A scuola di salute - Dicembre 2017

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A scuola di salute Dicembre 2017

Gli adolescenti e le dipendenze: cosa possono fare gli adulti Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente


Indice

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Alcol, droga, gioco d’azzardo: le dipendenze e i genitori Pag. 3

Cannabis: cosa serve sapere Pag. 4

Alcol e adolescenza: perché si beve e cosa è importante sapere Pag. 6

I numeri delle dipendenze Pag. 8

Quando i giochi online non sono più un gioco Pag. 10

Mio figlio ha iniziato a fumare le sigarette! Pag. 12

Ragazzi e gioco d’azzardo: un fenomeno in crescente diffusione Pag. 14

Coordinamento editoriale: A.G. Ugazio, N. Zamperini Comitato di redazione: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari Segreteria: M. Mathieu


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Alcol, droga, gioco d’azzardo:

01 di NICOLA ZAMPERINI

le dipendenze e i genitori Alcol, droga, gioco d’azzardo e online, sigarette. Sono tante le dipendenze in cui ogni adolescente può incorrere durante il suo percorso di crescita. E, per un genitore, è sempre particolarmente difficile avere a che fare con situazioni di questo tipo. È per questo che abbiamo voluto dedicare questo numero di A scuola di salute proprio alle dipendenze. All’interno del magazine, trovate gli approfondimenti degli specialisti del Bambino Gesù, con la descrizione di ogni caso e i consigli specifici per i genitori.

Cogliamo l’occasione di questo ultimo numero del 2017, per ringraziare i nostri lettori. Si chiude un anno che per A scuola di salute è stato di grandi soddisfazioni. In questi 12 mesi, oltre 150.000 persone hanno letto i nostri approfondimenti, dal divezzamento ai vaccini, fino alle malattie rare e agli screening. I numeri sono per noi un costante incitamento a fare ancora meglio.

Buona lettura e buone feste a tutti!

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di ROBERTO AVERNA

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Cannabis: cosa serve sapere Secondo una ricerca pubblicata su The Lancet Psychiatry nel 2014, il 17% dei consumatori adolescenti di cannabis ne diventa dipendente e la percentuale aumenta fino alla metà quando viene consumata quotidianamente Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle Tossicodipendenze del 2017, la cannabis è la sostanza stupefacente più consumata nel mondo. Ne hanno fatto uso in Europa 87,7 milioni di persone e di questi, 17,1 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni hanno dichiarato di averne fatto uso almeno una volta nell’ultimo anno. Fra i più giovani il rapporto tra sesso maschile e femminile è di 2 a 1. Secondo una ricerca pubblicata su The Lancet Psychiatry del 2014, il 17% dei consumatori adolescenti di cannabis ne diventa dipendente e la percentuale aumenta fino alla metà quando viene consumata quotidianamente.

sistema cardio-respiratorio. Il più importante principio attivo della cannabis, il delta 9 tetraidrocannabinolo (THC), agisce su diverse zone del cervello causando effetti negativi sulla memoria e sull’apprendimento (ippocampo), sui sistemi di regolazione dei movimenti (cervelletto e gangli della base), sui centri della fame (ipotalamo) e sui centri di regolazione del piacere (nucleo accumbens), determinando la necessità dei consumatori a ripetere l’esperienza di consumo.

MA SE FA COSÌ TANTO MALE PERCHÉ TUTTI QUESTI RAGAZZI SI FANNO LE CANNE? Quando la cannabis viene fumata, gli effetti euforizzanti compaiono entro qualche LE CANNE minuto. Lo spazio può semFANNO MALE? La cannabis viene abitualmen- brare alterato e il tempo può te assunta attraverso il fumo apparire rallentato, improvvidanneggiando innanzitutto il samente si colgono dettagli 4

(forme o colori) a cui non si aveva prestato attenzione, si sperimentano esperienze di distacco da sé (depersonalizzazione) e dalla realtà (derealizzazione). Al tempo stesso, si manifestano alterazioni della capacità di giudizio con messa in atto di comportamenti rischiosi, sospettosità, alterazioni del tono dell’umore, stati d’ansia fino al panico e sintomi psicotici come deliri e allucinazioni. L’uso di marijuana in adolescenza è associato ad un aumentato rischio di sviluppare futuri disturbi psichiatrici, in particolare disturbi depressivi e psicotici, soprattutto se il consumo abituale avviene prima dei 16 anni, epoca in cui il cervello è ancora in fase di sviluppo.


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Cosa possono fare gli adulti? Genitori e insegnanti, nella consapevolezza che l’abuso di cannabis è tra i principali fattori di rischio di malattia psichiatrica, devono sapere riconoscere gli indicatori (modificazioni del comportamento, iperemia congiuntivale, aumento dell’appetito, etc). Sono inoltre chiamati a mettersi al fianco degli adolescenti ponendo da parte toni giudicanti e atteggiamenti repressivi, perlopiù inefficaci con gli adolescenti, suggerendo modalità più sane per rilassarsi e che non sempre bisogna essere euforici o disinibiti per essere accettati dagli altri.

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Cosa possono fare gli adulti? Genitori e insegnanti devono chiedersi innanzitutto quale sia la funzione di questo comportamento e se può nascondere una modalità disfunzionale di affrontare un problema. È importante parlare con i propri ragazzi senza giudicarli, e soprattutto metterli al corrente dei rischi dell’assunzione di alcol. Infine, nei casi più gravi, è opportuno rivolgersi ad uno specialista. 6

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Alcol e adolescenza: perché si beve e cosa è importante sapere

di ROBERTO AVERNA

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L’uso di alcol è frequente già tra gli 11 e i 15 anni nonostante se ne raccomandi la totale astensione fino ai 16 anni L’alcol è spesso presente sulle nostre tavole e di frequente per i bambini il primo contatto con esso avviene proprio tra le mura domestiche. Inoltre, nel gruppo dei pari, non è raro che l’alcol sia presente alle feste o nelle uscite. Recenti indagini hanno mostrato come l’uso di alcol sia frequente già tra gli 11 e i 15 anni nonostante, in ambito medico, se ne raccomandi la totale astensione fino ai 16 anni perché l’organismo non è ancora in grado di metabolizzarlo correttamente. NON SOLO VINO: COSA BEVONO GLI ADOLESCENTI? Birra, vino, superalcolici, aperitivi o cocktail. Per i ragazzi è sempre più semplice assumere alcol sotto varie forme e gradazioni. Negli ultimi anni, inoltre, si sta diffondendo il fenomeno del “binge drinking”, ovvero il consumo di 6 o più bevande alco-

liche in un’unica occasione. L’alcol, quindi, è assunto prevalentemente lontano dai pasti e allo scopo di percepirsi come più disinvolti, loquaci e integrati nel gruppo dei pari. USO O ABUSO: PERCHÉ SI BEVE? L’adolescenza è un periodo critico di ricerca e costruzione della propria identità, spesso accompagnato da ansie e paure. In questo caso, l’alcol funge da facilitatore, in quanto i suoi effetti possono aiutare il ragazzo a superare i propri timori e aiutarlo ad integrarsi nel gruppo dei pari. Allo stesso tempo, possono presentarsi chiari segni di malessere psico-fisico e comportamenti pericolosi associati a condotte di reiterazione dell’assunzione di alcool che interferiscono con lo svolgimento delle attività giornaliere.

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I numeri delle dipendenze Sono i ragazzi italiani, tra i 15 e i 34 anni, che hanno fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi 12 mesi

19% Ricerca Doxa presentata dall’OSSFAD del Centro Nazionale Dipendenza e Doping dell’ISS

Dati Osservatorio Europeo delle droghe

Sono i ragazzi, fino a 24 anni, che fumano

16,2%

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20,4%

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I giovani che consumano alcolici fino a 24 anni Dati Istat

100%

4 9 %

90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10%

Sono i giovani tra i 14 e i 19 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno Indagine “Young Millennials Monitor”, ideato da Nomisma e Unipol

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di FLAVIA COSTANTINI

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Quando i giochi online non sono più un gioco L’assorbimento in mondi virtuali può comportare conseguenze pericolose come il ritiro sociale e la perdita del senso di cosa è reale La dipendenza da giochi online si inserisce all’interno di quella, più ampia, da Internet. Quest’ultima è una condizione sempre più diffusa che include il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, l’information overload addiction (la tendenza a ricercare in modo compulsivo informazioni online), il cybersexual addiction (l’uso compulsivo di siti pornografici) la cyber relational addiction, ovvero la tendenza a instaurare relazionali amicali e sentimentali sul web. SI PUÒ PARLARE DAVVERO DI DIPENDENZA? Recenti studi di neuroimaging suggeriscono che il circuito cerebrale che media il desiderio indotto dai videogiochi online sia simile a quello provocato dalle

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sostanze di abuso. Il craving, desiderio improvviso e incontrollabile di assumere una sostanza, insieme all’astinenza, sensazione di irrequietezza associata a sintomi fisici e psicologici in caso di impossibilità a giocare, e alla tolleranza, necessità di aumentare progressivamente la quantità di tempo trascorso nell’attività ludica, rappresentano i tre costrutti fondamentali su cui si basa anche la dipendenza da gioco. QUALI RISCHI SI CORRONO? L’assorbimento in mondi virtuali può comportare conseguenze pericolose come il ritiro sociale e la perdita del senso di cosa è reale fino allo sviluppo di veri e propri sintomi dissociativi. Inoltre, la dipendenza patologica da giochi online

risulta frequentemente associata ad obesità, disturbi dell’umore, squilibrio emotivo e allo sviluppo di dipendenza da sostanze. QUANDO POSSIAMO PARLARE DI UNA VERA E PROPRIA DIPENDENZA? Si parla di dipendenza quando assistiamo a un vero e proprio assorbimento nei giochi online, che diventano la principale attività della giornata associato a sintomi di astinenza, tipo ansia, irritabilità, tristezza, in caso di impedimento a giocare. Si assiste inoltre ad una vera e propria perdita di interesse verso hobby precedenti di diverso tipo. Questi ragazzi presentano anche un’incapacità ad ammettere la quantità di tempo trascorsa sul pc a giocare, con necessità di mentire alle persone prossime rispetto a questo.


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Cosa possono fare gli adulti? Per fronteggiare una dipendenza che è sempre più diffusa, in Italia esistono dei servizi psicologici dedicati che prevedono il sostegno del giocatore e del nucleo familiare. È fondamentale dunque non sottostimare l’entità della dipendenza e avviare interventi terapeutici specifici per giocare d’anticipo rispetto alle conseguenze psicopatologiche, anche gravi, che si instaurano nell’ambito di quello che sarebbe dovuto essere solo un “gioco da ragazzi”. 11


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Cosa possono fare gli adulti? Innanzitutto è importante non giudicare o rimproverare il ragazzo. Una buona strategia potrebbe essere quella di mettersi in ascolto per capire se si tratta di un gesto di emulazione dei compagni oppure di una richiesta di aiuto o di automedicamento per alleviare un disagio. In seguito, è opportuno cercare insieme delle strategie alternative che permettano di sperimentare una sensazione di benessere. In questo gli specialisti possono darvi una grande mano. Infine, sembra scontato, ma per essere ascoltati è necessario dare il buon esempio. 12

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Mio figlio ha iniziato a fumare le sigarette!

di MARIA CRISTINA TATA

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Il fumo può essere attivo, quando è direttamente aspirato dal soggetto, oppure passivo, quando si respira il fumo aspirato da altri. Il meno conosciuto è il fumo di terza mano Quando parliamo di fumo, pensiamo subito alle sigarette: confezionate, fatte a mano oppure elettroniche, sempre più diffuse negli ultimi anni ma non meno nocive. Il fumo può essere attivo, quando è direttamente aspirato dal soggetto, oppure passivo, quando si respira il fumo aspirato da altri. Il meno conosciuto è il fumo di terza mano, ovvero quel fumo depositato su abiti, capelli, pelle o tessuti. Anche se può sembrare il più innocuo, esso ha effetti dannosi sulla salute pari al fumo attivo. PERCHÉ SI INIZIA A FUMARE IN ADOLESCENZA? L’adolescenza è un passaggio critico nella vita di una persona. Il ragazzo inizia a lasciare il suo ruolo di bambino in famiglia per costruirsi una nuova identità come adulto nella

società. All’interno di questi cambiamenti, il fumo potrebbe assumere un ruolo di facilitatore nell’inserimento nel gruppo dei pari, una sorta di rito di iniziazione. USO E ABUSO: QUALI DIFFERENZE? Premesso che il fumo ha sempre effetti dannosi per la salute, è comunque necessario valutare l’entità dell’uso di sigarette, distinguendo tra un uso saltuario ed una vera e propria dipendenza da fumo. In questo caso, il ragazzo può mostrare un forte desiderio di fumare che lo distrae dai propri impegni quotidiani, può aver messo in atto tentativi fallimentari di smettere, può procurarsi il fumo nei modi più disparati oppure averne bisogno in dosi sempre maggiori.

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di MARIA LAURA PUCCIARINI

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Ragazzi e gioco d’azzardo: un fenomeno in crescente diffusione Si tratta di un disturbo del comportamento che rientra nella categoria diagnostica delle dipendenze senza sostanze La dipendenza dal gioco d’azzardo, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non riguarda esclusivamente il mondo degli adulti. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza il 20% dei ragazzi italiani fra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse, mentre il 25% dei più piccoli, in età compresa fra i 7 e i 9 anni, usa la paghetta per gratta e vinci e lotterie. Il rischio non viene solo dal mondo esterno ma si concretizza anche tra le mura domestiche grazie all’utilizzo, anche trai i più piccoli, di App o siti internet che consentono un facile accesso al gioco. La spiegazione di tale fenomeno, in età giovanile, risulta essere associato a un’ampia gamma

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di fattori che si riferiscono sia alla sfera personale degli adolescenti sia a quella ambientale, sociale e culturale.

adolescenti è in costante crescita e sono proprio le caratteristiche specifiche di questa fase evolutiva, come l’impulsività, la ricerca di novità e di MA COSA SI INTENDE emozioni nuove, che aumenPER DIPENDENZA tano la vulnerabilità dei gioDA GIOCO? vani ad un uso, a volte probleLa dipendenza da gioco è un di- matico, del gioco d’azzardo. sturbo del comportamento che rientra nella categoria diagno- QUANDO IL GIOCO stica delle dipendenze senza DIVENTA UN PERICOLO? sostanze. Anche nel giocatore Il gioco può diventare un perid’azzardo si manifestano le ca- colo quando il giovane perde ratteristiche tipiche dei disturbi progressivamente la capada uso di sostanze, quali l’as- cità di stabilire o rispettare suefazione (bisogno sempre un limite rispetto al tempo e maggiore di quantità di gioco al denaro speso per giocare, per ottenere lo stesso livello di trascurando anche le attività eccitamento), crisi d’astinenza scolastiche e le relazioni sociali. – prevalentemente psicologica – (es.nervosismo, ansia) e la perdita di controllo. La diffusione del gioco tra gli


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Cosa possono fare gli adulti? I genitori e gli insegnanti dovrebbero cogliere i segnali che possono ricondurre a eventuali condizioni di rischio che assumono diverse forme: interesse continuo per il gioco d’azzardo, perdita di interesse nei confronti delle attività scolastiche e ricreative, frequenti assenze ingiustificate, irritabilità e talvolta aggressività non motivata, bugie ripetute, furti in casa e disturbi del sonno. In tale ottica risulta indispensabile un’attenta osservazione dei comportamenti dei ragazzi al fine di prevenire possibili derive patologiche del gioco. Fondamentale è pertanto il ruolo della famiglia che dovrebbe aiutare gli adolescenti a comprendere i gravi rischi insiti in questa dipendenza, che nasce come forma di divertimento apparentemente innocua e può trasformarsi in patologia.

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