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curiosar(t)e: Jordan Borda

C u R I O S A R ( T ) E

i dipinTi e le foTo di adrian Borda

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Dario Ferreri

“Un tra viaggio i luoghi e nonluoghi fisici ed emozionali dell' arte ”contemporanea

“Surreale è la realtà che non è stata separata dal suo mistero” (René Magritte)

«Non ho particolari talenti, sono soltanto

appassionatamente curioso» Albert Einstein

Adrian Borda, classe 1978, è un pittore surrealista e fotografo freelance rumeno che si autodefinisce un “viaggiatore interiore” , che esplora il misterioso ed estremamente complesso mondo del subconscio e crea con la sua arte non qualcosa che piace alla maggior parte delle persone, ma finestre su immagini strane, e talvolta inquietanti, impossibili da dimenticare. È un’artista che nella vita reale, così come

nella sua arte, non è condizionato da convenzioni e tabù, non ci sono meme sacri che non possano essere toccati: i suoi dipinti sono meditazioni profonde, piene di simboli sulla vita e le tendenze e le reazioni più intime. Adrian Borda è nato e vive a Reghin, una località tranquilla e senza vita sociale della Romania centro settentrionale, che gli ha dato e dà modo di coltivare le sue passioni. Ha iniziato a dipingere mentre frequentava il Liceo Artistico a Targu-Mures, ed ha proseguito quindi gli 5353

studi d’arte presso l'Università “George Enescu” di Iasi, presso la sezione Pittura della Facoltà di Belle Arti e Design. La sua interessante e riconoscibile cifra artistica figurativa è influenzata dai maestri del surrealismo, del realismo magico e del simbolismo. Il suo medium preferito è la pittura ad olio. La produzione pittorica di Adrian Borda spazia da soggetti dai “big eyes” , come da consolidata tradizione lowbrow (una delle particolarità dell’artista è che negli occhi dei protagonisti delle sue opere si palesano suggestivi speculari mondi 54

riflessi), a personali interpretazioni delle opere altri artisti (Michael Hussar, Dalì e Klimt, solo per citarne alcuni), da strumenti musicali antropomorfi a pin-up futuristiche e strane creature ibridi macchine-esseri umani; le composizioni delle sue opere attraversano il romanticismo come l’aggressività, ed in alcune di esse, talvolta, è presente una forte componente erotica.

Per quanto riguarda l’altro suo medium pre5555

ferito, la fotografia, è una passione che è nata inizialmente per catturare soggetti ed ambientazioni utili per le composizioni dei suoi dipinti, ma che poi è esitata in altra grande autonoma passione artistica. La postproduzione grafica (Photoshop è il software preferito dall’artista) è un suo ordinario modus procedendi creativo. Merita di essere ricordato il suo bel progetto fotografico “La luce interiore”: le immagini scattate dal56

l’artista sembrano ritrarre vecchie sale abbandonate, appartenenti al secolo scorso, si tratta invece di fotografie realizzate all’interno di vecchi strumenti musicali. Adrian D. Borda ha tenuto alcune mostre personali e partecipato a collettive in Romania, Olanda ed USA; molte delle sue opere ora appartengono a collezioni private in tutto il mondo, tra gli altri, Stati Uniti, Ungheria, Canada, Francia, Svizzera, Giappone, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Grecia e molti altri. Per seguirlo sui social: https://www.facebook.com/adrian.borda.art (quasi 24.000 foll o w e r ) , https://www.instagram.com/adrian.borda/ (oltre 37.000 follower), https://www.adrianborda.com/

grazia varisco Lecce, Fondazione Biscozzi | Rimbaud piazzetta Baglivi 9 ottobre 2022 - 8 gennaio 2023 Apertura: tutti i pomeriggi, escluso il lunedì dalle ore 16.00 alle 19.00, la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Biglietto d’ingresso: 5 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) Biglietto ridotto: 3 euro (comprensivo anche di visita dell’esposizione permanente della Fondazione) - per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, scolaresche (della primaria e delle secondarie), studenti di università, accademie d’arte e conservatori provvisti di tesserino, insegnanti tel. 0832 1994743 www.fondazionebiscozzirimbaud.it

MarTa Museo archeologico nazionale Taranto, Corso umberto n. 41 Tel. +39 099 4532112 www.museotaranto.beniculturali.it

opere in rosso Collettiva d’arte Roma - Studio Fabio Milani / Terrazza Milani Via uffici del Vicario 33 int. 7 fino al 15 novembre 2022 Ingresso libero. Info: 391 1032603

aBaBaB ryan cosbert, luke o'Halloran, Beatrice scaccia Andrea Festa Fine Art Roma, Lungotevere degli Altoviti 1, dal 29 ottobre fino al 15 novembre

collecTion 150 fotografie della collezione Bachelot a cura di Sam Stourdzé 7 ottobre 2022 -15 gennaio 2023 Roma, Accademia di Francia Villa Medici Viale della Trinità dei Monti, 1 corpo di donna. a firenze in mostra gli scatti di letizia Battaglia Firenze, via San Gallo 191 fino al 27 novembre 2022 seBasTião salgado alTre aMericHe fino al 2 novembre 2022 Castello Aragonese di Otranto Tutti i giorni dalle 10 alle 24 Intero 12 Euro, Ridotto 9 Euro, Scolaresche 3 Euro. Gratuito (minori fino a 6 anni, guide turistiche con patentino con gruppo, e disabili e un accompagnatore) Info 0836 212745

crumbgalleryfi@gmail.com +39.347.368.1894 Al cinemahttps://www.crumbgallery.com/ solo il 17, 18 e 19 gennaio diretto dal piTTori di poMpei 23 settembre 2022 - 19 marzo 2023 Museo Civico Archeologico, Bologna 2022 il regista film Museo Civico Bologna, Via DavidArcheologico dell’Archiginnasio 2, Bickerstaff distribuito da Adler Entertainment Biglietti: intero € 14 | ridotto € 12 | scuole € 5 Info e prevendite: +39 02 91446110 . mondomostre.vivaticket.it ipittoridipompei.it ricHard avedon: relaTionsHips 100 scatti per celebrare il grande fotografo Richard Avedon Milano, Palazzo Reale fino al 29 gennaio 2023 Lunedì chiuso. Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 19.30. Giovedì 10.00 - 22.30

(la “ biglietteria chiude un ' ora prima) Da martedì a venerdì dalle 10:00 alle Intero € 15,00 www.palazzorealemilano.it Mara fabbro alberto pasqual i cusTodi della MaTeria roBerT doisneau CAMERA Torino, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia Torino, Via delle Rosine 18, fino al 14 febbraio 2023 La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 e il giovedì dalle 11.00 alle 21.00. www.camera.to arTeMisia genTilescHi a napoli Gallerie d'Italia - Napoli Napoli, Via Toledo, 177 Dal 3 dicembre 2022 al 20 marzo 2023 19:00. Sabato e domenica dalle 10:00 alle 20:00. ultimo ingresso: un ' ora prima della chiusura Lunedì chiuso. Intero: 7,00 Info: 800 167 619

1° ottobre – 6 novembre 2022 Castello del Monferrato, Casale Monferrato (AL) P.zza Castello, Casale Monferrato (Al) Tel. 0142 444329 Ingresso: gratuito. Orari apertura Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 ‘pier paolo pasolini. soTTo gli occHi del Mondo’ Villa Manin di Passariano e il Centro Studi Pier Paolo Pasolini a Casarsa della Delizia fino al 8 gennaio 2023 da martedì a domenica 10.00 – 19.00 lunedì chiuso Aperture straordinarie: martedì 1° novembre, giovedì 8 dicembre, sabato 24 dicembre fino alle 14.00, sabato 31 dicembre fino alle 14.00, venerdì 6 gennaio 2023 Ingresso Villa Manin: Intero € 8,00 Ingresso Centro Studi Pier Paolo Pasolini: gratuito https://www.villamanin.it/

liseTTa carMi. suonare forTe Gallerie d'Italia - Torino fino al 22 gennaio 2023 Martedì, Giovedi, Venerdì, Sabato, Domenica dalle 9.30 alle 19.30 Mercoledi dalle 9.30 alle 22.30 Lunedì chiuso ultimo ingresso: un’ora e mezza prima della chiusura. Ingresso: 10 € https://www.gallerieditalia.com/

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ASSuNTINA MARzOTTA Viaggio nell’anima Il Raggio Verde edizioni 2022 p. €12,00 ISBN VIAGGIO NELL’ANIMA LA POESIA DI ASSuNTINA MARzOTTA

Assuntina Marzotta, docente di scuola primaria, è una poetessa prolifica, ha vinto numerosi premi letterari nazionali e internazionali, ha compiuto studi di Psicologia, ha un approccio antropologico e vivo con la parola. Uno sguardo conoscitivo con l’essenza delle cose. La sua raccolta di poesie “Viaggio nell’anima” (Il Raggio Verde Edizioni), comparsa nella collana Testi DiVersi, diretta da Antonietta Fulvio, con in copertina una straordinaria foto di Michele Piccinno, è un percorso lirico, sui selciati d’amore d’una donna (Assuntina), che ha sofferto, amato, gioito, patito, ha trovato lo spazio fisico e temporale per esprimere le sue sensazioni più illese. Ha riconosciuto con la forza salvifica, terapeutica, catartica, della poesia, la decisionalità frammista alla fragilità, cioè quel mix esistenziale che ci consente di mostrarci nudi. Nudi come la terra nuda. “Viaggio nell’anima” è uno scandaglio intimo nella propria interiorità, nei vissuti più chiari, nelle zone d’ombra, per far emergere alla luce del sole tracce del proprio sé e lampi d’infinito. Difatti, la poetessa, pur seguendo un registro pressoché intimistico e personale, non è mai ripiegata su se stessa, non fa mai balenare un ego sovrabbondante. Tutt’altro. Ciascun lettore può ricompattarsi in questi versi di ampi spazi semantici, nella consapevolezza che la vera poesia è quella che va dal particolare all’universale. Assuntina Marzotta va a fondo nelle pieghe della vita, della sua vita (che poi è anche la nostra esistenza), e come un rabdomante del pensiero sa trovare sorgenti di acqua cristallina. La poetessa evoca anche sentimenti dolenti e dolceamari, come la tristezza, la melanconia, la nostalgia, l’insoddisfazione, la lontananza delle persone amate, ma questi codici dell’anima non sono mai invalidanti, si sanno colorare di rosa e d’amaranto. “Viaggio nell’anima” è anche una discesa lenta nei luoghi del Salento, fra uliveti, scaglie di pietra, muretti a secco, fra cicale, gechi, spighe d’oro, e fra frenetiche danze invasate ad esorcizzare tarante. Il tempo è una clessidra che ruba sabbia all’esistenza. Il tempo, a volte, è un fanciullo con gli occhi d’incanto, perso nello stupore delle cose della vita. Quelle che (come cantava, tanti anni fa, Antonello Venditti) fanno piangere i poeti. Da attenta psicologa, Assuntina non stagna mai nel dolore, lo muta, lo mutua, lo trasforma in qualcosa d’altro, in novelle aurore sorgive. Il dolore, nei suoi versi, non è mai paralizzante, ma diventa l’antefatto, lo stratagemma, per poter ritrovarsi, tutti assieme, agli angoli delle strade a condividere giorni compagni. Elaborare il dolore e farlo diventare accettazione, consapevolezza, alba radiosa, è un atteggiamento esistenziale, prima ancora che poetico, di assoluto riguardo. Nella raccolta di poesie s’esalta e si sublima

una Natura panica, sostanziata di ciliegi, di grappoli di bianco sambuco, di “talari” di nero tabacco, di vecchie “pajare” , di viola tramonti, di cromie d’azzurro, di canti di grilli, del frinìo delle cicale, delle rocce arse del Salento. Una nota ricorrente come un leitmotiv nel libro di Assuntina è la linfa vivificatrice della memoria, senza la quale nessun viaggio sarebbe possibile. La memoria (la ricordanza) permette di scavare pazientemente nei meati della nostra storia e in quella dell’umanità. E così possono diventare sempre attuali, con lo strumento della reminiscenza, ad esempio, i ricordi dell’infanzia, il sapore delle sere d’estate profumate di grano, il pane fresco della fanciullezza che rifluiva vociante nella piazza. La memoria può indugiare per sempre su un amore eterno: “Noi siamo niente, /ma siamo tutto ciò che abbiamo:/siamo le pietre incastonate ad arco, /la voce di preghiere bisbigliate/per liberarmi di un dannato inferno/” . Poesia che scorre, quella di Assuntina, perché l’essere è fluire, fiamma di fuoco sempre vivo. Una cifra caratteristica e riconoscibilissima di “Viaggio nell’anima” è l’anelito di passione. Un viaggio chiamato amore, per prendere in prestito una dizione cara a Dino Campana. Amore che si manifesta, tra l’altro, nelle poesie dedicate ai figli Riccardo e Lavinia, al nipotino TroyAlexander, a zia Delia, al padre, alla madre. L’idioma di fierezza della madre della poetessa, i cadenzati echi di memorie, il padre che vestiva di silenzio, la lontananza del nipotino e del figlio Riccardo, gli occhi di cielo grigio e mare della figlia Lavinia, tenera fanciulla violinista, sono ipotenuse di bellezza umana. Un grande poeta salentino del secondo Novecento, Ercole Ugo D’andrea, molto apprezzato nei circoli letterari fiorentini di Luzi e di Betocchi, dedicava molti versi agli affetti familiari. Un po’ come fa Assuntina Marzotta, poetessa di sentimenti, di dolcezza, di amore diffuso.

Marcello Buttazzo

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ALDO RECCHIA un figlio o una figlia? Il Raggio Verde 2022 pp.76 €12,00 ISBN 979-12-80556-27-1

SALVATORE GIANNuzzI Te ticu ‘na cosa Il Raggio Verde 2022 pp.72 €12,00 ISBN979-12-80556-28-8 un figlio o una figlia? aldo reccHia spiega coMe è possiBile scegliere il sesso del nasciTuro

Te Ticu ‘na cosa, il liBro di salvaTore giannuzzi liricHe dialeTTali e pensieri sparsi

Un figlio o una figlia? La scelta è possibile è l’intrigante libro di Aldo Recchia, il Raggio Verde edizioni, che spiega come la colpa sia dei papà che devono saper “orientare” i rispettivi gameti nella fecondazione dell’ovulo femminile. Sì, è proprio così: per scegliere il sesso di un nascituro, - anticipa l’autore - occorre solo che i papà sappiano “orientare” i propri spermatozoi. Al momento giusto e con le dovute accortezze. Tutto è possibile, ormai. D’altro canto, quante volte ci si è chiesto se è possibile costruire persino un castello di sabbia… sulla sabbia? Anche in questo caso, la risposta non può che essere:“è possibilissimo!” . Una pubblicazione che si basa su conoscenze dirette o indirette dell’autore e in particolare sulle ricerche del ginecologo Gianvito Pesce di Mola. Aldo (Rinaldo, all’anagrafe) Recchia è nato a Torre Santa Susanna (BR) il 17 gennaio 1945. Già docente di materie letterarie nelle scuole medie, è un giornalista professionista e ha lavorato presso “La Gazzetta del Mezzogiorno” dal giugno 1969 al gennaio 2003. Ha pubblicato due saggi “Orientagiovani” - finalizzati ad aiutare i giovani nella scelta della facoltà universitaria dopo il diploma - e “Il Compasso morale del cane” , edito da Il Raggio Verde. Nei primi Anni ‘90 è stato insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Lo schizzo che ritrae il volto dell'Autore gli fu dedicato nel 1992 da Franco Pasqualone, noto vignettista e ritrattista di Chieti.

La nuova raccolta di poesie e brevi racconti di Salvatore Giannuzzi, con la bella immagine di copertina di Michele Piccinno, si intitola “Te ticu ‘na cosa” e vuole essere un dialogo intimo tra lui e i suoi lettori ai quali apre il suo cuore e svela i propri sentimenti. La poesia di Salvatore Giannuzzi - si legge nella prefazione di Raffaele Polo - è lo specchio preciso del suo essere, della sua anima. Senza orpelli di alcun genere, senza finzioni o artificiali ricerche di corroborantiexploit linguistici, procedendo con lo sguardo sereno, sicuro dei propri sentimenti, Salvatore ci offre un piacevole e delicato quadro della nostra realtà che, vista dai suoi occhi, finisce per essere un cammino tuttosommatoaccettabile e ricco di speranza. Nato a Casarano (Lecce) il 24 ottobre 1949, Salvatore Giannuzzi dopo aver conseguito il diplomaditecnicodiLaboratoriodianalisichimico-clinichevinceilconcorso inospedale,dovelavorafinoalpensionamento,esuccessivamente,come volontario nell’associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” presieduta dal cappellano dell’ospedale Don Gianni Mattia. Cura infatti le iniziativelegateallaclowterapianelrepartopediatricopartecipandoinprima personaalleattività.Piùvoltepremiatoaconcorsinazionalidipoesie,lasua prima raccolta “Canti d’amore e di terra” curata da Raffaele Polo, è stata editata da Il Raggio Verde. (2018).

EDOARDO CRISAFuLLI 33 ore Vallecchi Firenze 2022 pp.352 €18 ISBN 9788825203684 il rocaMBolesco viaggio di edoardo crisafulli per fuggire dalle BoMBe sull’ucraina del 24 feBBraio

“33 ore. Diario di viaggio dall’Ucraina in guerra” . Si intitola così il libro di Edoardo Crisafulli, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Kiev, edito da Vallecchi. Nel libro l’autore rielabora i pensieri nati durante il rocambolesco viaggio per fuggire dall’ "operazione speciale" russa scoppiata, con missili e bombe, il 24 febbraio 2022. Una fuga in macchina da Kiev alla Moldavia, porta d’ingresso per l’Unione Europea durato 33 ore, senza pause, mentre i paracadutisti russi scendevano dal cielo e le infrastrutture ucraine venivano polverizzate dagli attacchi. Un diario di viaggio a cavallo fra la narrazione e il saggio in cui cronaca, letteratura e storia si intrecciano in maniera creativa e coinvolgente. Nato a Rimini nel 1964 in una famiglia mista (madre anglo-irlandese, padre di origine siciliana e per metà ungherese-tedesco), Edoardo Crisafulli dal 2001 è addetto culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dal 2020 dirige l’Istituto Italiano di Cultura di Kiev. Ha diretto gli Istituti di Cultura di Haifa, di Damasco e di Beirut. È il maggior traduttore britannico della Divina Commedia. Ha pubblicato "The Vision of Dante, Igiene verbale, Le ceneri di Craxi, La fede nel dialogo, nonché raccolte di racconti. Ha ricevuto il premio Elsa Morante, sezione “Culture europee” .

Il libro sarà presentato il 3 novembre, a partire dalle ore 16 al Maschio Angioino presso la Sala Litza Cittanova Valenzi nella sede della Fondazione Valenzi, l’istituzione internazionale dedicata a Maurizio Valenzi, parlamentare italiano ed europeo, sindaco a Napoli dal 1975 al 1983.

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priMa visione (recensioni e riflessioni)

Massimiliano Manieri

EVERYTHING EVERYWHERE “ ALL AT ONCE (ovvero, una nuova luce sul cinema del paradosso spazio/temporale) ”

d ’ A u t o r e C i n e m a

Nell’oblò di una lavatrice può risiedere il caos? Il caos è opportunità o solo terreno utile per confonderci? La protagonista del film è proprietaria di una lavanderia come tante, in America, nel mondo. Come tante deve risolvere centinaia di problemi, da una famiglia disastrata, una figlia lesbica che non confiderà mai al padre rigidissimo i suoi gusti sessuali, alle pile di bollette da pagare (ordinatissime, sulla sua scrivania). In questo universo costei è soltanto una madre? Oppure al suo interno (ed in altre dimensioni universali) risiedono migliaia di ulteriori possibilità? Il cinema da quando si è messo in testa di lottare con il multiverso, ha liberato decine di versioni della “visione” di un altrove possibile, oltre ciò che riteniamo visibile. Tanti registi ed autori ci si sono cimentati, da Nolan (in una modalità matematico/creativa), agli studi Marvel che ci sguazzano da tempo, in chiave eroico/fantasy. In Se mi lasci ti cancello (titolo italiano orribile che nasconde la meraviglia che fu Eternal sunshine of the spotless mind) il protagonista sembra contenere al suo interno più universi, più possibilità del vivere, ed incontra la tremendissima scelta del poter del tutto dimenticare il suo vissuto. Uno dei primi lavori che si provò nell’attraversamento di queste tematiche fu il mitico Donnie Darko, passato quasi in silenzio nel 2001, ma poi, caso rarissimo, di rimbalzo divenuto cult nei cineforum degli amanti della settima arte, per il suo taglio oscuro e quasi bordeline. Un tentativo similare era stato già azzardato in Sliding Doors, pellicola amorosa del 1998, ma qui la trama, nel suo concedere più possibilità ai protagonisti, di amarsi, oppure lasciarsi, era stata piuttosto sviluppata sotto la luce del: “e se invece fosse accaduto che…?” per non parlare dei vari Matrix etc etc. Quindi potremmo dire, fino a questa precisa pellicola dei fratelli Daniels (che si presentano curiosamente come The Daniels), che il cinema ci aveva provato, con risultati alterni, godibili, spesso però scatologici! E se le varie dimensioni fosse assai più semplice raccontarle? Con un melting pot variegato e giocoso insieme? Che parte come un puzzle dai tasselli impazziti, ma che mano a mano trova negli occhi dello spettatore una sua forma? Ecco, questo è ciò che esattamente ho provato nel buio della sala. Passando da una frase interiore tipo: “a che gioco stanno giocando i Daniels?” Ad un'altra in cui mi sorprendevo della essenzialità simbolica con cui costoro continuavano a schizzar colori sullo schermo, facendomi sorridere e pensare, sorridere e pensare, ma sempre destabilizzandomi… E sempre senza offrirmi subito una chiave di

volta, e per una volta in più avrei dovuto soffermarmi di più sul titolo, che traducendolo, illustra meravigliosamente l’enigma da loro affrontato: “Tutto, Ovunque, Tutto in una volta” . Alla protagonista, la cui vita sembra tracciata in modo normalissimo, viene offerta la possibilità di salvare il mondo, salvando sé stessa, attraverso l’utilizzo dei molti sé nel multiverso circolanti, avviando un tourbillon visivo che stordisce ed insieme affascina. Con un linguaggio forse mai utilizzato, per questi argomenti, in modo così giocoso. E quando stavo lì lì per perdermi, tornava quell’oblò di lavatrice sullo schermo, a girare, girare, girare, con gli occhi della protagonista, una splendida Michelle Yeoh, che ci si perde dentro. Si attraversa tutto il film come una meravigliosa giostra, di cui i Daniels sono insieme motore ed anima, telaio e penna, e la protagonista attraversa decine di possibilità del suo sé, aprendo la trama a meccanismi narrativi fantasiosissimi, tra cui un universo in cui gli arti son morbidi ed imbranatissimi salsicciotti (con una Jamie Lee Curtis stupefacente nel suo ruolo), ma vi è una differenza essenziale che segna indelebilmente quest’opera: diversamente da altre pellicole, dove vi è un crescendo emotivo e spettacolare, qui l’effetto mano a mano decresce, il puzzle tutto, trovando la sua forma, si rivela sorprendentemente semplice, anche se geniale, ed essenzializzano, i Daniels, fino all’ultimo fotogramma. Gli autori tolgono delicatamente i veli sovrapposti, e sul finire ci mettono davanti a due sassi, che in un ipotetico dialogo, discutono davanti ad un dirupo la loro esistenza (e la loro conseguente immobilità). Poesia visiva allo stato puro, e non te l’aspetteresti, dopo esser stato sbattuto sulla giostra visiva, per due ore e passa! Che poi il film finisce, e l’unica domanda che puoi farti è solo questa: “avevo abbastanza spazio dentro io per contenerlo tutto?” …e quella lavatrice ancora gira nella tua testa Sarà un film di cui si parlerà in futuro, come spartiacque autoriale in queste tematiche.

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