Azione 50 del 9 dicembre 2019

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Cooperativa Migros Ticino

Società e Territorio L’Ufficio federale della sanità pubblica studia la qualità dell’aria nelle aule scolastiche

Ambiente e Benessere La vaccino-esitazione per l’Oms rientra fra le dieci sfide più importanti per la salute mondiale; ce ne parla il dottor Alessandro Diana, pediatra vaccinologo

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXXII 9 dicembre 2019

Azione 50 Politica e Economia Sulla scena geopolitica mondiale è apparsa da qualche tempo una coppia inedita: Cina e Russia

Cultura e Spettacoli Una piccola e preziosa mostra al Poldi Pezzoli di Milano per vedere la Madonna Litta

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di Venturi e Veronese

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AFP

Clima, ultimo appello

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Il viaggio fa curriculum? di Alessandro Zanoli E così anche il signor Luigi ci ha lasciati. Ripensando a lui tornano in mente divertenti episodi di gioventù che condividiamo con suo figlio, caro amico: siamo cresciuti insieme in quello strano periodo che sono stati gli anni 70. Il signor Luigi è stato un vero «self-made man» anche se certamente non conosceva la parola. Era nato all’inizio del 900 in una grande famiglia contadina, in una situazione di povertà di quelle che oggi facciamo fatica soltanto a immaginare. Dopo essere stato macellaio in una filiale Migros, alla fine degli anni 60 aveva aperto il suo negozio, in proprio. Aiutato dalla moglie Luisa aveva nel corso degli anni messo a frutto la sua professione, con passione ed enorme impegno personale. Fino a diventare una figura di riferimento per tutto il paese: oltre a dare attenzione ai suoi clienti aveva formato schiere di apprendisti che esercitano tutt’oggi il mestiere e si ricordano di lui. Insomma, in tutta la sua enorme umiltà, la sua dolcezza anche, era un personaggio benvoluto e rispettato da tutti, che lo chiamavano semplicemente per nome. Bastava

dire «il Luigi», in paese, e tutti capivano di chi si stesse parlando. A noi, ragazzi cresciuti senza nessun merito in un epoca di benessere economico, il signor Luigi era molto simpatico. Bonario, scherzoso, ci trattava con una generosità fatta di bistecche e salamini, ma non solo. Senza battere ciglio ci prestava il furgone dell’azienda quando dovevamo scarrozzare i nostri strumenti per andare a suonare. Noi, al contrario, ingenerosi a nostra volta, lo prendevamo un po’ in giro. Il suo punto debole? Il signor Luigi non era mai andato in vacanza. Sembrava non capisse bene proprio il significato della parola. Il suo divertimento, la sua vocazione (a parte qualche partita a scopa nel bar di fronte) erano il suo lavoro. Senza nessun problema né senso di colpa particolare. Che ci andassero pure i suoi figli, sua moglie, ogni tanto, ad Albenga. Ma lui, il suo posto l’aveva nel negozio, ogni giorno, senza nessun rimpianto per spiagge, passeggiate, gelati sul lungomare. La figura del signor Luigi ci è tornata alla memoria qualche giorno dopo la sua scomparsa, discutendo con un’amica che si occupa di gestione del personale in una grande azienda. Nel corso di una divertente chiacchierata si parlava di quanto sia variato il panora-

ma «curricolare» (se così si può dire) di chi cerca lavoro. La nostra amica ci segnalava ad esempio il caso di una ragazza, dinamica e piena di buona volontà, che ascriveva entusiasticamente alle sue doti quella di «aver viaggiato in 45 paesi del mondo». Ora, con tutta la buona volontà di un selezionatore risorse umane, come va considerata quest’attitudine al cosmopolitismo, per una persona di 38 anni? Calcolando ottimisticamente che abbia cominciato a viaggiare a 20 anni, nei successivi 18 deve avere effettuato almeno tre viaggi all’anno per raggiungere un totale di quella portata. Cosa ne avrà riportato, se non una sequenza interminabile di procedure per il check-in, estenuanti permanenze in aeroporto, overdose di aria condizionata gelida e irradiazione da luce al neon? Andare in vacanza «fa curriculum»? Viaggiare è senza dubbio un’esperienza istruttiva ma, oltre a un telefono pieno di fotografie, in che modo arricchisce il nostro bagaglio personale? Nel dubbio a noi rimane soltanto la certezza dei salamini del signor Luigi. Ormai pensionato, si era rassegnato ad occuparsi della sua vigna e di una produzione casalinga tanto limitata quanto preziosa. La sua quiescenza era stata un accurato, appassionato lavoro.


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