SERAFINI-SENTINELLE DEL MATTINO

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giulio serafini

SENTINELLE dEL MATTINO

«... perfetta rotondità, ancorché in parte celata, solida presenza all’inizio di un nuovo giorno, questa sentinella c’è e si sente e ci scalda, mentre il buio cede il passo alla luce. »





giulio serafini

SENTINELLE dEL MATTINO

«... perfetta rotondità, ancorché in parte celata, solida presenza all’inizio di un nuovo giorno, questa sentinella c’è e si sente e ci scalda, mentre il buio cede il passo alla luce. »


MOONWALKING SCULTURA IN ALLUMINIO CM 170 X 200 (TERZO PREMIO)


ANNA CATERINA BELLATI

Giulio Serafini da anni lavora intorno al tema del cielo analizzando in particolare l’immagine della luna. Dipinta con materiali diversi in composizioni che di volta in volta si rifanno a una costruzione cubista dello spazio combinata con una visione neo-romantica, è la protagonista di quasi tutti i suoi quadri. L'artista di Urbino recupera l'idea di una luna protettrice e rasserenante. La signora della notte rimanda al senso del divino che nel nostro mondo si è sempre più rarefatto e Serafini sottolinea come questa mancanza abbia aperto una voragine spirituale che alla speculazione teoretica ha sostituito l'accumulo di oggetti. In questa occasione, nell'utilizzare come supporto la scultura pensata da Vincenzo Musardo, Serafini resta fedele al satellite della terra e la sagoma dei due puledri gli serve per costruire un sistema solare abbastanza bizzarro. A uno degli animali assegna il compito di rappresentare il sole e, poiché il metallo dorato già rimanda all'idea della luce, non interviene con altri colori. Il secondo cavallo scalpitante è invece tripartito. Le zampe e il ventre sono neri, a rappresentare la terra, una sottile linea ocra lucido costituisce lo spartiacque che separa l'alto dal basso, mentre il dorso, la criniera e la testa hanno il sapore argenteo della luna piena. E proprio lei compare sul muso, un quarto di luna appesa nel vuoto con tanto di piccole nuvole tutt'intorno. Realizzata con pochi toni e la consueta matericità, l'interpretazione dell'urbinate risulta delicata e ricca di suggestioni. Occhi, froge e bocca dell'animale, scomparsi sotto l'invenzione di un notturno, rinnovano l'invito di Serafini a guardare con speranza rinnovata il tetto, fatto di corpi e di vuoto, che fin dall'antichità abbiamo chiamato cielo.


PAOLO LEVI

le stagioni come tempo interiore


L'astrazione di Giulio Serafini ha attinenze sofisticate, quasi romantiche, del tutto inedite; non solo egli esce dagli schemi, liberandosi dai modelli codificati, ma il suo volo alla scoperta del cielo notturno è come il canto solitario di un Pierrot Lunare. Il tempo per lui è la misura dei cicli terrestri e solari. Poeta della tavolozza ma anche nella sensibilità dei titoli significanti delle sue composizioni, la sua stesura pittorica, dal raffinato gioco tonale, va intesa come un sentimento di rigenerazione. Si tratta di una serie di momenti pittorici, da leggere come l'immanenza di profonda partecipazione. L'artista utilizza il proprio strumento di lavoro per apporre con sensibilità i colori sul supporto, percorrendolo secondo un misterioso ritmo interiore, ridisegnando, con una scrittura semigeometrica, tonale e con taglio espressivo antinaturalistico, l'immanenza temporale dei corpi celesti. Questo pittore opera attraverso il filtro dell'astrazione, alla ricerca di uno stato d'animo, evocando scansioni figurali e allusive di cerchi, semicerchi, giocando con le matrici tonali, e guidando il gesto di stesura in modo programmato. Il ritmo segreto dei suoi cieli onirici inizia da un flusso di coscienza e si traspone nel gesto creativo, svolto come un percorso di momenti improvvisi e di meditazioni tradotte in ombre e luci. La sua ricerca, prima ancora che una risposta nei confronti del visibile non raggiungibile, è una tensione verso la trascendenza. Sulla tela il suo pigmento gode di un'inedita durata vitale. La risposta che giunge da queste composizioni non è certo confinabile in classificazioni di stile, in quanto è musicalmente astratta. I segni e le masse vibrano di toni, essendo il prodotto di sovrapposizioni e contrappunti armonicamente orchestrati. Tra la partecipazione dell'artista alla materia segreta del tempo e la sua materia astratta, si percepisce l'effetto di un patto segreto, o di una sorta di idillio che, a livello di narrazione, si sottopone allo sguardo come poesia visuale. Si dispiega così la forza di un'apparizione portatrice di messaggi, nati da una coscienza solare, dopo aver intrecciato un dialogo fra la propria interiorità e il cielo. In queste geometrie che alludono alla luna e al sole c'è tutta la ricchezza dell'universo che, riflettendosi sulla terra, diventa la struttura portante di una costruzione astratta, ma significante come un presagio di infinito. Il modo di comunicare di Serafini è immediato e spontaneo, ma la sua vera qualità pittorica sta nell'aver abbandonato il gesto come comportamento oggettivo e diligenza esecutiva, per privilegiare una capacità innata di raccontare le sinergie segrete fra i corpi celesti e l'effusione del colore. Al limite estremo di una spiritualità persino eccessiva, ci si trova qui di fronte a una vocazione, più che a un atteggiamento creativo, che sembra portare l'artista a celebrare un'intima solitudine meditativa e luminescente; una solitudine senza dubbio appagante, che è forse la consapevolezza della condizione umana eternamente in bilico, secondo l'abbagliante definizione di Pascal, fra il nulla e l'infinito. I suoi lavori sono fatti di suono e di colore, trattenuti entro la segretezza dei toni, ma insieme contenuti nei confini di una scrittura geometrica che spesso allude alla figurazione. In ogni sua opera, dove spesso domina la magnificenza del rosso, e dove il gesto pittorico è fermo e delicato come quello che guida l'archetto di un violino, vibrano i rapporti segreti fra forma e materia, visualizzati in una sorta di danza circolare, in una coniugazione dei ritmi arcani di un altrove situato molto lontano o forse molto vicino, per chi sa percepirlo.


RAFFAELLA ZAVATTA

Spazio per l’arte e “spazio” nell’arte


Artisse, Società Italiana d’Arte Contemporanea ed il suo Patron, l’Avvocato Ezio Nimis, con il suo entourage al completo hanno nuovamente fatto bella mostra di sé a Firenze. “Arte Firenze”, manifestazione organizzata dalla Nef di Padova e curata impeccabilmente dal suo Direttore Artistico Dott. Nicola Rossi, ha riscosso grande successo suscitando curiosità ed interesse tra i moltissimi visitatori che hanno affollato i saloni della Fortezza da Basso. In questo contesto, nel quale le bellezze architettoniche antiche e moderne sposano la grazia delle mannequin e la fantasia degli stilisti di moda più eccellenti, l’Artisse ha indossato l’elegantissima mises confezionata su misura dal suo creativo, Andrea Sanchini, che ormai la distingue in tutti gli eventi di gala: sulle pareti, ora bianche ora nere, si stagliavano le opere degli artisti che essa stessa tratta in esclusiva, opere che agiscono come potenti forze d’attrazione, soprattutto quando si tratta di tavole o tele che colpiscono per la loro intrinseca capacità di andare oltre le dimensioni umanamente concepibili, ma non oltre quelle percepibili: sono gli spazi di Giulio Serafini, le luci e le ombre dell’Universo che questo artista Urbinate ha la rarissima virtù di saper descrivere e, soprattutto, trasmettere all’osservatore. Luce compagna in una notte serena, piena, mezza, un quarto, una falce, quasi scompare, presenza da sempre nella vita dell’uomo, ritratta in ogni sua parvenza, in ogni sua fase. La luna, evocatrice di antichi misteri, regina delle maree, simbolo della serenità del riposo, inquietante richiamo alle tenebre della notte. Guardarla, osservarla rievoca antiche emozioni, risveglia memorie, apre, prima porta, la più vicina, la mente e l’animo alla vastità dell’universo a cui apparteniamo, di cui siamo parte. Giulio Serafini, quella luna l’ha presa per noi, ce l’ha condotta vicino, perché possiamo sentirne la forza fisica, materiale, perché possiamo avvertirne la fisicità e, quasi in un vortice, farci rapire nel più profondo dell’animo. Serafini, con la sua maestria, che è tale e tanta solo se commista all’emozione e al sentimento, è abile guida nell’universo che è il nostro, che è vasto, immenso, forse infinito, che ci fa sentire così piccoli, ma grandi, pieni di immensità. La forza stessa che questo “maestro dell’incidere” imprime ai propri gesti nella creazione di ogni parte dell’opera, lavorando su materiali duri come la pietra, o duttili come il legno, dona ad essa il potere di sprigionare energia. Quella di Serafini è una storia artistica particolare e importante. Particolare, perché è stato il collaboratore, ma forse sarebbe meglio dire l’alter ego, di alcuni grandi Maestri della storia dell’arte contemporanea italiana, che avvalendosi della sua abilità di incisore, hanno presentato opere grafiche eccelse. Importante, perché la sua capacità di essere contestualmente maestro e allievo di vita ed arte, di apprendere e, una volta appreso, insegnare, consigliare per ottenere il risultato migliore, in un continuo scambio di informazioni, sperimentazioni, ricerche, sensazioni, sentimenti, è virtù assai rara, soprattutto oggi, quindi importante. E lo spessore artistico che deriva dalle sue esperienze è quella chiave capace di spalancare la soglia di attenzione in chi ha la possibilità di osservare le sue opere da vicino, di apprezzarne la matericità e i cromatismi, di avvertirne l’energia. Energia emotiva, ma anche fisica, richiamo ancestrale ma anche proveniente dal futuro.


Luna (“Sentinella del mattino”, acrilici e polvere di marmo 80 x 100 cm) Perfetta rotondità, ancorché in parte celata, solida presenza all’inizio di un nuovo giorno, questa sentinella c’è e si sente e ci scalda, con quel bagliore rosso mediato, frammentato, che sembra una palpebra che lentamente si apre, mentre il buio cede il passo alla luce. Un cerchio perfetto di quella perfezione che è al di sopra dell’uomo, una superficie percorsa da segni scavati, scolpiti che la fanno percepire reale, vera, in un tutt’uno con lo spazio che la circonda, l’avvolge con la propria infinita oscurità, svelandola al contempo al nuovo giorno. Fonte di continuo rinnovamento, l’avvicendarsi di notte e giorno, oscurità e luce, di cui questa sentinella si fa portatrice, in una tensione continua che è la vita. Ultimo Quarto (“Tra cielo e mare”, pietra arenaria e legno scolpito 67 x 50 cm) Gli ultimi echi delle notti estive, di orizzonti vividi di luce lunare, di quei blu che sfumano in mille tonalità, e i primi segni di velature che preannunciano l’autunno. Con quel po’ di nostalgia, quel ritorno a notti passate, che è serena memoria, tesoro da non dimenticare, da richiamare quando l’aria si fa un po’ più fresca “ed è subito sera”. La vita, come nel succedersi delle stagioni, nel trascorrere degli anni è così, e la luna è una dolce compagna di viaggio, sempre “vestita” d’argento o d’oro intenso, sottile come un ciglio o rotonda come un faro, illumina le nostre notti. Eterno tempo (“Ruit hora”, acrilici e polveri di marmo su tela 100 x 150 cm) Cerchio perfetto che irraggia, come nelle più ancestrali descrizioni, con meteoriti roteanti, apparentemente immote, ma che in un tutt’uno con esso ne sottolineano il governo delle stagioni. Il trascorrere del tempo, preciso richiamo alle attività umane, rappresentato attraverso geometrie perfette che l’uomo nei millenni ha dedotto ed elaborato dalla natura stessa, che rimarcano l’incorruttibilità, la ripetitività dei cicli, che non sono noia, ma scansione del tempo, della magica sfera che ogni giorno ridona speranza agli esseri viventi. In quest’opera di Giulio Serafini si riconoscono tutti gli elementi, e quelli non rappresentati viene spontaneo immaginarli, attraverso un susseguirsi di passaggi mentali, condotti da una “linea guida” che attraversa l’opera senza allontanare il pensiero dalla centralità del sole che, pur nascosto, tinge di rosso la falce che è per l’uomo centralità dell’esistere.


Cicli (“...di volontà e passione”, polvere di marmo, acrilico e smalto su legno scolpito 170 x 55 cmCollezione Notaio Castellana) La ciclicità, che troppo spesso oggi è considerata sintomo di monotonia, ripetitiva e quindi poco dinamica, è in realtà moto prezioso nella quotidianità e nella vita dell’uomo. Soprattutto in quella vita che va al di là dell’individuo, che si propaga nel tempo attraverso le generazioni, che ha fatto sì che le civiltà si inseguissero e si avvicendassero nei secoli. La volontà di vivere, di continuare ad esistere porta gli esseri viventi a procreare, per garantire la perpetuazione della specie: chiamiamoli figli, cuccioli, germogli, destinati a crescere, diventare adulti e a loro volta a perseguire la continuità di sé. Dietro questa luna che si genera, all’occhio umano, da lama sottile a pienezza luminosa, per tornare a decrescere e, al culmine della minima luce, riprendere ad accrescere la propria luminosità, c'è la storia dell’uomo, la vita di un uomo, la presenza costante della luce del sole, compagno anche quando non si vede, e della sua energia, fonte di vita. Tra Terra e Luna (“Ossido di cielo”, 100x100 cm- Collezione Gianfranco Bello) Bianca, splendente, riflettente, in senso letterale “favolosa”, da favola, da storie narrate tra realtà e fantasia. Tra la realtà di una notte trascorsa in spazi aperti, lontano dal rumore e dalle luci sintetiche della città, e fantasia che sgorga spontanea liberando lo sguardo verso il cielo sereno, carico di stelle, profondo nella sua limpidezza. Viene quasi da dire “troppo facile”. E Giulio Serafini ama i pensieri complessi, la complessità dell’istante. Con “Ossido di cielo” raggiunge la vetta della complessità, descrivendo una visione imperfetta, crepuscolare, corrotta dalla presenza invisibile ma intuibile dell’uomo e dalle conseguenze del suo progredire. Tra noi e la luna, di cui si può ben distinguere, nonostante tutto, il candore, si insinua in questo istante la velatura di un’atmosfera carica di fumi. Eppure la perfezione del cerchio, della sfera celeste, si intravede ancora, quasi a suggerire che non tutto è perduto, si può ancora tornare a vedere la nostra compagna della notte, sognando tra realtà e fantasia. Armonie (”Equador”, acrilici e polveri di marmo su legno 151x53 cm) Archi di cerchio, fasi lunari, rette che incrociano, tutti segni in continuo movimento, come si muovono terra, luna, sole, stelle, universo. E come riferimento l’equatore, terrestre, ma che si fa celeste per “fermare”, “localizzare” idealmente moti che sono al di là del controllo dell’uomo. “Equador”, che per la sua posizione, divide equamente, rende uguali il giorno e la notte. Nei segni, negli immoti moti di questo quadro-scultura di Serafini, si legge il continuo, ordinato, preciso succedersi di luci e ombre, l‘intersecarsi di traiettorie celesti, il velarsi e lo svelarsi dovuto all’eclissi e, forse, in quel rosso sofferto, lo spiraglio che l’universo concede alla mente umana per farle credere di aver imbrigliato con una convenzione, con una misura, ciò che avviene da sempre e sempre avverrà.


VERSO IL GIORNO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 150 X 100


ALLA LUNA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 150 X 100


INFINITO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 80


SEMBRA FERMA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 80


RISALENDO IL TEMPO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 80


ORIZZONTE ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 80


ESSENZA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 80 X 100


ATTESA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 80 X 100


RILEGGENDO IL CIELO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 100


DIREZIONE INFINITO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 60 X 80


SENTINELLA DEL MATTINO CALCOGRAFIA RITOCCATA A MANO LASTRA CM 65 X 50 - FOGLIO CM 80 X 60 - TIRATURA 99 ESEMPLARI


L’ANIMA DEL MATTINO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 80 X 60


RIVISITANDO TECNICA MISTA SU TELA CM 100 X 70


INCONTRO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 70


PER ASSISI ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 100 X 100



NAVIGANDO TECNICA MISTA SU TELA CM 50 X 60


ALLEGORIA TECNICA MISTA SU TELA CM 40 X 40

L’INIZIO TECNICA MISTA SU TELA CM 40 X 40


MATTINO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 40 X 40

VERSO IL GIORNO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 40 X 40


SENTINELLA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 40 X 40

PAESAGGIO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 40 X 40


COLONNA E LUNA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU LEGNO E PIETRA CM 95 X 50



VERSO LA LUNA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 50 X 100



SENZA TITOLO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 60 X 120



LUCE OPPOSTA ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 70 X 90


OLTREMARE ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 60 X 80


NERO SU NERO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 80 X 100


VARENNE ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 60 X 80


REPERTO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU LEGNO E PIETRA CM 50 X 50


BILICO ACRILICI E POLVERE DI MARMO SU TELA CM 40 X 40



NOTA CRITICO-BIOGRAFICA

Giulio Serafini è nato a Urbino nel 1961. FORMAZIONE: Frequenta La Scuola del Libro di Urbino, fra le più rinomate per l’arte incisoria. Successivamente si dedica ad un intenso tirocinio che lo conduce non soltanto alla piena acquisizione dell’antica arte della calcografia, ma anche alla consapevolezza delle proprie aspirazioni artistiche. La sua accreditata fama di grande incisore lo porta a collaborare con importanti artisti contemporanei come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro (con il quale realizza il libro-scultura “De Cantare Urbino”) Walter Valentini (insieme al quale realizza il libro-oggetto “Dante Anarca”) e, ancora, Giò Pomodoro, Mario Ceroli, Emilio Tadini, Mimmo Rotella, Eliseo Mattiacci, Edgardo Mannucci e Giuseppe Santomaso. Frattanto prende a dedicarsi con impegno alla pittura ed alle sculture su legno. PERIODI e SOGGETTI: Accanto a misurate composizioni astratte articolate mediante forme geometriche di chiara evidenza plastica, l’artista presenta una serie di lavori di inclinazione romantica recanti come motivo ispiratore la luna che, con fantasiosa suggestione, si dispiega in continue variazioni al mutare delle stagioni nei suoi vagabondaggi lungo la quinta celeste. La maestria si confonde volutamente con l’ispirazione ed ecco che le sue linee precise e sudate traducono le immagini e le emozioni dell’anima, cerchi prefetti sono allo stesso tempo forme geometriche e lune sognanti sospese nell’etere. Egli opera sia su tela sia su legno e pietra. TECNICHE: polvere di marmo, acrilici e smalti su tela; polvere di marmo, acrilici e smalti su legno e pietra arenaria.


A CURA DI DOMENICO MONTALTO EZIO NIMIS

TESTI ANNA CATERINA BELLATI PAOLO LEVI RAFFAELLA ZAVATTA

COORDINAMENTO EDITORIALE EZIO NIMIS FRANCO MARZILI DANILO MARZILI

SI RINGRAZIA ALBERTO D’ATANASIO

ARTISSE SOCIETÀ ITALIANA D’ARTE CONTEMPORANEA SRL tel. (+39) 0831 779 242 fax 0831 777 141 numero verde: 800 114 606 artissesrl@libero.it info@artisse.it www.artisse.it

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FOTOGRAFIA ITALPHOTO DI SIMONE LAURA & CO. ARTI GRAFICHE DELLA TORRE GRAFICA E STAMPA ARTI GRAFICHE DELLA TORRE

© COPYRIGHT 2011 ARTISSE SRL RIPRODUZIONE VIETATA. TUTTI I DIRITTI RISERVATI DALLA LEGGE SUI DIRITTI D’AUTORE




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