


LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 30 cm x 41 cm


LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 30 cm x 41 cm



LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 60 cm x 42 cm


LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 60 cm x 42 cm



LA LEYENDA DEL SANTO BEBEDOR (ed. Libros del Zorro Rojo, 2014) Matita e pastello, 60 cm x 42 cm





Quel che di Pablo mi colpisce, ancora una volta, è la straordinaria forza emozionale delle sue tavole. Una stesura paziente, sapiente e incalzante, un sovrapporsi di tonalitĂ e di tocchi con l’uso dei prediletti carboncini, usati con insuperata maestria e capaci di creare ombre fascinose e luci discrete. Walter Fochesato


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