Riccardo Schweizer Collection
C O L L E C T I O N
Via Molini, 44 ( I ) - 31030 Borso del Grappa ( TV) Tel +39 0423 561483 - Fax +39 0423 542200 www.bosatrade.com - bosa_ceramiche@libero.it
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L’arte è libertà e ricerca. Libertà dagli schemi. Ricerca in mondi inesplorati. In arte tutto è stato fatto. In arte tutto è ancora da fare. Tutto mi interessa dell’immagine, tutto della storia dell’arte, anche dell’arte non considerata storia. Niente è privo di interesse. Meno le cose fatte per interesse. Cioè la maggior parte delle opere di questo ultimo scorcio di secolo, dove venuti meno gli ideali, l’opera si è trasformata in oggetto di commercio, di successo a tutti i costi per l’autore, successo per i galleristi, successo per i critici che vi si affiancano. Successo fine a se stesso. Chi ha parlato di te? Quanti giornali si sono occupati di te? Quante enciclopedie ti citano? Quanti musei ti contengono? A quanto vendi? Quanto ricco sei? Morte! Qui siamo fritti! Se l’uomo non ha più il coraggio di ascoltare la propria anima ed elaborare giorno per giorno qualcosa che la riguradi e ci scavi dentro a fondo, allora bisogna aspettare che tutto ciò passi e, forse, nel prossimo secolo di nuovo qualcuno ancora avrà entusiasmo per il sentirsi vivo e creare per la sua libertà, per la ricerca di un nuovo mondo di valori spirituali. È solo l’amore che conta. L’uomo non è stato creato. Deve crearsi. Art is freedom and research. Fredoom from schemes. Research into unexplored worlds. Everything has been accomplished in art. Everything is still to be accomplished in art. I am interested in everything concerning image, art history, even the art which is not considered history. Nothing is devoid of interest except for what is done due to some interest. This means that most art works accomplished in the last years of the century, when ideals were lacking, the art work transformed itself into an object of trade, of success at all costs for the author, success for the art dealers, success for the critics next to them. Just success. Who talked about you? How many newsapers wrote about you? How many encyclopedias mention you? How many museums host your works? How much do you charge? How rich are you? Death! This is the end of it all! If man does not have the nerve to listen to his own soul and process day by day something regarding it and dig inside it, then you have to wait for it to be over and maybe again in the next century somebody will be enthusiastic about being alive and looking for his freedom, searching for a new world with spiritual values. Love is the only important thing. Man has not been created. He must create himself. Casez, 1995
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Riccardo Schweizer
1. 1951 - Venezia, Accademia, la mia aula di insegnante 1951 - Venice Academy, my classroom as a professor
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2. Con Picasso e altri a Vallauris, 31 agosto 1950 With Picasso and others at Vallauris, Aug. 31, 1950 3. Dedica di Picasso a Schweizer per il suo 25째 compleanno a Vallarius Dedication by Picasso to Schweizer for his 25th birthday in Vallarius
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4. Con Picasso e Jacqueline, Cannes with Picasso and Jacqueline, Cannes 5. Schweizer con Borsato, Finzi, Magnolato, nello studio a San Stae, Venezia, anni ‘50 Schweizer with Borsato, Finzi, Magnolato, in the studio at San Stae, Venice, 1950s
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6. Con Massimo Campigli a Saint Tropez, 1969 - with Massimo Campigli at Saint Tropez, 1969 7. Vallarius, alla mostra dei ceramisti con Gerard Derval, Constanda e Ramier Vallarius, at the potters exhibition - with Gerard Derval, Constanda and Ramier 8. Inaugurazione mostra Musèe d’Antibes con Jacques Prevert, 1958 - Exhibition opening at the Musèe d’Antibes with Jacques Prevert, 1958 9. Anni ‘50 - Venezia in casa di Egidio Costantini “La fucina degli angeli” con Davide Orler, Maria Poggi e con il poeta Morand - 1950s – Venice, at Egidio’s house Costantini “La fucina degli angeli” with Davide Orler, Maria Poggi and poet Morand 10. Con Marc Chagall e due allieve dell’accademia di Venezia, Maria Poggi e Miela Reina, 1956 - with Marc Chagall and two students of the Venice Academy, Maria Poggi and Miela Reina, 1956 11. 1976 - Vallarius, con Roger Capron 1976 - Vallarius, with Roger Capron 12. 1958 - Antibes, durante la mostra personale al museo Picasso con Paul Robert - 1958 Antibes, during the personal exhibition at the Picasso museum with Paul Robert
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Il vero e il falso Lo studio di Picasso, a Vallarius, in rue des Potiers, lo conoscevo bene, per una lunga frequentazione, dal ‘50 in poi. Ci andavo senza scopi di ordine pratico, come facevano invece gli altri, “Um nicht zu suchen” direbbe Göethe. Ma quel giorno lo scopo c’era. Jean Cocteau mi aveva mandato due poeti inglesi da accompagnare da lui. Ci incontrammo nel giardino degli asini (senza allusioni) così si chiamava perchè Picasso faceva falciare l’erba dagli asini. Entrammo in studio: il lungo corridoio a sinistra raggiungeva la parte riflessiva dell’ambiente. Si riposavano contro le pareti “le demoiselles au bord de la Seine” di Courbet e il “ritratto di Gongora” di El Greco. A destra raggiungeva il reparto scultura invaso da materiale eterogeneo e dalla bambina in carrozzella, la ragazza che salta la corda, la scimmia realizzata con due automobiline di lamiera, la gazzella fatta con una sella di bicicletta e un manubrio. Il corridoio era ingombro di scaffali carichi di tutto (per esempio pupazzetti realizzati per far giocare i figli). Ma all’inizio del corridoio rivolto verso l’interno della sala grande a destra c’era un cavalletto sormontato da un grande dipinto verticale (1,50 x 2,00) eseguito a marron bianchi e neri come all’epoca storica del cubismo... Rappresentava tre persone fortemente deformate alla maniera cubista. Uno dei poeti chiese a Picasso chi fossero i tre personaggi raffigurati nel quadro. Picasso rispose: Françoises con Cloude e Paloma. Vorrei avere la grande fortuna e privilegio, rispose il poeta - di sentire direttamente dalla sua voce la spiegazione sulle ragioni di questa deformazione, cosa che i critici non sanno mai fare in modo chiaro e convincente. Deformazione? Rispose Picasso: nessuna deformazione! Mia moglie e i miei figli sono veramente così! Io ero dietro a tutti e tre. Vedevo le loro schiene ed ascoltavo in silenzio. Mi interessava immergermi nell’opera... così infatti notai qualcosa cui nessuno diede importanza ai bordi del quadro. Tutt’intorno erano aplicati con delle puntine dei foglietti di carta di circa 10-15 centimetri di lato (saranno stati una cinquantina) che in senso orario partivano da ritratti dei tre personaggi fatti a matita incominciando dal vero come lo avrebbe fatto Ingres, e andando verso una cubizzazione della ricerca fino a raggiungere l’ultima versione che era quella consumata nell’opera dipinta. Insomma la “deformazione” di cui parlava il poeta non era una deformazione ma il risultato di un approfondimento dei volumi inteso come analisi del vero, non come libertà di invenzione di un “falso” poetico.
True and false I was familiar with the studio of Picasso, at Vallarius - address: rue des Potiers - because I have attended it for a long time since 1950. I used to go there without the practical purposes the others had, “Um nicht zu suchen” Göethe would say. Yet there was a purpose that day. Jean Cocteau had sent me two English poets to be accompanied to him. We used to meet in the garden of the donkeys (no innuendo) which was given this name because Picasso had the lawn mowed by the donkeys. We went into the studio: the long corridor on the left reached the reflective area of the environment. “Les demoiselles au bord de la Seine” by Courbet and the “Portrait of Gongora” by El Greco were resting on the walls. On the right the corridor reached the sculture department filled with heterogeneous material and the child in the baby carriage, the girl jumping with the rope, the monkey made with two tinplate model cars, the gazzelle made with a bycicle saddle and a handlebar. The corridor was full of shelves loaded with all kinds of things (for instance puppets made in such a way that the children could play). Yet at the beginning of the corridor, addressed to the inside of the big hall on the right there was a trestle on top of which there was a big vertical painting (1,50 x 2,00) made using brown, white and black colours as in the historical age of Cubism. It represented three people heavily deformed in the Cubist style. One of the poets asked Picasso who the three pictured characters were. Picasso answered: Françoise with Claude and Paloma. “I wish I had the luck and privilege” the poet replied “to hear directly from his voice the explanation about the reasons of this deformation, which is something the critics never manage to do in a clear and convincing way. Deformation? Picasso answered: no deformation! My wife and children are really like this! I was behind the three of them. I saw their backs and listened in silence. I was interested in plunging in the work... in fact this way I noticed something at the edges of the painting which nobody had noticed. All around the painting there were some paper sheets (side: about 10-15 cms) applied with staples. There were about 50 of them clockwise, they started from the portraits of the three characters drawn in pencil starting from real as Ingres would have done and going on towards a sort of cubic pattern of the research until the final version, the one achieved in the painted work, was reached.Ultimately, the “deformation” the poet talked about was not a real deformation but the result of a in-depth examination of the volumes intended as an analysis of reality, not as the freedom to invent something poetic but “fake”. 10
Riccardo Schweizer
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“Nuotando nel ruscello, nel torrente, nel fiume di Leonardo, mi sono ritrovato nel mare di Picasso. Uno scoglio di bronzo sdraiato nel mare a farsi solleticare dalle onde come grande elefante antico mi porta sulla groppa a pensare a te, Leonardo da Anchiano, a raccontarmi il moto delle onde che lentamente soffocheranno la terra con l’accumulo dei loro detriti.” Clos Lucè, 31 agosto 1994
Riccardo Schweizer
“By swimming in Leonardo’s brook, torrent, river, I found myself in Picasso’s sea. A bronze rock tickled by the waves and carrying me on its back like a big ancient elephant makes me think of you, Leonardo from Anchiano, and talks to me of the wave motion that will slowly smother the earth with its detritus.” Clos Lucè, august 31 1994
“Eclissi di sole” - tecnica mista su faesite - 11/05/2004 “Eclissi di sole” - mixed technique on hardboard - 11/05/2004
Riccardo Schweizer
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“Dal momento che di ogni cosa m’interessa l’aspetto estetico, quando mi occupo di un progetto ne studio solo l’aspetto tecnico.” Casez, 3 febbraio 2003
Riccardo Schweizer
“Since I am interested in the aesthetic aspect of all things, when I deal with a project I only take care of its technical aspect.” Casez, February 3, 2003
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Testo critico di Vittorio Sgarbi - Brani estratti dal volume “Riccardo Schweizer” 2004 Tèchno editori
Creatività e metodo “Potrebbe sembrare non facile trovare qualcosa di simile i un’arte molteciple e proteiforme come quella di Riccardo Schweizer, nella cui carriera hanno confluito elementi in apparenza anche contraddittori.Pensiamo, per esempio, all’origine nordica e alpina di Schweizer, trentino di nascita, profondamente legato alla sua terra, rigoroso di spirito come ogni buon uomo di montagna, e all’importanza straordinaria che ha avuto nella sua vicenda non solo professionale la mediterranea, solare, sensuale Provenza, dove ha lavorato nei celebri ceramifici di Vallauris, dove ha conosciuto e imparato da maestri epocali come Picasso, Cocteau, Chagall, Le Corbusier, dove forse ha raccolto le sue maggiori soddisfazioni professionali per una serie di importanti opere pubbliche. In realtà, se si dovesse scegliere come definire l’arte di Schweizer, non sarebbe complicato affermare che essa è principalmente, ostinatamente, coerentemente moderna” “E per pochi artisti più di Schweizer sarebbe appropriata un’espressione come “farsi mondo”, perché la sua arte è andata volutamente a unirsi con la vita degli uomini, diventando non solo quadro, grafica o scultura, ma architettura, arredamento,ceramica, vetro, design di ogni genere. Anche in ciò, Schweizer ha dimostrato di essere coerente con una precisa idea di modernità, la stessa di Picasso, Balla, Depero, Mirò, Gropius, Moholy-Nagy, Le Courbisier, citando solo alcuni casi eclatanti: per essere al passo col proprio tempo, epoca che ha sviluppato e perfezionato come nessun altra la produzione degli oggetti, l’arte deve uscire dalle gallerie e dai musei e farsi tutt’uno con le sue applicazioni. Per essere applicazione, l’arte deve ispirarsi,se non a una teoria precisa, almeno a un metodo, a un principio di fondo che ne ordini le espressioni affinché sia possibile estendere i criteri generali che hanno determinato la creazione di un quadro o di una scultura a qualunque altra forma producibile. Unità di metodo che in Schweizer, a differenza di molti dei suoi illustri predecessori, non vuole però dire uniformità omologante: l’arte non è tutta uguale, la pittura è pittura, con le sue peculiarità, con le sue regole e i suoi fini,con i suoi specifici problemi estetici, esattamente come il design è sempre design. E’ questa coscienza della specificità che fa fare a Schweizer un passo in avanti rispetto alle applicazioni dell’arte concepite da colui che dai primi anni Cinquanta diventa il suo punto di riferimento, Picasso.” Così, quando nella sua pittura prevale la linea curva e la forma sinuosa, funzionali nell’assecondare un’inventiva sfuggente, immaginifica, anche imprevedibile negli esiti, il design di Schweizer può benissimo far prevalere l’esprit della linea retta e del volume regolare, ora tendenti all’articolazione e alla scansione delle masse, ora all’affermazione della geometria pura, con il colore a coadiuvare o a fare da sapiente contrappunto che alleggerisce e vivacizza, senza alcuna concessione per l’ornamento decorativo superfluo che distolga l’attenzione dall’esigenza di definire plasticamente l’oggetto. A fare da collante fra disciplina e disciplina, non l’omologazione delle rispettive manifestazioni, ma una ferma fiducia nella insuperata e insuperabile validità della intuizione creativa, elemento in grado di superare qualunque differenza professionale fra artista e architetto, fra Picasso e Le Corbusier, con il metodo a codificarne le estrinsecazioni e stabilire la loro traduzione in espressione, oggetto, ambiente, “mondo”.” “ Questa, credo, è la lezione più forte e attuale che emerge dell’arte di Riccardo Schweizer, il cui spiccato respiro internazionale contrasta non poco con quello anarcoide e tardo-romantico di tanta arte contemporanea italiana.” Vittorio Sgarbi 2004 18
Critical text by Vittorio Sgarbi - Excerpts from the book: “Riccardo Schweizer” 2004 Tèchno editori
Creativity and method “It might appear difficult to find something resembling the manifold and protean art of Riccardo Schweizer, into whose career various, apparently contradictory elements merged. For instance, let’s think of Schweizer’s Nordic and Alpine origin. He was born in Trento, strongly linked to his territory, endowed with an inflexible spirit like every good mountaineer, and of the extraordinary importance, not just professional, covered in his life by Mediterranean, solar, sensual Provence where he worked in the famous pot factories of Villarius where he met some classic masters such as Picasso, Cocteau, Chagall, Le Corbusier, learnt their craft, maybe accomplished his best professional achievements for a series of important public works. In reality, should one choose how to define the art of Schweizer it would not be difficult to state that it is mainly, stubbornly, consistently modern” “And for few artists more than Schweizer the expression “becoming a world” would be adequate because his art deliberately joined men’s life, turning not into just painting, graphics or sculpture, but also into architecture, furniture, ceramics, glass, design of all kinds. Even in this regard Schweizer has proved himself he is consistent with a precise idea of modernity, the same idea Picasso, Balla, Depero, Mirò, Gropius, Moholy-Nagy, Le Courbusier had, just to mention some extraordinary cases. In order to keep pace with its own time, an age which like no other age developed and perfected the production of objects, art must get out of the galleries and museums and merge with its applications. In order to be an application, art must draw inspiration - if not from a precise theory – at least from a method, a fundamental principle arranging its expressions so that it is possible to extend the general criteria which have determined the creation of a painting or a sculpture or any other deliverable form. A method unity which in Schweizer, differently from his many illustrious predecessors, does not mean uniformity: art is not all equal, painting is painting, with its peculiarities, its rules and aims, its specific aesthetic problems, exactly as design is always design. It is this specifity consciousness which makes Schweizer step forward compared to the art applications conceived by he who has been its benchmark since the start of the 1950s, Picasso.” This way when curved lines and sinuous forms – functional in going along with a fleeting imaginativeness which is rich in imagery but unpredictable in its results - prevail in his paintings, Schweizer’s design can perfectly make the esprit of the right line and the regular volume prevail. Sometimes they tend to the articulation and scanning of masses, sometimes to the achievement of pure geometry, with colours assisting or working as a wise counterpoint, lightening and making lively, with no concessions to superfluous decorative ornament distracting from the need to define plastically the object. What combines the various disciplines is not the homologation of the corresponding events but a firm confidence in the unsurpassed and unsurpassable validity of the creative intuition, an element which can overcome any professional difference between the artist and the architect, between Picasso and Le Corbusier. The method codifies externalizations and establishes their translation into expression, object, environment, “world”. “This, I think, is the most influential and up-to-date lesson emerging from the art of Riccardo Schweizer, whose outstanding, international fame is definetely in contrast with the anarchist, late-Romantic fame of most contemporary Italian art”. Vittorio Sgarbi 2004
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Zangola colore
platino, rame e oro 04/M colours platinum, copper, gold 04/M
Porta spezie Cruet stand cm 18xh28,5 cod. RS01 colore bianco e colorati 04c colours white and colours 04c
Giulietta e Romeo colore
bianco oro 04/29 bianco platino 04/63 bianco rame 04/80 colours white gold 04/29 white platinum 04/63 white copper 04/80
Set di piatti per 2 persone Set of plate for 2 person cm 23x23 cod. RS02 colore bianco 04 colours white 04
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Cubo bibita colore
bianco, platino, oro e rame 04/M colours white platinum gold copper 04/M
Set di brocca e bicchieri Set of decanter and glass cm 21x21xh22 cod. RS03 colore bianco e colorati 04c colours white and colours 04c
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Biografia
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1925 Riccardo Schweizer nasce a Mezzano di Primiero (Trento) il 31 agosto. All’età di undici anni realizza i suoi primi affreschi tuttora esistenti. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Mezzano e le medie a Fiera di Primiero si trasferisce a Trento e poi a Belluno per seguire i corsi dell’istituto Industriale Edile. 1945 Si iscrive all’istituto d’Arte dei Carmini di Venezia. 1947 Bruno Saetti lo chiama all’Accademia di Belle Arti. 1948 Conosce Zoltán Rákosi, pedagogo ungherese che influirà molto sulla sua formazione culturale. 1950 Si trasferisce a Vallarius per conoscere Picasso: ha così modo di frequentare anche Chagall, Cocteau, Paul Eluard, Tamayo, Pignon, Pierre Abraham, André Wurmser, Massimo Campigli, Roger Capron, Le Corbusier. 1954 Ritorna in Italia e accetta la cattedra d’insegnante di disegno alla scuola media di Arco e Ceniga (Trento). Dopo solo un mese lascia questo lavoro e si trasferisce a Venezia su invito di Saetti, come suo assistente all’Accademia. Vive in quegli anni in casa del pittore Vittorio Basaglia, che sarà in quel periodo lo stimolo e il paragone per la sua opera. Frequenta con molta assiduità gli ambienti dell’avanguardia culturale della città e ha modo di conoscere fra gli altri Luigi Nono, Bruno Maderna, Gino Marinuzzi, Igor Stravinskij, Salvatore Quasimodo, Vittorio Klauser, Francesco Tentori, Virgilio Guidi, Diego Valeri, Rodolfo Pallucchini, Giuseppe Marchiori, Giuseppe Mazzariol, Elio Vittorini, Carlo Scarpa, Peggy Guggenheim, Guido Cadorin, Guido Perocco, Alberto Viani, Filippo de Pisis, Felice Carena, Gastone Breddo e Carmelo Zotti, che prenderà nel 1960 il suo posto all’Accademia. 1958 In occasione del decimo anniversario della Fondazione Musée Picasso ad Antibes viene allestita una sua grande mostra personale che sarà visitata, fra gli altri, da Jacques Prévert, Jean Cocteau e Germaine Richier. 1959 Per la RAI di Venezia intervista Filippo de Pisis, Giorgio De Chirico, Max Ernst, Jean Arp e Carlo Levi. 1960 Lascia l’Accademia di Venezia e si stabilisce sulla Costa Azzurra. Oltre a tenere numerose mostre organizzate dal gallerista Michele Sapone, incrementa la sua attività di ceramista assieme all’amico Roger Capron. Risalta in quest’epoca il trio Schweizer, Capron e Druet,
gruppo di lavoro e collaborazione che si svilupperà negli anni successivi. Conosce il pittore cecoslovacco Franta, con il quale stabilisce un costante rapporto di pensiero. 1961 Nascono le prime opere murali di grandi dimensioni: “Apoteosi della tecnica”, affresco per l’Istituto Editoriale Italiano di Milano; a San Martino di Castrozza i pannelli in acrilico per l’hotel Dolomiti e San Martino e “Il poverello”, affresco per la facciata dell’hotel San Martino;” Tempesta sul lago”, affresco per l’hotel Limone a Limone sul Garda. Primo Premio UNAM, Nizza (presidenti Pierre Bonnard e Henri Matisse). 1963 Si sposa con Dina Ravanae; dal matrimonio nasceranno Monica e Barbara. 1965 Bassorilievo in ceramica per le nuove Terme di Levico (Trento). 1966 Esegue per la scuola media di Cadola (Belluno) un bassorilievo in cemento e due affreschi del disastro del Vajont. 1967 Realizza due monumenti ai caduti per Fiera di Primiero e per Pieve d’Alpago nel Bellunese. Premio Montecitorio “Il Baricentro”. 1969 Nel Casinò Municipale di Tripoli vengono collocate due sue grandi vetrate. 1970 Ha inizio l’attività di designer per la Ceramica Pagnossin di Treviso con la produzione di servizi da tavola. 1974 Primo Premio Fiocco, Sospirolo. 1977 Realizza un grande pannello per la sala delle riunioni dell’Istituto Agrario di San Michele. 1978 Progetta l’interno del ristorante “da Silvio” a San Michele all’Adige, dalle pareti ai pannelli decorativi, all’illuminazione, ai marchingegni (griglie multiuso, pietra Naraj per cuocere a tavola, ecc.), realizzando quel concetto di arte totale (architettura-pittura) che lo ha sempre interessato. Abbandona l’incarico di designer alla Pagnossin ed è sempre più spesso in Costa Azzurra. 1980 Mette a punto una tecnica a base di ossidi e cemento per un grande bassorilievo esterno che ricopre tre facciate del Municipio di Carros (Nizza), edificio progettato da François Druet. 1981 Premio Provincia di Bologna IX Biennale “Il Muro Dipinto”, Dozza. 1982 Vince il Concorso Internazionale per il Palazzo dei Congressi e del Cinema di Cannes, progettato sempre da François Druet, per pa-
vimenti in marmo e moquette, decorazioni parietali, soffitti luminosi, strutture a corolla, ecc. 1983 Medagllia d’oro alla X Biennale “Il Muro Dipinto” di Dozza (Bologna) con l’affresco “Civiltà contadina”, citato anche da “The New York Times” (14 agosto 1994). 1986 Realizza un affresco di 75 metri quadrati per la nuova sede dell’Istituto Trentino di Cultura a Trento. Come designer progetta un oggetto in vetro con il quale vince il Primo Premio Murano, sponsorizzato dall’Accornero di Torino. 1987 Decora la sala del Sindaco e quella del Consiglio del nuovo Municipio di Cap d’Ail (Montecarlo) ed esegue gli affreschi della facciata. 1990 - 1991 Progetta e realizza la monumentale scultura in cemento per la nuova sede della Camera di Commercio di Trento, dedicandosi anche a un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero. 1992 Per il comune di Siror (Trento) realizza un imponente quanto suggestivo affresco di oltre 130 metri quadrati dal titolo “I sogni della Bancalonga”. 1993 È impegnato nell’esecuzione di un altro grande affresco per il comprensorio Fiera di Primiero (Trento) nel quale l’artista narra, con il suo inconfondibile linguaggio, usi e tradizioni della sua gente. Realizza “La lontra e la valle” per la sede del comprensorio. 1996 Per la piscina comprensoriale di Primiero esegue una ceramica di 150 metri quadrati. 1997 - 1998 Realizza quindici modelli di vestiti per la Scuola d’Arte di Cortina. Primo Premio “President Association Critique Française”, Parigi (1997). 1999 Esegue “I sogni dell’albero” per il grande muro esterno della scuola elementare di Mezzano. Secondo Premio “Etruschi”, Firenze 1999. 2000 Esce il volume “Schweizer, Dalla pittura al progetto”. Opere 1936/2000, a cura di M. Scudiero che viene presentato da Giulio Andreotti a Roma e dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Cristofolini. 2001 Il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce motu proprio l’onorificenza al merito della Repubblica Italiana, nominandolo Cavaliere ufficiale. 2002 Esegue “La vite e il vino”, vetrata di 4x2 metri, per la Nuova Enoteca, Aldeno.
2003 È socio dell’Accademia deglia Agiati di Rovereto e dell’Accademia degli Accesi di Trento. 2004 A settembre Riccardo Schweizer si spegne.
1958 - Antibes, museè Grimaldi, mostra personale 1958 - Antibes, museè Grimaldi, personal exhibition
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Biography
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1925 Riccardo Schweizer was born at Mezzano di Primiero (Trento) on August, 31.At the age of eleven he paints his first frescoes, still existing. After attending elementary schools at Mezzano and junior high school at Fiera di Primiero he moves to Trento and then to Belluno to attend the courses of the Construction Industrial Institute. 1945 He enrolled at the Carmini Art Institute of Venice. 1947 Bruno Saetti calls him to the Fine Arts Academy. 1948 He meets Zoltán Rákosi, a Hungarian pedagogist who will strongly affect his cultural education. 1950 He moves to Vallarius in order to meet Picasso: this way he also has the chance to see Chagall, Cocteau, Paul Eluard, Tamayo, Pignon, Pierre Abraham, André Wurmser, Massimo Campigli, Roger Capron, Le Corbusier. 1954 He moves back to Italy and accepts the arts and drawing professorship at the junior high school of Arco and Ceniga (Trento). After just one month he quits and moves to Venice accepting the invitation of Saetti to work as his Academy assistant. During those years he lives at the house of painter Vittorio Basaglia who, in that period, will be the motivating force and the touchstone for his works. Most frequently he attends the circle of the town’s cultural avant-guarde and has the chance to meet, among the others Luigi Nono, Bruno Maderna, Gino Marinuzzi, Igor Stravinskij, Salvatore Quasimodo, Vittorio Klauser, Francesco Tentori, Virgilio Guidi, Diego Valeri, Rodolfo Pallucchini, Giuseppe Marchiori, Giuseppe Mazzariol, Elio Vittorini, Carlo Scarpa, Peggy Guggenheim, Guido Cadorin, Guido Perocco, Alberto Viani, Filippo de Pisis, Felice Carena, GastoneBreddo and Carmelo Zotti who in 1960 will take his place at the Academy. 1958 On the occasion of the 10th anniversary of the Picasso Museum Foundation at Antibes a great personal exhibition is mounted. It will be visited, among the others, by Jacques Prévert, Jean Cocteau and Germaine Richier. 1959 He interviews Filippo de Pisis, Giorgio De Chirico, Max Ernst, Jean Arp and Carlo Levi for the RAI TV channel in Venice. 1960 He leaves the Venice Academy and settles in the Côte d’Azur. Besides mounting several exhibitions organized by art dealer Michele Sapone, he enhances his potter activity along with his friend Roger Capron. The Schweizer, Capron, Druet trio stands out in this period. It
is a work and collaboration group which will develop in the following years. He meets Czechoslovakian painter Franta with whom he establishes a constant relationship of thought. 1961 The first big-sized mural works are born: “Apoteosi della tecnica”, a fresco for the Italian Editorial Institute of Milan; at San Martino di Castrozza the acrylic panels for the “Dolomiti e San Martino” Hotel and “Il poverello”, a fresco for the façade of the San Martino Hotel; “Tempesta sul lago”, a fresco for the Limone Hotel at Limone sul Garda. UNAM First Prize, Nice (presidents: Pierre Bonnard and Henri Matisse). 1963 He marries Dina Ravanae; their children Monica and Barbara will be born. 1965 Ceramics low relief for the new spa of Levico (Trento). 1966 He executes a concrete low relief for the junior high school of Cadola (Belluno) and two frescoes of the Vajont disaster. 1967 He realizes two war memorials for Fiera di Primiero and Pieve d’Alpago in the Belluno area. Montecitorio “Il Baricentro” Prize. 1969 Two of his glass windows are placed in the Municipal Casino of Tripoli. 1970 His designer activity for the Ceramica Pagnossin of Treviso starts with the production of dinner service sets. 1974 Fiocco 1st Prize, Sospirolo. 1977 He accomplishes a big panel for the meeting hall of the Istituto Agrario of San Michele. 1978 He projects the inside of restaurant “da Silvio” at San Michele all’Adige, from the walls to the decorative panel, from the lighting to the devices (multi-purpose grids, Naraj stone to cook on the table, etc.), accomplishing the idea of total art (architecture-painting) he has always been interested in. He quits the positions of designer at Pagnossin Lt. and spends longer periods on the Côte d’Azur. 1980 He creates a technique based on oxides and concrete for a big external low relief covering three façades of the town hall of Carros (Nice), a building projected by François Druet. 1981 Prize “Provincia di Bologna - IX Biennale Il Muro Dipinto”, Dozza. 1982 He wins the international contest for the Congress and Cinema Palace of Cannes, again projected by François Druet, with marble and wall-to-wall floors, wall decorations, bright ceilings, corona-sha-
ped structures, etc. 1983 Gold Medal at the 10th Biennale “Il Muro Dipinto” of Dozza (Bologna) with the fresco “Civiltà contadina”, also mentioned by the “The New York Times” (August, 14 1994). 1986 He paints a 75 square metres fresco for the new site of the Cultural Institute of Trento. As a designer he projects a glass object with which he wins the Murano 1st Award, sponsored by the Accornero of Turin. 1987 He decorates the Mayor Hall and the Counsel Hall in the new municipal building Cap d’Ail (Montecarlo) and paints the frescoes of the façade. 1990 - 1991 He projects and realizes the monumental sculpture made of concrete for the new site of the Trento Chamber of Commerce, also engaging in an intense exhibition activity both in Italy and abroad. 1992 For the municipality of Siror (Trento) he paints an impressive and striking fresco of over 130 square metres entitled “I sogni della Bancalonga”. 1993 He is busy painting another big fresco for the Fiera di Primiero (Trento) district building in which the artist tells, with his unmistakable language, the habits and traditions of his people. He accomplishes “La lontra e la valle” for the district building. 1996 For the district swimming-pool of Primiero he executes a ceramics work of 150 square metres. 1997 - 1998 He accomplishes fifteen clothing models for the Art School of Cortina. 1st Prize “President Association Critique Française”, Paris (1997). 1999 He executes “I sogni dell’albero” for the big wall outiside the elementary school of Mezzano. “Etruschi”, Second Prize, Florence 1999. 2000 The book “Schweizer, Dalla pittura al progetto, 1936/2000 works” is published, edited by M. Scudiero, presented by Giulio Andreotti in Rome and by the President of the Trento Autonomous Province, Mario Cristofolini. 2001 Carlo Azeglio Ciampi, the President of the Italian Republic, bestows “motu proprio” the official title of the Italian Republic, appointing him “Cavaliere ufficiale”. 2002 He executes the “La vite e il vino”, a glass of 4x2 metres, for the new wine shop of Aldeno.
2003 He becomes a member of the “Accademia degli Agiati” of Rovereto and the “’Accademia degli Accesi” of Trento. 2004 In September Riccardo Schweizer passes away.
1980 - Cannes, Palazzo del cinema con François Druet 1980 - Cannes, Cinema’s Palace whit François Druet
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Esposizioni Personali
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1954 Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa. 1955 Milano, Galleria Manzoni. 1956 Lucca, Galleria La Pantera (presentazione di Francesco Tentori). Milano, Galleria Pater. 1957 Venezia, Galleria San Vidal. 1958 Antibes, Musée Grimaldi (Musée Picasso). Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa (presentazione di Berto Murucchio). 1959 Torino, Galleria La Fonte. 1960 Nizza, Galerie Muratore. Montecarlo, Galerie Rauch. 1962 Trieste, Galleria La Cavana (presentazione di Luciano Semerani). 1963 Trento, Galleria Il Castello (presentazione di Carlo Munari). 1965 Brescia, Galleria AAB (presentazione di Gastone Breddo). Padova, Galleria 1+1 (presentazione di Giampiero Bozzolato). Trento, Galleria La Colonna (presentazione di Carlo Pacher). 1966 Zurigo, Galerie Bürdecke. 1968 Trento, Galleria Il Castello (presentazione di Carlo Munari). 1969 Parigi, Camera di Commercio. 1970 Varsavia, Galeria Stara Kordegarda. Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa. 1973 Pistoia, Galleria Up. 1975 Feltre (Belluno), Galleria alla Bottega. 1977 Treviso, Galleria Paris. 1980 Belluno, Galleria Carrera (presentazione di Agostino Perale). Treviso, Galleria Borgo. Venezia, Galleria Il Canale. 1984 Trento, Sala Esposizioni Camera di Commercio (presentazione di Guido Lorenzi). 1985 Oderzo (Treviso), Circolo Culturale “Quattro Cantoni” (presentazione di Paolo Rizzi). 1987 Rovereto (Trento), Galleria Pancheri. 1989 Venezia, San Stae. Catalogo Electa. 1993 Trento, Galleria d’Arte Improvvisazione Prima (presentazione di Maurizio Scudiero). 1995 Trento, Palazzo Trentini. 1996 Arco (Trento), Palazzo Panni. Belluno, Palazzo Crepadona,
antologica. 1997 Conegliano (Treviso), Libreria “Quartiere latino”. Bologna, Galleria Mainardi. 1997 - 1998 Creazione di quindici modeli di vestiti realizzati dall’Istituto d’Arte di Cortina (disegno e supervisione). 1998 Segno (Trento), Centro Immagine Mondomelinda. 2000 Roma, Castel Sant’Angelo, “R. Schweizer, l’arte totale”. Mezzolombardo, Azienda Agricola Foradori. Fiera di Primiero “Le grandi opere”. Imola, Chiostri di San Domenico. 2001 Venezia, Istituti d’Arte in Campo Carmini. Trento, Galleria Civica. 2002 Berlino, Bròhan Museum. Praga, Galerie Bayer & Bayer. 2003 Bassano del Grappa (Vicenza), Palazzo Bonauguro. 2004 Scoletta dei Battioro, S. Stae (Venezia). 2005 Palais de l’Europe, Strasburgo. Collettive 1949 - 1950 Venezia, Galleria Bevilacqua La Masa. 1950 Milano, Amici dell’Arte. 1951 Milano, Premio Borletti. Napoli, Mostra Nazionale delle Accademie di Belle Arti. 1952 Imer (Trento), Scuola Materna. 1955 Venezia, Galleria Santo Stefano, “Giovani Pittori di Palazzo Carminati”. 1959 Venezia, Galleria San Vidal. 1960 Vallarius (Francia), Collettiva Annuale. 1961 Vallarius (Francia), “Peinture et Lumière”. Venezia, Galleria Bevilacqua La Masa, Collettiva di Settembre. 1964 Brescia, Galleria AAB, “Pittori veneziani d’oggi”. 1967 Auronzo di Cadore (Belluno), Palazzo delle Feste, Premio di Pittura Circolo Artistico. Modena, “Il Baricentro”. Torre Annunziata (Napoli), Collettiva d’Arte Sacra. Trento, Palazzo della Provincia, Premio Provincia di Trento. 1968 Roma, Palazzo delle Esposizioni, Rassegna di Arti figurative e di Architettura. Roma, Palazzo delle Esposizioni, “Trento Arte oggi”. 1969 Parigi, Camera di Commercio Italiana di Parigi, “Pittori trentini d’oggi”. 1970 Milano, Palazzo della Permanente, Esposizione Biennale.
1972 Grottamare (Ascoli Piceno), Mostra Nazionale di Pittura VI Premio Grottamare. 1973 Arco (Trento), Casinò Municipale, “Mostra Collettiva Artisti Trentini”. 1974 Montecarlo, Hall du Centenaire, III Biennale Europea. 1975 Verbania, Palazzo Kursaal, “Tecniche e verità del sogno”. 1976 Lozzo di Cadore (Belluno), Premio Lozzo di Cadore. 1977 Parigi, Palais de l’UNESCO, Rassegna d’Arte Contemporanea. 1978 Arco (Trento), Mostra d’Arte Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine. La Spezia, Prima Biennale d’Arte Città di La Spezia. 1981 Dozza (Bologna), IX Biennale “Il Muro Dipinto”. 1982 Pieve di Cadore (Belluno), IV Rassegna Nazionale della Grafica. Ponte nelle Alpi (Belluno), “Tre artisti per Ponte nelle Alpi”. 1983 Dozza (Bologna), X Biennale d’Arte, “Il Muro Dipinto”. 1985 Facen di Pedavena (Belluno), “Maggio tra i fiori”. Trento, Camera di Commercio, “20 artisti trentini per la fame nel mondo”. 1986 San Martino di Castrozza (Trento), Sanmartinoarte. 1988 Cannes, Palais Croisette, “6” Rencontre des Artistes Contemporains”. Trento, Palazzo delle Albere, Museo Provinciale, “Situazioni: Arte nel Trentino dal ‘45”. Tonadico di Primiero (Trento), Mostra arti visive della Val di Primiero. 1990 Aosta, Palazzo Saint Benin, “Dall’espressionismo Veneto al Post-modern”. Cannes, Palais du Festival, “Artistes de la Côte d’Azur”. Carpi (Modena), Fiera “Art Box”. Padova, Fiera Arte ‘90. Trento, Castel Ivano, “L’uomo, l’albero e il fiume”. 1991 Cannes, Gray d’Albion, “5 artisti”. Cles (Trento), Sala Comunale, “A chi spara il cacciatore”. Levico (Trento), Palasport, Levico Arte. Trento, Galleria Quadriarte, “A chi spara il cacciatore”. 1992 Levico (Trento), Palasport, Arte Levico. 1994 Ca’ Lozzio - Oderzo (Treviso), “Cento anni di cinema”. Lentiai (Belluno), Rassegna d’Arte Triveneta “Piccolotto”. 1995 Trento, Castel Ivano, “Correnti e arcipelaghi, attualità dell’arte in Trentino”. 1997 Tenno (Trento), Prima Biennale di pittura e scultura, “Artisti e ambiente alpino”. Trento, Sala Congressi della Cooperazione, “Le Opere e i Giorni”. 1998 Fiera di Primiero (Trento), Palazzo delle Miniere, “Passato Presente”. Pergine Valsugana (Trento), Sala Senesi. Trento, Galleria d’Arte Argo, “Arte Contemporanea”. Trento, “I dieci anni del cenacolo”.
1999 Arco (Trento), Casinò Municipale, “Giovanni Segantini, l’opera interpretata”. Canale di Tenno (Trento), Seconda Biennale di pittura e scultura, “Artisti e ambiente alpino”. Trento, Galleria Il Castello, “Artisti trentini del XIX e XX secolo”. 2000 Casarsa della Delizia (Pordenone), “Mostra per Pasolini”. Cibiana di Cadore (Belluno), “Mostra degli artisti dei murales”. Motta di Livenza (Treviso), “Itinerari del Sacro nell’arte moderna”. 1960 - Cartone per l’affresco “San Martino il povero”, San Martino di Castrozza 1960 - Cartoon for fresco “San Martino il povero”, San Martino di Castrozza
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Exhibitions Personal
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1954 Venice, Bevilacqua La Masa Foundation. 1955 Milan, Manzoni Gallery. 1956 Lucca, La Pantera Gallery (presented by Francesco Tentori). Milan, Pater Gallery. 1957 Venice, San Vidal Gallery. 1958 Antibes, Musée Grimaldi (Musée Picasso). Venice, Bevilacqua La Masa Foundation (presented by Berto Murucchio). 1959 Turin, La Fonte Gallery. 1960 Nizza, Galérie Muratore. Montecarlo, Galérie Rauch. 1962 Trieste, La Cavana Gallery (presented by Luciano Semerani). 1963 Trento, Il Castello Gallery (presented by Carlo Munari). 1965 Brescia, AAB Gallery (presented by Gastone Breddo). Padua, 1+1 Gallery (presented by Giampiero Bozzolato). Trento, La Colonna Gallery (presented by Carlo Pacher). 1966 Zurich, Galerie Bürdecke. 1968 Trento, Il Castello Gallery (presented by Carlo Munari). 1969 Paris, Chamber of Commerce. 1970 Warasw, Galeria Stara Kordegarda. Venice, Bevilacqua La Masa Foundation. 1973 Pistoia, Up Gallery. 1975 Feltre (Belluno), Alla Bottega Gallery. 1977 Treviso, Paris Gallery. 1980 Belluno, Carrera Gallery (presented by Agostino Perale). Treviso, Borgo Gallery. Venice, Il Canale Gallery. 1984 Trento, Exhibition Hall of the Chamber of Commerce (presented by Guido Lorenzi). 1985 Oderzo (Treviso), “Quattro Cantoni” Cultural Association (presented by Paolo Rizzi). 1987 Rovereto (Trento), Cancheri Gallery. 1989 Venice, San Stae. Electa Catalogue. 1993 Trento, Improvvisazione Prima Art Gallery (presented by Maurizio Scudiero). 1995 Trento, Trentini Palace. 1996 Arco (Trento), Panni Palace. Belluno, Crepadona Palace, anthologic.
1997 Conegliano (Treviso), “Quartiere latino” Bookstore. Bologna, Mainardi Gallery. 1997 - 1998 Creation of fifteen clothing models accomplished by the Art Institute of Cortina (design and supervision). 1998 Segno (Trento), Mondomelinda Image Centre. 2000 Roma, Castel Sant’Angelo, “R. Schweizer, total art”. Mezzolombardo, Foradori Agricultural Farm. Fiera di Primiero “Great works”. Imola, St. Dominic Cloisters. 2001 Venice, Art Institutes at Campo Carmini. Trento, Civic Gallery. 2002 Berlin, Bròhan Museum. Prague, Galerie Bayer & Bayer. 2003 Bassano del Grappa (Vicenza), Bonauguro Palace. 2004 Scoletta dei Battioro, S. Stae (Venice) 2005 Strasbourg , Palais de l’Europe. Collective 1949 - 1950 Venice, Bevilacqua La Masa Gallery. 1950 Milan, Amici dell’Arte. 1951 Milan, Premio Borletti. Naples, “Mostra Nazionale delle Accademie di Belle Arti”. 1952 Imer (Trento), Kindergarten. 1955 Venice, Santo Stefano Gallery, “Giovani Pittori di Palazzo Carminati”. 1959 Venice, San Vidal Gallery. 1960 Vallarius (Francea), “Collettiva Annuale”. 1961 Vallarius (France), “Peinture et Lumière”. Venice, BevilacquaLa Masa Gallery, “Collettiva di Settembre”. 1964 Brescia, AAB Gallery, “Pittori Veniceni d’oggi”. 1967 Auronzo di Cadore (Belluno), Palazzo delle Feste, Premio di Pittura Circolo Artistico. Modena, “Il Baricentro”. Torre Annunziata (Napoli), Collettiva d’Arte Sacra. Trento, Palazzo della Provincia, Premio Provincia di Trento. 1968 Rome, Palace of the Exhibitions, Review of Figurative Arts of Architecture. Rome, Palace of the Exhibitions, “Trento Arte oggi”. 1969 Paris, Italian Chamber of Commerci in Paris, “Pittori trentini d’oggi”. 1970 Milan, Palace della Permanente, Biennal Exhibition. 1972 Grottamare (Ascoli Piceno), “Mostra Nazionale di Pittura”, VI Grottamare Prize.
1973 Arco (Trento), Municipal Casino, “Mostra Collettiva Artisti Trentini”. 1974 Montecarlo, Hall du Centenaire, “III Biennale Europea”. 1975 Verbania, Palazzo Kursaal, “Tecniche e verità del sogno”. 1976 Lozzo di Cadore (Belluno), Lozzo di Cadore Prize. 1977 Paris, Palais de l’UNESCO, “Rassegna d’Arte Contemporanea”. 1978 Arco (Trento), “Mostra d’Arte Comunità di Lavoro delle Regioni Alpine”. La Spezia, “Prima Biennale d’Arte Città di La Spezia”. 1981 Dozza (Bologna), IX Biennale “Il Muro Dipinto”. 1982 Pieve di Cadore (Belluno), “IV Rassegna Nazionale della Grafica”. Ponte nelle Alpi (Belluno), “Tre artisti per Ponte nelle Alpi”. 1983 Dozza (Bologna), X Biennale d’Arte, “Il Muro Dipinto”. 1985 Facen di Pedavena (Belluno), “Maggio tra i fiori”. Trento Chamber of Commerce, “20 artisti trentini per la fame nel mondo”. 1986 San Martino di Castrozza (Trento), Sanmartinoarte. 1988 Cannes, Palais Croisette, “6” Rencontre des Artistes Contemporains”. Trento, Delle Albere Palace, Province Museum, “Situazioni: Arte nel Trentino dal ‘45”. Tonadico di Primiero (Trento), Visual arts exhibitions of the Primiero valley. 1990 Aosta, Saint Benin Palace, “Dall’espressionismo Veneto al Postmodern”. Cannes, Palais du Festival, “Artistes de la Côte d’Azur”. Carpi (Modena), “Art Box” Fair. Padua, Fiera Arte ‘90. Trento, Castel
Ivano, “L’uomo, l’albero e il fiume”. 1991 Cannes, Gray d’Albion, “5 artisti”. Cles (Trento), Town Hall, “A chi spara il cacciatore”. Levico (Trento), Palasport, Levico Arte. Trento, Quadriarte Gallery, “A chi spara il cacciatore”. 1992 Levico (Trento), Palasport, Arte Levico. 1994 Ca’ Lozzio - Oderzo (Treviso), “Cento anni di cinema”. Lentiai (Belluno), Rassegna d’Arte Triveneta “Piccolotto”. 1995 Trento, Castel Ivano, “Correnti e arcipelaghi, attualità dell’arte in Trentino”. 1997 Tenno (Trento), 1° Biennal Exhibition of painting and scuplture, “Artisti e ambiente alpino”. Trento, Sala Congressi della Cooperazione, “Le Opere e i Giorni”. 1998 Fiera di Primiero (Trento), Delle Miniere Palace, “Passato Presente”. Pergine Valsugana (Trento), Sala Senesi. Trento, Argo Art Gallery, “Arte Contemporanea”. Trento, “I dieci anni del cenacolo”. 1999 Arco (Trento), Municipal Casino, “Giovanni Segantini, l’opera interpretata”. Canale di Tenno (Trento), Second Biennal Exhibition of painting and scuplture, “Artisti e ambiente alpino”. Trento, Il Castello Gallery, “Artisti trentini del XIX e XX secolo”. 2000 Casarsa della Delizia (Pordenone), “Exhibition for Pasolini”. Cibiana di Cadore (Belluno), “Mostra degli artisti dei murales”. Motta di Livenza (Treviso), “Itinerari del Sacro nell’arte moderna”.
1956 - Venezia, Palazzo Carminati 1956 - Venice, Carminati Palace
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Riccardo Schweizer Collection
C O L L E C T I O N
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