Azione 12 del 20 marzo 2017

Page 1

Cooperativa Migros Ticino

G.A.A. 6592 Sant’Antonino

Settimanale di informazione e cultura Anno LXXX 20 marzo 2017

Azione 12 Ms alle hopping pag ine 41-4 7

Società e Territorio Intervista a Anna Costanza Baldry che da anni si occupa dei figli delle vittime di femminicidio

Ambiente e Benessere Un incontro con il medico e professore Sebastiano Martinoli, oggi pensionato, per ripercorrere insieme la sua carriera come chirurgo

/ 61 -67

Politica e Economia La crisi diplomatica fra Turchia e Olanda ha ripercussioni su tutta l’Europa

Cultura e Spettacoli Al Museo dell’Art Brut di Losanna una mostra dedicata a Henriette Zéphir

pagina 13

pagina 3

pagina 21

pagina 33

di Marzio Rigonalli pagina 25

Keystone

Una riforma che divide i fronti

Libertà di parola, anche a chi la calpesta? di Peter Schiesser È giusto concedere la libertà di espressione all’estero agli emissari di uno Stato autoritario che in patria la tratta con i piedi, imprigionando centinaia di giornalisti, giudici e decine di migliaia di oppositori? È una domanda che molti governanti in Europa si stanno ponendo, mentre il presidente turco Erdogan invia i suoi ministri all’estero per fare campagna in favore del referendum del 16 aprile con cui il capo di Stato turco chiede l’introduzione di un sistema presidenziale che annulla i poteri del parlamento e del governo. Ed ogni paese europeo dà risposte diverse, a seconda delle contingenze e dei calcoli politici. In Olanda ha fatto scalpore il divieto di parlare in pubblico al ministro degli esteri Mevlüt Cavusoglu e l’espulsione dal paese del ministro per gli affari della famiglia Fatma Betul Sayan Kaya, in Francia il ministro degli esteri turco ha avuto libertà di parola, in Germania si tenta di evitare ulteriori battibecchi diplomatici con Ankara e in Svizzera si cerca di passare all’acqua bassa: il ministro degli esteri turco ha rinviato la sua visita nel nostro paese, dopo che a Zurigo e nella vicina Argovia suoi comizi sono stati annullati dalle

autorità locali, mentre il Consiglio federale ha ribadito ab Cavusoglu il diritto di esprimersi, a condizione che simili manifestazioni non mettano in pericolo la sicurezza pubblica. È stato fatto notare che la legge turca vieta di fare campagna politica all’estero, quindi il caso sarebbe chiaro, in realtà a questo divieto non si attiene nessuno, né il partito al potere AKP né l’opposizione, tantomeno nel clima di paranoia che si è impadronito della Turchia dopo il fallito colpo di Stato del luglio scorso. Erdogan si sente accerchiato, minacciato dall’Occidente (che secondo lui atteso troppo a lungo prima di schierarsi dalla sua parte al momento del golpe), e cerca di compattare gli elettori turchi utilizzando la carta del complotto, propagandando la tesi secondo cui l’Occidente si è alleato con i «terroristi» del movimento gülenista accusati di aver organizzato il colpo di Stato. Considerata l’importanza che la Turchia ha per l’Europa – perché è membro della Nato, perché con l’Ue ha stretto un accordo per impedire l’afflusso di profughi dal Medio Oriente verso l’Europa, perché formalmente è ancora candidato ad entrare nell’Ue, e infine anche perché rappresenta un partner importante con una funzione di cerniera con il mondo mediorientale – è ovvio che non

sarebbe saggio rompere i ponti con Erdogan. Tuttavia, se nel caso della campagna politica in vista del referendum turco del 16 aprile è comprensibile che a Berna si voglia concedere libertà di espressione agli emissari del governo turco, è altresì importante ribadire alcuni concetti fondamentali ed impedire azioni illegali su suolo elvetico. Infatti, nei mesi seguiti al tentato golpe, anche in Svizzera vi sono state azioni di intimidazione e di spionaggio ai danni degli oppositori del governo turco, in particolare dei gülenisti. Secondo informazioni di stampa, un addetto dell’ambasciata turca a Berna, in passato imam di una moschea ad Oerlikon (Zurigo), ha stilato e trasmesso ad Ankara una lista di associazioni e persone che si oppongono a Erdogan, mentre in decine di moschee si fa pressione affinché i fedeli denuncino gli oppositori del presidente. Ha inoltre fatto discutere il fatto che due persone abbiano fotografato e filmato, l’11 gennaio, le persone presenti a una giornata di studio sul genocidio armeno tenutasi all’Università di Zurigo. Il Consiglio federale è consapevole di queste attività e ha fatto presente al governo turco che non vengono tollerate. Ma basteranno questi interventi diplomatici per far desistere il governo turco da simili azioni? C’è da dubitarne.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

2

Attualità Migros

M Un nuovo Presidente per la Direzione generale della FCM Nomine F abrice Zumbrunnen sostituirà dal 1. gennaio 2018 Herbert Bolliger

Sotto la direzione di Andrea Broggini, l’Amministrazione della Federazione delle cooperative Migros (FCM) ha nominato il 47enne romando Fabrice Zumbrunnen presidente della Direzione generale della FCM in occasione della riunione del 16 marzo 2017. Fabrice Zumbrunnen succederà quindi a Herbert Bolliger, che andrà in pensione il 31 dicembre 2017 dopo 13 anni di meritato successo. Fabrice Zumbrunnen è un profondo conoscitore della Migros. Prima di passare, cinque anni fa, alla Direzione generale della FCM come responsabile del Dipartimento Risorse umane, affari culturali e sociali, tempo libero, ha lavorato durante 16 anni per la Cooperativa Migros Neuchâtel-Friburgo, dapprima come capo delle vendite, poi come responsabile per il marketing e la logistica fino a quando, nel 2005, è stato nominato direttore. Durante questo periodo ha rinnovato l’intera rete di filiali e promosso ulteriormente l’espansione con successo. In qualità di responsabile del Dipartimento Risorse umane, affari culturali e sociali, tempo libero nella FCM si è occupato intensamente del mercato della salute e, con l’acquisizione dei centri della salute Medbase e Santémed, ha consentito alla Migros l’accesso a un nuovo importante settore d’affari. Sotto la sua guida, l’anno scorso è stata inoltre lanciata la piattaforma digitale a favore della salute Impuls. Fabrice Zumbrunnen ha studiato economia aziendale e sociologia all’Università di Neuchâtel, è sposato con

una musicista e padre di due figli. Nel suo tempo libero pratica sport e si interessa di musica, arte e letteratura. «Fabrice Zumbrunnen ha tutte le carte in regola per proseguire sulla strada di successo intrapresa da Herbert Bolliger», commenta con soddisfazione Andrea Broggini, presidente dell’Amministrazione FCM. «Manterrà alti i valori di base fortemente ancorati nel Gruppo Migros, si impegnerà con convinzione a favore degli interessi dei consumatori e perseguirà nel contempo chiari obiettivi di economia aziendale. Conosce a fondo il classico commercio al dettaglio, ma si è anche occupato attivamente del tema della digitalizzazione. Fabrice Zumbrunnen si pone quindi come garante della continuità, una qualità importante in un mondo in costante trasformazione, sia nel settore stazionario che in quello digitale». Con i suoi 47 anni, Fabrice Zumbrunnen è finora il presidente più giovane della Direzione generale della FCM. Assumerà la sua nuova funzione il 1° gennaio 2018. Nei prossimi mesi verrà reso noto chi gli succederà come membro della Direzione generale della FCM e responsabile del Dipartimento Risorse umane, affari culturali e sociali, tempo libero. L’elezione del presidente della Direzione generale della FCM come membro dell’Amministrazione della FCM è di competenza dell’Assemblea dei delegati (AD). Questa decisione verrà presa dall’AD in occasione dell’assemblea ordinaria del 25 marzo 2017.

Piccadilly-migrolino, punti Cumulus anche sui carburanti Collaborazione L a novità è stata introdotta il 1° dicembre 2016

Una collaboratrice all’interno dell’Elsa, una delle industrie Migros elogiate dal WWF.

in tutte le 35 stazioni di servizio Piccadilly con negozio migrolino L’accordo di collaborazione tra Piccadilly SA e migrolino sta dando i suoi frutti. Dal 1° dicembre 2016, infatti, in tutte le 35 stazioni di servizio Piccadilly con negozio migrolino si possono raccogliere punti Cumulus: per 2 franchi di acquisto nei negozi Piccadillymigrolino (fanno eccezione alcol, ta-

bacchi e servizi), come pure per 2 litri di carburante, si ottiene 1 punto Cumulus. Nei negozi Piccadilly-migrolino, i clienti possono inoltre riscuotere i buoni Cumulus. «La risposta della clientela è stata molto positiva, anche da parte della clientela italiana», afferma Lorenzo Baumgartner, membro

del Consiglio d’amministrazione della Piccadilly SA. In particolare, la Piccadilly SA ha rinunciato alla propria campagna di fidelizzazione per aderire totalmente al programma Cumulus di Migros, distribuendo alla propria clientela (perlopiù italiana) 35 mila moduli Cumulus.

Riconoscimenti alle industrie Migros Sostenibilità U na valutazione ambientale

positiva da parte del WWF

Prodotti Migros anche nelle stazioni di servizio Piccadilly. (S. Spinelli)

Azione

Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile), Barbara Manzoni, Manuela Mazzi, Monica Puffi Poma, Simona Sala, Alessandro Zanoli, Ivan Leoni

Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Tel 091 922 77 40 fax 091 923 18 89 info@azione.ch www.azione.ch La corrispondenza va indirizzata impersonalmente a «Azione» CP 6315, CH-6901 Lugano oppure alle singole redazioni

Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino Telefono 091 850 81 11 Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria 6933 Muzzano Telefono 091 960 31 31

Il WWF ha valutato sotto il profilo ambientale i 15 distributori svizzeri di generi alimentari tra quelli con il maggior fatturato. Buoni voti sono stati assegnati alle quattro aziende alimentari della Comunità Migros: Bischofszell Industria alimentare (Buna), Elsa, Jowa e Micarna. Si sono classificate nella seconda miglior categoria, ma va sottolineato che nessuna delle aziende analizzate ha ottenuto un piazzamento migliore. «Siamo molto contenti del risultato. Dimostra che la nostra strategia mirata alla sostenibilità introdotta a livello di gruppo viene applicata anche

nelle singole aziende. Ciò ci fornisce una forte motivazione per proseguire verso questo obiettivo e di intensificare gli sforzi tramite ulteriori provvedimenti», dichiara Manfred Bötsch, addetto alla sostenibilità di M-Industria. Per la sua valutazione il WWF ha esaminato attentamente sei criteri importanti sotto il profilo ambientale: strategia della sostenibilità; gestione aziendale e investimenti; sviluppo dei prodotti e catena di distribuzione; materie prime; coinvolgimento dei collaboratori e dei partner commerciali; politica e condizioni quadro.

Tiratura 101’614 copie

Abbonamenti e cambio indirizzi Telefono 091 850 82 31 dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì fax 091 850 83 75 registro.soci@migrosticino.ch

Inserzioni: Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino Tel 091 850 82 91 fax 091 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch

Costi di abbonamento annuo Svizzera: Fr. 48.– Estero: a partire da Fr. 70.–


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

3

Società e Territorio Storie per bambine ribelli Le vite di donne straordinarie raccolte in un libro che è già un caso internazionale

È arrivata Switch La nuova console di Nintendo è un concentrato di tecnologia che si può godere a casa così come in viaggio pagina 6

I migranti minorenni Visita al Centro di accoglienza della Croce Rossa a Paradiso, dove vivono 62 ragazzi che chiedono asilo in Svizzera pagina 8

pagina 5

La vita degli orfani

Femminicidio Intervista alla psicologa

e criminologa Anna Costanza Baldry che da anni si occupa dei figli che hanno perso la madre per mano del padre

Laura Di Corcia Lo scorso 8 marzo le donne di molti Paesi sono scese in strada a manifestare contro le disparità, le discriminazioni e le violenze. In Italia molte donne hanno marciato insieme su invito del movimento «Non una di meno». Sugli striscioni si leggeva: «Se le nostre vite non valgono, allora noi scioperiamo». Eppure ogni giorno leggiamo il giornale, guardiamo la tv, scopriamo un nuovo episodio di femminicidio. Quelle storie, al di là delle pagine, al di là dei video, continuano, proseguono, e si incagliano nei vissuti di chi si trova ad aver perso una figlia, una sorella o proprio una madre. Sono 1600 secondo uno studio portato avanti da un gruppo di Università, incluso il Dipartimento di psicologia della Federico II di Napoli e finanziato dall’UE, i figli di madri uccise da padri dispotici, autoritari, violenti. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze marginalizzati, spesso guardati con occhi ricolmi di commiserazione, scrutati per capire che cos’è il dolore quando si abbatte con violenza straordinaria su un percorso ancora in costruzione. Per capire meglio in che cosa consiste il vissuto di questi bambini e di queste bambine abbiamo intervistato Anna Costanza Baldry, psicologa, criminologa e docente presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli: lei stessa ha intervistato 143 di questi orfani. Dottoressa Baldry, cosa diventa la vita di chi ha subito la perdita della propria madre per mano del proprio padre?

Questi bambini, che io chiamo «orfani speciali», perché in un colpo solo perdono sia la madre che il padre, sono dei terremotati; vivono come se fossero in guerra, non hanno più niente.

Improvvisamente la loro esistenza si trova ad essere sconvolta dalle fondamenta: oltre alla violenza subita, che nel peggiore dei casi hanno visto con i loro occhi, molti di loro sono sradicati dagli ambienti fisici dove abitavano. Spesso vanno a stare con gli zii o i nonni che vivono altrove, quindi devono cambiare casa e scuola, adattarsi a un nuovo ambiente, con tutte le difficoltà che questo comporta quando c’è di mezzo un trauma così forte. Non è semplice avvicinarsi ad un bambino che ha subito tutto questo. Spesso si cerca di parlare d’altro, di sviare la sua attenzione.

Gli adulti spesso lo fanno. A volte, quando i bambini non sono a conoscenza della situazione, ritengono che sia giusto mentire o prendere tempo, dicendo per esempio che la mamma è in ospedale e sta poco bene. Non sto dando giudizi di merito, ma con il nostro studio abbiamo voluto stilare delle linee guida per dare delle indicazioni di massima al fine di meglio orientarsi quando ci si trova davanti a questi casi e che potranno essere utili ai familiari ma anche agli insegnanti, agli assistenti sociali e a chiunque abbia a che fare con l’infanzia. Aiutare il bambino a parlarne, al posto di fare finta di niente o cambiare discorso, può essere per esempio di grande aiuto. I bambini spesso sanno di più di quanto si creda: il femminicidio raramente avviene da un momento all’altro, ma è preceduto da episodi di violenza di cui i figli sono al corrente. Questi bambini hanno bisogno di sentirsi dire la verità e di poter partecipare al funerale della propria madre, affinché possa partire il processo di rielaborazione del lutto. Altra cosa fondamentale è che al bambino sia fornito un accompagnamento terapeutico, ma non solo temporaneamente: nel tempo. Quello che è emerso da questo studio è che un sostegno gratuito nel tempo

Un bambino partecipa a una dimostrazione contro il femminicidio del movimento internazionale «Non una di meno». (AFP)

non c’è. È un problema perché si crea un danno nel danno, soprattutto in quei casi in cui i bambini non possono permetterselo privatamente.

Molti figli di madri che non ci sono più sono presi a carico dagli zii o dai nonni. Lei ha incontrato alcune di queste famiglie? Come riescono a ripartire dopo un lutto così lacerante?

Una costante che ho riscontrato in molte famiglie è la focalizzazione sul minore e la messa da parte del proprio lutto e del proprio dolore. Insisto anche in questo caso sull’importanza di essere seguiti: un percorso di recupero e di sostegno può aiutare zii, nonni o persone vicine alla vittima ad adempiere il compito di famiglia affidataria meglio, recuperando a poco a poco un po’ di serenità. Le figlie delle vittime chi saranno domani?

Dipende: non c’è un nesso fra l’aver visto la propria madre uccisa dal proprio padre e il trovare un domani un uomo brutale. Può succedere, evidentemente, ma può capitare anche a chi ha assistito alla violenza fisica o verbale nei confronti della propria madre senza che questa degeneri in omicidio. È un fattore di rischio, ma attenzione ai facili sillogismi: ho visto bambini che, nonostante le violenze subite, sono riusciti a trovare delle risorse enormi. Come si pongono di fronte ai loro padri?

Ognuno reagisce in modo diverso: c’è quello che vuole cambiare cognome e non vuole più averci a che fare, quello che quando il padre esce dal carcere cerca un contatto per capire i motivi che l’hanno spinto a un gesto tanto brutale.

Quale frase o quali parole sentite da

chi è vittima di un trauma del genere l’ha davvero colpita?

Una ragazza, che a otto anni ha perso la madre per mano del padre, mi ha detto: «A un certo punto ho dovuto fare una scelta: o rimanere per sempre nel dolore di questa perdita, o passare oltre. La vita continua». È vero, la vita continua, anche se a fatica. Questi bambini, oltretutto, si portano dietro un senso di vergogna. Il fatto di aver perso la madre in modo così poco nobile grava sulle loro spalle; spesso, poi, soprattutto nei piccoli paesi, devono fare i conti con il giudizio più o meno nascosto degli altri. Spesso non solo non possono parlarne con nessuno, ma hanno la brutta sensazione di avere gli occhi addosso. Frasi come «quello è il figlio di», «però forse lei se l’è cercata, voleva lasciare suo marito», sono pesanti come macigni.


20% su tutti i prodotti Sélection.

In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

5

Società e Territorio

Cento storie per bambine ribelli

Pubblicazioni È appena uscito in italiano il libro dei record delle raccolte fondi online. Un caso mondiale,

in corso di traduzione in dodici Paesi, che racconta le vite di donne coraggiose e straordinarie

Stefania Prandi Storie della buonanotte per bambine ribelli è un libro con cento racconti di vite di donne straordinarie del passato e del presente, che si leggono come favole, e ha una storia speciale. Prima di arrivare in libreria, quando era ancora solo un progetto, un’idea di due giovani imprenditrici trentenni con la passione per la scrittura e l’editoria, ha ricevuto un milione di dollari di sostegno sulla piattaforma di crowdfunding (raccolta fondi) americana Kickstarter, diventando il libro inedito più finanziato della storia. E pensare che l’obiettivo iniziale di Elena Favilli e Francesca Cavallo, di base in California, era raccogliere «solo» 40mila dollari. In questo volume dalla copertina colorata e accogliente, appena pubblicato in italiano, sono raccolte le storie della stilista Coco Chanel, che trascorse l’infanzia in un convento imparando a cucire con la stoffa in bianco e nero degli abiti delle suore, della pittrice Frida Kahlo e dei suoi dipinti «audaci e geniali», della regina Elisabetta d’Inghilterra, della tennista Serena Williams, della giornalista russa Anna Politkovskaya, che raccontò la guerra in Cecenia senza farsi intimidire dai servizi segreti russi e pagò con la vita il suo coraggio. Ci sono la cantante lirica Maria Callas, che da bambina goffa e in carne divenne «la Divina», e la nuotatrice siriana Yusra Mardini, scappata dalla guerra, arrivata in Grecia trascinando per più di tre ore, con la sorella e un altro ragazzo, un gommone pieno di persone. Nel 2016 Mardini ha fatto parte della prima squadra di rifugiati della storia delle Olimpiadi. E poi la leggendaria piratessa dai capelli rossi Jacquotte Delahaye, vissuta ad Haiti nel 1600, che insieme alla sua compagna di scorribande Anna Dieu-le-Veut divenne una dei pirati più temuti dei Caraibi. Indomita e indimenticabile anche Lakshmi Bai, regina e guerriera indiana che lottò

contro l’occupazione dello Jhansi da parte inglesi, radunando un esercito di uomini e di donne; venne ricordata come «il capo dei ribelli più pericoloso di sempre». Impossibile descrivere tutte le donne diverse, appassionate e intrepide, di Storie della buonanotte per bambine ribelli, raccontate attraverso dettagli divertenti, che fanno leva sulla curiosità dei più piccoli. Non può che suscitare interesse il fatto che la chef Julia Child avesse iniziato la sua carriera cucinando un repellente per squali, oppure che la ciclista Alfonsina Strada avesse ricevuto una bicicletta come regalo di nozze, o ancora che l’aviatrice Amelia Earhart avesse usato tutti i suoi risparmi per comprare un aeroplano giallo che aveva chiamato «Canarino». «Amiamo tutte le donne ribelli del libro – raccontano le autrici. – Anzi, è stato difficile limitare la selezione a cento, ci sono molte altre storie straordinarie che speriamo di raccontare presto. Alcune delle favole alle quali siamo particolarmente affezionate sono quelle che apertamente sovvertono alcuni degli stereotipi misogini ai quali le fiabe ci hanno abituato, come quello delle sorelle invidiose o della matrigna malefica: nel nostro libro le sorelle Williams, Brontë e Mirabal collaborano per compiere imprese straordinarie e la madre adottiva è la roccia che consente a Simone Biles di diventare una campionessa della ginnastica. E poi ci sono le storie della partigiana Claudia Ruggierini, la pilota di Formula 1 Lella Lombardi, la ciclista Alfonsina Strada, le scienziate Margherita Hack e Rita Levi Montalcini, la pittrice Artemisia Gentileschi». Il successo di Storie della buonanotte per bambine ribelli, alla terza ristampa negli Stati Uniti e in corso di traduzione in 12 Paesi del mondo, dimostra la voglia generale di modelli nuovi, diversi, lontani dalle favole «tradizionali», che propongono donne

Rita Levi Montalcini, illustrazione di Cristina Amodeo. (Timbuktu Labs, Inc)

deboli, dipendenti, malvagie, preoccupate della propria bellezza, e figure maschili forti, coraggiose, leali e intelligenti. Come indica uno studio della Florida University, solo un terzo dei libri per bambini pubblicati in un secolo, tra il Novecento e il Duemila, ha tra i protagonisti principali un personag-

gio femminile. Va ricordato che dietro alla riuscita del progetto c’è stato un lavoro accurato di preparazione della campagna su Kickstarter, durato circa dodici mesi. Nella raccolta fondi sono confluite tutte le competenze legate al digital marketing e alla progettazione che Favilli e Cavallo hanno accumu-

lato dal 2012, quando hanno fondato Timbuktu Labs, casa editrice digitale che ha pubblicato il primo magazine per iPad diretto ai bambini. Oltre ad avere vinto diversi premi, Timbuktu Labs è stata inserita da Apple tra le prime cinque applicazioni della classifica americana nella categoria Education. C’è poi un altro elemento importante da considerare, e cioè che «il libro è collegato in modo diretto a un’esperienza quotidiana molto importante per le famiglie, quella delle storie della buonanotte. Si tratta di un momento speciale, e siamo state le prime a dare a genitori e bambini la possibilità di viverlo con un’ispirazione a modelli diversi». Sono stati tanti i messaggi di sostegno ricevuti «da future mamme e papà per dirci che questo è il primo libro che hanno comprato alle loro figlie». C’è stata anche «l’email di una mamma entusiasta di avere un testo che la aiutasse a condividere la sua visione del mondo con i suoi tre figli maschi, non solo come madre, ma come donna». I racconti delle vite di queste donne possono essere di grande ispirazione per le più giovani perché, si legge nell’introduzione, «qualunque fosse l’importanza delle loro scoperte, l’audacia delle loro avventure, la portata del loro genio, sono state costantemente sminuite, dimenticate, in alcuni casi quasi cancellate dalla storia. È importante che le bambine capiscano gli ostacoli che le aspettano lungo il cammino, così come è importante che sappiano che non sono insormontabili. Che non solo possono trovare il modo per superarli, ma possono anche rimuovere questi ostacoli per le bambine che verranno dopo di loro, proprio come hanno fatto queste grandi donne». L’incoraggiamento, come recita la dedica in quarta di copertina, è a tutte le bambine ribelli del mondo: «sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi». Annuncio pubblicitario

Con 60 franchi lei paga un pasto caldo al giorno a una famiglia di Aleppo per un mese. Con 80 franchi lei paga i vestiti a una famiglia di profughi di sei persone a Damasco. Con 120 franchi lei paga tre mensilità di affitto a una famiglia di Homs.

–80 – – 0 8 –

Grazie


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

6

Società e Territorio

In salotto e in viaggio

Videogiochi La nuova console di Nintendo è stata da poco lanciata sul mercato, si chiama Switch

ed è un concentrato di tecnologia, ma per ora offre pochi giochi

Davide Canavesi Nintendo per molti è sinonimo di videogiochi. L’azienda nipponica non è però solamente conosciuta per Super Mario e Zelda. È soprattutto conosciuta per l’audacia con cui propone concetti sempre nuovi. Pensiamo al Gameboy, lanciato alla fine degli anni 80, il quale fu una delle prime console portatili in grado di riprodurre diversi giochi su cassette. In epoca più recente ci sono poi state Wii e Wii U, console che hanno lanciato la moda del motion gaming (ovvero giochi che richiedono movimenti fisici da parte del giocatore, ad esempio mimando il movimento di una racchetta in una partita di tennis). In generale, le console di Nintendo sono sempre state accompagnate da un gran successo di pubblico e vendite, tranne per uno sfortunato tentativo con la realtà virtuale a metà degli anni 90 e, più recentemente, con Wii U. Reduce dall’insuccesso commerciale della sua ultima console casalinga e influenzata dall’ascesa vertiginosa dei giochi su smartphone, Nintendo ha colto l’occasione per innovare di nuovo. Ad inizio marzo è infatti uscita sul mercato una nuova console da gioco, chiamata Switch. L’azienda giapponese ha saggiamente deciso di non scontrarsi con PlayStation e Xbox in un’insensata lotta alla «potenza bruta», preferendo un approccio diverso. Switch non è né una console da salotto né una console da viaggio: è tutte e due le cose allo stesso tempo. Tutta la console è

contenuta in un tablet dotato di schermo da 6 pollici a cui sono collegati due piccoli controller che Nintendo chiama «joy-con». I joy-con sono un concentrato di tecnologia piuttosto impressionante: scollegabili dal corpo principale di Switch per essere impugnati da uno o due giocatori, contengono sensori di movimento, a infrarossi e un avanzato sistema di effetti tattili. Grazie a questa innovazione, Switch può essere usata come console portatile, può essere posizionata su un tavolo affinché due giocatori possano giocare assieme condividendone lo schermo o, per finire, collegata ad un televisore mediante una speciale base. In poche parole, con questa console possiamo iniziare un gioco comodamente seduti sul divano e poi portare il gioco con noi, infilando Switch in uno zaino per proseguire fuori casa, magari in bus o in treno. Grazie alla sua natura ibrida, Switch è una console da salotto che possiamo realmente portare dove vogliamo. Ci sono ovviamente alcuni limiti, come la limitata durata della batteria (che oscilla tra le tre e le sei ore di gioco) e una resa grafica che non può competere con le console concorrenti. Tuttavia il concetto è indubbiamente affascinante. La possibilità di giocare con gli amici, collegando fino a otto Switch assieme, segna il gradito ritorno dei pomeriggi in compagnia, al posto di collegarsi solamente via internet e perdendo il contatto umano. Una console viene definita in base ai giochi disponibili. Da questo punto

La Switch è un piccolo tablet con due «joycon» scollegabili. (Nintendo)

di vista Switch ha attualmente poche frecce al suo arco. I giochi disponibili sono in numero limitato. Il titolo più importante è sicuramente The Legend of Zelda: Breath of the Wild che ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico già dai primi giorni di disponibilità. Si tratta di un gioco d’avventura in cui, nei panni di un eroe di nome Link, dobbiamo salvare un regno in-

cantato. Troviamo poi 1-2 Switch, una collezione di mini-giochi immediati e molto divertenti pensati per due o più giocatori. Non mancano poi giochi di altre aziende, come il popolare Just Dance 2017 in cui bisogna scatenarsi a ritmo di musica e titoli indipendenti, divertenti ma non sufficienti ad accompagnare degnamente il lancio di una nuova console da gioco.

La dura realtà è che Switch non offre molta scelta attualmente. Durante il 2017 sono però attesi Mario Kart 8 Deluxe, Splatoon 2, Mario Odyssey e molti altri titoli. La situazione è dunque destinata a migliorare sensibilmente entro la fine dell’anno. Switch è una console interessante e con un grande potenziale. Consigliamo però di aspettare almeno la fine dell’estate per portarsela a casa. Annuncio pubblicitario

Protegge* i dispositivi! Pile per apparecchi acustici • Non contengono mercurio • Disponibili nei formati 10, 13, 312 e 675 TM

Le pile usate devono essere riconsegnate al punto di vendita! *dalle perdite di batterie completamente utilizzate fi no a 2 anni.

50% di riduzione.

50%

7.95 invece di 15.90 Pile per apparecchi acustici ad es. Energizer tipo 312, conf. da 8

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

ENE_HAN_2349_33994_17_V02_RZ.indd 6

10.03.17 14:31


PUNTI. RISPARMIO. EMOZIONI.

ASCONA MUSIC FESTIVAL Quattro meravigliosi eventi di musica classica da gustare all’Ascona Music Festival. – 20.5.: Trii di Beethoven (Robert Zimansky, Stephan Rieckhoff, Daniel Levy) – 27.5.: Trii di Beethoven (Robert Zimansky, Stephan Rieckhoff, Daniel Levy) – 3.6.: Opere di Mendelssohn e Schumann (Christoph Schiller, Dmitry Rasul-Kareyev, Daniel Levy) – 10.6.: Opere di Mendelssohn e Schumann (Recital del pianista Daniel Levy)

20%

DI SCONTO

Quando: dal 20.5 al 10.6.2017 Dove: Ascona Prezzo: fr. 52.– invece che fr. 65.– Informazioni e prenotazione: www.cumulus-ticketshop.ch

JAZZASCONA

PIPPO POLLINA

Nel 2017 il jazz si impadronirà per la 33esima volta di Ascona regalando al pubblico un’estate all’insegna della musica e dell’arte culinaria della Louisiana. Il festival offre più di 180 concerti in 10 giorni, jam session, omaggi a leggende, la finale dello Swiss Jazz Award e band di rilievo da New Orleans e dall’Europa.

Nel lirisimo delle ballate, nella poesia delle canzoni di protesta o nel vigore del rock, la lingua di Pippo Pollina traluce di mite dolcezza. Nel 2017 il cantautore siciliano torna in scena col suo poetico carisma e con un nuovo album.

Quando: dal 22.6 al 1.7.2017 Dove: Ascona Prezzo: fr. 15.– (invece che fr. 20.–) Informazioni e prenotazione: www.cumulus-ticketshop.ch

25%

Quando: 5, 9 e 10.5.2017 Dove: Basilea, Lucerna e Ginevra Prezzo: da fr. 30.40 a fr. 68.– (invece che da fr. 38.– a fr. 85.–), a seconda della categoria Informazioni e prenotazione: www.cumulus-ticketshop.ch

DI SCONTO

20%

DI SCONTO

ABBONATI ALLA NEWSLETTER TICKETSHOP I membri Cumulus beneficiano ogni anno di sconti su oltre 150 eventi. Non lasciarti sfuggire queste offerte. Abbonandoti alla newsletter Ticketshop all’indirizzo www.migros.ch/cumulus/it/su-cumulus/newsletter ricevi regolarmente informazioni su show, concerti, eventi sportivi e festival con almeno il 20% di sconto Cumulus.

AGGIUDICATI IL TUO BIGLIETTO ORA! Approfittane: i biglietti sono disponibili su www.cumulus-ticketshop.ch (fino a esaurimento dello stock). Durante l’ordinazione indica il tuo numero Cumulus. Osservazioni: carica i tuoi biglietti direttamente sulla tua carta Cumulus. In questo modo eviti le tasse di

servizio e approfitti del biglietto più conveniente in assoluto. A ogni carta Cumulus corrisponde un numero limitato di biglietti. Le ordinazioni multiple vengono annullate senza darne comunicazione. Altri eventi a prezzo scontato sono disponibili su: www.cumulus-ticketshop.ch

APPROFITTANE ORA SU: www.cumulus-ticketshop.ch in collaborazione con:

PER DOMANDE SUL PROGRAMMA CUMULUS: INFOLINE CUMULUS 0848 85 0848


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

8

Società e Territorio

Minorenni in fuga

Migranti I richiedenti asilo giovanissimi sono una realtà in crescita. Scappati dalle guerre e dalle miserie cercano

di costruirsi un futuro nel nostro Paese. Visita al Centro di accoglienza della Croce Rossa a Paradiso Fabio Dozio L’isola che c’è. Potremmo chiamarla così la palazzina che a Paradiso, comune affacciato sul lago di Lugano, ospita migranti che chiedono asilo alla Svizzera. Fra questi, sessantadue minorenni non accompagnati, quasi tutti maschi – le ragazze sono solo sette – fra gli undici e i diciotto anni. Minorenni non accompagnati significa che sono giovanissimi arrivati nel nostro Paese da soli, dopo una fuga dalla loro terra d’origine. Provengono da Eritrea, Somalia, Etiopia, Afghanistan, Albania e Nigeria. Dopo viaggi avventurosi e drammatici, in cui molti ragazzi hanno subito soprusi e maltrattamenti, sono riusciti a raggiungere la Svizzera. La vista su Lugano è magnifica, da albergo cinque stelle: il lago, la corona dei monti imbiancati, la città ricca e ordinata. Sul retro, a una manciata di metri, sferraglia il treno, simbolo, da sempre, di viaggio e di emigrazione. La palazzina è vecchia e malandata, da pensione zero stelle, ma all’interno l’ambiente è vivace e caloroso. «Si fa con quello che si ha», sintetizza Josiane Ricci, direttrice di Croce Rossa del Sottoceneri, che ha ricevuto dal Cantone il mandato di gestire questo centro di accoglienza. Alcuni locali sono stati sistemati, grazie anche all’apporto di programmi occupazionali, pareti dipinte con colori vivaci, pavimenti rinnovati. «Certo, si potrebbe avere e chiedere di più – aggiunge Ricci – ma è anche giusto ponderare. Io dico questo: in fondo lo Stato siamo noi contribuenti, perciò secondo me bisogna avere una misura giusta».

«Nella mia città c’è la guerra e non ci sono scuole e non sai se domani sei vivo o morto» Ragazzi con la pelle scura si aggirano fra le camere e le scale e tutti salutano, ciao! Il più giovane è un bambino di undici anni che proviene dalla Somalia e frequenta, orgogliosamente, le scuole elementari. Un altro sta finendo le pulizie del refettorio. Un gruppetto si prepara a seguire il doposcuola tenuto da alcuni studenti liceali: un’ottima occasione d’incontro, di apertura, di relazione, improntata alla conoscenza reciproca. I liceali scoprono da vicino il vissuto dei giovani richiedenti asilo, aiutandoli a studia-

re, mentre a loro volta imparano cosa voglia dire abbandonare una zona di guerra, la propria casa e la famiglia, per cercare rifugio in un paese nuovo e sconosciuto. La formazione è il pilastro fondamentale per i minorenni. Ventisette di loro frequentano la Scuola media di Barbengo, due vanno a Breganzona, cinque a Besso. Altri seguono corsi di pretirocinio e altri ancora un semestre motivazionale. «Abbiamo un costante contatto con le scuole, – ci dice Federico Bettini, assistente sociale responsabile dei minorenni – organizziamo incontri mensili con i direttori o con i docenti. Anche le scuole stanno facendo un grande lavoro di presa a carico dei ragazzi. Si organizzano apprendistati integrativi che diventano dei ponti per poi accedere agli apprendistati veri e propri. Con la Divisione della formazione professionale abbiamo instaurato un’ottima relazione. Non si tratta di gestire solo il presente, ma di pensare anche al futuro di questi giovani». Come arrivano al foyer della Croce Rossa i minorenni non accompagnati? Quelli che giungono in Ticino provengono dall’Italia. Alla frontiera i minori devono essere trattati con attenzione particolare, in quanto la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, sottoscritta dal nostro Paese nel 1997, prescrive che le autorità debbano rispettare l’interesse superiore del bambino. Non sempre ciò avviene e la Svizzera è criticata dall’ONU, da Amnesty International e anche dall’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (OSAR). Secondo questa organizzazione alla dogana di Chiasso, «alcuni minori sono riammessi direttamente in Italia senza alcuna spiegazione e qualsivoglia informazione. Per legge, prima del rinvio coatto di un minore non accompagnato, il Corpo delle guardie di confine è obbligato ad accertare che il minore sarà affidato in Italia a un membro della sua famiglia, a un tutore o a una struttura di accoglienza che ne garantiscano la protezione». Secondo quanto osservato dall’OSAR, «l’interesse superiore del fanciullo e gli obblighi in relazione alla verifica di questo interesse vengono regolarmente violati». La legge sull’asilo prevede inoltre che le richieste dei minorenni siano trattate in via prioritaria. Poco dopo l’arrivo in un Centro di registrazione della Confederazione, per il Ticino quello di Chiasso, i minorenni sono attribuiti a un Cantone. Quelli che restano in Ticino sono quindi affidati alla Croce Rossa. Nel 2014 sono entrati in

La formazione è il pilastro su cui si fonda l’accoglienza dei minori. (Keystone)

Svizzera 795 minorenni, di cui 31 sono stati attribuiti al Ticino. Nel 2015 ne sono arrivati 2736. Per invitare le autorità a rispettare il diritto svizzero sull’asilo è stata lanciata una petizione indirizzata all’Assemblea federale e al Gran Consiglio del Canton Ticino in cui si propone, in particolare, di facilitare l’accoglienza dei minorenni non accompagnati: primo firmatario è l’avvocato Paolo Bernasconi, membro onorario del Comitato internazionale della Croce Rossa. Se a Chiasso non mancano le ombre, a Paradiso la regola d’oro è accoglienza! «Noi abbiamo il mandato dell’accoglienza e della presa a carico – ci dice Federico Bettini – ma, appena viene registrato, al giovane assegnano un curatore, che di fatto è il rappresentante legale. Fa capo all’Autorità regionale di protezione. Per i minorenni è un atto importante. Per loro è la prima volta che un’istituzione ha il compito di proteggerli. Sono contenti di sapere che ci sono persone che si occupano di loro nel quotidiano, ma anche di poter contare su qualcuno che possa tutelarli in caso di bisogno». Ai giovani richiedenti che hanno

ottenuto il diritto di asilo (permesso B) viene concesso di rimanere in Svizzera a tempo indeterminato. Coloro che ottengono un permesso provvisorio (permesso F) una volta diventati adulti possono vedersi revocare l’ammissione se le condizioni del loro Paese tornano alla normalità e possono essere rimpatriati. Chi è appena arrivato attende una risposta dalla Segreteria di Stato della migrazione (permesso N). «Quando raggiunge la maggiore età, o anche a 19/20 anni, – spiega Josiane Ricci – il richiedente esce dal foyer e di solito va in appartamento. Valutiamo la maturità di ciascuno, perché non tutti riescono a gestirsi da soli. L’uscita in appartamento va guadagnata, devono fare anche un po’ di fatica e aver compiuto un percorso di crescita». Per renderli autonomi è fondamentale che conoscano la lingua: «far assimilare usi e costumi locali – afferma la direttrice – è molto importante. Devono poter vivere una vita normale, come i loro coetanei. Vanno a scuola, in palestra, giocano a calcio. Abbiamo discusso se poteva aver senso collocarli in famiglie. Per ora riteniamo che non

bianco, di ritrovarmi esclusa dal mio mondo. Era come se il mio migliore amico mi avesse appena sbattuto in faccia la porta di casa chiudendomi fuori. Mentre quelli veri mi dicevano cosa fare: «metti il pc in una bacinella con del riso», «asciugalo con il phon», «mettilo a testa in giù», «non riaccenderlo». Impossibile. Io ho subito tentato di accenderlo più volte, gli ho parlato, l’ho scongiurato, ma niente, era morto. È resuscitato un mese dopo ma non è mai più stato lo stesso. Ma non finisce qui, la mia sfortuna tecnologica, intendo. Con l’inizio del nuovo anno, per uno strano scherzo del destino, il mio smartphone è finito sotto la ruota dell’auto della mia amica mentre faceva manovra... No, non avevo salvato le foto su icloud e nemmeno attivato il cerca iphone. Non c’è niente da fare, le commodity tecno-

logiche non sono un libro, un vicino di casa, il migliore amico, e non puoi stropicciarle o trattarle come fossero degli oggetti qualunque, anche se il confine è sempre più labile. Sempre di più le tecnologie determinano il nostro stato d’animo e la nostra identità. Non vi è mai capitato di andare fuori di testa perché il computer in ufficio non si avvia? O di avere un accenno di depressione nel momento in cui realizzate di aver dimenticato la password per sbloccare il telefonino e non vi ricordate dove avete messo il puk? In quel momento vorreste parlare con il vostro pc, dirgli che siete voi quello che ogni giorno macchia la tastiera con il caffè e digita forsennatamente. Niente, la scatoletta è sensibile solo ai numeri. Pure quando inserite il codice corretto e riconosce la vostra

sia la cosa migliore. Per la famiglia sarebbe molto complicato e, non avendo gli strumenti adeguati della presa a carico, si rischia di incorrere in una rottura e quindi il ragazzo potrebbe essere ancora una volta abbandonato». Chiediamo alla direttrice come sono i rapporti con le autorità cantonali. «Secondo me il Ticino ha una grande sensibilità nei confronti dei migranti. Il nostro progetto ha raccolto parecchio interesse da parte di altri Cantoni. Nel 2015, tra luglio e agosto, abbiamo accolto tanti ragazzi e quindi mancavano posti a scuola. In meno di tre settimane sono state organizzate classi di pretirocinio e alla fine di settembre tutti i nostri giovani andavano a scuola. Quest’anno ci sono stage e apprendistati d’integrazione. Facciamo capo anche al volontariato che è un’indubbia fonte di ricchezza». Secondo voi, i ragazzi sanno di essere fortunati? «È una coscienza che cresce man mano – ci dice Josiane Ricci – all’inizio per loro basta soddisfare i bisogni primari, per i quali hanno dovuto lottare: l’alimentazione sicura, un tetto sopra la testa. Poi si riesce a costruire un rapporto di fiducia, capiscono che siamo qui per tutelarli. Hanno bisogno di tempo per capire dove sono, anche perché hanno fatto un viaggio come fossero adulti, spesso sfruttati e maltrattati, arrivano qui e trovano una realtà strutturata, con regole e sanzioni educative. Quando arrivano vogliono lavorare, far capire che la formazione è un bene non è sempre facile». A inizio gennaio è stato aperto un nuovo centro per minorenni non accompagnati a Castione, sempre gestito da Croce Rossa. A settembre sarà pronto il nuovo centro di Cadro, sul piano della Stampa. A quel momento la sede di Paradiso potrebbe essere chiusa definitivamente, a meno che non ci si trovi di fronte a un’ondata di arrivi. Abbiamo incontrato un giovane di origine afgana che frequenta le scuole medie nel luganese: «Sono venuto in Svizzera per studiare, nella mia città c’è la guerra e non ci sono scuole e non sai se domani sei vivo o morto. Mio padre mi ha fatto partire per permettermi di avere una speranza in futuro. Sono molto contento di andare a scuola e voglio studiare e diventare ingegnere». «Sono ragazzi di altre culture, non per forza problematici – conclude la direttrice di Croce Rossa Josiane Ricci – il nostro ente offre loro gli strumenti per conquistare l’autonomia. I giovani desiderano soprattutto una cosa: la normalità».

La società connessa di Natascha Fioretti Trattate bene il vostro pc ma non contateci troppo Non vado a letto senza il mio pc. Pessima abitudine. Sí. Ma se non è perché devo ancora mandare qualche email o fare delle ricerche allora me lo porto per vedere le mie serie preferite su Netflix. Magari, nel frattempo, scappa anche qualche chat su Fb. Il mio pc, bellissimo, leggero, lo porto ovunque, per lavoro o altro, e se mi viene un languorino non esito a sgranocchiare le mie gallette di riso con la marmellata di lampone sopra la tastiera o a bere il mio tazzone di caffelatte tenendolo a margine del portatile. «Orrore!» Griderà qualcuno. Ma io non riesco a vedere il mio pc come uno strumento il cui uso è limitato in un tempo preciso o a funzioni precise e a trattarlo come una semplice macchina. È un po’ come una coper-

ta di Linus, maltrattata ma in qualche modo parte di me. Il mio pc può dirsi fortunato ad essere rigido e solido altrimenti a quest’ora somiglierebbe ad un vecchio libro del liceo tutto usurato e sottolineato. Sarebbe spiegazzato in ogni sua parte, avrebbe macchie di caffè sulle pagine, macchie di unto sulla copertina e pagine strappate. Ho una grande confidenza con il mio pc, nemmeno fosse un amico, uno di quelli di cui puoi fidarti. Per questo ci sono rimasta male quando di recente mi ha lasciata in asso perché, accidentalmente, ci ho versato sopra un’intera tazza di tè caldo. Era collegato alla corrente. Come l’acqua ha toccato la tastiera... BUM! Terribile! Due giorni di lavoro polverizzati! Per non parlare di tutto il resto. Ciò di cui però davvero non riuscivo a capacitarmi in quel momento, era il fatto, così di punto in

identità, lo fa senza considerare la vostra storia personale, senza dare peso alle vostre colpe, ai vostri doveri, alle aspettative che portate con voi, a chi siete veramente. Per il filosofo Giorgio Agamben, questa nostalgia di essere riconosciuti da una macchina o dal proprio profilo Facebook, è l’espressione della perdita di aderenza con la realtà e il venir meno della fiducia dell’uomo moderno. Chi sempre di più fatica ad instaurare e coltivare relazioni umane durature e profonde trova nel rapporto con la macchina una sorta di conforto. Illusorio naturalmente. Per i nostri pc siamo solo dei numeri. E quella aspettativa, attraverso l’estensione di Internet, di poterci regalare sensazioni di umana vicinanza è solo una falsa promessa. Dunque trattate bene il vostro pc ma non contateci troppo.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

9

Società e Territorio Rubriche

Lo specchio dei tempi di Franco Zambelloni Una religione del nostro tempo Leggevo, non molti giorni fa, che nelle facoltà universitarie svizzere di medicina si è registrato un nuovo record: le domande di iscrizione per il semestre autunnale 2017 ammontano a più di seimila. Un così elevato numero di aspiranti dottori è certamente comprensibile: se c’è una professione nella quale il rischio di disoccupazione è pressoché inesistente è certamente quella del medico. La nostra è – come ormai comunemente si dice – una «società medicalizzata». La medicina ha fatto enormi progressi e la salute se ne avvantaggia con evidenza: basta pensare al crollo del tasso di mortalità che, in un passato non tanto lontano, era ancora molto elevato; dal 1900 ad oggi la speranza di vita in Svizzera è praticamente raddoppiata, passando da 46,2 a 80,5 anni per gli uomini e da 48,9 a 84,7 anni per le donne. Ma ogni conquista di quel che chia-

miamo «progresso» ha un suo prezzo, o, se si vuole, un rovescio della medaglia. A parte questioni pratiche non da poco, come l’aumento vertiginoso delle spese sanitarie e dei premi delle assicurazioni contro la malattia, c’è una tendenza psicologica che sembra espandersi in misura costante: l’ansia per la propria salute, la paura d’ammalarsi, il bisogno crescente di rassicurazioni mediche. Sono passati quarant’anni da quando Ivan Illich pubblicò un libro che a quel tempo fece scalpore: Nemesi medica. Illich era allora famoso, e le sue opere furono libri di culto, sull’onda lunga del Sessantotto, insieme a quelli di Marcuse e di Mao. In quel libro, Illich si scagliava con la sua consueta furia contro la medicalizzazione crescente della società e sosteneva che l’illusoria ambizione di produrre una salute migliore costituisce «una malattia pericolosa e contagiosa, indotta dalla

professione sanitaria». Riprendo ora in mano quel suo libro e lo trovo infarcito di non poche inesattezze, di ipotesi smentite nel seguito del tempo e di analisi unilaterali che conducono a esagerate generalizzazioni; e tuttavia, la sua lettura dell’avanzata dell’ossessione salutistica non è priva di fondamento. Anche la tendenza, denunciata da Illich, a ricorrere sempre più a interventi medico-farmaceutici anziché a uno stile di vita salutare può essere attendibile. Una simile tendenza è del tutto compatibile con la dipendenza psicologica che si va sempre più affermando in molti aspetti della vita, e che induce a fare sempre meno ricorso al buon senso, alle risorse dell’organismo e della volontà, per affidarsi piuttosto ai rimedi scientifici e tecnici, dagli psicofarmaci agli psicoterapeuti. Nella civiltà tecnologica, il ricorso all’«esperto» ha ormai sostituito quel «darsi da fare» che una volta permet-

teva magari di risolvere non pochi problemi pratici ed esistenziali. E, d’altra parte, la mentalità consumistica agisce anche nell’ambito della salute come in tutti gli altri: se l’offerta di beni di consumo è allettante, quella della pillola che ti garantisce la salute non lo è certo da meno. Resta dunque vero che quella della salute può essere vista come una delle ossessioni dominanti del nostro tempo. Non a torto il medico tedesco Manfred Lütz parla di una Gesundheitsreligion come del culto del nostro tempo. «I nostri antenati – dice – costruivano cattedrali, noi costruiamo cliniche. I nostri antenati facevano genuflessioni, noi facciamo flessioni e torsioni del busto. I nostri antenati salvavano la loro anima, noi la nostra figura corporea». Non c’è dubbio che con questa deviazione di rotta la salute della popolazione ci abbia guadagnato; ma i dati sul crescente ricorso a

psicoterapie, ansiolitici e psicofarmaci mostrano con evidenza che un’ottima condizione fisica non garantisce una condizione di completo benessere. Sia chiaro: non sto affatto dicendo che, in caso di malattia, si debba «prenderla con filosofia». Come diceva La Rochefoucauld, «La filosofia trionfa facilmente sui mali passati e sui mali futuri; ma i mali presenti trionfano su di lei»: dunque, quando si è malati, non è alla filosofia, ma alla medicina che si deve fare ricorso. Ma guastarsi il piacere di vivere coltivando l’ansia di ammalarsi – questo sì richiederebbe il correttivo di qualche massima di saggezza e, magari, di una moderata dose di fatalismo. Perché è pur sempre vero che c’è una malattia alla quale ancora non s’è trovato rimedio: una malattia congenita, lentamente degenerativa, progressivamente invalidante e, alla fine, con esito letale nel 100 per cento dei casi. È la vita.

signora sembra essere venuta qui per qualcosa forse vicino al raccoglimento. «Uno spettacolo quasi religioso in uno dei luoghi più profani, votato alla velocità, al lavoro, alla solitudine o agli incontri, un luogo di passaggio dove restano solo i disperati, gli emarginati» ha scritto Laurent Wolf un paio di anni fa su «Le Temps». L’affresco in direzione dei binari, con la donna malinconica appoggiata con il palmo della mano è intitolato Tempo ed eternità ed è pure scritto, in tedesco e in francese, a caratteri art déco, in un riquadro. Sotto, un testo solo in francese forse un po’ enfatico: «Come un fiume che scorre verso l’oceano, i giorni e le sue ore, l’anno e le stagioni, la vita e le sue età nutrono la feconda eternità». Mentre una scritta minuscola sopra la testolina di un microautoritratto di Philippe Robert ha il suo perché: «Non conosco i vostri piccoli minuti». Fuori dal tempo dunque, questa sopravvissuta sala d’aspetto di prima classe è oggi rifugio aperto dal-

le sei di mattina alle dieci di sera. Tra i quattro affreschi di questo ciclo pittorico sul tempo, realizzato nel 1923 in contemporanea alla costruzione della stazione, è quello che mi convince di più. Forse perché è inframmezzato dalle due finestre in alto e la porta, ma anche per le tonalità blu, la donna enigmatica, i fiori sparsi in giro. Tra l’altro Philippe Robert era uno specialista nell’iconografia botanica. Flore Alpine e Feuilles d’Automne (1909) sono dei libri ricercatissimi dai bibliofili e la copertina dell’ultimo è opera di Eugène Grasset. E infine, tra tutti, è quello illuminato meglio. Ma sono certo degni di nota anche gli altri tre che raffigurano la danza delle ore, le stagioni, le età dell’uomo. La donna preoccupata in cerca di pace è ancora lì. È ora di sedersi sulle lunghe panchine della sala d’attesa della stazione di Biel/Bienne (437 m) per rileggere tutto d’un fiato un libro che ho tanto amato di John Fante dal titolo-mantra: Aspetta primavera, Bandini.

spazzati via: quel tipo di lavoro non esiste più. Si tratta di una trasformazione, di cui, per motivi familiari, prima, e professionali, poi, sono stata una testimone direttamente coinvolta. Quell’odore della stampa a piombo, quel frastuono di linotypes, quelle discussioni fra redattori e compositori, li ho vissuti, in continuazione, sull’arco dei decenni, da bambina, accompagnando mio padre nella tipografia del «Corriere del Ticino», in viale Pasquale Lucchini, e poi, da giornalista alle prime armi, in Corso Elvezia, dove, appunto, l’era artigianale doveva subire i contraccolpi della rivoluzione informatica, con effetti persino frustranti sul piano psicologico: la sensazione di essere superati da una macchina. Tanto da aprire interrogativi sulle ripercussioni provocate dall’avvento del computer, nuovo padre padrone che rischia di compromettere i rapporti umani, anche nell’ambito medico, dove, appunto, il perfezioni-

smo tecnologico può essere percepito come «una minaccia»: questo, il tema, attualissimo, proposto al recente seminario della Fondazione psicooncologica e dall’Associazione Triangolo, proprio attraverso visioni anche contrastanti. Niente fanfare, per esaltare i progressi diagnostici e terapeutici, dovuti a impianti efficienti, ma piuttosto la consapevolezza che, dietro ai macchinari, dev’esserci una persona, capace di controllarli. Senza dubbio è cresciuta, negli ultimi decenni, una nuova generazione di medici, infermieri, collaboratori sociali, in grado di gestire il dominio tecnologico che, però, non è l’unico ostacolo. Ho avuto modo, in queste settimane, di registrarne un altro, ben più fastidioso. Ed è il fardello, ingombrante e costoso, di una burocrazia assurda, complicata, noiosa. Meglio, allora, la tecnologia che crea i droni che fanno la spola, in pochi secondi, fra l’Ospedale civico e l’Italiano.

A due passi di Oliver Scharpf La sala d’attesa della stazione di Biel/Bienne Le sale d’attesa delle stazioni sono pressoché sparite. Quasi un necrologio titolava già un reportage in proposito apparso sedici anni fa sulla «Neue Zürcher Zeitung». L’estinzione delle sale d’attesa coincide un po’ con la commercializzazione dell’attesa ferroviaria. Lo spazio vuoto non redditizio è stato soppiantato da hotdog, bretzel, hamburger, cioccolatini, eccetera. E se per caso è rimasto, come alla stazione di Zurigo per esempio, va prima trovato. Ma è una Warteraum molto inospitale. Come i gabbiotti con panche scomode, metalliche e fredde dei binari ticinesi. Del resto i tempi cambiano e l’attesa in un viaggio in treno oggi è quasi inesistente: vanno tutti di fretta come mandrie che si specchiano senza tregua nei loro telefonini. Senza più incontri di sguardi sconosciuti né il benché minimo riguardo per il paesaggio attorno. E allora oggi, alla faccia della fretta e in omaggio a una meta apparentemente inutile e insensata, mi metto

in viaggio per raggiungere una sala d’attesa viaggiatori. In una mappatura a braccio delle sale d’attesa svizzere che vale la pena di visitare, ricordo quella di Flüelen dove c’è un affresco di Heinrich Danioth che rappresenta una giornata di Föhn, quella ariosa a Basilea nella parte della stazione dopo la dogana per la Francia. Non molto altro rimane, mi sa. Se non quella che ho nel mirino, considerata tempo fa da un perditempo al sole, davanti alla stazione di Biel/Bienne, «la più bella sala d’attesa del mondo». Infatti è tutta meravigliosamente affrescata da Philippe Robert (1881-1930): pittore locale nato in una famiglia di pittori e annegato nell’Aar nei pressi di Büren. Una donna dai capelli corvini raccolti dietro la nuca, con un lungo vestito violetto, guarda una sorgente di montagna che sfocia in un lago color pervinca. Ai lati, due giganteschi cipressi fuori luogo danno a tutta la scena un’aria stile L’Isola dei morti di Böcklin. Il vestito che le lascia

scoperta una spalla è così lungo che giù in fondo, confondendosi con un cespuglio di fiori alpini, dà l’illusione di una coda da sirena. Sembra seduta sopra lo stipite del bel legno chiaro di pero della porta. Accanto, un orologio segna le undici e ventisette di una mattina dopo la metà di marzo. A parte la luce che entra dalle due finestre in alto, l’unica luce è quella fioca di un lampadario moderno e così la stanza risulta un po’ scura. In realtà è un po’ una stanza segreta. Non ci sono cartelli a segnalarla. Se uno non sa della sua l’esistenza, ci passa via senza accorgersene. Provenendo dai binari la trovate alla fine del sottopasso, all’angolo, verso la hall d’entrata, a destra. Se venite invece dalla città un po’ bilingue del canton Berna, eccola invece sulla sinistra. Adesso diverse persone sono sedute sulle commoventi panche di legno. Guardano il telefonino però, mica gli affreschi. C’è un po’ odore di chiuso in questa specie di cappella ferroviaria. Solo una

Mode e modi di Luciana Caglio Le incognite della tecnologia: anche in medicina Più vantaggi o più minacce? Quale prezzo ci sta facendo pagare la tecnologia che, comunque, avanza, cambia le nostre abitudini di vita e delinea prospettive irreversibili. Sulla scorta delle notizie, trasmesse dai media, si giustifica, a prima vista, quel clima di timori popolari, confermati, quasi ogni sera, proprio dalle cronache televisive del «Quotidiano», improntate certo a un pessimismo, prettamente ticinese, non però campato in aria. Si allunga, infatti, l’elenco delle aziende e dei servizi, costretti a licenziare, a riconvertirsi, a chiudere, perché incapaci di reggere all’urto di questo progresso a due facce. Fra le prossime vittime figurano, e non sorprende, le agenzie di viaggio, che risentono delle prenotazioni on-line, il noleggio d’auto e i taxi, insidiati dalla concorrenza Uber, mentre, imprevedibilmente, le officine meccaniche destinate a riparazioni d’auto, perdono clienti (ma quanti sono?) che hanno optato per i veicoli elettrici. E, a quanto pare,

persino le agenzie di consulenza finanziaria subiscono la cosiddetta sfida degli algoritmi, che l’informatica ha reso accessibili a un pubblico

Il drone della Posta farà da spola tra l’Ospedale civico e l’Italiano. (La Posta)

allargato. Insomma, il fai da te, sintomo dell’era individualistica, continua a conquistare terreno, sottraendolo alle precedenti categorie professionali e sostituendo persone con tastiere, pulsanti e tesserini, a ritmi sempre più accelerati. Così, dopo i lattai, le sartine a ore, i ciabattini, per non parlare degli arrotini, delle centraliniste ai telefoni, sono scomparsi i benzinai, e si sono rarefatti i contatti con impiegati di banca e degli uffici postali, bigliettai, fattorini, capitreno. Nella società odierna dell’usa e getta, sono scomparse in generale tutte le attività destinate alle riparazioni. Prossimamente, sarà la volta dei venditori e delle cassiere in negozi e supermercati, dotati di impianti per il pagamento elettronico. Ora, se il passaggio ha messo in difficoltà gli utenti anziani, dalla manualità anchilosata, doveva avere conseguenze ben più pesanti per gli addetti ai lavori, dove una funzione specifica e un ruolo sociale sono stati


Pasqua è golos a. 5.80

8.20

Coniglio di Pasqua fondente, aha!, UTZ 120 g

Ovetti Adoro Frey, UTZ al latte, 200 g

30%

4.60

Ovetti Freylini Mix Frey, UTZ assortiti, 165 g

4.20

13.40 invece di 19.20

Coniglietto con mandorle, bio, Fairtrade al latte, 120 g

Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ

20x PUNTI

Novità 20x PUNT

6.80

Conigli di Pasqua in PET Frey, UTZ al latte, disponibili in diversi colori, 170 g, per es. Sunny, fucsia

4.–

Coniglio Mahony Frey, UTZ al latte, 100 g

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

8.70

Coniglio Rochelino Frey, UTZ al latte, 180 g

9.50

Junior Cowboy Joe Rabbit Frey, UTZ 245 g

I

Tutti i conigli Frey Junior, UTZ per es. Soccer Rabbit, al latte, 170 g, 7.90

10.80

Ovetti di cioccolato Freylini Frey, UTZ Hazelnut Cream, 500 g


Pasqua è golos a. 5.80

8.20

Coniglio di Pasqua fondente, aha!, UTZ 120 g

Ovetti Adoro Frey, UTZ al latte, 200 g

30%

4.60

Ovetti Freylini Mix Frey, UTZ assortiti, 165 g

4.20

13.40 invece di 19.20

Coniglietto con mandorle, bio, Fairtrade al latte, 120 g

Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ

20x PUNTI

Novità 20x PUNT

6.80

Conigli di Pasqua in PET Frey, UTZ al latte, disponibili in diversi colori, 170 g, per es. Sunny, fucsia

4.–

Coniglio Mahony Frey, UTZ al latte, 100 g

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

8.70

Coniglio Rochelino Frey, UTZ al latte, 180 g

9.50

Junior Cowboy Joe Rabbit Frey, UTZ 245 g

I

Tutti i conigli Frey Junior, UTZ per es. Soccer Rabbit, al latte, 170 g, 7.90

10.80

Ovetti di cioccolato Freylini Frey, UTZ Hazelnut Cream, 500 g


40% di riduzione.

40% Il tuo müesli Farmer bacche, mela o miele, per es. bacche, 85 g, 1.25 invece di 2.10

In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

13

Ambiente e Benessere La nuova lista rossa È rallentata la tendenza negativa, ma il numero di specie estinte è comunque aumentato pagina 14

Fra neve e terremoti Sono almeno tre le cause all’origine della catastrofe ambientale verificatasi in Abruzzo

Il paese delle aquile Hotelplan organizza un tour collettivo dell’Albania: dall’22 al 29 luglio 2017

Palermo come una cipolla Ragionamenti, considerazioni e consigli sul modo di esplorare una città ancora «sconosciuta»

pagina 15

pagina 16

pagina 17

Medico, chirurgo, uomo

Intervista Il professor Sebastiano Martinoli

si racconta, dall’infanzia alla cattedra

Maria Grazia Buletti Difficile descrivere, senza fronzoli o banalità, la vita professionale del chirurgo ticinese Sebastiano Martinoli. Medico, pioniere della sensibilizzazione al dono d’organi in Ticino, per oltre un ventennio primario e poi capo dipartimento del reparto di chirurgia dell’Ospedale Regionale di Lugano, professore all’Università di Basilea, a lungo vice presidente di Swisstransplant, membro dell’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e, infine, medico accreditato per la chirurgia e la traumatologia alla Clinica di Moncucco di Lugano. Oggi «pensionato», come egli stesso si definisce, lo abbiamo incontrato per ripercorrere insieme i suoi anni di chirurgo, in cui si è sempre distinto per la sua profonda considerazione della personapaziente cui si trovava dinanzi. Professor Martinoli, potremmo dire che la professione del medico e del chirurgo sia stata una vera e propria sua vocazione?

Ho seguito le orme di mio padre, ammirandone inventiva, poliedricità e subendone il grande fascino. Era primario all’Ospedale di Acquarossa: un mito per noi figli. Ottimo fisico autodidatta (aveva ammodernato e gestiva una centrale elettrica a Corzoneso), era medico polivalente e inventivo, chiamato a gestire le notevoli patologie dei bleniesi che erano coriacei e andavano dal medico solo quando i problemi di salute erano complessi. Fu il primo in Ticino a impiantare chiodi femorali e mi portava sempre con sé, a pesca come all’ospedale che si trovava a cento metri da casa nostra. Terminati gli studi, le mie buone note mi hanno aperto l’offerta di un posto come assistente a Basilea, dai professori Rossetti (chirurgo e amico di mio padre) e Allgöwer, suo capo e grandissimo chirurgo che faceva praticare i suoi allievi in tutte le specialità. Per questo ho ricevuto una formazione molto «rotonda», non esageratamente specialistica, in cui la polivalenza era un valore e permetteva di ottenere ampia esperienza.

Lei ha conseguito titoli in medicina intensiva, chirurgia toracica generale, traumatologica e viscerale; oggi un chirurgo si misura con la sua «super specializzazione»: frammentazione o migliore chirurgia perché più specifica?

La specializzazione è certamente buona cosa. Pensiamo, ad esempio, al ginocchio infortunato di Lara Gut, atleta che necessita le cure super-specialistiche eseguite da un ortopedico con grande esperienza di traumatologia dello sport. Una delle sfide più difficili per il chirurgo resta però la regia delle cure a un politraumatizzato, perché comporta conoscenze di tutti i colori della traumatologia: shock, cure intensive, chirurgia viscerale, ossa rotte e quant’altro. È importante che il chirurgo generalista mantenga la gestione del paziente traumatizzato. Essenziale è la sua conoscenza globale che gli permette di delegare le cure di una lesione allo specialista adeguato per le specifiche cure interventistiche. Lei ha vissuto e partecipato a una rivoluzione epocale della chirurgia, cosa è cambiato e quanto ha pesato nella relazione con il paziente?

Il mio stile nei rapporti con i pazienti non è mai mutato: da quando ho iniziato a quando ho terminato, li conoscevo tutti per nome. Certo: allora i capi-clinica e gli assistenti erano pochi e lavoravano tantissimo acquisendo rapidamente esperienze. Oggi, ad esempio, all’EOC si sono assunti moltissimi medici: 160 medici in più negli ultimi cinque anni. Tanto tempo viene usato per la trasmissione delle conoscenze che si debbono avere di ciascun paziente. La frammentazione dei curanti può far incappare in errori di delega. La capacità di formare nuovi chirurghi viene meno a causa della diluizione temporale delle esperienze. Allo stesso tempo, ho avuto la fortuna di vivere il progresso della chirurgia sempre meno invasiva che ha portato parecchie consapevolezze: abbiamo compreso che non sempre «grande taglio» significa «buon chirurgo». La tecnologia oggi ci permette di intervenire in modo mini invasivo su molteplici fronti. Di questa evoluzione si ricorda qualche aneddoto?

Nel 1982 ho iniziato con le artroscopie del ginocchio; nell’85 ho operato la prima cistifellea con laparoscopia e piccoli tagli; negli anni ’89 / ’90 asportavamo il timo (ndr: ghiandola retrosternale) e parti di polmone sempre in tecnica mini-invasiva. La fine della guerra del Vietnam ci è venuta in aiuto, casualmente, attraverso l’esubero di piccole telecamere che servivano agli americani per pilotare le bombe. A noi chirur-

Il professore e chirurgo ticinese Sebastiano Martinoli, ora medico in pensione. (Vincenzo Cammarata)

ghi divennero utili per le antesignane artroscopie. In seguito la ditta Zeiss si è appropriata di quella tecnologia allora rudimentale migliorandone la risoluzione ottica e producendo telecamere molto più performanti. Ma se la nostra vita media è aumentata è anche perché il nostro stile di vita è nettamente migliorato. Grazie a ciò, e semplicemente con un po’ di «acqua e sapone» in più, si campa molto più a lungo, e non certo solo per merito della medicina. Lei è stato segretario e vice presidente di Swisstransplant, cosa pensa della scienza dei trapianti e della donazione d’organi per cui il canton Ticino si è sempre distinto.

Quando nell’81 sono giunto in Ticino, i nostri pazienti con insufficienza renale erano iscritti nella lista d’attesa per un trapianto a Zurigo ma non c’erano

doni d’organo dal Ticino. La mancanza d’organi per rapporto ai bisogni era già un grande problema. In ospedale vedevamo diversi casi in cui una persona poteva essere potenziale donatore, ma non eravamo pronti né preparati a saper chiedere, ad accompagnare la famiglia, né a prelevare gli organi. Allora ho cominciato a organizzare la gestione umana del donatore, insegnando ai curanti l’approccio adeguato con i parenti. Ci siamo equipaggiati per le operazioni di prelievo, inizialmente solo per i reni, in seguito per fegato, cuore e così via. Oggi sono le équipe specializzate d’Oltre Gottardo a giungere da noi per i prelievi. In Ticino il numero di donatori resta stabile, ma i pazienti in attesa di trapianto aumentano. Prevenzione e tecnologia hanno fatto progressi e, per fortuna, ci sono meno persone morte

cerebralmente e potenziali donatrici. Il futuro? Potrebbe andare nella direzione di organi artificiali, creati con tecniche di «taglia e cuci» a livello dei genomi delle cellule, come ad esempio per quelle del pancreas che si possono indurre a produrre insulina. Un’ingegneria genetica che non sarà a grandi costi, ma che ci permetterà di salvare ancora più persone.

Oggi, «chirurgo pensionato», dove la condurrà questa condizione?

Leggo parecchio, seguo alcune fondazioni, con l’aspirazione di restare «rotondo» e aperto al mondo. Alla mia professione ho dato molto e da essa ho ricevuto tanto: non ho rimpianti. La stanchezza si fa sentire un po’ di più, ma vuol mettere il privilegio di leggere così tanti libri, ora che finalmente ne ho il tempo?


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

14

Ambiente e Benessere

La mutevole natura della natura

Biodiversità La situazione della nostra flora non è rallegrante: su 2613 specie, la nuova Lista Rossa annovera

ben 725 specie minacciate o addirittura estinte, un peggioramento rispetto al censimento del 2002

Marco Martucci A chi è solito percorrere regolarmente lo stesso sentiero durante il corso dell’anno, in pianura o collina, lungo le rive di laghi e fiumi, fra boschi o sui monti, il paesaggio può apparire, al di là dei cambiamenti stagionali, familiarmente immutabile. Quel faggio è sempre stato lì, subito dopo la curva; quel cespuglio fiorito in primavera non si è mosso da lassù, quel prato è l’ultima fatica prima della cima. Uno, due o più anni dopo, a uno sguardo meno affrettato, si può presentare uno scenario diverso: sotto il faggio sta crescendo qualcosa di nuovo, nel prato non si vedono più quei bei fiori bianchi. La natura è dinamica, tutto cambia. Se poi si osserva con la massima attenzione, si segue pianta per pianta, si conta il numero di specie presenti nel prato, si misura l’estensione di un bosco, allora tutto ci appare ancor più mutevole: ci sono specie che avanzano, altre che regrediscono, altre ancora che arrivano, altre che spariscono. L’analisi del mutamento è esposta nelle Liste Rosse, elenchi di specie di animali, piante, funghi, suddivise in categorie secondo il loro stato di salute: estinte, minacciate di estinzione, vulnerabili, non minacciate. A intervalli regolari, le Liste Rosse devono essere aggiornate. L’ultimo aggiornamento è la nuova Lista Rossa delle piante vascolari della Svizzera che sostituisce la precedente del 2002: è stata pubblicata nel settembre dello scorso anno ed è stata realizzata da Info Flora su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam). Le piante vascolari sono le piante a fiori, le felci, i licopodi e gli equiseti. Si chiamano così perché, a differenza di muschi e alghe, possiedono al loro interno dei vasi conduttori per il trasporto della linfa. La loro varietà è enorme: sono piante vascolari le tenere pratoline come le maestose e contorte querce. La flora svizzera conta circa tremila fra specie e sottospecie di piante vascolari. Per l’allestimento della Lista Rossa se ne sono considerate 2712 perché volutamente si sono escluse le neofíte, ovvero le piante esotiche naturalizzate. Revisione e aggiornamento di una Lista Rossa sono lavori lunghi e complessi, sempre in svolgimento e che richiedono la collaborazione di centinaia di persone, coordinate da Info Flora, il Centro nazionale dei dati e delle informazioni sulla flora svizzera, presente anche in Ticino, presso il Museo cantonale di storia naturale a Lugano. Oltre a considerare i dati dell’ultima Lista Rossa, le informazioni presso gli erbari, le fonti storiche, è indispensabile muoversi sul territorio per la ricerca e la valutazione delle specie. Per questo, sono stati effettuati

durante gli anni ben 6mila sopralluoghi mirati. Senza il prezioso apporto degli oltre 400 botanici volontari – ci dice Stefan Eggenberg di Info Flora e coautore della Lista Rossa – la nuova Lista Rossa non ci sarebbe. Info Flora offre anche l’interessante opportunità di partecipare alla ricerca sulla nostra flora agli appassionati botanici non professionisti, che possono dare un importante apporto alla conoscenza della nostra flora. Assegnare ogni specie alla giusta categoria non è impresa semplice né può essere fatta arbitrariamente ma segue uno stretto protocollo internazionale secondo le direttive dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Le Liste Rosse, pubblicate e riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente, sono uno strumento di grande importanza per la protezione delle specie e dei biotopi in Svizzera. La Lista Rossa è indispensabile per decidere quali misure adottare per il mantenimento e la promozione della biodiversità, per la coordinazione e la collaborazione in progetti internazionali di protezione della natura, per la sensibilizzazione della popolazione verso flora e fauna. La situazione della nostra flora

non è rallegrante. Se togliamo 99 specie che, per varie ragioni, non si sono potute considerare, ne rimangono 2613 e ben 725 di queste, il 28%, sono minacciate o addirittura estinte e formano quella che è la vera e propria Lista Rossa. Ma altre 415 specie, il 16%, figurano come quasi minacciate che, aggiunte alle prime, danno un preoccupante 44%. Il 56% della nostra flora, 1473 specie sono, almeno per ora, non minacciate. Poiché per le due Liste Rosse del 2002 e del 2016 si sono adottati gli stessi criteri, è possibile fare qualche confronto. Nel 2002, le specie minacciate o estinte erano il 30%. Rispetto al 28% attuale, si potrebbe pensare a un miglioramento. In realtà – come ci spiega Brigitte Marazzi, responsabile di Info Flora Sud delle Alpi – non è così. Alcune specie si sono spostate da una categoria all’altra. Per esempio il numero di specie estinte è aumentato. «Non possiamo parlare di un’inversione della tendenza, sta solo rallentando il peggioramento». Occorre comunque riconoscere che alcune azioni mirate di protezione hanno dato i loro frutti, il che incoraggia a proseguire su questa linea. Ma si tratta di poche specie e limitate a territori ristretti:

non possiamo pensare di proteggere le specie minacciate salvandole all’interno di qualche giardino botanico. La protezione deve avvenire a livello ben più vasto, con la salvaguardia in primo luogo degli ambienti di vita di queste piante. La situazione è particolarmente grave negli ambienti acquatici, lungo le rive, nelle torbiere, nei prati e pascoli magri delle basse quote, nei campi e nei vigneti, mentre da boschi, ambienti alpini e prati pingui giungono segnali meno preoccupanti. Lungo le rive di acque ferme e correnti vivono 144 specie e il 65% sono sulla Lista Rossa, minacciate o estinte. Saxifraga oppositifolia subsp. amphibia, endemica del Lago di Costanza, è addirittura estinta a livello mondiale. Oltre la metà delle specie di acque ferme e correnti e delle sorgenti è minacciata o estinta. Perfino Nymphaea alba, la ben nota ninfea, un tempo molto diffusa, è entrata a far parte delle specie quasi minacciate. La Lista Rossa non si limita però a metterci in guardia contro il degrado della nostra flora ma propone anche una serie di misure. E, visto che la causa principale, se non l’unica, risiede nella scomparsa e nella perdita di qualità degli ambienti na-

turali dovute alle attività umane, non resta che correggere i nostri comportamenti. Per esempio, si potrebbero creare delle zone cuscinetto fra le acque ferme e correnti e i campi coltivati intensivamente, con tutte le loro immissioni di concimi e pesticidi; rivitalizzare rive di laghi e fiumi eccessivamente cementificate. Per le torbiere, i prati magri e non solo: ridurre le immissioni di composti azotati provenienti da agricoltura e traffico; mantenere strisce di natura lungo sentieri, strade, margini di boschi. Proteggere le piante non vuol dire solo salvaguardare l’esistenza delle specie, ciò che comunque si giustificherebbe perché ogni creatura ha un suo valore intrinseco. Ma ogni pianta è collegata alle altre e a tantissime specie di animali, insetti, uccelli, pesci, all’intero complesso sistema naturale, in un’intricata rete di relazioni non ancora pienamente conosciute. E, dentro questo meraviglioso e delicato intreccio, ci siamo anche noi.

Gladiolo reticolato (Gladiolus palustris). (Info Flora, Christophe Bornand)

Morso di rana (Hydrocharis morsusranae). (Info Flora, Adrian Möhl)

Cipollaccio delle rupi (Gagea saxatilis). (Info Flora, Christophe Bornand)

Orchidea acquatica (Orchis laxiflora). (Info Flora, Stefan Eggenberg)

Tulipano montano (Tulipa sylvestris). (Info Flora, Adrian Möhl)

Aquilegia maggiore (Aquilegia alpina), specie potenzialmente minacciata, trovata in Val Bedretto. (M. Martucci)

Informazioni

www.infoflora.ch


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

15

Ambiente e Benessere

Neve, valanghe e terremoti in Abruzzo

Il grande Jackpot dei formaggi

Climatologia L’affollarsi di concause naturali

e umane all’origine di tragedie inconsuete in epoca attuale e alle nostre latitudini Alessandro Focarile Tra Venezia e il promontorio del Gargano in Puglia (600 km), l’Adriatico non è un mare ma una catinella, profonda mediamente 75 m (eccettuata una depressione di –273 m tra Pescara e la costa dalmata prospiciente). E soltanto 25 m tra Venezia e Trieste. A causa di queste modeste profondità, le acque si riscaldano fino a 28°, e si raffreddano fino a +8°. Queste caratteristiche fisiche dell’Adriatico centro-settentrionale sono all’origine di episodi climatici particolarmente aspri: venti continentali freddi dalla Balcania incontrano acque marittime tiepide: situazione ideale per generare enormi nevicate sull’Appennino, come è avvenuto lo scorso gennaio. «Tempeste di neve da manuale», ha scritto il climatologo e meteorologo Luca Mercalli («La Stampa», 20.01.17). Tempeste e bufere che si sono addensate contro la barriera degli Appennini, dalle Marche al Molise, attraverso l’Abruzzo. Una catena montuosa oltre i 2000 m d’altitudine, culminante sul Gran Sasso d’Italia (2912 m), il cui versante settentrionale era occupato fino pochi anni or sono dal ghiacciaio «il Calderone». Enormi masse di neve, che non sono una novità per queste regioni, testimoniato anche dalla necessità di opere di protezione per impedire il blocco della circolazione ferroviaria nelle linee di montagna. Quello che è avvenuto recentemente in Abruzzo è stato il sommarsi di coltri nevose (si è parlato fino a 4 m), e di una drammatica serie di scosse telluriche in corso dal 24.8.16, di più o meno grave entità, aggravando la situazione ambientale già precaria per le operazioni di Soccorso alle popolazioni. Per individuare e conoscere l’origine della catastrofe ambientale e umana, è necessario riflettere sulla concomitanza di tre fattori. Quello geografico (la posizione della penisola rispetto all’Adriatico), quello climatico in funzione di questa posizione, e infine quello umano. L’Appenninia è popolata da diversi millenni e, sebbene si assista attualmente a un progressivo spopolamento, l’uomo è tuttora presente ovunque, fino a 1200 metri d’altitudine, ed esso occupa ancora numerose cittadine, borgate e frazioni sparse. Nel corso di molti secoli, la presenza umana ha plasmato e modificato il territorio, soprattutto distruggendo il bosco per favorire la pastorizia ovina: dai tre agli otto milioni di pecore durante l’epoca d’oro delle transumanze. Come ha ben evidenziato Riccardo Finelli (2014), l’Appennino è una «terra di resistenza» dove l’uomo ha sempre conosciuto condizioni di vita difficili, caparbiamente sopportate nel corso della lunga storia della sua presenza sul territorio. L’uomo ha fatto molte cose che non doveva fare, creando i presupposti per un diffuso dissesto idro-geologico, in una terra geologicamente giovane e strutturalmente fragile.

Questa diffusa e capillare occupazione delle terre ha reso più precarie e difficoltose le operazioni di soccorso; alle quali hanno collaborato anche i pompieri di Locarno, di Bellinzona e di Chiasso con un encomiabile esempio di solidarietà umana. Particolarmente prezioso l’impiego di mezzi meccanici portati dal Ticino per lo sgombero della neve e per aprire dei varchi nelle strette stradine degli abitati bloccati. E persino con la presenza di due volontarie di Locarno, il cui compito è stato di occuparsi degli animali domestici e dei cani. Nel 1992 la Regione Abruzzo decretava la lungimirante istituzione di una Commissione Valanghe in ogni comune montano sottoposto a potenziali pericoli di questa natura. Nel territorio del comune di Farindola (600 m, alle falde del Gran Sasso d’Italia) era stato costruito abusivamente (in regime di sanatoria edilizia per assecondare gli interessi politici ed economici locali) un complesso alberghiero 4 stelle in località Rigopiano (1200 m). Ebbene, la Commissione Valanghe di Farindola non si riuniva dal 2005 (!). La catastrofe originata da una valanga di imponenti proporzioni (400mila tonnellate di neve e di detriti, l’equivalente di 4mila TIR a pieno carico) e che ha causato 29 vittime, era stata prevista dai tecnici della Protezione Civile, ma «Nessuno si mosse per l’allerta neve» («La Stampa» del 31.1.17). Così pure era stato previsto che, con un repentino aumento della temperatura in quota, sarebbe conseguita una drastica diminuzione della stabilità del manto nevoso per mancanza di un sufficiente ancoraggio al suolo. Secondo i sismologi del Centro nazionale Terremoti «forse non sapremo mai se la serie di sismi – 5 scosse di magnitudine Richter 5 entro 24 ore – e valanga a Rigopiano siano collegati». Ma di tutt’altro parere sono gli specialisti di valanghe (un altro caso di incomunicabilità tra studiosi delle scienze della terra: sismologia e nivologia), i quali sanno da molto tempo (Fraser 1970) che, qualora un pendio innevato si trovi in precarie situazioni di equilibrio, basta il rumore di voci umane per scatenare onde sonore in grado di provocare il fenomeno «valanga». Questa sensibilità è spesso utilizzata quando si decida di provocare «valanghe artificiali» con esplosivi a salve per la protezione di abitazioni, vie di comunicazione e piste da sci. Per concludere, nel caso di Rigopiano vi è stato uno stretto rapporto di cause ed effetti tra le scosse telluriche e lo scatenamento della valanga.

VesianalclaiMigros*

la tua sp

− premio CHF 200. − / dal 2. all’11. 0. 00 2’ F CH io prem carte regalo: 1. *sotto forma di

30%

3.95 invece di 5.65 Caprice des Dieux 330 g, 100 g / 1.20

30%

3.70 invece di 5.30 Tartare Ail & Fines Herbes Duo 2x150 g, 100 g / 1.24

30%

4.70 invece di 6.75 Saint Albray 300 g, 100 g / 1.57

Bibliografia

Riccardo Finelli, Appenninia. Viaggio nella terra di domani, Edizioni Neo (Castel di Sangro), 2014, 300 pp. Colin Fraser, L’enigma delle valanghe, Zanichelli (Bologna) 1970, 236 pp. H.G. Jones et al., Snow Ecology, Cambridge University Press (Cambridge, USA), 2001, 378 pp.

30%

4.05 invece di 5.80

30%

4.80 invece di 6.90

Chavroux Tendre Bûche Duo 2x150 g, 100 g / 1.60

Annuncio pubblicitario

Soccorso alpino

In vendita nelle maggiori filiali Migros OFFERTA VALIDA DAL 21.03 AL 27.03.2017 OPPURE FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK **Condizioni di partecipazione: jackpot@bongrain.ch. La partecipazione è senza obbligo d’acquisto. 0.20 CHF / SMS

Fol Epi fette Classic 300 g, 100 g / 1.35

SMS

**

«Jackpot» e il tuo indirizzo al 963 In vendita alla tua Migros


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

16

Ambiente e Benessere

Albania, il paese delle aquile

Tagliando di prenotazione

di CHF 50.– re lo a v l e d s ro 2017 isti Mig M Carta acqu renotazioni entro il 30 aprile rp (a camera) pe

Desidero iscrivermi al tour collettivo in Albania, dal 22 al 29 luglio 2017:

Viaggio Per i lettori di «Azione», Hotelplan organizza

Nome

un tour collettivo, dal 22 al 29 luglio 2017 Una terra ricca di storia e fascino, un itinerario classico che tocca i maggiori luoghi di interesse del Paese, tra mare, montagne e siti archeologici, testimonianze di un passato controverso. Il viaggio proposto da Hotelplan porterà i lettori di «Azione» che vorranno partecipare da Tirana, moderna capitale simbolo della nuova Albania, fino a Saranda, animata località turistica lambita dalle acque cristalline del Mar Ionio, attraverso paesaggi costieri di rara bellezza e deliziose

cittadine patrimonio dell’UNESCO. Partenza e ritorno Ticino-Malpensa-Ticino avverranno con un comodo torpedone, mentre i voli saranno dei charter. A Tirana, una guida locale prenderà il gruppo in consegna e la prima visita includerà sia la Moschea di Ethem Bey sia il Museo Storico Nazionale. Va detto che la città, simbolo della nuova Albania, ha cambiato volto ed è ricca di locali alla moda, gallerie d’arte e centri culturali. Il giorno successivo si percorreran-

Il programma di viaggio 22 luglio Ticino – Italia – Tirana 23 luglio Tirana – Fier – Apollonia – Berat 24 luglio Berat – Valona – Porto Palermo – Saranda 25 luglio Saranda – Butrinto – Saranda

26 luglio Saranda – Argirocastro – Durazzo 27 luglio Durazzo – Kruja – Scutari 28 luglio Scutari – Alessio – Tirana 29 luglio Tirana – Italia – Ticino

Cognome

no 180 chilometri verso Berat (splendida città-museo conosciuta anche come la «città dalle mille finestre»), a sud del paese, facendo tappa ad Apollonia, antica città che ospita uno dei più importanti siti archeologici del Paese. Il 24 luglio saranno 225 i chilometri che verranno coperti, dopo una visita di Berat, il cui centro storico è patrimonio dell’UNESCO, mentre alla baia di Porto Palermo, sarà possibile visitare la suggestiva fortezza di Ali Pasha. Ci si risveglierà a Saranda. Da qui si farà un’andata e ritorno (60 km) verso Butrinto affascinante città, anch’essa patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. L’indomani, da Saranda si partirà per la tratta più lunga: 260 chilometri, per raggiungere Argirocastro: in base all’orario di partenza e alle condizioni del traffico, durante il tragitto sarà possibile una sosta per la visita allo spettacolare Occhio Blu, una sorgente carsica che deve il suo nome al colore turchese delle sue acque. La città di Argirocastro è detta «La città di pietra», per le antiche case for-

Bellinzona

Lugano

Lugano

Viale Stazione 8a 6500 – Bellinzona T +41 91 820 25 25 bellinzona@hotelplan.ch

Via Pietro Peri 6 6900 – Lugano T +41 91 910 47 27 lugano@hotelplan.ch

Via Emilio Bossi 1 6900 – Lugano T +41 91 913 84 80 lugano-viabossi@hotelplan.ch

Sul sito web zione.ch/concorsi w.a ww » continua il «Quiz Hotelplan gio In palio buoni viag da 100.– franchi. Buona fortuna!

Via

NAP

tificate prive di balconi, ma ricche di finestre finemente lavorate. Si visiterà poi Kruja, antica capitale dell’Albania e città simbolo della resistenza anti-ottomana, con la visita al Museo Etnografico dedicato a Giorgio Castriota Scanderbeg, padre fondatore del sentimento nazionale albanese, e passeggiata per il caratteristico bazar. Infine, dopo una visita panoramica di Scutari, antica città illirica, il viaggio si concluderà con la visita al suggestivo Castello di Rozafa.

Località

Telefono

e-mail Sarò accompagnato da … adulti

Prezzi Prezzo per persona in camera doppia: CHF 1815.–. Supplemento camera singola: CHF 375.– Spese di dossier Hotelplan: CHF 60.–. Il prezzo comprende Accompagnatore Hotelplan e trasferimenti in bus organizzato dal Ticino; voli charter da/a Milano Malpensa; tasse aeroportuali; tour in bus con guida

locale parlante italiano; pernottamenti in camera doppia dotata di servizi privati; trattamento come da programma; tutte le visite; escursioni ed ingressi menzionati ed indicati nel sintetico programma di viaggio; tessera Migros del valore di CHF 25.– a persona. Il prezzo non comprende Assicurazione annullamento; pasti e bevande non menzionati; mance (EUR 30.– pp) ed extra in genere. Annuncio pubblicitario

4.40 invece di 6.30

Cervelas di volatile, Svizzera, in conf. da 3 / 2 x 100 g

9.40 invece di 13.50 Galletto, Svizzera, in conf. da 2 x ca. 500 g, al kg

6.50 invece di 9.30

Bratwurst di volatile, Svizzera, in conf. da 3 / 2 x 110 g

STAZIONE DAL 23 AL 25.3 GRANDE DEGU S. ANTONINO PRESSO LA MALL DEL CENTRO OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017.

1.05 invece di 1.50

Lyoner di volatile Svizzera, affettato in vaschetta, 2 x ca. 180 g, per 100 g


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

17

Ambiente e Benessere

Alla ricerca del pittoresco

M A scuola di viaggio

Viaggiatori d’Occidente Alcune idee per visitare una città sconosciuta come Palermo

Corso U n

laboratorio con Scuola Club Migros Lugano

Claudio Visentin Le compagnie low cost, con le loro tariffe minime, hanno dato un grande impulso al turismo urbano. Ma visitare una città non è sempre facile, specie se il tempo è limitato. È quel che pensavo qualche giorno fa, aggirandomi per le vie di Palermo. La città siciliana è un ottimo esempio da questo punto di vista, perché è molto interessante ma al tempo stesso anche terribilmente complicata. La guida turistica non aiuta. Decine e decine di pagine accumulano una fantastica quantità di informazioni, ma presto la curiosità cede il passo a una schiacciante consapevolezza dei propri limiti, a un senso di sfinimento anticipato. Non può che essere così del resto. Per queste vie, per queste piazze, si sono avvicendati greci, fenici, romani, bizantini, arabi, normanni, angioini, aragonesi, spagnoli… Ho dimenticato qualcuno? Camminando per il centro cittadino, pochi passi separano monumenti di epoche lontanissime tra loro; per essere compresi richiedono categorie storiche ed estetiche completamente diverse, dalla semplice eleganza del gusto classico alla più sfrenata opulenza barocca. Senza contare che spesso le tracce dei diversi popoli si sono sovrapposte negli stessi spazi. Per esempio i monumenti più famosi della città – la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale – celebrano la grandezza dei normanni attraverso l’opera e il linguaggio artistico di maestranze arabe.

«Immaginate Palermo come una cipolla, fatta di tanti strati. Ogni volta che ne sbucciate uno, ne trovate un altro» Nel popolare quartiere della Kalsa, la cinquecentesca chiesa di Santa Maria dello Spasimo, ora sconsacrata, lascia vedere il cielo azzurro e fughe di nuvole sopra le sue navate scoperte. La storia di questo edificio è un romanzo d’appendice: fu dapprima chiesa del convento dei monaci olivetani, poi teatro cittadino, lazzaretto, magazzino di cereali, ospizio per i poveri, ospedale… Né è storia soltanto locale. Il devoto giureconsulto Giacomo Basilico, dopo aver donato questi terreni ai monaci, commissionò al grande Raffaello Sanzio, allora attivo a Roma, un dipinto che mostrasse l’infinito dolore della Madonna (appunto lo spasimo)

Bancarelle di frutta e verdura al mercato di Palermo. (Vincenzo Cammarata)

alla vista di Cristo trascinato al Calvario. Dopo un avventuroso naufragio, l’opera d’arte fu ritrovata e raggiunse finalmente Palermo. Ma verso la metà del Seicento fu donata al re di Spagna e, dopo una parentesi francese al tempo di Napoleone, oggi è esposta a Madrid al Museo del Prado. La storia cominciata tra queste mura diroccate ha toccato così due grandi capitali europee. A pochi passi di distanza il sontuoso orto botanico, con le sue gigantesche piante tropicali, celebra invece l’età d’oro delle esplorazioni nell’emisfero australe e l’incantamento di specie mai vedute prima. Anche i meravigliosi palazzi nobiliari, che colpiscono il viaggiatore per il loro numero tanto maggiore rispetto a qualunque altra città, parlano d’altrove, di vasti latifondi impoveriti e implacabilmente spremuti per ben figurare nella capitale del Regno di Sicilia, agli occhi del Re e della corte. Non serve solo imparare, bisogna anche dimenticare. Per una coincidenza, il palazzo dove ho abitato è stato descritto da Tomasi di Lampedusa nel suo celebre romanzo Il gattopardo, uno dei testi sempre consigliati a chi cerca di comprendere Palermo e la Sicilia. In un bel libro da poco pubblicato (Non c’è più la Sicilia di una volta, Laterza) Gaetano Savatteri sostiene invece, sin dalle prime righe, che quella Sicilia non esiste: «Non ne posso più di Ver-

ga, di Pirandello, di Tomasi di Lampedusa, di Sciascia, di Guttuso. Non ne posso più di vinti; di uno, nessuno e centomila; di gattopardi; di uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraqua. E sono stanco di Godfather, prima e seconda parte, di Sedotta e abbandonata, di Divorzio all’italiana, di marescialli sudati e baroni in lino bianco. Sono stufo di pale di fichidindia a colori accesi e quarti di manzo appesi alla Vucciria. Non ne posso più della Sicilia. Non quella reale… non ne posso più della Sicilia immaginaria, costruita e ricostruita dai libri, dai film, dai quadri, dalla fotografia in bianco e nero». Dopo il 1992, sostiene Savatteri, molto è cambiato nei più diversi ambiti: la lotta alla mafia, la gastronomia, il successo mediatico di Montalbano, l’arrivo in massa dei migranti. Quando le troppe informazioni cominciano a confondersi nella mente, possiamo sempre cambiare radicalmente approccio e abbandonarci a una contemplazione estetica. A Palermo, anche in questi primi giorni di incerta primavera, il clima invita a stare all’aperto e i suoi abitanti non si fanno pregare. La vita di strada è percorsa da un’incessante animazione, in particolare nei mercati, a cominciare dal popolare Ballarò, risonante delle abbanniate, cioè i chiassosi richiami in dialetto dei venditori per attrarre

l’interesse dei passanti. La città diventa teatro, a ogni angolo cambia scena e dopo tanti sforzi intellettuali è piacevole lasciare che il mondo esterno ci colmi di suoni, colori e impressioni. La ricerca del pittoresco è uno stile di viaggio facile e gradevole, ma certo non può bastare ai «viaggiatori d’Occidente». Sulle bancarelle di Ballarò, tra frutti giganteschi e pile di ortaggi, fanno bella mostra i mazzi di rosse cipolle di Tropea. Palermo è una cipolla (Laterza) è proprio il titolo di un bel libro di Roberto Alajmo, forse il più utile per chi vuole provare a capire questa città. Immaginate Palermo come una cipolla, fatta di tanti strati. Ogni volta che ne sbucciate uno, ne trovate un altro. Lo strato più esterno, meglio buttarlo: sono i luoghi comuni, l’apparenza turistica, le immagini più conosciute. Naturalmente ci si può accontentare di uno qualunque degli altri strati, è comunque cipolla, con il suo caratteristico sapore pungente. Oppure si può andare avanti a sfogliare, anche solo per curiosità, scoprendo ogni volta una diversa consistenza e colore. Togliete ancora uno strato, ancora un altro e, alla luce di ogni nuovo strato, quello precedente appare grossolano. Ma quando giungete al cuore della cipolla e siete pronti per la rivelazione finale… non trovate più nulla. La cipolla è in ogni strato e al tempo stesso in nessuno di essi.

Il viaggio richiede un grande investimento di passione, di tempo e di energia (oltre al denaro naturalmente). Per questo una buona preparazione prima della partenza può essere d’aiuto: non una serie di regole, da applicare meccanicamente, ma piuttosto una riflessione aperta alla bellezza e alla varietà del mondo, insomma una «Scuola del Viaggio». In questa prospettiva «Azione» e Scuola Club Migros Lugano propongono una nuova edizione del laboratorio dedicato all’arte di viaggiare, per imparare a vivere e raccontare le vostre esperienze in una forma più curata e coinvolgente. L’insegnante sarà Claudio Visentin, curatore della nostra rubrica «Viaggiatori d’Occidente» che, settimana dopo settimana, propone riflessioni e spunti per viaggiare in modo più interessante e creativo. Il laboratorio inizierà spiegando come progettare un viaggio interessante, come prendere appunti strada facendo, come rielaborare quanto visto dopo il ritorno a casa. In seguito approfondiremo la scrittura di viaggio nelle sue diverse forme, dal racconto al reportage, alternando testo e immagini, anche con alcuni divertenti esercizi. Il laboratorio è aperto a tutti: sono benvenuti i principianti al pari di chi ha già qualche esperienza di scrittura. Si svolgerà sabato 1 aprile 2017, ore 9.0012.00 e 13.00-16.00, presso la Scuola Club Migros Lugano, in via Pretorio 15. Il costo dell’iscrizione è di 144 franchi (con uno sconto del 10 per cento a chi porterà o citerà «Azione» al momento dell’iscrizione); inoltre a ogni partecipante verrà donato il taccuino della Scuola Migros. Il corso è a numero chiuso (massimo 12 partecipanti, in ordine d’iscrizione sino ad esaurimento dei posti disponibili). È possibile iscriversi presso la segreteria della Scuola Club Migros Lugano per telefono (091 821 71 50), via posta elettronica scuolaclub.lugano@ migrosticino.ch) o direttamente sul sito internet www.scuola-club.ch.

Punteggiatura ambigua

Giochi di parole Q uando dire «ho voglia di mangiare Maria» può diventare sospetto… «Ho visto un orso in fuga con il tuo binocolo» – «Ho visto un orso in fuga, con il tuo binocolo». «È un ragazzo povero di rilevante inventiva» – «È un ragazzo povero, di rilevante inventiva». «Ho assaggiato un piatto cinese bollito con le bacchette di legno» – «Ho

assaggiato un piatto cinese bollito, con le bacchette di legno». Qui di seguito, sono riportati alcune frasi di vario genere. Cercate di individuare quali tra queste possiedono un significato che può mutare sensibilmente, per la soppressione, per l’aggiunta, o per lo spo-

Soluzione

Anche se non sempre ci si riflette, il significato di una frase può mutare sensibilmente, a causa di un segno di punteggiatura, omesso, aggiunto o spostato. A tale riguardo, è proverbiale il responso dell’oracolo di Delfi, tramandato dai Romani: «Ibis redibis non morieris in bello». In base alla posizione di una virgola, quella frase poteva essere interpretata come: «Ibis, redibis, non morieris in bello» («Andrai, ritornerai, non morirai in guerra»), oppure come: «Ibis, redibis non, morieris in bello» («Andrai, non ritornerai, morirai in guerra»). Come si vede, la scelta della punteggiatura giusta può essere una questione di vita o di morte… Un altro celebre esempio riguarda

la genesi del motto: «Per un punto Martin perse la cappa» («Per poco, non è stato raggiunto un obiettivo»). Questa frase deriva da un aneddoto del XVI secolo, in base al quale il monaco Martin, abate del monastero di Asiello, non divenne priore perché sulla porta del convento, volendo scrivere «Porta patens esto nulli claudatur onesto» («Stia aperta la porta, non si chiuda a nessun uomo onesto»), mise un punto dopo la parola nulli, e la scritta assunse il significato di: «La porta non si apra per nessuno. Si chiuda per l’uomo onesto». A parte tutto, siccome un segno di punteggiatura non costa niente, a mio avviso è opportuno usarlo ogni volta che si rischia di generare dei fraintendimenti, come nei seguenti casi (meno drammatici dei precedenti…). «Ho voglia di mangiare Maria» – «Ho voglia di mangiare, Maria».

Tutte le frasi proposte si prestano a un’interpretazione ambigua. 1. «Non sopporto i rompiscatole, come te» (Anche io, come te, non tollero i seccatori). 2. «È un libro rivestito in pelle, d’uno scrittore del Seicento» (È un libro rivestito in pelle, scritto da un autore del Seicento). 3. «Non renderti ridicolo, per piacere» (Per cortesia, non renderti ridicolo). 4. «Lei ragiona, come quel citrullo non riesce proprio a capire» (Lei sa ragionare, ma quel citrullo non riesce a capirlo). 5. «L’Italia, battuta la Germania, è Campione del Mondo» (L’Italia, sconfitta la Germania, ha conquistato la Coppa del Mondo di Calcio). 6. «Quei gioielli sono troppo cari, per Diana» (Quei gioielli costano troppo, perdinci!).

Ennio Peres

stamento di un segno di punteggiatura. 1. «Non sopporto i rompiscatole come te» (Non tollero i seccatori, del tuo rango). 2. «È un libro rivestito in pelle d’uno scrittore del Seicento» (È un libro rivestito con la pelle d’uno scrittore del Seicento). 3 «Non renderti ridicolo per piacere» (Non renderti ridicolo, con la speranza di farti apprezzare). 4. «Lei ragiona come quel citrullo, non riesce proprio a capire» (Lei ragiona come quel citrullo, non è proprio in grado di capire). 5. «L’Italia battuta, la Germania è Campione del Mondo» (La Germania, sconfitta l’Italia, ha conquistato la Coppa del Mondo di Calcio). 6. «Quei gioielli sono troppo cari per Diana» (Quei gioielli costano troppo, per le risorse di Diana).


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

18

Ambiente e Benessere

Crema di piselli alla menta

Migusto La ricetta della settimana

Primo piatto Ingredienti per 4 persone: 1 cipolla · 3 cucchiai d’olio di colza HOLL · 300 g di piselli surgelati · 1 l di brodo di verdura · 1 mazzetto di menta · 2 dl di latte · 3 dl di panna · sale · pepe.

migusto.migros.ch/it/ricette

Tritate la cipolla. Scaldate l’olio in una padella con bordo alto e fatevi soffriggere la cipolla e i piselli per circa 5 minuti. Unite il brodo e lasciate sobbollire a fuoco medio per circa 15 minuti. Legate il mazzetto di menta con uno spago e aggiungetelo ai piselli durante gli ultimi 5 minuti di cottura. Toglietelo a fine cottura. Versate il latte e la panna nella minestra e frullate. Condite con sale e pepe.

Per diventare membro di Migusto non ci sono tasse d’iscrizione. Chiunque può farne parte, a condizione che un membro della sua famiglia possieda una Carta Cumulus.

Preparazione: circa 30 minuti. Per persona: circa 7 g di proteine, 35 g di grassi, 17 g di carboidrati,

1750 kJ/430 kcal.

La Nutrizionista Rubrica online Solo nell’edizione online, www. azione.ch, la rubrica mensile dedicata all’alimentazione. La cura Laura Botticelli, dietista ASDD, che risponderà alle domande dei lettori.

Annuncio pubblicitario

In aggiunta alle oltre 400 etichette

Faustino I Gran Reserva

Zolla Primitivo di Manduria DOP

2005, DOCa Rioja, Spagna, 75 cl ORO CONCOURS MONDIAL DE BRUXELLES

90 PUNTI GUÍA PEÑÍN

2013, Puglia, Italia, 75 cl ARGENTO BACCHUS SPAGNA

BRONZO DECANTER

ORO BERLINER WINE TROPHY

ARGENTO VINALIES INTERNATIONALES

Rating della clientela:

Votate ora! Carne rossa, carne bianca, piatto unico

Aperitivo, pesce d’acqua salata

Tempranillo, Graciano

Glera (Prosecco)

8–15 anni

1–2 anni

Ora ti propone anche le migliori offerte di vini

Sunrise Cabernet Sauvignon Concha y Toro 2016, Central Valley, Cile, CO 2 neutrale, 6 x 75 cl Rating della clientela:

Monte del Castello Chasselas 2015, Ungheria, 6 x 75 cl

Votate ora! Aperitivo, carne bianca

Carne rossa, grigliate, risotto, formaggio saporito e stagionato

Chasselas

Cabernet Sauvignon

1–2 anni

1–3 anni

40%

11.95 invece di 19.95

50%

7.25 invece di 14.50*

50%

23.85 invece di 47.70 4.– a bottiglia invece di 7.95

*Confronto con la concorrenza

Enoteca Vinarte, Centro Migros S. Antonino Orari d’apertura: lun.–mer. + ven. 9.00–18.30 / gio. 9.00–21.00 / sab. 8.00–18.30 tel.: +41 91 858 21 49

SPECIAL 16.80 2.80 a bottiglia

Offerte valide dal 21 al 27 marzo 2017 / fino a esaurimento / i prezzi promozionali delle singole bottiglie sono validi solo nella rispettiva settimana promozionale / decliniamo ogni responsabilità per modifiche di annata, errori di stampa e di composizione

Enoteca Vinarte, Centro Migros Agno

Orari d’apertura: lun.–mer. + ven.–sab. 8.00–18.30 / gio. 8.00–21.00 tel.: +41 91 605 65 66


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 18 2017 • N. 12

19

21

S C O R E

20

22

23

U L L A I A C L R S G R A N O R M

S C I E

F I L A 19 O L E A Ambiente e Benessere I A M P I E M I D C E N A

Alba di rabbia per vedere chi lavora 24

25

26

27

28

Sportivamente Lo sport lascia senza fiato anche i tifosi

(N. 10 - Tredici mesi, più di sessanta)

sulla cresta dell’onda. Il suo pubblico continua a non credere ai propri occhi e le giocate del tennista basilese continuano a suscitare «oh!» di meraviglia da parte degli spettatori di ogni nazione. Le donne, dalle ragazzine alle nonN. 49 per GENI Schema ne, sono sempre in prima fila e si mangiano con gli occhi l’elegante Roger. 2 8 5 Ci sono stati i Mondiali di sci alpino a St. Moritz, dai quali ci atten7 devamo mirabilie 1dalla nostra4 Lara Gut, primadonna non soltanto fra le 4 3 elvetiche, bensì 6 di tutto il movimento nazionale. Aveva iniziato bene la ticinese, salendo sul podio 8 già nella prima gara. A fermarla è stato un incidente che – secondo 6 7 noi – non avrebbe 2 mai dovuto accadere. La sua uscita di scena definitiva (fino alla prossima stagione) 2 8 9 è la cosa che più ci ha rattristato, nonostante i buoni risultati degli svizzeri. 7 6 Senza 5 quella brutta2caduta, il bottino della formazione di casa, sarebbe stato 9 5 7 3 fatto probabilmente il migliore. Ci ha quindi molto piacere vedere Lara alla tv, dopo la necessaria 4 9 operazione a un ginocchio, di nuovo armata del suo sorriso e fiduciosa per l’avvenire. N. 50 per GENIIntanto è il calcio della Champions League, con le stelle delle sue squadre 2 prestigiose, a conquistare 5 il granDopo un certo salto di qualità, in più seguito a una pesantissima sconfitta de pubblico. Una sera è il Real Madrid, rimediata a Thun, il nuovo 1 allenatore 6 un’altra,3 il Bayern 4e così via. Anche non le ha mandate a dire ai bianconeri, il ciclismo ha la sua parte. Si è appena convocandoli il giorno dopo per 3 un al- corsa 5 la Milano-Sanremo nel bel mezlenamento all’alba. Forse i suoi ragazzi zo dei playoff di hockey. «Spegni quelavranno capito che cosa si pretende da la televisione e va a fare due passi!». Il loro, retribuiti in parte 7 con stipendi da rimprovero delle mogli ci pare giusto. fare invidia a molti lavoratori. «Ma c’è Federer», rispondiamo noi. 1 tregua «Beh, se c’è lui, nulla5da dire». 3 In queLo sport, insomma,4non dà neppure ai tifosi. sto caso pace è fatta. Basta avere l’acRoger Federer (come non ci- cortezza di precisare chi ha 1 vinto. Ma GiochiC’è per “Azione” - Febbraio 2017 tarlo!), non più giovanissimo, di nuovo certo, ha vinto lui.

Alcide Bernasconi 1

Un tempo, ricordo bene, l’hockey su ghiaccio dei bianconeri era soffocato dai cugini del calcio. L’hockey? Lasciamolo alle squadre di montagna, dicevano i tifosi che accorrevano allo stadio di Cornaredo anche per gare di secondo ordine. Quello per il pallone era un amore di vecchia data.

Giochi

3

9

4

5

6

10

12

7

8

13

14 16

17

18 19

20

21

22

23

24 25

(N. 11 - I fondi di ca è o con aceto) 1

2

3

4

5

6

P I F F E R O L’allenatore del FC Lugano, Paolo Tramezzani. (Keystone) U N O D I R 9 10 11 dra del Lugano, diretta dallo svedese tate improvvisamente scomodissime. R E N D C I John Slettvoll) si dedicassero con impeDopo anni di pessimi risultati, 12 gno a migliorare le loro prestazioni. salvo rare eccezioni, ecco il calcio luS T A N C O Così, in seguito ai problemi in cui ganese tornato di nuovo nella massima 13 14 15 16 17 18 19 si trovarono allora invischiate anche le divisione, grazie alla passione e all’imA E F I N F I D E‘ ‘ squadre di calcio, nel giro di qualche pegno del presidente Angelo Renzetti. 20 21 22 23 24 anno, almeno in Ticino, ci fu un’inver- Il numero uno dei bianconeri ha infine O C N O E B A N O sione di tendenza. Lo stadio di Corna- portato a Lugano – dopo aver stupito 25 26 27 28 redo dovette cedere la precedenza alla tutti con l’assunzione di Zeman, preR A D E R E I R L Resega dove nacque la forte rivalità fra levato dal calcio italiano – un tecnico 29 30 31 32 33 nord e sud del cantone e si giocavano italiano che ha contribuito alle recenti T R E O C A D E I derby con oltre settemila spettatori, fortune della nazionale albanese, ossia 34 35 molti dei quali pigiati in piste diven- Paolo Tramezzani. A IStefania T Sargentini A O Z I A R E 6 8 7 3 (N. 9 - Il portatore della accola olimpica) Vinci una delle 3 carte regalo da 50 franchi con il4cruciverba 6 7 F I L Icon P Pil O e una delle 2 carte regalo da 50 franchi sudoku (N. 12 - Peccato confessato mezzo perdonato) I R I S 4R T 8 7

8

1

2

3

4

5

7

1

Scopri il proverbio nascosto nel cruciverba, rispondendo alle definizioni e leggendo nelle caselle evidenziate. (Frase: 7, 10, 5, 9)

2

3

11

4 13

12 16

14

13

15

7

8

11

16

17

24

20

25

20 23 26

21

26

O S

29

(N. 10 - Tredici mesi, più di sessanta)

30 33

1

2

9

34

31

3 10

12

40

22

28

25

28

10

18

22

4

32

5

35

7

14

38

39

15 17

16

41

18

20

21

22

30. In quel del Re nasce il Po 24 23 32. Una cantante di nome Anna 33. Anchise ne sposò25una 34. Personaggio dell’Iris 36. Simbolo chimico del tallio di paternità (N.38. 11Sigla - I fondi di caignota è o con aceto) 1 7 9

2

3

4

5

20 25

P I F F2 U1 N O6 R E3 N D5 7 S T A A4 1 E F O C N R6 A D8 E T R E A I T4 A

11

29 34

Vincitori del concorso Cruciverba 14 16 17 18 su «Azione 10»,15del 6.3.2017

19

22 23S. Franzoia, 24 A. Jepson, U. Breda

21

27

Z

A

3

T O

F2 E9 M7 T R O 6 U O

T

S O P O I

N O

8

M R Z

I

9

1

9

5

7

O

8 9

5

4 I2

SUDOKU PER GENI - DICEMBRE BIS 2016

5

N. 50 per GENI

6

I vincitori

26

2

2

A7 3

9

6

2

1

3

4

N

O 5

6

5

2

8

8

1

7

7

4

5

2

1

3

6

9

9

2

8

1

8

6

4

3

5

3

BUONO A SAPERSI –4Per9togliere gli odori sgradevoli 6 8dal 2frigorifero 3 1 basta 4 9mettervi 7 5 un bicchierino con… I FONDI DI CAFFÈ O CON ACETO.

12 13

E

E

9 5della 7 settimana precedente 3 Soluzione

8

10

R

E

C A

C TE R A P R IE DT E N TE I R O I N. 49 per GENI Schema Soluzione A I C I M E I R A D5 I P O I E 2 X1 8T 5 R4 2 8 L E S I V I S P O T 7 1 4 5 7 6 8 9 A T7 O PT EI LA A 9 SR U O O NN O2 4 3 6 9 4 3 1 7 A N D E I T O L A N TA 8 LE 4 R N A 3 2 9I 4 N6 A S I N I E 6 7 2 8 6 1 9 3 S I T I T S 8 1 7 5 4 2 3 2 8 9 6 8 M A T N O S 7 6 5 2 4 3 7 6 5 A N. E I CGENI A 52T per

8

11

13

37

6

19

VERTICALI 1. Ministro di culto evangelico 2. Tagliate con precisione 3. Si fa di coscienza 5. Le iniziali dello scultore Canova 6. Dispari nella ruota 7. Senza gusto 8. Relativo all’Africa 9. Il nome di Teocoli 10. Sillaba sacra ai buddisti 12. I parenti di una volta 16. L’inventore di un progetto 18. Possessivo 20. Gli dei di Sigfrido 22. Lo era il valoroso Ettore 25. Primo cardinale inglese 26. È pari a un milionesimo di metro 28. Ha minuscoli denti 29. Sono in silenzio

A T O S E R Sudoku L N. E 51 D EI GENI P I E C Rper AA R S U L L A F I L A Soluzione: S AS O L CE 1O AN Scoprire numeri CA Ii 3N A C corretti da inseOS L CR A S VC II A M A P IS rire nelle caselle 2 4 R G R A I E M I D colorate. T I M I D A A E N O R M E 5C E N A

14

27

24

36

9

12

19

17

21

19

27

Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch

6

10

18

15

23

ORIZZONTALI 1. Devote 4. Imbarcato nella stiva 11. Porzione arcuata di un organo 13. Unitamente 14. Sigla di Forza elettro-motrice 15. Sono legati all’archeologia 17. Lo è Betelgeuse 19. Riservata, introversa 21. Tre vocali 23. Spinto... 24. Scrisse La volpe e l’uva 26. Le iniziali dell’attrice Ryan 27. A briscola vale quattro 28. Sulle spalle 29. Il marito della sorella del padre 30. Buca inglese 31. Atti coraggiosi 33. In seguito 35. Non incluso 36. Pallida rosa 37. Il cantante Rosalino Cellamare 39. Dio egizio 40. Parte superiore della torre di un faro 41. Allevò Bacco

5

6

8

9

Cruciverba

R E D ESUDOKU N T I PER GENI I M E I R A V I S P O T A S U O N O A L I T O A S I N I E S I T I T S M A T N O S A E T I C A

T R A A I C L E S I P I L A N D E

11

15

Per punizione, dopo la scoppola subita a Thun, l’allenatore del FC Lugano, Paolo Tramezzani, ha strigliato i suoi ragazzi in modo originale Alla Resega, invece, ad attirare gli spettatori erano alcuni incontri che promettevano spettacolo, come quando scese sul ghiaccio una formazione prestigiosa di Londra, quella dei Wembley Lions, composta esclusivamente da giocatori canadesi che non avevano trovato un posto in una delle sei squadre della famosa National Hockey League (NHL). Erano atleti di prim’ordine, dal gioco spettacolare, che conquistò anche il pubblico ticinese. Il Lugano dell’hockey non poteva ergersi a questi livelli sul ghiaccio artificiale. Del resto anche la nazionale rossocrociata, un tempo tra le più forti in Europa, annaspava contro formazioni di professionisti e ci vollero molti anni prima che i responsabili, stimolati dai club con buoni allenatori (come la squa-

2

28

Vincitori del concorso Sudoku su «Azione3010», del316.3.201732 33 A. Frigerio, G.35Ceresa

E R O D3 I R4 C I N C O I N5 O E R E7 53 O4 C6 A7 4 8 O Z

5

9

4

3 F32I B1 A I R D I A2

D E‘ N O L E I R E

6

2

9

1 75

4

7

2

1

8

6

7

3

9

64

2

8

8

3

2

5

6

4

9

7

8

3

6

5

1

9

7

2

9

71

4

1

9

8

7

2

5

3

2

6

5

4

9

8

1

9

8

1

8 2

3

6 5

2

1

3

3

7

4

9

9

N. 51 per GENI

1

6

7

13

4

6

7

8

5

1

7

4

6 7

4

25

8

9

6 6 2

8

I premi, cinque carte regalo Migros (N.Partecipazione online: inserire luzione, corredata da nome, cognome, è possibile un pagamento in contanti 12 - Peccato confessato mezzolaperdonato) 1 2 9 7 3 8 1 5 4 2 9 7 6 del valore di 50 franchi, saranno sor- soluzione del cruciverba o del sudoku indirizzo, email del partecipante deve dei premi. I vincitori saranno avvertiti 5Azione, per iscritto. 2 spedita 4 6 2 9 Il44 7 1 6 vincitori 8 5 3 sarà 1 teggiati tra i partecipanti che avranno 1 nell’apposito formulario pubblicato essere a «Redazione nome dei 2 3 4 5 6 7 8 9 10 P 5 I C.P. E C A6901 R Lugano». I C A T O fatto pervenire la soluzione corretta sulla pagina del sito. Concorsi, 6315, pubblicato su «Azione». Partecipazione 8 6 5 7 9 1 3 2 4 8 11 12 13 14 entro il venerdì seguente la pubblica- Partecipazione postale: la lettera o NonAsi N intratterrà sui esclusivamente a lettori che 2 3 S A corrispondenza C O N F E riservata M 3 Le vie legali sono escluse. 9 5Non 7 3 8 4 2 1 6 9 5 15 18 zione del gioco. la cartolina16postale17 che riporti la so- concorsi. risiedono in Svizzera. S C A V I A S T R O 19

20

21

22

8

9

4

2

1

6

5

3

8

9

4

2

7


Portati a casa il tuo coniglietto nel pacchetto sorpresa.

tici s a t n a f n Co ie t i u t a r g i prodott ietto. un conigl

Dal 14.3 al 10.4.2017 per ogni fr. 20.– di spesa, alle casse di ogni supermercato Migros ricevi un bollino (al massimo 15 bollini per acquisto, fino a esaurimento dello stock; sono esclusi i buoni e le carte regalo). La cartolina completa di tutti i bollini può essere consegnata in tutte le filiali Migros fino al 18.4.2017 ricevendo in cambio un pacchetto del valore di circa fr. 20.– contenente prodotti di uso quotidiano e un coniglietto di peluche. L’offerta è valida fino a esaurimento dello stock. Ulteriori informazioni su migros.ch/coniglietti


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

21

Politica e Economia Scozia e Irlanda: le ribelli Theresa May non solo ha l’arduo compito di traghettare il Regno Unito fuori dell’Ue ma deve anche affrontare la nuova voglia di indipendenza della Scozia e dell’Irlanda

La Fed rialza i tassi È la risposta di Janet Yellen all’economia che sta andando bene. La Fed può continuare la sua marcia di avvicinamento alla normalità. Molto lenta, finora, ma in accelerazione

Un sì risicato Le Camere hanno approvato in extremis il progetto «Previdenza 2020», ma c’è lo scoglio della votazione popolare da superare

Desiderio di Olimpiadi Dopo il no popolare grigionese, si fa avanti il Vallese con un nuovo progetto

pagina 23

pagina 22

pagina 25

pagina 27

Le bandiere turca e olandese sventolano davanti al consolato olandese a Istanbul. (AFP)

Alta tensione

Scontro Turchia-Olanda La crisi diplomatica fra i due Paesi, scatenata dallo stop ai comizi pre referendari

di due ministri turchi che avrebbero dovuto svolgersi a Rotterdam, si allarga al resto dell’Unione europea

Alfredo Venturi Comunque vada il referendum del 16 aprile, quando i turchi decideranno se accordare o meno al presidente Recep Tayyip Erdogan gli amplissimi poteri previsti dalla sua riforma, una cosa è certa: fra la Turchia e l’Unione Europea la distanza si è fatta lunghissima, forse incolmabile. Già pregiudicate da tempo, si allontanano ancor più le prospettive di adesione della Turchia alla comunità dei Ventisette. È questa l’inevitabile conseguenza della svolta politica voluta dal presidente turco e della crisi esplosa fra Ankara e alcuni Stati europei. Tutto è nato da un’esigenza di consenso elettorale. Poiché i sondaggi davano in forse il successo in patria, Erdogan ha voluto puntare le sue carte sulla consistente frazione di elettorato che risiede al di fuori dei confini nazionali, soprattutto concentrata in Germania, Francia e Olanda. Sono oltre due milioni di elettori, in maggioranza favorevoli al partito di Erdogan, l’Akp, e dunque potenzialmente inclini al sì nel referendum di aprile. Di qui la decisione di esportare verso quei lidi la campagna elettorale. Lo spregiudicato sultano di Ankara sapeva perfettamente che nell’Europa alle prese con la questione migra-

toria e attraversata da forti correnti di risentimento anti-stranieri, avrebbe toccato un nervo scoperto. Tanto meglio: lo scontro gli permetterà di compattare gli indecisi, in patria e fuori, attorno alla sua proposta, usando la difesa della dignità nazionale, l’orgoglio dell’appartenenza etnica. Per questo, non appena Germania e Olanda gli chiudono le porte in faccia negando l’agibilità dei loro territori ai comizi turchi, alza i toni oltre ogni limite, arrivando ad accusare i due Paesi di razzismo, nazismo, islamofobia. E quando il suo ministro degli Esteri, Mevlüt Cavusoglu, dopo che gli è stato impedito di atterrare a Rotterdam, può esercitare in Francia il diritto negato dagli olandesi intrattenendo a Metz una folla di connazionali, non esita a ringraziare pubblicamente Parigi, suggerendo l’immagine di un’Europa ostile ma al tempo stesso divisa, dunque inaffidabile. Poi la ministra per la famiglia Fatma Betül Sayan Kaya, che come Cavusoglu voleva far campagna in Olanda, viene riaccompagnata alla frontiera. Erdogan infuriato ribadisce le accuse e minaccia sanzioni, anche contro l’Unione Europea che attraverso il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker parla di «commenti vergo-

gnosi». Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato di cui la Turchia è il pilastro affacciato sul Medio Oriente, invita le parti al rispetto reciproco. Queste reazioni relativamente pacate si spiegano sia col desiderio di non fare il gioco di Erdogan incoraggiando la risposta emotiva degli elettori turchi, sia col timore che il sultano possa denunciare il patto che lo impegna a bloccare sul suo territorio i flussi migratori diretti verso l’Europa. Anche Angela Merkel reagisce con diplomatica compostezza, ma non senza definire «problematico» l’approccio turco alla democrazia. Berlino autorizza tredici sedi per il voto: i turchi della Germania potranno partecipare al referendum. Sole condizioni: trasparenza e ordine. Ma ormai la crisi si è allargata e la disponibilità francese rimane una solitaria eccezione: l’Austria rifiuta di autorizzare eventi elettorali della minoranza turca, la Danimarca posticipa una visita a Copenhagen del primo ministro di Ankara Binali Yildrim. La riluttanza europea ad ospitare la campagna elettorale di Erdogan si estende al fuori dell’Unione: anche in Svizzera ci sono resistenze a concedere spazio ai comizi turchi. I toni si fanno sempre più aspri nei confronti dell’Olanda, irrompendo nella vigilia del voto parlamentare che

vedrà il primo ministro Mark Rutte, favorito proprio dalla crisi con la Turchia, contenere l’offensiva anti-europeista e anti-migranti di Geert Wilders e del suo Partito della libertà, che manca il temuto sfondamento con grande sollievo a Bruxelles. Erdogan rispolvera un argomento spinoso per L’Aja, il massacro nel 1995 di ottomila musulmani a Srebrenica da parte dei miliziani serbobosniaci del generale Ratko Mladic, che un battaglione olandese di caschi blu non seppe impedire. Il sultano usa parole di fuoco: Srebrenica dimostra che gli olandesi sono marci. Rutte rispedisce al mittente la richiesta di scuse avanzata da Ankara, mentre il suo vice Lodewijk Ascher dichiara di considerare disgustoso essere tacciati di nazismo da chi è così deficitario in materia di diritti umani. Questo rilievo collega la crisi con l’annosa questione della candidatura turca all’Unione Europea. Le politiche sempre più muscolari di Erdogan, la sua deriva autoritaria, non fanno che complicare ulteriormente un negoziato da sempre arduo e accidentato: da una parte l’Unione chiede che si rispettino i diritti, per esempio della minoranza curda, dall’altra Ankara accusa gli europei d’ingerenza. Contribuisce ad avvelenare i rapporti la questione ar-

mena, cioè il mancato riconoscimento da parte turca del genocidio compiuto un secolo fa contro quella minoranza. Lo scorso luglio l’atmosfera in Turchia improvvisamente s’infiamma, con il mancato golpe militare e la durissima repressione ordinata da Erdogan, che considerando mandante il politologo esule Fethullah Gülen rinchiude nelle carceri, appositamente sgombrate da migliaia di detenuti comuni, quarantamila «gulenisti» o presunti tali, mentre 125 mila funzionari pubblici sono sospesi e la stampa viene sottoposta a un’asfissiante pressione. Nuovi attriti con Bruxelles, accusata di avere esitato a manifestare la sua solidarietà al regime preso di mira dai golpisti. Si arriva così alla riforma costituzionale, chiaramente pensata per garantire legalmente quegli stessi poteri che di fatto Erdogan sta esercitando da anni. Prevede la consegna al solo presidente del potere esecutivo oggi di pertinenza del primo ministro, il controllo presidenziale sulla magistratura, margini di rieleggibilità che consentirebbero al sultano di rimanere al suo posto fino al 2029. Dovesse prevalere il sì, la repubblica parlamentare di Kemal Atatürk sarà consegnata agli archivi, e il grande Paese a cavallo di due continenti scivolerà via dall’Europa.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

22

Politica e Economia

Due crepe nell’Unione

Scozia e Irlanda La premier scozzese Nicola Sturgeon ha chiesto una nuova consultazione

sull’indipendenza dal Regno Unito. Ma anche l’Irlanda del Nord è una spina nel fianco

Theresa May (a sinistra) e Nicola Sturgeon nella residenza ufficiale di Bute House a Edimburgo. (AFP)

Cristina Marconi Se il compito di traghettare il Regno Unito fuori dall’Unione europea non sembrava abbastanza gravoso, ecco che Theresa May, la premier britannica, si trova a doverlo svolgere giocando un’altra partita cruciale: mantenere l’unità del suo Paese ed evitare che la Scozia, complice una Brexit contro cui si è espressa con una solida maggioranza del 62%, questa volta prenda per davvero la strada dell’indipendenza. L’annuncio di un nuovo referendum da parte della «first minister» scozzese e leader dello Scottish National Party, Nicola Sturgeon, era nell’aria da tempo, ma da politica consumata qual è la Sturgeon ha deciso di giocare sull’effetto sorpresa per destabilizzare l’avversaria rispondendo al via libera alla Brexit da parte di Londra. Così come la May ha deciso di respingere la domanda, avvalendosi della sua posizione.

Dopo il sigillo formale della regina Elisabetta l’avvio dei negoziati sulla Brexit è atteso entro la fine del mese di marzo Lunedì 13 marzo la Sturgeon ha dichiarato che sottoporrà al voto del parlamento scozzese il mandato per indire un voto tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019, quando le modalità dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea saranno abbastanza chiare da consentire una decisione. La May ha deciso non solo di chiedere di rimandare il voto a dopo la Brexit, ottenendo una risposta insolitamente conciliante da parte della Sturgeon, ma ha detto che «non è il momento» per votare, suscitando le ire della controparte scozzese, secondo cui è «la prova scientifica» che Londra teme che Edimburgo voti per andarsene. Giocare due partite così campali contemporaneamente è troppo anche per una politica metodica come la May. Rispetto al 2014, quando il 55% degli scozzesi votò per rimanere all’interno del Regno Unito, i sondaggi dicono che i venti

indipendentisti sono ai massimi storici. L’unico problema è che non sono altrettanto forti i sentimenti pro-europeisti sui quali la Sturgeon contava per marcare la differenza con Londra e per indicare un futuro della Scozia all’interno dell’Unione europea, tanto che ha detto di ambire a ricalcare il modello norvegese nelle relazioni tra Edimburgo e Bruxelles, in modo da mantenere l’accesso al mercato unico e permettere al capoluogo scozzese, seconda piazza finanziaria britannica dopo Londra, di fare concorrenza ad una City che rischia di uscire danneggiata dalla Brexit. Tuttavia, come sottolineato dalla leader laburista scozzese Kezia Dugdale, il problema è che l’argomento economico a favore dell’indipendenza appare più debole che in passato, perché se tre anni fa l’SNP poteva promettere 7,9 miliardi di sterline di entrate legate al petrolio del Mare del Nord grazie ad un prezzo a 100 dollari al barile, oggi l’oro nero costa la metà. Inoltre il Paese da solo avrebbe un deficit superiore al 9%, incompatibile con un’ingresso nell’Unione europea che a in questo momento – ma non è detto che la situazione non vada evolvendosi – nessuno sembra volere. Anche perché è difficile che la Ue possa accogliere la Scozia a braccia aperta col rischio di fomentare movimenti indipendentisti nel resto del continente, Catalonia in primis, ed è ancora più difficile che la Sturgeon possa proporre al Paese di adottare l’euro – materiale politico incandescente nel nord Europa, ma non solo – come valuta post-indipendenza. La minaccia scozzese non è l’unica crepa nell’unione britannica. La situazione politica in Irlanda del Nord è potenzialmente ancora più preoccupante, visto che alle ultime elezioni il partito repubblicano Sinn Féin è andato molto bene, raggiungendo da solo 28 seggi, contro i 29 del DUP, Democratic Unionist Party, e mettendo con l’aiuto degli altri partiti gli unionisti per la prima volta in minoranza nel Parlamento dell’Irlanda del Nord. Dal giorno delle elezioni, i partiti hanno tre settimane per formare un governo in base agli accordi del Venerdì Santo del 1998 e questo tempo sta per scadere: in caso di mancata intesa, il potere

tornerebbe a Londra. Appena la Sturgeon ha fatto la sua «imboscata» alla May, la leader nordirlandese di Sinn Féin, Michelle O’Neill, ha dichiarato che «la Brexit sarebbe un disastro per l’economia, e un disastro per gli irlandesi» e ha aggiunto che «un referendum sull’unità irlandese deve avvenire il prima possibile». Il 56% degli irlandesi del Nord ha votato per rimanere nell’Unione europea al referendum del 23 giugno scorso e la loro situazione è una delle conseguenze più delicate della Brexit, visto che rimettere una frontiera tra le due parti dell’isola celtica romperebbe un equilibrio delicato, raggiunto a fatica dopo 30 sanguinosi anni. I sondaggi, che però non sono particolarmente recenti, raccontano un paese cauto nel riaprire le ferite della storia, tanto che solo il 22% della popolazione sarebbe a favore dell’indipendenza. Anche il piccolo Galles ha sottolineato di voler «decidere il proprio futuro» qualora la Scozia rompesse l’unità britannica, secondo le parole di Leanne Wood, leader del partito indipendentista Plaid Cymru. «Se i negoziati del Regno Unito sulla Brexit portano l’interesse nazionale gallese ad essere anch’esso trascurato, aumenterà il sostegno per un maggiore controllo dei nostri affari in Galles», ha aggiunto la Wood. La May, che ha condannato l’iniziativa della Sturgeon definendola un «gioco politico», ha annunciato che farà un giro del Paese per resuscitare il senso di unità alla vigilia dell’avvio ufficiale dei negoziati sulla Brexit, attesi entro la fine del mese di marzo ma la cui data potrebbe essere anticipata per venire incontro agli auspici di una Bruxelles oberata da appuntamenti elettorali importanti come quello francese. Il suo grande successo, fino ad ora, è stato quello di portare a casa l’iter parlamentare del progetto di legge sulla Brexit senza ribellioni di rilievo da parte dei deputati, troppo timorosi di andare contro la volontà degli elettori espressa nel referendum anche per approvare uno dei due emendamenti votati da una camera dei Lord ben più riottosa, ossia quello per dare un voto «significativo» al Parlamento al termine del processo negoziale di due anni con Bruxelles. Grazie anche alla tota-

le assenza di un’opposizione, la May è riuscita a superare un passaggio che aveva cercato di evitare in tutti i modi e che solo due sentenze, una da parte dell’Alta Corte e una della Corte Suprema, nate da un’azione legale portata avanti da parte di un gruppo di cittadini, l’ha costretta ad affrontare. Risultato sul quale anche Elisabetta II ha messo il sigillo dell’approvazione reale all’avvio formale dei negoziati di divorzio che dureranno circa due anni. Questo lascia alla May le mani libere per negoziare come vuole, senza vincoli, forte anche di un’economia robusta, con la disoccupazione ai minimi al 4,7% e una crescita superiore alle aspettative, in contrasto con le previsioni drammatiche di chi immaginava il voto sulla Brexit seguito da una catastrofe assoluta. Certo, è ancora presto per giudicare e la partita non è ancora iniziata. Ma la possibilità, più volte ventilata, di dover ricorrere alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio nelle relazioni con l’Europa qualora non venisse raggiunto alcun accordo con Bruxelles terrorizza sia le imprese che quel 48% di cittadini che non ha votato per la Brexit. E senza lavoratori Ue interi settori come quello delle costruzioni – con 500 miliardi di sterline di infrastrutture in via di costruzione – è a rischio, per non parlare della sanità e dell’istruzione, per citarne solo alcuni. Sul negoziato pesa l’ipotesi circolata in un documento della Camera dei Lord e ribadita dal ministro degli Esteri Boris Johnson secondo cui il Regno Unito non sarebbe legalmente tenuto a pagare nulla per uscire dall’Unione europea e che i 60 miliardi di sterline che secondo alcune stime prudenziali Londra dovrebbe versare alle casse europee per liquidare accordi pregressi non sarebbero in nessun modo un obbligo. I britannici non sono gli unici a mostrare i muscoli prima dell’avvio delle trattative, visto che da Bruxelles hanno fatto sapere che queste ultime non si avvieranno ufficialmente prima del 20 giugno, data per la quale è fissato il primo summit. Iniziando a rosicchiare via mesi dai due anni previsti dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona e lasciando alla May l’iniziativa di sbrigarsi a calare le sue carte, se proprio vuole.

Notizie dal mondo Gravi tensioni inter-etniche in Macedonia C’è uno spettro che si aggira per la Macedonia a causa della crisi istituzionale in corso. È quello del conflitto inter-etnico fra la maggioranza macedone e il quarto di popolazione albanese. A quasi tre mesi dal voto anticipato dell’11 dicembre scorso prosegue lo stallo politico che impedisce la formazione di un nuovo governo. Il no del presidente Gjorgje Ivanov all’incarico al leader dell’opposizione Zoran Zaev, accusato di essersi accordato con i partiti della minoranza albanese su una piattaforma programmatica ritenuta anticostituzionale e pericolosa per l’unità del Paese, ripropone il braccio di ferro tra lo stesso leader socialdemocratico Zaev e l’ex premier conservatore Nikola Gruevski, protagonisti due anni fa dello scontro per lo scandalo delle intercettazioni. Gruevski, capo del partito VmroDpmne affermatosi di stretta misura nelle elezioni di dicembre (51 seggi rispetto dei 49 andati ai socialdemocratici Sdsm) ha fallito il primo tentativo di formare il governo proprio per il suo rifiuto di accettare le richieste in chiave autonomistica dei partiti albanesi, prima fra tutte le parificazione dell’albanese al macedone come lingua ufficiale. E ora Gruevski propone di ritornare alle urne in modo da far esprimere gli elettori anche su quella che viene definita dai conservatori e dal presidente Ivanov la «piattaforma di Tirana», un programma a loro avviso messo a punto in Albania contro gli interessi della popolazione macedone. Una prospettiva quella del nuovo voto respinta da Zaev. E mentre a Skopje si manifesta quotidianamente contro le richieste della comunità albanese (25% della popolazione) e per l’unità del Paese, l’instabilità e l’incertezza in Macedonia crescono con ripercussioni inevitabili sull’intera regione. Sono quindi possibili diversi esiti: dalla costituzione di un governo guidato dall’opposizione ad un’ulteriore polarizzazione politica che potrebbe portare allo scontro etnico, sino a proteste più radicali. Siria: raid aerei contro una moschea Decine di morti Decine di persone sono morte in un raid aereo che ha colpito giovedì 16 marzo una moschea nel villaggio di al-Jina, vicino ad Aleppo. Le vittime sarebbero almeno 42, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani che rileva un bilancio ancora più drammatico rispetto a quello trapelato nelle prime ore. L’attacco avrebbe colpito l’edificio affollato di fedeli durante la preghiera serale in un villaggio che si trova in una zona del Paese sotto il controllo dei ribelli anti-Assad. In questa regione le forze russe e siriane hanno già condotto attacchi aerei, ma anche gli Stati Uniti nei mesi scorsi avevano fatto diversi raid contro gruppi jihadisti. Washington ha però preso le distanze dall’accaduto. Le forze militari Usa hanno fatto sapere di aver condotto giovedì un’incursione aerea che ha ucciso diversi militanti di Al Qaeda presenti nella zona, ma nella nota ufficiale non si fa riferimento a vittime civili. «Non abbiamo preso di mira una moschea, ma l’edificio che abbiamo mirato è a circa 15 metri da una moschea che è ancora in piedi», ha dichiarato colonnello John J. Thomas, portavoce del comando delle forze americane in Medio Oriente, affermando di essere pronto ad avviare indagini sulle accuse mosse per la strage.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

23

Politica e Economia

In marcia verso la normalità

Politica monetaria Usa Dopo sette anni di Pil positivo e 16 milioni di posti di lavoro creati, la Fed aumenta i tassi

di interesse. Con lo scenario di «re-flazione» trumpiano, il prossimo aumento del costo del denaro sarà già a giugno Federico Rampini «Il messaggio è semplice: l’economia sta bene». Con queste parole la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha riassunto mercoledì 15 marzo le ragioni della sua ultima mossa: un nuovo aumento dei tassi d’interesse direttivi, di un quarto di punto. Con questa decisione il livello dei tassi federali viene a situarsi in una forchetta tra 0,75% e 1%, che rimane storicamente bassa ed è un’eredità della politica monetaria eccezionalmente espansiva adottata dopo la crisi del 2008 per rilanciare la crescita. Missione compiuta. Dopo sette anni di Pil positivo, e 16 milioni di posti di lavoro creati, la Yellen può permettersi un giudizio positivo che si applica a poche altre economie nel mondo. E la Fed può continuare la sua lenta marcia di avvicinamento verso la normalità. Molto lenta, finora, ma in accelerazione. Quello deciso la scorsa settimana è solo il terzo rialzo dei tassi dal 2008 in poi. Gli ultimi sono arrivati col contagocce, uno all’anno, nel dicembre 2015 e nel dicembre 2016. Ma il prossimo dovrebbe arrivare presto, con ogni probabilità a giugno. Le attese ora sono di tre rialzi all’anno, per arrivare ad un tasso un po’ più normale, cioè del 3%, alla fine del 2019. La Yellen, che fu nominata da Barack Obama e comunque se ne andrà alla scadenza del suo mandato fra un anno, ha avuto un incontro con Donald Trump e col segretario al tesoro Steven Mnuchin, al termine del quale ha espresso un’apertura di credito verso i piani del presidente. «Se verranno attuate – ha detto la banchiera centrale – delle politiche che rafforzano la produttività e la velocità di crescita, sarebbero benvenute». Per ora la Fed si attesta su una previsione di «crescita moderata»: al 2,1% quest’anno e in quello successivo, dopo il +1,6% nel Pil dell’anno scorso. Lo scenario è leggermente «re-flazionistico», con l’indice dei prezzi che sta raggiungendo infine l’obiettivo della banca centrale cioè il 2%. La disoccupazione è scesa al 4,7%. Siamo ancora all’interno dell’eredità obamiana, cioè un settennato di crescita buona ma non così vigorosa da riassorbire completamente le sacche di disoccupazione nascosta, né tale da sanare le enormi diseguaglianze all’interno del Paese.

Trump ha nominato un altro ex Goldman Sachs nel suo governo, il numero due del Tesoro. È il quarto banchiere di Goldman in questo esecutivo Le conseguenze pratiche del rialzo dei tassi si verificano a cascata sull’economia reale, attraverso la trasmissione a una serie di altri rendimenti che sono indicizzati ai tassi direttivi della Fed. Le banche hanno immediatamente rincarato dal 3,75% al 4% il prime rate, cioè il tasso praticato sui fidi alla clientela più solida. Aumentano automaticamente i tassi passivi sugli scoperti delle carte di credito, tipico strumento con cui le famiglie americane finanziano i propri consumi. E aumentano i ratei su tutti i mutui a tasso variabile. Siamo dunque di fronte a un «prelievo» di ricchezza su famiglie e imprese, e un trasferimento di risorse a vantaggio del sistema bancario. Tra i perdenti c’è anche lo Stato, ovviamente, poiché i rendimenti che deve pagare sul debito pubblico si muovono in sintonia coi tassi della Fed. Pochi giorni prima della decisione

sui tassi, era giunto l’ennesimo dato positivo sull’occupazione: 235’000 nuovi assunti a febbraio. Era il primo mese «pieno» di Trump presidente. Lui ha cantato vittoria: «Primi 50 giorni alla Casa Bianca: balzo nella creazione di lavoro». I suoi avversari hanno buon gioco a ricordargli che la sua azione ancora non ha potuto avere il minimo impatto sull’economia reale. Peraltro, oggi Trump si appropria il merito di un tasso di disoccupazione sceso al 4,7% mentre in campagna elettorale denunciava questi dati come «truccati da Obama». Chi ignora soavemente queste polemiche, sono gli investitori finanziari. La Borsa americana ha segnato a marzo un compleanno importante: otto anni di Toro, come si definisce nel gergo tecnico una crescita consecutiva degli indici azionari, non interrotta da cali del 20% o superiori (che sarebbero fasi ribassiste: Orso). Otto anni di vacche grasse, per restare in metafora zootecnica, e un rialzo complessivo del 250%, iniziato in quel terribile marzo 2009 in cui infuriava la più grave recessione dopo la Depressione degli anni Trenta. Insieme alle celebrazioni del compleanno, si affacciano interrogativi ansiosi: siamo in una nuova bolla pronta a deflagrare? In pochi luoghi questo tema è così evocativo come a San Francisco, capitale della Silicon Valley, nonché epicentro 17 anni fa di un memorabile disastro: nel marzo 2000 scoppiò la bolla speculativa del Nasdaq, mettendo fine all’euforìa della «prima rivoluzione di Internet». La chiamavamo la New Economy. Alan Greenspan, allora presidente della Federal Reserve, aveva avvertito i segnali di una «esuberanza irrazionale», riprendendo l’analisi preveggente dell’economista Robert Shiller. Però poi lo stesso Greenspan si era rassegnato all’euforìa, era diventato un apologeta acritico della Grande Moderazione – una teoria iper-ottimista presto smentita dai fatti, oggi caduta nell’oblìo – e alla fine era stato colto di sorpresa dal crack. Come quasi tutti. Oggi nella Silicon Valley siamo al replay: il sindaco di San Francisco lancia l’allarme perché perfino i professori universitari emigrano cacciati dagli affitti esosi, la corsa agli acquisti di case sta trasformando questa città in una «Dubai sul Pacifico». E il collocamento in Borsa di Snapchat, con rialzo iniziale di oltre il 40%, evoca gli eccessi del Nasdaq al passaggio del Millennio. Gli ottimisti, che ancora prevalgono, ricordano che questo Toro ancora ha della strada da fare prima di essere un record assoluto. Per la durata e ampiezza del rialzo lo supera proprio il periodo dall’ottobre 1990 al marzo 2000: ben 113 mesi di Toro e +417% di rialzo. Come dimensione di guadagno è superiore anche il Toro del dopoguerra, dal 1949 al 1956: +267%. Gli stessi ottimisti segnalano che il livello dei prezzi non ha ancora raggiunto la soglia di guardia (30 volte gli utili) che segnò l’inizio della fine per la bolla «californiana» del 2000. E chi ha voluto prevedere il disastro, come George Soros che a novembre scommetteva su un crack dopo l’elezione di Trump, si è fatto del male (per la precisione un miliardo di perdita netta). Dall’Election Day a oggi, i mercati hanno festeggiato Trump con un ulteriore rialzo che sfiora il 15 per cento, un’altra smentita per molti esperti già scottati da Brexit. Dietro questo Toro di otto anni, c’è una crescita economica anch’essa da quasi-record, almeno per la durata. È una delle riprese più lunghe della storia, anche se l’eccezionale dilatazione delle diseguaglianze ne ha fatto una «crescita infelice», col corredo di frustrazione sociale e ribellione anti-establishment

Janet Yellen: la sua decisione del rialzo era molto attesa dai mercati. (AFP)

che Trump cavalca. Lo stesso Trump, in campagna elettorale denunciò una «bolla speculativa pronta a scoppiare»: tutta colpa di Obama e della «sua» Yellen, naturalmente. Ora si sta augurando che la sua profezia non si avveri. Perché nell’euforìa attuale di Wall Street è all’opera evidentemente un ottimismo selettivo: gli investitori stanno scommettendo che Trump riuscirà a fare tutto ciò che piace a loro, mentre non farà tutto ciò che loro temono. Celebrano in anticipo le sue riduzioni di tasse, gli investimenti in riarmo e infrastrutture, la deregulation bancaria e antiambientalista, tutto ciò che può alimentare «reflazione»: un aumento dei prezzi fa bene anche alle azioni, spostando capitali dai bond verso la Borsa. Viceversa sembrano fiduciosi che lui non scatenerà una guerra commerciale con la Cina né chiuderà davvero le

frontiere agli immigrati di cui le imprese hanno bisogno. Su quest’ultimo punto, i fatti sembrano dare ragione all’ottimismo dei mercati: la decisione di un giudice delle Hawaii di bloccare l’applicazione del decreto presidenziale sigilla-frontiere – anche nella seconda versione riveduta e corretta – sembra confermare che il contro-potere giudiziario si accanisce contro Trump per impedirgli misure drastiche di controllo dell’immigrazione. Intanto Trump ha nominato un altro ex Goldman Sachs nel suo governo, il numero due del Tesoro (anche il numero uno, il segretario al Tesoro Steve Mnuchin, viene dalla stessa banca). È il quarto banchiere di Goldman in questo esecutivo. Altra nomina che piace a Wall Street e fa inorridire i democratici: a capo della potente Cftc che vigila sui derivati, Trump ha messo l’italo-

americano Christopher Giancarlo che è un noto sostenitore della deregulation finanziaria. Si ritorna velocemente alla situazione normativa pre-2008 smantellando le regole introdotte da Obama per limitare la speculazione. Tutto questo è avvenuto in una settimana che Trump ha voluto chiudere «in bellezza» visitando Detroit, la capitale dell’automobile, per rendere omaggio a quella classe operaia che l’8 novembre fu decisiva per portarlo alla Casa Bianca. Nel suo ritorno trionfale a Detroit, il presidente ha usato i suoi slogan protezionisti: comprare americano, reindustrializzare gli Stati Uniti. Prima o poi bisognerà fare un bilancio su chi siano davvero i vincitori e i perdenti delle sue promesse: è difficile imboccare un sentiero di crescita che soddisfi simultaneamente i metalmeccanici di Detroit e i banchieri di Wall Street.


Doppelherz Minerali Uomini Appositamente formulato per soddisfare il fabbisogno di elementi nutrienti dell’uomo! Doppelherz Minerali Uomini è una speciale combinazione di sostanze minerali e vitamine specificamente studiata in funzione dei processi fisiologici del corpo maschile. • Lo zinco contribuisce al mantenimento di un normale livello di testosterone nel sangue • Il selenio contribuisce a proteggere le cellule dallo stress ossidativo • La tiamina (B1) contribuisce a normalizzare la funzione cardiaca • La vitamina B6 contribuisce a normalizzare il metabolismo dell’omocisteina La forza dei due cuori

Doppelherz® è in vendita alla tua Migros

Novità

Il massimo comfort e protezione

18.80 18 80 Pampers Premium Protection

IDISSIM RB O

O

M

Pampers® Premium ProtectionTM: massimo comfort e protezione per la pelle del tuo bambino

20x PUNTI

Nuove taglie disponibili!

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

PG255085_FS_PAM_PampersPremProtection_NeuheitenAZ_209x141mm_KW12_2017_CHI.indd 1

3/9/17 3:57 PM


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

25

Politica e Economia

Sul filo del rasoio

Previdenza 2020 Di strettissima misura, grazie al voto dei due deputati leghisti, il Nazionale

ha approvato, dopo gli Stati, il compromesso sul progetto di revisione delle pensioni – Resta lo scoglio del voto popolare, il 24 settembre

revole. Il rifiuto popolare costituirebbe, invece, una sconfitta per la sinistra e per il consigliere federale Alain Berset, che è stato il primo attore di questa riforma, e obbligherebbe la classe politica a riprendere il dossier e ad elaborare un altro progetto in tempi abbastanza rapidi. Guardando al futuro, «Previdenza 2020» dovrebbe consentire al fondo AVS di non incontrare problemi fino al 2030. Dopo questa data, tenuto conto dell’evoluzione demografica e del progressivo invecchiamento della popolazione, bisognerà mettere mano ad una nuova riforma. Resta da vedere, ed i pareri sono molto divergenti, se il nuovo progetto si rivelerà sufficientemente equilibrato, in particolare se gli interessi di tutte le generazioni verranno difesi in modo equo, quelli di coloro andranno in pensione nei prossimi quindici anni, ma anche quelli dei più giovani, di chi, con qualche buona ragione, teme di dover far fronte, più tardi, a problemi pensionistici ben più gravi di quelli attuali. Sul piano strettamente politico, la riforma offre lo spunto a due riflessioni. In primo luogo, il lungo iter parlamen-

tare ha messo in luce la forte polarizzazione che caratterizza la scena politica svizzera e la variabilità delle maggioranze che si costituiscono a livello parlamentare. Il centro-destra ed il centrosinistra si sono affrontati apertamente. Il centro-destra è stato compatto fino all’ultimo ostacolo parlamentare, poi ha perso alcuni voti che sono emigrati sull’altra sponda. Il centro-sinistra, invece, è rimasto compatto ed è riuscito a far passare la sua versione. La maggioranza emersa, però, non la ritroveremo necessariamente in futuro, di fronte ad altri importanti dossier. D’altronde, anche in un recente passato abbiamo assistito alla formazione di altre maggioranze. Per esempio, la legge d’applicazione della norma costituzionale sull’immigrazione di massa è avvenuta con il centro-destra spaccato. Il PLR ha votato a favore e l’UDC ha votato contro. Dopo le ultime elezioni federali, con l’avanzata del centro-destra, si è ipotizzata una svolta a destra della politica federale. Questa svolta non è avvenuta, almeno fin ora, né a livello parlamentare, come dimostra l’approvazione della «Previdenza 2020», né in seno alla popolazione, come attesta il successo del referendum contro la legge sulla Riforma III dell’imposizione delle imprese, fortemente voluta dalla destra. In secondo luogo, conviene sottolineare che il settore delle assicurazioni sociali aveva bisogno, da ormai molto tempo, di una profonda riforma come quella approvata ora. I tentativi intrapresi negli ultimi 20 anni sono perlopiù falliti, l’ultimo è avvenuto il 25 settembre 2016 con l’iniziativa popolare «AVS plus: per un’AVS forte». L’iniziativa voleva aumentare tutte le rendite vecchiaia AVS del 10%, ma è stata bocciata dal popolo e dai cantoni. Con la «Previdenza 2020» si è trovata una soluzione ad uno dei tre principali dossier di questa legislatura. Gli altri due sono la Strategia energetica 2050, sulla quale saremo chiamati a votare il prossimo 21 maggio, e l’assetto delle relazioni con l’Unione europea, relazioni che sono in parte bloccate e che richiedono di trovare convergenze su alcuni punti controversi.

del presidente «germofobo»), e anzi si disse: il documento circolava già da un po’, ma nessuno si era sognato di prenderlo sul serio. Il direttore di Buzzfeed, Ben Smith, giustificò la decisione di renderlo pubblico così: è un bene che il pubblico legga quel che si legge nel palazzo. Non guardammo la luna e ci fermammo al dito, insomma, perché non soltanto forse quegli incontri sono rilevanti ma soprattutto perché il dossier che conoscevano tutti ma che nessuno fino a quel momento aveva pubblicato era la spia d’allarme di uno scontro interno alla comunità d’intelligence. Perché pubblicarlo proprio ora se circola da mesi? Perché ora è in corso la battaglia decisiva, diventata brutale ed evidente, al punto che Trump è arrivato ad accusare direttamente il suo predecessore Obama di averlo spiato – il dipartimen-

to di Giustizia non ha ancora trovato le prove, ma i trumpiani dicono che ci sono eccome e ormai sembrano tutti, di qui e di là, novelli Nixon, mentre tutti riguardiamo Sesso&potere, film del 1997, riscoprendolo molto familiare. Homeland racconta anche la campagna denigratoria dei media contro il presidente eletto: c’è un continuo ribaltamento tra personaggi della fiction e della realtà, in un continuo, folle, bisogno di immedesimazione. I media sono rappresentati da un commentatore radiofonico e televisivo che pensa che il presidente eletto sia un-American e che fa di tutto per dimostrarlo, arrivando a toccare anche corde intime e dolorosissime. Il commentatore usa toni incendiari, aizza gli elettori contro il presidente eletto, dice che questa donna non è all’altezza del compito, che non sa difendere il suo Paese e che farà un disastro nel mondo. Sarà che siamo tutti più suggestionabili, ma questo commentatore assomiglia tantissimo a Steve Bannon, il consigliere-capo di Trump, ex mattatore del sito incendiario Breitbart. Mentre lo si vede che parla con il capo della Cia «deviata», organizzando un attacco mediatico violentissimo, non si capisce più qual è l’interesse comune, né quello americano, ed è questo il rischio più grande, quando si prova a interpretare il trumpismo: scoprirsi, fuori dalla fiction, un pochino meno filoamericani, e rattristarsi.

Marzio Rigonalli «Previdenza 2020» ha superato con successo, ma di strettissima misura, l’ultimo ostacolo dell’iter parlamentare. Nella votazione determinante, il Consiglio degli Stati ha ottenuto una confortevole maggioranza; il Consiglio nazionale, invece, ha raggiunto i 101 voti necessari, ma sarebbe stato sufficiente un voto in meno per far cadere tutto il progetto. Tanti, dunque, sono stati i sospiri di sollievo fra coloro che da mesi hanno sostenuto la riforma ed altrettanti sono stati i visi delusi tra coloro che l’hanno combattuta. Rimane ancora un ultimo ostacolo da superare, quello della votazione popolare che, con ogni probabilità, si terrà il 24 settembre. Il progetto approvato comprende numerose novità. Le principali sono: la riduzione del tasso di conversione della rendita del secondo pilastro dei nuovi pensionati dal 6,8 % al 6,0%, con la conseguente riduzione della rendita mensile del 12%; l’aumento della rendita mensile dell’AVS di 70 franchi, per i nuovi pensionati, per compensare la perdita registrata con il secondo pilastro; l’età di pensionamento delle donne salirà da 64 a 65 anni e verrà così parificata con quella degli uomini; il tetto per le rendite per coniugi verrà portato dal 150% al 155%; il finanziamento dell’AVS verrà rafforzato con un aumento dell’IVA dello 0,6%, di cui 0,3% nel 2018 e 0,3 nel 2021. I cambiamenti che riguardano l’AVS entreranno in vigore nel 2018; quelli che toccano il secondo pilastro, invece, nel 2019. Il testo definitivo è emerso dalla conferenza di conciliazione delle due Camere federali, una procedura che dimostra quanto profonda sia stata la spaccatura fra i parlamentari. Le forze politiche che si sono rivelate determinanti nell’approvazione del progetto, sono state il partito popolare democratico, il partito socialista, i verdi, il partito democratico borghese e, nelle ultime votazioni, i verdi liberali ed i rappresentanti della Lega. Sono le forze che detengono la maggioranza al Consiglio degli Stati. Le forze politiche che, invece, si sono opposte, ma senza successo,

Raramente al Nazionale si è vista una votazione così tirata per un progetto di tale portata come la revisione delle pensioni. (Keystone)

sono state l’unione democratica di centro ed il partito liberale radicale. Loro detengono la maggioranza al Consiglio nazionale. Una maggioranza che, in questo caso, è venuta meno, per una manciata di voti. I due punti di maggiore contrasto tra i due schieramenti sono stati l’aumento mensile della rendita AVS di 70 franchi per compensare la perdita della rendita del secondo pilastro e l’innalzamento dell’età pensionabile per tutti. Il centro-sinistra ha optato per l’aumento della rendita AVS, perché consente a tutti di ottenere subito un compenso e perché così vien privilegiato il primo pilastro che rappresenta il sistema più solidale. Il centro-destra, invece, temendo le conseguenze finanziarie di un’estensione delle prestazioni dell’AVS, ha chiesto di compensare la diminuzione della rendita all’interno del secondo pilastro, con l’aumento dei prelevamenti sui salari. Sullo sfondo c’era anche la volontà di mantenere separati il primo ed il secondo pilastro, nonché d’impedire il rafforzamento del ruolo dello Stato all’interno delle assicurazioni sociali. Il centro-destra ha tentato anche d’introdurre un sistema

che consentisse di aumentare l’età di pensionamento fino a 67 anni, nel caso in cui il fondo AVS registrasse ingenti perdite, ma vista l’opposizione che si è subito manifestata tra i parlamentari, nei sindacati e anche nella popolazione, attraverso varie prese di posizione, ha preferito rinunciare. Resta ora da vedere se la riforma approvata dalle Camere riuscirà a superare lo scoglio della votazione popolare d’inizio autunno. Il partito socialista ed i verdi la sostengono, ma delle voci contrarie si sono già manifestate su questa sponda politica. In particolare, nei sindacati Vpod e Unia e tra le organizzazioni femminili, che stentano ad accettare l’aumento dell’età di pensionamento da 64 a 65 anni. Converrà comunque attendere le varie prese di posizione che si manifesteranno nelle prossime settimane, per poter avere un quadro più completo della situazione. L’approvazione popolare porrebbe l’ultimo sigillo alla riforma e consentirebbe alla sinistra, uscita vittoriosa nella votazione popolare dello scorso 12 febbraio sulla Riforma III dell’imposizione delle imprese, di continuare a beneficiare di questo periodo a lei favo-

Trumpfiction Politica e Tv Homeland racconta il grande complotto

sui servizi deviati Paola Peduzzi

Qual è la serie tv che meglio racconta il trumpismo? La competizione è apertissima, gli autori di molti di questi show televisivi – alcuni esistono da tempo, ma si stanno adeguando a questa nuova vita – dicono che non avevano considerato del tutto i legami con la realtà, e certo non si aspettavano di diventare all’improvviso tanto simili a dei reporter. The Americans, che racconta la storia di una coppia di spie russe che lavora in America ai tempi di Reagan, è tra le più citate in questo straordinario parallelismo tra realtà e fiction, con la Russia che ormai compare da tutte le parti, sotto forma di spie, hacker, influenze politiche ed economiche ancora tutta da verificare. Da ultimo anche Billions ha avuto il suo attimo di notorietà realista. Questa serie tv, che è alla seconda stagione, racconta la storia di un procuratore di New York che apre una battuta di caccia giudiziaria contro il manager di un hedge fund: la figura del procuratoremastino è «ispirata», così hanno detto

gli autori, a Preet Bharara, che è appena stato licenziato dall’Amministrazione di Donald Trump dopo essersi rifiutato di dimettersi. Ma nell’astrusa classifica delle fiction che rappresentano meglio la realtà, Homeland è quasi inarrivabile. La sesta stagione è ora in corso e racconta la storia di un presidente eletto – una donna, ahimè – che prima di insediarsi alla Casa Bianca studia i dossier più rilevanti, cerca di formare il suo staff e si ritrova in mezzo a un enorme scontro nei servizi segreti, una guerra interna che lambisce anche la presidenza. In Homeland si racconta il «deep state» insomma, i servizi segreti deviati. La Russia non c’entra granché, ma c’entra l’Iran e l’accordo sul nucleare: c’è una parte dell’intelligence che vuole convincere il presidente eletto che Teheran sta mentendo e sta di fatto sviluppando l’arma atomica, e per farlo inganna anche l’altra parte dell’intelligence. Nessuno si fida più di nessuno, e intanto c’è un attentato terroristico sul territorio americano (e sparatorie, media impazziti, agenti doppitripli-quadrupli, torture: è Homeland).

Il «deep state» è la grande ossessione di Donald Trump: questo inizio di presidenza è stato scandito da uno scontro inedito tra diversi apparati dell’intelligence e la presidenza. I giornali – altri nemici del popolo oltre alla Cia, che per Trump è paragonabile ai nazisti – sono pieni di indiscrezioni lasciate trapelare dalla comunità d’intelligence, fonti anonime su fonti anonime che hanno già costretto il Congresso ad aprire un’inchiesta sui rapporti tra l’Amministrazione Trump e la Russia. Con due elementi ulteriori: uno riguarda il famigerato dossier della spia inglese pubblicato da Buzzfeed e dalla Cnn, l’altro riguarda Barack Obama. Il primo documento dettagliava i rapporti di business tra l’entourage trumpiano e quello di Putin, con appunti sugli incontri e sugli affari intercorsi. Alla sua pubblicazione fu presto derubricato come una mezza bufala (la spia che lo avrebbe redatto è scomparsa, e comunque tutti abbiamo parlato soltanto della famigerata «golden shower» organizzata da Trump sul letto che fu di Michelle Obama, cioè delle presunte perversioni


HD2_ES7551 KW12 1-2P MIGROS GARNIER.pdf

3

16/3/17

12:14


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

27

Politica e Economia

Dopo il no dei Grigioni, la candidatura di Sion

Sport La Svizzera potrà avere un’Olimpiade invernale senza spese faraoniche e strutture megalomani?

È utile un cambiamento di mentalità anche tra i responsabili del CIO Ignazio Bonoli Proprio mentre erano in pieno svolgimento i campionati del mondo di sci alpino a Sankt Moritz, il popolo grigionese rifiutava il credito cantonale per il finanziamento dei Giochi olimpici invernali nel 2026. Questo rifiuto, proprio nel momento di punta di un grande evento internazionale, risolleva i molti interrogativi, suscitati in particolare dopo la sconfitta subita da Sion, a favore di Torino, per l’organizzazione dei giochi olimpici invernali del 2006. Tra i motivi che hanno indotto la maggioranza dei grigionesi (60,1 per cento) a respingere il credito iniziale per l’organizzazione dei giochi vi è certamente anche il rifiuto della città di Zurigo di partecipare all’operazione. È chiaro che senza la partecipazione, non solo delle finanze, ma anche delle strutture di un grosso centro economico, le difficoltà per l’organizzazione di un simile avvenimento aumentano. Tanto più – verrebbe da dire – che le intenzioni degli organizzatori erano proprio quelle di evitare quanto avvenuto negli ultimi anni, e cioè la costruzione di grosse installazioni, non solo sportive, ma anche logistiche di vario genere. Eppure proprio il canton Grigioni ha maturato già parecchie esperienze in questo campo: basti ricordare le due sole olimpiadi invernali

organizzate in Svizzera, nel 1928 e nel 1948, proprio a Sankt Moritz, accanto ai campionati mondiali in varie discipline, dallo sci al bob, già noti a livello mondiale. Eppure il no dei cittadini è prevalso, benché (o forse perché) la partecipazione al voto sia stata solo del 51 per cento. Senza contare che – a questo livello – il credito di 25 milioni sarebbe costato al canton Grigioni solo 9 milioni di franchi; al resto avrebbero provveduto la Confederazione e l’organizzazione mantello Swissolimpic. Molti commentatori si sono affrettati a dire che questo voto cancella per parecchi decenni la possibilità di avere le Olimpiadi in Svizzera. Però subito smentiti dal rilancio della candidatura di Sion, estesa anche al canton Vaud e al canton Berna. Il progetto vallesano ricalca in molte parti quello grigionese, ma sottostà alle stesse difficoltà ed esigenze. Bisognerà quindi vedere se le opinioni vallesane e vodesi, ma anche bernesi, saranno più disponibili di quelle reto-zurighesi nei confronti di un grande evento internazionale come le Olimpiadi. Le ricadute di un evento di questo tipo, nell’immediato, sono sicuramente positive: parecchi lavori di infrastruttura, impulso al turismo, con tutti i loro derivati. Non mancano però i lati negativi, che si manifestano già du-

rante i giochi, ma soprattutto dopo. Il rischio maggiore è certamente quello di lasciare sul posto delle «cattedrali nel deserto», come è successo a Sochi, ma può succedere anche in zone già sviluppate, come ad esempio proprio a Torino. Qui il villaggio olimpico costò 145 milioni di euro. Gestito poi da una Fondazione, venne spezzettato e venduto a privati, banche, fondazioni che se occupano poco o niente («Corriere della Sera», 21.12.2014). Nell’Alta Val di Susa, la pista di bob (140 milioni di euro) è stata abbandonata, poi frequentata dai ladri del rame dei cavi elettrici e infine chiusa nel 2010. I trampolini del salto e l’albergo appositamente costruito sono abbandonati, ma anche la riqualificazione turistica di altri impianti costa cifre enormi. Torino è costata 3,5 miliardi di euro (1,4 miliardi al governo, 600 milioni a Comune e Regione, il resto a sponsor/ marketing e diritti televisivi). Le società che gestiscono l’evento non si occuparono del «dopo» e furono liquidate nel 2016. I progetti svizzeri, sperando anche in un cambio di mentalità del CIO, vogliono evitare questi errori e proporre un progetto più compatibile con l’ambiente e utilizzabile anche dopo l’evento. I grigionesi non ci hanno creduto troppo e hanno temuto il solito gigantismo, in un ambiente già saturo di

Cerimonia di chiusura di Torino 2006: i giochi olimpici rischiano spesso di essere soltanto un fuoco d’artificio, senza effetti durevoli. (Keystone)

turismo e dal precario equilibrio ambientale. Sion vuole percorrere la stessa strada, con molte analogie con il progetto grigionese. Per esempio coinvolgendo altre regioni, ma anche cercando il sostegno – non solo finanziario – di una città come Berna, il che significa coinvolgere la Svizzera, come tale. L’intento di distanziarsi da progetti megalomani, da grandi infrastrutture, da spettacoli (di apertura e chiusura) più teatrali che sportivi fa correre

anche qualche rischio. Quello di non sentirsi all’altezza di eventi analoghi precedenti e di lasciare di sé un’immagine dimessa. Ma è un rischio da correre se si vuole finalmente dare una svolta alla tendenza che permetterebbe di affidare le Olimpiadi soltanto ai grandi paesi, disposti a spendere miliardi. Se anche il Comitato Internazionale Olimpico seguirà questa strada, si sarà forse fatto un passo importante in una nuova direzione. Annuncio pubblicitario

Novità

Novità 3.95 THOMY Salse Steak & Burger 220ml Aglio, Curry, Cocktail e Tartara

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 14.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

28

Politica e Economia

Deduzione unitaria per i costi di formazione e perfezionamento La consulenza della Banca Migros

Jeannette Schaller

20'000 18'000 16'000 14'000 12'000 10'000 8'000 6'000 4'000 2'000 0 BS AG AR AI BL BE FR GE GL GR JU LU NE NW OW SG SH SZ SO TG UR VD VS ZH ZG TI

condizione è che il contribuente abbia conseguito un primo diploma a livello di scuola secondaria di secondo grado e abbia compiuto 20 anni. Nel caso dell’imposta federale la deduzione massima per i costi di

formazione e perfezionamento è pari a 12’000 franchi per periodo fiscale. I Cantoni sono liberi di stabilire il limite massimo ai fini delle imposte cantonali. La maggior parte di essi ha recepito le direttive della Confedera-

Fonte: autorità fiscali cantonali

Imposte a livello cantonale: limiti massimi per la deduzione dei costi di formazione e perfezionamento

CHF

Jeannette Schaller, responsabile della pianificazione finanziaria alla Banca Migros

Il Consiglio federale ha uniformato, e quindi notevolmente semplificato, il trattamento fiscale della formazione e del perfezionamento professionale in vista dell’anno fiscale 2016. Sinora erano deducibili solo i corsi di perfezionamento, non quelli di formazione, ma comunque soltanto se direttamente collegati all’attuale attività professionale, al reinserimento nel mondo del lavoro o a una riqualificazione indispensabile. Le riqualificazioni facoltative e i corsi di perfezionamento erano invece esclusi. Ciò rendeva molto difficile la differenziazione e provocava talora discrepanze nell’applicazione della normativa da parte dei Cantoni. Ora è acqua passata. D’ora in poi tutti i corsi di formazione professionale sono deducibili allo stesso modo. Viene meno la distinzione tra formazione e perfezionamento, così come l’esigenza di un collegamento con la professione attuale. D’altro canto vale la regola che i costi di formazione, assunti dal datore di lavoro, non devono essere tassati come reddito. Rimangono invece esclusi i corsi per praticare i propri hobby. Per usufruire della deducibilità fiscale, il corso deve servire a garantire o migliorare le prospettive professionali. Un’altra

zione stabilendo il limite massimo a 12’000 franchi. Soltanto Basilea-Città ammette una deduzione più elevata a livello cantonale. In Ticino, invece, il limite massimo è inferiore a quello della Confederazione. Annuncio pubblicitario

DISPONIBILE SOLO SENZA TASSA ANNUALE. LA CARTA DI CREDITO GRATUITA.

30 0 0

Offerta prolungata fino al 30.4.2017!

PUNTI

Richiedila entro il 28.2.2017 e aggiudicati 3000 punti bonus! Compila il modulo su cumulus-mastercard.ch oppure richiedilo chiamando lo 044 439 40 27 o alla tua Migros.

LA CUMULUS-MASTERCARD SENZA TASSA ANNUALE: Nessuna tassa annuale, nemmeno negli anni successivi Carta supplementare gratuita Raccogli punti Cumulus in tutto il mondo

La Cumulus-MasterCard è emessa dalla Cembra Money Bank SA.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

29

Politica e Economia Rubriche

Il Mercato e la Piazza di Angelo Rossi Innovazione tecnologica: qualche nuvola all’orizzonte Il KOF, istituto di ricerche economiche del Politecnico di Zurigo, ha appena pubblicato il suo rapporto biennale sull’evoluzione delle attività di innovazione nelle aziende del nostro paese. È dal 1997, che, per iniziativa degli economisti Holenstein e Arvanitis, questo istituto si occupa, in relazione con altri istituti europei, di rilevare l’andamento delle attività di innovazione svolte dalle aziende svizzere. Il nuovo rapporto analizza le tendenze manifestatesi nel biennio 2012-2014 ed è basato sui risultati di un ampia inchiesta condotta tra le aziende. Come i lettori sanno, l’economia svizzera è tra le prime nel mondo per quel che riguarda l’importanza dell’innovazione. In Europa certamente non ha rivali. Tuttavia, come è il caso di tutte le attività nelle quali si manifesta la concorrenza, anche nel caso dell’innovazione non bisogna dormire sugli allori perché le posizioni di primato possono essere perse rapidamente. Nonostante gli investimenti

nelle attività di ricerca e sviluppo delle aziende svizzere siano continuamente in aumento (dal 2000 al 2015 si sono raddoppiati), dal nuovo rapporto del KOF emergono alcune tendenze preoccupanti. La prima, che è anche quella sulla quale i ricercatori dell’istituto zurighese mettono l’accento, riguarda l’estensione delle attività di innovazione nelle aziende della nostra economia. È ovvio che non tutte le aziende investono in questo tipo di attività. È però importante che le aziende innovatrici rappresentino una quota significativa dell’effettivo totale. Stando al nuovo rapporto del KOF le aziende innovatrici costituivano, nel biennio analizzato, il 14,3% dell’effettivo totale. Rispetto al biennio precedente la quota di aziende innovatrici è diminuita di 2,3 punti seguendo una tendenza che purtroppo perdura nel tempo. La quota delle aziende innovatrici aveva raggiunto il suo massimo nel biennio 2000-2002 sfiorando il 30%; oggi è scesa a meno

della metà di quel valore. Non è che ci si possa illudere che la tendenza alla diminuzione della quota di aziende innovatrici sia dovuta a difficoltà o errori nella raccolta dei dati. No, la tendenza alla diminuzione è purtroppo un dato di fatto incontestabile: ce lo confermano anche, a livello macroeconomico, le stime sull’evoluzione della produttività. Anche la produttività della nostra economia è in diminuzione. Dobbiamo quindi concludere che il numero delle aziende innovatrici sia diminuito? Probabilmente questo non è ancora il caso. Quello che è sicuro, però, è che il forte aumento delle aziende, registrato nel corso dell’ultimo decennio è stato assicurato da aziende che non investono nell’innovazione. E questa è di sicuro una tendenza preoccupante. Il rapporto del KOF sottolinea poi che, nel biennio analizzato, le innovazioni organizzative e quelle di marketing sono state più frequenti delle più tradizionali innovazioni di processo

e di prodotto. Gli autori del rapporto precisano però che comunque le innovazioni di processo, con le quali si cerca di tagliare i costi aziendali, sono aumentate di importanza, specialmente nelle aziende del settore dei servizi. Dove invece non si progredisce è nel campo delle innovazioni di prodotto. Sono sempre meno i nuovi prodotti che vengono immessi sul mercato; questo significa che, non aprendosi nuovi mercati, la concorrenza su quelli esistenti si fa sempre più intensa. Il rapporto del KOF si occupa anche di aspetti collegati con la promozione dell’attività innovativa. Mette così in evidenza che la quota di aziende che ricevono aiuti dal settore pubblico per finanziare le loro attività innovative è aumentata, come sono pure aumentate le cooperazioni sia tra aziende, sia tra aziende e istituti universitari in materia di innovazione. È probabile che queste due tendenze evolvano in modo parallelo come conseguenza della politica

di promozione dell’innovazione della Confederazione. Per quel che riguarda gli ostacoli che si frappongono alle attività innovative, i risultati della nuova inchiesta confermano quelli di inchieste precedenti. Il maggior ostacolo all’innovazione è il costo delle attività innovative. Anche se, riportato per esempio al fatturato, l’investimento nell’innovazione rappresenta sempre una percentuale abbastanza bassa, che, salvo eccezioni, non supera il 5%, per molte aziende si tratta di un costo che non sono in grado di sostenere. L’altro ostacolo importante, in particolare per le aziende di grande dimensione del settore industriale, è la lunghezza dei periodi di ammortamento. Per questa ragione, da sempre le aziende chiedono di ottenere facilitazioni fiscali per gli ammortamenti degli investimenti in attività innovative. Dopo il recente no dell’elettorato svizzero alla riforma della fiscalità delle aziende si tratta naturalmente di un argomento che scotta.

Resistenza al nazismo –, il regista autore di Sottomissione, un film critico verso l’Islam, veniva assassinato con otto colpi di pistola da un estremista dalla doppia cittadinanza, marocchina e olandese, che gli ha poi tagliato la gola. Le sue ultime parole furono: «Ma non ne possiamo parlare?». Theo Van Gogh era amico di Pim Fortuyn, il fondatore del partito che i media per comodità definiscono di estrema destra. Ma Fortuyn non era un parruccone reazionario. Era un gay dichiarato, oltre che un dandy celebre per la sua eccentricità. Era molto duro verso l’immigrazione islamica perché, diceva, «non sopporto essere considerato come un cane rognoso». Il 6 maggio 2002 venne assassinato da un estremista (non islamico ma «verde»), nove giorni prima delle elezioni. Si fece seppellire con il papillon, con un funerale cattolico, in una Rotterdam annichilita dal dolore e

dalla paura. Il Feyenoord vinse la Coppa Uefa e la dedicò alla sua memoria, il suo partito prese un milione e 600 mila voti e 26 deputati (su 150). Pim Fortuyn è sepolto in un Paese che amava: l’Italia, a Provesano, in Friuli, dove aveva casa. Sulla sua tomba è scritto: «Loquendi libertatem custodiamus», difendiamo la libertà di parola. Questo forse aiuta a capire l’ascesa del populista Geert Wilders, che non ha vinto ma è comunque cresciuto. Le sue idee sono discutibili. I suoi tweet spesso odiosi. La sua proposta di mettere al bando il Corano e chiudere le moschee contraddice l’essenza dell’anima olandese. Gli altri partiti sono divisi su tutto, tranne che su un punto: mai un’alleanza con lui. Tuttavia sarebbe sbagliato sottovalutare il peso della destra antieuropea e antislamica appunto nel Paese più tollerante d’Europa. Non lo si capirebbe se non si considerasse che nel suo successo,

accanto alla componente xenofoba, c’è anche un aspetto identitario che, essendo in Olanda, assume pure un carattere libertario: il diritto degli omosessuali di vivere la loro vita alla luce del sole; il diritto delle donne sole di uscire con chi vogliono e vestite come vogliono. L’Europa sbaglierebbe a fare finta di nulla, a rallegrarsi per lo scampato pericolo. Anzi, deve tenere gli occhi aperti e la mente sgombra dai pregiudizi ideologici, aperta alla libera discussione delle idee; anche a quelle che non ci piacciono. Solo così riuscirà a riassorbire l’ondata populista. Che potrebbe vincere proprio nel Paese che più ha sofferto la crisi economica, l’Italia. «Usciremo dalla crisi prima e meglio degli altri» era il mantra del governo Berlusconi. Sta accadendo il contrario: l’Italia uscirà dalla crisi dopo e peggio degli altri. E Grillo è pronto ad approfittarne. Il populismo antieuropeo non è ancora sconfitto.

dinastiche, imperiali, maturate nelle corti e attuate con la forza persuasiva degli eserciti. Ora finalmente l’idea camminava sulle gambe di poteri direttamente o indirettamente legittimati dal voto popolare: procedure ancora parziali e insufficienti, imperfette ma non classificabili come dispotiche. La tappa successiva, l’introduzione della moneta unica, apparteneva ancora all’alveo economico-finanziario, ma nel contempo schiudeva orizzonti inediti basati sulla fattiva cooperazione tra gli Stati membri. L’allargamento ad est, nell’area dell’ex blocco comunista, forniva ulteriori garanzie di pace. Economia, valuta, ma anche programmi scientifici, giovani, università: con la promozione di un gran numero di iniziative varate sotto il patrocinio delle istituzioni europee vedeva la luce, pian piano, uno spazio dell’anima caratterizzabile come pollone di una coscienza europea ; i «progetti cofinanziati da…» permisero alle regioni più povere di realizzare infrastrutture ch’erano rimaste per decenni nel cassetto. «L’Europa si costruisce», soleva dire

il medievista Jacques Le Goff inaugurando una speciale collana editoriale dedicata all’argomento; «È una grande speranza che si realizzerà soltanto se terrà conto della storia: un’Europa senza storia sarebbe orfana e miserabile». Ora però questa speranza sembra svanire sotto il tiro incrociato di un’alleanza composita, che le rinfaccia manchevolezze di ogni tipo, nel campo dell’occupazione, delle migrazioni, del credito, della socialità, della difesa. Un elenco sempre più lungo e nutrito, che agisce giorno dopo giorno come un agente corrosivo. Sparare sull’Ue è diventato uno sport nazionale quasi ovunque. Perché porta voti e permette di scaricare le responsabilità all’esterno, oscurando le proprie; perché consente di indicare un nemico alla folla crescente degli scontenti e dei dimenticati. L’Unione europea ha certamente bisogno di profonde riforme per eliminare sprechi ed efficienze. Ma cancellarla, come molte forze nazionalpopuliste vorrebbero, significa regredire allo stato ferino che ha incenerito la prima metà del Novecento.

In&outlet di Aldo Cazzullo Tenuta liberale in Olanda La vittoria di Rutte in Olanda rappresenta la prima sconfitta del populismo dopo l’anno trionfale, il 2016 della Brexit e della storica elezione di Trump. La sconfitta di Marine Le Pen per mano di Macron potrebbe essere la tappa successiva. Se poi la grande coalizione tra la Merkel e l’Spd tenesse in Germania, resterebbe solo Grillo a tenere alta la bandiera populista. La tenuta liberale in Olanda è motivo di consolazione un po’ per tutti: perché conferma un’antica tradizione del Paese. Nel Rinascimento, gli ebrei e i perseguitati trovavano nei Paesi bassi, nella borghesia mercantile e nella casa degli Oranje un porto sicuro. Chi non poteva stampare i suoi libri o manifestare le sue idee in casa, metteva vela verso Rotterdam o partiva per Amsterdam. Ancora oggi il giorno del re, che da quando è salito al trono Guglielmo cade il 27 aprile, è una straordinaria

prova d’integrazione: vecchi e nuovi immigrati, indonesiani e comunitari, i discendenti dell’antico impero coloniale e gli espulsi dalla crisi del Sud Europa si mescolano uniformati dalla maglietta arancione (quest’anno si annuncia una festa speciale: il sovrano compie cinquant’anni). Amsterdam del resto è con Londra la metropoli più internazionale d’Europa (Parigi è una città francese e maghrebina con forti comunità da altre parti del mondo più o meno integrate, Madrid è soprattutto una capitale spagnola e latinoamericana). Eppure l’Olanda è stata anche il primo Paese europeo a conoscere l’intolleranza. A vivere le tragedie e i pericoli che il mondo globale porta con sé, accanto alle opportunità. Il 2 novembre 2004, alle 8 del mattino, Theo Van Gogh – nome caro a chiunque ami le arti e la libertà: discendente del fratello del pittore e di un altro Theo Van Gogh caduto nella

Cantoni e spigoli di Orazio Martinetti Ue, tanti auguri e buona continuazione L’Unione europea – alla nascita Mercato europeo comune – festeggia i suoi primi sessant’anni. Auguri vivissimi, salute e prosperità. Lo diciamo senza ironia. In precedenza il continente era molto meno rassicurante e stabile, lacerato da guerre commerciali e finanziarie. Il secondo conflitto mondiale l’aveva ridotto in macerie. I nuovi equilibri, fondati sul duello Usa-Urss, non promettevano un futuro sereno. La corsa agli armamenti nucleari appariva inarrestabile, incontenibile. Vaso di coccio tra due vasi di ferro, l’Europa cercava la rappacificazione e la rinascita; la trovò dapprima stipulando accordi sulla produzione del carbone e dell’acciaio (Ceca) e poi nei trattati di Roma del 1957 istituenti la comunità economica e la collaborazione per l’impiego pacifico dell’energia atomica (Euratom). La Svizzera rimase in disparte ma vigile, attenta alle mosse dei vicini. Aderire oppure no? Mettere in gioco la propria secolare neutralità oppure no? Intorno a questi interrogativi prese avvio nel paese un intenso dibattito, sfociato

infine nell’adesione all’Aels, l’associazione di libero scambio: una scelta che molti giudicarono minimalista e in fondo poco utile, visto che la Svizzera confinava con i paesi fondatori del Mec: Germania occidentale, Francia, Italia. Imboccando questa strada – si sostenne allora da parte di alcune minoranze intellettuali – la Confederazione finiva per auto-castrarsi, per ibernare il suo stesso patrimonio genetico, la sua morfologia decentrata e policentrica, embrione e modello di un’Europa delle regioni. Tra i più combattivi assertori dell’idea federalistica va ricordato Denis de Rougemont, l’unico pensatore svizzero tuttora citato nel mondo quando si discorre di questi argomenti. Rougemont scrisse numerosi saggi divulgativi, ma fu attivo anche come organizzatore culturale. Le sue iniziative attirarono politici e intellettuali di diverso orientamento, ma tutti animati da questo grande ideale, il federalismo, antico ma rimasto a lungo sotto traccia, muto, soffocato dal nazionalismo e dal razzismo. Si spiega anche così, da questi semi sparsi nel terreno tra Ginevra,

Losanna e Neuchâtel, il maggior tasso di europeismo maturato in Romandia nel corso degli anni. Un immissario di questo largo fiume federalista attraversò anche il canton Ticino: accadde nel giugno del 1944, allorché Ernesto Rossi, in fuga dal fascismo dopo aver trascorso numerosi anni in galera e al confino, fece uscire nelle Nuove Edizioni di Capolago un suo scritto sotto lo pseudonimo di Storeno. Il saggio, dal titolo Gli Stati Uniti d’Europa, annodava i fili di una feconda riflessione coltivata sull’isola di Ventotene in quotidiano dialogo con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni. Una volta deposte le armi, sarebbe stato questo il traguardo verso cui marciare, «la più grandiosa costruzione della nostra civiltà occidentale, l’inizio di tutta un’epoca di nuovo, più vero umanesimo». La costruzione dell’Europa comunitaria è stata senz’altro il più grande progetto mai tentato nel vecchio continente sotto le insegne della democrazia. Non che nel passato fossero mancate ambizioni sovranazionali. Ma tutte scaturivano da megalomanie


Pasqua è squisite zza. 20% Tutte le bevande per aperitivo (birra analcolica esclusa), per es. Sanbittèr San Pellegrino, 6 x 10 cl, 3.55 invece di 4.45

1.–

di riduzione Tutte le chips Zweifel da 170 g, 280 g o 300 g per es. alla paprica, 280 g, 4.70 invece di 5.70

20%

1.50 invece di 1.90 Emmentaler surchoix per 100 g

50%

2.15 invece di 4.30 Salame Rapelli Classico al pezzo Svizzera, per 100 g

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20%

20%

1.80 invece di 2.30

Tutto l’assortimento Sélection per es. Moscato, 75 cl, 5.50 invece di 6.90, offerta valida fino al 3.4.2017

Formaggio di montagna dei Grigioni bio per 100 g

conf. da 2

20% Focaccia alsaziana originale in conf. da 2 per es. 2 x 350 g, 7.80 invece di 9.80

2.90

Sfoglie alle olive Gran Pavesi 160 g

2.70

Olive portoghesi bio ripiene con pasta di peperoni 150 g

2.50

20% Tutti i sottaceti e gli antipasti Condy per es. cetrioli alle erbe, 270 g, 1.50 invece di 1.90

Philadelphia Mousse, al naturale 140 g

3.90

Baguette alle olive Pain Création 380 g


Pasqua è squisite zza. 20% Tutte le bevande per aperitivo (birra analcolica esclusa), per es. Sanbittèr San Pellegrino, 6 x 10 cl, 3.55 invece di 4.45

1.–

di riduzione Tutte le chips Zweifel da 170 g, 280 g o 300 g per es. alla paprica, 280 g, 4.70 invece di 5.70

20%

1.50 invece di 1.90 Emmentaler surchoix per 100 g

50%

2.15 invece di 4.30 Salame Rapelli Classico al pezzo Svizzera, per 100 g

Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20%

20%

1.80 invece di 2.30

Tutto l’assortimento Sélection per es. Moscato, 75 cl, 5.50 invece di 6.90, offerta valida fino al 3.4.2017

Formaggio di montagna dei Grigioni bio per 100 g

conf. da 2

20% Focaccia alsaziana originale in conf. da 2 per es. 2 x 350 g, 7.80 invece di 9.80

2.90

Sfoglie alle olive Gran Pavesi 160 g

2.70

Olive portoghesi bio ripiene con pasta di peperoni 150 g

2.50

20% Tutti i sottaceti e gli antipasti Condy per es. cetrioli alle erbe, 270 g, 1.50 invece di 1.90

Philadelphia Mousse, al naturale 140 g

3.90

Baguette alle olive Pain Création 380 g


20% di riduzione. all‘acquisto di 2 prodotti

20%

77.50 50 invece di 12.50 p.es. Super Sizer Fibers Mascara 800 all’acquisto di 2 prodotti

SU TUTTI I PRODOTTI PER GLI OCCHI DI COVERGIRL OFFERTA VALIDA SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Novità

Ora

20x PUNTI

nella

l m 5 5 3 a d a n i t t a l

Novità 1.50 Monster Energy, Monster Ultra 355 ml

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

33

Cultura e Spettacoli Raccontare la Storia con un bacio Nella canzone italiana il bacio è da sempre elemento imprescindibile, come ci racconta Ranieri Polese in un delizioso libro

I settant’anni di Magnum Una tripla mostra celebra l’importanza e il prestigio dell’agenzia fotografica

Una Ifigenia libera Grande successo per l’impressionante nuovo lavoro di Carmelo Rifici, presentato al LAC pagina 38

pagina 34

pagina 35

Senza titolo, 1985, inchiostro di china su carta. (Claudine Garcia, (AN); Collection de l’Art Brut, Losanna)

Il flusso delle energie latenti

Mostre La Collection de l’Art Brut di Losanna dedica una personale a Henriette Zéphir (1920-2012) Daniele Bernardi È il 1961 quando Henriette Zéphir avverte la presenza di Don Carlos, la sua «guida». Ha superato da poco i quarant’anni e fino ad ora non ha ancora dipinto – da ragazza le sarebbe piaciuto diventare «disegnatrice industriale», ma la famiglia si è opposta. Ciononostante, ad oggi la sua vita è stata intensa: un’infanzia felice, trascorsa assieme ai nonni nelle campagne della HauteGaronne; un matrimonio che le ha permesso di lasciare il contesto familiare di Toulouse; una serie di spostamenti in Marocco, in Guyana francese, in Martinica; due figli che la amano, e che vivono con lei da quando è rientrata in Francia e si è separata. Eppure niente è paragonabile a quanto sta per accadere. Un giorno, improvvisamente, Henriette sente che qualcosa le è accanto: è come se ne potesse percepire la fisicità. Poi, uno spirito si palesa dandole un ordine preciso: lavorare sette giorni consecutivi, armata di carta e matita, affinché l’«apprendistato iniziatico» possa compiersi. Allora, la donna si mette all’opera: seguendo la voce di quello che dirà essere il «compagno di una vita ante-

riore», realizza decine e decine di disegni fatti a penna, con colori, pennino e inchiostri; e mentre negli anni si impegna nel dare corpo alle «energie» che la toccano, Jean Dubuffet viene a conoscenza del suo lavoro. Nel 1966 il grande pittore francese ha ripreso le sue indagini in materia di Art Brut – concetto da lui ideato nel 1945 che designa pratiche espressive aliene all’accademismo, al successo, alla ricerca del consenso e all’idea del «bello». Soprattutto, i creatori dell’Art Brut sono per lo più autodidatti e non avvertono il bisogno di affermarsi come artisti, poiché la loro dedizione è pura e incondizionata. Di fatto, nel lavoro di queste persone spesso maltrattate dalla vita (pazienti psichiatrici, ammalati, carcerati, analfabeti, solitari...) non c’è traccia di vanità. Perciò, quando si chiede ad Henriette di poter acquistare i suoi quadri, da principio lei non capisce ed è reticente: non né è autrice, né proprietaria dell’opera. Bisogna invece interrogare le «guide» per ricevere l’autorizzazione. Così avviene e Dubuffet, infine, compra una ventina di disegni. Molto tempo dopo, nel 2016, grazie a una donazione da parte degli eredi Zéphir alla Collec-

tion de l’Art Brut, altre composizioni vanno ad arricchire gli archivi del museo losannese che oggi dedica una personale alla donna, scomparsa nel 2012. Per chi non fosse mai stato in questo luogo incredibile, la circostanza potrebbe essere l’occasione per conoscere una delle realtà più interessanti del nostro Paese. L’esposizione si trova al primo piano del castello di Beaulieu, da tempo divenuto centro nevralgico dell’Art Brut. Superati i saloni in cui campeggiano i quadri di Aloïse Corbaz, di Adolf Wölfli, di Henry Darger, di Carlo e molti altri, si entra in una stanzetta bianca, allestita con sobrietà ed eleganza. Qui, una scelta accurata dei lavori della Zéphir riceve il visitatore, mentre dietro una tenda bianca il video di Mario Del Curto e Bastien Genoux, Henriette Zéphir, le souffle des esprits, viene trasmesso in continuazione. L’insieme mette in evidenza le tre «zone» principali del percorso di Henriette: il primo periodo, che va dal 1961 al 1966, dove si vede come il manifestarsi di Don Carlos abbia inaugurato una fase «preparatoria» in cui prevalgono ricami di forme complesse, «dentellate o merlate, foderate da molteplici orli e da frange»; la seconda parte, forse la più

impressionante, che va dal 1966 al 1998, dove la scomparsa delle «linee angolose» dà spazio a contorni ovoidali, a sfere, spirali, tentacoli ed eruzioni – quasi che la Zéphir fosse entrata in contatto con «un universo in formazione» (particolarmente intense le tavole in bianco e nero); infine l’ultimo atto, dal 1998 al 2012, segnato da «condensazione e sistematicità»: qui le precedenti deflagrazioni lasciano il posto a forme «classiche», definite e semplici ma a loro volta contenenti fittissimi intrecci di colore. Il faticoso compito di Henriette (sotto il dominio delle «guide» poteva disegnare per ore e giorni, ignorando i limiti del dolore fisico) era quello di captare e trasmettere il flusso delle energie latenti. Oggi mentre il visitatore si trova a fronteggiare i microcosmi racchiusi nei suoi quadri, la vibrante concentrazione di quelle forze sembra voler risucchiare sguardo e attenzione. Usciti dal museo, a lungo, serrando gli occhi è ancora possibile veder volteggiare le masse dei segni, come se queste fossero stormi di uccelli in volo. Non meno interessanti sono il piccolo catalogo della mostra, a cura di Anic Zanzi, con un intervento di Alain Bouillet, e il sopracitato documentario

Henriette Zéphir, le souffle des esprits. In quest’ultimo è dato conoscere la persona di Henriette in tutta la sua delicata, graziosa simpatia. Qualora qualcuno, ingenuamente, si aspettasse una specie di invasata o un’ossessa, si prepari ad essere piacevolmente deluso: si tratta di stereotipi infelici, che sarebbe meglio dimenticare. Henriette Zéphir, oltre ad avere un meraviglioso senso dell’umorismo e una risata contagiosa, possiede un equilibrio sobrio e umile, capace di affascinare e far sorridere. Ancora una volta dunque la Collection de l’Art Brut offre, a chi sa cogliere la profondità di queste vite, la visione di un universo vasto e autentico, che nulla ha da spartire con l’isteria imperante e col mercato dell’arte contemporanea. La mostra chiuderà il 30 aprile 2017 – in attesa delle prossime proposte del museo, ci si augura che questa abbia tutta la risonanza che merita. Dove e quando

Henriette Zéphir, Collection de l’Art Brut, Losanna (11, av. des Bergières). Orari: ma-do 11.00-18.00. Fino al 30 aprile 2017. www.artbrut.ch


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

34

Cultura e Spettacoli

Altro che 24’000 baci

Editoria Il giornalista Ranieri Polese ha recentemente dato alle stampe un gustosissimo libretto

dedicato al bacio nella canzone italiana

Mariarosa Mancuso Avrebbe dovuto chiamarsi «Cazzotto». Era il nome che Luisa Spagnoli aveva in mente per il cioccolatino oggi conosciuto come «Bacio». Lo inventò nel 1922 per riciclare le nocciole frantumate – l’unica intera poggiava sulla cima del dolcetto. Giovanni Buitoni lo battezzò con il nome che ha resistito fino a oggi. Federico Seneca – il genio della pubblicità celebrato pochi mesi fa da una mostra al Max Museo di Chiasso, a 40 anni dalla morte – disegnò il bacio degli amanti ispirandosi al quadro di Francesco Hayez e inserì i cartigli con

Anche se sono «solo canzonette», quelle italiane hanno saputo raccontare la storia di un Paese la frase d’amore. Unica concessione alla modernità, le frasi ora sono d’autore vivente. Accanto al classico Cyrano de Bergerac, all’ancora più classico La Rochefoucauld, all’apostrofo rosa tra le parole «t’amo» (Edmond Rostand, se siete curiosi), le hanno firmate Federico Moccia di Tre metri sopra il cielo e Fedez (rapper e giudice all’ultima edizione di X-Factor). L’apostrofo è troppo poco, se dobbiamo dare retta a Ranieri Polese e al suo gustoso libretto appena uscito da

Archinto con il titolo Per un bacio d’amor. I baci nella canzone italiana. I baci, potremmo dire, funzionano nelle canzonette come punteggiatura: il bacio innocente potrebbe fungere da virgola; il bacio insistito potrebbe essere un punto; il punto e virgola potrebbe essere il bacio rubato, amichevole ma non del tutto; i due punti potrebbero essere il «french kiss». In Francia quel bacio era chiamato «baiser florentin». Nulla sfugge a Ranieri Polese, giornalista culturale che aveva curato un numero dell’Almanacco Guanda dedicato appunto alle canzonette. Titolo La musica che abbiamo attraversato, con un saggetto a firma Adriano Sofri sulla canzone di Domenico Modugno Piange il telefono. Qui si comincia subito citando il Canzoniere di Francesco Petrarca. «Trattasi di canzonette», diceva Enzo Jannacci. Ma raccontano il costume italiano meglio di tanti saggi. Proprio come Trattasi di Il sorpasso di Dino Risi racconta magnificamente l’Italia e il carattere degli italiani. E come l’episodio dei Mostri dedicato al Premio Strega – con Vittorio Gassman in tubino e tacchi alti che si atteggia a Maria Bellocci (suo marito Guido Alberti produceva il liquore Strega) – ritrae perfettamente il mondo letterario italiano. Ranieri Polese parte da una constatazione di Edmondo Berselli (altro grande studioso del costume italiano, ci manca dal 2010). I baci sono scomparsi. «Abbiamo fatto l’amore e mi hai detto mi dispiace / mi hai lanciato una

Particolare della copertina del libro di Ranieri Polese, edito da Archinto.

scarpa col tacco e poi abbiamo fatto pace / abbiam rifatto l’amore e ti è piaciuto un sacco e dopo un po’ mi hai lanciato la solita scarpa col tacco» canta Jovanotti in Un raggio di sole. I moderni fanno l’amore senza passare dal via. Genitori e nonni, a giudicare dalle

canzonette, sembrava che restassero sempre al via. Fino all’arrivo di un pargoletto sbucato chissà da dove. Il primo bacio della canzone italiana si trova nel 1881, in Musica proibita. Un romanza ancora imparentata con il linguaggio aulico del melodramma. Molte

le «dislocazioni sintattiche» – parole di Ranieri Polese, gli aggettivi e i complementi non sono mai dove uno se li aspetta: per i letterati italiani sono il primo scalino verso la poesia. Tutta colpa di Arrigo Boito, di certe sue rime azzardate, di certe parole pescate dove il vocabolario le ha nascoste perché nessuno le molestasse. Questo abbiamo pensato, malignamente. Senonché qualche settimana fa, ascoltando il Falstaff di Giuseppe Verdi – nella geniale regia di Damiano Michieletto, che ambienta l’opera alla casa di riposo per musicisti dove lo svizzero Daniel Schmidt ambientò il Bacio di Tosca – abbiamo scoperto che il librettista nel 1893 usava già la parola «gattamorta». Da restarci secchi. Arrivano i brividi del tabarin, dei cuori che alla maniera di Gadda «palpitano» (una pettoruta soprano appare in uno dei racconti di L’Adalgisa), della coca boliviana (parente stretto di «mi imbarcai su un cargo che batteva bandiera liberiana» in Borotalco di Carlo Verdone). Fioriscono i doppi sensi, e in Profumi e balocchi abbiamo il primo product placement: la boccetta di cristallo è Coty. Per arrivare ai giorni nostri – e appunto alla scomparsa del bacio passando per la furia di Riccardo Cocciante: «E adesso spogliati, come sai fare tu, ma non illuderti, io non ci casco più» – innumerevoli sono i ribaltamenti (anche sessantottini e contestatari), le citazioni, i commenti ironici e colti. Incredibile che ce ne stiano così tanto in cento sveltissime pagine. Annuncio pubblicitario

20% di riduzione. 20%

5.60 invece di 7.00 THOMY Salse calde 2 x 250ml Hollandaise, Hollandaise leggera, Béchamel, Champignons, Gratin e à la Crème

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

35

Cultura e Spettacoli

Magnum, tra arte e documentario

Fotografia Una tripla mostra a Torino, Brescia e Cremona

festeggia i 70 anni dell’agenzia Magnum Photos

Ada Cattaneo Esattamente settant’anni fa, a New York, veniva fondata l’agenzia fotografica Magnum, quasi a testimoniare la sopravvivenza del mondo agli orrori del secondo conflitto mondiale. Proprio come avvenne per altre realtà, come Gamma o Alliance, Magnum era stata costituita sotto forma di cooperativa di fotogiornalisti. Ma, rispetto a quanto accadeva altrove, qui gli autori sceglievano in modo autonomo su cosa concentrarsi e, non dovendo cedere i diritti di riproduzione, mantenevano la proprietà delle loro opere. Veniva così sancito il valore artistico dei reportage, non più da considerare solo documentazione richiesta dalla stampa, ma come un racconto con valenza autonoma. Il nome Magnum porta con sé ancora oggi tutto il fascino delle grandi storie e dei grandi nomi che le hanno sapute raccontare. Basti ricordare che fra i cinque fondatori c’erano anche due figure come Henri-Cartier Bresson e Robert Capa e che una parte si-

gnificativa delle fotografie iconiche del secondo Novecento furono scattate proprio dai membri dell’agenzia. Il fatto, poi, che essa sia tuttora attiva, mantenendo inalterato il connubio fra fotografia artistica e documentaristica, ha lo stesso sapore di una tradizione d’antan che si sa rinnovare di stagione in stagione. A non più di due ore di viaggio dalla Svizzera Italiana, tre musei celebrano i settant’anni di questa storia. Si comincia con Camera, il centro per la fotografia di Torino, che ospita la mostra Magnum e l’Italia con circa 200 scatti dal dopoguerra ad oggi per rappresentare lo svolgersi lungo i decenni della cronaca di un Paese, attraverso i momenti salienti della sua storia e le prerogative nazionali interpretate dai fotografi dell’agenzia. Si parte da un importante nucleo di reportage sulla situazione al termine del conflitto mondiale, fra cui il ritorno dei turisti a Roma, raffigurato da David Seymour nel 1947, fino al ritratto di Berlusconi prima della sua ascesa politica, di Ferdinando Scianna. Dal contrasto fra la bellezza dei luoghi

della cultura e il cattivo gusto dei visitatori, mostrato senza indulgere da Martin Parr, si arriva alla folla riunita per la morte di Wojtyla così come Paolo Pellegrin l’ha saputa raffigurare. A Brescia i fotografi Magnum sono protagonisti di due esposizioni al Museo di Santa Giulia. La première fois, combinando stampe e proiezioni, racconta quel particolare momento nella vita di venti autori in cui, affrancandosi dall’insegnamento dei loro maestri e dagli esempi fino ad allora seguiti, hanno trovato la loro «voce fotografica», il loro stile peculiare che li ha poi accompagnati nel resto della carriera. Da segnalare poi la singolare vicenda dell’altra mostra, intitolata Magnum First, le cui casse furono ritrovate per caso nel 2006 in una cantina di Innsbruck. Le 80 immagini qui contenute erano state presentate in cinque città austriache fra il 1955 e il 1956, per essere poi del tutto dimenticate per cinquant’anni. Dopo il restauro, queste immagini realizzate da otto autori capitali per la storia dell’agenzia, vengono presentate oggi sui suppor-

Werner Bischof: Giappone, Tokyo: giardino del tempio di Meiji, 1951. (© Werner Bischof/Magnum Photos )

ti originali: tra gli altri, si ricordano gli emblematici gli scatti in Asia dello svizzero Werner Bischof, l’intimità familiare di Gandhi prima del suo assassinio, documentata da Cartier-Bresson, e le ingannevoli immagini di un presunto antico Egitto visto da Ernst Haas sul set de La regina delle piramidi di Howard Hawks. Nello stesso museo è anche possibile visitare la nuova personale di Steve McCurry, con settanta scatti dedicati al tema della lettura. Da ultimo, a Cremona ha aperto Magnum Life, sull’intenso rapporto che vide l’agenzia fotografica colla-

borare con il settimanale americano «Life». Fra i nove reportage presentati, spicca la figura di Robert Capa, presente con tre dei suoi più celebri servizi di guerra, dal conflitto civile spagnolo alla Normandia e all’Indocina. Dove e quando

Magnum e l’Italia, Camera, Torino. Fino al al 21 maggio. La première fois; Magnum First; Steve McCurry. Leggere, Museo di Santa Giulia, Brescia. Fino al 3 settembre. Magnum Life, Museo del Violino, Cremona. Fino all’11 giugno.

Colloquio con Richard Kalvar, già presidente di Magnum Come è entrato a fare parte dell’agenzia Magnum?

Quando sono diventato fotografo – o una «specie» di fotografo – mi capitava spesso di andare a presentare le mie immagini. Era piuttosto frequente per i giovani autori. Così entrai in contatto con persone come André Kertész e alcuni autori alla Magnum. Qualcuno di loro fu di grande aiuto, come Elliott Erwitt. Le foto gli piacquero. Mi trovò un lavoro per una rivista. Così avevo un paio di amici, o piuttosto di mentori, all’interno di Magnum. Nel 1970 mi trasferii in Francia e qui fondai con un collega una piccola agenzia fotografica. Marc Riboud, in Magnum dagli anni Cin-

quanta, cominciò allora ad interessarsi al nostro lavoro. Presentammo il nostro portfolio all’incontro annuale dei membri dell’agenzia e io fui accettato, era il 1975.

Come funziona l’ammissione?

Puoi proporre il tuo portfolio. Tutti i membri lo esaminano e valutano se ammetterti. È utile che qualcuno all’interno dell’agenzia conosca già il tuo lavoro. Quando sei stato accettato, sei inizialmente un associato e in un secondo tempo puoi diventare un membro effettivo. Quando una persona è stata ammessa, cerchiamo di farla subito sentire partecipe. Ma allo stesso tempo è per noi molto importante che ciascuno cresca in quanto individuo,

con un modo personale di guardare alle cose.

Lei è anche stato presidente di Magnum.

Sì. Come presidente tentavo di coordinare le cose, di risolvere i problemi. Probabilmente in quel ruolo ho fatto almeno un paio di buone cose e un paio di cose non altrettanto buone. Come vicepresidente, invece, gestivo la sede di Parigi. Cosa significa che un’agenzia sia gestita dai fotografi?

È una cosa completamente nostra. Dobbiamo gestirla. Dobbiamo occuparci di quel che succede, dei problemi. Questo è molto faticoso, ma allo stesso tempo è utile per sviluppare fiducia e

lealtà fra di noi. Il lato negativo è che non siamo degli ottimi amministratori. C’è del personale che lavora per noi, ma in definitiva siamo noi i responsabili: abbiamo un patrimonio che dobbiamo conservare e non possiamo fallire. Perciò siamo sempre coinvolti in tutti gli aspetti.

Il fatto di essere parte di una simile organizzazione influenza il vostro lavoro fotografico?

Sì, certo. All’interno dell’agenzia, ci sono degli ottimi fotografi. Anche se forse non tutti. Mi misuro con ognuno di loro. Da alcuni imparo. Da altri imparo in negativo, cioè me ne distanzio. Ma anche questo è interessante.

C’è qualcosa a cui sta lavorando in questo periodo?

Sto sempre lavorando al mio progetto originario: scattare una buona fotografia. Sono molto orientato verso il singolo scatto. Una fotografia sola che sia in sé una storia intera, sia essa vera oppure no. Fotografo la vita e cerco di trovare le piccole storie che stanno dietro ad essa e che non sempre possono essere espresse a parole. Non voglio solo dare testimonianza di ciò che accade. Mi piace giocare, creare narrazioni. Il mio progetto, sin dagli inizi, è stato raccoglierne il più possibile. È per me una forma di coerenza. In definitiva sono interessato a come l’essere umano si comporta, anche quando è cattivo.

Di mano in mano

Pubblicazioni L’uso delle mani nelle sue pieghe psicologiche e comunicative in un libro

dello psicanalista freudiano Darian Leader Stefano Vassere «Nell’ampia letteratura sulla mano umana, emerge regolarmente la questione degli attrezzi. È il loro uso che, a quanto leggiamo, non solo ci differenzia dalle bestie ma ha anche sospinto il cervello nel suo cammino verso il successo evolutivo. Smettendo di ciondolare dai rami, le nostre mani si ritrovarono libere di compiere attività che permisero nuove forme di abilità». È d’uso da qualche decennio inserire nei manuali di semiotica un capitolo dedicato al rapporto, da molti certificato, tra postura eretta dell’essere umano primigenio e sviluppo delle lingue naturali: l’uomo – detto altrimenti – parla in virtù del fatto che ha i soli piedi ben piantati per terra e le mani non occupate a camminare come i quadrupedi. Da quel momento simbolico e virtuale l’uomo comincia a fare cose con le mani: indicare, mediare azioni attraverso l’uso di strumenti e attrezzi, parlare. Secondo questa tesi non priva di fascino, il lin-

guaggio, visto il suo carattere simbolico, non sarebbe che una specie di attrezzo sommamente esterno al suo utente, che serve per interagire con i propri simili e quindi con il mondo. L’uomo è l’unico essere che parla, insomma, perché è l’unico abitante della Terra che sa fare cose mediate da attrezzi. Certo, qualche cercopiteco riesce a tirare fuori dei tuberi da buchi nella terra con un bacchetto; ma poi, ingerita la patata, tutte le scimmie buttano il bacchetto e se ne vanno via senza cavarne alcuna lezione per il futuro. Per alcuni, la paleontologia classica, tutta intenta a trovare crani che contenessero cervelli più voluminosi di quelli delle scimmie, avrebbe fatto meglio a grattare un po’ più in là e tirare fuori le molto più parlanti mani. Dell’importanza comunicativa, ma soprattutto psicologica delle mani tratta questo inusuale Mani. Come le usiamo e perché dello psicanalista inglese Darian Leader. Dalle mani dei neonati e il loro rapporto con la boc-

ca, alle mani che filano per gran parte dell’antichità, alle mani che scorrono nervosamente sui tasti dei telefonini.

La copertina del volume, edito da Ponte alle Grazie di Firenze.

Le mani che non sanno stare ferme, quelle che servono ad agganciare il prossimo ma anche a tenere lontano il mondo là fuori; quelle che servono a organizzare i riti della religione, quelle nel cinema, nelle belle arti, nella letteratura. In Frozen, estetizzante narrazione Disney del rapporto ambiguo e struggente tra due sorelle, una protagonista assiste all’irrompere del male che si manifesta nel congelamento progressivo delle proprie mani (hands) e all’entrata in scena di un principe, Hans (Hans? Che caso, eh?), del tipo che parte apparentemente bello e buono ma poi evolve, dopo un po’, verso l’ambiguo e il malvagissimo. La letteratura è piena di mani, il più delle volte cattive, che agganciano, appendono, stringono, rilasciano al momento sbagliato, uccidono, fanno cose schifose. E poi i telefonini: se da una parte essi strutturano una certa continuità antichissima e quasi fisiologica nell’occupare le mani, che parte dallo sferruzzare degli aghi da maglia, ai

ventagli, alle sigarette, al grattarsi il capo, d’altro canto il correre nervoso delle dita su questi oggettini non farebbe che celebrare una tendenza primaria e fondamentale: quella di sostanziare il nostro linguaggio e la nostra comunicazione con gesti che in un qualche modo «incarnino il verbo», che diano qui al nostro modo di interagire con gli altri la sostanza carnosa delle nostre dita. «Abbiamo visto che il Google Glass ha avuto uno scarso successo, e la prospettiva di comunicare con i nostri computer solo attraverso la voce può sembrare emozionante e attraente, ma ci priverebbe del ruolo forse più importante che questa tecnologia svolga: permettere alle mani di toccare, digitare, cliccare, scorrere». Bibliografia

Darian Leader, Mani. Come le usiamo e perché, Firenze, Ponte alle Grazie, 2017.


20% di riduzione.

20%

NIVEA SI PRENDE CURA DELLA BELLEZZA DEI CAPELLI NIVEA.ch SU TUTTI I PRODOTTI NIVEA HAIR STYLING IN IMBALLAGGI MULTIPLI, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

7.90 invece di 9.90

20%

Styling Creme Gel in conf. doppia 2 x 150 ml

6.30 invece di 7.90 p. es. Spray Styling Color Care & Protect in conf. doppia 2 x 250 ml

20% di riduzione. Aperitivo analcolico dal 1964

Ricette rinfrescanti su www.crodino.ch

20%

5.75 au lieu de 7.20 Crodino 8 × 10cl

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21. 3 AL 27. 3. 2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20%

7.00 invece di 8.80 p. es. Styling Mousse Volume Care in conf. doppia 2 x 150 ml


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

37

Cultura e Spettacoli Svetlana Aleksievicˇ. (© Margarita Kabakova)

Barocco e classico per le Camelie Concerti Nona edizione della rassegna

musicale primaverile locarnese

Arte e natura al Monte Appuntamenti È stato recentemente presentato il ricco programma

di incontri al Monte Verità

Concorsi

Sebbene il movimento culturale intorno al Monte Verità sia nato sulla scia di spinte di fuga da un’Europa che si faceva rigida e belligerante, avviata a seguire degli schemi sociali difficilmente accettabili dagli spiriti liberi, al suo potenziale utopico in Ticino si guardò a lungo con diffidenza. Le cose sono fortunatamente cambiate, soprattutto negli ultimi anni, che hanno visto un rilancio su larga scala di un luogo da molti considerato mistico, o perlomeno speciale. Una folta serie di manifestazioni ha così avuto modo di nascere, di crescere e di radicarsi ritagliandosi uno spazio apprezzato in un territorio per molti versi già saturo di eventi culturali. La peculiarità del Monte Verità risiede forse proprio nel fatto di riuscire a proporci momenti di riflessione in qualche modo agganciati alla storia e alla tradizione del luogo, ma allo stesso tempo figli dell’era in cui viviamo. Come è stato sottolineato durante la recente conferenza stampa da Nicoletta Mongini e da Yvonne Pesenti Salazar, uno dei momenti salienti della nuova stagione è indubbiamente rappresentato dalla riapertura, a maggio, di una completamente ristrutturata Casa Anatta, che ospiterà il Museo del Monte Verità. Per festeggiare l’occasione sarà riproposta, a partire dal 20 maggio, la mostra Le mammelle della verità, allestita per la prima volta nel

1978 da Harald Szemann (1933-2005). Casa Anatta sarà protagonista di diversi altri appuntamenti e attività. Prima di questo atteso appuntamento, la programmazione del Monte Verità è già entrata nel vivo, proponendo il ciclo di appuntamenti della Primavera Locarnese, composto dalla rassegna L’immagine e la parola (che ha avuto luogo dal 10 al 12 marzo) e dagli Eventi letterari (sostenuti anche dal Percento culturale di Migros Ticino), che prenderanno il via il prossimo 6 aprile. Durante i numerosi momenti di natura letterario-filosofica si rifletterà sulle utopie come «luoghi dei desideri» o «non luoghi». Fra gli incontri più attesi vi è certamente quello con Svetlana Aleksievicˇ che nel 2015 fu la prima giornalista a vincere il Premio Nobel per la letteratura. Merito della giornalista bielorussa, oltre alla capacità di sapere trasformare le testimonianze orali raccolte nel corso degli anni in tessere di quello che alla fine si rivela un pulsante mosaico letterario, è anche quello di avere sempre tenuto testa a qualsiasi forma di controllo. Testimonianza ne sono i suoi libri scomodi, ma pieni di brucianti verità, come quello dedicato alla tragedia di Cernobyl’ (Preghiera per Cernobyl’) o alla guerra in Afghanistan con il suo incredibile pegno di giovani morti (Ragazzi di zinco). Molti degli afflati artistici nati

attorno al Monte Verità, perlomeno originariamente, trovarono un’imprescindibile fonte di ispirazione anche nel paesaggio, in una natura ad oggi in parte conservata e godibile nella sua peculiarità. È forse anche per questo che un occhio di riguardo del programma è rivolto agli aspetti «verdi» del nostro vivere, e così è nata un’interessante collaborazione che vedrà il Monte Verità (25 e 26) ospitare le Giornate di Primavera del FAI (Fondo Ambiente italiano), durante le quali sarà proposta una serie di visite guidate, di proiezioni e di racconti. Per chi oltre ad ammirare la bellezza paesaggistica, desidera comprendere e tutelare il territorio, il Monte Verità presenta in cartellone incontri sulla gestione dei rifiuti (22 marzo), sull’acqua come risorsa (29 marzo) e sulla attività ricreative nelle aree montane (22 maggio). Anche la musica avrà il suo momento da protagonista, dapprima con il Trio Torello, che proporrà un Omaggio a Hermann Hesse, frutta della collaborazione tra il Monte Verità e la Fondazione Hesse di Montagnola (24 marzo) e poi con il concerto Amine & Hamza, per un viaggio nella musica tunisina con Locarno Folk (12 maggio). / Red.

Tra jazz e nuove musiche William Parker Organ Quartet Studio 2 Rsi, Lugano Besso Giovedì 23 marzo, ore 21.00

Il nome di questa serie di concerti (sostenuta dal Percento culturale di Migros Ticino) si ispira al fiore su cui giustamente Locarno vanta un primato internazionale. Gli appuntamenti musicali si svolgono infatti in concomitanza con la «Rassegna internazionale delle camelie», e si struttureranno anche quest’anno in un ciclo di quattro serate dedicate alla musica antica. Si tratta di concerti monotematici, che ci presenteranno vari aspetti della tradizione cameristica europea. Il cartellone proporrà nel suo primo concerto un incontro con il repertorio bachiano, preso però quale pretesto per un giro d’orizzonte sulla musica tedesca del XVII e XVIII secolo. L’esecuzione sarà affidata a un trio di cui fa parte la violinista ticinese Fiorenza de Donatis, una delle più affermate interpreti ticinesi e, allo stesso tempo, giovane molto attiva nella programmazione e organizzazione di questa serie concertistica. La seconda serata invece ci accompagnerà in un’escursione nel mondo musicale barocco e classico, curata dall’ensemble «La lira d’Orfeo», un

gruppo che intende riattualizzare e rileggere con gusto moderno il repertorio del passato. Il quartetto Mosaïques, una formazione composta da quattro eccellenti solisti ed esperti della tradizione strumentale, concentrerà la sua attenzione invece sulla scena musicale viennese e presenterà una scelta di brani di autori che hanno operato alla corte austriaca nel XVIII secolo. Di grande interesse l’ultimo concerto dedicato all’antenato del pianoforte, il fortepiano, e alle musiche di W. A. Mozart. La prima e la seconda serata saranno introdotte da Giuseppe Clericetti, musicologo e animatore di Rete Due RSI, mentre la terza serata sarà affidata a Giada Marsadri, conosciuta presentatrice della trasmissione televisiva Paganini. Il programma

La violinista ticinese Fiorenza De Donatis. (www.fiorenzadedonatis.com)

Venerdì 24 marzo, ore 20.30 J.S. Bach e la Germania tra sei e settecento Musiche di J.S. Bach, H.I.F. Biber, S.H. Schmelzer, G.F. Telemann, G.F. Händel Fiorenza de Donatis, violino Naoki Kitaya, clavicembalo Rodney Prada, viola da gamba Venerdì 31 marzo, ore 20.30 Furore Barocco Musiche di A. Vivaldi, G.F. Händel, G.F. Telemann Raffaele Pe, controtenore Ensemble «La Lira di Orfeo» Venerdì 7 aprile, ore 20.30 Wiener Klassik Musiche di M.G. Monn, W.A. Mozart, J. Haydn Quatuor Mosaïques Erich Höbarth, Andrea Bischof, Anita Mitterer, Christophe Coin Venerdì 21 aprile ore 20.30 Una serata con il Signor Wolfgang Amadè Musiche di W.A. Mozart, J. Haydn, G.F. Händel, D. Scarlatti Sergio Ciomei, fortepiano Tutti concerti si tengono nella Sala Sopracenerina di Locarno. Info: www.concertidellecamelie.com

900/Presente City Songs Auditorio RSI, Lugano Besso Domenica 26 marzo, ore 17.30

Monte Verità Eventi letterari 2017 Vari luoghi, Ascona Dal 6 al 9 aprile 2017

Concerti delle Camelie Rassegna di musica antica Sala Sopracenerina, Locarno 24.3 – 31.3 – 7.4 – 21.4, ore 20.30

Biglietti in palio

Biglietti in palio

Pass per le 4 giornate in palio

Due coppie di biglietti in palio

William Parker, contrabbasso James Brandon Lewis, sax tenore Cooper Moore, organo e tastiere Hamid Drake, batteria Nell’ambito della rassegna proposta da Rete Due RSI.

In programma: Morton Subotnick, The Key to Songs Pierre Boulez, Messagesquisse Steve Reich, City Life Dirige l’Ensemble 900 del Conservatorio Francesco Bossaglia, alla regia del suono Fabrizio Rosso e viola solista nel brano di Boulez Sara Martínez Martínez.

Una riflessione attraverso letture, conferenze e discussioni sul significato delle utopie in qualità di «luoghi dei desideri» o «non-luoghi». Le conferenze si tengono in Piazza Elvezia ad Ascona, al Monte Verità e alla Biblioteca popolare di Ascona.

Venerdì 24 marzo 20.30 J.S. Bach e la Germania tra sei e settecento Venerdì 31 marzo 20.30 Furore Barocco Venerdì 7 aprile 20.30 Wiener Klassik Venerdì 21 aprile 20.30 Una serata con il Signor Wolfgang Amadé

www.rsi.ch/jazz

www.conservatorio.ch/900

www.monteverita.org

Per vincere basta inviare martedì 21 marzo una email all’indirizzo giochi@azione.ch con il proprio nome, cognome, indirizzo, indicando inoltre il concorso a cui si intende prendere parte.

I vincitori saranno estratti a sorte tra tutti partecipanti e riceveranno una conferma via e-mail.

giochi@azione.ch Regolamento Migros Ticino offre ai lettori di

«Azione» biglietti gratuiti per le manifestazioni organizzate tramite il Percento culturale. Il concorso è riservato a chi non ha beneficiato di vincite nel corso degli scorsi mesi.

Informazioni

www.monteverita.org www.eventiletterari.swiss

Biglietti in palio per gli eventi sostenuti dal Percento culturale di Migros Ticino

Buona fortuna!

(Nell’email di partecipazione indicare la serata prescelta)


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

38

Cultura e Spettacoli

Ifigenia, spettacolo dionisiaco e catartico

Corruzione pubblica invadente Cinema Premio

Teatro Il Cortile di Viganello ha invece ospitato la brava Egidia Bruno

per la miglior regia a Cannes 2016

Giorgio Thoeni Con la terza produzione di LuganoInScena la regia di Carmelo Rifici sferra un affondo nel mito nel quadro del «focus» che la sua stagione teatrale ha voluto dedicare alla tragedia. Ma non lo fa allestendo «una tragedia» e basta. Bensì utilizza il complesso componimento drammatico per indagare sulla pulsione primigenia della violenza (e del sacrificio) con un’analisi a tutto campo che smembra, ricuce e svela il tema dell’origine della specie umana attraverso un’operazione di drammaturgia incrociata, talvolta parallela. Ifigenia in Aulide, il capolavoro di Euripide e ultimo testo dell’ultimo grande tragico, diventa Ifigenia liberata e si trasforma in rilettura e soggetto didattico per una profonda riflessione. L’indagine sulla violenza diventa così un progetto di vera e propria riscrittura realizzata in stretta collaborazione con Angela Demattè e imbastita su spunti tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, ma anche da Omero, Eraclito, Eschilo, Sofocle e su riflessioni di filosofi come Nietzsche, René Girard, Giuseppe Fornari. Attuare una ricerca sulla violenza dell’uomo, come afferma il regista, equivale ad addentrarsi in una «realtà inestirpabile e mistero senza fine», dove le ansietà della società greca finiscono col collimare con quelle della nostra contemporaneità in un contesto di guerre, esodi impressionanti, carestie e sacrifici di innocenti come inquietanti elementi di stagnazione della nostra società. Il pretesto per spiegare il meccanismo della tragedia viene offerto da due personaggi centrali nello spettacolo, immaginato come una prova aperta: il regista e la drammaturga che smontano il meccanismo della tragedia classica alla ricerca della storia della violenza come storia dell’uomo che necessita sempre di una vittima da sacrificare, di un capro espiatorio. Come in un unico «deus ex machina», i due personaggi si sdoppiano, agiscono per convincere, spiegare e motivare gli attori ricostruendo le azioni attorno al mito raccontato da Euripide dove si scopre che, alla fine, tutti sono responsabili e carnefici.

Fabio Fumagalli *** Bacalaureat – Un padre, una figlia, di Cristian Mungiu, con Adrien Titieni, Maria Dragus, Lia Bugnar, Malina Malovici (Romania 2016)

Anahì Traversi e Giovanni Crippa in Ifigenia liberata. (© Masiar Pasquali)

Nella formula ricca e di taglio divulgativo scelta dalla regia di Rifici, il mito dionisiaco e il peso della parola ci appaiono in tutta la loro luminosa chiarezza per una storia il cui meccanismo e gli ingredienti ripercorrono la struttura classica di molte tragedie. La ricordiamo brevemente. Una forte bonaccia costringe a una snervante attesa in Aulide la flotta greca, che vorrebbe partire alla volta di Troia per riportare in patria Elena, rapita da Paride. L’indovino Alcante predice l’arrivo del vento a condizione che Agamennone sacrifichi alla dea Artemide la figlia Ifigenia, avuta da Clitennestra. In caso contrario dovrà sciogliere l’esercito, rinunciare a Elena e, chissà, subire pure qualche cataclisma o maledizione. Spinto dal fratello Menelao, Agamennone chiede a Clitennestra di far venire Ifigenia con il pretesto di annunciarle che andrà in sposa ad Achille. Ben presto si fa strada l’inganno trascinando con sé dubbi e disperazione. Ma ormai nessuno può più tirarsi indietro. Clitennestra e la stessa Ifigenia cercano invano di dissuadere Agamennone. La giovane decide allora di andare incontro al proprio destino con atteggiamento catartico, appunto, liberatorio.

Il cast degli attori è scelto e prezioso. A cominciare dall’Ifigenia di Anahì Traversi, giovane attrice maturata considerevolmente, credibile e autorevole nella sua consapevole disperazione. A lei si accompagna una superba Giorgia Senesi (Clitennestra) con l’ottimo e originale duo di corifee con Caterina Carpio e Francesca Porrini. Davvero eccellenti tutti gli interpreti maschili, da Giovanni Crippa (Calcante e Vecchio) a Edoardo Ribatto (Agamennone), Vincenzo Giordano (Menelao), Igor Horvat (Odisseo) con Tindaro Granata e Mariangela Granelli, regista e drammaturga, «strumenti» per svelare il mistero della tragedia. L’umanità idealizzata attorno ai grandi temi evocati si avvale di soluzioni care agli allestimenti di Rifici come le immagini riprese da una telecamera, la simbologia infantile che connota l’innocenza, il ricorso alla maschera per gli ominidi, tra pareti che si aprono e si chiudono per introdurre o celare… è la scenografia di Margherita Palli che asseconda tutto ciò su un palco dove trionfa un’altissima scaffalatura di libri puntellata da simboli esoterici. Zeno Gabaglio diventa attore con le sue musiche eseguite dal vivo, al violoncello e ai sintetizza-

tori: suggeriscono, commentano, diventano sottolineatura della parola. Un grande successo che dopo il suo debutto al LAC, approderà al Piccolo Teatro di Milano prima di iniziare una lunga tournée italiana. Un monologo al pomodoro

Attrice e insegnante di recitazione, Egidia Bruno ha una speciale verve per il teatro di narrazione, formula teatrale «low cost» che però richiede un’attenta maestrìa. Professionista di grande esperienza, con i suoi monologhi ha trovato consensi unanimi in spettacoli come No tu no, dedicato a Enzo Jannacci e La mascula, realizzato con la regia del cantautore milanese che la stimava particolarmente, o ancora con W l’Italia.it, per citarne alcuni. La Bruno è stata recentemente ospite della rassegna MAT nello spazio del Cortile di Viganello con Cunti di casa. A conferma della sua bravura, semplice e spontanea, l’attrice si presenta al tavolo di cucina mentre prepara i «ferretti», pasta tipica della Lucania, per raccontare la preparazione della passata di pomodoro che trasforma in spassosa liturgia di un popolare e antico rituale collettivo.

Creare jazz in libertà, tra la stufa e la betulla Musica I due nuovi album di Marco Santilli, in concerto domenica prossima a Ligornetto Zeno Gabaglio Uno schiaffo in faccia a tutte le cassandre che vogliono la creazione musicale – e l’attività discografica sua diretta emanazione – ormai indirizzate verso un lungo e inesorabile declino. Così potrebbe esser letta la scelta del musicista Marco Santilli di pubblicare, in questo inizio 2017, ben due dischi di opere inedite: L’occhio della betulla e La Stüa. «Se è per questo ne avrei già pronto un terzo, di album, ma quella è ancora un’altra musica» ci dice ridendo; e rispetto all’inusuale scelta di una doppia pubblicazione in contemporanea Santilli esclude qualsiasi esoterica strategia commerciale: «al mero “calcolo” ho sempre preferito la spontaneità: decidere e agire di pancia. Qualcun altro avrebbe dosato le uscite degli album ma, siccome mi credo in continua evoluzione, ho trovato naturale dare alle stampe ciò che mi rappresenta ora. Perché attendere quando so che tra pochi mesi starò sviluppando idee nuove?». E tale scelta in controtendenza è riuscita a incontrare il fondamentale consenso di Harald Haerter, l’entusiasta direttore artistico dell’etichetta Unit Records.

Marco Santilli (secondo da sinistra) con la formazione CheRoba.

Assodata quindi la legittimità – e ci mancherebbe – della pubblicazione in contemporanea di due dischi la curiosità si volge inevitabilmente ai contenuti; perché devono essere diversi, ovviamente, i due dischi, altrimenti ne bastava uno solo, al limite doppio. «L’occhio della betulla è un disco di stampo prettamente jazzistico, registrato con il mio quartetto CheRoba facendo leva sui più consolidati – ma mai scontati! – meccanismi dell’improvvisazione

e dell’interazione tra i musicisti». E La Stüa? «Quello è un progetto un po’ più articolato. Su commissione del festival Alpentöne di Altdorf sono tornato al mio passato di fanciullo, quando sognavo a occhi aperti davanti alla “stüa” del Museo di Leventina a Giornico, dove mio nonno era custode. A volte mi capitava di aiutarlo, spiegando ai turisti l’uso degli antichi oggetti esposti: storie che spesso si trasformavano in improvvisazioni, un po’ come faccio ora con la mia musica. E quei ricordi, quei luoghi e quelle sensazioni costituiscono un bagaglio che da sempre mi porto dentro e che da sempre impregna il mio agire musicale». Un legame che con la produzione de La Stüa è diventato più che esplicito. «Sì, è una sorta di viaggio sull’asse nord-sud che ho voluto compiere con il quartetto CheRoba assieme a un classico quintetto di fiati: un ensemble piuttosto atipico che mi ha però consentito di unire elementi di jazz, musica classica, musica popolare e improvvisazione». E già dai titoli la linea tematica è più che chiara: La Giornico liberata (una composizione epica-progressive ispirata alla Battaglia dei Sassi Grossi), Morbus helveticus (la febbricitante nostalgia della

Patria – famosa malattia svizzera – e l’estenuazione dei mercenari elvetici) o ancora Tangu da Wassen (una tipica espressione leventinese per definire un brano popolare svizzero tedesco). L’asse nord-sud per Santilli non è però solo un tema da declinare in senso culturale e musicale, ma soprattutto un dato della vita reale, essendo da anni trapiantato in Svizzera tedesca senza tuttavia mai perdere i contatti con il Ticino. Fino a che punto la si potrebbe definire un emigrato? «Posso dire di sentirmi un integrato, e anche bene, nell’ambiente ormai internazionale che vivo nel canton Zurigo. Integrato ma comunque non assimilato, siccome penso sempre in italiano e parlo Hochdeutsch. Come musicista i luoghi mi stanno però sempre un po’ stretti, e mi è indispensabile viaggiare. La vera casa sono i miei clarinetti, e non importa dove li suono, perché con loro sento di compiere i viaggi più intimi e veri». Verità e intimità che, finalmente, si offriranno anche al pubblico ticinese, la prossima domenica 26 marzo con la presentazione dal vivo – alle ore 17 presso il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto – de L’occhio della betulla.

Un padre, una figlia, la fine delle illusioni. Medico in una cittadina della Transilvania, Romeo ha fatto di tutto perché sua figlia Elisa fosse ammessa in un’università inglese. Da quanto traspare dal grigiore circostante si può anche capirlo: l’ambiente non è dei più stimolanti. Alla ragazza non manca che ottenere a giorni il diploma liceale. Una formalità, in pratica. Sennonché, due avvenimenti improvvisi turbano la serenità dei due. Durante il pranzo, un sasso scagliato da qualcuno che rimarrà sconosciuto, infrange fragorosamente il vetro di una finestra. Peggio ancora, più tardi, mentre la ragazza si avvia a scuola, eccola subire altrettanto misteriosamente un’aggressione, apparentemente a sfondo sessuale. L’imponderabile, due fatti inspiegabili. Anche se solida, Eliza appare comunque destabilizzata: la certezza di ottenere la media del 18, limite indispensabile per l’ottenimento della borsa di studio, arrischia di allontanarsi. Le conseguenze maggiori sembrano però addensarsi sull’irreprensibile genitore. Il quale, nella possibilità di risparmiare alla figliola la stasi corrotta della Romania contemporanea, nell’ansia di offrirle un’esistenza diversa dalla sua, aveva riposto ogni ragione d’essere. Sarà però in ambiguità molto simili a quelle di una società che ancora non ha assorbito l’eredità dei 40 anni con Ceausescu che il protagonista, fondamentalmente onesto, verrà coinvolto. Accomodamenti dapprima veniali, suggeriti da personaggi mediocri più che perversi. Come truccare leggermente gli esami di Eliza per prevenire ogni minima eventualità negativa. Oppure, all’ospedale, facilitare la precedenza degli esami del vice sindaco, rimescolando il plico dei formulari delle visite in attesa. Autore già nel 2007 di uno straordinario ritratto del proprio paese nel capolavoro che gli valse reputazione e Palma d’Oro a Cannes (4 mesi 3 settimane 2 giorni), Cristian Mungiu si conferma una volta ancora maestro nella costruzione di micidiali meccaniche morali. Senza mai forzare la mano (sulle situazioni, sull’approccio magnifico degli attori), privilegiando nella forma i piani-sequenza, acquisendo alla perfezione gli ambienti e con essi le psicologie, il regista lascia affondare i destini dei suoi personaggi in una progressiva rassegnazione morale, un’osservazione lucida del lento dilagare della menzogna. Nell’apparente tranquillità di una visione che dilata all’infinito nella nostra memoria certi principi irrinunciabili.

La locandina del film di Cristian Mungiu.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

39

Cultura e Spettacoli Rubriche

In fin della fiera di Bruno Gambarotta Il primo caso di Wilamowitz-Moellendorff Ho perso la zia di mia moglie e siccome lei sa che non la posso soffrire, pensa che io l’abbia fatto apposta. Invece la colpa è dei regolamenti dell’ospedale dove l’avevo accompagnata per una visita di controllo, prenotata da otto mesi. L’ho persa quando mi sono messo in fila davanti al totem giallo che emette il ticket dopo aver introdotto le banconote. Avevo con me tutti i dati di zia Anita per essere pronto a rispondere alle domande che appaiono sullo schermo. Se non si risponde con prontezza il totem comunica «Tempo scaduto!» e bisogna ricominciare tutto da capo. La macchina ha chiesto il segno zodiacale della zia e io, sapendo che è nata il 22 maggio, ho risposto pronto «Gemelli!», ma poi quando ha preteso di sapere l’ascendente non ho saputo rispondere. Sono tornato di corsa nell’atrio dove avevo parcheggiato la zia per domandarglielo ma lei non c’era più. Al suo posto c’era un tale che scavava il pavimento con un martello pneumatico per posizionare la fibra ottica. «Stiamo lavorando per voi!» mi ha risposto quando gli ho

domandato dov’era finita l’anziana signora che prima sostava in quel punto. Mi sono messo a girare in tutti i reparti finché non ho ritrovato zia Anita. Era in ortopedia e le stavano ingessando un braccio. «Ma come?» le ho domandato, «non gli hai spiegato che sei qui per una visita di controllo?». «Ho protestato e mi hanno risposto: se dessimo retta a tutto quello che dicono i pazienti staremmo freschi». Alla fine, pagando un altro ticket, ho ottenuto che le togliessero il gesso e ci siamo messi in attesa del nostro turno davanti al reparto giusto. L’istruzione era chiara: «Aspettate che la chiamiamo noi». E noi lì, in mezzo al caos, con le orecchie dritte, nel timore di non sentire il nome della zia. È pieno di squali che, se non rispondi subito, sono pronti a giurare all’infermiera che ti hanno visto andare via e così fare un passetto avanti nella fila. Dopo un bel po’ di tempo, ho incominciato a notare che chiamavano dei pazienti arrivati dopo di noi. Ho chiesto come mai e mi hanno spiegato che loro avevano la precedenza perché erano affetti da

malattie rare: i medici sono golosi di quel tipo di malattie perché possono studiarle, scrivere dei saggi, pubblicarli, andare ai congressi e fare carriera. Così, per fare prima, mi sono inventato una malattia rara. Quando l’infermiera è uscita dall’ambulatorio e ha chiamato un tale arrivato dopo di noi, ho fatto la vocetta gentile e ho domandato: «Scusi, perché non avete ancora chiamato questa signora?». Lei ha risposto, con un tono brusco: «Quando sarà il suo turno la chiameremo». «Strano», le ho detto, «perché il professore, quando ha sentito il nome della sua malattia, ha detto che l’avrebbe visitata subito». L’infermiera ha abboccato: «Quale sarebbe la diagnosi della signora?». Ho sospirato con mestizia: «La signora è affetta dalla sindrome di WilamowitzMoellendorff». Sono andato sul sicuro, Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff è stato un filologo classico e non c’era il rischio che esistesse una malattia con quel nome. L’infermiera ha detto: «Aspetti un momento che m’informo». Tempo tre minuti e sono sbucati

fuori cinque camici bianchi. Quello che sembrava il capo ha domandato: «Dov’è la paziente affetta dal morbo di Wilamowitz-Moellendorff?». «È lei», ho risposto indicando zia Anita, «ma non è un morbo, è una sindrome». Mi hanno aggredito: «Cosa ne sa lei? È forse un medico?» Hanno afferrato la zia, l’hanno portata al di là della porta a vetri e me l’hanno chiusa in faccia. È stata quella l’ultima volta che l’ho vista. Ma non mi sono arreso, sono andato a informarmi in amministrazione; sono stati molto gentili, mi hanno sommerso di spiegazioni: «Ci dispiace, abbiamo interrogato il nostro data base e la risposta è stata che quella malattia non esiste». «Certo che non esiste», ho replicato, «l’ho inventata io». «Ecco, vede che abbiamo ragione noi? È impossibile che la signora sia stata ricoverata nel nostro ospedale perché non avremmo mai potuto registrarla come affetta dal morbo di Wilamowitz-Moellendorff». «Non è un morbo», ho precisato, «è una sindrome». Si sono arrabbiati: «Cosa ne sa lei? È forse un medico?». Ho chinato

la testa e chiesto umilmente cosa potevo fare per riavere zia Anita anche se la sua presenza non era registrata nella memoria del loro computer. «Deve avere pazienza», mi hanno spiegato, «bisogna aspettare che facciano tutte le analisi necessarie per definire la sintomatologia di questo nuovo morbo. Quando saremo in possesso del quadro clinico completo, potremo introdurre i dati di sua zia nel nostro computer e lui, se saremo stati esaurienti, la registrerà. Solo a questo punto sarà disposto ad accettare la presenza nel nostro ospedale della signora e a autorizzarne la dimissione». Devo affrontare un ultimo ostacolo, il più difficile: convincere mia moglie. Spiegarle che, secondo il mio spassionato parere, sua zia sta meglio in un ospedale che a casa sua. È guardata da un esercito di medici, le fanno tutte le analisi possibili e immaginabili. Senza contare che il suo nome sarà eternato sui trattati di medicina come quello del primo essere umano trovato affetto dalla sindrome, pardon, dal morbo di Wilamowitz-Moellendorff.

che serve proprio a prendermi cura del corpo e a salvarmi la vita. Se chi ha in mano il martello volesse continuare nel lavoro iniziato, sarà meglio reagire piuttosto che sorridere beati in attesa della martellata sui denti. Orbene, c’è un aspetto di questa unità che è particolarmente interessante. Essa ritorna infatti in un’attività che ci occupa grandemente, l’attività del parlare. Senza scomodare la solita scena di Palombella Rossa, dove a bordo piscina Nanni Moretti schiaffeggia una giornalista che ha usato la parola trend (chi parla male etc.), è vero che da questa commistione di aria, mossa dagli organi vocali, con un’idea sorgono le parole. Le parole parlano di noi: è difficile nascondere non solo l’accento, ma anche la terminologia cui siamo abituati. Gli intercalari poco eleganti, per esempio, scapperanno anche in momenti poco opportuni, a una cena con i futuri suoceri o durante una presentazione importante. Credo che anche questi siano dati di fatto, da

come parli capisco chi sei, perché il tuo io è tutto in ciò che fai, anima e corpo, è il caso di dire. Ora la domandona: quale oscuro trauma ha portato vittime di terribili abusi a utilizzare (per scritto!) i termini seguenti, fittizietà, tabuizzazione, popolo LGBTQIAPK, noismo. Per dire i primi che mi sono venuti in mente, e che ho trascritto con gravi difficoltà per il numero di zeta. Già «petaloso» non era bellissimo (e poi pare si trovi già in un testo di botanica del Seicento, non si sa se come refuso o con intenzione). Non è un granché anche usare neologia denotativa e neologia espressiva per intendere l’invenzione di parole a indicare oggetti nuovi oppure esprimere emozioni in maniera nuova. Però ci fa capire che a volte è utile e necessario creare parole nuove, come è accaduto con televisore, automobile nel secolo scorso, con università e carrozza secoli fa. Il poeta o chi tale si sente ha bisogno di esprimere sentimenti inusuali, Dante poteva «imparadisarsi», mentre

vedeva l’universo che «si squaderna» nel Creatore. Ma perché, perché scrivere fittizietà invece che falsità, essere fittizio, apparire costruito ad arte, sembrare non autentico, o fasullo, o ingannevole, o appartenente a un mondo virtuale, o al regno delle cose false, dei bugiardi, dei falsi testimoni. Perché tabuizzazione? E non far diventare indicibile, vergognoso, riprovevole (così non si userebbe nemmeno tabù, che va bene solo per gli antropologi e i mangiatori di liquerizie). noismo, mania di dire no a tutto. Ossia contraddire, ostacolare, rifiutare, controbattere, al limite dire di no, i noisti non esistono, esistono coloro che dicono sempre di no. Poi l’impronunciabile acronimo, letto in più di un programma di convegno, che comprende anche i pansessuali (va bene di tutto con tutti) e i kinky (da kink, ricciolo o garbuglio, per dire di attività ingarbugliate, che in questo caso sarebbero perverse). Non lo sanno che chi parla male pensa male, e chi pensa male vive male?

writer Tony Schwartz ad ammettere che Trump «ha mentito in modo strategico» (cioè a scopi di auto propaganda), come se si potesse mentire in modo non strategico. Per esempio, in campagna elettorale ha dichiarato che «le tasse degli Stati Uniti sono le più alte del mondo» per gettare fango su Obama, ma semplicemente si trattava di una post verità, cioè di una menzogna strategica: secondo l’Ocse, il gettito fiscale degli Usa equivale al 26 per cento, uno dei più bassi dei paesi sviluppati. Se Trump fosse un alcolizzato, si potrebbe dire: «In vino post veritas», invece pare che il simpatico Donald spari baggianate (in inglese «fake news») in stato di perfetta sobrietà. La verità è che la post verità non è solo una solenne bugia («il cane è un felino»), ma si tratta, come avverte Luca Sofri sul giornale online «Il Post» (5+), di «una condizione culturale nuova per cui la distinzione tra bugia e verità non

è più rilevante, non è più un valore, non pone la verità in una condizione di forza rispetto alla bugia». Non preoccuparsi di distinguere tra vero e falso va di pari passo con l’indistinzione del valore e della competenza, un’altra conquista aberrante della cultura social. Trionfa il culto dell’incompetenza: più sei incompetente, più spari bufale a buon mercato, più posti (verbo), più diventi virale, più hai possibilità di essere eletto o nominato da qualche parte, premier o amministratore di condominio. È il declino della filologia, la disciplina (anche morale) su cui si è formata una buona parte (la migliore) della cultura storico-letteraria italiana e forse europea. Lo ha scritto un filologo dell’Università di Siena, Claudio Lagomarsini: nessuno si preoccupa più di verificare la provenienza di un testo, né di accertare la sua autenticità. E quando si parla di testo non si intende solo un’opera letteraria medievale come quelle studiate

da Lagomarsini, ma anche una notizia giornalistica o, appunto, un semplice post. La scuola avrebbe proprio questo compito fondamentale: insegnare il dubbio, la critica, la verifica. Il materiale su cui esercitarsi non mancherebbe. Per una didattica ludica, cliccare sul sito Lercio.it (5½), sottotitolo: «lo sporco che fa notizia», divertente parodia del giornalismo contemporaneo. Ultim’ora: «Trump cambia le regole del Risiko, il famoso gioco da tavolo: vietato passare dall’America centrale agli Stati Uniti»; «Medjugorie: troppe apparizioni, la Madonna dice: basta, mi ritiro in Svizzera come Mina!»; «Esibizionista corre in tuta da sci su una spiaggia per nudisti»; «Trump annuncia l’uso di droni a forma di Pokémon per non turbare i bambini siriani durante i raid». Esercizio per gli studenti: postare queste «fake news» per verificare come essere eletti a un governo qualunque diffondendo ridicole post verità.

Postille filosofiche di Maria Bettetini Chi parla male pensa male vive male L’unità della persona è un dato di fatto che ci viene incontro ogni giorno. Quando una buona notizia cancella quel fastidioso mal di testa, quando il brutto tempo ci fa iniziare la giornata con lo sguardo di un pitbull alla catena. Quando il troppo amore fa sì che non vediamo, neanche sforzandoci, i pasticci dei figli, gli errori dell’amato, dell’amata. I filosofi hanno cercato spiegazioni di ogni tipo, per comprendere questa misteriosa unione di materia e spirito, di bisogni primari e di sopraffine doti intellettuali. Chi ha detto essere il corpo una prigione da cui l’anima si libererà, ed è bene che cominci fin da piccola (così Platone e tutti i platonici nei secoli), chi ha parlato di compenetrazione tra forma e materia informe (Aristotele, Tommaso, fino ai personalismi del Novecento). Chi ha ritenuto un errore la differenza tra corpo e spirito, essendo entrambi modi di apparire di un’unica sostanza (così Spinoza), oppure essendo l’anima fatta della stessa materia del

corpo (Marx). Poi Hegel vide in tutto solo manifestazioni dello Spirito assoluto nel suo sviluppo dialettico, Bergson parlò di «slancio vitale», gli analitici non dissero nulla perché ritennero non corretto e inutile ogni discorso su ciò che sfugge ai sensi e alle sperimentazioni. Ma insomma, filosofi o no, non ci vuole un trattato per capire che nessuna pratica ascetica può portarmi a sentire altro da me, estranea a questa macchina meravigliosa che funziona con un motorino da settanta-ottanta battiti al minuto (novanta-cento per i tachicardici come me, quaranta-cinquanta per i fondisti, trentaquattro – a riposo – per il grande Gino Bartali). Non posso non sentire il dolore di una martellata sul piede: posso voler mostrare, agli altri ma anche a me stesso, che non me ne importa nulla, e quindi con un buon allenamento contenere le reazioni istintive, o al limite posso tentare una sorta di autoipnosi, posto che abbia un senso spegnere il campanello d’allarme

Voti d’aria di Paolo Di Stefano Postate, qualcosa resterà Diciamo la verità, nell’epoca della post verità la verità è diventata un’opinione. Cioè spesso una bugia. Per esempio: «Il cane è un felino» è una falsità, ovvero una post verità. Idem «il felino è un cane», «l’insetto è un cane». Tutte post verità. A ripensarci alla luce di Donald Trump (1), Berlusconi (1+) potrebbe essere recuperato come un venerabile pioniere della post verità: «Non ho mai pagato la quota d’iscrizione alla P2», «Giuro sulla testa dei miei tre figli che non so niente sulle tangenti alla Guardia di Finanza», «Il mio governo ha diminuito le tasse», «Le leggi che propongo non hanno niente a che fare con i miei interessi privati», «Il mio governo ha creato un milione di posti di lavoro» e via mentendo. Vi ricordate? Nuda post verità o post menzogna, che è un po’ la stessa cosa, come se un sessantenne dicesse di avere quarant’anni, così, tanto per sparare una baggianata. In questo contesto, Pinocchio oggi sarebbe un

post maestro di post verità che gli fanno allungare il post naso e guadagnare la post punizione della post fata. Ora si spiega meglio anche il neologismo «postare», che è segnalato dall’Accademia della Crusca come una di quelle nuove formazioni verbali provenienti dal mondo digitale. Vedi anche alle voci: «bloggare» (da «blog»), «googlare» (da «Google»), «chattare» (da «chat»)… Ma è «postare» la voce più interessante se analizzata in funzione della «post truth», ovvero della «post verità»: «postare» significa alla lettera inviare un messaggio (un «post»), un’immagine, un video via internet; ma può nascondere un doppio senso, cioè inviare una post verità. «Postate postate, qualcosa resterà» potrebbe essere il nuovo slogan social: specie se postare equivale a calunniare, lo sport preferito dal nuovo presidente degli Stati Uniti. «Calunniate calunniate, qualcosa resterà». Del resto, è stato il suo ghost


Azione LA MIGLIORE RICETTA CONTRO LA CARIE: elmex® CON FLUORURO AMMINICO.

spazzolino elmex® INTER X MEDIO In conf. da 2 6.30 invece di 8.80

conf. da 2

20%

spazzolino meridol® MORBIDO In conf. da 2 6.70 invece di 8.40

15%

dentifricio elmex® PROTEZIONE CARIE In conf. da 2 (2x 75 ml), 6.20 invece di 7.30

conf. da 2

20%

dentifricio meridol® Gentle White In conf. da 2 (2x 75 ml) 7.80 invece di 9.80

SU TUTTE LE CONFEZIONI MULTIPLE DI MERIDOL®, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

conf. da 2

20%

collutorio elmex® PROTEZIONE CARIE In conf. da 2 (2x 400 ml) 9.40 invece di 11.80

www.elmex.ch

25%

conf. da 2

conf. da 2

20%

collutorio meridol® In conf. da 2 (2x 400 ml) 9.90 invece di 12.40

www.meridol.ch

conf. da 2


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

41

Idee e acquisti per la settimana

shopping Un giardino splendidamente fiorito

Attualità I reparti fiori e i Do it + Garden Migros del cantone propongono una vasta e variopinta scelta di varietà

primaverili da piantare. Perché un giardino o un balcone rigoglioso apporta colore e allegria all’ambiente in cui viviamo. Abbiamo incontrato Lorenza Musatti, fiorista e responsabile del reparto fiori del Centro S. Antonino

Lorenza Musatti, responsabile del reparto fiori al Centro S. Antonino. (Giovanni Barberis)

Lorenza Musatti, da quanti anni lavora alla Migros e cosa le piace del suo lavoro?

Sono entrata alla Migros sei anni fa come collaboratrice del reparto fiori di S. Antonino. Dall’inizio di questo mese sono diventata responsabile dello stesso. Di questo lavoro apprezzo il contatto con i clienti e il fatto di poterli aiutare e consigliare nel migliore dei modi nella scelta del prodotto di cui hanno bisogno. Inoltre mi piace realizzare fantasiose composizioni floreali in occasione di eventi speciali, dai matrimoni agli anniversari, dai

compleanni alle feste aziendali, fino ai battesimi. Quali sono attualmente le piante più gettonate per il giardino o il balcone?

La gamma è già ampia e variegata: azalee, dipladenie, primule, viole cornute e del pensiero, ortensie, gerani… ma anche fiori a bulbo come tulipani, narcisi, giacinti, crocus, muscari e molti altri. Dal momento che il terreno non gela più tutte queste varietà possono essere trapiantate senza problemi in giardino o nelle balconiere.

Come ci si prende cura al meglio di queste piante?

Gli elementi importanti da tenere in considerazione sono il terriccio, il drenaggio e la concimazione. Per mantenere in salute la pianta il terriccio dovrebbe essere adeguato al tipo di pianta scelta. Da noi sono disponibili molti terricci privi di torba adatti alle più differenti tipologie di piante. Inoltre è importante garantire un buon drenaggio – soprattutto se le piante sono in vaso – per evitare che le radici soffochino. Riguardo alla concimazione, dal momento che le piante vivono in uno spazio

limitato, necessitano del nutrimento adeguato affinché non deperiscano o si ammalino. I terricci contengono già di base un quantitativo di concime sufficiente per le prime settimane. Dopodiché si possono aggiungere dei concimi specifici, sia organici che minerali. Infine, in caso di attacco di parassiti o malattie, si possono utilizzare dei rimedi fitosanitari o biocidi adeguati, anch’essi in vendita nei nostri negozi. E per quanto riguarda le irrigazioni?

In generale i fiori a bulbo necessitano di meno acqua rispetto alle altre pian-

te. Si può verificare l’umidità della terra semplicemente infilando un dito nella terra: se i primi centimetri sono secchi vuol dire che è necessario bagnare. La frequenza delle irrigazioni va dai due ai tre giorni. È tuttavia importante sempre evitare i ristagni d’acqua per non far marcire le piante. Oltre alle piante, i maggiori reparti fiori e Do it + Garden Migros offrono un vasto assortimento di terricci per piante, concimi e prodotti per la cura delle piante. I nostri specialisti sono a vostra disposizione per consigli mirati.


42

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

Idee e acquisti per la settimana

Buone, naturali e coloratissime gelatine Novità Dalle gazose alle caramelle:

sugli scaffali di Migros Ticino sono arrivati i dolcetti gommosi alla frutta assortiti della Sicas di Chiasso

Flavia Leuenberger

Le gelatine alla frutta sono a base di ingredienti naturali

È tempo di aglio orsino Alla Migros è arrivato l’aglio orsino fresco. Erba aromatica sempre più apprezzata dai buongustai, in questo periodo dell’anno cresce spontaneamente anche sui terreni ombreggiati dei nostri boschi e si caratterizza per la sua versatilità culinaria: regala infatti un delicato sapore al pesto, a verdure, risotti, paste, carni, ripieni e molto altro. Il suo aroma caratteristico si sprigiona al meglio se utilizzato crudo o unito ai piatti appena prima di servire. Prima dell’uso lavarlo brevemente sotto l’acqua fredda e asciugarlo con carta da cucina. L’aglio orsino a foglie si conserva qualche giorno se tenuto in un bicchiere d’acqua. Una curiosità: rispetto all’aglio comune, con cui è imparentato, l’aglio orsino non provoca cattivi odori corporei. Secondo le credenze popolari, il suo nome deriva dal fatto che gli orsi ne facciano una scorpacciata appena usciti dal letargo. L’aglio orsino fresco è in vendita nei maggiori reparti verdura nella vaschetta da 100 grammi.

Si rifanno ai gusti di alcune delle più amate gazose nostrane – nella fattispecie limone, mandarino, uva americana, mirtillo e lampone – e sono prodotte dalla medesima azienda, la quale, per questa nuova specialità ticinese, ha messo in piedi un comparto produttivo ad hoc. «Le nostre nuove gelatine alla frutta sono realizzate in modo artigianale, oserei dire quasi casalingo, con l’impiego di semplici e genuini ingredienti», afferma Renzo Nespoli, direttore della dinamica azienda chiassese attiva da oltre cinquant’anni nel settore delle bevande dolci e dei succhi di frutta. Il processo produttivo inizia con la lenta miscelazione dei vari ingredienti – zucchero, sciroppo di glucosio, acqua e gelificante – a cui segue la cottura dell’impasto in un ampio pentolone. «Al raggiungi-

mento della giusta consistenza» spiega Nespoli «vengono aggiunti i coloranti e gli aromi naturali e si amalgama ancora bene il tutto fino ad ottenere una massa omogenea. Nella fase successiva quest’ultima viene fatta colare su delle speciali teglie, dove raffredda lentamente. La base così ottenuta viene tagliata nella tipica forma a caramella, ricoperta di zucchero e lasciata asciugare per qualche ora». Dopo il confezionamento nel loro attraente imballaggio raffigurante colorati frutti, prendono la via dei supermercati Migros dove sono pronte a conquistare i numerosi amanti dei prodotti del nostro territorio. Gelatine alla frutta 170 g Fr. 4.60 In vendita nelle maggiori filiali Migros

Pesto d’aglio orsino e prezzemolo Ingredienti per 2 vasetti da 2 dl: 20 g d’aglio orsino • 80 g di prezzemolo • 100 g di noci d’acagiù • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato • 16 cucchiai d’olio d’oliva • sale • pepe Preparazione Sterilizzate i vasetti e il coperchio facendoli bollire in abbondante acqua. Lavate l’aglio orsino e il prezzemolo e fateli sgocciolare bene. Staccate le foglie del prezzemolo. Mettete le noci d’acagiù in una padella antiaderente. Tostatele a fuoco medio finché si dorano leggermente. Trasferite l’aglio orsino, il prezzemolo, le noci d’acagiù e il parmigiano in un contenitore alto. Versate l’olio e frullate il tutto con cautela con il frullatore a immersione. Condite il pesto con sale e pepe. Versate il pesto nei vasetti sterilizzati e chiudete bene. Il pesto è ottimo con la pasta o le patate schiacciate. Tempo di preparazione 20 minuti.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

43

Idee e acquisti per la settimana

Una storia di successo

M-Industria L’Handy è il detersivo per piatti più amato dalla Svizzera e si prende cura delle stoviglie

dal lontano 1958, anno in cui la Mifa – azienda del Gruppo Migros – lo lanciò nei negozi Migros

Mediamente ogni anno vengono venduti qualcosa come 4 milioni di flaconi di Handy, ciò significa che uno svizzero su due ne acquista almeno uno all’anno. Le sue apprezzate proprietà sono rimaste invariate negli anni – è efficace contro i grassi, ha un profumo discreto, è delicato sulle mani ed è ben biodegradabile. Insomma, per molte economie domestiche il colorato e inconfondibile flacone è l’irrinunciabile alfiere quotidiano della pulizia. Agli inizi Handy possedeva una forma dritta ed era utilizzato non solo per rigovernare, ma anche per il bucato oppure per la pulizia degli specchi e del vetro. Dai primi anni Sessanta la sua forma si fece più ergonomica e fino ad oggi è rimasta sostanzialmente invariata. Nel corso dei decenni vi sono stati adeguamenti anche ottici: se l’intenso colore arancione è ancora oggi il medesimo dagli anni Settanta, la grafica con le stoviglie «volanti» ha lasciato il posto a quella con i puntini rappresentanti la schiuma, per arrivare ai giorni nostri con quella che raffigura un bicchiere con effetto splendente. Infine, pure il leggero profumo di limone del detersivo riscontra ancora oggi le preferenze dei consumatori ed è stato solo aggiornato secondo le direttive ecologiche più attuali.

L’evoluzione del design negli anni

1958

1961

1976 2016

La sede del produttore di Handy: la Mifa SA di Frenkendorf, nel Cantone di Basilea Campagna.

Handy 750 ml Fr. 1.80 Annuncio pubblicitario

Azione Naturalmente naturale.

20% 2.85 invece di 3.60 Yogurtpur Lamponi, Fragola, Mirtillo 4 × 150 g

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

44

Idee e acquisti per la settimana

Anna’s Best

Sottile come una pizza italiana La nuova pasta per pizza di Anna’s Best è extra fine - per tutti gli appassionati delle pizza più tipica. Già spianata in forma rettangolare, la pasta è pronta per essere condita. A proposito: prima degli altri ingredienti, i pizzaioli distribuiscono la mozzarella tagliata sottile su un fine strato di passata di pomodoro. In tal modo la pizza ha un ottimo aspetto. Con il condimento è meglio limitarsi a pochi ingredienti, freschi e di alta qualità. La cottura si effettua per breve tempo ad alta temperatura, fino a 240° C, ciò che garantisce una pizza croccante.

Anna’s Best Pasta per pizza extra fina 320 g Fr. 3.40 Nelle maggiori filiali

Nel 1950 a Zurigo erano solo due i ristoranti italiani che proponevano la pizza nel loro menu. Ed è solo nel 1965 che i clienti del ristorante Santa Lucia hanno potuto addentare la prima pizza cotta nel forno a legna. La ricetta originale, pubblicata anche da «Brückenbauer», l’allora settimanale Migros nelle regioni di lingua tedesca, appare oggi pittosto bizzarra: alle massaie veniva infatti raccomandato di usare pasta per torte o pasta sfoglia per la base «simile alla focaccia», Gruyère o formaggini fusi.

M-Industria crea numerosi prodotti Migros, tra cui anche le paste Anna’s Best.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

45

Idee e acquisti per la settimana

Party

Sempre e ovunque a portata di mano I cracker salati e pizza della Party esistono ora anche nella pratica confezione monoporzione. Che sia viaggiando in treno, ascoltando la musica preferita al lago, studiando in biblioteca oppure giocando al parco con i migliori amici: nella nuova confezione questi deliziosi salatini sono subito a portata di mano e rimangono sempre freschi e croccanti. Un ulteriore vantaggio: aprire la confezione è veramente un gioco da ragazzi.

Party Mini Cracker salati 38 g Fr. 1.10 Nelle maggiori filiali

Party Pizza Cracker 38 g Fr. 1.30 Nelle maggiori filiali

M-Industria crea numerosi prodotti Migros, tra cui anche i Cracker Party.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

46

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

47

Idee e acquisti per la settimana

Da sapere

Gran varietà

aha!

Piacere senza pensieri

La Migros si impegna a favore degli allergici e della persone che soffrono di un’intolleranza. Attualmente alla Migros sono disponibili oltre 160 prodotti certificati aha! E saranno sempre di più. Essi non contengono sostanze come il lattosio, il glutine o il frumento. Sull’imballaggio sono indicate esattamente le sostanze di cui sono privi. I prodotti sono raccomandati dal Centro Allergie Svizzera aha! e sono testati e controllati dal centro di certificazione indipendente Service Allergie Suisse.

Il 23 marzo è la Giornata nazionale delle allergie.

Oggi chi soffre di un’allergia o di un’intolleranza alimentare non deve più privarsi del piacere di mangiare. La linea aha! propone continuamente nuovi prodotti che soddisfano questa esigenza

Cremosa merendina

Trovate l’intero assortimento aha! su www.migros.ch/aha

aha! Soja Soyog Fragola senza lattosio e senza latte 150 g* Fr. –.80

La cena pronta in un attimo aha! Subito Pasta ai funghi senza glutine e senza frumento 160 g* Fr. 3.50

Testo Sonja Leissing; Foto Yves Roth

Crosta croccante per l’impanata aha! Pane grattugiato senza glutine e senza frumento 250 g* Fr. 3.90

Biscotti a rischio dipendenza aha! Blévita Biscuit Mini Müesli senza lattosio 38 g* Fr. 1.30

Surgelati per carnivori

Appena sfornati

aha! Hamburger senza glutine, senza frumento, senza lattosio, senza latte e senza uova 2 x 105 g* Fr. 5.60

aha! Quadrati al girasole senza glutine, con avena, senza frumento e senza lattosio 140 g* Fr. 2.70

L’etichetta aha! certifica prodotti particolarmente indicati anche per soggetti che soffrono di intolleranze e allergie.

Consiglio Impuls

Tutto sulle allergie Con le allergie l’unico rimedio è di evitare i fattori scatenanti. Bisognerebbe fare attenzione alle fonti nascoste dei generi alimentari lavorati. Per saperne di più: migros-impuls.ch Fa piacere alla linea Tutte le altre sono solo salsicce

aha! Cottage Cheese nature senza lattosio 200 g* Fr. 2.25

aha! TerraSuisse Cipollata senza lattosio e senza latte 175 g* Fr. 4.40

*Nelle maggiori filiali

IMpuls è la nuova iniziativa della Migros in favore della salute.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

46

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

47

Idee e acquisti per la settimana

Da sapere

Gran varietà

aha!

Piacere senza pensieri

La Migros si impegna a favore degli allergici e della persone che soffrono di un’intolleranza. Attualmente alla Migros sono disponibili oltre 160 prodotti certificati aha! E saranno sempre di più. Essi non contengono sostanze come il lattosio, il glutine o il frumento. Sull’imballaggio sono indicate esattamente le sostanze di cui sono privi. I prodotti sono raccomandati dal Centro Allergie Svizzera aha! e sono testati e controllati dal centro di certificazione indipendente Service Allergie Suisse.

Il 23 marzo è la Giornata nazionale delle allergie.

Oggi chi soffre di un’allergia o di un’intolleranza alimentare non deve più privarsi del piacere di mangiare. La linea aha! propone continuamente nuovi prodotti che soddisfano questa esigenza

Cremosa merendina

Trovate l’intero assortimento aha! su www.migros.ch/aha

aha! Soja Soyog Fragola senza lattosio e senza latte 150 g* Fr. –.80

La cena pronta in un attimo aha! Subito Pasta ai funghi senza glutine e senza frumento 160 g* Fr. 3.50

Testo Sonja Leissing; Foto Yves Roth

Crosta croccante per l’impanata aha! Pane grattugiato senza glutine e senza frumento 250 g* Fr. 3.90

Biscotti a rischio dipendenza aha! Blévita Biscuit Mini Müesli senza lattosio 38 g* Fr. 1.30

Surgelati per carnivori

Appena sfornati

aha! Hamburger senza glutine, senza frumento, senza lattosio, senza latte e senza uova 2 x 105 g* Fr. 5.60

aha! Quadrati al girasole senza glutine, con avena, senza frumento e senza lattosio 140 g* Fr. 2.70

L’etichetta aha! certifica prodotti particolarmente indicati anche per soggetti che soffrono di intolleranze e allergie.

Consiglio Impuls

Tutto sulle allergie Con le allergie l’unico rimedio è di evitare i fattori scatenanti. Bisognerebbe fare attenzione alle fonti nascoste dei generi alimentari lavorati. Per saperne di più: migros-impuls.ch Fa piacere alla linea Tutte le altre sono solo salsicce

aha! Cottage Cheese nature senza lattosio 200 g* Fr. 2.25

aha! TerraSuisse Cipollata senza lattosio e senza latte 175 g* Fr. 4.40

*Nelle maggiori filiali

IMpuls è la nuova iniziativa della Migros in favore della salute.


Novità Frey. 20x PUNTI

Per i fan del selvaggio west.

9.50 Junior Cowboy Joe Rabbit Frey, UTZ 245 g

Con aroma fruttato di mango.

Per tutti i fan della bici.

10.80

7.90

Ovetti Freylini Mango Crunchy Nuts Frey, UTZ Limited Edition, 500 g

Junior Biker Rabbit Frey, UTZ 170 g

Una piccola e dolce sorpresa.

3.90 Freylini Classic Mix Frey, UTZ 121 g

i Con diverse note d caramello.

13.80 Uovo cavo Prestige Frey, UTZ 162 g

Coniglio bianco in formato mini.

3.30 Coniglio di Pasqua in PET Shiny Frey, UTZ bianco, giallo, 55 g

Delizia fondente in formato mini. Mix esotico e fruttato.

6.90 Freylini Special Mix Frey, UTZ 250 g Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

3.30 Coniglio di Pasqua in PET Happy Frey, UTZ noir, viola, 55 g


Azione 40%

20%

11.40 invece di 19.–

Tutto l’assortimento Sélection per es. Moscato, 75 cl, 5.50 invece di 6.90, offerta valida fino al 3.4.2017

15%

2.80 invece di 3.30 Fettine di pollo Optigal Svizzera, per 100 g

50%

1.80 invece di 3.60 Fragole Spagna/Italia, vaschetta da 500 g

25%

3.15 invece di 4.20 Bistecca di scamone di cavallo Spagna, imballata, per 100 g

30%

13.40 invece di 19.20 Miscela pasquale Frey in sacchetto da 1 kg, UTZ

Migros Ticino Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Carne di manzo macinata M-Classic Svizzera, al kg

40%

2.25 invece di 3.75 Fettine lonza di maiale Svizzera, conf. da ca. 800 g, per 100 g

50% Tutti i tipi di Aproz in conf. da 6 per es. classic, 6 x 50 cl, 1.80 invece di 3.60


. a z z e h c s e fr lo o s e e r p Sem 50%

2.15 invece di 4.30

Consiglio

Salame Rapelli Classico al pezzo Svizzera, per 100 g

conf. da 6

40%

11.40 invece di 19.– Salmone ASC per asparagi d’allevamento, Norvegia, 280 g

40%

9.90 invece di 16.50 Bratwurst di vitello TerraSuisse Svizzera, conf. da 6 x 140 g/840 g

FRESCA E CROCCANTE La focaccia alsaziana è buona in ogni periodo dell’anno. Per conferirle una nota fresca e primaverile, accompagnala con un’insalata croccante e variopinta condita con un dressing all’aglio orsino. Trovi la ricetta dell’insalata su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla tua Migros.

conf. da 2

20% Focaccia alsaziana originale in conf. da 2 per es. 2 x 350 g, 7.80 invece di 9.80

30%

9.40 invece di 13.50 Galletto Optigal Svizzera, conf. da 2 pezzi, al kg

30% Petto di pollo affettato finemente e affettato di pollame M-Classic in conf. speciale per es. petto di pollo affettato finemente, Brasile, 187 g, 3.90 invece di 5.60

30%

3.05 invece di 4.40 Vitello tonnato prodotto in Ticino, in vaschetta, per 100 g

Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

30%

2.65 invece di 3.85 Salametti di cervo prodotti in Ticino, conf. da 2 x ca. 90 g, ca. 180 g, per 100 g

30%

3.70 invece di 5.30 Merluzzo Skrei MSC pesca, Atlantico nord-orientale, al banco pesce, per 100 g (fino al 25.3)

30%

2.65 invece di 3.80 Arrosto spalla di vitello TerraSuisse Svizzera, imballato, per 100 g

30%

3.90 invece di 5.70 Filetto dorsale di salmone Norvegia, in vaschetta, per 100 g (fino al 25.3)

30%

3.55 invece di 5.10 Costa schiena di manzo TerraSuisse Svizzera, imballata, per 100 g

30%

1.60 invece di 2.30 Orata reale 300–600 g Grecia, per 100 g

30% Saucisson Tradition e Saucisson Vaudois TerraSuisse per es. Saucisson Tradition TerraSuisse, per 100 g, 1.25 invece di 1.80


. a z z e h c s e fr lo o s e e r p Sem 50%

2.15 invece di 4.30

Consiglio

Salame Rapelli Classico al pezzo Svizzera, per 100 g

conf. da 6

40%

11.40 invece di 19.– Salmone ASC per asparagi d’allevamento, Norvegia, 280 g

40%

9.90 invece di 16.50 Bratwurst di vitello TerraSuisse Svizzera, conf. da 6 x 140 g/840 g

FRESCA E CROCCANTE La focaccia alsaziana è buona in ogni periodo dell’anno. Per conferirle una nota fresca e primaverile, accompagnala con un’insalata croccante e variopinta condita con un dressing all’aglio orsino. Trovi la ricetta dell’insalata su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla tua Migros.

conf. da 2

20% Focaccia alsaziana originale in conf. da 2 per es. 2 x 350 g, 7.80 invece di 9.80

30%

9.40 invece di 13.50 Galletto Optigal Svizzera, conf. da 2 pezzi, al kg

30% Petto di pollo affettato finemente e affettato di pollame M-Classic in conf. speciale per es. petto di pollo affettato finemente, Brasile, 187 g, 3.90 invece di 5.60

30%

3.05 invece di 4.40 Vitello tonnato prodotto in Ticino, in vaschetta, per 100 g

Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

30%

2.65 invece di 3.85 Salametti di cervo prodotti in Ticino, conf. da 2 x ca. 90 g, ca. 180 g, per 100 g

30%

3.70 invece di 5.30 Merluzzo Skrei MSC pesca, Atlantico nord-orientale, al banco pesce, per 100 g (fino al 25.3)

30%

2.65 invece di 3.80 Arrosto spalla di vitello TerraSuisse Svizzera, imballato, per 100 g

30%

3.90 invece di 5.70 Filetto dorsale di salmone Norvegia, in vaschetta, per 100 g (fino al 25.3)

30%

3.55 invece di 5.10 Costa schiena di manzo TerraSuisse Svizzera, imballata, per 100 g

30%

1.60 invece di 2.30 Orata reale 300–600 g Grecia, per 100 g

30% Saucisson Tradition e Saucisson Vaudois TerraSuisse per es. Saucisson Tradition TerraSuisse, per 100 g, 1.25 invece di 1.80


conf. da 2

40%

–.80 invece di 1.40 Lattuga iceberg Spagna, il pezzo

25%

1.– invece di 1.40 Cipollotti Italia, il mazzo

25%

2.90 invece di 3.90 Cuore di carciofi Italia, imballati, 400 g

– .4 0

di riduzione

2.20 invece di 2.60 Pane delle Alpi TerraSuisse 380 g

20%

3.90 invece di 4.90 öv nostrán (uova Nostrane allevamento all’aperto) conf. da 9 pezzi, 53 g+

Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20%

25%

6.40 invece di 8.–

1.95 invece di 2.60

Formentino Anna’s Best in conf. da 2 2 x 120 g

30%

3.40 invece di 4.90 Tutto l’assortimento Dimmidisì per es. Minestrone di verdure, 620 g

Rapanelli bio Ticino, al mazzo

Hit

7.50

Asparagi bianchi Perù, il mazzo, 1 kg

15%

10.95 invece di 12.90 Minirose M-Classic, mazzo da 20, Fairtrade disponibili in diversi colori, lunghezza dello stelo 40 cm, per es. arancioni

25%

4.80 invece di 6.50 Mele Golden bio Svizzera, imballate, 500 g

Hit

12.50

Tulipani tono su tono in mazzo da 20 disponibili in diversi colori, per es. gialli e bianchi

30%

4.80 invece di 6.90 Lamponi extra Spagna, conf. da 250 g


conf. da 2

40%

–.80 invece di 1.40 Lattuga iceberg Spagna, il pezzo

25%

1.– invece di 1.40 Cipollotti Italia, il mazzo

25%

2.90 invece di 3.90 Cuore di carciofi Italia, imballati, 400 g

– .4 0

di riduzione

2.20 invece di 2.60 Pane delle Alpi TerraSuisse 380 g

20%

3.90 invece di 4.90 öv nostrán (uova Nostrane allevamento all’aperto) conf. da 9 pezzi, 53 g+

Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20%

25%

6.40 invece di 8.–

1.95 invece di 2.60

Formentino Anna’s Best in conf. da 2 2 x 120 g

30%

3.40 invece di 4.90 Tutto l’assortimento Dimmidisì per es. Minestrone di verdure, 620 g

Rapanelli bio Ticino, al mazzo

Hit

7.50

Asparagi bianchi Perù, il mazzo, 1 kg

15%

10.95 invece di 12.90 Minirose M-Classic, mazzo da 20, Fairtrade disponibili in diversi colori, lunghezza dello stelo 40 cm, per es. arancioni

25%

4.80 invece di 6.50 Mele Golden bio Svizzera, imballate, 500 g

Hit

12.50

Tulipani tono su tono in mazzo da 20 disponibili in diversi colori, per es. gialli e bianchi

30%

4.80 invece di 6.90 Lamponi extra Spagna, conf. da 250 g


I nostri superprezzi. 20%

1.80 invece di 2.30 Formaggio di montagna dei Grigioni bio per 100 g

25%

20%

5.40 invece di 7.20

1.50 invece di 1.90

Biberli d’Appenzello in conf. da 2 2 x 3 pezzi, 450 g

Emmentaler surchoix per 100 g

conf. da 4

20% Tutte le crèmes fraîches per es. Valflora al naturale, 200 g, 2.– invece di 2.55

20%

2.85 invece di 3.60 Jogurtpur in conf. da 4 4 x 150 g, per es. alla fragola

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

conf. da 3

33%

9.80 invece di 14.70 Ravioli Anna’s Best in conf. da 3 per es. al pomodoro e alla mozzarella, 3 x 250 g

1.–

di riduzione

4.30 invece di 5.30 Tutte le torte, 2 pezzi per es. torta Foresta Nera, 2 x 122 g

conf. da 3

33% Rocher o Carré ChocMidor in conf. da 3 per es. Carré, 3 x 100 g, 6.20 invece di 9.30

50%

7.20 invece di 14.40 Gelati da passeggio alla panna in conf. speciale vaniglia, cioccolato o fragola, per es. cioccolato, 24 x 57 ml

conf. da 2

20% Flûtes Party e sfoglie Gran Pavesi in conf. da 2 per es. sfoglie alle olive Gran Pavesi, 2 x 160 g, 4.60 invece di 5.80

1.–

di riduzione Tutte le chips Zweifel da 170 g, 280 g o 300 g per es. alla paprica, 280 g, 4.70 invece di 5.70

conf. da 24

35%

25.90 invece di 40.80 Red Bull in conf. da 24, 24 x 250 ml standard e sugarfree, per es. standard

20% Tutte le bevande per aperitivo (birra analcolica esclusa), per es. Sanbittèr San Pellegrino, 6 x 10 cl, 3.55 invece di 4.45


I nostri superprezzi. 20%

1.80 invece di 2.30 Formaggio di montagna dei Grigioni bio per 100 g

25%

20%

5.40 invece di 7.20

1.50 invece di 1.90

Biberli d’Appenzello in conf. da 2 2 x 3 pezzi, 450 g

Emmentaler surchoix per 100 g

conf. da 4

20% Tutte le crèmes fraîches per es. Valflora al naturale, 200 g, 2.– invece di 2.55

20%

2.85 invece di 3.60 Jogurtpur in conf. da 4 4 x 150 g, per es. alla fragola

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

conf. da 3

33%

9.80 invece di 14.70 Ravioli Anna’s Best in conf. da 3 per es. al pomodoro e alla mozzarella, 3 x 250 g

1.–

di riduzione

4.30 invece di 5.30 Tutte le torte, 2 pezzi per es. torta Foresta Nera, 2 x 122 g

conf. da 3

33% Rocher o Carré ChocMidor in conf. da 3 per es. Carré, 3 x 100 g, 6.20 invece di 9.30

50%

7.20 invece di 14.40 Gelati da passeggio alla panna in conf. speciale vaniglia, cioccolato o fragola, per es. cioccolato, 24 x 57 ml

conf. da 2

20% Flûtes Party e sfoglie Gran Pavesi in conf. da 2 per es. sfoglie alle olive Gran Pavesi, 2 x 160 g, 4.60 invece di 5.80

1.–

di riduzione Tutte le chips Zweifel da 170 g, 280 g o 300 g per es. alla paprica, 280 g, 4.70 invece di 5.70

conf. da 24

35%

25.90 invece di 40.80 Red Bull in conf. da 24, 24 x 250 ml standard e sugarfree, per es. standard

20% Tutte le bevande per aperitivo (birra analcolica esclusa), per es. Sanbittèr San Pellegrino, 6 x 10 cl, 3.55 invece di 4.45


a partire da 2 pezzi

conf. da 2

20% Tutti i sottaceti e gli antipasti Condy per es. pannocchiette di granoturco, 190 g, 2.05 invece di 2.60

50%

1.10 invece di 2.20 Aceto alle erbe aromatiche Condy 750 ml

4.80 invece di 6.– Pomodori tritati Longobardi in conf. da 6 6 x 280 g

5.60 invece di 7.– Salse liquide Thomy in conf. da 2 per es. besciamella, 2 x 250 ml

20% Tutto l’assortimento di alimenti per gatti Selina per es. stick per gatti con trota e salmone, 6 x 6 g, 1.55 invece di 1.95

50%

Tutto l’assortimento di pentole e padelle Cucina & Tavola a partire da 2 pezzi, 50% di riduzione, offerta valida fino al 3.4.2017

conf. da 2

50%

Pizza al prosciutto crudo Deliziosa o piadina Deliziosa in conf. da 2 surgelata, per es. piadina, 2 x 280 g, 5.40 invece di 10.80

conf. da 6

20%

20%

a partire da 3 pezzi

20%

Tutte le conserve di tonno M-Classic, MSC a partire da 3 pezzi, 20% di riduzione

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

conf. da 4

33% Lenticchie, lenticchie con pancetta, fagioli bianchi o chili con carne M-Classic in conf. da 4 per es. fagioli bianchi, 4 x 440 g, 3.85 invece di 5.80

conf. da 2

conf. da 3

25%

33% Caffè Caruso Oro in chicchi e macinato in conf. da 3, UTZ per es. macinato, 3 x 500 g, 18.40 invece di 27.60

a partire da 2 pezzi

50%

Tutto l’assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), a partire da 2 pezzi, 50% di riduzione

conf. da 2

1.50

di riduzione Tutti i prodotti Potz in confezioni speciali per es. Calc in conf. da 2, 2 x 1 l, 8.30 invece di 9.80, offerta valida fino al 3.4.2017

Prodotti Elmex e Meridol in conf. da 2 per es. spazzolino anticarie Elmex medium, 6.30 invece di 8.80, offerta valida fino al 3.4.2017

a partire da 2 pezzi

20%

Tutti i prodotti per gli occhi Covergirl a partire da 2 pezzi, 20% di riduzione, offerta valida fino al 3.4.2017


a partire da 2 pezzi

conf. da 2

20% Tutti i sottaceti e gli antipasti Condy per es. pannocchiette di granoturco, 190 g, 2.05 invece di 2.60

50%

1.10 invece di 2.20 Aceto alle erbe aromatiche Condy 750 ml

4.80 invece di 6.– Pomodori tritati Longobardi in conf. da 6 6 x 280 g

5.60 invece di 7.– Salse liquide Thomy in conf. da 2 per es. besciamella, 2 x 250 ml

20% Tutto l’assortimento di alimenti per gatti Selina per es. stick per gatti con trota e salmone, 6 x 6 g, 1.55 invece di 1.95

50%

Tutto l’assortimento di pentole e padelle Cucina & Tavola a partire da 2 pezzi, 50% di riduzione, offerta valida fino al 3.4.2017

conf. da 2

50%

Pizza al prosciutto crudo Deliziosa o piadina Deliziosa in conf. da 2 surgelata, per es. piadina, 2 x 280 g, 5.40 invece di 10.80

conf. da 6

20%

20%

a partire da 3 pezzi

20%

Tutte le conserve di tonno M-Classic, MSC a partire da 3 pezzi, 20% di riduzione

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

conf. da 4

33% Lenticchie, lenticchie con pancetta, fagioli bianchi o chili con carne M-Classic in conf. da 4 per es. fagioli bianchi, 4 x 440 g, 3.85 invece di 5.80

conf. da 2

conf. da 3

25%

33% Caffè Caruso Oro in chicchi e macinato in conf. da 3, UTZ per es. macinato, 3 x 500 g, 18.40 invece di 27.60

a partire da 2 pezzi

50%

Tutto l’assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), a partire da 2 pezzi, 50% di riduzione

conf. da 2

1.50

di riduzione Tutti i prodotti Potz in confezioni speciali per es. Calc in conf. da 2, 2 x 1 l, 8.30 invece di 9.80, offerta valida fino al 3.4.2017

Prodotti Elmex e Meridol in conf. da 2 per es. spazzolino anticarie Elmex medium, 6.30 invece di 8.80, offerta valida fino al 3.4.2017

a partire da 2 pezzi

20%

Tutti i prodotti per gli occhi Covergirl a partire da 2 pezzi, 20% di riduzione, offerta valida fino al 3.4.2017


Altre offerte. Pesce, carne e pollame

Tutto l’assortimento Starbucks, per es. Caffè Latte Fairtrade, 220 ml, 1.65 invece di 2.10 20% Pan dal Pepp TerraSuisse, 400 g, 2.30 invece di 2.90 20%

Cervelas di volatile Optigal, Svizzera, conf. da 3 x 2 x 100 g, 4.40 invece di 6.30 30%

conf. da 3

Hit

8.90

Fantasmini o slipper da donna Ellen Amber, in conf. da 3 disponibili in diversi colori e misure, per es. fantasmini, neri, numeri 35–38

conf. da 10

Hit

14.90

Fantasmini da uomo John Adams, Bio Cotton, in conf. da 10 disponibili in diversi colori e misure, per es. neri, numeri 43–46

Altri alimenti

Miscela per torta al formaggio M-Classic in conf. da 2, 2 x 250 g, 7.– invece di 8.80 20% Torta al cioccolato, marmorizzata o al limone, 450 g, per es. torta al cioccolato, 3.30 Hit Tutte le torte, le tortine e i fondi per torte M-Classic, per es. torta di Linz, 400 g, 3.– 20x Punti Panini al burro TerraSuisse, 3 x 65 g, 1.20 invece di 1.80 3 per 2

conf. da 2

20%

25.40 invece di 31.80 Detersivi Total in conf. da 2 per es. sensitive, 2 x 2 l

50%

24.10 invece di 48.20 Detersivi Total in confezioni speciali Color o Classic, 7,5 kg, per es. Classic

conf. da 2

20%

Phalaenopsis, 2 steli, in vaso da 12 cm in conf. da 2, disponibile in diversi colori, per es. fucsia, 19.90 Hit

Prodotti Cornatur in conf. da 2, per es. bastoncini croccanti vegani alla marinara, 2 x 300 g, 8.80 invece di 11.80 25%

Tavolette di cioccolato Frey Suprême in confezioni multiple, UTZ, per es. Noir Noisette in conf. da 2, 2 x 180 g, 6.30 invece di 8.40 25% Tutta la pasta Bel Ticino, –.20 di riduzione, per es. spaghetti, 500 g, 1.30 invece di 1.50 Tutti i conigli Frey Junior, UTZ, per es. Soccer Rabbit, al latte, 170 g, 7.90 20x Punti

20x PUNTI

Novità

Near Food/Non Food

Fiori e piante

Luganighetta cotta al grill, Svizzera, al banco a servizio, per 100 g, 2.10 invece di 2.85 25%

Pane e latticini

Il tuo müesli Farmer, bacche, mela o miele, per es. bacche, 85 g, 1.25 invece di 2.10 40%

Junior Cowboy Joe Rabbit Frey, UTZ, 245 g, 9.50 Novità **

Tutto l’assortimento Zoé (Zoé Sun escluso), per es. Tonic Revital, 200 ml, 5.50 invece di 6.90 20% ** Contenitori trasparenti in conf. da 3, 18 litri, 14.25 invece di 28.50 50% ** Cartucce Cucina & Tavola, M-Classic o Brita in conf. da 3, per es. Brita Classic, 3 x 2 pezzi, 23.70 invece di 35.60 3 per 2 ** Prodotti I am Natural Cosmetics in confezioni multiple, per es. docciaschiuma al pompelmo e al bambù in conf. da 2, 2 x 200 ml, 5.85 invece di 7.80 25% **

Total 1 for All Multicaps, 28 pezzi, 15.90 Novità ** Prodotti a base di pollame Optigal, sminuzzato di pollo per fajitas, crocchette di pollo al limone e pollo Supreme Orange, Svizzera, per es. crocchette di pollo al limone, per 100 g, 2.70 Novità *,** Margarina Alnatura, 250 g, 2.90 Novità ** Biscotti di Pasqua alle nocciole aha!, 60 g, 2.10 Novità ** Bull’s Eye Burger Sauce, 235 ml, 3.60 Novità ** Salsa alla bolognese vegana, 350 g, 1.70 Novità **

Prodotti Nivea Hair Styling in conf. da 2, per es. spray per capelli Volume Care, 2 x 250 ml, 6.30 invece di 7.90 20% **

Monster Energy Ultra, 355 ml, 1.50 Novità *,**

Prodotti per la cura del viso e del corpo Garnier (confezioni multiple e deodoranti esclusi), per es. crema da giorno antirughe Ultra Lift, 50 ml, 11.20 invece di 14.– 20% **

Jarimba Himbo e arancia-mango, 50 cl, per es. Himbo, –.90 Novità *,**

Monster Energy, 355 ml, 1.50 Novità *,**

Rivella Mango, Limited Edition, 50 cl, 1.35 Novità ** Confetture primaverili rabarbaromaracuja e lampone-litchi, per es. rabarbaro-maracuja, 350 g, 2.90 Novità **

Panini M-Classic TerraSuisse, 5/250 g, 1.80 invece di 2.30 20%

Cestelli e detergenti Hygo WC in conf. da 2 per es. Fresh Flower, 2 x 750 ml, 4.95 invece di 6.20

I SportXX Bike I filiali Preisflyer Migros Magazin 204 x 78 mm I DU: 8.3.2017 I Erscheinung: kw 12 *InAnz vendita nelle maggiori Migros.I **Offerta valida finoI alItalienisch 3.4 Migros ITicino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20% SU TUTTE LE BICI CROSSWAVE Importo minimo d’acquisto: fr. 599.–

799.20

20%

222.– invece di 279.– Umidificatore Air Washer AW33 Mio Star il pezzo, offerta valida fino al 10.4.2017

invece di 999.–

30% Tutto l’assortimento di borse e valigie e di accessori da viaggio Travel Shop per es. trolley Titan Merik, a quattro ruote, 64 cm, nero, 62.90 invece di 89.90

30% Carta igienica Hakle in confezioni speciali per es. pulizia classica, FSC, 24 rotoli, 14.– invece di 20.–

t i h Cumulus Ulteriori informazioni su sportxx.ch

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Esempio:

Mountain bike Rocky 27.5" Misure: 38/43/48/53 cm

Azione valida dall’ 1.3 al 31.3.2017, fino a esaurimento dello stock.

20%

O

DI SCONT


Altre offerte. Pesce, carne e pollame

Tutto l’assortimento Starbucks, per es. Caffè Latte Fairtrade, 220 ml, 1.65 invece di 2.10 20% Pan dal Pepp TerraSuisse, 400 g, 2.30 invece di 2.90 20%

Cervelas di volatile Optigal, Svizzera, conf. da 3 x 2 x 100 g, 4.40 invece di 6.30 30%

conf. da 3

Hit

8.90

Fantasmini o slipper da donna Ellen Amber, in conf. da 3 disponibili in diversi colori e misure, per es. fantasmini, neri, numeri 35–38

conf. da 10

Hit

14.90

Fantasmini da uomo John Adams, Bio Cotton, in conf. da 10 disponibili in diversi colori e misure, per es. neri, numeri 43–46

Altri alimenti

Miscela per torta al formaggio M-Classic in conf. da 2, 2 x 250 g, 7.– invece di 8.80 20% Torta al cioccolato, marmorizzata o al limone, 450 g, per es. torta al cioccolato, 3.30 Hit Tutte le torte, le tortine e i fondi per torte M-Classic, per es. torta di Linz, 400 g, 3.– 20x Punti Panini al burro TerraSuisse, 3 x 65 g, 1.20 invece di 1.80 3 per 2

conf. da 2

20%

25.40 invece di 31.80 Detersivi Total in conf. da 2 per es. sensitive, 2 x 2 l

50%

24.10 invece di 48.20 Detersivi Total in confezioni speciali Color o Classic, 7,5 kg, per es. Classic

conf. da 2

20%

Phalaenopsis, 2 steli, in vaso da 12 cm in conf. da 2, disponibile in diversi colori, per es. fucsia, 19.90 Hit

Prodotti Cornatur in conf. da 2, per es. bastoncini croccanti vegani alla marinara, 2 x 300 g, 8.80 invece di 11.80 25%

Tavolette di cioccolato Frey Suprême in confezioni multiple, UTZ, per es. Noir Noisette in conf. da 2, 2 x 180 g, 6.30 invece di 8.40 25% Tutta la pasta Bel Ticino, –.20 di riduzione, per es. spaghetti, 500 g, 1.30 invece di 1.50 Tutti i conigli Frey Junior, UTZ, per es. Soccer Rabbit, al latte, 170 g, 7.90 20x Punti

20x PUNTI

Novità

Near Food/Non Food

Fiori e piante

Luganighetta cotta al grill, Svizzera, al banco a servizio, per 100 g, 2.10 invece di 2.85 25%

Pane e latticini

Il tuo müesli Farmer, bacche, mela o miele, per es. bacche, 85 g, 1.25 invece di 2.10 40%

Junior Cowboy Joe Rabbit Frey, UTZ, 245 g, 9.50 Novità **

Tutto l’assortimento Zoé (Zoé Sun escluso), per es. Tonic Revital, 200 ml, 5.50 invece di 6.90 20% ** Contenitori trasparenti in conf. da 3, 18 litri, 14.25 invece di 28.50 50% ** Cartucce Cucina & Tavola, M-Classic o Brita in conf. da 3, per es. Brita Classic, 3 x 2 pezzi, 23.70 invece di 35.60 3 per 2 ** Prodotti I am Natural Cosmetics in confezioni multiple, per es. docciaschiuma al pompelmo e al bambù in conf. da 2, 2 x 200 ml, 5.85 invece di 7.80 25% **

Total 1 for All Multicaps, 28 pezzi, 15.90 Novità ** Prodotti a base di pollame Optigal, sminuzzato di pollo per fajitas, crocchette di pollo al limone e pollo Supreme Orange, Svizzera, per es. crocchette di pollo al limone, per 100 g, 2.70 Novità *,** Margarina Alnatura, 250 g, 2.90 Novità ** Biscotti di Pasqua alle nocciole aha!, 60 g, 2.10 Novità ** Bull’s Eye Burger Sauce, 235 ml, 3.60 Novità ** Salsa alla bolognese vegana, 350 g, 1.70 Novità **

Prodotti Nivea Hair Styling in conf. da 2, per es. spray per capelli Volume Care, 2 x 250 ml, 6.30 invece di 7.90 20% **

Monster Energy Ultra, 355 ml, 1.50 Novità *,**

Prodotti per la cura del viso e del corpo Garnier (confezioni multiple e deodoranti esclusi), per es. crema da giorno antirughe Ultra Lift, 50 ml, 11.20 invece di 14.– 20% **

Jarimba Himbo e arancia-mango, 50 cl, per es. Himbo, –.90 Novità *,**

Monster Energy, 355 ml, 1.50 Novità *,**

Rivella Mango, Limited Edition, 50 cl, 1.35 Novità ** Confetture primaverili rabarbaromaracuja e lampone-litchi, per es. rabarbaro-maracuja, 350 g, 2.90 Novità **

Panini M-Classic TerraSuisse, 5/250 g, 1.80 invece di 2.30 20%

Cestelli e detergenti Hygo WC in conf. da 2 per es. Fresh Flower, 2 x 750 ml, 4.95 invece di 6.20

I SportXX Bike I filiali Preisflyer Migros Magazin 204 x 78 mm I DU: 8.3.2017 I Erscheinung: kw 12 *InAnz vendita nelle maggiori Migros.I **Offerta valida finoI alItalienisch 3.4 Migros ITicino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 27.3.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

20% SU TUTTE LE BICI CROSSWAVE Importo minimo d’acquisto: fr. 599.–

799.20

20%

222.– invece di 279.– Umidificatore Air Washer AW33 Mio Star il pezzo, offerta valida fino al 10.4.2017

invece di 999.–

30% Tutto l’assortimento di borse e valigie e di accessori da viaggio Travel Shop per es. trolley Titan Merik, a quattro ruote, 64 cm, nero, 62.90 invece di 89.90

30% Carta igienica Hakle in confezioni speciali per es. pulizia classica, FSC, 24 rotoli, 14.– invece di 20.–

t i h Cumulus Ulteriori informazioni su sportxx.ch

OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

Esempio:

Mountain bike Rocky 27.5" Misure: 38/43/48/53 cm

Azione valida dall’ 1.3 al 31.3.2017, fino a esaurimento dello stock.

20%

O

DI SCONT


. s o r ig M a tu a ll a à it v o N 20x PUNTI

Con pomodori e zucchine freschi.

3.40

Senza glutine.

2.70

Crostata ai pomodori e alle zucchine Anna’s Best Quadrati ai semi di girasole aha! 140 g 200 g

Dal gusto fresco e fruttato. Jarimba al limone, al pompelmo, al kiwi e alla fragola, all’arancia, 1,5 l e 6 x 1,5 l* per es. al limone, 1,5 l, 1.65

Tenuta forte per pettinature complesse.

5.10 Spray per capelli I am Professional Maximum Hold e Smooth & Glossy, per es. Maximum Hold, 300 ml

Espresso classico in qualità bio.

8.60 Espresso Classico macinato bio, Fairtrade 500 g

Seducente biancheria da donna. Ellen Amber Secrets for special moments per es. body, nero, tg. M, 59.80

Con ripartizione variabile. Copertina morbida turchese di tendenza.

6.90 Quaderno per appunti A5 rilegato, pagine a righe, 96 fogli, il pezzo

Grazioso design con cerniera lampo.

5.90 Astuccio piatto e rotondo, turchese, per es. piatto, il pezzo

* In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK

2.90 Scatola per merceria il pezzo


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

61

Idee e acquisti per la settimana

Ice Tea

Un classico vestito di verde L’amata famiglia di tè freddi della Migros si ingrandisce: l’infuso di tè verde fresco al gelsomino viene ora raffinato con tè Matcha acquisendo così un sapore leggermente dolce. Questo aroma era già conosciuto nel settimo secolo dai monaci buddisti, i quali lo apprezzavano anche come fonte energetica per poter meditare a lungo. Consiglio di consumo: Aggiungere al tè freddo qualche goccia di limetta, limone o succo di mirtilli rossi e decorare con frutta fresca o erbe aromatiche.

Kult Ice Tea Green Tea Jasmin-Matcha 50 cl Fr. 1.10 Nelle maggiori filiali

Cos’è il Matcha?

Il Matcha è una varietà giapponese di tè verde, che viene macinato in polvere. Questo estratto è considerato un superdrink stimolante e salutare. Le piantagioni di Matcha sono coperte con un telo scuro quattro settimane prima del raccolto. Così facendo i raggi del sole vengono ridotti fino al 90 per cento, in modo che la pianta possa produrre molta clorofilla, teanina e caffeina, ma pochi tannini. Grazie a questo processo il Matcha acquisisce il suo sapore dolciastro e il suo colore verde brillante.

Tradotto dal giapponese Matcha vuol dire «Tè macinato».

M-Industria crea numerosi prodotti Migros, tra cui anche il Kult Ice Tea.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

62

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

63

Idee e acquisti per la settimana

Azione 20x Punti cumulus sulla linea «Secrets for special moments» di Ellen Amber Dal 21.03 al 03.04

Ellen Amber Secrets Reggiseno con ferretto taglie 75-90 B, 80-90 C* Fr. 34.80

Ellen Amber Secrets Autoreggente taglia unica* Fr. 14.80

Ellen Amber Secrets Slip 2 pezzi, taglie S-L* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets Reggiseno a triangolo taglie 75-85 A, 75-90 B, 80-90 C* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets String 3 pezzi, taglie S-L* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets Set polsino e farfallino taglia unica* Fr. 14.80

Ellen Amber

Un sogno di pizzo e raso Seducente, sensuale, erotica e sexy: sono gli aggettivi evocati quando si sogna la biancheria intima di pizzo, tulle e raso nero. La lingerie della linea «Secrets for special moments» di Ellen Amber nasconde ciò che si vorrebbe svelare… C’è tutto il necessario per far decollare l’erotismo: corsetti, reggiseni, mutandine, vestaglie e body, come pure alcuni accessori selezionati.

Ellen Amber Secrets Corsetto con ferretto taglie 75-90 B, 80-90 C* Fr. 59.80

Ellen Amber Secrets Piuma erotica taglia unica* Fr. 9.80

*Nelle maggiori filiali


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

62

Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

63

Idee e acquisti per la settimana

Azione 20x Punti cumulus sulla linea «Secrets for special moments» di Ellen Amber Dal 21.03 al 03.04

Ellen Amber Secrets Reggiseno con ferretto taglie 75-90 B, 80-90 C* Fr. 34.80

Ellen Amber Secrets Autoreggente taglia unica* Fr. 14.80

Ellen Amber Secrets Slip 2 pezzi, taglie S-L* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets Reggiseno a triangolo taglie 75-85 A, 75-90 B, 80-90 C* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets String 3 pezzi, taglie S-L* Fr. 29.80

Ellen Amber Secrets Set polsino e farfallino taglia unica* Fr. 14.80

Ellen Amber

Un sogno di pizzo e raso Seducente, sensuale, erotica e sexy: sono gli aggettivi evocati quando si sogna la biancheria intima di pizzo, tulle e raso nero. La lingerie della linea «Secrets for special moments» di Ellen Amber nasconde ciò che si vorrebbe svelare… C’è tutto il necessario per far decollare l’erotismo: corsetti, reggiseni, mutandine, vestaglie e body, come pure alcuni accessori selezionati.

Ellen Amber Secrets Corsetto con ferretto taglie 75-90 B, 80-90 C* Fr. 59.80

Ellen Amber Secrets Piuma erotica taglia unica* Fr. 9.80

*Nelle maggiori filiali


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

64

Idee e acquisti per la settimana

L’indovinello Super Mix Rispondi alla domanda riguardante la «Star della settimana» sul sito www.noifirmiamonoigarantiamo.ch e vinci carte regalo della Migros per un valore complessivo di 150 franchi.

Sun Queen

Riserve di frutta Un bel boccone d’energia? Le nuove porzioni di Super Mix di Sun Queen con semi e frutta secca smorzano i languorini quando si è in viaggio. Nella variante «Aronia e cocco», le bacche di aronia e le scaglie di noce di cocco sono abbinate a semi di melograno e girasole. La variante «Banana e mirtillo rosso» consiste, invece, in una miscela di cubetti di banana essiccata, mirtilli rossi, pinoli e semi di canapa. Entrambe le miscele sono vegane.

Sun Queen Super Mix Aronia e Cocco 50 g Fr. 1.65

M-Industria crea molti prodotti Migros, tra cui anche Sun Queen Super Mix.

Sun Queen Super Mix Banana e Mirtillo rosso 50 g Fr. 1.65

Il V-Label dell’Unione vegetariana europea (EVU) certifica prodotti adatti ad un’alimentazione vegetariana o vegana. Tutti gli ingredienti e gli additivi sono vegetariani o vegani.

Le bustine di Super Mix sono sempre a portata di mano, perché stanno in qualsiasi tasca dei pantaloni.

Parte di

Nel suo impegno a favore della sostenibilità, la Migros è da generazioni in anticipo sui tempi.


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

65

Idee e acquisti per la settimana

Zoé

Fresca energia per la pelle dopo i 50 Con l’età la pelle perde la sua elasticità. La produzione di collagene ed elastina – le proteine che mantengono la pelle soda – diminuisce. La linea per la cura della pelle Zoé Revital contrasta i segni dell’invecchiamento. I prodotti Revital sono stati sviluppati per le esigenze specifiche della pelle matura e secca delle donne a partire dai 50 anni. Le creme sono arricchite con il principio attivo estratto dal crocus «DermCom», che stimola la produzione di collagene ed elastina, così che il tessuto cutaneo appare più compatto e sodo.

L’estratto di Ginseng e un complesso vitaminico puliscono e idratano delicatamente. Zoé Revital latte detergente trattante 200 ml Fr. 5.40* invece di 6.80

*Azione 20% su tutto l’assortimento Zoé (linea Zoé Sun esclusa) fino al 3 aprile

La crema rassodante per il contorno degli occhi dona un aspetto luminoso. Zoé Revital crema contorno occhi rassodante 15 ml Fr. 11.–* invece di 13.80

La crema da notte rigenerante stimola un recupero intensivo delle pelli mature durante il sonno. Zoé Revital crema da notte rigenerante 50 ml Fr. 11.–* invece di 13.80

La crema da giorno contiene il complesso Liftonin, un innovativo principio attivo che rende la pelle più liscia. Zoé revital crema da giorno rassodante SPF 15, 50 ml Fr. 10.70* invece di 13.40

M-Industria crea numerosi prodotti Migros, tra cui anche la linea per la cura della pelle Zoé Revital.


disponibile anche in grigio, fodera a pois, vera piuma

Piumino

69.95

invece di 99.95

Valida fino al 26.03.2017, fino ad esaurimento scorte.

con collo alto, fodera a contrasto, vera piuma


Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 marzo 2017 • N. 12

67

Idee e acquisti per la settimana

Handymatic

Brillantezza garantita Azione 50% su Handymatic Supreme a partire dall’acquisto di due prodotti a scelta Dal 21 al 27 marzo

I detersivi per stoviglie di Handymatic permettono con ogni programma di lavaggio di ottenere risultati brillanti. Express-Mini-Tabs e All-in-1-Power-Gel sono stati sviluppati in particolare per i programmi corti. Si sciolgono infatti velocemente anche a basse temperature. A differenza dei prodotti a marchio Classic, quelli della linea Supreme contengono già brillantante e sale rigenerante. I detergenti Handymatic non contengono fosfati* e sono facilmente biodegradabili. * L’uso di fosfati quale additivo nei detersivi per lavastoviglie è vietato dal 1.1.2017.

Handymatic Supreme All in 1 Powder 1 kg Fr. 7.90

Handymatic Supreme All in 1 Power Gel 500 ml Fr. 8.90

Handymatic Supreme Express All in 1 Mini Tab 44 tabs Fr. 13.80 Nelle maggiori filiali

Handymatic Supreme Ultra Brilliant Shine All in 1 Tab 32 tabs Fr. 12.50 M-Industria crea numerosi prodotti Migros, tra cui anche i detersivi Handymatic.


Azione #

LA BATTERIA CHE DURA PIÙ A LUNGO*

PER TUTTI

GLI APPARECCHI * nella alcalina AA, in media in tutti gli apparecchi.

Si prega di restituire le pile scariche al punto vendita.

Hit

15.90 invece di 31.80 Duracell Plus Power AA o AAA 16 pezzi

In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 21.3 AL 3.4.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.