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TECNICA

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RALLYE MONTECARLO HISTORIQUE

GRANDE PRESTAZIONE A LIVELLO ASSOLUTO DI ALEXIA GIUGNI E ORNELLA PIETROPAOLO, NELLA TOP-TEN CON L’ALPINE RENAULT A110.

di Roberto Valentini - foto Official Photographer

Una settimana dopo lo storico successo di Sébastian Loeb e Isabelle Galmiche con la Ford Puma al Rallye di Montecarlo, sulle strade che hanno fatto la storia della specialità sono entrate in scena le autostoriche per disputare la 24^ edizione del Rallye Montecarlo Historique. Se i rally di oggi si sono adeguati ai tempi con tecnologie sofisticate - le nuove Rally1 hanno la propulsione elettrica abbinata a quella tradizionale - e percorsi più concentrati (circa 300 km di prove speciali inserite in un percorso lungo poco più di 1000 km), con la rievocazione storica si torna in qualche modo alle origini. Tre città di partenza (Milano, Reims, Bad-Hombourg), il percorso di concentrazione, tre tappe comuni e la notte finale del Turini sono stati gli ingredienti di questa rievocazione che ha richiamato al via 263 equipaggi e, anche quest’anno, gli italiani erano molti e si sono fatti onore. A cominciare da Alexia Giugni e Ornella Pietropaolo con un’Alpine Renault A110 1300 del 1971, che si sono aggiudicate la Coppa delle Dame entrando nella top-ten della classifica assoluta. Un risultato che avrebbe potute essere anche migliore, poiché prima dell’ultima tappa le due signore occupavano la terza posizione assoluta! “Siamo tornate a Montecarlo e soddisfatte del risultate. Siamo felicissime perché mai nessun equipaggio interamente femminile si era piazzato tra i primi 10. Nell’ultima prova pensavano di aver fatto

LA COPPA DELLE DAME è ITALIANA

Grande successo nel Femminile per Alexia Giugni e Ornella Pietropaolo che si sono piazzate tra i primi 10 della classifica assoluta con la loro Alpine Renault A110.

Situazione difficile con neve e nebbia per Maurizio Aiolfi e Carlo Merenda, quarti assoluti con la Lancia Beta Coupè. Sono stati a lungo in testa alla gara.

Ottimo 3° posto assoluto per Massimo Canella e Vittorio Berzero al volante della Renault 12 Gordini.

bene ma, probabilmente un problema con la taratura dello strumento, non ci ha permesso un risultato clamoroso. Siamo comunque contente perché alla premiazione verrà suonato l’inno italiano per l’assegnazione della Coppa delle Dame”. La passione per questa rievocazione sportiva ha contagiato diversi tesserati ASI, che si sono comportati molto bene. Sono infatti saliti sul podio i portacolori dell’Old Motors Club Bergamo Massimo Canella e Vittorio Berzero al volante della Renault 12 Gordini, in seconda posizione assoluta per gran parte della gara, scivolati al terzo gradino del podio per una manciata di secondi proprio sull’ultima prova cronometrata. Quarto posto assoluto per il tesserato del CPAE di Piacenza, Maurizio Aiolfi, insieme a Carlo Merenda su Lancia Beta Coupé 1.8, ma tanta delusione perché hanno mantenuto la testa della corsa fino alla penultima giornata, quando un errore nella scelta degli pneumatici ha fatto perdere loro molto tempo e una decina di posizioni. Da segnalare anche l’ottimo 7° posto assoluto di Giorgio Schon e Francesco Giammarino sulla Austin Mini Cooper S, che proprio nell’ultima notte recuperano parecchie posizioni di assoluta, aggiudicandosi anche la speciale classifica per le vetture più anziane che concorrevano nella categoria a media lenta. Grazie a questi risultati la Scuderia Milano Autostoriche si è aggiudicata per la sesta volta il trofeo destinato alla migliore scuderia.

Un passaggio molto suggestivo della Fiat 131 Abarth Rally di Alberto Scuro e Nunzia Del Gaudio.

La Lancia Stratos con i colori Alitalia portata in gara dal CEO Stellantis Antonio Tavares. L’Audi quattro di Maurizio Verini ed Ermanno Keller.

LE DIFFICOLTÀ DELLA GARA

La gara per le storiche è basata sulla regolarità a media con ben 17 prove cronometrate per circa 400 km, su un percorso lungo oltre 2500 km (2800 per chi è partito da Bad Hombourg). Il tutto in pieno inverno con la certezza di trovare sulla strada ghiaccio e neve, oltre ad altre condizioni difficili come la nebbia. E in queste condizioni giovedì 27 gennaio sono partiti gli equipaggi che hanno scelto Milano, percorrendo lunghi tratti con visibilità limitata nella pianura e nelle Langhe prima di raggiungere le Alpi. Una tappa di avvicinamento disputata per la maggior parte in notturna con l’arrivo per tutti il giorno dopo a Montecarlo. Sabato la partenza per il percorso di classificazione, che si è concluso a Valence, base di partenza per le tre tappe del percorso comune, tutto nell’Ardèche, con le celebri prove speciali di Sant Bonnet-le Froid e Burzet, dove i concorrenti hanno trovato la neve. Un’abbondante e improvvisa nevicata ha messo in difficoltà gli equipaggi che partivano per primi, rimasti impantanati, costringendo gli organizzatori ad annullare quella prova e far ripiegare la carovana sul percorso alternativo. L’unico a riuscire a terminare la prova è stato l’ex campione europeo e italiano Maurizio Verini al volante dell’Audi quattro di Ermanno Keller, grazie proprio alla trazione integrale. Rispettando la tradizione, la notte del Col de Turini ha mantenuto intatto il suo fascino, rimescolando le carte della classifica, soprattutto nelle prime posizioni. Ma l’emozione di transitare sulle strade che hanno fatto la storia della specialità è stata per tutti molto grande, anche per il presidente dell’ASI Alberto Scuro, che ha partecipato al “Monte Storico” in forma personale, al volante della sua Fiat 131 Abarth Rally Gruppo 4, in coppia con Nunzia Del Gaudio di Adrenaline H24. La sua partecipazione ci ha consentito di vivere nel dettaglio le problematiche e le emozioni di questo evento, sin dal momento della

UN TRIBUTO A MUNARI DAL PRESIDENTE DELL’ASI

Alberto Scuro ha partecipato al “Montecarlo storico” con la sua Fiat 131 Abarth Rally sulla quale Sandro Munari tempo fa aveva apposto il suo autografo. Durante i giorni della gara il Drago era ricoverato in ospedale (qualche giorno dopo è stato dimesso ed è tornato a casa) lasciando in apprensione tutti i suoi fans. Per ricordare a distanza di 50 anni la storica vittoria che aveva ottenuto con la Fulva HF affiancato da Mario Mannucci, Scuro ha percorso il Col de Turini sventolando la bandiera tricolore. “Da appassionato non potevo non ricordare quella storica vittoria - ha detto Scuro all’arrivo - che poi ha dato popolarità ai rally portando tanti giovani piloti ad affermarsi negli anni successivi a livello internazionale. Un tributo dovuto a un grande pilota che è stato di esempio per molti”.

AL VIA ANCHE IL CEO STELLANTIS CARLOS TAVARES

Oltre ad Alberto Scuro e Nunzia Del Gaudio, tra coloro che hanno concluso la gara spicca Carlos Tavares, CEO di Stellantis, con una Lancia Stratos HF del 1975, la stessa vettura su cui all’epoca gareggiò Sandro Munari. Un’iniziativa personale di Tavares, manager con la passione per la competizione, che ha iniziato a gareggiare su strada nel 1980 partecipando a oltre 500 gare su strada e in pista e ha deciso di affrontare questa sfida in terra francese a bordo di un’icona del marchio Lancia e del Motorsport come Lancia Stratos. “Guidare Lancia Stratos su queste strade ricche di storia non implica solo passione - ha detto Tavares - ma anche senso di responsabilità, perché Lancia Stratos non è solo una vettura, ma un monumento del Motorsport e del marchio Lancia”. preparazione, che avviene già nei mesi precedenti, quando si sceglie il team al quale appoggiarsi. È molto importante non affrontare l’avventura da soli, ma poter contare su una squadra di assistenza che baderà anche a tutte le incombenze burocratiche e organizzative, che in questa gara sono molte. Innanzitutto gli organizzatori non forniscono un radar, ma solo l’itinerario. Un equipaggio effettua una ricognizione durante la quale redige il radar e studia il posizionamento dei mezzi di assistenza lungo il percorso. Un altro elemento essenziale è la preparazione della vettura che dovrà affrontare le insidie di un percorso invernale. Si deve badare all’affidabilità, privilegiando la facilità di guida e il confort dell’equipaggio. Quindi si privilegiano un motore con molta coppia, un assetto non eccessivamente rigido e un abitacolo confortevole. Gli pneumatici ricoprono un ruolo importantissimo e in genere se ne prevedono tre tipologie: invernali, invernali con chiodatura leggera e chiodate (sempre a codice). Come nei rally degli anni Sessanta ricopre molta importanza l’efficacia dello sbrinamento del parabrezza, ma anche tante altre piccole attenzioni che possono fare la differenza. Essenziale lo strumento che aiuta gli equipaggi a mantenere la media fissata su tutto il tracciato delle prove speciali. Una cosa non facile, vista l’alternanza di tratti veloci e stretti tornanti, da affrontare il condizioni di fondo estremamente variabili. E qui entrano in gioco i ricognitori, proprio come nel rally moderno. Le scuderie inviano sul percorso un paio di equipaggi non in gara per rilevare le condizioni del fondo e trasmetterle ai concorrenti. È importantissimo sapere le dietro a una curva ci sarà una placca di ghiaccio e del verglas. Fondamentale il ruolo del navigatore: “Nelle gare a media - spiega Nunzia Del Gaudio che ha affiancato Scuro in questa avventura e che in precedenza aveva vinto l’assoluta nel Rally Costa Smeralda Storico con Alexia Giugni - occorre badare a molte cose, alla lettura dello strumento e, in questa gara, a comunicare al pilota le condizioni del fondo. Per noi è stata una soddisfazione raggiungere il traguardo di Montecarlo, dopo aver vissuto diverse vicissitudini, come la mancanza del riscaldamento e la formazione di ghiaccio all’interno del parabrezza. Comunque con molta determinazione siamo riusciti a portare a termine tutto il percorso”.

La Mini Cooper di Schon-Giammarino, primi della categoria media bassa e settimi assoluti.

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