Riolo Terme

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Riolo Terme Tra cure termali e competizioni sul green si approda al Museo del Paesaggio. La provincia di Ravenna offre ai turisti un paesaggio collinare felicemente segnato da siti storici e da emergenze ambientali di grande attrattiva e soprattutto è adeguatamente predisposto per rendere agevole la visita sia nei borghi storici, sia nelle aree open air dove si possono riconoscere colture autoctone, emergenze geologiche, giardini e parchi. Venendo da Cervia, dopo il passaggio per Forlì, si prosegue sulla via Emilia SS 9 verso Faenza e raggiunta la nota “capitale della ceramica” si prosegue sulla strada circonvallazione fino a Castel Bolognese, sempre avendo il profilo delle prime colline sul lato sinistro della carreggiata. La SS 9 su cui viaggiate è la principale via di comunicazione della regione Emilia Romagna e fu costruita nel II secolo a.C per collegare Rimini con Piacenza. Per questo motivo tutte le città che sorsero lungo la via Emilia sono attraversate da questa strada. Questo vi sarà assai evidente passando per Castel Bolognese.

Stabilimento termale Riolo esterno

Vena del Gesso Romagnola. Riolo Terme sorge su un altopiano lussureggiante lambito dal fiume Senio, rinomata stazione di Cura e Soggiorno termale. Vi guidiamo verso lo Stabilimento Termale, in via Firenze 15, superando la rotonda che segna l’ingresso in paese e, procedendo, la direzione verso CasolaValsenio.

Poco dopo l’abitato vi si presenta la macro indicazione stradale per Riolo Terme “Stazione di cura e soggiorno”: sono 7 km di strada tra il verde dei vigneti e delle piantagioni di kiwi che dagli anni ’80 del’900 si sono ampiamente diffuse in questa zona pedecollinare. Il fiume Senio, che scorre alla sinistra della carreggiata, ha dato sostegno al kiwi che richiede un intenso apporto idrico. La valle del Senio si apre verso il primo Appennino parallelamente a quella del Lamone dove sorge il Borgo Medievale di Brisighella. Tra le due valli si distende la

E’una costruzione in stile “Liberty” immersa in un lussureggiante parco secolare, dove sgorgano acque minerali sulfuree e salsoiodiche. Nella zona attorno al parco sono sorte le residenze più recenti e gli hotel che rispondono alla domanda di soggiorno legato alle cure. Nelle zone boschive sorgono anche i cosidetti “vulcanetti”da cui si ricava un tipo di argilla molto fine. Le fonti in questa zona erano note fin dalla preistoria ai primissimi abitanti della Valle del Senio che le fecero anche oggetto di culto; furono ancora frequentate in epoca romana, medioevale, molto ricercate nel periodo napoleonico. Nel Rinascimento, per l’accorrere delle genti alle sorgenti termali, anche gli uomini di scienza che studiavano i benefici influssi della natura sull’organismo umano si interessarono alle acque delle Terme di Riolo. La notorietà delle proprietà curative delle acque e dei fanghi si diffuse in tutta Europa e ospiti illustri soggiornarono a Riolo tra i quali Lord Byron, Gioacchino Murat e i principi Bonaparte, poi in seguito si ricordano anche Pellegrino Artusi, il poeta Giosuè Carducci. Durante il XIX secolo l’afflusso sempre crescente di ospiti suggerì la creazione di un centro termale di grande valore in una posizione particolarmente pregevole e nel 1870 si costruirono

Paniorama di Riolo Terme

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gli eleganti stabilimenti delle Terme di Riolo dopo che il Consiglio Comunale ebbe approvato il progetto dell’ing. Antonio Zannoni. Lo Stabilimento Termale fu aperto al pubblico il 24 Luglio 1877. Nel 1914 il paese fu chiamato, in onore delle acque, Riolo dei Bagni e, infine, nel 1957, per il successo nazionale ormai raggiunto dallo stabilimento, il nome del paese fu definito come Riolo Terme. Si viene a Riolo per le attrezzature e i cicli completi di cure inalatorie, otorinolaringoiatriche, kinesiterapiche e terapie con fanghi naturali. La piscina consente salubri idromassaggi, ritempranti percorsi vascolari e tonificanti getti a cascata. Da qualche anno funziona il primo centro italiano di “Metologie Naturali” (per curarsi senza medicinali), in grado di abbinare la tradizione termale alle più avanzate biotecnologie mediche applicate, l’idroterapia kneipp e la fitoterapia, che utilizza i prodotti dell’erboristeria. La sezione “Terme Bimbo” è dotata di giochi e video con cartoni animati.

La Rocca esterno

Proseguendo si arriva alla Rocca. La parte antica del paese nasce nel Trecento come borgo, raccolto entro una cerchia di robuste mura, intorno alla possente Rocca e il nome “Riolo” gli deriva da “Rio Doccia”, un modestissimo corso d’acqua, a carattere pluviale, che passava presso la Rocca. Per oltre due secoli, per le caratteristiche del torrentello, il paese fu chiamato “Riolo Secco”.

Tornando verso la rotonda all’ingresso del paese vi potete dirigere verso il centro su Corso Matteotti, dove al n.40 ha sede la Società d’Area “Terre di Faenza” costituita tra enti pubblici e aziende private per favorire un sistema turistico comprensoriale. Il territorio di “Terre di Faenza” comprende 6 Comuni: Faenza, Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese, Salarolo, un percorso anulare nella provincia di Ravenna. Qui potete ricevere le informazioni turistiche più aggiornate, nonché materiali descrittivi.

Attualmente si accede da piazza Mazzanti. L’antica roccaforte della Valle del Senio, sorse insieme al suo borgo sul finire del XIV secolo, nel 1388, per decisione dei Bolognesi che vollero rafforzare il proprio dominio ampliando un “torrione” preesistente. L’aspetto attuale si deve agli interventi voluti dai Manfredi di Faenza (Carlo II-1468) che fecero erigere i torrioni circolari e ampliare la cerchia muraria. In seguito sotto gli Sforza Girolamo Riario e la moglie Caterina Sforza, che ebbero Riolo dal 1481, la Rocca si sviluppa al massimo come fortezza militare. La Rocca è costruzione detta di “transizione”, in cui convivono caratteristiche architettoniche medievali e rinascimentali come il fossato e le caditoie per il tiro piombante, le camere di manovra con le bocche di fuoco per il tiro radente fiancheggiante. La visita segue un percorso su diversi livelli, dai sotterranei ai piani alti ed è supportata da allestimenti audio visivi didattici e coinvolgenti per il pubblico delle scolaresche e delle famiglie. Nel Mastio visitate la sezione archeologica che ospita reperti databili dall’età del ferro all’epoca romana. Nella

Stabilimento termale interno

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sezione dedicata al paesaggio i pannelli esplicativi, i binocoli ed un visore 3D permettono un’ampia visione del territorio circostante. Nella Sala del pozzo seguite il percorso che interagisce con il visitatore, intitolato “I misteri di Caterina” ed è dedicato alle gesta e agli amori di Caterina Sforza. Una tappa da non perdere è il Centro Documentazione della Vena del Gesso, la formazione geologica che caratterizza tutta la zona tra le valli del Senio, del Sintria e del Lamone. Visitate le sale che le sono dedicate dove si trova documentata ogni peculiarità di questa catena antichissima. La Vena del Gesso Romagnola, che nel 2005 è stata dichiarata Parco Regionale, è unità geo morfologica, ambientale e paesaggistica. di grande valore. Fu definita dai naturalisti, già all’inizio del XIX secolo, un unicum. La formazione della catena, la cui dorsale è lunga circa 12 km, risale almeno a 6 milioni di anni fa, nel periodo tra Miocene e Pliocene detto Messiniano. Rocce gessose e colline calanchive con fenomeni di carsismo sono state una risorsa per l’uomo che in epoche preistoriche si è rifugiato negli anfratti per abitarli (Grotta Tanaccia, età del bronzo antico -dal 2300 al 1700 a.C-), in epoche storiche ha addossato alla roccia le proprie dimore, in seguito ha sfruttato la vena per estrazioni, ha usato le acque termali per il proprio benessere fisico e ha iniziato la coltura dell’ulivo traendo beneficio dal calore autogeno del terreno. Il riflesso quasi lunare delle rocce ha

La Rocca interno Vena del Gesso

conferito loro l’attributo di “selenitiche”. Prima di uscire dalla Rocca, potete fare sosta presso il Torrino Wine bar che nel locale chiuso o , in estate sul cammino di ronda, organizza degustazioni dei prodotti tipici locali. Il prodotto più coltivato di cui i riolesi vanno fieri è lo Scalogno di Romagna che ha ottenuto la IGP (Indicazione Geografica Protetta) che ne decreta la presenza in un territorio tracciato dal disciplinare del 1997. Così si è passati dalle poche piante che ciascuno piantava nel proprio orto, alle colture in diversi ettari dedicate a questo prodotto che è biologico in senso totale. Non ha bisogno di niente per crescere e il sua Dna non ha subito modifiche nel corso dei millenni. Il nome scientifico “allium ascalonicum”, lo fa risalire direttamente alla civiltà celtica: all è termine che in celtico signifca “ che brucia” e ascalonicum dal nome della città giudaica Ascalona.E’ una pianta erbacea da orto,che si propaga per bulbo, in questo casi si chiama bulbillo. Il sapore è aromatico e penetrante, è ricco di oligoelementi, come il selenio, il silicio, il potassio, vitamine , i flavonoidi oltre alla tipica allicina,l’olio delle liliacee. Gli vengono attribuite proprietà come disinfettante, diuretico, eupeptico. Anche coreografico quando i coltivatori appendono le centinaia di trecce formate con i bulbi e le loro foglie essicate e ordite con nastri di rafia. Una tappa per gli amanti del golf è la visita del campo del golf Club La Torre inaugurato nel 1992, sviluppa 18 buche su un tracciato molto tecnico costituito di buche pianeggianti, alternate a buche con pendenze di un certo rilievo, tale da mettere alla prova le abilità tipiche

La Rocca interno sezione archeologica

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dello sport. Il tracciato si movimenta anche con laghetti, bunkers e un inatteso ostacolo, il calanco, spettacolare fenomeno geologico tipico della zona. Il paesaggio è quello delle dolci colline del primo Appennino faentino. Si trova ad appena 1 km dal centro abitato. Riolo è’ diventata famosa anche per la festa dedicata ad Halloween che ormai conta 20 edizioni e che si svolge il 31 ottobre coinvolgendo tutto il paese e naturalmente la Rocca con spettacoli itineranti e allestimenti a tema. Il ritorno a Cervia si svolge sulla sinuosa SS 306 fino alla via Emilia e di nuovo attraverso il passaggio da Faenza e Forlì, quindi sulla Sp2. Golf Riolo Terme

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