A scuola di salute Gennaio 2017

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A scuola di salute Gennaio 2017

Tatuaggi e piercing:

i consigli degli specialisti Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente


Indice

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Tatuaggi e piercing... in salute

Piercing e tatuaggi: rischi e pratiche sicure

I tatuaggi vengono da lontano

Dal disegno della persona al ridisegnare la propria immagine

Che cos’è il piercing

Moda, integrazione sociale, disagio: perchĂŠ gli adolescenti si fanno i piercing

Coordinamento editoriale: A.G. Ugazio, N. Zamperini Comitato di redazione: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari Segreteria: M. Mathieu


01 di ALBERTO G. UGAZIO

Tatuaggi e piercing… in salute Quello che affrontiamo in questo numero di A scuola di salute è un tema controverso per adolescenti e genitori. Parliamo di tatuaggi e piercing, un argomento che, senza dubbio, ha acceso molte discussioni nelle case degli italiani. Lo abbiamo scelto in seguito a una serie di confronti che abbiamo avuto con gli insegnanti. Questi ultimi, rispetto al tema, si trovano in una posizione scomoda: spesso, infatti, non hanno vere risposte da offrire ai ragazzi. In queste pagine, proviamo a fornire alcune indicazioni. Partiamo da un presupposto. Naturalmente, non consigliamo tatuaggi o piercing. Tuttavia, ciò che possiamo e dobbiamo fare è mettere in guardia dai rischi clinici che pos-

sono occorrere in caso di mancato rispetto di cautele e norme igieniche elementari. Ed è proprio dai rischi di tatuaggi e piercing che partiamo in questo numero, con un’infografica che riassume tutto ciò che c’è da sapere, dal punto di vista medico, sul tema. Seguono articoli che raccontano la storia del tatuaggio e del piercing – una curiosità, entrambe sono pratiche antichissime -, con approfondimenti sul perché gli adolescenti scelgono di ‘colorare’ e ‘decorare’ il proprio corpo. Speriamo, più di ogni altra cosa, che questo numero di A scuola di salute possa aiutare genitori, insegnanti e adolescenti a confrontarsi, sulla base di una serie di informazioni che aiutino l’uno a comprendere le ragioni dell’altro.


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di MAY EL HACHEM

Piercing e tatuaggi: rischi e pratiche sicure Tornati di moda dopo essere stati dimenticati per un lungo periodo, vanno affrontati con grande serietà: ecco cosa c’è da sapere

Tatuaggi e piercing non sono certo una novità. Sono tornati di moda in questo inizio secolo dopo esser stati dimenticati per lungo tempo. L’uso del tatuaggio, in particolare, risale alla preistoria e accompagna la storia dell’uomo fin dalla civiltà egizia. Ma la scelta di tatuarsi o di applicare un piercing va affrontata con molta serietà per almeno due ragioni: perché il tatuaggio che facciamo oggi resterà dov’è e com’è per tutta la vita e perché sia piercing che tatuaggi comportano rischi, anche gravi, per la salute.

I RISCHI

Con il tatuaggio e con il piercing si possono trasmettere infezioni batteriche sulla pelle che qualche volta possono entrare nel sangue e coinvolgere anche il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, il virus dell’AIDS. Un rischio aggiuntivo è rappresentato dalle reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio e ai metalli del piercing. Particolarmente temibile è l’allergia al cosiddetto “hennè nero” ottenuto aggiungendo all’hennè un composto molto pericoloso, la parafenilendiamina (PPD).

Il piercing può causare, oltre alle infezioni acute, anche infiammazione cronica che può favorire infezioni ricorrenti. La formazione di cicatrici o di cheloidi (lesioni cicatrizali, di dimensioni abnormi e sfiguranti) è un rischio concreto sia del tatuaggio che del piercing. COME RIDURRE I RISCHI

Le infezioni sono la complicazione più frequente sia del tatuaggio che del piercing. Ecco cosa bisogna controllare. • L’ambiente deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista. • Il professionista deve


Una volta inserito il piercing, è necessario curare con grande attenzione la ferita fino a cicatrizzazione completa. Durante questo periodo di alcune settimane vanno praticati lavaggi e disinfezioni almeno tre volte al giorno. Batusa num nos

hacchuc onsimur

Tempi di cicatrizzazione Lobo dell’orecchio: 6 – 8 settimane. Cartilagine dell’orecchio: 4 mesi – 1 anno. Sopracciglio: 6 - 8 settimane. Narici: 2 – 4 mesi. Setto nasale: 6 – 8 mesi. Lingua: 4 settimane (può causare una paralisi parziale se il gioiello inserito danneggia un nervo). Labbra: 2 – 3 mesi. Capezzolo: 3 – 6 mesi. Ombelico: 4 mesi – 1 anno. Genitali femminili: 4 – 10 settimane. Genitali maschili: 4 settimane – 10 mesi.

+ lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili (aperti di fronte a voi!). • Aghi e tubi devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, aperta di fronte a voi. • L’inchiostro deve essere nuovo (non riutilizzato rimboccando la bottiglia). • Se qualcosa non va o non convince, meglio salutare e cercare un professionista serio: ce ne sono molti. A tatuaggio completato è necessario evitare il nuoto e i bagni con acqua calda o comunque prolungati per almeno qualche setti-

mana. Piercing e tatuaggi sono particolarmente pericolosi, quindi controindicati, nei portatori di vizi valvolari cardiaci, negli affetti da immunodeficit o patologie croniche, a chi assume farmaci antiaggreganti come l’aspirina, immunosoppressori o anticoagulanti, nei ragazzi con cheloidi e nelle donne in gravidanza. E SE VOGLIAMO LIBERARCENE?

Più facile per il piercing, purché ci si faccia seguire da un dermatologo esperto per evitare cicatrici sfiguranti e per accelerare la chiusura del foro. Ben più difficile per i ta-

Guarda infografica

tuaggi. La tecnica che dà oggi i risultati migliori, nelle mani di un dermatologo esperto, è il laser che tuttavia può non essere in grado di rimuovere tutto il tatuaggio e può causare la formazione di croste che talvolta esitano in cicatrici permanenti (oltre ad essere molto costoso). Altre tecniche come la dermoabrasione, l’asportazione chirurgica, talvolta con autotrapianto di pelle, la criochirurgia possono venir prese in considerazione da un dermatologo esperto ma spesso danno risultati meno soddisfacenti della tecnica laser e causano problemi estetici analoghi.


I tatuaggi si ottengono iniettando inchiostro negli strati profondi della pelle per mezzo di un apparecchio che fa muovere ad una velocità di 50-3.000 volte al minuto un numero variabile di aghi montati su una apposita barretta.

Il piercing viene realizzato con una pistola a molla (di solito per le orecchie) oppure praticando un foro con un apposito ago attraverso il quale viene fatto penetrare il gioiello.

I rischi

Con il tatuaggio e con il piercing si possono trasmettere infezioni batteriche della pelle che qualche volta possono entrare nel sangue e coinvolgere anche il cuore. Si possono trasmettere anche i virus dell’epatite B e C e, in misura minore, il virus dell’AIDS. Un rischio aggiuntivo è rappresentato dalle reazioni allergiche agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio ed ai metalli del piercing.

Epatite B

Tatuaggi e Cosa c’è da AIDS

Epatite C


Come ridurre i rischi Le infezioni sono la complicazione più frequente sia del tatuaggio che del piercing. Ecco cosa bisogna controllare. • L’ambiente deve avere le stesse caratteristiche igieniche dello studio del dentista. • Il professionista deve lavarsi accuratamente le mani e indossare un paio di guanti sterili (aperti di fronte a voi!). • Aghi e tubi devono essere usa e getta oppure sterilizzati in autoclave, quindi in confezione sigillata, aperta di fronte a voi. • L’inchiostro deve essere nuovo (non riutilizzato rimboccando la bottiglia). • Se qualcosa non va o non convince, meglio salutare e cercare un professionista serio: ce ne sono molti.

piercing: a sapere

Attenzione!

Piercing e tatuaggi sono particolarmente pericolosi, quindi controindicati, nei portatori di vizi valvolari cardiaci, negli affetti da immunodeficit o patologie croniche, a chi assume farmaci antiaggreganti come l’aspirina, immunosoppressori o anticoagulanti, nei ragazzi con cheloidi e nelle donne in gravidanza.


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I tatuaggi vengono da lontano

Dalle danzatrici egiziane alle donne tahitiane, una breve storia di questa pratica sempre piĂš diffusa tra gli adolescenti


La nascita dei bellissimi tatuaggi orientali che tutti conosciamo è dovuta a leggi che nell’antico Giappone vietavano alla popolazione di basso rango di portare kimono decorati. In segno di protesta si diffuse la moda di portare, nascosti sotto i vestiti, tatuaggi che coprivano tutto il corpo partendo dal collo per arrivare ai gomiti e alle ginocchia. Il Governo nel 1870 dichiarò illegale questa pratica ritenuta sovversiva, ma il tatuaggio continuò a fiorire e a prosperare nell’ombra.

È nel 1769 che, a Tahiti, il capitano inglese James Cook, trascrive per la prima volta la parola Tattow (poi tattoo, in italiano tatuaggio, ndr). Il nome deriva dal termina “tau-tau”, onomatopea che ricordava il rumore prodotto dal legno sull’ago per bucare la pelle. UNA STORIA LUNGA MILLENNI Ma il tatuaggio arriva da ancora più lontano. Tra le testimonianze storiche, ricordiamo alcune pitture funerarie dell’antico Egitto, che mostrano tatuaggi sui corpi delle danzatrici, rinvenuti anche su alcune mummie femminili. I Celti, poi, adoravano divinità animali quali il toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli e i pesci: dei che venivano impressi anche sulla pelle. Nell’undicesimo e dodicesimo secolo, poi, i crociati portavano sul corpo il marchio della Croce di Gerusalemme, che permetteva, in caso di morte sul campo di battaglia, di ricevere l’appropriata sepoltura secondo i riti cristiani.

I TATUAGGI OGGI Dopo qualche secolo, il tatuaggio è svuotato di ogni valore puramente pratico e viene utilizzato per decorare il proprio corpo, o ricordare un avvenimento importante. Oggi, i tatuaggi si ottengono iniettando inchiostro negli strati profondi della pelle per mezzo di un apparecchio che fa muovere a una velocità di 50-3.000 volte al minuto un numero variabile di aghi montati su una apposita barretta. Ovviamente esce molto sangue che viene asciugato spesso durante l’operazione: può durare da un minimo di 15 minuti, per tatuaggi piccoli e semplici fino a numerose sedute se il tatuaggio è esteso e complesso. Il tatuaggio temporaneo con hennè si ottiene applicando alla cute un impasto di polvere di hennè ottenuta dalle foglie della henna (Lawsonia inermis).


di CRISTIANA DE RANIERI

04 Dal disegno della persona al ridisegnare la propria immagine Il tatuaggio fa parlare con il linguaggio dei simboli, così frequente in adolescenza. È normale, ma può essere importante che gli adulti favoriscano un contesto in cui esprimersi a parole

“Il disegno è il racconto che il bambino fa di se stesso”. Con questa frase Guido Crocetti definisce il disegno infantile, una proiezione della propria autoimmagine nell’ambiente e nello spazio: ciò che il bambino è, ciò che desidera essere. Il disegno della figura umana, in particolare, ci fornisce notizie su come il proprio corpo viene percepito, conosciuto, vissuto e raccontato all’esterno. Con la crescita, e particolarmente in adolescenza, il ragazzo inizia a utilizzare il proprio corpo come uno strumento per rappresentare il sé e per rapportarsi all’esterno, in base alla pro-

pria cultura di appartenza. In questa fase della crescita il corpo può divenire una sorta di “narratore” di ciò che il ragazzo a volte non sa comunicare a parole. IL TATUAGGIO COME ESPRESSIONE DELL’ADOLESCENTE

Possiamo trovarci di fronte a corpi mascherati, trasformati, truccati, tatuati, dimagriti, pompati o feriti, in esperienze estreme come l’autolesionismo. La pelle avvolge, incarna, distingue una persona da un’altra (il colore, la consistenza, l’odore, i segni, i nei..), è porosa quindi “assorbe” e va a costituire una sorta di memoria vivente.

Tatuare la pelle è ormai molto diffuso fra i giovani (e non solo), è indelebile come le esperienze, fa parlare il corpo con il linguaggio dei simboli, così frequente in adolescenza. Comporta dolore, coraggio, sacrificio, come i rituali antichi che definivano passaggi di status o di appartenenza. Parlare per simboli è normale in adolescenza, ma può essere importante che gli adulti (genitori, insegnanti, educatori in genere, pediatri) favoriscano un contesto in cui poter esprimere a parole (e non solo attraverso agiti, sintomi o simboli) pensieri e contenuti interni.



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Curiosità

Con lo pseudonimo di Doug Malloy, Richard Simonton viene considerato il pioniere del piercing moderno. Negli anni ’70, diede vita a quello che chiamò T&P Group (contrazione di Tattooing and Piercing Group), una associazione di appassionati di tatuaggio e piercing, localizzata inizialmente a Los Angeles. Simonton è autore di una suggestiva “storia del piercing” (Body & Genital Piercing in Brief), per anni punto di riferimento nel settore. Peccato che si trattasse quasi del tutto di fantasie, smentite dalle ricerche, successive, dello studioso Jim Ward.


Dalla preistoria a oggi: cos’è il piercing Dalle origini preistoriche alla moda degli ultimi anni: breve panoramica su una pratica sempre più diffusa tra gli adolescenti Di origini preistoriche, la formula piercing o body piercing (dall’inglese to pierce, “perforare”, ndr) indica la pratica di forare alcune parti del corpo per introdurre oggetti in metallo (talvolta ornati con pietre preziose), osso, pietra o altro materiale. Oggi, il piercing, prevalentemente di metallo e pietre preziose, viene realizzato con una pistola a molla (di solito per le orecchie) oppure praticando un foro con un apposito ago attraverso il quale viene fatto penetrare il gioiello. Sono soggette a questa pratica diverse zone del corpo dal lobo dell’orecchio al naso, fino a labbro e ombelico. LA STORIA: LE ORIGINI PREISTORICHE

Il piercing ha origini preistoriche. Lo scopo principale era quello di distinguere i ruoli assunti da ogni membro all’interno della tribù, al fine di regolare i rapporti tra i vari individui sia nel quotidiano che durante le cerimonie, rendendo immediatamente palesi una serie di informazioni sull’individuo e sul suo rapporto con il gruppo di appartenenza.

I PIERCING PIÙ DIFFUSI: ORECCHIO E NASO

Tra i piercing più diffusi, ci sono senza dubbio quelli all’orecchio e al naso. I primi sono praticati fin dai tempi antichi: ce ne sono testimonianze anche nella Bibbia, dove vengono indossati da entrambi i sessi. Nel Libro dell’Esodo 32, Aronne fonde gli orecchini per farne il vitello d’oro. Il Deuteronomio 15:12-17, inoltre, dispone la perforazione dell’orecchio per lo schiavo che sceglie di non venire liberato. Per quanto riguarda i piercing al naso, la tradizione risale alle tribù nomadi del Medioriente fin dai tempi della Bibbia, ed è storicamente comune in India. Le donne indiane in età fertile, ad esempio, indossano un anello al naso, solitamente alla narice sinistra. Presso molte tribù di nativi americani, inoltre, la perforazione del setto nasale è un marchio dello status maschile.


06 Moda, integrazione sociale, disagio: perché gli adolescenti si fanno i piercing

di CATERINA MARANO

di PAOLA DE ROSE

Si tratta di una pratica in costante crescita, ma che cosa rappresenta per i ragazzi? Il piercing viene riconosciuto dalla maggior parte degli adolescenti come un simbolo della loro cultura. In Europa la moda dei tatuaggi e del piercing è in continua crescita OGGETTO ALLA MODA O SEGNO DI DISAGIO?

Il fenomeno sembra soddisfare i bisogni evolutivi dell’adolescente secondo i canoni della cultura contemporanea dell’estetica. Diventa un abbellimento del corpo alla moda, che consente di gestire in modo creativo il complesso rapporto con il proprio corpo. Può aiutare, inoltre, a sentirsi accettato e integrato nel gruppo dei pari, ma può anche essere indice di espressione di disagio rispetto al proprio corpo. Studi sugli adolescenti con età media di 16 anni hanno mostrato che chi desidera e pratica il piercing tende a presentare relazioni conflittuali con la famiglia, tratti temperamentali

come tendenza all’impulsività e ricerca di nuove sensazioni, comportamenti disfunzionali come l’abitudine di fumo e uso ricorrente di alcool. CONSIGLI PER GENITORI E INSEGNANTI

È necessario pertanto indagare con la dovuta attenzione l’eventuale disagio, che può diventare a rischio, qualora il piercing si presenti in modo eccessivo, ossessivo, accompagnato da pervasivi e compromettenti tratti di instabilità emotiva, irritabilità, comportamenti aggressivi, eccessiva trasgressione e problemi scolastici. I genitori e gli insegnanti dovrebbero dunque assumere una posizione accogliente e non giudicante, ascoltando e valutando insieme le motivazioni dell’eventuale pratica, informando sugli eventuali rischi e prevenendo la pratica in possibili condizioni pericolose e poco igieniche.


La moda del piercing coinvolge circa il 30% dei giovani europei. in Italia emerge che circa il 20,3% dei ragazzi di etĂ compresa tra i 12 e i 18 anni ha applicato un piercing, con maggiore incidenza nel sesso femminile (Indagine Eurispes su 3800 ragazzi).


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