«È stata un’esperienza bella e ricca di
emotivazione. Per fare cartone animato niente di abbacchiato» Shyfu 15 anni
Testi di Vincenzo Beschi Sandra Cimaschi Paola Lanfranchi Silvia Palermo Irene Tedeschi Raffaele Spiazzi Gli insegnanti della Scuola ospedaliera Istituto Comprensivo Centro 3 Maria Antonietta Belotti Attilio Plodari Arianna Ingrid Sara Silvana Sebastian Costanza Francesca Veronica Grafica Luisa Goglio Coordinamento Irene Tedeschi
Cartoni animati in corsia è un progetto Avisco – audiovisivo scolastico www.avisco.org info@avisco.org 030 4199398 In collaborazione con Spedali Civili di Brescia Azienda Ospedaliera Ospedale dei Bambini di Brescia Scuola Ospedale dei Bambini - Istituto Comprensivo Centro 3 UST - Ufficio Scolastico Territoriale Con il patrocinio di Comune di Brescia Provincia di Brescia – Assessorato all’Associazionismo e Volontariato Coordinamento progetto Vincenzo Beschi Operatori dei laboratori di cinema d’animazione in corsia Vincenzo Beschi Sandra Cimaschi Paola Lanfranchi Silvia Palermo Irene Tedeschi
Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – non opere derivate 4.0. È possibile copiare e ridistribuire il materiale attraverso qualsiasi mezzo e formato con l’obbligo di citare la fonte, dandone credito appropriato e indicando chiaramente se è stata fatta qualche modifica all’originale. È vietato l’utilizzo commerciale. Per conoscere i termini della licenza vai su creativecommons.org/licenses
Percorsi di visione guidata a cura di Chiara Boffelli Luigi Muzzolini Postproduzione Vincenzo Beschi Silvia Palermo Irene Tedeschi Ufficio stampa Ada Tullo Fund raising Silvia Palermo Segreteria Irene Tedeschi Referente organizzativo Ospedale dei Bambini Patrizia Bevilacqua
2012>2014 nima i in orsia
cartoni a
Giovani pazienti animatori
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«Ho così tanto guardato il mio cartone animato che non mi ricordo più come è fatta la stanza!» Così, Andrea ha esclamato dopo aver visto il risultato del suo lavoro di animazione fatto sul letto di una stanza dell’ospedale.
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In questa frase può essere racchiuso il senso del progetto Cartoni animati in corsia. Un progetto che in questi primi 3 anni ci ha permesso di incontrare più di 230 giovani pazienti animatori con i quali abbiamo percorso un tratto della loro vita ospedaliera, ognuno con la propria storia, la propria malattia. 18 i piccoli film d’animazione realizzati che, oltre alle immagini, ai suoni e alle parole visibili, racchiudono tutte quelle emozioni, azioni, pensieri che solo chi ha vissuto insieme agli autori le varie fasi della produzione conosce. Proprio per condividere questi momenti abbiamo pensato fosse utile raccogliere in una pubblicazione le testimonianze dirette dei bambini e di tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del progetto, operatori Avisco, insegnanti, educatori, scrittori, personale medico e sanitario. Denominatore comune degli incontri è stata la sorpresa. Una piacevole sorpresa ben evidenziata dai volti, che per rispetto della privacy si è deciso di non fotografare, illuminati dal sorriso nel vedere i propri personaggi animarsi e prendere vita sullo schermo del computer. Un nuovo e insolito piacere scaturito dalla consapevolezza di essere creatori di esserini di carta, di pongo, di sabbia che quasi per magia compiono i primi passi e le prime azioni suggerite dai propri pensieri, dalla propria fantasia, dai propri sogni. Cartoni animati in corsia non è solo un momento di svago e di evasione un po’ magica ma una esperienza ricca di relazioni ancor prima che di sostanza. Un’occasione per partecipare ad un progetto creativo/collettivo che collega tra di loro i vari protagonisti, un bambino con il suo vicino di letto, una stanza con la stanza accanto, i reparti tra di loro, l’ospedale con la città, tutti uniti intorno a dei piccoli cartoni animati. Un progetto che vuole andare oltre le corsie dell’ospedale attraverso la diffusione dei film realizzati e questa pubblicazione, tessendo una rete di condivisione tra tutti coloro che vi hanno partecipato per diversi motivi e con differenti durate. Avisco, associazione di piccole dimensioni ma con una storia di quasi 30 anni di esperienza di produzione audiovisiva in ambito socio-educativo, sostiene con grande amore questo progetto e nel suo cuore coltiva la speranza che possa continuare e diffondersi anche oltre i confini bresciani.
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Il codice QR è un codice a barre che rimanda alla pagina di un sito o ad un contenuto multimediale. Per offrirvi la possibilità di accedere ad ulteriori informazioni presenti in rete e soprattutto ai video realizzati in questi anni in modo semplice ed immediato, ne incontrerete molti nelle pagine di questo libro. Chi possiede uno smartphone o un tablet dovrà scaricare un’applicazione in grado di leggere il codice, aprirla e inquadrare il QR. In automatico l’applicazione aprirà il relativo contenuto. Tutti i QR rimandano a contenuti presenti nel sito avisco.org e cartonianimatiincorsia.org
Indice
cartoni animati in corsia
8 I giovani pazienti diventano animatori 12 Immaginare
(Raffaele Spiazzi)
14 il punto di vista degli insegnanti «Un’occasione di crescita
umana e professionale»
16-18 il punto di vista dei giovani pazienti animatori
«Una storia interessante» (Sebastian)
«L’unione fa la forza» (Le Assi: Arianna, Silvana, Sara, Ingrid)
«Siamo tutti come degli scheletri bianchi…» (Costanza)
«Un mucchio di idee» (Francesca)
«Una realtà senza limiti» (Veronica)
19-20 Voci dalle corsie
i FIfilm nati in corsia 22 2012 28 2013 44 2014
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dal blog
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Crediti e ringraziamenti
cartoni animati in corsia I giovani pazienti diventano animatori
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Perché oltre a guardarli, i cartoni animati non proviamo anche a farli? Questa è la piccola sfida, rivolta a bambini e ragazzi dai 4 ai 17 anni, per mettersi in gioco e scoprire i segreti del
cinema d’animazione attraverso un’esperienza che combina manualità e uso delle nuove tecnologie. La particolarità della proposta sta nel luogo piuttosto insolito in cui si svolge, l’ospedale. Inventare una storia, costruire personaggi e dare vita a materiali inanimati come la carta, il pongo o gli oggetti, sono attività che stimolano la creatività e aiutano a dare corpo e voce al proprio mondo interiore. Esprimersi, essere apprezzati, fare scoperte, stabilire relazioni di amicizia, conoscere se stessi, stupirsi, ridere, giocare sono esperienze che contribuiscono alla crescita e al benessere di ogni bambino e adolescente, tanto più quando la malattia ne segna il quotidiano e ne limita autonomia e libertà d’azione. Nei laboratori di cinema d’animazione, caratterizzati da un irrinunciabile approccio ludico, i giovani pazienti hanno la possibilità di partecipare secondo i propri ritmi e capacità ad un processo creativo gratificante, che partendo
dall’immaginazione arriva alla realizzazione concreta di un cartone animato. Individualmente o in gruppo, nello spazio di una stanza o del proprio letto, sotto lo sguardo meravigliato di genitori e familiari avviene la metamorfosi: i giovani pazienti si trasformano in giovani pazienti animatori. Solo chi ha sperimentato personalmente la fatica e la soddisfazione di “dare l’anima” a qualcosa sa con quale orgoglio può fregiarsi di questo titolo. Agli altri basti pensare che per realizzare appena 1 secondo di animazione
è necessario scattare ben 25 fotografie. Per questa ragione, in ospedale come negli studi professionali, creare un cartone animato di pochi minuti richiede tempo e una nutrita équipe, che condivide soddisfazioni e responsabilità. Ma insomma, cosa succede in concreto? Quali sono gli ingredienti di questa ricetta? Alla base di tutto sta una tecnica antica come il cinema applicata alle nuove tecnologie, a loro volta adattate alle esigenze dell’ambiente. 9
L’attrezzatura consiste in un set di ripresa portatile, dotato di luci, webcam, computer e software di cattura frame by frame, soprannominato casetta dei cartoni. Si aggiungono un microfono, delle cuffie, un tablet e i materiali da animare. I laboratori di produzione talvolta sono preceduti da incontri di visione guidata a film d’animazione di
qualità, per offrire spunti sulle possibilità espressive della tecnica e degli elementi del linguaggio cinematografico. I laboratori di produzione si svolgono alla presenza di 2 operatori, che hanno il compito di guidare e coordinare l’attività e di occuparsi della documentazione video e fotografica. Sonorizzazione, montaggio e post-produzione, che richiedono molto tempo, avvengono prevalentemente in studio, ma sempre più spesso si presenta l’occasione per impostare il lavoro insieme agli autori, soprattutto con chi inizia a diventare esperto, avendo partecipato a numerosi incontri di laboratorio. Al termine delle due (o tre!) ore di laboratorio, dopo aver visto la scena realizzata, ci diamo appuntamento a quando il cartone animato sarà proiettato al cinema, pubblicato on-line e distribuito gratuitamente in dvd. Anche quest’ultimo passaggio è legato alla natura dell’attività proposta: tutti i film nascono per essere visti, anche quelli realizzati in corsia, ed è giusto preoccuparsi, dopo averli creati, di raggiungere un pubblico che possa apprezzarli. Valorizzare l’esperienza vissuta in corsia, rendendola visibile all’esterno è anche il tentativo di (ri)avvicinare dentro e
fuori, prima e dopo, singoli e comunità. Il progetto nasce nel 2012 dalla collaborazione tra l’Ospedale dei Bambini di Brescia e Avisco – audiovisivo
scolastico, associazione di promozione sociale con un’esperienza pluriennale nella creazione di percorsi produzione audiovisiva e di visione guidata al film in ambito scolastico e socio-educativo. La riuscita di ogni impresa collettiva è il risultato dell’impegno e dell’entusiasmo del gruppo di lavoro. Nel nostro caso è stato fondamentale poter contare sulla collaborazione di chi a vario titolo opera in ospedale, per integrare le proposte con i percorsi già attivi e non creare sovrapposizioni ma anzi rispondere ai bisogni presenti dei bambini e degli adolescenti, avendo cura di tutti gli aspetti, compresi l’universo affettivo e relazionale. 10
Non possiamo dimenticare i sostenitori del progetto, che hanno garantito continuità all’attività, facendola crescere. Dopo un cammino lungo tre anni, ci prepariamo ad affrontare nel 2015 il primo ciclo annuale. Alle spalle centinaia di ore di laboratorio, 18 brevi film d’animazione a cui hanno contribuito tanti giovani e giovanissimi pazienti animatori, insieme a insegnanti, genitori e familiari e personale medico e sanitario. Oggi più che mai pensiamo a Cartoni animati in Corsia come a un cantiere aperto, un’esperienza in divenire, che contiamo di poter sviluppare nel tempo.
Progetto, proiettare, proiettore: questa famiglia di parole ci fa pensare al cinema e ai laboratori in corsia, regni dell’immaginazione e dell’espressione personale, strumenti capaci di raccontare, emozionare, sorprendere, di gettare avanti lo sguardo per andare oltre i limiti che la malattia e le necessità terapeutiche impongono.
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Immaginare Penso per IMMAGINI e, spesso, parlo per IMMAGINI. Con le immagini mi spiego quando affronto problemi complessi, rappresentandoli su un foglio per meglio comprenderli, in una forma di “euristica” che è insieme comunicazione e ricerca delle soluzioni. In parole più semplici, intendo dire che di norma, nel corso di riunioni e colloqui, a volte sovrappensiero a volte con intenzione, scarabocchio con la mia amata Bic schemi, metafore, sequenze di ragionamento, sintesi grafiche per fissare concetti o, più spesso, trasferire emozioni sulla carta. Capitò anche quando Vincenzo, presentandomi Irene e Silvia, mi venne a parlare del progetto Cartoni animati in corsia. Di quella volta (non lo faccio sempre, forse intuivo che mi sarebbe stato un giorno utile) ho conservato il foglio
degli appunti, il “verbale” dell’incontro. Di quell’incontro, però, ricordo soprattutto come in pochi minuti il gioco si era trasformato dall’iniziale “pensi che l’ospedale potrebbe essere interessato?” al “ma come funziona la casetta che trasforma le IMMAGINI in cartoni animati?”. Era successo che ero stato subito arruolato o, per meglio dire, “catturato” nel progetto…
È sempre una buona strategia, più ancora che immaginare i bambini (e gli adolescenti!) dell’ospedale come figli tuoi, vedersi calato nei loro panni a chiedersi “ma se fossi io quello ricoverato, cosa vorrei che mi capitasse?” e su questa base cercare di orientare le scelte dell’ospedale, ma di fronte al progetto proposto dagli amici di Avisco mi trovai coinvolto a prescindere dal contesto. Come se mi fosse stata offerta allora l’occasione di scoprire qualcosa di “magico” che non mi era stato mai proposto prima. Non ero più il direttore di un ospedale che valutava se una certa proposta era adatta per essere trasferita in corsia, ero semplicemente curioso di capire anch’io come funzionava e che cosa ne sarebbe potuto uscire. E nei mesi successivi, quelli della preparazione del piano di lavoro e del confronto tecnico con il personale dei reparti e con quello della scuola in ospedale, vidi svolgersi lo stesso processo di “cattura” in tutti quanti venivano di volta in volta coinvolti nel progetto. Bambini (e adolescenti) compresi. Merito di un’intuizione, di una proposta intelligente e di un modo intelligente (e discreto) di proporla, merito della grande professionalità e passione di una squadra affiatata, che ha saputo anche trovare i fondi necessari per investire su quell’intuizione e qualcuno che credesse “a fondo perduto” nel progetto. Merito della capacità di ascolto e partecipazione dei miei colleghi operatori dell’ospedale e degli insegnanti della scuola ospedaliera. Merito dell’amministrazione ospedaliera che ci ha seguito nell’avventura. Merito, infine, dei nostri piccoli autori/autrici di testi, sceneggiature, opere che hanno contribuito a comporre e arricchire quel piccolo tesoro di umanità e creatività che è il risultato di
questo bel progetto. E che almeno un po’ ciascuno di loro porterà con sé come esperienza di arricchimento individuale e di crescita. Anche questo può essere l’ospedale. Basta saperlo IMMAGINARE. Raffaele Spiazzi Direttore Medico dell’Ospedale dei Bambini di Brescia presso l’Azienda Spedali Civili
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Il punto di vista degli insegnanti
«Un’occasione di crescita umana e professionale»
La Scuola in Ospedale, attiva a Brescia dal 1978, garantisce il diritto costituzionale all’istruzione, obbligatoria e gratuita, di ogni minore. La “Carta dei diritti dei bambini e adolescenti in ospedale” di Barcellona dichiara che “ogni bambino malato ha diritto a ricevere un’educazione sia a casa che in ospedale” e che “la scuola in ospedale, creando una comunità di bambini e adolescenti, favorisce la normalità nella vita quotidiana”.
Ogni reparto in cui operiamo ha una propria organizzazione e peculiarità che condizionano e determinano le caratteristiche dei nostri interventi educativi e delle proposte operative di Avisco. Sono state e continueranno ad essere offerte solo quelle esperienze formative che siano in grado di garantire una fruizione adeguata ed un vissuto positivo ai ragazzi coinvolti. Il bambino ed il ragazzo ospedalizzato deve, in relazione alla sua malattia, affrontare l’immobilità forzata, il dolore, una serie di divieti, il trauma e la paura della propria malattia, il distacco dal proprio ambiente e l’instaurarsi di nuove relazioni, anche con figure adulte (operatori ospedalieri). Ha pertanto bisogno d’aiuto e di stimoli per dominare il disagio, per ritrovare il desiderio e la voglia di imparare, per ri-motivarsi a fare progetti personali, per mantenere un contatto con l’ambiente d’appartenenza. All’interno di tale quadro s’inseriscono a pieno titolo i laboratori di cinema d’animazione, soprattutto come aiuto e stimolo motivazionale, nel percorso formativo dei bambini ricoverati. In particolare • La stesura dello story-board permette di esercitare la capacità di progettazione. • La creazione dei personaggi stimola la creatività, l’immaginazione e l’invenzione. • Lo sviluppo della storia permette di comunicare emozioni, pensieri, vissuti. • La realizzazione di un lavoro in piccolo gruppo, nei reparti in cui ciò è possibile, consente di ampliare le esperienze sociali e la condivisione di questa particolare esperienza di vita. • Poter vedere realizzato il prodotto della propria attività permette una personale gratificazione ed una successiva
riflessione meta-cognitiva, strumento quest’ultimo tra i più efficaci per stimolare lo sviluppo intellettuale e l’apprendimento. 14
Partecipare al progetto, per noi insegnanti, è stata un’occasione di crescita umana e professionale. L’incontro con altre figure, preparate e motivate, ci ha permesso un confronto più approfondito sulle diverse modalità di relazione messe in atto e sull’utilizzo di materiali e sussidi. Ci siamo sentiti motivati all’uso della nostra personale creatività e alla
ricerca continua di strumenti didattici e di modalità d’approccio alternative alle diverse discipline. Abbiamo, in alcune circostanze, notato che bambini con minor successo scolastico hanno evidenziato notevoli capacità creative e propositive e questo ci ha permesso di avere una visione più completa e aderente al reale, delle potenzialità di ogni singolo alunno. Abbiamo anche potuto confermare alcune personali riflessioni in merito all’efficacia e alla produttività di interventi didattici brevi, in grado di consentire agli alunni di vedere realizzato un prodotto, o la conclusione di una proposta, in un tempo limitato, cosicché possa prendere forma, in modo quasi immediato, ciò che essi avevano ideato, immaginato o appreso. Contrariamente a quanto potevamo aspettarci, abbiamo notato che l’uso di stereotipi, da parte di bambini stranieri, è molto diffuso, dato che indica una ricerca di appartenenza, del voler essere parte di un gruppo anche attraverso l’imitazione di codici non verbali. Il loro desiderio di uniformarsi quindi è, a nostro giudizio, il tentativo di inserirsi nel paese in cui vivono. Nel corso dell’esperienza abbiamo preso coscienza dell’importanza del nostro ruolo di “educatori-mediatori” non solo dal punto di vista culturale e didattico, per gli aspetti riferiti all’apprendimento, ma anche e soprattutto, vista la particolare condizione dei nostri alunni, dal punto di vista emotivo e motivazionale. Il nostro apporto – come insegnanti – consiste inoltre nel dare continuità, inserire in un quadro più ampio e
stimolare la capacità meta-cognitiva dei piccoli e giovani pazienti così che il processo di costruzione dei film d’animazione riveli e metta in atto tutto il suo potenziale. La partecipazione al progetto è stata fonte di gratificazione personale sia per i bambini e i ragazzi degenti, che per gli operatori coinvolti a qualsiasi titolo, aspetto questo che non riteniamo di secondaria importanza. Gli insegnanti della Scuola in Ospedale
Istituto Comprensivo Centro 3
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La parola ai giovani pazienti animatori
«Una storia interessante»
Ieri sono entrate nella stanza in cui mi trovo in ospedale, due persone: un uomo e una donna. Pensavo fossero i professori della scuola media, che ogni tanto entrano e mi scambiano per uno dei loro ragazzi, invece erano Irene e Vincenzo, due operatori dell’Avisco. Dopo essersi presentati mi hanno proposto di lavorare con loro. Mi hanno raccontato una storia interessante,
che non vi svelo perché poi la vedrete realizzata in un cartone animato. Io dovevo progettare e costruire le gobbe di un cammello che però dovevano anche sembrare due montagne. Ho utilizzato cartoncino e forbici. Alla fine del mio lavoro ho potuto vedere il pezzo di
cartone animato che era già stato realizzato. Per far muovere le immagini hanno utilizzato una casetta luminosa e un computer. Alla fine ero soddisfatto della parte di lavoro che avevo fatto io e pensavo che mi sarebbe piaciuto avere una casetta luminosa come la loro. Prima di salutarli ho scritto sul loro quaderno che la storia che mi avevano raccontato, mi era proprio piaciuta. Questa mattina la maestra mi ha fatto raccontare tutta la storia e descrivere l’esperienza vissuta, poi si è complimentata con me perché gliel’ho riferita in modo chiaro e preciso e mi ha confermato che sarò
invitato a partecipare alla proiezione del video. Se non potrò essere presente, visto che non sono di Brescia, mi verrà inviato un dvd con il cartone animato a cui ho partecipato. Sono proprio contento. Sebastian
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«L’unione fa la forza» Durante questi mesi abbiamo partecipato al progetto “Cartoni animati in corsia”. Per alcune di noi è stata un’esperienza totalmente nuova, per altre era già stata intrapresa all’inizio dell’estate. Nel primo incontro di settembre, dopo le presentazioni, siamo passate alla visione dei cortometraggi realizzati in precedenza da altri bambini e ragazzi. Ci hanno proposto di crearne uno anche noi utilizzando la tecnica della sabbia e prendendo spunto dalla poesia “Dove vai?” di Chiara Carminati. Inizialmente non eravamo molto convinte che potesse funzionare e ci sembrava
un po’ noioso. Quando però tutte e quattro ci siamo messe al lavoro, provando a realizzare immagini con la sabbia, è spuntato subito il sorriso. Prima di tutto abbiamo cercato di interpretare a nostro modo la poesia e ognuna di noi ha disegnato uno storyboard personale. Li abbiamo analizzati e abbiamo deciso di mettere insieme le nostre idee. Così è uscito il nostro piccolo capolavoro. Abbiamo diviso il lavoro tra di noi e collaborato in alcune scene: chi usava il pennello, chi componeva il disegno con la sabbia, chi usava le mani, chi dava indicazioni, chi si occupava del computer… tutte abbiamo fatto qualcosa, dando il meglio di noi, dando sfogo alla nostra fantasia. La parte più divertente è stata la registrazione delle nostre voci che avrebbero narrato la poesia come sottofondo. Per alcune è stato difficile accettare il suono della propria voce ma ci siamo sostenute a vicenda e ce l’abbiamo fatta.
Ognuna di noi ha una voce particolare che la caratterizza e non deve vergognarsene. Concluso il progetto ci hanno incaricate di ricercare su freesound.org dei suoni da associare alle varie scene. È stato impegnativo trovare i suoni più appropriati, ma anche coinvolgente. Con la guida di Irene, Silvia e Vincenzo abbiamo sovrapposto i suoni alle immagini per verificarne l’effetto. Loro provvederanno a perfezionare il tutto. È stata un’esperienza molto significativa per noi ragazze. Lavorando insieme, condividendo i propri pensieri e le proprie idee si può raggiungere un ottimo risultato. “L’unione fa la forza” Con tutto il nostro affetto, Le Assi
Arianna Silvana Sara Ingrid 17
«Siamo tutti come degli scheletri bianchi…» Fin dall’inizio l’idea di creare un cartone animato mi ha entusiasmato parecchio, poiché era un mio desiderio
«Una realtà senza limiti»
fin dall’infanzia. È stato bello e
interessante vedere come le idee sul personaggio e sulla storia germogliavano e piano piano si concretizzavano in piccoli pezzi di plastilina lavorati con le nostre stesse mani. La trama del cartone è semplice ma non scontata ed è possibile avere letture di diverso livello: da una più superficiale ad un’altra colma di significato. Anche
inventare un titolo è stata una grande esperienza: infatti ne sono fioccati a mille e alla fine James Bones, il cangiante corpo vuoto ha vinto, grazie alla sua ironia condita con un pizzico di riflessione anche su noi stessi. Io, personalmente, sono molto
soddisfatta del risultato e sono felice che anche altre persone potranno vedere e giudicare il nostro lavoro, e magari anche identificarsi con la figura del protagonista, perché… siamo tutti come degli scheletri bianchi, bisognosi di
colorarsi con il mondo esterno, no? Costanza 18
«Un mucchio di idee» L’esperienza vissuta con Irene, Vincenzo e Silvia mi ha insegnato molto. È stata un’attività molto innovativa che non avevo mai fatto. Nei giorni trascorsi insieme abbiamo collaborato molto distribuendoci in modo equo i compiti. La scelta della storia è nata in un pomeriggio sedendoci tutti assieme a tavolino. Un mucchio di idee
hanno dato vita a questo scheletrino di nome James, che si è riempito di significati molto profondi. Mi è piaciuto molto lavorare a questo progetto anche perché è una cosa nuova per me. Ringrazio moltissimo della disponibilità. Francesca
Realizzare un cartone animato manualmente mi ha proiettata in una realtà senza limiti, in cui ci si può calare in uno stato di dissimulazione creativa. Trovo che sia un’ampia forma d’arte che non pretende particolari caratteristiche da colui che tenta di concretizzarla. Il cangiante corpo vuoto è nato dall’idea palese di uno scheletro in
balia del suo “non-corpo”, che trova la meraviglia nell’intraprendere un percorso cangiante. Veronica
Voci dalle corsie
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i FIfilm nati
in corsia
Prima edizione
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2012
L’idea di offrire dei laboratori di cinema d’animazione alle bambine e ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici degli Spedali Civili di Brescia nasce dal suggerimento di Sandra Cimaschi, insegnante e socia Avisco da anni impegnata in Ospedale come volontaria AVULSS. Nel mese di gennaio contattiamo la direzione sanitaria dell’Ospedale dei Bambini che accetta con entusiasmo la proposta.
progetti già attivi in Ospedale? Quali esigenze emergono dall’analisi della situazione esistente? Come sfruttare al massimo le potenzialità del cinema d’animazione in un contesto così delicato? Come si fa a portare un set d’animazione in una stanza di ospedale e coinvolgere i piccoli e giovani pazienti, anche quelli le cui condizioni di salute non consentono di alzarsi dal letto? Come rispettare le norme igienico-sanitarie e di sicurezza dei diversi reparti? Come strutturare e calendarizzare i laboratori in modo da non confliggere con le esigenze organizzative e di cura dei piccoli e giovani pazienti? Come valorizzare il risultato del lavoro dei partecipanti al laboratorio? Come creare una comunicazione tra il dentro e il fuori, tra l’ospedale e la città? Come dare continuità al progetto? Inizia la fase progettuale: Quali sono i
Queste sono alcune delle domande cui tentiamo di dare una risposta confrontandoci con
gli insegnanti della scuola ospedaliera e le educatrici, con la direzione e il personale sanitario. Grazie al sostegno di Fondazione della Comunità Bresciana nel mese di settembre prendono
avvio i laboratori, che coinvolgono un totale di 27 giovani e giovanissimi pazienti in 3 reparti pediatrici: Chirurgia, Neuropsichiatria e Oncoematologia. Dall’animazione della carta strappata (senza forbici) nascono i primi due film, presentati al pubblico nell’ambito dell’iniziativa Fuori Luogo – letture e scritture del disagio attraverso il Cinema, edizione 2012 del Festival di Cinema d’animazione Cinquenovanta. Il dvd contenente i due cortometraggi e il video di documentazione viene distribuito gratuitamente alle famiglie degli autori. L’edizione 2012 si chiude con una riunione di verifica alla presenza degli operatori coinvolti: il progetto
piace e funziona. Lo sguardo si apre verso possibili sviluppi futuri e Avisco decide di portare avanti il progetto per renderlo un laboratorio permanente. Guarda il backstage >
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Strappi dei giovani pazienti animatori dei reparti pediatrici di Chirurgia, Neuropsichiatria e Oncoematologia
2012 Animazione della carta strappata 5’ 10’’
Premi Corti a Ponte, Ponte San Nicolò (PD) 1° premio sezione Laboratori Camera Zizanio Children’s film festival, Pyrgos, Grecia 1° premio sezione Mini In concorso al VAFI (International Children Animation Film Festival), Varaždin, Croazia e al Festival Internacional Pequeno Cineasta, Rio de Janeiro, Brasile 24
Tanti personaggi strappati dal cartoncino colorato si compongono e scompongono in un collage movimentato. Tante storie, emozioni e colori quanti gli autori bambini che hanno realizzato le animazioni.
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Viaggio di Sofia Deborah Sofia Benedetta Alessia Eleonora
marino spaziale
Reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2012
Animazione della carta strappata 2’ 7’’
poetico
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ambientale
Premi VAFI (International Children Animation Film Festival), Varaždin, Croazia 2° premio Categoria Blue Vafi Premio UNICEF Corti a Ponte, Ponte San Nicolò (PD) 2° premio Giuria Giovani In concorso al Camera Zizanio Children’s film festival, Pyrgos, Grecia e al Festival Internacional Pequeno Cineasta, Rio de Janeiro, Brasile
Un omino di carta è comodamente sdraiato sulla spiaggia della sua isola deserta quando decide di fare un bel tuffo in mare. Inizia così un viaggio breve ma intenso, che lo porterà ad esplorare luoghi distanti e misteriosi. E dopo aver tanto viaggiato? Un cartone animato speciale con un titolo che è una piccola poesia.
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Seconda edizione
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2013
Grazie al contributo di numerosi sostenitori, il progetto prosegue. Le
ore di laboratorio ammontano a 120 e si sviluppano su un semestre a partire da settembre. Ai tre reparti dell’edizione precedente si aggiungono Ortopedia-Traumatologia pediatrica, Otorinolaringoiatria pediatrica e Pediatria. La collaborazione con la Direzione sanitaria si fa piÚ stretta e le riunioni di progettazione e verifica coinvolgono anche il personale medico e sanitario. Il contributo degli insegnanti
della Scuola in Ospedale si conferma di fondamentale importanza per la programmazione dei laboratori e la relazione con i pazienti. I film questa volta sono 7, alcuni di essi basati su testi di alcuni autori di letteratura per bambini e ragazzi, e i partecipanti sono piÚ di 100. Nasce il blog cartonianimatiincorsia.org La serata di proiezione dei cortometraggi, alla presenza di numerosi giovani autori accompagnati da familiari e amici, registra il tutto esaurito. Oltre ai film nati in corsia sono proiettati 4 film d’animazione di altrettanti autori internazionali, grazie alla collaborazione di Bergamo
Film Meeting. I dvd
distribuiti agli autori e al pubblico interessato sono 300.
Guarda il backstage > 29
Conta delle case
di
Haider Giulia Antonia Valentina Giordano Shyfu Noura Reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2013 Animazione della carta strappata 2’5’’ Testo di Sabrina Giarratana tratto dal libro Amica terra, illustrazioni di Arianna Papini, edizioni Fatatrac
C’è una casa dappertutto / Nido, fiore, tana, frutto
In concorso Anim’arte International students film festival, Rio de Janeiro, Brasile
Ispirato all’omonima conta di Sabrina Giarratana, il breve film racconta delle case nascoste in ogni dove. 30
Casa è dove tu ti siedi
Ti accompagna sotto i piedi
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facce. facce e facce di
Asia Chiara Micol Brigitte Maria Sara Chiara Antonia Silvia Andrea Vincenzo Daniel
Reparti pediatrici di Oncoematologia e Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2013 Animazione della carta strappata 3’ In concorso Anim’arte International students film festival, Rio de Janeiro, Brasile Camera Zizanio Children’s film festival, Pyrgos, Grecia
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Variazioni sul tema della faccia. Forme, colori e dimensioni sempre diversi si scompongono e ricompongono in tanti volti quanti sono gli autori.
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, l ’omino della gru di Vitali Tommaso Giacomo Alice George Nikola Annalisa Valentina Federico Axel Rita Aurora Aicha
Reparti pediatrici di Chirurgia, Oncoematologia, OrtopediaTraumatologia e Pediatria 2013 Animazione della carta strappata 1’ 47” 34
Testo di Gianni Rodari
in cima ai pali l’elettricista gode già un bella vista
Sotto terra va il minatore, dov’è buio a tutte l’ore
ma più in alto, lassù lassù c’è l’omino della gru
Il fascino dei mestieri dei grandi che coraggiosi affrontano ogni tipo d’avventura. Ad ognuno il suo preferito… dipende dai punti di vista.
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Pezzetti dei giovani pazienti animatori dei reparti pediatrici di Chirurgia, Neuropsichiatria, Oncoematologia, Otorinolaringoiatria, Ortopedia-Traumatologia e Pediatria
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2013
Premio speciale
Animazione della carta strappata
Videocinema&Scuola, Pordenone
9’
In concorso all’Anim’arte International students film festival, Rio de Janeiro, Brasile
Un cartone animato fatto di tanti pezzetti‌ di cartoncino colorato, di storie, di stanze, di vite.
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Se fossi… … …
di
Anna Leonardo Angelo Samuel Giada Nicole Ali Sadman Ali Sadjida Alessandro
se fossi una scimmietta sull’albero starei
Reparti pediatrici di Chirurgia e Oncoematologia 2013 Animazione della carta strappata 1’
se fossi una giraffa
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non starei mai sdraiata
se fossi un ghiro dormirei acciambellato
Da una poesia in rima della tradizione popolare nasce un film d’animazione brulicante di animaletti.
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, l elefante
di
Amra Gloria Asia Tomas Morgana Nicola Giampaolo Benedetta Annalisa Oumayma Mohamed Jacopo Reparti pediatrici di Chirurgia e Oncoematologia 2013 Animazione della carta strappata 1’ 49”
Testo di François David tratto dal libro Filastrocche sotto il tendone, edizioni Motta Junior
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Ecco infine, molto elegante, sulla proboscide sta l’elefante
Credete di sapere come è fatto e di che colore è un elefante? Guardando questo cartone animato scoprirete che non è affatto così!
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domande
di
Andrea Alice Andrea Reparto di Pediatria 2013 Animazione della carta strappata 30� Testo di Gianni Rodari
Un tale mi venne a domandare: quante fragole crescono in mare?
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Io gli ho risposto di mia testa: quante sardine nella foresta?
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Terza edizione
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2014
Il progetto copre un arco temporale di 10 mesi, da marzo a dicembre, secondo un
calendario che prevede – in media – 3 incontri a settimana. I camici arancioni indossati dagli operatori Avisco, lo zaino giallo del computer e il carrellino con la casetta dell’animazione sono ormai una presenza conosciuta nei corridoi dell’Ospedale.
Tante le novità dell’edizione 2014: le tecniche d’animazione si diversificano, il periodo estivo di sospensione delle attività scolastiche e di calo delle proposte educative e ricreative, vede un intensificarsi dei laboratori di cinema d’animazione. Oltre all’ideazione, progettazione, costruzione dei materiali e animazione fotogramma per fotogramma, si riesce a curare sempre più spesso anche l’aspetto del montaggio e della sonorizzazione, soprattutto in quei reparti dove le degenze sono prolungate o si reiterano nel tempo. Molti giovani e
giovanissimi pazienti iniziano a diventare dei veri esperti della tecnica e la loro partecipazione ai laboratori è sempre più attenta. I genitori, incuriositi, fanno tante domande per capire come proseguire l’attività anche in autonomia. Gli insegnanti supportano gli operatori attraverso appunti, critiche, suggerimenti, consigli e dosi massicce di entusiasmo.
I testi donati dagli autori di letteratura per l’infanzia sono così numerosi che non si ha il tempo materiale di trasformarli tutti in cartoni animati.
Guarda il backstage > 45
alice cascherina di
Giacomo Lidia Marta Martina Cristiana Alessia Alice Federico Giorgia Marta Nicola Giorgia Raffaella Sofia Vittoria Francesca Vlera Vlerson Alberto Beatrice Davide Gaia Giorgia Lorenzo Martina voce narrante di Marta 46
Reparti pediatrici di Chirurgia, Oncoematologia, Ortopedia-Traumatologia, Otorinolaringoiatria e Pediatria 2014 Animazione della carta 5’ Testo di Gianni Rodari
Lo dice il titolo, Alice casca sempre, ma il bello è scoprire dove. Il film è stato realizzato nell’arco di due mesi durante i quali molti autori di età diversa hanno costruito e animato i personaggi ispirati dal testo di Rodari. La piccola Alice, quella di carta, è nata durante il primo laboratorio dell’edizione 2014 e passando di mano in mano e di stanza in stanza, è arrivata alla fine del suo viaggio nelle stesse mani di chi l’ha creata. Ora che le sue avventure sono state raccontate di sicuro starà schiacciando un pisolino tra le carte colorate della valigetta Avisco.
Questa è la storia di Alice cascherina, che cascava sempre e dappertutto… 47
ffiilastrocca del mare
di
Giorgia Gani Ilias Federico Biran Andrea Mattia voce narrante di Giorgia Reparti pediatrici di Chirurgia, OrtopediaTraumatologia, Pediatria 2014 Animazione della carta 1’ 30” Testo di Sabrina Giarratana tratto dal libro Amica terra, illustrazioni di Arianna Papini, edizioni Fatatrac
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Ad agosto c’è voglia di mare ed è per questo che abbiamo approfittato del periodo vacanziero per animare i piccoli bagnanti – protagonisti di questo breve film – in mezzo a onde, flutti, spruzzi e paesini in riva al mare. Le carte ritagliate sono delle fantasie più ardite e sorprendenti e il mare è un meraviglioso miraggio.
no contento tu mi parli so Se o nt ve di mare Mare di aria,
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ffiilastrocca delle nuvole
di
Angela Javier Giulia Sara Selma Marco Anna Roberto Nicholas Emilia Asia Alice
Reparti pediatrici di Chirurgia, OrtopediaTraumatologia, Pediatria 2014 Animazione della carta 1’ 55” Testo di Sabrina Giarratana tratto dal libro Amica terra, illustrazioni di Arianna Papini, edizioni Fatatrac
voce narrante di Giorgia
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Spesso le nuvole si osservano dalle finestre e nelle camere dell’Ospedale dei Bambini ce ne sono di molto grandi. Forse è per questo motivo (o forse perché le nuvole, come la filastrocca, sono così belle) che i giovani pazienti si sono entusiasmati alla lettura del testo e hanno costruito nuvole, nuvoloni e nuvolette veramente… solari.
Vanno le nuvole piste di sogno Piovono se c’è bisogno…
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i giganti volanti
di
Adriana Alberto Arianna Bianca David Erika Filomena Katia Erminio Melania Sonia
Reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2014 Animazione della plastilina 2’ 16” Testo di Erika
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Erika ha scritto un racconto di fantascienza e dunque anche la sua riduzione cinematografica rientra a pieno titolo nel genere: viaggi interstellari alla scoperta di pianeti sconosciuti popolati da personaggi dalle strane caratteristiche fisiche che hanno però parecchie abitudini simili a quelle del genere umano. La tecnica dell’animazione della plastilina ha permesso agli autori di modellare e animare un mondo lontano… ma non così alieno.
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icaro
di
Adriana Arianna Melania Sonia Reparto di
Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2014 Animazione della plastilina 1’ 35”
La proposta di lavorare sulla figura di Icaro è nata dalle autrici del film dopo lunghe e appassionate discussioni. La mitologia affascina da sempre gli individui più inclini a porsi delle domande ed è per sua natura materia da plasmare e reinterpretare. Perché il ragazzo dai riccioli dorati, davanti ad una finestra chiusa, sente l’irrefrenabile desiderio di spiccare il volo? Cosa va cercando tra le nuvole? E farà la stessa fine del suo omonimo, figlio di Dedalo costruttore del labirinto? A queste e a tante altre domande, il film d’animazione… darà una risposta? 54
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DOVE VAI? di
Arianna Ingrid Sara Silvana
Reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2014 Animazione della sabbia 2’ 10” Testo di Chiara Carminati tratto dal libro Occhi sulla città, foto e progetto di Ilaria Turba, edizioni Artebambini.
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voci narranti di Arianna, Ingrid, Sara, Silvana
La sabbia è fine, leggera, incontenibile e volatile. Non parrebbe proprio un materiale adatto ad essere animato. Questa tecnica è una delle più complicate e solo gli animatori più esperti sfidano la sua solida liquidità. Arianna, Ingrid, Sara e Silvana non si sono lasciate intimorire e hanno intrapreso un viaggio alla scoperta di una tecnica e di un testo, quello di Chiara Carminati, profondo ed aperto ad accogliere significati ed emozioni delle autrici. Il risultato è un film d’animazione completamente realizzato da loro, dallo storyboard, alle animazioni, alla voce fuori campo e, infine, alla sonorizzazione.
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Pezzetti #2 dei giovani pazienti animatori dei reparti pediatrici di Chirurgia, Neuropsichiatria, Oncoematologia, Otorinolaringoiatria, Ortopedia-Traumatologia, Pediatria 2014 Animazione della carta, della plastilina e della sabbia 6’ 31”
Questo cartone animato riunisce tanti minuscoli film realizzati da più di 50 giovani e giovanissimi autori dai 4 ai 17 anni. Non ha un filo logico, non ha una storia, non ha capo né coda. La totale libertà d’invenzione è l’unico elemento che dà uniformità alle animazioni. Dal titolo è chiaro si tratti del sequel di Pezzetti, realizzato nel 2013 con le stesse modalità. E si sa… una saga che si rispetti come minimo deve arrivare al # 100!
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Il viaggio
di
Giuseppe Inza Asetou Mohamed Hamath Sebastian Jaskaran Marino Lorenzo Diego Laura Daniil Gabriel Matteo Giovanni Tommaso
Reparti pediatrici di Chirurgia, Oncoematologia, OrtopediaTraumatologia, Pediatria 2014 Animazione della carta 5’ 10� Testo di Gek Tessaro, inedito
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Un cartone animato ricco di sorprese ma anche di suspence. Con un inizio lento, un avvio in accelerazione e un finale mozzafiato. Viaggiare comporta sempre qualche rischio e non sempre avere i piedi per terra, in fin dei conti, è conveniente. La poesia in rima di Gek Tessaro si è dunque trasformata in immagine in movimento‌ o sarebbe forse meglio dire, in immagine movimentata?
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James bones il cangiante corpo vuoto
di Costanza Francesca Isabella Matteo Sara Veronica Viola
in collaborazione con Arianna Ingrid Sara Silvana sonorizzazione a cura di Alberto
Reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 2014 Animazione della plastilina 2’ 10”
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Dopo aver scartato l’ipotesi di lavorare sull’unicorno (essere magico e potente, senza limiti, simbolo di purezza e saggezza) e su un uccello migratore (che stufo di far sempre il solito volo e vedere sempre solo uccelli della propria razza, decide di partire per scoprire se esistono altri luoghi ed altri esseri), le ragazze e il ragazzo autori di questo film hanno deciso di raccontare la storia di uno scheletro e del suo viaggio. Perché parte? Cosa va cercando? E cosa incontra? Lungo il percorso cambia senza perdere la propria identità o si trasforma in qualcosa di completamente diverso? Un’appassionata e profonda discussione è alla base di questo coraggioso cortometraggio, in cui ogni dettaglio è progettato in base a precise considerazioni e decisioni consapevoli e condivise. La volontà di comunicare il proprio punto di vista in modo efficace e allo stesso tempo poetico si armonizza con la decisione di lasciare aperto il finale, in modo che lo spettatore sia libero di entrare nel film e viaggiare insieme al protagonista.
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gli autori CHIARA CARMINATI
SABRINA GIARRATANA
scrive storie, poesie e testi teatrali per bambini e ragazzi. Spesso è in viaggio, per condurre laboratori e incontri di promozione della lettura presso scuole e biblioteche. Specializzata in didattica della poesia, tiene corsi di aggiornamento per insegnanti e bibliotecari, in Italia e all’estero. Tra i suoi libri più recenti, Fuori Fuoco, (Bompiani), Parto (Panini), Buonanotte Prato Sonno (Einaudi Ragazzi), L’estate dei segreti (Einaudi Ragazzi), Mare (Rizzoli), Belle Bestie (Panini), Rime Chiaroscure (Rizzoli) e i manuali Fare poesia (Mondadori) e Perlaparola (Equilibri). Nel 2012 ha ricevuto il Premio Andersen come miglior autrice.
è nata a Bologna nel 1965 da mamma olandese e papà siciliano. Vive con la famiglia a Bologna, ma potrebbe trovarsi in molti altri luoghi perché i suoi parenti sono sparsi per il mondo. Suoi i libri Amica Terra (Fatatrac 2008, ill. A. Papini, White Ravens 2009 della Internationale Jugendbibliothek di Monaco), Filastrocche in valigia (Nuove Edizioni Romane 2009, ill. P. Valentinis, Premio delle Palme 2010 come miglior albo illustrato di autore italiano), La bambina delle nuvole, una storia del Sahara (Rizzoli 2009), Piccole Conte (Fatatrac 2012, ill. F. Assirelli), Conte incantate (Fatatrac 2013, ill. P. Domeniconi, musiche Blue Penguin), Filascuola (Nuove Edizioni Romane 2013, ill. V. Facchini). L’ultimo nato è Poesie di luce (Motta Junior 2014, ill. S.M.L. Possentini).
www.parolematte.it
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GEK TESSARO
FRANc.ÇOIS DAVID ha pubblicato più di cento libri, di generi diversi per pubblici diversi, con una trentina di editori. I suoi libri, spesso premiati, sono tradotti in diverse lingue. Molte sue opere sono state adattate al teatro. È anche autore di librioggetto. Dal 1988 è direttore letterario delle Éditions Møtus. Suoi i libri Comptines pour donner sa langue au chat, Actes-Sud Junior; Une petite flamme dans la nuit, Bayard Éditions; Le Cri, Éditions du Jasmin; Qu’est-ce que j’ai dans la tête, Flammarion; L’été où j’ai perdu mon chien, Gallimard; Tempête dans la tête, La Martinière; Mon petit doigt m’a dit, Motus; Roucoule ma tourterelle, Océan Editions; Les hommes n’en font qu’à leur tête, Sarbacane; Plus vrai que nature, Syros. www.motus.zanzibart.com
www.sabrinagiarratana.it
GIANNI RODARI pedagogo e giornalista, è considerato il maggiore favolista del Novecento. Nacque a Omegna (VB) il 23 ottobre 1920. Ottenuto il diploma magistrale e lasciata l’università, insegnò per qualche tempo in alcune scuole elementari della zona di Varese. Nel 1944 si iscrisse al PCI, divenne funzionario del partito e ricevette l’incarico di dirigere il settimanale L’Ordine Nuovo. Scoprì così la propria vocazione giornalistica e lavorò in seguito anche per altre testate (L’Unità, Vie nuove, Pioniere, Avanguardia, Paese sera). Negli anni ’50 cominciò a dedicarsi alla scrittura per l’infanzia. Compose filastrocche, poesie, favole e romanzi; tra le sue opere più famose: Il romanzo di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, La torta in cielo, C’era due volte il barone Lamberto e Filastrocche in cielo e in terra. Nel 1970 ricevette il premio Andersen, il massimo riconoscimento nell’ambito della letteratura per l’infanzia, che lo fece conoscere in tutto il mondo. Morì il 14 aprile 1980 a Roma, dove viveva dal 1950. Biografia tratta da www.rodariparcofantasia.it
autore poliedrico, si muove tra letteratura per l’infanzia (ma non solo), illustrazione e teatro. Dal suo interesse per “il disegnare parlato, il disegno che racconta” nasce “il teatro disegnato”. Sfruttando le impensabili doti della lavagna luminosa, con una tecnica originalissima, dà vita a narrazioni tratte dai suoi testi. La sua capacità di osservazione e di sintesi si riversa in performance teatrali coinvolgenti ed efficaci. Ha collaborato con diverse case editrici e i suoi libri hanno ottenuto importanti riconoscimenti: Il salto. Di città in città è stato selezionato tra i migliori 250 libri del mondo dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera nel catalogo “The White Ravens 2005” e Il circo delle nuvole nel catalogo “The White Ravens 2008”. Nel 2010 ha vinto il Premio Andersen per il miglior albo illustrato con Il cuore di Chisciotte (ed. Carthusia). www.gektessaro.it
Dal
blog
www.cartonianimatiincorsia.org Il blog nasce da un duplice desiderio. Da una parte quello di raccontare il progetto nel suo svolgersi quotidiano a coloro che – fuori dall’ospedale – fanno fatica ad immaginare perché e come nascono i film d’animazione in corsia; dall’altra con lo scopo di dare la possibilità ai bambini e ai ragazzi e
alle loro famiglie, di conoscere il progetto e seguirlo nel tempo. La maggior parte dei testi prende spunto dagli incontri fatti in corsia per mettere in risalto le potenzialità del cinema d’animazione in ambito socio-educativo, a partire da esperienze concrete. Avere una sorta di diario
di viaggio si è rivelato anche molto utile agli operatori per riflettere, confrontarsi e
costruire un pensiero condiviso sugli aspetti più forti e delicati dei laboratori di produzione:
l’impatto emotivo, la relazione, la forza simbolica delle narrazioni. 65
24 settembre 2013
SI PARTE
I laboratori di cinema d’animazione nelle corsie dell’Ospedale dei Bambini partiranno la prima settimana di ottobre. Dopo averlo tanto voluto e organizzato, siamo impazienti e curiosi di intraprendere questo nuovo viaggio. In questo spazio proveremo a raccontarne le tappe: salite, discese, scalate e salti, soste, panorami, profumi, mappe e souvenir. Iniziamo con il proporvi un pensiero di Sandra, impegnata come operatrice nel progetto.
«Un bambino in ospedale, in quanto bambino, non è molto diverso dai suoi coetanei: vive le tappe della sua età evolutiva, spesso è iscritto ad una scuola, gli piace giocare… però è in un luogo particolare, non per sua scelta e neppure per sue colpe. In questo luogo, dove ha dovuto andare perché qualcosa si è rotto nell’armonia del suo corpo, non può decidere l’uso degli spazi, l’organizzazione dei tempi, la scelta delle attività. Viene aiutato in ciò da una serie di iniziative che concorrono a rendere meno pesante sul piano umano la degenza. Soprattutto durante l’anno scolastico la presenza di insegnanti di vari ordini di scuola, l’intervento di volontari e di educatori, nonché la disponibilità di attrezzature mediatiche, offrono stimoli per lo sviluppo cognitivo e per lo svago nell’arco di quasi tutta la giornata. E quando la scuola non c’è? Ecco il progetto per la realizzazione di cartoni animati nell’ambito dell’Ospedale dei Bambini: un percorso nato per aiutare i piccoli fruitori di prodotti televisivi a diventare parte attiva e consapevole nel creare un video di animazione. Nel mese di settembre, grazie anche al supporto di alcune maestre ed educatrici, la sala giochi della Neuropsichiatria infantile, quella della Chirurgia Pediatrica e alcune stanze della Pediatria Oncologica, hanno accolto gli esperti Avisco che, con un piccolo set portatile attrezzato di luci, webcam e collegamento al PC, hanno accompagnato i bambini in una nuova avventura. È stata un’esperienza ‘magica’ capace di animare ciò che era fermo; magia inaspettata che crea stupore come quello di A. che, quando ha visto il proprio personaggio fare un salto, ha sbarrato gli occhi ed è scoppiata in una risata». Sandra Cimaschi
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11 ottobre 2013
ANDREA, IL MAGO Il cartone animato di Andrea inizia con un mago blu che incontra un bassotto. E come finisce? Indovinate! Invece vi sveliamo subito cosa ha esclamato il giovanissimo autore appena ha finito di vedere il suo neonato film d’animazione: “Ho così tanto guardato il mio cartone animato che non mi ricordo più di come è fatta la stanza”. Andrea muoveva i suoi personaggi di carta sporgendosi dal letto, senza riuscire a vederli bene. Per controllare i movimenti guardava direttamente e solamente lo schermo del computer… che è una cosa difficilissima perché lì è tutto al contrario, tutto rovesciato rispetto alla realtà. Forse è per questo che è ancora di più entrato in un’altra dimensione. Che meraviglia! È proprio così che succede agli animatori navigati. Si scordano di tutto mentre lavorano ed entrano in un altro mondo. E se sei un bambino in una stanza di ospedale e ti scordi per un attimo dove sei… beh, vuol dire che il cinema d’animazione è magico sul serio!
12 ottobre 2013
PERSONAGGI , IN CERCA D AUTORE “Tu vedi un blocco, pensa all’immagine: l’immagine è dentro, basta soltanto spogliarla” diceva Michelangelo lo scultore. E con il cartoncino è proprio la stessa cosa. Chissà quanti personaggi già si nascondono nelle nostre risme colorate e aspettano solo di essere strappati. Oggi per esempio ha preso forma (e vita!) Elisa la fatina. E ne ha combinate delle belle.
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17 ottobre 2013
IL MONDO DI MARTA
In pediatria Est incontriamo Marta che ha quasi 5 anni. Inizialmente non è molto convinta perché di solito la carta si taglia, si piega, ci si scrive oppure la si legge se è stampata… non si strappa. Però è curiosa e si lancia. Il primo strappo le suggerisce un possibile personaggio. Pezzo dopo pezzo costruisce un’enorme biscia fucsia, così lunga che dentro la Casetta dei cartoni non ci entra. Si alza salterina dal letto e raggiunge il set d’animazione. Capisce subito che non ci entra la sua biscia in quell’inquadratura così piccola, allora senza farsi troppi scrupoli la scompone e ripiega su un primo piano. Muove – clicca – muove – clicca – muove – clicca… la sua creatura striscia in campo e fa la lingua (luuuuunga). Marta inizia a divertirsi. Cala dall’alto anche un ragno che ha costruito la maestra: inizialmente la biscia se lo doveva pappare per merenda poi (ahimé!) prevale il buonsenso e i due se ne escono allegramente insieme. Il piccolo film d’animazione è nato! Vediamo e rivediamo quei pochi e magici secondi. Marta ride e ci chiede se vogliamo vedere una cosa bellissima che non abbiamo mai visto. Non facciamo in tempo a dire “certamente!” che ha già preso un pezzo della ormai ex-biscia per trasformarlo in una siepe. Poi costruisce ancora siepi e qualche nuvola. Le nuvole sono strappi azzurri e la vegetazione strappi di diversi colori assemblati con la patafix. C’è anche un aeroplano (una sorta di sandwich multistrato) e qualche onda. È nato un paesaggio e lo fotografiamo mentre le sue mani piccole lo costruiscono posizionando i vari pezzi di carta nell’inquadratura. Ma Marta ha capito che le fotografie che scattiamo, in qualche modo, creano un tempo. Con un’energia fisica dirompente, Marta prende un cartoncino giallo – tutto intero – e lo mette in campo, un po’ in alto. 68
Ci dice che è arrivato il sole. Poi un cartoncino azzurro e fa arrivare il mare, poi uno rosa e c’è il tramonto. Toglie il giallo e c’è la notte. L’azzurro passa in alto e il mare si specchia nel cielo. Ritorna il giallo, poi il verde, poi l’arancione, poi ancora l’azzurro. Una trasformazione incessante che Marta ci racconta attimo dopo attimo. È una creazione, una cosmogonia: tutto cambia sempre più velocemente. Marta non si ferma più!!! Dentro la Casetta passano le ore, i giorni, le stagioni, gli anni… ricorda un time-lapse dove tutto succede molto più velocemente che dal vero. Il sole non è più necessario che sia tondo. Il tramonto è un rettangolo arancione. Lo stesso cartoncino azzurro è il mare se è in basso e il cielo se è in alto. Quando e come finirà questo meraviglioso film? Vincenzo ha un’idea e le chiede: che cosa succede se arriva la neve? Marta capisce al volo e la neve copre ogni cosa. Salutiamo la piccola forza della natura e sua mamma, usciamo dalla stanza e ci togliamo le mascherine. Altro che nevicata, siamo in un bagno di sudore.
20 ottobre 2013
SENZA PAROLE Dana è da pochi mesi in Italia. Fa fatica a comprendere la nostra lingua e quando riesce ad intuire il senso delle nostre domande risponde a monosillabi: “Sì!” “No!”. In camera è sola. Non può alzarsi dal letto. C’è molto silenzio intorno. Le presentiamo la “casetta dei cartoni” e, più con i gesti che con le parole, le chiediamo se ha voglia di fare un cartone animato. Annuisce senza grande entusiasmo e mentre sistemiamo il piccolo set sul suo letto ci osserva un poco perplessa. Le mostriamo come si usa la casetta e il software per fare l’animazione con un piccolo esempio: un serpentello che si forma con alcuni pezzettini di carta strappata verde. Subito dopo le fasi di registrazione dei singoli movimenti, vedendo il serpentello muoversi dentro lo schermo la sua espressione un po’ immobile ha un sussulto. “Ora tocca a te” le facciamo capire. Dana senza chiedere nulla e con sicurezza comincia a strappare tanti piccoli pezzettini di colore arancio. Noi ci guardiamo: “avrà capito?”. Meticolosamente sostituisce, uno ad uno, i pezzetti verdi con i suoi pezzetti arancio. Ad ogni sostituzione schiaccia invio sul computer: clic dopo clic il serpentello diventa un pesce. E ora che farà? Dana comincia la sua animazione. Sicura muove i 20 pezzettini che compongono il suo pesce. Nella stanza l’unico suono che si sente è clic… clic… clic. Senza parole e senza incertezze prosegue fino a che il pesciolino, dopo essersi cibato di piccoli frammenti verdi, esce di scena. Dopo circa un’ora di “lavoro” è arrivato il momento di vedere l’animazione. Il suo pesciolino un po’ magicamente si muove da solo e va… I suoi occhi si illuminano e nel silenzio il suo viso diventa un sorriso. Grazie Dana.
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21 ottobre 2013
ON THE ROAD Il film di Alessandro racconta la storia di un automobilista. Ecco si, lui, quello della foto. Sulla sua giurassica automobile morde l’asfalto lasciandosi alle spalle chilometri e chilometri di colline verdi… quand’ecco stagliarsi all’orizzonte un semaforo. “Dai dai dai che passo… passo! Passo? Oh no! ROSSO!!!”. Frena. Aspetta. Aspetta… aspetta… aspetta. “Ma a che serve ‘sto coso? Da dove spunta?” Continua ad aspettare poi sbadiglia e poi ancora aspetta. Ma la pazienza, anche del più educato dei dinosauri, ha un limite. Chi ha ancora molta strada da percorrere non si lascia facilmente intimidire da un inutile semaforo rosso.
27 ottobre 2013
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IL BUONO E IL CATTIVO Ieri nella casetta dei cartoni c’è stata una rumoreggiante lotta tra il “buono” e il “cattivo”, due colorati e originali personaggi realizzati da Alessio. Durante le riprese a “passo uno” è un florilegio di suoni e rumori prodotti dalla voce di Alessio che in diretta sonorizza le varie azioni del duello. Alessio è un grande animatore. È immediato. La sequenza scorre veloce tra colpi bassi e urla di attacco: BENG!, STUMP, CRUNCK, ARGH, GASP, BLEAH, DANG, POW, CRASH, SNORT, ZOT, GRRRR, AAAAAHHHHH!!!, BONK!, SWOOSHHH… Finita l’animazione/duello Alessio si rivolge a noi: “Volete un bacio?” Ci avviciniamo e… “SMACK!” Colpiti… al cuore!
8 dicembre 2013
UNA PAROLA
BELLISSIMA
Dove andranno mai a finire i personaggi di carta dopo che – mansueti – si sono lasciati animare dentro la Casetta dei cartoni? Noi ce li immaginiamo tra le lenzuola bianche dei lettini, sui comodini con le ruote tra una bottiglietta d’acqua e il cellulare, nelle tasche del pigiama, nella borsetta della mamma o nel portafoglio di papà, tra le pagine di un libro, nella scatola dei segreti. Alcuni poi – quelli più avventurosi – saranno forse sul cruscotto dell’automobile (o del camper), appesi ad una parete o al lampadario o alla finestra, in una camera d’albergo o dentro la valigia. Qualcuno di sicuro sarà anche nella raccolta differenziata. Ma c’è anche un altro posto dove amano nascondersi. È tra le pagine del nostro diario. Se ne stanno lì tranquilli a raccontarsi le avventure più incredibili… già perché loro ne han viste proprio delle belle! Ma sulle pagine del nostro diario si sono anche posate tante parole, quelle che i giovani pazienti animatori hanno deciso di lasciarci. E oggi ve ne sveliamo una che quando l’abbiamo trovata lì non ci potevamo credere. Una parola nuova, fresca, potente e bellissima. Eccola, nella sua frase che pure è meravigliosa: “È stata un’esperienza bella e ricca di EMOTIVAZIONE. Per fare cartone animato niente di abbacchiato”. Shyfu
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29 gennaio 2014
UNA SCELTA DIFFICILE Mentre continuano i laboratori, sono in corso i preparativi per la serata in cui i Cartoni animati in corsia andranno AL CINEMA! Usciranno dai computer, dalle stanze, dai corridoi, dall’Ospedale e in una fanfara di musichette e rumorini raggiungeranno il Cinema Nuovo Eden, nel cuore della città di Brescia, per rincontrare i loro autori, le famiglie e tutti i cittadini del mondo che vorranno vederli in anteprima. Per l’occasione stiamo preparando cartoline, pieghevoli, locandine che tra qualche giorno inizieranno a passare di mano in mano annunciando la bella notizia. Come sempre in questi casi arriva il momento in cui è necessario scegliere un’immagine che racconti – in qualche modo – il percorso che insieme si è fatto. Una e una sola immagine, un solo fotogramma. Uno! Uno tra (facendo un rapido calcolo… 25minx60secx25… ) 37.500! Si tratta di una scelta a dir poco impegnativa. Dopo lunghe riflessioni e animate discussioni questo fotogramma l’abbiamo scelto. È un robot alato arancione, su fondo blu, con occhi verdi. Un bambino incontrato nel reparto di Chirurgia pediatrica l’ha costruito con estrema cura e animato con grande passione. È energetico, propulsivo, spaziale, cosmico. È così forte che tutti gli altri personaggi se li porta nella pancia, in giro per il mondo e per tutte le galassie.
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30 aprile 2014
IN PUNTA DI DITA Nei cartoni animati le mani dell’animatore non si vedono (quasi) mai, come non si vedono le mani del pittore in un quadro o quelle del falegname guardando un tavolo. Eppure, la mano dell’autore – invisibile per chi guarda l’opera compiuta – lascia un’impronta indelebile e personalissima, proprio come se fosse una firma. Nei cartoni animati in corsia le impronte sono tante, almeno quanti sono i personaggi e i dettagli che li caratterizzano. Mettiamo, per esempio, un elefante. Nelle mani di Gloria è color verde prato e si fa la doccia con il tè; è rosso e piccolino ma abilissimo a stare in equilibrio su due zampe l’elefante di Giampaolo; c’è il dino-elefante di Tomas; ha il tutù e si muove con grazia quello di Samar; ha la grinta di un leone quello giallo di Asia che salta attraverso il cerchio di fuoco, ed è un energico percussionista l’elefante azzurro di Morgana e Nicola; elegante e variopinto quello di Oumayma. Affusolate, cicciottelle, grandi o piccoline, ferme, lente, meticolose, veloci, entusiaste frettolose, allegre con unghie colorate o timide, nascoste, e poi all’improvviso, allegre spiritose e ballerine. Sono tutte diverse le mani dei giovani pazienti animatori. Ci sono quelle che esitano e quelle che strappano divertite la carta colorata e poi rallentano sulle curve, cercando una forma, come abili piloti. Mani che muovono con abilità e delicatezza i pezzettini di carta strappata e dita che fulminee fanno click. Tutte queste mani, con l’aiuto fondamentale degli occhi, del pensiero e degli umori del momento, scelgono i colori, li abbinano, dai cartoncini 73
rettangolari strappano via forme che unite le une alle altre formano i personaggi e gli sfondi e si avvicinano caute ed emozionate alla scatola luminosa chiamata “Casetta dei Cartoni” e al computer portatile che sta vicino. Sullo schermo si vede tutto quello che succede sotto l’occhio attento della webcam, affacciata a testa in giù ad un foro sul soffitto della Casetta. Si posizionano i personaggi nell’inquadratura e sulla tastiera del computer, con un click, si scatta la prima immagine. Il tocco magico delle dita che spostano i personaggi e di quelle che fotografano, schiacciando al momento giusto il tasto invio, lasciano fuori campo le mani dell’animatore e le espressioni del suo viso e di chi assiste o aiuta. Fuori dall’inquadratura tutto quello che non si vedrà nel cartone animato: la stanza dell’ospedale, il letto o la sedia su cui si lavora, il tavolo o il comodino dove la casetta dei cartoni è appoggiata, i genitori o i maestri che osservano partecipi, il passaggio di infermieri e medici curiosi. Di tutto questo brulicante fuori campo che resta invisibile, grazie a fortunati momenti di distrazione, saltano fuori le mani di chi ha realizzato l’animazione, intrappolate in qualche fotogramma. Dopo tanti piccoli movimenti e tante fotografie, vedere che la carta strappata prende vita e si muove da sola, è un prodigio da mostrare orgogliosi ai primi spettatori a portata di mano, simile all’aver imparato ad andare in bicicletta… senza mani.
6 luglio 2014
ISAIA
E I SUOI 4 FRATELLI Venerdì abbiamo lavorato in Pediatria Est con Isaia e il suo papà. Ecco a voi un fotogramma della loro animazione: Isaia in rosso e i suoi 4 fratelli in giallo. Sono tutti lì in fila, in una giornata di cielo azzurro terso, appena saliti sul loro mitico camper!
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7 luglio 2014
ICARO RELOADED Arianna, Melania, Adriana e Sonia hanno deciso di realizzare un film d’animazione che racconta la storia di Icaro. Sì, proprio lui, il ragazzo che volle volare alto. Suo padre Dedalo, inventore del labirinto e costruttore delle ali, lo aveva avvertito: “Fai attenzione che sono di cera e la cera con il calore si scioglie!”. Il giovane non gli diede ascolto. L’ebrezza della libertà? La curiosità? Il brivido del rischio? Cosa lo spinse così in alto nessuno può saperlo (o più probabilmente lo sanno tutti…) fatto sta che, giunto ad un soffio dal sole, le sue ali si sciolsero sprofondandolo in mare. Beh, questa è la versione classica del mito e si sa… i classici son fatti per essere presi e stravolti, mescolati, lavorati, modellati. Nel reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza è dunque successo proprio così. Non solo perché il novello Icaro è modellato in plastilina, ma anche perché le ali se le costruisce da solo… da solo spicca il volo e affronta il sole. L’esito della sfida… lo scoprirete al cinema!!!
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8 luglio 2014
IL CORAGGIO DI UN GESTO PICCOLO
Oggi abbiamo registrato l’ultima scena di Alice cascherina, il film basato sull’omonimo racconto di Gianni Rodari che ha preso forma e vita negli ultimi mesi grazie ai nostri giovani e giovanissimi pazienti animatori. E pensate che coincidenza… abbiamo incontrato nuovamente l’autrice della nostra piccola protagonista in cartoncino e patafix, che aveva animato la prima scena durante il primo laboratorio dell’edizione 2014. Cristiana insieme ad Alessia, sua compagna di stanza, si sono occupate della delicatissima ultima caduta di Alice nel taschino della giacca del papà. Anche oggi, come sempre succede, uscendo dalla stanza ci sono frullate in testa moltissime domande: cosa può significare vivere tante ore, giorni, settimane, mesi dentro un ospedale? Che dinamiche di relazione nascono e si intrecciano al suo interno? E che grado di permeabilità c’è tra il dentro e il fuori? Come scorre il tempo e a che velocità? Come è vissuto il momento del laboratorio? Che traccia lascia Alice nelle mani, negli occhi e nel cuore delle autrici e degli autori? A queste e a tante altre domande tentiamo di dare risposte osservando attentamente i gesti e gli sguardi delle persone con cui lavoriamo, i loro genitori, la stanza, gli oggetti. Guardiamo anche dalle finestre per immaginare dove si posa lo sguardo di chi volge gli occhi verso l’esterno. E poi parliamo… parliamo, parliamo moltissimo tra di noi e cerchiamo il confronto con chi opera in ospedale da tanto tempo. Le domande però, invece di diminuire aumentano. Confidiamo nel fatto che sia un bel segno… proprio come quello che Cristiana ha tracciato con la biro sul viso rosa e paffutello di Alice. Il coraggio si manifesta anche in piccoli gesti come questo! 76
12 luglio 2014
Non ci poteva capitare un luglio migliore per lavorare sulle NUVOLE!
DOVE VANNO LE
NUVOLE?
Siamo proprio fortunati… anche perché Sabrina Giarratana in persona ha regalato al progetto alcune conte e filastrocche da animare in corsia tra cui, nemmeno a farlo apposta, “La filastrocca delle nuvole”! I giovani pazienti animatori ringraziano sentitamente del bel regalo e anche gli operatori. Però, non appena finiremo di animare la filastrocca, vi garantiamo che le nuvole (non quelle di carta ma quelle vere di goccioline in cielo) che in questi giorni si sono fermate sopra il cielo di Brescia per vedere finito il cartone animato di cui sono protagoniste, partiranno alla scoperta di altri cieli. INSOMMA, PER FARLA BREVE, TORNERà IL SERENO! Prima di salutarvi vi segnaliamo che potete trovare “La filastrocca delle nuovole” nel libro “Amica terra”, illustrato da Arianna Papini ed edito da Fatatrac.
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9 agosto 2014
LO SCHIFOSAURO Lunedì in Pediatria Est abbiamo scoperto l’esistenza dello Schifosauro, una specie di dinosauro sfuggita agli studiosi e ai bestiari del passato. Lo Schifosauro è verde e grande come un dinosauro ma ha inclinazioni e comportamenti molto particolari. Per esempio, ha sempre molto appetito ma è raffinato nei gusti: apprezza la cucina toscana e non molto la milanese. A differenza dei suoi simili, non gli piace dormire per terra; a massi e grotte preferisce giacigli comodi con tanto di cuscino e coperta fantasia. Quando si addormenta poi lo fa così profondamente che al mattino solo un’incudine può fargli da sveglia.
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24 settembre
2014
Dove vai?
Chiese il mare alla sabbia A FARE UN CARTONE ANIMATO IN CORSIA!
Tutti sanno che quando Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto ma non si era mai sentita una spiaggia muoversi per andare in una corsia di ospedale. Questo singolare fenomeno si è verificato la scorsa settimana nel reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, per effetto dell’incontro tra una poesia di Chiara Carminati, la casetta dei cartoni e quattro giovani pazienti e appassionate animatrici. Il viaggio è iniziato dalla domanda del titolo. “Dove vai?” Ingrid, Sara, Arianna e Silvana hanno risposto dando vita ad un breve film di animazione, realizzato con la sabbia. In tre pomeriggi i versi della poesia sono diventati immagini disegnate su carta e poi fotogrammi, ovvero tante immagini tracciate nella sabbia sul piano luminoso della casetta dei cartoni, catturate una per una dal computer attraverso il piccolo occhio della webcam. Infine ognuna delle autrici ha lasciato un segno inconfondibile, leggendo il testo. Tra i granelli finissimi della sabbia venuta dal mare abbiamo visto passione, pazienza, determinazione, idee, coraggio, curiosità, luce. Quattro teste, otto mani e quattro voci si sono avvicendate e aiutate, hanno pensato tremato e sorriso, provando le une alle altre che insieme si possono affrontare le sfide più ardite.
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8 ottobre 2014
GEK E SEBASTIAN Oggi abbiamo lavorato con Sebastian nel reparto di Ortopedia pediatrica. A causa di un’ingessatura piuttosto ingombrante ha potuto costruire i personaggi ma non animarli. In compenso gli è così tanto piaciuta la storia su cui stiamo lavorando che le idee su come gestire i movimenti dei protagonisti le aveva chiarissime. Noi operatori abbiamo cercato di seguire il più fedelmente possibile le sue indicazioni. Un semplice passaggio narrativo da una scena ad un’altra si è trasformato in un’avventura ricca di suspence e colpi di scena. “Chissà come sarà contento Gek Tessaro” gli abbiamo detto. Lui di tutta risposta ha scritto nel nostro quaderno “Mi è piaciuta molto la storia”. Gek e Sebastian sono due grandi autori con cui abbiamo l’onore di aver lavorato. Grazie!
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11 dicembre 2014
Uno scheletro…... fuori , dall a ’ rmadio I laboratori in corsia sono terminati con la produzione di un ultimo film: James Bones. Attilio, insegnante della Scuola in Ospedale, ci ha regalato un breve testo che racconta come l’idea è nata ed ha preso forma e sostanza tra i pensieri e le mani dei giovani pazienti animatori. Noi lo ringraziamo di cuore e con lui, tutti gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Centro 3 che ci hanno sempre accompagnato con intelligenza, entusiasmo e discrezione. «Suona il campanello, si apre la porta del reparto. Irene e Vincenzo entrano con il loro carrellino che trasporta la casetta dei cartoni. Si parte ad informare i ragazzi degenti del loro arrivo, ma la voce ha già circolato. Cinque adolescenti si ritrovano attorno ad un tavolo. Avendo già fatto piccole sperimentazioni nell’incontro precedente, Irene propone loro di immaginare un cortometraggio sul tema del viaggio, partendo dall’individuazione dei possibili personaggi. Prima proposta: un unicorno. La ragazza dai lunghi capelli riccioli che lo propone spiega che è un animale leggiadro, simbolo di purezza, ma forse stava pensando al suo simpatico peluche appoggiato in fondo al suo letto. La sua compagna dai capelli a caschetto propone di usare come personaggio uno scheletro che nel viaggio scoprirà sé stesso e si riapproprierà del proprio corpo. Parte una serie di interventi in cui vengono condivisi immagini e pensieri di grande profondità. Dopo tante precisazioni e argomentazioni un pensiero trova tutti d’accordo: quando si viaggia si incontrano altre persone, altre esperienze, altre culture e si riparte portando con sé sempre qualcosa di nuovo. È deciso, sarà lo scheletro il personaggio del cortometraggio da realizzare. Basta poco per ottenere idee utili. Numerose sono le ambientazioni e le immagini che vengono suggerite. Ogni ragazzo ascolta le idee degli altri ed espone la propria precisando di non voler prevaricare. Parte la selezione delle scene e si passa alla suddivisione dei compiti: mentre un paio di ragazzi procede alla stesura dello storyboard, gli altri cominciano a realizzare con il pongo tutti gli elementi necessari per animare le varie scene. Il personaggio principale, tanti animali e vegetali di tutti i tipi – per incanto – iniziano a riempire il tavolo. È un susseguirsi di comunicazioni, precisazioni, proposte creative ma anche confronti sui propri desideri, interessi, paure, e visioni della vita. In un reparto di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, immaginare, progettare e realizzare un cartone animato diventa così uno spazio di ascolto e non di giudizio, che stimola bambini e ragazzi a elaborare riflessioni personali strettamente connesse ai propri vissuti del presente e del passato, che vengono liberamente e spontaneamente condivise con coetanei e adulti presenti». Attilio Plodari Insegnante Scuola Primaria
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lia
alta e ita
Audiovisivo scolastico Associazione di promozione sociale
man
È un progetto
Il progetto è sostenuto da
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cartoni animati in corsia
Fondazione Alta Mane Italia Fondazione Alta Mane Italia sostiene progetti volti al miglioramento delle condizioni di vita o di salute delle persone che si trovano in situazioni di estrema emarginazione sociale o di sofferenza psico-fisica mediante percorsi di sostegno collegati all’esperienza artistica, finalizzati alla loro ripresa psico-fisica e all’integrazione sociale. Questa scelta poggia sulla convinzione che esista una forte sinergia tra l’esperienza artistica e il processo terapeutico/riabilitativo e di reintegrazione sociale di chi vive esperienze di gravi patologie o di forte marginalità.
www.altamaneitalia.org In collaborazione con spedali civili di brescia azienda ospedaliera
OSPEDALE DEI BAMBINI DI BRESCIA
Scuola Ospedale dei Bambini - Istituto Comprensivo Centro 3 UST - Ufficio Scolastico Territoriale
Fondazione della Comunità Bresciana Con la costituzione della Fondazione della Comunità Bresciana, Fondazione Cariplo ha inteso favorire lo sviluppo sul territorio di un soggetto autonomo destinato a promuovere la filantropia e la cultura della donazione, attivando la raccolta delle risorse disponibili nella comunità locale e provvedendo alla loro destinazione a finalità di solidarietà sociale. La Fondazione si propone di intervenire direttamente e concretamente sul territorio di propria competenza finanziando progetti di utilità sociale in diversi settori quali l’assistenza sociale e socio-sanitaria, la tutela del patrimonio artistico ed ambientale, l’istruzione e la cultura.
www.fondazionebresciana.org Con il patrocinio di
Comune di Brescia
Assessorato all’associazionismo e volontariato
Fondazione ASM La Fondazione ASM è nata dalla volontà di ASM Brescia S.p.A. – ora A2A S.p.A. – per alimentare ed incrementare, mediante nuovi strumenti operativi, il costante e diretto rapporto che, sin dal 1908, l’impresa municipale di servizi ha saputo stringere con la comunità. Attiva nel perseguimento delle finalità statutarie, la Fondazione ASM promuove progetti nei diversi ambiti di interesse, rendendosi partner attiva e dinamica del mondo dell’associazionismo e del volontariato, della scuola, dei musei e delle istituzioni, senza per questo rinunciare a proprie autonome iniziative.
www.fondasm.it
AVULSS onlus di Brescia L’AVULSS (Associazione per il volontariato nei servizi socio-sanitari) è presente in numerose città italiane con vari gruppi che costituiscono una Federazione nazionale; attraverso i suoi volontari che assolvono compiti di animazione, di prevenzione, di sensibilizzazione, opera nel settore dei servizi sociali e sanitari a livello di territorio e di quartiere, per dare una adeguata risposta ai reali bisogni dei cittadini. Il Gruppo di Brescia ha diversi ambiti di intervento: bambini spedalizzati, scuola, stati di disagio sia in strutture sia a domicilio.
www.avulss.org
Lions Club Brescia Host L’essenza e la ragion d’essere di questo Club sono racchiuse nel suo stesso nome “Brescia Host”, colui che offre una generosa ospitalità. Capostipite di molti altri Lions Club in città e nella provincia bresciana è un costante punto di riferimento nella risposta ai bisogni delle comunità locali e del mondo. Al suo interno convivono, accomunati da un profondo e autentico senso del dover “servire”, diverse generazioni e diverse sensibilità.
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www.e-clubhouse.org/sites/bresciahost
Hanno contribuito alla realizzazione del progetto
Ringraziamo I giovani pazienti animatori e le loro famiglie Gli insegnanti della Scuola in Ospedale Le educatrici
Gestioni assicurative snc di Landriscina Germano & C.
I responsabili di reparto e tutto il personale medico e sanitario dell’Ospedale dei Bambini La Direzione generale e amministrativa degli Spedali Civili di Brescia, la Direzione Medica dell’Ospedale dei Bambini e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico
Le serate di presentazione dei film d’animazione al cinema sono organizzate in collaborazione con
Media partner per l’edizione 2013
Molte persone hanno sostenuto il progetto attraverso donazioni liberali. Tra queste ricordiamo i bambini, gli insegnanti e l’Associazione genitori della Scuola primaria Angelo Canossi di San Zeno Naviglio e i volontari di AVULSS Scuola
Cinema Nuovo Eden Cascina Clarabella Associazione Nonsolonoi - Rezzato Festival Mangiastorie Fatatrac Amica Terra – Giunti Editore Edizioni Artebambini ABE - Associazione Bambino Emopatico Chiara Carminati Olga Ciccone François David Sabrina Giarratana Pierre-Luc Granjon Alexandra Hetmerová Christa Moesker Regina Pessoa Gek Tessaro Cosetta Zanotti
Ringraziamo inoltre Claudio Comini, Antonio Ferrara, Andrea Valente e Cosetta Zanotti che hanno gentilmente scritto e donato un testo al progetto. Per questioni organizzative e di tempo, nel 2014 non è stato possibile realizzare altri film, ma contiamo di farlo nelle future edizioni.
È possibile sostenere il progetto attraverso • il volontariato • donazioni liberali in contanti o mediante bonifico su conto corrente intestato a Associazione Avisco IBAN IT67 N033 5901 6001 0000 0007 559 • donazioni di attrezzature tecniche e materiali • il 5Xmille ad Avisco nella Dichiarazione dei redditi (il Codice Fiscale da riportare è 02652770989)
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Finito di stampare nel gennaio 2015 da Colorart, Rodengo Saiano (Bs)