Roberto Maretto
Il volo Roma-Tokyo. Cadoneghe, comune di Cadoneghe, senza data; cm 16x24, pp. 96 Fuori commercio
Libri a cura di Gregory Alegi
Tra i tanti testi pubblicati per celebrare il centesimo anniversario del volo Roma-Tokyo, il diario di Roberto Maretto è senz’altro tra i più interessanti. Si tratta infatti di una testimonianza, sinora inedita, del motorista che accompagnò Guido Masiero su uno dei due SVA 9 che riuscirono a completare l’impegnativo percorso. Un documento di prima mano, dunque, che fornisce per la prima volta un resoconto alternativo e complementare a quello, notissimo, di Arturo Ferrarin. A rendere ancor più incredibile la vicenda, il prezioso volumetto stava per essere gettato via durante lo svuotamento di una cantina. Pur non trattandosi di un vero e proprio “diario di volo” – non solo perché mancano le date, ma perché tutto indica che sia stato scritto in un momento successivo (sia pure di poco) all’impresa –, il volume trasmette bene lo stupore di Maretto di fronte a paesi e popolazioni sconosciute. Il testo è presentato nella sua stesura originale, con poche secche note del curatore Antonio Antonucci per chiarire un nome o una data; le illustrazioni comprendono foto di Maretto e carte geografiche per seguire meglio il percorso. Pur mancando una sia pur sintetica scheda biografica di Maretto, la pubblicazione è di grande utilità e rappresenta una validissima aggiunta alla bibliografia sulla celeberrima impresa. Disponibile presso il Comune di Cadoneghe – Assessorato alla Cultura
Filippo Capuano
Vedo quattro rosse In proprio, 2021; cm 15x24, pp. 326 - S.i.p. ISBN 979-85-17940742
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Aeronautica 7-2021
La sera del 24 settembre 2010 il volo Windjet IV243 si concludeva con un atterraggio corto sull’aeroporto di Punta Raisi. Dall’esame di questo evento, costato la distruzione dell’Airbus A319, miracolosamente senza vittime, l’autore parte per un’ampia disamina dei suoi vari aspetti della sicurezza del volo. Dal fattore umano a quello organizzativo, Capuano, per oltre trent’anni in Alitalia su macchine dal DC-9 al Boeing 777, esamina ogni cosa sotto varie angolazioni, sottolineando le diverse possibili interpretazioni delle singole evidenze, anche attraverso il confronto con altri incidenti avvenuti a Punta Raisi o altrove. Tra queste vi sono il ruolo del comandante-ospite che viaggiava nel cockpit, la condizione psicologica del copilota con contratto a tempo determinato e abilitazione a proprie spese, il ritardo nei soccorsi (con radio non funzionanti, difficoltà a individuare l’esatta posizione dell’A319, persino mezzi di soccorso bloccati da un cancello aeroportuale chiuso ...). Le illustrazioni sono ben scelte, anche se non sempre valorizzate dalla stampa. Nel complesso il libro è di facile lettura e pienamente accessibile anche a quanti non hanno esperienza professionale del volo di linea. Disponibile presso l’autore (filippocapuano@aol.com; www.filippocapuano.eu)
Luigi Grassia
Arcana Imperii Mimesis, Milano, 2020; cm 14x21, pp. 144, euro 12 ISBN 978-88-5756-956-7 Personaggio di assoluto spicco nella storia delle relazioni internazionali, George Kennan (1904-2005) è noto soprattutto per due documenti che nel 1946-47 formarono la base della politica statunitense di “containment” nei confronti dell’URSS e, quindi, della contrapposizione frontale della prima fase della Guerra fredda. Nonostante questo, la sua carriera diplomatica si concluse di fatto nel 1950, quando passò a Princeton, con una cattedra di studi storici interrotta due brevi mandati da ambasciatore nel 1952-53 e 1961-63). Luigi Grassia, giornalista de La Stampa, dedica a Kennan una breve biografia che ne rilegge il percorso intellettuale alla luce degli attuali scenari geopolitici. Per quanto indissolubilmente legato alla Guerra fredda e convinto sostenitore della guerra di Corea, già dieci anni dopo Kennan aveva cambiato idea e riteneva un errore l’impegno in Vietnam. È per questo che, pur ripercorrendo agilmente le sue vicende personali, dalla scuola militare a Princeton, dall’ingresso in diplomazia nel 1926 (nonostante un colloquio da lui stesso ritenuto modesto) al triennio di studio di storia e lingua russa (in Germania!), dall’abitudine a leggere fonti aperte in lingua russa a fini di intelligence (sorprendendo, pare, gli stessi sovietici) alle varie assegnazioni diplomatiche, Grassia pone sempre la domanda di “cosa farebbe oggi Kennan?”. Nel complesso, una lettura gradevole che offre al non specialista lo sfondo storico di questioni sempre attuali. Disponibile in libreria o presso l’editore (mimesis@mimesisedizioni.it www.mimesisedizioni.it; via Monfalcone 17/19, 20099 Sesto San Giovanni).