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ARTE E MODA SOGNI E RIVOLUZIONI

I capolavori dei maestri dell’arte in dialogo con le creazioni di couturier e stilisti per indagare il rapporto tra arte e moda. Abiti, accessori, dipinti e sculture restituiscono tre secoli di storia, dall’Ancien Régime alla seconda metà del Novecento, tra cambiamenti, innovazioni e proteste generazionali. Il Museo Civico San Domenico di Forlì ospita “L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968”.

Una grande esposizione che ripercorre il costumedalla Rivoluzione Francese alla Pop Art prendendo in esame circa 300 opere tra quadri, sculture, vestiti d’epoca e contemporanei. Uno specchio del tempo attraverso opere di artisti quali Tintoretto, Balla, Boccioni, Boldini, Canova, Fontana, Hayez, Matisse, Mondrian, Friedrich, e di creazioni dei più grandi designer di moda, come Paul Poiret, Coco Chanel, Cristobal Balenciaga, Valentino, Giorgio Armani, Mariano Fortuny. Cento artisti e cinquanta creativi della moda sono i protagonisti di questo progetto a cura

L’esposizione, in corso fino al 2 luglio, mette in evidenza un rapporto dove l’arte rispecchia, crea e si fa moda e la moda entra a fare parte delle arti. L’abito come strumento di affermazione di sé, mezzo di innovazione, simbolo di emancipazione, ricchezza, libertà e conquiste. La moda come maschera, gioco seduttivo o “bandiera” di una generazione. L’arte come racconto e come sentimento del tempo con le sue correnti e provocazioni. Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento il rapporto tra artisti e moda si fa più intenso: artisti che oltre a ritrarre l’eleganza, disegnano abiti e gestiscono la comunicazione della moda, stilisti che collezionano opere d’arte e da esse si lasciano ispirare. Uno scambio tra questi due mondi che si incrementa in un gioco delle parti che porterà la moda stessa a diventare un’arte, uno sguardo sulle cose come la filosofia o il cinema, e a ispirarsi all’arte stessa, in rimandi che dal secondo Novecento fanno dell’intera storia dell’arte un riferimento costante soprattutto per il made in Italy. Tra le opere che si possono apprezzare ci sono “Ritratto di Selene Taccioli Ruga” di Francesco Hayez, “Ritratto di Emiliana Concha de Ossa” di Giovanni Boldini, “Donna e anemoni” di Henry Matisse, “Signora in rosa” di John Lavery. Capolavori che arrivano da importanti istituzioni museali, come il Musée d’Orsay di Parigi o la Klimt Foundation, e dai più importanti musei e gallerie d’Italia, presentati e raccontati accanto ai prestiti di prestigiose case di moda, fra cui Giorgio Armani, Archivio Storico Gucci, Maison Valentino, Lanvin, Christian Dior Couture, il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. Abiti e accessori sono i testimoni di fermenti storici, di sfide tecnologiche, della ricerca di nuovi materiali così come delle nuove necessità, basti pensare alla liberazione dal corsetto che ha permesso alle donne di poter indossare un abbigliamento più comodo, adatto a muoversi liberamente e a poter lavorare con più facilità. Sontuose vesti di cui osservando un dipinto se ne può ancora idealmente percepire il fruscio della seta, del taffettà, rimanendo incantati dall’aura e dalla seduzione di figure femminili senza tempo, come le donne ritratte da Giovanni Boldini. Una mostra “kolossal” che trasporta in una immaginaria sfilata che attraversa tre secoli con i suoi costumi, mode e rivoluzioni.

Per informazioni: mostremuseisandomenico.it

Nella

In alto a destra: James Tissot, La più bella donna di Parigi 1883-1885 olio su tela. Ginevra, MAH Musée d’art et d’histoire

In basso a destra: Valentino, Linea Klimt. Alta Moda, autunno-inverno, 1992-1993, chiffon. Roma, Maison Valentino

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