Gina Roma Opera Grafica

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Opera grafica


Mostra

Pordenone convento di San Francesco 20 aprile 19 maggio 2013

Presentazione del volume

“Interviste per Gina Roma” di Paola Voncini

saletta incontri in San Francesco 29 aprile 2013 ore 18.30

Conferenza

“GINA ROMA L’impegno coniugato al femminile” di Enzo di Grazia saletta incontri in San Francesco 6 maggio 2013 ore 18.30

Coordinamento: Enzo di Grazia Testo: Paola Voncini

Patrocinio

Comune di Pordenone

Provincia di Pordenone

Organizzazione

Associazione culturale Pordenone

Fotoriproduzioni: Danilo Rommel

Contributo Tecnico

orari di apertura della cantina del castello: da martedì a venerdì 8.00 -12.00 / 14.30 - 18.30 sabato 8.30 - 12.30 / 14.30 - 17.30


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Pordenone ex convento di San Francesco 20 aprile - 19 maggio 2013


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“Gina che si pettina� 1955 - olio su tela cm 60 x 50


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Ho conosciuto Gina Roma in questi ultimi anni, quando lei se ne era già andata, l’ho conosciuta leggendo le parole dei critici che hanno scritto pagine eloquenti sulle sue opere e la sua parabola d’artista e di donna, ascoltando la voce degli amici a cui era legata e con cui a volte si è scontrata, scrutando le sembianze dei parenti che l’hanno amata, guardando le fotografie scattate nelle tante occasioni istituzionali e nelle situazioni quotidiane; ho persino ascoltato la sua voce in un’intervista di qualche anno fa; ma soprattutto ho conosciuto Gina Roma attraverso i suoi dipinti, i disegni e le opere grafiche, ammirandone la potenza del gesto, l’uso delle cromie di matrice veneta, la corporeità biologica delle forme, la scelta dei temi naturalistici resi dinamici da tratti rapidi e sicuri. Il suo talento unito ad un’energia vulcanica e ad una forte volontà le permisero di diventare uno dei protagonisti della scena artistica nazionale della seconda metà del Novecento, in un mondo, quello degli artisti e dei critici, dominato allora più che mai dagli uomini e da un pubblico poco propenso nei confronti delle artiste donne, come lei stessa afferma in un’intervista del ‘91 “[…] c’era un autentico razzismo nei confronti delle donne che ambivano presentarsi sul piano professionale a livello degli uomini. […] Anche se io penso che oggi, benché più mascherata, la situazione non sia poi cambiata da allora”. Partecipò a quattro Biennali veneziane dal ’48 al ‘64, a quattro Quadriennali romane dal ’51 al ’65 e espose in numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 1961 fu la prima artista donna a rappresentare l’Italia alla VI Biennale internazionale d’arte di San Paolo del Brasile; fu invitata da Peggy Guggenheim a New York, invito che tuttavia declinò; fu invitata inoltre all’Ècole di Parigi, ma preferì rimanere nella sua terra veneta, nella piccola città di provincia di Oderzo, e portare avanti con convinzione e pervicacia il suo modo di essere autenticamente se stessa. La mostra presenta una selezione della produzione grafica, meno nota ma non meno importante rispetto a quella pittorica, realizzata parallelamente a questa lungo tutto il percorso della sua attività artistica. Le opere esposte comprendono un arco cronologico che va dagli esordi degli anni ’40 fino ad un’acquaforte dal titolo Neve in giardino del 2004, anno prima della scomparsa. Le incisioni in mostra del ’45 e del ‘53, perlopiù volti di bambini raffigurati nella loro discreta malinconia, impenetrabili, sono ancora legati al mondo accademico e paiono risentire della lezione di Guidi; dalla metà degli anni ’50 abbandona lentamente la figuratività per giungere ad una libertà di espressione astratta, il cui riferimento tuttavia rimane sempre il dato naturalistico.


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La Natura è al centro di tutto il suo percorso artistico, anche quando con instancabile lavoro di ricerca, esplora la realtà interpretandola, nella pittura come nella grafica, attraverso un’astrazione cromatica potentemente espressiva, in cui – come afferma lei stessa – “c’era comunque sempre un ricordo dell’immagine, presente in mezzo alle forme che si frantumavano nei miei quadri”. Un’artista che partecipa, non descrive e nemmeno entra nella Natura, perché è già dentro e la vive, la sogna, come un dio panico ne diffonde la sostanza vitale, effluente, che sgorga rigogliosa e si spande attraverso l’intensità dei colori vivaci, saturi, brillanti di luce, attraverso un segno dinamico, vittorioso sulle angosce della vita, interpretato anche nelle opere grafiche con valenza fortemente pittorica, che scaturisce da un gesto impetuoso, è un sacro furore ispirato da un estro creativo esuberante. Verso la metà degli anni ’60 realizza la serie dei Maximandri, michelangioleschi uomini acefali o senza occhi, eroi massificati di una società “di plastica”, scaturenti da una natura lussureggiante accanto a cui compaiono talora ritratti femminili in cui si mescolano sguardi di compiaciuta malizia a sguardi ironicamente disincantati. Con il ritorno alla figura, l’artista matura una nuova sensibilità volta alla comprensione dell’esperienza umana in rapporto alla natura. In essa sono immersi giovani volti, mai ingenuamente spensierati, ma percorsi da una malinconica consapevolezza, da un vagheggiare ricordi lontani, come in Volti azzurri del ’74 o in Due volti dell’80; talvolta emergono corpi dolcemente abbandonati tra i grovigli della vegetazione e il sentimento che promana è di compartecipazione alla fuggevole, a volte desolante, condizione umana. Mi pare di poter dire con le parole di Hermann Hesse riferite a Boccadoro che “l’arte era un’unione del mondo paterno e materno, dello spirito e del sangue; poteva cominciare nella sfera più sensuale e condurlo in quella più astratta, o anche prendere le mosse in un puro mondo di idee e finire nella carne più sanguigna. Tutte quelle opere d’arte, che erano veramente sublimi e non solo bei giochetti di prestigiatore, quelle che erano pregne dell’eterno mistero,..., tutte le opere genuine e indubbie di un artista avevano questo duplice aspetto pericoloso e sorridente, questo carattere maschile e femminile, questo insieme di istinto e di pura spiritualità.” Immagini suggerite dalla memoria, in cui la visione dell’esistenza è nostalgico rimpianto di un paradiso terrestre come luogo vero, meraviglioso e felice ormai perduto, ma anche compartecipazione allo scorrere vitale dell’esperienza umana, che si apre a sempre nuove speranze. Paola Voncini


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“Autoritratto con gatto e canarini� s.d - olio su tela cm 60 x 50


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“Le gemelle” 1945 - acquaforte


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“Memoria della Luce� 1964 - litografia


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“Volto e colombe” s. d. - acquaforte


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“Uomo e natura” 1971 - acquaforte


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“Maximandro” 1972 - acquaforte


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“Volti azzurri� 1976 - litografia


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“Volti” 1980 -acquaforte


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“Senza Titolo” 1987 - litografia


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“Volo triste” 1988 - acquaforte


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“Giovane pensoso” 1989 - acquaforte


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“Vecchie case a Oderzo” 1995 - acquaforte


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“Neve in giardino� 2004 - acquaforte


“L’IMPEGNO CONIUGATO AL FEMMINILE” (dalla conferenza di Enzo di Grazia)


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GINA ROMA "L'IMPEGNO CONIUGATO AL FEMMINILE" Gina Roma è nata il 16 settembre 1914 a Tezze di Vazzola (TV). Il padre, affermato avvocato di ampia cultura umanistica e di rigorosa concezione, ha avuto un ruolo importante nella formazione del carattere della futura artista. In gioventù, Gina Roma sperimentò diverse discipline: tra le altre cose, si dedicò all’attività sportiva con notevoli risultati. Ottenne persino la convocazione nella nazionale italiana di pallacanestro. Ma, come ebbe a dichiarare, sin dall’età della ragione il suo talento naturale fu quello della pittura. Si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti per la pittura e l’affresco e di Giovanni Giuliani per l’incisione; ma importante è stata anche la frequentazione dei pittori Felice Carena e Virgilio Guidi, che presentò una delle sue prime mostre. Nel 1940 sposò Sergio Martin che avrebbe avuto un ruolo non marginale nella vita sociale di Oderzo. Visse e lavorò a Fratta di Oderzo, dove preferì rimanere insieme al figlio e al marito anche quando Peggy Guggenheim la invitò al suo museo di New York o quando rifiutò l'invito all‘Ecole di Parigi. Ad Oderzo Gina Roma fu anche direttrice della pinacoteca "Alberto Martini“. Negli anni Settanta, creò l’associazione culturale “4C” che operò a lungo con mostre da tutta Italia. In seguito diresse l’attività espositiva del circolo culturale Ca' Lozzio di Piavon di Oderzo che oggi è dedicato alla sua memoria. Nel 1987 fu nominata Cavaliere della Repubblica italiana per meriti artistici. Grande protagonista anche nel campo dell'arte sacra, oltre a dipinti occasionali di ispirazione religiosa, ha lasciato una traccia indelebile nella chiesa di Catena di Villorba, dove tra il 1990 e il 1992 realizzò in a_resco due grandi opere ed una Via Crucis. Per questo anche, nel corso della sua lunga e densa carriera è stata ricevuta in udienza privata da ben quattro pontefici: Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II. Si afferma sulla scena internazionale fin dagli anni cinquanta, prima con la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e tenendo delle personali in prestigiose gallerie (1948, 1950, 1956 e 1964); e a tre della Quadriennale di Roma (1951, 1959, e 1965); a tutte le Biennali Italiane dell' Incisione, in numerose rassegne all'estero di pittura e grafica e alle Biennali di Lubiana.


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Nel 1961 espone alla VI Biennale internazionale di San Paolo in Brasile, prima donna ad esservi invitata. Se guardo il mio percorso artistico ritrovo tutte le tappe della mia vita. Ho partecipato, e non in disparte, alla storia così difficile, fervorosa e intensa della seconda meta del ventesimo secolo confrontandomi con le maggiori correnti artistiche e culturali ma sempre salvando cocciutamente la mia immagine di donna come “essere pensante della creazione che testimonia e sperimenta liberamente il percorso umano nei suoi tempi, nelle sue stagioni nelle sue relazioni con la natura e con la gente.” Il mio lavoro mi rappresenta ed è la mia voce colorata e piena di passione. Ho raccolto la bellezza della terra, le nostalgie, la gioia di amare) di sperare. Combatto con le angosce del nostro tempo fissando sulla tela il sole, “L’eterna primavera’; l’emozione di esplorare fantasticando il viale nello “Splendore del bosco”. (GINA ROMA - ODERZO, Il MARZO 2002) Gina Roma attraversa con la sua pittura vari periodi, che si possono ricondurre ai cambiamenti propri del Novecento, secolo pieno di contrasti e novità; è il segno evidente della somma degli impegni civili, sociali e culturali che hanno animato la lunga vita dell’artista, rendendola un pilastro portante della pittura veneta e italiana, nonché la narratrice di eventi storici e sociali che hanno cambiato il nostro Paese: e’ passata dalla pittura tonale e dalle ricerche sulla luce (1950 – ’52) al neorealismo (1953 – ’54). Le esperienze di quest’ultimo periodo la hanno portata alla composizione di paesaggi espressionistici dove il colore puro e’ l’elemento fondamentale della tela. Dal 1957 al 1964 la pittrice esalta il colore e tende a rompere le forme del disegno in un naturalismo definito astratto-espressionistico. Segue un profondo interesse per la forma umana e quindi sulla fine degli anni ’60 i vigorosi ”maximandri“. Negli ultimi anni Gina Roma e’ tornata a modelli più umanizzati, dove l’uomo vive in simbiosi con la natura nella più piena e calda solarità. Nel corso della sua lunga attività, Gina Roma ha realizzato personali in prestigiose gallerie private e pubbliche, in Italia e all’estero


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1951 Galleria S. Marco - Roma 1952 Galleria Alla Saletta Modena 1952 Galleria Sandri - Venezia 1955 Galleria Montenapoleone - Milano 1955 Galleria Delfino - Rovereto 1955 Galleria Bevilacqua La Masa -Venezia 1956 Galleria La Strozzina - Firenze 1957 Galleria Bevilacqua La Masa - Venezia 1959 Galleria Bevilacqua La Masa - Venezia 1959 Galleria 3950 - Venezia 1960 Circolo Gobetti - Treviso 1961 Galleria Il Traghetto - Venezia (presentata da V. Guidi) 1961 Galleria Bevilacqua La Masa - Venezia 1962 Galleria Il Centro Napoli 1962 Galleria Pogliani - Roma 1962 Galleria Argentario - Trento 1963 Galleria La Loggia - Bologna 1963 Galleria Il Milione - Milano 1963 Galleria Il Sigillo - Padova 1965 Istituto Italiano di Cultura Atelier Mompti Monaco di Baviera 1965 Angeleski Gallery - Madison Avenue - New York 1965 Galleria Numero - Firenze 1965 Galleria Pogliani - Roma 1965 Galleria Flaccovio - Palermo 1966 Galleria 23 - Sassari 1966 Galleria degli Artisti – Cagliari

1966 “Gina Roma” Testo di Bruno Passamani Panorama d’arte moderna Grafi ca Foglio Editrice - Macerata 1967 Galleria Goethe - Bolzano 1967 Galleria Giraldo - Treviso 1967 Galleria Traghetto - Milano 1969 GalIeria delIe Arti - Catania (grafica)


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1973 Galleria Piramide - Pugnochiuso del Gargano 1973 GalIeria del Quadrifoglio - Foggia 1973 Galleria Fidarte - Mestre 1973 Galleria Gruppo 70 - San Donà di Piave 1973 GalIeria del Ouadrifoglio - S. Severo - Udine 1974 Galleria La Tisaniere - Bardonecchia 1974 Galleria Vangelista - Savona 1974 Galleria La Tavolozza - Trento 1974 Galleria Venezia Viva - Venezia 1975 Galleria La Sfera Monfalcone 1975 Galleria Mazzini Genova 1976 Galleria Il Quadrifoglio - San Severo 1976 Azienda autonoma Sistiana 1975 Galleria Delfino - Rovereto 1976 Galleria Tasso Bergamo 1976 Galleria Zetauno - La Spezia 1969 Galleria Sansovino - Vittorio Veneto

1977 Galleria Il Sigillo - Padova

1970 Galleria Bevilacqua La Masa - Venezia

1978 Palazzo de La Loggia - Motta di Livenza

1971 Galleria La Radice - Belluno

1974 Galleria Kuperion - Merano;

1971 Galleria Errebi - Barletta

1977 Antologica La Nuova Albertina -Torino

1971 Galleria Astart - Cagliari

1978 Istituto Italiano di Cultura - Vienna

1972 Antologica a Ca’da Noal - Treviso

1979 Teatro Accademico Castelfranco Veneto

1972 Galleria Città di Lucca - Lucca

1979 Galleria Rubens Gradisca d’Isonzo

1972 Centro Int. ai Frati - Camaiore

1979 Galleria la roggia - Pordenone

1972 Galleria del Libraio - Treviso

1980 Convento di San Luigi - Asolo

1972 Galleria dello Scudo - Verona

1980 Istituto Italiano di Cultura - Copenaghen

1973 Svengali Gallery - Bari

1980 Galleria Schettini Milano


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1981 Centro Friulano Arti Plastiche - Udine 1982 Galleria Eichinger – Monaco di Baviera 1983 Antologica Museo Chiesa di S. Paolo - Macerata 1984 Casa di Giorgione - Castelfranco Veneto 1984 Scoletta dei Battioro - Venezia 1985 Cenacolo Culturale San Carlo - Mestre 1986 Galleria Quadrifoglio Mestre 1986 Galleria Nuovo Spazio 2 - Venezia 1987 Villa Orsini - Scorzè 1988 Galleria Kuperion - Merano 1989 Incontri al Miramonti - Auronzo di Cadore 1990 Pavia di Udine 1990 Centro Piovese - Piove di Sacco 1991 Galleria Rubens - Gradisca d’isonzo 1991 Galleria Kuperion - Merano 1992 Palazzo della Loggia Noale 1992 Antologica Palazzo Foscolo - Oderzo 1992 Galleria Adriana - S.Vito al Tagliamento 1993 Milano Palazzo della Permanente 1994 Galleria Adriana - S.Vito al Tagliamento 1995 Palazzo Crepadona - Belluno 1995 Club 3 Molini Gaiarine 1996 Villa Cattaneo - San Quirino 1997 Galleria del Teatro Accademico - Castelfranco Veneto 1997 Palazzo Flangini Biglia - Sacile 1997 Comune di Noventa 1998 Gina Roma Informale 1955 - 1965 Casa dei Carraresi


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- Treviso 2000 Ex Chiesa di S. Agostino Bergamo 2001 Casa “Cima da Conegliano” - Conegliano Veneto 2001 SOMSI - Pordenone 2002 Museo di Serravalle - Vittorio Veneto 2003 Cinto e Pramaggiore 2004 Ca’ Lozzio Piavon di Oderzo 2005 Francoforte sul Meno 2005 Londra La sua nutrita bibliografi critica annovera interventi di Giulio Carlo Argan, Andrea Emiliani, Francesco Arcangeli, Pier Carlo Santini, Guido Perocco, Rodolfo Pallucchini, Giuseppe Mazzariol, Umbro Apollonio, Pietro Zampetti, Paolo Rizzi, Marco Valsecchi, Marcello Venturoli, Carlo Ludovico Ragghianti, Franco Solmi, Marco Lorandi e di Enzo Di Martino. Alcuni furono autori di intnse ed accurate monografie 1999 “Gina Roma, sensazioni coloranti“ Selene Edizioni a cura di Orietta Pinessi 1999 Il colore della poesia con Andrea Zanzotto Sernaglia della Battaglia 2005 “Era scritto nelle stelle” Nuovi Sentieri Editore - Treviso Racconto per immagini 2007 Aspetti dell’Incisione oggi in Italia X Edizione - Gaiarine (TV) (dedicata alla memoria di Gina Roma) 2008 Ca’ Lozzio (Serata - Omaggio) 2009 Palazzo del Senato - Milano 2011 Gina Roma. Le opere dei collezionisti Ca’ Lozzio - Piavon di Oderzo Gina Roma si è spenta nella sua casa-studio a Fratta di Oderzo, il 2 ottobre 2005 all’età di 91 anni. La sua tomba si trova nel cimitero di Camino di Oderzo.


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