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UN VIAGGIO FUORI DAL TEMPO

di Lina Colasanto

Un viaggio che torna a far sognare, immaginare, creare. E che riesce idealmente a fare dialogare due registi italiani premio Oscar. Due grandi nomi del cinema si “incontrano” sulla scia di un lavoro rimasto sospeso. Federico Fellini e Gabriele Salvatores. E quest’ultimo, ispirato da un antico progetto del Maestro riminese, girerà il suo prossimo film a partire da una città, Napoli, anzi due: Napoli-New York.

Sono diversi i progetti incompiuti di Federico Fellini e molti di questi non sono noti. A destare l’interesse del regista Gabriele Salvatores, che vinse l’ambita statuetta per “Mediterraneo”, consegnata nel 1992 dall’attore Sylvester Stallone, è un progetto felliniano che risale alla fine degli anni Quaranta. Un lavoro, ritrovato anni fa all’archivio Pinelli, che racconta il trattamento per un film su una città, Napoli, anzi due: Napoli-New York. E proprio a partire da questo soggetto Salvatores girerà il prossimo film. Una notizia che fa riflettere su quanto gli artisti siano tutt’oggi influenzati dal genio creativo di Fellini, e su come i suoi film, disegni e scritti siano un tesoro prezioso da scoprire. Il 2023 è un anno di importanti anniversari felliniani con i 60 anni di 8½, i 70 anni de I Vitelloni, il mezzo secolo di Amarcord e i 40 anni de E la nave va. Quattro gemme che fanno correre il pensiero a quei progetti rimasti nel cassetto e su quanto ancora ci sia da indagare. Infatti, se la sua filmografia è studiata in tutto il mondo, meno conosciuti sono i diversi lavori iniziati dal regista ma mai portati a termine e di cui testimonianze e tracce sono custodite nell’archivio del Fellini Museum. Se ad esempio sono noti come grandi ‘incompiuti’ Il viaggio di G. Mastorna e Viaggio a Tulum, entrambi poi trasposti in fumetto da Milo Manara, non è così per Viaggio con Anita, film di cui Fellini scrisse il soggetto e che fu affidato, vent’anni dopo alla regia di Mario Monicelli. Inoltre, negli ultimi anni di vita Fellini si concentrò soprattutto su due progetti: una sorta di block-notes sul mestiere dell’attore e la ripresa di un vecchio proposito che vedeva protagonista Venezia. Poi ci sono intuizioni, intenzioni, depistaggi: un film sulla musica lirica e sul Fulgor, su Le libere donne di Magliano di Tobino, su America di Kafka. Torna anche il mondo dei fumetti con il prestigiatore Mandrake, disegnato da Lee Falk e letto da ragazzino. Fellini ci abbozza un soggetto e ne fa il protagonista di un fumetto inter- pretato da Mastroianni: Moi, Mandrake de Frosinone, pubblicato su “Vogue Francia” nel 1972. L’attore indosserà ancora i panni dell’illusionista in frac nel film Intervista. Merita di essere ricordato anche un incontro nel 1992 con Schulz, il disegnatore e ideatore dei Peanuts, di cui restano un servizio Rai e due disegni. E, ancora, tra i progetti sospesi, c’è Olimpo, un testo depositato nell’archivio Fellini pubblicato dalla poetessa Rosita Copioli e il trattamento di un film poliziesco dal titolo “Il poliziotto”. E ancora il progetto di un film su Dante, il sogno di tutti i produttori americani: Fellini che rifà La Divina Commedia. Fellini ci scherza e imbastisce una scaletta per uno special sull’Inferno. Schizza anche qualche disegno e affida ad Antonello Geleng la realizzazione di alcuni bozzetti scenografici. Una mente in continuo fermento, fucina di idee, progetti e meraviglia.

Disegni autografati di Federico Fellini, Fondo Betti

A fianco in alto: Appunti per il block notes sul mestiere dell’attore

A fianco in basso a sinistra: Scaletta per il film sull’inferno di Dante Alighieri

A fianco in basso a destra: Disegno di Caronte sul porto canale di Rimini per Inferno

Al centro: Bozzetto scenografico di Geleng con Paolo e Francesca

Sotto: Ritratto della Betti

Un lungo sodalizio professionale e umano quello che ha legato per un lungo periodo Federico Fellini alla scrittrice, sceneggiatrice e regista Liliana Betti.

L’illustre autrice, scomparsa nel 1998, è stata una delle più importanti figure del cinema italiano del Novecento e ha affiancato il Maestro riminese per diversi anni sul set, prima nel ruolo di segretaria di produzione, poi di assistente alla regia in occasione della lavorazione di alcuni dei suoi capolavori, come Fellini Satyricon e Amarcord. Un lungo periodo che oggi torna a parlare agli appassionati di cinema attraverso il fondo Betti, composto da disegni autografi del regista premio Oscar, che si aggiunge alla collezione del Fellini Museum di Rimini. Si tratta di 109 disegni e 7 cartoline postali, alcune contenenti disegni, che risalgono al periodo dalla metà degli anni Sessanta fino al film La città delle donne del 1980. Una trentina sono caricature della stessa Betti e diversi sono i ritratti di collaboratori e bozzetti di personaggi per film, fra cui quelli per Il Casanova, La città delle donne e I clowns.

Nel suo insieme questa collezione forma una testimonianza di eccezionale interesse per la conoscenza della vicenda artistica di Fellini e un’ulteriore riprova dell’importanza che aveva il disegno nel suo processo creativo.

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