A scuola di salute Aprile 2016
Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente
Indice
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“I valori che dovrebbero permeare ogni azione in Medicina sono: umiltà, disciplina e lavoro di gruppo”.
Una guida per famiglie e insegnanti
Sport e studio: un binomio vincente Quali farmaci in valigia Il kit da portare con noi per affrontare i problemi di salute più frequenti per i bambini durante i viaggi.
Mangiare sano in gita Consumare pasti pratici, sani e gustosi è possibile anche fuori casa.
Riconoscere la dislessia Quali sono le caratteristiche del disturbo di lettura, come fare per riconoscerlo e quali fattori devono essere monitorati.
Coordinamento editoriale: A.G. Ugazio, N. Zamperini Comitato di redazione: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari Segreteria: M. Mathieu
a cura di ALBERTO G. UGAZIO
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Condividere per migliorare: la nostra missione
Non è facile ottenere, comprendere e utilizzare al meglio le informazioni indispensabili per mantenere e difendere la propria salute. Eppure la health literacy, o alfabetizzazione sanitaria, è uno strumento indispensabile. Le cause principali di malattia sono oggi le malattie cardiovascolari, croniche polmonari, tumori, diabete. Tutte malattie che si possono prevenire adottando stili di vita salutari: una scelta che non richiede un’adesione semplice – com’è per le vaccinazioni o per l’assunzione di un farmaco – ma un autentico ribaltamento di abitudini radicate, come fumare qualche sigaretta, usare l’auto per qualunque spostamento o “essere sportivi” guardando la televisione. Soltanto una comprensione razionale di queste malattie e degli strumenti di cui disponiamo per prevenirle ci può condurre alla difficile decisione di cambiare il nostro stile di vita. Ecco perché l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha dato vita a questo magazine dedicandolo agli insegnanti e alle famiglie. I bambini vanno raggiunti dalla health literacy nell’ambiente in cui vivono e in cui imparano se vogliamo prepararli per tempo a compiere scelte consapevoli. “A scuola di Salute”, con contributi di tutti gli specialisti del nostro Ospedale, avrà prevalentemente un formato monografico, a partire dal prossimo dedicato alle allergie. L’intento è di fornire un vademecum da conservare, utile per la consultazione in caso di necessità.
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Direttore sanitario
Condividere per migliorare: la nostra missione a cura di MASSIMILIANO RAPONI
“I valori che dovrebbero permeare ogni azione in Medicina sono: umiltà, disciplina e lavoro di gruppo”. Atul Gawande, professore associato di Chirurgia ad Harvard ed autore di “The Checklist Manifesto: How to Get Things Right”, ricorda: “I valori che dovrebbero permeare ogni azione in Medicina sono: umiltà, disciplina e lavoro di gruppo. In primo luogo, infatti, l’umiltà ci consente di riconoscere che noi, a prescindere dalle nostre capacità, non riusciremo a portare a termine i nostri compiti lavorando da soli. La disciplina nel lavoro, al contempo, rappresenta un aiuto nell’evitare i fallimenti. Infine, il lavoro di gruppo aiuta a mantenerci attenti e vigili nell’individuare i problemi e risolverli”. Dunque, la qualità in medicina non è mai incidentale, ma è conseguenza di impegno, abnegazione e condivisione. Questa affermazione diventa partico-
larmente vera quando ci si prende cura della salute dei bambini, laddove a fare la differenza è l’umiltà nel riconoscere e cercare di superare i propri limiti, la disciplina nell’utilizzo dell’evidence based medicine e la condivisione dello sforzo al miglioramento continuo della qualità fra tutti gli attori coinvolti: medici ospedalieri, pediatri di libera scelta, infermieri, genitori, bambini e insegnanti. È su questa ambiziosa traiettoria che si colloca il nuovo magazine “A scuola di Salute”, dedicato alla medicina pediatrica, la cui nascita salutiamo con entusiasmo, nella consapevolezza che gli operatori del settore potranno, nella loro complessa quotidianità, disporre di un prezioso strumento di lavoro.
Medicina dello sport
02 Sport e studio: a cura di ATTILIO TURCHETTA
un binomio vincente
Di tutti gli iscritti alle Federazioni del CONI, il 30% ha un’età compresa tra gli 8 e i 13 anni, ma sono in molti ad abbandonare. Ecco perché la scuola può essere la soluzione. “Se mi porti un altro 4 in matematica, il pallone te lo puoi scordare”. Sicuramente molti di noi hanno sentito aleggiare questa minaccia per le mura di casa. Oggi, però, lo sport è molto di più di un premio. È un importante strumento di sviluppo psicofisico e di socializzazione e un contributo alla prevenzione di molte malattie, a partire da quelle cardiovascolari. In un corretto stile di vita, lo sport è fondamentale. Purtroppo, a scuola, l’insegnamento delle attività motorie non è ancora codificato e la figura dell’insegnante sportivo è ancora troppo spesso rappresentata solo da maestri di buona volontà. Tuttavia, dai 10 anni in su, praticare sport diventa un affare serio. Di tutti gli iscritti alle Federazioni del CONI, il 54% ha meno di 18 anni e il 30% ha un’età compresa tra gli 8 e i 13 anni. Grazie all’attività agonistica, i ragazzi crescono, imparano il valore del lavoro, l’importanza del rispetto delle regole e a gestire le delusioni.
Sport e scuola, un investimento per il futuro Intorno ai 14 anni, però, il carico di lavoro scolastico diventa più pesante e praticare sport a buon livello non è visto di buon occhio dai professori, sempre preoccupati dal rendimento scolastico. Ma il rendimento deve essere visto in maniera globale: quello che si ottiene sui banchi è importante, ma andrebbe integrato anche con quello extrascolastico. Ecco perché il binomio sport e scuola sarebbe la carta vincente. Praticare sport a scuola, con risultati sportivi che si integrano con quelli scolastici, permetterebbe a molti giovani di evitare l’abbandono sportivo, che colpisce il 20% dei maschi e il 40% delle femmine che praticano sport in età prepuberale. Creare e mantenere nei giovani una mentalità in cui l’esercizio fisico abbia un ruolo primario è un investimento per il futuro. La scuola può svolgere un ruolo di traino ma ha la necessità di adeguare le sue strutture e di dotarsi di un corpo di insegnanti dedicato, magari attingendo alle scuole universitarie che da anni preparano tecnici di elevata competenza.
a cura di MARTA CIOFI DEGLI ATTI
Epidemiologia clinica
Fialette di soluzione fisiologica sia per lavaggi nasali, che per lavaggi degli occhi o per detergere ferite o abrasioni prima di disinfettarle.
Soluzione alcolica per l’igiene delle mani.
Termometro.
Disinfettante e garze sterili.
Quali farmaci in valigia
A seconda della destinazione, gli altri prodotti da non dimenticare sono:
Una crema solare, da usare per i bambini a partire dai 6 mesi di età. I bambini più piccoli non dovrebbero invece stare al sole.
Antipiretico-analgesico come il paracetamolo o l’ibuprofene. È meglio portare un prodotto da somministrare per bocca (in gocce, sciroppo o compresse a seconda dell’età), perché si conserva meglio rispetto alle supposte.
Cerotti di varie misure.
Antistaminico da prendere per bocca (in gocce o compresse a seconda dell’età), per reazioni allergiche o orticaria.
Il kit da portare con noi per affrontare i problemi di salute più frequenti per i bambini durante i viaggi.
Un repellente per le zanzare e una zanzariera per lettino/carrozzina.
Sali reidratanti, da utilizzare in caso di vomito e/o diarrea. In farmacia sono disponibili prodotti in bustine, più facili da portare in viaggio. I sali vanno sciolti in acqua, che deve essere in bottiglia o fatta bollire e poi freddare fino a temperatura ambiente. Infine, portate sempre con voi il certificato delle vaccinazioni del vostro bambino e i contatti del vostro medico. Se il bambino prende regolarmente delle medicine (ad esempio per asma o diabete), portate con voi una quantità leggermente superiore a quella necessaria per la durata del viaggio, in modo da evitare di restarne sprovvisti.
04 Educazione alimentare
Mangiare sano in gita: si può e senza rinunciare al gusto
a cura di GIUSEPPE MORINO
In gita, spesso si sovraccaricano i bambini di alimenti e bevande ricche di grassi e zuccheri semplici. Consumare pasti pratici, sani e gustosi è invece possibile anche fuori casa. È importante che l’alimentazione dei bambini sia sana tutti i giorni, anche quando la quotidianità subisce dei cambiamenti: una festa, una cena fuori casa, una cerimonia. Le eccezioni sono consentite, ma mangiare sano e con gusto è possibile anche in questi casi particolari. Che fare allora quando nostro figlio viene portato in gita scolastica? Partiamo con qualche idea per lo spuntino di metà mattina: • Un panino piccolo e integrale, con pezzetti di pomodoro o una fetta di prosciutto; • Se possibile, una macedonia bagnata con succo di limone o arancia per preservare freschezza e colore; • Oppure uno yogurt, di quelli contenuti in una piccola bottiglia.
Il pranzo: panino, frutta e tanta acqua Le stesse regole valgono per il pranzo. Ecco cosa si può proporre: • Un panino di buon pane da forno, magari integrale o con semi, con frittata con zucchine o altre verdure di stagione, carne di pollo o tacchino accompagnata da insalata o verdura cotta, formaggio leggero con verduregrigliate. • Se scegliamo un affettato, preferiamo prosciutto o bresaola: anche in questo caso aggiungiamo molta verdura. • Completiamo con un frutto e non dimentichiamo che i nostri figli avranno bisogno di bere. Evitiamo (sempre!) i succhi e le bevande zuccherate: nello zainetto dovrà abbondare l’acqua.
05 Neuropsichiatria
“Leonardo in erba o alunni in difficoltà? Riconoscere la dislessia”
a cura di STEFANO VICARI
Quali sono le caratteristiche del disturbo di lettura, come fare per riconoscerlo e quali fattori devono essere monitorati. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento che condiziona la lettura e coinvolge circa il 3% dei bambini italiani in età scolare. Il disturbo ha una natura neurobiologica: una serie di geni e di regioni cerebrali vengono ritenuti responsabili del problema. Il bambino dislessico compie molti errori di lettura, impiega tanto tempo per leggere e spesso non comprende il significato di ciò che sta leggendo. Dal punto di vista cognitivo il bambino non manifesta alcun problema e comprende perfettamente ragionamenti e discorsi verbali. ll problema nasce solo nel momento in cui deve acquisire contenuti attraverso la pagina scritta, poiché spesso la ridotta fluidità di lettura rende il processo talmente faticoso da sottoporlo a un notevole stress e da compromettere a volte anche la comprensione. La diagnosi viene effettuata in seconda elementare, con prove di lettura che ne valutano la velocità e la correttezza, confrontando i risultati con le medie richieste per la classe frequentata. Spesso la dislessia si associa al disturbo di scrittura e di calcolo. Possono presentarsi
anche problemi comportamentali, come l’iperattività, la disattenzione e l’ansia. Come riconoscere i segni precoci? Sono bambini brillanti e intelligenti che appaiono pigri o poco coinvolti solo in attività scolastiche come leggere, scrivere o imparare le tabelline. Bisogna chiedersi se è necessario fare un approfondimento tutte le volte che un bambino, rispetto alla classe: • Commette molti errori o è estremamente lento nella lettura. • Compie molti errori di ortografia. • Ha una grafia lenta, preme eccessivamente sul foglio, non segue la riga o rispetta i margini. • Rifiuta o evita di svolgere i compiti. • Mostra sintomi fisici come mal di pancia o vomito prima di andare a scuola. Quando preoccuparsi? A rischio sono i bambini che hanno mostrato una difficoltà nell’acquisizione del linguaggio, che hanno un fratello, una sorella o un genitore con un problema simile, che manifestano anche problemi comportamentali come iperattività e disattenzione.
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