A scuola di salute - Novembre 2017

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A scuola di salute Novembre 2017

Tutto sullo SVEZZAMENTO

L’ora della pappa Istituto per la Salute del Bambino e dell’Adolescente


Indice

01 02

Un viaggio nel divezzamento Pag. 4

Il divezzamento: cosa c’è da sapere Pag. 6

03

La prima pappa: piccoli chef crescono

04

Le curiositĂ : dal veganesimo alle pappe nel mondo

Pag. 18

Pag. 28

Coordinamento editoriale: A.G. Ugazio, N. Zamperini Comitato di redazione: G. Morino, A. Reale, A. Tozzi, A. Turchetta, S. Vicari Segreteria: M. Mathieu


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Magazine


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Un viaggio

nel divezzamento

Di ALBERTO G. UGAZIO

Quello che state per leggere è un numero di A scuola di salute particolare. Per novembre abbiamo deciso di trattare un tema importante come il divezzamento, con cui ogni genitore deve, necessariamente avere a che fare. Ciò che cambia è il formato del nostro magazine. Per questa edizione,

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A scuola di salute è diviso in tre sezioni, che trattano, approfonditamente, ogni aspetto del tema che vogliamo presentarvi. Nella prima, affrontiamo nel dettaglio il divezzamento rispondendo, attraverso gli articoli dei nostri specialisti, alle domande più frequenti dei genitori per poi, nella seconda parte, passare a parlare

della tanto agognata e attesa prima pappa. A chiudere il numero, una sezione dedicata alla curiosità. Vi siete mai chiesti, ad esempio, che cos’è l’autosvezzamento? La risposta la trovate nelle nostre pagine!

Buona lettura


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Il Divezzamento: cosa c’è da sapere

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Ecco che arriva l’aeroplanino!

Un investimento per il futuro del bambino

Diamo i numeri!

L’energia del latte materno

Il divezzamento in 10 punti 7


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Ecco che arriva l’aeroplanino! Il divezzamento e i suoi perché Di ANTONELLA DIAMANTI

Il divezzamento, più propriamente detto alimentazione complementare, consiste nella introduzione nella dieta del lattante di alimenti nuovi (complementary food), ma anche in una diversa modalità di assunzione dei pasti: si integra la alimentazione al seno o con il biberon con i pasti con il cucchiaino. Questo tappa della vita del bambino rappresenta una vera rivoluzione e richiede pazienza e consapevolezza. PERCHÉ DIVEZZARE? La necessità del divezzamento nasce intorno al 6° mese di vita in quanto in questa epoca il latte materno è insufficiente per soddisfare le richieste fisiologiche di macro e micronutrienti del bambino in crescita, soprattutto relativamente all’apporto energetico, di ferro, di zinco e di vitamine liposolubili come A e D. Diventa dunque determinante il supporto dato dall’introduzione graduale dei nuovi alimenti. Ma, a ben vedere, il divezzamento risponde anche ad una motivazione più profonda di graduale autonomizzazione del piccolo nei confronti della figura materna. IL MOMENTO ADEGUATO PER DIVEZZARE Di fatto non esiste un periodo preciso per divezzare, ma dipende

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piuttosto da alcuni requisiti di base, quali un adeguato sviluppo neuro-fisiologico e anatomo-funzionale e la presenza di un interesse verso alimenti diversi dal latte. La Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione pediatrica (ESPGHAN) ritiene il periodo tra il 4° e il 6° mese di età come il migliore per iniziare l’alimentazione complementare, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di introdurre i primi alimenti solidi dopo il 6° mese. Nel caso in cui il bambino sia allattato al seno, potrà continuare a usufruire dei benefici del latte materno, mentre l’alimentazione complementare garantirà contestualmente un adeguato programma di arricchimento dietetico. Divezzare prima del 4° mese potrebbe esporre il bambino a un eccessivo apporto calorico; al contrario, divezzare dopo il 6° mese potrebbe esporre il bambino a un deficit di apporto calorico, a un rallentamento dell’accrescimento staturo-ponderale e potrebbe rendere più difficile l’accettazione di nuovi sapori.


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Al compimento del sesto mese è bene iniziare il divezzamento, integrando l’alimentazione al seno o con il biberon con le prime pappe.

Quando divezzare? 9


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Il 6° mese è una sorta di spartiacque nella storia nutrizionale del lattante: in questo periodo, l’apparato gastrointestinale raggiunge la piena maturazione funzionale dal punto di vista enzimatico e immunologico.

Allergie alimentari e dintorni 10

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Il divezzamento

Un investimento per il futuro del bambino Di ANTONELLA DIAMANTI

Alla luce delle più recenti acquisizioni su come i meccanismi dietetici modulano l’espressione genetica (epigenetica), gli esperti si stanno interrogando sull’impatto del divezzamento sullo stato di salute futura del bambino e sullo sviluppo dell’immuno-tolleranza. Alcuni studi segnalano come nei paesi industrializzati un’eccessiva assunzione di proteine nel primo anno di vita possa comportare, tramite un incremento di secrezione dell’IGF1 (l’ormone prodotto dal fegato sotto l’influenza dell’ormone della crescita), un aumento delle cellule del tessuto adiposo (adipociti). Quindi, nel caso in cui l’eccesso proteico e calorico si protragga fino al 5° anno di età, può verificarsi un aumento del rischio di obesità. Inoltre, in passato si associava l’esposizione precoce agli alimenti (prima del 4° mese di vita) a un potenziale rischio di sviluppare allergie. Attualmente, invece, si sta diffondendo un concetto pressoché opposto, ossia quello di tolleranza orale secondo cui il periodo tra il 4° e il 6° mese di vita sarebbe il momento miglio-

re per l’introduzione di nuovi cibi proprio al fine di stimolare la tolleranza agli alimenti. LO SPARTIACQUE DEL 6° MESE Il 6° mese è una sorta di spartiacque nella storia nutrizionale del lattante: in questo periodo, l’apparato gastrointestinale raggiunge la piena maturazione funzionale dal punto di vista enzimatico e immunologico. Inoltre, è proprio al 6° mese che si verifica la “chiusura” delle giunzioni tra le cellule contigue della mucosa intestinale e con essa una riduzione della permeabilità intestinale e una diminuzione del rischio di sensibilizzazione allergica verso gli alimenti. In merito al rischio di sviluppo di celiachia, rischio complessivamente legato a fattori genetici, immunologici e ambientali, gli studi più recenti ci dicono che né l’età né la quantità di glutine hanno un peso. Per tale motivo, gli alimenti che contengono glutine possono essere introdotti in qualsiasi momento dopo il 6° mese di vita.

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Il divezzamento... diamo i numeri!

Di DANIELA MARINO

La crescita del neonato è indirettamente proporzionale al numero di pasti che deve assumere. In altre parole, maggiore è l’età del bambino, minore è il numero di pasti che deve consumare. Nel bambino allattato al seno il numero giornaliero di poppate non è calcolabile, essendo l’allattamento al seno sempre a richiesta. Nel bambino allattato con formula, invece, all’inizio del 6° mese le poppate sono, nella maggioranza dei casi, circa 4 o 5. Lo svezzamento inizia con l’introduzione della prima pappa. Dopo circa 1 mese le pappe potranno essere 2, ma lo svezzamento non obbedisce a regole matematiche: spesso è proprio il bambino a sapere quanti pasti fare! ATTENZIONE ALL’APPORTO CALORICO Per quanto riguarda gli apporti calorici, il fabbisogno energetico necessario è compreso tra 70 e 75 calorie/Kg di peso corporeo suddiviso tra i diversi macronutrienti: proteine, lipidi e carboidrati. Le recenti indicazioni dei LARN (Li-

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velli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) ci dicono che l’apporto maggiore deve provenire da carboidrati e grassi (rispettivamente il 43 e il 40%) e solo il 7-8% deve essere introdotto sotto forma di proteine. Sono necessarie, inoltre, alcune precauzioni su come distribuire correttamente i nutrienti. Un occhio di riguardo va dedicato alla quota proteica. Nella vita di tutti i giorni, l’esigua quantità di proteine raccomandata dai nuovi LARN si scontra facilmente con la possibilità di scelta degli alimenti tipici del secondo semestre. Una strategia, dunque, per contenere l’eccesso proteico è quella di proseguire con l’allattamento al seno o il consumo di latte di formula (postdatando al primo anno d’età l’introduzione del latte vaccino, che ha un alto contenuto di proteine e di sali). Occorre inoltre limitare la razione proteica prevista per il pranzo e/o la cena.


Il numero dei pasti

per l’età

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Il numero dei pasti riportati in questa infografica rappresenta un’indicazione del tutto orientativa: l’allattamento al seno è sempre a richiesta e non prevede quindi un numero prefissato di poppate.

Età

Numero dei pasti nelle 24 ore

6-10

2°-4°

6-8

settimana

settimana

1-3

mesi

6

4-6

5-6

mesi

7-9 mesi

10-12 mesi

5

5 13


L’energia del latte materno Il grafico rappresenta l’apporto energetico derivato dal latte materno (LM) nel bambino nei primi due anni di vita (1-23 mesi). In rosso si evidenzia il fabbisogno energetico non soddisfatto dal LM che andrebbe dunque compensato con gli alimenti dello svezzamento.

Fabbisogno energetico (kcal/die) ed energia fornita dal latte materno

1.200

709

1.000 800 600

200

400 200

410

544

427

410

381

mesi

3-5 mesi

6-8 mesi

9-11 mesi

12-23 mesi

Energia da LM

14

Gap di energia

0

Kcal/die

400


Il grafico rappresenta l’apporto di ferro derivato dal latte materno (LM) e dai depositi presenti alla nascita nel corso dei primi mesi di vita del bambino. Come si evidenzia, sebbene il LM sia povero di ferro, il neonato nasce con depositi sufficienti per almeno i primi 6 mesi.

Fabbisogno di ferro (mg/die) e apporto garantito dal latte materno e dai depositi presenti alla nascita 1,2 1

1,1

0,8

0,91

0,6

0,63

0,02 0-2 mesi

0,03 3-5 mesi

Apporto da LM

0,02 6-8 mesi Apporto da depositi

0,02 9-11 mesi

0,44

0,01 12-23 mesi

mg/die

0,8

0,4 0,2 0

Gap di apporto di ferro 15


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Il divezzamento in 10 punti Di ANDREA DOTTA

Vengono qui riportati 10 consigli utili per un corretto divezzamento.

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L’allattamento esclusivo al seno per almeno 6 mesi di vita è un obiettivo desiderabile

2

L’inizio del divezzamento dovrebbe avvenire a 6 mesi compiuti

3

Cercare di non proporre cibi solidi al bambino ogni volta che piange perché il pianto potrebbe avere significati diversi (sonno, stanchezza, etc.)

4

Eseguire in modo corretto la diluizione e misurare il volume dei latti in polvere (una concentrazione elevata può aumentare non solo le calorie ma anche una richiesta ulteriore di latte)

5

Evitare di aggiungere biscotti o cereali al biberon

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Favorire l’introduzione, nello svezzamento, di alimenti a bassa densità energetica come frutta fresca e verdure

7

Dopo il 1° anno di vita può essere introdotto il latte vaccino

8

Abituare il bambino a dissetarsi con acqua e non con succhi di frutta o tisane zuccherate

9

Preferire le spremute di frutta fresca al succo di frutta zuccherato

No

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Evitare l’aggiunta di zucchero e sale in tutto il 1° anno di vita

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La prima pappa: piccoli chef crescono

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Una meravigliosa esperienza

Tra gli ingredienti più importanti, comunicazione, pazienza e voglia di giocare

Chi ben comincia è a metà dell’opera

Allergie alimentari: una diagnosi difficile ma con tanti rimedi 19


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La prima pappa Una meravigliosa esperienza Di ANNA DILILLO

LA RICETTA PERFETTA DELLA PRIMA PAPPA Innanzitutto dobbiamo preparare la base della pappa, ovvero il brodo vegetale. Il brodo vegetale va preparato utilizzando inizialmente carote e patate o anche solo carote, se si vuole ottenere un gusto più dolce. In un secondo momento, si aggiungono al brodo vegetale i seguenti componenti: •• Crema di riso o farina di mais e tapioca o farina di miglio, vanno aggiunte fino a far acquisire la giusta densità al pasto (in genere 8-10 g ogni 100 ml di liquido). La giusta densità è quella per cui la pappa rimane facilmente nel cucchiaino senza debordare (vd. Figura 1). Le farine non necessitano di cottura.

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•• Olio extra vergine d’oliva, 1 cucchiaino (5 ml). •• 5 g di parmigiano reggiano grattugiato ben stagionato. Si completa il primo pasto con frutta fresca grattata o omogeneizzato di frutta. È consigliabile utilizzare pera, mela o banana senza aggiunta di zucchero e neppure di miele che, oltre tutto, è pericoloso nel piccolo bambino in quanto può provocare il botulismo, un’intossicazione alimentare che può essere mortale. PRIMA DELLA PRIMA PAPPA È sempre bene procedere gradualmente all’introduzione di alimenti diversi allo scopo di abituare il bambino ad accettare nuovi sapori. Ma come fare? Un buon trucco è quello di iniziare


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Fig.1

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La giusta densità della pappa

Troppo liquida!

a offrire al bambino centrifugati di carote o di mela o purea di carote e frutta (mela, pera, banana o prugna) prima della vera e propria pappa. Una volta giunto il momento della prima pappa, è buona norma proporla al posto della 3° poppata sotto forma di pappa semplice (ad esempio, farina di cereali in brodo di carota). Appena il bambino mostrerà di accettare bene la nuova pappa, si potrà aggiungere un cucchiaino di olio e un cucchiaino di parmigiano. In seguito, si potrà arricchire il brodo vegetale con 1 o 2 cucchiai di passato di verdure.

Perfetta!

Passate circa due settimane dall’inizio dello svezzamento, è tempo di inseriare le proteine sotto forma di 1 cucchiaio da tavola di ricotta fresca di pecora o mista di capra, 20 g di carne frullata, 1 liofilizzato di carne, oppure 50 g di omogeneizzato di carne, iniziando sempre con carne di agnello o coniglio. Dopo qualche settimana dall’avvio dello svezzamento, si potrà introdurre come base delle pappe anche il brodo di carne, magari a cena per variare il menu.

Il brodo vegetale va preparato utilizzando inizialmente carote e patate o anche solo carote. Successivamente, si potranno aggiungere anche le zucchine e la zucca. A partire dal primo anno di vita si possono utilizzare anche lattuga, fagiolini, sedano e finocchio con bieta. Gli spinaci sono idonei già verso gli 11-12 mesi.

Verdure che passione 21


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Il gioco della pappa! Tra gli ingredienti più importanti, comunicazione, pazienza e voglia di giocare Di TERESA CAPRIATI

Anche per il lattante – né più né meno che per noi adulti – la tavola è un’ottima occasione per far conversazione e tessere rapporti. Sedetevi e tenete in braccio il bimbo quando mangia: l pasto è anche una scuola di comunicazione. Se il piccolo vuole un cucchiaio in mano, lasciatelo fare: con un altro cucchiaio gli darete da mangiare. È probabile che ripeta più volte lo stesso gioco: lascerà cadere il cucchiaio, abbasserà la testa per guardarlo e poi vi guarderà per farselo raccogliere. Ma attraverso questo meccanismo di gioco sta imparando la “permanenza degli oggetti” (“l’oggetto è ancora al suo posto anche se non lo vedo”) che diventerà più tardi la “permanenza delle persone” (“mamma e papà esistono ancora anche se vanno in un’altra stanza”).

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FATELO PARTECIPARE ATTIVAMENTE AL GIOCO DELLA PAPPA Incoraggiate la sperimentazione. Ha appena imparato a prendere le cose e desidera toccare il cibo. Fornitegli 2 o 3 pezzetti morbidi di cibo da prendere, spappolare e portare alla bocca. Sarà affascinato e soddisfatto per essere riuscito a mangiare da solo. Non intromettetevi nel suo gioco per non innescare pericolosi rifiuti che potranno creare in futuro un approccio negativo verso il cibo. DATEGLI TEMPO! Un po’ di astuzia: non interpretate il suo modo di giocare come un rifiuto verso il cibo. Non sempre i bambini rifiutano il cibo solido ma semplicemente devono imparare a mangiarlo. Il bambino succhia


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attivamente il seno, o gestisce autonomamente gli intervalli del flusso del biberon, senza intervento da parte di chi propone il pasto. Aiutatelo usando un cucchiaio da minestra al posto del cucchiaino; avvicinandolo alle sue labbra gradualmente riconoscerà il passaggio dalla suzione alla deglutizione. E non vi arrabbiate se il piccolo si mette le dita in bocca: serve ad attivare la suzione che lo aiuta a deglutire i solidi. I bambini non vogliono provocarvi quando sputano il cibo; pertanto una reazione violenta è inadeguata e controproducente, perché rafforza questo comportamento. SPERIMENTATE E VARIATE LA SUA DIETA Se la difficoltà di assunzione sembra dettata dal fatto che un

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determinato sapore non gli piace, provate a ridurre o evitare di aggiungere l’alimento nuovo (per esempio il liofilizzato di carne) per qualche giorno, per poi reintrodurlo gradualmente fino ad arrivare alla quantità voluta. Non aggiungete zucchero o frutta nel tentativo di rendere più gradevole il pasto.

Niente paura! Non proponete subito l’alternativa del biberon: si rifarà con il pasto successivo che, eventualmente, potrete anticipare.

E se non completa il pasto?

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Il latte materno potrĂ essere proseguito a richiesta durante durante tutta la durata del divezzamento. Nei bambini allattati con formula, dai 6 mesi il latte di partenza verrĂ sostituito con il latte di proseguimento.

Quale latte durante il divezzamento? 24

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Chi ben comincia è a metà dell’opera E dopo la prima pappa che succede?

Di MIRELLA ELIA

I cambiamenti principali dal punto di vista qualitativo sono rappresentati dall’utilizzo di semolino di grano e di farine contenenti glutine e, nei bambini allattati con formula, dalla sostituzione del latte formulato di partenza con il latte di proseguimento. Naturalmente, i bimbi che sono allattati al seno proseguiranno con il latte materno anche durante il divezzamento. L’altro elemento di novità è rappresentato dalla diversificazione della dieta e quindi dalla introduzione di nuovi

alimenti. In particolare si inseriranno gradualmente i legumi, il pesce e l’uovo. Dal punto di vista quantitativo, invece, si riduce progressivamente la quota di latte assunto a favore delle pappe. Anche il contenuto di carboidrati, di proteine e di lipidi (i cosiddetti macronutrienti) si modifica progressivamente in relazione all’aumentare del peso del piccolo, pur mantenendo di fatto un rapporto fra di loro invariato.

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Allergie alimentari Una diagnosi difficile ma con tanti rimedi

Di FRANCESCA LAURETI

Quando il bambino ha una diagnosi di allergia alimentare bisogna escludere l’alimento incriminato e quindi fare delle “diete di eliminazione” che però se non correttamente prescritte e/o eseguite possono portare a problemi nutrizionali anche gravi che potrebbero condizionare la crescita e la salute in modo significativo. I bambini con allergia alimentare in dieta di eliminazione, infatti, possono avere un apporto calorico e lipidico deficitario a causa delle restrizioni dietetiche e un apporto in proteine scadente in termini di qualità. Inoltre bisogna anche fare attenzione ai carboidrati, che non dovrebbero essere costituiti da zuccheri semplici per più del 25% (difficile soprattutto nei bimbi con allergia alimentare a cereali come frumento e riso). Ci vuole attenzione, infine, anche ai micronutrienti: per esempio i bambini con allergia alle proteine del latte vaccino o con allergie multiple potrebbero avere un apporto inadeguato di calcio rispetto ai coetanei.

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PAROLA D’ORDINE: AFFIDABILITÀ E SUPPORTO PEDIATRICO Naturalmente, esistono dei prodotti ad hoc per affrontare le diete di eliminazione, ma comunque tali diete vanno sempre tenute sotto stretto controllo dal pediatra o dallo specialista che deve prescrivere la dieta. È poi importante effettuare un primo controllo a 3-4 settimane dall’inizio del programma e poi ogni 3-6 mesi per controllare la crescita e programmare i controlli successivi. Ma attenzione! La diagnosi di allergia alimentare non è affatto semplice e va sempre verificata in un centro altamente specializzato e di riconosciuta professionalità. Sono in circolazione decine di “test” per l’allergia alimentare che in realtà sono soltanto bufale: vari studi hanno dimostrato che la maggior parte dei bambini considerati “allergici” non lo sono per nulla.


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Il problema delle intolleranze e allergie alimentari si scontra spesso con l’esistenza di test diagnostici non sempre convalidati scientificamente e risolutivi. Pertanto è sempre meglio avvalersi del supporto e dei consigli del pediatra.

Verso la diagnosi 27


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Le curiositĂ :

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dal veganesimo alle pappe nel mondo

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E se mamma e papà sono vegetariani o vegani?

Autosvezzamento: ok al “fai da te” ma con attenzione

Paese che vai, pappa che trovi. La natura ci mette gli ingredienti… ma l’arte sta nella ricetta!

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Come tutti gli schemi dietetici restrittivi, la dieta vegetariana e soprattutto quella vegana, in particolare in età evolutiva, necessitano di una specifica attenzione affinché venga assicurato un apporto adeguato di energia e nutrienti. In particolare, la dieta vegana in pediatria dovrebbe essere usata solo con un’appropriata supervisione medica o dietetica, e i genitori dovrebbero comprendere le serie conseguenze riguardo la mancata adesione alle raccomandazioni sulle supplementazioni della dieta.

• Vitamina B12: latte, uova o preparati di vitamina B12. • Vitamina D: fin dai primi giorni, 400 unità al giorno di vitamina D fino al compimento del 1° anno di vita, quando può bere un litro di latte al giorno e venir esposto alla luce solare. • Calcio: il latte è un un’ottima fonte di calcio. Diversamente, vanno somministrati preparati di calcio. • Ferro: nessun problema fino al 6° mese. Poi somministrare regolarmente preparati a base di ferro. • Proteine: legumi, cereali e latte di soia. • Fibre: cereali, pane, pasta, alimenti naturali ad alto contenuto di grasso, avocado.

E per i bambini vegetariani e vegani? 30

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E se mamma e papà sono vegetariani o vegani? Di MIRELLA ELIA

La dieta vegana non esclude solo carne e pesce (come la dieta vegetariana) ma anche i derivati animali (come i derivati del latte e l’uovo) che sono fonti importanti di proteine di elevato valore biologico, calcio e altri nutrienti. Durante i primi 6 mesi di vita il regime alimentare vegetariano o vegano può non rappresentare un problema perché il latte materno e le formule per l’infanzia garantiscono un adeguato apporto di energia e di nutrienti. Eppure, le mamme vegane che allattano al seno devono almeno ricevere una adeguata supplementazione con vitamina B12. Quale sostituto del latte materno, per una dieta vegana del lattante, la scelta migliore è

rappresentata dalle formule a base di soia. Al momento del divezzamento, gli alimenti solidi possono essere introdotti seguendo una “scaletta” simile a quella degli schemi non vegetariani con prodotti a base di carne sostituiti da passati di tofu, purea di legumi e, negli schemi vegetariani, tuorlo d’uovo e formaggio. A partire dai 7-10 mesi potranno essere impiegate piccole quantità di hamburger vegetali come derivati della soia (come il tempeh) o del glutine di frumento (come il seitan). Un adeguato apporto di grassi potrà essere assicurato dal consumo di olio d’oliva e da piccole quantità di frutta secca quali mandorle e noci e avocado schiacciato.

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Autosvezzamento Attenzione alle raccomandazioni del pediatra

Di TERESA CAPRIATI

L’autosvezzamento, o “alimentazione complementare a richiesta”, presenta tanti vantaggi quanti svantaggi. Sicuramente permette di non essere estremamente rigidi nei tempi e nei modi della prescrizione delle nuove pappe; sposta l’attenzione sugli aspetti relazionali della alimentazione (più del “cosa” venga offerto è importante il “come, quando e da chi”) e, infine, favorisce il gusto e amplia la scelta alimentare del bambino. Però attenzione a queste raccomandazioni da non perdere mai di vista: •• Non è vero che “il piccolo può mangiare di tutto senza alcun problema. La sua dieta deve essere equilibrata in termini di nutrienti e non deve contenere eccessive quantità di zuccheri e di sale perché questo potrebbe danneggiare il rene ancora in via di sviluppo e potrebbe determinare un innalzamento della soglia di percezione del sapore, che potrebbe andare a condizionare anche la sua dieta adulta.

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•• Lo sviluppo di una masticazione adeguata richiede tempo. Per esempio, solo verso i 10 mesi la lingua è in grado di spostare lateralmente i cibi in bocca, e solo a 24-30 mesi la mandibola è in grado di compiere movimenti laterali. Ogni bambino, poi, è diverso dall’altro: alcuni lattanti sono già pronti a masticare anche prima dei 6 mesi; altri invece potrebbero non esserlo neanche dopo il primo semestre di vita. •• L’esposizione improvvisa ad alimenti che richiedono una masticazione più complessa (ortaggi crudi, frutti croccanti, carne fibrosa) può esporre i lattanti al rischio di soffocamento. Ma allora quale è la soluzione migliore? Essere attenti ai gusti del bambino e alle sue capacità orali. D’altra parte anche il pediatra più severo non negherebbe mai ai 7-8 mesi un pezzo di pane per imparare a masticare e a coordinare mano e bocca!


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Mentre lo svezzamento “classico” prevede l’offerta di una pappa prestabilita ad orari fissi, l’autosvezzamento prevede che il bambino sia libero di scegliere quali e quanti cibi assaggiare.

Trova le differenze 33


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Aggiungere una varietĂ di frutta e vegetali alla dieta del bambino garantisce la necessaria quantitĂ quotidiana di micronutrienti e di vitamina A. Ecco perchĂŠ frutta e verdura fanno letteralmente il giro del mondo nelle pappe dei bambini.

A ogni paese la sua pappa, con una costante: la frutta 34

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Paese che vai, pappa che trovi La natura ci mette gli ingredienti… ma l’arte sta nella ricetta! Di ANTONELLA DIAMANTI

Nella maggior parte dei paesi si inizia con la frutta: in genere il primo assaggio è a base di mela, pera, banana ma anche mango e papaya. In seguito, si passa a una pappa di verdure e cereali. In Oriente, il cereale base è il riso o il miso, mentre in Africa si usano il miglio o il mais bianco, in Irlanda e in Brasile l’avena, in Maghreb il cous cous. In America Latina è comune trovare nella dieta del divezzo i tuberi (patata, patate dolci, tapioca). Anche il brodo vegetale può variare di regione in regione: in Giappone spesso si confeziona con le alghe o l’orzo. In India, invece, si introducono le spezie fin dalle prime pappe. Al di là, però, delle differenze culturali, l’elemento fondamentale della prima pappa rimane sempre e comunque l’equilibrio nella com-

posizione: la pappa deve garantire non solo la giusta quota di calorie ma anche la giusta quota di macro e micronutrienti. OMS NELLA LOTTA ALLA MALUTRIZIONE A questo scopo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nell’ambito dei progetti di lotta alla malnutrizione, ha voluto redigere dei libretti informativi per aiutare i genitori dei Paesi in via di sviluppo a usare bene gli ingredienti a disposizione (a volte scarsi) per garantire al lattante un pasto ricco ed equilibrato. Da questi paesi riceviamo un insegnamento: il segreto non sta solo negli ingredienti, ma anche e soprattutto nell’equilibrio della preparazione!

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