“VENTO DI PONENTE” | ANNO III | DECRETO ACCOGLIMENTO ISCRIZIONE REGISTRO STAMPA N. CRONOL. 240/2018 DEL 26/01/2018 R.G. N. 111/2018, NUM. REG. STAMPA 2 TRIBUNALE DI IMPERIA | EDITO DA ANCE SERVIZI IMPERIA SRL | CONTIENE I.P. | DIRETTORE RESPONSABILE: FABRIZIO PEPINO
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Il prezzo giusto lo decide il mercato Il rincaro di accaio, legno e altre materie prime impone una revisione urgente del Prezzario regionale delle opere edili
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Il rincaro di accaio, legno e altre materie prime impone una revisione urgente del Prezzario regionale delle opere edili
ENIO MARINO Presidente Ance Imperia Società editrice e pubblicità: Ance Servizi Imperia Srl Viale Giacomo Matteotti, 32 18100 - Imperia (IM) Tel. 0183/650551 Fax 0183/64245 info@anceimperia.it
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Direttore responsabile: Fabrizio Pepino
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Redazione e grafica: Autorivari studio associato Corso IV Novembre, 8 12100 – Cuneo (CN) Tel. 0171/601962 staff@autorivari.com Stampa tipografica: Tipografia Grafiche Amadeo Srl Via Nazionale Sud, 1 18027 - Chiusanico (IM) Tel. 0183/52603 Spedizione postale: PostaTARGET CATALOG Numero aut. NORD OVEST/00316/03.2018 Ufficio di accettazione/detentore: Imperia CDM Registrazione Tribunale Imperia Decreto accoglimento iscrizione registro stampa n. cronol. 240/2018 del 26/01/2018 R.G. n. 111/2018, Num. Reg. Stampa 2 Chiusura: 04/06/2021
Prezzario regionale opere edili. Il prezzo giusto lo decide il mercato
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Incentivi. Proroga e semplificazione: la ricetta per il Superbonus
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On the road. Code in anticipo per il ritardo dei cantieri
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La via del mare. Navetta via mare per chi lavora tra Italia e Francia
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Dopo il Covid. Spazi nuovi, abitudini vecchie: cosa cambia con le pandemie
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#Bloccadegrado. Dall’ex convento di Ventimiglia Alta si salva solo il panorama
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Aziende. Carlo Alberto Orengo, una vita in cantiere
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Obiettivo formazione. Scuola Edile: con la pandemia cresce il bisogno di sicurezza 28
Fare l’impresa. Plastital: quando il Covid spinge a fare un salto di qualità
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Il prezzo giusto lo decide il mercato Il rincaro di acciaio, legno e altre materie prime impone una revisione urgente del Prezzario Fabrizio Pepino
Enio Marino PRESIDENTE ANCE IMPERIA
La prospettiva palesata dalla Commissione regionale di poter applicare da subito nuovi prezzi per le voci più soggette a radicali variazioni di mercato, in attesa di veder venire alla luce il Prezzario aggiornato, fa tirare un sospiro di sollievo non solo alle imprese edili ma a tutto il settore, in quanto il beneficio sarà di tutti
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na volta tanto potrebbe non essere necessario fare una nuova norma per risolvere un problema urgente. Stiamo parlando dell’aggiornamento del Prezzario regionale delle Opere Edili 2021, approvato a fine 2020 dalla Regione Liguria nella consapevolezza “bipartisan” che avrebbe avuto bisogno di una revisione e di un adeguamento complessivo delle sue centinaia di voci, in quanto già vecchio anche se appena nato. Una necessità che è diventata impellente nei primi mesi dell’anno nuovo, soprattutto a causa della crescita vertiginosa dei costi di alcune materie prime, ma anche perché il suo ambito di applicazione si è ampliato dalla sola sfera degli appalti dei lavori pubblici a tutti gli interventi di edilizia privata rientranti nei nuovi incentivi, agevolazioni e misure statali, Superbonus in primis. Due ragioni che da sole sono sufficienti a rendere immediatamente urgente la necessità di allineare le tariffe del prezioso stru-
mento di regolazione del settore edile alle attuali indicazioni del mercato, ma che si scontrano con l’oggettiva difficoltà del Prezzario a sottoporsi ad aggiornamenti rapidi. Che fare, quindi? Prima che si costituisse la nuova Commissione regionale incaricata di aggiornare lo strumento, il presidente di Ance Imperia Enio Marino si era già fatto promotore di una soluzione politica, proponendo un aumento trasversale e immediato del 10% dei prezzi di tutte le voci, per dare in tempo utile alle imprese di costruzione liguri una risposta puntuale in attesa che il Prezzario venisse aggiornato a livello generale. La proposta, portata sul tavolo regionale, è stata presa in considerazione dalla neo costituita Commissione regionale, che già nella sua prima riunione di insediamento a fine maggio senza perdere tempo ha individuato una possibile soluzione, in linea con la proposta di Ance Imperia, che anticipiamo mentre
questo numero di “Vento di Ponente” va in stampa nell’augurio che possa essere diventata ufficiale nel momento in cui la state leggendo. “La linea condivisa dalla Commissione regionale e sottoposta all’approvazione della Regione, in realtà non rappresenta una novità, bensì un’applicazione puntuale di quanto già contenuto nella Nota metodologica del Prezzario - spiega Andrea Veneziano, membro della Commissione in rappresentanza di Ance Liguria -. In pratica già oggi il Prezzario permette al progettista di adottare nuovi prezzi nel caso in cui le cifre contenute nel prezzario non siano corrispondenti ai valori di mercato. Si tratta di una clausola
Cosa dice il prezzario “Un corretto utilizzo del prezzario comporta che il progettista, nel quadro delle proprie responsabilità professionali ed ogni qualvolta se ne presenti la necessità, utilizzi descrizioni o analisi prezzi diversi da quelli specificamente riportati nel Prezzario, per adeguarli alle esigenze dell’intervento ed in ragione delle condizioni particolari di accessibilità del cantiere, delle sue dimensioni, delle peculiarità realizzative, delle quantità in gioco, dei mezzi disponibili ecc” “Nel caso in cui vengano adottati prezzi e voci diversi da quelli riportati dal prezzario, gli stessi devono essere identificati con il codice NP (nuovo prezzo) e giustificati, così come previsto dalla normativa vigente dal progettista incaricato, con specifiche analisi prezzi applicabili alla specificità dell’intervento in esame, utilizzando le voci elementari del prezzario nonché, in assenza di quest’ultime, prezzi elementari dedotti da listini ufficiali o da idonee indagini di mercato”. Dalla Nota metodologica del Prezzario Opere Edili ed Impiantistiche - Regione Liguria - Anno 2021
finora quasi mai applicata, basata sul buon senso, in quanto è evidente che il Prezzario per sua natura, facendo riferimento alla media dei prezzi dell’anno precedente e avendo una durata annuale, non può adeguarsi repentinamente agli sbalzi improvvisi dei prezzi dovuti all’andamento del mercato. L’idea è quella di sospendere subito la validità dei prezzi per una cinquantina di voci, quelle che oggi hanno
Ance Imperia aveva già proposto un aumento politico immediato del 10% di tutte le voci del prezzario regionale
subito i rialzi maggiori, che il progettista deve sostituire di volta in volta in base al loro valore di mercato del momento. In pratica si tratta di fare un uso coscienzioso e responsabile del Prezzario, cosa che del resto si sarebbe dovuta fare sempre e che avrebbe senso continuare a fare anche dopo una sua revisione generale”. UN INTERVENTO URGENTE Come anticipato, ad aver accelerato l’urgenza di una complessiva revisione del Prezzario, è sopraggiunto l’aumento esponenziale dei prezzi di alcune materie prime, che a ruota ha portato alla crescita trasversale dei prezzi di altri prodotti, anche se non sempre
motivata. Nello specifico, il prezzo dell’acciaio e dei suoi derivati è salito anche fino al 126% a causa del neo protezionismo della Cina, innescatosi con la ripresa del settore delle costruzioni cinese dopo il Covid, che ha portato il colosso orientale a bloccare le esportazioni verso Occidente del metallo dalle sue acciaierie per far fronte alla crescente richiesta interna, con la conseguenza indiretta di un aumento del prezzo del prodotto sul mercato mondiale a causa della sua scarsa reperibilità, essendo la Cina il maggior produttore mondiale. Sull’onda dell’acciaio, in un primo tempo sono cresciuti i prezzi di cemento e calcestruzzo, poi calmierati, mentre dalla prima-
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Andrea Veneziano COMMISSIONE REGIONALE PREZZARIO OPERE EDILI
Si tratta di fare un uso coscienzioso e responsabile del Prezzario, cosa che del resto si sarebbe dovuta fare sempre e che avrebbe senso continuare a fare anche dopo una sua revisione generale
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Nel nuovo scenario che si sta delineando a livello generale, il Prezzario regionale gioca un ruolo strategico per l’attività delle aziende e la democratica livellazione delle voci di spesa
vera sono saliti alle stelle i costi di altri prodotti come il legno (il lamellare ha raggiunto un rincaro superiore al 70%), complice la grande richiesta pervenuta dal mercato statunitense, che ha praticamente assorbito tutta la produzione europea, in particolare dell’Austria e della Germania, innescando un aumento dei prezzi causato dalla carenza di prodotto. Ma anche i prezzi di alcune materie plastiche e lo stesso gasolio (+35%), che rappresenta un costo fisso imprescindibile per l’attività delle imprese di costruzioni, hanno subito aumenti importanti. “In alcuni casi le aziende stanno lavorando in perdita, soprattutto laddove sono in essere contratti di manutenzione pluriennali, è urgente intervenire subito - spiega il numero uno degli edili del Ponente Ligure -. Fatta salva e riconosciuta la buona volontà della Regione Liguria di mettere mano seriamente e collaborativamente alla revisione del Prezzario, ragionevolmente questo non potrà avvenire in tempi brevi. La nuova commissione regionale, appena costituita, deve infatti avere il tempo materiale di mettere mano a centinaia di voci per decidere quali sono da eliminare, da aggiungere, da accorpare e infine da aggiornare. Sarebbe già un buon risultato se le nuove tariffe vedessero la luce
entro fine anno, ma non si può chiedere alle imprese di aspettare così tanto. La prospettiva palesata dalla Commissione regionale di poter applicare da subito nuovi prezzi per le voci più soggette a radicali variazioni di mercato, in attesa di veder venire alla luce il Prezzario aggiornato, fa tirare un sospiro di sollievo non solo alle imprese edili ma a tutto il settore, in quanto il beneficio sarà di tutti”. UNO STRUMENTO INDISPENSABILE All’urgenza di intervenire prontamente sull’adeguamento delle voci di costo del Prezzario per andare incontro alle difficoltà in cui versano le aziende, fa da contraltare la crescita della sua importanza strategica, che anche grazie all’introduzione delle nuove misure e incentivi, si è candidato a diventare lo strumento principe per regolamentare gran parte del mercato del settore edile. Se fino a ieri il Prezzario riguardava quasi esclusivamente il mercato dei lavori pubblici, che vale circa un terzo dell’intero giro di affari del settore, con l’arrivo del Superbonus 110% il Prezzario è diventato il riferimento di legge anche per la maggior parte dei lavori privati, contribuendo potenzialmente a livellare le tariffe ed evitando la prassi abituale dei preventivi fatti con due
Oggi il Prezzario non riguarda solo più i lavori pubblici ma con l’arrivo del Superbonus anche buona parte di quelli privati pesi e due misure. “Per l’intero settore edile - conclude Marino -, la prospettiva di avere un unico strumento riconosciuto e condiviso che regoli i prezzi del mercato, non è che salutare. Finora le aziende hanno lavorato spesso in balia dei committenti, soprattutto nel settore pubblico, lottando ogni giorno contro l’applicazione di prezzari non sempre aggiornati correttamente. Misure come l’eccessiva onerosità sopraggiunta, infatti, sono spesso un boomerang rischioso sia per l’impresa che svolge i lavori che per l’ente appaltante. Nel nuovo scenario che si sta delineando a livello generale, il Prezzario regionale gioca un ruolo strategico per l’attività delle aziende e la democratica livellazione delle voci di spesa. Ance non può che guardare con favore al potenziamento di uno strumento che non riguarda solo più bandi e appalti pubblici, ma che comprende e regola anche buona parte dei lavori privati finanziati dagli incentivi pubblici”.
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DAI DAI ALLA ALLA TUA TUA IMPRESA IMPRESA UN UN VANTAGGIO VANTAGGIOCOMPETITIVO COMPETITIVO CON CON LE LE CERTIFICAZIONI CERTIFICAZIONI
Che cos’è una certificazione ISO? Che cos’è una certificazione ISO?
L’International Organization for Standardization ha redatto nel tempo delle norme di riferiL’International Organization for Standardization ha redatto nel tempo delle norme di riferimento negli ambiti della produzione industriale, dell’erogazione di servizi, della sicurezza neglialtri ambiti della produzione industriale, dell’erogazione di servizi, della sicurezza emento di svariati campi. e di svariati altri campi. Queste norme, valide a livello internazionale, se rispettate e integrate nei sistemi di geQuestee norme, valide a livello internazionale, se rispettate e integrate nei sistemi di gestione di organizzazione del lavoro di un’Azienda, portano ad un incremento di valore stione e di organizzazione del lavoro di un’Azienda, portano ad un incremento di valore dell’organizzazione. dell’organizzazione. Le certificazioni sono gli attestati che dimostrano l’introduzione delle norme nei flussi di Le certifi cazioni sonodell’Azienda, gli attestatieche dimostrano l’introduzione delleenorme nei flussi di lavoro e nelle attività sono fondamentali per il business la competitività. lavoro e nelle attività dell’Azienda, e sono fondamentali per il business e la competitività.
Come e perchè ottenere una certificazione? Come e perchè ottenere una certificazione?
Premesso che l’applicazione delle norme ISO è di carattere volontario e non obbligatorio, che l’applicazione delle norme nella ISO èpartecipazione di carattere volontario e nonbandi obbligatorio, èPremesso altresì vero che in certi casi, ad esempio a determinati pubbliè altresì vero chenecessario. in certi casi, ad esempio nella fare partecipazione a valutazioni determinatisulla bandi pubblici, è un requisito È quindi necessario le opportune mateci, èinun requisito necessario. È quindi le opportune valutazioni sulla materia, modo da essere proiettati verso ilnecessario futuro e alfare passo con le richieste del mercato. ria, in modo da essere proiettati verso il futuro e al passo con le richieste del mercato. Fatta questa premessa, il percorso per ottenere una certificazione e quindi mantenerla è Fatta questaarticolato premessa, il percorso ottenere una certificazione e quindi mantenerla è un processo che coinvolgeper l’intera Azienda. un processo articolato che coinvolge l’intera Azienda. Uniservind e il suo team di esperti può seguirvi in questo percorso, fornendo il servizio Uniservind e ilcompleto suo teamaditariffe esperti può seguirvi in ilquesto percorso, fornendo servizio di consulenza agevolate sia per rilascio delle certifi cazioniilche per il di consulenza completo a tariffe agevolate sia per il rilascio delle certificazioni che per il loro mantenimento. loro mantenimento.
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Oltre all’impatto economico vi è poi quello occupazionale che il provvedimento introdotto dall’allora governo Conte è in grado di generare e che l’Ance quantifica, per l’anno in corso, in 64 mila posti di lavoro aggiuntivi che, considerando anche i settori collegati, potrebbero raggiungere quota 100 mila [Foto: Pixabay]
Proroga e semplificazione La ricetta per il Superbonus L’Ance continua il pressing sul Governo per un intervento rapido Paolo Ragazzo
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ontinua a tutti i livelli il pressing dell’Ance affinché il Governo conceda la proroga del
Superbonus 110% almeno fino a fine
Confindustria ha stimato che la ricaduta della proroga, in termini economici, è di 18 miliardi di euro in più sul Pil nazionale, pari a circa un +1%. Un impatto di dimensioni tutt’altro che secondarie, specie in uno scenario reso oggi più fragile dalla pandemia.
2023 e semplifichi il più possibile gli adempimenti previsti a carico delle
che la ricaduta della proroga, in termini economici, è di 18 miliardi di euro in più sul Pil nazionale, pari a circa un +1%. Un impatto di dimensioni tutt’altro che secondarie, specie in uno scenario reso oggi più fragile dalla pandemia.
aziende costruttrici. “Bisogna allungare la durata dell’agevolazione, ma occorre farlo subito e senza ulteriori esitazioni, per poter dare modo alle aziende e ai committenti di pianificare gli interventi in un tempo ragionevole per la loro effettiva esecuzione - sostiene Enio Marino, presidente di Ance Imperia -. Altro aspetto su cui la politica
PASSARE DAGLI ANNUNCI AI FATTI CONCRETI Qualche passo in avanti, nella direzione indicata dall’Ance, si inizia a intravvedere, ma gli annunci vanno fatti seguire da conseguenti azioni concrete. “Guardiamo con favore alle ventilate ipotesi di un eventuale successivo calo
deve intervenire è la burocrazia, che va drasticamente snellita in maniera mirata. Solo in questo modo sarà possibile non spegnere l’entusiasmo che questa misura fiscale ha generato, trasformandola così in un vero e proprio volano per la ripresa dell’edilizia e dell’importante indotto che genera sul nostro territorio e non solo”. A tal proposito, Confindustria ha stimato
Un eventuale calo della detrazione dal 110% al 75% dal 2023 è accettabile se abbinato ad un accorciamento dei tempi di rientro della spesa da 10 a 5 anni
9 della percentuale di detrazione dal 110% al 75%, abbinato ad un accorciamento dei tempi di rientro dell’investimento da 10 a 5 anni, ma ciò che conta è andare avanti sulla strada intrapresa con maggiori certezze e minor complessità normativa - continua Marino -. Attualmente il Superbonus è un labirinto, specie per gli interventi più consistenti, tipo quelli sui condomini, che richiedono oltre una trentina di procedure complesse”. Oltre all’impatto economico vi è poi quello occupazionale, che il provvedimento introdotto dall’allora governo Conte è in grado di generare e che l’Ance quantifica, per l’anno in corso, in 64 mila posti di lavoro aggiuntivi che, considerando anche i settori collegati, potrebbero raggiungere quota 100 mila. Si capisce dunque come, anche da questo punto di vista, sarebbe difficile da comprendere un mancato prolungamento del Superbonus. L’EDILIZIA DELL’IMPERIESE TIENE, NONOSTANTE LA PANDEMIA Queste considerazioni, calate a livello provinciale, devono fare i conti inevitabilmente con lo stato di salute in cui versa il settore dell’edilizia imperiese e i segnali degli ultimi mesi sono tutto sommato confortanti. La Cassa Edile evidenzia, infatti, una sostanziale tenuta del comparto nel periodo ottobre 2019 settembre 2020, con il numero di imprese iscritte salito a 657 e la media mensile di aziende attive attestata a 496, in linea con quella pre-pandemia di 494, nell’analogo periodo del 2018/19. Risultano in lieve calo le imprese individuali, da 308 a 293, mentre sono in crescita le società di capitali, passate da 242 a 262. Anche i dati sugli operai attivi nel 2020 sono di segno positivo: 2.885 addetti, rispetto ai 2.754 del 2019, per una media mensile di 1.879 (+66 unità sul periodo precedente). Segnali questi di una non scontata resistenza all’emergenza innescata dalla pandemia da parte degli indicatori occupazionali, come confermato anche dalla massa salari che nel 2019/2020
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si è confermata su buoni livelli, per un complessivo 28.385.130 euro, in calo “fisiologico” sull’esercizio precedente di circa un milione e seicentosettantamila euro, corrispondenti tuttavia quasi per intero al crollo di aprile. Che il quarto mese del 2020 sia stato particolarmente complicato lo dicono anche i dati sul ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende edili (quasi 213mila ore), che hanno contribuito in maniera decisiva al balzo complessivo annuale delle ore di CIG passate dalle scarse 64mila del 2019 alle oltre 470mila dell’anno scorso. LA SEMPLIFICAZIONE DIVENTI LA PRASSI In questo quadro si capisce quanto sia importante, quindi, rimarcare ancora una volta come un provvedimento come il Superbonus possa rivelarsi strategico per infondere rinnovata stabilità a un settore nevralgico come l’edilizia. Ma è necessario, a patto che si proceda a una sua netta semplificazione. Condizione quest’ultima che, ad esempio, è tra i principi ispiratori del disegno di modifica della regge regionale 36/1997 in materia urbanistica, che di recente ha incassato l’ok da parte del Consiglio regionale della Liguria. Una riforma nata per favorire uno sviluppo più armonico del territorio, facendo leva su semplificazione amministrativa, assenza di consumo del suolo, recupero edilizio, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale. Con le imprese edili saldamente al centro.
Bisogna allungare la durata dell’agevolazione, ma occorre farlo subito e senza ulteriori esitazioni, per poter dare modo alle aziende e ai committenti di pianificare gli interventi in un tempo ragionevole per la loro effettiva esecuzione. Altro aspetto su cui la politica deve intervenire è la burocrazia, che va drasticamente snellita in maniera mirata.
Rapallo Chiavari Sestri Levante
Vado Ligure Finale Ligure
Code in anticipo per il ritardo dei cantieri
Albenga Alassio Marina di Andora
Campanello d’allarme per il prolungarsi dei lavori di manutenzione di viadotti e gallerie delle autostrade Gilberto Manfrin
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untuali. Come le tasse. Con il passaggio della Liguria in zona gialla, lo scorso 26 aprile, ecco presentarsi nuovamente le code chilometriche sulle principali arterie liguri. Dopo il lungo periodo di lockdown imposto dalla pandemia, il via libera ai passaggi extraregionali ha spinto i turisti a muoversi per raggiungere i litorali, spesso per tornare alle seconde case in riviera. Una “libertà” che ha ridato subito vita alle vecchie, ma note code, provocate dai soliti arci noti cantieri. L’incubo è tornato a materializzarsi nel week-end del 1° maggio, in particolare domenica 2, quando migliaia di auto sono rimaste incolonnate su strade e autostrade a causa dei lavori. Sulla A10 Genova-Ventimiglia si sono formati più di dieci chilometri di coda tra Va-
L’anticipo dei disagi stradali nel primo ponte di primavera rappresenta un campanello d’allarme per l’estate razze e il capoluogo, ma anche il tratto tra Savona e Ventimiglia è stato teatro di lunghi rallentamenti. La situazione non è stata diversa sulla A12 Genova - Rosignano, dove l’incolonnamento verso Genova ha toccato i 14 km. Per non parlare di quanto accaduto lungo le arterie di confine e sui monti: “serpentoni” di vetture si sono creati sull’A6 Torino-Savona nel tratto tra il capoluogo ligure e Altare, nei pressi di Ceva e sui tornanti dei valichi di confine con il Piemonte,
in particolare sulla Statale 28 del Colle di Nava. La pandemia, insomma, nulla ha cambiato sul fronte dei disagi sulle strade: anzi, i ritardi e il prolungarsi dei lavori rischiano di paralizzare il traffico d’estate. Facciamo il punto.
LAVORI IN RITARDO Il ritardo nell’avvio dei lavori sulle principali arterie stradali di collegamento della Liguria con la Francia e il basso Piemonte, dovuti alle lungaggini burocratiche e all’incertezza dei finanziamenti, è il primo vero nodo critico. Dopo la devastazione autunnale della tempesta Alex, poco o nulla si è mosso. La vicenda più spinosa è, ovviamente, quella legata alla Statale 20 del Colle di Tenda (per la quale lo Sblocca Cantieri ha stanziato 139 milioni per la ricostruzione, ndr) e al
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11 futuro del tunnel, la cui riapertura non è prevista almeno fino al 2023. Ma non si parla nemmeno di scadenze certe, visto che si è al cospetto di studi di fattibilità resi noti dall’Anas, avallati anche dalla Conferenza intergovernativa italo-francese che ha scelto il nuovo progetto per la ricostruzione del vecchio traforo con completamento della nuova galleria. Unica certezza la spesa prevista: 45 milioni di euro in più rispetto ai costi iniziali. A vigilare sui lavori e sui tempi è stato anche nominato un commissario straordinario, l’ingegnere Nicola Prisco, indicato come la persona giusta per segnare un cambio di passo nella realizzazione del Tenda bis.
SEMAFORI E SCARSA COMUNICAZIONE Quanto a certezze, non va meglio a chi decide di spostarsi tra Liguria e Piemonte percorrendo per esempio la Statale 28. Di sicuro, in queste
A pesare ulteriormente sulla situazione generale dei collegamenti tra Italia e Francia è la chiusura del Colle di Tenda settimane, chi si è messo in viaggio avrà trovato impossibile programmare i tempi di arrivo. La presenza di una serie di semafori per via di lavori in corso tra Ponte Nava e Bagnasco, con conseguenti restringimenti di carreggiata causati dagli smottamenti provocati dall’alluvione di ottobre, ha reso gli spostamenti un inferno, come ha testimoniato il rientro a casa di molti cuneesi recatisi al mare per trascorrere il week-end del 1° maggio, ma anche in quelli successivi come accaduto domenica 23 maggio, ad esempio, tra Genova Aeroporto e Pegli. Risultato: ore fermi sotto il sole e coprifuoco
“sforato”. Alla faccia di chi pensava che, liberatisi del famoso semaforo di Pieve di Teco, la situazione sarebbe tornata alla normalità. E a nulla sono servite le proteste di numerosi amministratori locali che hanno messo in evidenza la necessità di trovare in fretta una soluzione per non rovinare il turismo, già minato alla base dall’anno pandemico. Ai ritardi di avvio dei lavori si aggiunge sovente la scarsa comunicazione tra chi potrebbe facilitare le cose: ne è dimostrazione la presenza di cantieri lungo la rete autostradale e, contemporaneamente, anche in diversi punti della Statale 28, con gli automobilisti finiti in trappola da ambo le parti.
Lo Sblocca Cantieri ha stanziato 139 milioni per la ricostruzione della Statale 20 del Colle di Tenda, ma la riapertura del tunnel che collega Italia e Francia non è prevista almeno fino al 2023
MOVIERI PER REGOLARE IL TRAFFICO Fatto che ha portato ad un incontro in videoconferenza organizzato dalla Prefettura di Cuneo, durante il quale sono
Con il passaggio della Liguria in zona gialla, lo scorso 26 aprile, si sono presentate nuovamente le code chilometriche sulle principali arterie liguri. L’incubo è tornato a materializzarsi nel week-end del 1° maggio, in particolare domenica 2 dove migliaia di auto sono rimaste incolonnate su strade e autostrade a causa dei lavori [Foto: Pixabay]
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Ai ritardi di avvio dei lavori si aggiunge sovente la scarsa comunicazione tra chi potrebbe facilitare le cose
Sulla Statale 28 del Colle di Nava, la presenza di una serie di semafori per via di lavori in corso tra Ponte Nava e Bagnasco, con conseguenti restringimenti di carreggiata causati dagli smottamenti provocati dall’alluvione di ottobre, ha reso gli spostamenti molto difficoltosi
stati presi provvedimenti per evitare il ripetersi dei pesanti disagi alla circolazione stradale. All’incontro, svoltosi venerdì 7 maggio, hanno preso parte la Provincia di Cuneo, Anas, Comando provinciale Carabinieri con il Comando di Mondovì, il Comando provinciale Polizia Stradale, Autostrada dei Fiori e Vigili del Fuoco. La società Autostrada dei Fiori provvederà alla gestione dei suoi cantieri cercando di agevolare il traffico nelle direzioni prevalenti ed organizzando i cantieri in modo da renderne più agevole il superamento. Dalle 15 alle 21, nell’ambito dei cinque cantieri Anas aperti lungo la statale 28 del Colle di Nava tra
Ceva e Ponte di Nava, l’ente statale sostituirà i semafori con personale che regolerà il transito a mano (movieri) in modo da agevolare il traffico della direzione prevalente. Questi gli intenti.
CANTIERI SOSPESI NEI WEEK-END Non solo. Per provare a ridurre ulteriormente le code, Autostrade e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti hanno dato il loro placet alla proposta della Regione Liguria di liberare le autostrade dai cantieri nei fine settimana. Una settimana di tregua partita alle 14 di venerdì 28 maggio durata fino a lunedì 7 giugno. Un buon compromesso che, in concomitanza con la festività del 2 giugno, ha permesso un esodo verso il mare senza il solito caos, anche se bisognerà capire come recuperare i giorni di lavoro persi, in particolare lungo l’A10 nei tratti in galleria tra Pegli e Prà, dove nelle scorse settimane si lavorava anche nei week-end. Mentre
scriviamo, resta però sul tavolo la modalità per la prosecuzione del piano estivo, su cui sono in corso interlocuzioni tra Regione, Aspi e Ministero.
E IL TRENO? Nel frattempo, dopo mesi di attesa è se non altro partito il cantiere per il ripristino della linea ferroviaria Breil-Olivetta-Ventimiglia, ancora interrotta dalla tempesta Alex del 2 ottobre scorso. Il primo passo dei lavori consiste in indagini geologiche e strutturali su un muro di contenimento del terrapieno Cottalorda, a valle di Breil. Poi Rfi (Rete Ferroviaria italiana) potrà intervenire con la ricostruzione per la quale sono previsti lavori da 4 a 6 mesi con la ripresa del traffico ferroviario tra Breil e Ventimiglia che dovrebbe realizzarsi entro fine anno. Il condizionale, quando si parla di lavori, è sempre d’obbligo.
Per provare a ridurre ulteriormente le code, Autostrade e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti hanno dato il loro placet alla proposta della Regione Liguria di liberare le autostrade dai cantieri nei fine settimana dal 28 maggio al 7 giugno [Foto: Autorivari]
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Navetta via mare per chi lavora tra Italia e Francia Anche il FAI sostiene la proposta lanciata da Ance Imperia Fabio Rubero
Roberto Parodi SEGRETARIO FAI (FRONTALIERI AUTONOMI INTEMELI)
Il FAI ha chiesto al Presidente del Consiglio francese che venga esteso anche ai frontalieri italiani il servizio di navetta via mare che l’esecutivo d’Oltralpe sta per attivare tra Nizza e il Principato di Monaco
U
na lettera inviata da Roberto Parodi a Stephane Valeri si inserisce nel solco di un progetto, nonché autentico cavallo di battaglia, di Ance Imperia. Nella missiva, il segretario del FAI (Frontalieri Autonomi Intemeli) chiede al Presidente del Consiglio francese che venga esteso anche ai frontalieri italiani il servizio di navetta via mare che l’esecutivo d’Oltralpe sta per attivare tra Nizza e il Principato di Monaco. A partire dal mese di agosto infatti un “Bateau-bus” da 50 posti (del tipo di quelli che vengono utilizzati per far navigare i turisti sulla Senna a Parigi) adibito al trasporto dei lavoratori frontalieri francesi nel Principato di Monaco prenderà il via sulla tratta Nizza-Monaco. Sostanzialmente la versione in salsa transalpina di quell’ “Autostrada del mare” proposta tre anni fa dall’associazione dei costruttori edili imperiesi con l’obiettivo di decongestionare il traffico delle città e offrire una mobilità nuova e attrattiva, anche dal punto di vista turistico. Migliorando e attrezzando
adeguatamente gli scali esistenti, è il parere degli edili imperiesi, si potrebbe creare una serie di collegamenti via mare da Andora a Ventimiglia e, perché no, anche oltre confine. “Siamo partiti nel 2019 - spiega Enio Marino, presidente di Ance Imperia Abbiamo lavorato molto su questa idea, tutta della nostra associazione, della viabilità via mare. Al territorio manca l’utilizzo della straordinaria risorsa che è il mare”. E, a guardare bene, non si può non notare come i benefici, qualora il progetto prendesse vita, sarebbero molteplici. Si incrementerebbe il turismo e si darebbe una mano al territorio nell’ottica di uno sviluppo rivolto a tutti. Anche per questo l’idea è stata condivisa con entusiasmo da tante categorie, da molte amministrazioni comunali interessate che hanno già concesso i permessi per gli attracchi (Andora, Imperia, Sanremo, etc.), dai porti degli scali privati del Gruppo Cozzi Parodi e da Cala del Forte. “Si tratta di sinergie già acquisite, da mettere in atto non appena possibile.
Il servizio di trasporto via mare funzionale ai lavoratori che ogni giorno devo varcare il confine tra Italia e Francia, potrebbe collegare il porto di Nizza (sopra) con quello di Ventimiglia (sotto) [Foto: Pixabay]
Si tratterebbe di avere un approdo ogni 5-10 km. Tra l’altro, ad esempio, dalla zona del mercato di Ventimiglia alla zona Cala del Forte sono circa 300 metri, dunque dal porto al centro ci si potrebbe muovere a piedi, senza l’utilizzo dell’automobile. E la stessa cosa si potrebbe fare anche a Sanremo” spiegano da Ance Imperia, che sta ragionando anche su quali caratteristiche
dovranno avere le imbarcazioni che effettueranno il servizio. “Si sta già lavorando con il gruppo di Barbara Amerio, presidente di Confindustria Imperia, ad un’idea di barche ecosostenibili, a basso impatto durante la navigazione, che inquinino poco”. Ma l’azione dell’associazione degli edili imperiesi, nel frattempo, si è mossa anche oltre confine. “Abbiamo parlato con il sindaco di Mentone, con alcuni collaboratori del Principe di Monaco, con il presidente della Città Metropolitana di Nizza. Qualora il Consiglio nazionale ed il Governo monegasco fossero interessati a questa nostra iniziativa, siamo disponibili a condividere sin da subito tutta la documentazione progettuale per ogni approfondimento che venga ritenuto utile alla condivisione e allo sviluppo dell’iniziativa”. Anche in funzione delle notizie che arrivano da oltre confine, che non fanno altro che confermare e rafforzare la bontà del progetto, Ance Imperia rilancia l’idea dell’Autostrada del Mare rivolgendo un appello a tutti gli attori coinvolti affinché presto lavoratori e turisti della riviera ligure di ponente possano disporre di un servizio straordinario che ha pochi eguali e che avrebbe un impatto trasversalmente positivo sul territorio e sulla popolazione. I tempi sono dunque maturi, è giunto il momento che questo affascinante e ambizioso progetto possa diventare presto realtà.
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A partire dal mese di agosto un “Bateau-bus” da 50 posti (del tipo di quelli che vengono utilizzati per far navigare i turisti sulla Senna a Parigi) adibito al trasporto dei lavoratori frontalieri francesi nel Principato di Monaco prenderà il via sulla tratta Nizza-Monaco
L’idea dell’Autostrada del Mare è stata lanciata dal presidente di Ance Imperia, Enio Marino, nel 2018. Finora il progetto ha trovato solo consensi a tutti i livelli e l’associazione dei costruttori edili imperiesi sta lavorando dietro le quinte per realizzarlo
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Spazi nuovi, abitudini vecchie Cosa cambia con le pandemie Dalla peste di Londra nel 300 al colera di Napoli nell’800, a cambiare sono sempre state case, strade e città. Cosa succederà dopo il Covid? Davide Rossi
L
a pandemia da Covid-19 ha completamente stravolto
ogni aspetto sociale, im-
delle ripercussioni dalla situazione che ci stiamo lentamente lasciando alle spalle.
prenditoriale ed economico e ha lavorato come
L’INSEGNAMENTO
potente acceleratore del
DELLE PANDEMIE
cambiamento, innescando o potenziando fenomeni che investono anche l’architettura e l’edilizia. Non abbiamo assistito, infatti, soltanto a trasformazioni in materia di lavoro digitale, più immediate ed evidenti: anche il modo di concepire gli spazi comuni avrà
Oggi le istanze di cambiamento urbanistico tornano prepotentemente alla ribalta, con le sfaccettature dettate dalla contemporaneità [Foto: Pixabay]
NELLA STORIA Un fenomeno nuovo? Non proprio, anzi la storia dell’uomo è ricca di esempi di come grandi drammi sociali quali le pandemie siano motore di cambiamenti a livello urbanistico ed edilizio. L’esempio più eclatante risale al 1885: in quell’anno, un’Italia
duramente provata dalle ricorrenti epidemie di colera che punteggiarono l’Ottocento vide l’emanazione della cosiddetta “legge per Napoli”, che fornì ingenti finanziamenti per la realizzazione di radicali interventi urbanistici ed edilizi per risanare i quartieri di quella città più colpiti dal contagio. Quel modello, con soluzioni che si stavano diffondendo in tutta Europa, mise in moto un processo che toccò tante città italiane: da Torino a Milano, da Genova a La Spezia,
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Il modo di concepire gli spazi comuni avrà delle ripercussioni dalla situazione che ci stiamo lasciando alle spalle furono più di sessanta le località che si avvalsero degli strumenti messi a disposizione dal governo, favorendo la costruzione di spazi ed edifici più salubri e segnando di fatto la nascita dell’urbanistica moderna. Ma tutta la storia delle pandemie del passato è legata a doppio filo ad esperienze collettive: lo dimostra il fatto che dopo la grande peste del Trecento si avvertì l’esigenza di vivere in spazi più ampi, mutando il volto delle città dell’epoca con la progettazione di costruzioni in muratura e strade lastricate che
furono gli elementi base della città rinascimentale italiana, poi presa ad esempio per la ricostruzione della Londra seicentesca, colpita ancora dalla peste e distrutta dagli incendi.
LE SFIDE DEL CORONAVIRUS TRA NECESSITÀ E OPPORTUNITÀ Oggi le istanze di cambiamento urbanistico tornano prepotentemente alla ribalta, con le sfaccettature dettate dalla contemporaneità. Il lockdown totale della scorsa primavera ci ha fatto soffermare sulla necessità di coniugare gli spazi domestici con il lavoro o l’apprendimento, spesso di più persone dello stesso nucleo famigliare contemporaneamente. Si è quindi riaperto il ragionamento sulle architetture modulari, per consentire il rapido trasformarsi degli ambienti: da stanza da letto a ufficio, ad aula scolastica. Una linea di sviluppo di cui è convinto Budy Moussa, architetto di origine libanese attento a cogliere le novità del vivere quotidiano: “Pareti scorrevoli, mobili in grado di assolvere a diverse funzioni, elementi che è possibile spostare e rifunzionalizzare senza fatica sono gli ingredienti della ricetta alla quale
dobbiamo lavorare, che dovrà per forza di cose prevedere anche un ulteriore diffondersi della domotica”. Grazie alla domotica, tra le altre cose, si possono monitorare i consumi energetici e ridurli, un obiettivo che viaggia di pari passo con quello di promuovere sempre più le riqualificazioni energetiche degli edifici nella loro totalità, attraverso l’uso di materiali all’avanguardia. In questa direzione, si ripone molta speranza nelle misure di semplificazione degli incentivi governativi per l’efficienza energetica di cui si sta parlando in queste settimane e che potrebbero prolungare questi strumenti e
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In alto, la mappa degli interventi urbanistici previsti su Napoli dopo il colera dell’800. Sotto, il piano di ricostrruzione di Londra dopo il grande incendio che ha concluso la pste nel 300 [Foto: Archivio Autorivari]
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renderli di più semplice Gli spazi esterni condivisi, dopo essere stati sovente trascurati nella progettazione, adesso diventano funzionali ad un recupero della qualità della vita [Foto: Pixabay]
accesso. Il mutamento del paradigma realizzativo si applica anche e soprattutto agli spazi comuni, con un dibattito aperto qualche mese fa dallo studio “Pandemia e sfide green del nostro tempo”, realizzato dal Green City Network e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il supporto di Ecomondo e Key Energy. I protagonisti sono gli spazi intermedi,
Il dibattito è stato aperto qualche mese fa dallo studio “Pandemia e sfide green del nostro tempo”, realizzato dal Green City Network e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il supporto di Ecomondo e Key Energy
vita, “spazi-filtro” con il resto della città che favoriscono il green building approach, la tendenza a ripensare le città in chiave sostenibile, e contrastano la densificazione dei nostri centri urbani.
luoghi pertinenziali ai condomini, come cortili o solai, o zone pubbliche che possono diventare altro rispetto a ciò per i quali erano stati pen-
VERSO IL FUTURO CON NUOVI SPAZI PER VECCHIE ABITUDINI Proprio la densità è uno dei concetti chiave da affrontare: in quest’ultimo anno siamo arrivati molto vicini a quanto immaginato dallo storico e teorico dell’urbanistica francese Marcel Poëte che, poco meno di cent’anni fa, scriveva nel suo “Introduction à
sati: aree per lo sport, per il tempo libero, per lo svago. La potremmo definire la rivincita degli spazi esterni condivisi: dopo essere stati sovente trascurati nella progettazione, adesso diventano funzionali ad un recupero della qualità della
Le nostre città devono mantenere il ruolo naturale di incontro assumendo però caratteristiche nuove
l’urbanisme” (edizione italiana: “La città antica: introduzione all’urbanistica”, Torino 1958) che gli esseri umani vivono “uniti per godere i vantaggi del progresso in attesa che lo stesso consenta loro di vivere più lontani senza perderne i benefici”. Allo stesso tempo, ci siamo resi conto che occorre trovare un equilibrio tra la volontà di ridurre la concentrazione umana negli spazi urbani e la consapevolezza che è attraverso la compresenza fisica che si diventa più efficaci e produttivi. Non solo: è con la socialità che si conserva e si preserva la salute, sia psichica che fisica. Le nostre città, in sintesi, devono mantenere il ruolo naturale di incontro e di scambio, assumendo però caratteristiche nuove: la direzione proposta è quella di superare la zonizzazione, proponendo per le città del futuro un approccio misto: non più quartieri residenziali e zone lavorative ma una realtà multifunzionale capace di ridurre il pendolarismo ottimizzando le risorse e diminuendo le emissioni. Non si tratta dunque di cambiare le nostre abitudini, che ritorneranno molto simili a quelle che avevamo prima dello scoppiare della pandemia, ma di inserirle in spazi più adatti alle nuove esigenze.
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L’edificio abbandonato da anni sorge in uno dei luoghi più belli della città di confine, da cui si scorge un panorama mozzafiato che spazia dalla costa francese al promontorio di Sanremo [Foto: Alice Spagnolo]
Dall’ex convento si salva solo il panorama Il grande complesso ubicato in Ventimiglia Alta nell’Ottocento ospitava le Suore dell’Orto Alice Spagnolo
Tra l’XI e il XII secolo nello stesso luogo era stato eretto il Castello dei Conti di Ventimiglia, di cui si trovano ancora le vestigia
U
pubblico: come fosse un gioco, distruggere il bello, chi accede di nascosto nell’ex convento lo fa non con l’intento di apprezzarne l’architettura ma di arrecare danni, anche gravi. E così l’edificio non ha più una finestra integra,
na staccionata
più belli della città di
divelta, il legno
confine, da cui si scorge
spezzato del
un panorama mozzafia-
una porta che si chiuda o un bagno con i sanitari funzionanti. Ogni angolo è stato profanato. Anche
mancorrente con scheg-
to che spazia dalla costa
ge taglienti e chiodi
francese al promontorio
arrugginiti in vista, una
di Sanremo.
sente all’interno delle
rete metallica che ricor-
Ma basta addentrarsi vi-
possenti mura, ha perso
da quella dei pollai di
cino alle possenti mura,
la sua Madonnina, tra-
campagna danno il ben-
adibite a convento
sportata da ignoti su un
venuto all’ex Convento
nell’Ottocento del secolo
banco di legno. Al posto
delle Suore dell’Orto, a
scorso, per accorger-
di ceri accesi e mazzi di
Ventimiglia Alta.
si che tanta bellezza è
Circondato da un giardi-
lasciata, come spesso
no ricco di rose, agavi in
purtroppo accade, in
fiore e cespugli di mar-
balia di vandali e intem-
gherite, miste a piante
perie. A nulla serve la
di rosmarino, borra-
telecamera posta all’in-
gine e salvia, l’edificio
gresso per dissuadere
abbandonato da anni
orde di nuovi barbari
sorge in uno dei luoghi
dal danneggiare il bene
la piccola cappella, pre-
L’edificio abbandonato da anni sorge in uno dei luoghi più belli della città di confine
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La costruzione del convento femminile delle Canonichesse Lateranensi inizio nel 1667 preesistente fortezza dei nobili ventimigliesi. Le Suore dell’Orto arrivarono nel 1842, in una città ridotta allo stremo dalle guerre napoleoniche e da periodiche ondate di carestie e fiori, vicino alla statuina
ra le vestigia, nel 1667
malattie endemiche. La-
ci sono bottiglie vuote
iniziò la costruzione
sciarono il convento una
di bibite e pacchetti di
del convento femmini-
ventina di anni fa, forse
sigarette.
le delle Canonichesse
qualcuno in più, e da
Qui, dove tra l’XI e il
Lateranensi, progettato
quel momento l’edificio
XII secolo era stato
dall’architetto genovese
non conosce pace.
eretto il Castello dei
Pietro Antonio Corradi,
Con i mattoni accatastati
Conti di Ventimiglia,
direttamente sul ba-
nel giardino, avanzo di
di cui si trovano anco-
samento a scarpa della
qualche lavoro edilizio
# B L O C C A D E G R A D O
Anche la piccola cappella, presente all’interno delle possenti mura, ha perso la sua Madonnina, trasportata da ignoti su un banco di legno [Foto: Alice Spagnolo]
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Le tegole rotte lasciano passare l’acqua piovana aumentando i danni all’interno della struttura, che negli anni ha accolto anche bimbi di asilo ed elementari [Foto: Alice Spagnolo]
finito da tempo, giova-
qualcuno ha disarciona-
ni vandali distruggono,
to un’altalena da usare
lanciandoli, il tetto. Le
come ariete per infran-
tegole rotte lasciano
gere le porte di legno e
passare l’acqua piova-
mettere a soqquadro le
na aumentando i danni
stanze, distruggendo
all’interno della strut-
tutto ciò che conteneva-
tura, che negli anni ha
no: dai banchi alle sedie,
accolto anche bimbi di
arrivando per fino ai
asilo ed elementari. Dal
neon utilizzati per illu-
macchie di muffa
giardino antistante,
minare gli ambienti.
che si allargano ogni
dove per intrattenere i
Un complesso dal
giorno di più sui muri,
più piccoli erano stati
grande potenziale,
nutrite dall’umidità
collocati alcuni giochi,
quello dell’ex convento,
portata dalle piogge e
Per il recupero del complesso pare abbia manifestato interesse un imprenditore olandese
che si affaccia sul nuovo
dall’incuria.
porto di Ventimiglia e
Da Napoleone e dalle sue
per il quale pare abbia
conquiste di tempo ne è
manifestato interesse
passato, anche tanto, ma
un imprenditore
oggi che le guerre sono,
olandese che vorrebbe
fortunatamente, un triste
trasformarlo in un
ricordo lontano, l’edificio
albergo di lusso
deve difendersi dalle in-
con annesso centro
cursioni di nuovi invasori
benessere. Sarebbe
e dall’incapacità dilagan-
bello, chissà. Al
te di mantenere e valo-
momento però tutto
rizzare le cose belle che il
è fermo, a parte le
passato ci ha lasciato.
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Carlo Alberto Orengo Una vita in cantiere La storia dell’imprenditore di Vallecrosia con la passione per le moto Fabrizio Pepino
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o incontrato per la prima volta Carlo Alberto Orengo a Rocchetta Nervina in un freddo
pomeriggio di inizio gennaio dell’anno scorso. Aveva appena finito di realizzare le opere accessorie per la posa di un ponte “bailey” in ferro lungo 42 metri per togliere dall’isolamento il paese, dopo il crollo della Provinciale 68 avvenuto fine novembre 2019 a causa del maltempo. Era con i suoi “ragazzi” a godersi il momento, ho dovuto chiedere chi fosse perché si confondeva con loro. Era uno di loro. D’altronde quando lavori fianco a fianco
la strada a Rocchetta. Ci abbiamo messo un mese e c’erano anche le feste di mezzo, lavoravamo fino a quando era chiaro, poi accendevamo i fari e continuavamo. Ci siamo divertiti. Alcuni lavorano con me da 15 anni, altri sono già andati in pensione. Il problema ora è che non c’è ricambio, i giovani il sabato non vogliono lavorare, di notte non va bene, non vogliono sporcarsi…” È passato un anno e mezzo da quel giorno. Rivedo Orengo in una tarda mattinata di maggio nel suo ufficio, dove mi aspetta con sua moglie Nadia. Per gli imprenditori
notte e giorno per settimane, perché ci Carlo Alberto Orengo mostra la frana che ha isolato il paese di Rocchetta Nervina a fine novembre 2019 [Foto: Autorivari]
sono 300 persone rimaste isolate in un borgo dell’entroterra ligure di Ponente, le gerarchie restano solo dentro il cantiere. “Mi hanno chiamato chiedendomi di intervenire subito perché stava franando
Ho cominciato nel 1999 per scherzo. Non avevo più voglia di fare il dipendente e allora mi son detto, mi faccio un’azienda
come lui l’ufficio, più che un luogo di rappresentanza con poltrone di pelle e tavoli di vetro, è un’estensione del cantiere e della casa, un tutt’uno con la famiglia e il paese, nel suo caso Vallecrosia. “Ho cominciato nel 1999, per scherzo. Non avevo più voglia di fare il dipendente e allora mi son detto, quasi quasi mi faccio un’aziendina tutta mia. Ho sempre lavorato in questo settore, in diverse imprese, ricoprendo ruoli e svolgendo mansioni diverse. Ho iniziato a 18 anni, subito dopo il diploma da geometra. Nel 2012 ho trasferito l’impresa da Ventimiglia a Vallecrosia, dove sono nato, vissuto e cresciuto. All’inizio facevo tutto quello che capitava, poi pian piano mi sono specializzato. Il primo lavoro è stato il restauro della facciata e il rifacimento del tetto di un ristorante storico di Vallecrosia, il Giappun. Non ho mai fatto interni, è un lavoro che non mi piace. Mio padre aveva uno studio da geometra, ma io preferivo stare sul campo, in cantiere. Quando lavoravo da Fognini mi occupavo di fognature e acquedotti, mentre da
Tecnostrade ho fatto gli asfalti dell’Aurelia Bis”. Ad aver fatto da volano alla crescita della Orengo Costruzioni, come di molte altre aziende edili del territorio, è stata la tragica alluvione del 2000, che negli anni a seguire ha portato all’indotto molto lavoro, permettendo all’azienda di fare nuove assunzioni e di specializzarsi soprattutto in ingegneria naturalistica, dalle tubazioni per acquedotti e fognature, alle scogliere per contenere il dissesto idrogeologico causato dai corsi d’acqua. “Nel 2004 mia moglie si è inserita in azienda. Da quando c’è il Covid abbiamo attrezzato una stanza dell’ufficio a mensa, in pratica è il luogo dove passiamo la maggior parte del tempo! Quello che ci manca un po’ adesso sono i nostri due
Oggi manca il ricambio, i giovani il sabato non vogliono lavorare, di notte non va bene, poi non vogliono sporcarsi...
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L’anno scorso la Orengo Costruzioni ha fatto alcune scogliere, due sul Roja e due sul Nervia, a cui si aggiunge l’ultima a Soldano sul Verbone, nella foto sopra [Foto: Autorivari]
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Sopra: Carlo Alberto Orengo mostra alcuni dei suoi gioielli, una serie di moto da strada degli anni ’80 e ’90. A destra: al telefono con un tecnico per risolvere un problema su un cantiere a Vallecrosia [Foto: Autorivari]
figli, trasferiti in Inghilterra da anni.
Hill in “Altrimenti ci arrabbiamo”.
Prima della pandemia ci vedevamo due
“Sono arrivato ad avere una quindicina
o tre volte all’anno, ma adesso è da tanto
di dipendenti, per poi stabilizzarmi ad
che non ci incontriamo. Vivono entrambi a York, il più grande gestisce una sala ristorante ed ha già la cittadinanza inglese, il più piccolo è arrivato dopo e fa lo chef. Sono contento che stiano facendo la loro strada, non è un problema se non sono rimasti in azienda, l’importante è che realizzino le proprie ambizioni”. Saliamo in auto e raggiungiamo il magazzino e il garage dove Orengo
Da qualche mese c’è un giovane geometra di Apricale che mi dà una mano, ha 22 anni. Ho faticato a trovarlo, speriamo che sia la sua strada...
una decina una volta finita l’emergenza del post alluvione. Ancora l’anno scorso abbiamo fatto alcune scogliere, due sul Roja e due sul Nervia, a cui si aggiunge l’ultima a Soldano sul Verbone. Intanto stiamo continuando a fare manutenzione per Rivieracqua e Ireti, quest’ultima in subappalto, oltre ad occuparci delle strade Provinciali e dello sgombero
custodisce, accanto alle macchine per
neve. A Vallecrosia nel 2005 ho costruito
lavorare, i suoi gioielli: una serie di moto
il depuratore. Da qualche mese c’è un
da strada degli anni ’80 e ’90. Sono un po’
giovane geometra di Apricale che mi
impolverate, ma il rombo del motore si fa
dà una mano, ha 22 anni. Ho faticato a
ancora sentire forte, anche se dopo essersi
trovarlo, speriamo che sia la sua strada”.
fratturato le spalle in qualche caduta non le utilizza più. Sta anche restaurando una Dune Buggy, l’ha fatta rossa con i sedili gialli come quella di Bud Spencer e Terence
Nel mentre, raggiungiamo un piccolo cantiere nel centro di Vallecrosia. Le radici di un pino marittimo hanno bucato la tubatura dell’acqua che passa proprio sotto l’albero e ci sono delle perdite,
Abbiamo due figli che vivono in Inghilterra da anni, con il Covid non li abbiamo più visti, ci mancano un po’...
ma non si sa bene come intervenire per riparare il guasto. Suona il telefono, Orengo si allontana gesticolando nel tentativo di spiegare al tecnico del Comune come risolvere il problema.
L A
N O S T R A
A Z I E N D A
ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI L'Ance rappresenta l'industria italiana delle costruzioni. All'Ance aderiscono circa 20.000 imprese private in tutta Italia, specializzate in opere pubbliche, edilizia abitativa, commerciale e industriale, tutela ambientale, promozione edilizia e lavorazioni specialistiche. Il sistema associativo copre tutto il territorio nazionale ed è articolato in 96 Associazioni Territoriali e 20 Organismi Regionali. L'azione dell'Ance è diretta alla promozione e al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell'industria edile e del suo indotto, e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. Nel campo del lavoro, l'Ance gestisce insieme al sindacato una rete nazionale per la formazione (Scuole Edili), l'assistenza (Casse Edili) e la sicurezza dei lavoratori del settore (CPT). A livello internazionale l'Ance è presente stabilmente a Bruxelles e aderisce alle più importanti Federazioni internazionali delle costruzioni.
ANCE IMPERIA Via Matteotti 32 18100 Imperia Tel. 0183.650551 Fax 0183.64245
ANCE SAVONA Via Gramsci 10 17100 Savona Tel. 019.8553 Fax 019.821474
ANCE GENOVA Via Roma 10/a 16121 Genova Tel. 010.589841 Fax 010.587413
ANCE LA SPEZIA Via Don Minzoni 2 19121 La Spezia Tel. 0187.725206 Fax 0187.21320
ANCE LIGURIA Via alla Porta degli Archi 10 - 16121 Genova - Tel. 010.543000 - Fax 010.5708933 - info@anceliguria.it
28 Da ottobre 2019 a settembre 2020 il Sei-Cpt di Imperia ha attivato 83 corsi a cui hanno preso parte 826 allievi [Foto: Sei-Cpt Imperia]
Con la pandemia cresce il bisogno di sicurezza Il bilancio dell’attività della Scuola edile Imperiese Francesca Braghero
L
dall’uso dei macchinari alle normative antincendio. “L’Area Sicurezza del Sei-Cpt svolge ogni anno circa 500 ore di docenza
frequentazione - spiega
in materia di sicurezza sul
Francesco Castellaro, di-
lavoro - commenta An-
rettore del Sei-Cpt di Im-
drea Veneziano, presiden-
Nonostante le difficoltà
peria -. Anche in un anno
te dell’ente -. Sono stati
che il settore formativo
difficile come il 2020,
24 i corsi attivati nel 2020
ha dovuto affrontare in
abbiamo fatto il possibile
direttamente dall’area
questo difficile anno, a
per portare avanti il no-
cominciare dalla didat-
sicurezza, per un totale di
stro obiettivo formativo,
tica a distanza forzata, i
attivando 8 corsi, ai quali
81 partecipanti. I Tecnici
bilanci relativi all’anno di
hanno partecipato 111
esercizio 2020 (da ottobre
persone, oltre ai 15 corsi
2019 a settembre 2020)
di recupero e inclusione
dell’Ente Paritetico Terri-
sociale riservati alle fasce
toriale per la formazione e
deboli della popolazione,
sicurezza del settore edile
che hanno visto ben 102
della provincia di Imperia,
iscritti”.
sono stati molto positivi,
Non solo: dal 2013 la
con ben 83 corsi attivati e
Scuola Edile avendo
826 allievi iscritti. Cir-
incorporato il C.P.T. di
ca il 30% del monte ore
Imperia è anche l’ente
totale di formazione è
di supporto alle imprese
stato effettuato tramite le
nello studio dei problemi
piattaforme di frequenza
sulla prevenzione degli
a distanza, sia per i corsi
infortuni e la conoscenza
triennali di Istruzione e
delle norme di sicurezza
Formazione Professionale
sui luoghi di lavoro. L’i-
rivolti ai giovani che han-
stituto paritetico si occupa
scorso anno, da maggio
no conseguito la licenza
dell’erogazione di corsi di
a settembre, abbiamo
media, sia per i corsi
addestramento e aggior-
ricevuto ben 179 richieste
post-diploma per appren-
namento professionale
da parte delle imprese del
disti e disoccupati.
dedicati a titolari, dipen-
territorio per la verifica
Il settore edile è oggi
denti e operai di imprese
sulla corretta applicazione
molto attivo in termini di
edili locali, che vanno
delle norme anti Covid”.
a pandemia non ha fermato la Scuola Edile Imperiese.
O B I E T T I V O
hanno inoltre effettuato 470 visite sui cantieri edili della nostra provincia, superando la media annuale. E durante il periodo di emergenza Covid, il ruolo dell’Area Sicurezza è stato ancora più rilevante, in quanto abbiamo istituito anche un Comitato Territoriale per la verifica e l’applicazione delle regole di prevenzione della diffusione del virus sui luoghi di lavoro. Nei mesi di maggior ripresa dell’attività edilizia dello
F O R M A Z I O N E
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Collezione: Sintesi Modello: MD23
in fo@a i p p or t e . co m w w w.a i p p ort e . c o m
Dal Cuore del Legno Sololegno AIP s.r.l. - Via Soleabò, 20 12032 San Martino Barge (Cn) - Italia Tel. 0175.343225 - Fax 0175.343503
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La Plastital ha progettato e realizzato in pochi mesi un macchinario per la produzione interna di mascherine, riuscendo a chiudere un accordo con l’unico fornitore italiano di filtrante, il Melt Blown Ramina [Foto: Plastital]
Quando il Covid spinge a fare un salto di qualità La Plastital di Sanremo con il progetto Reva Mask ha avviato la produzione di mascherine e dispositivi medici made in Italy Francesca Braghero
È
marzo 2020 quando la parola Co-
core business, la produzione di plastica,
ronavirus entra nella vita privata e
un’immagine più positiva, convertendo
professionale di tutti noi. Comin-
in chiave ecologica parte delle nostre
cia una vita diversa, nuova, nella quale
attività - spiega Marco Revelli, direttore
termini come distanziamento sociale
commerciale di Plastital -. A seguito del-
e dispositivi di protezione individuale
la dichiarazione dello stato di emergenza
entrano a far parte del linguaggio co-
mondiale, pur continuando la nostra
mune, ed un oggetto prima considerato
normale attività produttiva fortunata-
superfluo nella vita quotidiana, come le
mente senza perdita di fatturato e senza
mascherine, diventa invece qualcosa di
contagi in azienda anche nei periodi più
essenziale.
difficili, abbiamo deciso di integrare la
Da qui l’intuizione di Plastital G B Revelli
produzione con un reparto dedicato ai
e C. Sas, azienda di Sanremo che dal
dispositivi medici, per offrire il nostro
1960 si occupa di produrre packaging
contributo alla necessità crescente di
industriale di materiale plastiche, di
mascherine, che nella fase iniziale della
progettare e mettere in piedi un nuovo
pandemia erano introvabili”.
reparto interno dedicato alla produzione
Nasce così Reva Mask, un progetto indu-
di dispositivi di protezione individuale
striale di produzione di dispositivi medici
completamente made in Italy.
di qualità completamente italiano. Dopo
“Lo scorso anno, poco prima dello scop-
aver ristrutturato un capannone dismes-
pio della pandemia, ci trovavamo in un
so a fianco del polo aziendale, all’interno
momento di riorganizzazione della no-
del quale è stato costruito un ambiente
stra azienda, mirato a restituire al nostro
ISO 8 (ovvero una camera bianca, la cui
FARE L’IMPRESA
31 grazie ai finanziamenti erogati dal Governo, convertendo la loro produzione e cavalcando l’onda speculativa dei prezzi producendo mascherine con materiali inadeguati su macchinari cinesi. Noi abbiamo preferito puntare sulla produzione interna, per garantire prodotti di qualità totalmente made in Italy, destinati alle ASL e alle strutture sanitarie private, nonché ai nostri clienti abituali, che sono aziende dei settori più disparati, e a tutti coloro che ne avessero necessità”. In concomitanza con il nuovo reparcaratteristica principale è la presenza di aria a bassissimo contenuto di microparticelle di polvere in sospensione), la Plastital ha cominciato a progettare un macchinario per la produzione interna di mascherine, riuscendo a chiudere un accordo con l’unico fornitore italiano di filtrante, il Melt Blown Ramina. “Progettare e produrre un macchinario è qualcosa di molto complesso, e farlo in pochi mesi è stata un’impresa folle, ma nello stesso tempo affascinante. I tempi
to produttivo, è nato anche il sito web dedicato www.revamask.it, dotato di e-commerce interno, sempre attivo sebbene nell’ultimo periodo sia rientrata
A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza mondiale, abbiamo deciso di integrare la produzione con un reparto dedicato ai dispositivi medici, per offrire il nostro contributo alla necessità crescente di mascherine, che nella fase iniziale della pandemia erano introvabili
l’emergenza legata all’irreperibilità delle mascherine. “La nostra idea è quella di mantenere il nuovo reparto produttivo nel lungo termine ed incrementarlo nel tempo anche con altri dispositivi medici. Crediamo che questa pandemia abbia sensibilizzato la popolazione all’utilizzo di mascherine e
tecnici sono stati più lunghi del previsto
di altri oggetti di protezione individuale,
e siamo riusciti a partire con la produ-
che diventerà un’abitudine consolidata
zione solo nel dicembre 2020 - conti-
soprattutto per svolgere determinate
nua Revelli -. In questo contesto, molte
attività ed in situazioni ad aumentato
aziende hanno seguito strategie diverse,
rischio di contagio”..
La scelta della famiglia Revelli (da sinistra: Fulvio, Cristina e Marco) di puntare sulla produzione interna, per garantire prodotti di qualità totalmente made in Italy destinati alle Asl, alle strutture sanitarie private, ai clienti abituali e a tutte le aziende è stata premiante [Foto: Plastital]
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