Vento di Ponente 02 - Giugno 2023

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Mini invasi per maxi siccità

I piccoli bacini possono essere la soluzione migliore per un problema come l’emergenza idrica, che ormai sta diventando cronico a causa del cambiamento climatico

GIUGNO 02 2023 2023
“VENTO DI PONENTE” | ANNO VI | REGISTRO STAMPA N. CRONOL. 240/2018 DEL 26/01/2018 R.G. N. 111/2018, NUM. REG. STAMPA 2 TRIB. DI IMPERIA | AUT. POSTE ITALIANE S.P.A SPED. IN ABB. POSTALE AUT. N° LO-NO/01749/06.2022 STAMPE IN REGIME LIBERO | CONTIENE I.P.

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I piccoli bacini possono essere la soluzione migliore per l’emergenza idrica. Nella foto la diga della Tenarda nel Comune di Pigna

ENIO MARINO Presidente Ance Imperia
Vento di Ponente da oggi è anche digitale! Leggi gratuitamente on-line la rivista di Ance Imperia! Se invece vuoi riceverla a casa, scrivi a info@anceimperia.it o telefona allo 0183/650551 3 SOMMARIO GIUGNO 02 2023

I piccoli bacini sono l’unica soluzione per la siccità

Ance Imperia si mette in gioco per la soluzione di un problema ormai cronico, evidenziandone i molteplici aspetti positivi

Vogliamo provare a dare risposte all’emergenza con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti i soggetti interessati. Con un orizzonte temporale inevitabilmente più lungo, occorre lavorare alla progettazione di nuovi bacini di raccolta

Finîo de ciêuve, sciûti i coppi: finito di piovere, asciutte le tegole. Questo proverbio ligure la dice lunga e nella sua ovvietà racconta che quando non piove, tutto si asciuga, magari troppo. Magari al limite della siccità. È un po’ quello che sta avvenendo in molte zone d’Italia, Ponente Ligure compreso, dove l’imminente arrivo dell’estate evidenzierà in tutta la sua gravità lo stato di emergenza idrica in cui versa la provincia che nelle scorse settimane ha dovuto fare i conti con diverse rotture alla propria rete idrica, lasciando senz’acqua in particolare diverse zone di Imperia e dintorni, ma anche di Sanremo.

SI MUOVE L’ANCE

Tubature colabrodo certo non aiutano in tempi di siccità; secondo gli studi, ogni anno l’Italia perde l’89% dell’acqua piovana, una risorsa importantissima, che potrebbe essere usata, per esempio, per sostenere 300mila aziende agricole in emergenza idrica. Lo strumento per dissetare campagne, aziende e città potrebbe essere dunque la costruzione di piccoli bacini e di sistemi di accumulo dell’acqua in punti precisi lungo fiumi e torrenti. Nell’ottica di fornire un contributo alla soluzione di una questione che riguarda tutti, Ance Imperia si sta muovendo con diversi interlocutori per verificare la fattibilità di realizzazione di mini invasi sui principali corsi d’acqua del Ponente Ligure nella convinzione che simili interventi siano particolarmente ricchi di punti di forza. Quali?

Lo spiega il presidente di Ance Imperia, Enio Marino: “Vogliamo provare a dare risposte all’emergenza con il coinvolgimento e la collaborazione di tutti i soggetti interessati.

Agli investimenti che vanno messi in campo per ridurre la dispersione dell’acqua, con un orizzonte temporale inevitabilmente più lungo, occorre lavorare alla progettazione di nuovi bacini di raccolta. Grazie alle loro modeste dimensioni si possono infatti realizzare in tempi relativamente brevi, rappresentano una spesa significativa ma sostenibile, non hanno un grande impatto ambientale, anzi si possono replicare in più aree anche limitrofe e si prestano a svariati utilizzi: per esempio potrebbero essere utilizzati come bacini di pescaggio acqua in caso di incendi boschivi, per uso irriguo e come produzione di energia e, perché no, a fini turistici/ricettivi”.

UN PROBLEMA DI TUTTI

Ma dove farli questi invasi? Se burocrazia, leggi e ambientalisti di turno rappresenterebbero un ostacolo alla costruzione di più imponenti dighe, per gli invasi in effetti, tutto risulterebbe più semplice. Opere di altezza massima di 15/20 metri sarebbero infatti consentite dalle norme; oltre che sull’Argentina, altri punti adatti alla loro realizzazione potrebbero essere la val Nervia, dove l’omonimo torrente da sempre ha le peculiarità di un letto estremamente vasto, magari anche sull’Impero, dove è già presente un invaso artificiale. “Permetterebbero non solo di trattenere l’acqua - aggiunge Marino - ma avrebbero anche una valenza turistica e abbellirebbero il paesaggio, senza dimenticare che

Enio Marino PRESIDENTE ANCE IMPERIA
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Gilberto Manfrin

L’associazione dei costruttori edili del Ponente Ligure

potrebbero servire anche per la produzione di energia elettrica. L’Ance è disponibile a ricoprire un ruolo di primo piano nell’eventuale loro realizzazione, predisponendo progetti di massima per verificare la fattibilità, perché crediamo siano sempre più necessari per risolvere un problema che riguarda tutti”.

AIUTI GOVERNATIVI

Nel frattempo, per far fronte alla situazione, la Regione Liguria si è mossa chiedendo 58 milioni di euro al Governo per il piano di interventi straordinari per contrastare gli effetti della siccità. È stata inviata una lettera al dipartimento nazionale di Protezione civile, cui spetterà l’analisi delle istanze. Nel dettaglio, sono stati chiesti circa 41 milioni di euro per 106 interventi nell’Ato idrico dell’Imperiese dove la situazione, non solo per la mancanza di piogge, sta diventando sempre più critica, decisamente da matita rossa rispetto alle altre province. Basti pensare che per il Savonese servono 14 milioni di interventi, circa 2 milioni per il Genovese, poco meno di mezzo milione per lo Spezzino. Tra gli interventi più rilevanti sono stati indicati la sostituzione di un ampio tratto della condotta del Roja 1, l’acquedotto da cui dipende l’approvvigionamento di circa il

60% della provincia, e lavori sull’acquedotto montano di Argallo-Vignai, già in crisi, che serve parte della fascia collinare sanremese. Così, tra un guasto e l’altro, si mettono le solite toppe, nel vero senso della parola. Ad ordinanze restrittive sull’uso dell’acqua potabile in numerosi comuni, si aggiunge il ricorso a serbatoi mobili riforniti da autobotti perché l’acqua della rete alimentare non arriva più dalle sorgenti; il tutto mentre la Provincia conta di ricevere al più presto il finanziamento di 600 mila euro (+200mila euro a carico del gestore Rivieracqua) per il progetto di fattibilità tecnico-economico di una diga da 3-4 milioni di metri cubi d’acqua da realizzarsi nel torrente Argentina, all’altezza di Glori, uno dei più adatti al posizionamento degli invasi, come già individuato sessant’anni fa.

TAVOLO IN PROVINCIA

Intanto, lo scorso mese di marzo si è tenuto in Provincia un tavolo per limitare i disagi legati alla crisi idrica. Convocato dal presidente Scajola, ha visto la partecipazione del Prefetto e di Rivieracqua, impegnata in questi mesi, tra vari squarci alle tubazioni, nei delicati lavori di realizzazione della nuova condotta del Roja tra Imperia e Andora, con la speranza di attivarla entro l’estate. Particolare attenzione è stata data proprio alla buona manutenzione e al ripristino dei piccoli invasi già presenti sul territorio prima dell’estate. Con la speranza che dall’alto arrivi una mano, prima che le tegole diventino ancora più asciutte di quanto già non siano.

Grazie alle loro modeste dimensioni i mini invasi si possono realizzare in tempi relativamente brevi, rappresentano una spesa sostenibile, non hanno un grande impatto ambientale, si possono replicare in più aree anche limitrofe, possono avere una valenza turistica e si prestano a svariati utilizzi

EMERGENZA IDRICA
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disponibile a predisporre progetti di massima per la realizzazione di mini invasi

La continuità ora ha bisogno di certezze

Le richieste degli imprenditori edili all’indomani del voto in quattro dei maggiori Comuni della provincia: Imperia, Ventimiglia, Bordighera e Vallecrosia

Sono nel segno della continuità i risultati delle recenti elezioni comunali nei principali centri della provincia di Imperia chiamati alle urne domenica 14 e lunedì 15 maggio. Laddove si ripresentava, infatti, in tre casi su quattro (Claudio Scajola ad Imperia, Vittorio Ingenito a Bordighera e Armando Biasi a Vallecrosia) il sindaco uscente è stato riconfermato. Sindaco nuovo, ma sempre con una maggioranza di centrodestra, invece, a Ventimiglia dove Flavio Di Muro, vincendo il ballottaggio del 28 e 29 maggio contro Gabriele Sismondini, succede a Gaetano Scullino, dopo le vicissitudini che avevano portato allo scioglimento del consiglio comunale lo scorso anno.

Ma il rinnovo di un’amministrazione comunale è anche un innegabile spartiacque temporale che rappresenta anche un doveroso momento

di analisi tra passato, presente e futuro, nel quale tracciare un bilancio su ciò che è stato o non è stato fatto e formulare gli auspici su ciò che sarà o dovrà essere. Un discorso valido naturalmente anche per il comparto edile per il quale i lavori pubblici locali devono rappresentare un imprescindibile punto di riferimento. Così, anche con l’aiuto di alcuni imprenditori locali, abbiamo singolarmente analizzato la situazione delle quattro località.

IMPERIA AZIENDE LOCALI ANCORA POCO COINVOLTE

Se cinque anni fa era stato necessario il bal-

lottaggio, quest’anno, con un’autentica valanga di voti (63,8%), Imperia ha confermato Claudio Scajola sindaco al primo turno. Segno evidente del buon operato dell’ex ministro di Interni, Attività produttive e Sviluppo economico che, anche grazie alla sua grande esperienza, alle sue conoscenze e alle sue competenze, è riuscito a svolgere un importante lavoro per il territorio, anche e soprattutto in ambito edile, dove viene indicativamente quantificato in circa 50 milioni l’ammontare investito dall’amministrazione comunale da lui guidata. Gli imprenditori del territorio sono soddisfatti di quanto realizzato in questi anni in cui in generale i lavori svolti sono stati molti e l’augurio è che si prosegua su questa strada. Tuttavia, fatta salva la sacrosanta libertà di concorrenza che consenta al migliore di aggiudicarsi il lavo-

Si auspica vengano istituiti appalti a invito o procedure negoziate nei quali anche le imprese del territorio possano effettivamente dire la loro. Al contrario di quanto avviene, ad esempio, in caso di appalti integrati

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DOPO ELEZIONI
Le numerose riconferme richiedono ai sindaci maggiori responsabilità
Claudio Scajola SINDACO IMPERIA Fabio Rubero

L’augurio è che il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale vogliano dare vita a una stagione di dialogo più costruttivo con le aziende edili locali

ro, si auspica vengano istituti appalti a invito o procedure negoziate nei quali anche le imprese del territorio possano effettivamente dire la loro. Al contrario di quanto avviene, ad esempio, in caso di appalti integrati, in cui la necessità di redigere anche la progettazione necessiterebbe di una strutturazione aziendale tale in grado di escludere aprioristicamente molti soggetti locali. Il timore è che ad aggiudicarsi i lavori siano i

grandi colossi esterni, ma a svolgerli siano poi le aziende locali in subappalto con il risultato che a guadagnarci siano aziende non imperiesi e che sicuramente non investiranno l’utile sul nostro territorio.

VENTIMIGLIA DIALOGO PIÙ COSTRUTTIVO CON LE AZIENDE

Toccherà dunque all’ex deputato Flavio Di Muro guidare Ventimiglia per i prossimi cinque anni. Nel capoluogo di confine

sono tante le questioni edilizie rimaste in sospeso e utili allo sviluppo della città, delle imprese e del territorio. A partire dalla passerella sul Roya crollata in seguito alla “tempesta Alex” del 2020, la cui ricostruzione è di fondamentale importanza per ricollegare la zona del porto al centro della città. C’è poi il secondo lotto della pista ciclabile che arriva fino al porto di Ventimiglia, un progetto ambizioso, ma che nel giro di qualche

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Flavio Di Muro SINDACO DI VENTIMIGLIA

anno potrebbe essere sviluppato ed eseguito. Ma c’è anche la messa in sicurezza delle scuole cittadine e la realizzazione dell’Aurelia Bis il cui progetto è stato gratuitamente offerto da Ance Imperia, ma per il quale occorre ancora trovare i fondi necessari a realizzarlo.

Tanti lavori ai quali gli imprenditori locali auspicano di poter prendere attivamente parte, con l’augurio che il nuovo sindaco e la nuova Amministrazione comunale vogliano dare vita a una stagione di dialogo più costruttivo con le aziende edili locali che, sempre naturalmente nel rispetto delle normative, possa consentire ad un maggiore coinvolgimento nella realizzazione dei lavori.

Nota positiva dall’edilizia privata, grazie ad un progetto di un gruppo olandese, che amministra fondi a livello mondiale e che ha programmato in città lavori per 200 milioni di euro: alcune opere, tra cui un hotel 5 stelle e alcuni edifici turistico-residenziali sono già in fase di realizzazione.

BORDIGHERA RIPRENDERE I PROGETTI ACCANTONATI

Con soli 9 voti di scarto (1.853 a 1.844) Vittorio

Ingenito è stato riconfermato sindaco di Bordighera. Una popolazione spaccata dunque esattamente a metà, forse proprio per una mancanza di coraggio ravvisata dalla cittadinanza, che si riflette anche in ambito edile, da un sindaco e da una Giunta che nel loro operato si sono evidentemente limitati a gestire ordinariamente la macchina comunale senza provare né ad osare né a far sognare.

“Senza infamia e senza lode”, avrebbe detto Dante Alighieri condannando al girone degli ignavi Vittorio Ingenito e la sua squadra, a cui, invece, il comparto edile imperiese lancia la sfida di una rinnovata e ritrovata ambizione. Un’ottima base di partenza sarebbe ad esempio rappresentata dal rimettere mano a portare avanti alcuni progetti e, auspichiamo solo momentaneamente, accantonati.

VALLECROSIA PROSEGUIRE SULLA STRADA INTRAPRESA

Gli elettori del più piccolo dei quattro Comuni presi in esame hanno riconfermato Armando Biasi alla guida di Vallecrosia. Una vittoria netta, ottenuta con il 51% dei suffragi contro due avversari, a te-

stimonianza del buon lavoro svolto durante il primo mandato in cui le aspettative in ambito edile sono state sostanzialmente mantenute, così come i suggerimenti sono stati ascoltati. Il comparto è globalmente soddisfatto anche per la realizzazione di importanti lavori tra cui, attraverso un partenariato pubblico-privato, un grande parcheggio con 300 posti auto alimentato da pannelli fotovoltaici, e l’inizio dei lavori della nuova scuola media “Andrea Doria”. Secondo gli imprenditori edili, compatibilmente con le risorse a disposizione, l’operato è stato sostanzialmente buono e secondo le aspettative.

SERVONO PIÙ CERTEZZE

Quattro realtà molto differenti tra loro con esigenze diverse, ma che attendono risposte con un denominatore comune: certezze. Con l’esaurirsi dei bandi Pnrr e il futuro degli incentivi fiscali quanto mai incerto, un maggiore coinvolgimento ed una rinnovata attenzione verso il territorio rappresentano un impegno, non solo morale, dal quale non può esimersi chi ha avuto l’onore (e l’onere) di essere chiamato ad amministrare la cosa pubblica per i prossimi cinque anni.

La sfida è quella di una rinnovata e ritrovata ambizione per superare l’ordinaria amministrazione e ricominciare a osare e sognare

Secondo gli imprenditori edili, compatibilmente con le risorse a disposizione, l’operato è stato sostanzialmente buono e secondo le aspettative

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DOPO ELEZIONI
Armando Biasi SINDACO DI VALLECROSIA Vittorio Ingenito SINDACO DI BORDIGHERA

La scure dell’Istat ultima ricaduta del caro prezzi

L’aggiornamento dei prezzi al consumo sta portando i Comuni ad aumentare gli oneri di costruzione a carico di famiglie e privati

Timori

Ance Imperia da tempo denuncia aumenti a doppia cifra di tutti i principali materiali usati in edilizia (acciaio, alluminio, isolanti, legname, plastiche) e dell’energia. Proprio quest’ultima voce ha fatto lievitare i dati rilevati dall’Istat: i prezzi dell’energia sono aumentati, infatti, del 50,9% nel 2022

Arriva dall’adeguamento Istat la nuova minaccia per chi vuole realizzare nuove costruzioni o riqualificare quelle esistenti. La variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie del mese di gennaio 2023 su gennaio 2022 è stata pari al +9,8% e questo corposo incremento del livello generale dei prezzi, oltre ad avere ricadute dirette, ad esempio, sull’adeguamento dei canoni di affitto, rischia di generare un effetto a catena nel mondo dell’edilizia, dato che provocherà una crescita significativa delle tariffe relative al contributo di costruzione stabilite dalle Amministrazioni comunali. Il timore delle aziende edili, infatti, è che questo onere possa ripercuotersi anche su famiglie e proprietari di alloggi che, anziché realizzare interventi di ristrutturazione già programmati decidano di rinviare i lavori ad un altro periodo, sperando in una discesa della tassazione comunale.

Un duro colpo che si aggiunge a caro materiali e caro energia

Siamo di fronte ad uno dei più classici casi di “cane che si morde la coda”, in quanto a pagare il prezzo di una brusca riduzione

di lavori sarebbero le aziende, in primis, ma poi a cascata anche tutti gli addetti del settore, che vedrebbero diminuire le opportunità di occupazione. In provincia di Imperia l’aumento previsto sarà modulato in base alla classe demografica dei Comuni, andando a pesare soprattutto sulle località costiere più popolose. Sono già diverse le imprese di costruzione che hanno dovuto ridurre la portata di alcuni loro progetti, senza contare quelle che potrebbero veder andare in fumo alcune operazioni perché il committente ha deciso di fermarsi.

L’aggiornamento Istat rischia quindi di assestare l’ennesimo duro colpo ad un settore che da mesi ormai sta facendo i conti con i rincari dei costi di produzione a livelli mai toccati prima. Ance Imperia da tempo denuncia aumenti a doppia cifra di tutti i principali materiali usati in edilizia (acciaio, alluminio, isolanti, legname, plastiche) e dell’energia. Proprio quest’ultima voce ha fatto lievitare i dati rilevati dall’Istat: i prezzi dell’energia sono aumentati, infatti, del 50,9% nel 2022.

Senza interventi efficaci, previsioni negative confermate

Il peso dei costi può seriamente rallentare lo sviluppo del settore edile. Già alla fine dell’anno scorso, in occasione della presentazione nazionale dell’Osservatorio Congiunturale Ance, l’associazione degli edili aveva previsto un possibile segno negativo nel 2023 dopo il boom di investimenti in edilizia cresciuti del +20% nel 2021 e del +12% nel 2022. A incidere negativamente, oltre al rialzo

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per un effetto a catena a danno delle imprese di costruzione dovuto al rinvio o al ridimensionamento degli interventi di ristrutturazione già programmati

dei tassi di interesse e al protrarsi della guerra in Ucraina, c’era proprio la crescita incontrollata dei prezzi dell’energia, la mancanza di alcune materie prime e la conseguente crescita incontrollata del caro materiali. Lo scenario attuale pare confermare quanto previsto. Se Ance Imperia aveva apprezzato lo sforzo compiuto dalla Regione Liguria nell’aggiornare con tempismo il Prezzario, il suo presidente Enio Marino aveva comunque sottolineato che “i benefici per le aziende saranno visibili verosimilmente solo nel secondo semestre”. Oltre all’adeguamento dei costi per materiali e operazioni edili, è positivo anche l’inserimento nel Prezzario del parametro che riguarda i costi orari di retribuzione per gli operai, ma continuano a pesare eccessivamente gli oneri assicurativi e previdenziali a carico delle imprese. Quanto fatto quindi non basta. Specie sul fronte del “caro-materiali” continuano

purtroppo a mancare soluzioni efficaci e durature. Anzi, con l’adeguamento all’indice Istat, purtroppo la situazione peggiora. Se non si vuole una nuova recessione del comparto edile servono quindi al più presto interventi politici mirati per consentire alle imprese di programmare la loro operatività, senza essere costantemente in balia di fluttuazioni dei prezzi capaci di mettere in dubbio l’esecuzione e il completamento dei lavori.

La variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie del mese di gennaio 2023 su gennaio 2022 è stata pari al +9,8%. L’aumento provocherà anche una crescita significativa delle tariffe relative al contributo di costruzione stabilite dalle amministrazioni comunali

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COSTI DI PRODUZIONE

Troppe complicazioni per il documento di congruità

Nato con le migliori intenzioni e fondato su principi inattaccabili, il documento di congruità continua a rendere difficile la vita delle imprese edili, nonostante sia passato oltre un anno da quando è stato affiancato al Durc.

“È uno strumento importante nel contrasto all’evasione contributiva e al lavoro nero – spiega il direttore della Cassa Edile di Imperia Sandro Cumma è tuttora difficile per gli operatori economici abituarsi alla nuova procedura e al dover indicare una serie di dati (tipo di lavorazione, subappalti, durata, ore lavorate, ecc.) per ogni cantiere aperto. L’attenzione richiesta alle imprese, o a chi comunica i dati per essa, è molto alta”.

Il documento di congruità della manodopera relativa allo specifico intervento è un adempimento aggiunto al Durc

nel settembre del 2020 con l’articolo 8 comma 10-bis del Decreto legge 76 del 2020, convertito nella Legge 120 del 2020. In tale occasione, le parti sociali concordarono le percentuali minime di incidenza del costo del lavoro ragguagliate all’opera complessiva che devono essere raggiunte per considerare congrua la manodopera impiegata. “Rispetto al Durc - continua Cum -, il documento di congruità entra nel merito della gestione della manodopera perché attesta che gli impieghi sono in regola e che viene rispettata la contribuzione minima”.

Il nuovo attestato ha aumentato il carico organizzativo delle imprese ed imposto l’utilizzo di nuovi applicativi informatici. Agli operatori economici è richiesta una maggior contezza sia per l’individuazione che per il caricamento dei dati sull’apposito portale Edil-

Rispetto al Durc, il documento di congruità entra nel merito della gestione della manodopera perché attesta che gli impieghi sono in regola e che viene rispettata la contribuzione minima

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La Cassa Edile ha attivato un servizio di assistenza rivolto soprattutto alle aziende di dimensioni più piccole o straniere
Anna Pellegrino

connect della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili. Per ogni singola opera edile l’impresa affidataria deve avviare la procedura per vedersi attribuire un Codice Univoco Congruità. Il Codice deve poi essere indicato ad eventuali subappaltatori che a loro volta dovranno farsi carico dell’inserimento dei parametri: la complessità della procedura colpisce dunque anche i subappaltatori, che a volta devono attendere o sollecitare il Codice alla ditta appaltante. All’impresa affidataria spetta l’onere di monitorare l’inserimento e verificare la correttezza dei dati relativi alla

o appoggiarsi ad un professionistapuntualizza il direttore -, ma il piccolo artigiano, magari anziano o straniero, può trovarsi maggiormente in difficoltà nel dover ripartire le ore lavorate dai propri operai per ogni singolo cantiere”.

È compito della Cassa Edile territorialmente competente rilasciare l’attestazione entro dieci giorni dalla richiesta inserita e, se la congruità della manodopera non viene raggiunta, scatta una presunzione di non congruità con successive conseguenze negative anche per il Durc.

manodopera impiegata in cantiere da tutte le parti in causa. L’impresa affidataria dei lavori, infatti, è considerata l’unica impresa responsabile delle dichiarazioni riportate.

“Una grande azienda può avere le risorse interne per seguire l’iter corretto

“Se gli indici minimi non vengono raggiunti, la Cassa Edile invita l’impresa affidataria a regolarizzarsi entro 15 giorni versando la differenza. In mancanza di regolarizzazione, la Cassa comunica l’esito negativo ai soggetti richiedenti l’attestazione e iscrive l’impresa nella Banca dati Nazionale delle Imprese Irregolari. L’esito negativo della verifica di congruità incide, dalla data di emissione, sulle successive verifiche di regolarità contributiva finalizzate al rilascio del Durc”.

Per la Cassa Edile l’introduzione di questo strumento ha comportato una maggiore attività sia dal punto di vista esecutivo che di supporto ad imprese e consulenti. “Soprattutto nel periodo d’avvio della nuova procedura - conclude Sandro Cum -, i nostri uffici hanno sostenuto un carico importante di lavoro per aiutare le aziende ad allinearsi con le richieste del documento di congruità. Ad oggi, per risolvere problemi pratici e per chiarire eventuali dubbi interpretativi, abbiamo attivato un servizio di assistenza tramite il portale della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili”.

È uno strumento importante nel contrasto all’evasione contributiva e al lavoro nero ma è tuttora difficile per gli operatori economici abituarsi alla nuova procedura e al dover indicare una serie di dati per ogni cantiere aperto. L’attenzione richiesta alle imprese, o a chi comunica i dati per essa, è molto alta

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La difficoltà principale è quella di dover ripartire le ore lavorate dagli operai per ogni singolo cantiere per poter ottenere l’attestazione
REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA
Sandro Cum DIRETTORE CASSA EDILE IMPERIA

Scuola Edile a tutto campo per la ricerca di manodopera

Percorso formativo da apprendista manovale edile per migranti rifugiati e diploma per giovani tecnici edili e di impianti termici

L’incontro iniziale di accoglienza e orientamento con gli operatori dei servizi e gli utenti ha portato all’individuazione di un gruppo classe di 12 motivati destinatari provenienti da diverse nazionalità, tra cui Eritrea, Bangladesh, Egitto, Sudan, Pakistan e Somalia

La Scuola Edile di Imperia si è attivata per organizzare un percorso formativo di “Apprendista manovale edile” dedicato ai migranti rifugiati in carico ai servizi Cas e Sai del territorio e finalizzato alla preparazione per l’ingresso nel mondo del lavoro.

L’iniziativa rientra nell’ambito del “Protocollo per l’inserimento socio-lavorativo tramite il sistema Formedil/Enti territoriali di richiedenti

e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri vulnerabili” e mira a dare un contributo al problema della carenza di personale in edilizia proponendo un’attività formativa nel settore destinate a giovani desiderosi di imparare una professione ad oggi molto ricercata.

Il progetto si inserisce in un contesto in cui l’edilizia vede un numero sempre maggiore di imprese straniere rispetto a quelle

italiane, con la Liguria che fa da capofila nel nostro Paese, con una crescita del +15% di imprese guidate da stranieri a fine 2022 rispetto a fine 2018, per un totale di 24.245 unità. La provincia di Imperia, seconda solo al capoluogo ligure, ha visto in questo quadriennio un incremento di 347 aziende registrate da imprenditori stranieri, che ammontano oggi a oltre 4.840. Com’è noto, il boom di imprese straniere in

Foto di gruppo per i partecipanti al percorso formativo di “Apprendista manovale edile” organizzato dalla

Scuola Edile, dedicato ai migranti rifugiati in carico ai servizi Cas e Sai del territorio e finalizzato alla preparazione per l’ingresso nel mondo del lavoro

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edilizia è dovuto principalmente all’exploit del settore dopo dieci anni di crisi, complici i vari bonus, Superbonus 110% in primis. A seguito dell’aumento esponenziale dei cantieri, ci si è trovati di fronte ad una grande necessità di manodopera per riuscire a soddisfare tutte le richieste di intervento, molto difficile da reperire tra i lavoratori italiani. Tendenza che proseguirà anche nei prossimi mesi, grazie ai fondi stanziati dal Pnrr, che vedranno un nuovo ampliamento della domanda nel campo delle costruzioni.

“Il nuovo progetto formativo avviato dalla nostra scuola ha previsto una prima analisi dei fabbisogni, evidenziando un interesse verso percorsi nel settore edile - spiega France-

sco Castellaro, direttore del Sei-Cpt di Imperia -. Successivamente, si è tenuto un incontro iniziale di accoglienza e orientamento con gli operatori dei servizi e gli utenti, che ha portato all’individuazione di un gruppo classe di 12 motivati destinatari provenienti da diverse nazionalità, tra cui Eritrea, Bangladesh, Egitto, Sudan, Pakistan e Somalia”.

Il gruppo selezionato di allievi intraprenderà un percorso specifico di formazione di 116 ore, che prevede 50 ore di alfabetizzazione italiana e 66 ore di alfabetizzazione del settore edile, oltre a un tirocinio indirizzato all’inserimento lavorativo.

I Cas/Sai coinvolti nel progetto sono: la Cooperativa sociale Jobel, la Cooperativa sociale Goccia, il Gruppo Anteo e l’Associazione Centro Ascolto Caritas.

“Grazie all’intenso lavoro di rete perseguito con il nostro ente, siamo ora in condizioni di offrire un’opportunità di formazione e impiego a coloro che ne hanno bisogno, promuovendo l’inclusione socio-lavorativa di individui provenienti da

diverse realtà - sottolinea Castellaro -. Siamo certi che il percorso formativo che verrà avviato avrà un impatto positivo sulla vita degli utenti coinvolti, offrendo loro nuove competenze e prospettive per il futuro, e ci auguriamo che questa iniziativa possa avere grande riscontro ed essere solo la prima di una serie di attività finalizzate all’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni”.

Ma non è tutto. Il Sei-Cpt ha lanciato anche una proposta alle aziende associate ad Ance Imperia, che riguarda giovani qualificati come operatori edili e operatori di impianti termoidraulici da assumere in apprendistato per conseguire il diploma di istruzione e formazione professionale di ‘Tecnico Edile e Tecnico di Impianti Termici’. “Si tratta di un percorso di durata annuale che prevede formazione a scuola e in aziendaconclude il presidente del Sei-Cpt Andrea Veneziano -, affinché gli iscritti possano conseguire un titolo di studio completo usufruendo di spazi e strumenti adeguati alla formazione pratica e teorica con tutor aziendale in affiancamento, e contemporaneamente inserirsi nel mondo del lavoro con un impiego retribuito”.

Il percorso attivato per le aziende associate all’Ance prevede formazione a scuola e in azienda, affinché gli iscritti possano conseguire un titolo di studio completo usufruendo di spazi e strumenti adeguati alla formazione pratica e teorica con tutor aziendale in affiancamento, e contemporaneamente inserirsi nel mondo del lavoro con un impiego retribuito

CARENZA DI PERSONALE 15
La necessità di lavoratori in edilizia è facile che crescerà ancora con i bandi Pnrr
Andrea Veneziano PRESIDENTE SCUOLA EDILE IMPERIA

Le direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio prevedono che una rigida applicazione della regola potrebbe determinare nel breve periodo un onere troppo gravoso per i settori in cui i tassi di occupazione femminile sono lontani da quelli prevalenti nel sistema economico a livello nazionale

Cantieri Pnrr avanti anche se mancano giovani e donne

Ance Imperia invita le stazioni appaltanti ad applicare le deroghe previste sulle percentuali minime obbligatorie pur di non bloccare gli appalti

Anna Pellegrino

La normativa prevede che un operatore economico, che sia un’azienda pubblica o privata, abbia l’obbligo di assumere il 30% di giovani e donne per gli appalti finanziati dal Pnrr

S“ulla carta pari opportunità e inclusione lavorativa sono una priorità condivisa da tutti, ma nella pratica, ad esempio in un cantiere edile, ci si trova in grande difficoltà a mantenerle per alcuni profili professionali - spiega Alessandra Ariano, responsabile di Ance Imperia -. Vogliamo lanciare un appello a tutte le stazioni appaltanti a tener conto della possibilità di chiedere una deroga al raggiungimento della percentuale minima di nuove assunzioni di giovani e donne viste le difficoltà che si potrebbero incontrare in particolari contesti di attività, in ragione delle caratteristiche strutturali delle mansioni da svolgere o del contesto di applicazione per gli appalti relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza o al Piano Nazionale Complementare”.

Il riferimento è all’articolo 47 del Decreto legge 77 del 2021, che stabilisce le direttive per il rispetto di pari opportunità, generazionali e di genere e dell’inclusione lavorativa, in relazione alle procedure per gli investimenti pubblici finanziati, in tutto o in parte, con le risorse di Pnrr e Pnc.

“La normativa prevede che un operatore economico, che sia un’azienda pubblica o privata, abbia l’obbligo di assumere il 30% di giovani e donne per gli appalti finanziati dal Pnrr - spiega Alessandra Ariano -. Le aziende con più di 50 dipendenti vengono automaticamente escluse dalle gare se non producono un documento che lo dimostra, mentre gli operatori con un numero pari o superiore a 15 ma inferiore ai 50 dipendenti, hanno sei mesi di

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tempo per adeguarsi a partire dalla sigla del contratto. Approfondendo la normativa, ci si accorge che le difficoltà di alcuni settori a rispettarla, come ad esempio l’edilizia, non sono state prese in considerazione”.

Le direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio prevedono, infatti, che “una rigida applicazione della regola potrebbe determinare nel breve periodo un onere troppo gravoso per i settori in cui i tassi di occupazione femminile sono lontani da quelli prevalenti nel sistema economico a livello nazionale. In questi casi, quindi, le stazioni appaltanti possono motivare il ricorso alla deroga, specificando che in quel determinato settore il tasso di occupazione femminile rilevato dall’Istat si discosta significativamente dalla media nazionale complessiva nei settori osservati”.

attenzione agli obblighi dichiarativi, ricordando che le sanzioni previste dalla normativa, salvo quella dell’esclusione del bando di gara, sono comminate dalla stazione appaltante secondo un criterio di gravità e proporzionalità, che è rimesso alla discrezionalità dell’amministrazione committente”.

Purtroppo la normativa non ha preso in considerazione le difficoltà a rispettare la norma che possono avere alcuni settori come l’edilizia

Un altro dettaglio che non deve passare inosservato è che le Linee Guida hanno ineccepibilmente chiarito che l’obbligo di assumere il 30% di giovani e donne per gli appalti finanziati dal Pnrr vale solo per le assunzioni strettamente necessarie per l’esecuzione del contratto o per la realizzazione di attività ad esso connesse o strumentali. Non sussiste, invece, alcun vincolo per i datori di lavoro di assumere nuovo personale, con il 30% di giovani e donne, qualora le imprese avessero in organico già tutte le figure utili per portare a termine l’appalto. Questo è una specificità importante, viste in particolare le caratteristiche e le esigenze professionali del settore edile.

“Come Ance Imperia - continua Alessandra Ariano - consigliamo agli operatori economici di prestare molta

Nello specifico, la norma prevede che le aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti siano tenute alla redazione del rapporto sulla situazione del personale, che deve essere prodotto, a pena di esclusione dalla gara, al momento della presentazione della domanda di partecipazione o dell’offerta. La copia depositata deve avere l’attestazione della sua conformità a quello trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali e alla consigliera e al consigliere regionale di parità. Gli operatori economici che occupano un numero pari o superiore a 15 ma inferiore ai 50 dipendenti, invece, entro sei mesi dalla conclusione del contratto sono tenuti a consegnare alla stazione appaltante una relazione di genere sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni ed in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta. La relazione viene trasmessa alle rappresentanze sindacali aziendali e alla consigliera e al consigliere regionale di parità

Vogliamo lanciare un appello a tutte le stazioni appaltanti a tener conto della possibilità di chiedere una deroga al raggiungimento della percentuale minima di nuove assunzioni di giovani e donne viste le difficoltà che si potrebbero incontrare in particolari contesti di attività, come l’edilizia

PIANO NAZIONALE RIPRESA E RESILIENZA
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Alessandra Ariano REFERENTE ANCE IMPERIA

Le tre stelle cadute dell’Hotel Michelin

L’ex albergo di Bordighera, che prende il nome dal

Dove prima si alternavano turisti, risate e momenti spensierati, ora regnano silenzio e decadenza, tra finestre rotte, porte sprangate e ruggine sul cancello chiuso. È la storia dell’ex Hotel Michelin, un tre stelle di tutto rispetto, che con i suoi tre piani e il giardino tutto intorno ha accolto per decenni migliaia di turisti. Prende il nome dal suo ex titolare, Michelin, appunto, morto diversi anni fa senza sapere

che il suo amato albergo avrebbe fatto una fine così ingloriosa. L’ex albergo, ora abbandonato a sé stesso, si trova in via primo maggio, proprio a fianco del Palazzo del Parco, crocevia culturale di Bordighera, che funge da teatro, sala convegni e sede dove si riunisce il consiglio comunale e a ridosso di un altro importante centro culturale: l’ex chiesa anglicana, che ospita mostre di noti pittori, concerti e pure matrimoni civili. In

pieno centro, in pratica, a due passi dalla stazione ferroviaria e dalle spiagge della Città delle Palme. E no, non è un belvedere. A meno che non si vogliano esplorare luoghi abbandonati per puro spirito di avventura.

Il dato di fatto è che quell’edificio, anche piuttosto imponente, se rapportato ai palazzi vicini, in quel luogo stride. E tanto, anche. Perché in una città con vocazione turistica come è Bor-

Lo stabile si trova in via 1° maggio a fianco del Palazzo del Parco, crocevia culturale della città della Riviera di Ponente

Come si può vedere confrontando le due foto a lato, negli Anni ‘60 l’Hotel Michelin era un tre stelle di tutto rispetto, che con i suoi tre piani e il giardino tutto intorno ha accolto per decenni migliaia di turisti. Il suo ex titolare, Michelin, è morto diversi anni fa, senza sapere che il suo amato albergo avrebbe fatto una fine così ingloriosa

suo ex titolare, giace in stato di totale abbandono
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dighera, in una strada centrale, sembra impossibile che possa esistere un luogo così trascurato e “divorato” dalle erbacce. Eppure c’è, e la situazione è invariata da anni.

Da circa vent’anni, infatti, l’hotel è lasciato in balia di vandali e persone senza fissa

dimora, che in molte occasioni hanno utilizzato le tante stanze al suo interno come rifugio. Una dimora notevole, con tanto di ascensore per raggiungere i vari piani e moquette in ogni camera, ricorda chi in quella struttura lavorò nei tempi d’oro. Gli eredi del defunto

Michelin non sembrano trovare un accordo. Di riaprire l’hotel, per il quale al momento non c’è ancora un cambio di destinazione d’uso, non se ne parla, e l’unico progetto, redatto da un ingegnere per riqualificare la struttura, si è arenato nel tempo, lasciando spazio all’incuria e al degrado. Chi si imbatte davanti all’edificio non può che rattristarsi. Nonostante il sole, che a Bordighera splende oltre 300 giorni l’anno, nell’ex Hotel Michelin sembra sempre inverno. Sarà per la vegetazione, che cresce spontanea finché, ogni tot anni, a botte di ordinanze comunali, qualcuno si ricorda di curare, almeno un poco, il giardino. Ma quando l’erba viene tagliata, resta la desolazione: mucchi di

Da circa vent’anni l’hotel è lasciato in balia di vandali e persone senza fissa dimora, che in molte occasioni hanno utilizzato le tante stanze al suo interno come rifugio. Chi si imbatte davanti all’edificio non può che rattristarsi.

Nonostante il sole, che a Bordighera splende oltre 300 giorni l’anno, nell’ex Hotel Michelin sembra sempre inverno. Sarà per la vegetazione, che cresce spontanea finché, ogni tot anni, a botte di ordinanze comunali, qualcuno si ricorda di curare, almeno un poco, il giardino.

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Per evitare che qualcuno entri all’interno, come è successo più volte in passato, le finestre sono state sbarrate. Ma anche in questo caso, la toppa è stata peggio del buco: invece di murare gli ingressi con i mattoni, soluzione che per lo meno sarebbe stata decorosa, si è pensato di utilizzare, in certi casi, le doghe di un letto.

L’intonaco dell’intera facciata si sta letteralmente sgretolando, ed è solo una fortuna che l’edificio non si affacci direttamente sulla strada: almeno così, se cadono dei pezzi, possono colpire solo i numerosi topi che vivono all’interno delle proprietà, per la gioia di chi risiede negli appartamenti realizzati a ridosso dell’ex hotel

rifiuti, attrezzi arrugginiti, sedie rotte e arrugginite, parti di tettoie sono accumulati un po’ a casaccio nel parco. Per evitare che qualcuno entri all’interno, come è successo più volte in passato, le finestre sono state sbarrate. Ma anche in questo caso, la toppa è stata peggio del buco: invece di murare gli ingressi con una serie di mattoni, soluzione che per lo meno sarebbe stata decorosa, si è pensato di utilizzare, in certi casi, le doghe di un letto. In altri, pezzi di lamiera non meglio identificabili. L’intonaco dell’intera facciata si sta letteralmente sgretolando, ed è solo una fortuna che l’edificio non si affacci direttamente sulla strada: almeno così, se cadono dei pezzi, possono colpire solo i numerosi topi che vivono all’interno delle proprietà, per la gioia di chi risiede negli

appartamenti realizzati a ridosso dell’ex hotel, e si ritrova ad aver paura delle visite, mai molto gradite, dei roditori. Neanche troppo tempo fa, tra l’altro, in quella zona, per un soffio si era evitata una tragedia: il 27 giugno del 2018, infatti, un violento incendio era divampato al primo piano dell’edificio. Secondo le testimonianze raccolte all’epoca dei fatti, un uomo si era allontanato dall’ex hotel poco prima che si sprigionassero le fiamme. I Vigili del fuoco, intervenuti per domare il rogo, avevano lavorato ore per evitare che l’incendio si propagasse alle vicine case, alimentato dai legni e dalla vegetazione. Nell’edificio erano state trovate anche tre bombole di gas, che se fossero esplose a causa del calore, avrebbero causato una strage. Eppure un tempo quell’hotel era bello e

frequentato, i villeggianti ci tornavano con piacere di anno in anno: ma parliamo degli anni più floridi del turismo bordigotto, quando la città veniva scelta d’inverno per il clima mite e d’estate per i tuffi al mare. Di quei tempi restano solo le cartoline, siamo negli anni Sessanta: il tre stelle è bianco, pulito e ha le persiane verdi chiaro. L’ingresso è curato, con l’elegante cancello in ferro e una siepe perfettamente squadrata che protegge la privacy degli ospiti. Ci sono aiuole e tanti fiori nei vialetti che portano agli ingressi e piccole Fiat Cinquecento parcheggiate sulla strada. Anni d’oro, anni distanti da un futuro, oggi presente, che di quei tempi felici non ha più nulla e in cui, il passante ignaro, trova solo desolazione, precarietà e fatiscenza.

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#BLOCCADEGRADO

Dalla passione per la nautica nasce il successo nell’edilizia

Fabrizio Pepino ciare a lavorare, l’improvvisa chiusura dell’azienda dove era impiegato, l’inizio di un’attività edile in proprio e la costante voglia di regatare.

“Il mio lavoro è l’edilizia, questa è stata la mia vocazione fin da piccolo, quando giocavo con le costruzioni. Lo studio del greco e del latino mi hanno aiutato a scomporre i problemi per risolverli, l’analisi logica mi ha fornito un metodo. Mi è servito tutto, ma me ne sono accorto dopo, perché quando dovevo studiare o tradurre era una noia. Anche andare in barca a vela poi mi ha aiutato molto, perché quando sei in mare e hai un problema, devi risolverlo prima che succeda il peggio. Si può dire che gli studi umanistici e nautica mi hanno allenato all’edilizia”.

Daniele Bonetto inizia a raccontarsi seduto in terrazza su un divanetto dello Yacht Club di Sanremo, quello che definisce il “suo ufficio”. Alle spalle un mare è piatto e un cielo coperto tengono il tempo sospeso, mentre un vento leggero di tanto in tanto regala qualche squarcio di sole. Una maturità classica, gli studi universitari lasciati per comin-

“Come in tutte le cose, ci vuole una grande passione. Se le devi farle per forza durano poco, se non le fai con amore, non vengono bene. A me è sempre piaciuto quello che facevo, in edilizia come in nautica. Senza queste due componenti non vivo, niente capita per caso. Da bambino quando giocavo usavo i mattoncini rossi per fare il tetto e quelli bianchi per costruire le pareti”. Nel 1989 comincia a lavorare spalando sabbia e ghiaia nei cantieri, ma l’esperienza di lavoro fatta nei dieci anni da dipendente è nel complesso molto varia: dal geometra di cantiere, alle commesse, alla contabilità, fino a dirigere i lavori che all’inizio svolgeva in prima persona. Poi a inizio agosto del 1999 la ditta impiantistica che lo aveva assunto fallisce rocambolescamente e da un giorno all’altro si trova senza lavoro.

La storia della Edil Impianti di Daniele Bonetto, fondata a Sanremo nel 1999 dopo una maturità classica e tante regate

“E adesso cosa faccio? Mi sono chiesto. Senza pensarci molto ho aperto la partita Iva e ho cominciato a lavorare per conto mio. Il primo cantiere è arrivato nel giro di qualche settimana, sono partito con due operai che già lavoravano con me nella ditta che era fallita e sono arrivato ad averne 55 su due aziende diverse. All’inizio avevamo un forte senso di rivalsa, perché si diceva che dalle ceneri dell’azienda dove lavoravamo prima non sarebbe nato nulla di buono, invece sono venute fuori due o tre realtà che poi sono cresciute nel tempo. È stata una chiusura sofferta, ma la ripartenza è stata molto buona”. Le prime commesse arrivano da qualche ex cliente, manutenzioni di complessi realizzati dalla ditta precedente come le carceri di Valle Armea, Genova ma anche Saluzzo in provincia di Cuneo, dove la Edil Impianti interviene anche sulla Torre Civica del capoluogo. “Abbiamo cominciato a lavorare sia con il pubblico che con il privato, in particolare con il Provveditorato alle Opere Pubbliche, di cui siamo diventati una sorta di impresa fiduciaria per gli interventi di somma urgenza. Nei primi anni andavamo un po’ dappertutto dove c’era la possibilità di lavorare, poi un po’ per volta ci siamo avvicinati a casa, dal Ponente Ligure alla Costa Azzurra. Abbiamo lavorato tanto con Ghilardi, ad esempio, un imprenditore di riferimento nel campo della gestione dei rifiuti. Era tutto un po’ pioneristico ma mi piaceva, era stimolante, abbiamo potuto fare un’esperienza molto ampia anche perché la ditta da cui arrivavamo era attiva in diversi settori collegati all’impiantistica”. La crescita del lavoro porta Bonetto ad aprire insieme ad un collega imprenditore un’altra azienda, al fine di unire le forze per poter realizzare interventi più grandi, come la diga foranea del porto

di Vado Ligure o un complesso di 52 appartamenti e 300 box auto ad Alassio. “Ad un certo punto però era diventato troppo impegnativo, né io né il mio socio riuscivamo più a curare bene i lavori delle nostre aziende d’origine seguendo di persona i cantieri. Così abbiamo deciso di chiudere e tornare indietro. Con il senno di poi è stata una fortuna quella di cominciare a diminuire l’attività nel 2005, perché ci ha permesso di arrivare alla crisi scoppiata nel 2008 senza avere una grande azienda da dover gestire. Sono tornato ad essere agile e flessibile, in grado di intervenire per cambiare un solo rubinetto o per fare una casa da zero. Oggi ho 7 dipendenti fissi, oltre a 3 artigiani che collaborano in maniera continuativa con noi da almeno 20 anni. L’amministrazione e la contabilità dell’azienda la gestisco da casa con il preziosissimo aiuto di mia moglie Adriana, che ha sempre avuto un ruolo determinante per il buon funzionamento dell’attività, poi ho un magazzino nella zona industriale in Valle Armea e un deposito sulle alture di Bussana”.

Da qualche giorno Daniele ha fatto trasloco in una nuova casa progettata e realizzata dalla Edil Impianti, la prima di Sanremo studiata per autogestirsi completamente, compensando l’energia consumata con quella prodotta.

“Negli ultimi anni con il Superbonus ci siamo rivolti soprattutto alla clientela

“Il mio lavoro è l’edilizia, questa è stata la mia vocazione fin da piccolo, quando giocavo con le costruzioni. Lo studio del greco e del latino mi hanno aiutato a scomporre i problemi per risolverli, l’analisi logica mi ha fornito un metodo. Anche andare in barca a vela poi mi è servito molto, perché quando sei in mare e hai un problema, devi risolverlo”

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LA NOSTRA AZIENDA
Nella pagina precedente Daniele Bonetto con la moglie Claudia, il figlio Paolo e la figlia Stefania. Sotto, una fonta realizzata a Ospedaletti.

“La grande passione per il mare mi ha aiutato a sviluppare il lavoro, mi ha permesso di unire l’utile al dilettevole.

Come in tutte le cose, ci vuole una grande passione. Se le devi fare per forza durano poco, se non le fai con amore, non vengono bene. A me è sempre piaciuto quello che facevo, in edilizia come in nautica”.

privata, ancora adesso stiamo lavorando per realizzare il cappotto ad una grande casa di riposo a Vallecrosia insieme ad un’altra azienda. Anche In Francia si lavora soprattutto con il privato, ma la situazione è molto diversa. Poche regole, molto rigide ma anche molto chiare, non c’è nulla da interpretare. Devo dire che alla fine dei conti è molto meglio. Ora con il Pnrr il lavoro dovrebbe spostarsi sul pubblico, ma personalmente non sono ancora convinto che il lavoro arriverà nella quantità che è stata annunciata, potrebbero insorgere dei problemi”. Fortunatamente Daniele ha altre frecce al suo arco, una in particolare, la nautica, fin dall’inizio della sua attività di imprenditore dialoga in modo molto stretto con l’edilizia, in un intreccio virtuoso che ha contagiato fin da subito anche i suoi figli Paolo e Stefania.

“La grande passione per il mare mi ha aiutato a sviluppare il lavoro, mi ha permesso di unire l’utile al dilettevole.

Molti armatori e skipper che ho conosciuto durante la mia carriera da velista sono diventati clienti nell’azienda edile, compreso lo Yacht Club di Sanremo.

Tredici anni fa sono salito per puro caso sul Moro di Venezia, una barca iconica

nella storia della vela italiana. Da quel giorno ho fatto tutte le regate a cui il Moro ha partecipato, ogni volta che parto stacco la spina per qualche giorno e torno completamente rigenerato, ne trae giovamento anche l’attività edile. In questo mondo ho trovato una clientela qualificata, esigente ma soddisfacente, ma la cosa più bella è che ho la possibilità di regatare con i mie figli”. Paolo ha 30 anni ed è appassionato di mare forse ancora più di Daniele. Dopo aver fatto la carriera da atleta in barca a vela, si è laureato nel campo del design navale e ha fatto esperienza di progettazione di barche a vela in uno studio di Milano. Ora è a Sanremo, dove ha diversi progetti visionari tra cui un cantiere navale e un porto fluviale. Anche Stefania ha praticato la vela come atleta fino a diventare istruttrice federale. Oggi è impegnata in uno show room di alto livello, dove si occupa di progettazione di interni e fa consulenza sui materiali.

“Mio figlio ha scelto la sua strada e io ne sono felicissimo. Costruire case e costruire barche non sono poi due mestieri così distanti, quando in una barca hai un guasto in un bagno è un problema di impiantistica, i lavori sono quelli che si fanno in una casa, cambiano i materiali, gli spazi e le situazioni, ma c’è una similitudine. Le conoscenze tecniche edili e impiantistiche possono essere traslate nella nautica. Anche i prodotti che tratta Stefania rasentano il mondo dell’edilizia. Io ogni tanto li compro e lei vuole venire in cantiere per vedere la loro applicazione pratica, parliamo più o meno la stessa lingua. Tra qualche anno vado in pensione, chissà che non vada ad aiutare Paolo ad avviare il suo cantiere navale. Bisogna sempre avere una nuova idea, un sogno da inseguire”

LA NOSTRA AZIENDA
Alcune realizzazioni nel pubblico e nel privato: sopra, una Scuola materna a Ospedaletti e un casale alla Mortola di Ventimiglia. A fianco, un complesso da 300 box auto ad Alassio

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La sicurezza sul lavoro comincia dalla scuola

In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza Formedil e Scuola Edile hanno organizzato un incontro per gli studenti

Il Sei-Cpt porta avanti da sempre un impegno quotidiano nel campo della prevenzione e del controllo della sicurezza sul lavoro tramite numerosi corsi formativi e visite ai cantieri aperti

In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro dello scorso 28 aprile, la rete Formedil, di cui la Scuola Edile di Imperia fa parte, ha organizzato in tutte le sedi d’Italia un incontro di formazione e informazione che ha messo a confronto gli allievi degli istituti secondari superiori e i rappresentanti del tavolo tecnico provinciale sulla sicurezza.

Alla giornata hanno preso parte anche gli studenti dei percorsi Iefp curati dal SeiCpt e finalizzati alla formazione di operai edili e termoidraulici.

“L’importanza della sicurezza sul lavoro è un tema che si costruisce a partire dai banchi di scuola, per riuscire ad infondere negli allievi una radicata cultura e consapevolezza dei rischi correlati a determinate professioni - spiega Francesco Castellaro, direttore della Scuola Edile di Imperia

-. Il Sei-Cpt porta avanti da sempre un impegno quotidiano nel campo della prevenzione e del controllo della sicurezza sul lavoro tramite numerosi corsi formativi e visite ai cantieri aperti, che nello scorso anno scolastico sono stati rispettivamente 86 (di cui 945 ore di formazione, ndr) e 566”.

“L’iniziativa tenutasi nell’ambito della Giornata Mondiale della Sicurezza è stata fondamentale per sensibilizzare i giovani studenti sull’argomento, che andrebbe affrontato quotidianamente in ogni attività lavorativa - aggiunge Paola Fognini, tecnico responsabile dell’area sicurezza del Sei-Cpt -. Operiamo sul territorio dal 1997, affiancando all’attività di sopralluoghi in cantiere quella di consulenza e supporto alle imprese, allo scopo di suggerire ed indurre comportamenti corretti e sicuri, atti a prevenire possibili infortuni

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Francesca Braghero

Alla giornata del 28 aprile 2023 hanno preso parte gli allievi degli istituti secondari superiori, i rappresentanti del tavolo tecnico provinciale sulla sicurezza e gli studenti dei percorsi Iefp curati dal Sei-Cpt e finalizzati alla formazione di operai edili e termoidraulici.

ed evitare eventuali sanzioni in corso di controllo ispettivo”.

Per lo svolgimento del proprio compito, i tecnici del Sei-Cpt cercano di essere sempre al passo con le novità normative, attraverso frequenti aggiornamenti e costanti rapporti con i rappresentanti degli organi di vigilanza di competenza sul territorio, quali Asl, Inl, Nil, Inail. È stato, inoltre, istituito un tavolo tecnico che, tramite incontri periodici, permette di esporre e condividere dubbi interpretativi delle norme e problematiche emerse durante l’attività svolta, in modo da poter fornire alle imprese e ai lavoratori indicazioni corrette e risposte univoche, mediante una sinergica collaborazione.

“Il compito del nostro ente, che effettua ormai circa 400 visite di cantiere all’anno, non è quello di ‘punire’ chi non rispetta le regole, ma di aiutare a prevenire tragedie

- continua Gianni Anfossi, tecnico responsabile dell’area sicurezza del Sei-Cpt -. Le imprese del territorio ci conoscono e chi sa che offriamo consulenza richiede direttamente il nostro supporto ancor prima di iniziare le opere. Noi interveniamo per consigliare la giusta organizzazione del cantiere, pur con la consapevolezza che il lavoro da fare sia ancora molto”.

I dati forniti dall’Inail a tal proposito sono incoraggianti, con un calo del 39% degli infortuni sul lavoro denunciati nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022 in provincia di Imperia.

Ma cosa manca per aumentare ulteriormente le condizioni di sicurezza di un cantiere? “Non certo le dotazioni personali, fornite gratuitamente, o la tecnologia, che ha ormai raggiunto alti livelli di prestazione e protezione - conclude Anfossi -. E neppure le sanzioni, che in caso di incidenti con responsabilità sono pesantissime, al punto da arrivare a mettere in ginocchio anche economicamente un’impresa”.

L’ostacolo da superare resta, dunque, tuttora la difficoltà di infondere una maggior consapevolezza del rischio, incrementando gli interventi formativi, che dovrebbero diventare un adempimento “sostanziale” e non meramente “formale”, coinvolgendo gli operai per renderli collaboratori della gestione e del rispetto delle norme di sicurezza.

L’importanza della sicurezza sul lavoro è un tema che si costruisce a partire dai banchi di scuola, per riuscire ad infondere negli allievi una radicata cultura e consapevolezza dei rischi correlati a determinate professioni

Il compito del Sei-Cpt non è quello di punire le imprese che non rispettano le regole ma di aiutare a prevenire le tragedie. La nostra consulenza comincia ancor prima che vengano aperti i cantieri
SCUOLA EDILE IMPERIA 27 SCUOLA EDILE
Francesco Castellaro DIRETTORE
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I nuovi ladri vivono sul web e rubano dati

Confindustria Imperia riporta l’attenzione delle imprese sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati

Sicurezza informatica e protezione dei dati nelle Pmi sono stati i temi al centro del convegno organizzato lo scorso 11 maggio da Confindustria Imperia in collaborazione con Sgs Italia. L’evento ha voluto fare chiarezza e divulgare un messaggio significativo: le famiglie, le imprese e le pubbliche amministrazioni devono prima di tutto saper conoscere, per poi utilizzare al meglio, gli strumenti tecnologici che hanno a disposizione al fine di evitare frodi e inganni.

L’avvento del digitale e la crescente esposizione a grandi dati informatici, infatti, ha reso progressivamente tutti più vulnerabili, favorendo la crescita di una sensibilità che non intacca solo il singolo utente ma che preoccupa anche le aziende. Specialmente all’inizio della pandemia da Covid-19, le imprese sono state portate a seguire l’onda della digitalizzazione, aprendosi così a grandi siste-

mi informatici, come il cosiddetto “mondo del cloud”, ovvero un ecosistema immenso, ricco di strumenti che possono essere interconnessi tra di loro in infiniti modi al fine di creare valore per l’impresa stessa.

Diletta Barazzotto tissimo.

Sicuramente la pandemia ha accelerato i tempi e ha avuto tra le sue conseguenze quella di obbligare gli imprenditori a prendere decisioni spesso troppo affrettate e per questo poco sicure. L’aver tralasciato questo ultimo aspetto è costato caro alle aziende, che hanno dovuto poi fare i conti con innumerevoli attacchi informatici, come dimostrano i dati riscontrati con l’avvento della pandemia, quando si registra il raggiungimento di un picco eleva-

“Il passo successivospiega Marco Ravetta, intervenuto al convegno insieme ad alcuni rappresentanti di Area di Sgs Italia, tra cui Veronica Morgavi e Abbi Mohammed Diop -, adesso che siamo usciti dall’emergenza, sarebbe quello di riuscire a comprendere al meglio questa digitalizzazione, ragionata troppo in fretta a causa delle tempistiche molto strette, per far conoscere realmente alle aziende in quali rischi incorrono quando non si conoscono gli strumenti”. A tutte le imprese che sono approdate in questa nuova realtà, il messaggio che si è voluto trasmettere durante il convegno poneva l’attenzione sulla consapevolezza: “È fondamentale - continua Ravetta - che ad oggi, tutti, riconoscano l’argomento e siano consapevoli dei possibili rischi a cui vanno incontro. Tale consapevolezza contribuirà a sua volta a ridurre la crescente

“Adesso che siamo usciti dall’emergenza, il passo successivo sarebbe quello di riuscire a comprendere al meglio questa digitalizzazione, ragionata troppo in fretta a causa delle tempistiche molto strette, per far conoscere realmente alle aziende quali rischi incorrono quando non si conoscono gli strumenti”

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Frodi e inganni si evitano con la conoscenza degli strumenti tecnologici

Ciò che manca realmente all’Italia per potersi mettere al pari con le altre nazioni e migliorare la propria sicurezza è la modernizzazione: non basta solo essere consapevoli e aggiornati sulle problematiche, ma è altrettanto importante investire in quei sistemi che rappresentano oggi il nostro futuro

sensibilità, ad aumentare la formazione sul tema e a garantire una maggiore protezione da possibili attacchi esterni”. Gli attacchi a cui le aziende sono quotidianamente sottoposte possono essere molteplici: si parla infatti di spear phishing, insider e social engineering, tre possibili vettori per lo più combinati e associati tra loro. Ad esempio, è facile cadere in un attacco di spear phishing, ovvero una tecnica appositamente studiata per riuscire a pescare informazioni mirate sulle persone traendole in inganno attraverso la creazione di e-mail o messaggi pericolosi. Nel caso in cui, invece, un soggetto direttamente o indirettamente è spinto a compiere atti illeciti come conseguenza di un risentimento nei confronti dell’azienda o per promesse di ritorni

economici, in questo caso si parla di insider. Infine, il social engineering, che anche se non è propriamente corretto definirlo come un “attacco informatico”, va comunque inteso come uno strumento manipolatore, che mira alla mente delle persone fino a spingerle a

punto di vista concreto ciò che manca realmente all’Italia per potersi mettere al pari con le altre nazioni e migliorare la propria sicurezza è la modernizzazione: non basta solo essere consapevoli e aggiornati sulle problematiche, ma è altrettanto importante investire in quei sistemi che rappresentano oggi il nostro futuro.

compiere atti che difficilmente farebbero. Pertanto, tra i piani strategici del Paese è prevista la Sicurezza OT (Sicurezza della Tecnologia Operativa), un sistema che si pone l’obiettivo di controllare in tempo reale i dati e di favorirne la loro integrità anche da remoto. Tuttavia, da un

“La modernizzazione richiede alle aziende di fare un grande investimento in termini di denaro, a tal proposito il miglior modo per poter investire nel settore della cybersecurity, non tanto per digitalizzare il nostro Paese ma quanto per renderlo sicuro nell’utilizzo delle informazioni, è il Pnrr: un’opportunità per l’Italia per aiutare concretamente le aziende a tutelare al meglio il loro business e a proteggere i loro dati”.

30 CONFINDUSTRIA IMPERIA
Un momento del convegno “Cybersecurity e protezione dati per le Pmi” organizzato lo scorso 11 maggio da Confindustria Imperia in collaborazione con Sgs Italia
Il Pnrr è un’ottima opportunità per investire nel settore della cybersecurity
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Dettagli di Design

Collezione: Vertis

Modello: VT11

Finitura: Bianco Soft

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