LABORATORI
o
d’
innovazione
THE WORKSHOP
OF INNOVATION
Mandragora
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION progetto di | a project by
realizzato da | developed by
in collaborazione con | in collaboration with
coordinamento generale del progetto | project coordination Elisa Guidi, Artex - Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana coordinamento della didattica | teaching coordinators Giulio Angelini, Massimo Cianfrei, Marco Migliari - ISIA Roma collaborazione alla didattica | with the collaboration of Gloria Barcellini - ALESSI coordinamento tecnico | technical coordination De Plano Consulting allestimenti | exhibition set-up and coordination Studio LaVanguardia
© 2005 Mandragora Mandragora s.r.l. piazza del Duomo 9, 50122 Firenze www.mandragora.it traduzione inglese | English translation by Jeremy Carden redazione, grafica e impaginazione | editing, design and typesetting Monica Fintoni, Andrea Paoletti, Paola Vannucchi Stampato in Italia | Printed in Italy ISBN 88-7461-065-3
coordinamento allestimento mostra Alessi | installation coordinator for the Alessi exhibition Antonella De Martino - ALESSI
Questo libro è stampato su carta TCF (totally chlorine-free). This book is printed on TCF (totally chlorine-free) paper.
campagna fotografica prototipi | photographs (prototypes) Carlo ed Elisa Gianni campagna fotografica ART 2004 | photographs (ART 2004) Saverio Lombardi Vallauri si ringraziano per la collaborazione | thanks to Firenze Fiera spa Museo Alessi
Artex via Sandro Botticelli 9r, 50132 Firenze tel. +39 055 570627 fax +39 055 572093 www.artex.firenze.it artex@artex.firenze.it
LABORATORI
o
d’
innovazione
THE WORKSHOP
OF INNOVATION
a cura di Elisa Guidi e Marco Migliari
Mandragora
La Toscana è presente, nell’immaginario collettivo, come un ambiente caratterizzato «da un paesaggio, da una storia, da prodotti, dove la bellezza della natura si è coniugata con un intervento antropico “a misura d’uomo”, senza fratture tra il passato, il presente e, apparentemente, anche il futuro». In realtà la Toscana è – ed è sempre stata – “moderna”, “innovatrice”, grazie alla sua connaturata capacità di conservare e vivificare le proprie tradizioni, vivendole come una enorme ricchezza da valorizzare. La capacità e i savoir-faires tradizionali hanno permesso al tessuto produttivo toscano – soprattutto a quello delle lavorazioni artistiche e tradizionali – di divenire laboratorio per le sperimentazioni più avanzate dei più importanti designer e produttori a livello internazionale: l’artigianato artistico toscano è stato in molti casi una sorta di “alta moda” dell’industria, grazie alla innata capacità dei produttori toscani di trasformare con le proprie mani l’idea in oggetto. Oggi più che mai, l’innovazione e soprattutto il progetto, la creatività devono essere valori aggiunti propri delle produzioni artistiche toscane: per questo motivo la Regione Toscana da diversi anni promuove iniziative specifiche volte a introdurre sempre nuovi elementi di innovazione – non soltanto formale – nel tessuto produttivo della nostra regione. In quest’ottica la creazione di un rapporto tra un’azienda come Alessi – leader nel settore dell’innovazione ma nel contempo attenta al rispetto e alla valorizzazione delle proprie radici locali – e giovani progettisti e imprese toscane delle produzioni artistiche e tradizionali ci è sembrata una sfida estremamente interessante. Ci auguriamo che, grazie anche a questa esperienza, possano diffondersi all’interno del sistema artigianale toscano una sempre maggiore ricettività nei confronti della cultura del progetto e dell’organizzazione azien-
In the collective imagination, Tuscany is characterised by “its landscape, its history and its products; the beauty of the natural environment is accompanied by intervention on a human scale and there is a seamless bond between the past, the present, and seemingly the future as well”. In fact Tuscany is, and has always been, ‘modern’ and ‘innovative’, thanks to its ingrained ability to preserve and give fresh vigour to its traditions, and to regard them as invaluable resources that deserve promotion. Traditional skills and know-how have enabled the Tuscan production networks, above all those of artistic and traditional professions, to become laboratories for the cutting-edge experimentation of leading international designers and manufacturers. Tuscan arts and crafts concerns have in many cases been a kind of industrial equivalent of haute couture, thanks to the innate capacity of Tuscan craftspeople to use their hands to transform an idea into an object. More than ever before, Tuscan arts and crafts require the added value of innovation and, above all, of a creative project. This is why, for some years now, the Regione Toscana has been promoting specific initiatives aimed at introducing new elements of innovation—and not only formal ones—into the production fabric of the region. From this perspective, the possibility of forging a relationship between a firm like Alessi—a leader when it comes to innovation but at the same time careful to respect and valorise its local roots—, young designers and Tuscan firms making artistic and traditional products seemed to us to be an extremely interesting challenge. Our hope is that thanks to this experience the Tuscan craft system will become increasingly receptive towards design culture and business organisation, and that in turn industry may learn to have greater faith in
dale e nell’ambito dell’industria una maggiore fiducia nelle potenzialità offerte dall’artigianato artistico quale laboratorio di sperimentazione, in piccole serie o in pezzi unici, di nuove collezioni e di nuovi materiali.
the potential offered by artistic craft businesses as experimental laboratories for the production of limited runs or one-off pieces, for new collections and for new materials.
Ambrogio Brenna Assessore all’Artigianato, PMI, Industria, Cooperative di produzione e lavoro, promozione e internazionalizzazione del sistema produttivo, innovazione del sistema produttivo Regione Toscana
Ambrogio Brenna Minister for Crafts, SME’s, Industry, Innovation, Promotion and Internationalization of the Production System and Cooperation Regional Government of Tuscany
Questo volume si colloca alla conclusione di un processo progettuale – voluto dalla Regione Toscana e realizzato da Artex, Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana – che ha visto la proficua collaborazione tra il mondo dell’industria, rappresentato da un’azienda leader quale è Alessi, il mondo della formazione e il mondo delle produzioni artistiche toscane. Uno schema complesso e articolato che si è posto l’obiettivo di analizzare in che forme e in che modi il mondo dell’industria e quello dell’artigianato possono interloquire, soprattutto nell’ottica di innescare processi innovativi all’interno delle produzioni artistiche e tradizionali. Aspetti e processi innovativi che hanno l’obiettivo di aiutare le imprese artigiane, soprattutto quelle delle produzioni artistiche e tradizionali, a risolvere i problemi, strutturali e non, che le costringono ad affrontare il mercato – in una situazione di crisi generalizzata – da una posizione di dipendenza strategica. Ci auguriamo quindi che questa esperienza non rappresenti un unicum, ma che costituisca invece un primo passo nella creazione di rapporti stabili tra realtà diverse: realtà che, superando l’iniziale diffidenza reciproca, possono, volendolo, divenire complementari e interagire costantemente nell’ottica della tutela e della diffusione del prodotto made in Italy – e made in Tuscany – come portatore di valori formali ma anche culturali ed etici, e di una qualità inimitabile.
The publication of this volume comes at the conclusion of a process initiated by the Region of Tuscany and implemented by Artex (Centre for the Artistic and Traditional Handicrafts of Tuscany). This process has led to fruitful collaboration between the industrial world, represented by Alessi, a market leader in its sector, the educational world and the world of Tuscan applied arts. The goal of this complex and highly developed project was to analyze in what forms and ways the industrial and applied arts worlds can engage with each other, especially with a view to stimulating innovative processes in traditional arts and crafts. The idea is that such processes can help small businesses, especially those operating in the field of traditional applied arts, to solve a number of structural and other problems that, in a generally difficult economic climate, place them a position of strategic dependency in the marketplace. The hope, then, is that this does not just prove to a one-off initiative, but the first step towards the establishment of enduring ties between different fields of production; once initial and reciprocal diffidence has been overcome, and providing there is a basic underlying will, these fields can become complementary and can work together on an on-going basis to safeguard and promote Italian- and Tuscan-made products, which are resonant with formal but also cultural and ethical values, and distinguished by an inimitable style.
Franco Biagi Presidente
Franco Biagi President
Alessandro Ricceri Direttore
Alessandro Ricceri Director
Artex - Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana
Artex - Centre for the Artistic and Traditional Handicrafts of Tuscany
PERCORSI DI INNOVAZIONE IN TOSCANA THE TUSCAN WAY TO INNOVATION Elisa Guidi
Le azioni di Artex nel settore dell’innovazione iniziano nella metà degli anni Novanta con alcune esperienze che traggono la loro forza dall’importanza delle idee che sono state enucleate. Sono stati sviluppati, in maniera pionieristica, alcuni concetti successivamente condivisi a livello nazionale e internazionale: l’innovazione attraverso il recupero della storia, della tradizione e della cultura intesa anche come genius loci; la necessità del rapporto con le richieste del mercato di riferimento e la centralità del profilo del consumatore e dei meccanismi di acquisto nel progettare l’innovazione; l’importanza del rapporto con quelle che potremmo definire sorgenti culturali, ossia centri di formazione, artistica e non, musei, emergenze culturali e/o produttive. Questi temi sono stati sviluppati in una serie di progetti e iniziative la cui realizzazione ha messo in luce potenzialità ma anche limiti e difetti delle imprese toscane – e italiane – del settore artistico e tradizionale. Le esperienze più significative della prima fase di attività sono Trend of 2000, Trendenze e MuseoMuseo (con il prodromo costituito dall’esperienza di Art Shop). MuseoMuseo rappresenta il primo tentativo organico, a livello nazionale, di creare l’auspicato collegamento tra patrimonio culturale e lavorazioni artistiche di un territorio con l’obiettivo principe di realizzare oggetti portatori di reali significati – simbolici e materiali –
Artex began working in the field of innovation in the mid-1990s, implementing a number of projects whose main strength lay in the importance of the ideas they explored. Ground-breaking work was done to develop a number of concepts that were later embraced at a national and international level as well: innovation through the rediscovery of history, of traditions and of culture, understood also as genius loci; the need to respond to market requirements, and the importance of the consumer profile and of purchase mechanisms in innovative practices; the importance of the relationship with what might be defined as cultural sources—educational centres (artistic and non-artistic alike), museums and new cultural and/or production developments. These issues were explored in a series of projects and initiatives that shed light on the potential but also the limitations and shortcomings of Tuscan—and Italian— companies in the field of artistic and traditional crafts. The most significant initiatives in the first phase of Artex’s activities were Trend of 2000, Trendenze and MuseoMuseo (together with the preliminary Art Shop project). MuseoMuseo was the first coordinated effort made in Italy to establish a connection between the cultural legacy and the applied arts of a given area, the primary aim being to produce objects with genuine symbolic
ELISA GUIDI
progettati e prodotti per essere venduti all’interno dei bookshop museali. Trend of 2000 e Trendenze enucleano invece due temi particolarmente significativi per i processi innovativi: l’importanza dell’analisi degli scenari di tendenza in atto nei mercati di riferimento – con particolare attenzione al profilo del consumatore – e la necessità di individuare figure cognitive in grado di trasferire gli input provenienti dalle analisi nel percorso produttivo delle imprese toscane. Le azioni successive sono state realizzate partendo da dati ormai consolidati – importanza dell’idea, del progetto, della multidisciplinarietà e dei sistemi di riferimento per l’introduzione di fenomeni innovativi – e hanno contribuito ad evidenziare la necessità della costituzione di sistemi a rete sul territorio, con network composti da soggetti di varia natura in grado di interagire per l’ottimizzazione dei risultati. Nascono così i progetti a rete della seconda fase: Trend, Marketing & Design, META. Si viene quindi a definire un nuovo concetto d’innovazione, di livello superiore (potremmo definirlo “metainnovazione”), che contempla, accanto all’imprescindibile innovazione nei risultati (di prodotto o tecnologica), un’innovazione nei processi: si parla cioè di un’innovazione strategica, supportata da un’innovazione di tipo organizzativo. È nel contesto della costituzione di reti per l’innovazione che si colloca l’esperienza del progetto Artigianato e Industria. Laboratorio di Innovazione, esperienza che ha voluto analizzare il rapporto, complesso e in alcuni casi contraddittorio, dell’artigianato artistico con il mondo dell’industria. Come partner per questa prima esperienza di collaborazione tra imprese delle produzioni artistiche toscane e mondo dell’industria è stata scelta Alessi. La scelta è stata motivata da varie considerazioni: l’alto valore attribuito dall’azienda al progetto e al rapporto con i
9
and material meanings, designed and made to be sold in museum bookshops. Trend of 2000 and Trendenze, on the other hand, explored two issues of particular significance for innovative processes: the importance of analyzing current trends in the relevant market—with particular attention to the profile of the consumer—and the need to identify people capable of transferring the findings of these analyses into actual productive practices on the part of Tuscan firms. Artex’s subsequent activities took as their starting point a number of well-established tenets—the importance of the concept, of the project, of a multidisciplinary approach and of systems of reference when introducing innovative practices —, and these activities have helped to highlight the need to establish grassroots’ network systems comprising various kinds of subjects capable of interacting profitably to optimize results. This was the basis for the network projects of the second phase: Trend, Marketing & Design, META. A new and more sophisticated notion of innovation—we might call it ‘meta-innovation’—was defined; besides essential innovation geared towards results (products or technology), the concept also envisaged innovation in processes. The key notions, then, were strategic innovation supported by organizational innovation. It was in the context of the establishment of innovation networks that the Artigianato e Industria. Laboratorio di Innovazione (‘Crafts and Industry. The Workshop of Innovation’) project was initiated; the goal was to analyze the complex and at times contradictory relationship between the applied arts and industry. The partner chosen for this initial collaborative experience involving Tuscan craft firms and the industrial world was Alessi. This choice was prompted by a number of considerations: the high value attributed by the company to the design process and to working relation-
10
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
designer; l’alto valore attribuito, nella politica aziendale, all’innovazione formale e tecnologica e alla qualità del prodotto; l’attenzione dell’azienda, una delle più “globali” del panorama italiano del settore casa, alle radici locali; l’ampia gamma di settori coperti. Come “filtro” intelligente tra gli input provenienti dal mondo Alessi e le imprese toscane del settore artistico è stata scelta l’ISIA di Roma, i cui studenti hanno lavorato prima in modo autonomo – con il sostegno dei docenti e del tutor di Alessi –, poi in stretto contatto con le imprese toscane che hanno prototipato i progetti selezionati.
ships with designers; the value attributed to formal and technological innovation and to product quality; a concern, on the part of what is one of Italy’s most ‘global’ firms in the household goods sector, with local roots; and the wide range of products made by Alessi. The ISIA in Rome was chosen as an intelligent ‘filter’ between the input provided by Alessi and Tuscan firms working in the field of the applied arts; at first students worked independently, with the support of the teaching staff and of tutors from Alessi, and then in close contact with the Tuscan firms that developed the prototypes of the selected projects.
INNOVAZIONE: PICCOLA GRANDE IMPRESA INNOVATION: A SMALL/LARGE-SCALE ENTERPRISE Marco Migliari
La competizione sui mercati internazionali richiede all’ingegno italiano delle soluzioni più creative per rendere il prodotto nazionale capace di essere imprevedibile nei suoi sviluppi futuri e pertanto difficilmente imitabile a costi inferiori. Fondamentale, in questo processo, diventa allora ripensare le logiche con cui sono stati finora concepiti e prodotti gli oggetti domestici. In primo luogo va rivisto il rapporto tra gli oggetti e i loro contesti d’uso, cercando di elaborare nuovi significati al concetto di funzione. L’oggetto che funziona non è più soltanto quello che sa svolgere un compito operativo, ma è quello che sa meglio vivere le sue relazioni operative e immaginarie rispetto all’uso. Il valore delle cose è dato così dalla loro capacità di relazione. Occorre perciò analizzare come si colloca l’oggetto nel suo contesto d’uso (cucina, soggiorno, bagno, ufficio ecc.) e immaginare come può essere più intraprendente oppure cosa succede se una tipologia viene spostata da un ambiente a un altro in cui non è mai stata: con quali nuovi oggetti fa “amicizia”, ipotizzare come si trasforma vestendosi con nuovi materiali e sviluppando nuovi comportamenti. Questo approccio culturale biologico, che porta a vedere in modo “umanizzato” il mondo artificiale delle cose, esemplifica il bisogno della cultura progettuale di arricchirsi di altri contributi disciplinari per diventare maggiormente innovativa. Come avveniva nel Rinascimento, quando il “disegno ita-
Competition on the international marketplace represents a challenge for Italian ingenuity, more creative solutions being required to make the future development of products more unpredictable and hence hard to imitate at a lower cost. A fundamental aspect of this process is to rethink the philosophy underlying the design and production of domestic objects. First of all, the relationship between objects and the context in which they are used must be reconsidered, and new meanings developed for the concept of function. An object that works is no longer just one that is capable of performing a given task—it is one that best expresses its operative and imaginary relations with respect to its use. The value of things is thus determined by their ‘ability to relate’. It is therefore necessary to analyse how an object is situated in the context in which it is used (kitchen, living room, bathroom, office, etc.) and to imagine how it might become bolder, or to see what happens when one type of object is moved from its habitual environment to an unfamiliar one. This involves seeing what new objects it ‘makes friends with’ and hypothesising how it might change when it is made with new materials and the different ways in which it might behave. This ‘biological’ approach, which leads one to see the artificial world of things in humanized terms, exemplifies the need for design culture to draw on and learn from other disciplines so as to become more innovative. This
12
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
liano” si affermava nel mondo grazie alla sua capacità culturale non specialistica di elaborare nuovi scenari, dal castello alle macchine alle scenografie delle feste. Antonio Paolucci, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, chiedendosi come mai la modernità in pittura nel Seicento non fosse nata in Toscana ma in Val Padana per poi giungere attraverso Bologna fino a Roma (Il Sole 24 ore, 4 aprile 2004), afferma che «ogni rivoluzione per realizzarsi compiutamente ha bisogno di pluralità di opzioni possibili, di tradizioni non troppo autorevoli e quindi non troppo vincolanti». Per consentire alla «rivoluzione di assumere forme imprevedibilmente nuove», occorre dotarsi di risorse culturali numerose e diverse e di libertà di scelta e di azione. Questa è la rivoluzione culturale che trasforma l’artigianato di carattere artistico e decorativo in aziende capaci di essere propositive e competitive verso il mercato. Non si tratta allora di rinnegare le proprie origini, ma di tutelarle attraverso la ricerca di nuove concezioni di oggetti capaci di attivare sorprendenti narrazioni, che colleghino il passato al futuro.
is what happened in the Renaissance, when ‘Italian design’ earned an international reputation thanks to a nonspecialist cultural capacity for innovation in fields that ranged from the castle to machines and stage sets. Reflecting on why modernity in 17th-century painting did not originate in Tuscany but in the Val Padana, subsequently spreading, via Bologna, as far as Rome (Il Sole 24 Ore, 4 April 2004), Antonio Paolucci, Superintendent of the Polo Museale Fiorentino, commented that “in order to be fully achieved, every revolution requires a range of possible options, of traditions that are not too authoritative and therefore not too binding”. If a revolution “is to take on unpredictable new forms”, it must acquire a wide and full range of cultural resources and freedom of choice and action. This is the cultural revolution that transforms artistic and decorative craft concerns into firms capable of being proactive and competitive on today’s markets. It is not a question of renouncing one’s origins, but rather of conserving them by seeking to reconceive objects so they might develop surprising threads linking the past and the future.
MARCO MIGLIARI
Mettere a confronto un’azienda come Alessi, che ha saputo arricchire di concetti la sua produzione tradizionale, anche con oggetti che mantengono tuttora passaggi produttivi manuali, con piccole aziende della tradizione toscana attraverso il contributo progettuale di designer in formazione ha avuto il senso di richiamare le capacità produttive delle aziende toscane verso oggetti portatori di nuove visioni, culturali e funzionali. Un compito che è sempre più strategico.
13
Developing ties between a big company like Alessi, which has successfully enriched its traditional products with new concepts—also using objects still partly produced by hand—, and small traditional Tuscan firms through the contribution of trainee designers has had the effect of directing the production skills of Tuscan firms towards objects with new cultural and functional values. This task is increasingly strategic.
TRA ARTIGIANATO E INDUSTRIA: UN CASO ITALIANO HANDICRAFTS AND INDUSTRY: THE ITALIAN EXPERIENCE Alberto Alessi
A partire dalla seconda metà del XIX secolo si è andata delineando, in maniera sempre più marcata, una dualità spesso conflittuale tra l’artigianato e la nuova nata industria. Da una parte un approccio produttivo caratterizzato da un grande contributo manuale, da pezzi unici e serie limitate; dall’altro una precisa riproducibilità seriale, figlia della modernità illuminista, in grado di gestire con efficienza produzioni da grande serie. Queste due identità, apparentemente antitetiche e inconciliabili, possono avere in realtà una connessione molto forte. Connessione che purtroppo un approccio distorto all’interno della società dei consumi ha contribuito a rendere difficile. Questo legame in realtà ruota attorno a un perno fondamentale: la convinzione cioè che esista nella società degli uomini, e quindi nel mercato, un enorme bisogno di arte e di poesia. Un bisogno di arte e di poesia che sta crescendo e che non è più soddisfatto esclusivamente dai mezzi classici che nel passato erano deputati a soddisfare questo bisogno, come l’arte nei musei e la poesia nei libri. Oggi i mutamenti della nostra società hanno portato il pubblico, la gente, tutti noi a desiderare di avere una fruizione artistica in tutti i momenti della nostra vita quotidiana. In questo senso riteniamo che il design sia una delle forme artistiche più tipiche degli anni che stiamo vivendo, e che le cosiddette “Fabbriche del De-
In the second half of the 19th century an often conflictual and increasingly marked duality began to emerge between handicrafts and the newly established industry of the age. On the one hand the craft approach to production was characterised by a heavy emphasis on manual work, unique one-off items and limited runs; industry, on the other hand, aimed at exact reproducibility—the offspring of Enlightenment modernity—and efficient mass production. Although these two philosophies may appear antithetical and irreconcilable, there is in fact scope for a very close tie between them, and it is unfortunate that the forging of such a bond has been made difficult by a distorted approach within consumer society. In reality this very link hinges upon the fundamental conviction that in human society, and therefore in the marketplace as a well, there is an enormous need for art and poetry. This thirst for art and poetry is growing, and is no longer satisfied exclusively by the traditional means of responding to this need—for instance art in museums and poetry in books. Changes going on in society today have created in the general public, in all of us, a desire to enjoy forms of artistic expression in every moment of our daily lives. In this sense we consider that design is one of the most typical artistic forms of the
16
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
sign Italiano” siano l’esempio di come una matrice artigiana abbia assunto poco alla volta le dimensioni di una industria vera e propria, senza perdere il legame con le proprie origini. La Alessi, fondata nel 1921, ancora oggi continua infatti ad essere sinonimo di oggetti d’artigianato realizzati con l’aiuto delle macchine: anche se la tecnologia, gli strumenti di lavoro sono contemporanei e industria-
age in which we are living, and that the ‘Italian Design Factories’ are an example of how craft concerns have slowly acquired the dimensions of fully-fledged industries without losing touch with their origins. Founded in 1921, Alessi is still associated today with craft objects made with the help of machines. In other words, although the technology and work tools are contemporary and industrial, the fundamental working
ALBERTO ALESSI
li, la pratica profonda di lavoro, il cuore della Alessi, è rimasto invece artigianale. Detto in poche parole, il fenomeno delle Fabbriche del Design Italiano si riferisce a un gruppo di industrie, generalmente di dimensioni piccole o medie, nate prevalentemente nel secondo dopoguerra, che sono state caratterizzate fin dall’inizio dal fatto di lavorare in strettissima collaborazione con i più interessanti designer delle varie epoche che hanno attraversato (alcuni esempi sono Cassina, Zanotta, Driade, B & B, Artemide, Flos, Luceplan, Danese, Cappellini). Da un punto di vista puramente quantitativo, e cioè se pesiamo il fatturato di queste Fabbriche del Design Italiano, evidentemente si tratta di un peso molto più basso rispetto a quello che hanno, in termini macroeconomici, le industrie di produzione di grande serie. Ma non è così invece in termini qualitativi. Pur sviluppando un fatturato tutto sommato abbastanza piccolo, queste piccole industrie sono diventate un pezzo importante della bandiera del made in Italy.
17
practice that lies at the heart of Alessi’s approach is still that of a craft set-up. Put briefly, the phenomenon of the Italian Design Factories refers to a group of industries, generally small or medium-sized, which for the most part were established after the Second World War. What distinguished them right from the outset was that they worked in very close collaboration with the most interesting designers of their age—examples include Cassina, Zanotta, Driade, B & B, Artemide, Flos, Luceplan, Danese and Cappellini. From a purely quantitative point of view—that is, if we consider the turnover of these Italian Design Factories—it will be quite evident that, in macroeconomic terms, they are much less significant than mass-producing industrial firms. In qualitative terms, however, things are rather different; although their turnover is, all in all, relatively low, these small firms have come to play a highly important role in flying the flag for Italianmade products.
18
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
ALBERTO ALESSI
Uno dei motivi di questo successo è appunto l’interpretazione diversa che queste industrie hanno del design: per loro – per noi, perché la Alessi è uno degli esempi più tipici delle Fabbriche del Design Italiano – il design non è semplicemente uno dei tanti strumenti a disposizione del marketing e della tecnologia. È molto di più. È una specie di disciplina creativa globale che influenza tutta la nostra attività. Tornando alle Fabbriche del Design Italiano, qual è una delle nostre caratteristiche fondamentali? È quella di sentire che siamo non tanto un’industria di produzione di serie in senso classico, ma piuttosto una specie di laboratorio di ricerca industriale nel campo delle arti applicate. Noi pensiamo cioè che il nostro ruolo sia quello di una continua attività di mediazione tra le espressioni più interessanti della creatività internazionale – espressioni che cerchiamo di andare a prendere dovunque esse nascano nel mondo – e il pubblico, la società, il mercato. Noi mediamo queste espressioni creative traducendole in oggetti reali che rispondono ai sogni del pubblico. Non più ai bisogni, perché i bisogni ormai sono più che soddisfatti dalla produzione inter-
19
One of the reasons for this success is the different— one might even say unique—way in which these firms conceive of design. For them—and for us as well, because Alessi is one of the most typical examples of an Italian Design Factory—design is not simply one of many tools at the service of marketing and technology. It is much more than that. It is a kind of all-embracing creative discipline that influences the whole of our work. What is one of the fundamental characteristics of the Italian Design Factories? It is our feeling that we are engaged not so much in the mass production of goods in the classic sense of the term, but rather that we are a kind of industrial research lab in the field of the applied arts. In other words, we regard our role as being that of ‘mediating’ between the most interesting forms of creative expression—which we try to seek out wherever they may take root in the world—and the general public, society and the marketplace. We shape these forms of creative expression, transforming them into real objects that respond to the dreams of the public. Not their needs, because needs are amply satisfied by in-
20
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
nazionale di grande serie, ma ai sogni, il territorio vasto, senza confini, dell’immaginario della gente. In realtà noi non abbiamo inventato questa visione, questa interpretazione, ma l’abbiamo ricevuta in eredità. Il fenomeno delle Fabbriche del Design Italiano infatti è solo un anello di una catena molto lunga. Una catena che si può far risalire alla metà dell’Ottocento e al fenomeno inglese delle Arts & Crafts, dove William Morris si batteva accanitamente contro la produzione industriale del momento perché di pessima qualità tanto estetica che progettuale, a favore di un approccio artigianale in grado di preservare non solo l’a-
ternational mass production, but their dreams, the vast, boundless territory of people’s imagination. In actual fact we inherited rather than invented this approach. The Italian Design Factories phenomenon is just one more link in a long chain dating back to the English Arts & Crafts movement of the mid 19th century; William Morris was a dogged opponent of the manufacturing industry of the age because the products it turned out were of very poor aesthetic and design quality. Instead he favoured a craft approach capable of satisfying not only the need for functionality, but also the poetic and artistic aspects of a given object.
ALBERTO ALESSI
spetto funzionale, ma anche quello poetico ed artistico dell’oggetto. Un altro di questi anelli è rappresentato dalla Glasgow School of Art, il cui principale esponente fu l’architetto Charles R. Mackintosh. A seguire, le Wiener Werkstätte, i laboratori d’arte viennesi di Hoffmann, Moser e Peche, nati agli inizi del Novecento, e poi la Bauhaus, la scuola tedesca d’arte applicata fondata negli anni Venti da Walter Gropius. Forse l’ultimo anello importante prima delle Fabbriche del Design Italiano è rappresentato dalla saga del design scandinavo, che si può far ri-
21
Another important link in the chain was the Glasgow School of Art, the leading exponent of which was the architect Charles R. Mackintosh. Subsequently there were the Wiener Werkstätte, the Viennese art workshops of Hoffmann, Moser and Peche, which were founded at the beginning of the 20th century; then came the Bauhaus, the famous German school of applied arts founded in the 1920s by Walter Gropius. Perhaps the last significant link in the chain prior to the advent of the Italian Design Factories was the Scandinavian design movement, which started in the
22
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
salire agli anni Trenta, con una continua espansione fino a pressoché tutti gli anni Sessanta. Cosa hanno in comune tutti questi fenomeni che hanno preceduto le Fabbriche del Design Italiano? Hanno in comune questo fatto di sentirsi, pur essendo tutti orientati alla progettazione per la produzione e per la vendita, dei mediatori artistici in una zona artistica nuova che è appunto quella del product design. In questo senso il ruolo che svolge la Alessi è un ruolo di mediatore artistico che è in fondo molto vicino all’attività di un gallerista, di un curatore di museo o di un direttore d’orchestra, personaggi che operano in ambiti artistici diversi ma che sempre svolgono un’attività di mediazione e non di creazione diretta nel senso classico del fare arte. Il vero obiettivo dell’industrial design è sempre stato quello di cercare di raggiungere la massima qualità artistica e culturale possibile del progetto, insieme però al farsi capire dal pubblico più vasto possibile. Questa è evidentemente un’espressione teorica, alla quale noi crediamo fermamente, ma che poi nella realtà è molto difficile da raggiungere. Il risultato passa attraverso un costante lavoro di sperimentazione dove i diversi fattori in gioco mutano di continuo: dal linguaggio al materiale, dalla tipologia all’approccio produttivo… Quest’ultimo, infatti, spesso si adegua alle esigenze linguistico-espressive del progetto, e in alcuni casi assume un’identità fortemente artigianale (pezzi unici, tirature limitate), che è talvolta l’unica in grado di permettere una sperimentazione in territori fino a quel momento inesplorati. Cercare di creare nuovi oggetti che portino in sé un briciolo di trascendenza, che sappiano aiutarci a decifrare la nostra modernità: questo è, a nostro avviso, il giusto tipo di contributo che un’industria come la Alessi può dare alla crescita civile della società dei consumi.
ALBERTO ALESSI
23
1930s and continued to expand until pretty much the end of the 1960s. What do all these trends that preceded the Italian Design Factories have in common? The answer is that, although their common design approach was production-oriented and consequently sales-oriented, they all shared a sense of being artistic ‘mediators’ in a new field of art, that of product design. In this respect the role of artistic mediator played by Alessi is basically similar to the work, in other fields, of the art gallery owner, the museum curator or the orchestral conductor, who mediate rather than being directly involved in the creation of a work of art in the traditional sense. The real objective of industrial design has always been that of trying to achieve the highest possible standards of artistic and cultural quality, whilst at the same time being understood by the broadest possible spectrum of the public. This is clearly a theoretical goal—one in which we firmly believe, but which is at the same time very hard to achieve. The final product is the result of constant experimental work where the various factors involved—including the language, the material, the type of production approach—are changing constantly. The latter, in fact, often changes to suit the artistic syntax and expressive requirements of the project, and in some cases assumes a strong craft identity (one-off items, limited runs), which is sometimes the only way of enabling and pursuing experimentation in previously unexplored fields. Seeking to create new objects that bear and express a touch of transcendence, that are able to help us decipher our own modernity—this, in our view, is the kind of contribution that a firm like Alessi can make to the healthy and organic development of contemporary consumer society.
PROGETTI PROTOTIPATI PROTOTYPED PROJECTS
LABORATORI
o
d’
innovazione
THE WORKSHOP
OF INNOVATION
Agata è un pendente portaprofumo che a contatto con la pelle emana essenze attraverso dei fori nascosti sulla parte posteriore dell’oggetto; questi vengono regolati da una leggera rotazione del disco, facilitata da una “impronta”. La parte frontale dell’oggetto appare come un gioiello classico, celando la sua primaria funzione di profumatore. Il gioiello è pensato interamente in argento, e le parti che lo compongono vengono differenziate attraverso diverse finiture. L’attacco della collana è una fascia che percorre la parte frontale dell’oggetto diventando anche un elemento decorativo.
Giada Dammacco, Agata
Agata is a scent-holding pendant that when worn next to the skin emits fragrances through holes concealed in the rear of the object. The holes are regulated by a slight rotation of the disc, made easier by a ‘fingerprint’. The front resembles a traditional jewel, which conceals the object’s primary function as a scent releaser. Made entirely from silver, the component parts of the jewel are differentiated by various finishes. It is fastened to the chain by a strip which runs along the front of the object, and which is also a decorative feature.
26
prototipato da prototyped by
Pampaloni
Attimo è una scultura di luce, una lampada a fibre ottiche che ha come base un vaso in argento specchiato che riflette e amplia i punti luminosi. Ha una struttura metallica leggera che si innerva verso l’alto e che può avere forme libere e modulabili, sulle quali si intrecciano disordinati fili di fibre ottiche che traggono luce dall’alimentatore contenuto nella base forata. La forma è personalizzabile, in quanto il rovo di fibre può dar vita ogni volta a forme diverse.
Giada Dammacco, Attimo
Attimo is a sculpture of light, a fibre-optic lamp with a base formed from a silver vase that reflects and amplifies the points of light. It has a slender metal structure that branches upwards and freely modifiable forms on which unordered optic-fibre threads are interwoven. These take light from a power unit in the base with holes. The shape of the lamp may be altered according to taste, because the tangle of fibres can be arranged into different forms at any time.
28
prototipato da prototyped by
Pampaloni
Grisù è un bruciaessenze in ceramica che ha la forma di un draghetto innocuo e simpatico. L’immaginario legato a questa figura richiama una bocca che sputa fuoco e narici che emettono fumo, in analogia con le funzioni dell’oggetto: è stato dunque un passaggio logico collocare le essenze in un contenitore a forma di testa di piccolo drago.
Angelo Natuzzi, Grisù
Grisù is a ceramic incense-burner in the shape of a harmless, appealing little dragon. In the popular imagination, fire spits from the mouths of dragons and smoke comes out of their nostrils, which is analogous to the functions of the object. It was a logical step to put the essences in a container in the shape of a dragon’s head.
30
prototipato da prototyped by
Nuove Forme Ceramiche Artistiche
LadiStesa è una tovaglia da picnic che grazie a un semplice sistema di lacci e bottoni automatici si trasforma, come un origami, in un cestino portavivande. Nella parte centrale della tovaglia sono posti gli alimenti, all’interno di una sacca che li tiene separati dal resto della tovaglia chiusa. I quattro lembi esterni possono essere srotolati o meno a seconda del numero dei commensali. LadiStesa è formata da due strati di tessuto: l’esterno è impermeabile, per stare a contatto con il terreno, mentre il tessuto interno, di cotone, presenta delle tasche centrali che racchiudono le sagome rigide che formano lo scheletro del cestino. Le tasche laterali possono essere usate per contenere i tovaglioli e le posate.
Sabrina Gabrielli, LadiStesa
LadiStesa is a picnic tablecloth with a simple system of ties and snap fasteners that enable it to be transformed, very much like an origami shape, into a food basket. The food goes in the middle of the cloth, inside a bag that keeps it separate from the rest of the closed cloth. The four external borders can be unrolled if required to make the tablecloth bigger and to accomodate more diners. LadiStesa consists of two layers of cloth; the outside one is waterproof and goes on the ground, while the inner one is made from cotton, with pockets in the middle for the rigid forms that make up the skeleton of the basket. The side pockets can be used for table napkins and cutlery.
32
prototipato da prototyped by
La Signoria di Firenze
Linné è un portapiantine di erbe aromatiche fresche per la cucina moderna. È in marmo levigato, plasmato da un unico pezzo di pietra naturale. Le erbe fresche introducono un elemento vivo nelle cucine moderne, spesso molto tecnologiche. Insieme agli elementi fuoco, acqua e aria (aromi e vapori), arricchisce la presenza della natura in cucina. Affiancando più contenitori, si ottiene un piccolo orto domestico.
Mirko Schwiedrzik, Linné
Ideal for the modern kitchen, Linné is a plant holder for fresh aromatic herbs. It is made from a single, smooth piece of marble. The fresh herbs introduce a living element into modern, often highly technological kitchens. Together with the elements of fire, water and air (aromas and vapours), it enhances the presence of nature in the kitchen. It can be combined with other containers to make a small domestic herb garden.
34
prototipato da prototyped by
Paiotti
Newton è uno svuotatsche per l’ingresso della casa. Usando un linguaggio visivo essenziale, è costituito da elementi strutturali elementari (un cilindro e un anello d’argento, una pezza di Lycra) e nasconde la sua funzione, che si presenta solo con l’uso: accogliere gli oggetti personali d’uso quotidiano, che, con il loro peso, sprofondano morbidamente nel tessuto elastico, rivelandone la cavità interna. Appena torna vuoto, però, il tessuto si tende di nuovo formando una superficie perfettamente piana.
Mirko Schwiedrzik, Newton
Newton is an object for the home entrance, and is designed to hold the contents of one’s pockets. Using a minimalist visual language, it consists of simple structural elements (a cylinder, a silver ring and a piece of Lycra). Its function—a container for everyday personal items—only becomes apparent with use. The objects sink softly into the elastic fabric, revealing the internal cavity. As soon as it is emptied, however, the fabric returns to form a perfectly flat surface.
36
prototipato da prototyped by
Enzo Cerfagli Argenterie
Piega è una tovaglietta all’americana pensata per apparecchiare e sparecchiare in modo rapido e pulito i tavolini all’aperto di bar e ristoranti. L’ispirazione deriva dall’esperienza di mettere le posate sul tovagliolo piegato per evitare che il vento lo faccia volare via. È stato così creato un set che solo all’occorrenza si dispiega per accogliere il commensale. Le posate sono informalmente poste entrambe alla destra dello spazio dedicato al piatto, in una tasca che contiene anche il tovagliolo, e sono in una posizione ideale per proteggerle dalla polvere. La tavola si apparecchia aprendo Piega.
Luca Magarò, Piega
Piega is an American-style placemat designed as a solution to the problem of laying and clearing away open-air tables in bars and restaurants quickly and cleanly. It is inspired by the practice of putting cutlery on top of folded napkins to stop them being blown away by the wind. The set is conceived is such a way that it remains folded until required. The cutlery is informally placed all together to the right of the space for the plate in a pocket. This also contains the napkin and offers protection from dust. The table can be laid by opening Piega.
38
prototipato da prototyped by
La Signoria di Firenze
Sfiorami è un vaso a doppio uso, che accoglie una composizione o il singolo fiore. È realizzato in marmo, accostando due forme troncoconiche, con un diaframma interno che separa gli invasi nella sezione di contatto. Può accogliere fiori recisi, a gambo lungo o corto. Un doppio disco in argento appositamente sagomato permette di regolare l’apertura che accoglie la composizione floreale, fino a trattenere anche un singolo fiore.
Cristina Fornarelli, Sfiorami
Sfiorami is a dual-purpose vase that can hold a composition or a single flower. Made from marble, it consists of two adjoining truncated cones with a diaphragm inside that separates the recipients in the section of contact. The vase can be used for cut flowers with either short or long stems. A specially shaped double disk in silver enables the opening for the flowers to be adjusted so, if desired, it can take just one.
40
prototipato da prototyped by
Paiotti
Silvano è un capo di abbigliamento appositamente studiato per il giardinaggio, piacevole da indossare, pratico e ricercato nelle forme. Trae ispirazione dal Giappone dei samurai e dei maestri nell’arte del bonsai. I guanti sono posti sul davanti del grembiule, all’altezza delle cosce, cosicché sia facile infilarli e riporli. La posizione degli attrezzi, sui fianchi, è pensata per garantire un’elevata mobilità e sicurezza pur con gli strumenti sempre a portata di mano. Sul fondo del grembiule è invece presente una zona morbida, pensata per rendere più confortevole il lavoro in ginocchio. Il grembiule può essere utilizzato anche senza la pettorina che, una volta staccata, può essere usata come borsetta portaoggetti.
Luca Magarò, Silvano
Silvano is a specially designed garment in which to do the gardening. Comfortable, practical and stylish, it is inspired by the Japan of the Samurai and the masters of the art of bonsai. The gloves are on the front of the apron at thigh level, so they are easy to put on and put away. The gardening tools slot in at hip level, ensuring ease of movement and safety whilst still being close to hand. At the bottom of the apron is a soft, padded section that makes it more comfortable to work while kneeling. The apron can also be used without the bib which, when detached, may be used as a bag for objects.
42
prototipato da prototyped by
La Signoria di Firenze
Taschedaletto è una nuova tipologia di oggetto per il letto, un accessorio costituito da tasche in grado di contenere le cose che devono restare a portata di mano quando una persona è coricata, quelle che normalmente vanno a finire sul comodino. Può essere realizzato in due versioni: per la spalliera o per i fianchi del letto. È di cotone e può far parte della confezione di lenzuola, in modo da essere coordinato con i tessuti che ricoprono il letto.
Federica Elmo, Taschedaletto
Taschedaletto is a new kind of accessory for the bedroom, consisting of pockets to hold things that people want close at hand when they go to bed and which normally end up on a bedside table. There are two versions, one for the head and one for the side of the bed. Made in cotton, it can be produced as part of a bed linen set so it matches the fabrics on the bed.
44
prototipato da prototyped by
La Signoria di Firenze
Toppefive è un portachiavi componibile, a forma di serratura. Ăˆ in ceramica, con all’interno una gomma per bloccare la chiave. I portachiavi contengono un solo mazzo e possono essere accostati in una composizione a piacere.
Angelo Natuzzi, Toppefive
Toppefive is a modular, lock-shaped device for holding keys. Made from ceramic, it has a piece of rubber inside to block the keys. Each unit takes just one bunch of keys, but they can be joined together as desired to make a cluster.
46
prototipato da prototyped by
Nuove Forme Ceramiche Artistiche
Zavorra è una tovaglia per mangiare all’aperto, che non vola quando c’è vento. Si caratterizza per delle tasche sugli angoli dove si infilano le posate e il tovagliolo, che, con il loro peso, la tengono ferma sul tavolino. La tovaglia va posizionata in modo che le tasche siano a fianco dei commensali, segnando di conseguenza anche il posto a tavola e realizzando un modo più informale di apparecchiare.
Luca Magarò, Zavorra
Zavorra is a tablecloth for use when eating outside, because it does not blow away in the wind. It has pockets on the corners for cutlery and napkins, the weight of which keeps the cloth in place on the table. The tablecloth should be positioned so the pockets are next to the eaters, thereby indicating the table places and creating an informal way of laying the table.
48
prototipato da prototyped by
La Signoria di Firenze
PROGETTI NON PROTOTIPATI NON-PROTOTYPED PROJECTS
Stefano Cieri, Mario Lamberti Stonè Centrotavola in argento, in cui è possibile inserire conchiglie o sassi per costituire una sorta di paesaggio da tavolo. A silver centrepiece in which shells, pebbles or pieces of stone can be inserted and combined to create a unique table landscape.
Federica Elmo Oggetto Luminoso Il basamento in pietra incorpora una fonte luminosa che rende lucenti le lamine di alabastro inserite nelle fessure. The stone base houses a light source that illuminates the thin sheets of alabaster inserted in the slots, making them translucent.
50
Cristina Fornarelli Fiolindro Un piano in pietra appoggia su cilindri cavi in argento che fungono sia da piedistalli sia da portafiori. A stone surface rests on hollow silver cylinders that act as pedestals but can also be used as flower holders.
Sabrina Gabrielli Centrotavola Un disco in cuoio è suddiviso in spicchi con all’interno una lamina metallica duttile, in modo da modellare a piacere la forma del centrotavola. The centrepiece consists of a multipetalled leather disc with a pliable sheet of metal inside, so it can be shaped as desired.
Luca Magarò Appennino Un tappeto doppio intrecciato con fasce elastiche contiene al proprio interno delle imbottiture di forme diverse, in modo da suggerire differenti sedute informali. A double mat in elastic textile fabrics contains differently shaped paddings that offer the user a wide range of informal sitting options.
51
Angelo Natuzzi Portabottiglia Ăˆ ricavato da un’unica lastra di pietra, che attraverso un foro imprigiona la bottiglia per il collo. Made from a single slab of stone, the bottle-holder has a slot to hold the neck of the bottle in place.
Angelo Natuzzi Portaombrelli Una lamina di metallo piegata e forata consente di alloggiare svariati ombrelli. The umbrella rack consists in a folded sheet of metal with holes for several umbrellas.
Angelo Natuzzi Spirello Da una lastra metallica incisa vengono fatte emergere delle spirali, con la funzione di portabiglietti e portaoggetti. An engraved sheet of metal is the base for a series of spirals that can be used to hold cards and small objects. 52
Angelo Natuzzi Up&Do Appendiabiti e portacappello da parete costituito da barre metalliche piegate rivestite in cuoio. Coat and hat rack made from bent metal bars covered with leather.
Ginevra Tomei Il giardino segreto Vasino per bambini a forma di vaso di fiori, con alcuni fiori di plastica inseriti sul bordo. A flowerpot-shaped child’s potty with plastic flowers in the rim.
Ginevra Tomei La pipÏ degli angeli Vasino per bambini troncoconico con inserite sul retro due ali in tessuto, tenute tese da profili di metallo sagomati. A child’s potty in the shape of a truncated cone with two cloth wings at the back, held taut by moulded metal frames. 53
IMPRESE FIRMS
ENZO CERFAGLI ARGENTERIE L’azienda Cerfagli nasce nel 1980 in un laboratorio di sbalzo e cesello in San Niccolò a Firenze, da Enzo Cerfagli. Legata alla tradizione fiorentina, nel corso degli anni si è fatta conoscere e apprezzare per la qualità e il senso estetico della propria produzione. Nel 1992, trasferitasi a Scandicci, si è trasformata in una vera e propria azienda, incrementando gli uffici e gli spazi produttivi e diventando capace di soddisfare una produzione sempre più importante. La gestione dell’azienda viene così riorganizzata: Enzo Cerfagli cura il prodotto e la parte creativa, mentre Paola Cerfagli si occupa del marketing e delle vendite. Dal 1998 la collaborazione col designer Nicola Volpini ha portato un rinnovamento nell’immagine e nel prodotto dell’azienda. Una continua e attiva ricerca ha delineato negli ultimi anni un’apertura nell’utilizzo di materiali diversi quali legno, cristallo, pelle, smalti, tessuti, pur mantenendo il sapore delle lavorazioni classiche. Oggi una delle caratteristiche peculiari della Cerfagli è la capacità di conciliare esigenze tipiche di un’azienda “artigianale” con la tendenza e il mutamento del gusto estetico. La Cerfagli spazia, nella creazione delle sue linee, dagli oggetti per la casa agli oggetti personali. Con la sua sensibilità nel progettare l’argento è diventata un punto di riferimento nel settore, apprezzato dai migliori negozi di argenteria, gioielleria e arredo per la casa d’Italia e del mondo.
The firm was set up by Enzo Cerfagli in 1980. It started life as a traditional Florentine chasing and repoussé workshop in the San Niccolò neighbourhood of Florence, and over the years the company’s products have earned a reputation for their workmanship and aesthetic value. The move to Scandicci in 1992 marked a significant expansion of the company, and the office and production space was increased so as to meet larger orders. The management structure was also reorganized: Enzo Cerfagli is responsible for the creative and production side of operations, while Paola Cerfagli deals with marketing and sales. The professional collaboration with designer Nicola Volpini that began in 1998 has led to the shaping of a new business image and product line. Constant research and development in recent years has resulted in the introduction of a range of materials, including wood, crystal, leather, enamels and fabrics, although traditional working methods are still retained. One of the distinctive features of Cerfagli today is its ability to reconcile the typical needs and criteria of a ‘craft’ venture with new trends and changing tastes. The firm’s product line includes both household and more personal objects. The quality of the firm’s design and tooling is such that it has become a benchmark in its field, and it has a fine reputation amongst leading silversmiths, jewellery and home furnishing shops in Italy and abroad.
Enzo Cerfagli Argenterie via del Padule 8/A 50018 Scandicci (FI) tel: +39 055 750955 fax: +39 055 755143 http://www.cerfagliargenteria.com e-mail: info@cerfagliargenteria.com
Enzo Cerfagli Argenterie Via del Padule, 8/A 50018 Scandicci (Florence) tel: +39 055 750955 fax: +39 055 755143 http://www.cerfagliargenteria.com e-mail: info@cerfagliargenteria.com
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
55
NUOVE FORME CERAMICHE ARTISTICHE s.r.l. Nuove Forme nasce nel 1993, ed è la continuazione naturale della Ceramica Alvino Bagni, che ha cessato la produzione nel vecchio stabilimento nel 1992. Nuove Forme ha come soci Alvino Bagni e Gianfranco Ghiretti. La ditta fin dall’inizio ha proseguito nella ricerca della materia e nel colore l’opera iniziata nel lontano 1947 da Alvino. Con questo spirito si è ritagliata una sua fetta di mercato: un mercato che non è quello dei grandi numeri ma quello delle piccole tirature, un mercato di nicchia, dell’oggetto quasi unico, con la consapevolezza di offrire un prodotto altamente qualificato e artistico. La struttura produttiva, molto agile, si appoggia a una serie di piccole aziende artigianali per la produzione del semilavorato, utilizzando stampi e modelli propri, mentre per le fasi di smaltatura e decorazione solamente in alcune circostanze ricorre all’utilizzo di piccoli laboratori a cui fornisce assistenza tecnica e materiali per la corretta esecuzione del prodotto. Tutte le lavorazioni esterne vengono controllate in ogni fase di lavoro. Il controllo di ogni pezzo, l’imballaggio e la spedizione si svolgono internamente per offrire la massima garanzia di qualità. Questo sistema produttivo consente una grande flessibilità, che si traduce in una celere evasione degli ordini. Nella ricerca continua di nuove espressioni, non vengono tralasciate la rivisitazione dell’archivio storico delle vecchie ceramiche Alvino Bagni e le collaborazioni con artisti e studi di interior design.
Nuove Forme was founded in 1993 by partners Alvino Bagni and Gianfranco Ghiretti, and is a natural continuation of Ceramica Alvino Bagni, which phased out production at its old plant in 1992. The new firm continued the experimentation with materials, forms and colours begun by Alvino way back in 1947; on the strength of this working philosophy the firm has carved out a niche for itself in the market, focusing on small rather than large runs, exclusive products and almost oneoff pieces. It operates with the awareness that it is offering a top-quality craft product. The firm has a lean, flexible production structure; while using its own moulds and models, it relies on a number of small craft firms for the production of semi-finished pieces. The glazing and final decoration is carried out almost exclusively in-house, although in some circumstances small outside studios are used, in which case technical assistance and materials are provided to ensure the work is executed correctly. All the work done externally is checked during each phase of production. The checking of each item, packing and shipping are carried out in-house to ensure the highest quality standards. This production system is extremely flexible and enables orders to be met rapidly. In the constant search for new expressive forms, production also draws inspiration from material contained in the historic archives of the former Alvino Bagni firm, and collaborates with artists and interior design studios.
Nuove Forme Ceramiche Artistiche s.r.l. 50055 Lastra a Signa (FI) via della Massolina 4 tel: +39 055 8721242 fax: +39 055 8722886 e-mail: nuove.forme@flashnet.it
Nuove Forme Ceramiche Artistiche s.r.l. 50055 Lastra a Signa (Florence) Via della Massolina, 4 tel: +39 055 8721242 fax: +39 055 8722886 e-mail: nuove.forme@flashnet.it
56
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
PAIOTTI s.r.l. Il Gruppo Paiotti è stato creato dal dott. Mario Paiotti nel giugno 1977 con il nome di M. Paiotti & C. S.p.A. Inizialmente la ditta svolgeva esclusivamente attività commerciale; in seguito, con l’aumento del numero di clienti e grazie a nuove opportunità, fu deciso di operare nel campo della produzione stessa. Furono dunque acquisiti macchinari e impianti necessari alla lavorazione di qualsiasi materiale lapideo. Paiotti s.r.l. ha continuato a crescere e a investire durante gli anni, acquisendo l’esclusiva di materiali speciali, nonché nuove tecnologie e nuovi stabilimenti appropriati ad esse. Grazie alla profonda conoscenza del mercato del marmo e delle sue tecnologie, all’assistenza diretta ai clienti, alla vasta gamma di materiali, all’alta specializzazione del personale e agli investimenti permanenti in innovazioni tecniche il Gruppo Paiotti è oggi uno dei leader del settore lapideo. L’area di produzione si trova nel cuore della Versilia e copre circa 40.000 metri quadri con tre segherie, tre depositi e due laboratori. Nel deposito di Marina di Carrara si trovano per la maggior parte materiali iraniani (Travertino Rosso, Travertino Giallo, Rosa Tea) e qualche marmo fra i quali Bianco Carrara, Arabescato, Statuario Venato. Grazie alla sua posizione strategica, alla flessibilità della sua struttura, alle sue consistenti risorse e alla profonda sinergia fra gli impianti del Gruppo, l’azienda conosce esattamente e soddisfa pienamente tutte le richieste dei clienti e degli architetti per quanto riguarda il campo lapideo.
The Gruppo Paiotti was founded by Mario Paiotti in June 1977 with the name of M. Paiotti & C. S.p.A. Initially the firm was just a trading concern, but subsequently, as the customer base grew and new opportunities presented themselves, the firm branched out into production as well, investing in machinery and equipment to work the full range of stone materials. The business continued to grow and to invest over the years, acquiring an exclusive on special materials, and developing new technologies and state-of-theart plants. The firm’s extensive experience in the marble market, its technology, direct customer assistance, vast range of materials, skilled workforce and constant investment in technical innovation has made the Gruppo Paiotti one of the leaders in its field. The production zone lies in the heart of Versilia, and covers some 40,000 square metres; there are three marble mills, three stockyards and two workshops. Iranian stone (Red Travertine, Yellow Travertine, Tea Rose) and certain kinds of marble (Bianco Carrara, Arabescato, Statuario Venato) form the majority of the material in the stockyard at Marina di Carrara. Thanks to its strategic position, flexible organization, substantial resources and a close synergy between the plants of the group, the firm is responsive to and can satisfy all the needs of its customers and architects.
Paiotti s.r.l. via Aurelia 13/15 55045 Pietrasanta (LU) tel.: +39 0584 791222 fax: +39 0584 791833 http://www.paiotti.it e-mail: paiotti@paiotti.it
Paiotti s.r.l. Via Aurelia, 13/15 55045 Pietrasanta (Lucca) tel.: +39 0584 791222 fax: +39 0584 791833 http://www.paiotti.it e-mail: paiotti@paiotti.it
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
57
PAMPALONI «Per gli abitanti di Utopia l’oro e l’argento valgono meno del ferro; senza il ferro, il fuoco e l’acqua la vita dell’uomo sarebbe impossibile, mentre la stessa cosa non si può dire per l’oro e l’argento, rilevanti solo in relazione al concetto di rarità che la follia umana ha inventato.» Così scriveva Thomas More che, per ironia della sorte, fu condannato a morte con la pretestuosa accusa di corruzione, provata dal possesso di un calice d’argento. Discendiamo da una stirpe di argentieri, ma condividiamo appieno la socratica indifferenza degli Utopiani verso i metalli preziosi. Il concetto di rarità ci è istintivamente estraneo perché siamo nati e vissuti nella casa che è proprio sopra la fabbrica, e abbiamo assistito a un incessante flusso di metallo che arriva grezzo ed esce trasformato nei più impensabili oggetti. Dalla consapevolezza che all’argento non basta e non serve essere prezioso è nata la nostra ricerca di altre motivazioni per suscitare interesse e desiderio presso un pubblico che pensa come gli Utopiani. Sono nate quindi collezioni come la “Bichierografia”, dai disegni del pittore Giovanni Maggi (1602), e gli oggetti progettati da Gio Ponti e dai più rappresentativi architetti ed artisti contemporanei. Nella realizzazione dei più diversi stili di argenteria si riconosce un tratto comune che discende dall’insegnamento di nostro padre Franco, con la sua formazione artistica e un innato senso delle proporzioni. Egli affinò le tecniche per un’esecuzione netta e decisa, funzionale alla migliore riuscita di un progetto stilistico. La coerenza è il principio guida della nostra “maniera”, da cui derivano le scelte di stile, dimensione, peso, tecnica di costruzione. Questa coerenza, che spesso ci allontana dalle mode e dai precetti del marketing, consente di riconoscere e di far convivere in armonia le diverse espressioni di tre generazioni di argentieri. Pampaloni via del Gelsomino 99 50125 Firenze tel: +39 055 2320523/2048868 fax: +39 055 2321277
“Iron is far superior to either [gold and silver]; men could not live without iron, by heaven, any more than without fire or water. But gold and silver have, by nature, no function with which we cannot easily dispense. Human folly has made them precious because they are rare.” By an irony of fate, Thomas More, the man who wrote these words, was condemned to death on a trumped-up charge of corruption, proven by his possession of a silver chalice. Although we descend from a line of silversmiths, we fully share the Utopians’ Socratic indifference to precious metals. The concept of rarity is instinctively foreign to us, because we were born and brought up in a house above the workshop, and we were used to seeing raw metal arriving constantly, and the subsequent departure of the most unlikely objects. It is not enough for silver to be precious—in fact, it doesn’t need to be: this awareness stimulates our search for ways of attracting the interest and desire of a public that thinks like the Utopians. This gave rise to collections such as “Bichierografia”, based on drawings produced by the painter Giovanni Maggi in 1602, and to the objects designed by Gio Ponti and by the foremost contemporary architects and artists. In our production of the most disparate styles of silverwork it is possible to distinguish a common trait that stems from the lessons we learnt from our father Franco, who had an artistic background and an innate sense of proportion. He honed the techniques for a very clear-cut style geared towards the optimum rendering of a stylistic project. The guiding principle of our style is a coherent approach, which determines the choice of form, size, weight and technique. This coherence, which often leads us to depart from fashions and marketing dictates, enables us to acknowledge the different creative expressions of three generations of silversmiths and to allow them to coexist together in harmony. Pampaloni Via del Gelsomino, 99, 50125 Florence tel: +39 055 2320523/2048868 fax: +39 055 2321277
58
LABORATORIO D’INNOVAZIONE THE WORKSHOP OF INNOVATION
LA SIGNORIA DI FIRENZE s.r.l. Sentirsi a proprio agio con se stessi: è questa l’idea centrale che anima tutte le creazioni Signoria di Firenze. Signoria di Firenze è un’azienda di biancheria per la casa nata nel dopoguerra, con un ampio retroterra nella cultura artigiana tipicamente toscana, che negli ultimi dieci anni ha saputo rinnovare radicalmente la propria identità coniugando la sua storia con una sensibilità creativa fortemente contemporanea. Il progetto di rinnovamento nasce da una constatazione: la biancheria per la casa ci accompagna in tutti i più essenziali gesti quotidiani – mangiare, dormire, ospitare, conversare, sognare, fare l’amore. Per questo per Signoria di Firenze la biancheria per la casa non deve essere più interpretata come accessorio marginale, ma diventa complemento d’arredo, ambiente, habitat. Questo mutamento di prospettiva si è concretizzato in una ricerca di stile, in un’idea di gusto disinvolto, naturale ed elegante: la Tuscan way of life. Uno stile con cui il marchio Signoria è stato progressivamente identificato e apprezzato nei diversi mercati internazionali: dal continente europeo agli Stati Uniti, dal Medio all’Estremo Oriente. All’interno di questo progetto hanno trovato spazio collezioni di ricerca, insolite per questo settore di mercato. Tra le altre, la riedizione dei tessuti stampati di Verner Panton per una modernissima linea di lenzuola e tovaglie. Il consenso che Signoria continua a registrare in tutto il mondo a fronte di una ricerca e di un impegno non comuni costituisce la più importante conferma della validità del suo appassionante progetto.
The idea that underlies everything created by Signoria di Firenze is the quest for personal comfort and wellbeing. Established in the post-war period, Signoria di Firenze produces household linen. Rooted in the typical Tuscany craft culture, the identity of the firm has changed radically over the last ten years, and its traditional work values are now accompanied by a very contemporary creative flair. This renewal plan arose from the observation that household linen is part of all essential everyday activities—eating, sleeping, receiving guests, chatting, daydreaming and making love. The philosophy of Signoria di Firenze is that household linen should no longer be interpreted as a marginal accessory but as an integral part of home furnishings, of the ambience, of the habitat. This change of perspective has been rendered concrete in the search for style, for a bold, natural and elegant notion of taste—in a word, the Tuscan way of life. The Signoria brand has become increasingly identified with this style, and the firm has an international reputation, with clients in Europe, the United States, the Middle and Far East. As part of its overall strategy, experimental collections (unusual for this sector of the market) have also been developed, including a ‘reissue’ of Verner Panton’s printed fabrics for a very modern line of bed linen and tablecloths. The result of the firm’s exceptional commitment and spirit of innovation is continuing success around the world, the clearest possible confirmation of the soundness of its exciting business plans.
La Signoria di Firenze s.r.l. via di Lucciano - Area Ponterotto 50026 San Casciano Val di Pesa (FI) tel: +39 055 82921 fax: +39 055 8292222 http://www.signoria.com e-mail: info@signoria.com. numero verde 800 528 252
La Signoria di Firenze s.r.l. Via di Lucciano – Area Ponterotto 50026 San Casciano Val di Pesa (Florence) tel: +39 055 82921 fax: +39 055 8292222 http://www.signoria.com e-mail: info@signoria.com. toll-free number 800 528 252
INDICE CONTENTS
Presentazione | Foreword Ambrogio Brenna
5
Presentazione | Foreword Franco Biagi, Alessandro Ricceri
7
Percorsi di innovazione in Toscana | The Tuscan way to innovation Elisa Guidi
8
Innovazione: piccola grande impresa | Innovation: a small/large-scale enterprise Marco Migliari
11
Tra artigianato e industria: un caso italiano | Handicrafts and industry: the Italian experience Alberto Alessi
15
Progetti prototipati | Prototyped projects
25
Progetti non prototipati | Non-prototyped projects
50
Imprese | Firms
54
LABORATORI
o
d’
innovazione
THE WORKSHOP
OF INNOVATION
Stampa | Printed by: Alpilito, Firenze novembre | November 2005