Cooperativa Migros Ticino
G.A.A. 6592 Sant’Antonino
Settimanale di informazione e cultura Anno LXXX 26 giugno 2017
Azione 26 -61 ping M shop ne 33-41 / 58 i alle pag
Società e Territorio Attorno al Tavolino Magico ruotano destini e speranze di persone ai margini della società
Ambiente e Benessere Come prevenire le patologie cardiache? Quali stili di vita modificare? Ce ne parla Giorgio Moschovitis, caposervizio di cardiologia all’Ospedale regionale di Lugano
Politica e Economia Perché e come le migrazioni sono destinate a impattare sull’identità e sulla sicurezza europea
Cultura e Spettacoli Venezia in questi mesi è «invasa» da oltre duecento mostre d’arte contemporanea
pagina 11
pagina 3
pagina 18
di Enza Di Santo pagina 28
© martinhausler
Leo, i Gotthard e la luna
pagina 26
Europa, un’araba fenice? di Peter Schiesser L’Europa unita non è morta. In suo nome si può ancora vincere, e contro di essa perdere. Lo straordinario successo elettorale di Emmanuel Macron in Francia, presidente della repubblica con una schiacciante maggioranza in parlamento dopo aver fatto campagna inneggiando all’UE, ad una nuova UE, prova la prima asserzione. La clamorosa sconfitta elettorale della premier britannica Theresa May, costatale la risicata maggioranza che il suo partito aveva in parlamento e interpretata come un ripudio di una «hard Brexit», suggerisce che sia valida anche la seconda. Se Marine Le Pen e ancora di più il suo partito di estrema destra sono stati battuti con un’ampia maggioranza, se Theresa May si trova indebolita al tavolo dei negoziati con Bruxelles (i negoziatori britannici hanno già fatto prime concessioni, accettando che le discussioni du un nuovo accordo di libero scambio possano cominciare solo a divorzio consumato), lo si deve alla volontà popolare. La temuta rivolta generale contro le élite, europeiste e distanti dal popolo, non c’è stata. Ma per infondere nuova vita a questa Europa è indispensabile una
spinta ideale, progettuale, che si traduca in una politica di riforme. Questo è ovviamente un processo lungo, ma già si colgono segnali politici incoraggianti: Angela Merkel e Emmanuel Macron manifestano con insistenza la volontà di ridare centralità e forza al motore franco-tedesco, sia economicamente, sia come progetto globale. A questo rinnovato asse è però subordinata la condizione che la Francia esca dal suo letargo economico. Dopo gli insuccessi dell’approccio socialista, hollandiano, alla crisi, i francesi (la maggioranza di quella metà degli elettori che è andata a votare) danno ora fiducia ad un giovane politico che incarna un liberal-socialismo che intende coniugare libero mercato e solidarietà, consapevoli che non saranno solo rose e fiori. Se i francesi accetteranno i sacrifici che Macron dovrà loro imporre, pur mitigati da politiche di solidarietà sociale, la Francia potrà fornire l’energia necessaria per riportare l’Unione europea sotto una guida condivisa con la Germania. Il destino della Francia coincide ancora una volta con quello dell’Europa, se si ristabilirà un equilibrio di potere fra Berlino e Parigi svaniranno le apprensioni mai del tutto sopite riguardo un’Europa troppo tedesca. Ma la salvezza di un’Europa unita non si ottiene solo con alleanze
strategiche tra Germania e Francia: urgono riforme. E va detto che a Bruxelles non si è rimasti inattivi, a più livelli, politici e intellettuali, fioriscono idee e progetti a medio e lungo termine. Aiuta anche molto il fatto che l’UE si sta rendendo conto di non poter più contare molto sull’America, è consapevole di dover affrontare da sola le sfide del Ventunesimo secolo (la sicurezza e il terrorismo, le ondate migratorie, la lotta contro i cambiamenti climatici, gli squilibri economici). E aiuta anche che l’euro abbia resistito alla crisi e l’economia stia ripartendo. Ora si tratta di concretizzare le idee in riforme concrete, che vadano a vantaggio dei cittadini dell’Unione, se non si vuole che populismo e nazionalismi si rafforzino ulteriormente. Ci vorrà però anche una forte spinta ideale, che sottolinei i valori su cui si fonda l’Unione, e la forza di fare rispettare le decisioni che scaturiscono. Governi nazional-populistici come in Polonia e Ungheria, che rifiutano di accettare decisioni europee (in merito all’accoglienza di profughi) e adottano leggi contrarie alla costituzione europea (per esempio sulla libertà di stampa), erodono i fondamenti dell’Unione stessa. La forza dell’Unione europea resterà alla fine la sua coesione, fra Stati e all’interno di essi.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
2
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
3
Società e Territorio Un tavolo davvero magico Il Tavolino Magico raccoglie i destini e le speranze di un’umanità ai margini pagina 3
L’OTAF si mette in scena In occasione delle celebrazioni per i 100 anni, la Fondazione ha proposto un evento itinerante di teatro di comunità che ha coinvolto attori, utenti, famigliari e operatori pagina 5
Essere con se stessi Una volontaria solitudine, in silenzio, permette di conoscersi meglio, impresa sempre più difficile in una quotidianità che ci vede costantemente connessi con gli altri e il mondo esterno pagina 6
Il tavolo della speranza
Ai margini – 3 Attorno al Tavolino Magico si raccolgono destini diversi, con un denominatore comune: l’umanità
Laura Di Corcia «Non salviamo solo zucchine e insalate, salviamo anche persone». Simonetta Caratti guarda Borim, Borim la guarda. Lei cura la comunicazione del Tavolino Magico, lui lì, nella centrale di smistamento a Cadenazzo, ha ritrovato la voglia di vivere. Il luogo in cui veniamo accolti è una specie di laboratorio dove tutto passa e si trasforma: pane, torte, yogurt, scatolame, cioccolata, confezioni di tè, latte, frutta e verdura sfusa arrivano ogni mattina da tutti i donatori (uno di questi è Migros Ticino, che nel 2016 ha fornito al Tavolino il 15 per cento delle 560 tonnellate di cibo raccolte durante il corso dell’anno)
Una professione che non si improvvisa
Bruno, alle soglie degli 80 anni, si rifornisce di cibo al Tavolino Magico e prova ad aiutare chi è nella sua situazione
Turismo Intervista a Charles Barras,
direttore della Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo a Bellinzona Guido Grilli Alla fine della formazione hanno tutte le carte in regola per diventare dirigenti nel vasto campo del turismo, ma «sanno bene che nella maggior parte dei casi il ruolo non è per subito e che agli inizi devono accettare anche di portare su le bottiglie dalla cantina». Ambizione e umiltà. Soprattutto, «occorre una mentalità “turistica”, cioè massima apertura, accoglienza e ospitalità». Eccole le attitudini indispensabili per chi decide di porsi alla guida di una delle tante attività che compongono l’importante settore economico, carta da visita e fiore all’occhiello validi per ogni geografia del mondo. Charles Barras, 60 anni, economista già ai vertici di Ticino Turismo, dirige da poco più di un anno la Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo (Sssat) di Bellinzona. Gli abbiamo chiesto di aprirci idealmente le porte della sua scuola. Requisiti per accedervi, chi la frequenta, con quali prospettive? «In Ticino – premette il nostro interlocutore – poco più del 30% di chi lavora nel campo alberghiero e della ristorazione possiede un livello di qualifica professionale accertato, il restante 70% non ha un’autentica formazione professionale e questo lo si può riscontrare piuttosto spesso girando negli esercizi pubblici. Il sorriso va bene, certo, ma la tecnica è assolutamente indispensabile per offrire un servizio che sia in grado di soddisfare clienti sempre più esigenti. Da questo punto di vista, la Sssat offre un apporto notevole al settore turistico ticinese». Come si accede alla vostra formazione, unica scuola professionale superiore e specializzata completamente pubblica presente in Svizzera? «Si può entrare con un attestato federale di capacità (Afc) che testimonia di un apprendistato svolto nel settore alberghiero o della ristorazione, ma anche in altre attività economiche del settore dei servizi. Questo è il percorso più classico, ma c’è anche chi s’iscrive da noi dopo una maturità liceale o commerciale. L’età degli studenti? Oscilla dai 18 ai 24 anni, ma abbiamo anche alcuni trentenni che, dopo un’esperienza lavorativa scelgono di seguire la specializ-
zazione. Complessivamente abbiamo un’ottantina di iscritti all’anno, numero che si mantiene da tempo stabile, quindi circa 250 studenti sul triennio nelle due formazioni proposte: diploma federale Sss di albergatore-ristoratore e diploma federale Sss di specialista turistico. Il secondo anno di formazione è riservato al praticantato nelle aziende, di cui sei mesi devono svolgersi fuori dall’area italofona. Questo consente agli studenti di fare esperienze in altre realtà della Svizzera o in Europa, oppure oltre oceano, ciò che diventa occasione sia per accumulare nuove conoscenze pratiche sia per imparare una lingua straniera». Quali differenze sussistono tra i due percorsi formativi? «Intanto, entrambe le proposte formative vengono scelte da un eguale numero di studenti, la maggior parte dei quali risiede in Ticino. Il futuro albergatore-ristoratore potrà aprire un suo albergo o un ristorante o essere attivo in una struttura di ospitalità; lo specialista turistico potrà dal canto suo accedere a impieghi presso gli enti turistici, agenzie di viaggio, aziende di trasporto turistico, tour-operator e altro ancora. Entrambe le formazioni consentono di accedere a posizioni di quadri intermedi nelle rispettive aziende». Nata nel 1993, la Sssat ha ottenuto il suo primo riconoscimento federale vent’anni fa, nel 1996. Chi ottiene il diploma può proseguire il percorso in Scuole universitarie professionali: nel campo turistico ci sono le Sup di Coira e di Sierre e per l’albergheria spicca la prestigiosa Ecole Hôtelière di Losanna. Rimangono a tutt’oggi mestieri ambìti e attraenti quelli di albergatore o ristoratore? «Se guardo allo slancio e alla creatività che osservo nelle persone in formazione e al numero degli iscritti, la mia risposta è senz’altro affermativa» – assicura Charles Barras. «Si tratta di una professione appassionante che offre ai giovani possibilità di viaggio, spostamento, contatto personale con gli altri, un lavoro senz’altro non monotono. Chi sceglie questo settore sa che non necessariamente troverà lavoro davanti alla propria porta di casa, ma che dovrà spostarsi». Quanti sono dunque coloro che trovano un impiego al termine della formazione? «Occorre
e vengono selezionati in base alla data di scadenza, smistati, ricomposti, organizzati, per poi raggiungere i tredici centri di distribuzione disseminati su tutto il territorio, dal Mendrisiotto al Locarnese fino a Grono. Borim (nome fittizio), 23 anni, si trova lì da inizio dicembre. È un modo per ricominciare, per uscire dal limbo in cui era finito dopo gli anni di apprendistato per diventare elettricista. La ditta dove aveva prestato servizio fino a quel momento non aveva voluto rinnovargli il contratto (la crisi, la concorrenza dall’estero). Borim si è iscritto in disoccupazione e lì nessuno lo ha davvero aiutato a rientrare nel mercato del lavoro. Anche se lui, questo lavoro di elettricista, lo ama, e vorrebbe davvero che qualcuno, assumendolo, gli desse la possibilità di mettere in pratica quanto imparato. «Ma di questi tempi – dice – la vedo dura». Stare senza fare nulla l’aveva fatto cadere in una specie di torpore emotivo; con quello stato d’animo si è trascinato, a parte una breve parentesi come panettiere, dalla disoccupazione all’assistenza. E lì hanno deciso di inserirlo tramite un apposito programma nel team del Tavolino Magico, che aiuta
persone con difficoltà socio-economiche a rimanere attive, impegnandosi in un progetto che è ecosolidale in tutte le sue fasi. Gerry Graci, il responsabile del magazzino, deve far funzionare tutta la macchina come se fosse un’azienda, anche se i 52 impiegati (temporanei) sono persone in disoccupazione, in assistenza, in AI. Ogni giorno arriva tanta, tantissima merce, e il cibo è delicato, perché se non trattato nel modo giusto può deperire. «Chi lavora qui ha il vantaggio di avere la giornata occupata in un progetto utile, ottiene degli incentivi dall’assistenza e ha anche la possibilità di fare colazione e pranzare gratuitamente – precisa Gerry. «Non solo: una volta distribuita la merce fra i vari centri di distribuzione, può capitare che ve ne sia in esubero e allora la diamo ai nostri collaboratori, ai quali forniamo anche prodotti che stanno per scadere; un ulteriore risparmio per loro. Da quando seguo questo progetto sono riuscito a ricollocare professionalmente una decina di persone nei vari settori dei trasporti e dei supermercati». L’anno prossimo Gerry vorrebbe proporre a Borim un apprendistato al Tavolino Magico, ciò che gli darebbe nuove chance professionali. Borim sogna ancora di poter fare il suo lavoro, ma se questo non fosse possibile, avrebbe la possibilità di seguire una nuova strada. Uscendo dalla sede di Cadenazzo, io e Stefano concordiamo sul fatto che i margini non sono per sempre, per fortuna a volte sono solo per poco. È questo che auguriamo a Borim salendo sull’automobile e dirigendoci verso casa di Bruno Ferrini, a Caslano. Ci accoglie con una camicia a fiori e sgombera il tavolo dagli equivoci: per lui andare a fare la spesa al Tavolino Magico non costituisce un problema, semmai un’opportunità. «La ditta presso la quale lavoravo come ingegnere aveva suddiviso lo stipendio in due parti, e su una di questa, la più cospicua, effettuava deduzioni minime. Così quando sono andato in pensione ho scoperto che avevo diritto a un’entrata molto bassa, duemila franchi, con i quali si fa fatica a sbarcare il lunario; ma badate bene, non rimprovero nessuno, se non me stesso, perché avrei dovuto essere
Borim: il lavoro al Tavolino Magico lo mantiene a galla, ora sogna di fare l’elettricista. (Stefano Spinelli)
più oculato sulla gestione delle mie finanze. Non ho mai pensato troppo ai soldi, li ho sempre spesi e donati generosamente, ed ora devo adeguarmi alla situazione». Che significa rinunciare all’automobile, vivere con poco, fare la spesa al Tavolino Magico, dove con un franco ci si porta a casa la spesa settimanale, se si è in possesso della carta acquisti rilasciata da enti pubblici come i Comuni o privati come la Croce Rossa dopo un’attenta analisi della situazione finanziaria. «In questo modo riesco a coprire buona parte dei miei fabbisogni alimentari, non tutti, perché non ogni settimana quello che viene messo a disposizione incontra le mie esigenze. Lì si riforniscono molti immigrati, meno autoctoni, forse perché sono a disagio, forse perché lo straniero fa paura».
Bruno, classe 1938, ha maturato una sua filosofia di vita, che gli permette di fluttuare nei margini con leggerezza, senza perdere un grammo di autostima: le difficoltà non lo buttano a terra perché le vive come uno sprone, un incentivo ad aguzzare l’ingegno. «È quello che provo a dire alle persone che incontro nel centro di distribuzione dove mi rifornisco: alcune sono col morale a terra e ci parlo un po’ per vedere se riesco a incoraggiarle». Sono margini che in fondo non lo sono veramente, quelli che abbiamo raccontato in questa puntata, margini che intendono tenere la vita nelle mani, riprenderne il filo; Bruno, oltretutto, nei margini c’è sempre stato, da prima di andare in pensione, per il suo essere gay in un’epoca, quella passata, dove
l’omosessualità era ancora malvista da molte persone. Non a caso Ferrini, che avrebbe voluto mettere la faccia anche nelle fotografie, si è battuto in prima persona per il movimento gay, di cui è stato un pioniere in Ticino, territorio dove ha affrontato anche altre battaglie, lasciandosi ispirare dall’aria che veniva da Oltregottardo, come quella ambientalista. «A volte do lezioni di italiano agli stranieri, appena posso, aiuto. Lo facevo anche in passato, quando non avevo nessuna difficoltà economica, anzi. Ora è un po’ strano riceverlo; eppure arriva sempre qualcuno che ti chiede se hai bisogno». È una lezione di dignità. Esco dalla casa di Bruno e spero di portare con me le sue parole, un amuleto per i momenti difficili. Annuncio pubblicitario
Charles Barras dirige la Sssat di Bellinzona da due anni. (Ti-Press)
intanto dire che il settore negli ultimi tempi sta offrendo nuovi sbocchi professionali: conseguire un diploma federale nell’accoglienza e nell’ospitalità dà accesso a nuovi segmenti, ad esempio in aziende medio grandi, penso alla ristorazione collettiva, a case per anziani, ospedali o mense. Ma non è questa l’unica prospettiva. Chi esce dalla nostra scuola può anche pensare di gestire un campeggio o una sala da gioco o specializzarsi nell’organizzazione di eventi. Molti hanno trovato occupazione presso i diversi Enti turistici ticinesi, anche come direttori. Altri a Svizzera Turismo, qualcuno ha messo a punto una sua propria agenzia per l’organizzazione di matrimoni e di altri eventi e naturalmente molti sono attivi negli alberghi ticinesi e internazionali». Quali temperature segna attualmente alle nostre latitudini il termometro del turismo? «Le ultime cifre seguono un andamento positivo. Per il Ticino le cose stanno chiaramente cambiando nella buona direzione. È
vero che sino ad oggi è stato difficile, adesso però finalmente assistiamo a una ripresa. Dallo scorso anno i pernottamenti hanno nuovamente raggiunto numeri positivi. Le regioni più in difficoltà in Svizzera rimangono quelle tradizionali – Grigioni, Vallese e l’Oberland bernese – ma le città in generale e il Ticino registrano presenze turistiche in crescita». Come vede personalmente il futuro del settore? «Il turismo rimarrà per sempre una questione di contatto fra persone» – osserva Barras. «Per tutto quanto attiene alla creazione di prodotti turistici, all’informazione e alla loro promozione, credo che dobbiamo contare sui giovani, i quali si mostrano molto creativi, al corrente delle tecniche moderne e delle nuove tecnologie di comunicazione, evidentemente a conoscenza dei desideri della loro generazione, sempre più indispensabili per operare nel turismo». Due anni da direttore alla Scuola superiore alberghiera e del turismo:
qual è il suo bilancio? «L’entusiasmo degli studenti è l’aspetto più stimolante. Quando ai giovani viene offerta, in base a delle conoscenze consolidate, la possibilità di sperimentare – ed è quanto cerchiamo di proporre loro nei diversi laboratori pratici – si nota la loro grande creatività e voglia di fare». La scuola si occupa anche di formazione continua, con quale riscontro? «Questo indispensabile aspetto viene curato principalmente di concerto con le associazioni di categoria dei settori dell’albergheria e della ristorazione. Offriamo, per Hotel & Gastro Formation, corsi utili all’ottenimento di diplomi federali superiori – capi cuoco, responsabili della ristorazione, sommelier, responsabile dell’economia domestica – a persone che intendono approfondire le loro conoscenze professionali». Insomma, il mondo non potrà fare a meno del turismo. Chi vorrà inseguirlo e offrire il suo miglior contributo è avvertito.
Azione In vendita nelle maggiori filiali Migros: Basel Dreispitz, Claramarkt, Paradies, Oberwil, Shoppyland, Bern Marktgasse, Thun Oberland, Center Brügg, Buchs Wynencen, Brugg-Neumarkt, Meilen, Zürich-City, Wallisellen, Uster, Monthey, Sion-Métropole, Glis Simplon Center, Visp, Locarno, Lugano-Città, Sant’Antonino, Agno Due, Genève Balexert, La Chaux-de-Fonds, Bulle, Crissier, Romanel-sur-Lausanne, Hôpital, Avry-Centre, Marin-Centre, Yverdon-les-Bains, Morges
SU TUTTI I PRODOTTI CLASSICS BY TRIUMPH, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
40%
29.90 invece di 49.90 Classics by Triumph Elegant Cotton N Reggiseno senza ferretto, disponibile in bianco o in nero, coppa B-C, taglia 75-95, coppa D, taglia 80-95
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
2
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
3
Società e Territorio Un tavolo davvero magico Il Tavolino Magico raccoglie i destini e le speranze di un’umanità ai margini pagina 3
L’OTAF si mette in scena In occasione delle celebrazioni per i 100 anni, la Fondazione ha proposto un evento itinerante di teatro di comunità che ha coinvolto attori, utenti, famigliari e operatori pagina 5
Essere con se stessi Una volontaria solitudine, in silenzio, permette di conoscersi meglio, impresa sempre più difficile in una quotidianità che ci vede costantemente connessi con gli altri e il mondo esterno pagina 6
Il tavolo della speranza
Ai margini – 3 Attorno al Tavolino Magico si raccolgono destini diversi, con un denominatore comune: l’umanità
Laura Di Corcia «Non salviamo solo zucchine e insalate, salviamo anche persone». Simonetta Caratti guarda Borim, Borim la guarda. Lei cura la comunicazione del Tavolino Magico, lui lì, nella centrale di smistamento a Cadenazzo, ha ritrovato la voglia di vivere. Il luogo in cui veniamo accolti è una specie di laboratorio dove tutto passa e si trasforma: pane, torte, yogurt, scatolame, cioccolata, confezioni di tè, latte, frutta e verdura sfusa arrivano ogni mattina da tutti i donatori (uno di questi è Migros Ticino, che nel 2016 ha fornito al Tavolino il 15 per cento delle 560 tonnellate di cibo raccolte durante il corso dell’anno)
Una professione che non si improvvisa
Bruno, alle soglie degli 80 anni, si rifornisce di cibo al Tavolino Magico e prova ad aiutare chi è nella sua situazione
Turismo Intervista a Charles Barras,
direttore della Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo a Bellinzona Guido Grilli Alla fine della formazione hanno tutte le carte in regola per diventare dirigenti nel vasto campo del turismo, ma «sanno bene che nella maggior parte dei casi il ruolo non è per subito e che agli inizi devono accettare anche di portare su le bottiglie dalla cantina». Ambizione e umiltà. Soprattutto, «occorre una mentalità “turistica”, cioè massima apertura, accoglienza e ospitalità». Eccole le attitudini indispensabili per chi decide di porsi alla guida di una delle tante attività che compongono l’importante settore economico, carta da visita e fiore all’occhiello validi per ogni geografia del mondo. Charles Barras, 60 anni, economista già ai vertici di Ticino Turismo, dirige da poco più di un anno la Scuola specializzata superiore alberghiera e del turismo (Sssat) di Bellinzona. Gli abbiamo chiesto di aprirci idealmente le porte della sua scuola. Requisiti per accedervi, chi la frequenta, con quali prospettive? «In Ticino – premette il nostro interlocutore – poco più del 30% di chi lavora nel campo alberghiero e della ristorazione possiede un livello di qualifica professionale accertato, il restante 70% non ha un’autentica formazione professionale e questo lo si può riscontrare piuttosto spesso girando negli esercizi pubblici. Il sorriso va bene, certo, ma la tecnica è assolutamente indispensabile per offrire un servizio che sia in grado di soddisfare clienti sempre più esigenti. Da questo punto di vista, la Sssat offre un apporto notevole al settore turistico ticinese». Come si accede alla vostra formazione, unica scuola professionale superiore e specializzata completamente pubblica presente in Svizzera? «Si può entrare con un attestato federale di capacità (Afc) che testimonia di un apprendistato svolto nel settore alberghiero o della ristorazione, ma anche in altre attività economiche del settore dei servizi. Questo è il percorso più classico, ma c’è anche chi s’iscrive da noi dopo una maturità liceale o commerciale. L’età degli studenti? Oscilla dai 18 ai 24 anni, ma abbiamo anche alcuni trentenni che, dopo un’esperienza lavorativa scelgono di seguire la specializ-
zazione. Complessivamente abbiamo un’ottantina di iscritti all’anno, numero che si mantiene da tempo stabile, quindi circa 250 studenti sul triennio nelle due formazioni proposte: diploma federale Sss di albergatore-ristoratore e diploma federale Sss di specialista turistico. Il secondo anno di formazione è riservato al praticantato nelle aziende, di cui sei mesi devono svolgersi fuori dall’area italofona. Questo consente agli studenti di fare esperienze in altre realtà della Svizzera o in Europa, oppure oltre oceano, ciò che diventa occasione sia per accumulare nuove conoscenze pratiche sia per imparare una lingua straniera». Quali differenze sussistono tra i due percorsi formativi? «Intanto, entrambe le proposte formative vengono scelte da un eguale numero di studenti, la maggior parte dei quali risiede in Ticino. Il futuro albergatore-ristoratore potrà aprire un suo albergo o un ristorante o essere attivo in una struttura di ospitalità; lo specialista turistico potrà dal canto suo accedere a impieghi presso gli enti turistici, agenzie di viaggio, aziende di trasporto turistico, tour-operator e altro ancora. Entrambe le formazioni consentono di accedere a posizioni di quadri intermedi nelle rispettive aziende». Nata nel 1993, la Sssat ha ottenuto il suo primo riconoscimento federale vent’anni fa, nel 1996. Chi ottiene il diploma può proseguire il percorso in Scuole universitarie professionali: nel campo turistico ci sono le Sup di Coira e di Sierre e per l’albergheria spicca la prestigiosa Ecole Hôtelière di Losanna. Rimangono a tutt’oggi mestieri ambìti e attraenti quelli di albergatore o ristoratore? «Se guardo allo slancio e alla creatività che osservo nelle persone in formazione e al numero degli iscritti, la mia risposta è senz’altro affermativa» – assicura Charles Barras. «Si tratta di una professione appassionante che offre ai giovani possibilità di viaggio, spostamento, contatto personale con gli altri, un lavoro senz’altro non monotono. Chi sceglie questo settore sa che non necessariamente troverà lavoro davanti alla propria porta di casa, ma che dovrà spostarsi». Quanti sono dunque coloro che trovano un impiego al termine della formazione? «Occorre
e vengono selezionati in base alla data di scadenza, smistati, ricomposti, organizzati, per poi raggiungere i tredici centri di distribuzione disseminati su tutto il territorio, dal Mendrisiotto al Locarnese fino a Grono. Borim (nome fittizio), 23 anni, si trova lì da inizio dicembre. È un modo per ricominciare, per uscire dal limbo in cui era finito dopo gli anni di apprendistato per diventare elettricista. La ditta dove aveva prestato servizio fino a quel momento non aveva voluto rinnovargli il contratto (la crisi, la concorrenza dall’estero). Borim si è iscritto in disoccupazione e lì nessuno lo ha davvero aiutato a rientrare nel mercato del lavoro. Anche se lui, questo lavoro di elettricista, lo ama, e vorrebbe davvero che qualcuno, assumendolo, gli desse la possibilità di mettere in pratica quanto imparato. «Ma di questi tempi – dice – la vedo dura». Stare senza fare nulla l’aveva fatto cadere in una specie di torpore emotivo; con quello stato d’animo si è trascinato, a parte una breve parentesi come panettiere, dalla disoccupazione all’assistenza. E lì hanno deciso di inserirlo tramite un apposito programma nel team del Tavolino Magico, che aiuta
persone con difficoltà socio-economiche a rimanere attive, impegnandosi in un progetto che è ecosolidale in tutte le sue fasi. Gerry Graci, il responsabile del magazzino, deve far funzionare tutta la macchina come se fosse un’azienda, anche se i 52 impiegati (temporanei) sono persone in disoccupazione, in assistenza, in AI. Ogni giorno arriva tanta, tantissima merce, e il cibo è delicato, perché se non trattato nel modo giusto può deperire. «Chi lavora qui ha il vantaggio di avere la giornata occupata in un progetto utile, ottiene degli incentivi dall’assistenza e ha anche la possibilità di fare colazione e pranzare gratuitamente – precisa Gerry. «Non solo: una volta distribuita la merce fra i vari centri di distribuzione, può capitare che ve ne sia in esubero e allora la diamo ai nostri collaboratori, ai quali forniamo anche prodotti che stanno per scadere; un ulteriore risparmio per loro. Da quando seguo questo progetto sono riuscito a ricollocare professionalmente una decina di persone nei vari settori dei trasporti e dei supermercati». L’anno prossimo Gerry vorrebbe proporre a Borim un apprendistato al Tavolino Magico, ciò che gli darebbe nuove chance professionali. Borim sogna ancora di poter fare il suo lavoro, ma se questo non fosse possibile, avrebbe la possibilità di seguire una nuova strada. Uscendo dalla sede di Cadenazzo, io e Stefano concordiamo sul fatto che i margini non sono per sempre, per fortuna a volte sono solo per poco. È questo che auguriamo a Borim salendo sull’automobile e dirigendoci verso casa di Bruno Ferrini, a Caslano. Ci accoglie con una camicia a fiori e sgombera il tavolo dagli equivoci: per lui andare a fare la spesa al Tavolino Magico non costituisce un problema, semmai un’opportunità. «La ditta presso la quale lavoravo come ingegnere aveva suddiviso lo stipendio in due parti, e su una di questa, la più cospicua, effettuava deduzioni minime. Così quando sono andato in pensione ho scoperto che avevo diritto a un’entrata molto bassa, duemila franchi, con i quali si fa fatica a sbarcare il lunario; ma badate bene, non rimprovero nessuno, se non me stesso, perché avrei dovuto essere
Borim: il lavoro al Tavolino Magico lo mantiene a galla, ora sogna di fare l’elettricista. (Stefano Spinelli)
più oculato sulla gestione delle mie finanze. Non ho mai pensato troppo ai soldi, li ho sempre spesi e donati generosamente, ed ora devo adeguarmi alla situazione». Che significa rinunciare all’automobile, vivere con poco, fare la spesa al Tavolino Magico, dove con un franco ci si porta a casa la spesa settimanale, se si è in possesso della carta acquisti rilasciata da enti pubblici come i Comuni o privati come la Croce Rossa dopo un’attenta analisi della situazione finanziaria. «In questo modo riesco a coprire buona parte dei miei fabbisogni alimentari, non tutti, perché non ogni settimana quello che viene messo a disposizione incontra le mie esigenze. Lì si riforniscono molti immigrati, meno autoctoni, forse perché sono a disagio, forse perché lo straniero fa paura».
Bruno, classe 1938, ha maturato una sua filosofia di vita, che gli permette di fluttuare nei margini con leggerezza, senza perdere un grammo di autostima: le difficoltà non lo buttano a terra perché le vive come uno sprone, un incentivo ad aguzzare l’ingegno. «È quello che provo a dire alle persone che incontro nel centro di distribuzione dove mi rifornisco: alcune sono col morale a terra e ci parlo un po’ per vedere se riesco a incoraggiarle». Sono margini che in fondo non lo sono veramente, quelli che abbiamo raccontato in questa puntata, margini che intendono tenere la vita nelle mani, riprenderne il filo; Bruno, oltretutto, nei margini c’è sempre stato, da prima di andare in pensione, per il suo essere gay in un’epoca, quella passata, dove
l’omosessualità era ancora malvista da molte persone. Non a caso Ferrini, che avrebbe voluto mettere la faccia anche nelle fotografie, si è battuto in prima persona per il movimento gay, di cui è stato un pioniere in Ticino, territorio dove ha affrontato anche altre battaglie, lasciandosi ispirare dall’aria che veniva da Oltregottardo, come quella ambientalista. «A volte do lezioni di italiano agli stranieri, appena posso, aiuto. Lo facevo anche in passato, quando non avevo nessuna difficoltà economica, anzi. Ora è un po’ strano riceverlo; eppure arriva sempre qualcuno che ti chiede se hai bisogno». È una lezione di dignità. Esco dalla casa di Bruno e spero di portare con me le sue parole, un amuleto per i momenti difficili. Annuncio pubblicitario
Charles Barras dirige la Sssat di Bellinzona da due anni. (Ti-Press)
intanto dire che il settore negli ultimi tempi sta offrendo nuovi sbocchi professionali: conseguire un diploma federale nell’accoglienza e nell’ospitalità dà accesso a nuovi segmenti, ad esempio in aziende medio grandi, penso alla ristorazione collettiva, a case per anziani, ospedali o mense. Ma non è questa l’unica prospettiva. Chi esce dalla nostra scuola può anche pensare di gestire un campeggio o una sala da gioco o specializzarsi nell’organizzazione di eventi. Molti hanno trovato occupazione presso i diversi Enti turistici ticinesi, anche come direttori. Altri a Svizzera Turismo, qualcuno ha messo a punto una sua propria agenzia per l’organizzazione di matrimoni e di altri eventi e naturalmente molti sono attivi negli alberghi ticinesi e internazionali». Quali temperature segna attualmente alle nostre latitudini il termometro del turismo? «Le ultime cifre seguono un andamento positivo. Per il Ticino le cose stanno chiaramente cambiando nella buona direzione. È
vero che sino ad oggi è stato difficile, adesso però finalmente assistiamo a una ripresa. Dallo scorso anno i pernottamenti hanno nuovamente raggiunto numeri positivi. Le regioni più in difficoltà in Svizzera rimangono quelle tradizionali – Grigioni, Vallese e l’Oberland bernese – ma le città in generale e il Ticino registrano presenze turistiche in crescita». Come vede personalmente il futuro del settore? «Il turismo rimarrà per sempre una questione di contatto fra persone» – osserva Barras. «Per tutto quanto attiene alla creazione di prodotti turistici, all’informazione e alla loro promozione, credo che dobbiamo contare sui giovani, i quali si mostrano molto creativi, al corrente delle tecniche moderne e delle nuove tecnologie di comunicazione, evidentemente a conoscenza dei desideri della loro generazione, sempre più indispensabili per operare nel turismo». Due anni da direttore alla Scuola superiore alberghiera e del turismo:
qual è il suo bilancio? «L’entusiasmo degli studenti è l’aspetto più stimolante. Quando ai giovani viene offerta, in base a delle conoscenze consolidate, la possibilità di sperimentare – ed è quanto cerchiamo di proporre loro nei diversi laboratori pratici – si nota la loro grande creatività e voglia di fare». La scuola si occupa anche di formazione continua, con quale riscontro? «Questo indispensabile aspetto viene curato principalmente di concerto con le associazioni di categoria dei settori dell’albergheria e della ristorazione. Offriamo, per Hotel & Gastro Formation, corsi utili all’ottenimento di diplomi federali superiori – capi cuoco, responsabili della ristorazione, sommelier, responsabile dell’economia domestica – a persone che intendono approfondire le loro conoscenze professionali». Insomma, il mondo non potrà fare a meno del turismo. Chi vorrà inseguirlo e offrire il suo miglior contributo è avvertito.
Azione In vendita nelle maggiori filiali Migros: Basel Dreispitz, Claramarkt, Paradies, Oberwil, Shoppyland, Bern Marktgasse, Thun Oberland, Center Brügg, Buchs Wynencen, Brugg-Neumarkt, Meilen, Zürich-City, Wallisellen, Uster, Monthey, Sion-Métropole, Glis Simplon Center, Visp, Locarno, Lugano-Città, Sant’Antonino, Agno Due, Genève Balexert, La Chaux-de-Fonds, Bulle, Crissier, Romanel-sur-Lausanne, Hôpital, Avry-Centre, Marin-Centre, Yverdon-les-Bains, Morges
SU TUTTI I PRODOTTI CLASSICS BY TRIUMPH, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
40%
29.90 invece di 49.90 Classics by Triumph Elegant Cotton N Reggiseno senza ferretto, disponibile in bianco o in nero, coppa B-C, taglia 75-95, coppa D, taglia 80-95
Trascorri l’estate protetto.
20%
4.70 invece di 5.90 Cerotti idrogel M-Plast 10 pezzi
20%
4.70 invece di 5.90 Spray per ferite M-Plast 50 ml
20% Tutto l’assortimento Sanactiv per es. gel rinfrescante alle foglie di vite, 100 ml, 6.20 invece di 7.80
20% Tutto l’assortimento Anti Insect per es. contro le zecche, 100 ml, 5.50 invece di 6.90
* In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
20%
2.30 invece di 2.90 Benda elastica di sostegno M-Plast, stretta il pezzo
7.90
Cerotti per vesciche a base di idrocolloidi Pedic confezione Mix, 6 pezzi
6.90
All in One Power Boost Actilife* 30 stick
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
5
Società e Territorio
OTAF in scena per i suoi 100 anni
Celebrazioni Nell’ambito dei festeggiamenti per l’anniversario, la Fondazione di Sorengo ha proposto un evento
itinerante di teatro di comunità che ha coinvolto artisti del SCT Centre di Torino, utenti, famigliari e operatori Stefania Hubmann Visi illuminati dal sorriso, visi che si commuovono. Le emozioni di centinaia di partecipanti all’evento itinerante di teatro di comunità promosso dalla Fondazione OTAF di Sorengo in occasione dei festeggiamenti del centenario riflettono il vissuto del centro per persone disabili. Limiti, difficoltà, ma soprattutto speranze, piccoli progressi e gioie quotidiane sono stati restituiti alla comunità interna e al pubblico delle porte aperte di inizio giugno attraverso «Albergo della luce», un viaggio negli spazi e nelle vite della struttura. Concepito dal Social Community Theatre (SCT) Centre dell’Università di Torino, ideatore di questa metodologia, l’articolato progetto, composto da più azioni artistiche e formative sull’arco di oltre un anno, è stato concepito e realizzato coinvolgendo l’intera collettività del centro, composta da circa 380 ospiti con le loro famiglie e 350 dipendenti. Attraverso questa performance, che utilizza più linguaggi (narrazione, musica, fotografia, danza, scenografia) si è voluto restituire l’anima di un luogo, l’OTAF, divenuto oggi un vero e proprio quartiere situato ai margini del Comune di Sorengo e ai piedi della Collina d’Oro. L’anno del centenario segna infatti anche la conclusione della profonda trasformazione della proprietà protrattasi per oltre vent’anni. Il piano elaborato dall’architetto Mario Botta e gli edifici da lui progettati (le tre «vele») rispecchiano la volontà di apertura e il ruolo essenziale della luce, elementi ripresi anche dal progetto teatrale. Apertura fisica, innanzitutto, in quanto oggi dalle strade principali si possono scorgere i diversi stabili e soprattutto si può accedere al giardino Elia, parco giochi fruibile da tutti. È qui che si è concluso il percorso teatrale, in un luogo d’incontro che rappresenta il ponte con la popolazione locale, con quel mondo di cui l’OTAF vuole essere parte integrante. Il parco Elia è situato giusto dirimpetto al luogo d’origine del centro, dove sorgeva l’edificio «Lichtort» (luogo della luce) nato come albergo e divenuto nel 1922 la prima casa dell’OTAF. Oggi di quell’edificio, al quale il teatro di comunità ha reso omaggio con il titolo, sono
Un momento della performance «Albergo della luce». (OTAF)
rimaste l’insegna appesa nel corridoio delle terapie e alcune porte trasformate in oggetti decorativi. Lo spirito della casa e della maestra Cora Carloni, storica direttrice dell’«Ospizio bambini» di Sorengo, è però rimasto intatto. L’Opera Ticinese per l’Assistenza alla Fanciullezza (OTAF) si è costantemente sviluppata per rispondere ai bisogni delle persone disabili sull’arco dell’intera vita come dimostra Casa Nava, struttura medicalizzata per adulti inaugurata in concomitanza con le tre repliche di «Albergo della luce». Nei cento anni di storia non si è però mai persa l’attenzione rivolta all’aspetto umano della presa a carico. Aspetto umano che abbiamo ritrovato nell’esperienza della performance itinerante, così come i molteplici riferimenti alla carismatica figura di Cora Carloni, alla quale è dedicata la casa dei minorenni. Il ricordo della prima direttrice, personalità forte e innovativa, è ancora molto vivo, come conferma la testimonianza di una signora incontrata lungo il percorso, vissuta per un periodo all’ospizio negli anni Cinquanta. Il suo ricordo: «Cora Carloni era molto brava. Aveva una piccola Topolino nera, entravamo in tanti e ci portava in Curia, dal Vescovo, per la preparazione della Cresima».
«In occasione del centenario – spiega il direttore Roberto Roncoroni – abbiamo scelto quale filo conduttore l’incontro, per costruire ponti all’interno e all’esterno dell’OTAF. L’idea di rivolgersi al SCT Centre di Torino ne è il primo esempio, poiché è giunta dall’interno, dall’educatore Andrea Della Neve. Entrambi siamo appassionati di teatro e ho quindi sottoposto il progetto al Consiglio di Fondazione che l’ha accolto dandoci piena fiducia». L’incontro con l’équipe torinese, guidata dalla direttrice artistica e regista Alessandra Rossi Ghiglione, ha dato vita a un progetto di Teatro Sociale e di Comunità, metodologia riconosciuta ed affermata a livello europeo. Il significato di questo concetto lo spiega direttamente la regista, incontrata all’OTAF durante l’ultima settimana di preparazione dell’evento. Alessandra Rossi Ghiglione: «Nel nostro metodo il teatro e le performing arts sono utilizzate per lo sviluppo dell’uomo e delle sue relazioni nella vita personale, professionale e comunitaria. Partiamo dalle storie dei singoli per poi restituire al gruppo un racconto che racchiude questi vissuti e che gli permette di riconoscersi come comunità. L’arte è un grande catalizzatore di emozioni che
accelera i processi naturali e stimola nuovi modi di guardare alla propria vita». Nel caso specifico dell’OTAF come ha lavorato? «Abbiamo iniziato circa un anno fa con un piccolo gruppo eterogeneo di quindici operatori che abbiamo chiamato le Antenne sensibili. Con loro abbiamo approfondito le caratteristiche del linguaggio teatrale in una sessione residenziale nella sede di Sommascona. Le Antenne Sensibili sono state le prime a raccontarci le loro storie di vita e farci conoscere la vita all’OTAF. Sono seguite altre interviste, una sessantina in totale, che hanno coinvolto consiglio di fondazione, direzione, ospiti, dipendenti e famiglie». Alcune di queste storie sono state inserite nella performance, pensata quale spettacolo itinerante per far conoscere e dar valore ai numerosi e diversi spazi dell’OTAF. Sull’arco di un paio d’ore, attraverso tappe comuni per i 240 partecipanti e altre suddivise in quattro gruppi, siamo stati partecipi in forme diverse della vita quotidiana dell’OTAF, compresi gli aspetti funzionali e i rimandi alle sedi esterne, come ad esempio la fattoria di Origlio. Un pianoforte tra i pini marittimi per un’esibizione a quattro mani, giovani violoncellisti nella fale-
gnameria e ancora questi ultimi uniti ad un fisarmonicista nel finale hanno assicurato preziosi momenti meditativi. La collaborazione con il Conservatorio della Svizzera italiana per la parte musicale è uno dei legami che questo progetto ha permesso di instaurare con il territorio. Ponti sono stati gettati anche fra i numerosi dipendenti attivi in settori molto diversi, dalla logistica alla cura, dalla cucina alle terapie. «A livello di formazione – precisa al riguardo Alessandra Rossi Ghiglione – abbiamo organizzato due incontri per trasferire le competenze acquisite dalle Antenne Sensibili – come la capacità di ascolto, la cooperazione e la costruzione di una relazione di fiducia – ai rispettivi team di lavoro. La relazione con le persone disabili richiede un grande cambiamento di attitudine ed è caratterizzata da tempi lenti e ripetitività, ma anche da imprevisti e impegno fisico. Bisogna essere creativi, attenti e allo stesso tempo pazienti. Questo genera fatica, per cui è necessario riuscire a mantenere o recuperare il proprio benessere per continuare ad assicurare quello degli ospiti soprattutto dal punto di vista del rapporto umano. Il miglioramento della capacità di attenzione e di tenere alta l’energia sono i primi riscontri che abbiamo avuto dal gruppo iniziale». Tutti gli operatori hanno inoltre già beneficiato di una serata di comunità lo scorso dicembre, mentre a fine 2017 è previsto uno spettacolo da palco incentrato sul vissuto delle famiglie. Attraverso il simbolo della luce bianca, che racchiude tutti i colori e quindi anche tutte le diversità dell’essere umano, l’OTAF ha voluto per il suo centenario farsi conoscere per quello che è. Il direttore: «L’intero arco della vita è presente all’OTAF, dal bambino di 3 anni all’anziano di 71. Abbiamo voluto offrire l’esperienza di scoprire questa vita, di esserne partecipi, di incontrarsi. La società ha bisogno di condivisione per poter produrre trasformazioni. Il nostro è un messaggio di condivisione, di confronto e conoscenza all’interno e all’esterno del nostro quartiere, per guardare attraverso l’arte alla bellezza e alla ricchezza della diversità». Annuncio pubblicitario
Fare la cosa giusta
Quando la povertà mostra il suo volto Per saperne di più su Sayed e sulla sua famiglia: www.farelacosagiusta.caritas.ch
Sayed Jamshidi (13) è fuggito in Svizzera senza i genitori
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
6
Società e Territorio
I benefici della solitudine
Vivere oggi Con gli onnipresenti smartphone è sempre più difficile restare soli con i propri pensieri.
Secondo il ricercatore universitario americano Matthew Bowker, sono soprattutto le nuove generazioni a pagare le conseguenze di questa situazione nione prevalente. In particolare sono i più giovani, a causa della connessione online continua, a identificarsi con i gruppi a cui appartengono, che appunto non sono per forza «fisici»: sono sui social media, sui siti di scommesse, di videogame, in televisione. Un fenomeno che viene descritto anche nella serie televisiva americana Tredici (tratta dal romanzo omonimo di Jay Asher e trasmessa sulla piattaforma di streaming on demand Netflix), che indaga le ragioni del bullismo e il suicidio di una ragazza alle scuole superiori. Come spiega Bowker, «quando l’identità di una persona coincide con le credenze, le fantasie e le opinioni di un gruppo, ogni minaccia percepita o reale al gruppo, come un insulto oppure una discussione, diventa un pericolo per tutti i suoi membri. Questo senso pervasivo di pericolo è ciò che genera il conflitto nelle scuole superiori e nelle università: i giovani si sentono a rischio quando i discorsi e i comportamenti degli altri non corrispondono ai loro valori e alle loro credenze, che sono quelle del gruppo. Nel nostro libro non cerchiamo di giudicare queste dinamiche, soltanto di capirle. Una delle conclusioni è che se ci fosse un maggior numero di individui capace
Stefania Prandi Scegliere di stare soli con i propri pensieri, per qualche minuto oppure per alcune ore, in silenzio, attenti a non farsi distrarre dai dispositivi elettronici, può essere terapeutico. I periodi di isolamento volontario sono salutari perché aiutano a confrontarci con noi stessi e a liberarci dalla frenesia e dallo stress. Un’idea condivisa, in passato, da scrittori, artisti, filosofi. Il giornalista Tiziano Terzani, negli anni Ottanta, si rinchiuse per un mese in un bungalow in Giappone, come raccontò
I periodi di isolamento volontario sono salutari, aiutano a confrontarci con noi stessi e a liberarci dalla frenesia quotidiana nel suo diario di viaggio Un indovino mi disse. A fargli compagnia soltanto il suo cane Baoli. Trascorreva i giorni leggendo, osservando la natura, guardando le farfalle, godendosi il silenzio, sentendosi «finalmente libero dalle ansie incessanti della vita, con il tempo di avere tempo». Secondo un articolo della rivista statunitense «Atlantic», sono sempre di più le ricerche a sostegno dei benefici di una solitudine scelta e consapevole. Jack Fong, sociologo della California State Polytechnic University, sostiene che quando le persone sperimentano la solitudine, non soltanto sono costrette a confrontarsi con quello che sono, ma imparano anche a liberarsi dalla «tossicità» del contesto sociale che le circonda, diventando più consapevoli delle influenze che arrivano dall’esterno. Il monaco trappista e scrittore Thomas Merton ha trascorso lunghi periodi in ritiro spirituale e sosteneva che possiamo vedere le cose in prospettiva solo quando smettiamo di restarci attaccati. Per Matthew Bowker, ricercatore di Teoria politicapsicoanalitica e professore al Medaille College, negli Stati Uniti, autore di diversi testi sull’argomento – ad esempio Ideologia dell’esperienza: trauma, fallimento, privazione e abbandono del sé (Ideologies of Experience: Trauma, Failure, Deprivation, and the Abandonment of the Self, https://goo.gl/ wQiNri) – ci vuole un po’ di impegno per rendere la solitudine piacevole, ma è importante farcela, dato che la relazione con sé stessi è la più importante di tutta la vita. Impresa che non riesce proprio a tutti: secondo uno studio dell’Università della Virginia, per al-
«Pensare è qualcosa di intimamente legato alla solitudine, significa stare con i propri pensieri, non con quelli degli altri»
Scrive Matthew Bowker: «Ci vuole impegno per rendere la solitudine piacevole ma è importante farcela, poiché la relazione con se stessi è la più importante della vita». (Keystone)
cune persone è meglio ricevere una scossa elettrica che stare da sole senza alcuna forma di intrattenimento, in compagnia dei propri pensieri. «I mie studenti non si isolano dal mondo nemmeno quando vanno in bagno, visto che si portano dietro il cellulare», dice Bowker ad «Azione». Nel suo libro Un posto pericoloso dove stare: identità, conflitto e trauma nell’educazione universitaria (A Dangerous Place to Be: Identity, Conflict, and Trauma in Higher Education), in uscita negli Stati Uniti nei prossimi mesi, mette in relazione il disagio giovanile con la neces-
sità di essere sempre in gruppo e avere l’appoggio degli altri, perdendo quella che lo psicanalista Donald Winnicott chiamava «la capacità di stare soli». Non riusciamo a stare due minuti senza volere essere stimolati o intrattenuti in qualche modo, e così anche semplicemente fissare il muro e chiudersi in sé stessi è diventato meno frequente che scrivere messaggi, parlare o giocare ai videogiochi. C’è sempre un’altra dimensione, virtuale, sia che si tratti di un avatar in un videogame oppure di una foto su Instagram. Da un punto di vista più filosofico, questo implica che
non si riesce più a «essere» quando si è soli. Ci si sente vivi soltanto quando si è in relazione agli altri o si sta facendo qualcosa che distrae da sé stessi. La diffusione degli smartphone ha reso questa condizione diffusa e generalizzata. Come notava il filosofo Michel de Montaigne cinquecento anni fa, non è mai facile riuscire a raggiungere uno stato di reale solitudine, perché «ci si porta sempre dietro le proprie catene»: non basta allontanarsi dagli altri, ma si deve superare anche l’istinto gregario, la tendenza a seguire la massa e ad adattare il proprio pensiero all’opi-
versazione personale. Un’impressione, la nostra, che trova conferma in diversi studi di settore secondo i quali il social network per eccellenza è diventato meno social, perdendo appunto quell’idea di piattaforma di incontro per stringere nuove amicizie e passare del tempo a conversare. Il punto però non è una decrescita degli utenti visto che la perla di Zuckerberg vanta sempre 1,6 miliardi di utenti attivi. Il nodo centrale della questione è il cambio di ruolo e di utilizzo della piattaforma. Nell’ultimo anno Fb ha visto un declino nella condivisione di post originali, cioè contenuti relativi alle vite personali degli utenti e un aumento invece della condivisione di post provenienti da altre fonti del Web. Un po’ come nella vita reale, l’ampio raggio d’azione di Fb inibisce gli utenti che sem-
brano ricercare un maggiore senso di comunità e un dialogo che avviene in cerchie ristrette, fidate, di persone che realmente si conoscono e con le quali si interagisce in modo costante. Fb e gli altri social media facilitano i contatti e gli scambi ma rendono i contesti comunicativi liquidi e impalpabili. E se da un lato permettono di dialogare contemporaneamente con persone appartenenti a contesti sensibilmente diversi spaziando dallo sport al lavoro alla politica, dall’altro rendono impossibile all’utente mantenere una identità unica e orizzontale a tutti i diversi contesti. Avviene quello che Danah Boyd già qualche anno fa ha definito il «collasso dei contesti» tra la sfera lavorativa e quella privata. E sempre più utenti ricorrono a servizi di messaggistica criptati come Tele-
di solitudine interiore, la percentuale e l’intensità dei conflitti si ridurrebbero». La famiglia e la scuola hanno una grande responsabilità rispetto al problema. «Se i bambini vivono in un ambiente dove si sentono bene e al sicuro, imparano a sviluppare una maggiore indipendenza e quindi a stare da soli. C’è differenza tra un bimbo che viene trattato come una persona in sé e uno che invece viene considerato prima di tutto un membro della famiglia, cioè di un gruppo, con la funzione di servire al gruppo. Il problema della scuola è simile: l’indipendenza, la creatività, l’autonomia non vengono coltivate, anzi, sono soppresse per favorire lo sviluppo di studenti che imparano a memorizzare informazioni, a svolgere compiti, ma non sanno davvero come pensare, nel senso più profondo del termine. Pensare è qualcosa di intimamente legato alla solitudine, perché significa stare con i propri pensieri, non con quelli degli altri».
La, società connessa di Natascha Fioretti Se Facebook non è più social Metti un bel gruppo di donne a cena, chi giornalista, chi editor di una casa editrice, chi traduttrice. Ognuna proveniente da una città diversa, Bellinzona, Lugano, Venezia, Firenze, Bolzano... La serata si avvolge e si svolge all’aperto in una calda serata torinese e gli argomenti spaziano dalle questioni professionali, alla politica, alla lettura dei giornali, fino a temi più personali come l’ultima arrampicata in montagna, le intolleranze alimentari e i benefici di una corsa al mattino, soprattutto se hai superato gli anta. Poi tra tante chiacchiere e risate il tentativo di stabilire un contatto per non perdersi «Ma tu sei su Facebook?». Tutte lo siamo fatta eccezione per Isabella, lei è affezionata alla carta, gira con dei bellissimi biglietti da visita color car-
ta da zucchero scritti a mano con una calligrafia invidiabile. «Mah», inizia Cecilia, «Facebook ormai è diventato quasi inutile, molto meglio Whatsapp per comunicare»; Romina concorda «ormai posto solo di rado, mi sembra che Fb sia diventata una vetrina per chi vuole apparire, non c’è davvero interesse ad interagire e ad ascoltare». Sara invece lo trova utile «sono sempre aggiornata sulle ultime notizie» mentre Vera ne farebbe anche a meno «detesto questa abitudine di mettere la propria vita in piazza e poi chissà perché su Fb sono tutti felici, in vacanza in posti bellissimi...». In altre parole si concorda che Fb ha perso il suo fascino originale e viene usato principalmente per fare mostra delle proprie qualità, attività, successi, ma è venuto meno quel concetto di scambio e con-
gram e Whatsapp. Che senso ha allora un social network se i suoi utenti hanno paura di socializzare? Poco, almeno che non si reinventi. E se pensiamo bene all’utilizzo che ne facciamo, ai contenuti, ai video e alle foto che condividiamo o guardiamo, ci rendiamo conto che Fb ha da tempo intrapreso una nuova strada, trasformandosi di fatto un portale personalizzato tramite il quale accedere al mondo online e alle sue informazioni. Andiamo su Fb e sappiamo che cosa sta accadendo nel mondo, ma per le nostre conversazioni e condivisioni personali scegliamo sempre di più altri canali basati sulla riconoscibilità e conoscenza da vicino dell’altro, che non è solo un utente con una foto, ma qualcuno che abbiamo incontrato e frequentiamo nella vita reale.
I tuoi buoni valgono di più.
I tuoi buoni Cumulus valgono di più! Più valore ai tuoi buoni Cumulus in sole tre fasi 1. Scegli l’offerta partner.
2. Converti i buoni Cumulus online o telefonicamente.
3. Approfitta delle offerte partner.
fr. 10.–
I tuoi buoni valgono
BUONO PARTNER
BUONO PARTNER
www.migros.ch/cumulus-extra
di più.
fr. 10.– 0848 85 0848
TUTTI I PARTNER CUMULUS EXTRA A COLPO D’OCCHIO Escursioni
Divertimento acquatico e wellness
Viaggi e alloggi
rustexpress.ch
Sport e alimentazione
STACCA LA SPINA E GIOCA A GOLF
Servizi
Gastronomia
UN’INTERA GIORNATA AL FITNESSPARK
Occhiali e lenti a contatto
Quotidiani e riviste
FAI MOVIMENTO E MANGIA MEGLIO
Cinema ed eventi
FAI DELLA TUA CITTÀ UNA PALESTRA
BUONO DI FR.
BUONO DI FR.
BUONO DI FR.
BUONO DI FR.
5.–
5.–
BUONO GOLFPARC MIGROS
BUONO FITNESSPARC MIGROS
BUONO CENTRI FITNESS MIGROS
BUONO BOOTCAMPER
fr. 20.–
Fai qualcosa per il tuo benessere giocando. Scopri il fascino del golf approfittando dell’offerta per un corso di prova su un golfparc Migros sotto la guida di professionisti. Buono golfparc Migros: converti il tuo buono Cumulus del valore di fr. 5.– in un buono golfparc Migros del valore di fr. 20.–. Utilizzabile fino al 31 agosto 2017 iscrivendosi a un corso di prova di golf sui golfparc Migros (da fr. 75.–). Ulteriori informazioni: www.migros.ch/ cumulus-extra/golf/it
fr. 15.–
I 17 fitnessparc Migros si distinguono per l’unione assolutamente unica di fitness e wellness. Rafforza il tuo fisico in un fitnessparc vicino a te a migliora la tua qualità di vita. Buono fitnessparc Migros: converti il tuo buono Cumulus del valore di fr. 5.– in un buono per i fitnessparc Migros del valore di fr. 15.–. Utilizzabile fino al 30 settembre 2017 all’acquisto di un ingresso giornaliero singolo del valore di fr. 35.– / 37.–. Ulteriori informazioni: www.migros.ch/ cumulus-extra/fitnessparc/it
20.–
5.–
fr. 20.–
fr. 200.– Perdi i chili in eccesso e migliora il tuo benessere passo dopo passo nell’arco di 12 mesi. La tua salute te ne sarà grata. Buono centri fitness Migros: converti il tuo buono Cumulus del valore di fr. 20.– in un buono per i centri fitness Migros del valore di fr. 200.–. Utilizzabile fino al 31 agosto 2017 all’acquisto dell’offerta di consulenza «Weight management» del valore di fr. 990.– (incl. abbonamento di 3 mesi). Ulteriori informazioni: www.migros.ch/ cumulus-extra/weightmanagement/it
Scale, panchine, balaustre e lampioni: trasforma l’ambiente che ti circonda in una palestra con Cumulus Extra e Bootcamper.ch. Ti aspetta un allenamento di gruppo variegato sotto la guida di un personal trainer. Buono Bootcamper: converti il tuo buono Cumulus del valore di fr. 5.– in un buono Bootcamper del valore di fr. 20.–. Utilizzabile fino al 31 dicembre 2017 all’acquisto di un pacchetto da 5 crediti del valore di fr. 120.–. Ulteriori informazioni: www.migros.ch/ cumulus-extra/bootcamper/it
Converti i tuoi buoni Cumulus blu su www.migros.ch/cumulus-extra oppure chiamando lo 0848 85 0848. QUESTA E TANTE ALTRE OFFERTE PARTNER SU: WWW.MIGROS.CH/CUMULUS-EXTRA
Azione
®
on c i t o m e ua t a l i l g el t t Sce i V e i l tt i g o b e l l u s
33% Su tutte le confezioni da 6 e da 8 Vittel per es. Vittel 6x1.5l PET, 3.80 invece di 5.70.-, valida dal 27.6. al 3.7.2017
OFFERTA VALIDA SOLO DAL 27.6. AL 3.7.17, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
9
Società e Territorio Rubriche
Lo specchio dei tempi di Franco Zambelloni La nuova famiglia Dalla finestra aperta entra alto il richiamo: «Amore!». Capisco, dalla voce infantile che risponde, che una mamma ha chiamato il suo bambino. Sono un po’ deluso: per un attimo avevo pensato che qualcuna chiamasse me. Ma mi ci sto abituando: per la strada sempre più spesso sento chiamare: «Amooore… Dove sei?». E – escludendo che sia il lamento di una povera solitaria in cerca d’affetto – ne concludo che è sempre una donna che richiama un figlio. Che c’è di strano? Nulla, ormai. Ma per me, che sono cresciuto in un altro millennio, c’è voluto del tempo per abituarmi alla nuova moda. Da bambino sentivo i genitori chiamare i figli per nome: Pietro, Teresa, Paolino… Qualche volta, magari, anche: «Balòss, indùa ta séet?». Ma oggi, che si tratti di Giovanna o Maria o Giuseppe, sono tutti «Amore». Ai tempi nostri l’amore trionfa. Almeno sulle bocche di tutti. Perché
poi si leggono dati contradditori che sollevano non pochi dubbi. Il matrimonio, ad esempio, è notoriamente un’istituzione in crisi: aumenta il numero dei divorzi e delle separazioni, cala costantemente quello delle coppie che convolano a nozze, e sempre di più sono quelle che preferiscono le «unioni di fatto». Le violenze domestiche raggiungono quote preoccupanti; le manifestazioni di devianza giovanile – dalle forme di dipendenza a quelle di aggressività, dai vandalismi al cyberbullismo – sono quotidianamente segnalate dai media. Insomma, sia le relazioni coniugali, sia quelle parentali risultano alterate e disfunzionali rispetto a quelle tradizionali dell’istituzione familiare. La famiglia è malata. Non tutte, ovviamente, e per fortuna molte ancora sono in buona salute. Ma è l’istituzione ad essere malata: La morte della famiglia era già annunciata, negli anni
Settanta, da David Cooper in un suo libro di questo titolo. Morta – o moribonda – è la famiglia tradizionale, quella fondata sull’antica distinzione dei ruoli, il marito capofamiglia e la moglie casalinga. Naturalmente, anche i differenti ruoli educativi sono mutati. Nella seconda metà del Settecento, scrivendo il libro che sarà alle origini della pedagogia moderna, l’Émile, Rousseau sosteneva che, come la vera nutrice è la madre, così il vero precettore è il padre. La madre dispensa alimenti e tenerezza; il padre, quelle regole e quei precetti che avviano alla formazione morale. Non che il rapporto affettivo non competesse anche al padre, ma il bambino avvertiva comunque una differenza: la compagnia della madre era assidua, il padre rientrava la sera dal lavoro; e il padre era la figura d’autorità, quella a cui competeva l’approvazione o la riprovazione del comportamento infantile e – se del
caso – la punizione. «Guarda che lo dico al papà!...», era la minaccia della madre per ricondurre il bambino all’obbedienza. Tutto questo sembra avviato a dissolversi. L’autorità stessa è quasi svanita, non solo in famiglia, ma in tutti i settori: l’autorità politica? Ma il politico è solo un funzionario che ha il compito di risolvere i problemi di tutti i cittadini. L’autorità del docente? Ma il docente è ormai un compagno di giochi, oppure un rompiscatole che vuole costringerti a fare cose noiose che si ha tutto il diritto di rifiutare. Così, anche l’autorità del padre – e della madre – perde di fondamento, negata dall’egualitarismo imperante. Eppure, di autorità, soprattutto nell’età della crescita, ci sarebbe pur sempre bisogno. Non è una tesi stravagante, dovuta alla nostalgia di tempi andati: lo dicono attenti studiosi per i quali l’errore più grave dei genitori d’oggi è quello di rinunciare
ad esercitare la loro autorità. Silvia Vegetti Finzi, ad esempio, ha scritto che «la vera crisi alla quale si assiste oggi non è tanto quella fisiologica degli adolescenti, ma quella degli adulti che abdicano al loro ruolo». Insomma, l’amore non basta. O meglio, non è un amore completo quello che ignora che ogni prassi educativa traccia anche un destino: avviare a vivere – questo è il compito di chi ama i giovani che gli sono affidati. E la vita impone regole, limiti, forza di volontà (non capricci). Ha imparato a vivere chi ha imparato a disciplinarsi. Ma forse spesso, alla base di tanti errori educativi, c’è un equivoco. Chi parla continuamente d’amore vuole soprattutto riceverlo. Così a volte un genitore si fa troppo indulgente per timore di perdere l’amore dei figli. Sarà anche per questo che dovunque risuona la parola «Amore». Ma tutto questo amore che risuona nell’aria, nell’aria sembra anche svanire.
tutto di ciottoli di fiume ritmati da listelle in beola e accarezzati ora dalla luce di fine di giugno. Vado dritto alla meta, concedendomi come unica distrazione il gatto-maggiordomo di Diego Giacometti. Qualche gradino in granito e poi a sinistra, eccolo lì il busto di Eli Lotar III a Stampa (994 m). Schiena dritta e sguardo accecante. Lo stesso che a ventiquattro anni, su invito di Georges Bataille, scatta delle formidabili foto del macello della Villette e come cineasta conosce un momentaneo successo a Cannes con il cortometraggio Aubervilliers (1946), per poi perdersi nei bar parigini. Con i brividi lungo la schiena mi siedo su una delle due panchine in granito. È seduto ma sembra inginocchiato nella postura yogica Virasana: la posizione dell’eroe. Il cranio calvo accresce l’alone monacale buddista. Yves Bonnefoy, oltre a definire quest’ultima opera «forse la più bella, certo la più significante» nel suo librone Giacometti, biographie d’une œuvre (1991) descrive il Lotar III «come uno scriba
egizio che leva gli occhi dal libro dei morti per tuffarli nell’ignoto». Del resto Beat Stutzer, nel suo saggio A proposito del busto-ritratto Eli Lotar III di Giacometti (2010) apparso sui «Quaderni grigionitaliani», trova una precisa corrispondenza nella posizione in preghiera della scultura egizia di Nakhthorheb conservata al Louvre. Questo Lotar III, rispetto agli altri sette, ha una marcia in più: nella zona tra l’avambraccio sinistro e il costato, sulla superficie increspata, si nota una meravigliosa patina color licheni. È il lascito delle intemperie a cui è stato esposto e gli conferisce una bellezza ulteriore. Sulle labbra si leggono dignità e disgusto. È il volto sofferto degli ultimi. Ma Giacometti, oltre ad aver aiutato in concreto Lotar che era diventato un mezzo barbone, gli ha restituito, a furia di modellarlo testardamente, un lampo di splendore. E Lotar si è concesso, con la forza di chi non ha più nulla da perdere e la fierezza dei perduti ma mai vinti, allo sguardo fraterno dell’ostinato
Giacometti. «Eli Lotar doveva essere il modello ideale, perché Lotar era morto. Non respirava, non pensava, non abbandonava mai la concentrazione. Una sola elettricità, una identica complicità andava e veniva dall’uno all’altro» scrive Giorgio Soavi nel suo Alberto Giacometti, il sogno di una testa (2000). Entrambi, in rue Hippolyte-Maindron quarantasei, hanno dato l’anima. In realtà però le vite immortalate in questa strepitosa opera sono tre, intrecciata a loro c’è anche quella di Diego Giacometti. Riguardo un’ultima volta l’intrepido sguardo sconfinato di Eli Lotar catturato per sempre e visibile qui alla Ciäsa Granda di Stampa da giugno al venti ottobre, il pomeriggio. E m’incammino verso il cimitero di San Giorgio, a un chilometro, abbracciando con gli occhi l’ormai amata Bregaglia: le vecchie case semplici, i boschi, le montagne aguzze con qualche traccia di neve. Non a mani vuote varcherò quel cancello, i prati sono pieni di fiori spontanei.
che, tuttavia, non basta per liquidare il Dylan artista, promosso ad autore degno di passare ai posteri. Più che mai questa volta, la decisione dei giudici di Stoccolma doveva provocare reazioni di sconcerto, persino di scandalo. Ma come, a Philip Roth, a Joyce Carol Oates, e quanti altri ancora, si preferisce un menestrello che si esprime con armonica e chitarra? Insomma si offende la letteratura. Un atto d’accusa cui si contrappone una difesa. Con Dylan, si allargano, giustamente, i confini di un genere. Non si tratta di confusione, piuttosto di un necessario riallineamento sulla scala dei valori? Sono interrogativi non nuovi. Anzi, ripropongono, in fotocopia, le reazioni che, nel 1997, avevano accompagnato l’attribuzione del Nobel a Dario Fo, ammirato come attore e da scoprire nell’insolita veste di scrittore. Ma, al di là di queste dispute, rimane
aperta una questione di fondo che concerne una sorta di tabù: l’intoccabilità, l’attendibilità, persino la ragion d’essere, di un premio al quale non spetta più il consenso generale. E non soltanto perché tira un vento contrario alle istituzioni, ma perché, nell’era globale, diventa umanamente impossibile decretare quale sia l’autore più significativo, in grado di figurare nella categoria degli immortali. Un tempo, la competizione era limitata all’Europa e, adesso, accoglie scrittori dei cinque continenti: un guazzabuglio di lingue, di stili, di concezioni culturali. C’è di che perdersi. Lo sostiene Enrico Tiozzo, nel saggio Il Nobel svelato (Aragno editore) e con conoscenza di causa. L’autore, per 40 anni docente di letteratura italiana all’università di Göteborg, ha avuto modo di esplorare, frugando negli archivi, i retroscena, anche politici, che circondano l’attribuzione di un
riconoscimento delicato. Ed è una difficoltà che si affaccia, sin dagli esordi quando, nel 1901, il premio andò a Sully Prudhomme, di cui si dirà maliziosamente, che il suo unico merito era l’appartenenza all’Académie française, mentre erano in lizza Zola, Rostand, Mistral. Seguirono, poi, altre esclusioni assurde: Tolstoi, Proust, Kafka, D’Annunzio, Mark Twain e via enumerando clamorosi incidenti di percorso. Del resto, chiediamoci con sincerità: quali sono gli ultimi Nobel che abbiamo letto? E chi erano? Forse ha ragione il critico della «New York Review of Books», quando denunciò «la stupidità del premio» e «l’idiozia di prenderlo sul serio». E del resto lo stesso Dylan nel suo discorso di accettazione del premio è sembrato dar ragione agli scettici: «Le canzoni non sono come la letteratura: sono fatte per essere cantate, non lette» ha detto.
Passeggiate svizzere di Oliver Scharpf Il busto di Eli Lotar III a Stampa Alberto Giacometti (1901-1966) muore l’undici gennaio all’ospedale cantonale di Coira. Si gela, chissà nel suo atelier senza riscaldamento in rue Hippolyte-Maindron a Parigi: lì, avvolta da stracci bianchi come un sudario, c’è una figura in argilla che rischia di spaccarsi da un momento all’altro. Suo fratello Diego corre da Coira a Parigi con il primo treno notturno per salvare – come ha fatto con molte altre sculture che Alberto avrebbe continuato a ritoccare all’infinito fino magari a distruggere – quell’ultima scultura, forse la più straordinaria: è il busto di Eli Lotar III. Eli Lotar (1905-1968) è un fotografo di talento caduto in rovina. Scalda l’atelier, disfa gli stracci, ne fa un calco in gesso e via alla fonderia di fiducia; la fonderie Susse fondata nel 1758. Estate 1969: il busto in bronzo di Eliazar Lotar Teodorescu viene posto accanto alla colomba fatta da Diego Giacometti (1902-1985), sulla tomba di Alberto Giacometti nel cimitero di Borgonovo, frazione dell’ex comune
di Stampa, dove era nato. Per anni è rimasto lì, ma dopo che la colomba è stata rubata per la seconda volta, si è deciso di metterlo al riparo nel museo Ciäsa Granda di Stampa. Un esemplare si trova al museo di Coira, l’ottava e ultima fusione alla Beyeler di Basilea e mi ha fatto venire quasi, l’autunno scorso, la sindrome di Stendhal. La visita alla tomba di Giacometti, passando da queste parti, l’ho sempre rinviata, forse per la troppa venerazione adolescenziale e la paura di una tristezza dilagante. Ora però devo vedere d’urgenza l’Eli Lotar III che ha vegliato per decenni, giorno e notte, la tomba di Giacometti. Appena scendo dal palm express mi accoglie lo scrosciare della Maira. Un bel portone a tutto sesto in larice chiodato, con spranga e battente in ferro battuto, segna l’ingresso di questa grande casa cinquecentesca; quattro piani con finestre a imbuto e sgraffiti triangolari rossastri agli angoli. Ma la grande sorpresa è il pavimento dentro, da levare il fiato:
Mode e modi di Luciana Caglio Bob Dylan e un Nobel difficile Il 4 giugno scorso, il caso Dylan poteva sembrare concluso, almeno giornalisticamente parlando. La data segnava il termine entro il quale il cantautore era tenuto a presentare il testo del suo discorso, la cosiddetta «lectio», che l’Accademia svedese esige dai premiati. Dopo sette mesi di latitanza, Bob Dylan l’aveva rispettato, sia pure a modo suo. Diversamente dai suoi colleghi, il Nobel della letteratura 2016 si era rifiutato di leggerlo di persona, durante la cerimonia ufficiale, preferendo affidare il messaggio a YouTube e contando, così, su una diffusione più popolare, ma anche rischiosa. Come i fatti dovevano, poi, dimostrare. In quell’audio di 27 minuti, l’autore, per spiegare il rapporto fra canzone e letteratura, vissuto da assiduo lettore di classici, ricorre a citazioni, in particolare dal «Moby Dick» di Melville: che si rivelano sbagliate. Non appartengono al testo
originale bensì a un bigino, destinato agli studenti scansafatiche. Insomma, una figuraccia che doveva ridare al cantautore gli onori, si fa per dire, della cronaca, dove, adesso, ricompare da accusato di plagio. Del resto, la pubblicità, anche negativa, non dispiace al personaggio che, insignito, l’ottobre scorso, dell’ambitissimo titolo, ha fatto di tutto per meritare un’attenzione mediatica mondiale, improntata all’ironia. In bilico fra il ruolo di menestrello e di premio Nobel, cioè fra ribellione ed «establishement». anche il mitico Bob ha finito per scegliere il compromesso. E se, com’è risaputo, non aveva presenziato alle premiazioni di Stoccolma e Oslo, una capatina, in Svezia, l’aveva fatta, in forma privatissima: per ricevere la medaglia e l’attestato che vale 800 mila euro. Insomma, un tira e molla che, in parole povere, si potrebbe definire maleducazione, e
a n g e p im i s s lu P s ro ig M x 0 2 per una pulizia sostenibile. PUNTI
tivi t a i ip Pric uropei. e
4.30 Detergente per vetri Migros Plus 750 ml L’ASSORTIMENTO PER LA PULIZIA E IL BUCATO MIGROS PLUS CONIUGA GRANDI PRESTAZIONI ED ELEVATA SOSTENIBILITÀ. Il detergente per vetri Migros Plus è efficace su grasso e sporco e garantisce sempre un risultato senza striature. Ma non è tutto: come il detersivo per capi colorati o il detergente per stoviglie a mano, soddisfa anche i più elevati requisiti di biodegradabilità. E grazie ai nuovi principi attivi estratti da piante europee, i prodotti Migros Plus sono ancora più ecologici. Ora alla tua Migros. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
11
Ambiente e Benessere Eremita per destino La storia della signora Paolina, l’ultima residente di Casali Socraggio, villaggio sulle pendici della Val Cannobina
Visita all’Isola dei Cipressi Situata nel lago di Pusiano, fra Como e Lecco, è un’oasi naturalistica con una rigogliosa flora e una variegata fauna, di proprietà di una fondazione di famiglia pagina 13
L’uomo-tasso Il professore, veterinario e scrittore di successo inglese Charles Foster si immedesima nelle abitudini degli animali per capirne meglio l’essenza pagina 15
pagina 12
Sani di cuore Salute La «stratificazione del rischio
cardiovascolare» permette di capire come modificare lo stile di vita per prevenire le patologie cardiache – Le spiegazioni del cardiologo Giorgio Moschovitis
Maria Grazia Buletti Batte per tutta la vita senza mai concedersi una pausa. Ha un ritmo di 50 – 90 volte al minuto, pompando nella circolazione sanguigna da 5 a 6 litri di sangue al minuto. Ha un compito di importanza vitale: rifornire di sangue l’organismo, giorno e notte. Lavorando in questo modo infaticabile, si adatta alle necessità dell’organismo e in caso di sforzo o di agitazione batte più rapidamente e più forte. È il cuore: organo essenziale che per non ammalarsi necessita di un sano stile di vita. «Nel mondo occidentale le malattie cardiovascolari sono tra i motivi più frequenti di visite mediche o di ricoveri in ospedale», esordisce il caposervizio di cardiologia all’Ospedale Regionale di Lugano, specialista FMH in medicina interna e cardiologia, dottor Giorgio Moschovitis, che ricorda come le patologie cardiovascolari siano altresì la più importante causa di morte. «Circa la metà di queste malattie potrebbero essere evitate o rimandate nel tempo», afferma dal canto suo la Fondazione Svizzera di Cardiologia nel suo opuscolo Sani di cuore, nel quale illustra come conoscere e prevenire i fattori di rischio cardiovascolari. Nell’arco della vita il nostro cuore può ammalarsi in diversi modi: «Vi sono patologie che colpiscono le valvole cardiache, con conseguente disfunzione dell’apparato valvolare e successivo indebolimento del muscolo cardiaco che porta a un’insufficienza cardiaca; malattie infiammatorie o infettive che colpiscono il muscolo cardiaco (miocardite) piuttosto che le valvole (endocardite) o il pericardio, tessuto che riveste il cuore (pericardite); malattie associate ai disturbi del ritmo (aritmie) inclusi i disturbi di conduzione elettrica. La patologia più importante è l’arteriosclerosi: alterazione patologica dei vasi sanguigni, pericolosissima quando sono colpite le arterie coronarie. Il dottor Moschovitis è chiaro: «Solo una buona pervietà delle coronarie garantisce una sufficiente irrorazione sanguigna del cuore, anche in caso di sforzo fisico. Pregiudicando l’irrorazione sanguigna del cuore, oltre che
di cervello, gambe, reni e altri organi e tessuti, l’arteriosclerosi è perciò la malattia cardiaca più insidiosa perché può condurre all’angina pectoris o all’infarto del miocardio quale manifestazione più grave». Concorrono parecchi fattori di rischio cardiovascolare, alcuni dei quali possono essere arginati, mentre è impossibile influire su altri come età, predisposizione famigliare e il sesso: «È però importante agire su quelli che possiamo influenzare come fumo, pressione arteriosa, peso corporeo, glicemia, lipidemia, alimentazione, attività fisica e stress». A questo elenco si aggiunge per la donna il fattore di rischio legato alla diminuzione degli ormoni sessuali femminili (estrogeni) dopo la menopausa: «Gli estrogeni sono un fattore protettivo fino alla menopausa, quando diminuiscono, e perciò dopo la menopausa, il rischio di infarto cardiaco aumenta considerevolmente». Solitamente associato a uno stile di vita non ideale, lo stress viene considerato come un fattore scatenante (trigger) nel contesto di eventi cardiovascolari acuti: «Anche se la sua definizione è molto soggettiva», afferma Moschovitis, spiegando come lo stress produca un aumento del tono simpatico del sistema neurovegetativo: «Questo aumenta la frequenza e la gittata cardiaca sollecitando tutto il sistema cardiovascolare e aumentando il consumo di ossigeno del cuore: in questo contesto può verificarsi la rottura di una placca arteriosclerotica che può portare all’occlusione trombotica dell’arteria e quindi all’infarto del miocardio piuttosto che a quello cerebrovascolare». D’altronde, lo stress influisce anche sulla pressione arteriosa: «La cardiopatia ipertensiva è di fatto una forma di danno d’organo dovuta all’ipertensione arteriosa non sufficientemente curata nel tempo attraverso farmaci adeguati». La gestione del rischio cardiovascolare è importante e passa dalla consapevolezza individuale, dallo stile di vita mirato a diminuire o togliere i fattori di rischio sui quali possiamo intervenire e dalla responsabilizzazione della persona stessa, ma non solo. Quando si va dal medico (soprattutto
Il cardiologo Giorgio Moschovitis: la patologia più importante resta l’arteriosclerosi. (Stenao Spinelli)
il medico di famiglia), sarebbe opportuno fare una stratificazione del rischio cardiovascolare, secondo le Linee guida della Società europea di cardiologia e della sua omologa svizzera, che hanno posto l’indicazione per gli uomini dai 40 anni e per le donne dai 50 in poi (o post-menopausa). «Il medico dovrebbe eseguire un’anamnesi accurata dei possibili sintomi e una valutazione dei fattori di rischio e famigliarità per malattie cardiovascolari (se precoci, si deve anticipare lo screening prima delle età indicate)», spiega il nostro interlocutore, introducendo il concetto di Stratificazione di rischio cardiovascolare: «È un calcolo derivato da elementi individuali della persona come la sua pressione arteriosa, lipidi sanguigni, glicemia, fattori di rischio come fumo e gli altri già citati; il suo risultato serve ad accer-
tare se il rischio è alto, medio o basso per ciascun paziente, in modo tale da mettere eventualmente in atto tutte le possibili misure preventive o terapeutiche per evitare il sopraggiungere di un evento cardiovascolare». Tutto ciò sulla base di dati epidemiologici raccolti dallo Studio Procam e adattati al contesto svizzero dal Gruppo di Lavoro Lipidi e Aterosclerosi della Società Svizzera di Cardiologia (www.agla.ch): «Sulla base di alcuni fattori di rischio cardiovascolare, un calcolatore speciale (online) permette di stimare il rischio globale: se il valore calcolato risulta superiore del 20%, significa che una persona su cinque potrà sviluppare in 10 anni un evento acuto quale infarto miocardico o ictus cerebrale, fatale o non-fatale: ciò equivale a una situazione di alto rischio».
La prevenzione resta la chiave d’entrata per la salute del nostro cuore e passa anche attraverso il riconoscimento tempestivo della sintomatologia di questi eventi: «Dolore toracico tipico oppressivo, con o senza irradiazione verso un braccio o due, mancanza di respiro sotto sforzo, restringimento in gola e sensazione di pesantezza allo stomaco (manifestazione meno frequente, ma possibile) sono sintomi che nessuno deve sottovalutare. Inoltre, anche l’ipertensione in gravidanza e la preclamsia rappresentano condizioni associate a un elevato rischio di sviluppare un’ipertensione arteriosa o malattie cardiovascolari in futuro». Il calcolo della stratificazione del rischio cardiovascolare è dunque uno strumento di monitorizzazone della persona, a tutela della buona salute cardiaca.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
12
Ambiente e Benessere
Sotto le stelle, nel silenzio
Viaggiatori d’Occidente La poetica esistenza dell’ultima abitante di un paese abbandonato
La valigia del viaggiatore Bussole I nviti a
letture per viaggiare
Claudio Visentin Un paese tutto per sé. La notizia sembrava soltanto una delle tante curiosità estive, ma ha fatto rapidamente il giro del mondo ed è stata ripresa dai più importanti giornali stranieri. È una storia apparentemente semplice, capace tuttavia di muovere sentimenti e pensieri. Paolina vive a Casali Socraggio, un piccolo borgo di montagna della Valle Cannobina, non lontano dal confine tra Italia e Svizzera. Qui è venuta al mondo novantun anni fa, partorita sull’alpe, dove il padre pascolava la mandria, produceva il carbone ed essiccava le castagne.
«Che lo si consideri un’arte, una scienza esatta o un male necessario, fare le valigie è un compito che tocca a tutti i viaggiatori. Pochi fortunati lo fanno bene, e quasi nessuno con piacere: ecco perché siamo qui…»
Nei suoi 90 anni, Paolina ha viaggiato solo due volte: a Macugnaga con il parroco e a Novara quando morì il marito A Casali Socraggio Paolina ha trascorso tutta la sua vita, all’interno dell’orizzonte familiare. Poi intorno a lei si è fatto il vuoto: i figli sono lontani, il marito è morto da oltre vent’anni, ha da poco perduto anche l’ultima sorella con cui divideva la casa. I compaesani sono emigrati o morti, uno dopo l’altro. E così alla fine Paolina è rimasta sola. La solitudine non sembra però pesarle perché c’è sempre tanto da fare, seguendo il ritmo delle stagioni: nutrire gli animali, pulire la chiesa, tagliare il fieno col falcetto, riempire la gerla di legna per la stufa, coltivare l’orto. Niente libri (Paolina non ne ha mai letto uno), la televisione sempre spenta. Questa perfetta indipendenza, questa meravigliosa autosufficienza ci lasciano quasi sconcertati perché nella modernità liquida siamo sempre oggetto degli sguardi altrui; ogni nostra azione è approvata, criticata, commentata, discussa. Vediamo gli inconvenienti di questa situazione, ma forse non sapremmo più farne a meno. Si può vivere quasi un secolo sempre nello stesso luogo? Pare di sì. Quando Paolina vide la luce, nel 1926, il fascismo inaugurò la prima autostrada a pedaggio del mondo, l’Autostrada dei Laghi, per garantire un rapido collegamento tra Milano e il Lago Maggiore. A Paolina però non è mai servita. Non è mai scesa neppure al Lago Maggiore, figurarsi andare
La signora Paolina, ultima residente di Casali Socraggio, in Val Cannobina. (Danilo Donadio)
all’estero, anche soltanto nella vicina Svizzera. Lungo un secolo d’esistenza Paolina ha viaggiato solo un paio di volte, all’ospedale di Novara quando morì il marito e a Macugnaga col parroco. Difficile pensare che una vita così possa essere presa a modello nel tempo della globalizzazione. Ma ha una sua dignitosa bellezza l’idea di congedarsi dal mondo là dove si è avuto il proprio inizio, riducendo a poco a poco il nostro attaccamento a questa terra e le troppe parole inutili, preparandosi piuttosto ad altri dialoghi: «Chi parla da solo spera di parlare un giorno a Dio», scriveva il poeta Antonio Machado. Paolina ha raccontato la bellezza del silenzio, quando non riesce a dormire e nel cuore della notte alza gli occhi verso il cielo punteggiato di stelle. Poche semplici parole – le stesse del pastore errante dell’Asia di Giacomo Leopardi – per sentimenti profondi. Qualcuno dall’estero chiede informazioni, vogliono visitare Casali Socraggio, forse comprare una casa: come se le stelle e il silenzio fossero una nuova attrattiva turistica, come se ci fosse-
ro solo qui. Forse un poco è davvero così. Qualche giorno fa ho guardato una cartina dell’irradiazione luminosa nella pianura padana. Per osservare il cielo da Milano bisogna guidare almeno due ore sino a raggiungere le Alpi o i primi rilievi dell’Appennino pavese e piacentino, le prime oasi senza luci artificiali. Là dove vedi le stelle, i rumori dell’uomo lasciano il campo a quelli della natura: i versi degli animali, lo stormire delle fronde. Possono essere anche intensi – c’è molta vita in un bosco di notte – ma non danno fastidio. Il silenzio, sempre più raro, sempre più prezioso. Forse per questo qualche territorio comincia a proporre «Itinerari nel silenzio», per esempio nei luoghi leopardiani, gli spazi de L’infinito. E sono ormai numerosi i monasteri dove è possibile trattenersi per qualche giorno condividendo ambienti (e silenzi) dei loro abitanti. Non è stato sempre così, Casali Socraggio; non è stata sempre così la vita di Paolina. Un tempo qui c’erano l’osteria, un negozio di generi vari, un fornaio. C’era una maestra e una scuola elementare piena di bambini (Paolina
aveva trentacinque compagni di classe!). Rumore di lavori, di giochi, qualche discussione tra marito e moglie. Poi è cominciato un lento e inarrestabile declino, figli e nipoti che mettono radici altrove. E nuove radici ha messo anche il bosco circostante: non più sfruttato dall’uomo, ormai ha quasi ricoperto le case, riconquistando il suo spazio con la robinia, il castagno, il rovere, il tiglio... quasi volesse dimostrare che l’uomo qui è stato solo una parentesi da chiudere appena possibile. Casali Socraggio non è un caso isolato. Sono almeno 2500 i paesi italiani che in pochi anni potrebbero rimanere spopolati, al di là dell’effimero risveglio un mese all’anno, quando arrivano i villeggianti estivi. Qualcuno propone di ripopolarli con le migliaia di migranti senza un posto dove andare. L’esempio più citato è il piccolo paese calabrese di Riace: negli ultimi anni ha accolto oltre seimila richiedenti asilo provenienti da venti diverse nazioni e un abitante su tre è straniero. A Paolina il mondo esterno ha sempre interessato poco. Ma forse sarà proprio il mondo a venire da lei...
Il bagaglio perfetto distingue il viaggiatore dal turista. Il turista inesperto si consuma nel ridicolo sforzo di portare tutta la sua casa con sé, come una lumaca, trascinando gigantesche valigie mal chiuse. Il viaggiatore navigato ha un bagaglio elegante, leggero, appena un poco sciupato, limitato all’essenziale e tuttavia provvisto di tutto il necessario, anche grazie ad alcune ingegnose soluzioni (per esempio «Un vestito è sufficiente se vi portate dietro qualche confezione formato viaggio di smacchiatore; il vestito dovrà essere grigio, il grigio non solo nasconde lo sporco, ma è perfetto per un funerale imprevisto»: così inizia Turista per caso, il film del 1988 diretto da Lawrence Kasdan). Insomma in viaggio, come nella vita, il meno è quasi sempre meglio: «Chi vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero» conclude Antoine de Saint-Exupéry col tono di chi non ammette repliche. Su queste premesse tutti concordano. Ma poi, quando siamo davanti alle pile di indumenti allineate sul letto, i dubbi ci assalgono: arrotolare, piegare, fare un fagotto, buttare tutto dentro? È allora che questo libretto vi tornerà utile. Per cominciare ha un aspetto colorato e divertente, come gli albi a fumetti di un tempo, con illustrazioni chiare. Poi con un test vi aiuta a capire a quale categoria di viaggiatore appartenete. Infine vi propone diverse liste da spulciare per essere sicuri di non aver dimenticato nulla. Bibliografia
Sarah Barrell e Kate Simon, Come fare la valigia per ogni viaggio, EDT/ Lonely Planet, 2017, pp. 160, € 12,50. E se avete un compagno di viaggio a quattro zampe, potrebbe esservi utile Janine Eberle e Jess Golden, Viaggiare con il cane, EDT/Lonely Planet, 2017, pp. 128, € 12,50. Annuncio pubblicitario
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
13
Ambiente e Benessere
Un’oasi ai margini della civiltà Viaggi fuori porta Alla scoperta dell’Isola dei Cipressi, perla nascosta del lago di Pusiano, tra Como e Lecco
Simona Dalla Valle, testo e foto Un’imbarcazione oscilla sulle acque trasparenti, spinta dalla brezza leggera. Il sole pomeridiano si specchia sulle acque increspate del lago, dando vita a riflessi accecanti. Il ronzio di un tagliaerba e il motore di un elicottero in lontananza sono curiosamente in armonia con la natura.
Nel mezzo di una rigogliosa flora e una variegata fauna, comprendente animali esotici, la presenza umana è solo suggerita Il comune lombardo di Pusiano, a metà strada tra le cittadine di Como e Lecco, ospita un’isola di modeste dimensioni a pochi minuti di navigazione dalla costa settentrionale dell’omonimo lago. La breve traversata è un viaggio verso un’atmosfera surreale, dove la varietà di piante e animali, provenienti da diversi angoli del mondo, è predominante in un territorio dove la presenza umana è soltanto «suggerita». Simone Gavazzi, proprietario dell’isola insieme alla famiglia e responsabile della Fondazione Gerolamo Gavazzi, mi accompagna in una visita del luogo. La vegetazione è rigogliosa, al masl’ambiente e la storia del lago di Pusiano, dei luoghi significativi del territorio e delle famiglie lombarde, attraverso la promozione di studi e ricerche e la pubblicazione di libri storici. La Fondazione dedica le proprie risorse alla conservazione dell’Isola dei Cipressi, di edifici storici e di manufatti creati per opere benefiche, caritatevoli oltre che storiche e di importanza museale. Recente è l’apertura di un Museo Storico dell’isola, con i numerosi reperti rinvenuti sul territorio. La Fondazione promuove inoltre attività culturali e artistiche sull’Isola, che vanta oltre duemila visitatori all’anno nonostante la modesta capienza dei battelli operanti sul lago di Pusiano. Tra i progetti per il futuro, simo del suo splendore, e le piante sono cariche di fiori e frutti. Un gruppo di anatre si sposta in fila indiana verso la costa e si spinge delicatamente in acqua, nuotando verso il largo, mentre poco più in là una cicogna prende il sole su una zampa. Le grida dei pavoni rompono la quiete a intervalli regolari, ma le femmine non sembrano essere troppo interessate. Una di esse si allontana lungo il sentiero e passeggia lentamente nel bosco: mentre la fotografo, nel mirino della macchina fotografica scorgo un wallaby attraversare la strada a pochi metri di distanza. Non si tratta dell’ambientazione di un racconto surrealista, ma di un’esperienza che chiunque può vivere in questo piccolo paese della Lombardia. Simone racconta che le informazioni più antiche relative all’isola risalgono probabilmente al Neolitico (10-15’000 a.C.), durante il quale si assiste allo sviluppo di un piccolo villaggio su palafitte sulla parte orientale dell’isola. Le vicende storiche sono legate al lago di Pusiano e alle figure nobiliari che ruotano intorno a esso. Nel 1300 il proprietari del lago sono l’Arcivescovo di Milano e la collegiata di San Giovanni Battista di Monza, in seguito ai quali, fino alla fine del Settecento, subentrano i Carpani, signori feudali della zona. Dopo il periodo dei tre Marchesi (Francesco Carpani, Giuseppe Antonio Molo e Gerolamo d’Adda) il lago, il Palazzo di Pusiano e l’Isola vengono acquisiti dal Vicerè Eugenio di Beauharnais, figliastro
di Napoleone, e dai Vicerè Austriaci. A cavallo tra il 1700 e il 1800 inizia il cosiddetto periodo dei tre Principi: l’Arciduca Ferdinando Carlo d’Asburgo-Este Lorena, Eugenio di Beauharnais, e infine, con il ritorno degli austriaci, l’Arciduca Ranieri d’Asburgo. La casa Imperiale Austriaca mantiene la proprietà fino al 1831 e nel 1874, dopo alterne vicende, l’Isola è ceduta ai fratelli Antonio ed Egidio Gavazzi, industriali serici di Valmadrera. I discendenti dei loro eredi sono tuttora proprietari dell’isola. Nel 1991 inizia una lunga e impegnativa operazione di restauro dell’isola, che nel corso degli anni è stata decantata dalla penna di molti tra cui Plinio il Vecchio, Parini e Foscolo e dipinta dal pittore Giovanni Segantini.
Tra gli obiettivi vi sono il ripristino della flora e della fauna e una serie di opere volte a tutelare e conservare l’isola, il lago e le sue rive. Numerose sono le iniziative adottate, le più importanti delle quali sono l’abolizione della navigazione a motore, dell’attività di sci nautico, delle boe e dei trampolini, dei cartelli pubblicitari stradali sulla provinciale che costeggia il lago e lo smantellamento di darsene e pontili abusivi a ridosso del palazzo Beauharnais e in altri punti del lago. Il diritto di caccia su tutto il lago di Pusiano è nelle mani dei proprietari dell’Isola dei Cipressi. Gerolamo Gavazzi, padre di Simone, ha una grande passione per gli animali: oltre ad aver contribuito al ripopolamento della fauna del lago con
aironi, pavoni e cigni, ha costituito un piccolo zoo privato sull’isola, che al giorno d’oggi è un luogo di rifugio per molti volatili. Si ammirano uccelli rari e spiccano per evidenza e quantità gli uccelli acquatico-palustri, che utilizzano lo specchio d’acqua e le aree a canneto come zona di alimentazione e riproduzione. A oggi sono presenti aironi, gru coronate, wallaby, pavoni, cigni, folaghe, lepri di Patagonia, tartarughe, oche, anatre, scoiattoli, cince e cicogne. La flora è costituita da cipressi e tipiche piante autoctone, tra cui querce, tigli, pioppi e frassini. Il 2011 segna la nascita della Fondazione Gavazzi, legalmente riconosciuta dalla Regione Lombardia, allo scopo di tutelare e valorizzare la natura,
quello di una maggior fruibilità culturale dell’Isola dei Cipressi. L’isola è sede di numerose visite guidate alla scoperta del paesaggio naturale e faunistico, ma anche associate a manifestazioni culturali quali concerti e rappresentazioni teatrali. L’Isola è inoltre disponibile per matrimoni, feste ed eventi purché sussista il rispetto per la natura circostante. La navigazione del lago di Pusiano è gestita dalla Pro Loco di Bosisio Parini (www.prolocobosisio.it) e dalla società Enigma (www.navigazionepusiano.com). Informazioni
www.isoladeicipressi.com
www.osram-lamps.ch
La luce è eterna Le nuove lampade LED in vetro dallo stile retrò Punti chiave del design: la pregiata lavorazione in vetro temperato e l’aspetto particolare del filamento conferiscono a queste lampade LED moderne e altamente efficienti il loro look retrò. Disponibili in diverse forme e con vari attacchi. Scoprite adesso la vasta gamma di lampade LED innovative e affascinanti a marchio OSRAM. Sempre all’avanguardia nell’efficienza energetica. Sempre longeve. Sempre nella migliore qualità OSRAM.
La luce è OSRAM
OSRAM è in vendita alla tua Migros
S24517_Anz_Migros_CH_Filament_209x141_6AK.indd 1
20.06.17 18:29
In aggiunta alle oltre 400 etichette
Robert Mondavi Woodbridge Cabernet Sauvignon 2015, California, USA, 6 x 75 cl
Séduction Cabernet/Syrah 2016, Pays d’Oc IGP, Francia, 6 x 75 cl
Rating della clientela:
Ora ti propone anche le migliori offerte di vini
Tenuta La Minerva Merlot del Ticino DOC Riserva 2013, Ticino, Svizzera, 75 cl
Rating della clientela: 90 PUNTI FALSTAFF
Carne rossa, piatto unico Cabernet Sauvignon
Carne rossa, carne bianca, verdura, insalata
2016, Vallese, Svizzera, 70 cl
Rating della clientela:
DIPLOMA D’ARGENTO EXPOVINA
Rating della clientela:
Cabernet Sauvignon, Syrah 1–3 anni
Heldengold Fendant du Valais AOC
Aperitivo, prodotti di salumeria, fondue, raclette Chasselas
Carne rossa, risotto
1–3 anni
1–5 anni Merlot 2–6 anni
50%
38.85 invece di 77.70 6.50 a bottiglia invece di 12.95
20%
23.70 invece di 29.70
25%
16.45 invece di 21.95
30%
5.95 invece di 8.50*
3.95 a bottiglia invece di 4.95
*Confronto con la concorrenza
Enoteca Vinarte, Centro Migros S. Antonino Orari d’apertura: lun.–mer. + ven. 9.00–18.30 / gio. 9.00–21.00 / sab. 8.00–18.30 tel.: +41 91 858 21 49
Offerte valide dal 27 giugno al 3 luglio 2017 / fino a esaurimento / i prezzi promozionali delle singole bottiglie sono validi solo nella rispettiva settimana promozionale / decliniamo ogni responsabilità per modifiche di annata, errori di stampa e di composizione
Enoteca Vinarte, Centro Migros Agno
Orari d’apertura: lun.–mer. + ven.–sab. 8.00–18.30 / gio. 8.00–21.00 tel.: +41 91 605 65 66
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
15
Ambiente e Benessere
Storia di un uomo-tasso
Essere animali I l professore, veterinario e scrittore di successo inglese Charles Foster si immedesima nelle abitudini
degli animali per capirne meglio l’essenza – In precedenza ha «vissuto» come cervo, volpe, vipera e rondone
Natascha Fioretti A vederlo in foto, un omone alto dalle spalle larghe, l’espressione del viso più da giurista che da naturalista, davvero fatichi ad immaginarlo piegato a quattro zampe intento a scavare un tunnel sotterraneo per scoprire come ci si sente ad essere un tasso. Ancora meno lo vedi intento, tutto sporco di terra, a masticare lentamente lombrichi e a trovarli deliziosi e nutrienti, tanto da consigliare alle mamme di tritarli e mischiarli al mattino nel latte o nei fiocchi d’avena dei loro bimbi. Eppure Charles Foster, classe 1962, non solo ha vissuto come un tasso ma anche come una volpe, un cervo, una vipera e un rondone. E non si tratta di un progetto iniziato, e poi concluso, ma di una esperienza e di una ricerca continua che lo appassiona e lo rende felice giorno dopo giorno. La sua scoperta dell’animalità dentro e fuori di sé intesa come un arricchimento dei sensi, delle percezioni e delle facoltà fisiche umane è stata ed è per lui un insegnamento costante, un’esperienza da coltivare e da trasmettere. E lo fa, in questo libro dal titolo Being a beast (essere un animale), uscito in Inghilterra nel 2016 e tradotto in tedesco all’inizio di quest’anno, non tanto in modo poetico, come avevo immaginato, quanto invece con piglio filosofico, naturalista e una discreta dose di ironia. È un testo che sta facendo molto parlare di sé e di cui abbiamo profondamente bisogno in un momento in cui il nostro ambiente e il nostro clima sono più che mai a rischio. Per entrarvi però occorre nutrire rispetto ed empatia verso gli animali
Giochi Cruciverba Forse non tutti sanno che gli astronauti in orbita … Scopri il resto della frase a soluzione ultimata, leggendo le lettere nelle caselle evidenziate (Frase: 4, 3, 4, 2, 5, 3, 10)
e il contesto che abitano, essere disposti a mettersi sul loro stesso piano, in senso di visione del mondo, non essere schizzinosi e, soprattutto, curiosi. Allora sì che guidati dalla vista, dall’udito, dall’olfatto e dal tatto di Charles Foster riuscirete, non a sentire, ma per lo meno ad immaginare, quanto deve essere bella, ricca e interessante la vita di una volpe o di un cervo. E a raccontarvele tutte, queste meravigliose storie, è un veterinario, un giurista e un filosofo ma anche un ex cacciatore «c’è stato un tempo in cui era abituato a girare per i boschi armato», «a mia figlia per il suo decimo compleanno ho regalato un fucile a pallini calibro 36» e, per finire in bellezza,«scrivevo una rubrica fissa su “Shooting Times”». Poi un giorno «ho appeso il mio fucile al muro e ho iniziato a mangiare tofu». Così gli animali hanno assunto un altro posto nella sua vita tanto che, rivela, «mentre scrivo ho 2 3 4 intorno 1un gruppo di antilopi africane intente a sbirciare il mio desktop». Ma, 11del suo passato 12 pur non10 andando fiero dal quale ha ereditato «un’anima amputata e14 callosa», questa attività 15 gli ha insegnato molto. Ad esempio gli ha insegnato a strisciare per terra, a stare 16 17 ore sdraiato immobile e in silenzio in attesa di un cenno, un movimento, ad immergersi a lungo in20 un ruscello mentre l’acqua fredda gli entra dal colletto della giacca ed22 esce dai pantaloni, 23 oppure a rimanere seduto impassibile in un cespuglio di ortiche in un bosco in 25 26 Bulgaria. Oppure, ancora, a non battere ciglio mentre in un fiume in Namibia le 28 si attaccavano alle gam29 sanguisughe ne... Ci vogliono coraggio, determinazione e un 30 buon motivo per sopportare 31
Non una articolata e complessa con tante diramazioni da divenire un labirinto inespugnabile, propria dei tassi stanziali, ma una modesta e semplice, con una curva dopo qualche un metro per scoraggiare gli intrusi e, in fondo, una conca per dormire, tipica invece dei tassi di passaggio. Scavare un tunnel nella terra stando a quattro zampe con il solo aiuto delle mani e di una paletta per la sabbia dei bambini non è impresa facile, questo Charles Foster l’ha capito subito o, meglio, quando la terra che scavava gli entrava nel naso e con le gambe non riusciva a buttare fuori la terra in accumulo. I tassi hanno invece un muscolo che permette loro di chiudere il naso durante queste operazioni e quattro zampette munite di artigli con le quali muovono e smuovono la terra con facilità. Non solo, ci dice Foster, i tassi amano stare vicino alle piante di sambuco che adorano e mangiano golosi. D’altra parte i sambuchi questo non ne fa mistero, potrà essere prediligono stare vicino all’acqua ecco un uomo-tasso ma mai un tasso vero: perché i tassi si trovano spesso vicino il confine ultimo tra uomo e animale ai fiumi. «Ma non li ho mai visti bere, non si può superare. Ma si può entrare probabilmente gli basta l’apporto d’acin contatto, ci si può capire, conoscere. qua che ricavano dai lombrichi». AnNon per niente l’idea di vivere come gli che questi Foster li ha provati e nel libro animali è nata in una notte londinese e ne descrive il sapore e la consistenza nel preciso momento in cui gli occhi di mentre questi si spappolano sotto i suoi Charles, sul muretto di un buio cortile, denti... Ve l’ho detto, non è una lettura SUDOKU PER AZIONE - GIUGNO 2017 hanno incontrato quelli di una volpe. poetica ma una ricerca della propria N. 17 FACILE E se questo momento vi sembra poeti- identità e della propria animalità, quelSchema lo è stato, troverete più la che abbiamo Soluzione co, certamente seppellito sotto la forza pragmatico, per nulla scontato e per della ragione. Ma Charles Foster l’ha 8 9 2 6 3 4 1 7 5 2 6 3 4 certi versi ironico, il racconto dell’e- riscoperta, la sua, e in questo mi ha ri3 Friedrich 1 6 5Nietzsche, 7 8 4l’animale 2 9 3 1 4 «Avevo in sordio della6 sua vita da tasso. cordato mente filosofico 4 con 5 7le narici 1 2rivolte 9 6verso 8 l’in3 4 di scavarmi un buco in un pendio», fu il principio di quella che sarebterno e il suo abbraccio con il cavallo 1 7 9 2 6 3 5 4 8 2 5 4 be diventata una galleria sotterranea. sulla piazza Carlo Alberto di Torino.
Giochi per “Azione” - Luglio 2017 Stefania Sargentini
Charles Foster, nella sua identità di tasso. (newstatesman. com)
(N. 25 - ... nuovo gas che chiamarono Montgol er) 5
6
7
8
9
tutto questo. E se un tempo, appunto, 13 Charles Foster era la caccia, a spingere a vivere come un tasso gallese, le volpi londinesi, i rondoni di Oxford, i cervi scozzesi e le vipere di Exmoor, questa volta sono la sua voglia di trasforma18 19 zione e la sua sete di conoscenza verso questi esseri che condividono con noi 21 la provenienza, l’ambiente, talune caratteristiche e facoltà fisiche e percettive. Il suo vivere come gli animali è un 24 modo per conoscere meglio loro ma anche e soprattutto sé stesso e ciò che 27 potrebbe essere, divenire. Crede nello sciamanesimo o, meglio, nel suo potere di trasformazione e nella facoltà dello sciamano di entrare in contatto con ciò che è altro e diverso anche se, di
N E S S O
5
U C O S C F C H I A I O N A R T P N O G E S U E P I F I L E A 5 3 1 R7
1
2
3
4
5
10 13 18
14
7
`
8
4
2
5
8
9
5
3
1
7
8
7
4
1
2
9
6
7 2 5 N.1 21 FACILE
4
8
6
9
3
1
1
5
3
Soluzione: 6
16 21
22
24
23
L T E A C L 1N A S 3 7 G1 R 5 E 3 T7
Scoprire i 3 2 4 numeri corretti 4 5 8 da inserire nelle 1 caselle 8 colorate. 6 5
17
20
25
27
28
29
31
N. 19 DIFFICILE
32
33
1
7
36
U`7 8M6 A 1 2 3 7 6 1 3 2 5 9 4 8 8 D R 6I N 1 2 3 8 4 9 1 5 7 6 A 4 5 36I8 1C9 2I 6 97 9 8 6 2 5 7 4 3 1 9S 1 S2 73 6 34I 4 7M 8 5 9 6 1 2 I 83 C17 255E59 64 38 2O 7 9 4 6 64 9 1 7 3 8 5 I R 9I 2 S 9 7 3 4 3E8 5I 2 6 M 1 2O 8 2 6 1 5 9 7 4 3 5A 5 3 4 A6 21R7 8T 1 9 4 6 1 2 47 A18 92 R79 63 I 25 A 4 3 5 8
6
2
9
3
4L8
I 65 I 2R 1 V9 8O 6A 2 5 2 3S N 8 85 9 T 5I R N 8 2 6 A8 3O 2
7 5 1 6 Giochi per “Azione” - Luglio 2017 6
33. Trasporta informazioni genetiche 34. Arte Parigina 35. Sono uguali nel catalogo 36. Vi si costruiscono fragili castelli 1 2 3 4 VERTICALI 1. Gergo americano 2. Le7iniziali della ballerina Titova 9 8 3. Preposizione articolata 4. Un tipo di carnagione 6. Le10 iniziali della conduttrice11D’Amico 7. Il cantone di Guglielmo Tell 8. I gatti 13 di casa 14 9. Sentimento di ostilità 11. Mendicante nella reggia di Odisseo 16 14. Poiché in15 francese 16. Gli dei di Sigfrido 19. Nel 21caso in cui... 22 23 21. Si dice per scacciare
7
34
35
9
N. 18 MEDIO Sudoku S9 O N N O Schema P 5 I9 4 8
9
12
15 19
6
11
30
Regolamento per i concorsi a premi pubblicati su «Azione» e sul sito web www.azione.ch
8
G A H E R R E M O
Vinci una delle 3 carte regalo da150 franchi con il6 cruciverba 4 3 9 1 7 8 5 2 6 5 9 8 1 3 5SUDOKU 2 7 6 4 9 da 8 2 7 P e una delle 2 carte regalo 50 franchi con il sudoku (N. 26 - ... sono più alti di circa sei centimetri)
26
ORIZZONTALI 1. Può essere pesante a letto 5. Sinonimo di leggerezza 10. Ci sono quelli da spiaggia 12. Suono di campanello 13. Il primogenito di Carolina di Monaco (iniz.) 15. Era una valuta italiana 17. Qui in Francia 18. Nuclei Antisofisticazione e Sanità 20. Venerabilis Ordo Sancti Sepulchri 22. Rendono stimato lo stato 23. L’indimenticabile Garbo attrice 24. Ghiaccio inglese 26. Simbolo chimico dello stagno 28. Opera di Mascagni 30. Erba aromatica 32. Le iniziali della conduttrice Isoardi
3
R V O I A C C V E I E M A G N O T O O L S I I A2 6 4 8
3
6
5
4
74
3
8
1
2
9
7
25. Il … trasteverino 1 5 3 4 8 2 1 6 9 7 5 27. Il nome dell’attore Frassica Stefania Sargentini 9 6 8 4 9 6 5 8 7 4 1 3 2 29. Domani lo dirò di oggi Soluzione della settimana precedente 2 credettero 7 1 5che9l’aeromobile 3 6 8 4 31. Spesso precede il 19 verticale SCOPERTE D’ALTRI TEMPI – I fratelli Montgolfier (N. gas che chiamarono Montgol er) da un: … NUOVO GAS CHE CHIAMARONO MONTGOLFIER. 5 25 6... nuovo 34.-L’autore di Striscia la notizia (iniz.) fosse sostenuto 2 4 6 N.20 GENI
(N. 27 - ... un pezzetto di gesso)
N. 22 MEDIO
I N O 3 9 4 7 6 1 5 8 2 I vincitori I P E R1 68 61 3 5 2 7 4 9 7 2 55 9 7 8 4 1 6 3 12 N A O Z5 6 9 8 7 3 2 1 4 Vincitori del concorso Cruciverba su «Azione 24», del 12.6.2017 9 4 3 8 2 1 9 6 5 7 A. Parolini, A. Ghirlanda, A R E I2 1 7 5 4 6 9 3 8 S. Benedetti 17 Vincitori del 18 concorso Sudoku 19 20 U P L E 98 75T 12 T46 32 R58 34O79 61 su «Azione 24», del 12.6.2017 4 7 1 24 L. De Stefano, Y. Köse25 C D I O R6 4E 3 1 9 G7 8 S2 5 4 6 26 27 28 30 -29 ... sono più alti di circa sei centimetri) I premi, cinque carte regalo Migros(N. 26 Partecipazione online: inserire la luzione, corredata da nome, cognome, è possibile un pagamento in contanti U M I 1D 8Edeve deiApremi.LI vincitori A saranno S del valore di 50 franchi, saranno sor- soluzione del cruciverba o del sudoku indirizzo, email del partecipante avvertiti 31 tra i partecipanti che avranno 32 nell’apposito 33 formulario34 pubblicato teggiati essere a «Redazione ` S O spedita N N O P I Azione, U` M A per iscritto. Il nome dei vincitori sarà P TO T 5E DLugano». R E R8S I fatto pervenire la soluzione corretta sulla pagina del sito. Concorsi, C.P. 6315, su «Azione». Partecipazione L E L I 6901 R I9 N pubblicato 1A 6lettori entro35il venerdì seguente la pubblica- Partecipazione postale: la lettera o Non si intratterrà corrispondenza sui riservata esclusivamente a che 36 A C Le Lvie legali I Rsono A escluse. I Non C I risiedono in Svizzera. zione del gioco. la cartolina postale che riporti la so- concorsi. A N VOO M A I LM O E T A N A S S S 1
2
10
3
11
4
5
15
16
17
18
23
26
29
30
31
3
18
5
11
15
19
24
4
10
14
19
27
28
13
9
21
22
2
8
13
20
1
7
12
14
25
6
6
8
12
16
20
7
17
21
22
9
S A Z I
U G O L A
V
N U9 C O R V O8 2 G A 5 E 1 S C6 3 F I 2 A C C H E S C H5 I A 8 V E I 3R 9 O8 N7 E S I M A R E O4 A8 R T G6 N O M4 O P1 N O T6 O G E5 S U O 3 L4 6 E P I1 F I S I3 L E4 A R9 I 7 A
Ecco come risparmia re di gusto. conf. da 3
50%
40%
8.10 invece di 16.20
4.90
Bratwurst di vitello M-Classic in conf. da 3 Svizzera, 3 x 2 pezzi, 840 g
Cheese Nature Grill mi 4 pezzi, 4 x 70 g
4.45 invece di 7.45 Entrecôte e scamone di manzo, al pezzo, in conf. speciale per es. entrecôte, Uruguay/Paraguay/Brasile, per 100 g
Da giovedì 29.6 a sabato 1.7.2017
3.60
Spiedini di manzo degli ussari Svizzera, per 100 g
30%
15%
3.95 invece di 5.70
Fettine di pollo Optigal al naturale e marinate per es. al naturale, Svizzera, per 100 g, 2.80 invece di 3.30
50% Tutti i tipi di Pepsi e Schwip Schwap in conf. da 6, 6 x 1,5 l per es. Pepsi Max, 5.50 invece di 11.– Migros Ticino Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Gamberetti tail-on cotti, in conf. speciale, ASC d’allevamento, Vietnam, per 100 g
33% Tutte le acque minerali Vittel in confezioni multiple per es. 6 x 1,5 l, 3.80 invece di 5.70
5.60
Melanzane Ticino, al kg
50%
6.50 invece di 13.– Cosce di pollo Optigal al naturale in conf. speciale Svizzera, al kg, offerta valida dal 29.6 all’1.7.2017
20% Tutti i tipi di olio di colza M-Classic per es. olio di colza svizzero, 1 l, 3.40 invece di 4.30
2.45
Salsa cocktail M-Classic 250 ml
Ecco come risparmia re di gusto. conf. da 3
50%
40%
8.10 invece di 16.20
4.90
Bratwurst di vitello M-Classic in conf. da 3 Svizzera, 3 x 2 pezzi, 840 g
Cheese Nature Grill mi 4 pezzi, 4 x 70 g
4.45 invece di 7.45 Entrecôte e scamone di manzo, al pezzo, in conf. speciale per es. entrecôte, Uruguay/Paraguay/Brasile, per 100 g
Da giovedì 29.6 a sabato 1.7.2017
3.60
Spiedini di manzo degli ussari Svizzera, per 100 g
30%
15%
3.95 invece di 5.70
Fettine di pollo Optigal al naturale e marinate per es. al naturale, Svizzera, per 100 g, 2.80 invece di 3.30
50% Tutti i tipi di Pepsi e Schwip Schwap in conf. da 6, 6 x 1,5 l per es. Pepsi Max, 5.50 invece di 11.– Migros Ticino Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Gamberetti tail-on cotti, in conf. speciale, ASC d’allevamento, Vietnam, per 100 g
33% Tutte le acque minerali Vittel in confezioni multiple per es. 6 x 1,5 l, 3.80 invece di 5.70
5.60
Melanzane Ticino, al kg
50%
6.50 invece di 13.– Cosce di pollo Optigal al naturale in conf. speciale Svizzera, al kg, offerta valida dal 29.6 all’1.7.2017
20% Tutti i tipi di olio di colza M-Classic per es. olio di colza svizzero, 1 l, 3.40 invece di 4.30
2.45
Salsa cocktail M-Classic 250 ml
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
18
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
19
Politica e Economia pagina 19
Dove va il mondo? In questa nuova serie Federico Rampini offre le chiavi di lettura del mondo contemporaneo, rispondendo alle domande più pressanti sulla geopolitica del nostro tempo. Quella affrontata nel primo articolo che proponiamo è: si stanno ponendo le condizioni di un Secolo cinese?
«Valore locativo», si riparte Un’iniziativa parlamentare rilancia il dibattito politico sull’abolizione o meno di questa voce fiscale
La consulenza finanziaria L’esperto della Banca Migros sulla crescente attrattività degli investimenti sostenibili
pagina 20
Nervi tesi a Hong Kong La formula non quadra Un paese, due sistemi Il presidente cinese Xi Jinping visiterà
l’ex colonia britannica, sempre più infastidita da Pechino
pagina 21
Beniamino Natale
pagina 23
L’urgenza non è il blocco – impossibile – dei flussi ma la gestione dei migranti in Europa. (AFP)
Il ventesimo anniversario dell’handover, il passaggio della sovranità su Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina, che cade il primo luglio, capita in un momento cruciale per il futuro di questa metropoli di sette milioni di abitanti. Venti anni dopo, Hong Kong rimane sospesa tra Oriente e Occidente, tra l’integrazione nel sistema autoritario cinese e un’autonomia – o indipendenza – che oggi sono difficili da immaginare.
Quest’anno in occasione dei 20 anni dell’handover il governo ha vietato le tradizionali manifestazioni al Victoria Park contro Pechino
Perché saremo tutti africani o asiatici L’Europa di domani Le ragioni strutturali che determineranno un corposo e permanente flusso di persone
dell’Africa e dal Medio Oriente sono demografiche, economiche, ambientali e geopolitiche
Lucio Caracciolo Le migrazioni dal Sud del mondo verso l’Europa sono di norma percepite come un’emergenza. Niente di più falso. Esse sono destinate a durare e a incidere, nel medio periodo, sull’identità sociale, culturale e politica del nostro Continente e dei suoi singoli paesi. L’Europa del 2030 sarà in ogni caso profondamente diversa dall’attuale, non solo per l’impatto migratorio ma anche per le risposte differenti che ad esso saranno date a seconda degli Stati e degli equilibri interni alle società del Vecchio Continente. Le ragioni strutturali che determineranno, salvo eventi imprevedibili e/o catastrofici, un permanente, corposo flusso di persone dall’Africa e dal Medio Oriente sono di almeno quattro tipi: demografiche, economiche, ambientali e geopolitiche. L’aspetto determinante è l’asimmetria demografica, che spinge e continuerà a spingere milioni di africani e asiatici verso l’Europa. Da una parte il nostro Continente di anziani, con un’aspettativa di vita intorno agli 80 anni e un tasso di fecondità inferiore al minimo necessario per garantire il livello attuale di popolazione. Dall’altra, un’A-
frica subsahariana dove ogni donna ha almeno 5 figli, le politiche di controllo delle nascite sono pressoché assenti o inefficaci, l’aspettativa di vita è intorno ai 50 anni. A nord del Mediterraneo l’età mediana è di circa 44 anni, a sud non raggiunge i 20. In questo contesto gli europei sono destinati a passare dagli attuali 700 milioni (russi e ucraini inclusi) a circa 650 verso la metà del secolo, mentre nello stesso arco di tempo, secondo i calcoli delle Nazioni Unite, gli africani raddoppieranno: da 1 miliardo e 200 milioni a 2 miliardi e 400 milioni. Per fine secolo in Africa sarà toccato un picco di 4 miliardi e mezzo di persone (ovvero quasi quattro volte il numero attuale), mentre noi europei non supereremo di molto quota 600 milioni. Sicché nel 2100 i quattro quinti della popolazione del pianeta saranno africani o asiatici. La somma algebrica della declinante demografia europea e della galoppante demografia africana, insieme al contrasto fra il vecchio Nord e il giovane Sud, rappresenta di per sé un formidabile fattore di spinta alla migrazione. Su cui si innescano altre dinamiche, a cominciare da quella economica. Finiti gli anni dell’Africa
rising, frutto forse più dell’ottimismo ufficiale che delle analisi scientifiche, oggi molte economie africane sono in stallo o in recessione. Le nascite fuori controllo contribuiscono a inasprire le diseguaglianze sociali e quindi ad aumentare il tasso di conflittualità e la spinta a cercare altrove un futuro per sé e per la propria famiglia. Qui si innesta il fattore ambientale. Il mutamento climatico sta accelerando la desertificazione e sta mettendo in crisi gli ecosistemi delle foreste pluviali, mentre l’innalzamento delle acque mette in questione l’esistenza stessa di alcune isole e di tratti di costa. La siccità colpisce l’agricoltura e motiva i trasferimenti di popolazioni sedentarie verso nuove aree più vivibili e coltivabili. Secondo scenari estremi della Banca Mondiale il cambiamento climatico può costringere milioni di persone ad abbandonare le loro abitazioni, così riducendole a migranti ambientali. Infine, i fattori geopolitici. La quasi totalità delle guerre in corso si concentra fra Africa, Medio Oriente e Asia meridionale, ovvero nelle regioni del mondo dove i tre precedenti fattori sono più incisivi. Anche perché la disponibilità di giovani soldati (in alcu-
ni casi bambini), attratti da salari che consentono loro di sopravvivere anche perché associabili a traffici di ogni genere, incentiva il mestiere delle armi. La principale conseguenza geopolitica della diffusione di conflitti endemici produce la disintegrazione o la delegittimazione degli Stati e dei poteri formali, a vantaggio di milizie, clan etnici, gruppi mafiosi e terroristici. Questa deriva geopolitica rende molto più arduo, se non impossibile, il tentativo delle nazioni europee di frenare i flussi migratori. Semplicemente, mancano gli interlocutori locali. Di qui il recente spostamento della maggior parte dei flussi migratori sud-nord dal corridoio orientale (Turchia-GreciaBalcani-Europa centrale e settentrionale) verso quello centrale (LibiaItalia), mentre quello occidentale (Marocco-Spagna) è da tempo ridotto ai minimi termini. La differenza è tutta geopolitica: Turchia e Marocco esistono, la Libia non più. Sicché nel primo caso la Germania, vestendosi come d’abitudine dei colori europei, ha stretto un’intesa con il leader turco Erdoğan, scambiando denaro e promesse di facilitazioni per l’ingresso dei cittadini turchi nell’Ue con il blocco dei flussi mi-
gratori verso l’Europa. Mentre nel caso libico il proliferare di milizie in competizione fra loro per il controllo e la gestione dei traffici rende vana qualsiasi intesa, come quelle promosse dall’Italia con lo pseudo-governo di Tripoli. L’urgenza non è quindi il blocco – impossibile – dei flussi ma la gestione dei migranti in Europa. Qui vige il principio dello «scaricamigrante»: ogni paese cerca di scaricare il problema sul vicino meridionale. Ad esempio, il Regno Unito sulla Francia, la Francia sull’Italia e l’Italia su…nessuno, visto che non c’è più Gheddafi. Questa prassi non salva nemmeno il «furbo» che pensa di servirsi del vicino meno fortunato. Se vogliamo quindi che il nuovo paradigma sociale, culturale e politico europeo che inevitabilmente si produrrà nei prossimi anni sia umano, liberale e relativamente democratico, non ci resta che stabilire insieme un approccio solidale. Perché le dimensioni del fenomeno non sono tali da essere gestite dai singoli, tantomeno se in opposizione l’uno all’altro. Se non lo faremo, il volto del nostro Continente cambierà nel senso opposto ai valori e alle istituzioni che distinguono l’Europa dal resto del mondo.
Il momento è importante anche per il presidente della Repubblica Popolare e segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, che dal 29 giugno al primo luglio dovrebbe condurre la sua prima visita nell’ex-colonia britannica. È in questi giorni e in questi mesi, infatti, che svolge la battaglia politica i cui esiti saranno sanciti dal 19esimo Congresso del Partito che si terrà in una data ancora da definire ma prima della fine dell’anno. In quella sede Xi potrebbe ottenere la riconferma a leader supremo per almeno altri cinque anni (è al potere dal 2012) oppure essere ridimensionato dai suoi numerosi avversari politici – e il primo esito appare di gran lunga il più probabile. La notizia della visita del numero uno non è ufficiale, ma la stampa filogovernativa locale dà per scontato che presenzierà a una parata della guarnigione dell’Esercito Popolare di Liberazione di stanza ad Hong Kong, un fatto che, se confermato, non farà che dare maggior forza alle manifestazioni di protesta già annunciate dai gruppi di opposizione. In questi vent’anni due scadenze sono state fondamentali per il movimento democratico dell’ex-colonia britannica: il 4 giugno, anniversario del massacro di piazza Tiananmen del 1989, e il primo luglio, anniversario dell’handover. La tradizione vuole che entrambe le manifestazioni si svolgano a Victoria Park, una grande estensione di verde sull’isola di Hong Kong.
Quest’anno, quasi a sottolineare l’eccezionale importanza dell’avvenimento, il governo ha negato agli organizzatori la possibilità di usare il parco. Victoria Park, hanno detto, è già stato prenotato da un gruppo filo-Pechino chiamato Hong Kong Celebrations Association. Inoltre, la polizia ha condotto una massiccia esercitazione contro una supposta minaccia terroristica – che in realtà ad Hong Kong non esiste. Il punto di non ritorno nei rapporti tra l’ex-colonia britannica – nella quale sotto la Corona non c’era la democrazia politica ma una relativa libertà era garantita da una stampa agguerrita e da una magistratura indipendente – è stato segnato dal cosiddetto Movimento degli Ombrelli. Un movimento che nel 2014 ha bloccato per quasi tre mesi Central, il quartiere delle banche, delle corporation e degli alberghi a sette stelle, in una protesta contro la politica autoritaria di Pechino. Il movimento ha visto scendere in campo le generazioni dei ventenni e dei trentenni che – contrariamente alle aspettative di Pechino e forse di molti altri – non solo non hanno accettato il sistema autoritario ma, al contrario, hanno sviluppato in modo probabilmente irreversibile un’identità separata e su alcuni terreni antagonista a quella «cinese». Un processo analogo a quello avvenuto a Taiwan dove, a prescindere dall’alternanza al potere tra il Kuomintang, favorevole alla unificazione con la Cina, e l’indipendentista Democratic Progressive Party (DPP), gli ultimi decenni hanno visto un continuo rafforzamento dell’identità «taiwanese», diversa e potenzialmente antagonista a quella dei cittadini della Repubblica Popolare. Tornando ad Hong Kong, la tornata di elezioni che si è svolta nel 20152016 ha visto un successo dell’opposizione nata dal Movimento degli Ombrelli. Il sistema elettorale è solo parzialmente democratico – 35 dei 70 deputati al Legislative Council o Legco, il mini-Parlamento hongkonghese, sono eletti direttamente, i rimanenti vengono scelti dalle «functional costituencies», vale a dire dalle corporazioni professionali dominate dai fedeli di Pechino. Nonostante le limitazioni, sono stati eletti 29 candidati democratici, tra cui una decina di giovani dirigenti del Movimento. Pechino e i suoi alleati locali hanno reagito prontamente, cercando di estrometterli per irregolarità vere o, più spesso, presunte: due di loro, i «localisti» Sixtus Leung – detto
«Baggio» per via della sua grande ammirazione per il calciatore Roberto – e Yau Wai-ching, sono già stati espulsi. Altri, tra cui Nathan Law – esponente del partito chiamato Demosisto e fondato dagli ex-dirigenti del movimento studentesco tra cui Joshua Wong, il più popolare presso la stampa occidentale – sono sotto tiro e potrebbero presto subire una sorte analoga. Pechino è intervenuta direttamente nella vita politica dell’ex-colonia britannica anche in altri modi, arrestando prima quattro editori di libri critici dei leader comunisti, poi uno dei numerosi boiardi di Stato caduti in disgrazia, l’imprenditore Xiao Jianhua: secondo la Basic Law, la cosiddetta «mini-Costituzione» di Hong Kong, la polizia cinese non ha infatti il diritto di compiere arresti nel territorio, ma dovrebbe rivolgersi alla polizia hongkonghese. Vent’anni fa gli architetti dell’handover, il «piccolo timoniere» cinese Deng Xiaoping e il primo ministro britannico Margaret Thatcher, furono salutati come degli statisti lungimiranti. La loro soluzione al problema del passaggio dei poteri che aveva creato panico in Gran Bretagna e nella stessa Hong Kong, fu l’idea che due sistemi fino ad allora considerati antagonisti – quello autoritario comunista in Cina e quello democratico capitalista ad Hong Kong – potessero convivere, almeno per un periodo limitato. Fu così che nacque la formula «un paese, due sistemi». In base a questa idea, Hong Kong mantenne una magistratura e una stampa indipendenti e la sua propria moneta, il dollaro di Hong Kong. Politica estera e difesa furono invece affidate alla responsabilità del governo centrale. Questi principi furono incorporati nella Basic Law, il cui dichiarato «obiettivo finale» è quello di arrivare ad instaurare nell’ex-colonia britannica un sistema pienamente democratico. La transizione avrebbe avuto 50 anni di tempo per realizzarsi, vale a dire fino al 2047. Sembrava la quadratura del cerchio: un sistema semidemocratico che si sarebbe gradualmente evoluto, di pari passo – almeno così si pensava allora – con quello della madrepatria. Tutti avevano in mente Taiwan e la Corea del Sud, paesi asiatici che in un tempo molto più breve si erano trasformati da dittature in vivaci democrazie. In Cina questo non è successo: al contrario, sotto Xi Jinping le tendenze autoritarie si sono rafforzate fino a far dubitare della stessa praticabilità di una formula come «un paese due sistemi».
Manifestanti a Hong Kong commemorano le vittime del massacro di Tienanmen. (AFP)
Helmut Kohl, padre della patria unita L’addio Il cancelliere aveva riunito le due
Germanie e posto le basi dell’integrazione europea Alfredo Venturi Pater Patriae. Così la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» saluta Helmut Kohl (nella foto) dopo l’annuncio della morte a Ludwigshafen, la città palatina in cui nacque ottantasette anni fa e da cui prese le mosse la sua ascesa fino ai vertici dell’Unione cristiano-democratica e del governo federale. La stessa «Faz» riassume i meriti storici del Cancelliere della riunificazione: ha riparato gli errori di Bismarck, così gravidi di conseguenze negative, ha reso possibile e ragionevole il consolidamento dell’amicizia con i vicini francesi. Effettivamente se c’è un’immagine che rappresenta al meglio i sedici anni di governo del Cancelliere è proprio quella di Verdun, mano nella mano con il presidente François Mitterrand, davanti alla sterminata distesa di croci che ricorda il reciproco massacro franco-tedesco della Grande Guerra. La riconciliazione dei due mondi separati dal Reno, dopo secoli di sanguinosa ostilità, è alla base del processo d’integrazione continentale che ha portato all’Unione Europea, e in ultima analisi ha reso la riunificazione tedesca, per riprendere le parole della «Faz», possibile e ragionevole. Perché quando cadde il Muro di Berlino e si prospettò sull’orizzonte della storia la grande Germania unita il mondo ebbe paura, e il Cancelliere seppe sconfiggere quella paura assicurando che «l’Europa è il nostro futuro», e puntando sulla grande scommessa la posta più cara, il marco, prima iniettandolo nell’esausta economia orientale con un azzardato cambio alla pari, quindi imponendo ai tedeschi il sacrificio dell’amatissima valuta nazionale sull’altare dell’euro. Al suo fianco nella spettacolare impresa unitaria un abile Vicecancelliere, il ministro degli Esteri liberal-democratico Hans-Dietrich Genscher. In quegli anni, fra i tumultuosi eventi che portarono alla riunificazione, esitava lo stesso Mitterrand, nonostante Verdun e l’amicizia personale con il Cancelliere. Per non parlare della spigolosa Margaret Thatcher. Fu proprio un periodico inglese a sintetizzare la questione con una famosa vignetta che traeva spunto dalla stazza imponente del capo del governo tedesco, non a caso chiamato dai media «gigante nero» (nero è il colore convenzionale delle Unioni cristiane). Vi erano raffigurati la Thatcher e Kohl dalla cintola in su, la lady di ferro si rivolgeva al suo massiccio interlocutore: signor Cancelliere per favore si sieda, è così grande e ci rende tutti così nervosi... Risposta di Kohl: ma io sono già seduto! Se Londra e Parigi tentennavano, a dare finalmente via libera all’unità furono gli altri due titolari dei diritti sulla Germania ereditati dalla vittoria alleata del 1945: gli Stati Uniti di George Bush padre e l’Unione Sovietica di Michail Gorbaciov. E così il Cancelliere si trovò di fronte alla sfida più difficile, la transizione di quella che era stata la Repubblica Democratica Tedesca verso l’economia di mercato. Fu un passaggio doloroso, che i troppi lavoratori dell’asfittico sistema produttivo comunista pagarono con una disoccupazione diffusa. La prospettiva delineata da Kohl, secondo cui le province orientali sa-
AFP
Hong Kong cinese In occasione del 20mo anniversario dell’handover, il presidente cinese Xi visiterà l’ex colonia britannica, sempre più infastidita dalle interferenze autoritarie di Pechino
rebbero diventate un blühendes Land, un paese in fiore, si allontanò nel tempo, mentre gli immensi costi della riunificazione appesantivano il bilancio federale rafforzando l’ossessione tedesca per le misure di austerità. Certamente Kohl, da governante avveduto, si rendeva conto di questi nodi, ma la sua linea imponeva di anteporre le ragioni politiche a quelle economiche. Pareva convinto, come il generale De Gaulle, che l’intendance suivra. A riunificazione avvenuta cominciano le amarezze. Ecco la sconfitta al voto del 1998: esattamente come Winston Churchill, sconfessato dagli elettori dopo la vittoria, Kohl deve lasciare la Cancelleria che occupava dal 1982; prende il suo posto il social-democratico Gerhard Schröder. Poi esplode lo scandalo dei fondi occulti alla CDU: il Cancelliere ha ricevuto donazioni per il partito e rifiuta di fornire dettagli sui finanziatori. La sua pupilla, una giovane dell’Est di nome Angela Merkel che ha chiamato nel governo come ministro e si è ormai assicurata una posizione influente nella CDU, prende le distanze dal suo mentore. Kohl ha già lasciato nel 1998 la presidenza del partito che occupava da un quarto di secolo, ora si ritira deluso e furente nella sua Ludwigshafen. L’uomo che alcuni considerano il maggiore statista del Dopoguerra era molto legato al quieto carattere della sua città. Amava le tradizioni del Palatinato e soprattutto le ricette di questa terra. La sua passione per la buona tavola lo portava a un sovrappeso eccessivo, del quale si liberava trascorrendo le vacanze pasquali con la moglie Hannelore sulle rive di un lago austriaco dove seguiva una rigida dieta. Tornava a Bonn alleggerito di una dozzina di chili che recuperava rapidamente: responsabile fra gli altri piatti una micidiale specialità di cui era particolarmente ghiotto, il Saumagen, a base di interiora di suino. Comunicativo, gioviale, non privo di una bonaria goffaggine, Kohl era solito salutare gli amici con devastanti pacche sulle spalle. Nell’autunno della sua vita, funestato dal suicidio di Hannelore incapace di sopportare una rarissima allergia alla luce, lavorava all’ultima parte delle memorie coadiuvato dalla seconda moglie Maike. Probabilmente vi esprimeva il suo rammarico per l’Europa dei nostri giorni, figlia deludente del capolavoro diplomatico con cui era riuscito, sulle macerie del Muro, a creare la nuova Germania unita.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
18
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
19
Politica e Economia pagina 19
Dove va il mondo? In questa nuova serie Federico Rampini offre le chiavi di lettura del mondo contemporaneo, rispondendo alle domande più pressanti sulla geopolitica del nostro tempo. Quella affrontata nel primo articolo che proponiamo è: si stanno ponendo le condizioni di un Secolo cinese?
«Valore locativo», si riparte Un’iniziativa parlamentare rilancia il dibattito politico sull’abolizione o meno di questa voce fiscale
La consulenza finanziaria L’esperto della Banca Migros sulla crescente attrattività degli investimenti sostenibili
pagina 20
Nervi tesi a Hong Kong La formula non quadra Un paese, due sistemi Il presidente cinese Xi Jinping visiterà
l’ex colonia britannica, sempre più infastidita da Pechino
pagina 21
Beniamino Natale
pagina 23
L’urgenza non è il blocco – impossibile – dei flussi ma la gestione dei migranti in Europa. (AFP)
Il ventesimo anniversario dell’handover, il passaggio della sovranità su Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina, che cade il primo luglio, capita in un momento cruciale per il futuro di questa metropoli di sette milioni di abitanti. Venti anni dopo, Hong Kong rimane sospesa tra Oriente e Occidente, tra l’integrazione nel sistema autoritario cinese e un’autonomia – o indipendenza – che oggi sono difficili da immaginare.
Quest’anno in occasione dei 20 anni dell’handover il governo ha vietato le tradizionali manifestazioni al Victoria Park contro Pechino
Perché saremo tutti africani o asiatici L’Europa di domani Le ragioni strutturali che determineranno un corposo e permanente flusso di persone
dell’Africa e dal Medio Oriente sono demografiche, economiche, ambientali e geopolitiche
Lucio Caracciolo Le migrazioni dal Sud del mondo verso l’Europa sono di norma percepite come un’emergenza. Niente di più falso. Esse sono destinate a durare e a incidere, nel medio periodo, sull’identità sociale, culturale e politica del nostro Continente e dei suoi singoli paesi. L’Europa del 2030 sarà in ogni caso profondamente diversa dall’attuale, non solo per l’impatto migratorio ma anche per le risposte differenti che ad esso saranno date a seconda degli Stati e degli equilibri interni alle società del Vecchio Continente. Le ragioni strutturali che determineranno, salvo eventi imprevedibili e/o catastrofici, un permanente, corposo flusso di persone dall’Africa e dal Medio Oriente sono di almeno quattro tipi: demografiche, economiche, ambientali e geopolitiche. L’aspetto determinante è l’asimmetria demografica, che spinge e continuerà a spingere milioni di africani e asiatici verso l’Europa. Da una parte il nostro Continente di anziani, con un’aspettativa di vita intorno agli 80 anni e un tasso di fecondità inferiore al minimo necessario per garantire il livello attuale di popolazione. Dall’altra, un’A-
frica subsahariana dove ogni donna ha almeno 5 figli, le politiche di controllo delle nascite sono pressoché assenti o inefficaci, l’aspettativa di vita è intorno ai 50 anni. A nord del Mediterraneo l’età mediana è di circa 44 anni, a sud non raggiunge i 20. In questo contesto gli europei sono destinati a passare dagli attuali 700 milioni (russi e ucraini inclusi) a circa 650 verso la metà del secolo, mentre nello stesso arco di tempo, secondo i calcoli delle Nazioni Unite, gli africani raddoppieranno: da 1 miliardo e 200 milioni a 2 miliardi e 400 milioni. Per fine secolo in Africa sarà toccato un picco di 4 miliardi e mezzo di persone (ovvero quasi quattro volte il numero attuale), mentre noi europei non supereremo di molto quota 600 milioni. Sicché nel 2100 i quattro quinti della popolazione del pianeta saranno africani o asiatici. La somma algebrica della declinante demografia europea e della galoppante demografia africana, insieme al contrasto fra il vecchio Nord e il giovane Sud, rappresenta di per sé un formidabile fattore di spinta alla migrazione. Su cui si innescano altre dinamiche, a cominciare da quella economica. Finiti gli anni dell’Africa
rising, frutto forse più dell’ottimismo ufficiale che delle analisi scientifiche, oggi molte economie africane sono in stallo o in recessione. Le nascite fuori controllo contribuiscono a inasprire le diseguaglianze sociali e quindi ad aumentare il tasso di conflittualità e la spinta a cercare altrove un futuro per sé e per la propria famiglia. Qui si innesta il fattore ambientale. Il mutamento climatico sta accelerando la desertificazione e sta mettendo in crisi gli ecosistemi delle foreste pluviali, mentre l’innalzamento delle acque mette in questione l’esistenza stessa di alcune isole e di tratti di costa. La siccità colpisce l’agricoltura e motiva i trasferimenti di popolazioni sedentarie verso nuove aree più vivibili e coltivabili. Secondo scenari estremi della Banca Mondiale il cambiamento climatico può costringere milioni di persone ad abbandonare le loro abitazioni, così riducendole a migranti ambientali. Infine, i fattori geopolitici. La quasi totalità delle guerre in corso si concentra fra Africa, Medio Oriente e Asia meridionale, ovvero nelle regioni del mondo dove i tre precedenti fattori sono più incisivi. Anche perché la disponibilità di giovani soldati (in alcu-
ni casi bambini), attratti da salari che consentono loro di sopravvivere anche perché associabili a traffici di ogni genere, incentiva il mestiere delle armi. La principale conseguenza geopolitica della diffusione di conflitti endemici produce la disintegrazione o la delegittimazione degli Stati e dei poteri formali, a vantaggio di milizie, clan etnici, gruppi mafiosi e terroristici. Questa deriva geopolitica rende molto più arduo, se non impossibile, il tentativo delle nazioni europee di frenare i flussi migratori. Semplicemente, mancano gli interlocutori locali. Di qui il recente spostamento della maggior parte dei flussi migratori sud-nord dal corridoio orientale (Turchia-GreciaBalcani-Europa centrale e settentrionale) verso quello centrale (LibiaItalia), mentre quello occidentale (Marocco-Spagna) è da tempo ridotto ai minimi termini. La differenza è tutta geopolitica: Turchia e Marocco esistono, la Libia non più. Sicché nel primo caso la Germania, vestendosi come d’abitudine dei colori europei, ha stretto un’intesa con il leader turco Erdoğan, scambiando denaro e promesse di facilitazioni per l’ingresso dei cittadini turchi nell’Ue con il blocco dei flussi mi-
gratori verso l’Europa. Mentre nel caso libico il proliferare di milizie in competizione fra loro per il controllo e la gestione dei traffici rende vana qualsiasi intesa, come quelle promosse dall’Italia con lo pseudo-governo di Tripoli. L’urgenza non è quindi il blocco – impossibile – dei flussi ma la gestione dei migranti in Europa. Qui vige il principio dello «scaricamigrante»: ogni paese cerca di scaricare il problema sul vicino meridionale. Ad esempio, il Regno Unito sulla Francia, la Francia sull’Italia e l’Italia su…nessuno, visto che non c’è più Gheddafi. Questa prassi non salva nemmeno il «furbo» che pensa di servirsi del vicino meno fortunato. Se vogliamo quindi che il nuovo paradigma sociale, culturale e politico europeo che inevitabilmente si produrrà nei prossimi anni sia umano, liberale e relativamente democratico, non ci resta che stabilire insieme un approccio solidale. Perché le dimensioni del fenomeno non sono tali da essere gestite dai singoli, tantomeno se in opposizione l’uno all’altro. Se non lo faremo, il volto del nostro Continente cambierà nel senso opposto ai valori e alle istituzioni che distinguono l’Europa dal resto del mondo.
Il momento è importante anche per il presidente della Repubblica Popolare e segretario del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, che dal 29 giugno al primo luglio dovrebbe condurre la sua prima visita nell’ex-colonia britannica. È in questi giorni e in questi mesi, infatti, che svolge la battaglia politica i cui esiti saranno sanciti dal 19esimo Congresso del Partito che si terrà in una data ancora da definire ma prima della fine dell’anno. In quella sede Xi potrebbe ottenere la riconferma a leader supremo per almeno altri cinque anni (è al potere dal 2012) oppure essere ridimensionato dai suoi numerosi avversari politici – e il primo esito appare di gran lunga il più probabile. La notizia della visita del numero uno non è ufficiale, ma la stampa filogovernativa locale dà per scontato che presenzierà a una parata della guarnigione dell’Esercito Popolare di Liberazione di stanza ad Hong Kong, un fatto che, se confermato, non farà che dare maggior forza alle manifestazioni di protesta già annunciate dai gruppi di opposizione. In questi vent’anni due scadenze sono state fondamentali per il movimento democratico dell’ex-colonia britannica: il 4 giugno, anniversario del massacro di piazza Tiananmen del 1989, e il primo luglio, anniversario dell’handover. La tradizione vuole che entrambe le manifestazioni si svolgano a Victoria Park, una grande estensione di verde sull’isola di Hong Kong.
Quest’anno, quasi a sottolineare l’eccezionale importanza dell’avvenimento, il governo ha negato agli organizzatori la possibilità di usare il parco. Victoria Park, hanno detto, è già stato prenotato da un gruppo filo-Pechino chiamato Hong Kong Celebrations Association. Inoltre, la polizia ha condotto una massiccia esercitazione contro una supposta minaccia terroristica – che in realtà ad Hong Kong non esiste. Il punto di non ritorno nei rapporti tra l’ex-colonia britannica – nella quale sotto la Corona non c’era la democrazia politica ma una relativa libertà era garantita da una stampa agguerrita e da una magistratura indipendente – è stato segnato dal cosiddetto Movimento degli Ombrelli. Un movimento che nel 2014 ha bloccato per quasi tre mesi Central, il quartiere delle banche, delle corporation e degli alberghi a sette stelle, in una protesta contro la politica autoritaria di Pechino. Il movimento ha visto scendere in campo le generazioni dei ventenni e dei trentenni che – contrariamente alle aspettative di Pechino e forse di molti altri – non solo non hanno accettato il sistema autoritario ma, al contrario, hanno sviluppato in modo probabilmente irreversibile un’identità separata e su alcuni terreni antagonista a quella «cinese». Un processo analogo a quello avvenuto a Taiwan dove, a prescindere dall’alternanza al potere tra il Kuomintang, favorevole alla unificazione con la Cina, e l’indipendentista Democratic Progressive Party (DPP), gli ultimi decenni hanno visto un continuo rafforzamento dell’identità «taiwanese», diversa e potenzialmente antagonista a quella dei cittadini della Repubblica Popolare. Tornando ad Hong Kong, la tornata di elezioni che si è svolta nel 20152016 ha visto un successo dell’opposizione nata dal Movimento degli Ombrelli. Il sistema elettorale è solo parzialmente democratico – 35 dei 70 deputati al Legislative Council o Legco, il mini-Parlamento hongkonghese, sono eletti direttamente, i rimanenti vengono scelti dalle «functional costituencies», vale a dire dalle corporazioni professionali dominate dai fedeli di Pechino. Nonostante le limitazioni, sono stati eletti 29 candidati democratici, tra cui una decina di giovani dirigenti del Movimento. Pechino e i suoi alleati locali hanno reagito prontamente, cercando di estrometterli per irregolarità vere o, più spesso, presunte: due di loro, i «localisti» Sixtus Leung – detto
«Baggio» per via della sua grande ammirazione per il calciatore Roberto – e Yau Wai-ching, sono già stati espulsi. Altri, tra cui Nathan Law – esponente del partito chiamato Demosisto e fondato dagli ex-dirigenti del movimento studentesco tra cui Joshua Wong, il più popolare presso la stampa occidentale – sono sotto tiro e potrebbero presto subire una sorte analoga. Pechino è intervenuta direttamente nella vita politica dell’ex-colonia britannica anche in altri modi, arrestando prima quattro editori di libri critici dei leader comunisti, poi uno dei numerosi boiardi di Stato caduti in disgrazia, l’imprenditore Xiao Jianhua: secondo la Basic Law, la cosiddetta «mini-Costituzione» di Hong Kong, la polizia cinese non ha infatti il diritto di compiere arresti nel territorio, ma dovrebbe rivolgersi alla polizia hongkonghese. Vent’anni fa gli architetti dell’handover, il «piccolo timoniere» cinese Deng Xiaoping e il primo ministro britannico Margaret Thatcher, furono salutati come degli statisti lungimiranti. La loro soluzione al problema del passaggio dei poteri che aveva creato panico in Gran Bretagna e nella stessa Hong Kong, fu l’idea che due sistemi fino ad allora considerati antagonisti – quello autoritario comunista in Cina e quello democratico capitalista ad Hong Kong – potessero convivere, almeno per un periodo limitato. Fu così che nacque la formula «un paese, due sistemi». In base a questa idea, Hong Kong mantenne una magistratura e una stampa indipendenti e la sua propria moneta, il dollaro di Hong Kong. Politica estera e difesa furono invece affidate alla responsabilità del governo centrale. Questi principi furono incorporati nella Basic Law, il cui dichiarato «obiettivo finale» è quello di arrivare ad instaurare nell’ex-colonia britannica un sistema pienamente democratico. La transizione avrebbe avuto 50 anni di tempo per realizzarsi, vale a dire fino al 2047. Sembrava la quadratura del cerchio: un sistema semidemocratico che si sarebbe gradualmente evoluto, di pari passo – almeno così si pensava allora – con quello della madrepatria. Tutti avevano in mente Taiwan e la Corea del Sud, paesi asiatici che in un tempo molto più breve si erano trasformati da dittature in vivaci democrazie. In Cina questo non è successo: al contrario, sotto Xi Jinping le tendenze autoritarie si sono rafforzate fino a far dubitare della stessa praticabilità di una formula come «un paese due sistemi».
Manifestanti a Hong Kong commemorano le vittime del massacro di Tienanmen. (AFP)
Helmut Kohl, padre della patria unita L’addio Il cancelliere aveva riunito le due
Germanie e posto le basi dell’integrazione europea Alfredo Venturi Pater Patriae. Così la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» saluta Helmut Kohl (nella foto) dopo l’annuncio della morte a Ludwigshafen, la città palatina in cui nacque ottantasette anni fa e da cui prese le mosse la sua ascesa fino ai vertici dell’Unione cristiano-democratica e del governo federale. La stessa «Faz» riassume i meriti storici del Cancelliere della riunificazione: ha riparato gli errori di Bismarck, così gravidi di conseguenze negative, ha reso possibile e ragionevole il consolidamento dell’amicizia con i vicini francesi. Effettivamente se c’è un’immagine che rappresenta al meglio i sedici anni di governo del Cancelliere è proprio quella di Verdun, mano nella mano con il presidente François Mitterrand, davanti alla sterminata distesa di croci che ricorda il reciproco massacro franco-tedesco della Grande Guerra. La riconciliazione dei due mondi separati dal Reno, dopo secoli di sanguinosa ostilità, è alla base del processo d’integrazione continentale che ha portato all’Unione Europea, e in ultima analisi ha reso la riunificazione tedesca, per riprendere le parole della «Faz», possibile e ragionevole. Perché quando cadde il Muro di Berlino e si prospettò sull’orizzonte della storia la grande Germania unita il mondo ebbe paura, e il Cancelliere seppe sconfiggere quella paura assicurando che «l’Europa è il nostro futuro», e puntando sulla grande scommessa la posta più cara, il marco, prima iniettandolo nell’esausta economia orientale con un azzardato cambio alla pari, quindi imponendo ai tedeschi il sacrificio dell’amatissima valuta nazionale sull’altare dell’euro. Al suo fianco nella spettacolare impresa unitaria un abile Vicecancelliere, il ministro degli Esteri liberal-democratico Hans-Dietrich Genscher. In quegli anni, fra i tumultuosi eventi che portarono alla riunificazione, esitava lo stesso Mitterrand, nonostante Verdun e l’amicizia personale con il Cancelliere. Per non parlare della spigolosa Margaret Thatcher. Fu proprio un periodico inglese a sintetizzare la questione con una famosa vignetta che traeva spunto dalla stazza imponente del capo del governo tedesco, non a caso chiamato dai media «gigante nero» (nero è il colore convenzionale delle Unioni cristiane). Vi erano raffigurati la Thatcher e Kohl dalla cintola in su, la lady di ferro si rivolgeva al suo massiccio interlocutore: signor Cancelliere per favore si sieda, è così grande e ci rende tutti così nervosi... Risposta di Kohl: ma io sono già seduto! Se Londra e Parigi tentennavano, a dare finalmente via libera all’unità furono gli altri due titolari dei diritti sulla Germania ereditati dalla vittoria alleata del 1945: gli Stati Uniti di George Bush padre e l’Unione Sovietica di Michail Gorbaciov. E così il Cancelliere si trovò di fronte alla sfida più difficile, la transizione di quella che era stata la Repubblica Democratica Tedesca verso l’economia di mercato. Fu un passaggio doloroso, che i troppi lavoratori dell’asfittico sistema produttivo comunista pagarono con una disoccupazione diffusa. La prospettiva delineata da Kohl, secondo cui le province orientali sa-
AFP
Hong Kong cinese In occasione del 20mo anniversario dell’handover, il presidente cinese Xi visiterà l’ex colonia britannica, sempre più infastidita dalle interferenze autoritarie di Pechino
rebbero diventate un blühendes Land, un paese in fiore, si allontanò nel tempo, mentre gli immensi costi della riunificazione appesantivano il bilancio federale rafforzando l’ossessione tedesca per le misure di austerità. Certamente Kohl, da governante avveduto, si rendeva conto di questi nodi, ma la sua linea imponeva di anteporre le ragioni politiche a quelle economiche. Pareva convinto, come il generale De Gaulle, che l’intendance suivra. A riunificazione avvenuta cominciano le amarezze. Ecco la sconfitta al voto del 1998: esattamente come Winston Churchill, sconfessato dagli elettori dopo la vittoria, Kohl deve lasciare la Cancelleria che occupava dal 1982; prende il suo posto il social-democratico Gerhard Schröder. Poi esplode lo scandalo dei fondi occulti alla CDU: il Cancelliere ha ricevuto donazioni per il partito e rifiuta di fornire dettagli sui finanziatori. La sua pupilla, una giovane dell’Est di nome Angela Merkel che ha chiamato nel governo come ministro e si è ormai assicurata una posizione influente nella CDU, prende le distanze dal suo mentore. Kohl ha già lasciato nel 1998 la presidenza del partito che occupava da un quarto di secolo, ora si ritira deluso e furente nella sua Ludwigshafen. L’uomo che alcuni considerano il maggiore statista del Dopoguerra era molto legato al quieto carattere della sua città. Amava le tradizioni del Palatinato e soprattutto le ricette di questa terra. La sua passione per la buona tavola lo portava a un sovrappeso eccessivo, del quale si liberava trascorrendo le vacanze pasquali con la moglie Hannelore sulle rive di un lago austriaco dove seguiva una rigida dieta. Tornava a Bonn alleggerito di una dozzina di chili che recuperava rapidamente: responsabile fra gli altri piatti una micidiale specialità di cui era particolarmente ghiotto, il Saumagen, a base di interiora di suino. Comunicativo, gioviale, non privo di una bonaria goffaggine, Kohl era solito salutare gli amici con devastanti pacche sulle spalle. Nell’autunno della sua vita, funestato dal suicidio di Hannelore incapace di sopportare una rarissima allergia alla luce, lavorava all’ultima parte delle memorie coadiuvato dalla seconda moglie Maike. Probabilmente vi esprimeva il suo rammarico per l’Europa dei nostri giorni, figlia deludente del capolavoro diplomatico con cui era riuscito, sulle macerie del Muro, a creare la nuova Germania unita.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
20
Politica e Economia
Si imporrà la nuova Via della Seta? Il mondo che verrà – 1. parte Si stanno ponendo le condizioni
di un Secolo Cinese? O di una guerra Usa-Cina? Molti storici ricorrono a Tucidide per illustrare le dinamiche fra le due superpotenze
Keystone
Federico Rampini Quando andai a vivere a Pechino, in un’antica casa tra i vicoli del centro storico vicino al laghetto imperiale Houhai, la prima cosa che appesi al muro per «arredare» la mia nuova dimora fu una carta geografica. Era una mappa molto diversa da quelle che siamo abituati a consultare noi. Al centro di quel planisfero c’era la Cina. Il resto – l’Europa da una parte, le Americhe dall’altra – era relegato ai due margini, alle estremità: periferie. È molto probabile che una carta del mondo fatta così, voi non l’abbiate mai vista. Mette a disagio, deforma i continenti, si stentano a riconoscere quelle sagome che siamo abituati a vedere dall’infanzia. Eppure è quella la carta geografica che nelle scuole elementari cinesi viene studiata. È la visione confuciana del mondo, con la civiltà cinese al suo centro, tutto il resto sono satelliti che le gravitano attorno, o barbari, soggetti comunque inferiori. Quando mia moglie ed io adottammo tre bambini «cinesi» – o meglio, cittadini della Repubblica Popolare ma appartenenti ad una minuscola minoranza etnica dello Szichuan – accarezzammo all’inizio il progetto di portarli a Pechino, dalla città di Xi-
Azione
Settimanale edito da Migros Ticino Fondato nel 1938 Redazione Peter Schiesser (redattore responsabile), Barbara Manzoni, Manuela Mazzi, Monica Puffi Poma, Simona Sala, Alessandro Zanoli, Ivan Leoni
chang nello Szichuan. Bastò qualche loro breve soggiorno in visita nella capitale per dissuaderci. Gli episodi di razzismo erano quotidiani. I tre bambini venivano riconosciuti come diversi e trattati con un disprezzo rivoltante. Qualche amico ci spiegò che a Pechino li avrebbero ammessi solo in una scuola per bambini con gravi handicap mentali. Ne avremmo fatto degli infelici. Chi crede che il razzismo sia una piaga dell’Occidente, non è mai vissuto in Cina o in Giappone. Pochi popoli sono così imbevuti di una teoria delle propria superiorità, come quelli che appartengono alla civiltà confuciana.
Ben più importante dell’espansionismo russo o del terrorismo islamico è l’ascesa della Cina il vero sconvolgimento del corso della storia Nei miei anni cinesi mi appassionai alla storia di quel paese. Un personaggio in particolare mi affascinava: l’eunuco-ammiraglio Zheng He, che Sede Via Pretorio 11 CH-6900 Lugano (TI) Tel 091 922 77 40 fax 091 923 18 89 info@azione.ch www.azione.ch La corrispondenza va indirizzata impersonalmente a «Azione» CP 6315, CH-6901 Lugano oppure alle singole redazioni
esplorò oceani lontani, più di mezzo secolo prima che i navigatori europei aprissero per noi l’era delle grandi scoperte. Raccontato dai manuali di storia cinesi, Zheng He appare come un eroe benevolo, alla guida di una flotta che esplorava interi continenti senza ambizioni di conquista o di sfruttamento. Ma negli ultimi anni quella visione mitica è stata rivista e corretta: in realtà la flotta di Zheng He intimidiva i paesi visitati per farne dei vassalli arrendevoli. Non arrivò a conquistare e a costruire imperi d’oltremare, solo perché la dinastia Ming dovette ripiegare la sua forza militare sul territorio domestico, minacciata dalle invasioni nomadiche che avrebbero portato alla sua caduta. Questi ricordi storici sono utili per rispondere alla domanda fondamentale del nostro tempo. Ben più importante dell’espansionismo russo o del terrorismo islamico, nel lungo periodo è l’ascesa della Cina il vero sconvolgimento del corso della storia. È inesorabile, è inevitabile, il trapasso dal Secolo Americano al Secolo Cinese? Chi teorizza la «trappola di Tucidide», come lo storico americano Graham Allison di Harvard, si rifà alla guerra del Peloponneso. Nelle parole dello storico greco Tucidide, «fu l’ascesa di Atene e la paura che ispirò a Sparta, a rendere la guerra inevitabile». Allison ha studiato 16 casi negli ultimi 500 anni in cui «l’ascesa di una grande nazione ha minacciato la posizione della potenza dominante»: 12 di quei 16 casi si sono conclusi con una grande guerra. Lo stesso presidente Xi Jinping prende sul serio la «trappola di Tucidide» al punto che l’ha citata più volte nei suoi discorsi. Ammonendo noi occidentali a non cadere in quell’errore. Xi vuole rassicurarci: la Cina – proprio come l’ammiraglio Zheng He nella versione agiografica – sarebbe una potenza benevola. Interessata a favorire gli scambi nell’interesse reciproco: «winwin», un gioco in cui siamo tutti vincitori. Il modello è la Via della Seta. Questo è un termine coniato dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen nel 1877 per descrivere una realtà antichissima, che ha una risonanza evocativa: indica l’insieme di rotte commerciali e carovaniere che congiungevano il Mediterraneo con l’Asia centrale e poi l’Estremo Oriente, dai tempi dell’antica Roma fino al nostro Rinascimento. È quella che attraversò Marco Polo, figlio di mercanti veneziani, per arrivare fino al mitico Catai che descrisse nel suo Milione. La Nuova Via della Seta, proposta dalla Cina al resto del mondo, si propone come l’architrave della globalizzazione 2.0. Se il Secolo Americano si sta chiudendo, il Secolo Cinese si candida a sostituirlo con questo modello pacifico. Il titanico progetto di costruzione di infrastrutture che Pechino «offre» al resto del mondo (pagando buona parte dei costi, stimati oltre i
mille miliardi), non è solo la costruzione di una vasta rete di connessioni per consolidare rapporti economici; è anche la proposta di un modello alternativo a quello americano. Siamo al passaggio delle consegne? In America e nell’intero Occidente si moltiplicano i pentiti della globalizzazione, e alimentano i ripiegamenti nazionalisti. La Cina afferra la bandiera del globalismo, ne pretende la leadership, costruisce le nuove istituzioni per governarla. Xi ha promesso da subito 124 miliardi di investimenti ai 65 paesi coinvolti nel progetto One Belt One Road (detto anche Nuova Via della Seta). Oggi è l’Occidente a fare marcia indietro rispetto al multilateralismo e alla globalizzazione. E non diamo tutta la colpa a Trump. Già Brexit aveva confermato l’inizio di una marcia a ritroso rispetto all’era della costruzione di grandi mercati aperti, ormai contestata da anni sia in Europa che in America. Appena arrivato alla Casa Bianca, Trump ha stracciato il Tpp, nuovo trattato di liberalizzazioni degli scambi con l’Asia-Pacifico a cui aveva lavorato per anni Obama. Il trattato gemello Ttip, fra Usa e Ue, è già da tempo su un binario morto. Prima ancora dell’arrivo di Trump erano gli europei a non volerlo più.
Editore e amministrazione Cooperativa Migros Ticino CP, 6592 S. Antonino Telefono 091 850 81 11
Tiratura 101’614 copie
Stampa Centro Stampa Ticino SA Via Industria 6933 Muzzano Telefono 091 960 31 31
La nuova Via della Seta, proposta dalla Cina al resto del mondo, si propone come l’architrave della globalizzazione 2.0 Riprendendo un cavallo di battaglia della sinistra, Trump in campagna elettorale ha ripetuto più volte: smettiamola di fare il gendarme del mondo, non illudiamoci di esportare democrazia; se c’è una nazione da ricostruire è l’America, le cui infrastrutture cascano a pezzi. Constatazione irrefutabile. Però questo accento sulla «priorità interna» segna una rottura con 70 anni di tradizione globalista degli Stati Uniti. Non è che la Cina sia meno nazionalista, e in quanto a protezionismo può dare dei punti a tutti. Ma ora è Xi Jinping ad ammantare gli interessi nazionali cinesi di una visione che include un progetto da condividere con il resto del mondo. Secondo le stime di Pechino, gli investimenti per la Nuova Via della Seta hanno già creato 180’000 posti di lavoro nei 65 paesi coinvolti, che rappresentano il 62 per cento della popolazione mondiale e oltre un terzo del Pil planetario. Mille miliardi sono una valutazione «prudente» di quel che la Cina stima come volume totale degli investimenti in infrastrutture, dalle ferrovie merci ai porti, dagli oleodotti alle reti elettriche, in una ramificazione che abbrac-
Inserzioni: Migros Ticino Reparto pubblicità CH-6592 S. Antonino Tel 091 850 82 91 fax 091 850 84 00 pubblicita@migrosticino.ch
cia l’Oceano Indiano e il Mediterraneo, il sudest asiatico e la Mitteleuropa. Pechino ha un debito pubblico più alto di quello americano, ma procede lo stesso. Nel suo capitalismo di Stato le joint-venture pubblico-privato sono costanti. Banche pubbliche e grandi imprese statali hanno già stanziato 130 miliardi di dollari per gli investimenti in vario modo collegati alla Nuova Via della Seta. Il globalismo cinese, proprio come quello americano alla fine della Seconda guerra mondiale, avanza costruendo non solo autostrade e aeroporti, ma anche istituzioni per la governance. L’America di Roosevelt disegnò l’architrave della prima globalizzazione a Bretton Woods nel 1944: Fmi, Banca mondiale, Gatt. Poi appoggiò la nascita della Cee. La Cina ha già fatto una prima mossa con l’inaugurazione della Asia Infrastructure Investment Bank. Gli americani usarono gli aiuti del Piano Marshall per legare a sé i paesi alleati, e al tempo stesso farne degli sbocchi per le proprie esportazioni. Xi è già riuscito ad attirare dentro la nuova banca i maggiori paesi europei, sganciandoli dagli Usa che non ne fanno parte. E per la Cina la Nuova Via della Seta apre nuovi sbocchi proprio come il Piano Marshall: a cominciare dalle grandi opere infrastrutturali, dalla produzione di cemento e acciaio, dove la Repubblica Popolare soffre di sovrapproduzione. È un modo per rilanciare la crescita cinese, minacciata al suo interno da bolle speculative, sofferenze bancarie, invecchiamento demografico. Si accompagna alla internazionalizzazione del renminbi, che per la prima volta è stato promosso dal Fmi nel club delle valute globali con dollaro, euro, yen. Il Secolo Americano ebbe la sua dottrina: da un lato vantava la superiorità del binomio formato da economia di mercato e liberaldemocrazia; d’altro lato prometteva benefici ben distribuiti a tutti coloro che aderivano a quel modello. Oggi l’Occidente è pervaso da dubbi e delusioni: con la globalizzazione sono aumentate le diseguaglianze interne, il ceto medio sta franando, i giovani hanno aspettative inferiori ai genitori. La Cina vede il mondo alla rovescia: la globalizzazione ha ridotto le distanze Nord-Sud e ha consentito di creare nei paesi emergenti una nuova classe media di oltre mezzo miliardo di persone. Xi teorizza apertamente la superiorità del suo modello autoritario rispetto al caos politico delle democrazie occidentali. Ma nei maxi-investimenti per la Nuova Via della Seta chi garantisce la sostenibilità ambientale? E in quei cantieri ci saranno diritti sindacali? L’Europa che ha contestato aspramente il globalismo di Obama e il Ttip in nome della salute e della protezione dei consumatori, dovrà mostrarsi altrettanto vigilante di fronte all’avanzata del modello cinese. Abbonamenti e cambio indirizzi Telefono 091 850 82 31 dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 16.00 dal lunedì al venerdì fax 091 850 83 75 registro.soci@migrosticino.ch Costi di abbonamento annuo Svizzera: Fr. 48.– Estero: a partire da Fr. 70.–
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
21
Politica e Economia
«Valore locativo», nodo da sciogliere
Politica dell’alloggio Un’iniziativa parlamentare approvata da una Commissione degli Stati rilancia la discussione
sull’opportunità di abolire questa tassazione e al contempo ogni deduzione da parte dei proprietari di immobili Ignazio Bonoli La tassazione del valore locativo è una delle particolarità del diritto fiscale svizzero. Il valore locativo provoca l’imposta che il proprietario della casa in cui abita deve pagare, come se dovesse affittare un appartamento analogo. Difficile dire se questa sia una delle ragioni per le quali, in Svizzera, il numero di proprietari dell’abitazione è sempre molto inferiore a quello dei locatari. In genere chi acquista (o fa costruire) la propria casa non pensa a questa imposta, ma piuttosto al fatto che dal suo reddito presunto possono dedurre gli interessi da pagare per l’ipoteca, che di regola l’operazione richiede. E sotto questo aspetto, il popolo svizzero è uno dei più indebitati tra quelli dei paesi industrializzati. Non sorprende nemmeno che da anni si tenti di abolire questa imposta, che tra l’altro cozza contro la politica dell’accesso all’abitazione in proprio, ma finora senza riuscirci. Di solito il popolo degli inquilini, stimolato dalle rispettive associazioni e dai partiti di sinistra, vi si oppone con successo, viste le proporzioni numeriche a suo favore. Ma per ottenere un consenso anche più vasto basta ricordare che, a causa della parità di trattamento, gli inquilini dovrebbero poter dedurre la pigione dalle imposte sul reddito. In questo caso la motivazione parte dal fatto che al proprietario è consentito dedurre gli interessi ipotecari e le spese di manu-
tenzione della casa. Per questo si giunge spesso a dire che l’eventuale soppressione del valore locativo risolverebbe un problema, ma ne creerebbe altri. Non solo, ma si argomenta anche che la tassazione del valore locativo corrisponde in realtà al dettato costituzionale della tassazione secondo la capacità economica del contribuente. Sul piano pratico viene spesso messa a confronto la situazione di due famiglie dallo stesso potenziale economico, di cui una abita in casa propria e l’altra deve pagare una pigione di circa Fr. 25’000. – l’anno per l’appartamento affittato e se ne deduce che i costi per il proprietario sono in realtà molto minori. Il che non è sempre vero, a causa del livello dei tassi ipotecari, ma anche del costo del terreno e della costruzione, nonché del capitale necessario all’acquisizione della casa. È però facile pensare che se non vi fosse un margine di guadagno, l’investimento immobiliare non verrebbe effettuato. Non senza creare una certa sorpresa, l’Associazione nazionale dei proprietari di case è disposta a rinunciare al principio, finora difeso, secondo cui, anche in caso di soppressione del valore locativo, la possibilità di dedurre gli interessi ipotecari e le spese di manutenzione deve sempre essere garantita. Fino ad oggi un’alternativa possibile poteva essere quella della deduzione del canone d’affitto dal reddito imponibile. Tuttavia, accettando il principio della deduzione della pigione dal reddito de-
Ogni soluzione al problema dovrà evitare una discriminazione fiscale degli inquilini a vantaggio dei proprietari di immobili. (Keystone)
gli inquilini, in cambio della soppressione del reddito locativo, si sarebbe probabilmente verificato un aumento dei tassi d’imposta, contraddicendo anche il principio di una larga base fiscale, imponibile con tassi il più possibile ridotti. La situazione dovrebbe però ora avere una svolta importante se, come detto, anche i proprietari dell’abitazione
in cui vivono rinunciassero a dedurre gli interessi ipotecari e le spese di manutenzione. La Commissione dell’economia del Consiglio degli Stati, lo scorso febbraio, aveva approvato, senza opposizioni, un’iniziativa parlamentare che chiede un cambiamento del metodo di tassazione del reddito presunto di un’abitazione in proprio. Il metodo dovrebbe tener conto di un tasso d’interesse
medio a lunga scadenza, senza provocare disparità di trattamento fra proprietari e locatari, che possa però anche promuovere l’accesso all’abitazione. L’iniziativa lascia parecchio spazio alle interpretazioni, ma da parte di alcuni membri della Commissione si sottolinea che la modifica non deve ammettere più nessuna deduzione, mentre altri ricordano che la mancata deduzione fiscale delle spese di manutenzione potrebbe compromettere proprio l’accesso alla proprietà dell’abitazione. La proposta incontra però sempre l’opposizione delle associazioni degli inquilini, anche se la deduzione fiscale fosse ammessa per un periodo limitato per i nuovi acquirenti di un’abitazione in proprio. Rispuntano le vecchie divergenze per cui si teme che anche questa iniziativa non riuscirà a conciliare le opposte posizioni. Tuttavia, un metodo che promuovesse l’accesso all’abitazione garantirebbe anche il principio della parità di trattamento sul piano costituzionale. Restano comunque aperti il problema dell’eventuale perdita di entrate fiscali e anche quello del tasso di interesse da prendere in considerazione. Uno studio del 2010 in due cantoni ha dimostrato che con il tasso ipotecario medio del 2,6% gli influssi sul gettito fiscale globale sarebbero relativi. Oggi però con un tasso fiscale medio dell’1,6% vi sarebbero certamente perdite di gettito fiscale. Anche peggio se il cambiamento contemplasse ancora possibili deduzioni. Annuncio pubblicitario
Ready
steady 50 %
50 % 50 %
39.95
19.90
Giacca da trekking da bambino
Piscina per bambini My First Fast Set Spray, vari modelli
Tg. 122–176
Gr. 152 cm × 38 cm
invece di 79.90
invece di 39.90
84.50 invece di 169.–
Scarpa multifunzionale da donna XA Thena GTX N. 36.5–42 Suola Contagrip
74.50
89.–
invece di 149.–
Longboard
40 %
Lunghezza: 96 cm
invece di 159.–
Pattini in linea da uomo Macroblade 80 N. 41–46
59.50
Scarpa da escursionismo da bambino X-Ultra Mid GTX
89.–
invece di 149.–
Monopattino Full Suspension Ruote: 200 mm
50 %
invece di 119.–
40 %
50 %
N. 31–38 Suola Contagrip
Tutte le offerte sono valide dal 27.6 al 10.7.2017, fino a esaurimento dello stock.
Ordina ora online senza costi di spedizione su sportxx.ch
50% di riduzione. su tutti i prodotti
Omino Bianco 50%
2.25 invece di 4.50 per es. Omino Bianco Candeggina Delicata Muschio Bianco 1500 ml
50%
4.15 invece di 8.30 per es. Omino Bianco Salva e Smacchia 10 fogli x 30g
50%
4.70 invece di 9.45 per es. Omino Bianco Essenza Muschio Bianco 2625 ml
In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 03.07.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
23
Politica e Economia
Investimenti sostenibili: una buona azione a buon rendere La consulenza della Banca Migros
MSCI World SRI e MSCI World a confronto 154.36 148.51
150.00
125.00
75.00
MSCI World SRI ai consueti dati finanziari, come ad esempio dettagli sul consumo energetico o sull’attuazione di provvedimenti contro il lavoro minorile nella filiera produttiva. Per questo motivo sempre più imprese iniziano a pubblicare anche dati non fi-
mar.17
set.16
mar.16
set.15
mar.15
set.14
mar.14
set.13
mar.13
set.12
mar.12
set.11
mar.11
set.10
mar.10
set.09
mar.09
set.08
50.00
Fonte: Airbnb, Datahouse, Wüest & Partner
100.00
mar.08
Benjamin Hampl è gestore di fondi e specialista in investimenti sostenibili presso la Banca Migros
Gli investimenti sostenibili godono di una crescente popolarità. Rispetto alle forme d’investimento tradizionali si distinguono per una selezione dei titoli che, oltre a criteri di rischio e rendimento, prendono in considerazione anche aspetti ecologici, sociali ed etici, orientandosi così verso aziende che soddisfano requisiti minimi di responsabilità sociale. In Svizzera alla fine del 2015 191,9 miliardi di franchi, ovvero circa il 7% di tutti i patrimoni gestiti, erano già investiti secondo criteri sostenibili. E questo per un buon motivo, dato che i rendimenti di questi investimenti sono a livello di quelli tradizionali. Lo mostra chiaramente un confronto tra gli indici sostenibili e quelli tradizionali: investendo nell’MSCI World Sustainable Responsible Investing Index (SRI), un indice azionario sostenibile a livello mondiale, dal momento della sua introduzione si sarebbe guadagnato perfino di più che scegliendo un indice con un universo simile ma senza selezione di titoli secondo criteri sostenibili. Investendo in maniera sostenibile si contribuisce inoltre a promuovere il senso di responsabilità sociale ed ecologica nel mondo dell’economia. Per gli investimenti sostenibili i gestori patrimoniali richiedono infatti ulteriori informazioni alle imprese, oltre
set.07
Benjamin Hampl
MSCI World
nanziari. Questa maggiore trasparenza porta anche a una crescente pressione da parte dell’opinione pubblica e costringe le imprese meno sostenibili ad attuare misure di miglioramento. Quindi in conclusione, poiché si dice che bisognerebbe compiere una buona
azione al giorno, non resta che gioire di poter guadagnare anche compiendo delle buone azioni. Se aveste investito nel sopraccitato MSCI World SRI nel settembre 2007, sareste stati ripagati per il vostro investimento sostenibile con un rendimento annuo del 4,25%. Annuncio pubblicitario
33% sul caffè Boncampo in conf. da 4.
conf. da 4
33% Caffè in chicchi e macinato Boncampo in conf. da 4, UTZ per es. in chicchi, 4 x 500 g, 12.50 invece di 18.80 Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
CH10422_DEMI PAGE CUMULUS GARNIER KW26 E7 HD.pdf
3
23/05/2017
10:45
Azione conf. da 2
20%
NIVEA SI PRENDE CURA DELLA BELLEZZA DEI CAPELLI NIVEA.ch SU TUTTI I PRODOTTI NIVEA HAIRCARE & STYLING IN IMBALLAGGI MULTIPLI, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
3 per 2
7.00 invece di 10.50 p. es. Shampoo Volume Care in conf. tripla 3 x 250 ml
conf. da 2
20%
5.10 invece di 6.40 6.30 invece di 7.90 p. es. Balsamo Repair & Targeted Care in conf. doppia 2 x 200 ml
p. es. Spray Styling Ultra Strong in conf. doppia 2 x 250 ml
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
25
Politica e Economia Rubriche
Il Mercato e la Piazza di Angelo Rossi C’è innovazione e innovazione Stando a Robert D. Atkinson, presidente della fondazione «Information Technology and Innovation», un think tank con sede a Washington di economisti che si occupano di politiche pubbliche, con lo svilupparsi della globalizzazione si è avviata nel mondo una corsa per conquistare quello che lui chiama il vantaggio innovativo globale. Su questo tema Atkinson ha scritto libri e tiene conferenze. Nel mondo degli addetti ai lavori, ossia degli economisti, sono molti quelli che oggi condividono il suo modo di vedere. Di qui il moltiplicarsi degli studi sull’innovazione, la sua importanza per lo sviluppo di un’economia e la necessità che le economie avanzate ne facciano un oggetto privilegiato di investimento. Anche in Svizzera, da una ventina di anni, si presta attenzione alla capacità innovativa dell’economia e si cerca di misurare come la stessa vari nel tempo. Lo si fa con rilievi
biennali che vengono eseguiti dall’istituto Kof del Politecnico di Zurigo. Abbiamo di recente presentato e commentato gli ultimi risultati pubblicati che riguardano il periodo 2012-2014. Ora alle ricerche del Kof si è venuto ad aggiungere uno studio di Kai Gramke del Bak di Basilea che ha il pregio di mettere in evidenza due aspetti che, sin qui, non avevano ottenuto ancora molta attenzione. Analizzando le patenti che, annualmente vengono presentate dalle aziende e dagli istituti di ricerca svizzeri, questo autore ha cercato, da un lato di stimare quale sia, nell’insieme delle nuove patenti, la quota di quelle che si possono definire come patenti di «classe mondiale» e, dall’altro, ha cercato regionalizzare i dati riguardanti l’innovazione tecnologica. Che non tutte le patenti conseguite dalle aziende e dai ricercatori svizzeri siano di uguale importanza è facile da capire. Basta visitare
il salone delle invenzioni di Ginevra, che si tiene ogni anno, e mostra i prototipi di migliaia di innovazioni patentate nel nostro paese. Per stimare quante siano le invenzioni di «classe mondiale» Gramke ha identificato 40 tecnologie del futuro delle quali si è servito per classificare una patente o nel gruppo delle patenti di «classe mondiale», per l’appunto quelle delle tecnologie del futuro, o nel gruppo che si potrebbe definire delle patenti con meno impatto sull’economia. Sempre servendosi delle patenti e rilevando il domicilio delle persone che hanno inoltrato la domanda di riconoscimento, Gramke ha poi regionalizzato l’innovazione. Fatto questo lavoro di classificazione e di suddivisione geografica delle patenti, l’esperto del BAK ha tratto una serie di conclusioni. In primo luogo ha potuto stabilire che per quel che riguarda le patenti di «classe mondiale» la Svizzera è uno dei
paesi più avanzati d’Europa. In termini assoluti viene sopravanzata, ma non di tanto, solo da Germania, Gran Bretagna e Francia, che sono nazioni con ben altre dimensioni di quelle del nostro paese anche nel campo della ricerca e dello sviluppo. In secondo luogo ha stabilito che all’interno della Svizzera esistono grosse differenze nella capacità di produrre innovazioni. La regione più innovativa è quella dei due semi-cantoni di Basilea-Città e Basilea-Campagna e questo sia che si considerino l’insieme delle patenti oppure solo il sotto-campione delle patenti «di classe mondiale». Non molto lontano da Basilea si trovano il canton Zurigo e il canton Vaud. In questo caso, ovviamente, è il contributo dei politecnici federali che si fa sentire. Un caso un po’ anomalo è quello del canton Argovia che, in questa classifica, occuperebbe il quarto posto. Di fatto la sua posizione così avanti
nella classifica è probabilmente dovuta solo al fatto che molti ricercatori che svolgono il loro lavoro a Basilea e a Zurigo sono pendolari domiciliati nel canton Argovia, anche se l’attività innovativa delle sue aziende non è disprezzabile. È Il Ticino? Il Ticino, si sa, non ha figurato sin qui tra i cantoni più innovativi in materia tecnologica. La sua quota nel totale delle patenti svizzere del 2015 rappresenta appena il 2,5%. È dunque inferiore alla quota di popolazione. Sorprende tuttavia in bene constatare che la quota di invenzioni di «classe mondiale» nel totale delle patenti sia in Ticino leggermente superiore a quella del canton Zurigo: 10,1% contro 8,3%. Le attività di ricerca e sviluppo delle aziende e delle istituzioni di ricerca ticinese sembrano quindi orientate maggiormente verso un obiettivo qualitativo, ossia quello di ottenere delle patenti di importanza mondiale.
grande occasione per la capitale e per l’Italia, e non solo per i due miliardi di dollari investiti dal Comitato olimpico internazionale. Il bilancio di queste manifestazioni è quasi sempre in rosso, ma non si esaurisce in due settimane: è un formidabile volano di sviluppo e occupazione. Dopo i Giochi 2012, Londra è diventata la città più visitata al mondo, superando New York; Roma, la più bella, non è neanche nelle prime dieci. Per questo la sindaca ha già una prima grave responsabilità: aver detto no a Olimpiadi che Roma aveva quasi vinto. La seconda responsabilità è aver di fatto rinunciato alla metropolitana, mettendo in liquidazione la società che avrebbe dovuto costruirla. È vero che la metro di Roma era la più costosa al mondo; ma bisognava intervenire per ridurre gli sprechi e la corruzione, non per fermare tutto. In questi giorni, nelle ore diurne la capitale italiana è sovraffollata e caotica. Con il buio il centro si svuota. Qualche
sera fa ho fatto una lunga passeggiata tra le 11 e mezzanotte, da Prati a piazza di Spagna. I ristoranti e i bar lungo il Tevere, di solito affollati, erano deserti. Ovunque un sentore insopportabile di orina, alimentato da turisti stranieri che imbrattavano la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte senza che nessuno dicesse loro nulla. Giganteschi gabbiani squarciavano a beccate i sacchi dell’immondizia accatastati da giorni. Una pizzeria un tempo aperta sino all’alba aveva già le sedie sui tavoli. Due giovani di colore, con bottiglie di birra in mano, sbarravano il passo per chiedere soldi (sono considerato razzista se lo scrivo?). In piazza del Pantheon c’erano solo i venditori di dischi fosforescenti, che vista l’assenza di clienti riponevano la merce nei furgoncini parcheggiati nei vicoli per ricominciare la sera dopo. Sono stato dal mio amico Leonardo, originario di Taipei, che ha il miglior ristorante cinese di Roma, di conseguenza molto frequentato dai compatrioti.
Mi ha spiegato che di solito i cinesi in Italia fanno il giro Venezia-FirenzeCapri-Alberobello prima di rientrare a Roma. Si lamentano molto perché la città, come il resto del Paese, è sporca, e almeno uno per gruppo ha subìto un borseggio. Non è bello sentirselo dire; ma onestamente possiamo dare loro torto? Non è certo colpa della Raggi, che è sindaca da un solo anno. Ma la situazione è questa. Ancora dieci anni fa si parlava di modello Roma, in contrapposizione a una Milano che appariva spenta. Oggi è vero il contrario. Non c’è dubbio che ci sia un’esagerazione mediatica, prima in un senso poi nell’altro. Ma la città ha bisogno di una spinta, di riprendere a credere in se stessa, di ripristinare la legalità. Come la Raggi sta tentando di fare anche nelle piccole cose: ad esempio vietando i travestimenti da centurione, che confermano gli stranieri sul carattere pittoresco degli italiani, ma non giovano alla dignità nazionale.
punti di rottura (v. questione giurassiana). Lo Stato federale, varato con la Costituzione del 1848, fu prevalentemente una costruzione voluta dai radicali, espressione di un’élite imprenditoriale urbana e perlopiù protestante; a questa pressione centripeta cercarono di opporsi i cantoni cattolici, fautori del decentramento e delle autonomie. Alla fine dell’Ottocento l’opposizione cattolica si ritrovò tra le mani due strumenti formidabili per arginare lo strapotere radicale: i diritti di referendum e d’iniziativa. Questo campo magnetico è tuttora attivo, basta dare una scorsa ai quotidiani. Non passa giorno senza che cantoni e Confederazione si disputino competenze e responsabilità. Crocefissi, velo islamico, sicurezza interna, profughi, salario minimo… a chi tocca? Chi legifera, chi applica, chi sanziona? Nell’ultimo volume pubblicato dall’editore Dadò nella collana «Le sfide della Svizzera» (Il federalismo svizzero, a cura di Sean Mueller e Anja Giudici), c’è una tabella istruttiva (p. 16) in cui
appaiono le polarità nella suddivisione delle competenze. Da un lato i compiti che spettano perlopiù o esclusivamente ai cantoni (istruzione, cultura, lingue, polizia, sanità), dall’altro le prerogative della Berna federale, con in testa la politica monetaria (Banca nazionale), la difesa, le relazioni estere, le principali reti ferroviarie. Ma c’è un terzo polo, una terra di mezzo, una zona grigia in cui i contorni sfumano. Qui si entra nel campo delle funzioni contese, terreno quindi di possibili attriti tra chi legifera e chi applica. Sono aree che toccano argomenti come le elezioni/votazioni, i rapporti di lavoro, la protezione dell’ambiente, la pianificazione, la concessione della cittadinanza agli stranieri. Perfino l’istruzione inferiore (elementari e medie), storico baluardo sovrano di comuni e cantoni, si ritrova esposta a pressioni crescenti. L’irruzione dell’inglese e la necessità di rispondere meglio alla mobilità intercantonale hanno spronato le autorità a coordinare tempi e programmi. Non una vera e propria
centralizzazione, parola aborrita, ma un’«armonizzazione», ossia l’indicazione di un itinerario caldamente raccomandato. L’altro capitolo delicato riguarda la competizione fiscale e la perequazione finanziaria: due forze divergenti, che potrebbero anche sfuggire di mano e che la Confederazione si sforza di contenere. Anche qui siamo in presenza di un sistema «en marche», bisognoso di continui bilanciamenti e revisioni. Questo sul federalismo è il quarto volume di una collana in lingua italiana di politologia ideata e diretta da Oscar Mazzoleni; in autunno uscirà il quinto, dedicato all’economia elvetica nella globalizzazione. Non è una scommessa da poco. Il mercato per questo genere di saggistica, si sa, è esiguo. Ma potrebbe non esserlo se la «classe riflessiva» (docenti, giornalisti, politici, amministratori) manifestasse maggior interesse per il funzionamento e il destino delle istituzioni repubblicane; in parole povere per la sfera civica, il «vivere assieme», della nostra polis.
In&outlet di Aldo Cazzullo Il degrado di Roma destra, avrebbe un’autostrada davanti. Sì, una di quelle strade a scorrimento veloce che a Roma mancano, per sfuggire all’infernale traffico. Le poche che ci sono, sono state fatte quasi tutte per l’Olimpiade del 1960. L’Olimpiade del 2024 sarebbe stata una
Il giornale.it
Virginia Raggi è sindaco da un anno, come voto si dà 7 e mezzo, ma il giudizio dei romani appare diverso. Anche se il discredito dei partiti tradizionali è tale che oggi forse l’esponente dei Cinque Stelle sarebbe ancora rieletta; ma se emergesse una figura credibile a
Cantoni e spigoli di Orazio Martinetti Il federalismo «en marche» «La Suisse sera fédéraliste ou ne sera pas». Era il 1944 e lo storico Werner Kägi ribadiva con fermezza l’alternativa mentre ancora oltre frontiera infuriava la guerra. In quegli anni cupi altri intellettuali si erano dati come missione quella di ripensare l’architettura del vecchio continente una volta deposte le armi. All’inizio poche e isolate voci: sparuti gruppi, come i confinati all’isola di Ventotene (Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi), economisti come Wilhelm Röpke, attivo a Ginevra, politici come Winston Churchill, autore, nel 1946 a Zurigo, di un vibrante discorso in cui preconizzava la creazione degli Stati Uniti d’Europa. Tutti guardavano alla Svizzera, paese rimasto neutrale, come ad un possibile modello per ricostruire le istituzioni dei paesi inceneriti dal conflitto: impresa non facile, giacché ogni potenza aveva alle spalle storie e tradizioni diverse, che non si potevano omologare o cancellare con un semplice tratto di penna. Sull’ipotesi di una Confederazioneesempio per l’Europa si sono esercitati
in molti, ma finora la riflessione non ha fatto breccia nelle aule di Bruxelles. Nell’Italia di «Roma ladrona» ci provò Gianfranco Miglio, per un po’ sostenuto dalla Lega di Bossi, ma poi il progetto sprofondò nelle sabbie mobili; altrove – come in Spagna – si pensa soprattutto a dividersi (v. Catalogna) e non a ri-amalgamarsi in base allo schema elvetico. Il federalismo non è, insomma, all’ordine del giorno. Le preoccupazioni, attualmente, sono altre: le economie anemiche, la disoccupazione cronica, la gestione dei migranti, l’avanzata dei movimenti nazional-populisti ostili all’euro e all’Ue. Ma il federalismo è un cantiere aperto anche in terra elvetica. Sbaglia infatti chi lo ritiene un costrutto statico, eretto una volta per tutte, e non un meccanismo in perenne movimento, fondato su equilibri instabili. Non è una macchina perfetta, come alcuni ritengono osservandola dall’esterno, ma un meccano che non conosce quiete, attraversato da tensioni e rivendicazioni, spia di un percorso travagliato e non privo di
La nuova rivista di cucina ora alla tua Migros.
SOLO
Fr. 3.00 GRATIS PER I MEMBRI DEL CLUB*
Registrati adesso su migusto.ch e ricevi gratuitamente la tua rivista. PiÚ di 40 nuove ricette ogni numero | Storie di cucina | 10 numeri all’anno * I membri del club Migusto ricevono gratuitamente la rivista attivando il buono digitale.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
27
Cultura e Spettacoli Il talento di Bruno Il 25 giugno il musicista svizzero Bruno Spoerri ha ricevuto l’ambito Swiss Jazz Award. L’abbiamo incontrato per parlare di computer e storia del jazz pagina 29
Una valigia piena di musica Questa settimana ad aprire la propria valigia sarà il mesolcinese Alessandro Ligato, che per i suoni e il loro rapporto con le immagini coltiva una passione particolare pagina 30
Passeggiando per Venezia Mostre Alcune esposizioni collaterali
alla 57esima Biennale di Venezia
Gianluigi Bellei Anche quest’anno a Venezia proliferano le esposizioni. Per raccontarle tutte ci vorrebbe un catalogo apposito. Consigliamo The Bag. The Biennale Arte Guide 2017: qui troverete tutto. Non solo i Padiglioni vari e gli eventi collaterali, come nella guida ufficiale della Biennale, ma anche le altre: da David LaChapelle alla Casa dei Tre Oci a The Boat Is Leaking. The Captain Lied alla Fondazione Prada a Ca’ Corner della Regina. Alla fine il conteggio delle mostre in corso si assesta intorno a 209. Detto questo consigliamo la surreale, stupefacente (e criticatissima) ultima proposta di Damien Hirst divisa tra Palazzo Grassi e Punta della Dogana che mette in mostra «la sua smisuratezza, la sua ambizione e la sua audacia», come scrive François Pinault, in una sorta di grandiosa irrealtà ricreata come reale fra artificio, autenticità e verità. Forse merita una capatina il nuovo Padiglione dell’Iraq che presenta a Palazzo Cavalli, ora Franchetti, otto artisti contemporanei assieme a 40 manufatti archeologici dell’antico Iraq saccheggiati dal Museo di Baghdad durante la guerra contro Saddam, recuperati dall’Interpol e ritornati nel museo stesso. Chi poi fosse stanco del suo solito passaporto, qualunque esso sia, può sempre farsene fare uno nuovo dall’NSK State in Time – a Palazzo Ca’ Tron, sede dell’università IUAV a Santa Croce, fino al 15 luglio – che non si lega ad alcun territorio fisico né ad alcuna nazione. NSK State in Time viene fondato dal collettivo artistico Neue Slowenische Kunst nel 1992 e dall’anno dopo rilascia un passaporto ufficiale. Si può fare anche online da casa: www.nsk-state-pavilion.org. Di seguito alcune proposte, non per forza le più interessanti. Marzia Migliora al Museo di Ca’ Rezzonico
Marzia Migliora si confronta con le opere del Museo di Ca’ Rezzonico che espone il Settecento veneziano. Lo fa interagendo con la storia e la cultura del luogo in un ambiente particolarmente suggestivo. La mostra si intitola Velme, termine che indica «quella porzione di fondale lagunare che emerge
in occasione delle basse maree». Un ambiente a rischio, fra passato e presente. Cinque le installazioni dell’artista dislocate nelle sale; una più affascinante dell’altra, come La fabbrica illuminata che propone dei banchi da orafo sui quali è posizionato un blocco di salgemma. Commercio, forza lavoro, rapporto fra terra e acqua si confondono tra di loro nel portego del primo piano. Fra i dipinti di Longhi, invece, Migliora espone un corno in bronzo dorato per rimarcare la fragilità della natura. Nel dipinto di Longhi, infatti, il rinoceronte senza il suo corno appare come un animale da circo, inerme e indifeso. Ma è in Taci, anzi parla che l’artista svela il suo pensiero. La maschera bianca, detta Moréta, con solo due fori per gli occhi si poteva indossare unicamente stringendo fra i denti una mordacchia. La dama dell’epoca non poteva quindi parlare, come il rinoceronte, bellezza esotica silente. Padiglione della Svizzera
Il Padiglione svizzero con il suo curatore di quest’anno Philipp Kaiser, si interroga sull’assenza di Alberto Giacometti a Venezia. Giacometti non ha mai voluto accettare l’invito di partecipare al Padiglione svizzero perché si riteneva un artista internazionale. I tre artisti scelti lavorano su quest’assenza. Teresa Hubbard e Alexander Birchler con un film raccontano la storia d’amore di Giacometti con Flora Mayo e mediante la ricostruzione di una scultura di Flora, andata distrutta, analizzano la loro collaborazione artistica. Carol Bove, invece, propone delle sculture che si richiamano al lavoro dell’artista: sintetiche, leggere anche se moderne e minimaliste. Basta, però, parlare in Svizzera sempre di Giacometti; è stato meglio il caos sotto il tappeto pulito di Thomas Hirchhhorn di tre biennali fa. Padiglione dell’Italia
Dopo i Padiglioni italiani degli ultimi anni, caotici, inconcludenti, veramente miserevoli, quello di quest’anno ha una parvenza di accettabilità. Tre gli artisti proposti da Cecilia Alemani: Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey. Tre personaggi fuori dagli schemi ufficiali
Sculture di Carol Bove esposte in Women of Venice al Padiglione svizzero. (Courtesy of the artist, David Zwirner New York/London, Maccarone New York/Los Angeles)
dell’arte, un po’ come la curatrice. La mostra si snoda attorno al pensiero dell’antropologo salernitano Ernesto de Martino il quale si è occupato anche di rituali magici nel volume, appunto, Il mondo magico. I tre artisti rifuggono una narrazione documentaristica per immergersi in una visione trasfigurata della realtà. Suggestivo il lavoro di Roberto Cuoghi che con il suo Imitazione di Cristo propone un’officina nella quale si fabbricano oggetti devozionali – dei crocifissi – realizzati in loco mediante riproduzioni meccaniche ad alta tecnologia. Peccato che il compito dei padiglioni nazionali dovrebbe essere la rappresentatività della scena artistica appunto nazionale e che anche quest’anno il tema e gli artisti scelti sembrino del tutto soggettivi.
Shirin Neshat
L’artista iraniana è in mostra con 26 delle 55 fotografie della serie The Home of My Eyes. Immagini statiche, frontali su sfondo nero che ritraggono persone del variegato Azerbaijan. Tutte in posa, molte con le mani intrecciate in una sorta di preghiera. Uno spaccato silente e immobile dell’umanità e della cultura di un popolo ricco di etnie, religioni e lingue diverse. Neshat fa a modo suo, in forma toccante, introspettiva, che tradisce l’amore e la sofferenza per questo mondo affascinante e martoriato. I volti sono sovrascritti a inchiostro con le parole dei personaggi raffigurati o le poesie di Nizami Ganjavi, poeta iraniano del XII secolo. Nella sala accanto è proiettato il video Roja, del 2016. I ritratti, esposti come in una quadreria dell’Ot-
tocento, sono situati alla fine del percorso museale nella grande Sala delle quattro porte. Dove e quando
Marzia Migliora. Velme. A cura di Beatrice Merz. Museo di Ca’ Rezzonico, Dorsoduro 3136. Fino al 26 novembre. www.carezzonico.visitmuve.it Padiglione svizzero. Women of Venice. A cura di Philpp Kaiser, Giardini. Fino al 26 novembre. www.prohelvetia.ch Padiglione Italia. Il mondo magico. A cura di Cecilia Alemani, Arsenale, Tese delle Vergini. Fino al 30 settembre. www.ilmondomagico2017.it Shirin Neshat. The Home of My Eyes. A cura di Thomas Kellein, Museo Correr San Marco. Fino al 26 novembre. www.correr.visitmuve.it
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
28
Cultura e Spettacoli
Il palco sulla luna
Il programma Venerdì 14 luglio
Macklemore & Ryan Lewis
Intervista A colloquio con Leo Leoni dei Gotthard: la band terrà
uno storico concerto in Piazza Grande il 22 luglio
Special Guest: J-Ax & Fedez Enza Di Santo
Sabato 15 luglio
Zucchero
La più celebre rock band svizzera torna a calcare il palcoscenico di Moon&Stars con un nuovo repertorio tratto dal dodicesimo album in studio, Silver, con alcune delle loro «greatest hit» e molte sorprese. Il chitarrista Leo Leoni ha concesso ad «Azione» un’intervista ricca di risate in cui parla della tournée in corso con alcune (piccole) anticipazioni e qualche curioso aneddoto.
Special Guest: LP Domenica 16 luglio
Söhne Mannheims
Iniziamo dal fatto che i Gotthard compiono 25 anni.
Ormai sono già 25 e mezzo!
Il vostro 12esimo album in studio è uscito il 13 gennaio e siete già in tournée, come sta andando?
SpecialGuest: Andreas Bourani, Lo & Leduc
Siamo in giro per tutta Europa e sta andando molto bene, è tutto rose e fiori. Quando ci hai chiamato qualche settimana fa, eravamo in Repubblica Ceca al Metalfestival Open Air di Plzeň. È il posto in cui è stata prodotta la prima birra Pilsner: è stato davvero un bel concerto e c’erano circa 12’000 persone.
Lunedì, 17 luglio
Gölä
Caspita, grandi numeri!
La fortuna di suonare nei festival è anche un po’ questa, il pubblico è ampio. Ormai noi siamo inseriti nel circuito musicale già da qualche anno però partecipare ai grandi festival europei permette di farsi conoscere anche da gente nuova: per noi è molto importante.
Fino alla luna! Sarebbe bello essere la prima rock band che fa un concerto sulla luna oppure su una stazione spaziale, non pensi? Prima o poi succederà, e sarebbe qualcosa di diverso dal solito: anche se il biglietto d’entrata potrebbe essere un po’ caro, ma non fa niente. Voi ormai siete affermati: come si affronta il palco dopo 25 anni di carriera, considerando il fatto che avete avuto diversi cambiamenti anche rispetto alla vostra formazione?
Come affrontare il palcoscenico? Bene o male, come sempre: ti concentri e vai fuori, fai in modo che tutto vada bene. Ripassi le tue parti prima di salire sul palco; se hai il sole in faccia devi mettere gli occhiali da sole. Non per fare la rock star di turno, ma proprio perché altrimenti ti accechi. Ho un indimenticabile ricordo di un vostro concerto a Lugano in cui diluviava e c’erano anche le cornamuse. Steve Lee ed Hena si sono esibiti in una sorta di battaglia a suon di cassa e rullante con le batterie. È stato un concerto davvero eccezionale.
Sì, era il concerto degli Swiss Harley Days. Ogni tanto portiamo con noi
Biglietti in palio 25 coppie di biglietti per il 25mo dei Gotthard In occasione di Moon and Stars 2017 Migros Ticino offre ai lettori di «Azione» 25 coppie di biglietti per il concerto dei Gotthard in programma sabato 22 luglio. Per prendere parte al concorso occorre telefonare mercoledì 28 giugno dalle ore 10.30 al numero 091 850 82 76. La partecipazione è riservata a chi non ha beneficiato di vincite in altri concorsi promossi da «Azione» negli scorsi mesi. Buona fortuna!
© martinhausler
Infatti siete spesso in Spagna, della Germania non ne parliamo neanche, in Bulgaria, in Austria, ovviamente in tutta la Svizzera e persino in Svezia... Fin dove vorreste espandere i vostri orizzonti in futuro?
Special Guest: Trauffer
qualcosa di particolare: in quel caso proprio le cornamuse. Il concerto a cui ti riferisci è stato il penultimo con Steve ed è stato registrato, diventando un album.
Il 22 luglio, sul palco di Moon&Stars ci sarà qualcosa di simile, in grande stile?
Non posso anticipare molto, però posso dire che sarà uno show diverso dall’ultima volta che ci siamo esibiti a Moon&Stars, l’occasione in cui c’è stata la presentazione di Nic. Da allora sono usciti due dischi. Sarà sicuramente una bella serata, perché credo molto in quello che facciamo e soprattutto credo nel nostro pubblico. Ci saranno brani nuovi e «best of»: Heaven sarà speciale. Sono sicuro che le emozioni voleranno, com’è sempre stato sul palco di Moon&Stars. A quante edizioni avete suonato?
Mi sembra due volte, purtroppo il mio archivio mentale è un po’ confuso perché noi abbiamo suonato a Locarno ben prima di Moon&Stars. Cosa rappresenta per voi il palcoscenico di Moon&Stars?
In Ticino è sicuramente una delle manifestazioni più importanti, specialmente per lo scenario poprock. Essere ospiti in un festival del genere, che ha un certo prestigio, fa sempre piacere. Inoltre è un festival organizzato alle nostre latitudini, e il pubblico di casa è sempre il pubblico di casa. Bisogna anche aggiungere che Locarno ha una forte affluenza di spettatori dalla Svizzera tedesca che sono in vacanza e vengono a vedere le performance di diversi artisti. È importante specialmente che ad un evento di questo tipo possano accedere soprattutto le band svizzere e ticinesi, per la continuità della musica. E spero che in futuro qualcuno faccia le nostre veci a Locarno. Tra gli artisti in cartellone c’è qualcuno che ti piacerebbe conoscere perché artisticamente interessante o perché sembra simpatico?
Il tour occupa una grande fetta di tempo e non so bene chi ci sia, però penso che Sting ha avuto una grande influenza nella storia della musica e sicuramente il suo è un concerto da
vedere. Poi penso sia un grande uomo.
Parliamo un po’ del vostro album, Silver, ovvero argento: perché questo titolo? Si tratta di un modo per celebrare il vostro 25esimo anno insieme, come delle nozze d’argento?
Sì, quando abbiamo terminato la registrazione del disco ci siamo accorti che la sua uscita sarebbe caduta proprio a 25 anni dall’uscita del nostro primo disco Gotthard. Wow, idea! Il giubileo, l’anniversario,... ecco le nostre nozze d’argento. Addirittura avevamo pensato anche a Silver Wedding, matrimonio d’argento, poi abbiamo preferito il titolo «light», Silver così accompagna anche i nostri capelli ormai grigi! (Ride) (Risata) Non siete mica così vecchi! Almeno altri 25 anni... potreste puntare alla longevità dei Rolling Stones...
Con tutto rispetto per i Rolling Stones, non è la mia aspirazione puntare alla loro longevità, c’è un tempo per tutto. Come artista è chiaro che mi piace l’idea di una lunga carriera, però non so... a un certo punto si lascia spazio ad altri. A noi i Rolling Stones ora non interessano, parliamo ancora di voi. Per ora in programma avete un unica tappa in Ticino, a Locarno, ne prevedete delle altre?
Abbiamo sempre fatto una data in Ticino per presentare gli album, indipendentemente dal tour e così sarà anche quest’anno a Locarno. Bisogna capire un paio di cose: il Ticino è una realtà un po’ a sé. Ci sono 300mila abitanti, ciò che, confrontato con altre realtà urbane, lo rende poco più grande di una cittadina. Quindi se si vuole organizzare un concerto con un po’ di gente non la si disperde, ma la si concentra in un’unica data in un’unica città ticinese. Ma... verso fine anno ci saranno delle date particolari. Probabilmente faremo uno show al Lac di Lugano, come un paio d’anni fa, però ancora non si sa che dimensione avrà. Insomma, ci saranno delle apparizioni! Qual è la traccia che preferisci di Silver?
È difficile dirlo perché durante i tour si fanno 4 o 5 pezzi nuovi e poi il pubblico vuole sentire le «hit», inoltre Silver è davvero un disco completo, pieno di
colori, di moods. È un album un po’ per tutti, sia per i fan che ci seguono da sempre sia per quelli nuovi che ci hanno scoperto nella versione «due» con Nic come cantante. Comunque sicuramente mi piace suonare Tequila Symphony No. 5 e Stay with me, che è un bellissimo pezzo.
Martedì 19 luglio
Jamiroquai
Special Guest: Seven Mercoledì 19 luglio
Sting
Ha anche un gran bel video, che è girato...
...A casa mia! (Ride) Sto scherzando, è girato al castello di Wiessenstein in Baviera. Perché quel luogo?
L’abbiamo scelto perché è bellissimo ed era proprio l’ambiente che cercavamo.
A proposito di questo video ho una curiosità: sono sempre stata appassionata dei Guns ’n Roses, e il tuo assolo di chitarra fuori dal castello mi ha ricordato quello di Slash nel video di November Rain. È un’associazione arbitraria?
Ti è venuto in mente per via della ripresa aerea: comunque la scelta non è stata casuale, è stata molto pensata. Si tratta di un’omaggio a Slash?
No, è per dire a Slash «guarda che ci sono anch’io!» (Ride) In realtà quella scena con la ripresa aerea avrei voluto farla sul monte Tamaro: magari un giorno la farò. Però visto che Slash usciva dalla chiesetta volevo rispondere uscendo dal castello. Come vi trovate con Nic? Cosa è cambiato?
Bisognerebbe chiedere a lui come si trova con noi (ride). Nic non è un clone di Steve: abbiamo cercato qualcuno che avesse un proprio stile, un suo modo di gestire i brani, ma che si amalgamasse. Volevamo dare continuità ai progetti iniziati ed è quello che stiamo facendo. State facendo più che bene. Ho un’ultima domanda: è vero che uscirà presto un vostro docufilm?
Per quanto riguarda il docufilm è vero, si sta finendo il montaggio. Siamo molto curiosi perché abbiamo subìto ore e ore di riprese, e ancora non l’abbiamo visto. Sarà ufficializzato e nelle prossime settimane dovrebbe essere presentato. Allora, ora la domanda te la faccio io: preferisci Slash e la chiesetta, o Leo e il castello? (Ride)
Special Guest: Tom Odell Giovedì 20 luglio
Amy Macdonald
Special Guest: Züri West Venerdì 21 luglio
Imagine Dragons
Special Guest: Clean Bandit Sabato 22 luglio
Gotthard
Special Guest: Krokus Biglietti su www.moon and stars.ch e su www.ticketcorner.ch. Info: www.moonandstars.ch
Moon and Stars, Locarno, dal 14 al 22 luglio 2017
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
29
Cultura e Spettacoli
Uno storico che suona il sax JazzAscona 2017 Lo Swiss Jazz Award premia quest’anno l’attività musicale e la ricerca di Bruno Spoerri
Alessandro Zanoli Bruno Spoerri, classe 1935, è uno dei pionieri del jazz svizzero. Oltre ad essere un ottimo sassofonista è anche un didatta e un ricercatore d’esperienza. È opera sua, tra l’altro, il più importante libro sulla storia del jazz in Svizzera mai pubblicato, Jazz in der Schweiz. Geschichte und Geschichten (il Ticino vi figura grazie a un bel saggio di Aldo Sandmeier). L’occasione di interpellare Spoerri ce la offre quest’anno il conferimento al musicista zurighese dello Swiss Jazz Award 2017. Il premio gli è stato consegnato ad Ascona, durante il festival jazz (www.jazzascona.ch). Bruno Spoerri, come si sente a JazzAscona, patria del jazz classico, uno sperimentatore come lei? Quali sono i suoi rapporti con questo tipo di jazz «tradizionale»?
Beh, le mie prime esperienze di contatto con il jazz erano state con Nat King Cole... poi sono arrivati Stan Kenton, Gerry Mulligan, Duke Ellington, Count Basie, Lionel Hampton e il Jazz at the Philharmonic. I miei primi idoli (dopo Charlie Parker) erano Lee Konitz, Gerry Mulligan e questa musica degli anni 50 e 60 è ancora alla base di tutto ciò che faccio. Ho suonato per anni dixieland e swing, ho persino militato in gruppi blues e rock e potrei mettermi a farlo anche oggi. Ad Ascona ci presenteremo con un gruppo e un repertorio che si ispira alla musica degli anni 50: con ciò voglio proprio mostrare che la storia del jazz possiede una propria continuità interna. Il premio che le è stato assegnato considera i lunghi anni della sua presenza nella scena jazz nazionale, ma anche il suo importante ruolo di studioso e storico del jazz. Come entra la storia del jazz nella sua musica, e in che modo il suo lavoro di compositore ha influenzato la sua scrittura?
La musica che si ama da giovani rimane per tutta la vita come base per ogni esperienza musicale. Quindi il centro della mia musica rimane legato al be bop, al cool jazz e all’hard bop. Come
docente di Storia del jazz nella Jazz School di Lucerna ho imparato moltissimo sui musicisti delle origini e questo mi ha permesso di superare molti pregiudizi sulla loro opera. Da lì poi è nato anche il mio interesse per una più approfondita ricerca sulla storia del jazz: mi sono accorto del fatto che molto di quanto è successo nella storia del jazz svizzero potrebbe andar perso se non viene raccolto ed elaborato. Inoltre, credo che il mio essere musicista mi abbia evitato alcuni errori, compiuti da ricercatori che non possiedono una vera pratica strumentale.
Uno dei tratti più importanti del jazz svizzero è il suo alto coefficiente di sperimentazione: gli svizzeri insomma, in campo musicale, sembrano molto avventurosi...
La Svizzera ha permesso a numerose personalità originali di svilupparsi. Ciò ha forse una relazione con il fatto che da secoli non abbiamo avuto dei regnanti a cui doverci piegare, o forse c’entra anche la dimensione ridotta della nostra terra. D’altro canto si può dire forse che la radicalità è un altra forma (se non l’inverso) del conservatorismo. Fino agli anni 80 come musicista jazz era praticamente impossibile sopravvivere. Si doveva necessariamente essere polivalenti, e in questo modo si sono allargati gli orizzonti dal più ristretto ambito jazzistico. Musicisti come George Gruntz, Pierre Favre, Hans Kennel e altri hanno cercato sempre nuove vie di espressione. Io stesso ho esplorato altre dimensioni artistiche grazie al mio lavoro di compositore. Altrettanto importanti si sono dimostrati i contatti con l’estero. Noti ad esempio che quasi tutti i migliori batteristi svizzeri hanno lavorato all’estero. Una delle cose mi ha sempre molto incuriosito è il suo penchant per l’elettronica e l’uso del computer nel jazz: non esiste una contraddizione tra la libertà espressiva jazzistica e la rigidezza della programmazione elettroacustica?
Da bambino pensavo che da grande mi sarebbe piaciuto diventare un mago. Mi piaceva il clown Michele Cemin, che sapeva suonare molti strumenti
Durante la sua carriera ha sperimentato molti generi musicali e in particolare la computer music. (Keystone)
contemporaneamente. Questo vale ancora oggi. Vorrei incantare con la mia musica. E voglio poter suonare molti oggetti contemporaneamente. La mia musica elettronica è diversa da ciò che fanno gran parte degli altri compositori. Non utilizzo elementi precostituiti e non mi nascondo dietro il computer. Lo chiamo «Computer Assisted Jazz» e ciò significa che improvviso usando il computer come aiuto per l’espansione delle mie possibilità. La programmazione significa per me costruire strumenti con cui posso inventare spontaneamente della musica. E io so di saper suonare con tutti quei musicisti che sanno improvvisare. In ogni caso ha funzionato con Marco Zappa, Julian Sartorius, con la rapper Big Zis, con DJ inglesi, percussionisti indiani e africani, ecc.
Facciamo finta che insieme al Jazz Award gli organizzatori di JazzAscona le permettano di realizzare un suo sogno impossibile: una jam session con un sassofonista
famoso, uno dei grandi del passato. Chi sceglierebbe tra Lester Young, Eddie Harris e John Coltrane?
Senza alcun dubbio Lester Young. Per le sue melodie apparentemente semplici, il suo swing innato, la sua forza espressiva, il suo uso misurato delle note. Mi piace molto Coltrane, ma non ho mai voluto suonare come lui: il mio modo di improvvisare è legato all’armonia. Non sono mai riuscito a familiarizzare con l’improvvisazione modale. Eddie Harris mi è piaciuto molto durante un periodo della mia vita, e attorno agli anni 70 ho anche cercato di suonare come lui, ma non mi ha mai toccato intimamente come Lester Young. Del resto ho suonato molte volte con Dexter Gordon, e non mi sono mai sentito così piccolo come vicino a lui... Che impressione ha della scena jazzistica attuale, in particolare in rapporto ai giovani musicisti che escono dalle scuole di jazz?
Penso sia importante che i giovani
musicisti percorrano la loro strada e non rimangano legati alle vecchie forme musicali. Oltre a questo però devono conoscere la storia del jazz, altrimenti ripeterebbero cose, reinventerebbero cose che esistono già da tempo. Il problema dei giovani musicisti è che hanno studiato molto, sanno così tanto da fare un po’ fatica a capire chi siano veramente. È una cosa che ho osservato spesso; musicisti ad esempio che vogliono suonare hard bop ma pensano che per avere un sound della West Cost basti suonare forte e in modo rozzo. Questo dipende anche dalla circostanza che non possono misurarsi con i musicisti veri che suonavano quello stile: lo conoscono solo di seconda mano. Il jazz è sempre stato come una spugna, che assorbiva gli influssi esterni, e deve rimanere così. Non è così importante che nome gli si dà (persino la canzone che ha vinto di recente il festival Eurosong viene ritenuta jazz...) ma è importante che rimanga vitale.
L’irrequieta visione della realtà Mostre La Galleria Wolf di Ascona ospita le opere più recenti di Renzo Ferrari Alessia Brughera Da sempre Renzo Ferrari non elude la sfida di conoscere e interpretare il mondo che lo circonda. Il percorso dell’artista di Cadro è caratterizzato da un continuo confronto con la sfera sociale, esplorata nei suoi mutamenti, nelle sue contraddizioni e nelle sue ambiguità. Osservatore accorto e critico, Ferrari viene stimolato dalle vicende del vivere, in cui sa introdursi con un approccio impetuoso ed esplicito proprio per sviscerarne gli aspetti più profondi. La sua non è una mera registrazione di ciò che accade nella realtà in continuo mutamento, è un penetrare le situazioni critiche, le tragedie della storia, i malesseri collettivi per ricercarne le cause e indagarne gli effetti, filtrando tutto attraverso una visione interiore che sa fondere la dimensione intima con quella comunitaria. Più che appropriato, dunque, il titolo della mostra ospitata negli spazi della Galleria Wolf di Ascona, che presenta una selezione di dipinti realizzati tra il 2015 e il 2017 racchiudendoli sotto la definizione Busillis Time, a sottolineare come per l’artista il rapporto con il proprio tempo, oggi più che mai arduo
e dolente, costituisca il punto focale della sua poetica. Le opere esposte sono gli esiti più recenti di una traiettoria che si pone come composita e irregolare fin dagli anni Sessanta, quando il pittore è già ben introdotto nel contesto artistico milanese che lo porta a maturare un linguaggio personale capace di aprirsi senza pregiudizi a stimoli sempre nuo-
Renzo Ferrari, Robert Walser in Land, 2016, olio e digitale su tela.
vi. Una complessità inevitabile, quella di Ferrari, specchio di quel suo curiosare incessante tra le pieghe del reale, di quel suo relazionarsi con differenti eredità culturali e di quel suo avvalersi di molteplici tecniche per dare forma concreta al mondo esterno («il mondo allargato») così come lo percepisce lo sguardo interno. La pittura aspra e concitata di Ferrari si alimenta di suggestioni carpite ai maestri antichi, agli espressionismi nordici, alle correnti dell’Informale, all’arte africana e al graffitismo americano, mescolate tra loro con un vitalismo potente che si affida al gesto rabbioso e al colore audace. Una pittura che è passata attraverso l’incontro con l’opera di Alberto Giacometti e che ha percorso tracciati esistenziali, che è sfociata in «periodi neri» e che è tornata all’esplosione cromatica, diventando col tempo, e con sempre maggiore consapevolezza, luogo di incontro tra gli accadimenti della storia e l’esperienza del quotidiano. L’artista riesce così a sondare a fondo il legame tra segno e materia, e a esprimere quella tensione mai sopita che prende possesso dei suoi dipinti in uno spazio straripante che tutto fago-
cita e in cui la figura sembra perdersi. Ferrari catapulta l’essere umano nell’estensione indefinita e fluttuante delle sue grandi tele, lo travolge nel vortice del pigmento vivido e delle tracce ingarbugliate facendone l’incarnazione dello squilibrio. È difatti negli ultimi anni, come testimoniano le opere in mostra ad Ascona, che la relazione con i drammi del nostro secolo si è fatta questione ancor più pregnante per Ferrari. Le sue composizioni gremite vengono disseminate di allusioni e di richiami espliciti alle pagine più desolanti della storia recente, lavori pittorici in cui le tinte selvagge e le immagini sincopate si accompagnano a frasi che rafforzano il messaggio per lo spettatore, in un tutt’uno indistinto che fonde figura e parola senza un ordine gerarchico. In dipinti quali Cartolina da Lampedusa o Diary Aleppo, entrambi del 2016, temi come la migrazione, la guerra e l’omicidio di massa vengono indagati dall’artista con lucido senso critico, senza indulgenze o pietismo, ma con la ruvida lealtà di chi riflette amaramente sugli scempi perpetrati ai danni della dignità umana e su come tali nefasti avvenimenti ci vengono raccontati,
storpiati da un meccanismo che vuole pilotare le nostre coscienze. In queste opere dal segno aggressivo il colore si fa penetrante sia quando deflagra in tonalità brillanti sia quando si barrica in tinte tetre, conferendo alla superficie della tela la fisionomia di uno scenario palpitante. Nella pittura di Ferrari c’è però anche spazio per ritrovare una condizione più personale da cui far emergere i riferimenti alla sfera famigliare o alla propria cultura eterogenea e raffinata. Ne è un esempio, nella mostra asconese, l’opera intitolata Robert Walser in Land, tela dedicata allo scrittore svizzero a cui l’artista si sente particolarmente vicino. Sul dipinto compare una citazione tratta da La passeggiata, forse il testo più emblematico di Walser: una scelta certamente non casuale, questa, perché l’affinità tra i due consiste proprio nel meditabondo vagabondare tra le circostanze della vita. Dove e quando
Renzo Ferrari. Busillis Time, opere 2015-2017. Galleria Wolf, Ascona. Fino al 2 luglio 2017. Orari: me-sa 14.00-18.30. www.galleriawolf.ch
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
30
Cultura e Spettacoli
Ligato e il fascino del suono
La musica va in vacanza Alessandro Ligato, personaggio musicale
della settimana, è cresciuto a Grono, molto vicino a ogni suono Zeno Gabaglio Alessandro Ligato – biografia
Sono nato il 14 agosto del 1980 e due minuti dopo è nato mio fratello Danilo. Insieme siamo cresciuti a Grono, in Val Mesolcina: il suono del bosco da una parte e lo scrosciare del fiume Calancasca dall’altro. Io sono un creatore di immagini e mio fratello di suoni, discipline diverse che ci hanno però visto studiare assieme cinema a Brescia e poi all’Accademia di belle arti di Brera: io fotografia e lui materiale sonoro. Oltre ad avergli spesso rubato i suoni più inusitati negli anni ho collaborato a svariate iniziative musicali, dalla discografia alle manifestazioni. Per me il suono è parte di tutto e il tutto – che sia fiume, disco, concerto o battito cardiaco – a me decisamente piace. Valigia musicale – testo
1. «Crêuza de mä» di Fabrizio de André – Succede che si ascolta musica, si è adolescenti e per caso nel marasma tra metal e cantautorato un incontro rende ogni cosa diversa per sempre. Per me lo è stato la scoperta di Crêuza de mä: un disco che ha aperto mondi sonori e linguistici lontanissimi, il Mediterraneo non era più un mare ma un ponte verso il resto del mondo. Negli anni ho poi sondato i vari sentieri della sperimentazione sonora, ma qualcosa mi riporta sempre lì, ai suoni dei popoli. Proprio questa tensione mi ha spinto a organizzare – con altri giovani della regione – un festival di musiche dal mondo a Roveredo, il 1° luglio: Grin Festival.
2. Radio mangianastri dai colori sgargianti – Per diversi anni, in gioventù, le grigliate al fiume erano animate con una radio mangianastri dai colori inesprimibili a parole. Tra acqua, fumo delle grigliate e colpi sui sassi quella radio emetteva spesso suoni veramente strani. Poi sono arrivati supporti audio più tecnologici, e solo pochi anni fa – per dar seguito all’ennesima creazione del visionario Vasco Viviani, ovvero l’etichetta OBR – mi è toccato resuscitare dal fondo della cantina la vecchia radio. La musica prodotta da Viviani è infatti quella che piace a me, ma lui la pubblicava solo su musicassetta e l’unico modo per ascoltarla era la vecchia radio delle grigliate. Non saprò mai se la riproduzione sia davvero fedele, ma continuo ad ascoltarle lì e le cassette suonano vive e profonde. 3. «La jetée» di Chris Marker – Lo guardavo e non ci credevo, lo ascoltavo e ci credevo ancora meno, non pensavo potesse esistere qualcosa di così scarno e ricco allo stesso tempo. Questo cortometraggio del 1962 composto da foto-
grafie e colonna sonora ti fa dimenticare che il cinema è movimento. L’immagine statica viene animata e resa fluida dai suoni, nella breve durata del film smetti di ascoltare e di guardare, ma dolcemente ti perdi nell’iper-stimolazione dei due sensi sovrapposti. 4. Cuffie e registratore di classe semiproletaria – Per il mio primo lavoro tra fotografia e suono dovevo registrare il suono di un’accetta che scava un tronco, prima di fotografarlo. Mi avevano prestato registratore, microfono e cuffie di qualità discreta, ma appena accesi è accaduto il miracolo: i rumori attorno a me apparivano amplificati nel volume e nella forza. Me ne sono andato in giro per il bosco tutto il pomeriggio, tra incredulità ed esaltazione perché ogni cosa aveva suono e ogni oggetto sembrava diventare strumento musicale. Per chi si occupa regolarmente di suono può sembrare banale, ma la prima volta non si scorda mai. 5. «A Love Supreme» di John Coltrane – Quando ancora frequentavo la scuola propedeutica ho avuto come insegnante di musica Christian Gilardi, ora responsabile musicale della RSI. Stabilita un’affinità che si potrebbe dire elettiva, mi chiese se mi sarebbe piaciuto aiutarlo per una cosa chiamata Altrisuoni. Il nome mi piaceva e per questo accettai, imparando a conoscere la più importante etichetta di musica jazz che la Svizzera italiana abbia mai avuto. Christian mi fece conoscere A Love Supreme: ascoltandolo e riascoltandolo ho capito che l’amore è un sentimento alto, sublime e supremo.
Annuncio pubblicitario
Assapora il gusto particolare di Adria-Grill
In vendita nelle maggiori filiali Migros.
Il potere della malinconia
Musica I l ritorno di Aimee Mann e del suo
cantautorato fortemente introspettivo è come una boccata d’aria fresca
Benedicta Froelich Per quanto riflessioni del genere possano rievocare le varie «frasi fatte» con le quali persone non più giovanissime amano denigrare il presente tramite paragoni con un passato sovente idealizzato, chiunque sia avvezzo a scrivere recensioni musicali con una certa regolarità non può comunque negare la veridicità di un semplice concetto: ovvero che oggi, nell’arco di un intero anno di ascolti discografici nell’ambito pop-rock, il numero degli album che restano davvero impressi nella mente (e nel cuore) dell’ascoltatore si può contare sulle dita di una mano. È quindi sempre una gioia incappare in un esempio di cantautorato americano emotivamente ricco e palpitante come quello offerto da un lavoro quale Mental Illness, ultimo sforzo della 56enne virginiana Aimee Mann; e del resto, la sua autrice si è sempre distinta per la coerenza artistica che, fin dagli esordi – avvenuti negli anni ’80 come cantante della band new wave dei ‘Til Tuesday le ha consentito di mantenere un profilo qualitativo molto alto, permettendole di dipingere con mano sicura e grande acume la propria personale visione degli sconvolgimenti emotivi insiti nella contraddittoria condizione umana. Questo nuovo lavoro non fa eccezione, dal momento che, fin dal titolo, l’album si presenta come un’amara riflessione sulle sofferenze alle quali qualsiasi anima anche solo minimamente sensibile va incontro nell’arco del proprio tormentato percorso esistenziale; un approccio che si riflette anche nella connotazione musicale del disco, quasi esclusivamente a base di arrangiamenti acustici, in marcato contrasto con il precedente lavoro dell’artista, il rockeggiante Charmer (2012). Non è un caso che la stessa Aimee abbia definito Mental Illness «il mio album più triste e lento», e d’altronde il sapore folk che lo pervade dalla prima all’ultima traccia certo contribuisce non poco al carattere intimista e introspettivo del CD, a tratti caratterizzato da atmosfere ipnotiche e quasi ossessive, tali da spingere l’ascoltatore a perdersi nei meandri della malinconica concezione del mondo offerta dall’autrice. Da parte sua, anche l’irresistibile copertina pittorica, realizzata da Andrea Dozno, asseconda tale impressione, offrendoci un’arguta allusione a uno strano «mostro» peloso, curiosamente sorridente – il quale potrebbe rappresentare la terribile e falsamente confortante familiarità della malattia mentale citata nel titolo,
Il contorno migliore per qualsiasi piatto alla griglia. Con paprika, melanzane e spezie squisite.Vegetariano, sano e buono!
Podravka Ajvar è in vendita alla tua Migros
Mental Illness, un album da ascoltare, nonostante il titolo.
così come l’innocua rassegnazione di un qualsiasi outsider, o «diverso». Il senso di estraneità che tutto ciò sembra trasmettere si palesa così fin dalla traccia d’apertura del CD, l’aggraziata Goose Snow Cone, ermetica riflessione sulla solitudine e l’isolamento interiore; e l’intera tracklist dell’album si sviluppa su sentimenti affini, passando dalle dolorose prese di coscienza descritte in pezzi quali gli amari You Never Loved Me e Simple Fix al totale disincanto del brano di chiusura, Poor Judge. Certo, bisogna dire che, dal punto di vista compositivo e interpretativo, non tutte le tracce dell’album sono sostenute da egual forza; tuttavia, nonostante la sottile debolezza di alcune soluzioni melodiche o ritmiche, il pathos che Aimee mette in ogni singolo pezzo è sufficiente a conferire al lavoro un’intensità in grado di travalicare qualsiasi apparente mancanza tecnica – come si avverte in brani musicalmente non troppo originali, eppure assai vibranti, quali lo struggente Stuck in the Past («avevo delle speranze, ma questo solo perché / la speranza era il pozzo presso il quale tu ti trovavi»), e l’altrettanto bruciante Philly Sinks, parabola sulla disillusione che inevitabilmente accompagna i nostri maldestri tentativi di ignorare la realtà qualora questa si riveli troppo dolorosa. In tal senso, l’album si basa interamente su narrazioni di questo tipo, ovvero caratterizzate da un carattere inquieto e disilluso: un esempio perfetto ne è Lies of Summer, in cui un paio di versi bastano a riassumere quello che è da sempre l’orrore dell’establishment psichiatrico – «perché una volta che ti infilano una camicia da notte di carta / di te non rimane alcuna traccia, come se non ci fossi mai stato» – mentre l’ironico e ammiccante Patient Zero (e, su un piano più lieve, il cadenzato Knock It Off ) costituiscono un’eccezione, trattandosi di brani ritmati dalle sfumature pop più «leggere» e spensierate. Ma ciò che permane lungo tutto il disco è anche l’eccellenza delle liriche, che regalano momenti intriganti e toccanti nella loro allusiva semplicità, fatta di frasi brevi e concise, ma sempre fortemente evocative: ciò fa sì che, seppur Mental Illness non possa probabilmente definirsi un capolavoro a tutto tondo, la sua coerenza e potenza emotiva lo rendano una fatica artistica di grande vigore e, soprattutto, dall’eccelsa sincerità compositiva – lo sforzo di un’artista matura e da sempre lontana dalle facili lusinghe commerciali, che ha ancora molto da dire e da offrire al suo pubblico, in barba a ogni convenzione di stampo radiofonico o promozionale.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
31
Cultura e Spettacoli Rubriche
In fin della fiera di Bruno Gambarotta Come cambia la biografia dell’autore Felice Rossello, chiusa la sua stagione di autore televisivo, ne traccia un bilancio nel libro Il lato B della cultura: la TV, con prefazione di Fabio Fazio e postfazione di Bruno Voglino. È un testo dalle molte sfaccettature, autobiografiche, storiche e saggistiche sulla natura del mezzo televisivo. Un aspetto che attira la nostra attenzione è il racconto del gioco del caso che ha sempre un posto di primo piano nelle nostre vite, anche se siamo riluttanti a riconoscerlo. Felice Rossello è di Savona, città fucina di molti talenti televisivi; insegna latino e greco nel liceo classico Gabriello Chiabrera e dà lezioni private allo studente Fabio Fazio che manifesta un precoce talento come imitatore. Quando, dopo aver superato una selezione, è ingaggiato in questo ruolo nel programma Loretta Goggi in quiz, realizzato negli studi milanesi della Rai, propone al suo professore di aiutarlo a scrivere i testi e Felice, stimolato dalla curiosità, accetta. È l’inizio di un lungo sodalizio che culminerà in un programma fortunato e per molti versi rivoluzionario, Quelli che il calcio…,
ideato da Fabio Fazio, in diretta, sempre da Milano, prima su Rai 3 e poi su Rai 2. La novità, clamorosa, consiste nel fatto che a scandire i tempi della narrazione prevista dalla scaletta del programma (interviste, collegamenti esterni, scenette comiche, esibizioni di artisti) siano dei fatti esterni imprevedibili e casuali, cioè i goal che irrompono dalle cronache radiofoniche di Tutto il calcio minuto per minuto. Il grido «Goal!» in arrivo dagli stadi rompe e frantuma l’ordinato svolgersi del programma e introduce nello studio il vento della realtà esterna. L’altra dirompente novità consiste nell’ospitare in studio personaggi di varia natura, non per la loro competenza maturata in anni di applicazione, ma nella veste di tifosi di una squadra di calcio, dalla suora al chirurgo, al banchiere ed ex ministro, che diventano ben presto personaggi di un teatrino che si rinnova di settimana in settimana. Non era stato facile convincere Angelo Guglielmi, allora direttore di Rai 3, a varare il programma e nel farlo aveva dato un decisivo contributo Carlo Freccero, altro savonese illustre, attual-
mente consigliere d’amministrazione della Rai. Va detto che, da buon ligure che non si monta la testa, Felice Rossello non ha mai smesso il suo lavoro di insegnante e l’impegno di allenatore della squadra di basket. Uno dei tanti riflessi del memoir di Rossello è il ritratto dell’autore dei testi di un programma televisivo di intrattenimento; chi è fuori da questo mondo immagina l’autore chino sulla tastiera del computer intento a scrivere un copione che consegnerà ai committenti del programma. Una volta approvato il testo, e nel caso apportate le modifiche richieste, il suo lavoro finiva lì. L’autore avrebbe visto la realizzazione del suo lavoro sul televisore di casa, come un qualunque spettatore. Un tempo era così, fino alla metà degli anni 70, quando la Rai operava in regime di monopolio e tutto quello che era destinato a essere letto o recitato davanti a una telecamera doveva prima essere scritto e approvato dagli addetti di un servizio che pudicamente era etichettato come «Segreteria tecnica» e di fatto svolgeva il
ruolo di censura preventiva alle dirette dipendenze del direttore generale Ettore Bernabei, in un ufficio collocato non a caso al settimo piano di viale Mazzini, accanto a quello del direttore. Durante quel decennio lavoravo in quel palazzo, nella direzione della prima rete; d’accordo con i miei capi, andavo in vacanza nel mese di luglio e ad agosto restavo a presidiare i nostri uffici. Nel frattempo nel vicino Teatro delle Vittorie si registravano le puntate di Studio Uno, il varietà del sabato sera che sarebbe andato in onda nell’ultimo trimestre dell’anno per la regia di Antonello Falqui. Il copione di ogni puntata aveva le dimensioni di una guida telefonica. Nel caso in cui qualche scenetta comica avesse fatto riferimento anche alla lontana all’attualità politica, bisognava farla approvare e io avevo l’incarico di leggerla al telefono al direttore Bernabei in vacanza dalle parti di Orbetello per avere la sua approvazione. Dovevo chiamare dopo le sedici per non rovinare la siesta. Non è mai successo che Bernabei chiedesse di introdurre qualche modifica, segno che per gli autori
l’autocensura funzionava egregiamente. Già trenta anni fa, il copione di Fantastico ’87, condotto da Adriano Celentano, consisteva in due fogli di carta A4, con l’elenco dei «numeri» previsti e della loro durata presunta. Per incassare i diritti Siae gli autori avevano affidato a una copisteria l’incarico di registrare ogni singola puntata del programma e di sbobinare il relativo testo scritto. Dovevano trascorrere anni prima che la Società degli Autori accettasse la registrazione. Ora l’autore dei programmi di intrattenimento è uno che partecipa a tumultuose riunioni di redazione, sapendo che se propone un’idea è poi incaricato di realizzarla, accompagna in trasferta le troupe, pronto a introdurre modifiche al volo, sosta in studio dietro alle telecamere, con fogli di cartone e pennarelli, per mandare messaggi al conduttore, suggerendo domande, segnalando i tempi per non sforare. La sua ricchezza è l’agenda con i numeri di telefono segreti per raggiungere le personalità da invitare in trasmissione. Con tutto ciò, il suo resta uno dei più bei lavori del mondo.
del coro a lui è certo dovuta, un bel po’). Mi ha intervistata, due mesi fa, che cosa ci fa una filosofa al coro degli stonati? Divertente e affettuoso, contraccambio e intervisto anche io, più informalmente, sono pur sempre una filosofa. Così, all’Auditorium, prima che i milletrecento lo riempiano, tra una prova e l’altra gli chiedo come sia nata e come sia andata questa avventura. «Un disastro», mi dice e mi sorprende. «Un disastro dal punto di vista giornalistico», precisa con quella erre arrotata così Milano per bene. «Mi sono iscritto per tentare l’impossibile, non sono mai riuscito a cantare. Poi ho pensato di scriverne, convinto che avrei raccontato di figuracce, stecche, pianti». Insomma, scene comiche o drammatiche, a seconda dei punti di vista. Invece? «Invece abbiamo imparato a cantare! E senza fatica, serenamente, come se fosse del tutto naturale». Un metodo innovati-
vo e stupefacente? No, concordiamo, semplicemente trattare gli stonati, per dirla meglio coloro che non sono mai riusciti a cantare, come persone che possono imparare, con lo stesso metodo che si usa per gli intonati e, certo, molta molta pazienza. Lo sa bene Tommaso, voce da tenore, che insieme a un collega dalla voce di basso (molto più stonato di lui, s’ha da dire) ha provato per mesi un assolo: una manciata di note che introduce Banana boat e che richiede i due solisti. Ogni giovedì, Maria Teresa e il pianista hanno fatto ripetere ai due, senza impazienza, quel «re» iniziale, perché tutto, o molto, è nell’inizio. «Insomma si impara l’accettazione serena di un proprio limite» ribadisce Tommaso: non siamo portati per il canto, non canteremo mai come gli intonati, però qualcosa possiamo farla anche noi. E qui si riprende il tema di prima: saggi, esibizioni, presentazioni. Foto, video,
commenti, tutto quello che facciamo deve essere superlativo perché poi viene da noi commercializzato. Dash laverà anche più bianco, come diceva la vecchia pubblicità, ma le mie vacanze sono migliori delle tue. Ho visto posti più belli, ho vissuto più rischi e avventure, oppure più lussi e comodità, ho esercitato sport più nuovi e acrobatici, ho mangiato più cavallette (blah, non mi convincerete, non è vero che sono come le aragoste, non scherziamo). Che pace, in questa rincorsa autopromozionale, trovarsi con persone che sanno di non saper fare qualcosa, qualcosa che ad altri viene invece facilmente. Senza umiliazioni, ma riscoprendo il sublime gusto del fare non per raggiungere vette o per essere migliori di altri, il fare – meglio che si possa, sapendo che è sempre un meglio relativo – per fare, cantare per cantare, serenamente. Non cantano così anche gli dei?
perciò uno che sta scrivendo non sarà mai solo abbastanza, e mentre si scrive non ci sarà mai silenzio abbastanza intorno a lui, e la notte non sarà mai notte abbastanza». Tempo della vita (le letture che abbiamo fatto), tempo del lavoro e tempo della narrazione (epico, storico, autobiografico…). Il secondo capitolo, dedicato allo stile e alla struttura, è il capitolo-chiave. E comincia con questa frase di Cyril Connolly, il critico e scrittore che fu compagno di scuola di Orwell: «Meglio scrivere per se stessi e non avere pubblico che scrivere per il pubblico e non avere se stessi». Per chi si scrive?, è una domanda non oziosa, equivale più o meno a: perché si scrive. «Se scrivo è perché certe cose non vogliono separarsi da me come io non voglio separarmi da loro»: è la bellissima considerazione di Cristina Campo. Attenzione, avverte Tuzzi: la struttura non è la trama e lo stile non è il ritmo. In Flaubert può cambiare il ritmo di romanzo in romanzo, ma
lo stile è sempre quello, un timbro inconfondibile. Il suo. La letteratura consiste nello stile e «l’assenza di stile si riconosce alla prima pagina», come sostiene Breton. Lo stile non è il bello scrivere né, per usare un’espressione di Proust, il tentativo goffo di evitare «la triste poltiglia dei che». L’ipotesi di Tuzzi è affascinante: «lo stile sta tutto tra ciò che intendo dire e i mezzi di cui dispongo per dirlo». Ogni scrittore deve crearsi una sua lingua come un violinista il proprio suono. Per Proust i libri sono come getti artesiani: «si alzano solamente all’altezza pari alla profondità a cui sono scesi». Lo stile richiede rigore e regole. Prima avvertenza: diffidare del proprio (presunto) talento. Tra le schede autobiografiche scritte da allievi di una famosa scuola di scrittura, Tuzzi è andato a scovare questa: «CL è nato il 26 agosto 1971. Da quel giorno soffre di vertigini ma non smette di volare». Talento letterario? No, slogan di autopromozione di bassa
lega. Detto ciò, non bisogna trascurare il lettore: la letteratura è anche un’arte di seduzione. L’incipit deve agganciare, anche quando non ha funambolismi: «Era tarda sera quando K. arrivò. Il paese era affondato nella neve». Un altro capitolo-chiave è il quarto: «Dire, non dire, da chi farlo dire». Una questione di voce. «Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973». Chi parla? La vittima di un serial killer in Amabili resti di Alice Sebold. Ci vuole un bel coraggio a far parlare un morto per un intero romanzo. Si rischia il fallimento. L’uso della polifonia può aiutare, ma bisogna chiamarsi Faulkner per scrivere Mentre morivo, dove i punti di vista e le voci narranti sono molteplici e i personaggi prendono forma grazie a ciò che ne dicono gli altri. Risultato: un capolavoro sulla polvere, cioè sulla morte, cioè sulla vita. Poco (o niente) a che vedere con il giallo dei giallisti.
Postille filosofiche di Maria Bettetini Stonare in coro è meglio Milletrecento persone c’erano, ad ascoltare noi centoventi cantanti stonati, cioè cantanti del Coro degli Stonati. Lo scorso sabato l’evento, che molti avrebbero voluto passasse magari più in sordina, è stato celebrato da radio, giornali, televisione. Il mondo stupisce davanti alla dichiarazione di non capacità, non efficienza, non dote naturale: partecipi al coro solo se non sei intonato. Mentre i genitori anche per quest’anno hanno pagato il tributo ai saggi dei figli, tutti futuri ballerini, giocolieri, musicisti, attori, mentre a breve ci prepariamo all’ascolto delle prodezze compiute in vacanza da protagonisti di ogni età, a Milano si ritrovano gli «stonati», da sei anni all’Auditorium di largo Mahler, quello dell’Orchestra Verdi. Che poi qualcuno lo sarà meno di altri, sennò come si può a mettere in piedi un qualsivoglia canto? Non credo infatti che sia vero ciò che Maria
Teresa, la coraggiosa e brava maestra del coro, va sostenendo, che non esistono stonati, ma solo bambini vittime di un trauma: alcuni sono proprio stonati (anche tra gli appartenenti al coro), io per esempio ho imparato un poco a cantare con gli altri, ma da sola non so rifare nemmeno una battuta delle non impossibili musiche cantate l’altra sera. Ma che bella, l’altra sera. Tutti in nero, cantori dai diciotto agli ottant’anni, docenti universitari e portinai, giornalisti e pensionati di quelli che se non sono al coro vanno a seguire i lavori per strada. A proposito di giornalisti: mica ti trovo al coro nel turno del giovedì (stonati e pure principianti) il Tommaso, che eravamo insieme alla scuola dell’Ordine, alcuni decenni fa? Adesso lavora al «Corriere della Sera» e dopo essersi iscritto al coro ha deciso di darne un settimanale ragguaglio sulla pagina web del giornale (un po’ della fama
Voti d’aria di Paolo Di Stefano Scrivere in tutti i colori «La narrativa riguarda tutto ciò che è umano e noi siamo fatti di polvere, dunque se disdegnate d’impolverarvi non dovreste tentare di scrivere narrativa». È un pensiero della scrittrice americana Flannery O’Connor che si trova in esergo a un libro molto ricco, interessante, utile: Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore, scritto da Hans Tuzzi e pubblicato da Bollati Boringhieri (5½). Il titolo trae in inganno, perché in realtà il colore non c’entra niente (ecco spiegato il mezzo voto d’aria in meno). Non è un vademecum e (per fortuna) non pretende di sostituire un corso di scrittura. È semplicemente un libro sulla letteratura vista e raccontata da chi la fa, non da chi la vuole analizzare. Tuzzi è infatti, oltre che un conoscitore della storia del libro, un ottimo autore di romanzi gialli, tra i migliori che ci siano in Italia (il commissario Norberto Melis è un suo famoso protagonista seriale). In questo saggio sui generis, diviso in dieci capitoli, Tuz-
zi mette a frutto anche la sua passione di lettore onnivoro di classici e non solo. Niente regole e precetti (nonostante il titolo), perché «chi sente il bisogno di un prontuario cui attenersi, è meglio che lasci perdere: la letteratura non è un compitino». L’esperienza di Tuzzi ci guida nello scrivere romanzi attraverso quel che hanno detto, del loro lavoro, gli autori: dunque non meravigliatevi se questa rubrica (come il libro di Tuzzi) è un collage di belle frasi sulla letteratura pronunciate (o scritte) da grandi scrittori. Già il capitolo iniziale, «Prima di scrivere», ci mette su questa strada: «In letteratura è come in teologia: valgono le sole domande. O meglio: è l’intelligenza delle domande che costringe a elaborare risposte all’altezza». Tuzzi utilizza tutto il suo sapere. Cita Agostino sul tempo, essendo la letteratura una questione di tempo: «Se nessuno mi chiede cos’è, lo so; se devo spiegarlo a chi lo chiede, non lo so più». E Kafka: «Scrivere significa aprirsi a dismisura;
Da giovedì 29.6 fino a sabato 1.7.2017.
50%
6.50 invece di 13.–
Cosce di pollo Optigal al naturale in conf. speciale Svizzera, al kg, offerta valida dal 29.6 all’1.7.2017
Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 29.6 ALL’1.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
33
Idee e acquisti per la settimana
shopping Un ricco picnic... a chilometro zero!
Attualità Con i Nostrani del Ticino freschezza e genuinità si assaporano al sole
1
7
8
9 2
5
6
Flavia Leuenberger
4
3
Con la bella stagione che avanza, i picnic sono tra le attività più gettonate per passare dei bei momenti con gli amici. Basta poco, con una coperta e un bel prato verde il gioco è fatto! Niente di meglio che prodotti freschi e 100% ticinesi per rifocillarsi mentre si ammira un bel paesaggio. Ingredienti che fanno poca strada, genuini. Da Airolo a Chiasso, è lunga la lista dei produttori delle specialità firmate Nostrani di Migros Ticino. Un ampio ventaglio di prelibatezze locali e tradizionali che soddisfano le esigenze di ogni palato, come il salame, il prosciutto crudo e la pancetta arrotolata prodotti da Salumi del Pin di Mendrisio, disponibili già tagliati a fette e ideali per imbottire le micche di pane ticinese. I salamini al Merlot si prestano benissimo per la preparazione di spiedini ru-
stici, soprattutto se alternati a del buon formaggio dell’Alpe Fortunei prodotto ad Airolo da Danilo Peter. Per questo formaggio, come per la formaggella della valle di Blenio prodotta dal Caseificio del Sole di Aquila, si impiega solo latte di mucche che pascolano libere nutrendosi di erba e fiori di montagna. Sono questi a conferire il caratteristico aroma che contraddistingue questi deliziosi prodotti caseari. Nell’assortimento dei Nostrani del Ticino non ci sono solo formaggi e salumi, ma anche tanti ottimi ortaggi di stagione come per esempio cetrioli, ravanelli e pomodorini cherry, perfetti per dare una nota croccante e fresca alle insalate. A dissetare le buone bibite della Sicas di Chiasso, come la tisana alle erbe officinali e la gazosa al mirtillo. Il bello dei Nostrani del Ticino, è conoscere volti dei produt-
tori delle specialità ticinesi e i luoghi dove si svolgono le varie fasi della filiera. Sostenere l’economia locale, riducendo l’impatto ambientale dei propri acquisti, non è mai stato così gustoso! / Luisa Jane Rusconi
Nostrani del Ticino in degustazione Fino al 17 settembre 2017 ogni giovedì, venerdì e sabato vi aspettano golose degustazioni di prodotti Nostrani del Ticino per tutti i gusti, nelle filiali di Agno, Locarno, Serfontana, Grancia, S. Antonino e Lugano. Non perdetevi questo appuntamento con la bontà!
Alcuni esempi: 1 Pan Nostran 300 g Fr. 2.20 2 Alpe Fortunei al kg Fr. 32.80 3 Tisana Nostrana Bio 50 cl Fr. 1.90 4 Formaggella Ra Crénga Dra Vâll Da Brégn ca. 450 g, al kg Fr. 24.–
7 Salame nostrano affettato, 100 g Fr. 4.30 invece di 5.40 8 Pancetta nostrana affettata, 100 g Fr. 4.30 9 Prosciutto crudo nostrano affettato, 100 g Fr. 6.70
Ravanelli nostrani al prezzo del giorno
5 Gazosa nostrana ai mirtilli 28 cl Fr. –.85
Cetrioli nostrani al prezzo del giorno
6 Salamini al Merlot nostrani 100 g Fr. 3.50 invece di 4.40
Pomodori Cherry nostrani al prezzo del giorno
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
35
Idee e acquisti per la settimana
Piccole bontà che fanno del bene
Attualità Da questa settimana da Migros Ticino potrete gustare mirtilli e more
prodotte dalla Fondazione Orchidea di Riazzino
Paolo Jauch, responsabile dell’azienda agricola della Fondazione Orchidea. (Vincenzo Cammarata)
Alcuni utenti della Fondazione Orchidea durante la raccolta dei mirtilli.
L’azienda agricola della Fondazione Orchidea è stata costituita nel 1982 con scopo sociale: il suo intento è di promuovere l’integrazione di persone con diverse difficoltà in realtà lavorative. «La coltivazione di ortaggi e frutta è un mezzo con il quale vogliamo costruire un ambiente lavorativo che consenta ai nostri utenti di realizzarsi professionalmente, ciò rappresenta
la base di una più ampia integrazione sociale», spiega Paolo Jauch, responsabile della struttura di Riazzino. L’azienda attualmente impiega 25 utenti che si occupano della produzione di diverse tipologie di ortaggi e bacche. Con il supporto di alcuni educatori qualificati, lavorano su una superficie di 20 mila metri quadri coltivando melanzane, insalate, zucchine, verze,
fragole, mirtilli, ribes, more, lamponi e persino meravigliosi fiori. «Per noi» prosegue Paolo Jauch «un obiettivo importante è quello di offrire ai consumatori dei prodotti di qualità» In questo contesto la coltivazione avviene secondo i criteri della produzione integrata, ossia con l’utilizzo di sostanze fitosanitarie solo in caso di reale necessità.
Mirtilli Ottima fonte di vitamina C, E e K, queste perle blu hanno un sapore leggermente acre dovuto alla presenza di tannini. Il colore dei mirtilli è dato dalla presenza di antociani, sostanze coloranti naturali utili nel proteggere le cellule. I mirtilli sono ideali per preparare confetture e gelatine, e deliziosi con una spolverata di zucchero ed un po’ di limone.
More Più acidule dei cugini lamponi, le more devono essere consumate rapidamente perché si deteriorano velocemente. Queste bacche nere si possono congelare facilmente: basta adagiarle su una teglia, quindi congelarle per poi trasferirle in un sacchetto una volta surgelate per non schiacciarle. Le more sono apprezzate in sciroppi, composte, confetture, gelatine e per la preparazione di smoothies.
Novità
Cotto nel forno di pietra.
2.90 Rombo dal forno di pietra Pain Création, bio 300 g
In vendita nelle maggiori filiali Migros. Da questa offerta sono esclusi gli articoli già ridotti. OFFERTA VALIDA SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
20x PUNTI
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
37
Idee e acquisti per la settimana
Le settimane del gusto
Attualità Fino al 9 luglio in alcuni ristoranti del cantone si tiene la rassegna gastronomica
Flavia Leuenberger
dedicata all’apprezzata carne svizzera di Migros. Ritratto del Grotto Pergola di Giornico
Il Grotto Pergola di Giornico è uno dei 13 ristoranti ticinesi che partecipano alle settimane del gusto Migros. Durante l’evento il grotto proporrà un piatto speciale a base di carne svizzera cucinata al grill: lo spiedone di cappello del prete (Picanha) con verdure miste e
salsine fatte in casa. Da oltre 50 anni il Grotto Pergola è il luogo ideale per staccare dalla routine quotidiana e concedersi un momento di pace e buongusto nella natura. La cucina è tradizionale semplice e genuina, esalta i sapori dei prodotti perlopiù locali. L’ ambiente fa-
migliare e atmosfera d’altri tempi contraddistinguono questo grottino situato in via Cribiago nel bellissimo villaggio di Giornico. Fiorella Macullo, titolare e cuoca, accoglie cordialmente gli avventori in ogni momento della giornata, tanto che i suoi fornelli sono ininterrot-
tamente pronti per cucinare dalle 11 alle 22, sia polenta che brasato, risotto, minestrone, un piatto nostrano di affettati e formaggi oppure un dessert fatto in casa: al Grotto Pergola potrete soddisfare l’appetito a qualsiasi ora. Ma il Grotto ha altre particolarità. Grazie alle sue 3
camere doppie è il Bed & Breakfas ideale per chi desidera trascorrere qualche giorno di svago in Leventina, inoltre vengono proposti regolarmente emozionanti concerti jazz nel nuovo spazio dedicato alla musica dal vivo. www.carnemigros.ch
Tutto l’occorrente per il tuo viaggio! Grazie al nuovo set Borotalco non dovrai più preoccuparti di aver dimenticato qualcosa prima di un breve viaggio o durante lo svolgimento del tuo sport preferito. Ideale per il bagaglio a mano e per la borsa sportiva, il pratico set trasparente contiene tutto il necessario perché tu possa goderti pienamente le vacanze all’insegna della freschezza, della morbidezza e dell’igiene, il tutto con l’inconfondibile profumo di Borotalco. Il set contiene: un gel doccia, una crema vellutante, un olio bagno-doccia velveting all’argan e mandorla e l’irrinunciabile deodorante spray Original. Corri a procurartelo!
Set da viaggio Borotalco Fr. 7.50 In vendita nelle maggiori filiali Migros
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
38
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
39
Idee e acquisti per la settimana
La molteplicità delle bacche
Piacere del gusto
Tra i migliori amici Le bacche sono i frutti estivi per eccellenza. Combinate in modo inusuale con altri frutti, il loro aroma si sprigiona con sfumature particolarmente ricercate
Pesche Non è solo il colore della succosa pesca a offrire un ottimo complemento ai mirtilli. Con la sua spumeggiante acidità e la succosità che la contraddistingue arrotonda piacevolmente il gusto dei mirtilli.
Per tutti i gusti
Maggiori informazioni sul gusto: www.piacere-delgusto.ch
La molteplicità di bacche dell’assortimento Migros brilla con i suoi colori seducenti e offre nel corso dell’intera estate frutti di bosco da agricoltura svizzera. Con le bacche bio e le selezionate bacche extra tutti trovano ciò che desiderano – sia per lo spuntino, per il dessert a base di frutta o per fare prelibate marmellate. E naturalmente sono disponibili tutti i giorni, fresche e fino alla chiusura.
Testo Claudia Schmidt
Succosa, dolce e leggermente aspra, dal profumo gradevole e intenso, la fragola è ottima al naturale, con zucchero e limone, con panna o gelati. È utilizzata anche nella preparazione di risotti e salse agrodolci.
Jurgita Di Pietrantonio è un’appassionata intenditrice di bacche, sia a livello professionale che privato. È consulente di vendita presso il reparto frutta e verdura di Migros Giubiasco.
Jurgita Di Pietrantonio
«Meglio al naturale»
In qualità di consulente in frutta e verdura Jurgita Di Pietrantonio se ne intende di bacche. Per questi piccoli frutti ha però anche una grande predilezione personale Intervista Claudia Schmidt
Quante varietà di bacche proponete attualmente?
Al momento offriamo fino a otto qualità di frutti di bosco. Quali bacche provengono dalla Svizzera?
Dipende sempre dal periodo dell’anno. Fino al mese di aprile i frutti di bosco provengono dall’estero, poi arrivano le prime fragole svizzere. Non si può mai definire con precisione a partire da quando. Al momento abbiamo quattro varietà di bacche di produzione svizzera, alcune anche biologiche. I mirtilli e i mirtilli bio sono invece di produzione ticinese. Cosa sono esattamente le bacche extra?
Le bacche extra sono più grandi e vengono selezionate in modo che tutti i frutti abbiano una dimensione uniforme. Come conservare al meglio le bacche a casa?
È meglio consumare le bacche al più presto. Se si desidera conservarle un po’ più a lungo è opportuno riporle in frigorifero nell’apposito cassetto per le verdure. Per quanto tempo si conservano?
Mediamente tre giorni. Ma dipende anche dal meteo. Se, come negli ultimi tem-
Timo Il gusto leggermente aspro del timo si amalgama alla perfezione con la dolcezza dei lamponi. Nella combinazione domina il sapore dolce delle bacche, mentre il timo aggiunge un accento speziato.
Pompelmo Il sapore leggermente amaro e acidulo del pompelmo rafforza quello più delicato del mirtillo, conferendo una nota di contrappunto alla sua dolcezza.
Le more sono particolarmente apprezzate per la loro corposità e per le note dolci. Frullate sono un gustoso accompagnamento per quark, formaggi freschi e yogurt.
pi, è spesso caldo e umido, soprattutto lamponi e fragole si deteriorano velocemente. Perciò è meglio non conservare a lungo i frutti di bosco e mangiarli al più presto possibile. E quando non si riesce a mangiare tutto?
Allora si possono congelare i frutti per poi utilizzarli in un secondo momento per fare gelati, frullati o marmellate. Quali sono i frutti di bosco da lei preferiti?
Apprezzo in particolare fragole, lamponi e mirtilli. E come consuma più volentieri le bacche? Ha una ricetta preferita?
Preferisco mangiarle al naturale. Secondo me senza zucchero e senza panna montata il loro aroma è delizioso. Le fragole mi piacciono anche con un po’ di pepe. Una combinazione di aromi dal risultato molto particolare, che ognuno dovrebbe provare almeno una volta. Con le fragole molto mature preparo la marmellata, senza usare zucchero gelificante. Anche la marmellata la preferisco nature: solo frutta, zucchero ed eventualmente un po’ di limone. Se la marmellata cuoce abbastanza a lungo gelatinizza anche senza usare gelificante.
I mirtilli sono ottimi anche aggiunti alle insalate. Attualmente sono disponibili i mirtilli dei Nostrani del Ticino a marchio bio in conversione.
Pomodori Chiunque abbia mai assaggiato i lamponi con un po’ di ketchup sa che le bacche arricchiscono anche le salse speziate. La dolcezza dei lamponi si intona ottimamente con l’acidità dei pomodori.
Per aromatizzare l’acqua o cibi dolci: dove è richiesta una freschezza frizzante e asprigna il ribes è la giusta soluzione.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
38
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
39
Idee e acquisti per la settimana
La molteplicità delle bacche
Piacere del gusto
Tra i migliori amici Le bacche sono i frutti estivi per eccellenza. Combinate in modo inusuale con altri frutti, il loro aroma si sprigiona con sfumature particolarmente ricercate
Pesche Non è solo il colore della succosa pesca a offrire un ottimo complemento ai mirtilli. Con la sua spumeggiante acidità e la succosità che la contraddistingue arrotonda piacevolmente il gusto dei mirtilli.
Per tutti i gusti
Maggiori informazioni sul gusto: www.piacere-delgusto.ch
La molteplicità di bacche dell’assortimento Migros brilla con i suoi colori seducenti e offre nel corso dell’intera estate frutti di bosco da agricoltura svizzera. Con le bacche bio e le selezionate bacche extra tutti trovano ciò che desiderano – sia per lo spuntino, per il dessert a base di frutta o per fare prelibate marmellate. E naturalmente sono disponibili tutti i giorni, fresche e fino alla chiusura.
Testo Claudia Schmidt
Succosa, dolce e leggermente aspra, dal profumo gradevole e intenso, la fragola è ottima al naturale, con zucchero e limone, con panna o gelati. È utilizzata anche nella preparazione di risotti e salse agrodolci.
Jurgita Di Pietrantonio è un’appassionata intenditrice di bacche, sia a livello professionale che privato. È consulente di vendita presso il reparto frutta e verdura di Migros Giubiasco.
Jurgita Di Pietrantonio
«Meglio al naturale»
In qualità di consulente in frutta e verdura Jurgita Di Pietrantonio se ne intende di bacche. Per questi piccoli frutti ha però anche una grande predilezione personale Intervista Claudia Schmidt
Quante varietà di bacche proponete attualmente?
Al momento offriamo fino a otto qualità di frutti di bosco. Quali bacche provengono dalla Svizzera?
Dipende sempre dal periodo dell’anno. Fino al mese di aprile i frutti di bosco provengono dall’estero, poi arrivano le prime fragole svizzere. Non si può mai definire con precisione a partire da quando. Al momento abbiamo quattro varietà di bacche di produzione svizzera, alcune anche biologiche. I mirtilli e i mirtilli bio sono invece di produzione ticinese. Cosa sono esattamente le bacche extra?
Le bacche extra sono più grandi e vengono selezionate in modo che tutti i frutti abbiano una dimensione uniforme. Come conservare al meglio le bacche a casa?
È meglio consumare le bacche al più presto. Se si desidera conservarle un po’ più a lungo è opportuno riporle in frigorifero nell’apposito cassetto per le verdure. Per quanto tempo si conservano?
Mediamente tre giorni. Ma dipende anche dal meteo. Se, come negli ultimi tem-
Timo Il gusto leggermente aspro del timo si amalgama alla perfezione con la dolcezza dei lamponi. Nella combinazione domina il sapore dolce delle bacche, mentre il timo aggiunge un accento speziato.
Pompelmo Il sapore leggermente amaro e acidulo del pompelmo rafforza quello più delicato del mirtillo, conferendo una nota di contrappunto alla sua dolcezza.
Le more sono particolarmente apprezzate per la loro corposità e per le note dolci. Frullate sono un gustoso accompagnamento per quark, formaggi freschi e yogurt.
pi, è spesso caldo e umido, soprattutto lamponi e fragole si deteriorano velocemente. Perciò è meglio non conservare a lungo i frutti di bosco e mangiarli al più presto possibile. E quando non si riesce a mangiare tutto?
Allora si possono congelare i frutti per poi utilizzarli in un secondo momento per fare gelati, frullati o marmellate. Quali sono i frutti di bosco da lei preferiti?
Apprezzo in particolare fragole, lamponi e mirtilli. E come consuma più volentieri le bacche? Ha una ricetta preferita?
Preferisco mangiarle al naturale. Secondo me senza zucchero e senza panna montata il loro aroma è delizioso. Le fragole mi piacciono anche con un po’ di pepe. Una combinazione di aromi dal risultato molto particolare, che ognuno dovrebbe provare almeno una volta. Con le fragole molto mature preparo la marmellata, senza usare zucchero gelificante. Anche la marmellata la preferisco nature: solo frutta, zucchero ed eventualmente un po’ di limone. Se la marmellata cuoce abbastanza a lungo gelatinizza anche senza usare gelificante.
I mirtilli sono ottimi anche aggiunti alle insalate. Attualmente sono disponibili i mirtilli dei Nostrani del Ticino a marchio bio in conversione.
Pomodori Chiunque abbia mai assaggiato i lamponi con un po’ di ketchup sa che le bacche arricchiscono anche le salse speziate. La dolcezza dei lamponi si intona ottimamente con l’acidità dei pomodori.
Per aromatizzare l’acqua o cibi dolci: dove è richiesta una freschezza frizzante e asprigna il ribes è la giusta soluzione.
Novità Problemi vaginali? Care amiche – dite basta a prurito e bruciore!
Novità
28 0 28.40
Gel vaginale all’acido lattico Gynofit ®, 12 pz.
Novità
Novità
19.80 9 80
Gel vaginale idratante Gynofit ®, 6 pz.
Novità
7.80 80
Salviettine per l’igiene intima Gynofit ®, senza profumo, 25 pz.
9 80 9.80 In vendita nelle maggiori filiali Migros. Ins_gynofit_209x141_migros_d-f-i_5.17.indd 1
Lozione detergente Gynofit ®, senza profumo, 200ml
24.05.17 11:53
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
41
Idee e acquisti per la settimana
Philadelphia
Quel certo non so che
Suggerimento
Il Philadelphia con peperoni alla griglia conferisce quel certo non so che anche alle verdure. Può essere abbinato a mini peperoni, funghi Champignon o zucchine. Le verdure vanno farcite con Philadelphia e possono essere servite tiepide o fredde.
Formaggio fresco cremoso e salse piccanti sono il «puntino sulle i» di una bella grigliata. Con la varietà «peperoni grigliati» la famiglia dei formaggi freschi Philadelphia si è ampliata. Il nuovo prodotto al gusto di peperoni grigliati fa della crema al formaggio un contorno speziato per cibi alla griglia e panini. Chi lo preferisce più dolce sceglie Philadelphia Mousse, spuma di formaggio fresco. Come condimento non necessita di aggiunte o lavorazioni. Lo stesso vale per la Original Barbecue Sauce della Bull’s Eye (col nuovo tipo: Longhorn), il classico che accompagna bistecche e altre specialità alla griglia come il Pulled Pork.
Bull’s Eye (ora «Longhorn») Original BBQ Sauce 500 g Fr. 5.70
Philadelphia ai peperoni grigliati 175 g* Fr. 2.30
Philadelphia Mousse 140 g* Fr. 2.50 *Nelle maggiori filiali
Azione 50%
15%
–.90 invece di 1.85
Fettine di pollo Optigal al naturale e marinate per es. al naturale, Svizzera, per 100 g, 2.80 invece di 3.30
Gruyère piccante ca. 450 g, per 100 g
25%
4.90 invece di 6.90 Uva Vittoria Italia, al kg
50%
2.10 invece di 4.20 Patate novelle Svizzera, busta da 1,5 kg
33%
3.50 invece di 5.30 Prosciutto cotto alta qualità Lenti Italia, affettato in vaschetta da 120 g
a partire da 2 confezioni
– .3 0
di riduzione l’una Tutta la pasta M-Classic a partire da 2 confezioni, –.30 di riduzione l’una, per es. pipe, 500 g, 1.20 invece di 1.50
Migros Ticino Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
30% Prosciutto crudo dell’Emilia Romagna e salame di Felino affettato per es. prosciutto crudo, Italia, per 100 g, 4.65 invece di 6.70
40% Tutto l’assortimento di reggiseni, biancheria intima e per la notte da donna (Mey escluso), per es. slip maxi Ellen Amber, bianchi, tg. S, Bio Cotton, 5.85 invece di 9.80
. a z z e h c s e fr lo o s e e r Semp conf. da 3
50%
8.10 invece di 16.20
Consiglio
Bratwurst di vitello M-Classic in conf. da 3 Svizzera, 3 x 2 pezzi, 840 g
40%
4.45 invece di 7.45 Entrecôte e scamone di manzo, al pezzo, in conf. speciale per es. entrecôte, Uruguay/Paraguay/Brasile, per 100 g
30%
1.– invece di 1.45 Galletto speziato Optigal Svizzera, in conf. da 2 pezzi, per 100 g
DELIZIOSA E SUBITO PRONTA Per il pranzo fuori casa o una cena veloce: con i gamberetti tail-on cotti, questa squisita insalata di pasta di riso con salsa asiatica è pronta da gustare in 20 minuti. Trovate la ricetta su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla vostra Migros.
30%
3.95 invece di 5.70 Gamberetti tail-on cotti, in conf. speciale, ASC d’allevamento, Vietnam, per 100 g
30%
2.– invece di 2.90 Filetti di platessa MSC pesca, Atlantico nordorientale, per 100 g
50%
40%
–.75 invece di 1.50
5.50 invece di 9.25 Luganighetta Svizzera, imballata in conf. da 2 x 250 g / 500 g
Puntine di maiale Svizzera, imballate, per 100 g
conf. da 2
30%
1.95 invece di 2.80 Prosciutto cotto M-Classic in conf. da 2 Svizzera, per 100 g
40%
2.95 invece di 5.– Pancetta arrotolata Italia, affettata fine in vaschetta da 100 g
Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
30% Tutti gli spiedini di pesce per es. spiedini di merluzzo e salmone, Atlantico nordorientale, imballati, per 100 g, 3.15 invece di 4.50, offerta valida fino all’1.7
30%
4.95 invece di 7.30 Fettine di fesa di vitello fini TerraSuisse Svizzera, imballate, per 100 g
30%
3.90 invece di 5.60 Lombatine d’agnello Australia / Nuova Zelanda, imballate, per 100 g
33%
16.70 invece di 25.– Furmagèla (formaggella della Leventina) prodotta in Ticino, in self-service, al kg
. a z z e h c s e fr lo o s e e r Semp conf. da 3
50%
8.10 invece di 16.20
Consiglio
Bratwurst di vitello M-Classic in conf. da 3 Svizzera, 3 x 2 pezzi, 840 g
40%
4.45 invece di 7.45 Entrecôte e scamone di manzo, al pezzo, in conf. speciale per es. entrecôte, Uruguay/Paraguay/Brasile, per 100 g
30%
1.– invece di 1.45 Galletto speziato Optigal Svizzera, in conf. da 2 pezzi, per 100 g
DELIZIOSA E SUBITO PRONTA Per il pranzo fuori casa o una cena veloce: con i gamberetti tail-on cotti, questa squisita insalata di pasta di riso con salsa asiatica è pronta da gustare in 20 minuti. Trovate la ricetta su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla vostra Migros.
30%
3.95 invece di 5.70 Gamberetti tail-on cotti, in conf. speciale, ASC d’allevamento, Vietnam, per 100 g
30%
2.– invece di 2.90 Filetti di platessa MSC pesca, Atlantico nordorientale, per 100 g
50%
40%
–.75 invece di 1.50
5.50 invece di 9.25 Luganighetta Svizzera, imballata in conf. da 2 x 250 g / 500 g
Puntine di maiale Svizzera, imballate, per 100 g
conf. da 2
30%
1.95 invece di 2.80 Prosciutto cotto M-Classic in conf. da 2 Svizzera, per 100 g
40%
2.95 invece di 5.– Pancetta arrotolata Italia, affettata fine in vaschetta da 100 g
Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
30% Tutti gli spiedini di pesce per es. spiedini di merluzzo e salmone, Atlantico nordorientale, imballati, per 100 g, 3.15 invece di 4.50, offerta valida fino all’1.7
30%
4.95 invece di 7.30 Fettine di fesa di vitello fini TerraSuisse Svizzera, imballate, per 100 g
30%
3.90 invece di 5.60 Lombatine d’agnello Australia / Nuova Zelanda, imballate, per 100 g
33%
16.70 invece di 25.– Furmagèla (formaggella della Leventina) prodotta in Ticino, in self-service, al kg
20%
2.20 invece di 2.90 Pesche noci gialle Spagna/Italia, imballate, al kg
30%
13.90 invece di 19.90 Bouquet di rose Fairtrade, mazzo da 30 lunghezza dello stelo 40 cm, in diversi colori, per es. giallo, arancione, rosso, rosa
50%
–.35 invece di –.70 Limette Brasile/Messico, il pezzo
40%
2.30 invece di 3.90 Albicocche bio Spagna, conf. da 500 g
25%
4.40 invece di 5.90 Ciliegie Svizzera, conf. da 500 g
20%
3.– invece di 3.80 Insalata Iceberg M-Classic conf. da 400 g
20%
4.20 invece di 5.25 Camembert Suisse Crémeux 300 g
30%
3.20 invece di 4.60 Zucchine Ticino, al kg
20% Tutti gli yogurt Bifidus per es. al naturale, 150 g, –.50 invece di –.65
conf. da 12
conf. da 2
40%
7.90 invece di 13.50 Funghi gallinacci Polonia, imballati, 400 g Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
a partire da 2 pezzi
30%
Tutte le insalate da taglio Anna’s Best mondate e lavate, a partire da 2 pezzi, 30% di riduzione
30%
4.65 invece di 6.70 Leerdammer a fette conf. da 2 x 200 g
conf. da 2
20% Xetabel in conf. da 2 per es. al naturale, 2 x 200 g, 6.40 invece di 8.–
30%
10.50 invece di 15.– Latte M-Drink Valflora UHT in conf. da 12 12 x 1 l
20%
2.20 invece di 2.90 Pesche noci gialle Spagna/Italia, imballate, al kg
30%
13.90 invece di 19.90 Bouquet di rose Fairtrade, mazzo da 30 lunghezza dello stelo 40 cm, in diversi colori, per es. giallo, arancione, rosso, rosa
50%
–.35 invece di –.70 Limette Brasile/Messico, il pezzo
40%
2.30 invece di 3.90 Albicocche bio Spagna, conf. da 500 g
25%
4.40 invece di 5.90 Ciliegie Svizzera, conf. da 500 g
20%
3.– invece di 3.80 Insalata Iceberg M-Classic conf. da 400 g
20%
4.20 invece di 5.25 Camembert Suisse Crémeux 300 g
30%
3.20 invece di 4.60 Zucchine Ticino, al kg
20% Tutti gli yogurt Bifidus per es. al naturale, 150 g, –.50 invece di –.65
conf. da 12
conf. da 2
40%
7.90 invece di 13.50 Funghi gallinacci Polonia, imballati, 400 g Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
a partire da 2 pezzi
30%
Tutte le insalate da taglio Anna’s Best mondate e lavate, a partire da 2 pezzi, 30% di riduzione
30%
4.65 invece di 6.70 Leerdammer a fette conf. da 2 x 200 g
conf. da 2
20% Xetabel in conf. da 2 per es. al naturale, 2 x 200 g, 6.40 invece di 8.–
30%
10.50 invece di 15.– Latte M-Drink Valflora UHT in conf. da 12 12 x 1 l
! re e c ia p ro e v n u è ì s o c a s Far la spe conf. da 4
25%
Consiglio
Tortine in conf. da 4 per es. tortina all’albicocca M-Classic, 4 x 75 g, 3.75 invece di 5.–
20% Bastoncini alle nocciole, fagottini alle pere e fagottini alle pere bio per es. bastoncini alle nocciole, 4 pezzi, 4 x 55 g, 2.60 invece di 3.25
TUTTI GLI AROMI DELLA THAILANDIA Per gustarlo come in Thailandia, il chicken satay a base di pollo svizzero con cremosa salsa alle arachidi e riso alle verdure va servito con un ice tea al lemongrass e una bella dose di ghiaccio tritato. Trovate la ricetta su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla vostra Migros.
conf. da 2
20% Menu Anna’s Best in conf. da 2 Thai o Asia, per es. chicken satay, 2 x 400 g, 12.40 invece di 15.60
a partire da 3 pezzi
20%
Tutte le tavolette di cioccolato di marca Frey da 100 g, UTZ (M-Classic, Suprême, Eimalzin e confezioni multiple escluse), a partire da 3 pezzi, 20% di riduzione, offerta valida fino al 10.7.2017
conf. da 3
20% Tutti i filoni (pane surgelato e pane confezionato esclusi), per es. Twister chiaro, bio, 360 g, 2.60 invece di 3.30
20% Fiori o fettuccine Anna’s Best in confezioni multiple per es. fiori alla rucola e al mascarpone in conf. da 3, 3 x 250 g, 11.70 invece di 14.70
Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
20% Tutto l’assortimento Andros per es. Andros al naturale con 0% di zuccheri, 4 x 97 g, 2.70 invece di 3.40
a partire da 2 confezioni
–.60
di riduzione l’una Tutto l’assortimento di biscotti Créa d’Or a partire da 2 confezioni, –.60 di riduzione l’una, per es. biscotti al burro, 125 g, 3.80 invece di 4.40
20%
4.40 invece di 5.50 Tutti i gelati Fruit Ice in conf. da 6 per es. all’arancia, 6 x 48 ml
10% Kinder Bueno e Schoko-Bons in confezioni speciali per es. Schoko-Bons, 500 g, 7.60 invece di 8.60
20% Tutto l’assortimento Coco Ice-Land prodotti surgelati, per es. Coco & Chocolate Chips, 450 ml, 4.70 invece di 5.90
33% Tutte le acque minerali Vittel in confezioni multiple per es. 6 x 1,5 l, 3.80 invece di 5.70
! re e c ia p ro e v n u è ì s o c a s Far la spe conf. da 4
25%
Consiglio
Tortine in conf. da 4 per es. tortina all’albicocca M-Classic, 4 x 75 g, 3.75 invece di 5.–
20% Bastoncini alle nocciole, fagottini alle pere e fagottini alle pere bio per es. bastoncini alle nocciole, 4 pezzi, 4 x 55 g, 2.60 invece di 3.25
TUTTI GLI AROMI DELLA THAILANDIA Per gustarlo come in Thailandia, il chicken satay a base di pollo svizzero con cremosa salsa alle arachidi e riso alle verdure va servito con un ice tea al lemongrass e una bella dose di ghiaccio tritato. Trovate la ricetta su migusto.ch e tutti gli ingredienti freschi alla vostra Migros.
conf. da 2
20% Menu Anna’s Best in conf. da 2 Thai o Asia, per es. chicken satay, 2 x 400 g, 12.40 invece di 15.60
a partire da 3 pezzi
20%
Tutte le tavolette di cioccolato di marca Frey da 100 g, UTZ (M-Classic, Suprême, Eimalzin e confezioni multiple escluse), a partire da 3 pezzi, 20% di riduzione, offerta valida fino al 10.7.2017
conf. da 3
20% Tutti i filoni (pane surgelato e pane confezionato esclusi), per es. Twister chiaro, bio, 360 g, 2.60 invece di 3.30
20% Fiori o fettuccine Anna’s Best in confezioni multiple per es. fiori alla rucola e al mascarpone in conf. da 3, 3 x 250 g, 11.70 invece di 14.70
Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
20% Tutto l’assortimento Andros per es. Andros al naturale con 0% di zuccheri, 4 x 97 g, 2.70 invece di 3.40
a partire da 2 confezioni
–.60
di riduzione l’una Tutto l’assortimento di biscotti Créa d’Or a partire da 2 confezioni, –.60 di riduzione l’una, per es. biscotti al burro, 125 g, 3.80 invece di 4.40
20%
4.40 invece di 5.50 Tutti i gelati Fruit Ice in conf. da 6 per es. all’arancia, 6 x 48 ml
10% Kinder Bueno e Schoko-Bons in confezioni speciali per es. Schoko-Bons, 500 g, 7.60 invece di 8.60
20% Tutto l’assortimento Coco Ice-Land prodotti surgelati, per es. Coco & Chocolate Chips, 450 ml, 4.70 invece di 5.90
33% Tutte le acque minerali Vittel in confezioni multiple per es. 6 x 1,5 l, 3.80 invece di 5.70
conf. da 3 conf. da 2
20% Müesli Farmer Croc in conf. da 2 per es. al cioccolato, 2 x 500 g, 7.60 invece di 9.60
a partire da 2 confezioni
Tutto l’assortimento Gran Pavesi e Roberto a partire da 2 confezioni, –.50 di riduzione l’una, per es. grissini torinesi Roberto, 250 g, 1.95 invece di 2.45
Gallette al granoturco Lilibiggs, gallette di riso allo yogurt e gallette di riso al cioccolato in conf. da 3 per es. gallette al granoturco Lilibiggs, 3 x 130 g, 3.30 invece di 4.95
33%
50%
Tutti i tipi di 7up e 7up H2Oh! in conf. da 6, 6 x 1,5 l Tutto l’assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), a partire da 2 pezzi, e6x1l 50% di riduzione per es. 7up regular, 6 x 1,5 l, 7.80 invece di 11.70
conf. da 2
– .5 0
di riduzione l’una
33%
a partire da 2 pezzi
20% Tutti i tipi di senape e maionese M-Classic per es. maionese con senape, 265 g, 2.40 invece di 3.–
50% Patate fritte e patate fritte al forno M-Classic in conf. speciale surgelate, per es. patate fritte, 2 kg, 3.90 invece di 7.85
OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
30%
20%
11.45 invece di 16.40
Tutto l’assortimento Sanactiv e Anti Insect per es. Anti Insect contro le zecche, 100 ml, 5.50 invece di 6.90, offerta valida fino al 10.7.2017
Sminuzzato di pollo Optigal in conf. da 2 surgelato, 2 x 300 g
conf. da 8
8 per 6
Mitico Ice Tea in conf. da 8, 8 x 50 cl, UTZ al limone o alla pesca, per es. al limone, 5.40 invece di 7.20
50%
50%
Tutti i montalatte, le caffettiere, le teiere e le caraffe isolanti Bialetti, Boral e Cucina & Tavola Tutti i tipi di Pepsi e Schwip Schwap in conf. da 6, per es. caffettiera Bialetti, argento, per 6 tazze, 6 x 1,5 l il pezzo, 14.90 invece di 29.80, per es. Pepsi Max, 5.50 invece di 11.– offerta valida fino al 10.7.2017
Hit
3.95
Fazzoletti Linsoft in conf. speciale 42 x 10 pezzi, offerta valida fino al 10.7.2017
conf. da 3
20% Salviettine igieniche umide Soft in conf. da 3 per es. alla camomilla, 7.20 invece di 9.–, offerta valida fino al 10.7.2017
conf. da 3 conf. da 2
20% Müesli Farmer Croc in conf. da 2 per es. al cioccolato, 2 x 500 g, 7.60 invece di 9.60
a partire da 2 confezioni
Tutto l’assortimento Gran Pavesi e Roberto a partire da 2 confezioni, –.50 di riduzione l’una, per es. grissini torinesi Roberto, 250 g, 1.95 invece di 2.45
Gallette al granoturco Lilibiggs, gallette di riso allo yogurt e gallette di riso al cioccolato in conf. da 3 per es. gallette al granoturco Lilibiggs, 3 x 130 g, 3.30 invece di 4.95
33%
50%
Tutti i tipi di 7up e 7up H2Oh! in conf. da 6, 6 x 1,5 l Tutto l’assortimento Handymatic Supreme (sale rigeneratore escluso), a partire da 2 pezzi, e6x1l 50% di riduzione per es. 7up regular, 6 x 1,5 l, 7.80 invece di 11.70
conf. da 2
– .5 0
di riduzione l’una
33%
a partire da 2 pezzi
20% Tutti i tipi di senape e maionese M-Classic per es. maionese con senape, 265 g, 2.40 invece di 3.–
50% Patate fritte e patate fritte al forno M-Classic in conf. speciale surgelate, per es. patate fritte, 2 kg, 3.90 invece di 7.85
OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
30%
20%
11.45 invece di 16.40
Tutto l’assortimento Sanactiv e Anti Insect per es. Anti Insect contro le zecche, 100 ml, 5.50 invece di 6.90, offerta valida fino al 10.7.2017
Sminuzzato di pollo Optigal in conf. da 2 surgelato, 2 x 300 g
conf. da 8
8 per 6
Mitico Ice Tea in conf. da 8, 8 x 50 cl, UTZ al limone o alla pesca, per es. al limone, 5.40 invece di 7.20
50%
50%
Tutti i montalatte, le caffettiere, le teiere e le caraffe isolanti Bialetti, Boral e Cucina & Tavola Tutti i tipi di Pepsi e Schwip Schwap in conf. da 6, per es. caffettiera Bialetti, argento, per 6 tazze, 6 x 1,5 l il pezzo, 14.90 invece di 29.80, per es. Pepsi Max, 5.50 invece di 11.– offerta valida fino al 10.7.2017
Hit
3.95
Fazzoletti Linsoft in conf. speciale 42 x 10 pezzi, offerta valida fino al 10.7.2017
conf. da 3
20% Salviettine igieniche umide Soft in conf. da 3 per es. alla camomilla, 7.20 invece di 9.–, offerta valida fino al 10.7.2017
Altre offerte. Altri alimenti
Pane e latticini
Panini al burro, 3 pezzi, 3 x 65 g, 1.20 invece di 1.80 3 per 2
Trolli All in One, 1 kg, 11.– Hit
Cornetti alla crema, 2 pezzi/140 g, 2.55 invece di 3.20 20%
Tutto l’assortimento Chop Stick, a partire da 2 pezzi 20%
Tutte le torte e tortine alle fragole, per es. torta alle fragole, 550 g, 7.90 invece di 9.90 20%
conf. da 2
20% Tutti gli articoli M-Plast per es. cerotti idrorepellenti assortiti, 24 pezzi, 1.90 invece di 2.40, offerta valida fino al 10.7.2017
Body Repair Milk Garnier, 400 ml, 5.40 Novità **
Boxer aderenti o slip da uomo John Adams in conf. da 2, disponibili in grigio talpa o blu marino, taglie S–XL, per es. slip, grigio talpa, tg. M, 9.90 Hit offerta valida fino al 17.7.2017
Maschera in tessuto con estratto di tè verde Hydra Bomb Garnier, il pezzo, 2.80 Novità **
Novità
20x PUNTI
Pannolini costumino Milette, disponibili nelle taglie S o M, per es. tg. S, 13 pezzi, 7.90 Novità ** Slip da bambina in conf. da 7 o boxer da bambino in conf. da 5, disponibili in diversi motivi e misure, per es. slip da bambina, fucsia, taglie 98/104, 12.90 Hit **
Girasoli, mazzo da 5, 9.65 invece di 12.90 25%
Gel detergente e tonico Pure Active Sensitive Garnier, per es. gel detergente, 150 ml, 6.20 Novità ** Set di maschere di argilla L’Oréal, 3 x 10 ml, 9.80 Novità ** Crema struccante Fiori rari L’Oréal, 200 ml, 9.50 Novità **
Near-/Non-Food
Fiori e piante
20% Collutori Listerine in conf. da 2 per es. protezione per denti e gengive, 2 x 500 ml, 8.30 invece di 10.40, offerta valida fino al 10.7.2017
Trolley per la spesa, disponibile in diversi colori, il pezzo, 39.90 Hit
Deodoranti pure fresh Garnier, roll-on e aerosol, per es. roll-on, 50 ml, 3.80 Novità ** Cleanser e crema da giorno L’Oréal Men Expert Hydra Sensitive, per es. crema da giorno, 50 ml, 11.50 Novità **
Fluido idratante L’Oréal Hydra Genius, pelle normale, secca e mista, per es. pelle normale, 70 ml, 11.80 Novità ** Schiarente permanente Garnier Olia, per es. B+++, il pezzo, 9.80 Novità ** Belle Color Perle d’Argent Garnier, grigio perla e grigio argento, per es. grigio perla, il pezzo, 7.90 Novità **
**Offerta valida fino al 10.7 Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Da giovedì 29.6 fino a sabato 1.7.2017 conf. da 2
33% Shampoo Nivea in conf. da 3 per es. Classic Care, 3 x 250 ml, 6.50 invece di 9.75, offerta valida fino al 10.7.2017
Tutti i pannolini Pampers (confezioni speciali escluse), offerta valida per 3 prodotti con lo stesso prezzo, per es. Baby Dry 4, 3 x 44 pezzi, 33.60 invece di 50.40, offerta valida fino al 10.7.2017
50%
6.50 invece di 13.– Cosce di pollo Optigal al naturale in conf. speciale Svizzera, al kg, offerta valida dal 29.6 all’1.7.2017
Sc
he
rm
Detersivi Elan in conf. da 2 per es. Summer Breeze in conf. di ricarica, 2 x 2 l, offerta valida fino al 10.7.2017
3 per 2
RAM da 4 GB, disco rigido da 500 GB
Ora
conf. da 5
40%
41.90 invece di 69.90 Scarpe sportive Adidas Duramo disponibili in nero e nei numeri 38–40, per es. n. 38
Hit
19.90
Boxer aderenti da uomo John Adams in conf. da 5 disponibili in giallo o nero, taglie S–XL, per es. gialli, tg. M, offerta valida fino al 10.7.2017
45% Del valore di
329.– Finora
a partire da 2 pezzi
20%
Tutti i detersivi per capi delicati Yvette a partire da 2 pezzi, 20% di riduzione
599.–
Notebook 15-bs006nz Processore Intel® Celeron® N3060, Intel® HD Graphics, schermo FHD Antiglare da 15,6", masterizzatore DVD-RW, webcam, Wi-Fi AC, 2 prese USB 3.1, 1 presa USB 2.0, Windows 10 – 7981.789
Microsoft Office 365 Home per tutta la famiglia Per un totale di 5 utenti, incl. memoria OneDrive di 1 TB per utente – 7853.001.21045 *
In omaggio 1 Office 365 Home all’acquisto di un notebook o di un dispositivo 2 in 1 a tua scelta
IL MIGLIORE AL MONDO PER ME: ANCORA PIÙ CONVENIENTE. Le offerte sono valide fino al 3.7.2017 e fino a esaurimento dello stock. Trovi questi e molti altri prodotti nei punti vendita melectronics e nelle maggiori filiali Migros. Con riserva di errori di stampa e di altro tipo.
OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
99.90*
melectronics.ch
Intel, Intel Logo, Intel Inside, Intel Core e Core Inside sono marchi dell’Intel Corporation con sede negli USA e in altri Paesi.
22.20 invece di 27.80
conf. da 3
15 o Full H ,6 D opaco " da
20%
Altre offerte. Altri alimenti
Pane e latticini
Panini al burro, 3 pezzi, 3 x 65 g, 1.20 invece di 1.80 3 per 2
Trolli All in One, 1 kg, 11.– Hit
Cornetti alla crema, 2 pezzi/140 g, 2.55 invece di 3.20 20%
Tutto l’assortimento Chop Stick, a partire da 2 pezzi 20%
Tutte le torte e tortine alle fragole, per es. torta alle fragole, 550 g, 7.90 invece di 9.90 20%
conf. da 2
20% Tutti gli articoli M-Plast per es. cerotti idrorepellenti assortiti, 24 pezzi, 1.90 invece di 2.40, offerta valida fino al 10.7.2017
Body Repair Milk Garnier, 400 ml, 5.40 Novità **
Boxer aderenti o slip da uomo John Adams in conf. da 2, disponibili in grigio talpa o blu marino, taglie S–XL, per es. slip, grigio talpa, tg. M, 9.90 Hit offerta valida fino al 17.7.2017
Maschera in tessuto con estratto di tè verde Hydra Bomb Garnier, il pezzo, 2.80 Novità **
Novità
20x PUNTI
Pannolini costumino Milette, disponibili nelle taglie S o M, per es. tg. S, 13 pezzi, 7.90 Novità ** Slip da bambina in conf. da 7 o boxer da bambino in conf. da 5, disponibili in diversi motivi e misure, per es. slip da bambina, fucsia, taglie 98/104, 12.90 Hit **
Girasoli, mazzo da 5, 9.65 invece di 12.90 25%
Gel detergente e tonico Pure Active Sensitive Garnier, per es. gel detergente, 150 ml, 6.20 Novità ** Set di maschere di argilla L’Oréal, 3 x 10 ml, 9.80 Novità ** Crema struccante Fiori rari L’Oréal, 200 ml, 9.50 Novità **
Near-/Non-Food
Fiori e piante
20% Collutori Listerine in conf. da 2 per es. protezione per denti e gengive, 2 x 500 ml, 8.30 invece di 10.40, offerta valida fino al 10.7.2017
Trolley per la spesa, disponibile in diversi colori, il pezzo, 39.90 Hit
Deodoranti pure fresh Garnier, roll-on e aerosol, per es. roll-on, 50 ml, 3.80 Novità ** Cleanser e crema da giorno L’Oréal Men Expert Hydra Sensitive, per es. crema da giorno, 50 ml, 11.50 Novità **
Fluido idratante L’Oréal Hydra Genius, pelle normale, secca e mista, per es. pelle normale, 70 ml, 11.80 Novità ** Schiarente permanente Garnier Olia, per es. B+++, il pezzo, 9.80 Novità ** Belle Color Perle d’Argent Garnier, grigio perla e grigio argento, per es. grigio perla, il pezzo, 7.90 Novità **
**Offerta valida fino al 10.7 Migros Ticino OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Da giovedì 29.6 fino a sabato 1.7.2017 conf. da 2
33% Shampoo Nivea in conf. da 3 per es. Classic Care, 3 x 250 ml, 6.50 invece di 9.75, offerta valida fino al 10.7.2017
Tutti i pannolini Pampers (confezioni speciali escluse), offerta valida per 3 prodotti con lo stesso prezzo, per es. Baby Dry 4, 3 x 44 pezzi, 33.60 invece di 50.40, offerta valida fino al 10.7.2017
50%
6.50 invece di 13.– Cosce di pollo Optigal al naturale in conf. speciale Svizzera, al kg, offerta valida dal 29.6 all’1.7.2017
Sc
he
rm
Detersivi Elan in conf. da 2 per es. Summer Breeze in conf. di ricarica, 2 x 2 l, offerta valida fino al 10.7.2017
3 per 2
RAM da 4 GB, disco rigido da 500 GB
Ora
conf. da 5
40%
41.90 invece di 69.90 Scarpe sportive Adidas Duramo disponibili in nero e nei numeri 38–40, per es. n. 38
Hit
19.90
Boxer aderenti da uomo John Adams in conf. da 5 disponibili in giallo o nero, taglie S–XL, per es. gialli, tg. M, offerta valida fino al 10.7.2017
45% Del valore di
329.– Finora
a partire da 2 pezzi
20%
Tutti i detersivi per capi delicati Yvette a partire da 2 pezzi, 20% di riduzione
599.–
Notebook 15-bs006nz Processore Intel® Celeron® N3060, Intel® HD Graphics, schermo FHD Antiglare da 15,6", masterizzatore DVD-RW, webcam, Wi-Fi AC, 2 prese USB 3.1, 1 presa USB 2.0, Windows 10 – 7981.789
Microsoft Office 365 Home per tutta la famiglia Per un totale di 5 utenti, incl. memoria OneDrive di 1 TB per utente – 7853.001.21045 *
In omaggio 1 Office 365 Home all’acquisto di un notebook o di un dispositivo 2 in 1 a tua scelta
IL MIGLIORE AL MONDO PER ME: ANCORA PIÙ CONVENIENTE. Le offerte sono valide fino al 3.7.2017 e fino a esaurimento dello stock. Trovi questi e molti altri prodotti nei punti vendita melectronics e nelle maggiori filiali Migros. Con riserva di errori di stampa e di altro tipo.
OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
99.90*
melectronics.ch
Intel, Intel Logo, Intel Inside, Intel Core e Core Inside sono marchi dell’Intel Corporation con sede negli USA e in altri Paesi.
22.20 invece di 27.80
conf. da 3
15 o Full H ,6 D opaco " da
20%
. s o r ig M a tu a ll a à it v o N 20x PUNTI
Perfetti per gli aperitivi.
4.90 Dadini Le Gruyère Höhlengold 100 g
Comoda e pratica da usare.
4.90 Spugna abrasiva da indossare come un guanto Miobrill 2 pezzi
Formato mini, . perfetto in viaggio
4.90 Shampoo secco I am Professional mini 75 ml
Pratico! Sta in piedi!
3.90 Spazzolino per stoviglie con ventosa in silicone Miobrill il pezzo
Capacità di 60 ml di detersivo.
4.90 Spazzolino per stoviglie con serbatoio per detersivo per piatti Vigar il pezzo
Design moderno.
6.90 Spazzolino per stoviglie in acciaio al cromo Miobrill il pezzo
Con zona di parcheggio e zona turbo. Un’attrazione davanti alla porta.
15.80 Zerbino Home 69 x 39,5 cm, il pezzo
Con rotelle e piano estraibile.
89.– Asse da stiro XL 140 x 45 cm, il pezzo
Da tutte le offerte sono esclusi gli articoli M-Budget e quelli già ridotti. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
17.80 Rivestimento per asse da stiro XL fino a 140 x 50 cm, il pezzo
3 per 2 Una notte all’asciutto per essere in piena forma all mattino.
*
3 per 2
33.60 invece di 50.40
*
Tutti i pannolini Pampers (tranne megapack) Valido per 3 prodotti con prezzo identico, per es. Pampers Baby Dry 4, 3 x 44 pezzi *In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
PG259356_FS_PAM_PampersAZ_MigrosMagazin_209x285mm_KW26_2017_CHI.indd 9
13.06.17 11:45
Novità
20x PUNTI
Novità
1.70
Graneo Multigrain Snacks Mini Original, 18 g
In vendita nelle maggiori filiali Migros. OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6. AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK Zweifel_Inserat_Migros_Graneo_Mini_209x141_I.indd 1
24.05.17 10:08
20% di riduzione. LISTERINE TOTAL CARE I TUOI 6 BENEFICI IN 1 COLPO SOLO 20% ®
conf. da 2
20% SU TUTTO L’ASSORTIMENTO LISTERINE® NELLA CONFEZIONE DOPPIA, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 10.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
conf. da 2
20%
20%
9.40 invece di 11.80 8.30 invece di 10.40 LISTERINE® Advanced White confezione doppia 2 x 500 ml
10.40 invece di 13.–
LISTERINE® Total Care confezione doppia 2 x 500 ml
conf. da 2
Protezione di denti e gengive LISTERINE® o LISTERINE® ZEROTM confezione doppia 2 x 500 ml
I punti fedeltà si tramutano in ricchi premi. Con la panna svizzera. Premi esclusivi attendono chi raccoglie i punti fedeltà «Swiss milk inside». I punti si troveranno su numerose confezioni di panna svizzera. Grazie di cuore a chi resta fedele ai latticini svizzeri. Lista dei premi, tessera punti e informazioni chiamando lo 031 359 57 28 oppure su www.swissmilk.ch Durata dell’azione promozionale: da metà giugno a circa fine settembre 2017
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
58
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
59
Idee e acquisti per la settimana
Street food mais
Erba cipollina e timo conferiscono un gusto squisito a entrambe le pietanze.
Ingredienti per 4 persone 4 pannocchie di mais sale 50 g di burro all’aglio 100 g di panna acidula semigrassa 1 cucchiaio di maionese 1 cucchiaino di paprica piccante 50 g di gruyère grattugiato pepe 1 mazzetto d’erba cipollina 1 limetta
Maggiori informazioni sul gusto: www.piacere-delgusto.ch
Preparazione Scaldate il grill a ca. 200 °C. Lessate le pannocchie di mais in acqua salata per ca. 15 minuti, finché sono quasi cotte. Grigliate le pannocchie per ca. 10 minuti, poi spalmatele con il burro all’aglio. Mescolate la panna acidula con la maionese, la paprica e il gruyère. Insaporite con sale e pepe. Condite il mais con la salsa. Sminuzzate finemente l’erba cipollina e distribuitela sul mais. Spremete la limetta e irrorate il mais con il succo.
Spiedini di albicocche Ingredienti per 4 persone 3 albicocche 2 pesche 2 nettarine 200 g di formaggio da grigliare Grill Me Cheese Steak 100 g di prosciutto crudo olio d’oliva Croccante ½ mazzetto di timo 50 g di semi di sesamo 30 g di mandorle 1 cucchiaio di miele pepe
Trovate ulteriori idee per la griglia su www.migusto.ch/ grillieren
Suggerimento
Nella preparazione di gustosi spiedini, pesche e albicocche possono essere abbinate a verdure come melanzane e zucchine.
Il piacere del gusto
Idee per una grigliata colorata
Preparazione Per il croccante, tritate finemente il timo. Tostate il sesamo in una padella antiaderente senza olio. Tritate finemente le mandorle, aggiungetele ai semi di sesamo e tostatele insieme. Unite il miele e il timo e pepate. Mescolate bene il tutto e lasciate raffreddare in un piatto. Riducete il croccante a pezzettini. Scaldate il grill a 200 °C. Dimezzate la frutta, snocciolatela e tagliatela a spicchi. Tagliate a dadini il formaggio da grigliare. Infilzate sugli spiedini i pezzi di albicocca, nettarina e pesca alternandoli con il formaggio e il prosciutto. Spennellate con l’olio e grigliate per ca. 10 minuti. Cospargete gli spiedini con il croccante e servite.
Azione 40% di sconto Albicocche bio Spagna, conf. da 500 g Fr. 2.30 invece di 3.90 dal 27 giugno al 3 luglio
Un barbecue interamente a base di frutta e verdura? Certamente! Per chi ama i gusti delicati, oggi la griglia non è più sinonimo di carne. E anche il dessert può essere preparato alla griglia Testo Claudia Schmidt; Foto Claudia Linsi; Ricette Philipp Wagner Migusto è la piattaforma di cucina della Migros. www.migusto.ch
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
58
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
59
Idee e acquisti per la settimana
Street food mais
Erba cipollina e timo conferiscono un gusto squisito a entrambe le pietanze.
Ingredienti per 4 persone 4 pannocchie di mais sale 50 g di burro all’aglio 100 g di panna acidula semigrassa 1 cucchiaio di maionese 1 cucchiaino di paprica piccante 50 g di gruyère grattugiato pepe 1 mazzetto d’erba cipollina 1 limetta
Maggiori informazioni sul gusto: www.piacere-delgusto.ch
Preparazione Scaldate il grill a ca. 200 °C. Lessate le pannocchie di mais in acqua salata per ca. 15 minuti, finché sono quasi cotte. Grigliate le pannocchie per ca. 10 minuti, poi spalmatele con il burro all’aglio. Mescolate la panna acidula con la maionese, la paprica e il gruyère. Insaporite con sale e pepe. Condite il mais con la salsa. Sminuzzate finemente l’erba cipollina e distribuitela sul mais. Spremete la limetta e irrorate il mais con il succo.
Spiedini di albicocche Ingredienti per 4 persone 3 albicocche 2 pesche 2 nettarine 200 g di formaggio da grigliare Grill Me Cheese Steak 100 g di prosciutto crudo olio d’oliva Croccante ½ mazzetto di timo 50 g di semi di sesamo 30 g di mandorle 1 cucchiaio di miele pepe
Trovate ulteriori idee per la griglia su www.migusto.ch/ grillieren
Suggerimento
Nella preparazione di gustosi spiedini, pesche e albicocche possono essere abbinate a verdure come melanzane e zucchine.
Il piacere del gusto
Idee per una grigliata colorata
Preparazione Per il croccante, tritate finemente il timo. Tostate il sesamo in una padella antiaderente senza olio. Tritate finemente le mandorle, aggiungetele ai semi di sesamo e tostatele insieme. Unite il miele e il timo e pepate. Mescolate bene il tutto e lasciate raffreddare in un piatto. Riducete il croccante a pezzettini. Scaldate il grill a 200 °C. Dimezzate la frutta, snocciolatela e tagliatela a spicchi. Tagliate a dadini il formaggio da grigliare. Infilzate sugli spiedini i pezzi di albicocca, nettarina e pesca alternandoli con il formaggio e il prosciutto. Spennellate con l’olio e grigliate per ca. 10 minuti. Cospargete gli spiedini con il croccante e servite.
Azione 40% di sconto Albicocche bio Spagna, conf. da 500 g Fr. 2.30 invece di 3.90 dal 27 giugno al 3 luglio
Un barbecue interamente a base di frutta e verdura? Certamente! Per chi ama i gusti delicati, oggi la griglia non è più sinonimo di carne. E anche il dessert può essere preparato alla griglia Testo Claudia Schmidt; Foto Claudia Linsi; Ricette Philipp Wagner Migusto è la piattaforma di cucina della Migros. www.migusto.ch
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
60
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
61
Idee e acquisti per la settimana
Ellen Amber
L’intimo più adatto
Azione 40%
Ogni donna si sente a suo agio quanto il reggiseno veste in modo perfetto. La scelta della forma migliore per la singola persona è però individuale. L’assortimento di reggiseni Ellen Amber propone modelli che si adattano a ogni conformazione. E tutti offrono il massimo comfort. Testo Jacqueline Vinzelberg; Foto Juventino Mateo; Styling Mirjam Käser; Hair & Make-up Arlette Kobler
Reggiseno t-shirt
Morbido e liscio
Le morbide coppe modellano delicatamente il seno e non si notano nemmeno sotto i tessuti più fini. Ellen Amber Reggiseno T-shirt* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Coppa C 75-90, Coppa D 80-95 Fr. 24.80
Suggerimento: un reggiseno deve essere aderente ma senza comprimere. In tal modo segue i movimenti del corpo senza scivolare.
Reggiseno a triangolo
Sostegno senza il ferretto
Le coppe flessibili e senza ferretto modellano un bel décolleté. Il reggiseno a triangolo si adatta perfettamente ai capi di abbigliamento con scollo a V. Ellen Amber Reggiseno a triangolo* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Fr. 24.80
di ribasso sulla biancheria intima da donna, reggiseni compresi dal 27.06 al 03.07
Reggiseno multiway
Con o senza spalline
Le spalline removibili e intercambiabili, che possono essere applicate dritte o incrociate, fanno di questo reggiseno un capo intimo versatile. È ideale da indossare sotto top e vestiti senza spalline. Il silicone nella fascia orizzontale garantisce un’aderenza ottimale e una piacevole vestibilità.
Reggiseno soft
Comodità e forte sostegno
Le spalline larghe e la profonda scollatura rendono particolarmente comodo il reggiseno soft, che offre nel contempo il massimo supporto. I ferretti migliorano ulteriormente il sostegno.
Ellen Amber Reggiseno Multiway* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Fr. 24.80
Ellen Amber Reggiseno Soft* écru, cipria, nero Coppa B 75-85, Coppa C 75-90, Coppa D 80-95 Fr. 24.80 *Nelle maggiori filiali
Suggerimento: le spalline del reggiseno devono sostenere poco peso. Il loro scopo non è infatti sorreggere il seno, bensì mantenere stabili coppe e ferretti.
Suggerimento: lavare i reggiseni a mano e a basse temperature. Se in lavatrice, utilizzare gli appositi sacchetti per la biancheria al fine di proteggere il tessuto e impedire che i ferretti si deformino.
Suggerimento: la fascia del reggiseno deve aderire bene senza stringere.
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
60
Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 26 giugno 2017 • N. 26
61
Idee e acquisti per la settimana
Ellen Amber
L’intimo più adatto
Azione 40%
Ogni donna si sente a suo agio quanto il reggiseno veste in modo perfetto. La scelta della forma migliore per la singola persona è però individuale. L’assortimento di reggiseni Ellen Amber propone modelli che si adattano a ogni conformazione. E tutti offrono il massimo comfort. Testo Jacqueline Vinzelberg; Foto Juventino Mateo; Styling Mirjam Käser; Hair & Make-up Arlette Kobler
Reggiseno t-shirt
Morbido e liscio
Le morbide coppe modellano delicatamente il seno e non si notano nemmeno sotto i tessuti più fini. Ellen Amber Reggiseno T-shirt* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Coppa C 75-90, Coppa D 80-95 Fr. 24.80
Suggerimento: un reggiseno deve essere aderente ma senza comprimere. In tal modo segue i movimenti del corpo senza scivolare.
Reggiseno a triangolo
Sostegno senza il ferretto
Le coppe flessibili e senza ferretto modellano un bel décolleté. Il reggiseno a triangolo si adatta perfettamente ai capi di abbigliamento con scollo a V. Ellen Amber Reggiseno a triangolo* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Fr. 24.80
di ribasso sulla biancheria intima da donna, reggiseni compresi dal 27.06 al 03.07
Reggiseno multiway
Con o senza spalline
Le spalline removibili e intercambiabili, che possono essere applicate dritte o incrociate, fanno di questo reggiseno un capo intimo versatile. È ideale da indossare sotto top e vestiti senza spalline. Il silicone nella fascia orizzontale garantisce un’aderenza ottimale e una piacevole vestibilità.
Reggiseno soft
Comodità e forte sostegno
Le spalline larghe e la profonda scollatura rendono particolarmente comodo il reggiseno soft, che offre nel contempo il massimo supporto. I ferretti migliorano ulteriormente il sostegno.
Ellen Amber Reggiseno Multiway* écru, cipria, nero Coppa A 70-85, Coppa B 75-85 Fr. 24.80
Ellen Amber Reggiseno Soft* écru, cipria, nero Coppa B 75-85, Coppa C 75-90, Coppa D 80-95 Fr. 24.80 *Nelle maggiori filiali
Suggerimento: le spalline del reggiseno devono sostenere poco peso. Il loro scopo non è infatti sorreggere il seno, bensì mantenere stabili coppe e ferretti.
Suggerimento: lavare i reggiseni a mano e a basse temperature. Se in lavatrice, utilizzare gli appositi sacchetti per la biancheria al fine di proteggere il tessuto e impedire che i ferretti si deformino.
Suggerimento: la fascia del reggiseno deve aderire bene senza stringere.
CH10423_DEMI PAGE CUMULUS LOREAL KW26 E10 HD.pdf
3
23/05/2017
10:26
20% di riduzione.
®
Reg. Trademark of Société des produits Nestlé S.A.
VITAL BALANCE®, Salute e vitalità in ogni fase di vita !
SU TUTTO L’ASSORTIMENTO VITAL BALANCE®, OFFERTE VALIDE SOLO DAL 27.6 AL 3.7.2017, FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK
Desideri saperne di più sui gattini ? Allora visita il nostro blog di Migipedia : migipedia.ch/gattino
20% Purina® VITAL BALANCE® 20% su tutto l‘assortimento Purina® VITAL BALANCE® per es. Adult pollo 4 x 85g, 3.10 invece di 3.90, 27.6 al 3.7.2017, fino a esaurimento dello stock.
VIENI AL PUNTO Passa subito a M-Budget Mobile e riceverai 3000 punti Cumulus
Fr. 29.–/mese
30 0 0
M-Budget Mobile Maxi One, l’abbonamento senza durata, minima di contratto, include: • 2 GB di dati sulla rete Swisscom • 2000 minuti di conversazione telefonica* • 2000 SMS dalla Svizzera verso il mondo intero
FCM
La promozione Cumulus è valida dal 07.06.2017 al 30.09.2017. Offerta disponibile esclusivamente in caso di cambio da un altro operatore verso un abbonamento M-Budget Mobile Maxi One o Mini One. * Valido per chiamate dalla Svizzera verso tutte le reti fisse e mobili in Svizzera, verso le reti fisse in Europa e negli Stati Uniti (gruppi di paesi 1– 3); i numeri business, brevi e a valore aggiunto sono da intendersi esclusi in ogni caso. Escluso: fr. 40.– di costi d’attivazione.
www.m-budget-mobile.ch/it/cumulus
PUNTI
APERTURA FESTIVA LUGANO CENTRO PARADISO CASSARATE MOLINO NUOVO LOCARNO MINUSIO SOLDUNO TENERO ASCONA DO IT + GARDEN LOSONE
Giovedì 29 giugno Festa SS. Pietro e Paolo
Siamo aperti dalle 10 alle 18
10
% one
i z u d i r di
Presso i SUPERMERCATI dalle ore 10 alle 12, treccia e marmellata in omaggio per una spesa minima di CHF 50.– Presso il DO IT + GARDEN, un simpatico omaggio a tutti i clienti Ai primi 150 giovani con una spesa minima di CHF 10.–, un FIDGET SPINNER in omaggio