22 minute read

CORONAVIRUS GLI SFORZI PER SUPERARE L’EMERGENZA

EMERGENZA CORONAVIRUS: AGGIORNAMENTI DPCM 8 MARZO 2020

Cancellate le c.d. zone rosse – Istituita una più ampia area di contenimento e sorveglianza Misure di contenimento per tutta Italia

Advertisement

Con riferimento all’emanazione nelle prime ore di oggi 8 marzo 2020 di un nuovo specifico DPCM per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ASSICA infor ma che il governo abroga i precedenti DPCM 1 marzo e 4 marzo e introduce alcune importanti novità. Di seguito si forniscono le prime sintetiche indica zioni ricavate dalla lettura del testo e da alcuni confronti informali utili allo svolgimento delle attività del nostro settore. Il nuovo DPCM introduce una nuova zona di con tenimento e sorveglianza che comprende: il territorio della regione Lombardia e i territori delle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’E milia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia.

Vengono a decadere pertanto le precedenti definizio ni di “zone rosse”, sostituite da questa più ampia area. Per queste aree si viene invitati a evitare gli spo stamenti di persone fisiche in entrata, in uscita e all’interno dei territori, salvo che per compro vate esigenze lavorative. Sono dunque ammessi gli spostamenti per motivi di lavoro, come informal mente chiarito da fonti autorevoli. Come già nei precedenti provvedimenti, anche questo DPCM invita a favorire le misure di telelavoro, smart working e lavoro agile tutte le volte che sia possibile, come an che a ricorrere alla fruizione di periodi di ferie per il personale, laddove compatibile.

È sempre consentito il rientro presso la pro pria abitazione (sia esso domicilio o residenza o semplice abitazione).

Non si ravvisano limitazioni alcune alla movi mentazione delle merci. Al momento, devono anche ritenersi ancora valide e applicabili le indicazioni fornite dal Ministero della Salute con propria circola re del 2 marzo scorso. Permane l’obbligo di informativa a carico di chi fino a 14 giorni prima della data di entrata in vigore del DPCM sia entrato in Italia dopo aver soggiornato nelle zone a rischio identifi cate dall’OMS.

L’Associazione è in costante contatto con le Autorità nazionali e locali al fine di coordinare al meglio i com portamenti da tenere in questa nuova fase evolutiva dell’emergenza, per offrire la migliore assistenza possibile alle aziende associate.

Ricordiamo che sul sito di Confindustria è disponibile un’apposita area dedicata all’emergenza coronavirus e sempre aggiornata con le più recenti misure, prov vedimenti e indicazioni in materia.

www.confindustria.it/coronavirus

Emergenza Coronavirus: Confindustria in prima fila per supportare le imprese Task force dedicata, misure mirate e azioni concrete per fronteggiare l’impatto sull’economia nazionale

A seguito dell’evoluzione dell’emergenza Coronavirus in Cina, Confindustria si è attivata sin dal 29 gennaio, condividendo le linee guida dell’OMS, veicolate dall’Unità di Crisi della Farnesina, unitamente alla Circolare del Ministero della Salute con le quali si certificava l’esistenza del fenomeno a partire dai primi contagi. L’8 febbraio ha proseguito con l’adozione di misure concrete, costituendo una Task force interna e coinvolgendo i responsabili delle Aree di competenza su tutte le tematiche oggetto di interesse, fin dai primi segnali di allarme, visto l’impatto della situazione sanitaria sulle attività economiche. La Task force, punto di raccordo tra Confindustria e gli attori istituzionali, risponde in maniera puntuale ed efficiente alle esigenze del Sistema associativo e si fa carico di dare voce alle imprese aderenti nei confronti delle Istituzioni, a cui porta le istanze del tessuto produttivo che rappresenta, a seguito di un confronto con le diverse Associazioni di categoria del Sistema.

Dopo aver gestito in una prima fase le problematiche dei rapporti commerciali con la Cina, in stretto coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina e con il Ministero della Salute, ha avviato una seconda fase di intervento e gestione, legata principalmente al diffondersi dell’emergenza nel nostro Paese, segnata dal confronto con i Ministeri competenti per la messa in campo degli strumenti fiscali, finanziari e giuslavoristici del caso, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto dell’emergenza sul sistema economico italiano. In quest’ottica, ha anche creato e pubblicato una sezione dedicata sul suo sito web, raggiungibile all’in

dirizzo www.confindustria.it/coronavirus nella quale le imprese possono trovare tutte le Informazioni utili per fronteggiare l’emergenza, come ad esempio le Ordinanze e le indicazioni diffuse dalle Istituzioni competenti, oltre agli Aggiornamenti per le imprese del Sistema, dove vengono raccolti ad esempio importanti comunicazioni sugli adempimenti fiscali e i versamenti delle cosiddette “zone rosse” (cioè i focolai isolati), oltre ad una puntuale sezione

Continua a pag. 4

Contatti, con l’elenco delle figure di supporto specifico per l’emergenza divisi per ambito di competenza. A seguito della segnalazione di Confindustria, il Governo ha provveduto inoltre a sospendere i termini per gli adempimenti ed i versamenti tributari nelle “ zone rosse”: i cittadini residenti, le imprese, i professionisti e gli enti con sede legale o operativa nei Comuni coinvolti, non dovranno effettuare gli adempimenti ed i versamenti fiscali in scadenza tra il 21 febbraio ed il 31 marzo 2020.

Per le imprese, nella finestra temporale indicata, la sospensione riguarda il versamento dell’IVA del mese di febbraio, gli eventuali versamenti relativi a debiti derivanti da cartelle di pagamento o da accertamenti esecutivi e l’eventuale rata della “ rottamazione-ter”. Per quanto concerne gli adempimenti, risultano sospesi, a titolo esemplificativo, quelli inerenti alla documentazione e alle comunicazioni IVA (trasmissione telematica, fatturazione, elenchi intrastat, ecc.) nonché quelli relativi alla trasmissione delle certificazioni uniche (CU 2020) o alle comunicazioni da effettuare all’Anagrafe Tributaria. Nel periodo interessato dalla sospensione, inoltre, le imprese e gli altri sostituti d’imposta con sede legale o operativa nelle “zone rosse” non operano le ritenute sui redditi da lavoro dipendente e assimilato.

L’Amministrazione finanziaria, per l’intero periodo oggetto di sospensione, non richiederà documenti per controlli formali e non invierà comunicazioni di irregolarità, cartelle di pagamento o atti di recupero di debiti tributari ai contribuenti residenti, o con sede legale o operativa, nelle “zone rosse”.

La sospensione agisce, per lo stesso lasso temporale e relativamente alle sole entrate sospese, anche sui termini processuali e su quelli di prescrizione e decadenza in materia di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione a favore degli Enti impositori, previdenziali, assistenziali e degli agenti della riscossione.

Gli Uffici dell’Amministrazione che hanno sede nella “zona rossa”, e quelli con sede altrove ma con debitori aventi domicilio fiscale o sede operativa nella “zona rossa”avranno una proroga di due anni per svolgere le loro attività relativamente ai termini di prescrizione e decadenza che scadono il 31 dicembre 2020.

Tutti gli adempimenti ed i versamenti sospesi dovranno per ora essere effettuati entro il mese di aprile 2020 in un’unica soluzione. Confindustria ha sollecitato il prolungamento del periodo di sospensione e, di conseguenza, la possibilità di restituire ratealmente i versamenti sospesi.

Nell’ambito delle attività promosse dalla Task Force di Confindustria sull’emergenza Coronavirus, era anche prevista un’indagine presso le imprese del sistema produttivo, che individuasse i problemi che le imprese italiane devono affrontare per quanto riguarda i loro rapporti internazionali e le loro attività produttive. L’obiettivo dell’indagine, compilabile visitando la sezione del sito realizzata appositamente e denominata “ Questionario su impatto Covid-19 per le imprese”, era quello di raccogliere informazioni per identificare misure appropriate da sottoporre alle istituzioni competenti. L’esito della consultazione (terminata il 5 marzo) ha restituito a Confindustria un quadro più

chiaro delle principali necessità delle imprese e sarà la base per le istanze che l’Associazione porterà alle Istituzioni, perché il tessuto produttivo possa vedere tradotte nella pratica le misure più utili alla propria attività.

Una delle problematiche che le aziende associate ad ASSICA hanno segnalato è legata alla richiesta, da parte di clienti stranieri, di ricevere rassicurazioni sulle procedure poste in essere negli stabilimenti per prevenire la contaminazione dei prodotti e sulla loro salubrità con riferimento al Nuovo Coronavirus.

Una sorta di certificazione “virus free”, che rappresenta una vera e propria limitazione alla libera circolazione delle merci inaccettabile e ingiustificata e che ha provocato la reazione decisa delle nostre Istituzioni: “ Siamo impegnati a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani. Una forma di pratica sleale che va condannata e che deve essere immediatamente fermata - ha dichiarato la Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova - poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi”.

Anche il Ministero della Salute, nel fornire ai Servizi veterinari istruzioni utili allo svolgimento delle attività finalizzate a garantire l’approvvigionamento di derrate alimentari, nonché la movimentazione degli animali nei territori sottoposti a restrizione SARS-CoV-2, ha ribadito che “ non risulta alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus SARS-CoV-2, dagli animali domestici all’uomo e attraverso gli alimenti. La sicurezza alimentare continua ad essere garantita secondo le norme vigenti e pertanto eventuali richieste di certificazioni in tal senso e non previste sono da considerarsi inappropriate”.

Posizioni molto nette, che trovano conforto nel “ Coronavirus disease (COVID-2019) situation report n. 32” dell’Organizzazione mondiale della Sanita, il quale manifesta attesta che “esperienze di precedenti focolai di coronavirus correlati, come il Coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV) e il Coronavirus della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV) mostrano che la trasmissione attraverso il consumo di cibo non è avvenuta. SARS-CoV e MERS-CoV sono sensibili ai protocolli di pulizia e disinfezione più comuni e finora non vi sono indicazioni che SARS-Cov-2 si comporti in modo diverso”.

Le richieste di certificazioni aggiuntive sembrano, in realtà, avanzate strumentalmente da alcune catene della grande distribuzione perché, a livello ufficiale, i molti Paesi che hanno adottato misure più o meno restrittive agli ingressi di persone provenienti dall’Italia non hanno approvato alcuna disposizione di limitazione all’importazione di prodotti di origine animale per questioni legate al Nuovo Coronavirus. gane in servizio è ridotto al minimo. Per evitare ulteriori cause di stazionamento prolungato delle merci in dogana, l’Ambasciata ha raccomandato alle aziende esportatrici la massima attenzione nel seguire le istruzioni per la compilazione dei certificati sanitari e la procedura di prenotifica delle spedizioni.

Le Autorità di Taiwan, invece, lo scorso 20 febbraio hanno disposto l’eliminazione dell’Italia dalla lista dei Paesi riconosciuti indenni da Peste suina africana (PSA) motivando la decisione con un peggioramento delle condizioni veterinarie della Sardegna. “ Si tratta di una netta chiusura per l’export della nostra salumeria e delle carni suine verso Taiwan - ha dichiarato il direttore di ASSICA Davide Calderone - Non comprendiamo il timore di Taiwan nei confronti della situazione veterinaria in Sardegna: la Regione negli ultimi anni, con il supporto del Ministero della Salute e della Commissione europea ha condotto un ottimo lavoro verso l’eradicazione totale della PSA che mai come oggi appare prossima”.

La decisione di Taiwan risulta, quindi, del tutto ingiustificata dal punto di vista sanitario e il sospetto che possa rappresentare una ritorsione per la decisione del Governo italiano di sospendere i collegamenti aerei tra i due Paesi è diffuso, anche alla luce della tempestiva precisazione delle Autorità taiwanesi: il provvedimento “ non è legato alla decisione di Roma sulle restrizioni dei voli da e per Taipei sui timori di contagio del coronavirus”, ma è una mera misura precauzionale per evitare il rischio veterinario di introduzione della PSA sull’isola.

C’è tensione su molti mercati internazionali e il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, ai margini dell’incontro svoltosi alla Farnesina il 3 marzo per la presentazione del Piano straordinario Made in Italy 2020 e delle prime misure di supporto a fronte dell’emergenza Coronavirus ha dichiarato: “ Stiamo affrontando una situazione delicata e abbiamo il dovere di reagire in tempi celeri; ci siamo attivati per far ritirare blocchi che riteniamo ingiustificati. Inoltre, dal Ministero abbiamo chiesto chiaramente che il tema delle chiusure verso l’Italia sia discusso anche al prossimo Consiglio Affari Esteri. Stiamo mettendo in campo strumenti e iniziative che mirano a salvaguardare le imprese”. E tra queste proprio il Piano straordinario Made in Italy 2020, che prevede una disponibilità di 316 mln di euro come fondi promozionali in capo ad ICE Agenzia, cui si aggiungono 400 mln del Fondo 394 Sace-Simest.

Ufficialmente nemmeno la Repubblica Popolare Cinese e Taiwan. Eppure le difficoltà che le aziende stanno riscontrando nello sdoganamento delle merci presso le dogane cinesi sono molte: la nostra Ambasciata a Pechino ha confermato che non risultano ufficiali disposizioni di divieto di importazione dei prodotti suini italiani ma che la diffusione in Cina del Nuovo Coronavirus sta causando pesanti ritardi nei trasporti interni e un forte rallentamento delle procedure di sdoganamento delle merci in importazione, in quanto il personale delle do

Piano straordinario Made in Italy: uno strumento per superare l’emergenza economica L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha innescato una spirale economica negativa: la Farnesina mette in campo 716 milioni di euro per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane

Tranquillizzare, rilanciare e sostenere. Queste le tre parole d’ordine che durante la riunione tenutasi alla Farnesina il 3 marzo scorso hanno accompagnato l’annuncio di tutte le misure che probabilmente verranno studiate e approfondite nel corso delle prossime settimane per dare corpo al Piano Straordinario 2020 per il Made in Italy. Per il momento l’unica certezza sembra essere la somma messa a disposizione per i necessari investimenti di sostegno all’export del Made in Italy: 716 milioni di euro di cui 316 milioni provenienti dai fondi accumulati per la realizzazione del Piano in senso stretto (quelli derivanti dalla L. 164/2014) e altri 400 milioni in dotazione al polo Sace-Simest per l’internazionalizzazione delle PMI.

Per quanto riguarda le misure poco si sa concretamente. Dall’evento del 3 marzo scorso si è precisato che tra gli obiettivi prioritari ci sarà quello di rilanciare l’immagine del Paese a livello internazionale con una grande campagna di promozione nei principali mercati maturi ed emergenti, accompagnata da missioni internazionali di alto livello che impegneranno tutti gli esponenti di governo. La necessità di tranquillizzare gli investitori internazionali è dunque una delle priorità del Governo, da gestire in parallelo all’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. Del resto, con un PIL del Paese generato al 32% dall’export, al 10% dal turismo e al 20% dagli investimenti esteri è facile comprendere come dalla reputazione internazionale del nostro Paese dipenda gran parte della nostra economia e dei nostri posti di lavoro. Una priorità che emerge molto chiaramente anche dalle parole della Ministra Teresa Bellanova che intervenuta all’incontro in oggetto ha affermato: “Dobbiamo tranquillizzare e riconquistare la fiducia nei Paesi dove tanti consumatori apprezzano i nostri prodotti. Abbiamo bisogno di un ben definito programma di missioni all’estero incentrato sul made in Italy agroalimentare. Occorre realizzare Missioni istituzionali da realizzare in stretta sinergia e con pieno coinvolgimento delle nostre imprese. Io stessa mi sono recata recentemente a Mosca, dove ho invocato una riconsiderazione delle condizioni che limitano l’interscambio e la collaborazione con la Russia proprio nel settore agroalimentare”.

La stessa Ministra si è detta pronta a guidare missioni settoriali tanto in mercati maturi (Stati Uniti e Giappone, ma non solo) quanto in mercati emergenti del Medio-Oriente, sub-continente Indiano e America Latina. La sen. Bellanova ha inoltre garantito che il Ministero è impegnato a sostenere le Filiere settoriali italiane, ma occorre uno sforzo maggiore sul piano della comunicazione. Il rischio di uno stop al presidio dei mercati internazionali con i prodotti dell’autentico made in Italy agroalimentare comincia a profilarsi concretamente all’orizzonte, così come pure l’eventualità da scongiurare di una perdita di quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri. E per ridare fiato alle imprese, già duramente colpite da uno scenario internazionale estremamente complicato, il Ministro Di Maio ha annunciato che è in fase di valutazione la possibilità di rimborsare al 100% gli investimenti sostenuti dalle aziende per partecipare a eventi fieristici poi annullati. Una misura di ristoro che interverrebbe direttamente sul piano economico e potrebbe sicuramente alleviare l’esposizione ai rischi congiunturali di questa difficile fase. La confermata possibilità di accedere ai servizi ICE in modo gratuito per le imprese fino a 100 dipendenti e la partecipazione gratuita agli oltre 200 eventi organizzati da ICE nel mondo, rappresentano il volano che dovrebbe rilanciare e sostenere l’export nazionale evitando brusche frenate.

IL MINISTERO DELLA SALUTE PER LA CORRETTA INFORMAZIONE

Il 27 gennaio scorso il Ministero della Salute ha attivato il numero di pubblica utilità 1500, per rispondere alle domande dei cittadini sul Nuovo Coronavirus: tutti i giorni, 24 ore su 24, dirigenti sanitari e mediatori culturali rispondono per accogliere quesiti e preoccupazioni, dirimere dubbi e incertezze delle persone e per fornire indicazioni sulle precauzioni da adottare.

Nei primi 15 giorni dall’attivazione, al numero di pubblica utilità sono giunte circa 12.000 telefonate con una media di 750 telefonate al giorno.

“In queste ore non facili è importante la corretta informazione – ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza – per questo continuiamo a lavorare perché anche sui social le informazioni siano corrette e non influenzate dalle troppe fake news: Google, con le sue ricerche, e YouTube, con i suoi video, possono far emergere notizie affidabili. L’accordo fatto con il Ministero della Salute prevede che le due piattaforme indirizzino verso il nostro sito tutti gli utenti che cercheranno notizie sul Nuovo Coronavirus”.

È disponibile, infatti, in cima ai risultati di YouTube per ricerche correlate al coronavirus e in corrispondenza di video rilevanti, un pannello informativo che indirizza i visitatori alla pagina dedicata sul sito del Ministero della Salute www.salute.gov.it/nuovocoronavirus.

Coronavirus: Confindustria chiede un grande piano italiano ed europeo di investimenti

Il rilancio degli investimenti pubblici, un piano europeo da 3mila miliardi e misure volte a garantire la liquidità tra le proposte presentate al presidente del Consiglio

“Un grande piano massivo di investimenti che punti a realizzare infrastrutture materiali, sociali e immateriali”. È questa la proposta di Confindustria per fronteggiare l’emergenza coronavirus, avanzata dal presidente Vincenzo Boccia al Premier Conte durante l’incontro dello scorso 4 marzo a Palazzo Chigi. “L’estensione del contagio del Coronavirus dalla Cina all’Italia e agli altri paesi europei e le misure restrittive e di contenimento sanitario adottate negli ultimi tempi mettono a serio rischio le prospettive di crescita a medio termine dell’Italia e dell’Europa intera”. L’impatto sull’economia, secondo Confindustria, sarà rilevante, se tale situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con misure e strumenti non convenzionali. Per questo “servono investimenti pubblici, serve riattivare rapidamente tutti i cantieri e non solo quelli delle opere considerate prioritarie: la domanda pubblica deve compensare l’arretramento di quella privata” sottolinea l’associazione degli industriali nel documento “Assi portanti di azione e reazione all’arretramento dell’economia”. Confindustria immagina un piano massivo e straordinario che si snoda su sei grandi assi, di cui i primi tre assumono carattere di urgenza e immediatezza: 1. Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica. È necessario dotarsi di un piano straordinario triennale, che parta dall’avvio di tutti i cantieri e punti a realizzare tutte le opere programmate, anche attraverso l’introduzione di apposite misure di carattere organizzativo sul modello del ponte Morandi. 2. Ambizioso piano di rilancio a livello europeo. Il piano triennale di rilancio degli investimenti deve inserirsi in un altrettanto ambizioso piano di rilancio a livello europeo, con una connotazione transnazionale delle opere da realizzare e una massiccia dote finanziaria (a partire da 3mila miliardi di euro), resa possibile dall’emissione di Eurobond a 30 anni garantiti anche dalle infrastrutture oggetto del piano. 3. Misure volte a garantire liquidità alle imprese. In particolare, servono azioni mirate in tre direzioni: • potenziamento delle attività del Fondo di garanzia per le PMI, per il quale occorre innalzare l’importo massimo garantito a 5 milioni per tutte le tipologie di operazioni e potenziarne il raggio d’azione; necessaria anche una maggiore semplificazione per le piccole imprese che subiranno l’effetto della contrazione del credito dato il calo di fatturato. • possibilità per le imprese - che si trovino in condizioni di comprovata e temporanea difficoltà con cali di fatturato a due cifre e con l’obiettivo di tutelare le prospettive di continuità aziendale - di richiedere una procedura speciale che consenta loro di dilazionare, in un maggior lasso temporale (10 anni) rispetto a quello vigente, il pagamento dei debiti tributari, prima dell’avvio di azioni accertative o esecutive, senza applicazione di sanzioni; • possibilità per le imprese di surrogare gli attuali mutui o contratti di leasing con nuove linee di credito garantite da immobili aziendali e con una prospettiva di rientro trentennale, anche in tal caso supportate dal Fondo di garanzia per le PMI. • iniziative volte a favorire l’investimento dei fondi pensione in capitale e debito di PMI e mid cap e in infrastrutture. 4. Avvio di un nuovo e vasto programma di semplificazioni su base triennale, per liberare, attrarre e fidelizzare investimenti, in particolare con riferimento a due linee prioritarie per le imprese: fisco e ambiente/energia.

5. Incentivi all’occupazione giovanile che rafforzino, rispetto a quelli attualmente previsti, la probabilità per i giovani di “imparare lavorando” e poi stabilizzarsi in azienda. Fondamentale per la realizzazione di questo obiettivo è l’apprendistato, che da un lato andrebbe meglio articolato rispetto sia alle esigenze reali delle imprese sia ai fabbisogni formativi dei giovani, e dall’altro andrebbe ulteriormente incentivato. In particolare, si potrebbe introdurre una particolare tipologia di apprendistato che favorisca l’inserimento al lavoro di giovani degli Istituti Tecnici e degli Istituti Tecnici Superiori e che conceda, alle imprese che assumono, uno sgravio totale dei contributi per cinque anni, a condizione che l’impresa medesima partecipi al sostegno economico della Fondazione ITS o concorra alle spese per la dotazione laboratoriale degli ITIS. 6. Piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati che includa misure di carattere fiscale, societario e finanziario. In particolare, è necessario dare continuità e sistematicità all’impianto agevolativo vigente, attraverso un potenziamento degli incentivi fiscali. Questa azione di rilancio degli investimenti non può poi prescindere da alcune misure dedicate specificamente al Mezzogiorno. Per Confindustria è “il momento per l’economia italiana ed europea di un “whatever it takes” della politica economica”, con un “chiaro indirizzo nell’allocazione delle risorse e degli effetti da realizzare, per contenere e compensare l’arretramento della domanda privata conseguente a quanto sta accadendo. Per far questo, è indispensabile un’ampia convergenza nazionale sugli obiettivi e le proposte descritte tra forze politiche, Governo, istituzioni territoriali e parti sociali”.

Davide Del Duca - Coppa con granita di salicorna

Biografia Classe 1982, Davide del Duca è un cuoco capitolino di fiere origini ciociare. Dopo un lungo percorso formativo nelle cucine di grandi Maestri realizza il suo sogno, quello di gestire un bistrot, con una ristorazione di alti livelli ma alla portata di tutti: così nasce l’Osteria Fernanda. La sua grande tecnica gli consente di realizzare piatti creativi e ricercati, con ingredienti internazionali, ma anche grandi classici della tradizione, come i suoi inimitabili Bucatini all’Amatriciana.

Il mio pensiero “Sono figlio di contadini e fieramente ciociaro, quando immagino un piatto penso alla terra, alle sue radici, alle sue erbe ed è lì che fioriscono le idee”

LA RICETTA INGREDIENTI PER 2 PERSONE • 200 gr di coppa • 2 ostriche • 400 gr di salicornia • 500 gr di pomodori di San Marzano • 200 ml di acqua • 100 ml di aceto • 10 gr di sale • olio evo q.b.

PRESENTAZIONE DELLO CHEF Ho cercato di costruire un piatto che sia avvolgente al palato e di contrasto. Gli ingredienti che lo compongono, infatti, sono diametralmente opposti. L’ostrica, pur essendo d’acqua dolce, racchiude tutto il gusto del mare nella sua polpa, il suo fegato, in particolare, ricorda il sentore della nocciola, lo stesso aroma che ritroviamo nella coppa. Così come la salicornia, pianta che cresce vicino al mare ne ricorda la sapidità, presente anche nel pomodoro.

• Peliamo e passiamo i pomodori San Marzano per poi condirli con olio e sale. • Trasferiamo la passata condita in un pentolino e portiamola a riduzione fino ad ottenere la consistenza di una salsa. • Disponiamo la salsa sul fondo di un piatto; adagiamo sopra le ostriche. • Stemperiamo la coppa in forno a 180 gradi per 30 secondi e la affianchiamo alle ostriche. • Finiamo il piatto con un cucchiaio di granita di salicornia.

Preparazione: • Frulliamo insieme la salicornia, l’acqua, l’aceto e il sale fino ad ottenere un composto omogeneo, quindi lo versiamo in una vaschetta e inseriamo in congelatore finché non ghiacci. Quando sarà pronto lo rompiamo con una spatola per formare una granita. • Tagliamo la coppa con l’affettatrice a fette spesse 2 mm. • Apriamo e scoliamo le ostriche dal liquido in eccesso. Guarda la video ricetta su www.salumi-italiani.it

A BREVE L’INVIO DI CARNI SUINE SURGELATE IN CINA

Rinnovo CCNL dell’Industria Alimentare: interruzione del negoziato

Fin dall’inizio il negoziato si è dimostrato difficile a causa dell’onerosità delle richieste avanzate dai sindacati

Lo scorso 20 febbraio, dopo 6 mesi di percorso negoziale articolato e complesso con oltre 15 incontri tecnici e almeno sei sessioni plenarie, le trattative per il rinnovo del CCNL dell’Industria Alimentare (scaduto il 30 novembre scorso) si sono interrotte. Fin dall’inizio il negoziato si è dimostrato oltremodo difficile e in salita a causa dell’onerosità della piattaforma rivendicativa presentata la scorsa estate da parte delle Organizzazioni Sindacali.

Ricordiamo che la richiesta economica prevedeva un incremento retributivo di 205 euro medi mensili, per una durata contrattuale di quattro anni. Inoltre, anche le altre richieste di carattere normativo in materia di formazione, welfare, sicurezza e organizzazione del lavoro, comporterebbero un sensibile aumento dei costi del lavoro per le aziende.

L’onerosità delle richieste avanzate dai sindacati rischia di ripercuotersi in maniera particolarmente significativa nel nostro settore che, come noto, sta attraversando un grave momento di crisi, principalmente a causa dell’ingente aumento dei prezzi delle carni suine.

Nel corso del negoziato, ASSICA ha fatto formalmente presente la forte preoccupazione per le richieste economiche dei sindacati che rischiano di accentuare ulteriormente le difficoltà del nostro comparto.

Nonostante le difficoltà e le incertezze manifestate anche da altri settori alimentari, il percorso delle trattative aveva portato a segnalare alcune aperture da parte industriale, rispetto alle richieste della piattaforma, pur mantenendo fermi alcuni principi imprescindibili, tra i quali il rispetto delle nuove regole contenute nell’Accordo Interconfederale del 9 marzo 2018 in materia di contrattazione collettiva. Pure a fronte di questo quadro complicato, Federalimentare e le Associazioni si sono dichiarate disponibili a riprendere il dialogo auspicando una ripresa dei lavori in tempi brevi appellandosi al reciproco senso di responsabilità delle Parti. Con un comunicato congiunto, le sigle sindacali hanno definito le prime iniziative di mobilitazione dei lavoratori con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità. Per parte sua Federalimentare - per bocca del Vice Presidente Silvio Ferrari - ha manifestato la propria sorpresa definendo “inspiegabile” l’interruzione del negoziato da parte delle Organizzazioni Sindacali.

Nei giorni seguenti, l’Emergenza Coronavirus ha portato le parti sociali a lanciare un comunicato congiunto a testimonianza della necessità di compattezza da parte di Governo e rappresentanze del Sistema delle Imprese e dei lavoratori per fronteggiare in maniera unitaria il periodo di crisi. Sulla scorta di questo appello, Federalimentare ha auspicato “realismo e massima responsabilità da parte di tutti” per preservare il più possibile occupazione e capacità produttiva e garantire gli approvvigionamenti necessari alla popolazione.

This article is from: