Gerrit Thomas Rietveld

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1888-1964

GERRIT THOMAS





1888-1964

GERRIT THOMAS



INDICE

Introduzione

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Gerrit Thomas Rietveld

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Beach Buggy

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Bolderwagen

Sedia Zig Zag

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Zigzagstoel

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Poltona Utrecht Utrechtse stoel

Bibliografia

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Crediti fotografici

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Indice dei nomi

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Ringraziamenti

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GERRIT THOMAS RIETVELD

«Mi è capitato di conoscerlo personalmente. È molto puro, anche nelle convinzioni. Produrrà belle cose per il De Stijl» Theo van Doesburg



INTRODUZIONE L’industrializzazione della seconda metà del XIX secolo influenzò radicalmente ogni ambito. Simbolo di questo cambiamento fu la Great Exhibition svoltasi a Londra nel 1851 all’interno del Crystal Palace, edificio costruito in Hyde Park e smantellato subito dopo l’evento, dove vennero esposte le nuove tecnologie provenienti da tutto il mondo. Questa esibizione mostrò il confronto alla pari tra i concetti dell’arte e quelli della tecnica con l’utilizzo della produzione in serie su oggetti di uso comune; essi, pur mantenendo un basso prezzo, risultavano privi di di qualunque valenza estetica. A questo problema seppe rispondere l’artista inglese William Morris il quale fondò nel 1888 l’associazione di arti e mestieri denominata Arts & Crafts. Morris era infatti dell’idea di realizzare oggetti utili che non dovevano però perdere il valore estetico, prima riservato a una ristretta cerchia di persone. L’Arts & Crafts puntò proprio a dare dignità artistica al prodotto industriale; essa conciliò la produzione industriale con l’arte facendo si che ogni oggetto, se pur di basso costo, avesse un bel disegno per consentire ai meno abbienti di acquistare oggetti d’uso comune di buona qualità. Nello stesso anno in cui Morris fondò il movimento che divenne presupposto immediato dell’Art Nouveau, nasce Gerrit Thomas Rietveld architetto e designer olandese tra i più importanti del ‘900.



GERRIT THOMAS RIETVELD Gerrit Thomas Rietveld nasce il 24 giugno a Utrecht in Olanda. Architetto e designer olandese tra i più importanti del ‘900, è conosciuto principalmente per le sue opere ispirate allo stile del connazionale Piet Mondrian. Abbandonata la scuola a soli 11 anni, Rietveld lavora come apprendista nella falegnameria paterna e proprio a questa esperienza deve la sua conoscenza dei materiali e la loro lavorazione. Successivamente lavora per sei anni come disegnatore di gioielli per C. J. Begeer, un orafo locale, e nel 1911 ottenuta una certa indipendenza, apre il proprio laboratorio di costruzione di mobili a Utrecht e inizia frequentare i corsi di disegno tecnico dell’architetto Piet Klaarhamer; nello stesso tempo da autodidatta impara disegno, pittura e modellismo. Nel 1916 a stretto contatto con l’architetto olandese Robert Van’t Hoff, Rietveld viene a conoscenza delle opere di Frank Lloyd Wright, architetto statunitense uno dei maestri del Movimento Moderno, e la corrente artistica De Stijl, della quale ne fece parte dal 1919. Van’t Hoff dopo un primo approccio molto produttivo al movimento, decide di distaccarsene in seguito a una discussione con il fondatore dell’omonima rivista Theo van Doesburg, il quale non voleva inserire un approccio politico al nuovo movimento. Dopo questa diatriba Van’t Hoff decise di abbandonare l’America e tornare in Olanda dove costruirà una casa per la sua famiglia e inizierà a collaborare con Rietveld.


In Olanda, il rinnovamento architettonico come accade spesso nel resto del mondo, origina nell’ambito della cultura medievale nata dal romanticismo neogotico. Protagonista di questa trasformazione culturale è H. Petrus Berlage, che trasforma un paese da provinciale, in uno ricco di iniziative; educando generazioni di artisti, che protegge e sostiene diffondendo gli sviluppi e le conoscenze dell’avanguardia europea e americana. Nel 1910 quando venne inaugurata la mostra delle opere di Frank Lloyd Wright, uno dei più influenti architetti del XIX secolo, i giovani artisti olandesi erano già consapevoli dell’attività del maestro americano e poterono assorbirne le conoscenze. Frank Lloyd Wright (1869-1959), già intorno al 1900 aveva raggiunto una notevole maturità artistica, e per i suoi numerosi scritti, fu uno dei più importanti pionieri dell’architettura moderna. Anche nel settore del mobile le sue riflessioni sulla funzione di forma e materiale, furono di importanza decisiva. Le idee di Wright traevano origine dalle impressioni che egli aveva ricevuto nella fattoria del nonno, impressioni che destarono in lui una decisa predilezione per la natura e la tendenza a un impiego “naturale” dei materiali. Segni così definiti Wrightiani saranno presenti nei lavori degli esponenti del gruppo De Stijl. Implicitamente o esplicitamente, nel periodo iniziale i membri del De Stijl criticavano la nozione simbolica di spazio sostenuta dagli artisti legati all’arte comunitaria, e soprattutto Berlage ne divenne il bersaglio favorito. Mentre in Europa intorno al 1912 prende piede la corrente artistica chiamata Espressionismo, che contagiò non solo le arti figurative ma anche letteratura, musica, teatro, scenografia ed architettura, tra il 1917 e il 1918 Gerrit T. Rietveld progetta quella che sarà una delle sue opere più conosciute: la poltrona “Rood Blauwe” conosciuta oggi come Red and Blue una struttura elementare composta da linee e piani ben organizzati e chiaramente influenzata nei colori (aggiunti nel 1923) dalla nascita, negli stessi anni, di questo nuovo movimento artistico che è il De Stijl. Nato nei Paesi Bassi nel 1917 grazie alla figura di Theo van Doesburg e alla pubblicazione dell’omonima rivista, il De Stijl anche conosciuto come Neoplasticismo predilige uno stile

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astratto, essenziale e geometrico i cui scopi erano l’universalità, l’unità e l’armonia. Questi principi di base vengono estratti dagli studi di T. van Doesburg delle composizioni delle vetrate colorate, nei quali spiega che la visione di un’arte armoniosa e ridotta a un sistema di equilibrate relazioni esercita una forte influenza sull’osservatore, e riportati negli otto punti del Manifesto De Stijl scritto dallo stesso Doesburg e dall’artista Piet Mondrian, e firmato da diversi artisti tra cui pittori, architetti e poeti e poi pubblicato nel 1918 sulla rivista. All’interno vi erano diverse citazioni tra le quali, lo scopo della rivista e il voler fare appello a tutti coloro che credono nella riforma artistica e culturale per annientare ciò che ne ostacola lo sviluppo. Per il Neoplasticismo le varie forme d’arte dovevano raggiungere una forma estrema di astrazione destinata a rappresentare l’essenza del mondo veduto, percepito e immaginato, ricorrendo ciascuna al proprio arsenale di mezzi visivi. Il problema alla base di questo concetto però si risolveva nel conseguimento di un equilibrio tra gli opposti all’interno di una bilanciata composizione. Secondo le ideologie di Mondrian, pilastro fondamentale dello “Stile” assieme a Doesburg, era la pittura a qualificarsi come mezzo esemplare per il raggiungimento di tale equilibrio: la pittura, che godendo di una maggiore libertà rispetto alle altre arti, si poneva come avvocato per i valori spirituali. Designer di natura artigiana, Rietveld capiva però solo in parte i ragionamenti di Doesburg, ma aveva il vantaggio di provare e verificare gli elaborati ottenuti direttamente nel suo laboratorio. Il preludio della sua attività da architetto avviene nel 1922 quando Rietveld si trova a dover ristrutturare l’ambiente di un’oreficeria di Amsterdam; egli decide così di sfondare un vano per incastrare dei volumi vitrei suddividendoli in diversi piani incorniciati. All’interno scompone il pavimento, pareti e soffitto ricavandone degli scomparti rettangolari, differenziandoli con diversi colori, ripresi dalle opere di Mondrian. I rapporti creati con il De Stijl offrono a Rietveld la possibilità di esporre anche all’estero. Nello stesso anno è invitato da Walter Gropius ad esporre alla prima grande esposizione del Bauhaus statale nell’estate del 1923, richiesta dal governo in seguito ai numerosi dubbi sorti sul fatto che gli sforzi economici dello Stato nei confronti della scuola venissero o meno ricompensati da

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risultati concreti. Nell’occasione l’atrio dell’Istituto delle belle arti di Weimar venne privato della sua freddezza, come riporta una lettera dello stesso Gropius, grazie a un disegno pieno di colori e forme plastiche, interamente realizzato dagli studenti. Esso era infatti un locale di passaggio per il pubblico e i maestri speravano con questo allestimento visivo-pedagogico di attrarre l’interesse comune. Scuola democratica fondata sul principio di collaborazione tra maestri e allievi, la Bauhaus era una vera e propria comunità artistica organizzata dove per tutta la durata degli studi allievi e maestri convivevano. Creata nel 1919 essa aveva il compito di preparare i futuri progettisti attraverso una metodologia didattica fondata sulle officine e sulla rinuncia di ogni rigidità a favore di una libertà individuale; una crescita capace di esaltare le qualità dei giovani attraverso insegnamenti e lavori collettivi. Presentata a tutti con una xilografia di Feininger intitolata Cattedrale, il primo tempo della Bauhaus statale di Weimar, e del suo giovane direttore Walter Gropius, basava i suoi insegnamenti sui metodi e sui processi dell’artigianato per creare le condizioni di un’arte che non deformi la realtà ma che costruttivamente ne formi la nuova e definiva la centralità dell’architettura come sintesi di tutte le arti. La mostra del 1923 prevedeva quindi di presentare al pubblico i prodotti dei diversi laboratori, compresi un arredamento completo di una stanza e una costruzione di una casa completamente attrezzata. Essa riuscì a suscitare interesse e ammirazione malgrado la situazione economica della Germania, segnata da una disastrosa inflazione che portò all’annullamento del valore della moneta tedesca e la sua sostituzione con una nuova più stabile. Nonostante i sostegni ricevuti da parte di intellettuali, la scuola trovava però diverse opposizioni che nel 1925 costrinsero la Bauhaus ad abbandonare Weimar per trasferirsi, al completo, a Dessau. Tre anni più tardi Gropius lasciò la direzione della scuola la quale non troverà più il suo equilibrio e, dopo due gestioni e un ultimo trasferimento a Berlino come scuola privata, fu chiusa definitivamente nel 1933. Famoso perlopiù per sedute e abitazioni Rietveld realizza tra il 1922 e il 1924 il “carretto” o Beach Buggy, per i suoi figli. Con uno stile sempre riconducibile alle influenze De Stijl egli è riuscito a caratterizzare anche questo prodotto con l’utilizzo di colori e

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piani, come per la famosa sedia Red and Blue. Importante opera architettonica è invece la Casa Schröder a Utrecht commissionata da la vedova Truus SchröderSchräder e considerata uno dei capolavori del movimento De Stijl. Commissionata nel 1924 essa è per Rietveld la prima progettazione completa di una casa. Egli procede scomponendo l’edificio in una serie di piani: il tetto, la lastra verticale al centro, i tramezzi delle parati, i parapetti del balcone, i quali creano un vastissimo spazio unitario. La casa è caratterizzata da composizioni asimmetriche e da transizioni discontinue da dentro a fuori. Gli infissi sono colorati in nero, rosso, giallo, blu e bianco. L’abitazione è arricchita dalla presenza di prodotti quali le famose sedute Red and Blue e Zig Zag e il Side Table, realizzato nel 1923. A cavallo del 1927 sperimenta l’utilizzo di nuovi materiali come il cemento per la costruzione di prefabbricati e nel 1928, dopo la rottura con il De Stijl, entra in contatto con uno stile architettonico più funzionalista noto sia come Zakelijkheid Nieuwe e sia Nieuwe Bouwen. Nello stesso anno entra a far parte del Congrès Internationaux d’Architecture Moderne. I Congressi Internazionali di Architettura Moderna (CIAM) vengono fondati in Svizzera nel 1928 e consistono in un’associazione di progettisti, in gran parte vicini ai movimenti delle avanguardie artistiche, il cui obiettivo è sostenere lo sviluppo dei linguaggi razionalisti moderni in architettura e facilitarne la circolazione internazionale. Il gruppo, a cui aderiscono personaggi quali Le Corbusier, Gropius, van Eesteren, Giedion, intende agire al servizio della società e promuovere una visione “rivoluzionaria” dello spazio domestico e della città. L’anno 1927 vede la coincidenza di due episodi che marcano il nuovo corso dell’architettura moderna europea: l’esposizione intitolata Die Wohnung (“La casa”) che il Werkbund tedesco organizza a Stoccarda e la conclusione del concorso internazionale per la realizzazione del palazzo della Società delle Nazioni di Ginevra. Questi due eventi fanno da premessa alla convocazione del Congresso Internazionale di Architettura Moderna avvenuta nel giugno 1928, meglio noto con l’acronimo CIAM. Dalla fine del 1920 Rietveld si cimentò in edilizia sociale, metodi di produzione a basso costo, nuovi materiali, prefabbricazione e standardizzazione, tra le opere di questo periodo troviamo: i

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progetti per le Kern Huizen (case con il nucleo prefabbricato a pianta esagonale, contenente servizi e impianti, intorno al quale ruotano altri ambienti), le case a schiera a Utrecht del 1932-34, la casa per la Werkbund Siedlung di Vienna. Nella progettazione dei mobili continuò la sperimentazione usando, oltre al legno, tubi in metallo, fogli di fibra e di alluminio stampato. I principi del movimento moderno arricchiranno le opere del dopoguerra, tra cui la progettazione della sedia Zig Zag nel 1934 e quella del Van Gogh Museum di Amsterdam, la cui costruzione fu terminata dopo la sua morte. Nel 1935 Rietveld progetta la poltrona Utrecht, uno dei pochissimi modelli imbottiti progettati dall’artista, essa mostra pienamente il distaccamento dal De Stijl intrapreso tempo innansi. Nel 1951 progetta una mostra retrospettiva sul De Stijl che si è svolta nelle città di Amsterdam, Venezia e New York. Negli anni successivi ha preso parte a molte commissioni prestigiose, tra cui il padiglione olandese alla Biennale di Venezia (1953), le accademie d’arte di Amsterdam e Arnhem, e la sala stampa per la sede dell’UNESCO a Parigi. Rietveld realizza il suo ultimo lavoro a New Milton in inghilterra, dove disegna un interno per il suo studio nel 1960. L’atmosfera creatosi nello studio è molto simile a quella del De Stijl; quando la casa fu demolita nel 2006 gli interni furono donati al KrollerMuller Museum in Otterlo. Dopo un periodo senza molta attenzione il De Stijl divenne di nuovo popolare negli anni Cinquanta. Nel 1954 Rietveld collaborò con Constant Nieuwenhuijs a un progetto per una casa per il grande magazzino De Bijenkorf. Al fine di gestire tutti questi progetti, nel 1961 imposta una partnership con il architetti J. Van Dillen e J. Van Tricht coi quali costruisce centinaia di case, molte delle quali nella città di Utrecht e fonda uno studio di architettura. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Rietveld continuò a realizzare disegni illegalmente: non si era iscritto al Kultuurkamer, e fu quindi ufficialmente autorizzato a esercitare la sua professione dal 1942 in poi. Gerrit Thomas Rietveld muore all’età di 76 anni a Utrecht, la sua città natale, il 25 giugno 1964. Molti progetti di Rietveld provano ancora la loro attualità senza tempo, come le sue planimetrie urbane più simili a quelle

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moderne che a quelle che creavano gli architetti a suo tempo. Con le serie di oggetti che Rietveld realizza tra gli anni ’30 e ’40, anticipa l’odierno concetto “fai da te” di design più aperto.

Sopra:

Rietvel e la moglie | 1911 Vrouwgien Hadders conobbe Rietveld nel 1911. Sotto:

I figli | 1917 Rietveld con i filgi più grandi Bep e Egbert.

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Rietveld | 1963

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Lo Studio | 1963 Rietveld fotografato nel suo studio circondato da libri, riviste e progetti.

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Premio Sikkens | 1959 Premio artistico olandese che viene assegnato a un artista, architetto, designer, azienda o istituzione che, secondo il consiglio di amministrazione della Sikkens Foundation, apporta un contributo importante in termini di colore. Gerrit Rietveld fu il primo a riceve il premio Sikkens nel 1959 per i suoi lavori caratterizzati dalla sintesi tra spazio e colore.

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Dottorato di achitettura | 1964 Gerrit Thomas Rietveld riceve il Dottorato in architettura per il suo contributo architettonico con la progettazione della Casa Schrรถder.

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Centraal Museum | Utrecht


BEACH BUGGY Borderwagen

L’opera Beach Buggy di Gerrit Thomas Rietveld progettata nel 1918, è stata realizzata però solo nel 1923. L’idea è un oggetto di una serie realizzata partendo con la più famosa sedia Red and Blue del 1917. Più in particolare questo oggetto fa parte della serie di giochi per bambini, inizialmente strettamente legati per il suo unico figlio. In questo periodo Rietveld è influenzato dal movimento De Stijl come possiamo vedere nelle sue opere e in particolare dal famoso artista Piet Mondrian, con il quale era molto amico e collaboratore, dato che hanno aderito allo stesso movimento artistico rendendolo poi molto famoso. Ciò possiamo ritrovarlo soprattutto nei colori usati nelle sue opere, le tinte piatte dal colore rosso, giallo, blu, e bianco separati da linee nette di color nero. Il materiale usato è stato il legno con il quale è stata costruita l’intera struttura, seguendo quelle caratteristiche del De Stijl come possiamo vedere nei listelli che lo compongono, aggregati tra di loro in modo tale da formare un intreccio di linee e piani basato sulla verticalità e sull’orizzontalità. L’altro materiale è il ferro utilizzato esclusivamente per le viti e i bulloni che collegano le ruote e parte dei listelli utilizzati. Il Beach Buggy è così l’unione perfetta di esteticità e funzionalità, perché non solo rispettava i canoni dell’epoca, in particolare quelli di Rietveld con il De Stijl, ma era allo stesso tempo adatto all’utilizzo.

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Addizionalmente la forma, i modelli e i colori fanno parte di una più ampia serie di riproduzioni come Baby chair e Child’s Wheelbarrow nei quali possiamo vedere applicate le stesse caratteristiche. L’oggetto è attualmente conservato all’interno del Centraal Museum Utrecht all’interno del quale troviamo diverse informazioni quali la progettazione con le relative schede tecniche; oltre a ciò abbiamo anche delle foto di come veniva utilizzato, con all’interno anche il suo stesso figlio, al quale è dedica l’opera.

Museo | Utrecht Il carretto posto su un vassoio girevole per mostrare tutti i lati.

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Beach Buggy in foto | Utrecht Foto conservate al Centraal Museum di Utrecht.

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Qui e pagina affianco:

Beach Buggy in foto | Utrecht Il Beach Buggy nelle sue diverse facce e posizioni. Foto conservate al Centraal Museum di Utrecht.

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Disegni | ca. 1923 Disegni originale del “carretto� ggi conservati al Centraal Museum di Utrecht, Olanda.

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ANNO DI PROGETTO: 1918 ANNO DI REALIZZAZIONE: 1923 AZEINDA PRODUTTRICE: DIMENSIONI: 100 cm x 40 cm x 35 cm MATERIALI: Legno verniciato PROCESSO PRODUTTIVO: Il carretto è formato da listelli in legno che creano l’intero scheletro basandosi sulla teoria del nodo cartesiano. Ai lati due rettangoli in legno creano la livrea mentre altri due posti alla base e nel retro formano la seduta. Il tutto è verniciato secondo i toni cromatici del movimento De Stijl.

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BEACH BUGGY IN VETRINA Il Beach Buggy di Gerrit Thomas Rietveld faceva parte di una serie di oggetti per bambini, in particolare modo questo era un mezzo di trasporto per i bambini, il quale si avvicina a nostri ormai comuni passeggini. Proprio per questo motivo Rietveld aveva deciso di realizzarlo esclusivamente per suo figlio. Questo oggetto veniva in particolare modo utilizzato per portare a passeggio il bambino sulla spiaggia, da qui anche una parte del nome: “beach”. L’oggetto poteva anche essere dotato di un telo dalla funzione protettiva, dal vento, dal freddo, dal sole, come un moderno passeggino. Come possiamo vedere da questa foto scattata durante il 1925, è presente il nostro oggetto che entra a far parte della scena di una giornata di vita quotidiana, vedendo così come il Beach Buggy ne entra a far parte. Nel corso degli anni è stato poi riprodotto dal suo collaboratore Gerard A. van der Groenekan, fino al 1968, seguendo sempre lo stesso stile con cui era nato. Ora non viene più prodotto e l’elaborato originale è ora esposto al “Museum of Childhood, Moving Toys Gallery, case 8” ad Utrecht; rialzato sopra un pianerottolo al centro della sala. Nell’oblò:

Cartolina | Utrecht I filgi di Rietveld immortalati all’interno del Beach Buggy. In prestito al Centraal Museum di Utrecht, Olanda.

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Foto di famiglia | Zandvoort | 1925 Il Beach Buggy nasce anche come carretto da spiaggia ideato da Rietveld proprio per i suoi figli. Qui immortalato tra amici e famigliari con il prodotto sulla spiaggia.

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Pagina affianco:

Mostra De Stijl | Roma | 1960 Foto conservate al Centraal Museum nella cittĂ natale di G. Rietveld, Utrecht, in Olanda. Sopra:

Mostra MARTa Herford Museum | Germania | 2017 In mostra al MARTa Herford Museum tra opere di artisti attuali.

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Mostra Universo Rietveld al MAXXI | Roma | 14 aprile - 10 luglio 2011 In mostra opere, disegni e foto il tutto arricchito da un laboratorio per il pubblico.

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The Revolution of Space | Weil am Rhein | 21 maggio 2012 Al Vitra Desgin Museum una mostra dedicata al desginer di spicco olandese

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SEDIA ZIG ZAG Zigzagstoel

Progettata da Gerrit Rietveld nel 1934 per la Casa Schröder a Utrecht, la sedia Zig Zag con il suo design minimalista che ricorda una zeta rovesciata, è uno dei primi esempi di sedute “a sbalzo”. L’idea originale del suo autore, protagonista del movimento De Stijl, era quella di non creare continuità tra i vari componenti ma di “spezzarli” continuando nella realizzazione di piani lineari per ottenere strutture tridimensionali. Celebre icona del Novecento la Zig Zag uniforma in sé la seduta, lo schienale e le gambe in un’unica linea già dal progetto iniziale di un modello in tubi metallici con un profilo a S che successivamente in versione curvilinea fu proposto in compensato ligneo e infine raggiunse la forma famosa ottenuta con la connessione di quattro tavole di legno di ciliegio incernierate tra loro attraverso dei semplici incastri a coda di rondine ben visibili fra il sedile e lo schienale e due rinforzi posti agli angoli interni. La linea ottenuta del profilo delle tavole ha chiaramente ispirato l’autore nel nome dell’arredo continuando sulla via dell’astrattismo, ma soprattutto influenzato ancora dalle idee del De Stijl di cui ne fece parte dal 1919 al 1928, un astrattismo applicato non solo alla pittura ma anche al design e all’architettura. A partire dal 1965 l’azienda italiana Cassina inizia ad acquisire i diritti esclusivi di riproduzione delle opere più significative

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e simboliche dei designer di spicco del Movimento Moderno realizzando la collezione I Maestri. Da Le Corbusier passando per Mackintosh, Albini e lo stesso Rietveld, Cassina ha guidato lo sviluppo del design e dell’architettura contemporanea grazie alla sua unicità nella progettazione, nella ricerca e recupero riuscendo ad attualizzare questi pilastri del design attraverso riedizioni fedeli e rispettose ai messaggi innovativi del passato dei grandi designer. Il design elegante della sedia Zig Zag è dal 1973 fino al 2011 opera Cassina che ha contribuito all’abbellimento di interni moderni con il profilo semplice e unico di questo prodotto. Accanto all’originale versione in ciliegio naturale, rivisitata nella costruzione, l’azienda propone anche una versione in frassino naturale o colorata con colori puri e non-colori per valorizzare le venature del legno e per soddisfare ogni ambiente, lasciando però il bordo del suo colore naturale. La sedia, come ogni mobile della collezione Cassina I Maestri, ha impresso indelebilmente attraverso una serigrafia sul fondo la firma dell’autore, il cui uso è stato concesso in esclusiva all’azienda, che certifica l’autenticità del mobile, il logotipo “Cassina I Maestri” e il numero identificativo dell’oggetto. Oggi una copia della versione originale è conservata al MoMA di New York; a differenza della riproduzione Cassina l’originale ha in vista viti e bulloni che tengono assieme le varie tavole.

Catalogo Cassina Le diverse versioni e tinte proposte dall’azienda di Meda che ne acquisto i diritti di riproduzione nel 1973.

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Sopra:

Truus Schröder-Schräder Gerrit Rietveld con la signora Schröder-Schräde la quale dopo la morte del marito commissionò al designer la progettazione della sua casa. Pagina affianco:

Casa Schröder Foto storiche della sedia nella casa progettata dallo stesso Rietveld per la vedova Truus Schröder-Schräder.

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Disegni Zig Zag | Centraal Museum Progetti iniziali del designer olandese della seduta con appunti e schizzi di utilizzo e posizionamento a confronto anche con un tavolo.

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ANNO DI PROGETTO: 1934 ANNO DI REALIZZAZIONE: 1973 AZEINDA PRODUTTRICE: Cassina DIMENSIONI: 37 cm x 74 cm x 43 cm MATERIALI: Legno di ciliegio o frassino naturale o colorato PROCESSO PRODUTTIVO: La sedia è formata da quattro quattro tavole di legno di ciliegio incernierate tra loro attraverso dei semplici incastri a coda di rondine che creano il profilo a Z. Due prismi rinforzano la seduta.

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Gallerie VIVID PAN Amsterdam Hotellobby Panorama, lobby 5

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ZIG ZAG IN VETRINA Analizzando i primi schizzi di Rietveld in possesso della Metz & Co. sulla sedia Zig Zag si evince il gioco di materiali del designer per costruire una sedia composta da un unico pezzo curvo creando una fluidità di forme nello spazio. Questi schizzi oggi sono conservati al Metropolitan Museum of Art di New York insieme a una versione della sedia definitiva datata ca. 1937-1940. Essa fu esposta alla “Triennale” di Milano nella prima sala interamente dedicata con diverse variazioni; poste su cinque file, le prime tre senza schienale mentre le successive raggiungevano il soffitto con uno schienale costituito da più pezzi. Le sei sedie modificate in altezza eran disposte sfalsate una accanto all’altra e ancorate al soffitto. Questa installazione contribuì a trasmettere l’idea di Rietveld di non interrompere lo spazio. Nel 2013 la sedia, produzione Cassina, è stata soggetto assieme ad altri prodotti di un servizio fotografico “ritratti giganteschi” della celebre icona della moda Karl Lagerfeld, famoso stilista e fotografo tedesco, il quale ha scelto per la prima volta di realizzare un originale progetto fotografico per un marchio di arredamento. L’allestimento per la sedia Zig Zag fu incentrato sulla sua linea; posizionò infatti cinque sedie una sopra l’altra, alternando l’orientamento ottenendo così una torre che “zizzaga nello spazio”*. Il servizio apparve su diverse riviste di design di tutto il mondo e fu utilizzato dalla stessa Cassina in anteprima mondiale allo showroom di Parigi e al Salone del Mobile di Milano dello stesso anno.

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MoMA | 1934 Due versioni sono in sede al Museum of Modern Art di New York, entrambe non sono esposte al pubblico.



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Mostra Universo Rietveld al MAXXI | Roma | 14 aprile - 10 luglio 2011 Con oltre 400 pezzi tra opere architettoniche e di design arricchite da disegni, foto e modelli la mostra punta a ripercorrere l’attività del designer olandese. Il percorso è ampliato da un vero e prorpio Laboratorio di Rietveld, nel quale il pubblico può cimentarsi nella costruzione di alcuni mobili di Rietveld.

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Il Salone del Mobile | Milano | 2016 55^ edizione

The Rhode Island School of Designs’ Museum of Art | Providence

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Mostra Paris! | Parigi | 2016

In occasione della mostra “Paris!” al Bon Marché Rive Gauche la sedia Zig Zag si presenta con una nuova veste per dare tributo alla capitale francese; Cassina ha ideato un design ispirato al fiume Senna riproducendo le correnti e i riflessi d’acqua con un disegno che ricorda l’arte optical astratta degli anni ’70.

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Catalogo Cassina Dal 1973 Cassina produce diversi prodotti di Rietveld.

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Flack Studio | 2014 Ambiente progettato dall’interior designer David Flack a Melbourne, Australia.

59 @ Brooke Holm


LA House Progetto dello Studio Guilherme.

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@ Pablo Zamora

Sopra:

Barcellona Interno di Miguel Arzueta. Sotto:

Ancum & Kloet Residence Progettatto da UNStudio. I collezionisti Rob Ancum e Walther Kloet hanno ristrutturato questa casa a Amsterdam.

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Sopra:

Appartamento storico | NY Riarredo moderno di Shelton, Mindel & Associates senza intaccare l’integrità dell’architettura. Sotto:

Appartamento di South Beach Interno semplice opera del designer Anthony Thomas Melillo a Miami.

@ Kris Tamburello

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@ Brian Ferry

Sopra:

Sotto:

1910 Brooklyn

Appartamento di Manhattan

Appartamento con piccoli decori neri.

Interior designer Cunningham e il suo tocco autentico e caldo.

@ William Abranowicz

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BRAVACASA Magazine

Come mostrano diverse riviste di tutto il mondo la seudta è ora adatta a ogni tipo di ambiente, dalle camere da letto ai bagni e non solo alle sale per cui era stata inizialmente progettata.

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Pagina affianco:

Sopra:

Elle Decoration China | apr 2014

The World of Interior | apr 2014

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Sopra:

25ans | apr 2014 Sotto:

AD Italy | apr 2014

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Living Corriere | mag 2014

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Ritratti Giganteschi | 2016 Scatti del servizio fotografico della celebre icona della moda Karl Lagerfeld per l’azienda Cassina.

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Appartamento Domain | 2013 Interno realizzato da Jolson, firma di Melbourne, Australia.


POLTRONA UTRECHT Utrechtse stoel

Gerrit Rietveld, disegnò il modello Utrecht nel 1935: questo modello fu creato per il grande magazzino Metz&Co. di Amsterdam, una grande fabbrica fondata nel 1740 e chiusa nel 2013. Fu pensato per la grande distribuzione e rappresenta a pieno la scelta di Rietveld di adottare un approccio al comfort e al relax maggiormente “orientato al mercato”. Essa è un esempio di scomposizione degli elementi, sottolineato dalle impunture a vista previste in due tipologie (punto cavallo o zig zag) in cinque colori differenti. La poltrona Utrecht è uno dei pochi elaborati imbottiti che Rietveld ha realizzato nella sua vita. Essa possiede due grandi e comodi braccioli a “L” che si fondono con la parte anteriore nello schienale mentre il sedile e lo schienale si uniscono in un angolo per formare la gamba posteriore. La prima edizione della poltrona è stata realizzata in un tessuto marrone scuro e fu rifinita con delle chiare cinture a vista. Questa sedia fu prodotta dal 1935 al 1975 da Metz & Co. Durante la seconda guerra mondiale però la produzione fu fermata e fu ripresa soltanto una volta finita la guerra, in questo caso la poltrona fu rimessa in produzione con una copertura in feltro ma con le stesse visibili cuciture bianche. Nel 1988, cento anni dopo la nascita di Rietveld, Cassina iniziò a produrre nuovamente la poltrona. La poltrona dalle linee geometriche realizzata da Rietveld è

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caratterizzata da una struttura in acciaio, un imbottitura in polireteno espanso e ovatta di poliestere, e piedini in plastica. La serie Utrecht è formata anche da una versione divano a 2 e 3 posti. In quanto parte del progetto MutAzioni la Utrecht si è evoluta velocemente, Cassina infatti continua in questa direzione, rispondendo alla crescente necessità di personalizzare i prodotti grazie all’introduzione di una cucitura a zig zag, di cinque nuovi colori di filo e di un’ampia gamma di tessuti contemporanei. Inoltre, la poltrona è presentata in due nuove dimensioni: la poltrona Utrecht XL, una risposta antropometrica alle proporzioni in aumento delle nuove generazioni, e la Baby Utrecht, una versione ridotta dal 30%, ergonomicamente adatta ai bambini dai 3 agli 8 anni circa, come tributo ai numerosi progetti che Rietveld aveva realizzato per i più piccoli. Durante il “Salone del Mobile” 2016, Utrecht si è rivestita di tre nuovi tessuti firmati dall’artista olandese Bertjan Pot. Tre varianti in Jacquard (lavoro a maglia o tessuto con disegni geometrici o variamente figurati. I t.j. si ottengono intrecciando fili di vario colore, su apposito telaio e con un particolare metodo di tessitura, anch’essi detti jacquard dal nome del loro inventore, il francese J.-M. Jacquard)* che offrono un’interpretazione in chiave contemporanea della poltrona. L’architettura della seduta si riflette anche nella lavorazione del tessuto Boxblocks, composto da otto fili colorati mischiati a coppia per dare vita a diciannove colori, disegnati a dima per tracciare la forma della poltrona. Il risultato è una serie composta da 90 edizioni limitate, per un totale di 270 modelli.

Catalogo Cassina Le diverse versioni proposte dall’azienda italiana, dall’originale alla Baby e XL.

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Baby Utrecht e XL Utrecht | Cassina Due versioni per soddisfare i bisogni di tutti, dai piĂš piccoli ai grandi che non si stancano delle meravigliode linee create da Gerrit Rietveld.

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Utrecht sofa | Metz & Co.

@ Jean-Marc Palisse

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Disegni Utrecht Progetti del designer olandese della poltrona con appunti e misure.

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ANNO DI PROGETTO: 1935 ANNO DI REALIZZAZIONE: 1935 DIMENSIONI: 64x85xh.70/50/37cm MATERIALI: Acciaio,poliuretano espanso e ovatta poliestere, tessuti, pelle ed eco-pelle. PROCESSO PRODUTTIVO: La poltrona è formata da una struttura principale in acciaio, ricoperto di polioretano espanso e ovatta poliestere. Questi materiali sono poi rivestiti da una grande varietà di tessuti che va dalla pelle al feltro.

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Australian Oasis | New York Interno firmato Arent&Pike realizzato per una famiglia australiana a New York.


UTRECHT IN VETRINA La poltrona Utrecht pensata per una produzione industriale, fu esposta in tantissime maniere diverse. Una delle prime importanti esposizioni fu quella allestita per la Triennale di Milano dove venne creato una istallazione in perfetto stile Rietveldiano. Suddivisa in tre sale la mostra ripercorreva le opere di Rietveld, dalla Sedia Utrecht alla sedia Rosso and Blu, passando per tante altre. La poltrona Utrecht aveva una sezione tutta sua. Successivamente sotto la guida di Cassina la Utrecht è stata oggetto di tanti cambiamenti sia in fattore estetico che espositivo. La Utrecht infatti poteva essere posizionata in salotto, in ufficio o addirittura in camera da letto, avendo una forma semplice ed essenziale poteva essere usata a gradimento dal cliente che la comprava, da un ambiente più retrò ad uno molto più moderno. Cassina si è impegnata anche in campagna pubblicitarie che presentavano una poltrona che era adatta a qualsiasi bisogno, con la creazione successiva delle versioni Baby e XL Cassina compensò maggiormente sia i bambini sia la crescita della popolazione che si trovava ormai scomoda ad utilizzare la versione standard. Per rinnovare poi l’immagine della poltrona l’azienda decide di rinnovarne anche lo stile, per il salone del mobile del 2016 Cassina decide di rivestirla di tre nuovi tessuti firmati dall’artista olandese Bertjan Pot, che offrono un’interpretazione in chiave contemporanea della poltrona.

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Triennale di Milano Spazio dedicato all’esposizione della mostra e dei prodotti.

Pagina affianco in alto:

Pagina affianco in alto:

Esposizione

Showroom | Cina | 2013

Una delle prime foto scattate ad una esposizione della poltrona.

Cassina inaugura il primo showroom a Pechino.

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Catalogo Cassina Prodotto Cassina dal 1988 per la collezione I Maestri

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Utrecht C90 | Cassina Edizione speciale per il Salone del Mobile 2016 realizzata dall’artista olandese Bertjan Pot.


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Utrecht Point | Cassina Edizione limitata con rivestimento disegnato dallo stilista Paul Smith per Maharam di Kvadrat.

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Sopra:

Carr Design Group | 2017 Un sereno spazio per rilassarsi. Sotto:

Soho Design District | 2017 Poltrona adatta anche ad ambienti invernali.

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@ Paul Massey

Ett Hem Hotel | Stoccolma | 2013 Interno creato da Isle Crawford che accosta design moderno con una luce accogliente. Foto scattata per la rivista House & Garden, Hotels by Design.

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@ Hotze Eisma

La Parigi del Maestro | 2016 Appartamento a Passy, vicino la Torre Eiffel progettato da Auguste Perret.

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Cult Design

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Due poltrone nella casa dell’interior designer Siobhan Rothwell e dell’architetto William Rothwell.


Interior Design Online | Australia Il buon design non invecchia mai. La poltrona Utrecht compie 90’anni.

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@ Sharyn Cairns

Sopra:

Mim Design Interno progettato dall’australiana Miriam Fanning. Sotto:

Hotel Le Val Thorens | 2013 Un design giovanile senza tradire l’immagine tradizionale. @ Francis Amiand

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Villa Svezia | Lidingรถ Villa funzionalista vicino a Stoccolma, ridisegnata dallo studio Liljencrantz Design.

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@ Jo Pauwels

Studio Minus | 2012 Ambiente progettato dallo studio belga con un tocco semplice e un segno perfetto.

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Printed by


Domus | 697 Articoli dalla nota rivista di interior design domus.

Printed by

Printed by

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Sopra:

EIGEN HUIS & INTERIEUR | feb 2013 Rivista di design olandese.

Sotto e pagina affianco:

EIGEN HUIS & INTERIEUR | ago 2013

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New York Cottages & Garden | apr 2013

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L’Uomo Vogue Fashion Guide

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BIBLIOGRAFIA

Introduzione Vitta, Maurizio, Il progetto della bellezza: Il design fra arte e tecnica dal 1851 a oggi, Einaudi, Torino, 2011;

Gerrit Thomas Rietveld Argan, Giulio Carlo, Walter Gropius e la Bauhaus, Einaudi, Torino, c1951; Celant, Germano e Michael Govan (a cura di), Mondrian e De Stijl: l’ideale moderno, Olivetti, Electa, Milano, 1990; De Michelis, Marco e Agnes Kohlmeyer, Bauhaus, Giunti dossier art n.119, Firenze, 1997; Vitta, Maurizio, Il progetto della bellezza: Il design fra arte e tecnica dal 1851 a oggi, Einaudi, Torino, 2011; Wingler, Hans M., Il Bauhaus, Feltrinelli, Milano, 1972; Wolfe, Tom, Maledetti architetti, Bompiani, Milano, 1982; Zevi, Bruno, Poetica dell’architettura neoplastica : il linguaggio della scomposizione quadridimensionale, Einaudi, Torino, 1974;

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CREDITI FOTOGRAFICI

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p. 93 Eisma,Hotze, hotze.nl; p. 94 cultdesign.com.au; p. 96 fig. 1 Cairns, Sharyn, estliving.com, fig. 2 Amiand, Francis, dplusb-id.com; p. 97 scandinaviancollectors.com; p. 98-99 Pauwels, Jo, interioresminimalistas.com; p. 100-101 apartment-stories.com; p. 104-105 vtwonen.nl; p. 106 cottages-gardens.com; p. 107 vogue.it/uomo-vogue/fashion-guide;

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INDICE DEI NOMI

Albini, Franco 35

van de Groenekan, Gerard 25 Van Dillen, Johannes 9

Begeer, Carel 5

van Doesburg, Theo 5-6-7

Berlage, Hendrik Petrus 6

Van Tricht, Joan 9 Van’t Hoff, Robert 5

Gropius, Walter 7-8 Wright, Frank Lloyd 5-6 Klaarhamer, Piet 5 Lagerfeld, Karl 43, 66-67 Le Corbusier 35 Mackintosh, Charles 35 Mondrian, Piet 6-7, 17 Morris, William 3 Pot, Bertjan 70, 77, 82-83 Smith, Paul 85

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Si ringraziano Cassina e Il Prisma Arredamenti di Rimini per la disponibilitĂ .

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Finito di stampare nel gennaio 2018 presso Legatoria Anonima di Castiglioni Paolo Rimini





Asia Calesini @asia.calesini

Il design è... pratica, studio e convinzione.

Michela Manenti @michela.manenti

Il design è... ogni oggetto, arredo, accessorio, esso ci accompagna da sempre. Un buon design è la terapia che rende la vita migliore.

Pietro Mariani @pietro.mariani

Il design è... estetica e funzionalità messe insieme.

Corso di Storia del Disegno Industriale Prof.ssa Elena Brigi Collaboratrice: Claudia Cantarin A.A. 2017-2018


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