Relazione "Stato di avanzamento dell'analisi del contesto"

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Proposta per un

intervento di Autorecupero dell’Ex Ist. Liceo Classico “SOCRATE”

Stato di Avanzamento dell’Analisi del Contesto

Associazione “SOCRATE”


INDICE 1. INTRODUZIONE ………………………………………………………………………………………………

pag. 1

2. OBIETTIVI DEL PROGETTO …………………………………………………………………………….

pag. 1

3. SOGGETTI COINVOLTI …………………………………………………………………………………….

pag. 3

3.1 – SOGGETTI PROMOTORI ……………………………………………………………………….. pag. 3 3.2 – COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI ………………………………. pag. 5 4. ANALISI DEL CONTESTO …………………………………………………………………………………

pag. 7

4.1 – L’EDIFICIO …………………………………………………………………………………………..

pag. 7

4.2 – L’OCCUPAZIONE ………………………………………………………………………………….. pag. 9 4.3 – LA COMUNITÀ ……………………………………………………………………………………..

pag. 10

4.4 – ANALISI ESIGENZIALE …………………………………………………………………………

pag. 11

5. PROPOSTA DI AUTORECUPERO DELL’EX IST. “SOCRATE" ……………………………..

pag. 13

Definizione “AUTORECUPERO” …………………………………………………………………… pag. 13 5.1 – TIPOLOGIA DI AUTORECUPERO …………………………………………………………... pag. 14 5.2 – ATTORI E FASI DEL PROCESSO ……………………………………………………………

pag. 16

5.3 – CRITERI DI PROGETTAZIONE ………………………………………………………………

pag. 20

5.4 – STATO DI AVANZAMENTO DELL’ANALISI DEL CONTESTO ……………………

pag. 22

APPENDICE – L’AUTORECUPERO EDILIZIO ……………………………………………….. pag. 27 A.1 – Premessa: il disagio abitativo ……………………………………………………………….

pag. 27

A.2 – Che cos’è l’Autorecupero Edilizio Assistito ……………………………………………

pag. 28

A.3 – Obiettivi dell’Autorecupero ………………………………………………………………….

pag. 30

A.4 – Definizioni e tipologie di Autorecupero ………………………………………………...

pag. 32

A.5 – Attori del processo edilizio in Autocostruzione/Autorecupero ………………

pag. 36

A.6 – Le fasi del processo edilizio in Autocostruzione/Autorecupero ……………... pag. 41 A.7 – Tempi e costi ……………………………………………………………………………………….

pag. 43

A.8 – La situazione normativa ………………………………………………………………………. pag. 46

ALLEGATI ALLEGATO A) – Tavole planimetriche e prospettiche dell’edificio ALLEGATO B) – Schede tecniche di Progetti di Autorecupero in Italia


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1. INTRODUZIONE La presente relazione ha l’obiettivo di presentare lo stato di avanzamento dello Studio di Fattibilità, proposto il 28 febbraio 2012 presso il Comune di Bari, per un progetto di autorecupero parziale dell’immobile ex sede del Liceo Classico “Socrate”, sito in Bari in via Fanelli 206/16-b, da destinare alla “seconda accoglienza” della Comunità dei migranti che attualmente occupa l’edificio. Il progetto è promosso dall’associazione “Socrate” costituitasi tra i membri dell’attuale Comunità di migranti, e vede la collaborazione dell’associazione Ingegneria Senza Frontiere – Bari. La scelta dell’autorecupero come metodo operativo è dettata dalla constatazione di come questo processo sia stato applicato in contesti analoghi con risultati soddisfacenti e, oltre a rappresentare una buona soluzione tecnica negli interventi di riqualificazione edilizia, contribuisce all’integrazione dei beneficiari riducendone il disagio abitativo. Il processo edilizio dell’autorecupero prevede l’affidamento dei lavori di ristrutturazione di un immobile agli stessi assegnatari degli alloggi, i quali sono coinvolti in maniera attiva sia nella fase di progettazione prima, che in quella di esecuzione poi, guidati e accompagnati da figure tecnico-professionali esperte.

2. OBIETTIVI DEL PROGETTO La collaborazione tra le due realtà (Associazione “Socrate”, Ingegneria Senza Frontiere – Bari) mira a sostenere l’integrazione a livello locale della Comunità dei migranti del “Socrate”, in particolare favorendo l’interscambio tra questi e la popolazione autoctona, facilitandone l’inserimento lavorativo e contribuendo alla riduzione del disagio abitativo. In quest’ottica i partner intendono promuovere azioni specifiche quali l’ideazione di un progetto partecipato di riqualificazione di un edificio da destinare alla “seconda accoglienza” dei rifugiati, la formazione professionale di alcuni membri della Comunità nel settore edile e la realizzazione di un intervento di autorecupero.


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Macro Obiettivo: SSoosstteenneerree ll’’iinntteeggrraazziioonnee aa lliivveellloo llooccaallee ddeelllaa CCoom muunniittàà SSooccrraattee

Obiettivi Specifici: Favorire l’interscambio tra immigrati e comunità

Promuovere l’inserimento lavorativo degli immigranti

Ridurre il disagio abitativo

Formazione Professionale

Intervento di Autorecupero

Azioni: Attività di “Progettazione Partecipata”

Da un lato l’autorecupero si configura, infatti, come un’azione in grado di soddisfare un bisogno abitativo, permettendo di accedere ad un alloggio a chi non è dotato dei mezzi economici sufficienti. Dall’altro consente di utilizzare l’esperienza di lavoro prevista dall’autocostruzione come training professionalizzante nei diversi settori dell’edilizia. Infine, nel caso in cui vengano coinvolte le comunità di migranti, l’autorecupero acquisisce un valore aggiunto, contribuendo a promuovere e rafforzare l’inclusione sociale. Fondamentale sarà, lungo tutto l’iter di definizione dell’iniziativa, l’adozione di uno specifico metodo operativo, quello della “progettazione partecipata”, che prevederà il coinvolgimento attivo della Comunità, che attualmente occupa l’immobile, nelle diverse fasi dell’intervento. A differenza delle pratiche canoniche di progettazione, i beneficiari non saranno più soggetti passivi sui quali “calare” il progetto, bensì diverranno soggetti attivi. La loro conoscenza specifica dei luoghi e dei problemi permetterà, sin dalle prime fasi di implementazione dello studio, l’individuazione della soluzione progettuale più idonea favorendo così lo sviluppo del senso di appartenenza al progetto. Allo stesso modo tutte le fasi saranno sviluppate in continuo confronto con l’Amministrazione Comunale e con i soggetti istituzionali che aderiranno al progetto.


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3. SOGGETTI COINVOLTI 3.1 – SOGGETTI PROMOTORI Associazione “SOCRATE” L’Associazione SOCRATE viene costituita il 28 marzo 2011 (e registrata il 14 aprile 2011, codice ATECO: 949910 – Attività di organizzazioni per la tutela degli interessi e dei diritti dei cittadini), ai sensi della Legge 11 agosto 1991, n. 266, come associazione di volontariato con lo scopo di promuovere l’inclusione sociale dei rifugiati a Bari. L’associazione ha sede in Bari presso l’immobile occupato in Via Fanelli, 206/16-b ed è costituita dagli occupanti che hanno ottenuto la residenza (attualmente circa 45-50 soci). I principi sui quali l’associazione è stata fondata (contenuti all’interno dello Statuto Sociale) sono quelli “dell’assenza di fini di lucro, dell’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale, di democraticità della struttura, di gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti”. L’associazione in particolare si propone (art. 4): “a) di promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza riguardo alle tematiche dell’immigrazione; b) di mettere in atto iniziative di solidarietà concreta nei riguardi dei rifugiati e degli immigrati in genere.” Nell’ambito del partenariato, l’Associazione rappresenta il riferimento all’interno della Comunità, facilitando i rapporti tra questa e gli altri partner, e si propone come soggetto attivo nell’elaborazione dell’idea progettuale prima, e nell’esecuzione degli interventi in autorecupero poi.

INGEGNERIA SENZA FRONTIERE – BARI Ingegneria Senza Frontiere – Bari (ISF-Bari) nasce nel 2003 all’interno del Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, dall’iniziativa di alcuni professori, studenti, ricercatori e dottorandi, e da allora promuove e partecipa a diverse attività nell’ambito della cooperazione internazionale con i Paesi cosiddetti in Via di Sviluppo con l’obiettivo di togliere le frontiere alla tecnica e alla conoscenza perché possano diventare di fatto patrimonio di tutti.


44 ISF-Bari fa del mondo universitario il centro e la sede privilegiata delle proprie attività, volendo avvicinare le nuove generazioni di ingegneri ad una etica “altra”, secondo la quale l’applicazione della tecnica non può prescindere dal contesto socio-culturale in cui si agisce. L’associazione promuove l’utilizzo delle Tecnologie Appropriate, sia con la loro concreta applicazione in progetti sul campo che con la loro diffusione attraverso una solida formazione teorica. La crescita di Ingegneria Senza Frontiere – Bari è stata accompagnata da una diffusione capillare della medesima associazione su tutto il territorio nazionale (con il coinvolgimento di oltre 20 atenei), formalizzatasi il 10 novembre 2012 con la costituzione di “Ingegneria Senza Frontiere – Italia”, nonché dalla creazione di una rete a livello europeo. L’associazione ha maturato, in questi anni, una serie di esperienze sia in ambito FORMATIVO – organizzando ogni anno all’interno del Politecnico corsi multidisciplinari sulla cooperazione internazionale e seminari sulle tecnologie appropriate – che sul fronte PROGETTUALE – promuovendo progetti di cooperazione locale e internazionale. Tra questi, strettamente legati all’ambito della riqualificazione: Progetto LUSHNJE [2003]: riqualificazione di un asilo nido e corso di formazione Auto-Cad per il personale dell’Ufficio Tecnico Comunale; Progetto BREGLUMASI [2004-2006]: studio per la riqualificazione di un quartiere informale alla periferia di Tirana; Progetto KHAMZA [2006]: analisi del territorio per la riqualificazione di un quartiere informale alla periferia di Tirana; Progetto SAN PIETRO PITURNO (Putignano, Bari) [2007]: gestione della fase di coinvolgimento della popolazione nell’ambito del progetto per la partecipazione al PIRP (Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie). Nell’ambito del partenariato, Ingegneria Senza Frontiere – Bari fornisce supporto tecnico per la realizzazione delle azioni descritte. Ad oggi ha condotto una approfondita analisi delle esigenze della Comunità e favorito il processo di coinvolgimento delle istituzioni. Nelle prossime fasi si propone di collaborare alla progettazione dell’intervento di ripristino strutturale e di riqualificazione funzionale dell’immobile “ex Socrate” in autorecupero.


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3.2 – COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI Condizione necessaria per la riuscita di un progetto di autorecupero, oltre che la buona volontà degli autocostruttori, è il coinvolgimento attivo degli Enti locali. Ogni ipotesi di sostegno all’autocostruzione non può infatti prescindere dal contesto economico e territoriale in cui si realizza e dai soggetti che la attuano. In quest’ottica appare dunque essenziale attivare un processo di mutuo coinvolgimento tra Enti differenti e su piani di intervento complementari. Questa condizione acquista una maggiore priorità all’interno della proposta di intervento in esame, essendo l’ex Istituto “Socrate” un immobile di proprietà pubblica del Comune di Bari. Partendo da questi presupposti, il percorso progettuale fin qui portato avanti è stato finalizzato da un lato a definire l’idea progettuale nei suoi molteplici aspetti tecnici e sociali, dall’altro a raccogliere i contributi, le osservazioni e l’interesse dei soggetti istituzionali coinvolti dagli interventi proposti, in relazione alle proprie competenze. La raccolta della documentazione tecnica relativa all’immobile, l’analisi del contesto ed il confronto diretto con la Comunità dei migranti, hanno portato alla formulazione dell’idea progettuale, che si è concretizzata nella “Proposta per la redazione di uno Studio di Fattibilità per un intervento di autorecupero dell’ex Istituto Liceo Classico Socrate”, documento presentato il 28 febbraio 2012, presso il Palazzo di Città del Comune di Bari, alla presenza del dott. Vito Leccese, Direttore Generale del Comune di Bari, e degli assessori comunali Giovanni Giannini (Assessorato all'Economia e Finanze, Contenzioso e Politiche abitative) e Fabio Losito (Assessorato alle Politiche Educative Giovanili, Accoglienza e Pace). Successivamente la proposta progettuale è stata presentata al Sindaco di Bari, Michele Emiliano (24 luglio 2012), ed a questo sono seguiti altri incontri con i tecnici della Ripartizione LL.PP. del Comune di Bari e con l’Assessorato alle Politiche Educative Giovanili, Accoglienza e Pace al fine di analizzare la tipologia di intervento e definire alcuni aspetti operativi. In data 3 ottobre 2012, con Delibera di Giunta Comunale n. 550 avente come oggetto “Progetto di recupero della struttura Ex-Socrate”, viene accolta e approvata l’istanza espressa dalla Comunità dei migranti del “Socrate” di rendersi protagonisti di un percorso di recupero dell’immobile, ed in maniera ufficiale viene dato mandato:


66 alla Ripartizione al Patrimonio di attivare le procedure per il cambio di destinazione d’uso dell’edificio; alla Ripartizione Lavori Pubblici di predisporre i livelli di progettazione; alla Ripartizione Solidarietà Sociale di contribuire all’elaborazione dell’idea progettuale con riferimento alle funzioni di propria competenza. A partire dalla suddetta delibera, il dialogo con le istituzioni è stato ampliato portando anche altre istituzioni a conoscenza del progetto, al fine di definire azioni specifiche correlate ad alcuni aspetti progettuali. Vista la recente emanazione delle Linee Guida Regionali sull’Autocostruzione e l’Autorecupero da parte dell’Assessorato all’Urbanistica e alla Qualità del Territorio della Regione Puglia, in data 23 novembre 2012 ha avuto luogo l’incontro con l’Assessore Angela Barbanente, incontro nel quale il progetto è stato promosso come caso pilota. Al fine di attivare percorsi formativi con la Comunità dei migranti per l’acquisizione delle competenze tecniche necessarie per poter partecipare ad un cantiere in autorecupero, si è ritenuto opportuno coinvolgere la dott.ssa Alba Sasso, Assessore alla Formazione della Regione Puglia (incontrata il 12 ottobre 2012) e il dott. Luigi Aprile, Direttore Generale dell’Ente Formedil-Bari (21 gennaio 2013), quest’ultimo in qualità di ente accreditato per l’istituzione di corsi professionalizzanti. Data la finalità del progetto di favorire l’accesso al diritto alla casa da parte della Comunità di migranti, l’iniziativa è stata presentata alla dott.ssa Luigia Brizzi, Dirigente dell’Osservatorio Regionale per la Condizione Abitativa e al dott. Natale Palmieri, Dirigente Servizio Politiche Abitative della Regione Puglia (23 novembre 2012), e all’Avv. Sabino Lupelli, Direttore Generale IACP-Bari (29 novembre 2012). Infine in data 24 gennaio 2013 ha avuto luogo l’incontro con il prof. Nicola Costantino, Magnifico Rettore del Politecnico di Bari, al fine di coinvolgere le strutture universitarie nell’attivazione di percorsi di ricerca sui diversi ambiti di intervento. La definizione del partenariato e della collaborazione tra i vari soggetti coinvolti risultano essere azioni propedeutiche all’attivazione dell’intero percorso di progettazione. Considerata la complessità e la multidisciplinarità dell’intervento, che richiede ruoli e figure professionali con competenze diversificate, è emersa la necessità di programmare un Tavolo


77 Tecnico tra le Istituzioni (01 marzo 2013), al fine di attivare un confronto complessivo tra i vari Enti per valutarne l’interesse. A partire da questo incontro, verranno verificate le condizioni per convocare una Conferenza di Servizi che porti alla sottoscrizione di un accordo di programma per formalizzare il rapporto di collaborazione, individuare gli obiettivi comuni e rendere ufficiale l’avvio del progetto.

4. ANALISI DEL CONTESTO 4.1 – L’EDIFICIO L’edificio in oggetto, ex sede del Liceo Classico “Socrate”, sito in Bari in via Fanelli 206/16-b, è stato realizzato negli anni 1974-1975 dall’impresa di costruzioni “Roselli Francesco” di Bari (con licenza edilizia n. 892/73 rilasciata dal Comune di Bari), a completamento del Piano di Lottizzazione per edilizia residenziale e settore terziario denominato “Vigna Laura” (lotto 1/a). L’edificio,

conformemente

al

progetto

originario,

si

presenta

con

una

sagoma

planimetricamente composta da rettangoli regolari affiancati ed uno sviluppo altimetrico a tre livelli fuori terra, piano rialzato, piano primo, lastrico solare, sino ad un’altezza di circa 8,50 m rispetto al piazzale antistante l’edificio, oltre il piano seminterrato (consultare l’allegato A, “Tavole planimetriche e prospettiche dell’edificio”), per una superficie calpestabile complessiva di circa 1.200 mq per piano. La struttura portante è del tipo intelaiata, ossia costituita da un’ossatura di pilastri e travi in cemento armato a sostegno di solai piani latero-cementizi. Dal confronto tra i documenti tecnici di progetto, le relative varianti e le planimetrie attuali, risulta che l’edificio nel corso degli anni ha subito alcune trasformazioni di tipo architettonico, quali la chiusura perimetrale della zona di piano rialzato a pilotis – inizialmente destinata a parcheggio – a mezzo di murature di tompagno, la realizzazione di balconi al piano primo e dell’aggetto di solaio di secondo impalcato a copertura dell’ingresso principale dell’edificio, lo spostamento di tramezzi interni per sopravvenute esigenze d’uso e/o semplicemente per migliorare la funzionalità degli spazi, l’adeguamento alle norme di sicurezza per l’abbattimento delle barriere architettoniche attraverso la realizzazione di rampe esterne e servizi per i disabili, oltre a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria


88 Dalla consultazione delle pratiche edilizie (che tutt’ora è in corso presso gli Uffici Tecnici del Comune di Bari) emerge che la proprietà originaria dell’immobile è del sig. Roselli Francesco e che la destinazione d’uso iniziale era quella ad uffici. A seguito di alcuni passaggi di proprietà, l’immobile è entrato a far parte del patrimonio del Comune di Bari, fino al 16 dicembre 1998, quando è stata sottoscritta un’apposita convenzione tra il Consiglio Comunale ed il Consiglio Provinciale in forza della quale l’immobile è stato trasferito alla Provincia in uso gratuito e col vincolo di destinazione ad uso scolastico (in base all’art. 8 della Legge 11 gennaio 1996, n. 23, “Norme per l’edilizia scolastica”), diventando così la sede del Liceo Classico “Socrate”. A partire dal 2002, a seguito di fenomeni di distacco di materiale dagli intradossi dei solai del piano primo, sono stati effettuati alcuni interventi di risanamento conservativo ed è stata posta in opera una nuova impermeabilizzazione del lastrico solare, oltre ad alcuni lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Il 10 settembre 2004 l’immobile è stato dichiarato inagibile a seguito dei risultati di un’ analisi sullo stato della struttura affidata all’ing. Maurizio Passannante dalla Provincia di Bari – Settore Edilizia Scolastica, di cui resta agli atti la relazione sulla “Valutazione di affidabilità statica dell’edificio”. L’analisi, che ha previsto un’analisi statica dell’edificio e verifiche di resistenza su numerosi provini e singoli elementi strutturali (effettuati dal Laboratorio autorizzato “Tecnoprove” di Ostuni (BR)), ha rilevato una condizione di criticità statica della struttura. Trasferita la sede dell’istituto scolastico, l’immobile in via Fanelli è rimasto in uno stato di abbandono. Nel 2008 sono stati effettuati alcuni interventi di puntellamento con elementi lignei a presidio statico del solaio di copertura di parte del piano interrato (quello corrispondente al marciapiede antistante l’edificio), ed infine, in data 20 gennaio 2009, è avvenuta la riconsegna definitiva

dell’immobile

nelle

proprietà

dell’Amministrazione

Comunale

a

causa

dell’inutilizzabilità dello stesso ad uso scolastico. Dopo una serie di rilievi effettuati in loco e sulla base dei documenti che hanno dichiarato l’inagibilità della struttura, si è verificato come allo stato attuale l’immobile in esame presenti fenomeni di degrado strutturale, imputabili prevalentemente alla scarsa qualità del calcestruzzo strutturale adoperato in fase di edificazione, alla probabile imperfetta posa in


99 opera dei materiali, nonché ad azioni esterne quali fenomeni di condensa e locali infiltrazioni di acque meteoriche. Pertanto l’edificio richiede interventi di rinforzo della struttura portante, previa l’individuazione delle cause che ne hanno determinato il degrado. Per conoscere l’attuale stato della struttura, ulteriormente deteriorata a causa del periodo di abbandono, occorre dunque condurre alcune analisi volte a rintracciare i fenomeni che hanno progressivamente reso staticamente vulnerabile la struttura.

4.2 – L’OCCUPAZIONE L’occupazione dell’immobile “Ex Istituto Socrate” è avvenuta nella notte tra il 15 ed il 16 dicembre 2009 da parte di circa 140 immigrati di nazionalità eritrea, sudanese ed etiope, dopo tre giorni di manifestazioni, assemblee ed incontri con le Istituzioni per rivendicare il diritto alla casa ed il rispetto di un reale riconoscimento del diritto di asilo per i rifugiati ed i profughi. La risposta da parte del quartiere è stata pressoché immediata e la solidarietà del vicinato si è presto manifestata attraverso la distribuzione volontaria di coperte, cuscini, brande, generi alimentari, servizi ed in alcuni casi anche di ospitalità per le situazioni più critiche (presenza di immigrati con neonati) da parte di parrocchie, associazioni, locali commerciali e privati. Dopo la predisposizione ad alloggio e lo smistamento degli immigrati nelle 28 aule dell’ex istituto scolastico, si è proceduto con la fornitura di corrente elettrica, attraverso l’impianto originario riadattato per l’alimentazione tramite un generatore a benzina, e acqua per gli usi non potabili (prelevandola dalla cisterna per il sistema antincendio dell’edificio riempita con autobotti). L’approvvigionamento di acqua potabile avviene invece presso la fontana pubblica collocata in Largo Lorusso, nei pressi dell’Hotel Ambasciatori. Accompagnati e supportati da alcuni volontari italiani, gli occupanti hanno incontrato più volte, formalmente e informalmente, diversi rappresentanti istituzionali per chiedere il riconoscimento della propria residenza all’interno della struttura (concessione che è stata accolta nel corso del 2010 per circa 40-50 persone). Tale risultato si è concretizzato attraverso la formalizzazione dell’Associazione “Socrate” nel marzo 2011, nata con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale dei rifugiati a Bari e costituita dagli occupanti con diritto di residenza. Sin dall’inizio dell’occupazione, la Comunità chiede l’allaccio ai servizi collettivi di


1100 fornitura acqua e luce, richiesta ad oggi ancora inevasa a causa di difficoltà burocratiche e tecniche da verificare. Nel maggio 2011 l’associazione “Socrate” contatta l’associazione Ingegneria Senza Frontiere – Bari, con l’intento di valutare la situazione strutturale dell’edificio dal punto di vista tecnico e l’eventuale possibilità di intervenire sul degrado dell’immobile con un processo di autorecupero. Seguono incontri con rappresentanti delle istituzioni locali e con tecnici degli uffici comunali, nei quali emerge la necessità di elaborare un’analisi di fattibilità del progetto che computi la quantità ed i costi dell’intervento. Sin da queste prime fasi la Comunità di immigrati è stata costantemente coinvolta ed informata sull’evoluzione della collaborazione tra Associazione “Socrate” e ISF-Bari e sulla tipologia di progetto che si intende proporre. Attualmente si sta operando il reperimento e la raccolta (presso gli Uffici Tecnici Comunali) della documentazione tecnica relativa all’immobile e si è attivato un percorso di confronto con la Comunità per l’individuazione delle esigenze specifiche, nell’ottica di intraprendere un processo di “progettazione partecipata”.

4.3 – LA COMUNITÀ Ad oggi, la Comunità che occupa la struttura dell’ “ex Istituto Socrate” è costituita all’incirca da 50 persone residenti in maniera stabile, di nazionalità prevalentemente eritrea ma che vede la presenza di componenti provenienti dal Sudan e dall’Etiopia. La maggior parte degli occupanti è di sesso maschile e l’età varia dai 20 ai 60 anni circa. Sono rifugiati politici, più alcuni richiedenti asilo, costretti dagli accordi di Dublino a restare temporaneamente nel territorio italiano. Molti sono transitati dal C.A.R.A. (Centro Accoglienza per i Richiedenti Asilo) di Bari-Palese, alcuni provengono da precedenti esperienze di occupazione e sgombero in altre città d’Italia. Tutti hanno trovato nell’occupazione del “Socrate” l’unica alternativa per poter avere un luogo in cui dormire, in mancanza di un lavoro con il quale permettersi di pagare l’affitto di un alloggio, ed in assenza di un impegno da parte delle istituzioni a garantire il diritto alla “seconda accoglienza”, diversamente da quanto avviene in altri paesi europei. Le loro storie sono simili e parlano tutte di violenza e sofferenze, fughe da Paesi oppressi da governi dittatoriali, in cui imperversano guerre civili, di viaggi estenuanti e disumani per


1111 giungere in Italia dalla Libia, animati dalla sola speranza di essere accolti e trovare un posto di lavoro ed una casa, prospettiva che nella stragrande maggioranza dei casi è stata delusa. La maggior parte dei membri della Comunità ad oggi non possiede un lavoro ed è alla costante ricerca di occupazioni, anche solo giornaliere; alcuni sono impegnati in mansioni occasionali nei settori dell’agricoltura (raccolta dei pomodori e delle olive), dell’edilizia e della ristorazione, a volte in condizioni di sfruttamento intensivo e con salari che spesso non garantiscono il soddisfacimento di bisogni primari, quali il cibo e le medicine. La Comunità sopravvive grazie alle donazioni volontarie degli abitanti del quartiere ed al servizio di raccolta dei generi alimentari organizzato dalla vicina Parrocchia di San Marcello. Tra gli attuali abitanti dell’edificio alcuni hanno partecipato all’occupazione del 2009, altri invece sono giunti negli anni successivi e soggiornano presso il “Socrate” stabilmente o per periodi limitati, coincidenti in genere con i periodi dei lavori stagionali. Questo delinea una Comunità costituita da un nucleo stabile e da una parte in continua rigenerazione. Nel marzo 2011 circa cinquanta occupanti hanno ottenuto la residenza presso l’immobile.

4.4 – ANALISI ESIGENZIALE L’intera Comunità ha manifestato la propria disponibilità a collaborare ed essere partecipe di un progetto che preveda la riqualificazione dell’edificio. Tale disponibilità è stata riconfermata nel corso dei vari incontri tenutisi fino a questo momento, nei quali oltre a definire la collaborazione tra i vari partner del progetto, è stata avviata una prima analisi sulle esigenze della Comunità, intrapresa inizialmente attraverso la consegna di un questionario che è stato distribuito tra gli occupanti (in forma anonima) con lo scopo di valutare gli obiettivi sui quali costruire la proposta di progetto.

Su un campione di 38 questionari consegnati è emerso come la casa ed il lavoro rappresentino le due esigenze fondamentali a cui gli occupanti vorrebbero dare una risposta, ed in loro risulta ben chiaro il fatto che questi due aspetti siano tra loro imprescindibili. A queste seguono, in ordine di importanza, quelle dei servizi (riscaldamento, elettricità, acqua potabile, servizi igienici), della conoscenza della lingua italiana e del ricongiungimento familiare.


1122 Il 76% degli intervistati ha manifestato l’intenzione di restare nel “Socrate” anche a seguito di eventuali lavori di riqualificazione dell’edificio e pur in possesso di un lavoro, in quanto la Comunità rappresenta un punto di riferimento sociale, mentre il 13% intende andar via nel caso in cui si presenti una buona occasione lavorativa (il restante 11% non ha espresso alcuna preferenza). Riguardo al concetto di “casa”, gli occupanti descrivono con la sicurezza e con il rispetto delle norme igienico-sanitari il proprio ideale di casa, ma accanto a questi compare anche l’idea di luogo d’incontro, in cui vivere le relazioni sociali. In molti hanno infine espresso la volontà di contribuire alla riqualificazione dell’edificio prestando la propria manodopera e mettendo a disposizione del progetto le proprie capacità ed esperienze. Questa prima analisi è stata utile al fine di tracciare un profilo della Comunità ed il confronto costante con gli occupanti del “Socrate” ha confermato l’esistenza dei presupposti per i quali l’autorecupero si configura come un metodo appropriato da applicare alla riqualificazione dell’edificio, in quanto oltre a consentire l’accesso ad un alloggio, permette ai singoli membri della Comunità di formarsi in campo edile e certificare tale formazione per investirla nella ricerca di un lavoro stabile. Il coinvolgimento della Comunità risulterà fondamentale in ciascuna delle fasi del processo progettuale, per garantire la condivisione del progetto da parte di tutti i soggetti coinvolti e la valorizzazione delle risorse locali. A questo scopo sono state avviate altre attività insieme agli occupanti, quali cene, pranzi, incontri formali e informali, attraverso le quali sono state approfondite ulteriormente le indagini relative al contesto di progetto nei suoi molteplici aspetti sociali e culturali. Dai numerosi incontri sono emerse ulteriori necessità rispetto a quelle riscontrate attraverso i questionari, necessità connesse sia al bisogno di migliorare nell'immediato la propria condizione di vita, sia ad alcuni aspetti progettuali. Attualmente sono state avviate alcune azioni specifiche per rispondere ai bisogni contingenti della Comunità, quali la mancanza di acqua potabile, servizi igienici, elettricità e riscaldamento nell'edificio. Relativamente alla mancanza di acqua potabile è in corso la raccolta di informazioni sulle procedure per l’inserimento della Comunità Socrate all’interno dell’elenco delle utenze deboli


1133 che verrà predisposto nei prossimi mesi a seguito di un bando da parte dell’Autorità Idrica Pugliese. Al contempo, al fine di ripristinare la funzionalità del sistema idrico dell'edificio e dei relativi servizi igienico-sanitari, si stanno effettuando delle indagini conoscitive sullo stato di conservazione degli impianti. Riguardo la mancanza di elettricità si prevede di presentare richiesta presso le autorità competenti per ristabilire l’allaccio alla rete pubblica. In merito al riscaldamento, è stata constatata l’inutilizzabilità dell’impianto esistente, pertanto al momento l’unica azione intrapresa è quella relativa alla fornitura di coperte da parte di associazioni di volontariato. Per quanto concerne alcuni aspetti legati alla realizzazione del progetto, da parte della Comunità è emersa la proposta di prevedere un compenso anche minimo nel corso delle fasi esecutive del cantiere di autorecupero, necessario al sostentamento di coloro che non hanno un’occupazione stabile e per compensare i mancati guadagni derivanti dalle ore di lavoro “perse” per frequentare i corsi di formazione. Infine, nel presentare alla Comunità le varie fasi di un progetto di autorecupero è stata affrontata la questione del trasferimento dell’intera Comunità in una struttura diversa durante la fase di cantiere. Rispetto a questo aspetto sono emersi forti timori sulla garanzia di una soluzione alternativa per un alloggio temporaneo, in quanto molti dei componenti della Comunità non sarebbero in grado di provvedere autonomamente.

5. PROPOSTA DI AUTORECUPERO DELL’EX ISTITUTO “SOCRATE” L’autorecupero edilizio assistito è un processo che rende possibile l’accesso ad un’abitazione attraverso la ristrutturazione ed il recupero di edifici sfitti, abbandonati o dismessi tramite il coinvolgimento diretto dei beneficiari che, riuniti in Cooperative Edilizie di Autorecupero, prestano la loro opera in cantiere mettendo a disposizione un monte ore lavorativo, coordinati da una equipe organizzata, diretti e assistiti da professionisti ed esperti accreditati.


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5.1 – TIPOLOGIA DI AUTORECUPERO Per un’analisi approfondita dei vari aspetti del processo edilizio di Autorecupero, si rimanda al documento allegato in appendice “L’Autorecupero Edilizio”, nel quale viene tracciata una panoramica generale delle caratteristiche di questo processo edilizio. Tuttavia al fine di presentare l’idea progettuale in oggetto è utile classificare l’intervento proposto sulla base dei criteri adottati nella definizione delle diverse tipologie di autorecupero. Tipologia di Autorecupero proposto per l’Ex Istituto “Socrate”:

Modalità di Attuazione Diretto

Indiretto Forma Aggregativa

Individuale

Associata

Grado di Riduzione della Delega Autogestito

Autofinitura

Totale

Parziale

Organizzazione dell’Attività Produttiva In parallelo

In serie

Misto

Grado di Autonomia Gestionale Spontaneo

Assistito Grado di Intervento Pubblico

Privato

Agevolato

Pubblico

Grado di Omogeneità del Gruppo Multietnico

Omogeneo

Compatto

Forma di Possesso Proprietà

Affitto

Partendo dalla modalità di attuazione del processo organizzativo, il progetto di autorecupero dell’ex Istituto Socrate può collocarsi nella definizione di “intervento diretto”, in quanto l’iniziativa progettuale è proposta dalla Comunità di migranti che occupa l’immobile, con il supporto dell’associazione Ingegneria Senza Frontiere – Bari, a differenza della modalità indiretta in cui un progetto viene proposto da un operatore pubblico.


1155 Trattandosi di una Comunità costituita da circa 50 persone, dal punto di vista della forma aggregativa l’intervento di autorecupero si definisce “associato”, poiché l’intera Comunità ha manifestato la volontà di lavorare in gruppo. Per grado di riduzione della delega si intende il grado di coinvolgimento manuale nella realizzazione dell’intervento da parte del gruppo di autocostruttori, e tale fattore è fortemente influenzato dalla tipologia di intervento. Sulla base di quanto previsto dalle “Linee Guida per l’Autocostruzione e l’Autorecupero in Puglia” e data la necessità di dover intervenire sull’edificio con azioni di consolidamento strutturale, caratterizzate da un elevato grado di difficoltà e di specializzazione richiesta, la proposta progettuale in oggetto fa riferimento alla forma di “autorecupero parziale”, nella quale sono delegate a imprese edili esterne l’esecuzione degli interventi strutturali e la supervisione della posa in opera degli impianti, mentre sono affidate al gruppo di autocostruttori le restanti lavorazioni sulle opere interne agli alloggi. Per quanto riguarda l’organizzazione dell’attività produttiva, la proposta progettuale in oggetto è orientata verso l’adozione di una metodologia “in serie”: tutti lavorano contemporaneamente alla realizzazione di tutti gli alloggi che vengono assegnati tramite sorteggio solo a conclusione degli interventi. Questo permette un approccio neutro agli interventi e la possibilità di ottimizzare gli aspetti legati all’interscambiabilità nell’uso degli alloggi. Tuttavia si rimanda alle fasi più avanzate della progettazione la definizione di questo aspetto. Relativamente al grado di autonomia gestionale, il progetto di recupero dell’ex Istituto “Socrate” si configura come un intervento “assistito”, in cui compaiono enti terzi di varia natura che si impegnano ad accompagnare la Comunità durante l’intero percorso ed a fornire tutti quei supporti atti a soddisfare i necessari livelli di assistenza (procedurale, economicofinanziario, progettuale, tecnico-operativa, amministrativa). In ordine al grado di intervento pubblico, con riferimento alla tipologia delle risorse economiche con le quali finanziare l’intervento, considerata la condizione economica e sociale della Comunità dei migranti del Socrate, la proposta progettuale prevede che l’intervento sia finanziato con risorse prevalentemente “pubbliche”. Dal punto di vista del grado di omogeneità del gruppo, appare evidente come la Comunità Socrate” rappresenti una realtà “multietnica”, caratterizzata da una eterogeneità sotto il profilo della provenienza, del linguaggio e della formazione culturale, un gruppo accomunato


1166 unicamente dalle difficoltà di accesso al mercato della casa e al lavoro. È importante sottolineare come questi fattori imporranno un approccio specifico al progetto e detteranno l’uso di particolari accorgimenti nelle modalità con le quali verranno affrontate le varie fasi dell’intervento. Quest’analisi si conclude con l’identificazione della forma di possesso degli alloggi prevista per gli autocostruttori al termine dell’intero processo edilizio. Considerando la proprietà pubblica dell’immobile ed evidenziando la valenza sociale dell’intero progetto, la formula che meglio si avvicina all’idea progettuale ed alla condizione dell’attuale Comunità, ossia la concreta impossibilità dei singoli membri di sostenere spese per il soddisfacimento dei bisogni primari, è quello della concessione per un periodo di tempo limitato ad uso gratuito; oppure valutando forme di “affitto” ad un canone particolarmente agevolato, per un arco temporale definito. Tali valutazioni dovranno comunque tener conto oltre che delle caratteristiche economiche della Comunità, anche del lavoro svolto, dell’impegno e del tempo offerto dal gruppo di autocostruttori durante l’intero iter progettuale.

5.2 – ATTORI E FASI DEL PROGETTO La natura multidisciplinare del processo edilizio dell’autorecupero, la sua articolazione in fasi, la presenza di attori con competenze diversificate, determinano la necessità di adottare procedure che devono essere coordinate in maniera integrata, al fine di ottimizzare le risorse disponibili e realizzare un intervento rispondente alle esigenze e agli obiettivi individuati. L’efficienza del processo di autocostruzione è legata soprattutto ad un corretto uso e scambio delle informazioni, all’adozione di adeguati modelli e all’istituzione di relazioni stabili fra i vari attori. Appare dunque fondamentale comprendere il ruolo che gli attori coinvolti potranno assumere all’interno dell’intero percorso progettuale e definirne così l’apporto in termini di conoscenze specifiche, competenze e strumenti, aspetti che potranno essere definiti a seguito di una Conferenza di Servizi. Il progetto è ancora in una fase preliminare e questo non consente la definizione dettagliata delle fasi e del relativo cronoprogramma, poiché non esiste un modello operativo generalizzabile di autorecupero ma ogni intervento presenta degli aspetti peculiari e delle


1177 specificità. In particolare il progetto “Socrate” rappresenta un esempio quasi unico nel panorama complessivo delle iniziative di autorecupero. Tuttavia, seguendo il quadro metodologico e procedurale riportato nel par. A.6 del documento di appendice: “L’Autorecupero Edilizio”, è possibile individuare e organizzare secondo una sequenza logico-temporale alcune delle azioni ricorrenti in questo tipo di interventi. Definita l’idea di progetto (contenuta nella “Proposta per la redazione di uno Studio di Fattibilità per un intervento in autorecupero parziale dell’immobile” della quale questa relazione ne rappresenta l’evoluzione) e una volta ultimata l’analisi di contesto avviata, resta fondamentale per l’avvio del percorso progettuale la definizione del partenariato e, nel caso specifico del progetto in discussione, la definizione di un accordo di programma con il quale raccogliere le manifestazioni di interesse da parte dei diversi soggetti coinvolti e attivare la collaborazione in maniera operativa. Queste azioni determinano l’avvio della fase di SET-UP e rappresentano la premessa necessaria affinché venga avviato il primo livello di progettazione, ossia quello della progettazione preliminare, che nel caso del Progetto “Socrate” può prevedere due linee d’azione complementari: 1. la valutazione degli interventi strutturali, con il completamento dell’analisi delle condizioni statiche dell’edificio e la quantificazione degli interventi di consolidamento strutturale; 2. l’elaborazione preliminare del programma di intervento, ossia l’indicazione delle scelte tipologiche e tecnologiche di base degli interventi e della previsione dei tempi di svolgimento dell’intero processo. Entrambi i risultati prodotti da queste attività porteranno all’elaborazione del programma economico-finanziario, che oltre alla quantificazione dei costi generali di progetto, dovrà prevedere l’individuazione dei canali di finanziamento e l’attivazione delle procedure per la richiesta di contributi pubblici. Contestualmente all’elaborazione del progetto preliminare è inoltre necessario predisporre le procedure per il cambio di destinazione d’uso dell’edificio da quella attuale (servizi) a quella abitativa. Accanto a queste azioni di carattere espressamente tecnico, potranno essere avviate altre iniziative volte alla promozione del progetto (attraverso campagne di comunicazione sociale


PROPOSTA DI CRONOPROGRAMMA SET-UP

SELEZIONE

START-UP

CANTIERE

CONSEGNA-FINITURA

ANALISI DEL CONTESTO IDEA DI PROGETTO DEFINIZIONE PARTENARIATO Conferenza di Servizi Accordo di Programma Affidamento incarichi

CAMBIO DESTINAZIONE D'USO IMMOBILE PROGETTO PRELIMINARE

PROGETTO DEFINITIVO

PROGETTO ESECUTIVO Redazione Piani di Sicurezza

Valutazione varianti al progetto preliminare

Valutazione interventi strutturali Analisi statica dell'edificio

Cronoprogramma lavori

Elaborazione del programma di intervento definitivo

Computo metrico interventi

Organizzazione del cantiere di Autorecupero

Elaborazione preliminare del programma di intervento Approvazione progetto Progettazione architettonica

Approvazione progetto

Progettazione funzionale Approvazione progetto

PRATICHE AMMINISTRATIVE FINANZIAMENTO PROGETTO

ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA ECONOMICO FINANZIARIO ATTIVITA' DI PROMOZIONE E COMUNICAZIONE ATTIVAZIONE PROCESSO PARTECIPATIVO ATTIVITA' DI RICERCA ANALISI REQUISITI PROFESSIONALI AUTOCOSTRUTTORI

COSTITUZIONE COOPERATIVA DI AUTORECUPERO

FORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE DELLA COMUNITA' Formazione Didattica + Pratica Formazione specifica sul progetto Formazione "On the job"

APPALTI ESTERNI PER OPERE DELEGATE DEFINIZIONE GESTIONE AMMINISTRATIVA E CONTABILE Ricerca e predisposizione "ALLOGGI PARCHEGGIO"

SORTEGGIO ALLOGGI

Trasferimento Comunità negli "ALLOGGI PARCHEGGIO"

CONSEGNA E

APPROVVIGIONAMENTO MATERIALI, COMPONENTI E MEZZI INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE MONITORAGGIO

INTERVENTI DI COMPLETAMENTO IN AUTORECUPERO

COLLAUDI E VERIFICHE


1188 sul territorio, assemblee, dibattiti, convegni, etc.), all’attivazione del processo partecipativo (incontri illustrativi, iniziative volte al rafforzamento della coesione all’interno della Comunità, azioni per stimolare il coinvolgimento della comunità locale, etc.), alla ricerca in ambito tecnologico o sociale (attraverso concorsi di idee, elaborati di tesi universitarie, indagini scientifiche e sociali, etc.). Queste attività, assieme alla progettazione preliminare, definiscono nel complesso la fase di iniziativa decisionale (“set-up”), e possono protrarsi fino alla fase di SELEZIONE. Quest’ultima appare fondamentale per i processi di autorecupero edilizio, in quanto è la fase in cui avviene l’analisi dei requisiti professionali degli autocostruttori: attraverso questionari, assemblee e colloqui individuali, vengono progressivamente individuati e selezionati i soggetti in possesso dei requisiti per partecipare alla fase di cantiere. È comunque importante sottolineare che anche per i soggetti non selezionati verrà individuata una opportuna collocazione all’interno del progetto, puntando sul coinvolgimento dell’intera Comunità dei migranti in attività anche non specificatamente “edilizie”. Alla definizione del gruppo di autocostruttori segue la costituzione della Cooperativa di Autorecupero e subito dopo ha inizio la fase di formazione: questa ha il compito non solo di fornire le competenze tecniche necessarie al lavoro in modalità “autorecupero”, ma anche quella di creare un adeguata responsabilizzazione degli autocostruttori rispetto ad ogni fase del processo edilizio. La formazione si articola in tre livelli temporali successivi, che accompagnano costantemente il gruppo sino all’avvio del cantiere: una prima fase, preliminare e didattica, in cui vengo fornite nozioni tecniche e pratiche di carattere generale (conoscenze sugli attrezzi, sui materiali, sulle tecniche costruttive, sull’antinfortunistica, etc.); per facilitare il coinvolgimento dei singoli autocostruttori (è consigliabile affiancare alle lezioni in aula, lezioni più “pratiche” su cantieri sperimentali); una seconda fase, ancora di tipo teorico, in cui le conoscenze da acquisire diventano più specifiche e finalizzate agli interventi che verranno poi realizzati in cantiere; una terza fase pratica, definita “on the job”, che si svolge nei periodi iniziali del cantiere, in cui gli insegnamenti didattici vengono messi in pratica, con particolare attenzione agli aspetti della sicurezza. La fase di START-UP rappresenta la fase dell’organizzazione esecutiva e della definizione di tutte le scelte operative che riguardano l’attuazione del progetto. Vengono predisposti i livelli di progettazione successivi a quella preliminare:


1199 1. il progetto definitivo, contenente un ulteriore livello di dettaglio al progetto preliminare e l’elaborazione del programma di intervento definitivo (con l’indicazione delle scelte dei materiali e delle soluzioni innovative relativamente all’efficienza del processo produttivo e ispirate ai principi della bioedilizia ed al contenimento dei consumi energetici, della componentistica edilizia con requisiti di assemblaggio facilitato, delle opzioni fra attività delegate ed attività autogestite); 2. il progetto esecutivo, contenente i Piani di Sicurezza, il programma di avanzamento lavori e l’organizzazione del cantiere di autorecupero. Alla stesura del progetto definitivo segue l’iter di approvazione del progetto architettonico presso gli uffici tecnico-urbanistici delle amministrazioni pubbliche, le procedure per l’affidamento degli appalti esterni relativi alle opere delegate e l’avvio delle procedure di finanziamento, con la definizione della gestione amministrativa e contabile dell’intervento. Con riferimento al progetto in discussione, prima dell’avvio del cantiere di recupero, sarà necessario “svuotare” l’intero edificio e trasferire la Comunità dei migranti in una collocazione diversa, che nel gergo dell’autorecupero prende il nome di “alloggio-parcheggio”: questa è rappresentata da una struttura adeguatamente attrezzata per accogliere temporaneamente la Comunità durante la fase di cantiere, non potendo garantire i requisiti minimi di sicurezza durante l’esecuzione degli interventi. Sarà dunque opportuno prevedere la ricerca della soluzione alloggiativa temporanea sin dalle prime fasi dello “start-up” e solo successivamente effettuare il trasferimento, con le necessarie garanzie di trasparenza sulle modalità di rientro al termine dei lavori. Trasferita la Comunità dei migranti, potrà essere così avviata la fase di CANTIERE seguendo i due stadi successivi: 1. Interventi di consolidamento strutturale; 2. Interventi di completamento in autorecupero, accanto alle quali si collocano le attività volte all’approvvigionamento dei materiali, dei componenti e dei mezzi. La durata e la complessità di questa fase sono elementi estremamente variabili ed allo stesso tempo estremamente importanti ai fini della buona riuscita del progetto. La compresenza di soggetti non professionisti in ambito edilizio ed operatori di ditte esterne, la discontinuità dei lavori in autorecupero (essendo l’autorecupero un’attività da svolgere nel “tempo libero”,


2200 ossia nel tempo di non lavoro retribuito), le difficoltà di realizzazione degli interventi, gli imprevisti tecnici, sono solo alcune delle criticità che possono presentarsi in un cantiere di autorecupero, e per tale ragione devono essere oggetto di un’analisi attenta e approfondita durante tutte le fasi di progettazione, al fine di ottimizzare i tempi e le risorse disponibili. A conclusione degli interventi di recupero hanno luogo le operazioni di collaudo e verifica, al termine delle quali viene effettuato il sorteggio degli alloggi e la CONSEGNA degli stessi alla Comunità che può far rientro nell’edificio e completare gli ultimi interventi di FINITURA, ove se ne presentasse la necessità. È infine importante sottolineare l’importanza dell’attività di monitoraggio dell’iniziativa, azione che deve accompagnare in maniera costante l’intero iter progettuale sin dalle prime fasi di ideazione, e proseguire oltre la conclusione del cantiere, al fine di analizzare i risultati del progetto ed elaborare criteri che possano permettere la riproduzione dell’esperienza in contesti analoghi.

5.3 – CRITERI DI PROGETTAZIONE Per concludere l’analisi dell’idea progettuale, è opportuno aprire una breve parentesi su alcuni dei criteri che si intendono adottare durante la progettazione del percorso. Fondamentale, lungo tutto l’iter di studio e di progettazione, dovrà essere l’adozione di uno specifico metodo operativo, quello della “progettazione partecipata”, che prevederà il coinvolgimento attivo della Comunità che attualmente occupa l’immobile nelle diverse fasi di analisi: a differenza delle pratiche canoniche di pianificazione, i beneficiari del progetto non saranno più soggetti passivi sui quali “calare” il progetto sulla scorta di dati statistici, nozioni e tecniche, bensì diverranno soggetti attivi nella progettazione, attraverso la conoscenza specifica dei luoghi e dei problemi, e saranno coinvolti sin dalle prime fasi di implementazione dello studio, favorendo così lo sviluppo del senso di appartenenza al progetto. L’introduzione di forme di partecipazione nei processi di progettazione per interventi in autocostruzione è fondamentale per avvicinare maggiormente le caratteristiche progettuali alle esigenze di chi dovrà abitare ed utilizzare gli spazi, tentando di stabilire una dimensione psicologica dove la forma ed i materiali sono espressione di chi vi ha partecipato e faticato. La partecipazione attiva e cosciente nella progettazione degli “spazi della quotidianità”, inoltre, non può che generare nel soggetto che la realizza una cura ed un entusiasmo che


2211 difficilmente un’impresa edile è in grado di eguagliare, e questo può rappresentare un valore aggiunto. Esistono molte forme di partecipazione, con diverso grado di intensità e svolgimento; tuttavia, dall’analisi delle molteplici esperienze segnalate nel panorama nazionale e internazionale, quella che ha mostrato i maggiori vantaggi in termini di risultati conseguiti è la “progettazione coinvolta”, basata sull’ascolto strutturato delle esigenze dei beneficiari e sulla loro rimodulazione in soluzioni concrete, cosicché la progettazione diventa per gli autocostruttori un percorso di “alfabetizzazione al processo dell’abitare”. Nei casi di autocostruzione multietnica, quale si presenta quella del “Socrate”, è inoltre possibile introdurre delle componenti meta-progettuali legate alla molteplicità di culture e prospettive presenti nel gruppo di autocostruttori. Tali fattori impongono l’adozione di un approccio attento alle varie specificità culturali ed alle diversità di percezione di priorità e valori. In quest’ottica ha senso parlare di “progettazione multietnica”, nella quale l’abitazione si configura come un elemento di identità e appartenenza, e gli spazi comuni possono essere declinati in preziosi punti di socializzazione e integrazione. In ultima analisi è importante considerare il coinvolgimento della Comunità anche all’interno del cantiere: questo dovrà essere concepito come un “sistema aperto”, nel quale poche e ben selezionate regole morfologico-dimensionali e di interfaccia possono orientare il processo edilizio verso una maggiore razionalità, riducendo i tempi e dando maggiore garanzia di un corretto posizionamento degli elementi da parte di utenti che hanno determinate caratteristiche, diverse da quelle che possono avere operai specializzati o manovalanza comune. Tale possibilità è correlata all’impiego di componenti edilizi caratterizzati da una bassa complessità strutturale, dalla capacità di adattabilità della tecnologia alle esigenze specifiche dell’utenza, dalla presenza dei requisiti di duttilità, flessibilità e componibilità. In autocostruzione si parla di “costruzione facilitata”, intesa sostanzialmente come opera di assemblaggio, per molte delle parti dell’edificio, di componenti prefabbricati, meglio se appositamente concepiti, progettati realizzati con l’obiettivo di semplificarne il montaggio. In quest’ottica la progettazione degli interventi di recupero sull’ex Istituto Socrate dovrà basarsi sull’impiego delle cosiddette “tecnologie appropriate” e dovrà tener conto del grado di “sofisticazione” tecnologica dei componenti e dei prodotti in modo da facilitare le operazioni


2222 di messa in opera, evitando di annullare le economie ottenute con la riduzione della manodopera, che giustificano l’autocostruzione.

5.4 – STATO DI AVANZAMENTO DELL’ANALISI DEL CONTESTO L’analisi sinora condotta e coordinata dall’associazione Ingegneria Senza Frontiere – Bari, ha permesso di raccogliere le informazioni riguardanti l’edificio, nonché individuare le situazioni prioritarie sulle quali intervenire e formulare le proposte sopra esposte. La metodologia operativa utilizzata ha previsto: l’analisi della documentazione tecnica relativa all’immobile; l’analisi dello stato attuale dell’edificio, attraverso sopralluoghi tecnici e rilievi planimetrici e fotografici; il confronto con altre esperienze di autorecupero realizzate sul territorio nazionale, nell’ottica di intraprendere relazioni di partenariato con le associazioni e gli enti promotori di tali esperienze. Parallelamente all’analisi tecnica è stato approfondito il contesto sociale in cui il progetto si colloca. Durante tutto il percorso di definizione dell’idea di progetto è stato fondamentale il confronto costante tra le realtà coinvolte (Comunità di migranti, Ingegneria Senza Frontiere – Bari, Pubblica Amministrazione), ed in particolare il contributo offerto dalla Comunità di migranti, in quanto la valutazione e la scelta delle azioni di progetto è stata effettuata sulla base delle loro informazioni, percezioni, esigenze, visioni, capacità e competenze che diventeranno di fatto “patrimonio di progetto”. Sinora, contestualmente alla definizione dell’ambito di intervento sono state avviate e programmate altre attività, volte a creare ulteriori presupposti per l’integrazione della comunità nel tessuto sociale urbano: la promozione della conoscenza dell’iniziativa presso l’opinione pubblica del territorio nel quale si intende realizzare il progetto; la definizione di nuove relazioni di partenariato con le Amministrazioni Pubbliche disponibili a promuovere e sostenere l’iniziativa; lo stimolo dei rapporti di vicinato virtuoso tra la Comunità di immigrati, nuovi residenti di quartiere, e la comunità locale;


2233 la preparazione di questionari specifici rivolti alla Comunità del “Socrate”, con l’obiettivo di individuare le capacità e le competenze tecniche di ciascun individuo e valutarne l’impiego in un eventuale intervento di autorecupero dell’edificio. L’analisi condotta ha infine permesso di individuare gli aspetti che dovranno essere approfonditi all’interno del progetto tecnico preliminare: ANALISI DELLA DOMANDA: definizione in termini quantitativi del fabbisogno; DEFINIZIONE DI ALTERNATIVE PROGETTUALI: individuazione e valutazione di eventuali soluzioni progettuali alternative (sotto i profili tecnico-funzionale, localizzativo, gestionale) per il raggiungimento degli obiettivi emersi in fase di analisi; DESCRIZIONE DEL PROGETTO: definizione dell’idea di progetto e dei risultati che si intendono perseguire; descrizione dettagliata del processo edilizio dell’Autorecupero, in riferimento agli aspetti tecnici, sociali, amministrativi e legislativi; definizione delle varie fasi di intervento (progettazione, ripristino strutturale, riqualificazione funzionale, monitoraggio); individuazione delle tipologie di interventi atte a ripristinare lo stato strutturale dell’edificio e delle azioni volte a riqualificare l’immobile dal punto di vista funzionale, nonché definizione delle categorie di interventi da eseguire in autorecupero; definizione dettagliata delle relazioni logiche e temporali tra attività ed interventi; definizione delle modalità di monitoraggio e di eventuali adattamenti delle attività del progetto, nonché individuazione di una serie di parametri qualitativi e quantitativi (criteri, tempi, metodologie) per la valutazione dei risultati; TECNOLOGIE E SISTEMI DI SUPPORTO: definizione del tipo di supporto tecnologico richiesto dal progetto, ossia delle tecniche costruttive e delle tecnologie che verranno adoperate in relazione a ciascuna categoria di interventi, privilegiando l’utilizzo delle risorse locali; DEFINIZIONE DEL QUADRO ECONOMICO-FINANZIARIO: stima dettagliata del costo di realizzazione dell’intero intervento, esplicitando per ciascuna voce la quantità ed il


2244 corrispondente costo, nonché la predisposizione di un piano finanziario relativo all’intero progetto; VERIFICA DI COMPATIBILITÀ URBANISTICA E AMBIENTALE: analisi del contesto urbanistico e ambientale nel quale verrà collocato il progetto e valutazione dei principali impatti sull’ambiente circostante; VERIFICA DI COMPATIBILITÀ FINANZIARIA: analisi finanziaria accurata relativa sia alla fase di realizzazione del progetto (investimenti, finanziamenti) che a quella di esercizio (costi e ricavi legati alla gestione nella fase post-progetto); VERIFICA PROCEDURALE: verifica delle condizioni istituzionali, amministrative, legislative, organizzative e operative necessarie alla realizzazione del progetto ed individuazione delle possibili soluzioni qualora si presentino problematiche di tipo amministrativo-procedurale; MODELLO DI GESTIONE DEL PROGETTO: individuazione del sistema di gestione dell’intero progetto, dalla fase di elaborazione a quella post-progetto, nonché la definizione delle azioni che dovranno essere intraprese per rendere possibile, sul piano gestionale, il conseguimento degli obiettivi ai quali l’intervento è finalizzato; ANALISI DEL RISCHIO: identificazione degli eventi sfavorevoli che possono incidere sulle condizioni di fattibilità del progetto (in fase di progettazione, realizzazione e gestione), riguardanti per esempio i tempi di realizzazione, gli impatti ambientali, la variabilità della domanda, l’evoluzione tecnologica, la partnership, il modello di gestione, i costi, ecc. VALUTAZIONE COMPLESSIVA: tale valutazione si configura come il risultato finale di tutto il percorso di ricerca e analisi e dipenderà dai seguenti fattori: - costo totale degli interventi; - tecnologie impiegate; - risorse finanziarie disponibili; - tipologie degli interventi da realizzare in autorecupero e valutazione dell’incidenza di queste sul costo complessivo; - valutazione dei fattori individuati in fase di “analisi del rischio”;


2255 - valutazione dei risultati conseguibili e confronto con gli obiettivi ai quali l’intervento è finalizzato. La stesura del progetto preliminare dovrà inoltre essere accompagnata dall’avvio delle azioni volte a creare le condizioni per le quali la Comunità dei migranti possa prendere parte alle attività di cantiere. Per questo si dovrà procedere: con la ricerca e l’informazione sulle procedure burocratiche per la creazione della Cooperativa di Autorecupero (composta da membri della Comunità di immigrati) a cui sarà affidata l’esecuzione degli interventi di autorecupero; con l’attivazione dei percorsi di formazione della Comunità di immigrati del “Socrate” relativamente agli aspetti tecnici e operativi del progetto, attraverso incontri, giornate di formazione, corsi didattici e laboratori pratici promossi da tecnici accreditati, Enti, associazioni, Istituti di formazione edile. In ultima analisi, tutte le azioni previste, oltre a concretizzare l’idea proposta, contribuiranno a promuovere l’Autocostruzione, rafforzando l’intento delle “Linee Guida Regionali sull’autocostruzione

e

l’autorecupero”

ed

intervenendo

nel

dibattito

sull’approvazione di una legge regionale che legittimi questo processo costruttivo.

pubblico


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