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Troppe complicazioni per il documento di congruità

Nato con le migliori intenzioni e fondato su principi inattaccabili, il documento di congruità continua a rendere difficile la vita delle imprese edili, nonostante sia passato oltre un anno da quando è stato affiancato al Durc.

“È uno strumento importante nel contrasto all’evasione contributiva e al lavoro nero – spiega il direttore della Cassa Edile di Imperia Sandro Cumma è tuttora difficile per gli operatori economici abituarsi alla nuova procedura e al dover indicare una serie di dati (tipo di lavorazione, subappalti, durata, ore lavorate, ecc.) per ogni cantiere aperto. L’attenzione richiesta alle imprese, o a chi comunica i dati per essa, è molto alta”.

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Il documento di congruità della manodopera relativa allo specifico intervento è un adempimento aggiunto al Durc nel settembre del 2020 con l’articolo 8 comma 10-bis del Decreto legge 76 del 2020, convertito nella Legge 120 del 2020. In tale occasione, le parti sociali concordarono le percentuali minime di incidenza del costo del lavoro ragguagliate all’opera complessiva che devono essere raggiunte per considerare congrua la manodopera impiegata. “Rispetto al Durc - continua Cum -, il documento di congruità entra nel merito della gestione della manodopera perché attesta che gli impieghi sono in regola e che viene rispettata la contribuzione minima”.

Il nuovo attestato ha aumentato il carico organizzativo delle imprese ed imposto l’utilizzo di nuovi applicativi informatici. Agli operatori economici è richiesta una maggior contezza sia per l’individuazione che per il caricamento dei dati sull’apposito portale Edil-

Rispetto al Durc, il documento di congruità entra nel merito della gestione della manodopera perché attesta che gli impieghi sono in regola e che viene rispettata la contribuzione minima connect della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili. Per ogni singola opera edile l’impresa affidataria deve avviare la procedura per vedersi attribuire un Codice Univoco Congruità. Il Codice deve poi essere indicato ad eventuali subappaltatori che a loro volta dovranno farsi carico dell’inserimento dei parametri: la complessità della procedura colpisce dunque anche i subappaltatori, che a volta devono attendere o sollecitare il Codice alla ditta appaltante. All’impresa affidataria spetta l’onere di monitorare l’inserimento e verificare la correttezza dei dati relativi alla o appoggiarsi ad un professionistapuntualizza il direttore -, ma il piccolo artigiano, magari anziano o straniero, può trovarsi maggiormente in difficoltà nel dover ripartire le ore lavorate dai propri operai per ogni singolo cantiere”. manodopera impiegata in cantiere da tutte le parti in causa. L’impresa affidataria dei lavori, infatti, è considerata l’unica impresa responsabile delle dichiarazioni riportate.

È compito della Cassa Edile territorialmente competente rilasciare l’attestazione entro dieci giorni dalla richiesta inserita e, se la congruità della manodopera non viene raggiunta, scatta una presunzione di non congruità con successive conseguenze negative anche per il Durc.

“Una grande azienda può avere le risorse interne per seguire l’iter corretto

“Se gli indici minimi non vengono raggiunti, la Cassa Edile invita l’impresa affidataria a regolarizzarsi entro 15 giorni versando la differenza. In mancanza di regolarizzazione, la Cassa comunica l’esito negativo ai soggetti richiedenti l’attestazione e iscrive l’impresa nella Banca dati Nazionale delle Imprese Irregolari. L’esito negativo della verifica di congruità incide, dalla data di emissione, sulle successive verifiche di regolarità contributiva finalizzate al rilascio del Durc”.

Per la Cassa Edile l’introduzione di questo strumento ha comportato una maggiore attività sia dal punto di vista esecutivo che di supporto ad imprese e consulenti. “Soprattutto nel periodo d’avvio della nuova procedura - conclude Sandro Cum -, i nostri uffici hanno sostenuto un carico importante di lavoro per aiutare le aziende ad allinearsi con le richieste del documento di congruità. Ad oggi, per risolvere problemi pratici e per chiarire eventuali dubbi interpretativi, abbiamo attivato un servizio di assistenza tramite il portale della Commissione Nazionale paritetica per le Casse Edili”.

È uno strumento importante nel contrasto all’evasione contributiva e al lavoro nero ma è tuttora difficile per gli operatori economici abituarsi alla nuova procedura e al dover indicare una serie di dati per ogni cantiere aperto. L’attenzione richiesta alle imprese, o a chi comunica i dati per essa, è molto alta

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