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Farm to fork: la posizione di ASSICA al Senato

(l’equivalente del PNRR comunitario) si è fatto sentire immediatamente. E forse ha perfino surriscaldato l’economia americana, rendendo comunque il mercato USA più che mai appetibile.

Dietro l’angolo c’è il rischio concreto dell’aumento dei tassi Fed che, a fine anno, per frenare il galoppo dell’inflazione USA, potrebbero arrivare attorno al 2,5%. L’aumento rischia di rallentare anche l’espansione e sicuramente impatterà sul debito in giro per il mondo, tra aziende, famiglie e Stati, che dipende dai tassi in dollari. A confortare, peraltro, c’è il tasso di disoccupazione americana, sceso al livello eccezionalmente basso del 3,6%, e c’è la a media del salario orario nel settore privato, che è salita in marzo del 13% sullo stesso meso 2021, a 31,73 dollari. Fattori che dovrebbero puntellare la capacità di acquisto, disinnescando il temuto pericolo di una vera e proprio recessione da raffreddamento monetario. La bolla espansiva americana dovrebbe durare, comunque, almeno un anno, forse due, che è proprio il periodo di maggiore crisi per l’economia italiana ed europea. È a questo supporto perciò che occorre agganciarsi al fine di compensarla, per quanto possibile. Nel 2021 la quota export negli USA del “food and beverage” nazionale ha raggiunto i 5.484 milioni, con un +14,0% sull’anno precedente. Il primario è stato marginale e ha aggiunto a questa quota solo 103 milioni, lasciando inalterato il delta. Alcuni comparti hanno mostrato spinte importanti, a cominciare dal segmento leader, i “vini e mosti” (1.747 milioni e +18,5%), affiancato dal “dolciario” (430 milioni e +38,4%), dal “lattiero-caseario” (374 milioni e +34,2%), dalle “acquaviti e liquori” (345 milioni e +22,2%), dalle “carni preparate” (181 milioni e +46,0%), dal caffè (108 milioni e +49,0%). Ragionando sempre sul versante dell’export, ne esce che il “food and beverage” nazionale, con un aumento 2022 dell’export negli USA del +10,0% coprirebbe il 60% della quota dell’export a forte rischio del settore diretta in Russia e Ucraina, che nel 2021 ha raggiunto i 922 milioni. Insomma, semplificando, gli USA non sono la soluzione taumaturgica, ma possono rappresentare un ammortizzatore importante, forse il principale, delle criticità recate sui fronti di mercato, interni ed esteri, da un anno difficilissimo come quello che stiamo attraversando.

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Var% in valuta Export Alimentare Mondo - Anno 2021/2020

40,0 37,5 35,0 32,5 30,0 27,5 25,0 22,5 20,0 17,5 15,0 12,5 10,0 Prodotti vegetali Prodotti zootecnici Prodotti forestali Prodotti pesca e caccia Tot. Primario 7,5 5,0 2,5 Riso 0,0 -2,5 -5,0 Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT

Molitorio Zucchero Oli e Grassi Carni preparate Ittico Alim. Animale Acque Minerali e gassose Alcool etilico

Industria enologica Caffè Trasfor. Ortaggi Tot. Ind. Alimentare

BirraTrasfor. Frutta Lattiero-Caseario Acquaviti e Liquori Altre Ind. Alimentari Tot. Agroalimentare Tot. Bil. Commerciale Pasta

Dolciario

attualità

di Giovannibattista Pallavicini

Farm to fork: la posizione di ASSICA al Senato

Audizione di oltre 30 minuti per affrontare il controverso dossier UE

Nell’ambito delle audizioni per l’affare assegnato sull’impatto della strategia UE Farm to Fork sull’agricoltura italiana, il presidente di ASSICA Ruggero Lenti è intervenuto per precisare la posizione dell’associazione, già esposta in più occasioni in passato, all’indomani della presentazione della strategia stessa. Ancora una volta è stato necessario rimarcare come la Farm to Fork presenti un approccio molto ideologico e poco fondato su elementi concreti e analisi d’impatto. Le uniche analisi d’impatto disponibili a tutt’oggi sulle strategie annunciate dall’UE sono attribuibili agli USA che prevedono per effetto dell’implementazione delle misure Farm to Fork una riduzione dell’11% della capacità produttiva agroalimentare dell’UE. Si tratta di dati che devono invitare a riflettere perché non privi di ripercussioni sullo scenario internazionali e non privi di conseguenze per la nostra stessa alimentazione. È stato evidenziato con attenzione che specie in ambito zootecnico, una riduzione dei capi allevati porterà un’indubbia maggior dipendenza dall’estero extra Europa, dove le performance di impatto ambientale non sono altrettanto lusinghieri che gli attuali livelli europei né tantomeno rispetto agli obiettivi che ci si prefigge in UE. Basti pensare, si è puntualizzato, che la contribuzione alle emissioni di gas serra della zootecnia europea ammontano al 7,2% del totale, quando nel resto del mondo la media è del 14,5%. Giusto porsi degli obiettivi di miglioramento continuo, ma indispensabile farlo avendo ben chiaro ciò a cui si va incontro e quali investimenti sono necessari.

Sulla necessità di accompagnare tali investimenti per renderli praticabili da imprenditori di ogni dimensione è stata richiamata in particolar modo l’attenzione dei Senatori, invitando a prevedere misure di sostegno agli investimenti lungo il percorso di crescente sostenibilità. La sostenibilità, si è ricordato ancora una volta, non può essere solo ambientale, ma deve necessariamente contemperare gli aspetti economici e sociali che impattano sulla vita quotidiana delle imprese e delle famiglie. Ancora, evidenziando in particolare come l’atteggiamento verso la carne all’interno della Farm to Fork e in particolare in questa commissione sia a dir poco penalizzante, si è invitato a ricordare che senza zootecnia non c’è agricoltura, che riducendo o eliminando l’allevamento e sostituendo la carne con altri alimenti, vengono meno intere filiere di cibo e non solo correlate all’allevamento (i formaggi, il latte, le uova ad esempio), che il ruolo della zootecnia è fondamentale sia sul piano nutrizionale (le proteine animali non sono equivalenti a nessun altro alimento) sia sul piano della preservazione dell’ambiente (contrastando l’abbandono delle aree rurali), sia sul piano della tutela del patrimonio culturale gastronomico di ogni nazione e del nostro Paese in particolare, il cui food Made in Italy è invidiato nel mondo. In conclusione si è voluto ricordare ai senatori che a livello europeo sono stati presentati alle istituzioni i c.d. 9 paradossi della Farm to Fork, efficacemente riassunti in un video disponibile liberamente e ripercorrendo questi punti si sono invitati gli onorevoli senatori a sollecitare il governo per una presa di posizione sempre più salda e decisa nei confronti delle istituzioni comunitarie a tutela delle nostre produzioni, del nostro patrimonio culturale e degli investimenti in buone pratiche di sostenibilità fin qui fatti e in corso.

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