Anno 29, n. 99 - Ottobre 2023 Sped. in Abb. Post. Art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 Filiale di Padova
Gli ideali cristiani di fronte al nuovo disordine mondiale
Il nuovo disordine mondiale, anche nella Chiesa
L
a Rivoluzione è, nella sua essenza, un movimento di distruzione, spronata dalle passioni disordinate, concretamente l’orgoglio e la sensualità. Per questo è stata paragonata a un tifone, a un terremoto, a un ciclone. Infatti, le forze naturali scatenate sono immagini materiali delle passioni sfrenate dell’uomo. La Rivoluzione può, in alcuni casi e per una mera ragione tattica, prospettare una parvenza di ordine. Fu il caso della dittatura del proletariato, tappa e strumento per avanzare verso l’utopia comunista anarchica e libertaria. Il suo fine ultimo, però, è la distruzione dell’Ordine in ogni sua forma.
Ecco che, mentre nella società scoppiano in modo sempre più frequente rivoluzioni anarchiche – cancel culture, woke, black lives matter e altre – al punto che si comincia a parlare di un “nuovo disordine mondiale”, nella Chiesa viene lanciato un “processo sinodale” che, scardinandola dalle fondamenta, la potrebbe spingere verso la distruzione, secondo quanto avverte il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per Dottrina della Fede. Una distruzione chiaramente inattuabile, giacché è confortata dalla promessa divina dell’indefettibilità.
Non si tratta di due rivoluzioni, simultanee ancorché diverse, ma di una stessa rivoluzione che tocca le due sfere: quella spirituale e quella temporale. Ci troviamo alle estreme mosse di una lotta fra la Chiesa e la Rivoluzione, che si potrebbe chiamare lotta mortale, se uno dei contendenti non fosse immortale.
Più volte nelle pagine di questa rivista ci siamo occupati delle rivoluzione anarchiche nella società. E anche adesso offriamo un articolo sul cosiddetto “nuovo disordine mondiale” e un altro sulla rivoluzione woke in Francia. 2 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
Questo numero, però, è dedicato specialmente a un’iniziativa di respiro mondiale. Si tratta del libro «Il processo sinodale. Un vaso di Pandora», scritto da Julio Loredo e José Antonio Ureta. Pubblicata in otto lingue, l’opera è già stata l’oggetto di commenti nei maggiori organi della stampa mondiale, compressi il New York Times e il Washington Post. L’edizione italiana del volume è curata dall’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, con sede a Roma. Documenti in mano, il libro analizza la posta in gioco nel prossimo “Sinodo sulla sinodalità” la cui prima sessione si terrà a Roma a ottobre sotto l’egida di Papa Francesco. Si vuole riconsiderare la dottrina della Chiesa in tema di omosessualità e di matrimonio. Si vuole manomettere la stessa struttura della Chiesa, trasformandola in una “piramide rovesciata”. Si vuole cancellare venti secoli di Magistero, per esempio, in tema di ordinazione sacerdotale delle donne.
Di fronte al progetto di riforma sinodale descritto in questo libro, che raccoglie vecchie eresie già mille volte condannate dal Magistero, di fronte a quest’opera di distruzione, il nostro amore verso la Chiesa, il nostro amore verso la Civiltà cristiana, frutto dell’amore che sale a Dio per mezzo di Maria, si trasforma in un irrinunciabile dovere di denuncia. Una denuncia alla quale vi invitiamo a partecipare acquistando e diffondendo il libro. Sul terzo di copertina troverà una pagina dalla quale potrà sia scaricare gratuitamente il libro in formato pdf, sia ordinarne una copia cartacea.
Amicus certus in re incerta cernitur: è proprio adesso che Santa Madre Chiesa ha bisogno di figli amorevoli e intrepidi che la difendano contro i suoi nemici, esterni e interni. Dio ce ne chiederà conto!
Sommario Anno 29, n° 99, ottobre 2023
Editoriale: Il nuovo disordine mondiale, anche nella Chiesa Roma: pubblicato importante libro sul Sinodo La nuova “chiesa sinodale” mina alle fondamenta la Chiesa cattolica Il Nuovo Disordine Mondiale Francia: un libro denuncia la Rivoluzione Woke Un modello per i nostri giorni Lepanto: vittoria della fiducia eroica 1994: la rinuncia del Papa e l’elezione di un Pontefice argentino Vera e falsa destra secondo P. Garrigou-Lagrange La tiara e la loggia Irlanda: l’azione della TFP preoccupa le lobby LGBT Il mondo delle TFP Germania: campagna contro il Synodaler Weg Como ho “incontrato” il Medioevo
2 4 6 11 15 21 27 29 30 32 35 39 42 44
Copertina: Cooperatori delle TFP europee sventolano lo stendardo vermiglio sopra il castello di Saarburg, in Germania, proclamando la perennità degli ideali della civiltà cristiana di fronte a un mondo che va in rovina sull’onda del nuovo disordine globale.
Tradizione Famiglia Proprietà Anno 29, n. 99 ottobre 2023 Dir. Resp. Julio Loredo
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Direzione, redazione e amministrazione: Tradizione Famiglia Proprietà - TFP, Via Nizza, 110 — 00198 ROMA Tel. 06/8417603 Aut. Trib. Roma n. 90 del 22-02-95 Sped. in abb. post. art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 — Padova Stampa New Everprint srl - Via Guido Rossa 3 20061 Carugate MI TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 3
Sinodo sulla sinodalità
Roma: pubblicato importante libro sul Sinodo In vista del Sinodo sulla sinodalità voluto da papa Francesco, l’associazione Tradizione Famiglia Proprietà ha dato alle stampe un testo per denunciare il concreto e reale pericolo della costruzione di una nuova Chiesa.
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opo una lunga fase di preparazione, durata quasi tre anni, a ottobre si riunirà a Roma la XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi. L’Assemblea si prefigge nientemeno che plasmare un nuovo modello di Chiesa “sinodale”, cioè democratico e partecipativo; una Chiesa che includa tutti, e in particolare le “minoranze emarginate”: le persone LGBT, le coppie di fatto, le persone che vivono in un matrimonio poligamico e via dicendo. Si vuole discutere dell’ordinazione sacerdotale, o almeno diaconale, delle donne. Si vuole riconsiderare la dottrina della Chiesa in tema di omosessualità e di matrimonio. Si vuole manomettere la stessa struttura della Chiesa, trasformandola in una “piramide rovesciata”, cioè una Chiesa dove il vertice sia la base, e viceversa. Ha ragione il cardinale Gerhard Müller, già Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede: «Stanno sognando un’altra chiesa che non ha nulla a che fare con la fede cattolica e vogliono abusare di questo processo (sinodale), per spostare la Chiesa
cattolica, non solo in un’altra direzione, ma verso la (sua) distruzione».
Nonostante la sua incidenza potenzialmente rivoluzionaria per la Chiesa, il dibattito attorno a questo Sinodo è rimasto perlopiù ristretto agli “addetti ai lavori”. Il grande pubblico ne sa poco.
Per colmare questa lacuna, le associazioni Tradizione Famiglia Proprietà (TFP) e associazioni consorelle di diversi paesi, tra cui l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, del Brasile, hanno pubblicato un importante volume: Processo sinodale: un vaso di Pandora, i cui autori sono Julio Loredo de Izcue e José Antonio Ureta. Scritto a modo di catechismo, con domande e risposte, il libro spiega in modo semplice e diretto la posta in gioco. C’è in atto un piano per riformare Santa Madre Chiesa che, se portato alle ultime conseguenze, potrebbe sovvertirla sin dalle sue fondamenta. L’edizione italiana del volume è curata dall’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, con sede a Roma. Il Sinodo avrebbe dovuto coinvolgere tutti i fedeli, per “camminare insieme”. In realtà, i documenti sinodali sono opera di un apparato burocratico largamente dominato dalle correnti progressiste
4 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
«Il libro affronta in modo chiaro e completo una situazione gravissima nella Chiesa di oggi»
Cardinale Raymond Burke
L’opera si fregia di una prefazione del cardinale Raymond Leo Burke, già Prefetto della Segnatura Apostolica. Il libro afferma il porporato, «affronta in modo chiaro e completo una situazione gravissima nella Chiesa di oggi. È un contesto che giustamente preoccupa ogni cattolico coscienzioso e le persone di buona volontà. (…) Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato in modo così diligente ed eccellente per formulare le domande appropriate e per fornire risposte autorevoli. Spero che il frutto del loro lavoro sia a disposizione dei cattolici di tutto il mondo per l'edificazione della Chiesa».
Si tratta di un’iniziativa di respiro mondiale. Oltre all’edizione italiana, il libro delle TFP avrà edizioni in inglese, francese, tedesco, portoghese, spagnolo, polacco e olandese. Lo spirito che anima questa iniziativa può essere riassunto in queste parole tratte dalla Presentazione: «Di fronte al progetto di riforma sinodale descritto in questo libro, che raccoglie vecchie eresie già mille volte condannate dal Magistero, di fronte a quest’opera di distruzione, il nostro amore verso la Chiesa, il nostro amore verso la Civiltà cristiana, frutto dell’amore che sale a Dio per mezzo di Maria, si trasforma in un irrinunciabile dovere di denuncia».
documenti che hanno portato al Sinodo sono opera di un apparato burocratico largamente dominato dalle correnti progressiste. Sicuramente, la stragrande maggioranza di quel popolo che ancora partecipa alla vita della Chiesa non è stata coinvolta in misura da poter qualificare il processo sinodale come veramente rappresentativo di esso. Anzi, non poche critiche al “cammino sinodale” sono state zittite, a volte in malo modo, come più di un vescovo ha avuto occasione di denunciare.
Dalla lettura del libro delle TFP emerge una grande domanda, ispirata al titolo del libro di un noto vaticanista Edward Pentin: Siamo di fronte a un Sinodo truccato?
In principio, le consultazioni per questo Sinodo avrebbero dovuto coinvolgere tutti i fedeli. I suoi promotori, infatti, parlano di “ascoltare tutto il popolo di Dio” per “camminare insieme”. In realtà, i
Dalla lettura del libro delle TFP emerge una grande domanda: Siamo di fronte a un Sinodo truccato? TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 5
Sinodo sulla sinodalità
Così la nuova “chiesa sinodale” mina alle fondamenta la Chiesa cattolica
di S.E. Mons. Athanasius Schneider
In occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, ha scritto per The Catholic Thing un incisivo testo critico sull’Instrumentum laboris del Sinodo sulla sinodalità.
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ull’attuale “processo sinodale” sono sorte molte domande e quindi, per essere utile al gregge di Cristo, vorrei affrontare alcuni punti importanti dell’Instrumentum laboris per la sessione di ottobre 2023 del Sinodo sulla sinodalità. Questo documento di lavoro sembra minare la costituzione divina e il carattere apostolico della vita e della missione della Chiesa cattolica, sostituendovi una “chiesa sinodale” inventata, ispirata prevalentemente a categorie protestanti, sociali e antropocentriche. Di seguito sono riportate le principali aree di preoccupazione.
La costituzione divina della Chiesa è minata
L’autorità episcopale è minata dall’Instrumentum laboris in due modi principali. In primo luogo, 6 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
quando richiede un “maggiore coinvolgimento di tutti i fedeli e quindi un esercizio ‘meno esclusivo’ del ruolo dei Vescovi” (B 2.5, c) e promuove un “processo di discernimento comunitario” (B 3.2, 7). In secondo luogo, quando rende l’autorità episcopale dipendente e responsabile nei confronti di organismi consultivi non gerarchici, per seguire le istituzioni secolari (vedi B 3.3.8).
L’autorità papale viene minata in due modi principali. In primo luogo, suggerendo che “la convergenza di diversi gruppi di Chiese locali (Consigli particolari, Conferenze episcopali, ecc.) su una stessa questione” dovrebbe “impegnare il Vescovo di Roma ad affrontarla a livello di Chiesa universale” (B 3.4). In secondo luogo, suggerendo che le “istituzioni locali” nelle diverse regioni possono “adottare approcci diversi” rispetto al Vescovo di Roma, che dovrebbe accettare (B 3.4.).
«Si sostituisce la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica con una “chiesa sinodale” di fantasia, mondana, burocratica, antropocentrica, neopelagiana, gerarchicamente e dottrinalmente vaga»
A fronte di ciò, ricordo che resta valida la seguente affermazione magisteriale: “Il successore di Pietro è la roccia che garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio contro l’arbitrio e il conformismo”[1].
La struttura gerarchica della Chiesa è minata da un uso ambiguo della parola “ministero”, che viene attribuito in modo improprio sia agli ordinati sia ai non ordinati, come quando si cerca “di promuovere una comprensione dei ministeri che non si riduca al ministero ordinato” (B 2.4, 6)[2].
A fronte di ciò, ricordo che restano valide le seguenti affermazioni del Magistero: “Si deve riconoscere che il linguaggio diventa incerto, confuso e quindi non utile per esprimere la dottrina della fede, ogni volta che, in qualsiasi modo, si offusca la differenza di essenza e non solo di grado tra il sacerdozio battesimale e il sacerdozio ordinato”[3]. “Solo in virtù della Sacra Ordinazione esso [il ministero] ottiene quella pienezza e univocità di significato che la tradizione gli ha sempre attribuito”[4].
La struttura gerarchica della Chiesa è inoltre minata dall’imposizione di “facilitatori” che “accompagneranno le comunità … a tutti i livelli della vita ecclesiale” (n. 42) e rendendo prioritario quanto segue: “Sollecitare la questione della partecipazione delle donne al governo, al processo decisionale, alla missione e ai ministeri a tutti i livelli della Chiesa” (B 2.3. 3) (B 2.3. 3).
A fronte di ciò, ricordo che restano valide le seguenti affermazioni magisteriali: “Bisognerà anche fare in modo che a ogni livello – nel linguaggio, nell’insegnamento, nella pratica pastorale, nelle scelte di governo – il ministero sacro sia presentato nella sua specificità ontologica, che non permette frammentazioni o appropriazioni indebite”[5].
L’unità del sacramento dell’Ordine sacro è minata dalla “chiamata” della Chiesa a “mettere in discussione” l’ordinazione diaconale delle donne: “Chiedere che venga presa in considerazione la questione dell’inclusione delle donne nel diaconato”. (B 2.3, 4) A fronte di ciò, ricordo che restano valide le seguenti affermazioni magisteriali: “La Chiesa non ha alcuna autorità per conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne e che questo giudizio deve essere definitivamente sostenuto da tutti i fedeli della Chiesa”, e poiché il sacramento dell’ordinazione è uno solo, le donne non possono essere ordinate sacramentalmente in alcun modo [6]. La legge morale divinamente rivelata viene minata in tre modi principali.
In primo luogo, vi sono gravi omissioni dovute all’assenza di qualsiasi discussione sul peccato, sui Dieci Comandamenti e sulla virtù della castità.
In secondo luogo, viene implicitamente promosso il cosiddetto movimento LGBTQ, che include la promozione dell’attività omosessuale e dell’attuale “ideologia di genere” totalitaria a livello mondiale. L’Instrumentum laboris parla di “coloro che non si sentono accettati nella Chiesa, come … i cattolici LGBTQ+” (B 1.2 a) e invita la Chiesa “ad accogliere coloro che si sentono esclusi dalla Chiesa a causa del loro status o della loro sessualità (ad esempio … persone LGBTQ+, ecc.” (B 1.2, 6). A fronte di ciò, ricordo che restano valide le seguenti affermazioni del Magistero: “I principi di rispetto e di non discriminazione non possono essere invocati per sostenere il riconoscimento legale delle TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 7
Sinodo sulla sinodalità
unioni omosessuali. La negazione dello status sociale e giuridico del matrimonio a forme di convivenza che non sono e non possono essere coniugali non è contraria alla giustizia; al contrario, la giustizia lo richiede” [7].
La vita e la missione della Chiesa sono minate
Il carattere apostolico e soprannaturale della vita e della missione della Chiesa è minato dall’Instrumentum laboris in tre modi principali.
In terzo luogo, l’immoralità riguardo al matrimonio è implicitamente promossa, quando il docuIn primo luogo, vi sono gravi omissioni dovute mento parla di coloro “che non si sentono accettati all’assenza di una discussione sull’adorazione eucanella Chiesa, come i divorziati e i risposati, le per- ristica, sulla Croce di Cristo e sul fine ultimo delsone in matrimoni poligami” (B 1.2 a); e quando in- l’uomo nell’eternità. vita la Chiesa “ad accogliere In secondo luogo, c’è una coloro che si sentono esclusi … a burocratizzazione mondana della causa del loro status o della loro Chiesa, la promozione di una sessualità (per esempio, divorziati sorta di eresia neopelagiana delrisposati, persone in matrimoni l’azione attraverso l’aumento poligami, ecc. (B 1.2, 6). «Vi sono gravi omissioni delle strutture e delle sessioni di dovute all’assenza di A fronte di ciò, ricordo che riunione, con le parole chiave “coqualsiasi discussione restano valide le seguenti afferstruzione del consenso” e “promazioni magisteriali: “Per quanto sul peccato, sui Dieci cesso decisionale” usate come se riguarda la sfera sessuale, conoComandamenti e sulla la Chiesa fosse un’azienda incensciamo la ferma posizione assunta trata sull’uomo. virtù della castità» da [Gesù Cristo] in difesa dell’inIn terzo luogo, si assiste a dissolubilità del matrimonio (cfr. una “pentecostalizzazione” sogMt 19,3-9) e la condanna pronungettivistica della vita della Chiesa, ciata anche contro il semplice attribuendo presuntuosamente al adulterio del cuore (cfr. Mt 5,27dialogo umano, alle preghiere non ufficiali e al reci28). È realistico immaginare un Cristo ‘permissivo’ proco scambio di opinioni una vaga qualità spirituale nel campo della vita coniugale, in materia di aborto, relazioni sessuali prematrimoniali, extraconiugali o come la “conversazione nello Spirito” (cfr. nn. 32omosessuali? Certamente la comunità cristiana pri- 42), la “chiamata dallo Spirito Santo”, il “protagonimitiva, istruita da coloro che avevano conosciuto smo dello Spirito”. Cristo personalmente, non era permissiva … I nuA fronte di ciò, ricordo che restano valide le semerosi passi delle lettere paoline che toccano questo guenti affermazioni magisteriali: “La Chiesa è, per tema (cfr. Rm 1,26 ss; 1 Cor 6,9; Gal 5,19) non man- sua natura, una realtà diversa dalle semplici società cano certo di chiarezza e rigore. E sono parole ispi- umane e pertanto è necessario affermare che la menrate dall’alto. Esse rimangono normative per la talità e la prassi esistenti in certe correnti culturali e Chiesa di tutti i tempi”[8]. socio-politiche del nostro tempo non possono essere “Non è lecito benedire relazioni o unioni, anche automaticamente trasferite alla Chiesa stessa”[10].
stabili, che comportino un’attività sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita). La benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita. Questo perché costituirebbero una certa imitazione o analogia della benedizione nuziale invocata sull’uomo e la donna uniti nel sacramento del Matrimonio, mentre in realtà “non ci sono assolutamente motivi per considerare le unioni omosessuali in qualche modo simili o anche solo lontanamente analoghe al disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia” (papa Francesco, Esortazione apostolica Amoris laetitia, 251)[9]. 8 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
Altri gravi danni
In primo luogo, con questo Instrumentum laboris si mina la legge apostolica del celibato sacerdotale nella Chiesa latina, chiedendo di “aprire una riflessione sulla disciplina dell’accesso al sacerdozio per gli uomini sposati, almeno in alcune aree” (B 2.4, 9). In secondo luogo, viene promossa un’ideologia materialista dell’ecologia che dà priorità alla “cura della casa comune” (n. 4) e sostiene che “il cambiamento climatico richiede l’impegno dell’intera famiglia umana. Lavorare insieme per prendersi cura della nostra casa comune” (B 1.1. b).
A fronte di ciò, ricordo che resta valida la seguente affermazione del Magistero: “Se manca il rispetto del diritto alla vita e alla morte naturale, se il concepimento, la gestazione e la nascita dell’uomo vengono resi artificiali, se gli embrioni umani vengono sacrificati alla ricerca, la coscienza della società finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, insieme a esso, quello di ecologia ambientale … I nostri doveri verso l’ambiente sono legati ai nostri doveri verso la persona umana, considerata in sé e in relazione agli altri”[11].
Conclusione
L’Instrumentum laboris per la Sessione di ottobre 2023 del Sinodo sulla sinodalità promuove essenzialmente, anche se in modo più sofisticato, le stesse idee eterodosse avanzate dal Cammino sinodale tedesco.
rologico del suo primato” (Congregazione per la dottrina della fede, Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa, 31 ottobre 1998, n. 7). [2] Si vedano anche le seguenti affermazioni: “Superare una visione che riserva ogni funzione attiva nella Chiesa ai soli ministri ordinati (Vescovi, Sacerdoti, Diaconi), riducendo la partecipazione dei battezzati a una collaborazione subordinata” (B 2.2. a); “L’esperienza del camminare insieme nella Chiesa locale permette di immaginare nuovi ministeri al servizio di una Chiesa sinodale” (B 2.2. c); “ministeri spontanei e altri ministeri riconosciuti non istituiti” (B 2.2. d). [3] Citazione completa: “Per parlare, dunque, di ‘partecipazione dei fedeli laici al ministero pastorale dei sacerdoti’ è necessario, innanzitutto, riflettere attentamente sul termine ‘ministero’ e sui diversi significati che esso può assumere nel linguaggio teologico e canonico … Si deve riconoscere che il linguaggio diventa incerto, confuso, e quindi non utile per esprimere la dottrina della fede, ogni volta che, in qualche modo, si offusca la «L’Instrumentum laboris differenza ‘di essenza e non solo di grado’ promuove essenzialmente, tra il sacerdozio battesimale e il sacerdozio ordinato (cfr. Lumen gentium, 10). Allo anche se in modo più stesso tempo, non distinguendo chiaramente, anche nella prassi pastorale, il sasofisticato, le stesse idee cerdozio battesimale da quello gerarchico, eterodosse avanzate dal si corre anche il rischio di svalutare il “proCammino sinodale prium” teologico dei laici e di dimenticare “lo specifico legame ontologico che unisce tedesco» il sacerdote a Cristo, Sommo Sacerdote e Buon Pastore” (Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, 1; Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione per il clero, 22 aprile 1994, n. 4).
Sostituisce la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica con una “chiesa sinodale” di fantasia, mondana, burocratica, antropocentrica, neopelagiana, gerarchicamente e dottrinalmente vaga, il tutto mascherando queste caratteristiche dietro espressioni untuose come “conversazione nello spirito”.
Ma noi non crediamo in questa chiesa né daremmo mai la vita per una “chiesa sinodale”. Crediamo nella Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo e ci atteniamo alla sua immutabile verità divina, per la quale innumerevoli martiri cattolici hanno versato il loro sangue. + Athanasius Schneider
Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santa Maria in Astana
29 giugno 2023, solennità degli apostoli Pietro e Paolo Note
[1] Citazione completa: “Il Romano Pontefice – come tutti i fedeli – è soggetto alla Parola di Dio, alla fede cattolica, ed è il garante dell’obbedienza della Chiesa; in questo senso è servus servorum Dei. Non prende decisioni arbitrarie, ma è portavoce della volontà del Signore, che parla all’uomo nelle Scritture vissute e interpretate dalla Tradizione; in altre parole, l’episkope del primato ha dei limiti fissati dalla legge divina e dalla costituzione divina e inviolabile della Chiesa che si trova nella Rivelazione. Il successore di Pietro è la roccia che garantisce una rigorosa fedeltà alla Parola di Dio contro l’arbitrio e il conformismo: da qui il carattere marti-
[4] Citazione completa: “Quando, invece, il termine viene differenziato nel rapporto e nel confronto tra i diversi munera e officia, allora si deve percepire chiaramente che solo in virtù della Sacra Ordinazione esso ottiene quella pienezza e univocità di significato che la tradizione gli ha sempre attribuito. Chiarire e purificare il linguaggio diventa un’urgenza pastorale perché, dietro di esso, possono nascondersi insidie molto più pericolose di quanto si pensi. Dal linguaggio quotidiano alla concettualizzazione il passo è breve” (Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione per il clero, 22 aprile 1994, n. 4 e n. 6). [5] Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione per il clero, 22 aprile 1994, n. 6. [6] Giovanni Paolo II, Ordinatio sacerdotalis, 22 maggio 1994, n. 4. [7] Citazione completa: “I principi di rispetto e di non discriminazione non possono essere invocati per sostenere il riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Differenziare tra le persone o rifiutare il riconoscimento sociale o i benefici è inaccettabile solo quando è contrario alla giustizia (cfr. san Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 63, a.1, c.). La negazione dello status sociale e giuridico del matrimonio a forme di convivenza che non sono e non possono essere matrimoniali non è contraria alla giustizia; al contrario, la giustizia la richiede” (Congregazione per la dottrina della fede, Considerazioni sulle proposte di riconoscimento giuridico delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, n. 8). [8] Citazione completa: “In particolare, per quanto riguarda la sfera sessuale, conosciamo la ferma posizione [di Gesù Cristo] in difesa dell’indissolubilità del matrimonio (cfr. Mt 19,3-9) e la condanna pronunciata anche contro il semplice adulterio del cuore (cfr. Mt 5,27-28). E come non essere colpiti dal precetto di ‘cavarsi un occhio’ o ‘tagliarsi una mano’ nel caso in cui tali membri siano occasione di ‘scandalo’ (cfr. Mt 5,29-30)? Avendo questi precisi riferimenti evangelici, è realistico immaginare un Cristo ‘permissivo’ TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 9
Sinodo sulla sinodalità nel campo della vita coniugale, in materia di aborto, di rapporti sessuali prematrimoniali, extraconiugali o omosessuali? Certamente la comunità cristiana primitiva, istruita da coloro che avevano conosciuto Cristo personalmente, non era permissiva. Basti qui fare riferimento ai numerosi passi delle lettere paoline che toccano questo tema (cfr. Rm 1,26 ss.; 1 Cor 6,9; Gal 5,19). Le parole dell’Apostolo non mancano certo di chiarezza e rigore. E sono parole ispirate dall’alto. Esse rimangono normative per la Chiesa di tutti i tempi” (papa Giovanni Paolo II, Incontro con i giovani ad Amersfoort, Paesi Bassi, 14 maggio 1985). [9] Citazione completa: “Per essere conformi alla natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su particolari relazioni umane, oltre alla retta intenzione di chi vi partecipa, è necessario che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere ed esprimere la grazia, secondo i disegni di Dio inscritti nella creazione, e pienamente rivelati da Cristo Signore. Pertanto, solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire questi fini sono congruenti con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa. Per questo motivo, non è lecito impartire una benedizione su relazioni o unioni, anche stabili, che comportino un’attività sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica, 2357). La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che sono di per sé da valorizzare e apprezzare, non può giustificare queste relazioni e renderle oggetto legittimo di una benedizione ecclesiale, poiché gli elementi positivi esistono nel contesto di un’unione non ordinata al disegno del Creatore. Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita. Questo perché esse costituirebbero una certa imitazione o analogia della benedizione nuziale invocata sull’uomo e la donna uniti nel sacramento del matrimonio, mentre in realtà non ci sono assolutamente motivi per con-
siderare le unioni omosessuali in qualche modo simili o anche solo lontanamente analoghe al disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Amoris laetitia, 251); Congregazione per la dottrina della fede, Responsum a un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 15 marzo 2021). [10] Citazione completa: “Bisogna sempre ricordare che la Chiesa è, per sua natura, una realtà diversa dalle semplici società umane e che, pertanto, è necessario affermare che la mentalità e la prassi esistenti in certe correnti culturali, socio-politiche del nostro tempo non possono essere automaticamente trasferite alla Chiesa stessa” (cfr. Congregazione per il clero, Direttorio per il ministero e la vita dei sacerdoti, 17); Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione per il clero, 22 aprile 1994, n. 3). [11] Se manca il rispetto del diritto alla vita e alla morte naturale, se il concepimento, la gestazione e la nascita dell’uomo vengono resi artificiali, se gli embrioni umani vengono sacrificati alla ricerca, la coscienza della società finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale. È contraddittorio insistere affinché le generazioni future rispettino l’ambiente naturale quando i nostri sistemi educativi e le nostre leggi non le aiutano a rispettare sé stesse. Il libro della natura è uno e indivisibile: comprende non solo l’ambiente, ma anche la vita, la sessualità, il matrimonio, la famiglia, le relazioni sociali: in una parola, lo sviluppo umano integrale. I nostri doveri verso l’ambiente sono legati ai nostri doveri verso la persona umana, considerata in sé e in relazione agli altri” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, 51).
(Tratto da Aldo Maria Valli, Duc in Altum)
«Noi non crediamo in questa chiesa né daremmo mai la vita per una “chiesa sinodale”. Crediamo nella Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo e ci atteniamo alla sua immutabile verità divina, per la quale innumerevoli martiri cattolici hanno versato il loro sangue»
10 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
Il Nuovo Disordine Mondiale
Il Nuovo Disordine Mondiale
di Raffaele Citterio
Gli stessi organismi dei quali si diceva che promuovevano un Nuovo Ordine Mondiale, adesso stanno presentando il loro vero scopo: un Nuovo Disordine Mondiale, ossia la dissoluzione di tutte le strutture.
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ino a non molto tempo fa, e ancor oggi in alcuni casi, in certi ambienti si affermava che il traguardo del processo rivoluzionario sarebbe stato l’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale. Per chi studia questo processo, invece, tale slogan contiene una vistosa contraddizione: la Rivoluzione non può produrre Ordine.
La meta ultima del processo rivoluzionario – magistralmente spiegata dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel suo libro «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» – è la distruzione della Chiesa e della Civiltà cristiana, passo indispensabile per la cancellazione di ogni traccia dell’opera di Dio nell’universo. La Rivoluzione è un movimento demolitore che, spinto dalle passioni sregolate, concretamente l’orgoglio e la sensualità, non potendo uccidere Dio, cerca di cancellarne qualsiasi traccia nella creazione, attuando così le ultime conseguenze di quel “non serviam!” che diede origine al male nella storia. In questo senso, la Rivoluzione non vuole nessun “ordine”, bensì il disordine, il caos, l’anarchia, il nulla. Dopo
aver conquistato tutto, il demonio dovrebbe auto-annichilirsi per cancellare l’ultimo residuo dell’opera divina: egli stesso. Ogni tappa del processo rivoluzionario è stata, in fondo, un passo verso questa utopia irraggiungibile.
Una “policrisi”
Ecco che, quegli stessi organismi internazionali dei quali si diceva che promuovevano un Nuovo Ordine Mondiale, adesso stanno presentando il loro vero scopo: un Nuovo Disordine Mondiale, ossia la dissoluzione di tutte le strutture mentali, sociali, culturali, religiose, politiche, economiche.
L’autorevole rapporto IPSOS Global Trends 2023 lo dice a chiare lettere: “Stiamo entrando in un nuovo disordine globale, contraddistinto da molteplici questioni interconnesse. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo visto nascere e svilupparsi diverse crisi su più fronti, che hanno colpito e continuano a colpire tutto il mondo, dalla pandemia di Covid-19 TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 11
Il Nuovo Disordine Mondiale Quegli stessi organismi internazionali dei quali si diceva che promuovevano un Nuovo Ordine Mondiale, adesso stanno presentando il loro vero scopo: un Nuovo Disordine Mondiale
che il termine “policrisi” è emerso durante i dibattiti del meeting annuale del World Economic Forum a Davos. Gli esperti che valutano le sfide a breve e lungo termine che il pianeta deve affrontare hanno scoperto che il rischio di policrisi è in aumento. Si tratta di una situazione “dove crisi disparate interagiscono in modo tale che l’impatto complessivo supera di gran lunga la somma di ciascuna parte” (3). E anche in questo Rapporto, il termine “disordine” è ricorrente: disordine mentale, disordine economico, disordine climatico e via dicendo. Ormai non si parla più di governare il Nuovo Ordine Mondiale, ma di sopravvivere in mezzo al caos (4).
I principali nodi
alla guerra in Ucraina, dalla crisi climatica a quella economica ed energetica, dalle disuguaglianze di lunga data alle crisi geopolitiche in cui si stanno trasformando. [Tutte le tendenze] indicano un nuovo disordine mondiale” (1). Il Rapporto IPSOS conia un nuovo termine per riferirsi a tale situazione: “policrisi”. Cita quindi Adam Tooze, professore di storia alla Columbia University di New York: “La policrisi non è una situazione nella quale si devono affrontare diverse crisi, bensì una situazione ben più pericolosa della somma delle parti” (2).
Il Global Risks Report 2023, pubblicato dal World Economic Forum, giunge a identiche conclusioni. Parlando di una “esperienza collettiva di policrisi”, il Rapporto afferma
I Rapporti sopra citati, confermati poi da altre autorevoli ricerche, passano in rivista i principali nodi di questa policrisi.
Pericolo di “sindemie”. Il Global Risks Report registra un grande aumento dei disordini della salute, parlando quindi di una “crisi sanitaria silenziosa” (5). E continua: “In combinazione con i sistemi sanitari fragili, esiste un rischio di un aumento delle ‘sindemie’: un insieme di problemi sanitari concomitanti, che si moltiplicano a vicenda, avendo un impatto complessivo sui sistemi politici, strutturali e sociali” (6). Da parte sua, il Rapporto IPSOS dedica diverse pagine al “grave deterioramento della salute mentale”: “I nostri risultati confermano l’aumento dei problemi di salute mentale come questione chiave, soprattutto per i giovani” (7). Questo aumento nei disordini mentali si riflette poi nel crescente caos nelle strutture.
Immigrazione. Un altro elemento della policrisi è l’immigrazione, ormai fuori controllo. “L’immigrazione sarà il tema centrale di questo secolo”, affermava nel 2015 il giornale della sinistra inglese The Guardian (8). “Le politiche di integrazione hanno fallito. Questi problemi possono essere difficili, e affrontarli non è più un’opzione ma una ne-
“La policrisi non è una situazione nella quale si devono affrontare diverse crisi, bensì una situazione ben più pericolosa della somma delle parti”
Adam Tooze, Columbia University
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cessità. Il tessuto delle nostre comunità e dei nostri quartieri dipende da questo”, dichiara l’Huffpost (9). L’immigrazione incontrollata sta accendendo fuochi di tensione in quasi tutto il mondo, rischiando di fare saltare la tenuta di molte società. Gli esperti concordano nell’affermare che la società moderna si sta disintegrando, dando luogo non a un nuovo ordine mondiale, ma a un disordine pieno di tensioni. D’altronde, la gente si sente sempre meno legata al proprio territorio. Il Rapporto IPSOS rivela che ben il 74% delle persone vorrebbe sperimentare una nuova vita in un’altra parte del mondo (10).
Scontri religiosi. Un altro elemento della policrisi è il forte aumento delle tensioni a sfondo religioso. In contrasto con la retorica ecumenica che domina il politically correct, cresce ovunque l’intolleranza verso altre religioni, sfociando sempre più spesso in vere e proprie persecuzioni. Questo mentre cresce la diversità religiosa e mentre le religioni perdono il legame con un territorio specifico. “Cresce la diversità religiosa”, leggiamo nel Rapporto IPSOS (11). Ma crescono anche l’intolleranza e la persecuzione. Un rapporto dell’autorevole Pew Research Center concludeva qualche anno fa: “Le ostilità religiose raggiungono il livello più alto degli ultimi sei anni” (12). Le persecuzioni sono più frequenti ai danni dei cristiani in paesi a maggioranza musulmana o animista, oppure in Paesi comunisti come Cina e Nicaragua. Il Paese in assoluto più intollerante è l’India, specie dopo la vittoria del Premier Narendra Modi, che ha portato a un revival del nazionalismo. Nel caso dell’Islam radicale, il problema religioso si intreccia poi col terrorismo (13).
L’abisso tra città e campagna. Altro elemento della policrisi è la crescente spaccatura tra la campagna e le città, che l’autore britannico David Goodhart ha battezzato “Somewheres” vs. “Anywheres”. Secondo Goodhart, i Somewheres sono persone radicate e conservatrici, mentre gli Anywheres sono globalisti e amano il cambiamento. Diverse ricerche mostrano il crescente divario ideologico e temperamentale tra queste due realtà, che riguarda tutte le società moderne ed è già sfociato in scontri politici in alcuni paesi.
Narrative conflittuali. Si usa sempre di più il termine “narrativa” per denotare una certa lettura dei fatti correnti. Ebbene, tutte le analisi mostrano una crescente polarizzazione tra le narrative, che lascia poco spazio alla moderazione: no-vax/pro-vax, antiTrump/pro-Trump, pro-Putin/anti-Putin, democratici/populisti e via dicendo.
Una società arcipelago. Dopo il libro di Jerôme Fourquet L’archipel français, questo termine si usa per denotare la crescente frantumazione della società: ormai tutto è diviso per interessi specifici propri a gruppi, venendo quindi a mancare la coesione sociale attorno a valori e a gusti condivisi. Secondo Fourquet, la distruzione delle matrici tradizionali lascia spazio a piccoli gruppi con interessi diversi e che non cercano di aprirsi agli altri. Due esempi lo illustrano: la secessione delle élite da un lato, e quella delle popolazioni immigrate dall’altro. Terrorismo e omicidi di massa. Il Global Risks Report 2023 dedica spazio all’aumento degli attacchi terroristici in tutto il mondo, a scopi politici, religiosi e ideologici (14). A ciò si aggiunge il pre-
L’immigrazione incontrollata sta accendendo fuochi di tensione in quasi tutto il mondo, rischiando di fare saltare la tenuta di molte società Sotto, scontri in Tunisia fra manifestanti pro e contro l’immigrazione
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Il Nuovo Disordine Mondiale Destinati a entrare in guerra. Potranno America e Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?
occupante aumento degli omicidi in massa, le famose sparatorie che ogni tanto riempiono i notiziari.
Il collasso dello Stato. Un aspetto della policrisi che da solo meriterebbe uno studio è il collasso dello Stato, con l’aumento dell’inquietudine sociale (civil unrest), e la conseguente esplosione di moti insurrezionali come Woke, Black Lives Matter e Cancel Culture, oppure la versione latino-americana Despertar (sveglia) che, per esempio, nel 2019 ha devastato la capitale del Cile, Santiago. Secondo il Global Risks Report, c’è il concreto rischio di “collasso dello Stato che porterà grave instabilità, con conseguenze geopolitiche, a causa dell’erosione delle istituzioni e dello Stato di diritto, alla fine del dominio della legge, all’inquietudine sociale, e agli effetti delle gravi instabilità regionali e globali” (15). Conflitto tra i poteri dello Stato. In molti Paesi, per esempio Brasile e Stati Uniti, c’è un crescente conflitto tra i poteri dello Stato, che in alcuni casi ha portato al blocco dei processi democratici.
La “deglobalizzazione”. Per anni siamo stati abituati a vedere nella “globalizzazione” l’onda del futuro. Ebbene, contrordine compagni! “Dopo essere stata la soluzione, adesso la globalizzazione è il problema”, titola Le Monde (16). Ed ecco che gli stessi organismi che proponevano la globalizzazione, ora offrono la “deglobalizzazione” (17). Uno studio fatto da Teneo Global Consulting rivela che ben l’86% degli amministratori delegati e il 94% degli investitori credono che il futuro sia la deglobalizzazione (18). Deglobalizzazione vuol dire regionalizzazione, col conseguente aumento dei conflitti regionali. La Trappola di Tucidide. Tralasciamo altri elementi della policrisi e andiamo a uno di grande importanza: la Trappola di Tucidide. È un’espressione che definisce la tendenza che porta alcune tensioni politiche per la supremazia a sfociare in guerre.
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Si riferisce allo storico e militare greco che previde la guerra tra Atene e Sparta. L’espressione è stata coniata dal politologo statunitense Graham Allison in un articolo per il Financial Times del 2012, venendo poi ripresa nel suo libro Destined for war: can America and China escape Thucydides’s trap?. In questo senso, l’espressione si riferisce alla possibilità, secondo Allison inevitabile, di una guerra tra gli Stati Uniti e la Cina, che potrebbe facilmente degenerare in conflitto nucleare.
Conclusione
Mettiamo insieme tutti questi elementi, più altri che l’esiguità dello spazio ci impedisce di sviluppare, e la conclusione è inevitabile: stiamo assistendo alla graduale dissoluzione di tutte le strutture: mentali, sociali, culturali, religiose, politiche, economiche. Mentre la modernità era sinonimo di progresso, questa post-modernità si sta rivelando sempre più una marcia verso il caos. La storia moderna, diceva nel 1980 il sociologo americano Daniel Bell, è stata finora guidata dall’idea di un Aufheben, una costruzione del superuomo razionalista all’interno della civiltà perfetta. Si tratta di sostituire a questo impulso ascendente un Niedergang, ossia una discesa verso il nulla (19). 1. IPSOS, A New World Disorder? Navigating a Polycrisis. Global Trends 2023, febbraio 2023, pp. 4, 66. 2. Ibid., p. 6. 3. World Economic Forum, Global Risks Report 2023, gennaio 2023, p. 9. 4. Cfr. Francesca Concina, “Polycrisis: governare il caos”, Managoritalia, 19 marzo 2023. 5. Global Risks Report 2023, p. 35. 6. Ibid., p. 37. 7. A New World Disorder?, pp. 2, 29. 8. Alexander Betts, “Human migration will be a defining issue of this century”, The Guardian, 20 settembre 2015. 9. Rachel Marangozov, “Integration Policies Have Failed How To Get Them Right”, Huffpost, 5 gennaio 2017. 10. A New World Disorder?, p. 61. 11. Global Trends 2023, p. 11. 12. Pew Research Center, Religious Hostilities Reach SixYear High, 14 gennaio 2014. 13. Global Risks Report 2023, p. 75. 14. Ibid., p. 75. 15. Ibid., p. 75. 16. Antoine Reverchon, “Why globalization is becoming a problem after been the solution”, Le Monde, 17 maggio 2022. 17. Global Risks Report 2023, p. 6. 18. Teneo, “Deglobalization. Is this the end of globalization? When it comes to deglobalization, it’s not a matter of if but when”, Vision 2023. Where is the World Going in 2023 and Beyond?, p. 9. 19. Daniel Bell, Beyond Modernism, Beyond Self, Abt Books, Cambridge, 1980, p. 288.
Francia: un libro denuncia la Rivoluzione Woke
di Guillaume Thibaud
Un elemento integrante della “policrisi” è la cosiddetta rivoluzione woke. Dopo essere sbarcata in Inghilterra, ecco che adesso dilaga anche in Francia.
L’
associazione francese Avenir de la Culture ha recentemente pubblicato il libro La Révolution woke débarque en France. Curato da Atilio Faoro, il libro racconta, dati alla mano, i progressi della rivoluzione culturale in corso in Francia. Nata nei campus nordamericani, l’ideologia Woke utilizza le ingiustizie subite dalle minoranze sessuali o razziali come pretesto per decostruire metodicamente la civiltà occidentale. Gli attivisti Woke sostengono che i bianchi opprimano i neri, gli uomini opprimano le donne, gli eterosessuali opprimano gli omosessuali, i cristiani opprimano i musulmani, così come gli esseri umani gli animali! Tutto ciò che un tempo era considerato degno di ammirazione - la virilità, il matrimonio, la nostra letteratura, i nostri grandi uomini, la nostra civiltà e, naturalmente, la nostra religione - è ora considerato “tossico” e oppressivo.
Una nuova lotta di classe
In sostanza, come dimostra il libro, il wokismo non è altro che l’applicazione della lotta di classe marxista a tutte le relazioni umane. L’obiettivo è lo stesso del comunismo: sovvertire l’ordine sociale e distruggere i resti della civiltà cristiana. L’Europa, culla del cristianesimo, si dissolverà nell’Africa; la famiglia scomparirà sotto i colpi del femminismo e della teoria gender; l’uomo, istituito da Dio come padrone della creazione, riconoscerà la dignità degli animali come uguale alla sua.
“Devono essere eliminati”
Le dichiarazioni dei sostenitori di questa rivoluzione, elencate da Atilio Faoro, sono ammissioni altrettanto rivelatrici. “La nostra presenza sul suolo TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 15
Il Nuovo Disordine Mondiale “La nostra presenza sul suolo francese sta africanizzando, arabizzando, berberizzando, creolizzando e islamizzando la figlia primogenita della Chiesa, un tempo bianca e immacolata”
Houria Bouteldja
rati all’ideologia Woke: “Il genio francese nasconde troppo spesso un universalismo sciovinista, maschile, bianco, eterosessuale”.
Un lento veleno
francese sta africanizzando, arabizzando, berberizzando, creolizzando e islamizzando la figlia primogenita della Chiesa, un tempo bianca e immacolata”, si vanta l’attivista indigena Houria Bouteldja. “Non basta che ci aiutiamo a vicenda, dobbiamo a nostra volta eliminarli. Eliminarli dalle nostre menti, dalle nostre immagini, dalle nostre rappresentazioni”, scrive la femminista Alice Coffin a proposito degli uomini in Le génie lesbien. Prima di essere nominato ministro dell’Istruzione da Emmanuel Macron, l’accademico Pap Ndiaye ha espresso la sua avversione per la cultura francese in termini direttamente ispi-
Nonostante la minaccia per il futuro del loro Paese e dei loro figli, molti francesi non sono consapevoli di questa insidiosa rivoluzione. Il libro edito da Avenir de la Culture ha scelto di metterli in guardia confrontandoli direttamente con i fatti. Sulla natura e le origini di questa rivoluzione sono stati pubblicati numerosi studi scientifici. Nel suddetto libro, l’associazione francese denuncia quali sono le conseguenze concrete di questa rivoluzione. Il lettore è così invitato a capire che il wokismo non è un’ideologia astratta che riguarda esclusivamente, se non principalmente, i cenacoli accademici in cui è nata. Anzi, è un lento veleno che si diffonde ovunque e
Il ministro della Pubblica Istruzione Vincent Peillon (a sin.) ha minacciato di sanzionare i genitori che rifiuteranno l’indottrinamento lgbt nelle scuole elementari
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Secondo un sondaggio IFOP del novembre 2020, quasi un quarto dei giovani francesi tra i 18 e i 30 anni non si sente né maschio né femmina
A dx., Marie Cau, primo sindaco transgender di Tilloy les Marchiennes
non risparmia nessuno. In nome della lotta contro il razzismo, il riscaldamento globale, l’omofobia o la disuguaglianza di genere, ai bambini francesi viene fatto il lavaggio del cervello, ed esso non risparmia nemmeno il mondo cattolico.
La stampa cattolica contaminata
Ad esempio, La Révolution woke débarque en France punta il dito contro le riviste del gruppo Bayard, di proprietà degli Agostiniani dell’Assunzione. Queste riviste sono impegnate in un’intensa propaganda Woke rivolta sia agli adolescenti che ai bambini. Nel dicembre 2022, il mensile Youpi, rivolto ai bambini dai 5 agli 8 anni, ha promosso l’immigrazione clandestina raccontando la storia di una simpatica famiglia di immigrati clandestini africani perseguitati dalla polizia francese. Il trimestrale 1 jour 1 actu, rivolto ai bambini dagli 8 anni in su, ha parlato del Gay Pride: “È un evento gioioso (...) organizzato per difendere i diritti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali...”. La rivista We Demain ha promosso la carne artificiale in nome della “rivoluzione animale” ai preadolescenti e la pubblicazione Phosphore, rivolta ai loro coetanei tra i 14 e i 18 anni, ha pubblicato un numero “100% antisessista” in cui i ragazzi possono scoprire la storia di Pablo che “indossava una gonna per sostenere le sue amiche”. Quando leggiamo tali abomini, ci viene in mente il terribile avvertimento di Cristo nel Vangelo: “Ma se qualcuno offende uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui se gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in mare” (Mat 18,6).
Scuole mirate
Anche nelle scuole si sta scatenando la propaganda Woke. Avenir de la Culture denuncia lo strano “inno” che gli alunni della prima classe di una scuola elementare cattolica di Bordeaux hanno dovuto cantare: “Apriamo un’altra strada, prendiamoci cura del pianeta (...) sosteniamo con una sola voce il progetto rivoluzionario; la natura sarà la legge di que-
sto terzo millennio”. Il settimanale Valeurs Actuelles, citato nel libro, riferisce che in una scuola cattolica di una grande città gli alunni sono stati invitati a leggere un fumetto intitolato Appelez-moi Nathan, che racconta la storia di un adolescente transessuale. Per diventare un ragazzo, si sottopone a una mastectomia bilaterale, cioè all’asportazione dei seni, e a un’isterectomia, cioè all’asportazione dell’utero. Queste mutilazioni sono illustrate con immagini cruente di rara violenza. Dal momento che questa disgustosa propaganda ha luogo in pubblicazioni e istituti “cattolici”, non è difficile immaginare cosa accada altrove...
Giovani in grave pericolo
Secondo un sondaggio IFOP del novembre 2020, quasi un quarto dei giovani francesi tra i 18 e i 30 anni non si sente né maschio né femmina! Un sondaggio Ipsos del giugno 2023 conferma questa tendenza: il 22% dei francesi nati dopo il 1997 dichiara di essere LGBT. Su TikTok, la rete preferita dagli adolescenti, i video sugli stili di abbigliamento “non binari”, o androgini, fanno registrare milioni di visualizzazioni in Francia. E il social network Yubo, che si presenta come un sito di amicizia per giovani tra i 13 e i 19 anni, ha deciso di incorporare 35 sfumature di genere nella sua applicazione. I suoi membri possono definirsi “agenere”, “poligenere” o semplicemente “gender questioning” per i più indecisi... Gli organizzatori del Gay Pride di Parigi, la parata omosessuale in cui la dissolutezza è in bella mostra, hanno dichiarato a Le Figaro di essere stati travolti da “un oceano di adolescenti”. Il famoso quotidiano parigino ha dato la possibilità ad alcuni adoTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 17
Il Nuovo Disordine Mondiale I Verdi francesi vogliono vietare il barbecue, reo di promuovere il “machismo”
lescenti di dire la loro e il minimo che si possa dire è che quello che hanno dichiarato è allarmante. Juliette, 17 anni, dichiara di non identificarsi come “eterosessuale” ma come “pansessuale”. “Uomo-donna, maschile, femminile... Oggi ci rendiamo conto che le cose sono molto meno binarie. Non ci si può sentire né maschi né femmine, oppure cambio a seconda del periodo”, aggiunge. Alla domanda del padre se fosse gay, Anaïs, a 13 anni, ha risposto: “Ma sei così vecchio! Come puoi fare una domanda del genere nel 2021? Non c’entra niente. Sono gender fluid”.
Marce per il clima
Purtroppo, lo stesso delirio ideologico si ritrova in altri ambiti. Le famose “marce per il clima” hanno fatto scendere in piazza migliaia di studenti delle scuole superiori francesi, galvanizzati dalle “profezie” apocalittiche di Greta Thunberg. Questi giovani non osavano più volare o mangiare carne, convinti che così facendo avrebbero commesso un crimine contro l’ambiente. Il femminismo esacerbato dal movimento Me Too, anch’esso nato negli Stati Uniti, sta causando un profondo senso di disagio in molti giovani, sospettati di essere stupratori o molestatori solo perché nati maschi. Movimenti come Black Lives Matter invitano tutti i nostri giovani a chiedere scusa per i loro antenati, con il fallace pretesto che fossero razzisti e oppressivi in ogni modo.
“Facciamo tabula rasa”
I giovani possono essere il bersaglio principale del wokismo, ma non sono gli unici... In effetti, nulla sfugge ai militanti che vogliono decostruire tutto. Come i rivoluzionari del 1789 e del 1917, i seguaci 18 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
del wokismo affermano di voler edificare una nuova umanità. Per realizzarla, cercano di fare tabula rasa di quella di prima. Prima dell’aristocratico, dopo del borghese: oggi, a dover essere sradicato dalla faccia della terra è ‘'uomo bianco, eterosessuale, “cisgender”, cristiano e carnivoro. Chiedono la sua testa, antirazzisti, attivisti omosessuali e transgender, femministe e antispecisti. Naturalmente, la probabilità che quella testa finisca sull’estremità di una picca è remota. Né possiamo immaginare che la metà del mondo occidentale venga spedito nei Gulag.
Eppure, in nome della benevolenza e della giustizia, un nuovo totalitarismo minaccia il mondo un tempo cristiano.
“La vita privata è politica”
Come il marxismo di un tempo, il wokismo è un’ideologia globale. Pretende di governare tutte le interazioni sociali, sia pubbliche che private. L’agenda perseguita dai Verdi in Francia è un’eccellente illustrazione di questa impresa di rieducazione, come mostra il libro La Révolution woke débarque en France. Negli ultimi anni, gli ecologisti hanno chiesto a turno di vietare gli alberi di Natale in nome dei diritti delle piante, di vietare il Tour de France a causa dell’inquinamento che avrebbe generato, di vietare le piscine private per combattere lo spreco d’acqua, di vietare i barbecue reo di promuovere il machismo, di vietare i jet privati accusati di riscaldare il pianeta e, naturalmente, di vietare le corride in nome della lotta contro gli abusi sugli animali. L’ecologista Sandrine Rousseau ha persino suggerito di considerare un reato non condividere le faccende domestiche! “La vita privata è politica”, ha spiegato. Una dichiarazione che i commissari del popolo dell’Unione Sovietica avrebbero senza dubbio applaudito con entrambe le mani...
Permessi di voto
Nella stessa ottica totalitaria, Aymeric Caron, deputato ecologista di Parigi, ha difeso l’idea di un
“permesso di voto” concesso solo ai cittadini ritenuti più adatti a esercitare questa funzione. Perché preoccuparsi di fare un partito unico quando basta autorizzare a esprimere le proprie opinioni solo a chi professa una stessa ideologia! Un’altra idea comunista difesa dai Verdi, questa volta importata dalla Cina è quella di limitare le nascite. Per proteggere il pianeta e “accogliere meglio i migranti”, l’ex ministro dell’Ambiente e membro storico del partito Yves Cochet ha proposto di “invertire la logica degli assegni familiari”. “Più figli si hanno, più i benefici diminuiscono, fino a scomparire dopo la terza nascita”, ha suggerito.
Schiacciare gli avversari
Chiunque si rifiuti di partecipare a queste menzogne viene “cancellato”, per usare un neologismo nato dalla matrice Woke. In nome dell’inclusione, tutti i dissidenti vengono spietatamente esclusi. Non vengono messi a morte. Raramente vengono messi in prigione. Tuttavia, vengono “cancellati” dalla vita pubblica, proprio come nell’Unione Sovietica venivano cancellati dalle foto ufficiali. Scrittori, attori, insegnanti, rappresentanti eletti e autorità religiose vengono gettati nell’obbrobrio e poi nel limbo dell’anonimato. Negli studi di produzione e nelle case editrici è tollerato un solo pensiero. “Amazon, che controlla la maggior parte del mercato librario americano, ha recentemente deciso di non vendere libri che criticano il transgenderismo (ma è ancora possibile acquistare il Mein Kampf)”, lamenta il filosofo
nordamericano Rod Dreher. Una polizia del pensiero, non meno zelante ed efficace della Guepeu, dilaga sui social network. Slogan insidiosi come “la libertà di espressione non è uguale alla libertà di offendere” rendono impossibile il dibattito pubblico. Così trionfa la rivoluzione Woke, senza che venga versata una sola goccia di sangue.
Opporsi alla macchina totalitaria
Solzhenitsyn scriveva: “Non ho la forza, piccolo individuo che sono, di oppormi all’enorme macchina totalitaria della menzogna, ma posso almeno fare in modo di non essere un punto di passaggio per la menzogna”. Questa, in sintesi, è la sfida che devono affrontare coloro che, in Francia e altrove in Occidente, si sono resi conto della natura fraudolenta degli eredi di Stalin. Potranno contare sul sostegno del clero, e in particolare dei vescovi, nella loro lotta? La rivoluzione Woke non è solo una guerra culturale, senza precedenti, dall’omonima rivoluzione guidata da Mao Zedong in Cina. È anche una battaglia spirituale: dopo la vertiginosa caduta della pratica religiosa seguita al Concilio Vaticano II da noi e dai nostri vicini, persino in Italia, ora sono la vestigia della nostra cultura intrisa di cristianesimo a essere prese di mira. Dove può portare la “decostruzione” della volontà di Dio, se non al regno del diavolo sulla terra? I fedeli, consapevoli dell’immenso pericolo che minaccia loro e i loro figli, si aspettano che i loro pastori combattano questa battaglia al loro fianco e, se possibile, alla loro testa.
TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 19
S. Pio X
Tensione e distensione nelle sembianze di un Santo
N
di Plinio Corrêa de Oliveira
ei giardini del Vaticano, il Papa S. Pio X accoglie delle visite distinte, che gli porgono i loro omaggi. Il corpo del Papa è verticale e vigoroso nonostante gli anni, da un’impressione di ascesi e di fermezza, ma qualcosa nella sua persona, soprattutto la fisionomia tranquilla, esprime riposo e distensione. Sono momenti di riposo ed il Santo sta passeggiando.
Il sorriso affabile, quasi affettuoso, il gesto del braccio che si stende, della mano che si apre, esprimono un’accoglienza franca e paterna. In tutti i circostanti si nota l’effetto della presenza del Pontefice: molto rispetto, che non esclude una soave e naturale allegria. Il riposo di un Santo, però, non è mai dimenticanza dei suoi doveri. Si nota quanto è attento e penetrante lo sguardo con cui il Pontefice considera la vista che lo sta salutando. San Pio X era un eccellente psicologo, e molte delle persone che parlavano con Lui avevano l’impressione che leggesse i loro cuori.
Consideriamo il secondo cliché. Lo sguardo dice tutto. Saldo, sereno, lucido sembra scrutare con impressionante nitidezza, con dolore, ma con coraggio un orizzonte molto profondo pieno di pesanti nuvole. Si percepisce ciò che avviene nella sua anima come in quella di un capitano, attonito con la massa della bufera che si avvicina, ma disposto a proseguire intrepidamente nella rotta tracciata. Questa risoluzione del Papa Santo la si nota d'altronde in tutto il suo essere: anche qui, il corpo verticale e forte da una viva impressione di risolutezza malgrado l’età.
Quanto sia grande il fardello delle preoccupazioni, lo dice il capo un po’ pendente, il corpo quasi impercettibilmente arcuato. Il Papa sembra attingere l’apice del suo Calvario. Ha l’anima amareggiata dai peccati del mondo, e vede in lontananza i castighi che si accumulano all’orizzonte.
È la Guerra Mondiale che si avvicina, con il suo corteo di disastri materiali e morali, le rovine politiche, sociali, economiche e principalmente religiose del dopo guerra. Ma tutto il suo stato d’animo è di chi conserva una grande pace interiore : ecce in pace amaritudo mea amarissima… 20 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
Un modello per i nostri giorni
di Augusto de Izcue
Lo scorso 4 agosto si è celebrato il 120° anniversario dell’elezione di San Pio X al Soglio Pontificio. Egli si staglia come modello di fermezza e di prudenza.
B
onsoir, Emminence. Enfin j’ai l’honneur de faire la connaissance du Patriarche de Venise. Très enchanté!
- Gallice non loquor.
Gallice non loquis? Ergo non es papabilis!
- Verum est, Emminentissime Domine, non sum papabilis. Deo gratias!
Questo insolito dialogo fra il cardinale Victor Lécot di Bordeaux e il cardinale Giuseppe Sarto, svoltosi durante il Conclave del luglio 1903, riassume il concetto che in molti avevano dell’allora Patriarca di Venezia: un bravo curato campagnolo che non sapeva nemmeno parlare il francese e che, dunque, non era per niente “papabile”.
La fermezza di un Vescovo
Eppure, come vescovo di Mantova il porporato aveva già dato mostre d’una chiarezza di vedute nonché d’una fermezza di animo che ne avrebbero avallato un concetto ben più lusinghiero. Bastino due esempi.
A Mantova vi era l’uso che il 14 maggio, genetliaco del re Umberto, le autorità civili e militari assistessero al Te Deum in Cattedrale e poi passassero per una cerimonia simile alla Sinagoga. Questa parificazione tra la Cattedrale e la Sinagoga urtava il sentimento di mons. Sarto, il quale nel 1889, pochi giorni prima del 14 marzo, si decise di mettere fine alla consuetudine, ponendo alle autorità cittadine questo chiaro dilemma: o in Cattedrale o in Sinagoga.
Sconcertato per questo ultimatum, il Prefetto della città chiese istruzioni sul da farsi all’On. Crispi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri. La risposta del vecchio garibaldino, che ben conosceva il carattere di mons. Sarto, fu: né il Cattedrale né in Sinagoga. E così fu risparmiata a Mantova questo uso che aveva destato non poca confusione fra i fedeli.
In un altro episodio, il Sindaco di Cavriana, uno dei grossi paesi della Diocesi, ci teneva a solennizzare il 20 settembre, anniversario della breccia di Porta Pia. Abusando della debolezza del Parroco, voleva che fossero suonate le campane. Venendo a conoscenza del fatto, mons Sarto andò personalmente in paese quel giorno, proibì che suonassero le campane e poi spiegò al popolo riunito nella Chiesa madre: “Le campane non devono servire per commemorare avvenimenti che hanno fatto piangere il Vicario di Cristo, offeso la Chiesa, contristato il cuore dei cattolici di tutto il mondo”. Inutile dire che il Sindaco dovette piegarsi.
Casa natía di S. Pio X, a Riese (TV)
TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 21
S. Pio X
Il Cireneo di san Pio X
di Plinio Corrêa de Oliveira
In occasione della sua visita a Roma nel 1952, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira inviò al Vaticano una comunicazione riguardante la causa di beatificazione del cardinale Rafael Merry del Val (1865-1930), Segretario di Stato di Papa Pio X, allora non ancora canonizzato. Il documento originale, scritto in francese, è conservato presso l’Archivio Apostolico Vaticano.
I
l passare del tempo, che lentamente colloca ogni personalità nella sua vera prospettiva storica, sta lavorando per far conoscere e comprendere meglio la straordinaria personalità del cardinale Merry del Val. Agli occhi di un numero crescente di storici, uomini di pensiero e di azione, il grande cardinale è ormai visto, con l’ausilio di un’accuratissima critica storica, come la personificazione della pietà, della sapienza e della forza.
In Brasile, grazie all’impegno del grande vescovo di Campos, mons. Antonio de Castro Mayer, sta aumentando notevolmente il numero delle persone che conoscono e venerano la memoria dell’indimenticabile Segretario di Stato del beato Pio X.
Visitando Roma, non senza profonda emozione ho percepito – inginocchiato sulla tomba del cardinale Merry del Val – il movimento di profonda venerazione che egli suscita nei visitatori che vi si recano, con raccoglimento e fiducia, per chiedere a Dio che l’aureola che risplende sulla fronte di Pio X risplenda un giorno anche sulla fronte di colui che, giustamente, fu chiamato il suo Cireneo. Roma, 16 luglio 1952
Plinio Corrêa de Oliveira, Priore del Terz’Ordine del Carmelo a São Paulo
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Mons. Sarto, vescovo di Mantova: niente campane per il XX settembre
Umili origini
Nato il 2 giugno 1835 a Riese (TV) nel seno d’una famiglia umile e profondamente cattolica, Giuseppe Melchiorre Sarto conobbi da bambino la povertà. Studente al liceo di Castelfranco Veneto, distante 7 chilometri da Riese, egli doveva fare a piedi il viaggio andata e ritorno portando in mano il suo unico paio di scarpe, che indossava soltanto per entrare in scuola.
Nel 1850 ricevette la tonsura dalle mani del Vescovo di Treviso e una borsa per studiare nel seminario di Padova, dove venne ordinato sacerdote nel 1858. Come vice parroco di Tombolo durante nove anni, cominciò a dare mostre di quelle virtù che faranno le persone esclamare al suo passaggio: ecco un santo!
Nel 1867 fu nominato arciprete di Salzano e, successivamente, canonico della Cattedrale di Treviso, Rettore del seminario diocesano e Vicario Generale. In questa veste egli praticamente governò la diocesi per diversi anni, vista la salute cagionevole del vescovo, mons. Zanelli. Alla morte di questi fu nominato Vicario Capitolare in sede vacante. Tra le sue conquiste vi è quella di aver organizzato l’istruzione religiosa per gli allievi delle scuole pubbliche, all’epoca perfettamene laiche.
La sua fama di uomo santo nonché di eccellente amministratore gli valse nel 1884 la nomina di vescovo di Mantova. La sua prima preoccupazione fu quella di ripristinare il seminario che, in meno di un anno, decuplicò il numero di iscritti. Diffuse anche la teologia tomista e il canto gregoriano, inaugurando le scuole serali di dottrina cattolica per adulti. Creato cardinale nel 1893, fu nominato Patriarca di Venezia. Dovette però aspettare 18 mesi per prendere possesso della sua sede, dovuto all’opposizione del governo. Come Patriarca ebbe le prime divergenze con i cosiddetti democratici cristiani, le cui dottrine condannò con fermezza.
Un Papa coraggioso
Alla morte di Leone XIII, nel 1903, partì alla volta di Roma per partecipare al Conclave. Le prime votazioni diedero la preferenza al Cardinale Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII
ritenuto da molti il suo naturale successore. Con non poca sorpresa, però, il Patriarca di Venezia raccolse alcuni consensi. “Le Loro Eminenze si divertono alle mie spese...”, commentava turbato.
Quando ormai l’elezioni di Rampolla era data per scontata, successe il colpo di scena che avrebbe cambiato la storia della Chiesa nel secolo XX. Chiedendo la parola, il Cardinale Puzyna di Cracovia dichiarò che l’Imperatore di Austria-Ungheria, Francesco Giuseppe, intendendo far uso di antica prerogativa, lanciava il veto contro l’antico Segretario di Stato. Allora le preferenze si volsero per il Cardinale Sarto che, però, non si sentiva all’altezza della missione.
A questo punto, il Cardinale Decano incaricò il Segretario del Sinodo, mons. Rafael Merry del Val, di recarsi dal Patriarca per pregarlo di accettare. Ecco il suo racconto:
“Era circa mezzogiorno quando entrai nella silenziosa e oscura Cappella Paolina. La lampada ardeva di vivida luce davanti al SS.mo Sacramento ed in alto, ai lati del quadro di Nostra Signora del Buon Consiglio, erano accese alcune candele. Scorsi un Cardinale inginocchiato sul pavimento, assorto in profonda preghiera, con la testa fra le mani. Era il Cardinale Sarto. M’inginocchiai al suo fianco e, a voce bassa, gli manifestai la commissione affidatami.
“Sua Eminenza, appena ebbe inteso la mia ambasciata, sollevò la testa e volse lentamente il suo sguardo verso di me, mentre copiose lacrime sgorTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 23
S. Pio X
Litanie dell’umiltà del cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta Discendente di nobili famiglie spagnole e inglesi, abituato a frequentare ambienti altolocati, il cardinale Merry del Val compose una “Litania dell’umiltà”, che recitava ogni giorno dopo la Messa.
O Gesù! mite ed umile di cuore! – Esauditemi. Dal desiderio di essere stimato – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere amato – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere decantato – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere onorato – Liberatemi Gesù. Dal desiderio di essere lodato – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere preferito agli altri – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere consultato – Liberatemi, Gesù. Dal desiderio di essere approvato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere umiliato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere disprezzato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di soffrire ripulse – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere calunniato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere dimenticato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere preso in ridicolo – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere ingiuriato – Liberatemi, Gesù. Dal timore di essere sospettato – Liberatemi Gesù. Che gli altri siano amati più di me – Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! Che gli altri siano stimati più di me – Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! Che gli altri possano crescere nell'opinione del mondo e che io possa diminuire – Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! Che gli altri possano essere impiegati ed io messo in disparte – Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! Che gli altri possano essere lodati ed io, non curato – Gesù, datemi la grazia di desiderarlo! Che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa – Gesù, datemi la grazia di desidesirarlo! Che gli altri possano essere più santi di me, purché io divenga santo in quanto posso – Gesù datemi la grazia di desiderarlo! 24 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
gavano dai suoi occhi. Davanti a così grande angoscia trattenni quasi il respiro nell’attesa di una sua risposta.
“Si, si, monsignore, dica al Cardinale Decano che mi faccia questa carità.
“In quel momento mi sembrò che egli ripetesse le parole del Divino Maestro nell’Orto del Gethsemani: Transeat a me calix iste. “Le sole parole che io ebbi la forza di pronunciare furono: Eminenza, si faccia coraggio!”
Coraggio, ecco ciò che contraddistingue il pontificato di S. Pio X. Spinto da un ardente “zelo per la casa del Signore” (Sal. 68,10), egli contrastò gli errori della Rivoluzione a 360 gradi: dal campo teologico a quello socio-politico, dal campo artistico a quello liturgico, dal campo morale a quello diplomatico. Nell’impossibilità di riassumere in poche righe il suo pontificato, ci limitiamo a risaltarne alcuni aspetti.
Istaurare omnia in Christo
S. Pio X riteneva “la malattia dei nostri tempi” la radicale negazione dei diritti di Dio, sia nelle anime che nella società. Quindi il suo lemma: Istaurare omnia in Christo.
Questa restaurazione era anzitutto spirituale. Il Pontefice si trovava davanti un mondo in crisi. Per lui, tutti i problemi non erano che aspetti di un’unica crisi fondamentale che aveva come specifico campo d’azione l’uomo stesso. In altri termini, si trattava d’una crisi della Fede nel più profondo dell’anima dell’uomo contemporaneo, che da qui inquinava tutti gli aspetti della sua personalità e tutte le sue attività. Bisognava prima di tutto convertire l’umanità peccatrice.
que, difendere la verità e la legge di Cristo, (...) ricondurre sulle vie dell’equità così nella vita pubblica come nella privata, sia sul terreno politico e sia su quello sociale tutti gli uomini. (...) Sappiamo benissimo che Noi urteremo non pochi. (...) Il Sommo Pontefice, investito da Dio del supremo Magistero, non può assolutamente separare le cose che appartengono alla fede ed ai costumi dalla politica. (...) Dunque, ufficio nostro apostolico è di confutare e rigettare i principi della moderna filosofia e le sentenze del diritto civile che mettono le cose umane per una via contraria al prescritto della legge eterna”. (Enciclica E supremi apostolatus).
Il contrasto al cattolicesimo democratico
A metà dell’800, come risposta alle ingiustizie causate dalla rivoluzione industriale, era sorto il cosiddetto “cattolicesimo sociale” che, purtroppo, si era lasciato influenzare in alcuni suoi ambienti da dottrine e da atteggiamenti di matrice socialista. Questo cedimento a sinistra diede origine alla corrente nota come “cattolicesimo democratico”.
Capeggiata da don Romolo Murri, questa corrente sovversiva prese il sopravento all’interno del movimento cattolico italiano nel 1903, nel corso del 19° congresso nazionale dell’Opera dei Congressi tenutosi a Bologna. Profondamente dispiaciuto per l’esito del congresso e, in modo generale, con la piega che avevano preso alcuni settori dell’Opera, nel dicembre 1903 S. Pio X pubblicò il motu proprio Fin dalla prima, in cui delineava un “ordinamento fondamentale per l’azione sociale dei cattolici”. Due brani ne sintetizzano lo spirito:
Donde la riforma dei seminari e degli studi ecclesiastici, la comunione precoce per i bambini, il ripristino della liturgia e del canto sacro, la promozione della teologia scolastica e tante altre iniziative che fanno del suo pontificato uno dei più “spirituali” dei tempi moderni.
Ma la restaurazione doveva essere anche temporale. S. Pio X aveva una chiara idea che non bastava la conversione delle anime. Bisognava pure restaurare la civiltà cristiana: “Nostro dovere è, dunDon Romolo Murri, ispiratore della Democrazia cristiana: scomunicato TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 25
S. Pio X Papa Sarto nel suo letto di morte
Dopo ripetuti e inutili avvertimenti, S. Pio X si vide costretto a passare all’azione. Nel 1906 egli pubblicò l’enciclica Pieni l’animo, nella quale condannava severamente le tendenze innovatrici. Ma la battaglia era appena cominciata. Nell’allocuzione del 17 aprile 1907, egli stigmatizzò “questo assalto che costituisce non solo una eresia ma la sintesi, l’essenza velenosa di tutte le eresie”. Poi, il 3 luglio, il Santo Uffizio pubblicò il decreto Lamentabili Sane Exitu, contenente un syllabus di 65 proposizioni moderniste condannate. “La Società umana, quale Dio l’ha stabilita, è composta di elementi ineguali, come ineguali sono i membri del corpo umano: renderli tutti eguali è impossibile, e ne verrebbe la distruzione della medesima Società. (...)
“L’uomo ha sui beni della terra non solo il semplice uso, come i bruti; ma sì ancora il diritto di proprietà stabile: né soltanto proprietà di quelle cose, che si consumano usandole; ma anche di quelle cui l’uso non consuma”.
I cristiani democratici risposero con insolenza. Forse un’altro Pontefice avrebbe scelto di temporeggiare. S. Pio X, invece, non esitò. Dopo aver pubblicato l’enciclica Il fermo proposito, egli scomunicò don Murri e chiuse l’Opera dei Congressi. Nel 1910, con la lettera apostolica Notre Charge Apostolique, egli condannò una simile corrente in Francia, il movimento Le Sillon capeggiato da Marc Sangier, sopranominato “il profeta della democrazia cristiana”.
La lotta contro il Modernismo
Ma forse ciò che ha contraddistinto di più il suo pontificato sia stata la lotta contro il Modernismo.
Covato in ambienti intellettuali di “avanguardia” sotto forme variegate e non sempre d’accordo tra loro verso la fine dell’800, il Modernismo voleva attuare profonde riforme nella dottrina e nella struttura della Chiesa, a pretesto di adattarla allo “spirito dei tempi”. Secondo Alfred Loisy (1857-1940), principale esponente della corrente, lo scopo era “cambiare la Chiesa, la sua costituzione, le sue dottrine e i suoi riti” (Alfred Loisy, citato in Vincent Maumus, Les Modernistes, Beauchesne, Parigi 1909, p. 93).
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Finalmente, l’8 settembre S. Pio X pubblicò l’enciclica Pascendi Dominici Gregis, nella quale qualificava il Modernismo “la cloaca dove sfociano tutte le eresie”, e i modernisti “i più perniciosi avversari della Chiesa”. Diversi esponenti della corrente furono successivamente scomunicati.
Tutti gli storici coincidono nel ritenere che questi energici interventi ritardarono la comparsa del “progressismo” e del “catto-comunismo” di almeno mezzo secolo.
Il supremo sacrificio
S. Pio X si oppose strenuamente alla I Guerra Mondiale. La prospettiva d’un conflitto generalizzato, con l’inevitabile sequela di morte e di distruzione, dilacerava il suo cuore di pastore. Egli fremeva nel considerare che, vista la triste situazione morale dell’epoca, molte anime si sarebbero perse.
Ma la sua posizione non aveva niente di quel pacifismo sdolcinato e arrendevole, un pacifismo fine a se stesso, che si è fatto largo in ambienti cattolici solo molto tempo dopo. Papa Sarto era soprattutto preoccupato con i danni che tale guerra avrebbe fatalmente arrecato alla civiltà cristiana che egli con tanto affanno voleva restaurare: “Invitai il mondo a istaurare omnia in Christo perché previde la tempesta quando gli altri si ostinavano a non vedere. Ormai è troppo tarde. Per noi, per la Chiesa, l’Europa è lo spirituale, il sacro e pacifico impero che i martiri e i santi hanno creato e unificato sulle rovine del paganesimo e della barbarie. Adesso la civiltà precipita verso la catastrofe”.
S. Pio X morì il 21 agosto 1914 sopraffatto dalla tristezza nel vedere che la guerra che egli aveva tanto temuto era purtroppo scoppiata.
Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira
Lepanto: vittoria della fiducia eroica di Plinio Corrêa de Oliveira
Il 7 ottobre 1571 la flotta cristiana riportava una grande vittoria sulle forze della mezzaluna. La battaglia di Lepanto non solo salvò l’Europa dalla minaccia islamica, ma ridiede animo alla Cristianità, allora impegnata nella ControRiforma. La vittoria fu merito di Papa S. Pio V, che vide premiata la sua fiducia nella Madonna Ausiliatrice.
L
e fonti cattoliche che raccontano la battaglia di Lepanto spesso non menzionano un dato importantissimo, che è presente in alcune fonti musulmane. Queste ultime dicono – e fin qui tutte le fonti cattoliche sono d’accordo – che ci fu un determinato momento in cui la situazione dei cattolici sembrava disperata. C’era stato uno scontro terribile fra le due armate a bordo delle navi, e in questo scontro, a un certo momento, noi cattolici stavamo battendo in ritirata e la situazione sembrava completamente persa.
All’improvviso, quando meno lo si attendeva, i musulmani cominciano a indietreggiare, e qualcuno di loro ai quali si chiede che cosa stia succedendo risponde che è apparsa in cielo una Signora in abiti da regina e li ha guardati con uno sguardo così terribile che è mancato loro del tutto il coraggio e sono fuggiti. Riflettiamo su questa situazione. Si tratta di una battaglia navale, la maggiore fino ad allora combattuta nella storia, che creava una “suspense” in tutta la Cristianità, perché lì si giocava in un certo senso il futuro dell’Europa. L’Europa era miseramente divisa
fra cattolici e protestanti: i protestanti avevano aperto una breccia nel seno della Cristianità e i Paesi cattolici, già provati dalla lotta contro i protestanti, non sarebbero riusciti a resistere se nel Sud dell’Italia fossero sbarcate forze musulmane importanti. Roma sarebbe caduta nelle mani dei musulmani e non si sa chi avrebbe potuto fermare la loro avanzata. Umanamente parlando, la causa cattolica sembrava perduta.
In questa immensa battaglia navale combattevano quattro potenze cristiane convocate da San Pio V: – la Spagna, la maggiore potenza del tempo; – Venezia, che era una potenza navale apprezzabile ma soprattutto aveva molto denaro, con cui contribuiva a questa crociata; – Genova, che offriva un grande ammiraglio, Andrea Doria, per guidare le sue navi nella battaglia: – e una piccola squadra del Papa, che era quanto poteva mettere in campo perché tutte le forze cattoliche fossero presenti di fronte a un nemico tanto potente e brutale. Le sorti della battaglia erano incerte. Le descrizioni concordano nel dirci che fu terribile, una carneficina tremenda. I cattolici abbordavano le navi musulmane, alcuni musulmani erano già sulle barche cattoliche, si uccideva e si moTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 27
Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira
riva da una parte e dall’altra, le navi si scontravano e alcune andavano in pezzi. Navi che affondano, gente gettata in mare con l’armatura che dopo qualche tentativo di restare a galla annega. Tuonare di cannoni, rumori tremendi, confusione. E i cattolici che arretrano… In questo momento della lotta, il comandante Don Giovanni d’Austria invoca l’aiuto di Nostra Signora e le forze cattoliche fanno ricorso alla fede, chiedendo alla Madonna che scenda in campo al loro fianco.
Possiamo immaginare lo sforzo di Don Giovanni d’Austria per raccogliersi e prendere, per così dire, le distanze dalla battaglia. Sta in mezzo alla lotta, con un nemico alle spalle e uno di fronte, colpendone uno che gli arriva contro e non sapendo da che parte voltarsi. A questo punto tuttavia prende una distanza mentale dall’avvenimento per volgersi alla sua fede, per guardare alle sorti generali della battaglia e accorgersi che la sta perdendo, benché i cattolici moltiplichino i loro sforzi con grande zelo. Sopra: Don Giovanni d’Austria, comandante della flotta cristiana Sotto: S. Pio V e la visione della vittoria a Lepanto
Immaginiamo lo spirito di fede di chi lotta e non si arrende, di chi dà la vita per una causa che dal punto di vista umano sembra molto compromessa. Ma questo prima che intervenga Nostra Signora! Si può dire che sperò contro ogni speranza, che ebbe fiducia contro le ragioni che lo inducevano a disperare. In effetti umanamente non c’era speranza e non fu per ragioni umane che i musulmani si ritirarono. Ma nello stesso tempo fu per la fiducia che avevano nell’intervento di Nostra Signora che Ella apparve nel punto più alto del cielo.
Curiosamente sembra che l’abbiano vista i nemici ma non i cattolici. Le truppe islamiche comunque fuggirono. Questo significa che quei combattenti cattolici ebbero il merito della fede pura, della fede oscura: non videro il miracolo, ma sentirono gli effetti del miracolo. Fu necessario che il nemico raccontasse del miracolo, che i nemici spiegassero perché erano fuggiti per rendersi conto che in effetti la preghiera era stata esaudita.
Quanta fede in questa situazione critica, in questa giornata storica! La battaglia era persa, o quasi persa. Avrebbero potuto pensare: “Salviamo almeno la pelle, arrendiamoci. Se combatto sono morto, se mi arrendo diventerò schiavo dei musulmani ma qualcuno pagherà il riscatto per me e dopo qualche mese sarò libero”. Non lo pensarono. Ciascuno si disse: “Vedo in mare come si dibattono nelle ultime angustie uomini che stanno morendo della stessa morte che mi attende. Ho fiducia che se muoio volerò in Cielo come martire, ma ho anche fiducia nella possibilità della vittoria”. Di fatto questa fiducia fu premiata, e vinsero la battaglia.
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(Traduzione Massimo Introvigne)
1994: la rinuncia del Papa e l’elezione di un Pontefice argentino di Plinio Corrêa de Oliveira
Nel novembre 1994 circolarono a Roma voci di una possibile rinuncia di Papa Giovanni Paolo II. In una riunione per soci e cooperatori della TFP brasiliana, Plinio Corrêa de Oliveira analizzò tale ipotesi, comentandone le conseguenze e aprendo alla possibilità dell’elezione di un Pontefice argentino.
I
l giornale O Estado de S. Paulo dello scorso 2 novembre cita una dichiarazione di Vittorio Messori che, come ben ricorderete, fece a Giovanni Paolo II la famosa intervista poi trasformata nel libro Varcare la soglia della speranza. Afferma Messori: “Dicono che il Papa sia vecchio e malato per fomentare l’idea che egli si stia aggrappando al potere per mera ambizione, nonostante sia in condizioni precarie”. Secondo Messori, manipolando indiscrezioni sulla salute del Papa, la stampa starebbe creando un clima psicologico per costringerlo a dimettersi. Questa notizia è molto importante, secondo il vecchio proverbio “non c’è fumo senza fuoco”. In effetti, si sente nell’aria un certo fumo. Qualche voce circola infatti nel senso che Giovanni Paolo II sia talmente menomato da dover pensare alle sue dimissioni.
mettere in dubbio la validità della rinuncia. La rinuncia è un atto giuridico, e la validità di ogni atto giuridico dipende dalla piena libertà con cui hanno agito gli attori. Stanno anche circolando voci secondo cui Giovanni Paolo II abbia ormai superato l’età in cui ogni vescovo dovrebbe automaticamente passare allo status di emerito. Se tutti i vescovi, anche quelli di diocesi piccole e quindi facili da governare, devono rinunciare dopo una certa età, questo non sarebbe valido anche per la diocesi di Roma?
Qualcuno dirà che il Papa è giudice supremo, e sta perfino al di sopra del Diritto Canonico. Ed è vero. In questo caso, dicono però le voci, nessuno
Ora, quale sarebbe la conseguenza di un’eventuale rinuncia di Giovanni Paolo II? Quando una persona in legittimo possesso di una carica si dimette, perde quella carica e la cosa in principio finisce lì. Può sorgere, però, la questione se la rinuncia sia stata perfettamente libera e consapevole. Perché se non è stata libera e consapevole, si può Nel 1994 circolarono voci di una possibile rinuncia di Papa Giovanni Paolo II. Plinio Corrêa de Oliveira ne analizzò le conseguenze
TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 29
Vera e falsa destra secondo P. Garrigou-Lagrange, O.P.
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el 1938, l’eminente teologo domenicano P. Réginald Garrigou-Lagrange – campione della lotta contro il Modernismo e la Nouvelle Théologie – visitò la sede del giornale Legionário, di Plinio Corrêa de Oliveira, a San Paolo del Brasile. Era l’epoca dell’apogeo di certi movimenti nazionalisti che si presentavano come di “destra”. Il leader brasiliano fece allora una domanda al teologo francese, alla quale questi rispose per scritto: “La Chiesa è di destra o di sinistra?”: «Voi mi chiedete, cari Signori, cosa penso di questa formula che molti amano usare oggi: “La Chiesa non è né di destra né di sinistra”.
«Personalmente sono un uomo di destra e non vedo perché dovrei nasconderlo. Credo che molti di quelli che usano la formula citata la usino perché lasciano la destra per camminare verso la sinistra e, volendo evitare un eccesso, cadono nell’eccesso opposto come è successo in Francia in questi ultimi anni.
«Credo inoltre che la vera destra non vada confusa con la falsa destra, che difende un ordine falso e non quello vero. La vera destra, che difende l’ordine fondato sulla giustizia, sembra essere un riflesso di quella che la Scrittura chiama la destra di Dio quando dice che Cristo siede alla destra del Padre suo e che gli eletti saranno alla destra dell’Altissimo».
(Legionário, 11 settembre 1938, p. 1.)
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Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira “Il problema della legittimità della rinuncia del Papa può portare a una situazione di caos all’interno della Chiesa” deve essere giudice nella propria causa. Questo non vale anche per il Papa? Questa circostanza crea una situazione dolorosa per ogni Papa che abbia superato il limite di età e stia fisicamente menomato. Potrebbe dare l’impressione – agli spiriti più o meno malevoli – di un uomo che si aggrappa alla carica per il gusto del potere, invece di dare l’esempio dimettendosi.
Resta comunque il problema della legittimità della rinuncia. Perché, una campagna di voci per cui il Papa sarebbe troppo vecchio e malato, potrebbe costringerlo alle dimissioni. Egli è sotto pressione e in situazione alquanto spiacevole, accusato di aggrapparsi alla carica solo per il gusto del potere. In questo caso, la libertà dell’atto di una sua eventuale rinuncia potrebbe essere discutibile.
Ciò solleverebbe un altro problema: il conclave che elegga il suo successore, agirebbe bene? E abbiamo quindi una situazione che può portare a un vero caos all’interno della Chiesa. Si aprono dissidi a non finire, che possono arrivare a una spaccatura nella Chiesa in preda al caos.
però, menzionare un’ipotesi sollevata da Jean Guitton, l’amico di Paolo VI. Secondo lui, il prossimo Papa potrà essere un argentino. Ciò mi sembra plausibile: i quattro cardinali argentini sono tutti di origini italiane e, quindi, sono atti a una formula di compromesso tra il passato dei Papi italiani e il futuro dei Papi di altri mondi. * Riunione per soci e cooperatori della TFP brasiliana, 12 novembre 1994, tratto dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’autore.
Non so se questa sia la situazione alla quale si vuole arrivare. Ma io mi domando se, da parte di qualcuno, non vi sia l’intenzione di creare un tale marasma nella Chiesa.
L’articolo di O Estado de São Paulo cita anche il teologo progressista Hans Küng: “Ritengo pericoloso che l’elezione di un Papa avvenga alla presenza del suo predecessore, perché ciò limiterebbe la libertà del Collegio cardinalizio”.
Comunque sia, mi sembra che l’ipotesi della rinuncia di Giovanni Paolo II stia prendendo corpo. Fra i possibili successori i giornali menzionano i cardinali Martini, di Milano; Daneels, di Bruxelles; Vlk, di Praga; e Moreira Neves, del Brasile. Io vorrei, Nel 1994 già si parlava dell’elezione di un Papa argentino
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Recensione libraria
La tiara e la loggia
La lotta della massoneria contro la Chiesa
«L
a tiara e la loggia. La lotta della massoneria contro la Chiesa», questo il titolo del più recente libro di Gaetano Masciullo, pubblicato da Fede&Cultura, di Verona. La prefazione è a cura di mons. Nicola Bux. È un’opera dalla lettura appassionante (e inquietante), frutto di approfondite ricerche, presentate in modo sereno e scrupoloso, cosa importantissima trattandosi di un tema parecchio scottante e non facile da esporre. Per quasi trecento pagine, il giovane autore passa in rivista la storia della massoneria e la sua secolare lotta per distruggere la Chiesa e la Civiltà cristiana. L’opera ha innumerevoli pregi. Il primo è, senza dubbio, rintracciare le radici della massoneria fino all’antica gnosi e alla corrente cabalistica – cioè, la
tradizione occultistica ebraica – e tramite esse all’ermetismo, al catarismo e altre correnti semi-segrete, sfatando così il luogo comune che fissa l’origine della massoneria nel 1717, anno di fondazione della prima loggia a Londra.
C’è un principio storico, spiegato dagli autori che hanno studiato il tema: “Quand elle se montre, elle se cache”. Cioè, quando la massoneria si mostra, è perché previamente ha già nascosto un’altra realtà. Gli autori parlano di “arrière-loges”, ossia trans-logge, molto più insidiose e importanti nell’avanzamento della cospirazione anticattolica. In questo senso, la massoneria sarebbe solo la punta dell’iceberg. Il 1717 segna l’esordio di un certo tipo di massoneria alla luce del sole, non certo della cospirazione contro la Chiesa, iniziata già durante la vita terrena di Nostro Signore Gesù Cristo. Leggiamo, infatti, nel Vangelo di S. Giovanni (9,22): “I Giudei si erano già accordati che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga”. Leggiamo ugualmente negli Atti degli Apostoli: “I Giudei ordirono una congiura e fecero voto con giuramento esecratorio di non toccare né cibo né bevanda, sino a che non avessero ucciso Paolo” (At 23,12).
Questo per non andare ancor più indietro, fino all’ “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3,15). Possiamo dire che il demonio ha iniziato a cospirare sin da quando S. Michele lo scacciò dal Cielo (Ap 12,9). Infatti, la prima cosa che fece il drago fu attaccare la Madonna: “Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio” (Ap 12,13).
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Un altro, grande, pregio del libro che stiamo recensendo è il vedere la massoneria come un elemento all’interno di una più vasta cospirazione. “Non dobbiamo infatti pensare che la Massoneria sia l’unica faccia del nemico – scrive Masciullo – La Massoneria è stato solo un mezzo per condurre una guerra che è ben più vecchia di quella iniziata nel 1717 (…) La Massoneria è stata certamente fino a oggi il mezzo più organizzato della guerra contro la Chiesa
Le sociétés de pensée, ispirate dalla Massoneria, ebbero un ruolo centrale nella diffusione delle idee rivoluzionarie in Francia
cattolica, e quindi il più efficace” (enfasi nell’originale). Infatti, Masciullo parla più genericamente di “società segrete che sono nate nella modernità”.
Anche Plinio Corrêa de Oliveira preferiva parlare genericamente di “forze segrete”. Scrive il pensatore cattolico: “Le forze propulsive della Rivoluzione sono state manovrate fino a oggi da agenti astutissimi, che se ne sono serviti come di mezzi per realizzare il processo rivoluzionario. In modo generale, si possono qualificare agenti della Rivoluzione tutte le sette, di qualunque natura, da essa generate, dalla sua nascita fino a oggi, per la diffusione del pensiero o per l’articolazione delle trame rivoluzionarie. Però, la setta madre, attorno alla quale si articolano tutte le altre come semplici forze ausiliarie – talora consapevolmente, tal’altra inconsapevolmente – è la massoneria, come si rileva chiaramente dai documenti pontifici e specialmente dall’enciclica Humanum genus di Leone XIII”.
Un altro aspetto meritevole di commento è il trattamento della massoneria non solo come cabala cospiratrice (livello cui si fermano non pochi tradizionalisti), ma anche come officina di idee rivoluzionarie e come manipolatrice di cattive tendenze. Quest’ultimo è un aspetto importantissimo dell’opera delle forze segrete, più volte accennato da Masciullo, e comunque meritevole di un ulteriore approfondi-
mento. È, infatti, da queste profondità che scaturisce la spinta rivoluzionaria. Semmai le idee ne sono conseguenze.
Spiega Plinio Corrêa de Oliveira: “Il successo che fino a ora hanno ottenuto questi cospiratori, e specialmente la massoneria, è dovuto non solo al fatto di possedere una incontestabile capacità di organizzarsi e di cospirare, ma anche alla loro lucida conoscenza di ciò che costituisce l’essenza profonda della Rivoluzione, e del modo di utilizzare le leggi naturali – parliamo di quelle della politica, della sociologia, della psicologia, dell’arte, dell’economia, ecc. – per far procedere la realizzazione dei loro piani. In questo senso gli agenti del caos e della sovversione fanno come lo scienziato che, invece di agire con le sue sole forze, studia e mette in azione quelle, mille volte più potenti, della natura”.
Buona parte del libro è dedicata alla disamina di ciò che Masciullo chiama “la teologia della massoneria”, cioè i suoi contenuti psicologici, culturali, filosofici e teologici, senza i quali si rischia di cadere nel “cospirazionismo” grezzo (“Tizio è massone, ecco quindi tutto spiegato”). Solo una prospettiva teologica, ampia e profonda, riesce a dare un significato alla storia dell’umanità e, in concreto, al processo rivoluzionario iniziatosi nel secolo XVI. Perciò l’autore si richiama all’esempio del noto pensatore TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 33
L’autore
Recensione libraria
cattolico brasiliano: “Il punto di riferimento del presente saggio dal punto di vista della teologia della storia è stato Plinio Corrêa de Oliveira (19081995), che ha messo a punto una coerente teoria della Rivoluzione e del suo opposto, la Contro-Rivoluzione”.
Passando alla parte storica, l’autore passa in rivista la diffusione di dottrine esoteriche nel Medioevo e la nascita delle tendenze e delle correnti – allora perlopiù sotterranee – che finirono per minare il maestoso edificio della Civiltà cristiana, portandolo quindi alla rovina. Ne fu conseguenza la prima Rivoluzione, il protestantesimo. Dalla continuità di queste corrente sorse l’Illuminismo che, col concorso di sette e movimenti segreti come gli Illuminati di Baviera, misero le fondamenta per la seconda Rivoluzione, quella francese. Non senza aver prima soppresso l’ordine dei gesuiti, per sgomberare il terreno da possibili reazioni.
Un capitolo è dedicato all’indipendenza americana del 1776, sulla quale io farei qualche distinguo. Sebbene, come afferma Masciullo, sembri stabilito che non tutti i Founding Fathers fossero massoni, non possiamo perciò non chiamarla una vera e propria Rivoluzione. Essa, infatti, giocherà un ruolo fondamentale nell’avanzamento del processo rivoluzionario nei secoli successivi, tramite la diffusione di ciò che venne a chiamarsi “americanismo”, uno stato di spirito prima di essere una dottrina, tra l’altro condannato da Leone XIII nell’enciclica Testem benevolentiae e nella lettera Longinqua oceani. Basta considerare, per esempio, il ruolo fondamentale che ebbe l’americanismo nel sorgere dell’eresia modernista. Dopo una ben meritata ramanzina a Napoleone (“diffusore degli ideali massonici in Europa”), Masciullo entra nello studio della “Rivoluzione italiana”, con la triste carrellata di figure risorgimentali, tutte legate agli ambienti massonici e carbonari, fino alla nefasta Breccia di Porta Pia, che segnò la fine del potere temporale dei Papi. Il piano massonico per 34 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
l’Italia si era compiuto, con la decisa partecipazione di Casa Savoia.
Non poteva mancare un capitolo dedicato alla feroce lotta della massoneria contro l’Impero asburgico, finita anch’essa con la vittoria rivoluzionaria nel 1918. Sopraviene la terza tappa del processo rivoluzionario: il comunismo.
Parlando del Partito socialista italiano, Masciullo solleva un problema strategico che, a mio avviso, andrebbe trattato in modo un po’ diverso: il supposto contrasto tra la “teoria rivoluzionaria massonica” e la “teoria rivoluzionaria social-massimalista o comunista”, l’una gradualista, l’altra sovversiva. In realtà si tratta di due facce della stessa moneta, ognuna con un ruolo preciso all’interno del processo rivoluzionario, tutte e due spinte dalle stesse forze segrete. Scrive in merito Plinio Corrêa de Oliveira: “Questo processo rivoluzionario si manifesta con due diverse velocità. L’una, rapida, è generalmente destinata al fallimento sul piano immediato. L’altra è stata abitualmente coronata da successo, ed è molto più lenta. (...) È necessario studiare la parte di ciascuna di queste velocità nella marcia della Rivoluzione. Si direbbe che i movimenti più veloci siano inutili. Ma non è vero. L’esplosione di questi estremismi alza una bandiera, crea un punto di attrazione fisso che affascina per il suo stesso radicalismo i moderati, e verso cui questi cominciano lentamente a incamminarsi” (3). Arriviamo così al 1945, e a un’affermazione che l’autore sfumerà più avanti come pure in altre sedi: “Nel 1945 è terminata l’epoca massonica della storia moderna. (…) La Massoneria oggi ha terminato la propria funzione storica”. Insomma, la massoneria ha vinto su tutta la linea, e quindi non è più necessaria.
È vero che il passaggio a ciò che Plinio Corrêa de Oliveira chiama la quarta tappa del processo rivoluzionario comporta un cambio nelle strutture che lo promuovono. Ma da ciò non si può dedurre che non ci siano più forze segrete. Anzi. La recente successione in Italia di governi apertamente vicini agli ambienti massonici ne è una prova. Forse, così com’è scomparso un certo tipo di comunismo, quello sovietico, è in procinto di scomparire un certo stile massonico. La Rivoluzione, comunque, continua. E anche la cospirazione soffiata dal padre della menzogna. Una cospirazione destinata al fallimento, poiché le porte dell’inferno mai prevarranno contro la Santa Chiesa.
Il mondo delle TFP
Irlanda: l’azione della TFP preoccupa le lobby LGBT di Damien Murphy
S
Perché le lobby LGBT irlandesi sono “scioccate” e “allarmate” per un campeggio giovanile della TFP?
i è realizzato a luglio il XII Campeggio estivo per giovani organizzato dall’Irish Society for Christian Civilisation, la TFP irlandese. Vi hanno preso parte trentadue ragazzi, provenienti perlopiù dalla stessa Irlanda, ma anche da Italia, Germania, Stati Uniti e Polonia. Quest’anno il tema è stato “La Civiltà cristiana nei suoi grandi personaggi”. Attraverso lo studio di grandi personalità quali Carlo Magno, San Ferdinando di Spagna, San Luigi di Francia, Santa Giovanna d’Arco e altre, si è passata in rassegna la storia della Civiltà cristiana. Molto seguita, per esempio, la conferenza su Owen Roe O’Neill, comandante delle forze cattoliche irlandesi contro Cromwell. Alle riunioni seguivano giochi e attività ricreative, comprese una visita al castello di Dunamaise e
un’escursione in montagna fino alla valle di Glendalough (foto sopra). Un apice è stato, senz’altro, il Rosario per la Vita recitato sulla piazza centrale di Portlaoise. La Messa quotidiana, in rito romano antico, e la disponibilità dei sacramenti, erano garantiti dalla presenza di un sacerdote diocesano. Si è cercato di insegnare ai giovani la Fede cattolica, instillando in loro il senso delle proprie responsabilità di fronte all’attuale situazione. È stato un vero “Call to Chivalry”, cioè un appello alla Cavalleria.
Tanto è bastato per mandare su tutte le furie le lobby LGBT.
L’attacco è partito dal quotidiano online The Journal, che ha pubblicato le rimostranze del consigliere comunale per il Partito social democratico, Chris Pender, che si presenta come “il primo consiTRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 35
Il mondo delle TFP
“Sono scioccata e allarmata perché stanno forzando la dottrina cattolica su questi giovani”
Nuala Killeen, socialista e leader LGBT gliere gay di Kildare”. Egli è un noto attivista LGBT. A dargli manforte c’era la socialista Nuala Killeen, anche lei militante LGBT, conosciuta come “the Irish AOC”, in riferimento alla deputata Alexandria Ocasio-Cortéz, leader della estrema sinistra statunitense (1). Il pezzo è stato subito ripreso e rincarato dal quotidiano online gcn (Gay Community News), portavoce delle lobby LGBT irlandesi (2). Altri organi della sinistra si sono poi aggiunti all’assalto. Sembrava che il campeggio giovanile della TFP fosse diventato un caso nazionale! D’altra parte, la TFP irlandese è stata coraggiosamente difesa da diversi organi cattolici e conservatori, a cominciare da Catholic Arena, Catholic Voice e LifeSiteNews. RTÉ, la televisione pubblica irlandese, chiese un’intervista in merito ai dirigenti della TFP. Un primo commento viene spontaneo: le lobby LGBT contano su ingenti finanziamenti di multinazionali come l’Open Society Foundation di George Soros. Hanno risorse economiche, logistiche e propagandistiche pressoché illimitate. Perché si sentono minacciate (“shocked” è la parola usata) da un campeggio estivo di trentadue ragazzini? È ovvio che, quando la dottrina cattolica viene presentata nella sua integrità, nella sua assolutezza e minuziosità, il demonio traballa. Il demonio si ciba delle nostre indecisioni, delle nostre cedevolezze, della nostra brutta tendenza di scendere a compromessi. Ma non può resistere all’ideale cattolico contro-rivoluzionario presentato con forza e serenità.
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“Si tratta di un’associazione al confine della Chiesa cattolica. Io invece non ho nessun problema con buona parte del clero”
Chris Pender, socialista e leader LGBT
È interessante rilevare, poi, il motivo per cui le lobby LGBT irlandesi attaccano la TFP: “Lottano contro l’immoralità, la bestemmia e l’impurità”. Apparentemente, loro invece promuovono tutto ciò. “Sono scioccata e allarmata perché stanno forzando [la dottrina cattolica] su questi giovani”, dichiara Nuala Killeen, dimenticando le sue battaglie per imporre l’educazione sessuale sin dalla scuola materna.
Ciò che colpisce di più, però, è la disinvoltura con la quale questi militanti LGBT pontificano su chi appartenga alla Chiesa cattolica e chi no. Riferendosi alla TFP, Pender ha dichiarato: “Si tratta di un’associazione al confine della Chiesa cattolica”, forse senza accorgersi che in questo modo ha assunto un ruolo un tempo espletato dalla Santa Inquisizione!
Secondo Pender, buona parte dei preti e delle autorità ecclesiastiche in Irlanda non segue questa linea: “Io non ho nessun problema con loro”.
E forse qui tocchiamo il fondo del problema: se trentadue ragazzini davvero cattolici riescono a inquietare le lobby LGBT, cosa succederebbe se la Chiesa – vescovi, preti, dirigenti laici – si lanciasse in una crociata per la moralizzazione dell’Irlanda? Perché non lo fanno?
In una delle ultime rivelazioni a San Patrizio, l’apostolo dell’Irlanda, Dio promise che, nel giorno del Giudizio, egli siederà alla Sua destra per giudicare insieme il popolo irlandese. Che cosa risponderà chi ha avuto nelle mani il destino spirituale del Paese?
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Il mondo delle TFP
È
L’Inquisizione sinodale - I
il corso il cosiddetto “processo sinodale” che, iniziatosi nel 2019, culminerà con l’Assemblea Generale del Sinodo convocata a Roma il prossimo ottobre, sotto l’egida di Papa Francesco.
Le parole chiave sono “ascolto” e “inclusione”. Si tratta di ascoltare tutto il “popolo di Dio”, specialmente le cosiddette “minoranze emarginate”, salvo poi procedere all’“inclusione radicale” di tutti per plasmare così una nuova chiesa “costitutivamente sinodale”, aperta e fraterna.
All’interno di questo processo, spicca il Synodaler Weg, cioè il Cammino sinodale tedesco, oggetto di forte critiche da parte di alti prelati, e anche di dicasteri vaticani, per le sue proposte erronee e a volte apertamente eretiche, opposte all’insegnamento di Nostro Signore Gesù Cristo e all’istituzione divina della Chiesa.
Per contribuire al dibattito, che teoricamente dovrebbe coinvolgere tutti i cattolici, due mesi fa la TFP tedesca scrisse una rispettosa Lettera aperta a mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburg e forse il principale promotore del Weg. Ampliamente documentata, la Lettera afferma che mons. Bätzing “rompe con la morale cattolica e vuole fondare una Chiesa nazionale”. Il documento fu distribuito nelle piazze e nelle chiese della diocesi di Limburg, che comprende la città di Francoforte. A parte le solite reazioni avverse di qualche progressista, la Lettera aperta della TFP fu benevolmente accolta da un grande numero di fedeli, compresi molti sacerdoti. Naturalmente, essa ebbe ripercussioni anche in tutto il mondo di lingua germanica, a cominciare dall’Austria, Svizzera e Lussemburgo. Quest’ultima piazza è molto importante. Ne è arcivescovo il cardinale Jean-Claude Hollerich, Relatore generale del Sinodo nonché membro del cosiddetto “C9”, il ri-
L’Inquisizione sinodale - II
A
ll’esterno della chiesa dei francescani a Francoforte sul Meno un cartello dallo sfondo arcobaleno recita in inglese: “Accogliamo tutte le taglie, tutti i colori, tutte le culture, tutti i sessi, tutte le credenze, tutte le religioni, tutte le età, tutti i tipi, tutte le persone”. Incoraggiati da una tale disposizione all’“accoglienza”, un gruppo di ragazzi ha iniziato a distribuire davanti alla chiesa una rispettosa Lettera aperta della TFP tedesca a mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburg (che comprende Francoforte), sollevando alcune questioni dottrinali riguardanti il Synodaler Weg, cioè il Cammino sinodale tedesco.
Aprite cielo! In un batter d’occhio, un furioso frate francescano è venuto fuori e, con tanto di dito minaccioso, li ha intimati ad andarsene. Inutile ogni appello al dialogo. “Non c’è accoglienza per voi!”, ripeteva. Sembra che i cattolici non appartengano alla categoria “tutti”... 38 - TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023
“Le tesi reazionarie sono vietate nell’arcidiocesi di Lussemburgo” Mons. Patrick Muller Vicario Generale stretto gruppo di cardinali che consigliano direttamente Papa Francesco. Hollerich si è più volte dichiarato a favore di un’“inclusione” la più amplia possibile, che comprenda anche gli omosessuali e le coppie di fatto. In vena di “inclusione”, egli si è anche dichiarato aperto all’ordinazione sacerdotale delle donne. Ebbene, sembra che tale “inclusione” non comprenda chi non è d’accordo con l’orientamento del Synodaler Weg.
A metà luglio, secondo quanto informa il quotidiano online kath.net, il Vicario generale dell’arcidiocesi di Lussemburgo, mons. Patrick Muller, pubblicò un Comunicato vietando la diffusione del documento della TFP tedesca nelle chiese diocesane. Leggiamo nel comunicato della Curia lussemburghese: «Di recente, ci è stato segnalato con maggiore frequenza che un manifesto “Resistere nella Fede cattolica”, di un’associazione chiamata “TFP Student Action Europe” è stato distribuito all’interno o all’esterno di diverse chiese della nostra diocesi. Questo manifesto prende chiaramente posizione contro il Sinodo, attacca il Papa e diffonde tesi reazionarie».
Parafrasando Orwell, non solo possiamo dire che nella nuova Chiesa sinodale alcuni sono più “inclusi” di altri, ma che alcuni sono definitivamente “esclusi”. Il tenore dei tre punti elencati dal Vicario generale non lascia spazio ai dubbi: assistiamo alla nascita di una nuova Inquisizione sinodale che, in nome del “dialogo”, dell’“accoglienza”, dell’“inclusione” e dell’“ascolto”, nega perentoriamente tutto ciò a chi non sia strettamente allineato con loro.
Continua mons. Muller: «1. La Chiesa cattolica prende espressamente le distanze dalla suddetta associazione, dalle sue idee e dalle sue azioni. 2. Queste o altre pubblicazioni di tale associazione non possono essere distribuite o esposte nelle chiese. 3. Sono vietate le attività o la pubblicità di queste associazioni».
A dx., manifestazione di cattolici tedeschi, con la presenza della TFP, contro il Synodaler Weg, in occasione della V Assemblea sinodale della Conferenza episcopale tedesca, a Francoforte sul Meno TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ / OTTOBRE 2023 - 39
Il mondo delle TFP
Milano: Rosario di riparazione al Sacro Cuore di Gesù
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rganizzato da una cordata di associazioni cattoliche, con la partecipazione della TFP, si è tenuto a Milano un Rosario di riparazione al Sacro Cuore di Gesù, all’indomani della manifestazione nota come “Pride”. I fedeli si sono radunati davanti al Castello Sforzesco, salvo poi procedere in processione fino a piazza Duomo, dove, in conclusione, hanno cantatato la Salve Regina ai piedi della Madonnina.
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Vienna: Rosario pubblico
ella tradizione della Rosenkranz Sundernkreuzugg (Crociata riparatrice del Santo Rosario), la TFP austriaca promuove periodicamente Rosari pubblici in riparazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, chiedendo alla Madonna di allontanare la peste della Rivoluzione. Nella foto, sotto un recente Rosario nella piazza Graben, nel centro storico.
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Varsavia: Petizione al ministro della Cultura
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n diversi teatri della Polonia è in mostra uno spettacolo che inneggia l’eutanasia. “Perché mio padre non può morire come un cane?” Ecco la frase pubblicitaria che riassume lo spirito di questa pezza, direta da M. Pakuli.
Volontari di Krucjata Młodych (Crociata Giovane), il settore giovanile della TFP polacca, hanno realizzato una campagna davanti al Ministero della Cultura, a Varsavia, che è proprio di fronte al Palazzo presidenziale, sulla centrale Krakowskie Przedmieście. Sotto una pioggerella ghiacciata, che a tratti diventava nevisco, i giovani della TFP sollecitavano i passanti a sottoscrivere una Petizione alla ministro della Cultura, affinché ritire il patrocinio ufficiale a questo spettacolo.
Ecuador: conferenza su Gabriel García Moreno
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ella ricorrenza del martirio di Don Gabriel García Moreno, presidente dell’Ecuador ucciso dalla massoneria il 6 agosto 1875, la Sociedad Ecuatoriana Tradición y Acción, consorella delle TFP, ha organizzato una conferenza nell’auditorio dell’Università Espirito Santo, a Guayaquil. In presenza ha parlato Juan Antonio Montes Varas, presidente della Fundación Roma, di Cile, mentre invece si è collegato via zoom SAIR il principe Bertrand d’Orleans e Bragança, Capo della Casa Imperiale del Brasile. I relatori hanno ricordato questa straordinaria figura del cattolicesimo latinoamericano, campeone degli ideali della ControRivoluzione, modello di fedele e modello di governante.
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Il mondo delle TFP
Germania: campagna contro il Synodaler Weg
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niziatasi a Stoccarda, si è conclusa a Würzburg la “Carovana” estiva delle TFP europee. Con lo slogan “Wir bleiben katolisch” - noi restiamo cattolici - la carovana ha percorso decine di città della Germania, diffondendo un manifesto che allervata i fedeli contro i pericoli del cosiddetto Synodaler Weg, il famigerato cammino sinodale tedesco.
I giovani volontari delle TFP hanno potuto verificare di prima mano la grande ignoranza fra i fedeli riguardo al processo sinodale, sementendo così che ci sia stata quella grande consultazione al Popolo di Dio vantata dai suoi promotori. Si è, invece, visto che c’è molta preoccupazione.
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La TFP pubblica un importante libro sul Sinodo In vista del Sinodo sulla sinodalità voluto da papa Francesco, l’associazione Tradizione Famiglia Proprietà ha dato alle stampe un testo per denunciare il concreto e reale pericolo della costruzione di una nuova Chiesa. L’opera si fregia di una prefazione del cardinale Raymond Leo Burke, già Prefetto della Segnatura Apostolica.
L’iniziativa è di respiro mondiale, con edizioni in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco e olandese.
PER RICHIEDERNE UNA COPIA:
scannerizzare il codice QR a fianco e seguire le istruzioni scrivere una mail a info@atfp.it tramite il nostro sito www.atfp.it telefonare allo 068417603
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Como ho “incontrato” il Medioevo di Plinio Corrêa de Oliveira
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vevo intorno ai dieci anni e stavo partecipando al “corteo” del viale Paulista. Era una sorta di sfilata che, in occasione del carnevale, le famiglie dell’aristocrazia facevano lungo questo vialone alberato su macchine decapottabili. Gli adulti vestivano di gala, i bambini invece indossavano costumi di fantasia. C’era aria di festa. Ci si salutava a vicenda e si conversava da una macchina all’altra, mentre i bambini giocavano con lancia-profumi e coriandoli.
Ricordo che, girando sulla via Angelica per imboccare il viale Paulista, vidi una macchina con un gruppo di ragazzine vestite da dame medievali, con quei cappelli conici con un velo che poi scendeva sulle spalle. Esclamai: “Ma guarda che bello!”. Chiese a mio padre, seduto a fianco: “Papà, cosa è quello?”. Egli rispose: “È roba medievale!”. “Cosa?” “Sono costumi del Medioevo”. Io pensai: “Ecco qualcosa di familiare che cercavo da cento anni! Esisto soltanto da dieci anni. Ma era da cento anni che cercavo questo Medioevo! Finalmente l’ho conosciuto. Che meraviglia!”.
Col tempo, sono riuscito a esplicitare ciò che passò per la mia testa di bambino in quell’occasione. Era come se qualcosa fosse sgorgato dal più profondo della mia anima e avesse raggiunto il suo obiettivo. Come se un arrière pensée da sempre presente nella radice del mio spirito avesse trovato il modo di saltare fuori, volando fino alle più alte vette. Quella parola “Medioevo”, da me finora sconosciuta, aveva toccato le fibre più intime del mio essere. Pensai: “Devo studiare questo Medioevo!”.
Ho quindi cominciato a leggere molto sull’argomento, e ho “incontrato” Carlo Magno, San Luigi, le crociate, cose straordinarie! Quelli sì che era gente formidabile! Ho letto poi sugli ordini di cavalleria e decisi: “Fonderò un ordine di cavalleria!”. Mi rendevo chiaramente conto che oggi non si combatte più a cavallo… “Fa niente – pensai – combatterò con la penna, combatterò con la lingua, combatterò col coraggio. Ma io devo fondare un ordine di cavalleria, non fine a sé stesso, ma come strumento di lotta contro la Rivoluzione”. E, infatti, ho fondato la TFP! A dx., l’automobile del Governatore di San Paolo, Washington Luís, nel corteo di carnevale del viale Paulista all’epoca del racconto di Plinio Corrêa de Oliveira