1 minute read

Azione 23 del 7 giugno 2021

Contro la cultura dello stupro

Il ruolo della comunicazione nella battaglia anti-brutalità

Romina Borla

Violenza domestica e femminicidi non accadono solo in Pakistan o in Italia (vedi p. 29). In Svizzera in media ogni mese una donna perde la vita per mano del compagno o dell’ex (Statistica criminale di polizia 2020). Mentre in Ticino, l’anno scorso, gli interventi della polizia cantonale «per disagi in famiglia» sono stati 1’105 (in media tre al giorno). Nella maggioranza dei casi le vittime erano donne. E si tratta solo della punta dell’iceberg. Uno studio commissionato dall’Ufficio federale di giustizia rivela infatti che solo il 20 per cento dei casi di violenza domestica viene notificato alle forze dell’ordine.

La violenza sulle donne ha profonde radici nella disparità tra i sessi presente all’interno della società ed è perpetuata – come spiega l’Ufficio federale per l’uguaglianza tra donna e uomo – da una cultura che tollera e giustifica la violenza di genere e si rifiuta di riconoscerla come un problema. Una cultura sostenuta dal linguaggio e dalle immagini trasmesse da media e pubblicità. «Un bagaglio che ci tramandiamo di generazione in generazione e che rende abituali rappresentazioni della femminilità e della mascolinità stereotipate, limitanti». Ad affermarlo Flavia Brevi, fondatrice di Hella Network, una rete per la comunicazione inclusiva che riunisce migliaia di professioniste e professionisti (www.hellanetwork.com). «La cultura in cui viviamo sottolinea spesso la fisicità della donna. Nella pubblicità, ad esempio, lo sguardo è quasi sempre maschile, nonostante si sappia che sono soprattutto le donne a decidere per gli acquisti. Una ricerca dell'Art Director Club italiano indica che i prototipi più usati nella pubblicità per descrivere le donne sono le modelle e le grechine (cornici ornamentali). Mentre l’uomo è descritto come professionista, modello e sportivo: si mette dunque in risalto caratteristiche come la determinazione e l’essere attivo. La donna invece è molto spesso l’oggetto passivo e desiderabile dello sguardo maschile»...

This article is from: