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CINQUANTA SFUMATURE DI STILE

di Lina Colasanto

Un vortice di bellezza, estro, talento, coraggio e innovazione. Il mito dell’Italian Style nasce negli anni ‘50, in un Paese ferito dalla guerra ma con occhi e cuore rivolti al domani. Un futuro che vuole conquistare, creare e sognare. E il sogno viene “confezionato” dai nuovi stilisti, dai creativi e da sapienti artigiani. A rendere omaggio a un glorioso momento storico è la mostra “Italia Cinquanta. Moda e design. Nascita di uno stile”, in allestimento a Gorizia fino al 27 agosto, nelle sale di Palazzo Attems Petzenstein.

L’esposizione, a cura di Carla Cerutti, Enrico Minio Capucci e Raffaella Sgubin, mette in luce quel “mito italiano” nato settant’anni fa e che nel corso dei decenni conserva la sua fascinazione e afferma la sua eccellenza nei settori più diversi. Un momento storico che i curatori rileggono guardando alla moda e al design. A latere un terzo “fattore”, il cinema, che di quell’Italian Style fu un potente mezzo di amplificazione nel mondo. Hollywood si trasferisce sul Tevere, la Dolce Vita sfila in via Vittorio Veneto, le dive nostrane e americane conquistano le copertine dei giornali a colpi di eleganza e gossip, e al Teatro alla Scala di Milano le signore sfoggiano abiti meravigliosi in una gara di stile in “scena” nel foyer.

La mostra abbraccia un arco temporale che idealmente intercorre tra le elezioni del 18 aprile 1948 e le Olimpiadi di Roma del 1960, un periodo di rinascita economica e culturale, di grande fecondità sia dal punto di vista industriale che artistico e artigianale, momento aurorale del design italiano che sarebbe divenuto celebre come “Made in Italy”. Nel percorso espositivo la sezione dedicata al design e alle arti applicate vede circa 150 pezzi: ci sono mobili, lampade, ceramiche, vetri, metalli, stoffe d’arredo, tappeti e arazzi selezionati tra le eccellenze più esemplificative

Cinquanta sfumature di stile

A fianco: Michael Rachlis, bozzetto per l’arazzo nella sala di scrittura dell’Andrea Doria, 1952, MITA Genova-Nervi, tempera su cartoncino, 40x72 cm. Genova, Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura

In alto: Gio Ponti, Anguria, 1956, esecuzione Paolo De Poli-Padova, smalto su rame, 10x24x12 cm. Brescia, collezione privata © Brescia, Fotostudio Rapuzzi

Sotto: Angelo Lelii, Lampada da tavolo Stellina, 1951, Arredoluce, ottone, alluminio verniciato e vetro, cm. 34x12. FragileMilano, Arredoluce Archives Milano © Giandomenico Frassi del periodo. Tra i nomi illustri spiccano quelli dei designer Franco Albini, Gio Ponti, Carlo Mollino, Piero Fornasetti, Ettore Sottsass. A ricreare l’atmosfera degli anni del boom ci sono alcuni esempi iconici di design industriale, come il televisore orientabile Phonola 17/18 del 1956, la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 del 1950.

Gli anni Cinquanta rappresentano anche per la moda un decennio fondamentale, è infatti al 1951 che si fa risalire la nascita ufficiale della moda italiana, grazie all’imprenditore Giovan Battista Giorgini che decise di riunire a Firenze i più importanti talenti creativi. La Sala Bianca di Palazzo Pitti diventa il “set” di sfilate che radunavano i compratori di tutto il mondo. La mostra ripercorre quegli anni attraverso una selezione dei più significativi modelli, abiti e accessori, fra cui creazioni di Emilio Schuberth, Roberto Capucci, Sorelle Fontana, Gattinoni, Gucci, Salvatore Ferragamo.

Firme che vantano fra le clienti Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Ava Gardner, Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Il fermento è inarrestabile e al termine del decennio aprirà il suo atelier anche Valentino, futuro “imperatore” della moda. Le capitali nazionali della moda erano Roma, Firenze e Milano, ma anche a nordest si preparavano dei talenti destinati al successo, come il triestino Renato Balestra; a Milano già operava Gigliola Curiel, invece Mila Schön e Ottavio Missoni si affacciavano sulla scena negli anni Cinquanta per trionfare nel decennio successivo e diventando protagonisti, insieme a numerosi altri grandi nomi arrivati in seguito, dell’eccellenza della moda italiana nel mondo.

La mostra, ideata e promossa da ERPAC FVG (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia) – Museo della Moda e delle Arti applicate di Gorizia, è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18.

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