Speciale A scuola di salute - Come cresce - Da 8 a 12 mesi

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e l a ta i c ci e Sp res C A scuola di salute A cura di Alberto G. Ugazio Andrea Campana Paola De Rose

Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente


SPECIALE CRESCITA

Come cresce Il bambino tra gli 8 e i 12 mesi prende all’incirca 70-100 grammi alla settimana fino a triplicare il peso della nascita al compimento dell’anno. Le bambine peseranno in media 200-250 g meno dei maschietti. Ovviamente si tratta di semplici indicazioni: ogni bambino cresce a modo suo e, proprio in questi mesi, molti attraversano lunghe settimane “di pausa” in cui crescono poco o non crescono affatto. È un’evenienza frequente e del tutto normale: il recupero sarà molto rapido. In genere si allungano di circa 2 cm al mese fino ai 9-10 mesi e di 1 cm al mese fino all’anno. La circonferenza cranica aumenta di 1 cm e mezzo per raggiungere all’anno i 46 cm circa. La sua circonferenza cranica aumenta di 1 cm e mezzo.

Prende all’incirca 70-100 grammi alla settimana.

Si allunga di circa 2 cm al mese fino ai 9-10 mesi, poi di 1 cm al mese fino all’anno.


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Resistere alla tentazione del girello: è inutile e dannoso!

Verso i primi passi A 8 mesi comincerà a star seduto senza appoggi e a chinarsi o sdraiarsi per poi rimettersi seduto da solo. La muscolatura si sta sviluppando rapidamente e il bambino è ora in grado di ruotare su se stesso e di passare rapidamente dalla posizione prona alla supina e viceversa. Meglio abbandonare il fasciatoio che è diventato pericoloso e cambiare i pannolini sul letto o su un divano, più sicuri perché più vicini a terra. Appena può, si sposta a gattoni tirandosi con le braccia e spingendo con le ginocchia. Se lo si solleva, si mantiene in piedi aggrappandosi a quel che capita. A 9-10 mesi comincia anche a fare qualche passo se viene sostenuto con entrambe le mani. Poco dopo, arriva una svolta epocale: si alza in piedi e resta in piedi da solo. Il mondo è cambiato. Non lo si deve più

sbirciare dal basso verso l’alto ma, finalmente, lo si può guardare “alla pari”, allo stesso livello. Intorno all’epoca del primo compleanno arrivano finalmente i primi passi. Incerti, vacillanti, inevitabilmente accompagnati da innumerevoli cadute. Ma le difficoltà dureranno poco: in breve comincerà a camminare spedito. In questi mesi, la tentazione di ricorrere al girello è forte. Dobbiamo resistere! Il girello è inutile e dannoso. Inutile perché non insegna al bambino a camminare, anzi, rallenta lo sviluppo motorio. Dannoso perché si ribalta facilmente e permette comunque al bambino di raggiungere luoghi e situazioni pericolose. I girelli, anche i più “moderni”, dovrebbero scomparire dalle nostre case e andrebbero relegati nei musei di storia dell’infanzia.


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Movimenti fini

Fino ad ora ha utilizzato le mani come strumenti grossolani: piccole zappe con cui trascinare gli oggetti verso di sé. Ma in questo periodo comincia ad utilizzarli come strumenti di precisione. Dopo innumerevoli tentativi, finirà con l’afferrare saldamente gli oggetti tra pollice e indice o tra pollice e medio e comincerà a passarli da una mano all’al-

tra, a raccoglierli, a batterli sul tavolo, a scuoterli, a lasciarli cadere e a lanciarli. Ma c’è di più: può battere un cubo contro un altro, mettere oggetti in una scatola e poi toglierli, infilare l’indice in un buco. Tutti questi movimenti richiedono un grado elevato di coordinazione neuro-muscolare e tra l’apparato motorio e la vista.

Le mani diventano un vero e proprio strumento di precisione!


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Lalla..

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Mente e linguaggio si evolvono La comprensione del linguaggio verbale si sviluppa molto rapidamente. Il bambino presta sempre più attenzione a chi gli parla e, quando si menziona un oggetto o un gioco favorito, si volta a guardarlo. Comincia a usare gesti semplici, come scuotere la testa per dire no. La comprensione lessicale è maggiore della produzione (a 12 mesi il bambino comprende circa 100 parole in media). Allo stesso tempo si va articolando il linguaggio verbale: dal gorgheggio e dal vocalizzo vanno emergendo sillabe riconoscibili (“ma”, “pa”, “da”…), tentativi di imitare le parole ed il primo vero e proprio vocabolo che di regola è “mamma”. Spuntano anche le prime indicazioni verbali, spesso come suoni non necessa-

riamente simili al vocabolo corretto che il bambino usa per indicare un determinato oggetto. Ecco quindi che l’acqua diventa “ata”, il fratellino “tato”, la sorellina “lalla”. È molto curioso e studia gli oggetti sottoponendoli a un gran numero di test, ma a non riesce a mantenere l’attenzione a lungo. Dopo qualche minuto abbandona l’oggetto per passare a un nuovo gioco. Anche se circondati dai giochi più sofisticati e luccicanti, i bambini di questa età continuano a preferire oggetti casalinghi e giochi molto semplici come contenitori di plastica e scatole di cartone di tutti i tipi e dimensioni, cucchiai di legno, cubi di legno o di plastica, palle di tutti i tipi, meglio se con dentro una campanella o qualcosa che fa rumore.

Ata, tato, lalla: sono le prime parole che un bambino usa per indicare un determinato oggetto. Imparate a conoscerle e a interpretarle!


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Intorno agli 8 mesi, inizia un periodo importante e difficile. Il bambino comincia a riconoscere per la prima volta la differenza tra volti familiari e volti estranei. Si tratta quindi di una tappa essenziale per lo sviluppo dell’identità e dei rapporti sociali ma che genera anche ansia, la cosiddetta ansia da separazione. Quando riconosce un volto estraneo, il bambino scappa, si nasconde e in qualche caso piange. Per la stessa ragione, diventa sempre più difficile la separazione dalla madre. L’ansia da separazione continua in genere fino all’anno e mezzo per poi risolversi verso la fine del secondo anno.

Lo sviluppo emotivo È importante aiutarlo a superare questo periodo con molto amore, molta pazienza e con un briciolo di astuzia. Meglio lasciar casa quando il bambino ha dormito e mangiato da poco e la persona che lo accudisce lo sta facendo giocare. Se piange, non è il caso di farne un dramma: sta tentando di convincere la mamma a restare. Una volta uscita, smetterà rapidamente di piangere e comincerà a giocare con la persona cui è stato affidato. È in questo periodo che anche la semplice visita dal pediatra con cui ha sempre sorriso e giocato, potrà diventare “un dramma”.

Se il bambino piange quando la mamma esce di casa, non è il caso di farne un dramma: sta solo provando a convincerla a restare!


Il sonno

SPECIALE CRESCITA L’ansia da separazione che compare in questi mesi può creare qualche problema con il sonno. Il bambino può opporre resistenza quando si tenta di portarlo a dormire e può cominciare a svegliarsi anche più volte durante la notte cercando la mamma. La sera, è importante che l’atmosfera intorno a lui sia serena. I bambini capiscono benissimo se il clima di casa è sereno oppure no. Quando c’è tensione tra mamma e papà, anche se vengono evitate urla o scenate, il bambino non sarà certo sereno e sarà molto difficile farlo addormentare.

L’ansia da separazione si può combattere con un bagnetto dopo il pasto serale, seguito da un massaggio con la crema idratante.

In ogni caso, una possibile strategia è quella di adottare comportamenti rituali cui abituare gradualmente e con pazienza il bambino, per prepararlo con serenità e naturalezza al momento in cui verrà messo nel suo lettino. Ecco quindi che rendere rutinario il bagnetto dopo il pasto serale, massaggiandolo poi con la crema idratante, tenendo le luci soffuse e raccontando una storiella o ripetendo un gioco a lui familiare preparerà il bambino a non vivere con ansia il momento in cui si spegneranno le luci ed il papà o la mamma inizieranno a cullarlo e lo metteranno nel lettino.

Al termine di questo rituale, una favola lo aiuterà ad addormentarsi.


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Alimentazione tra seno, tazze e cucchiai Se possibile, è bene proseguire l’allattamento al seno fino al compimento dell’anno e oltre. Nel frattempo si varierà il menù, con formaggio tagliato a cubetti, carne ben cotta e sminuzzata, verdure cotte. Anche spaghetti al pomodoro, yogurt, ricotta, frutta, dolce di frutta. Negli ultimi anni si sta diffondendo l’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta (vedi box).

Lo svezzamento classico prevede l’offerta di una “pappa” prestabilita ad orari fissi, l’autosvezzamento, viceversa, prevede che il bambino sia libero di scegliere quando e quali cibi “assaggiare”. Il latte resta comunque l’alimento principale I sostenitori di questa tecnica ritengono che possa ridurre l’ansia dei genitori, promuovendo l’utilizzo di alimenti sani e riducendo l’eccessivo apporto calorico dello svezzamento tradizio-

L’autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta è una tecnica alternativa rispetto allo svezzamento classico che prevede a partire dai 6 mesi, una condivisione degli alimenti presenti sulla tavola con i genitori, chiaramente opportunamente adattati alle necessità alimentari e alle abilità del bambino.


nale. Ma sono ancora ben pochi gli studi che lo dimostrano. Pertanto è bene discutere l’argomento con il proprio pediatra che terrà conto del contesto familiare, dello stato di salute del bambino, del suo peso neonatale, delle abilità deglutitorie, del suo stato nutrizionale e di eventuali patologie associate. Indipendentemente dalla tecnica scelta è venuto il momento di regalargli il cucchiaio: dapprima come

gioco e, quando avrà imparato a maneggiarlo, insegnandogli ad usarlo per portare il cibo alla bocca. Occorre essere pazienti, molto pazienti. Anzitutto perché gli ci vorrà qualche mese per imparare ad usarlo. Ma soprattutto perché, cucchiaio alla mano, imparerà molto rapidamente a lanciare gran parte del cibo un po’ dovunque. Sul pavimento ma anche sui muri, sulle foto di famiglia, sul televisore.

Tra gli 8 e i 12 mesi, arriva il momento per il bambino di utilizzare il cucchiaio. Attenzione perché, cucchiaio alla mano, scoprirà il piacere di lanciare cibo ovunque!


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Come proteggerlo da pericoli e dalle infezioni Molto importanti le vaccinazioni tra l’11° e il 12° mese di vita con il richiamo dell’esavalente, della vaccinazione contro lo Pneumococco e contro il Meningococco di gruppo C. Altrettanto importanti le precauzioni per trasportare il bambino in auto, per proteggerlo dai pericoli del mare e della piscina. A questa età, è necessario proteggerlo dalle cadute, dalle ustioni e dal soffocamento. Non lasciarlo mai solo sul fasciatoio, su un tavolo o vicino a una

scala. Tenere tutti i liquidi bollenti (caffè, tè, minestra) fuori dalla portata del bambino. Regolare la temperatura centrale dell’acqua calda sotto i 48° centigradi per evitare che si ustioni con l’acqua di casa. Non lasciare mai nelle sue mani oggetti piccoli che potrebbe inalare, soffocandosi. Per lo stesso motivo, utilizzare sempre alimenti solidi, tritati, macinati o comunque sufficientemente soffici da poter essere ingeriti senza masticare.

Vaccinazioni dell’ 11° mese.

Liquidi bollenti a distanza e temperatura dell’acqua calda sotto i 48° centigradi.

Proteggerlo da cadute, ustioni e soffocamento.

Alimenti che possono essere ingeriti senza masticare.


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Quando chiedere consiglio al pediatra Ogni bambino si sviluppa a modo suo. In alcune situazioni è comunque bene consultare il pediatra:

• Il bambino trascina un lato del corpo mentre va a carponi;

• Non indica nulla quando guarda oggetti o figure;

• Non riesce a stare in piedi neppure se aiutato;

• Non cerca l’oggetto che gli viene nascosto mentre lo guarda.

• Non sa dire neppure una parola semplice;


Coordinamento editoriale: A.G. Ugazio, N. Zamperini Comitato di redazione: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari Segreteria: M. Mathieu


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