A scuola di salute - Ottobre 2018

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Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente

Ottobre 2018

Alla scoperta della tosse


CONTENUTI

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IN QUESTO NUMERO

UNA GUIDA ALLA TOSSE

LA TOSSE

ALLA SCOPERTA DELLA TOSSE Di Renato

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Cutrera, Antonio Di Marco, Valentina Negro

LA TOSSE

LA TOSSE, 5 COSE DA SAPERE

I TIPI DI TOSSE

LA TOSSE: QUANDO DOBBIAMO PREOCCUPARCI Di Michele

Salata

COORDINAMENTO EDITORIALE: A.G. Ugazio, N. Zamperini COMITATO DI REDAZIONE: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari, F. Gesualdo SEGRETERIA: M. Mathieu

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I L B R O N C O S PA S M O

IL BRONCOSPASMO: COSA C’È DA SAPERE Di Renato

Cutrera, Antonio Di Marco, Valentina Negro

LA LARINGITE

LARINGITE, 5 DOMANDE 14 LA (E RISPOSTE) Di Antonino

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Reale, Francesca Petreschi

LA PERTOSSE

LA PERTOSSE, CHE COS’È E COME SI CURA Di Alberto

Eugenio Tozzi

L E T E R A P I E E I FA R M AC I

AI FARMACI 18 OCCHIO PER LA TOSSE Di Francesco

Gesualdo

L A T O S S E S O M AT I C A

LA TOSSE 22 QUANDO È PSICOGENA Di Alberto

G. Ugazio

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IN QUESTO NUMERO

Una guida alla tosse

4 A scuola di salute


IN QUESTO NUMERO

In questo numero Un bambino con la tosse è una delle situazioni che un genitore si trova ad affrontare più frequentemente. Ma la tosse è una malattia? In realtà, la tosse è semplicemente un riflesso, utile al corpo per ripulire le vie aeree. Può essere però causata da alcune patologie. In questo numero di A scuola di salute vi offriamo una guida per riconoscere tutti i tipi di tosse e le eventuali patologie a questa collegate. Affrontiamo temi come il broncospasmo, la laringite e la pertosse, per offrire a genitori e insegnanti una bussola grazie alla quale orientarsi prima di rivolgersi al proprio Pediatra. Nel numero sono presenti anche due infografiche che possono essere consultate in qualunque momento in caso di dubbi. La prima riassume in breve le cinque cose più importanti da sapere sulla tosse, mentre la seconda, che trovate in chiusura di numero, focalizza l’attenzione sui farmaci e sulle pratiche più utili per curarla.

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Marco, Valentina N eg r o

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LA TOSSE

Alla scoperta della tosse

Si tratta di un riflesso protettivo utile a ripulire le vie aeree: ecco tutto quello che c’è da sapere

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LA TOSSE

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a tosse è un riflesso protettivo che serve a ripulire le vie aeree dalle secrezioni o da materiale involontariamente inalato. Con un colpo di tosse viene generata all’interno dei polmoni una forte pressione che viene sfogata verso l’esterno. Le vie aeree vengono così ripulite dal muco, da particelle estranee ed irritanti (polveri) e da microbi, come batteri e virus, che possono provocare malattie. Per il suo ripetersi, la tosse è spesso causa di ansia e di disturbi del sonno sia nei bambini che ne soffrono sia nei genitori che devono assisterli. Per questo motivo il bambino può accusare stanchezza e scarsa capacità di concentrazione diurna. Di giorno, la tosse può essere causa di disturbo durante le ore di lezione, per il bambino e per i compagni.

Tosse acuta o cronica?

Questo sintomo nella grande maggioranza dei casi si risolve entro tre settimane dall’esordio: in questo caso si parla di tosse acuta. La sua caratteristica principale è di essere causata il più delle volte da infezioni virali che colpiscono le alte vie respiratorie e di non avere una terapia specifica in grado di curarla. Diverso è il caso, raro, di quelle forme di tosse che si protraggono senza interruzione da più di otto settimane. In questo caso si parla di tosse cronica e devono essere verificate le cause, in quanto può essere determinata da patologie specifiche

come il reflusso gastroesofageo, la rinosinusite, l’asma bronchiale o altre malattie più rare ma gravi come la fibrosi cistica, i deficit immunitari, la discinesia ciliare. Fatta la doverosa distinzione tra le forme acute e quelle croniche, va sottolineato che nella pratica quotidiana, nel periodo scolastico, i pediatri visitano bambini i cui genitori riferiscono che la tosse dura da mesi. Di regola non si tratta delle gravi forme croniche bensì di episodi acuti che si ripetono per la continua esposizione microbica che i nostri bambini subiscono frequentando le comunità scolastiche. Si tratta soprattutto di bambini della fascia di età compresa tra i 2 e i 4 anni, affetti in genere da rino-faringiti, a volte laringiti o tracheo-bronchiti.

Come si cura la tosse

Non disponendo di terapie specifiche, le forme di tosse acuta traggono beneficio dai lavaggi nasali con soluzione salina (fisiologica o ipertonica se sono presenti secrezioni mucose) e, a partire dal secondo anno di vita, dalla somministrazione di miele per il suo potere lenitivo. Le linee guida raccomandano di tranquillizzare i genitori sulla benignità degli episodi che a volte portano a stanchezza e preoccupazioni eccessive. Il contatto con il pediatra curante è fondamentale per affrontare al meglio il problema e per selezionare i pochi casi da inviare ai centri specialistici.

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La tosse

5 COSE DA SAPERE 3

La tosse cronica può durare più di otto settimane e può essere causata da patologie come l’asma bronchiale

La tosse acuta si risolve entro tre settimane ed è causata da infezioni virali

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La tosse non è una malattia, ma un riflesso protettivo che serve a ripulire le vie aeree

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LA TOSSE

A volte, anche la tosse acuta può durare più di tre settimane: la causa può essere la continua esposizione ai microbi dei bambini a scuola

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La terapia cambia in base alla causa che ha scatenato la tosse. Tra i rimedi più utilizzati, ci sono miele e lavaggi nasali

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I TIPI DI TOSSE

La tosse: quando dobbiamo preoccuparci Si tratta di una funzione normale del corpo, ma quando rivolgersi al pediatra? Di Michele

Salata

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a tosse è una funzione normale del nostro corpo e ha uno scopo prevalentemente di difesa. È un riflesso provocato da varie cause (prevalentemente infettive, poi allergiche, meccaniche, ecc.) e quindi, normalmente non controllato dalla nostra volontà. I bambini più grandi sono però in grado di provocare volontariamente questo riflesso. Nei neonati invece è un riflesso quasi assente, non ancora ben maturato e pertanto, quando la tosse è presente, è un segno da non sottovalutare ed è opportuno far visitare il neonato dal suo pediatra. Ci sono molti tipi di tosse, con diverse caratteristiche: stizzosa, grassa, canina, ecc., a seconda della causa che la provoca.

Quando la tosse diventa preoccupante

In linea generale, alcuni accessi di tosse durante l’intera giornata, che non disturbano la vita quotidiana del bambino e che dopo 3-4 giorni, scompaiono, sono indicativi di una tosse del tutto benigna e non è necessario portare il bambino dal pediatra. Quando la tosse invece è persistente per molti giorni o presente durante tutta la giornata e la notte, tanto da ostacolare le normali attività quotidiane, allora dopo 2-3 giorni è opportuno far visitare il bambino dal proprio pediatra. 10 A scuola di salute

Nel caso fosse presente la febbre, soprattutto se superiore a 39°C, dopo 2 giorni è bene far visitare il bambino dal pediatra, poiché potrebbe esserci un’infezione che, nel caso fosse batterica, richiederebbe la terapia con antibiotici. Ricordiamo però che fino ai 4-5 anni la maggioranza delle infezioni è da attribuire ai virus e quindi non richiede terapia antibiotica.

L’inalazione di un corpo estraneo

Ricordiamo anche un tipo molto particolare di tosse, ovvero la tosse che compare improvvisamente quando un bambino, in pieno benessere, mentre sta giocando o mangiando, all’improvviso inizia a tossire molto vigorosamente, a volte portandosi le mani al collo. In questo caso, potrebbe essere capitato un evento molto pericoloso: l’inalazione di un corpo estraneo, di un piccolo giocattolo o di un pezzettino di cibo. La prima cosa da sapere è che il bambino non va toccato, ma incoraggiato a tossire ancora più vigorosamente, poiché il riflesso della tosse sta proprio cercando di espellere il corpo estraneo. Occorre avvisare subito il sistema di emergenza, chiamando il 112. Ricordiamo che se il bambino tossisce, piange o urla per la paura, significa che dell’aria sta passando attraverso le sue vie aeree e quindi non va in alcun modo toccato o mosso. Se invece il bambino non tossisce più, smette di piangere e non urla più, l’ostruzione potrebbe essere diventata completa, il volto può diventare scuro e se non si interviene il bambino perde conoscenza. A questo punto è necessario intervenire con delle apposite manovre di disostruzione. Per impararle sono disponibili corsi presso diverse strutture, dedicati specificamente al personale non sanitario.


I TIPI DI TOSSE

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I L B R O N C O S PA S M O

Il broncospasmo: cosa c’è da sapere Con questo termine si intende il meccanismo di contrazione delle pareti bronchiali che caratterizza la più frequente delle patologie croniche in pediatria, l’asma bronchiale Di Renato

Cutrera, Antonio Di Marco, Valentina Negro

genitori che negano che i propri figli abbiano l’asma bronchiale poiché gli episodi non sono mai stati di così grave entità. Questa erronea interpretazione crea problemi nella pianificazione della terapia. È compito del medico fare chiarezza sul fatto che l’asma ha un’espressione clinica molto variabile: da lieve-moderata, caratterizzata dalla comparsa di tosse e di sibilo, a grave, caratterizzata da affanno respiratorio. Altri problemi da chiarire con i genitori, soprattutto per prevenire ulteriori ricadute, sono la descrizione dei fattori che causano broncospasmo, delle modalità di intervento tempestivo e della terapia farmacologica da eseguire a fini preventivi.

I fattori scatenanti Con il termine broncospasmo si intende il meccanismo di contrazione delle pareti bronchiali che caratterizza la più frequente delle patologie croniche in pediatria, l’asma bronchiale. La contrazione può impegnare il bambino in modo lieve ma in alcuni casi può essere così grave da costringere il paziente a respirare faticosamente. Va anche detto che nel gergo comune con il termine broncospasmo si intende solo quest’ultima espressione clinica, la più grave, che magari necessita di cure in Pronto Soccorso. A tal proposito, accade a volte di sentire

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Tra i fattori scatenanti, ha un ruolo di primo piano l’esposizione ambientale a diversi fattori nocivi tra i quali il fumo di sigaretta. Bisogna sottolineare che circa il 40% delle nostre famiglie ha almeno un genitore fumatore che dovrà prestare la massima attenzione a evitare la dispersione di nicotina nell’ambiente domestico. Non basta evitare il fumo quando il bambino è a casa o fumare soltanto fuori casa. Il fumo si deposita su tende, tappeti, mobili, suppellettili e soprattutto sugli indumenti: dopo aver fumato per strada, lo portiamo tra le mura di casa con i nostri vestiti!


I L B R O N C O S PA S M O

Esposizioni ambientali più specifiche, in pazienti sensibilizzati, sono rappresentate da allergeni domestici quali acari, muffe o pelo di cane o di gatto. Per ciascuno di questi, vanno suggeriti rimedi specifici, quali federe antiacaro, interventi sulla muratura per ridurre la presenza di muffe, confinare l’ambiente in cui il cane o gatto possano circolare in casa. Altro fattore scatenante, particolarmente in primavera, è rappresentato dai pollini di graminacee, parietarie e di diverse piante. Anche lo sforzo fisico di particolare intensità può provocare broncospasmo. I genitori di questi pazienti dovranno essere informati sulle attività fisiche più adatte per il bambino asmatico e sulla necessità di somministrare i broncodilatatori prima di iniziare l’attività fisica.

crisi respiratoria, abitualmente da proseguire per periodi di almeno tre mesi. Sono di fondamentale importanza perché dopo un episodio asmatico il soggetto è maggiormente suscettibile al rischio di svilupparne uno successivo, mentre la corretta esecuzione della terapia di mantenimento abbatte drasticamente il rischio di ricadute.

La terapia

Per quanto riguarda la terapia, è fondamentale che i genitori siano ben istruiti su come intervenire tempestivamente quando il bambino va incontro a broncospasmo grave. In questo caso, oltre alla tosse, è presente difficoltà respiratoria. I centri specialistici, dove è opportuno che i pazienti più gravi siano inviati, forniscono un piano di cura personalizzato con i farmaci e le dosi più appropriate per quel bambino. Ultimo ma fondamentale aspetto riguarda la prescrizione di terapie dopo la

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LA LARINGITE

La laringite, 5 domande (e risposte) Focus su una delle cause più frequenti di accesso al Pronto Soccorso: ecco cosa c’è da sapere Di Antonino

Reale, Francesca Petreschi

Che cos’è?

È una patologia respiratoria prevalente in inverno (2-3% dei bambini) secondaria ad infezioni virali, maggiormente virus parainfluenzali e virus respiratorio sinciziale. Frequente causa di accesso in Pronto Soccorso, prevale tra i 6 mesi e i 3 anni di vita, con un picco nel secondo anno.

Come si manifesta?

Dopo 2-3 giorni di incubazione, l’esordio è improvviso, raramente più graduale. La sintomatologia è cuasata da un rigonfiamento (edema) della mucosa del laringe e delle corde vocali con significativa riduzione dello spazio aereo. La tosse è tipicamente somigliante al verso della foca o di un cane che abbaia. Si associano raucedine, pianto afono, stridore, rientramenti inspiratori, irrequietezza. La febbre è di solito non alta. Nelle forme più gravi, per cattiva ossigenazione, compare una colorazione bluastra (cianosi) intorno alla bocca e alle estremità degli arti, con conseguente senso di forte stanchezza.

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Cosa può causare?

La laringite è la causa più frequente di stridore laringeo, che deve essere differenziato da altre patologie: reflusso gastroesofageo, laringomalacia congenita, malformazioni vascolari congenite, anelli vascolari, corpo estraneo, epiglottite, laringotracheite batterica, ascesso peritonsillare, allergie.

Che cosa fare?

Tranquillizzare il bambino e prediligere la posizione seduta per ottimizzare la ventilazione. Eseguire una visita medica in caso di primo episodio o solo parziale risposta alla terapia o se si associa difficoltà respiratoria. Il farmaco di prima scelta è lo steroide per via orale o inalatoria. In assenza di risposta, in Pronto Soccorso, può essere utilizzata l’adrenalina. Sconsigliata l’umidificazione perché non è dimostrata l’efficacia, nonchè gli antibiotici perché è una malattia di origine virale.

Quando serve il ricovero?

L’evoluzione è solitamente favorevole, con rapida guarigione in 2-3 giorni, ma può recidivare in bambini “predisposti”. Nei casi in cui non si osservi adeguata risposta ai farmaci o persistano dubbi diagnostici, può essere considerato un breve ricovero per osservazione.


LA LARINGITE

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LA PERTOSSE

La pertosse, che cos’è e come si cura Si tratta di una malattia batterica che ha sintomi molto più gravi nei bambini più piccoli

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ella pertosse, la tosse può assumere caratteristiche diverse, da una forma tipica e caratteristica, ad una sfumata e simile ad altre malattie respiratorie. Nella manifestazione clinica classica si osservano serie di colpi di tosse ravvicinati fino a lasciare il paziente senza respiro, tanto che alla fine dell’accesso questo inspira rumorosamente, con una specie di fischio (il cosiddetto tirage). Questi accessi di tosse, nelle forme più gravi, sono estenuanti e, soprattutto nel lattante, possono compromettere notevolmente lo stato generale. La tosse è spesso notturna e frequentemente seguita da vomito. Si tratta di una tosse poco produttiva che può essere accompagnata da scarso catarro denso.

Di Alberto

Eugenio Tozzi

caratteristico è la cianosi, generalmente associata agli accessi di tosse e all’apnea. Il bambino, a causa della mancata ossigenazione causata dall’accesso prolungato di tosse e/o dall’apnea, assume un colorito bluastro che si risolve non appena la funzione respiratoria riprende.

Il criterio dell’età

Nel bambino i sintomi tendono ad essere più caratteristici, come descritto in precedenza, mentre con l’aumentare dell’età i sintomi sono meno evidenti fino a diventare sfumati nell’adulto. È proprio nei ragazzi più grandi e nell’adulto che la diagnosi può essere difficile e che i ripetuti colpi di tosse, magari notturni e accompagnati da vomito, ma in pieno benessere per la maggior parte della giornata, possono essere scambiati per una comune malattia virale o addiLa pertosse nel lattante rittura per un’asma bronchiaNel lattante si possono osser- le o una broncopneumopatia vare altri due segni caratteri- ostruttiva, che è una malattia stici. Uno è l’apnea. tipica dell’adulto. Il bambino rimane letteralmente senza respiro. Questo La durata della tosse segno si può osservare sia La caratteristica propria deldopo gli accessi di tosse, ma la pertosse è la durata della anche isolatamente. In alcu- tosse che la accompagna. ni casi, addirittura, l’apnea Quest’ultima dura da diverse può presentarsi anche sen- settimane fino a diversi mesi, za la tosse. Il secondo segno con ampie variazioni secon-

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do la gravità. Ne consegue che qualunque tosse di durata maggiore di 2 settimane che non abbia altre giustificazioni ovvie, dovrebbe essere indagata con un prelievo del muco nasofaringeo per la conferma della diagnosi. Infine, trattandosi di una malattia batterica contagiosa, non è infrequente trovare nello stesso nucleo familiare più componenti con i sintomi della pertosse. Dato che l’incubazione della malattia è breve, la scoperta di un caso di pertosse dovrebbe sempre condurre a una breve indagine nel nucleo familiare per identificare casi, specie negli adulti, che vanno adeguatamente trattati.

La terapia

Non esistono terapie specifiche per la tosse che si osserva nella pertosse. I sedativi della tosse, i fluidificanti e i preparati a base di cortisone sono inutili. Nei casi più gravi, è il supporto all’alimentazione e all’idratazione che va garantito con un ricovero in ospedale che permette di monitorare eventuali complicazioni. Il riconoscimento precoce della malattia e l’esecuzione tempestiva degli esami diagnostici sono elementi essenziali per iniziare la terapia antibiotica che ha maggiore probabilità di abbreviare i sintomi della malattia se iniziata precocemente.


LA PERTOSSE

Il ruolo della vaccinazione

Il secondo fattore che condiziona le manifestazioni cliniche è lo stato vaccinale. I pazienti che non sono vaccinati sono quelli che hanno le manifestazioni cliniche più eclatanti. Da queste osservazioni si capisce bene come i pazienti nei primi mesi di vita, perlopiù non vaccinati, sono quelli con le manifestazioni cliniche più gravi e che devono spesso ricorrere alle cure ospedaliere. Man mano che il bambino riceve le dosi successive di vaccino contro la pertosse contenuto nell’esavalente, le manifestazioni cliniche sono più lievi. Sebbene i vaccini praticati di routine abbiano una elevata efficacia, per raggiungere la piena protezione bisogna che vengano somministrate tutte le dosi. Inoltre, l’efficacia si riduce nel tempo e, in mancanza di richiami vaccinali, si può ritornare suscettibili alla malattia ed avere di nuovo le manifestazioni tipiche. Bisogna ricordare che esistono le eccezioni e, anche nel bambino vaccinato, è possibile osservare raramente la malattia con i sintomi tipici.

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L E T E R A P I E E I FA R M A C I

Occhio ai farmaci per la tosse Dai mucolitici agli sciroppi per la tosse, fino a creme balsamiche e olii naturali: quali sono i farmaci davvero utili per la tosse? DI Francesco

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Gesualdo


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ucolitici, sciroppi per la tosse, cortisonici, broncodilatatori, antibiotici, aerosol, spray, aspiratori, umidificatori, creme balsamiche, olii naturali, palline omeopatiche, bave di lumaca: se pensiamo a quanto sono frequenti gli episodi di tosse nei primi anni di vita (e oltre), non stupisce la grande varietà di strumenti e rimedi proposti in commercio per trattarla o prevenirla. Tuttavia, come spesso accade in medicina, gli interventi realmente utili ed efficaci per la tosse sono davvero pochi. Posto che nella maggior parte dei casi la tosse è causata da un raffreddore di origine virale, gli antibiotici (che servono per sconfiggere le infezioni batteriche) sono del tutto inutili: diventano necessari solo se il medico sospetta un’infezione o una sovrainfezione batterica. Il raffreddore comporta uno scolo di muco dal naso in gola, ed è questo che genera il riflesso della tosse. La rimozione del muco tramite lavaggi nasali è quindi un metodo efficace per ridurre la tosse. L’irrigazione nasale può essere realizzata con siringa (ovviamente senza ago, usando soluzione fisiologica a temperatura ambiente), spray o docce nasali. Inoltre, l’assunzione di liquidi caldi (ovviamente appropriati all’età del bambino) può favorire lo scioglimento e quindi l’eliminazione del catarro. I mucolitici e gli antitussigeni (farmaci anti-tosse) trovano maggiore impiego nel paziente adulto o anziano, ma nei bambini sono sconsigliati per il rischio di effetti collaterali, anche di natura neurologica.

D’altronde, la convinzione che se c’è tosse serve uno sciroppo, è un’idea di vecchia data. Oggi però sappiamo che il trattamento più economico ed efficace è rappresentato dal miele, che, infatti, viene raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E nei bambini di età inferiore ad un anno, nei quali il miele è sconsigliato per il rischio di botulismo? Lo sciroppo di mais sembra essere una valida alternativa. Gli altri rimedi “naturali” per il trattamento della tosse - ad esempio echinacea, bava di lumaca, omeopatia - non hanno mai dimostrato di essere più efficaci dell’acqua fresca. In Italia, gode di grande popolarità l’aerosol, che a volte viene prescritto con cortisonici e soluzione fisiologica per trattare qualunque tipo di tosse. Ma attenzione: tranne in un caso specifico (la laringite), l’aerosol con cortisonici è del tutto inutile. D’altro canto, nel caso in cui la tosse sia causata da un broncospasmo, come succede nell’asma e nelle bronchiti asmatiche, l’aerosol è decisamente efficace, ma in questo caso il farmaco da utilizzare è un broncodilatatore, tipo il salbutamolo associato ai cortisonici. Sempre in caso di broncospasmo, lo stesso farmaco può essere utilizzato sotto forma di spray, con l’uso di un apposito distanziatore, uno strumento che serve a garantire una corretta assunzione del farmaco nei bambini piccoli che non riescono a sincronizzare il respiro con lo spruzzo e che faticano a sopportare la mascherina per i 7 minuti o più richiesti dall’aerosol.

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L E T E R A P I E E I FA R M A C I

I rimedi utili PER LA T OSSE

UNA BREVE SINTESI DEI FARMACI E DELLE PRATICHE REALMENTE UTILI

1 Lavaggi nasali

2 Assunzione di liquidi caldi

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Miele nei bambini di età superiore a un anno


L E T E R A P I E E I FA R M A C I

4 Sciroppo di mais nei bambini che hanno meno di un anno di etĂ

Se c’è broncospasmo: salbutamolo per aerosol o salbutamolo spray con distanziatore associato a cortisonico

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Se si tratta di laringite (tosse da foca): aerosol con cortisonico

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L A T O S S E S O M AT I C A

Quando la tosse è psicogena La tosse somatica è la seconda causa di tosse cronica: ecco da cosa si riconosce

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L A T O S S E S O M AT I C A

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n genere la tosse dura pochi giorni. Quando persiste per più di 8 settimane si parla di tosse cronica. Le cause di tosse cronica sono numerose ma la più frequente è l’asma bronchiale non riconosciuta – e quindi non curata – oppure l’asma bronchiale curata male, magari perché i genitori non hanno seguito con attenzione la prescrizione del medico o hanno abbreviato la cura. La seconda causa di tosse cronica, subito dopo l’asma bronchiale, è quella che eravamo soliti chiamare “tosse psicogena” e che oggi viene denominata tosse somatica. Questo tipo di tosse è stato riconosciuto da numerosi studi accreditati che ne hanno dimostrato da tempo l’insorgenza nei bambini con più di 6 anni. Nei bambini che hanno eseguito ripetute visite e accertamenti di laboratorio, e si può quindi escludere che la tosse sia causata da una malattia dell’organismo come la polmonite, l’asma o la fibrosi cistica, possiamo allora parlare di tosse somatica. Alcune caratteristiche della tosse che mettono in sospetto il pediatra sono:

• La lunga durata della tosse, la negatività delle visite pediatriche e degli accertamenti di laboratorio nonché la mancata risposta a qualunque tipo di terapia. • Tosse che può essere stizzosa, quasi si trattasse di un tic, oppure “abbaiante” con un suono molto caratteristico che spesso somiglia a quello di un clacson. • Tosse che scompare nel sonno e, spesso, anche se il bambino è impegnato o distratto. Diagnosticata la tosse somatica, nella maggior parte dei casi il sintomo si attenua e scompare rassicurando il bambino (o il ragazzo) e la famiglia, riprendendo senza alcuna restrizione l’attività scolastica e tutte le altre attività cui il bambino era solito dedicarsi prima che comparisse la tosse. Solo raramente, in qualche caso particolarmente resistente di tosse somatica, può rendersi necessario il ricorso allo psicologo o allo psichiatra infantile.

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