4 minute read

Volano farfalle

Next Article
Homo ludens

Homo ludens

di Marina Jonna Fotografie courtesy Studio Fornasetti

Un viaggio all’interno dell’Atelier

Advertisement

Fornasetti dove i mobili, gli accessori e le porcellane prendono vita grazie a un immaginario potente che non smette di affascinare e sorprendere.

Fornasetti, un nome che evoca decorazioni mai convenzionali, ironiche e provocatorie. Sinonimo di immagini surreali e mondi fantastici che diventano arte. Iniziamo così il nostro viaggio tornando alle sue origini, negli anni Quaranta, quando Piero Fornasetti, artista eclettico e raffinato tra i più prolifici del Novecento, decide di dar vita all’omonimo Atelier di Milano per realizzare il suo sogno: quello di produrre industrialmente oggetti di uso comune impreziositi da una componente decorativa, artigianale, in grado di trasformarli in veri e propri pezzi d’arte.

Un luogo, il suo Atelier, in cui la creatività diventa libera di fluttuare tra immaginazione, sogno, gioco, follia e applicazione pratica, e dove prendono forma oggetti e decori grazie alle sapienti mani degli artigiani. «Ogni singola immagine è un’ispirazione, un punto di partenza che può dar vita a infinite variazioni,» come Piero Fornasetti raccontava. Escono così dalla sua fertile matita volti, parti di corpo, farfalle, civette, capitelli, il sole, le carte da gioco, gli arlecchini, gli autoritratti, che si posano su mobili, complementi e porcellane, dando vita a quella magia unica che, da allora a oggi, non smette di stupire. Tra questi temi, il più famoso è il volto incantevole di una donna con il suo sguardo magnetico: si tratta di Lina Cavalieri, artista di fama internazionale, vissuta a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Dapprima soubrette, poi soprano e infine attrice cinematografica, rimase celebre come “la donna più bella del mondo”. Le proporzioni auree e l’espressione enigmatica di Lina Cavalieri diventano così protagoniste del tema più duraturo di Fornasetti, a tal punto che oggi se ne contano quasi 400 variazioni: ora ammiccante, misteriosa, stupita, sorridente, con i baffi alla Chaplin, gli occhiali o la corona, ora sotto forma di farfalla, mongolfiera, caramella, o ancora, come tatuaggio sul braccio di un marinaio e luna nascosta tra le nuvole.

Nasce così lo stile Fornasetti, ludico, saturo di spirito e umorismo, il cui principio è quello della “follia pratica”, cifra inconfondibile dell’Atelier, grazie al quale il linguaggio decorativo fornasettiano viene applicato a oggetti d’uso comune, che si fanno portatori di messaggi artistici pur mantenendo la loro funzione pratica. I mobili e i complementi di Fornasetti sono il risultato di una lunga lavorazione eseguita manualmente: la decorazione è trasferita su una superficie laccata mediante serigrafia, la tecnica di stampa nata in Francia negli anni Dieci e adottata già da Piero Fornasetti per la realizzazione delle sue creazioni in sostituzione della litografia. Anche il colore è applicato manualmente dai pittori dell’Atelier, che seguono meticolosamente i bozzetti originali dell’epoca. La superficie decorata e laccata viene lasciata asciugare tra una mano e l’altra per alcuni mesi, processo che sigilla il decoro conferendo all’oggetto la tipica lucentezza e piacevolezza al tatto. Ogni pezzo risulta prezioso e inconfondibile, come anche le porcellane, interamente decorate e dipinte a mano tramite l’applicazione dei decori in serigrafia, prima della cottura a forno. L’eredità di Piero Fornasetti e i principi che hanno dato vita all’Atelier sono gli stessi che animano oggi il figlio Barnaba, attuale Direttore Artistico: quella passione che dalla testa si trasferisce alle mani in una continua sintesi di pensiero e azione resta infatti alla base di tutti i prodotti creati dall’Atelier. Insieme al senso del ludico, costante imprescindibile del lavoro di Piero Fornasetti prima e del figlio oggi. Come racconta lo stesso Barnaba: «Il decoro ci invita alla fantasia e, come il gioco, ci fa evadere dalle cose che ci circondano. Posso dire che tutta la mia vita è un gioco a tempo pieno. Giocare è diventata una professione, a tal punto che anche i miei hobby, come per esempio la musica, stanno entrando a farne parte. È come essere in una grande ludoteca.» Se dovesse descrivere Fornasetti con due aggettivi, quali sceglierebbe? «Libero, dagli stereotipi estetici imperanti, dalle mode e dalle etichette. Mio padre mi ha insegnato a lottare per l’autonomia di pensiero e a resistere al conformismo. Ciò non significa assenza di metodo e di regole, perché queste, contrariamente a quel che pensiamo, sono essenziali per far viaggiare libera la fantasia. Il secondo aggettivo è ironico, perché l’estetica di Fornasetti è un’estetica ironica che attinge, in modo colto e consapevole, a secoli di storia visiva: una sorta di remix di figure che fanno parte dell’immaginario collettivo.»

Lasciamo l’Atelier consapevoli che qui si crea basandosi su due risorse particolarmente preziose oggi: il tempo e il saper fare. Non c’è nulla, infatti, che venga realizzato seguendo una tabella di scadenze predeterminata ma solo ascoltando il ritmo interiore di un tempo dettato dal cuore e dalla passione, che attraverso i gesti viene trasferito agli oggetti. Un tempo non definibile che diventa la dimensione necessaria a far sì che ogni opera sia compiuta al meglio. Chapeau! •

PAGINA ACCANTO: Cabinet rialzato Fondo marino. Legno stampato, laccato e dipinto a mano, base in ottone. Le magiche atmosfere dei fondali marini impreziosiscono questo mobile con variopinte forme di spugne e coralli. Il tema del trompe l’oeil è caro a Fornasetti.

QUI: Candelabro Sul Tardi Peccato originale con fragranza Frutto Proibito Ceramica e ottone. L’inedito design e la fragranza, racchiusa nella mela, si incontrano in un’esperienza sensoriale che sembra sospendere il tempo.

QUI: Consolle Serratura. Impreziosito dal volto misterioso di Lina Cavalieri intravisto da una serratura, questo mobile contenitore è realizzato in legno stampato e laccato a mano nell’atelier di Fornasetti a Milano.

PAGINA ACCANTO: Sul tappeto Peccato originale un ironico serpente, originariamente disegnato da Piero Fornasetti negli anni Cinquanta per un vassoio, su un fondo di foglie, esaltato dall’unione di lana neozelandese e seta delicata.

PAGINA ACCANTO: Fase della stesura a mano del colore nell’atelier Fornasetti, Milano. Nello specifico, il pittore sta colorando il cabinet piccolo poliedro Musciarabia con rose che fa parte delle novità proposte in occasione della Milan Design Week 2023.

QUI: Le reinterpretazioni del volto della cantante lirica Lina Cavalieri da parte di Fornasetti danno vita alla serie Tema e Variazioni e fanno di questo piatto in porcellana decorato a mano un oggetto imperdibile per collezionisti e amanti dell’arte. Le forme circolari e le superfici piane danno grande risalto ai decori dell’Atelier, come nel caso del vassoio Ortensia (in basso) in metallo serigrafato, dipinto e laccato a mano.

QUI: Opera Blu, alta 41 cm, in vetro soffiato, è impreziosita con decori in oro graffito. Frutto di straordinaria maestria, i pezzi di Cesare Toffolo da decenni sono esposti in musei, gallerie e collezioni private di tutto il mondo.

PAGINA ACCANTO: L’anfora Ambra, alta 35 cm, è in vetro soffiato lavorato interamente a mano libera da Cesare Toffolo.

This article is from: